solomagazine Ski ottobre

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SKI

Ottobre 2011

LARA GUT svizzera controcorrente


ULTIMATE CONTROL RS 140 2011 Overall World Cup winner with Maria Höfl-Riesch

Design : www.super-regular.fr / Photographie : Arnaud Childeric

Photo © Simon Baret

WEL COME LARA

LARA GUT & THE NEW RADICAL 9GS

THE Giant Slalom ski. Radical 9GS has been fully tried and tested during major international competitions. Our new Rossignol ambassador, Lara Gut, has tested and approved it! It is powerful, aggressive, and highly manoeuvrable, the ultimate weapon for thrills and high speed. 9GS, the perfect partner to satisfy the demands of expert skiers. facebook.com/SkiRacingCommunity


sommario Editoriale

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di Walter Perosino

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SKI semplicemente SKI. Il modo migliore per parlare di sci è lasciare agli altri farlo, cioè ai personaggi che, liberando il proprio istinto, lo interpretano ai massimi livelli. E non intendiamo soltanto lo sci alpino, punta di un iceberg che include anche i milioni di appassionati che non esitano a calzare gli scarponi per saggiare le proprie capacità sulle piste di tutti i colori, ma anche lo sci alpinismo, disciplina sempre più in crescita, il freeride, lo ski cross e il freestyle. Interpreti di quello che regala lo sci in termini di emozioni e prestazioni. SKI lascia a loro la ribalta, ai campioni conclamati oppure a coloro che aspirano a diventarlo, ma in questa rivista accomunati da un'identica passione. Come le altre riviste del marchio solomagazine, SKI ha radunato alcuni dei più competenti esperti del settore con l'incarico di raccontare quelle storie che non sempre emergono, le inchieste e gli approfondimenti che puntano l'attenzione sulla montagna e sugli atleti che hanno saputo domarla, senza dimenticare di aprire una finestra anche sugli sci club che rappresentano la base di una piramide sportiva unica. SKI è tutto questo, e non solo perché nei prossimi numeri ospiteremo altre rubriche con l'intento di allargare la nostra attenzione anche a coloro che lo sci lo vivono al di fuori del palcoscenico dei grandi eventi. Per SKI i campioni siamo tutti noi.

Direttore responsabile Walter Perosino Direttore amministrativo Monica Gini Redazione: Corso Mediterraneo 67 Torino - Fax 011 500008 info@solomagazine.it

SCI ALPINO 08 Lara Gut senza limiti

La svizzera si conferma una campionessa sopra le righe

di Claudia Morandini

14 Una stagione da vivere a cuor leggero

di Gianmario Bonzi

“Winnerhofer”, impresa possibile Dopo 16 anni un italiano può lottare per la Coppa Una coppa per tre Tra Riesch e Vonn, attenzione all'“italiana” Maze

28 Il sorriso di Chiara Costazza

di Luca Perenzoni

La slalomista azzurra vede la luce in fondo al tunnel

34 L'estate calda di Ravetto

di Lucia Galli

Il tecnico ha cancellato le tensioni ed è tornato al lavoro

38 Karen Putzer non si scopre

Risolti i guai fisici, apre la porta ad un clamoroso ritorno

44 Coppa Europa, palestra di campioni

di Luca Perenzoni

Markus Waldner svela i segreti e le novità del circuito

di Claudia Morandini

48 Il triangolo di Lisa Agerer

di Gianmario Bonzi

54 Giovanni Borsotti, un futuro gigante

di Marco Regazzoni

58 E' scattato il circuito FIS

di Marco Regazzoni

Vive in Austria, eppure ha sposato la causa tricolore

E' uno dei candidati a riportare in alto i colori azzurri Matteo Joris, tecnico del Gruppo Giovani, traccia la strada

Hanno collaborato: Sonia Arpaia, Gianmario Bonzi, Michela Carè, Alberto Dolfin, Lucia Galli, Silla Gambardella, Francesca Steffanoni, Daniela Merighetti, Federico Militello, Claudia Morandini, Luca Perenzoni, Marco Regazzoni, Max Valle

Immagini di Gerd Agerer, Getty Images, Pentaphoto, Lucio Tonina, Zoom Anno I, numero 1 OTTOBRE 2011 In attesa di registrazione presso il Tribunale di Torino

Realizzazione grafica Claudia Rubiu Talia Verlato solomagazine Ski è una produzione


sommario 60

SAÛS DL INVERN 2012 SAÛS DLCON INVERN 2012 SCIARE GUSTO SCIARE CON GUSTO SCI ALPINismo

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60 Matteo Eydallin e la sua filosofia

di Lucia Galli

66 «L'Italia resta la nazione leader»

di Sonia Arpaia

Il portacolori del movimento confida pensieri e aspirazioni

Il tecnico Oscar Angeloni traccia i programmi della stagione

70 Gianluca Vanzetta, campione del domani

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FREERIDE 74 La regina Janette Hargin

rifugi locali. La settima edizione della Chef’s Cup Südtirol propone appuntamenti durante un’intera settimana, che spaziano dallo ski-safari, a corsi di cucina, fino alle gare di sci. Da non perdere la rifugi locali. edizione Südtirol propone colazione traLa le settima vette e lo Skitourdella SantaChef’s CroceCup – Rifugi e sapori anappuntamenti settimana, che di spaziano dallo tichi. Inoltre, il durante progetto un’intera è accompagnato dai corsi cucina ladina ski-safari, a corsi di Maria cucina, fino alle di sci. Da non perdere la e di sci di fondo con Canins, dalgare piatto del fondista e dal “Dé colazione tra lesci vette e lodedicato Skitour Santa – Rifugi e sapori andl vin”, il vino safari ai vini Croce altoatesini. tichi. Inoltre, il progetto è accompagnato dai corsi di cucina ladina e di sci di fondo con Maria Canins, dal piatto del fondista e dal “Dé dl vin”, il vino sci safari dedicato ai vini altoatesini.

DOLOMITI SUPER PREMIÉRE* 26.11.2011 – 23.12.2011 DOLOMITI SUPER PREMIÉRE* UNA GIORNATA DI–VACANZA SULLA NEVE IN OMAGGIO! 26.11.2011 23.12.2011

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La canadese ha rinverdito le tradizioni di famiglia vincente

FREESTYLE 82 La carica di Giorgia Bertoncini

di Alberto Dolfin

A tu per tu con la svedese campionessa del mondo

SKI CROSS 80 Julia Murray, nel nome del padre In Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità Unesco, la vacanza invernale è più di una semplice discesa sugli sci. In Alta con Badia, nel all’insegna cuore delledei Dolomiti, Naturale “Sciare gusto”, prodotti Patrimonio tipici dell’Alto Adigedell’Umanità Unesco, la vacanza è piùneve di una semplice Südtirol, valorizza il connubio tra invernale lo sport sulla e la gastrodiscesa nomia, i sugli puntisci. forti della località. Piatti gourmet, creati dai Dolo“Sciare gusto”, dei prodotti tipici dell’Alto mitici e con da altri chefall’insegna stellati europei, saranno proposti in Adigeundici Südtirol, valorizza il connubio tra lo sport sulla neve e la gastronomia, i punti forti della località. Piatti gourmet, creati dai Dolomitici e da altri chef stellati europei, saranno proposti in undici

di Luca Perenzoni

Scopriamo il fiemmese che ha dominato tra i cadetti

Le ambizioni del nostro più grande talento del moguls

di Max Valle

di Federico Militello

MONTAGNA 88 Pulizie in alta quota

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di Francesca Steffanoni A raccolta di rifiuti con il progetto “Keep Karakorum Clean”

FOCUS SUGLI SCI CLUB 96 Scuola Sci Valtorta 98 Freestyle Club Livigno 100 Sci Sporting Club Majella LE RUBRICHE 33 Parola di Dada

www.altabadia.org www.altabadia.org

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di Gianmario Bonzi di Federico Militello di Gianmario Bonzi

di Daniela Merighetti


Lara Gut senza limiti

La svizzera ÂŤHo tantissimi sogni e cerco di realizzarli seguendo un semplice principio: i desideri possono avverarsi, ma bisogna essere svegliÂť di Claudia Morandini / foto Getty Images


sci lara alpino gut

sciscialpinismo alpino

L

ara Gut, il volto fresco e solare dello sci alpino. Una ragazza dalle mille sfaccettature: tenace, grintosa, talentuosa, estrosa ma soprattutto sorridente. Quante volte la vediamo dietro al cancelletto di partenza con il sorriso sulle labbra, fino all’ultimo secondo a scherzare con il suo skiman Babi. Quando poi il cronometrista avverte che mancano 5 secondi il suo viso cambia, si trasforma. Lì, in quel preciso momento, Lara diventa un’altra, diventa una cosa sola con gli sci: armoniosa, determinata, sicura. Tra le più giovani a vincere in Coppa del Mondo non ha mai sentito la pressione mediatica di chi non le avrebbe mai più concesso l’errore, di chi la voleva sempre e solo la numero 1. Criticata per la sua ingenuità nel rilasciare alcune dichiarazioni ci ricorda il “Valentino Rossi” dell’inizio, genialità e spudoratezza. Poi con gli anni, anche lei ha capito di dover comunicare in maniera diversa ed ha conosciuto la diplomazia, dicendo sempre la verità, non denaturalizzandosi ma usando le parole come un arma che non avrebbe più ferito lei stessa. Una famiglia che la sostiene nei momenti difficili, un papà sul campo, presente, come un angelo custode che compie scelte mirate per il suo bene, uno staff tutto particolare che le permette di essere serena e di poter esprimere il suo talento. Una grande lavoratrice che però sa

« Io dirò sempre la verità perché di dire bugie non sono capace, però sto cercando d'imparare ad essere più diplomatica e "furba" » come divertirsi, una ventenne che vive la sua vita facendo della sua grande passione il suo lavoro. Alle porte di una stagione importante l’abbiamo incontrata per capire se ha apportato cambiamenti alla preparazione: «Sono partita per l’Argentina un mese, mentre negli ultimi quattro anni ero rimasta in Europa. Inoltre ho smesso di sciare alle finali a Lenzerheide in marzo e ho ricominciato solo a inizio luglio perché ho dovuto operarmi alla caviglia, di solito sciavo pure in primavera». A questo punto sorge spontanea la domanda: Lara è svizzera, ticinese, in tanti hanno sperato gareggiasse per la squadra italiana, qual è il suo rapporto con la nazionale? Allenarsi in solitudine implica un relativo confronto con le altre.

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«Non sono un'extraterrestre che si allena su di un altro pianeta, i posti per sciare d'estate sono poi sempre quelli dunque ci si incontra comunque. Sono fortunata ad allenarmi da sola perché posso confrontarmi con tante persone, non solo le ragazze della mia nazionale. Quest'estate ad esempio ho sciato con i francesi, le italiane, gli svizzeri, gli italiani, gli austriaci...». Dice di non essere un extraterrestre ma per molti, nell’ambiente della Coppa del Mondo lo è. Quanto peserà la nomea di “talento del secolo” su di lei? «Talento del secolo o no, quando sei alla partenza devi dare il massimo e provare a vincere. Anche se ho solo 20 anni, ho imparato subito che i "soprannomi" cambiano in fretta; talento, campione mancato, arrogante, simpaticissima... E in fin dei conti io cerco solo di essere me stessa».

Sé stessa sempre, ma con una sincerità diversa, sia nei confronti degli allenatori che del mondo «Quando sono arrivata in Coppa del Mondo ero più ingenua. Credevo che i giornalisti non cercassero sempre l'ago nel pagliaio, non mi rigirassero le parole dette. Io dirò sempre la verità perché di dire bugie non sono capace, però sto cercando d'imparare ad essere più diplomatica e "furba"». Dipingere il ritratto di Lara Gut non è difficile, ma per conoscerla a fondo siamo entrati dentro di lei, per scoprire con gioia che Lara, oltre ad avere due piedini d’oro che le permettono di volare sulle piste di tutto il mondo, ha anche una testa che lavora, è brillante, conosce le lingue, parla perfettamente italiano, francese, tedesco e inglese. Una perla rara nel mondo dello sci, soprattutto perché non smette mai di studiare e

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Una stagione senza stress di Gianmario Bonzi / foto Getty Images, Pentaphoto e Zoom

I

mperativo categorico: pensare positivo. Sempre. Anche dopo le finali di Lenzerheide dello scorso marzo che ci hanno privato di uno spettacolo unico, ovvero l’assegnazione della Coppa del Mondo femminile all’ultima gara in programma; anche, più in generale, con il Team Event di mezzo, che pure il Cio ha bocciato (lo vedremo solo alle Olimpiadi giovanili) per le prossime edizioni dei Giochi; anche con le presenze delle (Super) Combinate, che forse verranno finalmente cancellate a partire dalla stagione 2015-2016 (nella bozza di calendario

2012-'13 vi è una sola supercombinata in campo maschile e addirittura nessuna in campo femminile, trend confermato anche nei programmi previsti per le due stagioni successive); anche con i calendari sempre uguali, Soelden-LeviVail-Lake Louise-Aspen-Val d’Isere, poi solo Europa; le finali più o meno negli stessi posti, da Are a Lenzerheide, con l’eccezione, tipo quest’anno, dovuta alla stagione pre-mondiali (Schladming 2013); anche con le nuove regole sul raggio di curva degli sci, che al solito tengono conto zero dell’opinione degli atleti. Inoltre. A

chi non piacerebbe un programma gare più corto (ma negli Anni ’80 era molto più lungo e si cominciava già in agosto, in Argentina, a Las Lenas…), magari con sole quattro discipline (slalom, gigante, SuperG, discesa), con lo stesso numero di prove (non si capisce bene perché si debbano correre più slalom e meno giganti, per esempio) nelle località più belle, classiche o persino nuove, a patto che abbiano piste selettive come quelle di Bansko in Bulgaria, tanto per fare un esempio; chi non vorrebbe le finali prima dei grandi eventi, Mondiali e Olimpiadi, possibilmente in località dove la neve

non marcisca e il tempo non faccia le bizze? Già, chi? Eppure. Eppure pensate positivo, se amate lo sci. Innanzitutto, perché sarà lo spirito della nuova rivista. Sempre a favore, (quasi) mai contro. Poi, perché questo sport rimane unico nel suo genere, completo, bellissimo, ricordatelo a voi stessi, qualunque ruolo abbiate, ogni tanto. Pensateci: dove li trovate i panorami mozzafiato (con invidiabili Steak House annesse…) dello Utah, del Colorado, dell’Alberta? Una pista di prova che passa sopra una ferrovia (Wengen)? Un parterre infuocato, come quello

di Schladming (uomini) o Courchevel (donne), dove se provi a intervistare un atleta a 10 centimetri non ti sente o dove per raggiungere la cabina di commento impieghi un'ora a compiere 200 metri? Dove trovate tifosi, magari un po’ brilli, sì, ma pronti ad applaudire i più forti indipendentemente dalla nazione di appartenenza e dal risultato della competizione, a tifare per il connazionale “sfigato” che ancora non ha un fanclub al seguito, a offrirti vin brulé e salame (parmigiano DOC se trattasi dei “Razzo” supporters…); dove trovate un punto d’accoglienza, leggasi Casa Italia per le

grandi manifestazioni, dove un giorno ti imbatti in Alberto Tomba e quello dopo in Franz Klammer e magari condividi un piatto di pizzoccheri e un bicchiere di rosso accanto ai miti dell’infanzia o a quelli di oggi? Ci fermiamo qui, potremo proseguire per ore, senza dimenticare la disponibilità/gentilezza degli atleti prima e dopo le gare. Aria sana, panorami, spettacolo, nessun pericolo per chi guarda (a parte qualche fumogeno di troppo a Schladming…), divertimento, agonismo. Solleviamo il bicchiere mezzo pieno, brindiamo e guardiamo avanti, alla stagione che sta per aprirsi.


Chiara un entusiasmo rinnovato

La Costazza vede la luce in fondo ad un tunnel lungo tre anni, dopo una seconda operazione per risolvere il problema al piede sinistro di Luca Perenzoni / foto Getty Images


Il futuro del

gigante Giovanni Borsotti è uno dei candidati a riportare in alto i colori azzurri: In Alta Badia mi sono reso conto di potere competere con i migliori di Marco Regazzoni / foto Pentaphoto e Zoom


La filosofia

Eyda

Rivela Matteo Eydallin uno dei più validi portacolori dello sci alpinismo italiano: «Non sono così preso mentalmente dal risultato e sorrido di chi lo è. A me basta sentirmi bene e affrontare le cose con lo spirito giusto»

di Lucia Galli


la regina

del freeride

La svedese Janette Hargin ha lasciato lo sci alpino dopo aver partecipato a due Olimpiadi e in pochi anni ha conquistato il titolo mondiale: ÂŤCosĂŹ sfido me stessa ad andare oltre il mio limiteÂť di Alberto Dolfin


Janette sci alpino hargin

« Vivi la natura

S

e sei una Hargin, nasci con gli sci ai piedi. Ecco il biglietto da visita della famiglia svedese in cui è cresciuta la stella più brillante del Freeride femminile: Janette. Trentaquattro anni compiuti lo scorso 4 ottobre, un legame inscindibile con la neve e gli sport estremi, c’è tutto nella storia della fuoriclasse che viene da Stoccolma. La campionessa mondiale in carica del Freeride World Tour si sta facendo largo in questa disciplina affascinante, seguita anche da sua sorella più giovane Christine, che ha chiuso al quarto posto del ranking nella passata stagione. Janette Hargin può vantare anche un passato nobile, nello sci alpino, nel quale spaziava dalle discipline tecniche a quelle più veloci. Dopo aver preso parte alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002 e Torino 2006, l’adrenalina e la voglia di sciare oltre il limite hanno però avuto la meglio. Dopo l’addio nel 2007 al circo bianco dello sci alpino, ecco la sfida del freeride, un mondo che la campionessa svedese ha subito conquistato con la sua personalità travolgente.

in un’altra dimensione e l’esperienza diventa speciale. Sciare sulla neve fresca e incontaminata ti aiuta ad uscire dagli schemi dello sci: tutto assume una tranquillità ed una pace unica

»

Che cosa l’ha spinta ad entrare nel Freeride World Tour? «Sono una persona molto competitiva e per me è stato naturale entrare nel Freeride World Tour dopo aver lasciato lo sci alpino. So che il freeride punta molto sullo stile di vita e sulla sensazione di libertà che si prova nel praticarlo, ma per me è altrettanto eccitante quando si tratta di confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Altre volte, invece, è stupendo godersi l’altro lato della medaglia, mettendosi a fare foto e filmati mentre si scende per un pendio inesplorato».

«E' stupendo godersi l’altro lato della medaglia, mettendosi a fare foto e filmati mentre si scende per un pendio inesplorato» Janette, come è nata la sua passione per lo sci? «Sono cresciuta con fratelli più grandi che facevano gare di sci e anche mia sorella e mio fratello più piccoli hanno seguito questo percorso: in pratica, la mia famiglia è nata con gli sci ai piedi. Ho praticato tanti sport come tutti i ragazzi, ma lo sci è stato sempre al primo posto per me. Penso che ciò sia dovuto soprattutto alla sensazione di appartenere ad un gruppo, quello dello sci. Poi, grazie anche al fatto di aver conosciuto molta gente viaggiando per le gare e di aver trovato parecchi nuovi amici da tutto il mondo».

Se le dico freeride, che cosa le viene in mente? Come illustrerebbe questa affascinante disciplina a chi non la conosce? «Per me significa sfidare me stessa ed andare oltre il mio limite. Ci sono così tante montagne là fuori e per me è lo scenario migliore. Esplorare sempre nuovi posti e sciare su montagne sul quale non hai mai sciato. Più posti vedi, più ne vuoi vedere. Impari ad essere parte integrante della natura e ad avere a che fare con le sue forze. Molto spesso, mi accorgo di quanto siamo piccoli e di che potenza abbia la natura. Non c’è sensazione migliore del sentirsi parte di tutto questo ed allo stesso tempo trarre beneficio da quello che ci viene offerto, come le montagne, la neve ed il clima: riuscire a godersi tutto questo con esperienza e controllo». Come è stato per lei lasciare lo sci alpino per avventurarsi in questa nuova disciplina? «La più grande differenza è stata lasciare uno sport olimpico con una certa tradizione per uno sport legato allo stile di vita e senza un’organizzazione e una struttura così maniacale. È stato un grande cambiamento passare da una squadra con un supporto totale da parte dello staff e con un piano per ogni singolo giorno dell’anno ad una nuova vita in cui tutto

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Pulizia in alta quota Sono migliaia i chili di immondizia raccolti grazie alla campagna “Keep Karakorum Clean”: «La responsabilità del benessere degli ambienti remoti dipende da noi visitatori» di Francesca Steffanoni


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