universo bianco
mÄkÄrÄinen
la finlandese volante
Editoriale
Sommario
di Massimiliano Ambesi
Tre notizie di diverso tenore hanno tenuto banco in questo primo scorcio d’estate. Innanzitutto, non senza qualche sorpresa, Pyeongchang si è aggiudicata l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali del 2018. Tuttavia, la scelta plebiscitaria della località coreana, che ha avuto nettamente la meglio sulla quotata Monaco di Baviera e sulla velleitaria proposta di Annecy, non è stata accolta con entusiasmo dagli atleti, biathleti in primis. Se, infatti, la Corea si è distinta nel tempo per l’elevato livello organizzativo degli eventi legati agli sport del ghiaccio, ha evidenziato chiare difficoltà con le discipline della neve. Nello specifico, sia i Campionati Mondiali di biathlon che i Mondiali di snowboard tenutisi nel 2009 non sono stati un successo e da più fronti sono fioccate le lamentele. In ogni caso, il Comitato Organizzatore asiatico avrà diversi anni a disposizione per acquisire quel know-how al momento mancante e non è escluso che la 23ª edizione dei Giochi Olimpici invernali possa alla fine soddisfare tutti. In casa Italia, invece, è salita agli onori delle cronache l’Alta Corte di Giustizia del Coni che, sancendo la nullità dell’assemblea elettiva della FISI datata aprile 2010, ha posto fine, salvo i ricorsi del caso, all’era Morzenti. Nell’immediato, la Federazione Italiana sarà sottoposta ad un salutare periodo di commissariamento nell’attesa che possano essere allestite nuove elezioni, ma l’occasione dovrà essere propizia per cambiare le regole del gioco modificando il sistema elettorale al centro dello scandalo e rimodellando la struttura federale affinchè sia garantita la massima efficienza in un periodo di vacche magre. Infine, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la notizia della scomparsa di Myka Myllylä, esponente di quello sci di fondo degli anni passati rimpianto da tanti nostalgici. Probabilmente, l’atleta finlandese verrà ricordato nel tempo per lo scandalo doping del 2001 e per il tragico epilogo di un’esistenza tormentata, ma i veri appassionati non potranno dimenticare quanto realizzato nei Campionati Mondiali nel 1999 quando sulle nevi di Ramsau fu ingiocabile per tutti i qualificati avversari e riuscì, tecnica libera o classica non fa differenza, ad annichilire la concorrenza. Non sapremo mai se anche in quell’occasione fosse o meno dopato, ma quei risultati rimarranno in eterno nell’albo d’oro e rappresenteranno per sempre il ricordo più bello. Nel frattempo, i saltatori stanno già affilando le armi in vista delle prime gare di Summer Grand Prix in cui l’attenzione degli addetti ai lavori sarà concentrata sull’incidenza dei cambiamenti regolamentari a cui è stata sottoposta la disciplina. Secondo i ben informati, non ci saranno stravolgimenti degni di nota, ma è doveroso attendere un paio di mesi per fornire risposte definitive al riguardo.
6 biathlon Mäkäräinen a cuore aperto
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Val Martello cuore d'Europa
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I segreti del tiro a terra
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Nel nome del fratello
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Plaickner, affare di famiglia
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La finlandese si confessa tra passato e futuro dopo il trionfo in Coppa del Mondo
Alla scoperta degli Europei di cross biathlon che si disputeranno dal 22 luglio in Alto Adige
Insieme con Katja Haller vediamo cosa succede quando un biathleta si sdraia al poligono Dominik Windisch sta seguendo le orme di Markus e svela le sue ambizioni
Due fratelli e la cugina, tutti insieme hanno scelto il biathlon per farsi largo nello sport
l'inchiesta Destinazione podio
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Vincere in due discipline, in quattro ci sono riusciti ma è un tabù quando si parla di salto e combinata
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Sommario analisi Nuova stagione, nuovi format
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L'analisi delle modifiche regolamentari che dovranno far crescere salto, combinata e fondo
2 N O L H T A I B P 2 1 U 0 C 2 IBU ONE 2011/ I G A ST 1 1 0 2 E R
fondo Un addio di bronzo
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Non ci sono più alibi
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salto Summer Grand Prix da vivere
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Una dieta da medaglia
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Petra Majdic si è ritirata con la gioia di una medaglia mondiale e ora racconta della sua nuova vita
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B M E C I D A N N A A RID
Nazionale maschile al bivio per dimostrare che dietro a Piller Cottrer e Di Centa qualcosa si muove
Parte dalla Polonia il circuito estivo che, anno dopo anno, sta acquisendo sempre più importanza Davide Bresadola ha lasciato la combinata nordica per il salto speciale con un obiettivo particolare
Direttore responsabile Walter Perosino
combinata nordica
Direttore amministrativo Monica Gini
Scocca l'ora di Bauer
Redazione Corso Mediterraneo 67 - Torino Fax 011 500008 info@solomagazine.it Hanno collaborato per i testi: Massimiliano Ambesi, Davide Bragagna, Marco Esposito, Lukas Hofer, Federico Militello, Francesco Paone, Alessandro Pittin Contributo fotografico Francesco, Alessandro Armillotta, Getty Images, Gabriele Claudia Schwarze, Pentaphoto/Fisi Realizzazione grafica Claudia Rubiu / Talia Verlato solomagazine Universo Bianco è una produzione
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Dopo aver fatto intravedere il suo talento, il gardenese vuole emergere in Coppa del Mondo
i nostri campioni
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Lukas Hofer Alessandro Pittin
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NEI MESI ESTIVI
UNIVERSO BIANCLO E DIVENTA BIMESTRA
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un. a n d i r thlon a i b . w ww
Anno II, numero 5 - LUGLIO 2011 Autorizzazione del Tribunale di Torino n.ro 48/10 del 23 settembre 2010
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kaisa a cuore aperto Kaisa Mäkäräinen dopo il trionfo in Coppa del Mondo si confessa tra passato e futuro di Francesco Paone – foto Getty Images
intervista
«Ho dovuto arrangiarmi e fare tante cose da sola. E’ stato difficile, ma mi ha permesso di imparare molto su me stessa»
U
n anno orsono Kaisa Mäkäräinen iniziava l’estate 2010 e gli allenamenti in vista dell’inverno in totale autogestione. Infatti le difficoltà finanziarie della Federazione finlandese avevano letteralmente costretto Kaisa ad autogestirsi senza neppure poter essere seguita da un tecnico del tiro. Come si suol dire non tutti i mali vengono per nuocere perché la suomi ha fatto di necessità virtù e ha imparato molte cose su sé stessa proprio grazie all’indipendenza forzata. Ha trovato la quadratura del cerchio ed è entrata in una nuova dimensione, a lei sconosciuta in passato. L’inverno è stato ricchissimo di soddisfazioni e ora la 28enne occupa un ruolo che solo sette mesi fa forse nessuno avrebbe immaginato potesse occupare, ovvero quello di detentrice della sfera di cristallo.
Kaisa sulla neve di Holmenkollen pochi istanti dopo aver avuto la certezza di aver vinto la Coppa del Mondo
Nel novembre 2010 avrebbe mai pensato di essere in grado di vincere la Coppa del mondo assoluta? «Prima che la stagione iniziasse sentivo di aver lavorato perfettamente in estate e autunno perché mi sentivo in ottima forma, però non avevo idea di quale potesse essere il livello delle mie avversarie. Speravo quindi di fare una buona annata, ma dentro di me non c’era la consapevolezza di essere in grado di vincere la Sfera di cristallo, e a essere sincera quel genere di fiducia non ce l’ho neppure ora che l’ho vinta». C’è una gara, o un momento particolare, che lei considera una specie di punto di svolta nella sua stagione? «Penso che la prima tappa a Östersund mi abbia dato grande fiducia e la consapevolezza di essermi preparata nel migliore dei modi. Ho vissuto il mese di dicembre sullo slancio delle prime tre gare. Infatti dopo la pausa natalizia mi è sembrato di cominciare la stagione da capo». Qual è stato il momento più bello del suo inverno? «Subito dopo aver tagliato il traguardo da vincitrice nell’inseguimento ai Mondiali di Khanty-Mansiysk. E’ stato un momento incredibile, non lo dimenticherò mai. Magari lo avete capito anche dalla mia reazione!». E invece il momento peggiore? «Facile! La settimana di Anterselva! Premetto: io amo l’Italia e sono sempre felicissima di andarci, ma quest’anno mi sono successe tante brutte cose e non mi riferisco alle gare. O meglio, probabilmente ho ottenuto risultati così scarsi proprio perché ero condizionata dagli aspetti negativi capitati nella mia vita in quel momento».
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Lei ha dovuto fronteggiare ben quattro avversarie per vincere la Coppa del mondo. Ce n’è stata una che l’ha preoccupata più delle altre? «Durante l’inverno cercavo di non pensare alla possibilità di vincere la Sfera di cristallo. Ekholm, Berger ed Henkel sono rimaste sempre in scia, ma alla fine della stagione sicuramente la minaccia più grande è stata Neuner. Probabilmente ho avuto un po' di fortuna quando Magdalena si è ammalata a Holmenkollen, ma questa è la vita. Io mi sono ammalata proprio prima di Vancouver 2010…». Lei è una delle atlete che è migliorata di più nella precisione al poligono. E’ vero che il suo segreto è stato quello di sottoporsi a un intervento agli occhi che l’ha aiutata parecchio? «Mi sono operata agli occhi nel maggio del 2009, quindi era già la mia seconda stagione dopo l’intervento. A dire il vero la mia vista non è migliorata grazie a quell’operazione, ma l’ho fatta per avere più comfort nel portare le lenti a contatto. Non le ho mai amate e non sono mai piaciute ai miei occhi. L’intervento ha migliorato molto la qualità della mia vita sotto
questo aspetto. Non penso che l’operazione sia la chiave del mio miglioramento al tiro».
effettuare campi di allenamento, il lavoro si è rivelato molto meno stressante».
E’ quindi solo una questione di fiducia e di forza mentale? Alcuni atleti affermano che il 90% del tiro è una questione psicologica. Lei è d’accordo? «Assolutamente sì. Sparare bene o male è fortemente in relazione con le proprie sensazioni e i propri pensieri. Durante gli allenamenti sparano tutti molto meglio perché non c’è pressione. In gara, invece, non si può sparare quante volte si vuole e gli errori si pagano. Tutto questo aumenta la tensione e la pressione psicologica, di conseguenza le percentuali scendono».
Pensa che la decisione di cambiare materiali e di mettersi ai piedi sci Fischer abbia avuto un ruolo nel migliorare le sue performance nello sci di fondo? «Sì. Penso sia stato un importante cambiamento che mi ha permesso di avere sci migliori e più veloci. Se potessi tornare indietro nel tempo prenderei questa decisione già nel 2007 quando avevo avuto la possibilità di legarmi a Fischer. Adoro i loro sci».
Lei è migliorata anche nelle performance nello sci di fondo. Ha fatto qualche cambiamento nella preparazione estiva per fare questo ulteriore step in avanti? «Non ho cambiato molto, ma la preparazione prima della stagione 2010-'11 è stata molto differente sotto un altro punto di vista. In Finlandia non abbiamo proprio avuto una squadra nazionale a causa dei problemi finanziari della nostra Federazione. Quindi mi sono allenata da sola o insieme al mio fidanzato. Abbiamo eseguito le tabelle di lavoro con il mio allenatore del fondo Jarmo Punkkinen che mi segue dal 2007, in passato è stato anche capo allenatore della Nazionale italiana di sci di fondo dal 1984 al 1990 e l’allenatore personale di Manuela Di Centa dal 1987 al 1991. Non sono stata seguita da nessun tecnico del tiro. Ho dovuto arrangiarmi e fare tante cose da sola. E’ stato difficile, ma mi ha permesso di imparare molto su me stessa. Inoltre avendo la mia libertà, senza dover
Pensa di poter migliorare ulteriormente e diventare un atleta ancora più forte? «Senza dubbio. Non sono una biathleta perfetta. Posso diventare ancora più forte sugli sci e migliorare i miei tempi di esecuzione. Ecco perché amo così tanto il biathlon, non si arriva mai al limite perché ci sono tantissime piccole cose da migliorare che rendono l’allenamento sempre molto interessante». La stagione 2009-'10 è stata molto difficile ed è finita con il coach Jonne Kähkönen che ha lasciato la Finlandia per andare ad allenare gli Stati Uniti. Quanto è stato difficile ricominciare dopo un’annata così insoddisfacente? «L’inizio di quella stagione non è stato così malvagio, forse a gennaio ero addirittura nella top 10 della classifica generale. Poi mi sono ammalata ad Anterselva e le Olimpiadi sono state un disastro. Però subito dopo Vancouver ho fatto qualche
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Val Martello cuore d’Europa Scopriamo gli Europei di cross biathlon che saranno ospitati dal 22 al 24 luglio dalla valle altoatesina
di Francesco Paone
val ridanna europei di Cross Biathlon campionati
Germania, nel 2004 hanno fatto seguito solo località dell’Est: la ceca Bystrice nel 2005, la lettone Cesis nel 2006, l’ucraina Tisovec nel 2007, la bulgara Bansko nel 2008, la ceca Nove Mesto nel 2009 e la slovacca Brezno-Orsblie nel 2010. Non a caso la disciplina finora è sempre stata dominata dalle nazioni dell’ex Patto di Varsavia. O meglio, è sempre stata dominata dalla Russia, con le repubbliche dell’ex Urss e i Paesi limitrofi spesso
Dal 22 al 24 luglio saranno assegnati dieci titoli europei e ci saranno anche gli azzurri
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urante l’estate 2011 la Val Martello sarà per cinque giorni il centro di gravità del biathlon. Dal 20 al 24 luglio nella valle altoatesina si terrà l’ottava edizione dei Campionati Europei di cross biathlon che, a dispetto della denominazione, sono “Open” e permettono l’iscrizione agli atleti provenienti dai cinque continenti, compreso il Kenya. Di fatto saranno un vero e proprio Mondiale. Nel 2010 l’Ibu ha preso la decisione di cancellare le competizioni di cross agganciate ai Mondiali di skiroll biathlon, dando di conseguenza maggiore importanza agli Europei diventati dallo scorso anno l’autentica rassegna iridata di questa disciplina. La Val Martello ospiterà quindi una manifestazione che di “europeo” avrà soltanto il nome poiché vedrà la partecipazione di atleti provenienti da tutto il mondo. Oltre agli azzurri, iscritti per la prima volta nella storia, quasi tutti i Paesi dell’Est Europa, tradizionalmente domi-
nanti, hanno annunciato la loro presenza. Si aggiungeranno anche atleti provenienti da Germania e Norvegia oltre agli esotici kenyani già visti la passata estate. Portentosi nella corsa, ma con evidenti problemi di precisione al tiro, hanno avuto dodici mesi per allenarsi. Se dovessero essere migliorati a sufficienza potrebbero persino ambire a un clamoroso piazzamento sul podio e magari aprire le porte a nuovi inaspettati scenari. Infatti gli atleti provenienti dal Corno d’Africa e dintorni spadroneggiano nelle gare di mezzofondo e di corsa campestre nell’atletica leggera e potrebbero essere estremamente competitivi anche in queste competizioni legate a doppio filo all’inverno. Se esistessero i legami di parentela tra i vari sport, si potrebbe affermare che lo skiroll biathlon è fratello del biathlon invernale, a sua volta cugino dello sci di fondo. Il cross biathlon invece condivide la componente poligono con il suo omologo invernale e ne è cugino tanto quanto lo è dell’atletica
leggera, poiché l’altra disciplina da cui è formato è la corsa campestre. In campo maschile la sprint si disputa sulla lunghezza dei 4 chilometri mentre l’inseguimento prevede una distanza di 6. Le donne, invece, gareggiano rispettivamente sui 3.000 metri nella gara con i due poligoni e sui 5.000 nel pursuit. Proprio l’inseguimento è stato reintrodotto di recente nel programma degli Europei. Presente nel 2004 ha dovuto lasciare il posto alla mass start per cinque anni, prima di ritornare protagonista a partire dal 2010. Oltre alle gare individuali si disputerà anche la staffetta mista. In totale saranno assegnati dieci titoli, cinque a livello senior e altrettanti tra gli juniores. La manifestazione altoatesina è peraltro una piccola pietra miliare perché il campionato continentale di cross biathlon torna a disputarsi nell’Europa occidentale per la prima volta dopo 7 anni. All’inaugurale edizione di Clausthal-Zellerfeld, in
IL PROGRAMMA Mercoledì 20 e giovedì 21 saranno giornate dedicate all’allenamento per la presa di confidenza degli atleti con i tracciati e il poligono. Alle ore 20 del 21 luglio a Martello si terrà la cerimonia inaugurale della manifestazione. Venerdì 22 inizieranno le competizioni vere e proprie con le sprint: gli uomini gareggeranno alle 10 mentre le donne alle 13. Ogni gara avrà due classifiche separate, ovvero quella assoluta
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e quella dedicata agli juniores. Sabato 23 sarà la volta degli inseguimenti. La prova maschile inizierà alle 10 seguita da quella per gli junior alle 10.45. La gara femminile prenderà il via alle 13 con le junior a partire invece alle 13.45. In serata a Laces ci sarà la festa con gli atleti. Chiusura domenica 24 con le staffette miste. La prova senior alle 10 e quella junior alle 12. La cerimonia di chiusura alle ore 14.30.
e volentieri a spartirsi le (poche) medaglie rimaste. Solo Germania e Finlandia sono riuscite finora a inserirsi nell’egemonia dell’Europa orientale, a cui si aggiunge l’intrusione dell’Uzbekistan, nazione asiatica in grado di dire la sua nel contesto del cross. Dando un’occhiata al box inserito in questa pagina è facile farsi un’idea dei rapporti di forza. Non possono che essere russi gli atleti più titolati nella ancor giovane vita degli Europei di cross. In campo maschile Alexei Katrenko, classe 1985, detiene il record di medaglie conquistate, ben 7 (1 oro e 3 argenti a livello individuale a cui vanno aggiunti 3 ori con le staffette). Anche Alexander Kachanovski, nato nel 1984, non è da meno essendo salito sul podio 6 volte (2 ori e 2 argenti in gare individuali più 2 ori con la staffetta). Entrambi saranno presenti in Val Martello e potranno quindi ampliare il loro bottino e provare quantomeno a eguagliare l’ormai 41enne Alexsey Kovyazin, vincitore “solo” di 5 medaglie, ma al momento unico atleta in grado di mettersi al collo 3 ori a livello individuale. Tra le donne la plurivincitrice per eccellenza è Lubov Ermolaeva, classe 1975, capace di conquistare 4 medaglie d’oro di cui 3 individuali. Non è però colei che è salita più volte sul podio. Meglio hanno fatto la
27enne Nadezha Starik (6 medaglie) con 1 oro e 3 argenti individuali a cui si aggiungono 2 ori con la staffetta e la classe ‘82 Natalia Solovyeva (5 medaglie) con 1 oro, 1 argento e 2 bronzi individuali più 1 argento in staffetta. Quest’ultima gareggerà anche in Val Martello e quindi potrà ambire a diventare l’atleta a essere salita più volte sul podio in assoluto in campo femminile. Tra i plurimedagliati non ci sono solo russi sconosciuti al grande pubblico, ma anche Jaroslav Soukup, membro fisso nella squadra di Coppa del Mondo ceca durante l’inverno. Il 29enne vanta quattro bronzi complessivi. Uno nella sprint del 2008 a cui si aggiungono tre conquistati con le staffette. Tra gli atleti che frequentano il circuito invernale maggiore con costanza in grado di salire sul podio negli Europei di Cross biathlon troviamo anche Michal Slesingr, Oleg Berezhnoy, Ondrej Moravec, Madara Liduma e Barbara Ertl. Quest’ultima faceva parte della staffetta mista tedesca capace di vincere la medaglia d’argento nel 2004, un anno prima di cambiare nazionalità e diventare italiana. Chissà che proprio gli Europei della Val Martello non possano permettere anche all’Italia di inserirsi nel regno del’Europa dell’Est e conquistare qualche medaglia per rendere questo 2011, in cui Lukas Hofer ha riportato il tricolore sul podio iridato a Khanty-Mansiysk, ancora più speciale.
MEDAGLIERE STORICO Andando a spulciare i risultati del passato si nota come ci sia una nazione dominante, mentre tutti gli altri Paesi si sono dovuti accontentare delle briciole. A fare il bello e il cattivo tempo è la Russia, capace di conquistare qualcosa come 29 medaglie d’oro in 35 gare disputate nella storia (ovvero l’83%). Un bottino ancor più impressionante delle 64 medaglie complessive sulle 91 teoricamente a disposizione (70%). I restanti piazzamenti sul podio non sono stati conquistati da nazioni geograficamente lontane. Infatti ciò che la Russia non vince, viene quasi sempre raccolto dall’Europa dell’Est con Ucraina e Repubblica Ceca in prima fila. Proprio i cechi vantano un bottino curioso. Pur avendo ottenuto 12 medaglie non sono mai riusciti a salire sul gradino più alto del podio. Ce la faranno in Val Martello? O A B TOT Russia Ucraina Slovacchia Uzbekistan Bielorussia Rep. Ceca Germania Lettonia Polonia Romania Finlandia
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21 14 3 3 1 1 0 1 0 0 4 8 4 3 1 2 1 0 0 2 0 1
64 8 4 2 1 12 7 2 1 2 1
Se dividessimo il medagliere per aree geografiche, la situazione si farebbe imbarazzante, con l’Europa dell’Est a conquistare oltre il 97% dei titoli e quasi il 90% delle medaglie complessive.
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Destinazione
podio Koivuranta vuole sfatare uno storico tabù ed eguagliare le gesta di chi è stato capace di eccellere in differenti discipline di Massimiliano Ambesi – foto Getty Images
Il finlandese Anssi Koivuranta
Nuova stagione nuovi format L'analisi delle ennesime modifiche regolamentari promosse dalla Federazione internazionale: ecco come cambiano salto speciale, combinata nordica e sci di fondo
di Massimiliano Ambesi – foto Getty Images