Universo bianco marzo 2011

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universo bianco

Hofer e Runggaldier illuminano i Mondiali

alba azzurra


Editoriale

Sommario

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di Massimiliano Ambesi

Con soddisfazione si è chiuso il primo semestre di vita di Universo Bianco, rivista online nata con l’intento di approfondire tematiche legate a biathlon, salto con gli sci e combinata nordica. L’esigenza arrivata da più parti di allargare il campo anche allo sci di fondo e ad alcune discipline del ghiaccio, ha rappresentato la testimonianza di quanto l’iniziativa editoriale sia stata apprezzata da quella nicchia di appassionati che seguono con interesse le dinamiche relative alle discipline invernali. Numero dopo numero, sono aumentati anche i validi collaboratori, ma non è mutato il canovaccio di una pubblicazione volta a valorizzare luoghi e personaggi, con attenzione in particolare alle dinamiche del panorama italiano. Grazie ad articolate interviste concesse in esclusiva, fuoriclasse del calibro di Simon Ammann, Ole Einar Bjørndalen, Helena Ekholm, Charles Hamelin e Thomas Morgenstern hanno trovato spazio nelle pagine della rivista, ma eguale dignità è stata garantita ai campioni nostrani come Arianna Fontana, Marianna Longa e Pietro Piller Cottrer. Uno degli obiettivi coronati è stato quello di presentare al grande pubblico un nutrito gruppo di giovani talenti italiani pronti a spiccare il volo nelle rispettive discipline. Lukas Hofer, Federico Pellegrino, Elena Runggaldier, Martina Valcepina e Dorothea Wierer sono, infatti, solo alcuni dei personaggi emergenti che hanno avuto la possibilità di raccontarsi proponendosi in una sfera che va oltre la dimensione agonistica. Universo Bianco, oltre ad aver analizzato le imprese sportive dei campioni che danno lustro agli sport invernali, non ha dimenticato l’importanza dei circuiti minori garantendo un’importante vetrina ad Ibu Cup, Coppe Continentali e gare nazionali in modo da fornire un quadro il più completo possibile al lettore. I margini di crescita del progetto sono ancora enormi, ma la volontà di realizzare un prodotto sempre più qualificato è altrettanta. Nel periodo estivo Universo Bianco avrà cadenza bimestrale con uscite a metà maggio, metà luglio e metà settembre, ma da fine ottobre in avanti tornerà a rispettare la cadenza mensile.

biathlon Tarjei I il grande

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Regine di cuori

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Italia a forza 5

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Russia e Germania, what else?

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Europeo da incorniciare

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Bø è stato devastante ai Mondiali e ha vinto la Coppa del Mondo resistendo a Svendsen Sono Neuner, dominatrice ai Mondiali, e Mäkäräinen, vincitrice della sfera di cristallo Come cambiano i contingenti nazionali, gli azzurri hanno guadagnato più di tutti

Le superpotenze vincono l’Ibu Cup con Vasilyev e Hildebrand. Dutto brilla in Francia

In Val Ridanna si attendevano duemila spettatori, ne sono arrivati il triplo con tantissimi italiani

interviste Provaci ancora, René

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Daniel il duro

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Collavo speranza della Vallée

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Vuillermoz si è riaffacciato in Coppa del Mondo ritrovando le sensazioni delle stagioni migliori Un cognome pesante, tanti problemi da junior, la volontà d’acciaio: ecco chi è Daniel Taschler

Tempo di bilanci per l'atleta dello Sci Club Sarre salita alla ribalta grazie al bronzo europeo

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Vivere la montagna Il turista moderno, bisognoso di ambienti risparmiati dal turismo di massa, trova tra le montagne di Bionaz la possibilità di vivere l’avventura nella quiete. Praticare l’alpinismo, lo sci-alpinismo, lo sci di fondo immersi in spazi e scenari inconsueti permette agli appassionati non solo di incrociarsi lungo i percorsi, ma stimola il desiderio di condividere esperienze comuni. Quale luogo migliore di uno dei 4 rifugi alpini di Bionaz per conoscersi e conoscere? Il Rifugio Aosta incastonato in un paesaggio dall’ aspetto himalayano, il Rifugio Prarayer dove si abbandonano, tra larici centenari, le foreste e le praterie alpine, il Rifugio Nacamuli-Collon crocevia ad alta quota di numerosi itinerari tra ghiacciai e colli, il Rifugio Crête Sèche ultimo luogo ospitale prima di inoltrarsi tra ardite creste rocciose e pietraie interminabili, accolgono con professionalità e discrezione gli appassionati dell’alta montagna. Una pista attrezzata con poligono per la pratica del Biathlon consente a chi ama lo sci di fondo di percorrere le foreste attorno al lago di Lexert, sciando, tra scenari naturali davvero speciali, magari accanto ai campioni ed olimpionici Elviro Blanc e Patrick Favre, che qui vivono e spesso sciano.

Sommario

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speciale mondiali Una stagione, quattro sorrisi

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Il cannibale Morgenstern

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Un futuro pieno di dubbi

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Un volo d’argento

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Adesso è il nostro turno

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Northug e Bjørgen padroni dei Mondiali, Cologna e Kowalczyk vincitori della Coppa del Mondo A soli 24 anni l'austriaco è diventato uno dei saltatori più vincenti della disciplina

Jason Lamy Chappuis ha dominato la stagione più controversa nella storia della combinata nordica

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Elena Runggaldier a Oslo ha scritto la storia regalando all’Italia la prima medaglia nel salto Dopo gli strepitosi Mondiali di Oslo è iniziato il countdown verso Fiemme 2013

PIANETA GHIACCIO

Direttore responsabile Walter Perosino

La storia dello skip della Val di Cembra che da anni è il numero uno del movimento italiano

Redazione Corso Mediterraneo 67 - Torino Fax 011 500008 info@solomagazine.it Hanno collaborato per i testi: Massimiliano Ambesi, Davide Bragagna, Alberto Dolfin, Marco Esposito, Lukas Hofer, Francesco Paone, Dario Puppo Contributo fotografico Getty Images, Gabriele Claudia Schwarze Realizzazione grafica Claudia Rubiu / Talia Verlato solomagazine Universo Bianco è una produzione

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Il curling secondo Retornaz

Direttore amministrativo Monica Gini

è l'ora della Valcepina

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La valtellinese è il volto nuovo dello short track dopo i titoli conquistati ai Mondiali Juniors

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NEI MESI ESTIVI

UNIVERSO BIANCLO E DIVENTA BIMESTRA

Anno II, numero 3 - marzo 2011 Autorizzazione del Tribunale di Torino n.ro 48/10 del 23 settembre 2010

inviato rà sa ro e m u n o im ss ro p Il io g g a m tà e m a il a -m e a nella tu

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Tarjei i°

il grande

Bø è stato devastante ai Mondiali e ha vinto la Coppa del Mondo resistendo all’assalto finale di Svendsen di Francesco Paone – foto Getty Images

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regine di cuori Il finale incorona Neuner, dominatrice ai Mondiali, e Mäkäräinen, vincitrice della Coppa del Mondo di Francesco Paone – foto Getty Images

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italia a forza 5

Come cambiano i contingenti per la prossima stagione, gli azzurri hanno guadagnato più di tutti

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on la conclusione della stagione sono stati automaticamente determinati i contingenti nazionali per l’inverno 2011-2012. Il sistema, infatti, prende in considerazione sia la classifica per nazioni della Coppa del Mondo che l’analoga graduatoria dell’Ibu Cup. L’Italia è, insieme alla Bulgaria, l’unica nazione che può festeggiare l’incremento del proprio contingente sia in campo maschile che in campo femminile. Come funziona? L’ultimo congresso Ibu, tenuto nello scorso autunno, ha deciso

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di limitare a 30 le nazioni aventi diritto a un contingente in Coppa del Mondo. In estrema sintesi si concede la presenza nella stagione successiva alle migliori 27 della graduatoria per nazioni della Coppa del Mondo, la cosiddetta “Nations Cup”. I contingenti vengono stabiliti tramite sei fasce determinate dalla posizione occupata nella suddetta classifica. I Paesi che si classificano tra la prima e la quinta piazza ottengono il contingente massimo, ovvero 6 atleti. Posizionarsi tra il sesto e il decimo posto permette di schierare 5 atleti. Arrivare tra l’undicesi-

ma e la quindicesima posizione significa avere un contingente di 4 atleti, che si riducono a 3 per le nazioni piazzatesi tra la sedicesima e la ventesima posizione, a 2 per quelle tra la ventunesima e la venticinquesima e a 1 per chi chiude in ventiseiesima e ventisettesima posizione. Tutte le nazioni classificate dal 28° posto in giù non potranno schierare atleti nella successiva Coppa del Mondo. Gli ultimi tre Paesi vengono determinati basandosi invece sulla graduatoria per nazioni del circuito cadetto, ovvero l’Ibu Cup. Hanno diritto al contingente mini-

mo (un atleta) nella successiva Coppa del Mondo i tre Paesi meglio classificati tra quelli che non hanno chiuso nelle prime 27 posizioni l’analogo ranking al massimo livello. Sostanzialmente si tratta di un sistema che consente “promozioni” e “retrocessioni” di inverno in inverno. Può quindi capitare che una federazione esca dalla porta (classificandosi dalla 28ª posizione in giù in Coppa del Mondo), ma rientri dalla finestra grazie alla graduatoria del circuito cadetto. E’ per esempio il caso della Lituania in campo maschile. Ventinovesima nella Nations

Cup maggiore è però la migliore in Ibu Cup tra quelle non riuscite a entrare nella top-27 del piano di sopra e quindi avrà comunque diritto a schierare un atleta. Oltre a queste 30 nazioni con il contingente garantito da dicembre a marzo, la Federazione internazionale assegna a sua scelta 3 wild card ad atleti di tre diversi Paesi privi del posto in Coppa del Mondo. La loro validità è limitata a tre tappe, tuttavia chi ne beneficia ha la possibilità di confermarla automaticamente per altre tre tappe riuscendo a concludere una

di Francesco Paone

gara con partenza a intervalli in un tempo non superiore al 115% della media di quello dei primi tre classificati. Se l’atleta ci riesce vedrà rinnovato il suo “pass”, altrimenti l’Ibu può decidere di revocare la wild card e concederla ad altri. Va sottolineato come queste wild card siano nominali, ovvero vengono concesse esclusivamente all’atleta nella sua persona e non alla federazione che rappresenta. Di conseguenza se una wild card dovesse essere indisposta e non potesse partecipare a una tappa, la federazione non potrà effettuare una sostituzione.

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val ridanna

una stagione

quattro sorrisi

Northug e Bjørgen padroni dei Mondiali, Cologna e Kowalczyk vincitori della Coppa del Mondo con largo anticipo: il peso del Tour de Ski ha condizionato le scelte di Davide Bragagna – foto Getty Images

U

na stagione di grandi emozioni per lo sci di fondo. L’annata post-olimpica, nonostante la presenza di un evento come il Mondiale, ha spesso avuto una funzione di scarico, rigenerazione fisica e mentale per tanti campionissimi di questo sport. Da quel-

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lo che si è visto, fra intensità delle competizioni e agonismo messo in pista, è sensato dire che il culmine del quadriennio, quindi quinquennio, del dopo Torino 2006 sia stato il Mondiale norvegese conclusosi ad inizio marzo. I padroni di casa hanno dominato in lungo e in largo

sulla collina di Holmenkollen vincendo sette titoli su dodici totali. Il dominio scandinavo è stato ancora più evidente con altri tre ori per gli svedesi e uno per i finlandesi. L’unico momento di rottura di questo strapotere è stato l’oro canadese nella team sprint maschile.

Detto del dominio casalingo della squadra nell’appuntamento clou, tuttavia non si può sintetizzare tutti i meriti e demeriti sportivi in quei dieci giorni. La stagione è stata lunga e faticosa con gli atleti impegnati sin dalle gare di Gällivare dello scorso novembre. Preme sottolineare come

la Coppa del Mondo abbia perso di pathos troppo in fretta essendosi esaurita la competizione per la conquista del titolo dai primi di gennaio. Il trofeo rischia sempre più di perdere importanza, o meglio, acquisirla saltuariamente in occasione di annate libere da grandi appuntamenti

quali Mondiali e Olimpiadi, cosa che nei fatti avverrà con la prossima stagione. Nell’economia di un’intera annata sportiva il Tour de Ski conta troppo in termini di punteggio e spesa di energie: trovare due picchi massimi di condizione è possibile, ma non per tutti facile.

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Il Re di Holmenkollen Petter Northug ha impresso il suo marchio sui Mondiali norvegesi con volate impressionanti, ma la stagione ha portato alla ribalta anche Cologna e un plotone di russi ambiziosi fondo maschile

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etter Northug è personaggio, anzi si diverte a farlo. Dice di ispirarsi a Cantona, ma il calciatore francese, quantomeno era simpatico, mentre il beniamino, neanche troppo a dire il vero, norge è una sorta di giovane “Mourinho delle nevi”. Fuori contesto, sia per livello delle prestazioni che comportamenti provocatori, il 25enne di Mosvik con tre ori e due argenti, ha risposto a chi dubitava

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della sua tenuta psico-fisica allo sforzo e alle pressioni mediatiche e deluso chi lo voleva già in partenza per la legione straniera. Cos’altro avrebbe potuto chiedere Northug? Difficile a dirsi visti i problemi di salute che hanno influenzato la prima parte di stagione. Qualche smacco al Mondiale c’è stato, ma sulla carta non appariva certo così nettamente favorito come la collega Marit Bjørgen. La con-

sapevolezza di aver conquistato il terzo oro consecutivo nella 50 km all’appuntamento che conta, il titolo in staffetta con tanto di spacconata plateale e il pursuit dovrebbero accontentarlo. Il merito del norvegese è stato quello di aver aggiunto pepe con le sue stravaganze ai tre ori vinti in fotocopia con volata impareggiabile, arma che più lo estasia nel porre fine alla contesa.

Vincere la Coppa del Mondo, ma… Dario Cologna è il fondista più completo del circuito e nessuno lo mette in dubbio. Ha vinto la sua seconda Coppa del Mondo, grazie anche al secondo Tour de Ski, ma sembra sempre mancare qualcosa: l’anno scorso è arrivata la medaglia d’oro nella 15 km a tecnica libera sulle piste olimpiche di Whistler

a dimostrazione di come lo svizzero possa essere competitivo anche nella gara secca; quest’anno Cologna ha bucato il suo secondo Mondiale consecutivo, oltretutto riprendendosi immediatamente con la vittoria nel pursuit di Lahti a scongiurare un problema di condizione. Spesso si dice che per essere competitivi nell’arco di tutta la stagione bisogna avere una gran forza

mentale, ma il ragazzo della Val Monastero smentisce questa teoria accusando ancora dei passaggi a vuoto nei momenti importanti. Rivalità scandinava Se quella fra Northug e Cologna è stata una rivalità virtuale e mai realmente consumatasi in gara, non si può dire lo stesso del dualismo talvolta polemi-

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potere quasi assoluto Marit Bjørgen ha incantato Holmenkollen ed ha cancellato la Välbe con il record di 46 vittorie in Coppa del Mondo, trofeo nel quale la Kowalczyk ha centrato il tris. Applausi per Follis e Majdic fondo femminile

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he Marit Bjørgen potesse vincere sei medaglie d’oro in altrettante gare, non appariva impresa così impossibile, ma la tirannia stagionale della norvegese, che aveva sempre battuto la rivale Justyna Kowalczyk quasi con facilità, ha avuto un risvolto umano durante i Mondiali casalinghi: dalla donna bionica si è passati alla campionessa vincente ma affaticata. La vitto-

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ria nella gara sprint non era semplice con sia Arianna Follis che Petra Majdic ad impensierirla fino al traguardo, ma la conquista del titolo nel pursuit è stata relativamente agevole. L’umanità di Marit è uscita tutta nella sua terza gara con annesso terzo oro: la vittoria su Kowalczyk è stata risicata e se Marianna Longa, dopo essere stata raggiunta, non avesse forzato il ritmo

nel finale l’oro sarebbe probabilmente andato alla polacca. Saggiamente la campionessa di Trondheim ha deciso di rinunciare alla team sprint per concentrarsi sulla staffetta. Il quarto oro è arrivato senza patemi, ma nella 30 km conclusiva è arrivata un’inattesa sconfitta. Non è riuscita l’impresa di eguagliare i cinque ori vinti in altrettante gare che la russa Elena Välbe

conquistò nel 1997 proprio nella città della norvegese. La consolazione è arrivata con la vittoria nella sprint di Lahti dove Bjørgen ha battuto il record di 46 vittorie in Coppa del Mondo della stessa russa. Un record che era già stato battuto se si considera anche una vittoria di tappa al Tour de Ski 2006 e le due tappe vinte al Nordic Opening 2010 di Kuusamo.

Rivincere la Coppa del Mondo, ma… Era riuscita a batterla in occasione della 30 km olimpica dello scorso anno, ma in questa stagione non c’è stata quasi mai partita. La polacca Justyna Kowalczyk ha vinto nettamente la Coppa del Mondo di sci di fondo per la terza volta consecutiva, ma nonostante questa manifestazione di forza rimane

la numero due del circuito dello sci di fondo. Impietoso è stato il confronto con Marit Bjørgen in questa stagione: nelle 17 volte che si sono incrociate in pista, la polacca è finita dietro alla rivale norvegese per ben quindici volte. Kowalczyk ha comunque ottenuto un bottino dignitoso di due argenti e un bronzo ai Mondiali, ma è analizzando tutto l’arco stagionale che si capisce

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Il cannibale Morgenstern

A soli 24 anni l'austriaco è diventato uno dei saltatori più vincenti della storia conquistando nella stessa stagione Tournée dei 4 Trampolini, Coppa del Mondo e un oro mondiale

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di Massimiliano Ambesi – foto Getty Images67


Un futuro pieno di dubbi Jason Lamy Chappuis ha dominato la stagione piÚ controversa nella storia della combinata nordica. La Fis deve lavorare al meglio su marketing e comunicazione per rivitalizzare la disciplina di Massimiliano Ambesi – foto Getty Images

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Il curling secondo Retornaz

Lo skip della Val di Cembra è da anni il numero uno del movimento italiano. A Ussita dal 15 al 21 aprile va alla caccia del quinto titolo assoluto e intanto pensa a riconquistare un posto ai Mondiali

di Dario Puppo

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