MadeFlesh

Page 1

MADE FLESH • febbraio 2012

#01

//(F)ARTS// //CROSS/ DRESSING// //COCKS//

BODY MODI FICA TION

//PANDRO G E N Y / /

1

//PUSSIES//


2


MADE FLESH • febbraio 2012

3


STAFF Impaginazione Vera Cobelli, Valentina Ori, Francesca Rumi

Testi Vera Cobelli, Valentina Ori, Francesca Rumi

PubblicitĂ Vera Cobelli, Valentina Ori, Francesca Rumi

Si ringrazia per le testimonianze: Rubrica arte Cross Dressing Le lesbiche non esistono Le lesbiche non esistono

Francesca Longhini Claudio Bussei Laura Landi Giovanna Selis

Pubblicato il 13 febbraio2012 A.A. 2011/2012 Accademia SantaGiulia


MADE FLESH • febbraio 2012

Ogni

che

scelta

rifiuta

il

destino,

tradotto

come

v o l ere

dI dIo, è una scelta

umana

che porta con se il seme del

peccato, insito nell’uomo, e quindi è

“il rifiuto”

del volere di dio a poter scatenare una contrapposizione di idee e di visioni della vita e di ciò che deve essere l’arte.

5


INTRODUZIONE A UN’IDEA Perdersi per poi ritrovarsi in un concetto: il corpo. Stravolgerlo. identità, modificazione, pelle, suspension, arte. Questo è ciò che ha mosso la nostra volontà di raccontare.


SOMMARIO

MADE FLESH • febbraio 2012

NEWS Pagina 9

PANDROGENY Pagina 12

DALLA RUSSIA CON FURORE Pagina 30

STORIA DEL CORPO Pagina 22

SUSPENSION Pagina 38

SCARIFICATION Pagina 35

CROSSDRESSING Pagina 41

ARTS Pagina 46

EVENTI Pagina 48

OCCHI Pagina 50

7



MADE FLESH • febbraio 2012

PIERCING

Sudest Asiatico, In alcuni Paesi del Gods Festival, un’im r ro pe Em ne Ni il si tiene lendario sta, che segue il ca oi ta ne io az br le ce portante lunare cinese. Per ricevere il dono della salute fisica e del benessere della mente da parte delle NOVE DIVINITÀ, molti giovani, dal Myanmar, a Singapore, passando per Malaysia e Thailandia, non mangiano carne, non bevono alcolici, evitano i rapporti sessuali e indossan o abiti bianchi. Fin qui niente di straordinario, se non fosse per alcuni rituali a cui in tanti si sottopongono. Uno di essi è senz’altro quello di far passare attraverso il corpo oggetti di varia natura, dai coltelli, alle sciabole, dagli occhiali, alle lance. Secondo la TRADIZIONE RELIGIOSA ogni ice è un dono degli dei per goccia di sangue e ogni cicatr purificare la propria anima.

N WS

BODY SEWING Una delle nuove frontiere della body modification è il body se wing. Attraverso delle cuciture si tra sforma una determinata parte dell’a spetto di una persona, dandole un tocco originale che lascia senza parole. Pensando alla lip sewing, si potrebbe arrivare a pensare che chi la richiede, voglia tentare di ridurre la sua espressività vocale, oppure, in una eye sewing, si potrebb e scorgere il desiderio di una maggior possibilità di fantasticare senza vedere il rea le, e il tutto, considerando che ques te forme di body sewing, solita mente, vengono mantenu te solo per poco te m po , talvolta come un proprio rito e, altr vero e e volte, per un de si de ri o di cambiamento temporaneo. estetico

MANICURE

Se volete un’idea davv ero singolare per le vo stre unghie, magari da sfoggiare in un’occasio ne particolare o durant e le festività imminenti, provate questo piercing..

Gli step consigliati dagli esperti di body art cominciano con l’effettuazione di un piccolo forellino nel quale applicare l’orecchino, utilizzando un apposito trapano per piercing. Ultimata questa operazione, è possibile applicare all’unghia il ciondolo o l’anello scelto, magari completando l’operazione regalan1do a tutte le unghie un nuovo colore o una fantasia più appariscente.


Guarda il video!

BRAILLE iversità di Kiara Jirkova dall’Un are: una proposta singol to ia nc la ha o, in rl Be denti. braille per i non ve in gi ag tu ta i de re crea Nonostante possa lasciare perplessi, l’idea potrebbe aiutare i NON VEDENTI a comunicare con il mondo che li circonda ndosi, potrebbero “leggere” ed anche con se stessi: sfiora sso. quello che si sono tatuati addo La tecnica prevede l’inserimento sottopelle di piccoli impianti plastici o in acciaio chirurgico che, dopo la cicatrizzazioni, resteranno visi bili sia all’occhio che al TATTO.

EAR POINTING L’ear pointing, consiste nel mo dificare la parte alta della ca rtilagine dell’orecchio in modo da darle una forma appuntita, come le orecchie degli elfi. Una piccola parte di tessuto viene tolta dalla punta dell’orecchio con una LAMA CHIRURGICA e i due bordi vengono uniti con punti di sutura. Se nel periodo di guarigione l’orecchio non viene toccato e non riceve botte alcune la punta sarà molto più pronunciata. Bisogna chiarire che con questa tecnic a si rimuove il tessuto e non si aggiunge. Questa è una pratica pseudochirurgica e viene fatta da una manciata di profes sionisti come STEV E HAWORTH (l’inven dell’ear pointing), tore Lukas Zpira, Jona than Martinez, Bri Emilio Gonzalez. an Decker e

DIFFERENCE? I tatuaggi possono determinare discriminaz ioni nell’accesso ad un posto di lavoro? SECONDO LA LEGGE (italian a ed europea) e in base ai contratti di lavoro nazionali collettivi non dovrebbe sussiste re alcun problema.Ma spesso le cose, nella realtà dei fatti, vanno div ersamente. Casi di discriminazione “motivati” dalla pres enza di TATUAGGI visibili sul corpo dei lavoratori sono ancora molto frequenti. La discriminazione per futili motivi rappresenta una dietro ad un velo mannaia sociale di pelle tatuata : potrebbe anche persona in grad nascondersi una o di salvarci la vi ta.


MADE FLESH • febbraio 2012

3


MADE FLESH • febbraio 2012

di m ostrare si m bo l i c a m ente al mondo che le più radicate

dicotomie

de l l ’ esistenza umana potevano essere ricondotte all’

unità.

GENESIS-P-ORRIDGE & Lady Jaye

4


MADE FLESH • febbraio 2012

flussodicoscienza di Genesis P-Orridge

MADE FLESH • febbraio 2012

PAN DRO GEN Y MAN I F E STO

È iniziato tutto appena ci siamo incontrati. Ci siamo innamorati alla follia, immediatamente, ossessivamente. Quindi abbiamo iniziato a vestirci, pettinarci, truccarci allo stesso modo, e cose così. Ma non era abbastanza. Allora abbiamo detto

“ proviamo ad andare oltre, proviamo a fare degli interventi chirurgici per assomigliarci di più:

voglio il tuo naso, le tue guance, vorrei che i miei occhi fossero come i tuoi” 5


MADE FLESH • febbraio 2012

Quindi abbiamo cominciato con la chirurgia per essere sempre più uguali e il giorno di San Valentino del 2003 abbiamo rifatto insieme il seno, e ci siamo risvegliati mano nella mano, che è una cosa molto romantica. Mi guardavo e dicevo “com’è angelico il mio corpo”. Quindi abbiamo pensato che forse, inizialmente, gli esseri umani erano ermafroditi, che noi siamo ermafroditi chimici e che Dio, a un certo punto, si è svegliato ed è divenuto consapevole di se stesso, esplodendo e creando l’Universo.

1 # P E T S

E l’Universo è fatto di tutti questi pezzi di Dio che aspettano di tornare nuovamente una cosa sola. E quando quel giorno arriverà, si realizzerà la pandroginia. Dio è amore e l’amore è completarsi l’uno con l’altro. Quindi noi abbiamo deciso di prendere questa cosa alla lettera.

// SIMBIOSI // E più ci pensavamo, più ci venivano in mente nuove cose. Pensammo a William Burroughs e Brian Gysin, quando con il loro concetto di “cut up” divennero i poeti del ‘La terza mente’: come loro riassemblando concetti e parole creavano una nuova opera, così forse mettendo insieme le parti di due corpi si poteva ottenere un ulteriore passo avanti, un terzo essere umano, ovvero la pandroginia. A questo è connesso anche il concetto di evoluzione: partendo dall’amore, si passa ad essere uno uguale all’altro fino a comprendere che il DNA è un programma che controlla come noi evolviamo e che se noi sperimentiamo, cambiandolo ed esplorandolo, allora possiamo diventare qualcos’altro, diventiamo le persone che controllano l’evoluzione. E questo significa qualcosa di incredibile. La pandroginia va oltre il genere. Qualcuno si sente un uomo intrappolato nel corpo di una donna, altri, donne intrappolate in un corpo di uomo. La pandroginia è essere semplicemente dentro un corpo.

6

La pandroginia è tutta una

questione di consa pevo lezza


MADE FLESH • febbraio 2012

MADE FLESH • febbraio 2012

Il corpo è il solo contenitore che ci portiamo dietro. -----

Sin dagli anni ’60, sono stato ossessionato dal tema dell’identità. Ci ho riflettuto seriamente per la prima volta nel 2002, quando con Lady Jaye ho curato il libro “Painful But Fabulous: The Life and Art of Genesis P-Orridge”, una retrospettiva Nel fratsulle mie esperienze artistiche tempo però, in secoli di storia, l’uomo prima ancora che musicali. ha profondamente cambiato l’amMi sono accorto che tutto ruotava at- biente nonché il modo in cui vi si relaziona. torno a un argomento principe: il cor- Insomma, abitiamo un pianeta ultratecnologizzato, po. Corpo anche inteso come genere, e favoloso, persino miracoloso. allora a quel punto ho deciso di portare E ancora ci comportiamo come esseri preistorici. Ancora ragioniamo il discorso alle estreme conseguenze. come uomini della pietra. Il succo è che l’evoluzione umana non ha La pandroginia è prima di tutto una rifles- seguito quella tecnologica, capisci? È tutto sballato. Se solo concensione sul concetto di evoluzione, su qua- trassimo le nostre risorse sulla conoscenza di questi mutamenti, e li sono le prospettive per il genere umano su come adeguare il comportamento umano a riguardo, potremmo inteso come specie. Mi sono chiesto: perché ristabilire un equilibrio. Ed è quello che ci serve, arrivati a quela nostra specie è così autodistruttiva? Così sto punto. Siamo obbligati a ritrovare questo equilibrio, pena il violenta? C’è un modo per cambiare la nostra nostro stesso avvenire. Molti dei drammi che ci impediscono di andare avanti tanto come individui che come specie, hanno a percezione di noi stessi? E se c’è, qual è? che fare con questa concezione binaria del mondo: bianco/ nero, buono/cattivo, femmina/maschio. La risposta è proprio la pandroginia. Esatto. La pandroginia mette in crisi una serie di questioni cruciali, di quelle che relegano l’umanità a Questo polarizza le persone e le porta a essere aggressive uno stato poco più che preistorico. Al momento, il o difensive, a seconda dei casi. Ma io mi chiedo: perché comportamento umano è ancora legato alle sue ori- deve essere ancora tutto separato? Non possiamo guargini primitive, tribali, roba tipo proteggere il territorio, dare oltre queste differenze? Abbiamo le tecnologie per proteggere il cibo, proteggere la formazione dei figli farlo: cosa c’è di sbagliato in questo? Così ecco che all’interno della tribù, e soprattutto attaccare tutto quan- la pandroginia, nel suo annullare la dicotomia uomo/ to è diverso, estraneo al proprio gruppo di appartenenza. donna, è una prima risposta al dilemma.

7


8


MADE FLESH • febbraio 2012

Il documentario inizia come finestra sull’underground britannica, di cui Genesis P-Orridge è stato animatore dall’inizio degli anni Settanta, prima con il collettivo COUM Transmission, poi con gli Psychic TV e i Throbbing Gristle, progetti musicali seminali che hanno dato origine alla scena industrial. Nel 1990 avviene l’incontro fondamentale con l’artista e performer Lady Jaye, al secolo Jacqueline Breyer: l’amore entra voracemente nei rispettivi progetti artistici e dà origine ad un ulteriore, totalizzante progetto comune. Genesis e Lady Jaye iniziano a lavorare sui propri corpi per creare un’identità nuova, fuori dai generi e dalle categorizzazioni organiche, una creatura, Bryer POrridge, che emerga dalla destrutturazione del proprio sé fisico: da modificazioni comportamentali ed estetiche, fino a interventi chirurgici mirati a diventare due parti identiche di un unico essere, secondo il principio della pandroginia ovvero tagliare e disarticolare. Ne esce una figura terza,

9

MADE FLESH • febbraio 2012

il lungometraggio: “the ballad of genesis e lady jaye”

somma gemellare di due corpi distinti ma intercambiabili, emblema perfetto del loro amore, scritto e modellato sulla propria stessa carne.Solo così Genesis e Lady Jaye diventano i capolavori di se stessi, facendo tutt’uno, per sempre, d’esistenza e creazione artistica, Un’idea estrema e disturbante, e di cui pure si rintracciano le lucidissime ragioni nelle parole di Genesis. Nel racconto delle costrizioni dell’infanzia e di un’educazione repressiva, della paternità, della legittima esigenza di rintracciare ad ogni costo la propria identità, le parole di Genesis cuciono insieme le immagini tratte da centinaia di film d’archivio, video di happening e performance musicali, teatro filmato e home movies privati.

La riuscita del documentario è dovuta anche alla complementarietà tra una struttura tutto sommato classica del racconto per immagini -una ballata d’amore appunto, che fissa sulla pellicola una vita di condivisione e ciò che da essa è scaturito- e la potenza visiva e intellettuale dell’idea artistica, indivisibile dalla cronaca di questo innamoramento incondizionato. Diventa allora del tutto naturale che alla prematura scomparsa di Lady Jaye, nel 2007, Genesis P-Orridge scelga di chiudere l’esperienza musicale come band e di perpetrare il loro progetto comune, continuando a trasformarsi, transitando da un medium all’altro, onorando così l’immortalità della sua storia d’amore.

9


10


MADE FLESH • febbraio 2012

MADE FLESH • febbraio 2012

Il film, completato a novembre, è l’esito di quasi 7 anni di lavoro complessivo su ore e ore di riprese (circa 4 ore di filmati 16mm, 30 ore di interviste in video HD - compaiono tra gli altri Jim Jarmusch, Orlan, Peter Christopherson dei Coil) effettuate per la maggior parte con una Bolex 16mm – “filmando principalmente da sola, la Bolex è diventata una parte vitale del mio corpo, quasi come una mano in più” dice la Losier - ma anche la selezione di ore ed ore di filmati amatoriali, materiali rari e inediti dell’archivio privato di Genesis. “Come molti altri che lo hanno incontrato, ho visto nella vicenda di Genesis la realizzazione del concetto semplice e profondo che il modo in cui vivete la vostra vita è la forma d’arte più alta e inattaccabile che esista” precisa Marie Losier nelle note di regia. “Entrambi, Genesis e Lady Jaye, sono nati con malattie che cambiano la vita e che hanno causato, fin dalla tenera età, un rapporto incredibilmente complesso con i loro corpi. Più tardi, da attivisti di vario genere, hanno continuamente modificato il loro aspetto in un progetto di vita documentato attraverso video, fotografie, scritti e performances”. La realizzazione del film di Marie Losier è terminata con la ricerca di un solido montatore e un bravo sound engineer e il gonfiaggio in 35mm, grazie anche al supporto ricevuto dagli utenti di Kickstarter, piattaforma su cui gli artisti presentano i loro progetti cercando aiuti e finanziamenti. Al film partecipa come secondo cameramen anche Benjamin Kasulke (già direttore della fotografia e secondo regista di Brand Upon The Brain di Guy Maddin) che “ha portato con sè un’estetica completamente originale e la padronanza di magiche invenzioni alla Méliès, utilizzate per illustrare il processo verso la Pandroginia”. Il richiamo a Méliès non è casuale: “Mi avvicino ai miei soggetti come se mi trovassi ai primordi del cinema, ai tempi di George Méliès e dei fratelli Lumière, con la creazione di tableaux vivants comici, colorati, cercando di far emergere una verità che supera le convenzioni dei documentari tradizionali. Il film cerca di presentare l’incredibile complessità della personalità di Genesis da diverse angolazioni,

11


MADE FLESH • febbraio 2012

compreso il mio punto di vista soggettivo. Fin dai miei primi film ho sentito che quando si riprendono soggetti nella loro vita reale, la mia presenza per quanto discreta modifica di molto la realtà di ciò che viene ripreso. Pertanto, io non sono neutrale, ma partecipo in prima persona, come in uno psicodramma, ispirata da ciò che sta accadendo di fronte all’obiettivo”. La musica è parte integrante del film: registrazioni di interviste, concerti e prove in molti formati differenti, appartenenti ad anni diversi, sono stati fusi con le immagini senza soluzione di continuità, grazie anche al contributo di Brion Dall, che si è occupato del mix di tutti gli album degli Psychic TV.

// TRAILER

La filmaker Marie Losier (nata nel ‘72 in Francia, vive e lavora a New York) ha già proposto un’anteprima del suo documentario al Centro George Pompidou di Parigi. I suoi film hanno fatto il giro di festival e musei, dalla Tate Modern alla Fondation Cartier, fino al Tribeca Film Festival, al Rotterdam Film Festival e al Festival di Berlino, dove ha già presentato nel 2009 Marie Losier Goes Underground, serie di ritratti di registi avant-garde, tra cui Tony Conrad DreaMinimalist. Scelta dal MoMa per Electrocute Your Stars (2004) dedicato a George Kuchar, e dal Whitney Museum di NY per The Ontological Cowboy (2005) ritratto di Richard Foreman, ha collaborato con Guy Maddin per il silent movie di 10 minuti Manuelle Labor (2007).

12


MADE FLESH • febbraio 2012

13


O P R O C L IA DE

R O T S

La preoccupazione per la propria immagine, è questa la fatale immaturità dell’uomo. É così difficile essere indifferenti alla propria immagine. Una tale indifferenza è al di sopra delle forze umane. L’uomo ci arriva solo dopo la morte. Milan Kundera

Il nostro corpo CI APPARTIENE, lo viviamo, lo sentiamo, lo usiamo e possiamo decorarlo modificandolo quasi completamente. Intervenire per modificare il proprio corpo, per renderlo più importante o più attraente è una delle pratiche più antiche di cui siamo a conoscenza e viene inesorabilmente condizionata dalla cultura nella quale l’individuo vive. Ci apprestiamo dunque a compiere un viaggio nel tempo attraverso diverse culture per apprendere e osservare come sia cambiata nel corso dei secoli la concezione del proprio corpo e l’uso che ne facciamo.

AUN

UOMO DI SIMIL

All’inizio dell’età del Rame risale la più antica prova certa della pratica del tatuaggio in Europa: il corpo dell’uomo di similaun, datato al 3300-3200 a.C. Il corpo presenta quattordici piccoli tatuaggi: gruppi di linee lunghe circa 3 centimetri, di colore bluastro, realizzati spalmando carbone di legna polverizzato e mescolato ad acqua o saliva su incisioni praticate con uno strumento appuntito. Questi tatuaggi corrispondono a punti in cui l’uomo soffriva di artrite; sono quindi, quasi certamente, il segno di un rituale magico-terapeutico.

NI

GRECI E ROMA

Alla cultura greca e quella romana, già dagli ultimi decenni del II secolo a.C., il marchio corporale è estraneo perché profondamente in contrasto con l’ideale ellenico del semplice corpo nudo. Ogni mo-

14

difica operata su di esso rimanda immediatamente al mondo del “barbaro”, cioè del non greco. Non a caso il tatuaggio e il marchio a fuoco, segni di diversità, sono riservati come punizione e umiliazione agli schiavi fuggitivi o comunque colpevoli, ai criminali e ai prigionieri di guerra.

SIBERIA La pratica del tatuaggio è provata presso le popolazioni scitiche della Siberia da alcuni ritrovamenti di corpi mummificati maschili e femminili ricoperti su spalle, braccia e gambe di tatuaggi di straordinaria precisione e bellezza: essi raffigurano soprattutto animali, reali e fantastici. La loro forte affinità con i motivi che ornavano gli oggetti di prestigio potrebbe far pensare ad una analoga funzione di ostentazione sociale. E proprio come per gli Sciti per tutti i popoli primitivi l’aspetto fisico e gli ornamenti corporali sono sempre stati un segno di distinzione, un simbolo di appartenenza ad una specifica tribù o ad una particolare carica occupata all’interno del gruppo.

TRIBÚ DEI MAY A Proseguendo sulla linea del tempo, intorno al 400 a.C., i canoni di bellezza dei MAYA prevedevano cranio allungato, naso largo e aquilino, occhi a mandorla, labbro inferiore cascante. Appena nati, i bambini venivano sottopo sti a un trattamento di


MADE FLESH • febbraio 2012

15


MADE FLESH • febbraio 2012

appiattimento e compressione del cranio mediante tiranti in cuoio, con fini estetici. A questi veniva poi indotto lo strabismo segno di distinzione sociale, mediante palline sospese davanti agli occhi. I lobi delle orecchie erano perforati e deformati per inserire dischi o sostenere enormi pendenti. Per i tatuaggi si utilizzavano tavolette di legno su cui erano fissati acuminati denti di pesce,

viene successivamente allargato introducendovi pezzi di legno di dimensioni sempre maggiori sino a che il labbro diviene un anello di carne molto elastica. Per facilitare l’introduzione del piattello, costruito generalmente d’argilla, e per fare spazio a quella porzione di esso che rimane all’interno della bocca vengono estratti i quattro incisivi inferiori. Il piattello può raggiungere un diametro di oltre 20 cm. Le dimensioni dei piattelli sono fondamentali: più sono grandi più la donna sarà considerata bella e coraggiosa e più prestigioso sarà il suo ruolo che ella rivestirà all’interno della comunità.

DONNE GIRAFF A In Thailandia invece, è usanza ancora oggi, che le donne indossino fin dall’età di 5 anni, un collare in ottone che rende il loro collo molto lungo. tale segno perma- Sono costrette a tenerlo per tutta la vita perchè se lo tonente e colorato era associato a rituali gliessero la loro testa non sarebbe in grado di reggersi religiosi o magici. I Maya, inoltre, limavano i loro denti in molti modi, talvolta per renderli simili a quelli degli animali.

I

MASAI E MURS

Più recenti sono invece le pratiche diffuse nelle tribù dei Masai e quella etiope dei Mursi. La modificazione corporea più evidente tra i masai è quella della perforazione del lobo delle orecchie con il conseguente allungamento di una parte del lobo. Nel foro, praticato usando un oggetto acuminato, vengono inseriti spine e altri oggetti via via più grandi per aumentare progressivamente la lunghezza del lobo tagliato che in seguito potrà essere ornato con perline, pezzi di avorio, orecchini. Analoga a questa pratica vi è poi quelle dei Mursi secondo la quale alle donne della tribù viene praticato, intorno al decimo anno d’età, un foro sul labbro inferiore nel quale viene inserito un piccolo pezzo di legno. Il foro

16

sul collo. L’introduzione di questa pratica è da ritrovare in una storia del passato: pare che gli spiriti della tribù dei Karen avessero aizzato le tigri contro le donne della tribù dei Padaung e così i loro uomini decisero di proteggere le loro donne con dei grossi anelli da portare al collo per evitare di essere morse. Una storia terribile che vede donne vittime di vecchie leggende, prigioniere di un collare che, agli occhi dei loro uomini, le rende più belle e attraenti.


MADE FLESH • febbraio 2012

NE USANZE INDIA

Il senso estetico indiano, per essere appagato, ha bisogno di ornare, di arricchire l’oggetto prescelto. Secondo la mentalità indiana, senza ornamenti, nulla appare concluso, finito, e appare bello solo ciò che è arricchito con adorni. Da questa necessità estetica deriva l’accento posto sugli ornamenti femminili, siano essi gioielli o interventi di make-up. Alcuni esempi sono il bindi, una decorazione per la fronte che generalmente è un punto di colore rosso applicato al centro della fronte vicino alle sopracciglia; il sindoor è un pigmento in polvere, rosso sangue, che si applica nella scriminatura centrale dei capelli. Utilizzato dalle donne sposate, è simbolo di fertilità; l’anjana è un solfuro di antimonio che serve per ingrandire gli occhi, scurire ed allungare le ciglia; importanti sono anche i Mendhi, i tatuaggi con l’hennè che la giornata prima del matrimonio durante la cerimonia del mehndi, appunto, vengono creati su mani, braccia, piedi e gambe della sposa; Karn phool: fiori alle orecchie, orecchini che ricoprono l’intera superficie disponibile. I lobi delle orecchie allungati sono considerati da sempre in India un segno di alto sviluppo spirituale ed interiore. A volte si tratta di oggetti così pesanti da causare un innaturale allungamento dei lobi, considerato appunto un pregio. Altri si agganciano alla sommità del capo e alle bande laterali di capelli.

CORPETTO VIT

TORIANO

Con il passare del tempo cambia la concezione di bellezza nei paesi occidentali e durante tutto il 1800 massima ambizione della donna fu avere una vita la cui circonferenza non superasse i 40 centimetri, in contrasto con la larghezza della gonna. Si arrivò in tale modo all’introduzione del busto o corsetto usato per enfatizzare le curve, riducendo la vita ed esaltando petto e fianchi, il quale tuttavia costringeva tutti gli organi interni, serrandoli e deformando il fisico, causando disturbi digestivi e svenimenti. L’uso del busto poteva comportare anche tragedie, come quella riferita da un giornale parigino nel 1850 i cui si dichiarava che una giovane donna, morta durante un ballo, aveva indossato un corsetto talmente stretto che le costole avevano perforato il fegato”. Le dame eleganti dovevano avere un busto adatto ad ogni capo del guardaroba, con trine, nastri e tessuti pregiati.

“RAZZA SUPER

IORE”

Negli anni ‘40 del XX secolo in Germania, i nazisti tatuano i prigionieri dei campi di sterminio con un numero sul braccio. I membri delle SS, invece, si fanno tatuare il gruppo sanguigno all’interno dell’avambraccio sinistro, per facilitare il lavoro dei medici in caso di necessità. Alcuni genitori riscoprono le pratiche di rimodellamento del cranio, per ottenere nei bambini una testa dalla forma alta e allungata, una delle caratteristiche della “razza superiore”.

17


18


MADE FLESH • febbraio 2012

K

HIPPIES E PUN

è dei mass media che contribuisce a rendere il corpo un’icona che si impone su tutte le altre caratteristiche psicologiche e di personalità del singolo individuo. l corpo, rimasto tabù per tanti secoli, diviene il territorio privilegiato sul quale affermare la propria identità. Attraverso il dolore, il corpo così a lungo negato diviene la vera essenza carnale che dimostra di essere vivi e reali.

COLPA DEI MA

SS MEDIA

La società attuale rivolge sempre maggiore attenzione al corpo, alla sua immagine e alle diverse rappresentazioni della corporeità. La realtà mediatica e dell’immagine, nella quale siamo immersi, contribuisce ad enfatizzare tale fenomeno fino a rendere il corpo un’icona prevalente che si impone su tutte le altre caratteristiche psicologiche e di personalità del soggetto a cui tale immagine viene fatta riferire. Basti pensare, ad esempio, a quanto il mondo della moda o dello show business faccia trionfare e consacri modelli estetici, più o meno aderenti a canoni di bellezza classica, che tuttavia spesso, poco attrezzati sul piano identitario e della formazione culturale, non “reggono” l’urto della risacca mediatica O L O C E S I XX a cui le icone del nostro tempo sono inevitabilmente Arriviamo così finalmente ai giorni nostri, al XXI seco- esposte. Insomma, si verifica una sorta di paradosso: lo. Molto delle antiche usanze sopra citate la nostra all’enfatizzazione materiale della corporeità corrisponodierna cultura le definiisce primitive, non le com- de una smaterializzazione identitaria che determina un imposizione del linguaggio del prende e le critica. Ipocrisia corpo su qualsiasi altra forma di se si pensa agli stravolgimenti linguaggio e di comunicazione. ai quali gli uomini moderni Tale circostanza facilmente si sottopongono i loro corpi. In presta a diventare un pericoloso Italia il 40% degli interventi modello educativo inducendo, chirurgici è richiesto da adolesoprattutto nelle generazioni scenti soprattutto per otoplapiù giovani, la falsa idea che un stica, rinoplastica e ritocchi al seducente aspetto fisico possa seno. Senza contare le diete, il essere l’esclusiva chiave di actrucco, la tintura, le lampade, cesso al successo. Il problema i lifting ecc.. Questo perchè la dell’identità di un soggetto da società attuale rivolge sempre sempre si è fatta riferire alla maggiore attenzione al corpo, sua immagine, alla corporeità alla sua immagine e alle diche la proietta in ultima analisi verse rappresentazioni della anche alla sua fisicità evidente. corporeità. E la responsabilità Negli anni ‘60 gli hippies si fanno praticare tatuaggi per esprimere la loro ribellione nei confronti della società. Negli anni ‘80 i punks utilizzavano elementi della vita comune come accessori dell’ abbigliamento. La spilla da balia, che generalmente veniva usata per fermare le fasce dei neonati, i punk la utilizzavano, invece, come piercing ai lobi, alle narici, alle guance e, talvolta, anche ai palmi delle mani. La lametta che serviva per farsi la barba il punk la utilizza come pendolo ai lobi, al collo, pronta per essere utilizzata come “penna” per scrivere il proprio “messaggio” sul proprio corpo.

19


MADE FLESH • febbraio 2012

TREME

I ES MODIFICAZION

Ma le body modifications dei nostri giorni non si fermano ai piercing. Molte persone si sottopongono a modificazioni corporali estreme come sezionare la lingua per renderla biforcuta; le due metà divengono autonome e si riesce a comandarle separatamente. Molti altri ricorrono all’aiuto dei cosiddetti cutters, medici o veterinari che si prestano a tagliare varie parti del corpo. E i tagli sono di natura diversa. C’è chi decide di farsi portar via entrambi

“ 20

i testicoli, o i capezzoli, chi opta per sezionare il pene a metà, chi ancora si fa incidere il pene lasciando intatto il glande, chi vuole farsi asportare i lobi dell’orecchio. Per alcuni si tratta di una presa di posizione controcorrente che fa riflettere sui canoni di bellezza che oggi sembrano influenzare le aspirazioni dei giovani. Per altri il corpo, rimasto tabù per tanti secoli, diviene il territorio privilegiato sul quale affermare la propria identità.

La virtù è ancora più graditagradita se splende in un bel corpo Virgilio


MADE FLESH • febbraio 2012

21


MADE FLESH • febbraio 2012

22


MADE FLESH • febbraio 2012

DALLA RUSSIA CON AMORE http://nouvellerevuemoderne.free.fr/tattoo.htm

Raccontare i tatuaggi è disonesto. I tatuaggi sono un linguaggio muto, ci si tatua proprio per evitare di parlare. Chi racconta uccide la tradizione. I simboli del tatuaggio rappresentano una forma codificata di un soggetto linguistico, che ha due principali interpretazioni: la rappresentazione visiva e il significato. La prima è comprensibile a tutti, in quanto è più immediato per chiunque identificare l’origine di una frase scritta, o di un soggetto disegnato. La parte più specifica è data dal significato, conosciuto solo alle persone che dedicano la loro vita a tramandare la tradizione.

Questa tradizione di raccontare le storie di vita tramite una complicata composizione di immagini, contenenti i simboli codificati, è paragonabile al processo della scrittura dei testi, usando le lettere dell’alfabeto. Solo che nel caso del tatuaggio cambia la struttura della scrittura e soprattutto il suo modo di leggere. Se siamo abituati scrivere e leggere seguendo certe direzioni, per leggere un tatuaggio si usano altri metodi e le direzioni della lettura dei simboli dipendono da un insieme di circostanze diverse, come i periodi della vita, la complessità dei simboli, la loro relazione interna. Così, quando ci riferiamo alla lettura del significato dei tatuaggi della tradizione siberiana, dobbiamo ri

23


http://www.pixtattoo.it

Via Nino Bixio 2/B - zona Carmine - Brescia Tel. 0308360672 - 3280724441 - Mail: pixtattoobrescia@gmail.com

24


MADE FLESH • febbraio 2012

cordare che viene rappresentata attraverso diverse forme sul corpo. Alcune sono chiare, e possono essere paragonabili al classico modo di scrivere e leggere che abbiamo, in linea, da sinistra a destra, altre invece sono più complesse, sono rappresentate con una spirale, che porta all’interno dell’immagine, si interrompe e ritorna, fino ad un certo punto continua dritta e poi di nuovo si nasconde dentro un’altra spirale, questa volta esterna, come a creare un percorso infinito. Il tatuatore ha obblighi precisi che riguardano il suo lavoro, non può rifiutare una richiesta di tatuaggio. Egli mantiene la riservatezza di ogni lavoro che esegue, tutte le informazioni personali. Decide l’immagine e la posizione del tatuaggio, poiché è l’unico a possedere la capacità di interpretare e applicare la tradizione. Quindi non è un semplice artigiano che esegue tatuaggi ma una persona capace di trasformare in simboli le esperienze vissute dagli altri. Questo ruolo richiede serietà e determinazione, il tatuatore deve essere sempre lucido e per questo motivo non condivide alcune cose del mondo esterno: non entra in rapporto con sostanze che provocano dipendenza, si contiene dalla eccessiva emotività, non segue la politica, rifiuta ogni potere sopra se stesso, perché sopra di lui esiste solo il potere della tradizione che lui tramanda. Conosce il dolore e lo usa per raccontare le storie della vita .

25


26


SCA RIFICA TION MADE FLESH • febbraio 2012

MADE FLESH • febbraio 2012

“Una modificazione prima di essere corporale è sempre mentale.

in giochi di luci e ombre che enfatizzano a volte drammaticamente i tratti di un volto o la sinuosità di un corpo. Sebbene praticata per motivi fondamentalmente decorativi e (apparentemente) puramente estetici, è difficile distinguere la scarnificazione dal rito. Un esempio è fornito dalla tribù dei Tiv della Nigeria dove la scarificazione viene (o veniva) praticata soprattutto per motivi ornamentali, al fine cioè di increSostanze irritanti vengono poi spalmate sulla mentare il grado di attrazione ferite ai fine di accentuare la cicatrizzazione del corpo. nel senso voluto. Nelle tribù dove la scarnificazione è (o era) parte integrante della cul- Possedendo un ideale di beltura, se ne esaltano le particoltari proprietà lezza inseparabile dai segni curative: incisioni in prossimità di organi del incisi sulla pelle, i Tiv concorpo disturbati o malati ne agevolano la gua- siderano ti dolore fisico rigione.Tagli sul corpo allontanano l'influsso che si deve sopportare di spiriti maligni o, detto in altre parole, con- per raggiungere questo trobilanciano l'influenza di energie negative ideale come un passo stagnanti nel corpo aprendo loro, letteral- necessario per diventare più belli, quindi più mente, una via d’uscita. Un corpo che possiede l'incomparabile attrat- desiderabili. tiva data dal gioco di geometrie tattili é intri- Tanto maggiore il dosecalmente e totalmente erotico, in quanto il lore sopportato durilievo delle cicatrici rende la pelle sensibile rante il processo al tocco, le forme sensualmente accentuate Le cicatrici decorative possono variare notevolimente per dimensione e grado di rilievo, da cheloidi grossi comera una nocciola fino a intricati motivi formati da incisioni sottilissime, che danno vita a un’ arte de carne, della pelle e del sangue dalle specialissime qualità xilografiche. Esistono due fondamentali procedure di scarnificazione: l’uno consiste nel performare semplici tagli. seguendo un tracciato decorativo, l'altro, più elaborato, consiste invece nel sollevare la pelle con un uncino per poi inciderla con una lama. In questo modo si provocano cicatrici che saranno tanto più estese e in rilievo quanto più la pelle sarà stata sollevata.


della scarnificazione, tanto più si sarà apprezzati e considerati attraenti. Dalle ferite sanguinanti emerge una nuovo corpo, un corpo che il sangue ha purificato, un corpo di una bellezza che i Tiv definiscono <luminosa>, un corpo che risplende è un corpo considerato attraente, bello perché impossibile non ammirarlo. Risplendere di una luce interiore che illumina la pelle è attributo fondamentale di una bellezza che costringe l’altro a soffermare il suo sguardo ìn costante ammirazione. La scarificazione è arte manifesta che ha anche lo scopo di marcare il portatore nel suo attraversare i cambiamenti esistenziali. Durante la pubertà il ventre delle ragazze Tiv viene inciso con un disegno che rappresenta la sintesi incarnata di tradizioni che si tramandano da generazioni che segnano l’ingresso nell’età adulta. Famiglia, appartenenza di clan e di territorio, in una parola genealogia e la storia della giovane donna e della collettività cui essa appartiene prendono forma sul suo corpo, designandone altresì il suo ruolo sociale, che è essenzialmente quello riproduttivo.Attraverso dolore e il sangue il corpo femminile viene sacralizzato e celebrato nel suo raggiunto potere di fertilità. Questo tipo particolare di scarnficazione è un affare di donne: gli uomini della tribù sono esclusi dal rito, né possono riprodurre lo stesso disegno sul loro corpo. La fanciulla diventa dea di feconditànel momento in cui, dimostrando di essere in grado di sopportare il dolore della scarificazione, dà la prova anticipatoria di essere in grado di sopportare il dolore del parto. In questo senso i segni incisivi permanentemente sul corpo sono un manifesto pubblicamente riconobile e per sempre visibile della forza e del coraggio dimostrati.

28

Le tecniche di scarificazione sono varie e ognuna dà un risultato estetico diverso: si può distinguere tra il branding, il cutting semplice e quello a cui segue l’iniezione di particolari sostanze nella pelle. Quest’ultima consiste nel taglio o nell’incisione della pelle e nella successiva introduzione nella ferita ancora aperta di una sostanza, come la cenere, l’inchiostro o altro ancora, per poterne manipolare il processo di cicatrizzazione. Una volta richiusa la ferita, la conseguente cicatrice risulterà molto pronunciata sia dal punto di vista visivo, sia da quello tattile. Il branding consiste nel provocare ustioni di terzo grado o utilizzando barrette o punte di acciaio incandescenti, oppure con scosse elettriche localizzate. Inizialmente veniva costruito uno “stampo” con l’immagine desiderata, adesso le immagini vengono disegnate come normali tatuaggi.


MADE FLESH • febbraio 2012

29


MADE FLESH • febbraio 2012

“ annullamento totale essere alla ricerca dell’

del proprio corpo per lib er ar si nel silenzio di una sospensione.

ION

S SU P NE S 30

L’oggetto è il corpo umano, issato da terra attravers stema di tiranti legati a dei ganci che vengono conficc pelle. Per comprenderne il significato, bisogna risalir larc, l’inventore di questa variante della Body Art port stesso artista a forme di rappresentazione molto spe

Stelarc e e al tempo stesso estreme. La poetica di cetto di della sua body suspension si fonda sul con e sue corpo umano visto però come obsoleto. Nell

gancio, ferro) deve opere, l’unione di corpo e mezzo (macchina, lità dell’individuo, altendere ad esaltare le qualità e le potenzia vista richiama antichi trimenti inespresse. Sotto certi di punti di veniva “educato” alla riti sciamanici, attraverso i quali il corpo

ed al superamento delle condizioni limite. L’obiettivo è dunq ue la v spiritualità. Tuttavia nella body suspensionla prova assume anche u le”. Di forte impatto, è anche il valore estetico dell’opera. Meticolo i soggetti vengono fatti stendere sui lettini, mentre viene loro perfo


MADE FLESH • febbraio 2012

so un sicati nella ire a Stetata dallo tacolari e

Vedere per credere...

vittoria su ogni sorta di paura, fino alla conquista di un nuov o livello di un altro significato, divenendo una forma di negazione “dell ’io sociaosa è la cura con cui gli artisti preparano la loro shockante esibizione: orata la pelle (tra piercing e tatuaggi) con aghi e ganci meta llici. Poi,

to resistenza ed al superamen tdelle condizioni limite. L’obie ni tivo è dunque la vittoria su og uisorta di paura, fino alla conq sta di un nuovo livello di spiritualità. Tuttavia nella body su e spensionla prova assume anch do un altro significato, divenen ’io una forma di negazione “dell è sociale”. Di forte impatto, anche il valore estetico dell’o n pera. Meticolosa è la cura co o cui gli artisti preparano la lor i shockante esibizione: i soggett tivengono fatti stendere sui let a ni, mentre viene loro perforat i) la pelle (tra piercing e tatuagg i, con aghi e ganci metallici. Po

31


LE LESBICHE NON ESISTONO Guarda il trailer!

“L’omofobia comincia con la negazione” Giovanni Selis e Laura Landi

PROSSIMAMENTE AL QUEER FESTIVAL DI FIRENZE 2012 32


KIRA YA KAOS

CRO SS DRE SS ING

MADE FLESH • febbraio 2012

ntazione” del mondo femminile?

Quando è nata questa tua “sperime

L’esperimento di una dimensione femminile alternativa comincia in occasione del carnevale 2010, iniz il nome di Vanity Kaos, frutto di una ialmente con mia concezione sul legame che può sussistere tra la vanità e il caos. In decido di mutare il nome in Kiraya seguito Kaos così da enfatizzare i nuovi tra tti dark del personaggio. Inoltre la mi ricorda troppo la rivista “Vanity parola Vanity Fair” e dato che non voglio cadere nella banalità, ho ritenuto opportuno modifiche sia all’outfit che al sopran apportare nome. Perchè è nato ques

to desiderio?

vesti di Kiraya mi faccia sentire le are oss ind che o eng Rit ità. ios e che per cur diverso da ciò Principalmente per divertimento, oltr alternativo per interpretare un ruolo do mo un E’ . era sch ma in ta fes una lussuria, le quali sempre un po’ a carnevale o a di sé dosi variabili di perversione e tro den da sie pos uo ivid ind i ogn che emergono che sono nella realtà. Penso che presentano sfaccettature nascoste rap e ent em plic Sem . gio lva ma di ono un lato non sono necessariamente qualcosa santi casti e ingenui! Tutti custodisc nei do cre Non a. son per la del a ond o in con frequenze e modi diversi a sec ndolo all’eccesso fino a trasformarl nge spi ca, isti art ma for una to sot lo sentar tenebroso ed io ho deciso di rappre una maschera di pura finzione. Cosa rappresenta il tuo personaggio?

Una figura ibrida dall’aspetto principalmente dark, con tratti che evidenziano una certa influenza del mondo vampiresco. Quando sono Kiraya, non mi conside ro una drag queen: il mio scopo non è quello di cantare, ballare e recitare sul palco come un attore di teatro. Sempliceme nte mi considero più adatto a discoteche con un’animazione per musica techno-house-electro, la quale risulta più vici na allo stile di Kiraya. Un tema base stabilisc e forme e colori che, a loro volta, definiscono vestito, trucco e accesso ri; il movimento annienta la staticità della silhouette così che l’insieme diventi un artificio dinamico.

33


34


MADE FLESH • febbraio 2012

Da dove nasce?

KIraya nasce da tante ispirazioni: da altri “colleghi del mestiere”, da per sonaggi di libri, film e videogiochi. di prendere spunto qua e là e partor Ho cercato ire infine una figura diversa da que lle che si vedono già in circolazione. canto Kiraya è ancora un personagg D’altro io immaturo e in continua ristruttur azione! Non ho avuto occasioni suf individuare le caratteristiche più con ficienti per formi alle mie idee e, dato che attu alm ent e que stio reale sono passate in primo piano, ni più importanti della mia vita non ho più avuto modo di dedicarci tempo e attenzione. E’ in standby ins omma! Cosa speri di suscitare nelle altre persone che ti conoscono come Kiraya? Nulla in particolare. L’importante è suscitare qualcosa. Cerco di non passare indifferente a chi mi vede, poi, nel caso invece sia così, di certo non mi dispero, ma mi sento più stimolato a migliorarmi.

Cosa provi nell essere nei pa

nni di una donna?

che si tratta di un personaggio ibrido, un mix Premetto subito che il termine donna non è molto adatto a Kiraya dato suo essere esteriore. Trovo piuttosto difficile deconfuso tra una figura maschile e femminile, particolare e caotico nel divertimento con sfumature diverse a seconda scrivere le sensazioni che provo quando sono travestito. Per me è puro di divertirmi e far divertire. dell’occasione e delle circostanze in cui mi trovo. L’obiettivo è quello Pensi abbia una correlazione con il tuo essere gay? Penso proprio di si. Essendo gay, possiedo delle caratteris tiche che possono essere considerate più femminili (non per forza esteriori, può trattarsi anche solo di certe visioni mentali), quindi sicuramente interpretare un personaggio simile ha qualche collegamento con la mia sessualità. Del resto indossare un tacco 12 non lo ritengo molto etero, seppur non manchino le eccezioni! Come è stata affrontata da pa renti/amici?

O I D U A CL

licGli amici hanno contribuito con entusiasmo, ironia e comp . ità. Fare un po’ di circo in compagnia è piacevole e divertente aI genitori non sono esattamente concordi con questo pass e tempo, ma lo hanno comunque accettato. Non solo: mia madr di mi ha pure sostenuto nel taglio e cucito per l’elaborazione alcuni vestiti!

In che occasioni ti travesti?

Ho avuto modo di travesti rmi e fare animazione pe r alcune serate in vari loc ali e discoteche. Tuttavia , come già ho accennato in precedenza, Kiraya è passata in secondo piano e accantonata nell’armadio . Penso che avrà modo di rinascere giusto in occasio ni come carnevale, halloween o altre feste in maschera .

atta Claudio: Per maggiori informazioni cont claux_thing@hotmail.it

35


36


MADE FLESH • febbraio 2012

37


MADE FLESH • febbraio 2012

ARTS Bene, il corpo. Scrivere una pagina sul corpo umano nell’arte è come pretendere di far entrare Divine nel bustino di Twiggy. Quindi, con buona pace degli storici dell’arte sicuramente più preparati ed accurati di me, vorrei comunque buttare su carta due righe sull’argomento. Vorrei partire da tre semplici presupposti, ovvero: il corpo umano può essere polvere, può essere carne e può essere eleganza. Niente di nuovo sul fronte occidentale, nessuno, nemmeno il peggio Hipster può negarlo.

Lucian Freud.

38

Avete mai notato quanto i suoi modelli siano fatti di pura massa, pennellate spesse e grasse, ma soprattutto quanto siano ricoperti di polvere ? Tanta polvere da ovattare il suono del tempo, da far credere che la sua Big Sue si sia addormentata per anni su quel divano a fiori, diventando un tutt’uno con lo stesso. E pure con il drappo grigiastro sullo sfondo ed il pasquette ciancicato. Tutto è ricoperto di una patina rugosa, granulosa, dei pulviscoli che sì, si stagliano tra te ed il soggetto, tra l’osservatore e chi è osservato, ti pongono ad una certa distanza, credi, fino a che non ti accorgi che sotto allo strato di polvere ci sei anche tu, e che pure tu, come Big Sue, ti sei addormentato su un divano a fiori di fronte ad un vecchio taciturno. Quel fiato pesante, da amplesso rabbioso, che ritma un affanno perpetuato in una stanza buia. Respiro totale che fa vivere un pezzo di carne, di cui senti tutto il peso addosso.


MADE FLESH • febbraio 2012

Francis Bacon. Corpo presentato quindi con violenza con forza, con mostruosità perché semplicemente troppo vero, senza pelli o pelle che ci possa camuffare, ma solo sangue e urla muscolari. Rivelazione quindi! Scarnificare per liberare da maschere, e convulse torsioni del soggetto dipinto che tenta di scappare dalla gabbia di linee che lo circoscrive, attraverso buchi della serratura e scarichi dei lavandini. Deleuze lo spiegherebbe certo meglio di me. “Posso fare a meno di tutto, tranne che del superfluo” diceva l’amico Oscar, ma credo che tra un Bigger splash e l’ altro, possa averlo pensato anche quel platinato.

David Hockney. L’esteta, la grazia, la california. Ragazzi belli ed abbronzati che prendono il sole a bordo piscina, sederi esageratamente risaltati, natiche guizzanti sotto la doccia. Tutto bello, perfetto, pulito, ordinato, persino le piastrelle del bagno sembrano preziosi cammei. Sinceramente anche troppo. Ma scoprendo Kavafis anche la perfezione si umanizza. Le acqueforti degli amanti nel letto, assieme, nella calma e nella rilassatezza di una stanza dove quello che si doveva concludere s’è concluso o deve ricominciare, riescono a coniugare l’estetismo (ed il suffisso -ismo non è messo a caso) con il domestico, l’intimo. Un’ estetica del sesso scanzonato e divertito, ma soprattutto della dolcezza tra amanti. Del corpo pervaso di grazia.

39

39


EVENTS 10

Fe b r uary

Milano tattoo convention

13

Fe b r uary

http://www.milanotattooconvention.it/

20

Fe b r uary

Extreme show Decadence body suspension http://www.decadence.cc/

4 Roma international tattoo expo 40

24

Aug ust

Cagliari tattoo convention

26

Aug ust


EVENTS

MADE FLESH • febbraio 2012

4

N o v e http://www.florencetattooconvention.com/ mber N o v e Florence tattoo mber convention

18

Dece mber

Berlino tattoo convention

20

Dece mber

6 Nove 11m b e r

Brighton tattoo convention

13

Nove mber

http://brightontattoo.com/

41


///.OCCHI ./// Salò o le centoventi giornate di Sodoma è ispirato a Le 120 giornate di Sodoma di De Sade; è stato girato nel 1975 ed è l’ultimo film realizzato da Pasolini prima del suo assassinio all’idroscalo di Ostia. E’ un film, sostanzialmente, di scenografia, dove gli ambienti sono costituiti da stanze vuote, con pochissimi elementi, come per esempio la stanza del Cardinale, ove non c’è alcun quadro, alcun tappeto, nulla. Ciò che si ricava è un’ambientazione cupa, in un contesto freddissimo e raggelante. Pasolini, ripercorrendo le intenzioni di De Sade, ha cercato di dare un carattere dantesco alla struttura del film dividendola in gironi proprio come il verticalismo teologico di Dante. Con questo film Pasolini affronta il mondo moderno in una luce inedita rispetto alle esperienze del passato; c’è qui, una drammatica consapevolezza dell’orrore e dell’anarchia del potere, che egli si rifiuta di affrontare in modo realistico per rifuggire in una trasposizione metaforica. La metafora, quindi, rappresenta l’espediente grazie al quale il poeta-regista riesce a esprimere gli orrori perpetrati dal potere sul corpo umano: “la riduzione di questo a cosa, l’annullamento della personalità dell’uomo”.

42

Nulla, secondo la visione pasoliniana, è più anarchico del potere arbitrariamente spinto da esigenze puramente economiche che sfuggono ad un sentire comune.

“E’ un potere che manipola i corpi in modo orribile e che non ha nulla da invidiare alla manipolazione fatta da Hitler: li manipola trasformando le coscienze, cioè nel modo peggiore; istituendo dei nuovi valori alienanti e falsi, che sono i valori del consumo; avviene quello che Marx definisce: il genocidio delle culture viventi, reali, precedenti”. [Pier Paolo Pasolini] Il potere, di per sé, è codificatore e rituale; la ripetitività del gesto sodomitico rappresenta, per la sua meccanicità, il paradigma che riassume questa terrificante imposizione del neocapitalismo. Per il carnefice si pone, dunque, il problema della ripetitività dell’atto in riferimento alla morte, che lo porta a ricercare non una ma cento vittime, perché altrimenti non potrebbe ripetersi perdendo, in ultima analisi, il suo potere. Ma nel film c’è un’altra soluzione, ovvero fingere di ammazzare la vittima, ma in realtà non ucciderla affatto: “il ritorno alla vita diventerebbe una variante perversa, essendo ormai il rito della morte consumato”. I carnefici di Salò, attraverso la manipolazione dei corpi assumono la potenza di dei in terra, cioè il loro modello è sempre Dio.


MADE FLESH • febbraio 2012

43


44


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.