Rassegna Stampa Marzo 2018
Sommario Rassegna Stampa
MARZO 2018
27/03/2018 Starbene 19/03/2018 Puntoeffe 14/03/2018 Donna Moderna 14/03/2018 Farmacianews.it 13/03/2018 Confidenze tra amiche
5 NOVITA' DI BENESSERE, LE CAPSULE CONTRO IL MAL DI TESTA MIRRA E ZENZERO, RIMEDI NATURALI, ED EFFICACI CONTRO IL MAL DI TESTA CREMA CORPO DOLCEMIELE FERRO BIODISPONIBILE IN COMPRESSE VITAVIT, UN SORSO DI PURA ENERGIA
07/03/2018 Pubblinow.com
SPECCHIASOL TORNA IN RADIO E SULLA STAMPA TRADE E CONSUMER
06/03/2018 Daily Media
SPECCHIASOL TORNA IN RADIO CON LA CAMPAGNA DEDICATA A LENIMYR
06/03/2018 05/03/2018 05/03/2018 01/03/2018 01/03/2018 01/03/2018
Mediakey.tv Puntoeffe Farmacianews.it Natural 1 L'Erborista La Tua Farmacia
01/03/2018 Erboristeria domani 01/03/2018 L'Erborista 01/03/2018 Natural 1 01/03/2018 Tema farmacia 01/03/2018 Farmacia news
SPECCHIASOL TORNA IN RADIO SPECCHIASOL TORNA IN RADIO UN SOLLIEVO NATURALE AI DOLORI MIRRA E ZENZERO, CURA NATURALE DEL MAL DI TESTA LE ERBE PER COMBATTERE IL MAL DI TESTA MIRRA E ZENZERO CONTRO LA CEFALEA LE SINDROMI DOLOROSE DEL CAPO: EZIOPATOGENESI E RIMEDI NATURALI LE SINDROMI DOLOROSE DEL CAPO LENIMYR, ZENZERO E MIRRA PERALLEGGERIRE LE TENSIONI DI COLLO E TESTA, DA SPECCHIASOL UN SOLLIEVO NATURALE AI DOLORI FERRO BIODISPONIBILE IN COMPRESSE
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di Bruno Brigo, medico specializzato in Medicina Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di Medicina integrata
dalle aziende
Accoppiata titolo
vincente Mirra e zenzero, rimedi naturali, sommario ed efficaci, contro il mal di testa Il mal di testa è il disturbo di gran lunga più comune. Il 90 per cento della popolazione soffre di mal di testa, almeno una volta nella vita. Nella maggior parte dei casi si tratta di un sintomo che ha una storia breve, di qualche ora, ed è la conseguenza di una causa evidente. In altri casi il mal di testa diventa un disturbo recidivante. Le forme più frequenti comprendono l’emicrania e la cefalea tensiva. L’emicrania, detta anche cefalea “anteriore”, predilige il sesso femminile, ha carattere familiare e si manifesta con crisi dolorose violente, caratterizzate da dolore intenso pulsante, solitamente fronto-orbitario o temporale, talvolta precedute da sintomi premonitori con disturbi visivi (emicrania “classica” con aura) e accompagnate da fenomeni digestivi, neurovegetativi, vascolari. La cefalea tensiva, detta anche nucale o “posteriore”, origina da una eccessiva tensione dei muscoli del viso e del collo. Ha un carattere gravativo, diffuso, con localizzazione particolare a livello occipitale.
TRATTAMENTO In generale esistono due modi di cura del mal di testa: sintomatico, o della crisi dolorosa, e di fondo o preventivo. Il trattamento farmacologico della cri-
si dolorosa si basa su diverse categorie di farmaci (analgesici, antinfiammatori, derivati dell’ergotamina, triptani). I risultati evidenziati in recenti studi controllati, condotti in particolare per testare gli effetti di estratti di mirra e zenzero, confermano le proprietà analgesiche attribuite dalla tradizione, evidenziando un’attività terapeutica simile a quella dei farmaci di sintesi, in assenza di fenomeni collaterali.
MIRRA La mirra sacra (Commiphora myrrha molmol, Engler) è un arbusto spinoso che appartiene alla famiglia delle Burseracee o “alberi da incenso”. È originaria dell’Arabia Saudita e dell’Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Yemen). La materia prima è costituita dalla gommoresina essiccata che trasuda naturalmente dalla corteccia della pianta. L’utilizzo della mirra nell’antichità per lenire le sofferenze e il dolore sono ben testimoniate dal racconto della Passione di Cristo nel Vangelo di Marco: «…e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese». I principali composti responsabili dell’effetto analgesico degli estratti di mirra sono i furanodieni (furaneudesma-1,3-diene, curzerene), che agiscono sui recettori cerebrali degli oppiodi,
con un’attività analgesica simile alla morfina. Di recente è stata condotta una sperimentazione su volontari con sindromi dolorose, tra cui il mal di testa. Al termine della ricerca si è evidenziata una riduzione significativa del mal di testa sia nei volontari di sesso sia maschile sia femminile, rispetto al placebo, utilizzando l’estratto di mirra (Germano A., 2017).
ZENZERO Lo Zenzero (Zingiber officinale, Roscoe) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae originaria
dell’Estremo Oriente. La materia prima è costituita da rizoma che contiene importanti principi attivi denominati gingeroli e shagaoli (principi attivi responsabili del sapore pungente). La tempestiva assunzione di zenzero in polvere in un po’ d’acqua, alle prime manifestazioni dell’“aura” emicranica, è in grado di arrestare l’evol u z ione doloro s a del processo. La stessa dose ripetuta due volte al giorno per alcuni giorni, consente di controllare l’emicrania senza ricorrere a farmaci di sintesi.
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Ferro biodisponibile in compresse Ferrogreen Plus Compresse è una delle referenze dell’omonima linea, con formula potenziata, sviluppata da Specchiasol. Quest’integratore alimentare con edulcoranti è un’associazione di ferro altamente biodisponibile, vitamine, estratti di piante, minerali e succhi di frutta e verdura, indicato in caso di carenza di ferro o di altri minerali e vitamine che ne favoriscano l’assorbimento. Contiene ferro lipocoated, una forma altamente biodisponibile di ferro, e acido folico quatrefolic, particolarmente indicato negli stati di gravidanza e nel periodo di allattamento. Ferrogreen Plus, di norma, non causa disturbi digestivi e intestinali e ha un sapore gradevole. La forma in compresse ne consente un pratico utilizzo: si consiglia l’assunzione giornaliera di 2 compresse con un bicchiere d’acqua prima dei pasti
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principali. La confezione contiene 30 compresse prive di conservanti e di glutine.
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Zenzero, mirra e caffeina per contrastare la tensione localizzata di Staff | 11 marzo 2018 in Notizie aziende · 0 Commenti
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 50% della popolazione ha sofferto di almeno un episodio di mal di testa nell’ultimo anno, e l’emicrania è tra le prime 20 problematiche sanitarie in grado di peggiorare sensibilmente la qualità della vita. Un valido alleato naturale in questi casi è Lenimyr, l’integratore alimentare in capsule sviluppato da Specchiasol a base di estratti vegetali dalla formula esclusiva e brevettata che associa mirra, caffeina e zenzero. Questa composizione è utile per contrastare gli stati di tensione localizzati, anche nella parte alta del corpo, in particolare a livello del collo e della testa. Senza glutine, è disponibile in confezione da 10
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06 marzo 2018
Specchiasol torna in radio Categoria: Comunicazione, produzione e concorsi Specchiasol torna su Radio 24. È programmata, infatti, dall’8 aprile al 28 aprile una nuova campagna pubblicitaria che vedrà l’azienda ancora protagonista su Radio24, l’emittente radiofonica che, con oltre 2 milioni di ascoltatori, si conferma tra le prime 10 radio italiane. Soggetto della campagna sarà LENIMYR, l’ultima novità fitoterapica di casa Specchiasol, con 6 Spot da 30” a rotazione, per un totale di 126 spot. Prosegue senza sosta anche la campagna media di Specchiasol, che nel 2018, ha visto l’azienda protagonista anche su carta stampata e web. Partita a gennaio, la campagna prevede una forte presenza anche sulla carta stampata: riviste specializzate dedicate al mondo della farmacia e dell’erboristeria - Natural1, Punto Effe, Erboristeria Domani, L’Erborista, Farmacia News, Tema Farmacia, La Tua Farmacia, Parafarmacia e Medicina Integrata - magazine consumer trend-setter in ambito salute&benessere - Corriere Salute, Starbene, Silhouette Donna, Viversani&Belli - e infine i femminili: Gioia e Donna Moderna.
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Una presenza costante ed assidua sui media: Specchiasol è stata e sarà presente, quindi, sulle testate dei principali gruppi editoriali per un totale di 185 pagine pubblicitarie, con una presenza settimanale in edicola e 130 milioni di contatti totali raggiunti.
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05-03-2018
Home » Comunicati Stampa » Specchiasol torna in radio 5 marzo 2018
Specchiasol torna in radio Da domenica 8 aprile a sabato 28 aprile su Radio 24 una nuova campagna radio dedicata a Lenimyr Bussolengo (Verona), 5 marzo 2018 Specchiasol torna su Radio 24. È programmata, infatti, dall’8 aprile al 28 aprile una nuova campagna pubblicitaria che vedrà l’azienda ancora protagonista su Radio24, l’emittente radiofonica che, con oltre 2 milioni di ascoltatori, si conferma tra le prime 10 radio italiane. Soggetto della campagna sarà LENIMYR, l’ultima novità fitoterapica di casa Specchiasol, con 6 Spot da 30” a rotazione, per un totale di 126 spot. Prosegue senza sosta anche la campagna media di Specchiasol, che nel 2018, ha visto l’azienda protagonista anche su carta stampata e web. Partita a gennaio, la campagna prevede una forte presenza anche sulla carta stampata: riviste specializzate dedicate al mondo della farmacia e dell’erboristeria – Natural1, Punto Effe, Erboristeria Domani, L’Erborista, Farmacia News, Tema Farmacia, La Tua Farmacia, Parafarmacia e Medicina Integrata – magazine consumer trend-setter in ambito salute&benessere – Corriere Salute, Starbene, Silhouette Donna, Viversani&Belli – e infine i femminili: Gioia e Donna Moderna.
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Un sollievo naturale ai dolori Redazione 5 marzo 2018
Per contrastare gli stati di tensione localizzati, anche nella parte alta del corpo, in particolare a livello del collo e della testa, Specchiasol propone Lenimyr, un integratore che sfrutta le potenzialità benefiche e sinergiche della mirra, dello zenzero e della caffeina.
Allo zenzero e ai suoi estratti caratterizzati in gingeroli, così come alla mirra, una gommoresina aromatica, la letteratura scientifica attribuisce numerose proprietà benefiche, tra le quali spiccano un’attività analgesica e antinfiammatoria. Completa la formulazione di Lenimyr la caffeina, un alcaloide naturalmente presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate. La caffeina, grazie al suo effetto
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modalità di utilizzo contemplano l’assunzione di 1 o 2 capsule al giorno.
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vasocostrittore, migliora le proprietà analgesiche dello zenzero e della mirra. Le
Foto di Ermias Dagne L’albero della mirra, Etiopia
Mirra e zenzero, cura naturale del mal di testa Il mal di testa è il disturbo di gran lunga più comune. In Italia 14 milioni di persone soffrono di mal di testa. Le forme più comuni di cefalea comprendono l’emicrania e la cefalea tensiva. Due sono i trattamenti di base per curare il mal di testa: sintomatico e preventivo. Tra le piante officinali la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa.
* Bruno Brigo
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econdo i dati statistici, il 90% della popolazione soffre di mal di testa, almeno una volta nella vita, mentre sono 240
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milioni nel mondo gli individui che soffrono di cefalee ricorrenti, per un numero complessivo di un miliardo e mezzo di crisi dolorose, ogni anno. In Italia 14 milioni di persone soffrono di mal di testa. Si stima che
la spesa complessiva per il solo acquisto di farmaci per il mal di testa sia molto superiore a 2 miliardi di euro 1. Nella maggior parte dei casi il mal di testa è un sintomo che ha una storia breve di qualche ora ed è
Fitoterapia
la conseguenza di una causa ben evidente: mal di testa da affaticamento degli occhi, da abuso di alcolici, da rumore intenso, da esposizione al sole; mal di testa che insorge dopo un lavoro che richiede una concentrazione prolungata o una condizione stressante; mal di testa in corso di influenza. In altri casi il mal di testa diventa un disturbo recidivante: mal di testa ricorrente, emicrania, cefalea del weekend, cefalea a grappolo; cefalea tensiva; cefalea dopo colpo di frusta cervicale; cefalea che compare in relazione al mestruo; cefalea da ipertensione arteriosa, cefalea da anemia, da emozioni intense, da sinusite, da intolleranza alimentare…1,2
La visita medica è raccomandata nelle seguenti condizioni: - Cefalea intensa di recente insorgenza - Cefalea post-traumatica - Cefalea persistente in età scolare - Cefalea di intensità progressivamente crescente - Cefalea ricorrente
Le diverse forme di cefalea
L’International Headache Society (Società Internazionale delle Cefalee) distingue le cefalee in ‘primitive’, quando non sono la conseguenza di una causa ben definita e ‘secondarie’ o ‘sintomatiche’, quando invece sono legate a cause evidenti. Al primo gruppo appartengono due forme molto comuni di mal di testa, cioè l’emicrania e la cefalea tensiva.3
Emicrania
Si tratta della forma più comune di cefalea vasomotoria. Predilige
Classificazione delle forme più comuni del mal di testa - Cefalee ‘primitive’ - Emicrania con ‘aura’ - Emicrania senza ‘aura’ - Cefalea tensiva - Cefalea ‘a grappolo’ - Cefalee ‘secondarie’ - Da disturbi visivi - Da sinusite - Da trauma cervicale - Da artrosi cervicale - Da abuso di alcol …
il sesso femminile, ha carattere familiare e si manifesta con crisi dolorose violente, caratterizzate da dolore intenso pulsante, solitamente fronto-orbitario o temporale, talvolta precedute da sintomi premonitori (emicrania ‘classica’ con aura) e accompagnate da fenomeni digestivi, neurovegetativi, vascolari 2. Il mal di testa non è mai l’unico sintomo dell’emicrania, inoltre i sintomi dell’emicrania non si presentano isolati ma insieme, in modo da formare delle costellazioni di disturbi legati tra di loro, che si succedono secondo una determinata sequenza, così come viene annotato nella descrizione di Emil Du Bois-Reymond del 1860: ‘Sebbene per altri aspetti godessi di buona salute, pressappoco a partire dai vent’anni ho sofferto di emicrania. Sono soggetto a un attacco ogni tre o quattro settimane (…). Mi sveglio con una sensazione generale di disordine e un leggero dolore nella regione temporale destra che non oltrepassa la linea mediana e raggiunge la sua massima intensità a mezzogiorno; di solito verso sera se ne va. A riposo il dolore è sopportabile, ma con il movimento aumenta fino a diventare violentissimo (…). Esso è sensibile a ogni pulsazione dell’arteria temporale, che è rigida come
una corda, dal lato interessato, mentre a sinistra è in condizioni normali. La fisionomia è pallida e incavata, l’occhio destro piccolo e arrossato. Al culmine di un attacco violento ho la nausea (…). Può restare, quale strascico, un lieve disordine gastrico; inoltre, capita spesso che il mattino seguente il cuoio capelluto rimanga dolorante in un punto (…). Poi, per un certo periodo dopo l’attacco, posso espormi impunemente a influssi che prima ne avrebbero immancabilmente scatenato uno.’ Nel corso dell’attacco di emicrania, molti pazienti si sentono deboli, stanchi, prostrati, sonnolenti, depressi. Tendono a ripiegarsi su se stessi, cercano l’isolamento, il silenzio e il riposo. Il paziente non sopporta la luce (fotofobia) e i rumori (fonofobia). Tra una crisi e l’altra la persona si sente completamente bene. L’emicrania può esordire già in età scolare con cefalea di tipo gravativo, scatenata dalla prolungata applicazione allo studio. La prima descrizione della crisi emicranica è opera di Arete di Cappadocia, vissuto nel II secolo d.C. ‘In alcuni casi, la testa duole tutta; altre volte il dolore si localizza a destra o a sinistra; altre volte ancora il punto di dolore di questi accessi dolorosi può variare nel corso della stessa giornata… Provoca nausea, vomito di materiale biliare, prostrazione del paziente: i malati giacciono in uno stato di grande torpore, hanno la testa pesante, sono angosciati. La vita diventa per loro un pesante fardello. Solamente l’oscurità allevia il loro dolore, e gli occhi e le orecchie non sopportano l’esperienza di cose anche se piacevoli. A volte sopraggiungono lampi porpora o neri che alterano la vista o dei colori mescolati tanto da apparire come un arcobaleno dispiegato negli occhi’. La crisi dolorosa è il risultato di una dilatazione dei vasi arteriosi all’interno del cranio. Durante la vasodilatazione si liberano delle marzo 2018
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Foto di Shubhada Nikharge
1970, secondo la quale, le visioni della mistica tedesca Ildegarda di Bingen (1098-1179), riprodotte in miniature, altro non sarebbero, che il prodotto caratteristico di crisi emicraniche, precedute dai fenomeni visivi dell’aura, nel corso della quale viene sperimentato il transito nel campo visivo di scie luminose fosforescenti 4. Meno frequentemente l’aura è di tipo sensitivo con senso di congestione o formicolio che si propaga lungo un arto o a livello del viso. In casi più rari si notano disturbi del linguaggio o della motricità con debolezza di un arto. La durata media dell’aura è di circa trenta minuti.
Cefalea tensiva
La cefalea tensiva, detta anche nucale o ‘posteriore’, origina da una eccessiva tensione dei muscoli del viso e del collo. Ha un carattere gravativo, diffuso, con localizzazione particolare a livello occipitale. Spesso presenta una lunga durata con periodiche esacerbazioni, soprattutto in relazione a stress, mutamenti atmosferici, clima freddo-umido, traumi cervicali pregressi (‘colpo di frusta’).
Zingiber officinale. La radice dello zenzero assimila il calore dell’estate, trasformandolo nei principi attivi dell’olio essenziale
Cefalea ‘mista’
sostanze che attivano cellule nervose che emettono dei segnali dolorosi. Questi ultimi non vengono neutralizzati dai meccanismi di controllo della contro-regolazione che sono insufficienti o inadeguati 1. In pazienti con bassa soglia emicranica determinata geneticamente, fattori diversi sia interni che esterni inducono un aumento progressivo della tensione fino a scatenare una vera e propria ‘tempesta’ delle cellule nervose che è alla base dell’attacco emicranico.
‘Aura’ emicranica
Viene definita ‘aura’, l’insieme di disturbi neurologici che più spes-
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so precedono e talvolta accompagnano la crisi dolorosa. Le forme più comuni sono di tipo visivo. Il paziente percepisce delle forme brillanti o colorate nel campo visivo (fosfeni), oppure macchie nere circondate da un bordo brillante, spesso a denti di sega con diametro che si dilata progressivamente dal centro verso la periferia (scotoma scintillante). Talvolta il campo visivo è amputato in una sua parte. In generale la visione è sfuocata e talora le immagini sono deformate. Particolare interesse riveste al riguardo la teoria formulata dal neurologo Oliver Sacks in “Emicrania”, libro pubblicato nel
Il mal di testa può esordire come cefalea da tensione, avvertita posteriormente a livello della nuca ed evolvere anteriormente con interessamento della testa ‘a casco’. Allo stesso modo, in maniera speculare, una cefalea che interessa la parte anteriore del capo può estendersi posteriormente a livello occipitale. Si tratta della cosiddetta ‘cefalea mista’, in cui si sommano le caratteristiche della cefalea vasomotoria anteriore o emicranica e quella tensiva posteriore.
Mal di testa da artrosi cervicale
Il processo artrosico localizzato a livello delle vertebre cervicali è caratterizzato da rigidità dolorosa, aggravata dal freddo umido, dallo sforzo e dalle posizioni viziate. Il
Fitoterapia
dolore può irradiarsi in regione occipitale (cefalea occipitale), verso le braccia (cervico-brachialgia) o tra le scapole. Il dolore può essere accompagnato da sintomi generali (febbre, compromissione dello stato generale) o da fenomeni neurovegetativi importanti (vertigini, nausea).
Colpo di frusta cervicale
La continua espansione del traffico stradale comporta un aumento in frequenza dei traumatismi cranio-cervicali e delle loro sequele dolorose. Vengono definiti ‘colpo di frusta’ i traumatismi cervicali ‘minori’, dovuti a tamponamento o a scontro, per la dinamica di iperestensione violenta, seguita da flessione della colonna cervicale. Se il dolore è molto intenso e non è possibile alcun movimento, è necessario usare il collare. Ogni ‘colpo di frusta’ richiede la visita medica al Pronto Soccorso.
Cefalea ‘a grappolo’
Si tratta di una forma di cefalea caratterizzata da periodi in cui le crisi si ripetono in maniera ravvicinata, anche più volte al giorno, presentandosi appunto ‘a grappolo’, spesso alla stessa ora e per una durata che può variare da 30 a 180 minuti. Il dolore è lancinante, solitamente localizzato sopra l’occhio che appare arrossato. Si associa sudorazione del viso, naso chiuso e uno stato di agitazione che talvolta precede il periodo critico. Gli uomini ne sono interessati 8 volte più delle donne. Tra i fattori scatenanti più frequenti va segnalata l’assunzione di alcolici e condizioni di stress intenso.
Trattamento del mal di testa
Solitamente il primo terapeuta è lo stesso soggetto emicranico che modifica il proprio stile di vita o le abitudini alimentari, evitando alcuni fattori scatenanti (alcolici, uova, cioccolato, latticini, glutammato). Il secondo terapeuta
Tavola botanica dello Zenzero
è il medico di base e nei casi più complessi lo specialista che stabilisce la corretta interpretazione diagnostica della forma di cefalea mediante un’accurata anamnesi, uno scrupoloso esame obiettivo e opportuni esami di laboratorio e strumentali. In generale esistono due modi di cura del mal di testa: sintomatico o della crisi dolorosa e di fondo o preventivo. Il primo si avvale di farmaci somministrati in maniera episodica per ridurre l’intensità e la durata del dolore, mentre il secondo ricorre a preparati da assumere quotidianamente per diminuire la frequenza delle
crisi. Il trattamento farmacologico della crisi dolorosa si basa su diverse categorie di farmaci (analgesici, antinfiammatori, derivati dell’ergotamina, triptani). Tra le numerose piante officinali indicate dalla tradizione, la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa.
Mirra
La mirra sacra (Commiphora myrrha (Nees) Engl.) è un arbusto o piccolo albero spinoso che appartiene alla famiglia delle Burseraceae o ‘alberi da incenso’, a cui appartiene anche Boswellia marzo 2018
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sp. è originaria dell’Arabia Saudita e dell’Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Yemen) 5. La materia prima è costituita dalla gommoresina essiccata che trasuda naturalmente dalla corteccia della pianta. Gli Egiziani la utilizzavano come uno degli ingredienti per imbalsamare i corpi, sfruttando le proprietà antibatteriche e antifungine, mentre i Giudei preparavano con la mirra un olio per l’unzione. Era uno degli ingredienti delle maschere di bellezza per prevenire la formazione delle rughe e proteggere la pelle 6. Ippocrate la consigliava per favorire la cicatrizzazione. Mescolata in parti uguali con olio di oliva, veniva utilizzata nel trattamento del dolore muscolare. Celebre è il suo aforisma: ‘Guarire il corpo mediante lo spirito, attraverso l’incenso e la mirra’. L’utilizzo della mirra nell’antichità per lenire le sofferenze e il dolore sono ben testimoniate dal racconto della Passione di Cristo nel Vangelo di Marco: ‘Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo (…) e gli percuotevano il capo con una canna (…). Condussero Gesù al luogo del Golgota, che significa «luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese’ 7. In molte tradizioni la mirra è il simbolo della sofferenza, del dolore, della notte e della morte. La gommo-oleoresina di mirra è composta da una rara sinergia di componenti (resina, gomme, olio essenziale). I principali composti responsabili dell’effetto analgesico degli estratti di mirra sono i furanodieni (furaneudesma-1,3-diene, curzerene). Essi inducono attività analgesica per interazione con i recettori oppiodi del sistema nervoso centrale 8. Il professor Piero Dolara dell’Università di Firenze ha condotto esperimenti di laboratorio in vivo, dimostrando che alcuni principi attivi della mirra, e in particolare il furanoeudesma 1,3-diene e il curzerene, agiscono
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sui recettori cerebrali degli oppiodi, con un’attività analgesica simile a quella della morfina 9,10,11,12. I vari componenti dell’olio essenziale di mirra svolgono un’azione profonda in sinergia con le endorfine prodotte nel cervello. Inoltre riduce la beta-endorfina e l’adrenalina che aumentano nello stress psichico. Di recente è stata condotta una sperimentazione controllata su 184 volontari (95 femmine e 89 maschi) con sindromi dolorose, tra cui il mal di testa, il dolore dipendente da febbre, i dolori articolari e muscolari, la lombosciatalgia, il mestruo doloroso. Un gruppo ha ricevuto 1 capsula al dì, contenente 200 o 400 mg di mirra (corrispondente a 8 e 16 mg di furanodieni bioattivi) per 20 giorni, mentre l’altro gruppo assumeva placebo. La valutazione delle modificazioni del dolore per tutti i volontari era basata sull’esperienza precedente di terapia con farmaci (diclofenac, ketoprofene, ibuprofene, paracetamolo, tramadolo, ketorolac). Al termine della ricerca si è evidenziata una riduzione significativa del mal di testa sia nei volontari maschi che nelle femmine, rispetto al placebo, utilizzando l’estratto standardizzato di mirra, alla concentrazione di 200 mg. La diminuzione del dolore è stata significativa anche per tutte le altre forme di dolore 13,14.
Zenzero
Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo e della Curcuma) originaria dell’Estremo Oriente. La radice dello zenzero assimila il calore dell’estate, trasformandolo nei principi attivi dell’olio essenziale. Tale essenza ci restituisce parte del calore, contribuendo a stimolare lo stomaco, contrastando le difficoltà digestive, le diverse forme di atonia dello stomaco e il meteorismo. La materia prima è costituita da rizoma che contiene importanti principi attivi denomi-
nati gingeroli e shagaoli (principi attivi responsabili del sapore pungente). Le principali indicazioni dello zenzero comprendono: cefalea preceduta o accompagnata da disturbi digestivi, nausea, reflusso gastro-esofageo, meteorismo, stipsi, dolore reumatico, impotenza sessuale funzionale. Nico Valerio nel suo ‘Manuale di terapia con gli alimenti’, riporta uno studio condotto da ricercatori indiani, in base al quale la tempestiva assunzione di 500-600 mg di zenzero in polvere in un po’ d’acqua, alle prime manifestazioni dell’aura emicranica, è in grado di arrestare l’evoluzione dolorosa del processo. La stessa dose ripetuta due volte al giorno per 3-4 giorni, consente di controllare l’emicrania senza ricorrere a farmaci di sintesi. Il consumo regolare di zenzero manifesta, inoltre, un effetto preventivo con una riduzione significativa del numero e dell’intensità degli attacchi.15 In un recente studio controllato, si è messo in evidenza che lo zenzero risulta essere efficace nel trattamento della crisi emicranica, quanto il sumatriptano, ma senza manifestare fenomeni collaterali. Gli effetti favorevoli conseguenti all’assunzione di zenzero vanno attribuiti a sostanze con attività antistaminica e antinfiammatoria, in grado di ostacolare la formazione e la liberazione di prostaglandine, responsabili dell’infiammazione e del dolore. Lo zenzero manifesta, inoltre, proprietà rivitalizzanti psicoattive e di controllo dei meccanismi del dolore, conseguenti alla
Indicazioni per l’uso della mirra - Mal di testa - Dolore muscolare - Dolore articolare - Lombosciatalgia - Dolori diffusi in caso di febbre - Mestruo doloroso - Herpes zoster
Fitoterapia
liberazione di endorfine, sostanze morfino-simili prodotte dall’organismo 16. L’attività analgesica dello zenzero risulta particolarmente evidente nelle forme di cefalea che sono precedute o associate a disturbi digestivi. L’effetto procinetico di gingeroli e shagaoli contribuisce a controllare la nausea, l’aumento della salivazione, il rigurgito acido, l’intolleranza per gli odori, il vomito che possono precedere o accompagnare l’inizio di un attacco emicranico.
Conclusioni
I risultati evidenziati in recenti studi controllati, condotti in particolare per testare gli effetti di estratti di mirra e zenzero, con elevato contenuto in principi attivi, confermano le proprietà analgesiche attribuite dalla tradizione ai due fitocomplessi, evidenziando un’attività terapeutica simile a quella dei farmaci di sintesi, in assenza di fenomeni collaterali. * Medico, specializzazione in Medicina Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di Medicina integrata.
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Rizomi di zenzero
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Bruno Brigo
LE VIE DEL BENESSERE
Mirra e zenzero CONTRO LA CEFALEA
Il mal di testa è il disturbo di gran lunga più comune. In Italia 14 milioni di persone ne soffrono. Le forme più comuni di cefalea comprendono l’emicrania e la cefalea tensiva. Due sono i trattamenti di base per curare il mal di testa: sintomatico e preventivo. Tra le piante officinali la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa
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econdo i dati statistici, il 90% della popolazione soffre di mal di testa, almeno una volta nella vita, mentre sono 240 milioni nel mondo le persone con cefalee ricorrenti, per un numero complessivo di un miliardo e mezzo di crisi dolorose, ogni anno. In Italia 14 milioni di persone soffrono di mal di
LA TUA FARMACIA MARZO 2018
testa. Si stima che la spesa complessiva per il solo acquisto di farmaci ad hoc sia superiore a 2 miliardi di euro. Nella maggior parte dei casi il mal di testa è un sintomo che ha una storia breve di qualche ora ed è la conseguenza di una causa ben evidente: mal di testa da affaticamento degli occhi, da abuso di alcolici, da rumore intenso, da esposizione al sole; mal di testa che insorge dopo un lavoro che richiede
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una concentrazione prolungata o una condizione stressante; mal di testa in corso di influenza. In altri casi il mal di testa diventa un disturbo recidivante: mal di testa ricorrente, emicrania, cefalea del weekend, cefalea a grappolo; cefalea tensiva; cefalea dopo colpo di frusta cervicale; cefalea che compare in relazione al mestruo; cefalea da ipertensione arteriosa, cefalea da anemia, da emozioni intense, da sinusite, da intolleranza alimentare…
Le diverse forme di cefalea In generale le cefalee vengono distinte in ‘primitive’, quando non sono la conseguenza di una causa ben definita e ‘secondarie’ o ‘sintomatiche’, quando invece sono legate a cause evidenti. Al primo gruppo appartengono due forme molto comuni di mal di testa, cioè l’emicrania e la cefalea tensiva.
Emicrania
Cefalea tensiva La cefalea tensiva, detta anche nucale o ‘posteriore’, origina da una eccessiva tensione dei muscoli del viso e del collo. Ha un carattere gravativo, diffuso, con localizzazione particolare a livello occipitale. Spesso presenta una lunga durata con periodiche esacerbazioni, soprattutto in relazione a stress, mutamenti atmosferici, clima freddoumido, traumi cervicali pregressi (‘colpo di frusta’).
Trattamento del mal di testa In generale esistono due forme di cura: sintomatico o della crisi dolorosa e di fondo o preventivo. Tra le piante officinali la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa. In ogni caso è consigliabile: misurare la pressione arteriosa, evitare sforzi fisici o intellettivi prolungati, ridurre o eliminare gli alimenti capaci di scatenare la crisi dolorosa, cioè alcolici, uova, cioccolato, latticini, glutammato.
Mirra La mirra sacra (Commiphora myrrha molmol ENGLER) è un arbusto o piccolo albero spinoso che appartiene alla famiglia delle Burseracee o alberi da incenso, a cui appartiene anche la Boswellia. È originaria dell’Arabia Saudita e dell’Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Yemen). La materia prima è costituita
Indicazioni per l’uso della mirra Mal di testa
Zenzero
Dolore muscolare
Lo Zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo e della Curcuma) originaria dell’Estremo Oriente. La radice dello zenzero assimila il calore dell’estate, trasformandolo nei principi attivi dell’olio essenziale. Tale essenza ci restituisce parte del calore, contribuendo a stimolare lo stomaco, contrastando le difficoltà digestive, le diverse forme di atonia dello stomaco e il meteorismo. La materia prima è costituita da rizoma che contiene importanti principi attivi denominati gingeroli e shagaoli (princìpi attivi responsabili del sapore pungente). Le principali indicazioni dello zenzero comprendono: cefalea preceduta o accompagnata da disturbi digestivi, nausea, reflusso gastroesofageo, meteorismo, stipsi, dolore reumatico, impotenza sessuale funzionale. In un recente studio controllato si è messo in evidenza che lo Zenzero risulta essere efficace nel trattamento della crisi emicranica, quanto il sumatriptano, ma senza manifestare fenomeni collaterali.
Dolore articolare Lombosciatalgia Dolori diffusi in caso di febbre Mestruo doloroso dalla gommoresina essiccata che trasuda naturalmente dalla corteccia della pianta. L’utilizzo della mirra sacra per lenire le sofferenze e il dolore è ben testimoniato dal racconto della Passione di Cristo: ‘Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo … e gli percuotevano il capo con una canna… Condussero Gesù al luogo del Golgota, che significa «luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese’ (Vangelo di Marco 15, 17-23). La gommooleoresina di mirra è composta da una rara sinergia di componenti (resina, gomme, olio essenziale). I principali composti responsabili dell’effetto analgesico degli estratti di mirra sono i furanodieni (furaneudesma1,3-diene, curzerene). Essi inducono attività analgesica per interazione con i recettori oppiodi del sistema nervoso centrale. La mirra svolge attività analgesica in alcune manifestazioni dolorose molto comuni: mal di testa, dolore muscolare, dolore articolare, lombo sciatalgia, dolori diffusi in caso di febbre, mestruo doloroso. In uno studio recente si è evidenziata una riduzione significativa del mal di testa sia nei volontari maschili che femminili, rispetto al placebo, utilizzando un estratto standardizzato di Mirra, alla concentrazione di 200 mg.
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Caffeina Alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà, mate e nelle bevande da esse ottenute. Viene utilizzato come principio attivo nel trattamento dell’emicrania per il suo effetto vasocostrittore.
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È la forma più comune di cefalea vasomotoria. Predilige il sesso femminile, ha carattere familiare e si manifesta con crisi dolorose violente caratterizzate da dolore intenso pulsante, solitamente fronto-orbitario o temporale, talvolta precedute da sintomi premonitori (emicrania ‘classica’ con aura) e accompagnate da fenomeni digestivi, neurovegetativi, vascolari. Tra una crisi e l’altra la persona si sente completamente bene. L’emicrania può esordire già in età scolare con cefalea di tipo gravativo, scatenata dalla prolungata applicazione allo studio.
scienza e tecnica
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LE SINDROMI DOLOROSE DEL CAPO: EZIOPATOGENESI E RIMEDI NATURALI di ANToNio SCiAlPi1 Chimico Farmaceutico, Direttore Scientifico Specchiasol
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L’origine e i meccanismi delle sindromi dolorose del capo non sono ancora del tutto conosciuti: certamente si tratta di un quadro complesso e dovuto a diversi fattori concomitanti. Illustriamo qui le principali ipotesi interpretative dei diversi quadri clinici, e presentiamo le potenzialità di supporto offerte dall’azione analgesica e antinfiammatoria di alcune importanti piante medicinali.
L’eziologia e la patogenesi delle sindromi dolorose del capo, in una sola parola le cefalalgie (in inglese anche cephalgia) non sono ancora del tutto conosciute. La ricerca ha individuato numerosi fattori precipitanti, ma le intime cause biologiche di queste affezioni non sono ancora state accertate. La maggior parte degli autori, tuttavia, concorda sul fatto che siano coinvolti sia fattori neuronali sia fattori vascolari (1).
Quadri clinici
Ai fini della pratica clinica quotidiana, si distinguono le cefalee primarie e le cefalee secondarie. Queste ultime sono indotte e condizionate da altre patologie sottostanti, e vanno verificate con indagini strumentali (TAC-Risonanza magnetica). Per le sindromi cefalalgiche primarie, invece, le ipotesi fisiopatologiche formulate sono varie. Per anni, si è ritenuto che l’emicrania fosse legata alla modificazione del diametro dei vasi intracranici (sia vasodilatazione sia vasocostrizione) con conseguenti alterazioni del flusso ematico. Questa ipotesi, tuttavia, non è in grado di spiegare il complesso delle manifestazioni dell’attacco. Una delle ipotesi più accreditate è quella secondo la quale l’emicrania e la cefalea a grappolo si presentano come disfunzioni neurologiche con successivo coinvolgimento della circolazione intracranica e della sensibilità del nervo trigemino. Nella maggior parte dei casi, nella cefalea a grappolo si verifica un’iperattività del sistema
parasimpatico, mentre nella forma tensiva sarebbe maggiormente coinvolto il sistema nervoso centrale. Per l’emicrania, in particolare, è ipotizzato un coinvolgimento del sistema di neurotrasmissione serotoninergico, che potrebbe essere deficitario sia nella quantità della serotonina disponibile, sia nel numero dei recettori. Per ciò che concerne il coinvolgimento del trigemino, si è evidenziata un’iperattività dello stesso, che causa il rilascio di sostanze proinfiammatorie che, probabilmente, agiscono a livello vascolare e perivascolare. Infine, tutto il corredo sintomatologico variabile che si associa all’emicrania (nausea, fotofobia, fonofobia, osmofobia) viene attribuito a disfunzioni di aree diverse del tronco cerebrale e dell’ipotalamo. Il quadro clinico aiuta la diagnosi. Dall’insieme di segni e sintomi neurologici, soprattutto di natura visiva, che precedono la comparsa del dolore, è possibile distinguere l’emicrania con aura (assai meno frequente) dall’emicrania senz’aura (o emicrania comune). Nell’attacco emicranico è possibile distinguere 5 fasi: la fase prodromica, l’aura, la fase del dolore, la fase di risoluzione e la fase dei postdromi. Non tutti i pazienti emicranici presentano l’intera sequenza di fasi; è comunque necessario, per porre una diagnosi, conoscere la sintomatologia di ciascuna fase. I prodromi, che sono presenti nel 50-80% dei casi, consistono in sintomi premonitori mal definiti, subdoli, a carico del versante
cognitivo o psico-comportamentale. Tra i più comuni ci sono ridotta attività o iperattività, modificazioni del tono dell’umore, bisogno di assumere alimenti, sbadigli ripetuti e ritenzione idrica, che occorrono da 4 a 48 ore prima della comparsa del dolore. Come dimostrato da uno studio, l’attacco emicranico risultava essere prevenuto nel 66% dei soggetti che assumevano analgesici nella fase prodromica. L’aura è presente circa nel 10% delle forme emicraniche, prima della comparsa del dolore o contemporaneamente a questo. La maggior parte dei sintomi si sviluppa gradualmente nell’arco di 5-20 minuti; la fase dura al massimo 60 minuti, ed è seguita da un intervallo libero dal dolore non superiore a 60 minuti. Il fatto che l’aura non si manifesti in altre forme di cefalea (come per esempio la cefalea a grappolo) è di notevole ausilio diagnostico. Nel 90% dei casi si tratta di sintomi a carico della vista (fotopsia, metamorfopsia, teicopsia). Altri sintomi includono parestesia, ipoestesia, afasia, vertigini. La fase del dolore è caratterizzata da algie inizialmente sorde che diventano gradualmente intense e pulsanti. Solo nel 50% dei casi il dolore è unilaterale: può infatti cambiare sede e lato anche nell’ambito di uno stesso attacco. A esso si associano altri sintomi (nausea e vomito, fotofobia, fonofobia, inappetenza, osmofobia, poliuria) tali sintomi si accentuano con lo sforzo fisico, anche se lieve. Nella fase di risoluzione il paziente può essere fortemente disabilitato;
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Gingeroli
Shogaoli
Zingerone zenzero, rizomi e getti Principali composti dello zenzero
zenzero
può presentare modificazioni dell’umore (euforia e depressione). la completa risoluzione si ottiene con il riposo o il vomito (2). Con il termine di postdromi si intende una serie di sintomi che seguono la risoluzione dell’attacco emicranico, quali spossatezza fisica, irritabilità, inappetenza o fame, ridotta concentrazione, mialgie diffuse. le strategie comunemente impiegate per affrontare questa patologia sono principalmente legate all’assunzione di farmaci
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denominati FANS, acronimo di Farmaci Analgesici Non Steroidei. Esempi di questi trattamenti farmacologici sono aspirina, nimesulide, ibuprofene, naprossene ecc. Si tratta di farmaci molto efficaci ma contraddistinti spesso da un effetto collaterale importante relativo al danno gastrico. Essi funzionano andando ad inibire alcuni enzimi, denominati COX, che governano la sintesi ed il metabolismo di alcune molecole dette prostaglandine che hanno la funzione di essere dei mediatori
nella trasmissione degli impulsi dolorosi. i FANS interferiscono con la sintesi delle prostaglandine e quindi impediscono la propagazione del dolore. Purtroppo queste prostaglandine, oltre a mediare le vie del dolore, mediano anche altre funzioni come ad esempio la sintesi di un importante strato di muco che protegge lo stomaco dall’azione lesiva dei succhi gastrici. Se vengono meno, espongono la mucosa gastrica a importanti infiammazioni (gastrite) che possono dare luogo a fenomeni ulcerosi. i FANS inoltre non agiscono sulle cause ma solo sul sintomo doloroso. Strade alternative per i trattamenti presenti in letteratura sono quelle che agiscono sulle cause del malessere oppure che interferiscono sulle vie del dolore in maniera indipendente dalle COX (3). Sfogliando le rassegne scientifiche internazionali si possono trovare importanti studi clinici dove si nota che alcuni estratti di piante vengono impiegati con grande successo nel trattamento degli stati dolorosi.
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L’azione dello Zenzero
Lo Zenzero (Zingiber of ficinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo), originaria dell’Estremo Oriente. La droga è costituita dalla radice, che contiene molte sostanze funzionali tra le quali i gingeroli, sesquiterpeni tipici di Zingiber officinale. Sono chimicamente correlati alla capsaicina (alcaloide del Capsico) e alla piperina (presente nel Pepe nero) e, come questi composti, si legano al recettore TRPV1 (recettore dei vanilloidi) espresso prevalentemente sui neuroni afferenti primari. In seguito a cottura o essiccamento, i gingeroli si trasformano in shogaoli e zingerone. Le attività biologiche degli estratti di Zenzero sono riconducibili all’interazione con specifici recettori espressi lungo il tratto gastrointestinale. Tra questi, i più importanti sono i recettori muscarinici per l’acetilcolina, il recettore dopaminergico D2, alcuni recettori (come il 5-HT3 e il 5-HT4) per la serotonina e, in grado minore, i recettori per la motilina.
Zingiber officinale in piena vegetazione
Foto-protezione Riduzione attività infiammatoria
Attività antibatterica
Azione antidiabetica
Zenzero
Azione neuro-protettiva
Evidenze attività antitumorale
Gastro-protezione
Attività epato-protettiva
Azione anti-obesità Ruolo dei derivati dello Zenzero nella medicina preventiva
La rassegna della letteratura pubblicata relativa allo Zenzero e ai suoi estratti caratterizzati in gingeroli mette in luce numerose azioni benefiche esplicitate da questa pianta. Gli studi clinici riportati nella bibliografia allegata evidenziano la presenza di attività analgesiche ed antinfiammatorie statisticamente significative (4,5,6,7).
Attività analgesica della Mirra
La Mirra è una gommoresina aromatica estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Esistono oltre duecento specie di Commiphora, ripartite sulle rive del Mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India. La specie più usata per la produzione della mirra è la Commiphora myrrha (diffusa in Somalia, Etiopia, Sudan, penisola arabica): alla fine dell’estate l’arbusto si copre di fiori e sul tronco compare una serie di noduli, dai quali cola la mirra, in piccole gocce gialle, che vengono raccolte una volta seccate. La composizione chimica degli estratti secchi di Mirra comprende diversi furanodieni, come i composti bioattivi curzerene, furanoeudesma-1,3-diene e lindestrene. La presenza di questi tre principali furanodieni è tipica del genere Commiphora e questi composti sono i principali responsabili degli effetti analgesici degli estratti di mirra. L’attività analgesica degli estratti di Mirra era nota due millenni prima che gli europei scoprissero la morfina. L’effetto analgesico esercitato dai principi
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funzionali presenti nella Mirra viene antagonizzato dalla somministrazione del naloxone, a dimostrazione che parte dell’effetto analgesico della Mirra è dovuto all’interazione con il recettore degli oppioidi. Gli estratti di Mirra mostrano inoltre attività antinfiammatoria e il meccanismo di azione sembra essere legato all’interazione con le molteplici proteine coinvolte nella cascata di segnali biochimici correlati all’infiammazione. COX, No, RoS, TNF- α, PGE2, NF- κb e MAPK sono stati identificati come i potenziali target per giustificare l’azione antinfiammatoria degli estratti di mirra. Un recente studio ha quantificato le azioni analgesiche e antinfiammatorie di un estratto di Mirra
Furanoeudesma-1,3-diene
Curzerene
Principali composti della Mirra
titolato in furanodieni. l’esito dello studio ha dimostrato che l’estratto di Mirra esercita un’azione analgesica significativa (8).
La caffeina in natura
la 1,3,7-trimetilxantina, meglio nota come caffeina o teina, è un alcaloide naturale presente in foglie, semi e frutti di diverse piante come Caffè, Cacao, Tè, Cola, Guaranà e Mate e nelle bevande da esse ottenute.
Köhler Coffea arabica
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Lindestrene
la caffeina fu isolata da chicchi di Caffè nel 1819 dal chimico tedesco Friedrich Ferdinand Runge. Negli organi vegetali in cui è presente agisce come insetticida naturale, paralizzante (tetanizzante) o con effetto comunque tossico per insetti e altri artropodi che si cibano della pianta. Nell’uso umano viene più comunemente consumata come infuso da semi e foglie di caffè e tè, così come in molti alimenti e bevande contenenti prodotti a base di noce di cola. la grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè anzitutto) rende questa sostanza stupefacente, dall’effetto stimolante, la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo, venendo utilizzata sia a scopo ricreativo sia medicale. la caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito medico e ricreazionale in caso di sonnolenza o come principio attivo in pillole per l’emicrania, insieme a sostanze ad effetto analgesico, per il suo effetto vasocostrittore. la molecola della caffeina è strutturalmente simile all’adenina (la base azotata dell’adenosina) e si lega ai recettori del nucleoside sulle membrane cellulari. Si ha quindi un’inibizione competitiva; la caffeina influisce cioè con un processo di regolazione dei nervi mediante scarica del potenziale post sinaptico. Si ha come risultato un aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina. Attraverso queste la caffeina stimola quindi indirettamente il sistema nervoso simpatico e porta a un aumento del battito cardiaco e dell’afflusso di sangue ai muscoli,
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Caffeina
a una diminuzione dell’afflusso di sangue alla pelle e agli organi interni e al rilascio di glucosio dal fegato. È importante notare che la caffeina va utilizzata solo occasionalmente e che dosi di caffeina non possono rimpiazzare il sonno. L’utilizzo prolungato di caffeina porta a tolleranza. Viene completamente assorbita nello stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino nei primi 10 minuti dopo l’ingestione e raggiunge la massima concentrazione in sangue dopo i 45 minuti. Viene poi distribuita lungo tutto il corpo nei fluidi corporei. Non vanno dimenticati i potenziali effetti negativi per la salute, risultanti, comunque, da un abuso degli stessi alimenti che provocano una forma di dipendenza conosciuta come caffeinismo (9,10).
Commiphora opobalsamum
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severe migraine.
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AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO DALLE AZIENDE ANTONIO SCIALPI Direttore Scientifico Specchiasol srl
Le sindromi dolorose del capo
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eziologia e la patogenesi delle sindromi dolorose del capo, in una sola parola cefalalgie (dall’anglosassone cephalgia), non sono ancora del tutto conosciute.
La ricerca ha individuato numerosi fattori precipitanti, ma le intime cause biologiche di queste affezioni non sono ancora state accertate. La maggior parte degli Autori, tuttavia, concorda sul fatto che siano coinvolti fattori sia neuronali sia vascolari.
Quadri clinici Ai fini della pratica clinica quotidiana si distinguono: • cefalee primarie • cefalee secondarie: sono indotte e condizionate dalla patologia di base e vanno verificate con indagini strumentali (TAC-Risonanza magnetica). Per le sindromi cefalalgiche primarie, invece, le ipotesi fisiopatologiche formulate sono varie. Per anni, si è ritenuto
che l’emicrania fosse legata alla modificazione del diametro dei vasi intracranici (sia vasodilatazione sia vasocostrizione) con conseguenti alterazioni del flusso ematico. Questa ipotesi, tuttavia, non è in grado di spiegare il complesso delle manifestazioni dell’attacco. Una delle ipotesi più accreditate è quella secondo la quale l’emicrania e la cefalea a grappolo si presentano come disfunzioni neurologiche con successivo coinvolgimento della circolazione intracranica e della sensibilità del nervo trigemino: DISFUNZIONI NEUROLOGICHE → MODIFICAZIONE CIRCOLAZIONE INTRACRANICA → AUMENTO SENSIBILITA’ TRIGEMINO → MAL DI TESTA Nella maggior parte dei casi nella cefalea a grappolo si verifica un’iperattività del sistema parasimpatico, mentre nella forma tensiva sarebbe maggiormente coinvolto il sistema nervoso centrale. Per l’emicrania, in particolare, è ipotizzato un coinvolgimento del sistema di neurotrasmissione serotoninergico che potrebbe essere deficitario, sia nella quantità della serotonina disponibile, sia nel numero dei recettori:
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CEFALEA A GRAPPOLO → IPERATTIVITA’ SISTEMA PARASIMPATICO CEFALEA TENSIVA → SISTEMA NERVOSO CENTRALE EMICRANIA → DEFICIT SEROTONINERGICO Per ciò che concerne il coinvolgimento del trigemino si è evidenziata una iperattività dello stesso, che causa il rilascio di sostanze proinfiammatorie che, probabilmente, agiscono a livello vascolare e perivascolare. Infine, tutto il corredo sintomatologico variabile che si associa all’emicrania (nausea, fotofobia, fonofobia, osmofobia) viene attribuito a disfunzioni di aree diverse del tronco cerebrale e dell’ipotalamo.
Il quadro clinico aiuta la diagnosi Dall’insieme di segni e sintomi neurologici, soprattutto di natura visiva, che precedono la comparsa del dolore, è possibile distinguere l’emicrania con aura (assai meno frequente) dall’emicrania senz’aura (o emicrania comune). Nell’attacco emicranico è possibile distinguere 5 fasi: la fase prodromica, l’aura, la fase del dolore, la fase di risoluzione e la fase dei postdromi. Non tutti i pazienti emicranici presentano l’intera sequenza di fasi; è comunque necessario, per porre la diagnosi, conoscere la sintomatologia di ciascuna fase. I prodromi, che sono presenti nel 50-80% dei casi, consistono in sintomi premonitori mal definiti, subdoli, a carico del versante cognitivo o psico-comportamentale. Tra i più comuni ci sono ridotta attività o iperattività, modificazioni del tono dell’umore, bisogno di assumere alimenti, sbadigli ripetuti e ritenzione idrica, che occorrono da 4 a 48 ore prima della comparsa del dolore. Come dimostrato da uno studio, l’attacco emicranico risultava essere prevenuto nel 66% dei soggetti che assumevano analgesici nella fase prodromica. L’aura è presente circa nel 10% delle forme emicraniche, prima della comparsa del dolore o contemporaneamente a questo. La maggior parte dei sintomi si sviluppa gradualmente nell’arco di 5-20 minuti; la fase dura al massimo 60 minuti ed è seguita da un intervallo libero dal dolore non superiore a 60 minuti. Il fatto che l’aura non si manifesti in altre forme di cefalea (come, per esempio, la cefalea a grappolo) è di notevole ausilio diagnostico. Nel 90% dei casi si tratta di sintomi a carico della vista (fotopsia, metamorfopsia, teicopsia). Altri sintomi includono parestesia, ipoestesia, afasia, vertigini. La fase del dolore è caratterizzata da algie inizialmente sorde, che diventano gradualmente intense e pulsanti. Solo nel 50% dei casi il dolore è unilaterale: può infatti
Lenimyr
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Per contrastare gli stati di tensione cambiare sede e lato anche nell’ambilocalizzata. to di uno stesso attacco. A esso si asContiene: sociano altri sintomi (nausea e vomiEstratto di zenzero in CO2 to, fotofobia, fonofobia, inappetenza, supercritica omofobia, poliuria) che si accentuaTitolato al 20% in gingeroli Mirra estratto secco titolato al 25% no con lo sforzo fisico, anche se lieve. In Furanodieni Nella fase di risoluzione il pazienCaffeina Modo d’uso: te può essere fortemente disabilitato; assumere una o due capsule può presentare modificazioni dell’ual bisogno con un bicchiere d’acqua more (euforia e depressione). La completa risoluzione si ottiene con il riposo o il vomito. Con il termine di postdromi si intende una serie di sintomi che seguono la risoluzione dell’attacco emicranico, quali spossatezza fisica, irritabilità, inappetenza o fame, ridotta concentrazione, mialgie diffuse. Le strategie comunemente impiegate per affrontare questa patologia sono principalmente legate all’assunzione di farmaci denominati FANS (Farmaci analgesici non steroidei), che sono molto efficaci, ma contraddistinti spesso da un effetto collaterale importante relativo al danno gastrico. Essi funzionano andando a inibire alcuni enzimi denominati (COX) che governano la sintesi e il metabolismo delle prostaglandine, molecole che fungono da mediatori nella trasmissione degli impulsi dolorosi: i FANS interferiscono con la sintesi delle prostaglandine e quindi impediscono la propagazione del dolore. Purtroppo queste prostaglandine, oltre a mediare le vie del dolore mediano anche altre funzioni, come ad esempio la sintesi di un importante strato di muco che protegge lo stomaco dall’azione lesiva dei succhi gastrici ed espongono la mucosa gastrica a importanti infiammazioni (gastrite) che possono dare luogo a fenomeni ulcerosi. I FANS, inoltre, non agiscono sulle cause, ma solo sul sintomo doloroso. Strade alternative per i trattamenti presenti in letteratura sono quelle che agiscono sulle cause del malessere,
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AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO DALLE AZIENDE
Attività antibatterica
Antidiabetico
Effetto gastroprotettivo
Effetto fotoprotettivo
Inibizione dell’attività infiammatoria
Attività neuroprotettiva
Zenzero
Attività antiobesità
Tra questi, i più importanti sono i recettori muscarinici per l’acetilcolina, il recettore dopaminergico D2, alcuni recettori (come il 5-HT3 e il 5-HT4) per la serotonina e in grado minore i recettori per la motilina. La rassegna della letteratura pubblicata relativa allo Zenzero e ai suoi estratti caratterizzati in Gingeroli mette in luce numerose azioni benefiche esplicitate dallo Zenzero. Gli studi clinici riportati nella bibliografia allegata (1-4) evidenziano la presenza di attività analgesiche e antinfiammatorie statisticamente significative.
Mirra (Commiphora myrrha) Attività epatoprotettiva
Effetto antitumorale
Fig. 1 – Attività preventiva dello zenzero e dei suoi costituenti.
oppure che interferiscono sulle vie del dolore in maniera indipendente dalle COX. Sfogliando le rassegne scientifiche internazionali si possono trovare importanti studi clinici, dove si nota che alcuni estratti di piante vengono impiegati con grande successo nel trattamento degli stati dolorosi.
Ginger (Zingiber officinale) Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del cardamomo) originaria dell’Estremo Oriente. La droga è costituita dalla radice che contiene molte sostanze funzionali tra i quali i Gingeroli, sesquiterpeni tipici di Zingiber officinale. Sono chimicamente correlati alla capsaicina (alcaloide del Capsico) e alla piperina (presente nel Pepe nero) e come questi composti si legano al recettore TRPV1 (recettore dei vanilloidi) espressi prevalentemente sui neuroni afferenti primari. In seguito a cottura o essiccamento i gingeroli si trasformano in shogaoli e zingerone.
Attività dell’estratto di zenzero Le attività sono riconducibili all’interazione con specifici recettori espressi lungo il tratto gastrointestinale.
La Mirra è una gommoresina aromatica estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Esistono oltre 200 specie di Commiphora, ripartite sulle rive del Mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India. La specie più usata per la produzione della mirra è Commiphora myrrha (diffusa in Somalia, Etiopia, Sudan, penisola arabica): alla fine dell’estate l’arbusto si copre di fiori e sul tronco compaiono una serie di noduli, dai quali cola la mirra, in piccole gocce gialle, che vengono raccolte una volta seccate. La composizione chimica degli estratti secchi di Mirra comprende diversi furanodieni, come i composti bioattivi curzerene, furanoeudesma-1,3-diene e lindestrene. La presenza di questi tre principali furanodieni è tipica del genere Commiphora e questi composti sono i principali responsabili degli effetti analgesici degli estratti di mirra.
Attività dell’estratto di mirra L’attività analgesica della Mirra è nota da 2000 anni prima che gli europei scoprissero la morfina. L’effetto analgesico esercitato dai principi funzionali presenti nella Mirra viene antagonizzato dalla somministrazione del Naloxone, a dimostrazione che parte dell’effetto analgesico della Mirra è dovuto all’interazione con il recettore degli oppioidi. Gli estratti di Mirra mostrano, inoltre, attività antinfiammatoria e il meccanismo d’azione sembra essere legato all’interazione con le molteplici proteine coinvolte nella cascata di segnali biochimici correlati all’infiammazione. COX, NO, ROS, TNF-a, PGE2, NFkB
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e MAPK sono stati identificati come i potenziali target per giustificare l’azione antinfiammatoria degli estratti di mirra. La determinazione delle proprietà analgesiche dell’estratto di Mirra titolato in furanodieni è stata oggetto di un recente studio (5) nel quale sono state quantificate le azioni analgesiche e antinfiammatorie di un estratto di Mirra titolato in furanodieni. L’esito dello studio ha sentenziato che l’estratto di Mirra esercita un’azione analgesica significativa:“L’intervento dell’integratore è rivolto a largo spettro sui recettori oppioidi con la mirra, sul sistema serotoninergico-procinetico con lo zenzero”.
Caffeina La 1,3,7-trimetilxantina, meglio nota come caffeina o teina, è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. La caffeina fu isolata da chicchi di caffé nel 1819 dal chimico tedesco Friedrich Ferdinand Runge che la chiamó “Kaffein” da cui diventerebbe caffeina in italiano ed è presente in foglie, semi e frutti di diverse piante, come il Guaraná, il Thè, la Cola o il Yerba mate, dove agisce come insetticida naturale, paralizzante (tetanizzante) o con effetto comunque tossico per insetti e altri artropodi che le mangiano. Nell’uso umano viene più comunemente consumata come infuso da semi e foglie di caffè e tè, così come anche in molti alimenti e bevande contenenti prodotti a base di noce di cola. La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè anzitutto) rende questa sostanza stupefacente, dall’effetto stimolante, la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo, venendo utilizzata sia a scopo ricreativo sia medicalmente. La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito medico e ricreazionale in caso di sonnolenza o come principio attivo in pillole per l´emicrania insieme a sostanze a effetto analgesico per il suo effetto vasocostrittore. La molecola della caffeina è strutturalmente simile all’adenina (la base azotata dell’adenosina) e si lega ai recettori del nucleoside sulle membrane cellulari. Si ha quindi un’inibizione competitiva; la caffeina influisce cioè con un processo di regolazione dei nervi mediante scarica del potenziale post sinaptico. Si ha come risultato un aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina. Attraverso queste, la caffeina stimola quindi indirettamente il sistema nervoso simpatico e porta a un aumento del battito cardiaco e dell’afflusso di sangue ai muscoli, a una diminu-
zione dell’afflusso di sangue alla pelle e agli organi interni e al rilascio di glucosio del fegato. È importante notare che la caffeina va utilizzata solo occasionalmente e dosi di caffeina non possono rimpiazzare il sonno. L’utilizzo prolungato di caffeina porta a tolleranza. Viene completamente assorbita nello stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino nei primi 10 minuti dopo l’ingestione e raggiunge la massima concentrazione in sangue dopo i 45 minuti. Viene poi distribuita lungo tutto il corpo nei fluidi corporei. Non vanno dimenticati i potenziali effetti negativi per la salute risultanti comunque da un abuso degli stessi alimenti che provocano una forma di dipendenza conosciuta come caffeinismo. n © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bibliografia 1. Maghbooli M, Golipour F, Moghimi Esfandabadi A, Yousefi M, Comparison between the efficacy of ginger and sumatriptan in the ablative treatment of the common migraine. Phytother Res. 2014 Mar;28(3):412-5. doi: 10.1002/ptr.4996. Epub 2013 May 9. 2. Rahmani AH, Shabrmi FM, Aly SM, Active ingredients of ginger as potential candidates in the prevention and treatment of diseases via modulation of biological activities, Int J Physiol Pathophysiol Pharmacol. 2014 Jul 12;6(2):125-36. eCollection 2014. 3. Cady RK, Goldstein J, Nett R, Mitchell R, Beach ME, Browning R. A doubleblind placebo-controlled pilot study of sublingual feverfew and ginger in the treatment of migraine, Headache. 2011 Jul-Aug;51(7):1078-86. doi: 10.1111/j.15264610.2011.01910.x. Epub 2011 Jun 1. 4. Mustafa T, Srivastava KC. Ginger (Zingiber officinale) in migraine headache. J Ethnopharmacol. 1990 Jul;29(3):267-73. 5. Germano A, Occhipinti A, Barbero F, Maffei ME, A Pilot Study on Bioactive Constituents and Analgesic Effects of MyrLiq®, a Commiphora myrrha Extract with a High Furanodiene Content. Biomed Res Int. 2017;2017:3804356. doi: 10.1155/2017/3804356. Epub 2017 May 24. 6. Lipton RB et al., Caffeine in the management of patients with headache, J Headache Pain. 2017 Oct 24;18(1):107. doi: 10.1186/s10194-017-0806-2. 7. Goldstein J, Hagen M, Gold M, Results of a multicenter, double-blind, randomized, parallel-group, placebo-controlled, single-dose study comparing the fixed combination of acetaminophen, acetylsalicylic acid, and caffeine with ibuprofen for acute treatment of patients with severe migraine, Cephalalgia. 2014 Nov;34(13):10708. doi: 10.1177/0333102414530527. Epub 2014 Apr 14. 8. Torelli P et al. Headache Classification Subcommittee of the International Headache Society, The International Classification of Headache Disorders, 2nd edn., Cephalalgia 2004;24 Suppl 1:1-160. 9. Kunkel RS, Headache, The Cleaveland Clinic Department of Neurology reviewed Jan 25, 2005. 10. Blau JN, Migraine: theories of pathogenesis, Lancet ,1992 339:1202-1206.
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Data
Lenimyr
Marzo 2018
Zenzero e Mirra per alleggerire le tensioni di collo e testa, da Specchiasol econdo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 50% della popolazione ha sofferto di almeno un episodio di mal di testa nell’ultimo anno. Dalla ricerca Specchiasol un nuovo prodotto studiato per questo tipo di problematica: Lenimyr è un integratore alimentare a base di estratti vegetali dalla formula esclusiva e brevettata che associa Mirra, Zenzero e Caffeina. La Mirra è una gommoresina aromatica estratta dall’albero Commiphora myrrha (diffuso in Somalia, Etiopia e Sudan); diversi studi scientifici attuali evidenziano e dimostrano che la Mirra è in grado di esercitare diverse attività per il benessere dell’organismo, tra cui quella analgesica. La rassegna della letteratura scientifica relativa allo Zenzero e ai suoi estratti caratterizzati in gingeroli ne evidenziano le numerose azioni benefiche, tra cui contrastare diverse tipologie di tensione localizzata, in particolare a livello del collo e della testa. La caffeina, anch’essa dotata di azione analgesica, oltre che nei chicchi di caffè, è presente in foglie, semi e frutti di diverse piante, come il Guaranà, il Tè, la Cola o il M te. La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè anzitutto) rende questa sostanza la più consumata nel mondo.
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SPECCHIASOL S.r.L.
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