UN PO' DI TECNICA:
Speleologia 3, 1980
DELLE CORDE E DI ALTRE COSE di Paolo NANETTI (G.S.B.-CAI Bologna) Da un opposto all'altro: per Marbach tutte le corde statiche sono buone, per Nanetti sono tutte da gettar via. Bisogna tuttavia segnalare, che quest'ultimo non poteva essere al corrente delle prove effettuate dai francesi e che contraddicono certe sue ipotesi di partenza. L'articolo di Nanetti, comunque molto valido e ricco di spunti, è purtroppo eccessivamente lungo per comparire integralmente in un solo fascicolo di Speleologia. La seconda metà del lavoro, che considera soprattutto il comporta mento dei bloccanti sotto strappo, comparirà sul prossimo numero.
Leggendo un po' quello che gli speleo logi di tutto il mondo scrivono su ogni tipo di carta, dai pochi fogli ciclostilati dei bollettini sezionali di piccoli Gruppi Grotte a riviste in carta patinata delle Fe derazioni Nazionali Speleologiche, le cose che si imparano sono tante: si assi milano le esperienze di altri speleologi arricchendo il proprio bagaglio di nozio ni pratiche e teoriche, imparando a po che spese dati e dettagli derivati da pro ve e minuziose analisi tecniche. Da parecchio tempo a questa parte poi su qualsiasi rivista c'è la pagina della «Tecnica e del materiale», con la quale gli speleologi espongono le loro idee frutto dello studio continuo per mante nere i loro gruppi ad un buon livello tecnico-esplorativo. Gli argomenti considerati sono i più di sparati, daH'equipaggiamento individua le a quello collettivo, dal bloccante allo stivale, dal sottotuta al casco. Fra tutti i temi trattati, su quello della «corda» si sono però versati fiumi d'in chiostro. Sono state fatte innumerevoli prove considerandole nuove e usate, mezze nuove e mezze usate, pulite e in fangate, asciutte e bagnate, immagazzi nate all'ombra o alla luce, lavate con acqua corrente o con detersivo, adope rate in un determinato numero di disce se con il tal tipo di discensore od un cer to numero di salite col tal bloccante. C'è chi le ha sfregate nuove o totalmen te prive della calza con marchingegni infernali migliaia di volte su roccia di di versi tipi (calcare, arenaria, granito, gneiss ecc...) cambiando più volte l'an golo di usura. Chi si è servito di labora tori di astrofisica, chi di officine più mo deste ma con la loro brava macchina per «trazioni», con la quale le corde so no state stiracchiate con decine di nodi diversi, misurando allungamenti, moduli di elasticità e carichi di rottura. C'è anche stato chi non avendo «l'infer nale arnese», disponendo solo di un dinamomentro, ha tirato le corde con ar gani e tenditori, scrivendo poi pagine e pagine di pratica e di teoria sull'energia dissipata dalla corda, usando all'uopo i più sottili artifizi della matematica. Dopo che per primo E. Scagliarmi del GSB nel 1973 fece notare l'importanza di usare in grotta gli attacchi elastici, c'è
stata l'inflazione delle prove dinamiche: ogni bravo tecnico speleologico ha ri preso le corde e variando tutti i coeffi cienti prima detti si è messo a strappazzarle dinamicamente gettando dall'alto una gamma vastissima di prodotti, dai sacchi di sabbia agli ometti di cemento, dai copertoni di autotreno ai macigni. Con il dilagare delle nuove tecniche su «sola corda», avvertito l'inconveniente dell'elasticità eccessiva del mezzo di sa lita, sono state scoperte poi le corde sta tiche. A questo punto si sono rifatte tutte le prove statiche precedenti, in una marea di carichi di rottura e moduli di elasticità galoppanti. La mancanza di idee chiare e di schemi comuni in tutte queste prove hanno fatto sì che queste migliaia di dati ricavati e che possiedo (nel senso che ho le foto copie di tutti gli articoli tecnici della bibliteca del GSB) non possano essere confrontati fra loro che in rarissimi casi, restando quindi fine a sè stessi, definen do dati e numeri che non si possono as solutamente inserire e decifrare in uno schema valido di test tecnici comuni. Nella babele di prove fatte c'è poi stato chi con una idea brillante, ad un incon tro del Corpo Nazionale Soccorso Alpi no Delegazione Speleologica nell'agosto 1978 nel Marguareis, per la prima volta ha sottoposto delle corde statiche, dette anche «speleologiche», a delle prove di namiche, scoprendo il risultato scontato che al primo, massimo secondo strappo, si rompevano tutte. Ettore Scagliarmi e Vittorio Castellani hanno scritto invano dimostrando in pratica ed in teoria che un qualunque si stema statico non può reggere, non riu scendo a dissiparlo, anche un piccolo sforzo dinamico. In realtà alle prove del Marguareis solo una corda Edelrid ha resistito a ben sette strappi di un peso rigido di 125 Kg con un fattore di caduta di circa 0,7 (come risulta dai valori riportati su una decina di bollettini sezionali), rompendosi al l'ottavo con uno strappo avente fattore di caduta di circa 1, comportandosi quindi come una corda alpinistica. Quando questo solo confronto di corde risulta essere troppo diverso da molti test fatti in tutta Europa è sicuramente trop
po semplicistico affermare che la corda Edelrid è la migliore. Escludendo che una mano birbona ab bia leso tutte le altre corde durante le prove, la cosa più ovvia è che in mezzo a tante corde statiche ci sia capitata una corda tedesca di gran lunga più elastica delle altre. Fra tutti gli speleologi che hanno relazionato sulle prove del CNSA-DS e che definiscono la super corda come «Edelrid nuova <t> 10 mm" solo M. Gherbaz di Trieste ne dà una definizione più accurata chiamandola «Edelrid Superstatic». Bene, se uno crede che una corda Su perstatica possa sopportare sette strappi di un peso rigido di 125 Kg con un fatto re di caduta di 0,7 può anche credere in Babbo Natale e nella Befana. Scorrendo i listini della Edelrid risulta in fatti che la corda «Edelrid Superstatic» <t> 10 mm di statico ha solo il nome perchè possiede un allungamento sotto carico molto alto, pari al 9% a 300 Kg, più di quattro volte maggiore per esempio del la corda francese Beai spezzatasi nelle prove del Marguareis e 10 volte più ela stica di altre corde usate in Speleologia. Anzi considerando che la Edelrid Super static ha un allungamento alla rottura del 29,5% si vede come invece di essere superstatica si possa definire quasi dina mica! (vengono comunemente conside rate corde dinamiche quelle corde che hanno un allungamento minimo alla rot tura del 35%). La Edelrid oltre alla corda Superstatic costruisce un'altra corda per la Speleo logia che è la Riverdry <b 10 mm che è ancora più elastica avendo un allunga mento del 14% a 300 Kg e del 37% alla rottura. Se si considera che con l'usura le corde diventano più statiche si nota quindi che è molto stupido confrontare dinamicamente una corda Edelrid nuova e molto elastica con una «Scagliarini Statica di 2 anni usatissima» od una «Repetto Statica di 4 anni molto usata» °). Attualmente le corde di buona marca (non industriali quindi) sono fatte con il Nylon che è un marchio commerciale depositato dalla Dupont. 11 tipo di nylon usato per la fabbricazio ne delle corde è il tipo «6» o il «6-6»
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