Speleologia n. 3 - giugno 1980

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SPULCIANDO QUA E LA' IN BIBLIOTECA a cura di Paolo FORTI

DANTE VAILATI 1979 «LA SPELEOLO­ GIA IN TERRA BRESCIANA» Ed. Grafo Ho letto questo libro quasi tutto di un fiato e non perchè fosse emoziononante ed inaspettato come la trama di un buon romanzo, ma la curiosità prima e quin­ di, mano a mano che procedevo, l'am­ mirazione e una punta di invidia mi hanno spinto a divorarlo in un solo boc­ cone. Perchè? è presto detto: è una guida dav­ vero completa scritta in maniera piana, senza fronzoli inutili. È forse la prima volta che trovo un libro volutamente non scientifico, ma rigoro­ so, in cui si parla di esplorazioni, ma non di eroismi o di problemi di profon­ da psicologia. Direi che è un libro degno della speleo­ logia moderna, equilibrata, che non si lascia confinare nè nei ghetti dei labora­ tori di ricerca, nè nei crai muscolari. Ma veniamo all'organizzazione dell'o­ pera: le prime pagine sono dedicate a spiegazioni generali: speleogenesi, me­ teorologia ipogea, biologia; in questa parte ottimi gli schemi ed i disegni, al­ trettanto non si può dire delle fotografie, forse a causa della stampa. Quindi si passa ad analizzare il territorio bresciano, diviso in varie zone: molti i rilievi, i disegni, le foto. Il testo è sem­ pre misurato e riporta la descrizione del­ le cavità, gli itinerari interni, le cose da vedere e fotografare. Segue una breve storia della speleologia bresciana e un'ampia bibliografia. Insomma 150 pagine che, con poca spe­ sa, possono arricchire di molto la biblio­ teca di tutti gli speleologi, non solo i bresciani.

GRUPPO GROTTE CATANIA «1975 SETTIMANA SPELEOLOGICA CATANESE E SEMINARIO SULLE GROTTE LAVI­ CHE» - Atti È in circolazione in Italia praticamente 50

dal 1978, ma ben poche persone e ancor meno gruppi speleologici lo posseggono e questo a parer mio è un male. Infatti rappresenta, con le sue 260 pagi­ ne, l'unico compendio sulle grotte lavi­ che totalmente in italiano. Dodici relazioni tra cui quelle di alcuni dei maggiori esperti mondiali permetto­ no anche al profano di farsi un'idea suf­ ficientemente precisa dei fenomeni che portano alla genesi e allo sviluppo di ca­ vità laviche. Anche in paesi come l'Inghilterra e gli Stati Uniti, in cui lo studio e l'esplora­ zione di cavità laviche è certo molto più diffuso che da noi, non esiste certo un'opera così completa ed esauriente. Da noi ben pochi si interessano di vulcanospeleologia e questo forse perchè le grotte di questo tipo si trovano praticamente tutte sull'Etna, che è piuttosto di­ stante dai grandi centri speleologici na­ zionali. Eppure tutti nel corso della loro carriera speleologica dovrebbero concedersi il piacere di una visita ad un mondo così strano e diverso. Speriamo quindi che con una maggiore diffusione di questo libro che a buon di­ ritto può esser considerato un manuale, si accenda in Italia un maggior interesse per l'esplorazione e lo studio delle grot­ te laviche.

ROGER W. BRUCKER, RICHARD A. WATSON «THE LONGEST CAVE» A.A. Knopf, New York 1976 È la storia delle esplorazioni del com­ plesso «Flint-/yiammoth cave System». Già frequentata almeno 4000 anni fa da indiani che ne sfruttavano i minerali contenuti, la grotta è stata riscoperta da un cacciatore americano nel 1797 e le esplorazioni si sono succedute continuamente nel secolo scorso e quello attua­ le. Il complesso ha numerosi ingressi, e gli attuali 300 chilometri di sviluppo so­

no il risultato di successivi collegamenti fra varie grotte. Il libro descrive le esplorazioni compiu­ te dal 1955 al 1972, cioè dal collega­ mento fra Unknown cave e Crystal ca­ ve, fino al quarto fra i grandi collegamenti, che unì la Mammoth cave col Flint Ridge System, e che ovviamente aveva avuto un'enorme eco anche fra gli speleologi europei. Gli autori sono fra coloro che per 20 an­ ni si sono dedicati, con tanti compagni, alla ricerca ossessiva del grande collega­ mento e hanno inteso rendere omaggio a tutti gli esploratori, presenti e passati, di questo grande complesso unico al mondo. Il racconto di tante avventure con molta ricchezza di particolari, è certamente in­ teressante per chi conosce la grotta e gli esploratori. Ma siccome pochi fra noi europei hanno avuto questa possibilità, il racconto alla fine può risultare un po' monotono. Infatti la grotta, benché così estesa, ha caratteristiche che si ripetono continuamente; le difficoltà sono sem­ pre i cunicoli fangosi, le strettoie, le di­ sostruzioni, mai i grandi pozzi. Ma fortunatamente gli autori hanno vo­ luto anche raccontare, in appendice, la parte storica, ovvero le esplorazioni av­ venute senza la loro partecipazione, dalla preistoria fino al 1955. In 34 pagi­ ne, scritte molto fitte, si narra di Stephen Bishop, lo schiavo negro che esplorò e studiò la grotta e divenne una guida fa­ mosa e apprezzata in tutti gli Stati Uniti, non solo per le grandi esplorazioni com­ piute, ma soprattutto per le doti umane e intellettuali; si narra di Floyd Collins, l'esploratore che rimase bloccato per 15 giorni in un cunicolo della Sand Cave e vi morì senza che i suoi compagni riu­ scissero a portarlo in salvo. Si narrano tanti altri episodi che rendono interes­ sante la lettura per chiunque ami la spe­ leologia. (a cura di CARLO BALBIANO)


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