■ Cartamoneta
GROTTE in fior di conio Paolo Forti e grotte in generale, ma anche le cose ad esse correlate, quali i pipistrelli o alcune concrezioni particolari, sono state sempre un soggetto interessante nel campo dell’arte, tanto che sono state raffigurate grotte su troni già nell’epoca Assirobabilonese. In epoca Greca e Romana, grazie anche ai tanti miti che vedevano coinvolte le cavità naturali, troviamo eccellenti raffigurazioni su vasi o addirittura in grandi mosaici (basti qui ricordare il famosissimo mosaico della grotta di Polifemo nella Villa del Casale a Piazza Armerina, di cui abbiamo parlato nel numero 38 di questa rivista). Dalla comparsa della carta stampata, poi, le cavità naturali ed i loro contenuti sono divenuti uno dei soggetti principali di stampe ed illustrazioni all’interno di volumi di taglio scientifico: basti pensare che nella biblioteca del Centro “F. Anelli” sono presenti oltre 1000 stampe a tema carsico - speleologico e almeno altrettante illustrazioni si trovano all’interno dei volumi della sezione “storica”. In epoca più recente, con l’affermarsi del servizio postale, le cartoline e i francobolli hanno spesso guardato al mondo sotterraneo
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come un tema di notevole interesse: centinaia i francobolli dedicati al mondo sotterraneo, ancora di più gli annulli filatelici e infine migliaia e migliaia le cartoline di tutto il mondo a tema speleologico, tanto che il Centro “F. Anelli” ha deciso circa due anni addietro di dedicare una sezione specifica a questa particolare sezione (Speleologia 49). A fronte di questa generale ricchezza iconografica, corrisponde una oggettiva scarsità, per non dire assenza, di utilizzo delle grotte e/o delle cose connesse al mondo ipogeo nella cartamoneta. Ma perché? Possiamo tentare di darne una spiegazione logica che si basa sul fatto che il denaro è un istituto fondamentale per una nazione, rappresentandone in molti casi uno degli elementi di “unità”, peraltro indissolubilmente legato al potere. Questi due elementi, combinati tra loro, hanno da sempre comportato che sia assolutamente comune vedere su una moneta o su una banconota l’effige del potente di turno (tiranno, re, presidente) o di un personaggio – storicamente, cul-