Speleologia n. 52 - giugno 2005

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■ Tempi solcati Un grande successo la terza edizione delle Giornate Nazionali della Speleologia

Quando l’unione fa la forza Oltre 20 tonnellate di rifiuti portati fuori dalle grotte; copertoni, carcasse di automobili o elettrodomestici, e perfino rifiuti pericolosi e altamente inquinanti. La comunità speleologica italiana mostra il suo impegno ambientalista, grazie anche alla collaborazione con le altre associazioni e le amministrazioni locali. Coerentemente con gli obiettivi di protezione ambientale che le sono propri, la Società Speleologica Italiana ha aderito alle giornate di “Puliamo il mondo” organizzando la Giornata Nazionale della Speleologia, indirizzandola alla pulizia delle grotte italiane. L’evento di “Puliamo il mondo” è l’edizione italiana di Clean Up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo intero e si è svolto nei giorni 23, 24 e 25 settembre 2005. Il ruolo di organizzatore per l’Italia è stato svolto da Legambiente e l’azione dei volontari che si sono impegnati in questa iniziativa si è rivolta alla raccolta di rifiuti di ogni genere, sia in ambito urbano, sia nei boschi, fiumi e spiagge, sia alla lotta contro le discariche abusive che, nel nostro bel paese, rappresentano una piaga capillarmente diffusa. Dolina presso Gargano, località Trepiedi (Foto C. Fusilli)

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Questa giornata fa seguito a quelle organizzate sempre dalla SSI negli anni passati: la prima nel 2002 “gli speleologi escono dalle grotte per raccontarle” e la seconda nel 2003 con il titolo di “L’acqua che berremo”, in occasione dell’Anno Internazionale dell’Acqua dolce. Nel quadro della GNS 2005 inoltre è stato completato un primo censimento delle cavità naturali e artificiali a grave rischio ambientale. Questa azione è stata resa possibile grazie alla collaborazione e al coordinamento con la Commissione Catasto della SSI e il patrocinio dell’Osservatorio Nazionale sui rifiuti. Il rapporto, che ha riunito i dati provenienti da uno degli inventari tematici che accompagnano il censimento delle grotte del nostro Paese, gestito dalla Commissione Catasto, è stato realizzato tramite schede in formato elettronico che riportano non solo il tipo di rischio ma anche gli interventi e le procedure, anche amministrative, adottati o che si vorrebbero adottare

Recupero di rottami a il Cavone, Ruvo di Puglia. (Foto G.S. Ruvese)

per rimuovere le varie componenti del rischio specifico. I risultati indicano che su circa 30.000 grotte censite (dati aggiornati al 2002 e in cui mancano un paio di regioni) risultano esserci 393 cavità a serio rischio ambientale. Il numero è sicuramente destinato a crescere enormemente se a questo elenco si aggiungeranno anche le grotte parzialmente contaminate o a rischio di un futuro impatto antropico. Nell’azione sul campo sono stati organizzati in totale 24 “eventi” di pulizia, in 11 regioni ed in collaborazione con i Comuni, i Circoli di Legambiente ed altre associazioni di volontariato e con la Protezione Civile. Le persone coinvolte (le statistiche dicono circa 500) hanno complessivamente raccolto, portato all’esterno ed avviato a discarica (questa volta autorizzata) oltre 18 tonnellate di rifiuti cosiddetti “urbani”, 3600 Kg di materiali classificabili come inerti, rifiuti speciali, perico-


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