Speleologia n. 58 - giugno 2008

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N Besano

La storia degli scisti di Besano

Besano Luana Aimar e Antonio Premazzi Speleo Club Erba

B

esano, in provincia di Varese, è un piccolo paese vicino al confine svizzero, circondato da colline non più alte di mille metri e ricoperte di boschi. Questi rilievi sono costituiti da rocce particolari, note con il nome di Grenzbitumenzone o Formazione di Besano, caratterizzate da sottili strati nerastri (scisti bituminosi) alternati a strati più spessi e compatti di dolomie. Gli scisti bituminosi devono il loro colore scuro al fatto che sono estremamente ricchi di materia organica non ossidata, tanto che tendono a bruciare piuttosto facilmente producendo un gas infiammabile dall’odore acre. Ciò era noto da sempre agli abitanti della zona che fin dal Settecento

LOMBARDIA

LOMBARDIA

li utilizzavano per il riscaldamento e l’illuminazione domestica. Nacque così, sul vicino Monte Orsa in località Vallone, l’embrione di una miniera, per decenni sfruttata esclusivamente dai locali. La situazione però cambiò improvvisamente verso la metà del Settecento: lo scienziato francese Selligue mise a punto un elaborato sistema per l’estrazione di gas combustibile dagli scisti bituminosi, gas che si sarebbe potuto utilizzare per rifornire il nascente sistema di illuminazione delle strade di Milano.

Sopra: galleria della miniera di Besano, si notano a sinistra i muri di sostegno (Foto A. Ferrario) Sotto: ramo fossile di Voltzia sp. Museo dei Fossili di Besano (Foto L. Aimar)

Dal gas alle pomate Così la richiesta di scisti bituminosi si impennò bruscamente e nel 1774 un intraprendente lecchese, tale Valsecchi, prese la concessione della Mi-

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