Speleologia n. 59 - dicembre 2008

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N Santa Rosalia

I più antichi rilievi di grotta custoditi nell’archivio del Centro di Documentazione Speleologica “Franco Anelli” Massimo Mancini e Paolo Forti

Le incisioni seicentesche delle grotte di S. Rosalia L

Sopra: interno della grotta di Santa Rosalia al Monte Pellegrino (inc. S. Corsi)

a curiosità che caratterizza ogni ricerca ebbe inizio nei primi anni ‘80 quando furono depositate nella Biblioteca “F. Anelli” le stampe di due incisioni senza data e ritagliate da chissà quale libro antico, in cui erano riprodotte le due grotte di Santa Rosalia in Sicilia, quella di S. Stefano Quisquina in provincia di Agrigento e quella del Monte Pellegrino presso Palermo. Solo nel 2005, in seguito all’acquisto della quarta opera biografica su Santa Rosalia del Cascini (1651), si è potuto constatare che in quel volume venivano riportati, seb-

bene con qualche differenza, gli stessi rilievi posseduti dal Centro Italiano di Documentazione Speleologica “F. Anelli” (CIDS). Ci si è allora resi conto dell’opportunità di studiare quelli che senz’altro potevano essere descritti come i più antichi rilievi di grotta. Precedentemente, infatti, Trevor Shaw nel suo volume “History of cave science” aveva descritto il rilievo delle Stufe di Nerone in Campania (1546) e quello della Pen Park Hole in Inghilterra (1683), citandoli come le più antiche testimonianze di rilievi, rispettivamente, di una cavità

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