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Notizie italiane

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Palu-Monte Longos ed il ramo sud del Bue Marino, facendo diventare così il “Complesso carsico della Codula Ilune” il maggiore d’Italia. Fra le altre esplorazioni è da citare quella della Grotta Di Minica o Sa Ichedda, scoperta nel rio Flumineddu che approfondendosi per 175 metri diviene un ulteriore tassello del vasto mosaico carsico che si sta componendo laggiù. Aggiornamenti catastali e topografici sono dati inoltre in un articolo su varie cavità costiere del litorale di Argentiera. Il Bollettino ospita inoltre diversi contributi, a firma di M. Mucedda e G. Grafitti sulle raccolte faunistiche; per importanza spicca fra queste quella fatta alla Grotta di Su Coloru (Laerru). Decisamente interessante anche l’articolo di M. Mucedda sulle indagini climatiche svolte nelle grotte di Capo Caccia, nelle quali le datazioni di alcuni speleotemi testimonierebbero intense variazioni di temperature e precipitazioni nell’arco degli ultimi mille anni. Infine del tutto originale un contributo, sempre a firma di Mucedda e Grafitti, sull’antica raccolta di guano di pipistrello a scopo agrario, avvenuta in alcune grotte della Sardegna; attività del tutto scomparsa da noi e decisamente poco frequente, al contrario di quanto ancora oggi avviene in numerose grotte tropicali.

Michele Sivelli

History of slovene karst 1545 – 2008 L’autore é ben noto per la sua ampia conoscenza e competenza nella storia della speleologia, ma in questa occasione ha superato se stesso. Con l’aiuto di due colleghi, Alenka C ˇ uk e James MacQueen, ha raccolto in questo libro una quantità di notizie dettagliate sulle grotte ed il carso della Slovenia negli ultimi cinque secoli. I vari argomenti sono suddivisi in 14 capitoli. Nel primo le grotte di Postumia sono messe a confronto con altre grotte turistiche europee del XIX secolo; il Capitolo 2 riguarda i libri di divulgazione del XIX secolo sulle grotte di Postumia. Nel Capitolo 3 vengono descritti minuziosamente gli eventi musicali nelle grotte di Postumia dal 1814 ad oggi unitamente ad altre notizie per diverse grotte di ogni parte del mondo. Per la gioia dei filatelici, gli uffici postali sotterranei delle grotte di Postumia dal 1899 al 1945 sono l’argomento del Capitolo 4. Ovviamente viene trattata non soltanto la storia degli uffici postali ma sono stati riprodottti anche molti francobolli ed annulli postali. Nel Capitolo 6 sono descritte delle lampade ad olio in vetro delle grotte di Postumia; diverse di tali lampade erano state trovate in passato ma soltanto nel 2000 erano state identificate come tali. Nel Capitolo 7 una incisione del Valvasor del 1689 viene trattata in modo approfondito, arrivando alla conclusione che Valvasor abbia tratto il soggetto dalla “C ˇ rna jama” (Grotta Nera), che è diversa dalle grotte di Postumia, anche se appartiene allo stesso sistema carsico. Il Capitolo 8 è stato scritto in collaborazione con Alenka C ˇ uk e concerne un museo speleologico, progettato nel 1904, da costruirsi a Postumia. Sfortunatamente il progetto ha subito diversi ritardi, culminati con la Grande Guerra che ha bloccato tutto e si direbbe che sia più appropriato il titolo “Il Museo mai esistito”. Nel Capitolo 9 viene data una descrizione dettagliata del poema in latino sul Lago Circonio di Nicodemus Frischlin e delle sue successive edizioni; successivamente il lago è stato oggetto di un libro di Franz Anton Steinberg pubblicato nel 1758. Nel Capitolo 10 sono descritti il libro, le sue diverse edizioni e la vita di Steinberg. L’argomento del Capitolo 11 riguarda la vendita e l’esposizione di concrezioni; in passato queste non erano considerate un materiale prezioso che potesse essere prelevato soltanto per ricerca scientifica. Io considero le grotte di San Canziano come il più interessante “oggetto” carsico del mondo, in quanto raggruppa svariati aspetti del fenomeno carsico in un meraviglioso paesaggio. Il tema del Capitolo 12 è una escursione organizzata nel 1891 dal Club Alpino Tedesco ed Austriaco, mentre l’attività di Poldi Fuhrich, sempre a San Canziano nel 1921 e 1922, viene tratta nel Capitolo 13. Costei è stata probabilmente la prima donna al mondo a prendere parte ad esplorazioni in grotta estremamante difficili.Per me è stato particolarmente interessante trovare dei dati sui fondatori di una dinastia di speleologi, Friedrich e Franz Robert Oedl, antenati dei Fritz Oedl, senior e junior, che molti di noi hanno avuto il piacere di apprezzare quali gestori dell’Eisriesenwelt. L’ultimo capitolo, il 14, è stato scritto in collaborazione con James G. MacQueen e riguarda il mito degli Argonauti; tra le diverse versioni del ritorno degli Argonauti in Tessaglia, si ritiene che una parte interessante si sia svolta sottoterra, come viene riportato in una carta della Carniola di W. Lazius in 1561. Sono riprodotti diversi documenti insiame ad una accurata disanima. In conclusione, questo libro costituisce una raccolta di una quantità incredibile di informazioni, molte delle quali sulla Slovenia ma bisogna sottolineare, come già accennato in precedenza, che il contenuto di ogni capitolo è molto più vasto di quanto si potrebbe dedurre dai rispettivi titoli. Pertanto quanti sono interessati alla storia della speleologia devono necessariamente averlo nella propria biblioteca. Soltanto una persona con le conoscenze e la competenza di Trevor Shaw può aver avuto l’idea di scriverlo.

Arrigo A. Cigna

Aspect of the history of slovene karst 1545 – 2008 / Trevor R. Shaw. Zalozba ZRC/ZRC Publishing, Ljubliana, 2010. ISBN 978-961-254-208-5. 306 pp., ` 24.00

Bueno Fonteno Elettronica speleologica Il disco realizzato da Max Pozzo si va a ricollocare in quel filone di musica elettronica dei primi anni Novanta, che oggi ha quasi un sapore primordiale. Svolazzi tastieristici e momenti ambient vengono cadenzati da una ritmica metronomica e precisa, che a volte risulta glaciale. I riferimenti possono spaziare dall’Inghilterra dei The Orb ai Future Sound Of London, senza disdegnare qualche escursione nella battuta

lenta vicina al trip-hop. Il lato melodico assume anche posture “gotiche”, a tratti con chiari intenti da colonna sonora, vedi Wildewest, brano che non starebbe male in una pellicola 80’s di John Carpenter. Forse il vero limite del disco “Bueno Fonteno – Elettronica speleologica” è la limitatezza dei suoni, troppo standardizzati per quello che nel 2010 offre il mondo dell’elettronica. Il prodotto può comunque ben adattarsi come sottofondo a una visione “underground”. Il prodotto è reperibile contattando l’autore: maxpozzo@tiscalinet.it

Redazione musicale RCdC d le s i I c

L’ultimo scavo di Santo Tiné C’è una speleologia – e quindi un suo universo di speleologi – che vive e prospera a fianco di quella ufficiale, strutturata nella SSI. È quella degli studiosi – particolarmente entomologi ed archeologi – che svolgono buona parte della loro attività nelle grotte, senza per questo interagire (salvo casi molto rari) con la speleologia della SSI, circoscrivendo i contatti con quella militante esclusivamente con qualche singolo gruppo grotte. È questo il caso di Santo Tiné, siciliano classe 1926, che le vicissitudini della vita hanno portato ad interessarsi di preistoria grazie ai contatti avuti con la Commissione Grotte E. Boegan, giungendo non solo a diventarne uno specialista sul campo, ma anche ad insegnarla all’Università di Genova (dal 1967 al 2000). E che, al termine del suo percorso terreno, ha voluto accomiatarsi dai molti amici ed estimatori lasciando un libro di memorie argutamente intitolato “Ed ora scaviamo nella mia vita…”. Due dozzine di brevi capitoletti, in cui spesso i temi trattati prevalgono sulla sequenza temporale, accompagnano il lettore attraverso le varie fasi della vita di questo studioso, cui si devono apprezzabili puntualizzazioni sulla preistoria della Sicilia e scavi nelle più importanti grotte preistoriche italiane. Scorrendo queste pagine, scritte in un italiano fluente e gradevole a leggersi, ricaviamo notizie sugli scavi effettuati in grotte oggi ormai famose nell’ambito della preistoria quali la Grotta Perciata, la Grotta Monello, la Grotta Chiusazza, la Grotta del Romito, la Grotta Scaloria, la Caverna delle Arene Candide, la Grotta di Sant’Angelo di Cassano, per non parlare poi delle Stufe di San Calogero. Con in più molte notizie e aneddoti relativi ai contatti avuti con i maggiori studiosi di preistoria di quegli anni: Bernabò Brea, Pietro Griffo, Ciro Drago, Paolo Graziosi, e quindi Bagolini, Cremonesi, Radmilli, Tozzi. Una vita avventurosa, che ha portato l’Autore a specializzarsi ad Harvard, ad operare in grotte degli USA e della Libia, ma sempre legato alla sua Sicilia, di cui offre una visione ben lontana dagli stereotipi che ci impongono i media e la cultura ufficiale; una Sicilia i cui abitanti e le cui contraddizioni sono presentati in maniera gioiosa. Dei tanti capitoletti che compongono il libro sono due quelli che ritengo meritino un occhio particolare: quello sulla rabdomanzia, disciplina irrisa da molti studiosi perché non basata su prove scientificamente dimostrabili, e quello sull’Università ed Archeologia oggi. Del primo direi che non è da spirito indagatore rifiutare di accettare un fenomeno soltanto perché non si è capaci di spiegarlo; l’altro, che è il classico togliersi dei sassolini dalle scarpe di chi sa che ormai può dire ciò che vuole, è un’impietosa fotografia del nostro mondo accademico. Dalla lettura del libro Tiné risulta essere stato, nel 1955, socio fondatore dell’Associazione Speleologica Siciliana, struttura presieduta da Luigi Bernabò Brea che gli fece conoscere Giulio Perotti – speleo triestino trasferitosi in Sicilia. Ciò che non si evince dal libro è che si deve alla Commissione Grotte (grazie all’interessamento di Perotti e di Medeot) la ripresa e la prosecuzione delle esplorazioni alle Stufe di San Calogero, a cui il quarantenne Tiné venne invitato. Speleologia parallela: dell’esistenza di questo studioso e della sua opera il mondo speleo è venuto a conoscenza soltanto tramite la Commissione Grotte E. Boegan, cui si era fortunosamente avvicinato nella metà degli anni ’50 del secolo scorso. Quanti altri sono gli studiosi che si dedicano alle ricerche in grotta di cui ignoriamo l’opera e che forse ignorano quanto la speleologia militante potrebbe offrire?

Pino Guidi m s s p rifi pe ch sca vuo

E ora scaviamo nella mia vita… Storia e storie di un archeologo per caso / Santo Tiné, Fondazione Banca del Monte Domenico Siniscalco, Ceci ed., Foggia, 2009, pp. 146.

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