Speleologia n. 66 - giugno 2012

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N Fossili

Quando le grotte raccontano le nostre origini Luana Aimar & Nicola Castelnuovo

L’ampio portale d’ingresso della grotta Liang Bua sull’isola di Flores. Dagli scavi effettuati in questa cavità sono stati portati alla luce gli scheletri di nove individui, tra cui la famosissima Ebu, attualmente considerata l’essere umano adulto più piccolo di cui si abbia conoscenza. (Foto Rosa Cabecinhas & Alcino Cunha – http://www.flickr.com/photos/rosino)

Le grotte sono un ambiente ideale per la conservazione dei resti di origine antropica e aiutano a colmare una notevole lacuna nella documentazione fossile. I reperti che le cavità hanno restituito fino ad oggi, oltre a essere numerosi, si sono rivelati di fondamentale importanza per la ricostruzione dell’evoluzione umana. Ed ogni anno nuove scoperte provenienti da grotte d’Italia e di tutto il mondo riaprono dibattiti mai risolti e pongono ulteriori affascinanti quesiti.

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ecentemente sulla prestigiosa rivista Nature è stato pubblicato uno studio scientifico, frutto della collaborazione internazionale di 13 enti di ricerca. Dal riesame di due denti molari fossili rinvenuti alla metà degli anni ’60 del secolo scorso nella grotta del Cavallo, presso la baia di Uluzzo, in provincia di Lecce, si è potuto di-

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mostrare come i reperti in questione siano da attribuire ad Homo sapiens e non ad Homo neanderthalensis, come si era creduto in precedenza. La datazione al radiocarbonio ha svelato che essi risalgono a circa 45mila anni fa e si tratta quindi del più antico ritrovamento di H. sapiens in Europa; la Puglia conquista dunque il primato che

fino a questo momento era detenuto dalla Romania. I reperti sono associati a strumenti in osso e oggetti ornamentali e decorativi estremamente raffinati per l’epoca, che hanno indotto i paleontologi a coniare il termine di “cultura uluzziana”. Si tratta di un tema estremamente dibattuto dagli specialisti, perché la cultura uluzziana si situa cronologicamente al passaggio dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore, una fase in cui si assiste in Europa alla scomparsa dei Neanderthal e alla diffusione degli H. sapiens in tutto il continente. Prima dello studio dei due molari, la cultura uluzziana era attribuita ai Neanderthal ed era considerata una prova del fatto che essi avevano raggiunto un elevato grado


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