Speleologia n. 66 - giugno 2012

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Recensioni Buone pratiche di conservazione Su questo numero (pag. 5 e 7) abbiamo visto come, a livello globale, si moltiplichino sempre più le iniziative volte a diffondere maggiormente la conoscenza sulla vulnerabilità dei sistemi carsici e sull’impatto che l’uomo lì vi produce. La collaborazione tra organizzazioni speleologiche, amministratori locali ed enti di gestione territoriale infatti, porta ormai frequentemente a individuare azioni comuni per il contenimento degli effetti negativi sull’ambiente carsico e sulle grotte. Un buon esempio pratico è la realizzazione di questa guida rumena sulle “buone pratiche” destinata agli amministratori di territori situati in aree carsiche. Il libretto, realizzato dalla Speleological Association “Exploratorii” di Resita e dalla Regional Environmental Protection Agency di Timisoara, è il frutto di un progetto Life + Natura Program, sulla conservazione e gestione del sito carsico di Semenic – Cheile (Habitat 8310), situato nella zona Sudoccidentale della Romania; cui un’altro opuscolo allegato ne descrive le caratteristiche

Un nuovo libro sull’Ermada Negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso la prima Guerra Mondiale veniva ricordata, in più occasioni, da tutti gli italiani (forse perché era stata vinta da tutti…): erano festa nazionale il 24 maggio e il 4 novembre, giorni in cui gli ex combattenti celebravano le glorie passate e commemoravano i caduti. È passato mezzo secolo, i protagonisti di quella guerra non ci sono più, le feste - complice anche la recessione - sono state cancellate dal calendario ed ora della prima Guerra Mondiale non se ne parla più. O quasi. Perché ora sono in molti che rivolgono la loro attenzione a quel conflitto, ma con altri occhi e con altro spirito. Fra quanti, sul Carso, oggi si interessano a quella guerra ci sono il gruppo Cavità Artificiali della Società Alpina delle Giulie e il Gruppo Ermada VF. Il Monte Ermada è un dosso calcareo con varie piccole cime la cui quota massima raggiunge i 323 metri; dominando la strada e la ferrovia che dalla pianura friulana conducono a Trieste, costituiva il naturale sbarramento all’avanzata delle truppe italiane; era mirabilmente fortificato dagli austroungarici con camminamenti, trincee e soprattutto postazioni e ricoveri in caverna ed ha resistito agli assalti italiani per due anni. Il Gruppo Cavità Artificiali - GCA - della Società Alpina delle Giulie vi ha portato alla luce molti dei manufatti di allora: camminamenti, trincee, bocche di lupo, ma soprattutto caverne di guerra, realizzando un percorso storico-didattico. Il Gruppo Ermada VF ha provveduto a pubblicizzare l’opera del GCA organizzando una mostra (diventata itinerante) con relativo Catalogo Voci di guerra in tempo di pace. Anche se ideato come mero Catalogo della mostra il libro costituisce un documento sui drammatici anni di guerra che hanno insanguinato queste pietraie e può agevolmente essere usato come

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e le azioni individuate per la sua conservazione. Dopo una breve introduzione sulle caratteristiche generali del carso e sua vulnerabilità, la “Good pratices guide” illustra attraverso semplici schede, le attività che impattano sul carso epigeo ed ipogeo, individuando cause (agricoltura, deforestazione, urbanizzazione, speleologia, turismo, ecc…) ed effetti. Per punti seguono poi una serie di azioni possibili per il recupero e la conservazione. È chiaro che la realizzazione di un piccolo vademecum come questo, non è la soluzione del problema, ma già solo concepirlo, produrlo e divulgarlo è già una cosa molto positiva e… paradossalmente quasi inedita! Un esempio che anche l’Editore di questa rivista - e il suo Gruppo di Lavoro specifico - potrebbe realizzare con pochissimo sforzo. Michele Sivelli Good pratices guide for terrain administrators of land situated in karst area / REPA Timisoara, ASE Resita. REPA, Timisoara, 2009, 51 p. + Cd. Preserving management of the 8310 Habitat from Semenic – Cheile Carasului Natura 2000 Site, 23 p. + Cd.

guida iconografica per la visita di quello che rimane dei campi di battaglia Infatti il volume, essenzialmente fotografico, presenta oltre 120 immagini tratte dagli archivi di vari studiosi e appassionati (Pierpaolo Russian, Fulvio Rizzo e Aureliano Barnaba), immagini che ci portano in un mondo lontano cent’anni, ma che pare storia di ieri. All’Introduzione del libro, curata da Mauro Depetroni, seguono diciotto pagine che illustrano la vita delle truppe austroungariche nelle caverne e nelle cave di quel lembo di Carso; altre pagine sono dedicate agli interventi eseguiti per recupero di questi manufatti e a un breve profilo biografico di Flavio Vidonis, lo speleologo che per anni è stato l’animatore dei lavori. Scorci di quanto rimane delle fortificazioni dell’Ermada e un paio di pagine sui cimiteri di guerra Austroungarici ancora presenti sul Carso triestino introducono alle ultime pagine, riservate ai reperti rinvenuti in loco, con preponderanza di materiale austriaco; gli italiani, nonostante il grande impegno e coraggio profusi, qui hanno lasciato sul terreno soltanto dei morti. Voci di guerra in tempo di pace è un’opera che, lontano dalla verbosità in auge un tempo, vede la guerra con altri occhi ed è scritta con altro spirito. Ricorda quell’antico conflitto non con descrizioni di battaglie e conseguenti bilanci di vittorie, morti, feriti, ma con immagini di uomini per mesi costretti a vivere come talpe, portando alla luce la parte più prosaica e meno eroica della guerra, quella che non per codardia ma per comodità si è soliti rimuovere. E particolare non secondario, la guerra vista dalla parte di quelli che erano considerati i nemici. Pino Guidi Voci di guerra in tempo di pace. Il recupero e la valorizzazione delle opere di guerra sul Monte Ermada / a cura del Gruppo Ermada VF, Trieste Stampa & TV, Trieste, 2011, 60 p.


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