N Tempi solcati
Speleologia in Rete. Benvenuta!
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uello che avete tra le mani è il primo numero di Speleologia che supporta l’accesso a contenuti multimediali su Internet. In molti articoli (Ponte Vallone, Glaciospeleologia…) troverete un box con un indirizzo internet ed un codice QR. Digitando l’indirizzo sul vostro computer oppure catturando il codice con il vostro smartphone avrete accesso alle relative pagine sul sito internet della SSI, dove troverete approfondimenti sul tema, come gallerie fotografiche, video, bibliografie estese e altro. In alternativa, potete andare direttamente sul sito SSI, www.ssi.speleo.it e nel menù nella colonna di sinistra Pubblicazioni/”Speleologia” in rete avrete accesso diretto al sommario di questo numero e ai contenuti multi-
mediali. Il programma per la lettura dei codici QR è già presente in molti smartphone e tablet, oppure è reperibile gratuitamente tramite i relativi application store (App Store, Ovi, Play Store … ). Lo spazio cartaceo ha limiti e obblighi dati. L’edizione e la spedizione hanno ovvi limiti di costo da rispettare. La molteplicità di informazioni importanti e contemporanee obbliga a distribuire gli spazi. Pur con i margini dettati dal buon senso, un articolo non può eccedere in battute di testo, immagini e tavole riprodotte. Inoltre, l’attuale possibilità di creare documentazione multimediale e restituzione topografica tridimensionale si scontra con i limiti insiti nella
pagina cartacea. L’estensione web di Speleologia, ovvero Speleologia in Rete è l’opportunità di allargare i confini del reportage, di dare respiro alle narrazioni, di non escludere iconografia importante e topografia utile. Speleologia si pone, così, al centro di un mondo molto articolato che prevede la pagina classica, il sito web, la presenza su Facebook. Speleologia si apre a nuovi reportage, punta a rivolgersi a nuovi lettori. Rimane memoria e identità di SSI, che è molto attenta all’evoluzione dei mezzi e dei canali di comunicazione che offrono reali possibilità di condividere. Sempre con l’intento di fornire strumenti per la comunicazione delle idee e dei racconti esplorativi. Riccardo Dall’Acqua & Max Goldoni
Giunta all’ottava edizione l’iniziativa organizzata in collaborazione con Legambiente
Puliamo il Buio 2012 P uliamo il Buio “una iniziativa della Società Speleologica Italiana” vuole portare una luce nel buio e segnalare in modo puntuale e dettagliato le situazioni di rischio indicando le possibili soluzioni. L’utilizzo di ipogei naturali e artificiali quali discariche abusive è un fenomeno purtroppo molto diffuso. I danni provocati all’ambiente carsico e alle risorse idriche profonde sono incalcolabili. L’evento, organizzato su tutto il territorio nazionale e che coinvolge non solo speleologi, è caratterizzato dalla storica collaborazione con Legambiente e Puliamo il Mondo. Negli ultimi 8 anni contando esclusivamente sull’opera volontaria di centinaia di speleologi si è provveduto alla bonifica di vari siti portando alla luce più di 100 tonnellate di rifiuti di vario genere, sottraendoli così al ciclo delle acque sotterranee. Naturalmente si tratta di una piccolissima frazione
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di rifiuti presenti nel sottosuolo, ma vuole essere un monito ed un segnale d’allarme per le Amministrazioni locali affinché possano essere avviate opere di bonifica vera e propria. Inoltre dal 2005 è attivo il Censimento delle cavità a rischio ambientale, tale censimento vuole fornire una autorevole base di lavoro a tutti coloro che vogliono collaborare alla protezione dell’ambiente e delle (Foto risorse D.Vailati)idriche, alla riduzione dei rifiuti, alla valorizzazione degli habitat naturali e alla lotta alle discariche abusive. Nel corso degli anni l’evento ha visto, proprio in quest’ottica formativa, il coinvolgimento di diverse scolaresche attraverso mostre e eventi presso le loro sedi. Quest’anno la manifestazione è giunta all’ottava edizione e nei giorni dal 28 al 30 settembre si sono svolte iniziative in tutta Italia (1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Trentino, 1 in Veneto, 1 in Toscana, 1 in Emilia Romagna, 2 in Lazio, 1 in Abruzzo, 2 in Campa-
nia, 1 in Molise, 3 in Puglia, 1 in Sicilia) a testimonianza del fatto che il problema delle grotte usate come discariche attraversa tutto lo stivale. La partecipazione degli speleologi è stata numerosa coinvolgendo un centinaio di volontari che hanno raccolto circa una tonnellata di rifiuti. Da segnalare sono alcune iniziative come quella nel Lazio dove gli speleologi al Forte di Monte Antenne, facente parte del comprensorio di Villa Ada, sono stati impegnati nella pulizia del fossato dalle tonnellate di immondizia gettata nel corso dei decenni, ma anche in Friuli Venezia Giulia dove la pulizia di un ipogeo utilizzato come rifugio antiaereo nella II Guerra Mondiale risultava importante per la segnalazione di un proteo (anfibio troglobio estremamente raro e fragile). Per conoscere tutti i numeri dell’edizione 2012 si rimanda al sito www. puliamoilbuio.it Francesco Maurano