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SPLACE Andrea Bosio Giacomo Cassinelli Antonio Lavarello Katia Perini Fabio Valido From space to place, dallo spazio al luogo. E’ attorno a questa idea che cinque giovani architetti genovesi fondano il collettivo artistico SPLACE. Se l’obiettivo centrale e condiviso è quello di aiutare gli spazi urbani a conquistare un’identità, spesso provvisoria, talvolta contraddittoria, ciò permette collateralmente di sviluppare e sperimentare alcuni tra i temi più attuali in campo architettonico: le relazioni con i mezzi di comunicazione, il riutilizzo temporaneo del patrimonio architettonico degradato e abbandonato, le connessioni tra architettura e altri campi artistici. Proprio nella zona grigia dell’ambiguità disciplinare - arte o architettura? allestimento? arredo urbano site specific? grafica tridimensionale? - si colloca l’attività di SPLACE: con l’architettura condivide la materia prima dei progetti, lo spazio, mentre dalle arti visive e sonore provengono gli strumenti concettuali, formali e concreti; gli obbiettivi perseguiti sono estetici e sociali insieme.

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SPLACE è una organizzazione informale, flessibile e aperta che si configura come luogo d’incontro di esperienze diverse; dai percorsi formativi e professionali che caratterizzano ciascuno di noi convergono nel gruppo competenze variegate e complementari, dalla fotografia alla grafica digitale, dalle conoscenze tecnologiche all’interesse per le questioni storiche e teoriche.

Andrea Bosio Si laurea presso la facoltà di architettura di Genova nel 2007 con una tesi di ricerca sullo spazio pubblico. I suoi lavori di fotografia sono stati esposti in diverse città italiane, a Parigi e a Berlino. Nel 2009 è selezionato per un’esposizione collettiva presso Annexe Gallery a KualaLumpur. Attualmente collabora con alcuni studi di architettura come fotografo lavorando contemporaneamente su progetti personali di ricerca ed indagine sul territorio. Giacomo Cassinelli Laureato in architettura con Lode, progettando un insediamento eco-sostenibile, si iscrive all’Albo dei Certificatori Energetici della Regione Liguria e degli Architetti della Provincia di Genova dal 2007. Approfondisce il tema dell’architettura bioclimatica con la ricerca di dottorato, i cui risultati sono pubblicati in diversi articoli, e con l’attività professionale di consulente e progettista. Realizza ed allestisce mostre, anche con i musei di arte contemporanea di Genova e Vado Ligure, ed esposizioni personali di fotografia. E’ redattore della rivista PdA. SPLACE

Antonio Lavarello Si laurea in Architettura presso l’Università di Genova con una tesi sul rapporto tra architettura e contesto storico. Tra il 2004 e il 2008 partecipa a workshop internazionali in Portogallo, Svizzera e Turchia. Nel 2005 vince una borsa Erasmus presso l’ETSA di Granada. Dal 2006 collabora con lo studio Lavarello di Genova occupandosi prevalentemente di progettazione architettonica. In campo architettonico è interessato alle relazioni città-architettura, tradizione-contemporaneità, edificio-spazio pubblico. Collabora dal 2009 alla didattica in corsi di progettazione architettonica e storia dell’architettura presso la facoltà di Architettura di Genova.

Fabio Valido Si laurea nel 2008 alla Facoltà di Architettura di Genova con una tesi di ricerca e sperimentazione sul rapporto tra architettura e spazialità videoludica. Formazione artistica, si concentra sull’utilizzo del mezzo informatico nel progetto d’architettura, i metodi per la composizione e la produzione di immagini per l’architettura. Affianca all’attività di libero professionista (Studio Benelli nel 2006, OBR Open Builng Research dal 2008 al 2010, Frigerio Design Group dal 2010 ad oggi) alla collaborazione alla docenza del Laboratorio di Progettazione (prof. Farinato, Università di Genova).

Katia Perini Si laurea con lode alla Facoltà di Architettura di Genova nel marzo 2008, con una tesi di ricerca e progettazione dal titolo “Il verde come componente architettonico”. Nel corso degli studi si inseriscono numerose esperienze all’estero in Australia, in America ed in Spagna. Collabora dal 2006 con diversi professionisti. Dal gennaio 2009 svolge attività di didattica e di ricerca, su temi inerenti la sostenibilità ambientale e l’integrazione di vegetazione nel costruito, presso la Facoltà di Architettura di Genova con una borsa di studio di dottorato. Svolge, da settembre 2010 a febbraio 2011, un periodo di ricerca presso la Delft University of Technology (Olanda).

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PLAY Primo premio concorso “Basamenti” Piazza Matteotti, Genova, ottobre 2011 Da sempre il gioco rappresenta uno strumento fondamentale per la conoscenza e la conquista dello spazio urbano da parte del bambino: il cortile e il quartiere, il marciapiede e la piazza principale diventano luoghi conosciuti e rassicuranti attraverso partite a calcio e canestri improvvisati: il carattere pubblico della città, il suo essere teatro di relazioni complesse e variegate entra dunque in contatto per la prima volta con l’esperienza umana proprio per mezzo delle attività ludiche. Eppure la città contemporanea pare aver perso la capacità di accogliere al proprio interno le scorribande di bambini e adolescenti, i centri storici diventano di giorno in giorno più freddi, asettici, ordinati, puliti trasformandosi in musei - o centri commerciali, nell’ipotesi peggiore – all’aperto, dove le grida e le corse dei bambini disturbano, creano confusione, rumore e fastidio. Rifiutando il gioco la città perde un fattore fondamentale di dinamicità e vitalità, con un danno che non è solo sociale ma che possiamo considerare estetico a pieno titolo.

seppur con ironia, farne un monumento; vuol dire restituire all’attività ludica il ruolo che essa dovrebbe ricoprire nello spazio urbano, richiamarne l’importanza sociale ed estetica, riservarle un luogo privilegiato proprio laddove la città rischia di farsi riserva per turisti, vetrina luccicante e senza vita. Due grandi cilindri trasparenti, riempiti di centinaia di palloni colorati, vengono collocati sulla coppia di basamenti: presenze fisiche inaspettate, fresche, variopinte che si staccano dal rigore classico della facciata di Palazzo Ducale, funzionano come veri e propri distributori che si trasformano con il tempo svuotandosi di colore e lasciando apparire una struttura asciutta e lineare. PLAY è gesto artistico e servizio pubblico, monumento e strumento, estetica e funzione.

“PLAY - Prendi la palla al balzo” prende le mosse da tali considerazioni e dalle opportunità simboliche che offrono i basamenti di piazza Matteotti: collocare uno strumento di gioco su un piedistallo significa, seppur temporaneamente, 6

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TUTTA MIA LA CITTÁ ? Settima Giornata del Contemporaneo Palazzo Ducale, Genova, ottobre 2011 “Tutta mia la città?” è un’installazione temporanea realizzata nel Cortile Maggiore del Palazzo Ducale di Genova e presentata in occasione della “Settima Giornata del Contemporaneo” promossa da AMACI in collaborazione con l’Associazione Culturale “Profondità di Campo”. Il progetto rappresenta una provocazione estetica, una visualizzazione critica delle questioni relative all’utilizzo ed alla gestione degli spazi pubblici. Spesso non è la mancanza di spazi liberi ad affliggere la città contemporanea, quanto la qualità degli stessi, l’essere solo nominalmente e formalmente pubblici e non sostanzialmente e concretamente. Politiche di privatizzazione, accessibilità garantita solo in alcune ore del giorno e negata ad alcune categorie di cittadini (pensiamo ai disabili, agli anziani, ai bambini), incuria da parte della Pubblica Amministrazione così come dei cittadini stessi, mancata progettazione: questi sono solo alcuni dei problemi che di fatto impediscono che uno spazio pubblico venga davvero utilizzato e vissuto dagli abitanti. Senza uso non esiste identità, senza identità uno spazio mai diventerà un luogo.

verde pubblico della quale si può solamente, con difficoltà, percepirne la presenza attraverso anguste fessure. Giro attorno, cerco un varco, mi affaccio dalle feritoie, scorgo altre persone di fronte a me nella mia stessa situazione. Delusione e un poco di rabbia, stupore e frustrazione. Il muro di cemento svolge il ruolo che tutti i recinti finiscono per ricoprire: protegge e preserva, ma soffoca il colore dell’erba e priva lo spazio della vita che gli sarebbe propria. E’ ancora verde? E’ ancora pubblico?

L’installazione è stata auto-costruita in una giornata di lavoro. I blocchi “Leca” sono stati prestati da un fornitore di materiali edili in qualità di sponsor tecnico e restituiti dopo lo smontaggio; i muri sono stati assemblati a secco e tenuti in pressione per mezzo di cinghie da imballaggio che attraversavano il muro per tutta l’altezza. Il tappeto erboso a rotoli, sopravvissuto ai due giorni di arsura cittadina, continua a verdeggiare nel piccolo giardino di una casa sulla Riviera Ligure.

Il prato intercluso collocato al centro del cortile è un ossimoro che si materializza: un luogo di incontro dal quale si resta esclusi, una porzione di 10

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I ♥ MADDALENA Presentazione del Progetto Integrato Territoriale Maddalena, Genova, maggio 2011 L’installazione realizzata per la presentazione di alcuni progetti di riqualificazione urbana, in occasione della Fiera della Maddalena, sottolinea la coincidenza tra contenuto e contenitore. L’edificio che ospita l’esposizione – un bar recentemente dismesso - è infatti esso stesso oggetto del più importante tra gli interventi presentati al pubblico, che ne prevede la trasformazione in una scuola materna. Inoltre l’intreccio tra contenuto e contenitore prosegue nel trattamento degli spazi interni dove ha luogo l’allestimento, le cui pareti vengono completamente ricoperte da riproduzioni degli elaborati grafici dei progetti in esposizione. I disegni utilizzati come rivestimento perdono il proprio carattere descrittivo per diventare una texture astratta e dar vita ad un ambiente neutro. L’illustrazione e la divulgazione al visitatore avvengono invece attraverso un grande book collocato su un tavolo da lavoro. Al pubblico viene offerta la possibilità di lasciare impressioni, richieste, critiche riguardanti il futuro del quartiere per mezzo di post-it da attaccare sulle pareti, che diventano così parte dell’allestimento trasformandolo ed arricchendolo.

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CITYVOICE Sala Dogana, Palazzo Ducale Genova, novembre 2010 Cityvoice è stata progettata e realizzata da Splace in occasione dell’inaugurazione di Sala Dogana, un nuovo contenitore della creatività artistica genovese dove le energie culturali, in particolare quelle espresse dai giovani, sono invitate a convergere, addensarsi, mescolarsi e soprattutto rivelarsi al resto della città. Lo scopo dell’installazione è quindi quello di presentare questo spazio espositivo al pubblico genovese e di sottolinearne la vocazione ad essere luogo dove l’arte si racconta alla città, o meglio ancora dove la città parla a sé stessa attraverso l’arte. La metaforica “voce della città” viene materializzata nei tanti suoni che quotidianamente riempiono e rendono vivi gli spazi genovesi. Decine di registrazioni, dai rumori che la natura insinua nel regno dell’artificiale – il vento, il mare – al fragore che provoca il traffico automobilistico, dal gridare confuso e insieme espressivo del mercato alle animate conversazioni all’interno di un bar, vengono selezionate, raccolte e riprodotte dando vita ad un sistema non solo sonoro ma estetico in senso più ampio. L’impianto di riproduzione diventa strumento di configurazione spaziale con i cavi e le casse acustiche che in piazza Matteotti si aggrovigliano a formare una matassa colorata e rumorosa che mescola insieme tutte le tracce audio, mentre all’interno gli stessi cavi attraversano i diversi 18

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ambienti della Dogana descrivendo traiettorie sempre nuove: ora scorrono paralleli lungo la parete, ora si torcono su un piano inclinato che fende lo spazio, ora si separano gli uni dagli altri, rimbalzando più volte sulle pareti e sul soffitto e lasciando pendere, come tanti frutti, una miriade di cuffie corrispondenti ad altrettante postazioni d’ascolto individuali dove le diverse tracce audio sono chiaramente percepibili nella propria singolarità. La città entra così nella sala Dogana e se ne appropria non solo attraverso i propri suoni, ma più concretamente per mezzo dei cittadini stessi i quali, incuriositi dalla presenze simboliche del groviglio di cavi all’esterno e delle bobine, vengono guidati dai cavi ad entrare nel nuovo spazio espositivo. Cityvoice è un rumoroso filo di Arianna che seducendo e catturando chi passa per una piazza centrale e frequentata lo conduce a conoscere un nuovo luogo.

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TRUTHEHOLE Festival des Architectures Vives Montpellier (Fr), giugno 2010 Ogni anno una decina di giovani progettisti vengono selezionati per il “Festival des Architectures Vives” tramite un bando di gara a livello internazionale e incaricati di progettare e realizzare installazioni temporanee all’interno di altrettanti cortili di antichi palazzi del centro storico di Montpellier. Ciascuna edizione è caratterizzata da un tema comune sul quale i partecipanti sono chiamati a confrontarsi; per il 2010 il tema è stato “Ombre et lumière”, ombra e luce. SPLACE è stato selezionato fra più di 170 candidature provenienti da tutto il mondo. Truthehole si configura come una macchina fotografica a scala umana, nella quale i visitatori possono entrare e circolare. Utilizzando il principio ottico della camera oscura vengono proiettate all’interno di un ambiente immerso nel buio immagini del palazzo nel quale l’installazione è collocata, immagini che sono per loro natura vive e dinamiche, costituite da un fascio di fotoni che connette continuamente l’osservatore alla realtà. Ad effetti suggestivi – la conformazione irregolare degli spazi distorce le proiezioni provenienti dall’esterno, già di per sé capovolte in virtù delle leggi ottiche – si accompagna un ricco portato simbolico, che va dall’inversione del naturale rapporto tra luce ed ombra (qui l’oscurità diventa 24

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condizione necessaria alla percezione), ai richiami al mito della caverna di Platone, sino ad una metaforica critica al mondo dell’architettura contemporanea, dove più che la realtà fisica dell’edificio conta l’immagine che il pubblico riceve dai media. Inoltre la struttura è esternamente rivestita di materiale riflettente, scomparendo nell’immagine speculare e frammentata di ciò che la circonda; dal punto di vista concettuale il buio interno rappresenta il risultato della completa riflessione da parte dell’involucro, che sottrae tutta la luce tranne quella che penetra attraverso i cosiddetti fori stenopeici: una porzione infinitamente piccola che contiene in sé l’infinitamente grande del mondo esterno.

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CHAIRS FOR ALL Genova, marzo 2010 Sedersi è fermare il movimento vorticoso del tempo, liberando la mente dalla fatica del perpetuo errare per aprirsi alla relazione con sé stesso e con l’altro. Sedersi è essere accolti da un luogo nel senso più fisico e concreto: la forma dello spazio offre sé stessa alla stanchezza del nomade. La città, troppo spesso deliberatamente, nega ai corpi ogni possibilità di riposo, rinunciando al proprio compito primario: accogliere l’uomo. Chairs for all è un’installazione artistica e insieme un atto critico, etico e politico. Decine di sedie - semplici fino allo stereotipo e bianche di ingenuità – compaiono d’improvviso laddove l’amministrazione pubblica ha scelto di non collocare, o addirittura di rimuovere, un adeguato sistema di sedute. Si tratta di luoghi anche molto significativi per la città di Genova: il gesto di guerriglia estetica messo in opera da Splace trasforma lo spazio, utilizza le armi dell’ironia e del paradosso per denunciare un problema sociale e giunge ad offrirsi, apprezzato seppur precario e parziale, come servizio alla cittadinanza.

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LIGHT UP THE SPACE Genova, aprile 2010 Fare luce su un luogo. Svelarne la problematicità e insieme accendere realmente di luce il buio ostile che lo avvolge. Metafora e situazionismo si incrociano in questa azione di guerriglia luminosa, allo stesso tempo sfacciata e clandestina. Il teatro dell’esperimento sono due spazi pubblici genovesi diversi per genesi e forma ma ugualmente trascurati dall’urbanistica come dalla politica: una piazza trionfale di epoca fascista trasformata in parcheggio e una zona verde risalente agli anni settanta, mai davvero fatta propria dai cittadini. Decine di luci al neon sono state collocate in questi luoghi centrali eppure marginali, disponendosi come fossero particelle elettriche soggette al magnetismo dello spazio urbano: ora addensate dalla rigida simmetria di piazza della Vittoria, ora sparpagliate dalle tensioni caotiche dei giardini Baltimora, una frattura urbana che pare un campo di battaglia tra parti di città.

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IN/COMUNICAZIONE Scalinata Borghese Genova, ottobre 2009 Quaranta giovani artisti, provenienti dai diversi campi disciplinari dell’architettura, della musica e delle arti visive si incontrano affrontando il tema condiviso dell’incomunicabilità attraverso un workshop multidisciplinare e un’esposizione conclusiva. Ad ospitare il laboratorio e la mostra è un edificio dei primi del secolo scorso, abbandonato da più di quarant’anni e in avanzato stato di degrado. SPLACE ha ideato un allestimento che non rappresenta solo una cornice per le opere d’arte presentate, ma costituisce una riflessione sulle relazioni tra spazio architettonico e comunicazione, configurandosi al tempo stesso come contenitore e contenuto. Autocostruito con materiali a basso costo per far fronte alle limitate risorse economiche disponibili, il progetto di SPLACE frammenta la grande sala di Scalinata Borghese attraverso diaframmi candidi e luminosi, dando vita ad una griglia omogenea, neutra, razionale e labirintica al tempo stesso, capace di assorbire tanto il degrado fisico dell’edificio quanto la grande varietà estetica che contraddistingue gli interventi degli artisti: un silenzio bianco e lattiginoso per attutire il rumore caotico della realtà. Tante celle quanti sono le opere d’arte, tanti mondi separati, un percorso di visita non univoco ma complesso e vagamente 38

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inquietante, fino alla sorpresa: una scala seminascosta, dieci gradini da salire con un po’ di timore e la vista si apre sullo spazio unitario, quasi basilicale; il labirinto diventa griglia cartesiana, l’architettura liberty si svela e ciò che prima era incomunicabilità si fa completa comunicazione di un luogo, di un’idea, di un progetto.

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100% STAIRS Lyon (Fr), marzo 2008 Sviluppare una forma complessa attraverso la ripetizione variata di un oggetto elementare: cento scale metalliche assemblate sotto il controllo severo di un algoritmo che ne regola posizione e inclinazione diventano scultura, architettura e persino poesia; il risultato di tale processo creativo è straordinariamente astratto e al tempo stesso capace di richiamare suggestioni figurative provenienti dalla biologia come dall’ingegneria. 100% Stairs, ideato e realizzato nell’ambito di un Laboratorio di Scultura presso l’Ecole d’Architecture de Lyon, mescola così costruzione ed estetica, progetto ed esperimento, ironia e rigore geometrico.

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Review Progetti/Installazioni Ott. 2011, Genova, p.zza Matteotti PLAY - PRENDI LA PALLA AL BALZO - Primo premio al concorso “Basamenti” Ente promotore: Sala Dogana Due grandi cilindri trasparenti, riempiti di centinaia di palloni colorati, vengono collocati sulla coppia di basamenti: gesto artistico e servizio pubblico, monumento e strumento, estetica e funzione.

Mar. 2011, Genova 65 M3 - Concorso di idee per la realizzazione di un simbolo urbano dedicato al container Ente promotore: Rotary Club Genova Dal vuoto alla forma, dal volume allo spazio abitato, da opera d’arte a luogo urbano. Un container, 65 metri cubi di spazio pubblico, di persone, di idee, di sentimenti, di vita.

Lugl. 2010, Genova, Torre Quezzi TORRE QUEZZI - Proposta di allestimento e gestione artistica Ente promotore: Agenzia del Demanio di Genova Una fortificazione ottocentesca in rovina diventa il pretesto per immaginare e proporre un luogo che è insieme osservatorio sulla città, officina di idee e contenitore per installazioni, performance e seminari.

Ott. 2011, Genova, Palazzo Ducale TUTTA MIA LA CITTÁ ? - Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo Ente promotore: AMACI Il prato intercluso collocato al centro di un cortile di cemento è un ossimoro che si materializza: un luogo di incontro dal quale si resta esclusi, una porzione di verde pubblico della quale si può solamente, con difficoltà, percepirne la presenza.

Nov. 2010, Genova, Sala Dogana CITYVOICE - Installazione spaziale e sonora Ente promotore: Palazzo Ducale, Comune di Genova La metaforica “voce della città” viene materializzata nei tanti suoni che quotidianamente rendono vivi gli spazi genovesi, mentre l’impianto audio diventa un colorato strumento di configurazione dello spazio.

Giu. 2010, Montpellier (FR) TRUTHEHOLE - Installazione artistica partecipante al Festival des Architectures Vives - Menzione speciale Ente promotore: Ass. Champe Libre - Montpellier Una macchina fotografica a scala umana diventa luogo di sogni e scoperte, dove niente è ciò che sembra: la caverna di Platone si incrocia con una critica metaforica dell’architettura contemporanea.

Mag. 2011, Genova, Ex Sir Drake I ♥ MADDALENA - Presentazione del Progetto Integrato Territoriale Maddalena Ente promotore: Job Centre, Comune di Genova L’intreccio tra contenuto e contenitore per l’allestimento di un’esposizione di progetti di riqualificazione urbana in occasione della Fiera della Maddalena.

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Sett. 2010, Gambach (CH) 300 - Progetto selezionato per la fase finale del “Concours de l’oeuvre artistique du Nouveau collège de Gambach” Ente promotore: Service des batiments du Canton de Fribourg - Svizzera Fare arte senza imporre una forma, fare architettura senza costruire: trecento sfere colorate sono offerte agli studenti come sedute mobili, stimoli per la creatività, sfondo percettivo sempre mutevole.

Mar. 2010, Genova CHAIRS FOR ALL - Installazione artistica per gli spazi pubblici genovesi Sedersi è essere accolti da un luogo nel senso più fisico e concreto: la forma dello spazio offre se stessa alla stanchezza del nomade. Chairs For All restituisce alla città quelle sedute che le sono state tolte da un’amministrazione disinteressata.

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Apr. 2010, Genova LIGHT UP THE SPACE - Installazione artistica per gli spazi pubblici genovesi Metafora e situazionismo si incrociano in questa performance di guerriglia luminosa; un’azione sfacciatamente clandestina accende la luce su luoghi di scontro tra parti di città. Ott. 2009, Genova, Scalinata Borghese IN/COMUNICAZIONE - Progetto e realizzazione dell’allestimento per una mostra interdisciplinare di giovani artisti genovesi Ente promotore: Gruppo Viziano, Comune di Genova, Assessorato alla cultura All’interno di uno spazio ottocentesco abbandonato viene realizzato un’allestimento labirintico e dispersivo: luci e teli bianchi purificano l’ambiente dove architettura, musica e arti visive si possono finalmente confrontare. Ott. 2009, Genova, Scalinata Borghese IN/CONTRO - Installazione/performance artistica sullo spazio pubblico Una serie di fotografie mostrano spazi pubblici inutilizzabili perchè mal progettati. Coppie di sedie, legate sul retro, rappresentano l’impossibilità di relazione.

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Ott. 2009, Genova, Scalinata Borghese IN THE BOX - Installazione riguardante le relazioni tra comunicazione e architettura Scalinata Borghese, Genova Una stanza bianca e neutra contiene costellazioni di idee riguardanti il rapporto tra i media e l’architettura; la ricerca teorica del gruppo viene condivisa e accompagnata da immagini, video e audio. Mag. 2008, Ovada TROVADA - Progetto vincitore nel concorso Ovadaporte, Ovada (Al) Ente promotore: Comune di Ovada Una struttura flessibile, leggera e modulare si propone come risoluzione estetico-funzionale di un contesto caratterizzato da snodi urbani, quasi a suggerire un’interpretazione “diffusa” del concetto di porta urbana. Mar. 2008, Lyon (FR) 100% STAIRS - Installazione artistica Ente promotore: Ecole d’Architecture, Lyon (Fr) Cento scale metalliche assemblate sotto il controllo severo della geometria diventano scultura, architettura.

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Lezioni/Conferenze/Premi Lug. 2012 ARCHITEKTUR! Racconti di architettura contemporanea tra Italia e Germania Incontro e dibatti con lo studio tedesco RaumlaborBerlin sul tema AZIONI URBANE Ente promotore: Museo MAXXI

Giu. 2010 FESTIVAL DES ARCHITECTURES VIVES Menzione d’onore della giuria per il progetto Truthehole Ente promotore: Association Champ Libre, Montpellier (FR)

Lug. 2012 FUTURE CITIES Planning for the 90 per cent Selezione del progetto “Down Plastic Town” per l’esposizione a Venezia durante la XIII Biennale d’Architettura del 2012 Ente promotore: Celeste.Network

Lug. 2009 ARCHITETTURA IN/COMUNUCAZIONE Conferenza riguardante il rapporto tra il rapporto tra media e architettura Ente promotore: Circoscrizione Medio-Levante di Genova

Giu. 2011 COSTRUIRE NEL COSTRUITO / ARCHITETTURA A VOLUME ZERO 1° premio nella categoria “Opere realizzate” con il progetto Truthehole. Seminario di Architettura e Cultura Urbana Ente promotore: Università di Camerino Dic. 2010 AILAIKDISPLEIS Conferenza in “Gli architetti che saremo” Ente promotore: Facoltà di Architettura di Genova

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