![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/df2053b26875d8a500a803f000e0ab95.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
12 minute read
NOTIZIE DAL MONDO
from Tsport 347
Immagini pubblicate da Club Atletico River Plate Il progetto di restyling del Monumental Stadium del River Plate di Buenos Aires, Argentina, nasce con un obiettivo ben preciso, ovvero farlo diventare lo stadio con la capienza maggiore di tutto il sud America. Saranno in totale 57.722 posti a sedere e 23.728 posti in piedi, ottenuti grazie a una nuova gradinata più vicina al campo di gioco. Anche le tribune inferiori saranno rinnovate per garantire una visione migliore del gioco. Il club argentino River Plate di Buenos Aires dispone del primo e unico campo da gioco in erba ibrida con sistema di areazione e riscaldamento di tutto il Paese. Con i lavori al Monumental Stadium si realizzeranno: restyling completo delle tribune inferiori; 180 palchi esclusivi; 926 posti hospitality; un ristorante aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, mobilità a 360 gradi nei box, 3 nuovi livelli di parcheggio; un nuovo Istituto scolastico del River Club. La prima parte della seconda fase dei lavori ha coinvolto la tribuna inferiore del Centenario, dove sono stati fatti i progressi più corposi e i palchi del Centenario, dove saranno costruiti 30 palchi e un ristorante sempre aperto con aree indoor e outdoor, affacciati sul quartiere River e sul campo da gioco, con nuovi spazi di circolazione. I lavori sono in corso anche alla tribuna inferiore Sivori e alla Belgrano; alla tribuna inferiore San Martin saranno posizionati a breve i seggiolini. Il nuovo branding del club comprende diverse tonalità di grigio come colore complementare a bianco, rosso e nero che rappresentano il River Plate. Per l’intero design del Monumental Stadium del River Plate è stata scelta una tonalità di grigio, seguendo la tendenza dei più importanti stadi del mondo tra cui il Tottenham Hotspur, il Santiago Bernabeu, il Sofi, l’Allegiant, l’AT&T e l’Areia da Baixada. Il colore scelto per il restyling del Monumental Stadium si basa su una strategia di marca che mira a trasmettere modernità e spazio, raggiungendo uno stile e un design più pulito. Il grigio richiama il cemento che fa da base allo stadio stesso e inoltre tale colore consentirà un risparmio a medio termine, poiché più duraturo rispetto ad altri in termini di resistenza ai raggi UV.
Advertisement
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/0e3a8180af4c86705753c8ea13dc8c5e.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/cc9c3bd3c3690041a6e1fadf14d9767c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
(foto Fulvius Bsas)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/4a1604f517d0fa8c8130e313ede47f7a.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/3a9ddf4a1a29dac50d76b90c45f1a68f.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Il futuro della Vela di Calatrava: dal Giubileo 2025 a Expo 2030
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/6f3b754c3abab04d282cd9e3e7b7ec41.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
In alto l’area della “Città dello Sport” vista da Google Earth. Sotto, immagini tratte dal dossier “Expo 2030”. Da un lato l’inesauribile voglia di “grandi eventi”, dall’altro l’imbarazzante presenza dell’incompiuta Vela a Tor Vergata, ed ecco che nasce una nuova ipotesi sul futuro di quel che resta della mai nata Città dello Sport. La “Vela” bianca che troneggia nel deserto della campagna romana, come è noto, risale al progetto che nel 2005 era stato affidato all’archistar Santiago Calatrava per un campus (impianti sportivi ma anche laboratori, alloggi per studenti) al servizio dell’Università di Tor Vergata, cui apparteneva l’area. Con l’assegnazione a Roma dei Mondiali di nuoto 2009 si decise di ampliare il progetto per ospitare anche uno stadio del nuoto. I costi raddoppiano, i lavori rallentano, i Mondiali vengono dirottati sugli impianti del Foro Italico: lo scheletro della prima “Vela” (delle due in progetto) rimane fermo come lo vediamo oggi. Considerato quanto è costata fino ad oggi, e quanto altro costerebbe completarla, l’opera è stata soggetta, negli anni, a proposte di natura opposta: dal portare avanti il lavoro e candidarsi a Olimpiadi future, al demolirla vendendone le parti come rottami. Penultimo obiettivo, farne un luogo di riferimento per il Giubileo del 2025: mancano però solo due anni e mezzo, non è detto che si riesca a trasformarla in tempo. Infine, durante l’Expo di Dubai nel dicembre 2021 viene ufficializzata la candidatura di Roma a Expo 2030: e lo scorso 7 settembre il sindaco Gualtieri ha portato a Parigi il dossier (618 pagine) sul quale si esprimerà l’assemblea del Bureau International des Expositions nel novembre 2023, scegliendo la sede fra i (pochi) candidati. Roma dovrà vedersela con tre città che hanno storie e motivazioni del tutto particolari: Riad (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Odessa (Ucraina). Certo dopo il successo di Milano 2015, e dopo aver rinunciato alle Olimpiadi, Roma ha voglia di riscattarsi con un “grande evento” - anche se le altre città del mondo sembrano oggi un po’ titubanti ad affrontare i costi e le incertezze che questi nascondono. Nel 2025 sarà il turno di Osaka, mentre possiamo osservare che Riad non ha certo problemi economici, la Corea del Sud è un Paese in crescita, e Odessa al momento ha i suoi ben noti problemi. Fatto sta, che Roma presenta un corposo dossier predisposto da nomi quali Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, guidati da Matteo Gatto che già ha lavorato su Milano 2015. In questo progetto, dal tema "Persone e Territori; rigenerazione, inclusione e innovazione", l’area di Tor Vergata torna sotto i riflettori con al centro la Vela di Calatrava: leggiamo che il sito delle Vele diventerà “il padiglione "All together/Alt together", composto da due grandi arene, uno spazio per raccogliere e rilanciare le aspirazioni di tutto il mondo, confrontandole e immaginando scenari e soluzioni”.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/05877270133e6ef9e4c63d95719fc8e2.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/316f5e72c603edaa511eafb2735697e7.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Attorno sarà creato un grane Parco Solare con 150.000 mq di superficie fotovoltaica e una capacità produttiva di 36 MWp. I comunicati stampa riportano che "La strategia alla base della costruzione dei padiglioni è basata sul principio di circolarità, per garantire la sostenibilità generale dell’evento, progettando l’Expo ed il post-Expo contemporaneamente, con la possibilità di lasciare il proprio contributo anche per gli anni futuri". Al momento non è ancora chiaro quale sarebbe, dopo l’Expo, il futuro della Vela. L’area è stata ceduta, dall’Università al demanio dello Stato; si conta sull’arrivo di 23,6 milioni di visitatori in 6 mesi. Dopo di che, possiamo solo riportare una dichiarazione del Sindaco, risalente al marzo scorso quando ha presentato il programma per il Giubileo: “L'obiettivo è che la vela possa svolgere un ruolo nel Giubileo come polo di accoglienza per alcuni grandi eventi. Poi che possa far parte dell'Expo e infine nel futuro del post Expo. La vocazione sarà mista: scienza, salute e sport. Come si combineranno e quale sarà il progetto architettonico finale è oggetto di un lavoro in corso”. Che aspettiamo di vedere.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/b4449c8c4f175712abb80c0108281655.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/eba6e1fb8e795fef26abcbc29ad80360.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Il nuovo Bernabèu con l’erba retrattile made in Italy
(foto Limonta Sport) Dal design futuristico al campo che “scompare”, il nuovo Santiago Bernabèu sarà lo stadio più tecnologico del mondo. L’esterno sarà impreziosito da una serie di pannelli illuminati di notte conferendo alla struttura le sembianze di una vera e propria astronave con tanto di copertura semovente. Ma la vera chicca è l’interno: il rettangolo di gioco in erba ibrida potrà “svanire”. Grazie a un sistema di vassoi retrattili, che scorrono su rotaie e “ascensori”, il manto erboso potrà essere spostato in un garage sotterraneo a più piani, dove vivrà praticamente la maggior parte dei suoi giorni in un ambiente protetto, una vera e propria serra climatizzata, sotto l’attuale superficie di gioco. Nella “grotta” del Bernabèu, profonda fino a 35 metri, per curare e mantenere il campo e permettere all’erba di crescere come se si trovasse all’aria aperta, saranno presenti un sistema di ventilazione e uno di irrigazione e fertirrigazione, aria condizionata, camminamenti laterali di manutenzione, illuminazione a led, telecamere di controllo e un sistema di prevenzione malattie con trattamento a ultravioletti (UVC). Il prato vanta il marchio Made In Italy: si tratta infatti del sistema Mixto®, firmata Limonta Sport e Rappo srl, adottato per la settima volta dal Real Madrid. La posa è stata completata in sole 3 nottate, dal 21 al 23 agosto, a temperature proibitive, prossime ai 40°.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/e02dcef3d963bae8f40c8ba3aba6f318.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/6f9439d83a353b23c2f0a90b63e9fdbc.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/dec70a9cbb06648c42baff6d2c7d77ef.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Un concorso per la Riapertura dei Navigli di Milano
In alto il navoglio a San Marco negli anni ‘20. Sotto, dall’alto e da sinistra: tavola dal progetto vincitore; estratti dal secondo e dal terzo premio; Il vincitore del PF Award e il vincitore dello Student Prize. Si chiama RE-CONNECT il progetto vincitore del concorso internazionale per la riapertura della cerchia interna dei Navigli di Milano, chiusa ormai da 93 anni. I partecipanti del concorso avevano il compito di concepire la Milano del futuro immaginando un rapporto simbiotico tra la città e gli storici Navigli. L'obiettivo del concorso è stato quello di proporre e dare visibilità a possibili soluzioni e spunti sulla riapertura dei Navigli non come fatto a sé stante ma nell'ottica di trasformare Milano, migliorandone la qualità urbana e la vivibilità, seguendo un percorso già intrapreso in molte grandi città d'Europa. Le proposte del concorso dovevano concentrarsi sugli aspetti ambientali della progettazione per migliorare la sostenibilità urbana con un design ecologico, mobilità e relazioni tra acqua e spazi urbani. Buildner Architecture Competitions (ex Bee Breeders), con i partner Associazione Riaprire i Navigli e Primitivo Studio, ha collaborato con una giuria internazionale per valutare le proposte ricevute da tutto il mondo. Distingue il progetto vincitore l’insieme di approcci strategici alle tante occasioni cittadine che richiedono una soluzione. Le migliori pratiche in città sull’acqua come Amsterdam e Venezia riecheggiano nell’atmosfera milanese. La sede stradale viene ripensata da zero, con razionalità. Conca dell’Incoronata si trasforma in un luogo vibrante dove l’acqua emerge come protagonista. Gli autori del progetto RE-CONNECT - Shuangyun Chen (China), Stefano Agliati e Raul Martinez Medina (Messico) - propongono una rete di superblocchi in cui una rete stradale “declassata” produce spazio verde e pedonale. Milano è una città vivace, divisa dal traffico: diversi nodi vitali sono spezzati in un arcipelago che ha deboli relazioni, separati da un network dominato dalle automobili. La riapertura dei Navigli e il traffico possono coesistere solo se il sistema di trasporto viene ricondotto a un livello “declassato”. Perciò, le auto vengono favorite solo in un paio di arterie principali: un network di strade sotterranee regala nuovi spazi al verde e ai pedoni. Una nuova struttura ad anello porta un nuovo potenziale per il biosistema cittadino e nuovi modi per vivere la città, oltre a spazi per i residenti che vogliono scappare dall’affollata città.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/1d83a55a6f74b24ffce27116daede88b.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/54ffbde347da7ca553b6e50e2f0564c2.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/d87278bb929e7121a0f8760c2795821a.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/3c01626973ff0fb23e29cbbf8f1f3c99.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/ff08429d7096d5190b8ec5b38c70d836.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/70558bebdb4c29755bc80c98bbbb9f34.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Le città del Mondiale 2026
Lo stadio Azteca di Città del Messico e il BMO Field di Toronto (Canada). Il 16 giugno scorso sono state scelte ufficialmente le 16 città che ospiteranno i Mondiali 2026 di calcio, torneo che per la prima volta nella storia presenterà un format a 48 squadre e verrà co-organizzato da tre Paesi: Canada, Messico e Stati Uniti. Più esattamente denominato “Coppa del mondo FIFA United 2026”, il Mondiale sarà la ventitreesima edizione del torneo tra le nazionali di calcio e si svolgerà in tre Stati delle Americhe, in quanto la FIFA aveva chiesto di non proporre candidature da Europa e Asia. L’altra candidatura, oltre le Americhe, era stata quella del Marocco, battuta al voto finale del 68º Congresso FIFA tenutosi a Mosca il 13 giugno 2018. Per la seconda volta, dopo l'edizione 2002, la fase finale del torneo verrà ospitata da più di una nazione, e il primo ad
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/4f8af85f96fc1eb27bb2b8d05fabb7ed.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/d47d592adbb713fe953c7cd036d6c997.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/3fe23142f17e5083288578b974eba7d2.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Il BC Place di Vancouver e il SoFi Stadium di Los Angeles. essere ospitato congiuntamente da tre nazioni diverse; si svolgerà contemporaneamente in 11 città degli Stati Uniti, 3 città del Messico e 2 del Canada, dal 25 maggio al 5 luglio 2026. Il Mondiale 2026 avrà inoltre per la prima volta un numero di partecipanti portato da 32 a 48. Pertanto avrà una fase a gironi da sedici gruppi di 3 squadre ciascuno, e una fase eliminatoria dove le prime e le seconde classificate partono dai sedicesimi di finale, per un totale di 80 partite. Gli USA ospiteranno 60 partite, inclusi i quarti di finale, le semifinali e la finale, mentre Canada e Messico ne ospiteranno 10 ciascuna. Le 16 città ospitanti, tra le 23 candidate, sono negli USA: Atlanta, Boston, Dallas, Houston, Kansas City, Los Angeles, Miami, New York/New Jersey, Philadelphia, San Francisco e Seattle; in Canada Toronto e Vancouver; in Messico Guadalajara, Città del Messico e Monterrey. Nel quadro generale della sostenibilità dei grandi eventi sportivi, tutti gli stadi che ospiteranno le gare sono già esistenti e non avranno bisogno di ingenti lavori di ristrutturazione.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/cf249c22cd73163a9c2678934af56d36.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/888a585fdfbc0342211637c120ad0a71.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/1ab0aed83cddc865965f4d5a39fa514c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/77a57d3aa0326033f1f6ebd4cb1eba8b.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/e3635b2d30b09c8d07915d2cc1bdd515.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Barcellona: gli autori delle immagini
Nel numero di Tsport 346, per un errore tipografico, sono “saltati” gli autori di alcune foto all’interno dell’articolo “Barcellona: Trent’anni dopo”. Li precisiamo di seguito. Il palazzetto sportivo al parco Espanya Industrial e l’ex fabbrica Catex: foto Sara Troncone. Il Parc del Clot durante un evento sprotivo: foto Michael Kowalczyk. Gli interni della Stazione Nord allestiti per tornei di tennis tavolo e per giochi multisport: foto Novantia.com.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/c4df07edecf98f56d8ccc41112026ed3.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/810f4c7f21ce1fa0235b6728be186eb1.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Foto: Sara Troncone Foto: Novantia.com
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/631cdf5f8f34a581a0a9606c062abcc6.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/873f669d4692de81ed5c3a967e50ee69.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Foto: Sara Troncone Foto: Michael Kowalczyk Foto: Novantia.com
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/3d0258ab34aac28f0112aa8eadbef9f5.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/41b7ab41548ee27849dffc39a55c425d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/8ea75a9e108c84345e4e0653a8e85bb6.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/c360af5e76943f713d78632a2be6c29d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/ded7add3ae1ca29d49677b79022f3762.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/35acaa9afe2966790d1641338ee6bb4e.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221024085504-999910f8b95f98e5f630c65c8825ada9/v1/e46f5e07717925caf5f568b8f2626f63.jpeg?width=720&quality=85%2C50)