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SARDEGNA: SELVAGGIO BLU

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Tra pareti strapiombanti e calette nascoste, il Selvaggio Blu è diventato un itinerario per veri intenditori alla ricerca di adrenalina e paesaggi mozzafiato, lungo la costa orientale della Sardegna
di Susanna Marchini
Immerso nella macchia mediterranea sarda, tra guglie, pietraie e specchi d’acqua cristallina si inerpica il Selvaggio Blu, itinerario tanto spettacolare quanto impegnativo che negli anni si è guadagnato la fama di “trekking più difficile del Mediterraneo”. Il percorso si sviluppa lungo la costa est della Sardegna tra le ripide e panoramiche scogliere del Supramonte di Baunei, attraversando per circa quaranta chilometri un territorio di una bellezza selvaggia, aspra, primordiale, unica.
LA STORIA - A metà degli anni ottanta il toscano Mario Verin, che aveva già scalato le pareti più difficili delle Alpi, viene invitato dall’amico sardo Peppino Cicalò a Santa Maria Navarrese per parlare della possibilità di realizzare una vecchia idea coltivata assieme al fratello Piero fin da quando erano ragazzi: partire a piedi da Pedra Longa e raggiungere Cala Sisine seguendo tutto il bordo della falesia. Cicalò conosce le vecchie mulattiere tracciate dai carbonai toscani che disboscavano l’isola per costruire le ferrovie e Verin può fare affidamento sulla sua già consolidata esperienza alpinistica. Così, in soli due giorni, i due amici riescono a raggiungere Cala Goloritzè disegnando da guglia a guglia la prima parte di tracciato. La seconda fase delle ricerche si presenta di gran lunga più complessa poiché la roccia appare frastagliata, interrotta da continui salti e pericolosamente instabile. Decidono quindi di virare il loro percorso verso il varco di Boladina, integrando nel tragitto una sezione di arrampicata e calata in corda doppia. Durante questa seconda esplorazione, scoprono anche dei passaggi sorprendenti chiamati scaloni, dei tronchi di ginepro appoggiati alla parete e parzialmente sospesi nel vuoto che i pastori usano per superare salti di roccia e piccoli strapiombi.L’intero percorso viene ultimato nel maggio del 1988 e Verin e Cicalò scelgono il nome “Selvaggio Blu”, coniugando i due ingredienti principali che accompagnano gli escursionisti lungo tutto il tragitto. A coronare il loro entusiasmo, la rivista Alp pubblica la prima parte dell’itinerario tracciata l’anno precedente.
IL PERCORSO - Oggi questo trekking è diventato una meta ambita per gli avventurieri di tutto il mondo grazie anche ai suoi panorami mozzafiato e alla varietà degli ambienti che attraversa. Il percorso originale prevede sei tappe tra cielo, mare e montagna a contatto con una natura incontaminata, su sentieri antichi come la storia millenaria dei pastori sardi. Per il grado di difficoltà che presenta, il tracciato originale è consigliato ai camminatori più esperti: Pareti da scalare, lunghe distanze da coprire su terreni impervi, vie ferrate a centinaia di metri a strapiombo sul mare per un totale di 3.300 metri di dislivello positivo. Con il passare del tempo e la sua crescente notorietà, oggi esistono più opzioni per percorrere questi itinerari: i trekking giornalieri delle singole tappe per chi non possiede capacità tecniche elevate, il Selvaggio blu, più blu che include la Via Ferrata del Goloritzè, il Blu Selvaggio, percorso fatto al contrario con un livello di difficoltà ancora più alto.
EXPLORANDO SUPRAMONTE
La giusta guida per un trekking senza pensieri
Uno degli ulteriori aspetti che rende questa lunga traversata non accessibile a tutti è l’assenza di indicazioni precise e strutture ricettive lungo il percorso. Nonostante il trekking possa essere affrontato in autonomia senza una guida, è consigliato fare affidamento sulle numerose organizzazioni che si occupano dei rifornimenti quotidiani di viveri, dei transfer e dell’eventuale recupero dei bagagli pesanti per potersi dedicare anima e corpo a questa faticosa ma spettacolare avventura. Explorando Supramonte è una delle organizzazioni locali che da più di vent’anni si occupa di accompagnare gli escursionisti lungo il Selvaggio Blu. L’esperienza, la conoscenza del territorio e la professionalità del team vengono messe a disposizione sia degli escursionisti più audaci che vogliono intraprendere il percorso da soli sia di chi è alla ricerca di un’esperienza completa con una guida locale. Il personale Explorando Supramonte assiste giorno per giorno il trekking sia via terra che via mare, recapitando i viveri e ritirando i bagagli pesanti, i rifiuti e le attrezzature da campeggio. Il loro itinerario frutto di anni di esperienza si divide in cinque tappe e unisce le varianti più spettacolari e le deviazioni più comode.
