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I Romain Millet, direttore generale

UN SECOLO DI CONQUISTE

Cinquant'anni dopo la vendita della società, Jean-Pierre Millet, con il supporto di Inspiring Sport Capital, ha concluso con successo l’acquisizione di MMG. Il brand torna nelle mani della famiglia fondatrice

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di Susanna Marchini

La storia di Millet inizia nel 1921 ad Annecy, cittadina alpina nel sud-est della Francia dove i fratelli Marc e Hermance iniziano la loro attività realizzando borse della spesa. Da sempre vicino ai pionieri dell’alpinismo quali Louis Lachenal, Walter Bonatti, Reinhold Messner, Christophe Profit e tanti altri, il marchio oggi accompagna atleti di fama mondiale fin sulle montagne dell'Himalaya e equipaggia le prestigiose Società delle Guide Alpine di Chamonix, del Cervino e di Grindelwald. Quest’anno, il marchio che ha partecipato attivamente a un secolo di sport di montagna, ritorna nelle mani degli eredi Millet. Jean-Pierre, rinomato uomo d’affari e nipote dei fondatori del brand, diventa principale azionista del gruppo al fianco di Inspiring Sport Capital, società che riunisce alcuni investitori francesi privati appassionati di montagna. Al suo fianco ci sarà Romain Millet, nominato nel 2020 in qualità di direttore generale del gruppo, che ha consolidato la sua esperienza in Lafuma per otto anni (2005-2013), prima di entrare nell’universo del prêt-à-porter e del lusso.

ROMAIN MILLET, DIRETTORE GENERALE DI MILLET MOUNTAIN GROUP

CAVALCANDO L’ONDA DELL’OUTDOOR

Questa operazione segna il ritorno dei Millet nell'azienda di famiglia 100 anni dopo la sua creazione. Cosa ne pensa di questo risultato? È per me emozionante e insieme sfidante assicurare, in un’ottica di medio e lungo termine, lo sviluppo di un gruppo che rappresenta la storia dell’alpinismo e insieme quella della mia famiglia. Grazie a questa transizione accelereremo la crescita sia in Italia che negli altri mercati, investendo in particolare nell’in-

Romain Millet novazione, nello sviluppo sostenibile e nella distribuzione omnichannel, con l’obiettivo di aumentare il potenziale dei nostri due marchi, Millet e Lafuma. Per il marchio Millet la priorità per il prossimo anno sarà il trail running, con investimenti già in questo secondo semestre che ci vedrà presenti agli Outdoor and Running Business Days per presentare la collezione SS 23. Per il marchio Lafuma rafforzeremo il nostro commitment in favore dell’ambiente e del vivere la montagna in maniera responsabile in continuità con il nostro impegno di sempre; inoltre continueremo a sostenere il programma Lafuma Outdoor Sentinels che quest’anno ci ha visto protagonisti di una campagna di recruitment per il finanziamento di progetti con un impatto positivo sull’ambiente. Che impatto avrà questa svolta sulla strategia e sul business? Questo è un anno molto positivo per noi, la tendenza di crescita del gruppo si riscontra anche in Italia dove abbiamo ottenuto un aumento dei punti vendita e il ritorno di un key account importante. Nei prossimi mesi ci focalizzeremo su quattro aspetti - le persone, il marchio, l’omnichannel e lo sviluppo prodotto. Per il 2023 ci siamo dati obiettivi importanti anche rafforzando gli investimenti in tema di sostenibilità e attraverso la creazione di una nuova piattaforma e-commerce che renderà la customer experience ancora più ingaggiante. Come pensate di accelerare lo sviluppo a livello internazionale? I Paesi che più ci interessano sono quelli dell’arco alpino e il Giappone dove vogliamo rafforzare la nostra posizione di market leader negli sport verticali e in particlare nello sci alpinismo, che rappresenta il nostro heritage e la nostra grande passione. In questi Paesi siamo determinati a conquistare anche le persone che si avvicinano a questo sport per la prima volta. Il nostro impegno al fianco degli atleti internazionali continuerà a essere importante, ma investiremo anche in eventi ed esperienze capaci di coinvolgere un numero maggiore e non necessariamente omogeneo di consumatori. Oltre a presidiare e rafforzare il territorio dello sci alpinismo, in Italia abbiamo un obiettivo importante entro fine anno: l’apertura di due negozi monomarca Con la vostra offerta, coprite un segmento molto ampio del mercato dell'outdoor. Su quali prodotti investirete nei prossimi anni? L’abbigliamento è il nostro core business, continueremo a lavorare allo sviluppo di questi prodotti, affiancandoli categorie più tecniche come gli zaini e le calzature. La verticalità è e rimarrà per noi un segmento importante ma stiamo investendo molto anche nel segmento mountaineering, ski touring, trail running e sky running, oltre che nel climbing. Il mondo outdoor diventa sempre più ampio e offre moltissime opportunità, noi vogliamo cavalcarlo aggiungendo leggerezza e velocità alla pratica del trekking e dell’hiking. Abbiamo lavorato a una collezione trail e sky running SS 23 che abbiamo presentato proprio in questi giorni e per il 2024 rafforzeremo la nostra offerta climbing. Qual è la vostra strategia per un futuro più sostenibile nell'industria outdoor? Il nostro obiettivo è net zero entro il 2030. La nostra priorità è lavorare sulle materie prime, sulla circolarità e in particolare sul second life, oltre che naturalmente sui siti di produzione. A oggi, il 50% dei nostri capi sono prodotti in fabbriche con siti produttivi vicini al nostro HQ di Annecy. Abbiamo una fabbrica di proprietà in Ungheria che ha un forte know-how nella lavorazione del Gore-Tex e nella produzione di prodotti altamente tecnici. Lo scorso aprile abbiamo inaugurato un nuovo stabilimento produttivo di proprietà anche in Tunisia. Quest’anno, dalla nostra collaborazione con Chamatex, azienda con sede a Ardèche (FR) specializzata in tessuti tecnici, è nata la prima scarpa Made In France realizzata con un tessuto Matryx che migliora la resistenza all'abrasione e previene la deformazione, garantendo una traspirabilità ottimale. Lavoriamo sulla produzione e sui siti di produttivi, ma non solo: per noi sono importanti anche le fonti di approvvigionamento e per questa ragione usiamo sempre più materiali e tessuti prodotti in Italia.

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