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I Monte Carlo


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Dove i bolidi della Formula 1 toccano i 260 chilometri all’ora
Correndo lungo il circuito cittadino del Gran Premio di Monaco. In compagnia di Michele Graglia e Marco Liprandi
_ testo e foto di Dino Bonelli
Monte Carlo, principato di Monaco. Mega yacht ancorati nel porto o in rada, super car che rombano lente per le strade che in alcune curve hanno ancora i cordoli bianco rossi a memoria dei Gran Premi di Formula 1. Strade che con gli amici Michele Graglia e Marco Liprandi decidiamo di correre godendoci appieno una giornata calda e soleggiata. Si parte, ovviamente, laddove alcune righe di segnaletica orizzontale raccontano delle postazioni dove i bolidi da GP stazionano frementi alla griglia di partenza.

UN PO’ DI STORIA DEL GRAN PREMIO
Un gran premio, questo, che nasce nel 1929, sotto l’impulso di Antony Noghès fondatore dell’Automobile Club de Monaco, gara che si corre sempre sullo stesso tracciato disegnato tra i lussuosi palazzi e da percorrere in senso orario. Un percorso di 3,337 chilometri che i piloti ripetono 78 volte, per un totale di 260,286 chilometri. Un nastro d’asfalto perfettamente liscio che, se alla tv può sembrare pianeggiante, invece è tutt’altro che piatto. Salita iniziale, Virage Sainte-Dévote, poi Montée Beau-Rivage dove i bolidi toccano i 260 km/h.
DI CORSA CON MICHELE GRAGLIA E MARCO LIPRANDI
Noi trotterelliamo decisamente più piano. Ogni tanto una qualche curiosità di vario genere ci fa deviare dal percorso delle F1 per poi rientravi nello stesso punto o qualche centinaia di metri dopo. Virage Massenet, Virage du Casino, dove deviamo in un parco particolarmente bello e verde, per poi rientrare a ridosso della famosa casa da gioco. Poi giù in discesa, Virage Mirabeau verso destra e Virage Fairmont, comunemente chiamato “il tornantino”, la curva più lenta di tutto il mondiale, verso sinistra. I cordoli profumano di gara e allora, scherzando, Marco attacca Michele all’esterno, ma questo, con appoggio sbilenco sul cordolo inclinato, difende la leadership. Virage du Portier, di nuovo verso destra, e ci infiliamo nel tunnel che le auto dalle grosse ruote sporgenti percorrono a oltre 250 km/h, poi ancora Nouvelle Chicane, Virage du Tabac, Virage Louis Chiron, doppia chicane delle Piscine e Virage de la Rascasse, dove passiamo di fianco alla statua del grande Juan Manuel Fangio che posa bronzeo di fianco alla sua Mercedes. Da qui, al posto di fare ancora l’ultima curva, Virage Anthony Noghes, e andare all’arrivo, voltiamo a sinistra e ci inerpichiamo, tramite un paio di scalinate immerse nel verde, verso La Rocca.


LA ROCCA
La Rocca è la parte alta e fortificata di Monte Carlo, laddove dal 1191 sorge il Palazzo dei Principi anche detto Palazzo Grimaldi. Ci passiamo davanti, ma il suo splendore è offuscato dai tanti camion che stanno allestendo un qualcosa di grande sulla piazza antistante. Un paio di vicoli nella città vecchia ed eccoci di nuovo in un parco verde, ben curato e ricco di fiori, con molteplici terrazze che si sporgono sul porto. Un autoscatto per ricordare la splendida giornata di running urbano: una foto tra amici, da incorniciare, anzi già incorniciata da una grossa cornice letteralmente piantata nel parco. Poi un’ultima corsa in discesa, un traverso per altre vie della città, fino ad arrivare alla lussuosa passeggiata di Larvotto e alla sua magnifica spiaggia libera, dove spogliati degli abiti da corsa e abbandonati sulla battigia ghiaiosa, in pantaloncini ci tuffiamo in uno splendido mare color turchese. Sul prossimo numero vi porteremo a correre in Norvegia


