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Mühlbach am Hochkönig, Austria

On the road again

In visita al piccolo borgo di Mühlbach am Hochkönig, in cima a una valle stretta e tortuosa dell'Austria

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_ testo e foto Dino Bonelli

On the road again. E dalla Germania, via Salisburgo, dove ci fermiamo a visitare il bellissimo centro ricco di edifici medievali e barocchi, andiamo nel piccolo borgo di Mühlbach am Hochkönig. Perché proprio in questo paesino, sperso in cima a una valle stretta e tortuosa che poi si apre in spazi verdi infiniti, vi chiederete voi?

Facciamo un passo indietro, e diciamo che chi vi scrive è il creatore e il curatore del Museo Italiano dello Snowboard (facilmente “visitabile” sull’omonima pagina di Facebook), la seconda più grossa e completa collezione di vecchi snowboard al mondo. Un’esposizione permanente sita nel centro di Prato Nevoso, in provincia di Cuneo. Va da sé che nella crescita di questo museo ci siano stati contatti con altre realtà simili disseminate su tutto il Pianeta e, tra queste, anche con lo Snowboardmuseum austriaco, ideato e amministrato da Peter Radacher in Mandiwandstr 105, 5505 Mühlbach am Hochkönig, appunto.

Arriviamo - e continuo a parlare al plurale perché con me ci sono sempre gli ultra runner Michele Graglia e l’americano Cody Reed - verso metà pomeriggio. Peter ci dà il benvenuto e, mentre io mi appresto a una visita guidata e a discussioni tecniche sull’evoluzione dello snowboard, Michele e Cody si cambiano ed escono per una sgambata di un paio d’ore. Di fronte al museo, un grosso prato inclinato che d’inverno diventa una pista da sci per principianti o poco più è la partenza della loro corsa. Michele, al rientro, mi riferirà quindi che in cima al prato, nei pressi di una locanda con recinto adiacente in cui pascolano due paffuti alpaca, hanno preso a sinistra per una carreggiabile sterrata, a esclusivo uso forestale. Un cammino che ondeggiando costeggia la ripida falesia del monte Hochkönig, la cui cima misura 2.941 metri. Poi, al posto di continuare sul single track che con passaggi anche impegnativi conduce alla cima, hanno fatto dietrofront per oltrepassare nuovamente la locanda e andare nella direzione opposta.

Io, nel frattempo, visito il museo e diverse altre stanze della struttura alberghiera di proprietà di Peter, dove passeremo anche la notte, in cui sono mostrati snowboard degli anni ottanta e novanta. Un’esposizione molto bella, discretamente curata e utile a far vedere l’evoluzione di questo sport ai visitatori. Quindi, dopo un paio d’ore, esco a vedere se i miei amici ultra runner, gente di cui non fidarsi mai quando dicono “facciamo solo un giretto”, sono già arrivati. Li scorgo in cima a un sentiero che arriva sul retro della struttura alberghiera, giusto in tempo per immortalarli ancora una volta nei loro ultimi passi. A doccia fatta, si va quindi tutti a mangiare nella già citata locanda, immortalando anche i due simpatici animali d’origine sudamericana mentre si godono le calde luci della sera.

Sul prossimo numero sempre “on the road” andremo a correre a Bratislava, in Slovacchia

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