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DAMIANO LENZI: L’ATLETA A DUE FACCE

L'ATLETA A DUE FACCE

Damiano Lenzi e la sua relazione tra sci e bici. I successi e i segreti del quattro volte campione del mondo di skialp. Che ama anche pedalare

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In primavera avanzata, sistemati gli sci, attrezzi con cui ha vinto ben cinque titoli mondiali, quattro coppe del mondo, un campionato europeo e cinque titoli italiani, Damiano Lenzi, rappresentante del gruppo sportivo dell’esercito, salta in sella alla sua bicicletta e inizia a pedalare.

Damiano, 34 anni, originario di Ceppo Morelli in Val Anzasca (VB), ma da anni stabile a Monastero Vasco, nel basso cuneese, ama principalmente la bici da strada, ma non disdegna la gravel e la mountainbike. Per l’asfalto ha scelto una bici Regola, un marchio registrato da Fabrizio Pasolini, suo amico artigiano. Un prodotto realizzato assemblando telai in carbonio Topay H1000 e componentistica Shimano. Anche le ruote sono in carbonio, fatte dallo stesso produttore che crea i telai e quindi bollate anche loro con lo stesso marchio.

UN CORPO RUBATO AL CICLISMO A vedere Damiano sulla bici sembrerebbe un corpo rubato al ciclismo, quello vero, quello dei professionisti e, come lo sci alpinismo ci ha dimostrato, i risultati amatoriali sulle due ruote non esitano ad arrivare. Anche se fondamentalmente il ciclismo per Damiano è, insieme alla corsa e alla palestra, un allenamento a secco finalizzato al suo sport principale, d’estate, quando può, si cimenta anche in qualche gara. A giugno, infatti, è giunto terzo alla granfondo Fausto Coppi (180 km con 4200 metri di dislivello attivo) nonostante una caduta in volata. A luglio si è messo in evidenza vincendo il Giro della Provincia Granda, una gara in 6 tappe per un totale di 400 km. In questa settimana tutta in sella, si è imposto nel prologo, ha fatto un arrivo in solitaria e baraccai al cielo in salita e ha vinto anche la cronometro finale. In quest’ultima prova di 11 km contro il tempo, ha spinto 450 watt medi facendo i 48,8km/h di media, a conferma di uno stato di grazia figlio di intensissimi allenamenti e di una mentalità vincente.

Damiano si dice più scalatore che passista e da buon funambolo delle nevi, è anche un ottimo discesista. Ha la traiettoria delle curve impressa nel dna, allarga, piega, stringe e lascia correre, sia con le ruote sull’asfalto che con gli amati assi ricurvi sulla neve, dove da poco è anche diventato maestro di sci. Poi, a fine curva, in bici, rilancia in piedi sui pedali, facendo esplodere la forza di due cosce abituate a spingere, abbrancando il manubrio con lo stesso vigore con cui nella stagione fredda impugna i bastoncini da sci, stringendo i denti in uno sforzo intenso e prolungato, uno sforzo piacevolmente duro che per lui è vita.

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