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SNEAKER SHOP

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LA VIA DELL’UPCYCLING

La logica del riciclo guida modelli economici più sostenibili e detta anche i canoni estetici nella progettazione delle nuove collezioni. Un processo in atto da tempo, ma che ha subìto una necessaria accelerazione durante l’ultimo anno

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di Simona Airoldi

Èin atto un processo virtuoso nel mondo della moda, con tempi e modi rivoluzionati dalle fondamenta come mai prima d’ora. Davanti a magazzini traboccanti di merce invenduta a causa dei ripetuti lockdown, a una crescente attenzione verso consumi più ragionati imposti da ritmi dilatati e da una predisposizione alla spesa in caduta libera, la logica del riciclo è passata da retaggio austero a priorità fashionista. Ora si chiama upcycling, ovvero il principio che promuove il più possibile l’utilizzo di risorse già disponibili a scapito di materie prime vergini. Un inno all’economia circolare, un trend positivo che trasforma quelli che sarebbero sprechi a tutti gli effetti in prodotti fatti e finiti. Un processo che abbraccia ecumenicamente sia le grandi maison del lusso che i colossi del fast fashion, in un impegno comune verso la sostenibilità, che, è bene dirlo, aiuta parecchio anche il lato della comunicazione e del marketing. Un procedimento che detta ugualmente i canoni estetici delle collezioni, costruite secondo i nuovi paradigmi ecologici del ri-uso. Abiti e accessori che mostrano con orgoglio i segni degli assemblaggi: come nella capsule Patchwork di MM6 Maison Margiela, che cuce insieme gli scampoli di pellami delle linee precedenti, o quella di Drome, con i tessuti left-over di giacche e vestiti passati. Miu Miu porta il concetto di vintage a un altro livello, con una linea di abiti da cocktail in edizione limitata disegnati sul canovaccio di modelli d’antan, con applicazioni preziose e ricami delle epoche originali. Etro con l’etichetta Benetroessere regala una seconda vita ai tessili del proprio archivio, realizzando blazer e jeans che sono dei veri e proprio pezzi unici. Levi’s, che fin dagli esordi promuove la durevolezza dei propri prodotti tanto da

essere tramandati di generazione in generazione, si muove sempre di più verso l’ottica del recupero, con progetti che vedono l’inossidabile tela denim riconvertita in maniera creativa e bespoke. Anche le it-bag non si sottraggono a questo corso, con borse come la la Woven Basket di Loewe legata all’iniziativa Surplus, con ritagli di pelle derivanti da eccedenze di produzione intrecciati artigianalmente, così come le sneaker più desiderate, ovvero le LV Trainer disegnate da Virgil Abloh nella collezione uomo 2021 di Louis Vuitton, con parti dei modelli del 2019 smontati e rimontati, dall’aspetto volutamente non finito.

In alto: MM6, Maison Margiela Upcycled Patchwork capsule A sinistra: Levi’s® x Marta Ferri A destra: Loewe, ss 21

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