Scia in Trentino - dicembre 2010

Page 1

SCI in Trentino

cover

La seconda giovinezza di Loris Frasnelli

mondiali sci alpino Per Garmisch sperano in cinque

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art 1, comma 1, DCB Trento

tour de ski Ancora un evento da 10 e lode fondo Il Comitato domina a Tesero

NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 2 dicembre/gennaio 2011



L’editoriale

In copertina: Loris Frasnelli protagonista nella prima parte della stagione

Pubblicazione registrata Presso il Tribunale di Trento Il 27/10/2003 – n° 1197 Anno VIII - N° 2 - Gennaio 2011 n Editore: Litografica Editrice Saturnia Via Caneppele, 46 Tel. 0461 822636 38100 Trento n Direttore Responsabile: Mauro Bonvecchio stampa@fisitrentino.it n Redazione: PegasoMedia Via Kofler 58 - Cognola (Tn) n Pubblicità: Renzo Chistè saturnrc@tin.it n Comitato di Redazione: Roberto Brigadoi Renzo Chistè Angelo Dalpez Marco Zoller n Hanno collaborato: Daniele Bernardi Ralf Brunel Maddalena Collini Luca Franchini Sara Maistri Federico Modica Ugo Merlo Elvis G.P. Piazzi Luca Perenzoni Franco Sandri Fabia Sartori Luca Tomarelli

Impiantisti sveglia Q

uanto era bella la tessera Fisi negli anni Settanta. Chi si tesserava con la Federazione Italiana Sport Invernali aveva una serie di sconti, ma soprattutto poteva disporre di un prezzo agevolato nell’acquisto di skipass e stagionali. Qualcosa un po’ alla volta si sta muovendo, però si potrebbe fare di più. Siccome gli sciatori agonisti sono considerati dei clienti acquisiti su di loro non si investe. Punto e basta. Piuttosto si preferisce creare pacchetti turistici al limite della sostenibilità economica con turisti polacchi, ceki o dei Paesi dell’Est. Personalmente investirei di più su chi da certezze di continuità, anche nel tempo, come i tesserati Fisi, che sicuramente dalla frenetica passione per lo sci garantiscono una presenza costante nella stagione e negli anni, tramandandola pure a figli, nipoti e parenti. Pure a livello promozionale nelle loro campagne pubblicitarie potrebbero approfittare di testimonial campioni dello sci, come quelli che esprime la Fisi. Anche se non sempre sono personaggi. Però noi non siamo strateghi del marketing. Quindi cerchiamo in qualche modo, con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione, di far passare questo messaggio. Qualcosa, come premesso si è mosso. Il fatto che due stagioni fa si sia trovato un accordo con i due principali caroselli Dolomiti Superski e Skirama con l’ottenimento di 5 giornate di interscambio, che fondamentalmente compensano le trasferte per gare dei ragazzi da una all’altra zona, è sicuramente un ottimo risultato, rivolto alle categorie minori (dai baby sino agli allievi). Il problema comunque esiste anche in Alto Adige, che solitamente guardiamo su questi aspetti con un po’ di invidia per la loro intraprendenza. Per questa nuova stagione agonistica il Comitato nordista, grazie al lavoro di tessitura di Siegfried Pichler del comprensorio Obereggen, è riuscito ad ottenere lo skipass giornaliero gratuito per gli atleti che partecipano alle gare giovanili in altro comprensorio purché dotati di una tessera stagionale. Dunque se uno sciatore con stagionale Dolomiti Superski va a gareggiare nell’Ortler Skiarena, e viceversa, ha un giornaliero gratis. Anche loro però non hanno risolto completamente la questione con le piccole stazioni, come noi con Panarotta, Brocon, Polsa, Ruffrè e Malcesine per intenderci. Segnali ce ne sono ma noi sciatori e, soprattutto appassionati del mondo giovanile, vogliamo di più, anche perché con i costi complessivi che lievitano e con la crisi economica rischiamo seriamente di subire negli anni una drastica diminuzione di giovani sciatori. Pur essendo consci che anche le società impiantistiche hanno i loro problemi di bilancio, esigiamo una maggiore attenzione. La certezza è che la Fisi del Trentino proseguirà in questa mission, sperando di ottenere qualche risultato maggiore. Lo skipass unico provinciale resta un sogno probabilmente irrealizzabile, se invece venisse creata una Fondazione di tutte le Skiarea del Trentino, con un budget autonomo che si ponesse come obiettivo anche la valorizzazione della gioventù dello sci, con delle risorse libere dal vincolo dei passaggi? Non sarebbe una brutta idea. Che dite? Mauro Bonvecchio

n Grafica: Mauro Bressan mauro@grafart.info n Stampa: Litografica Editrice Saturnia (TN)

1


l’Arringa

di Angelo Dalpez

decoubertiano

I

n questa finestra riservata al presidente di Comitato si è sempre dato spazio alle varie realtà del nostro mondo, alle aspettative, alle problematiche ma anche alle iniziative, alla vita delle oltre 100 società che portano avanti il nostro meraviglioso sport con l’attività agonistica nelle centinaia di gare che nella stagione della neve invadono le piste, i percorsi gli anelli delle principali stazioni invernali, ma anche con la promozione delle nostre discipline attraverso l’avvicinamento dei più piccoli alla pratica dello sci. Non da meno l’organizzazione dei grandi eventi che hanno fatto e fanno grande il Trentino. Tutto questo è il nostro mondo che se pur mutato nel tempo vuole mantenere vivo lo spirito dei precursori. Gli appassionati della storia dello sci, più numerosi di quanto si possa immaginare, sanno bene che ad introdurre lo “ski” in Italia fu l’ingegnere svizzero Adolfo King. I suoi lunghi legni, forgiati alla fine dell’800 dalla ditta svizzera Jakober di Glarus, nel lontano 1896 accarezzarono per la priva volta le nevi del regno Sabaudo. Due anni dopo in Trentino, quando l’alpinismo diventa terreno di scontro per rivendicazioni nazionali, il tenente degli alpini Tullio Marchetti di Arco, in un’operazione di spionaggio a favore dell’esercito italiano con un paio di sci fatti giungere dalla Norvegia giungerà al passo Gavia. Era il 1898. Poi cambiarono i tempi e lo sci è diventato uno degli sport più praticati con un nuovo sviluppo turistico della montagna e per i giovani anche scuola di vita. Vogliosi di provare l’ebbrezza della discesa, i praticanti inventano lo sci alpino: validi sportivi e giovani montanari che percepiscono le grandi potenzialità per valorizzare il proprio territorio. Poi l’avvento della tecnica. La discesa acquisisce il valore di una sfida, per lo sport e la kermesse del divertimento, al punto da eclissare la montagna dove la tecnica cancella le antiche interpretazioni della fatica e delle difficoltà. Spesso bisognerebbe ripercorre le pagine dello sci per capire se anche ai giorni nostri, pur con l’evolversi della vita, lo spirito è rimasto quello di un tempo almeno nel desiderio della pratica sportiva, nel confronto sportivo della competizione. Il barone De Coubertin rifiutava l’Idea di Giochi invernali alternativi agli appuntamenti nordici sulla neve, ma Francia Italia e Svizzera hanno lottato aspramente per i diritti degli sport alpini. Lo sci di discesa ha vinto la sua battaglia solo nell’inverno del 1924 sulle storiche nevi di Chamonix. Poi vennero le Olimpiadi invernali e i campionati mondiali, le coppe del mondo, le federazioni e gli sci club…. E la storia continua. Queste pagine di storia sportiva, al di la della reminiscenza romantica, dovrebbero portarci ad una riflessione collettiva, a capire se siamo ancora sulla strada giusta nell’interpretazione dello sci, se la stessa Federazione italiana guarda ancora allo spirito agonistico, alla vita delle società, allo sport giovanile fucina di futuri campioni. In un momento in cui si cerca solo di salvare le ambizioni personali di qualcuno, di anticipare minacce e paure catastrofiche sul futuro del nostro sport, di voler trasformare il naturale dialettico confronto in esibizioni ed estemporanee interpretazioni narcisistiche di vertice, c’è poco da sperare. La lealtà, la trasparenza deve essere alla base di ogni azione comune, nel rispetto delle idee di tutti per il bene dello sci e di tutto il nostro mondo. In alternativa siamo avviati a sprofondare in un tunnel senza uno spiraglio di luce. n

Lo sci non deve essere solo ricerca esasperata del risultato. È necessario, federazione compresa, fare un passo indietro

Lo spirito 2



L’attacco

di Luca Perenzoni Cristian Deville

Stefano Gross

A due settimane dal via dei campionati mondiali di Garmisch ecco le speranze di partecipazione trentina

E se fossero cinque? M

ancano ormai solamente due settimane all’appuntamento iridato di Garmisch Partenkirchen ed è giunto il momento di inoltrarsi nelle classiche considerazioni della vigiglia, tra aspettative e bilanci, tra quanto è successo e quanto potrebbe avvenire sulle nevi bavaresi che hanno dato i natali alla leader di Coppa, Maria Riesch. Cosa ha offerto sin qui questa stagione di Coppa in chiave trentina? Sicuramente il personaggio più in evidenza è stato quello di Cristian Deville, due volte a ridosso del podio e completamente rinvigorito dopo le stagioni passate ad inseguire una condizione ed uno stato di salute quanto meno accettabile. Inutile dire come il ventinovenne di Moena sia stra-sicuro del posto in squadra. Di più, il tracciato di Garmisch ha già visto il finanziere sfiorare il podio nel febbraio del 2008 quando chiuse quarto. Restando tra i paletti snodati, non si può non parlare di Stefano Gross. Ad oggi (alla vigilia dello slalom di Wengen), il finanziere di Pozza non dispone di tutte le credenziali richieste in avvio di stagione da Claudio Ravetto che aveva indicato in un podio o quanto meno in un piazzamento nei 10 la condizione per poter ambire ad un pass iridato. Gross per ora può vantare il 13imo posto di Zagabria. Ma è il più giovane della squadra azzurra, con i suoi 24 anni; ed ha saputo anche qualificarsi nelle buche di Adelboden (un 17imo tempo che sa di

miracolo) nonostante un pettorale superiore al 50, prima di uscire nella seconda manche; ma è sicuramente in uno stato di forma ottimo e ha dimostrato di saper reggere il confronto con gli avversari. Riscossa che vorrebbe dare Chiara Costazza: la sua situazione, alla vigilia dello slalom di Maribor è piuttosto critica, potendo mettere a bilancio il solo 25imo posto di Semmering. Un po’ pochino, in verità: certo, in allenamento ha spesso

dimostrato di saper andare forte come e più di Manuela Moelgg, ma del valore assoluto della fassana non si è mai dubitato. Quella che manca è la fiducia, la sicurezza che solo un buon risultato può regalare: tra Maribor e la prova d’appello di Zwiesel, alla vigilia della rassegna iridata, si attende un sussulto d’orgoglio dalla parte della ventiseienne delle Fiamme Oro.

Chiara Costazza

4


Style code: GKM103TNY - PTM101TNY

www.westscout.com


Davide Simoncelli

Esaurito il capitolo slalom, non resta che passare alle porte larghe del gigante. E qui, di discorsi se ne possono fare pochi: Davide Simoncelli ha il suo posto cucito su misura, sulla pista che lo scorso marzo lo vide ottimo secondo nel gigante delle Finali di Coppa. Certo, sin qui il lagarino non ha entusiasmato appieno, come dopotutto anche i compagni di squadra; la schiena è tornata a farsi sentire più di quanto fatto negli ultimi mesi e l’inizio di stagione è stato meno folgorante dei precedenti. Ma una pista amica e la possibilità di giocarsi tutte le proprie cartucce in una singola giornata potrebbero cambiare le prospettive del poliziotto roveretano rispetto alle precedenti rassegne, alle quali si presentava con un importante carico di responsabilità dato dagli ottimi risultati conseguiti e con una pista tipicamente poco apprezzata. A chiudere il novero dei trentini che si presenteranno al cancelletto di partenza iridato manca solo il nome di Mirko Deflorian: il ritorno nel Circo Bianco per il teserano è stato probabilmente più difficile del previsto, ma la Kandahar è pronta per ospitare anche l’azione del moldavo di Fiemme. n

Mirko Deflorian

6


Nuova BMW X3 Nuova BMW X3

www.bmw.it

Piacere di guidare

www.bmw.it

Piacere di guidare

Prenotate Concessiun onatest ria drive BMWpresso: Activa - Via Fersina, 6 - Tel. 0461 383200 - TRENTO Concessionaria BMW Activa - Via Fersina, 6 - Tel. 0461 383200 - TRENTO

Concessionaria BMW Activa - Via Fersina, 6 - Tel. 0461 383242 - TRENTO


L’affondo

di Luca Franchini

Un dicembre da protagonista per il teserano: vittoria del titolo italiano sprint e in Coppa Europa, ma anche un buon Tour de Ski

La seconda giovinezza di Frasnelli

L

a seconda giovinezza di Loris Frasnelli, che, ormai all’alba dei 32 anni (li compirà il 22 febbraio, alla vigilia dei campionati del mondo di Oslo), sta vivendo una delle sue migliori stagioni. Un 2010 chiuso con una vittoria in Coppa Europa (nella 15 km classica di St. Ulrich) e l’oro tricolore della sprint al collo, seguito da un avvio di 2011 “condito” con la partecipazione al prestigioso Tour de Ski, aperto col quinto posto nel prologo di Oberhof, ad un passo dal podio. L’appuntamento “clou” della stagione, però, sarà quello con i Mondiali di Holmenkollen, l’università dello sci di fondo, in programma tra le fine di febbraio e l’inizio di marzo. Ed a maturità agonistica acquisita, il teserano non bada alle mezza misure: obiettivo primario, andare i Norvegia, ma per tentare l’assalto ad una medaglia iridata nella sprint. «Sono veramente soddisfatto della mia prima parte di stagione – racconta Frasnelli -, anche perché ero partito male. Quest’estate sono andato in over training e mi sono dovuto fermare per tre settimane e questo non mi ha permesso di arrivare alle gare d’esordio al Nord come avrei voluto. Tornato a casa, poi, il lavoro fatto è uscito e fortuna vuole che sia uscito proprio al momento più opportuno, ovvero in occasione degli italiani e del Tour de Ski».

Unico rammarico, finora, quello di non essere riuscito a sfruttare la forma per salire sul podio in Coppa del Mondo. «Sicuramente. Ho centrato tanti bei piazzamenti, ma, a ben vedere, è mancato il grande risultato. Sono rimasto sempre nel limbo della metà classifica. Ora ci vorrebbe l’acuto». E chissà che l’acuto non possa arrivare proprio ai Mondiali di Holmenkollen... «Innanzitutto bisognerà andarci – spiega Frasnelli -, ma sono convinto che tutti e quattro gli azzurri che verranno schierati nella sprint in skating iridata potranno puntare alla medaglia. Pertanto

sarà quello anche il mio obiettivo. Ho 32 anni e questa sarà una delle mie ultime chance, se non l’ultima. Spero davvero che sia arrivato il tempo della raccolta». Frasnelli sogna la medaglia, dunque, ma è bene fare un passo indietro e tornare al Tour de Ski, che tante soddisfazioni

8

ha regalato a Loris, o, quanto meno, la consapevolezza di poter dire la sua anche nelle gare distance. «Io, a dire il vero, non mi sono mai ritenuto uno sprinter puro ed anche al Tour ne ho avuto la conferma (22° e 16° nelle due gare pursuit). Certo, nelle distance penso di essere ancora molto lontano dai “big”, ma sono comunque competitivo. Per quanto riguarda il Tour de Ski, c’è il rammarico per non aver centrato il podio nel prologo di Oberhof: come lo scorso anno, sono rimasto in testa alla classifica, a bagno maria, per un’ora buona, per poi chiudere quinto. L’altro rammarico è quello della sprint di Dobbiaco: dopo il secondo posto nelle qualificazioni, potevo sicuramente raccogliere qualcosa di più del 17° posto, ma me la sono giocata male e le scorrettezze altrui certo non mi hanno aiutato». Poi il ritiro forzato, a causa dell’influenza. «Nella Dobbiaco-Cortina ho dato tutto quello che avevo – conclude Frasnelli – e mi sono dovuto fermare. Ero stremato e infatti poi ho preso l’influenza. Ora sto meglio e mi concentrerò sulla 15 km classica dei campionati italiani e sulla tappa di Coppa del Mondo di Rybinsk, dove saranno in programma una sprint, una pursuit ed una staffetta». Col sogno di una medaglia iridata nel cassetto... n


L’intervista

di Luca Franchini

Schiavon da urlo I

n attesa che i colleghi di sci alpino e nordico trovino l’acuto che vanno cercando, il Trentino dello sci può festeggiare lo specialista dello snowboardcross Alberto Schiavon. La prima vittoria in Coppa del Mondo trentina della stagione 2010/2011, infatti, arriva dallo snowboard e porta la firma del 32enne campigliano, in trionfo in Colorado nel team event di Telluride a fine 2010 e poi sesto il 18 gennaio scorso ai campionati del mondo di La Molina, in Spagna, ad un passo dal sogno della medaglia iridata, fallito solo a causa dei capricci della dea bendata. Ma la grande impresa è arrivata nel team event di Telluride, con Schiavon capace di battere, oltre agli agguerriti avversari, anche il dolore e la sfortuna. Nonostante una clavicola lussata, Alberto è riuscito a rendersi protagonista di una “run” che ha dato per lunghi tratti del “tu” alla perfezione, spinto dalla grande fame di vittoria e da un talento quanto mai cristallino. “Credo che basti guardare la mia faccia all’arrivo della gara vinta in Coppa del Mondo per capire quanta fosse la mia fame di vittoria” spiega Schiavon, che a Telluride ha condiviso il successo con l’altro azzurro Luca Matteotti. “Nell’ultima gara di Coppa del Mondo di Lech mi ero procurato una lussazione alla clavicola e non sapevo se sarei riuscito a correre al meglio. Tante fatiche, tanto allenamento e poi, ad inizio stagione, subito un infortunio. È dura, ma grazie al lavoro del nostro super fisioterapista Gigi Devizzi sono riuscito prima a conquistare un buon ottavo posto nella gara individuale, penalizzato da una caduta, e poi a salire sul gradino più alto del podio”. Che va descritto e definito come un’autentica impresa sportiva. “La mattina del team event mi sono svegliato a pezzi, le botte del giorno prima si facevano sen-

Il campigliano vince in Coppa del mondo di snowbordcross la prova team event in coppia con Luca Matteotti. Al mondiale è sesto con qualche rammarico per una caduta

tire. Ma ho stretto i denti e con il mio compagno Luca Matteotti ci siamo detti ‘proviamoci’. Nevicava forte, la pista era lenta, ma gli skimen hanno lavorato alla grande. Matteotti è stato super nelle prime due batterie e in finale penso di aver fatto un piccolo capolavoro: partito quarto a 30 di metri dagli altri, li ho ripresi pian piano tutti, son passato secondo e poi ho aspettato il momento giusto per infilare anche il primo. Quando si dice che la fatica paga”. Alla faccia di chi spesso punta il dito sugli snowboarder, considerati “festaioli” e quasi sportivi di serie B. “Abbiamo un nostro stile di vita ma sia

9

ben chiaro, nessuno di noi va in giro a perdere tempo: facciamo né più né meno quello che si fa nello sci alpino. Basti pensare che in un weekend di gara affrontiamo allenamenti, qualificazioni e gara: in totale, quindici discese da un minuto e 15’ ciascuna. Se non sei allenato non arrivi al traguardo”. Unico rammarico, dopo il bel successo di Telluride, il sesto posto ai Mondiali di La Molina, dove Schiavon puntava dritto al podio. Che non era certo utopia. Dopo aver conquistato agevolmente il pass per le batterie ad eliminazione con l’ottavo tempo nelle qualificazioni, infatti, Schiavon ha spadroneggiato tanto negli ottavi quanto nei quarti di finale, vinti entrambi con grande autorità davanti all’americano Jonathan Cheever. Quell‚americano che, in semifinale, sarebbe poi stato la causa della sua estromissione dalla corsa all’oro. “Mi sono toccato con l’avversario prima del salto, in questi casi o passi tu o passa lui - spiega Schiavon -. È andata male, anche perché se ci fossimo qualificati sia io che Luca Matteotti (poi quarto) per la finale, avremmo avuto la possibilità di utilizzare una strategia di squadra, che ci avrebbe sicuramente permesso di portare a casa un metallo pregiato. Ce lo saremmo meritato”. E che la medaglia fosse alla portata del forte atleta trentino lo dimostra il fatto che, nella finalina per il quinto posto, Schiavon è riuscito a tenere la scia del fuoriclasse francesse Pierre Vaultier (leader indiscusso in Coppa del Mondo), anch’egli estromesso dalla finalissima a causa di una caduta. Ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, che parla comunque di un Alberto Schiavon da alta classifica. E la stagione è ancora lunga. n


l’evento

di Luca Perenzoni

Ecco dieci buoni motivi per promuovere la tappa del Tour de Ski della Val di Fiemme

1

1. Il NUOVO CLARA Il Tour de Ski 2011 ha proposto un nuovo protagonista. Il viso di Ronald Clara frequenta da diverse stagioni il Circo Bianco, ma mai come nelle ultime settimane ha dato dimostrazione di poter combattere testa a testa con i big degli sci stretti mondiali. Il “nuovo Clara” va ricercato nel cuore di dicembre, nella scelta - forse azzardata - di cambiare i materiali nel corso della stagione. Da Madshus a Fischer: un passaggio che è servito anche per resettare gli schemi mentali e far ripartire da zero il ventottenne finanziere di Riscone. Che tra Oberhof e la Val di Fiemme ha davvero sorpreso, tanto in tecnica classica quanto a tecnica libera, per costanza, tenacia, qualità e attenzione. Il sesto posto nello sprint finale di Lago di Tesero è l’emblema del rigenerato Rollo che il giorno successivo si è preso il lusso di segnare il secondo miglior tempo nella Final Climb del Cermis per conquistare la quinta piazza nella generale: si può proprio dire che il fondo italiano ha trovato dentro di sè un nuovo protagonista.

2

2. LONGA MATURA Tre podi parziali ed il terzo gradino del podio finale del Tour de Ski. E’ stata una decade impegnativa ma ricca di soddisfazioni per Marianna Longa, capace di convincere come non mai anche a tecnica libera. E proprio con gli sci aperti ha dimostrato tutta la sua caparbietà, regalandosi uno dei momenti più importanti della sua carriera, chiudendo il Tour alle spalle di Kowalczyk e della scatenata Johaug. Anche dal punto di vista tattico la trentunenne valtellinese non ha sbagliato un colpo: sempre attenta e pronta a muoversi, ha sfruttato a dovere la scia di Follis e Kalla nella tappa di Dobbiaco per poi muoversi in prima persona nel sabato fiemmese con il ritorno alla tecnica classica. E nel giorno conclusivo ha saputo gestire con attenzione il vantaggio accumulato, pensando bene di non inseguire il “grillo” norvegese per non rischiare di scendere dal podio. Maturità raggiunta, verrebbe da dire. Ed è lei stessa a sottolinearlo: “Questo Tour de Ski mi ha dato tanta consapevolezza, credo che sia questo il traguardo più importante, anche in ottica futura”.

3

3. RAMPA DI SUCCESSO Poteva sembrare una sfida difficile, ostica per lo sciatore di tutti i giorni. Invece la Rampa con i Campioni si è trasformata in un autentico successo che sarà difficile non riproporre anche negli anni futuri. Ed ecco quindi che accanto ai big di oggi (vedi Cristian Zorzi) e di ieri (da Bubu Valbusa ad Ulvang, passando per l’ideatore del Tour de Ski Jurg Capol) hanno sfilato numerosi atleti di tutte le età. Dal trionfatore Bruno

10


Debertolis fino ai sempreverdi delle categorie Master, capitanati da un eccellente Gianni Penasa e dall’immancabile Federico Redolf. Spazio per tutti insomma, per affrontare una sfida che fino a poco tempo fa sarebbe stato azzardato pensare o ipotizzare sugli sci stretti. Un altro bersaglio centrato in pieno dal comitato organizzatore.

4 5 6 7 8 9 10

4. TRENO POLACCO Justyna Kowalczyk, e chi se non lei. Sfruttando magari l’assenza di Marit Bjorgen la polacca ha interpretato sin dalle prime battute il ruolo di padrona del Tour de Ski. Solo qualche lieve appannamento nel corso dei dieci giorni in giro per l’Europa: troppo poco per permettere ad altre di avanzare pretese di successo. Appena sbarcata in Val di Fiemme, Justyna ha voluto riprendere le operazioni di comando, imponendo alla concorrenza la legge della più forte per il secondo anno consecutivo. 5. PRECISIONE SVIZZERA Era dato in forma strepitosa e Dario Cologna non ha mancato di confermarlo. Esattamente come in campo femminile, il nome del vincitore del quinto Tour de Ski non è mai stato in dubbio: è bastata la prima giornata di gare per capire che sarebbe toccato a Re Dario ricevere la corona finale. Un successo costruito e mantenuto tappa dopo tappa, senza lasciar spazio agli avversari, sempre controllati in prima fila con l’eleganza tipica di chi sa di essere il più forte ma non vuole per questo sottovalutare gli avversari. 6. CERBIATTA SCANDINAVA La scalata irresistibile del 2009 era forse passata in secondo piano ed allora la giovane Therese Johaug ha voluto ribadire quanto gli piaccia la Final Climb del Cermis: miglior tempo con ampio distacco a tutte le altre, per salire sul podio e meritarsi l’argento alle spalle della Kowalczyk. Esile e graziosa, leggera e determinata: la biondina di Os si è ritagliata ancora una volta il ruolo della protagonista sull’ascesa mozzafiato a Doss dei Laresi e questa volta, sarà difficile dimenticare il suo viso d’angelo. 7. CERTEZZA FIEMME Vorrà pur dire qualcosa se la Fis si è affidata almeno fino al 2015 alla Val di Fiemme per allestire le tappe conclusive del Tour de Ski. Il marchio è ormai sinonimo di garanzia e anche in avvio di 2011 la storia si è ripetuta: organizzazione impeccabile, senza il benchè minimo problema nonostante condizioni meteo non ottimali. Il gruppo capitanato da Piero Degodenz non sbaglia un colpo e già “vede” il terzo impegno iridato del 2013: la Fis sembra davvero essere in una botte di ferro ed i volontari in giacca gialla sono i guardiani più fidati del tesoro valligiano. 8. GUSTO PER TUTTI Ormai è una tradizione, ma il Tour del Gusto non passa mai di moda. Lungo il tragitto della Final Climb sono stati serviti oltre 500 piatti tipici con “polenta, luganega e formai”, ma il pubblico ha gradito proprio tutto il menu con più di 1.200 wurstel grigliati, accompagnati da oltre 500 panini, 200 porzioni di goulasch e oltre 1.200 tranci di pizza. Passando al dolce, sono stati impiattati 600 ambleti (la versione trentina delle crèpes), 400 fette di crostata e 100 strudel di mele. Per quanto concerne le bevande, infine, in pista si sono riversati – metaforicamente parlando, beninteso – oltre 2.000 litri di vin brulè, 1.000 litri di birra, 700 di tè, 150 litri di orzo e vino e 100 di caffè. Il tutto nell’edizione dedicata ai 900 anni della Magnifica Comunità di Fiemme, il tutto grazie all’impagabile contributo dell’associazionismo valligiano che si è messo a disposizione in toto per realizzare l’ennesimo trionfo. 9. PUBBLICO OK Ancor più che nel 2010, il Tour de Ski 2011 ha fatto il pieno di pubblico. Numeroso il sabato a Lago, ricco la domenica sul Cermis. Inutile azzardarsi in conteggi piuttosto complessi, considerata l’apertura dei siti gara: l’importante è la sensazione visiva di tanta gente festante che ha allietato anche la Fiemme Arena costruita a margine del Centro del Fondo di Lago. Bambini festanti hanno partecipato col sorriso ai momenti di animazione, mentre anche i più “grandi” si sono sfidati nei giochi proposti dal comitato organizzatore, prima di ritrovarsi a sera sotto il tendone per bere qualcosa insieme sotto le note di Fiemme Folk e Fiemme Rock. Ah, ovviamente nel mezzo c’è stato anche il tempo per tifare i propri campioni.... 10. IN ATTESA DI OSLO Ed ora tutti a pensare ai Mondiali. Quanto si farà sentire questo Tour de Ski nelle gambe dei partecipanti? Avrà fatto bene la Bjorgen a starsene a casa? E Di Centa potrà sfruttare i chilometri del Tour per inseguire la giusta condizione? Clara, Johaug, Perl sono stati lampi del Tour o potranno fare la voce grossa anche ad Oslo? Quante domande che lascia questo Tour de Ski: non c’è dubbio, ne sentiremo ancora parlare. n

11


giovaniAlpino

a cura della redazione

Risultati positivi nella prima parte di stagione per le squadre agonistiche del Comitato Trentino

Matteo De Vettori

Giovani rampanti C

erto che la dea bendata sembra essersi scagliata contro i giovani sciatori trentini. Gli infortuni di Natalie Rizzoli, Andrea Chiesa, Jessica Simoni, Marco Manfrini, Erika Lazzarini, ed Enrico Vicenzi proprio non ci volevano. Fatta questa premessa l’avventura delle squadre di sci alpino del Comitato Trentino, è particolarmente interessante. Un team giovane che deve fare esperienza, ma che ha già centrato i primi risultati importanti. Per quanto riguarda il circuito Fis giovani, quello che decreta la graduatoria nazionale assoluta e di specialità, ovvero il termometro per chi può passare a fine stagione in nazionale i giovani atleti del Comitato Trentino di sci alpino si sono ben comportati, considerando che la linea giovane impostata dalla commissione discesa provinciale non può garantire risultati immediati, visto che gli sciatori trentini si confrontano con altri ragazzi di ben 2 anni di esperienza in più. Si è disputata finora la prima gara del Circuito Fis giovani, dove vi prendono parte anche gli atleti della nazionale C. A Solda è andato in scena sia uno slalom, sia un gigante. Quest’ultimo vinto dal fassano di Canazei Francesco Romano, azzurrino delle Fiamme Gialle. Pur partendo con pettorali alti si è ben comportato anche Sebastiano Finazzer, che ha concluso 12°, ma stabilendo un 3° tempo di manche. Bene anche Matteo De Vettori, alla fine 21° ma pure lui facendo registrare un eccellente seconda frazione. Nello slalom speciale il roveretano De

Sebastiano Finazzer

Vettori (Brentonico Ski Team) ha addirittura fatto meglio, chiudendo al decimo posto, con Matteo Battocchi (Campiglio Ski Team) 17° e Sebastiano Finazzer 23°. Da segnalare il quinto posto fra gli aspiranti in gigante per il solandro di Peio Andrea Chiesa. Dopo aver esordito discretamente nelle Fis junior di Livigno, gli alteti del Comitato, allenati da Enrico Vicenzi e Alessandro Finazzer, hanno poi partecipato a gare di velocità e supercombinata in Austria, con interessanti piazzamenti per De Vettori, Chiesa, Pasini e Finazzer. So-

12

prattutto quattro trentini sono stati convocati a rappresentare l’Italia alle gare Fis interalpine, che prevedono la presenza dei migliori 10 juniores e i migliori 20 aspiranti di Italia, Francia, Svizzera e Austria. Convocati dunque Matteo De Vettori, Pietro Franceschetti, Sebastiano Finazzer e Andrea Chiesa, che si sono davvero ben comportati. L’ultima convocazione in ordine di tempo è stata effettuata dalla Direzione Agonistica Fisi che ha scelto 6 giovani di tutta Italia per fare da apripista alla discesa di Coppa del Mondo di Bormio. Fra questi Matteo De Vettori, che su una


2009/2010

50 Km di piste • 14 impianti di risalita • 1.200 mt di dislivello • 4 campi scuola

Pista dedicata agli Sci Club per gare atleti Dislivello mt. 255 Omologata FISI per Slalom Gigante e Slalom Speciale Linee di cronometraggio a norme FIS Tunnel di partenza e cabina di cronometraggio Eventuale impianto di amplificazione e cronometraggio con tabellone tempi a cura del personale Consorzio Convenzioni su skipass giornalieri con trattamento particolare per Sci Club - Cral - Associazioni Sportive

www.paganella.net • info@paganella.net Piazzale Paganella, 4/5 - 38010 Andalo (TN) - Italy - Ufficio Skipass Tel. +39 0461 585588 - Fax +39 0461 585324 - Info & booking +39 0461 585298 - Fax +39 0461 585707


Andrea Cailotto Sotto: Jessica Simoni e Pietro Franceschetti

(fotoservizio Gianni Tomazzoni)

pista difficilissima e molto ghiacciato, ha pure fatto registrare dei buoni intertempi e Sebastiano Finazzer. Per quanto riguarda invece le prime Fis Junior regionali, disputate a Madonna di Campiglio Matteo De Vettori ha vinto il gigante precedendo Sebastiano Finazzer. A Pozza di Fassa, nella gara vinta dall’azzurrino Francesco Romano ancora buon prestazioni per Finazzer e De Vettori, con Liberatore miglior aspirante, così come nelle Fis di Folgaria. Dunque per il futuro della squadra maschile c’è da ben sperare, considerando appunto la giovane età del team. Per quanto riguarda la squadra femminile, allenata da Andrea Sonda e Angelo Tavernaro, in questa prima parte di sta-

gione si sono ben comportate soprattutto Andrea Cailotto e Miriam Rasom, nelle prime posizioni nella Fis junior di apertura a Livigno. Nello slalom Fis junior dell’Abetone la Cailotto è giunta seconda, la Rasom terza, e Natalie Rizzoli quarta, mentre nel gigante si è fatta registrare una tripletta tutta trentina, con il podio segnato da Cailotto, Rizzoli e Rasom. Successivamente il team trentino ha preso parte in Valtournenche ad una Fis Race di gigante alla quale era presenta la squadra veloce della Francia e dove ha ottenuto un buon risultato (24°) Andrea Cailotto, mettendo in saccoccia ben 47 punti Fis, preziosi come l’oro. Le ragazze del Comitato hanno preso

14

parte anche alle Fis Junior Regionali, distinguendosi alle spalle del terzetto dell’Agonistica Campiglio composto da atlete con maggiore esperienza ed età. In fase di recupero invece le due juniores Giulia Mattielli e Sara Maistri, quest’ultima reduce da un brutto infortunio. È tornata a sciare ma per lei sarà un anno di transizione. Vittorie nelle Fis junior a Folgaria e Pozza ancora per Cailotto e per la Maisti. Fra le aspiranti le giovanissime trentine stanno fornendo segnali interessanti. In particolare Stefani Zanetti ed Asia Benedetti, ma anche le altre si stanno ambientando bene in questo nuovo mondo semiprofessionistico. n


nati dopo il 27.11.99 nati dopo il 27.11.94 nati dopo il 27.11.92 nati dopo il 27.11.85 prevendita fino al 23.12.10 nati prima del 27.11.1945

E 100,00 E 165,00 E 230,00 E 285,00 E 410,00 E 315,00

D E S I G N E D

T O

P E R F O R M

a PamPeago Centro test

-- freddo con le sedie carenate + velocitĂ = + sci e divertimento

seggiovia agnello

noVitĂ 2010 - 2011

Condizioni particolari per sci Club!

Bambini Juniores teenagers giovani adulti seniores over 65

Val di Fiemme - obereggen 2010/2011 per residenti in Provincia di trento e Bolzano

Prezzi skiPass stagionali

www.latemar.it

Foto: www.orlerimages.com

ski center latemar ti farĂ girare la testa


giovaniFondo

a cura della redazione

A Tesero ancora i migliori

Il Comitato Trentino centra subito 5 medaglie ai campionati italiani aspiranti e juniores andati in scena in Val di Fiemme

I

l Comitato Trentino di fondo trionfa sulle nevi di casa nella due giorni riservata ai campionati italiani giovanili di sci di fondo, centrando complessivamente ben 5 medaglie e aggiudicandosi ancora una volta la speciale graduatoria per Comitati.

Gli artefici di questo più che positivo week-end andato in scena sulle piste di Lago di Tesero grazie alla perfetta organizzazione dell’US Cornacci sono Nevio Zeni del sodalizio organizzatore che ha vinto la gara sprint juniores, il primierotto Ruben Bozzetta e il predazzano Mau-

L’arrivo e il podio tutto trentino della gara sprint juoniores: Ruben Bozzetta (2°) Nevio Zeni (1°) Mauro Brigadoi (3°). A destra l’esultanza di Zeni (Fotoservizio Federico Modica)

16

ro Brigadoi, secondo e terzo nella stessa gara, e Giulia Sturz, pure lei della Cornacci, bronzo nella sprint aspiranti. Tanti piazzamenti invece ed una sola medaglia nella seconda giornata, per merito del solandro di Vermiglio Mario Roncador, secondo nella 10 km a skating.


Proprio a seguito di questi risultati sono stati convocati gli atleti che parteciperanno ai mondiali juniores di Otepää, fra i quali ben 4 trentini: Pietro Valorz, Nevio Zeni, Stefania Zanon e Gaia Vuerich. Nelle prove sprint sono dunque risultati vincitori del titolo tricolore il trentino Nevio Zeni e la veronese Lucia Scardoni fra gli junior, quindi i valdostani Francesco De Fabiani e Francesca Baudin. A festeggiare sono dunque in particolar modo i Comitati Trentino e Val d’Aosta, che hanno fatto incetta di medaglie nella prima giornata. Infatti la categoria juniores maschile si è rivelata un vero e proprio monologo per la squadra trentina diretta da Marco Zoller. Alle spalle di Nevio Zeni, atleta della Cornacci di Tesero, dopo un esaltante arrivo allo sprint, si sono piazzati il primierotto Ruben Bozzetta e il predazzano in forza alle Fiamme Gialle Mauro Brigadoi, con addirittura un altro trentino in quarta piazza, ovvero Simone Bosin dell’Unione sportiva Cermis. Per il Trentino la positiva giornata si è conclusa con una medaglia di bronzo centrata ancora una volta da una portacolori del sodalizio organizzatore, ovvero Giulia Sturz, mentre l’attesa Stefania Zanon della Cauriol ha sfiorato il podio, chiudendo quarta fra le juniores. Non è cambiato molto rispetto a sabato neppure nella seconda giornata. Tre su quattro dominatori della gara sprint si sono ripetuti anche nella prova a tecnica libera. Seconda medaglia d’oro dunque per gli aspiranti valdostani Francesco De Fabiani e Francesca Baudin e per la junior veronese Lucia Scardoni. La 10 km maschile juniores è invece stata vinta dal friulano della forestale Claudio Muller. Per il Trentino, assoluto protagonista della prima giornata, e comunque risultato ancora una volta il migliore nella

Marco Zoller solleva la coppa vinta per il primo posto ottenuto dal Comitato Trentino

graduatoria per Comitati, solo una medaglia nella gara a skating, per merito di un ritrovato Mario Roncador, che ha sfiorato il successo per soli 6 secondi. Sempre nella junior maschile il terzo gradino del podio è stato appannaggio del valtellinese Mirco Bertolina, seguito dalla coppia trentina formata da Paolo Fanton della Cornacci e Pietro Valorz dello Sci club Rabbi, mentre il trionfatore della sprint Nevio Zeni ha concluso al settimo posto, Riccardo Mich all’ottavo. Nella 5 km juniores come anticipato la veronese di Boscochiesanuova Lucia Scardoni ha concesso il bis, pur vincendo per un’inezia (solo 2 centesimi) su Debora Agreiter. Sesta Stefania Zanon, decima Jessica Brandstetter. Passando agli aspiranti Giulia Sturz della Cornacci è giunta settima, Matteo Piazzi della Dolomitica undicesimo. n

Giulia Sturz bronzo nella sprint aspiranti

Mario Roncador secondo nella 10km skating

17

Paolo Fanton

Matteo Piazzi


Biathlon

I

n attesa del poligono che verrà. O che dovrebbe arrivare, visto che nero su bianco non c’è ancora nulla: le intenzioni ci sono, i buoni propositi e le promesse pure, ma la fatidica firma non c’è ancora per dare ufficialità ai lavori che potrebbero consegnare alla Val di Fiemme un vero poligono da biathlon per il calibro 22 prima dell’inverno prossimo. Nel frattempo, l’attività del gruppo “progetto biathlon” prosegue a livello di aria compressa, cercando di promuovere al meglio la disciplina verso i più giovani e approfittando della vicina Sudtirol Cup per inseguire la giusta competitività. A descrivere la situazione del gruppo trentino, ci pensa il tecnico responsabile, Giancarlo Dellantonio. «Devo dire che la situazione generale è buona. Certo, non avere un poligono per la carabina è senza dubbio limitante, bloccando di fatto il tutto all’attività giovanile. Ma i nostri giovani si stanno comportando bene ed in queste prime 7-8 gare stagionali i buoni risultati non sono mancati, con qualche piazzamento sul podio o immediatamente a ridosso».

di Luca Perenzoni

Biathlon, un gruppo in crescita Insomma, un movimento in salute, nonostante il biathlon in Italia non nutra di quel fascino che invece gode nei paesi mitteleuropei o scandinavi. «Sì, i giovani ci sono, anche se vanno formati. Non tanto per quanto riguarda il tiro, ma anche sugli sci: i giovanissimi sono abituati alla tecnica classica e quindi dobbiamo insegnare loro a pattinare e così perdono il passo con i pari età. A livello di aria compressa, la differenza la fanno gli sci, non il tiro. Nonostante questo le cose vanno bene e la possibilità futura di disporre di un poligono spalancherebbe le porte anche all’attività assoluta. Per ora ci accontentiamo così: a metà febbraio ci saranno i campionati italiani in Val Martello e successivamente il 22 i campionati regionali a Lago, organizzati dalla Polisportiva Molina. Nell’occasione verrà organizzata anche una gara revival che chiamerà in pista i vecchi campioni ed atleti del biathlon». Da anni in Val di Fiemme si lavora su un progetto, denominato “Two Sport One Passion”, che si pone come obiettivo quello di fare promozione cercando di far

18

La squadra del Comitato fa la sua attività in Val di Fiemme, gareggiando in Alto Adige. La speranza è quella di veder nascere un poligono a Lago di Tesero avvicinare il più elevato numero possibile di atleti a questo meraviglioso sport, uno di quelli che nelle gare maggiori fa più audience in assoluto. Coordinatrice di questo progetto è Lucia Rocca, mentre il direttore agonistico responsabile è Roberto Brigadoi. I ragazzi che fanno attività agonistica quest’anno sono una decina. Nel dettaglio Veronica Nones, Simone Daprà, Simone Degodenz, Lorenzo Tomio, Alex Dellantonio, Mattia Felicetti, Martin Moser, Nicolò Nones e Josef Vinante. n



neveFresca

di Ugo Merlo

Sci alpinismo, passione tra famiglia, lavoro e studio Sabrina Zanon, Thomas Trettel e Gian Luca Vanzetta raccontano i loro sacrifici per allenarsi

L

o spunto per affrontare l’argomento sacrificio nella pratica dello sci alpinismo ci viene da Carlo Zanon, presidente della Cauriol di Ziano. La problematica, che trattiamo in queste righe è senza dubbio comune a tante altre discipline sportive, che richiedono una preparazione meticolosa ed attenta, con rigide tabelle e tanto tempo da dedicare ed esse. È proprio il tempo il “nemico” sia quando sei in gara, perché devi impiegarne il meno possibile, sia quando ti confronti con la vita quotidiana e sai ancora prima di alzarti al mattino, che la giornata ha solo e sempre 24 ore. “Debbo premettere - dice Carlo Zanon - che tutti gli sport hanno le loro problematiche. Mi preme però analizzare le difficoltà che incontra uno sci alpinista, sia uomo, che donna, nella preparazione autunnale e poi nella stagione delle gare. La stagione delle gare si è allungata e le competizioni sci alpinistiche iniziano a dicembre per concludersi a fine aprile o addirittura a maggio. Sempre più atleti si affidano a preparatori, provenienti con la loro esperienza da altre discipline di fatica, come dallo sci nordico, ciclismo e altro. I carichi di lavoro, sono quindi aumentati. Vi è da dire che fortunatamente il movimento dello sci alpinismo è in grande crescita e lo testimoniano la partecipazione alle gare, sempre maggiore, i numerosi appassionati che fanno le notturne, molti senza grandi ambizioni agonistiche, per puro sport. È aumentato il livello agonistico e tecnico, ne sono testimonianza i tempi delle competizioni, che si abbassano. Anche il movimento giovanile cresce ed è un bene. Questo lo abbiamo visto domenica 12 dicembre nella prima gara italiana in assoluto, – apertura della 19. edizione della Coppa delle Dolomiti - il 17. Memorial Fabio Stedile - con ben 47 iscritti in una competizione nuova che con orgoglio abbiamo organizzato noi della Cauriol, in collaborazione con la Dolomiti. Abbiamo avuto anche l’appoggio della Scuola Alpina della Guardia di Finanza, che ci ha messo a disposizione la Caserma di Passo Rolle. Per tornare al nostro tema nello sci alpinismo osservo una sempre maggiore concorrenza e da una decina d’anni la corsa alla ricerca di materiale sempre più leggero e innovativo, con costi sempre più alti. Va detto poi che il calendario delle sci alpinistiche si è fatto fitto e le giornate hanno solo e soltanto le fatidiche 24 ore”.

20


Ne abbiamo parlato con: Sabrina Zanon, atleta di Ziano di Fiemme della Cauriol, moglie, mamma, lavoratrice ed atleta Thomas Trettel, pure lui di Ziano di Fiemme Cauriol, atleta e lavoratore Gian Luca Vanzetta studente e giovane promessa che sta crescendo nel vivaio di Carlo

Sabrina

Sabrina è mamma di Sofia una splendida bimba di sei anni. Lavora nella rivendita di giornali di Ziano e la sua sveglia suona tutte le mattine alle 6. “Per preparare e gareggiare – dice Sabrina – si deve trovare il giusto equilibrio tra lavoro, famiglia e sport. Questa non è un’impresa facile. Ci vuole tanta passione. Si perché crescere una figlia non significa solo darle da mangiare, ma darle un’educazione trasmetterle dei valori, valori che trovi anche nello sport. Il lavoro è per tutti un passaggio obbligato per vivere e quindi sappiamo che dobbiamo guadagnarci quotidianamente diciamo così la pagnotta. Per tornare alla famiglia, posso gareggiare anche grazie alla disponibilità di mio marito, che mi aiuta e con il quale condividiamo tutto. Abbiamo delle dinamiche familiari complementari. Un equilibrio che si crea solo con la comprensione di questa mia passione da parte delle persone che mi stanno vicino. Poi c’è l’aspetto degli allenamenti. Fatiche fisiche, che faccio nel mio caso o a metà giornata, oppure la sera, andando a correre in autunno e poi sugli sci quando arriva la neve. Si deve lavorare seguendo delle tabelle di allenamento e mediamente le ore quotidiane dedicate alla sport sono due o tre. Alle volte le ore sono anche di più se ci si deve spostare ed andare ad allenarsi magari al Lusia. Se hai la neve sull’uscio di casa, le cose vanno meglio e torni prima nel tepore non solo in termini temperatura, ma di affetti. domestico”. E la domenica? “Ci sono le gare e si va a correre, se sono vicino a casa la piccola viene sul tardi e si fa festa, se il risultato è buono, altrimenti – dice Sabrina con il suo largo sorriso – si fa festa lo stesso”.

Thomas

Thomas, 26 anni un atleta dalle ottime qualità e di anno in anno in crescita. Se avesse la possibilità, come molti atleti dei gruppi militari di fare solo l’atleta, a nostro avviso, che lo vediamo da anni gareggiare nello sci alpinismo potrebbe essere già in nazionale. Thomas la tua giornata. “Io lavoro otto o nove ore il giorno in segheria, ho a che fare con il legno, un materiale vivo delle nostre montagne. Termino di lavorare alla 17 e poi via ad allenarmi. Come per Sabrina, se la stagione è buona c’è la neve a Ziano posso partire da casa ed andare ad allenarmi. Altrimenti ci si deve alzare di quota o fare solo corsa. Seguo delle tabelle, che mi hanno permesso in questi anni di fare dei buoni progressi nello sci alpinismo ed ho avuto la soddisfazione di ottenere dei buoni risultati”. Tanta passione e tanti sacrifici? “Si passione, perché non è uno sport che ti permette di guadagnare. Certo sarebbe bello avere la giornata da dedicare solo allo sport, ma lo sci alpinismo non è disciplina ricca e quindi la giornata si chiude dopo l’allenamento, non puoi uscire e far tardi con gli amici e la domenica d’inverno e inizio primavera in giro a fare gare”.

21

Gianluca

Gianluca studente di ragioneria a Predazzo 16 anni dice: “Sono aiutato dalla mia famiglia che mi lascia molta libertà e non ha mai preteso grandi voti, pero le difficoltà e i sacrifici sono molti perché combinare sport e scuola lascia poco tempo per lo svago. Andando avanti con la scuola debbo studiare di più e anche la stagione agonistica è ogni anno più dura. Per fortuna a scuola non vado male, altrimenti non avrei a disposizione il tempo per lo sci alpinismo agonistico. Sono fortunato abito a due passi dai miei luoghi di allenamento”. Quanto ti alleni? “Quattro cinque volte in settimana per conto mio, posso gestirmi molto liberamente gli impegni. Da quest’anno ho anche un allenatore che mi aiuta a migliorare” Come mai fai sci alpinismo? “Ho praticato molti sport, ma mai uno cosi faticoso e che richiedesse cosi tanto tempo come lo sci alpinismo. Nessuno degli sport precedenti mi ha però dato cosi tante soddisfazioni. Nello sci alpinismo non devo per forza vivere una gara per essere soddisfatto, a me basta anche arrivare in cima ad una montagna, o all’arrivo di un percorso faticoso ed impegnativo. Questo sport va di pari passo con un altra mia grande passione: la montagna”. Cosa farai da grande? “Crescendo spero di continuare a fare questo sport e poi il falegname, una passione che ho da quando ero piccolo, ma se lo sport diventasse un lavoro non mi dispiacerebbe”.


XIX COPPA DELLE DOLOMITI

19a edizione I 2011

ITI M O L DO O WORLDGE C UNES AL HERITA R NATU

12.12.2010 23.01.2011 20.02.2011 27.02.2011 03.04.2011 17.04.2011

17째 Memorial Fabio Stedile Gara Nazionale Giovani | Passo Rolle a 3 Pitturina Ski Race | Val Comelico 3째 Tour de Sas | Badia 7a Ski Alp Val Rendena | Pinzolo 3째 Adamello Ski Raid | Ponte di Legno 3째 PalaRonda Ski Alp | San Martino di Castrozza

COMITATO TRENTINO F.I.S.I. SCI ALPINISMO

I

Consiglio Provincia Autonoma Trento

REGIONE AUTONOMA TRENTINO ALTO ADIGE

I

www.coppadelledolomiti.it info@coppadelledolomiti.it Fax +39 0461 1725626


coppadelledolomiti

a cura della redazione

Linea giovane Sei le gare in calendario e tante novità come il premio stakanovisti e un montepremi da 12 mila euro

L

a Coppa delle Dolomiti ritorna adolescente, ritrovando energia ed entusiasmo. Dopo aver raggiunto la maggiore età, l’edizione numero 19 del prestigioso circuito di sci alpinismo si ringiovanisce nella formula e nelle competizioni, riscoprendo lo spirito delle prime edizioni e ritarando anche il numero di gare. Si tratta di un circuito più snello, ma decisamente interregionale, come mai lo era stato in passato, visto che coinvolge comitati organizzatori di Trentino, Alto Adige, Lombardia, Veneto e quest’ultima competizione addirittura con uno sconfinamento in Austria. Gare giovani ma con grandi ambizioni, come la Pitturina Ski Race che quest’anno è osservata Ismf, come spiega il presidente del Comitato organizzatore Michele Festini Purlan: «La nostra è una gara giovane ma ambiziosa e quest’anno avremmo il sopralluogo da parte della Federazione Internazionale con obiettivo dei prossimi inverni una gara di Coppa del Mondo. La novità riguarda l’abbinamento di un raduno lo stesso giorno della gara e una serie di eventi collaterali che permettono anche di promuovere il nostro splendido territorio della Val Comelico». Il secondo atto è rappresentato dal Tour de Sas della Val Badia. «Le iscrizioni sono già aperte – afferma Daniele Irsara, coordinatore del Comitato Organizzatore – e speriamo finalmente di riuscire a proporre il percorso originale, con il passaggio nel

cuore del Parco Naturale di Fanes. L’altra news riguarda due iscrizioni gratuite alla Maratona dles Dolomites». La prima gara trentina del circuito è rappresentata invece dalla Ski Alp Valrendena. «Rispetto alle precedenti edizioni – precisa il presidente dello Sci club Alpin Go Matteo Campigotto – abbiamo trovato una nuova collocazione nel calendario nazionale, l’ultimo fine settimana di febbraio. Una scelta che potrebbe consentirci anche di incrementare il già elevato numero di partecipanti, nelle ultime stagioni oltre 500 considerando anche il raduno Memorial Massimo Nella che è abbiniamo alla competizione, il nostro cavallo di battaglia. Per quanto riguarda il percorso vengono riproposte la salita alla Pala dei Mughi e al XII Apostoli». Delle 5 prove la più prestigiosa è senz’altro l’Adamello Ski Raid che parte da Passo del Tonale e si sviluppa in gran parte sul versante trentino per poi concludersi a Ponte di Legno. «Abbiamo cambiato formula – dice il patron Alessandro Mottinelli – e sarà una gara a squadre di due componenti, non più di tre. La novità più importante riguarda il fatto che la nostra competizione è poi inserita nel circuito La Grande Course, che racchiude le grandi classiche internazionali. Un motivo d’orgoglio per noi e uno stimolo per fare sempre meglio». La prova di chiusura per la prima volta sarà il Palaronda Ski Alp: «Per questioni di sicurezza – spiega il coordinatore Maria-

23

Guido Giacomelli vincitore della 18a Coppa delle Dolomiti

no Lott – finora non siamo mai riusciti a proporre il percorso originale sull’altopiano delle Pale di San Martino. Per questo abbiamo deciso di posticipare la data a metà aprile. Speriamo sia la volta buona, anche perché sarebbe uno spettacolo da non perdere. Quest’anno avremo poi l’onore di essere la gara di chiusura del circuito, un’occasione in più per non mancare». Infine per ultimo, seppure il primo per cronologia organizzativa, Carlo Zanon, presidente dell’As Cauriol: «A dicembre ho avuto l’onore di allestire la prima gara giovani in Italia, il Memorial Fabio Stedile. Un successo di partecipazione e organizzativo. Una fantastica intuizione del direttivo di Coppa delle Dolomiti, che riproporremmo sicuramente anche l’anno prossimo». Passando ai protagonisti l’albo d’oro di Coppa delle Dolomiti in 18 edizioni racchiude nomi di assoluto rilievo, come Adriano Greco, Fabio Meraldi, Enrico Pedrini, Omar Oprandi, Carlo Battel Mirko Mezzanotte, Franco Nicolini, Hansjorg Lunger, Martin Riz, Guido Giacomelli, Bice Bones, Orietta Calliari Maddalena Wegher. Chi sarà il trionfatore dell’edizione 2011? Bisognerà indubbiamente aspettare le prime gare, ma come è già successo in passato il circuito interregionale ha sempre un grande appeal anche per i big. Ad attrarre sicuramente la nuova formula più agile, ma anche alcune iniziative fidelizzatrici come il premio per gli stakanovisti e il montepremi finale che è di oltre 12 mila euro. n


SCREENING

di Maddalena Collini

È

con dicembre che la maggior parte delle società trentine ricomincia la sua attività di allenamenti, apportando magari qualche modifica rispetto allo staff tecnico della scorsa stagione, trovando soluzioni per riuscire a portare avanti le categorie dei più grandicelli, vedendo i numeri dei piccoli iscritti che continua ad aumentare. Per questa stagione invernale, sono ben 38 le società trentine al via. Abbiamo deciso di approfondire come i vari sci club si sono organizzati dal punto di vista tecnico per approntare al meglio la stagione.

sodalizi i 8 3 o n So ino del Trent isti in n o g a t o r p tagione. questa s a Andiamo rne conosce le novità

Sci club in movimento

Sci Club A naune

Campiglio

Per lo Sci Club Bolbeno si continua l’attività di baby e cuccioli con Antonio Beccari, Daniele Antolini, Moreno Marras, mentre con i ragazzi allievi c’è Maurizio Graziano. Il Val Rendena Ski Club porta a due gli allenatori del gruppo giovani, con Giovanni Catturani ed Enrico Povinelli, mentre i piccoli sono seguiti da Nicola Binelli, Marco Albertini, Mauro Masè, e i ragazzi allievi da Mauro Armani e Stefano Maturi. Per lo Sporting Club Campiglio, i b/c sono seguiti da Werner Maturi e Maffei Stefano, i rag/all da Federico Bresadola e Max Venturini, mentre i giovani da Michele Bulanti ed Enrico Stefani. Sempre a Campiglio, l’Agonistica ha sempre in prima linea Guido Paci e Fabio Paganini per la categoria giovani, Rudj Redolfi ed Elisa Chesi per i rag/all, Andrea Vettori, Andrea Buselli e Franchini Thomas per i baby/cucc, Silvestro Franchini con i piccolini della preagonistica. Il Campiglio Ski Team, che conta quest’anno 150 iscritti, è guidato da Cornelio Gottardi ed Egidio Bonapace per quello che riguarda la categoria giovani, con la collaborazione dell’ex azzurra Annalisa Ceresa che si occupa anche dei rag/ all insieme a Federico Checcucci Lisi; i bab/cucc sono seguiti da Massimo Peruzzo e Irene Maestri, i baby sprint da Arianna Forni, Ivan Maggi, la preagonistica da Anna Gottardi e Federica Masè. Sulle nevi campigliane, intanto, c’è chi sta lavorando per creare una società unica, una polisportiva che comprenda tutti gli sport, dalla discesa al fondo allo snowboard. Chi vivrà, vedrà. Per i colori dello Sci Club Anaune, i rag/all sono allenati da Massimo Menapace, i bab/cucc da Piercarlo Zini mentre

Ski Team

CIRCOSCRIZIONE A

Barbara Battistello si dedica dallo scorso anno ad un numeroso gruppo di baby sprint. I giovani del Val di Sole Ski Team sono seguiti da Fabrizio Cavallari e Paolo Angeli, i rag/all da Stefano Pangrazzi e Claudio Graifenberg e i bab/cucc, in costante aumenti, sono seguiti da Mauro Dallavo e Franco Falcone. L’Us Ruffrè è seguito da Dario Seppi, che allena i rag/all, e da Roberto Daz, che si occupa dei bab/cucc.

CIRCOSCRIZIONE B Nell’Agonistica Marmolada quest’anno ci sono solo le categorie dei rag/all, allenate da Luigi Rossi mentre gli aspiranti, con i colori del Comitato, sono seguiti da Alessandro Finazzer, che si divide tra tecnico di Comitato e allenatore dei suoi ragazzi. I piccoli dello Ski Team Fassa sono seguiti da Evelina Margoni, Giovanni Brunner, Paolo Costazza, Remo Detomas e Silvia Gross; ad occuparsi dei rag/all ci sono Agostino Rasom, Moreno Rizzi, Romina Zogmaister, Omar De Paoli e Ivo Rasom, mentre per i giovani Lorenzo Cemin, Stefano Vampa, Matteo Loss e Veronica Gandini. L’Us Primiero è guidato da Francesco Debertolis e Davide Beccari per quanto riguarda i giovani, da Erik Fontanive e Daniele Roberto per rag/all e Simone Mott, Giacobbe Zortea, Luca Zannini e Luca Bonat seguono i bab/cucc, mentre aumentano i ragazzi per ogni categoria. I rag/all dell’Us Dolomitica sarannno divisi in due gruppi distinti, seguiti l’uno da Mauro Morandini e Daniele Croce, l’altro da Stefano Zorzi

24


Sci Club L evico U.S. Primie ro

CIRCOSCRIZIONE C

Ski Team L agorai

Sci Club C ittà Roveret o

U.S. Cornac ci

e Dario Dellantonio. I cuccioli faranno riferimento a Stefano Gabrielli, Sandro Guadagnini, Stefano Morandini e più piccoli a Sabrina Giacomelli. L’Us Latemar ha organizzato quest’anno un nuovo gruppo di superbaby, e le squadre dei bab/cucc sono seguite da Paolo Zeni e Davide Ventura, i rag/all da Francesco Togni e Stefano Brigadoi, il gruppo giovani da Graziano Dondio. Ad allenare l’Us Monti Pallidi ci sono Luca Vender e Daniele Steffe per le categorie bab/cucc, Mattia Giongo e Giampaolo Ghetta per i rag/all. L’Us Cornacci ha visto aumentare quest’anno il numero di atleti iscritti, che si apprestano a cominciare la stagione con Riccardo Florian (bab/cucc) e con Andrea Dondio, Walter Delladio, Genesio Gilmozzi (rag/all). Per il Rujoch sono Lorenzo Rizzoli, Marcello Brigadoi e Adriano Varesco ad occuparsi dei rag/all, e Luca Vaia, Andrea Buoninsegna e Alessandro Manfrin seguono i bab/cucc.

Sc Città di Trento continua la sua attività con le categorie che vanno dai baby ai giovani, con la guida di Mirko Maistri e Simonetta Da Villa. A seguire i bab/cucc dello Ski Team Altipiani ci sono Cristina Andrighettoni, Emiliano Marzari e Paolo Bertoldi; Arcadio Dalprà e Federica Marzari seguono i rag/all, mentre Fabrizio Bertoldi e Daniele Carbonari sono con i giovani. Per il Cai Sat Rovereto, Andrea Gini ed Elena Andrighettoni guidano le categorie bab/cucc, Matteo Zandonai e Walter Ballerin i rag/ all. Per i colori dello Sci Club Levico ci sono Marco Vicenzi, Michele Magnago e Renzo Gaiga per i bab/cucc, e Marco Grossardi per i rag/all. Lo Sci Club Panarotta è guidato da Igor Tessadri ed Emanuele Sansoni per le categorie bab/cucc, con Giuseppe Pasquali ed Emiliano Oss Papot che seguono i rag/ all. Lo Ski Team Sopramonte vede Sergio Mazzalai occuparsi dei bab/cucc, ed Andrea Mazzalai dei rag/all. Nasce quest’anno una nuova collaborazione tra lo Sc Panarotta, lo ST Sopramonte e l’Agonistica Trentina, con il “progetto giovani” che vede i ragazzi di questa categoria allenarsi insieme, sotto la guida di Alessandro Failo. Lo Sci Club Monte Baldo Malcesine quest’anno ha le squadre dei bab/cucc, con Alfredo Brighenti, e dei giovani, seguiti da Stefano Lucchi. I baby sprint dell’Agonistica del Baldo sono seguiti da Marika Mazzurana, i bab/cucc da Monica Raffeiner, i rag/all da Alessandro Failo. Particolare il caso della categoria giovani che, in comune con il Brentonico Ski Team, è allenata da Luca De Toffol: è la seconda stagione che questa ottima collaborazione va avanti, con quasi una decina di giovani che si allenano insieme gareggiando però ognuno per i propri colori. Il Brentonico Ski Team vede poi Antonio Bonafini e Mario Zenatti occuparsi dei baby sprint, Paolo Cheller, Camilla Girardelli e Massimo Righi seguire i bab/ cucc, Moreno Zeni, Giacomo Poli, Enrico Antonelli e Giovanni Villa dedicarsi ai rag/all. Per la Società Sportiva Tremalzo, Luca Lorenzetti si occupa delle categorie dei bab/cucc, Jorge Soto dei rag/all e Francesco Rolfi della categoria giovani. Lo Ski Team Lagorai ha come responsabile Paolo Capra e come allenatori Floriano Berti e Ruggero Colme. Schiera un piccolo esercito lo Sci Club Città di Rovereto con ben 47 baby cuccioli, allenati da Walter Nave, Davide Marzadro, Tiziano Maffei, Camilla Cristoforetti, Paolo Cazzanelli, Renzo Alimonta, mentre i rag/all sono allenati da Alessandro Galli e i giovani da Alessandro Pavoni. C’è poi la nuova società Tezenis Ski Team che ha creato un nuovo gruppo di lavoro interessante, ma che ha preferito non rilasciare i nomi dei propri allenatori se non su richiesta scritta da parte del presidente del Comitato Trentino Fisi. Comunque anche loro hanno uno staff tecnico. n

25


autoscatto

di Sara Maistri

Un brutto infortunio nel momento migliore l’ha costretta ad un lungo stop. Ora lentamente sta riprendendo la condizione migliore, sia fisica sia nel morale

Un momento difficile L

’invito di raccontarmi attraverso le pagine della rivista SciA in Trentino è stato per me una grande gioia, solamente che in questo periodo, come capita a molti atleti, non sono in piena forma fisica e non sto attraversando un momento di grandi soddisfazioni. Mi presento. Sono Sara Maistri, ho 17 anni, abito a Trento, e faccio parte della squadra del Comitato Trentino di sci alpino. La mia avventura sugli sci è iniziata a 2 anni e mezzo con l’aiuto di mia madre che è una maestra di sci. A tre anni risalivo da sola sullo skilift ,che ogni tanto mi alzava di qualche metro talmente ero piccola e leggera e, mentre la mamma faceva lezioni di sci, io giravo in pista tutta la giornata senza mai fermarmi, assieme a mio fratello. Sono cresciuta nello sci club “città di Trento” con mio padre Mirko Maistri che da molti anni è l’allenatore di questa società. Per me sciare era puro divertimento perché trascorrevo ore indimenticabili con i miei amici. Nelle categorie baby e cuccioli volevo solo partecipare alle gare e non amavo molto fare allenamento soprattutto perché odiavo il freddo. D’estate non volevo saperne di andare sui ghiacciai anche perché praticavo ciclismo su strada, uno sport che mi ha dato grandi soddisfazioni, così come la

ginnastica artistica. I miei genitori non mi hanno mai spinto nello sport, anzi cercavano di frenarmi perché ero un terremoto. Ad un certo punto mi hanno consigliata di scegliere un solo sport a mio piacimento e ovviamente ho scelto lo sci. La vera pratica agonistica è cominciata nella categoria allievi perché mi sono prefissa l’obiettivo di entrare in Comitato, sogno che si è avverato al primo anno della categoria aspiranti. Quando mi è arrivata la convocazione ero felicissima! Un’avventura splendida guidata dal “mitico” allenatore Nello Vincenzi che stimo tantissimo perché mi ha trasmesso una carica incredibile. Alla fine del primo anno aspiranti, ma soprattutto all’inizio del secondo, cominciavano ad arrivare degli ottimi risultati quando... durante una gara sono incorsa in un brutto infortunio al ginocchio destro che mi ha fermata per parecchio tempo. Questo episodio mi ha distrutto moralmente. Ero proprio a terra. Grazie però alla vicinanza dei miei familiari sono riuscita a superare i momenti più brutti e dolorosi. Così dopo un periodo di sconforto ho iniziato a pensare positivo e a lavorare sodo per il recupero perché volevo tornare in fretta nel “mio mondo”. Ho imparato ad apprezzare tante cose e ho constatato che lo sci è uno sport fantastico, del quale non posso far-

26

ne a meno per il momento. Non posso dimenticarmi di ringraziare un carissimo amico nonché “mago” dell’ortopedia, il dott. Giorgio Benigni e i fisioterapisti Omar e Laura Spagnolli. Il recupero fisico è stato compito del mio affezionatissimo preparatore atletico Matteo Lazzizzera, mentre il mio nuovo allenatore di sci Andrea Sonda con l’aiuto di Angelo Tavernaro sta cercando con molta pazienza di farmi ritrovare l’assetto sugli sci! La vita sportiva deve assolutamente essere conciliata anche con la vita scolastica infatti oltre all’attività sportiva che mi occupa tantissimo tempo, frequento la quarta Liceo Scientifico Da Vinci, una scuola statale di Trento. Non nascondo che i sacrifici per riuscire da entrambe le parti sono notevoli, però sono ripagati da tante soddisfazioni sia a scuola che nello sport. Il mio profitto è discreto e quindi la scuola che frequento non mi ha mai impedito di assentarmi per motivi sportivi. Quest’inverno per me sarà di transizione, non posso pretendere troppo, ma non rinuncio sicuramente ai miei obiettivi principali, cercherò di dare il massimo e farò l’impossibile per avverare i miei sogni. n


SP

Fre

erid

e

Pista



L’accademia del freestyle

angoloGiro

di Maddalena Collini

A Madonna di Campiglio è nata una scuola per far crescere gli appassionati di acrobazie ed evoluzioni

S

i chiama Freestyle Academy ed è la nuova società campigliana che unisce snowboarder e sciatori in un’esperienza fatta di acrobazie, salti e sano agonismo. I ragazzi dividono gli stessi allenamenti, lo stesso park e gli stessi salti, in un lavoro diviso in tre allenamenti a settimana, in preparazione alle gare: solo queste sanno far spingere al massimo, con un sano spirito agonistico che aiuta a raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono sette i ragazzi che si cimenteranno con gli sci, seguiti da Daniele Girardi; più numerosi gli snowboarder, ben diciotto, che sono allenati da Davide Cecconi, Michele Spini e Mattia Cavalca. I ragazzi provengono da tutta la Val Rendena, vanno dagli otto ai diciannove anni e sono uniti dal desiderio di vivere il progetto di Davide Cecconi (presidente e direttore tecnico) e Daniele Girardi (vicepresidente), i due giovani maestri che hanno deciso di scommettere mettendo in campo la propria passione, grazie anche alla collaborazione della Scuola Sci Des Alpes e Professional Snowboarding. Com’è nata l’idea della Freestyle Academy? “Daniele ed io ci siamo conosciuti per caso, stavano facendo lo stesso salto e confrontandoci è uscita la stessa passione per gli sport della neve e per il freestyle in particolare. Da lì è nata l’amicizia, ed ora ecco la Freestyle Academy”. Cosa significa insegnare il freestyle? “È dare la possibilità ai ragazzi di conoscere uno sport che non è solo tentativi e scemate, ma una vera e propria disciplina. E non ci vuole solo allenamento, ma anche fantasia e passione, supportate sempre dalla tecnica che è e rimane la base di ogni gesto atletico. Non è più un provare e riprovare affidandosi solo alla fortuna, ma diventa piuttosto una fusione tra tecnica e libertà di espressione”. Le quote rosa? “Ci sono ragazze sia nella squadra preagonistica che in quella agonistica, ma solo nello snowboard. Per quanto riguarda lo sci bisognerà aspettare un po’, in Italia è ancora allo stato embrionale ma speriamo che anche le ragazze vengano ad ingrossare le nostre fila!”. Per quanto riguarda la preparazione presciistica? “Già quest’estate abbiamo cominciato a fare atletica, anche con un’uscita particolare al palazzetto Massucchi a Mortara, una delle più grandi palestre di ginnastica artistica d’Italia. Per tre giorni ci ha seguiti Paolo Pedrotti, il direttore tecnico della squadra nazionale: sono stati giorni di full immersion, in cui Paolo ha messo in campo tutta la sua competenza analizzando e provando gli stessi gesti che andremo a fare sulla neve”. L’obiettivo? “Portare gli atleti a raggiungere un maggior controllo del proprio corpo nella fase aerea. Dopo esercizi di base a corpo libero abbiamo usato le strutture messe a disposizione, come le pedane, i trampolini, i tappeti elastici e una piscina di gommapiuma: in palestra si riesce a provare ogni evoluzione, dello sci e dello snow, in totale sicurezza”. Coltiverete questa collaborazione in futuro? “Certo, è importantissimo. Ed è l’unico modo per far conoscere uno sport che oggi è erroneamente visto come tentativi e non altro: invece è necessario che la cultura della precisione entri nella cultura del freestyle”. Per finire, la filosofia dell’Academy? “Vivere la neve in mille modi diversi, essere polivalenti. Lo sport non è una linea dritta, ma occorre guardare anche ai gesti degli altri sport per imparare ed integrare: occorrerà provare il telemark e fare pali e sciare in neve fresca. La filosofia è prendere il freestyle come vero sport e cercare di dare il massimo: ci sarà chi riuscirà e chi no, ma tutti ci proveremo!”. n

29


Masterizzando

di Daniele Bernardi (daniele_bernardi@hotmail.com)

Allenamento o gara?

Alle prime competizioni della stagione non tutti i master erano al cancelletto di partenza. Probabilmente non erano in condizione. È meglio gareggiare solo se è al top?

L

a domanda che pongo nel titolo è rivolta a noi attempati senior-master che bazzichiamo nei circuiti Fisi, non praticando con troppa costanza gli allenamenti sulla neve. Si presume, infatti, che per i giovani agonisti che si allenano con frequenza, nell’attesa delle prime gare, il problema non si ponga, salvo stati fisici imperfetti. Ho constatato fra gli amici che è comune l’atteggiamento di evitare i primi impegni agonistici di dicembre, adducendo di

non sentirsi pronti ed allenati, preferendo così procrastinare l’esordio. Si badi bene che questo atteggiamento non si riscontra solo, come potrebbe sembrare logico, fra gli appassionati meno “tecnici” ma è spesso diffuso anche fra i più bravi. Ognuno ha le proprie ragioni per comportarsi come meglio crede, ovviamente: tutti siamo in fondo un po’ pavidi di fronte alle sfide ed è comprensibile che si possa preferire il rinvio della prova d’esordio al potenziale fallimento o,

Eugenio Traversa. Sopra, Daniele Bernardi

30

comunque, alla delusione cocente di un brutto risultato. Arriviamo però a casi limite di alcuni che, nonostante un buon programma di avvicinamento alla stagione invernale svolto in ghiacciaio e in palestra, non se la sentono di approcciarsi al cancelletto, venendo ad assistere alla gara a bordo pista. Senza la presunzione di approfondimenti psicologici, che pure sarebbero necessari in qualche caso, mi permetto di biasimare questo comportamento dal punto


Master Team in evidenza Sergio Depaoli

di vista prettamente tecnico, per due sostanziali ragioni. La prima è che quasi sicuramente tutti i partecipanti alle nostre prime gare, non essendo professionisti, siano essi bravi e meno bravi, sono in forma approssimativa, comunque da affinare. E’ più facile quindi, statisticamente, approfittare del momento mettendo a segno performance di rilievo. Personalmente sono ormai alcuni anni che le migliori gare dell’anno, in termini di punteggio, le realizzo ad inizio e a fine stagione. Mi sono dato la spiegazione logica che all’inizio approfitto della scarsa verve di qualche mio forte avversario, riducendo il gap tecnico che ci separa, mentre alla fine sfrutto le condizioni ottimali di neve trasformata e di luce che tanto preferisco. Secondo me i più bravi, allenandosi, magari anche solo attraverso le gare, riescono a salire maggiormente nella scala della top performance rispetto ai meno forti, quindi è proprio l’inizio stagione il momento più proficuo da sfruttare! La seconda ragione che adduco a sostegno della necessità di affrontare i primi

impegni agonistici è il fatto che, a mio avviso, vale molto, infinitamente di più una prova in gara rispetto a 10 analoghe prove svolte in allenamento. La competizione è, difatti, il migliore allenamento possibile, svolto in condizioni di sicurezza, con il giusto abbigliamento, nel teatro più consono e con gli stimoli appropriati. La gara propone lunghezze e difficoltà non riproducibili nei campi di prova, con il massimo stato di attenzione rivolto al risultato. Lo strascico psico-fisico e muscolare di una gara è maggiore di una giornata di allenamento, come molti di voi avranno avuto occasione di provare sul proprio corpo, in quanto l’impegno profuso nel minuto di competizione non è paragonabile con quello messo in atto nel training. E’ proprio nella gara che possiamo ritrovare e apprezzare quei tempi di esecuzione e quei meccanismi che abbiamo abbandonato alla fine della stagione precedente, ma che ancora albergano nel nostro subconscio. Spero proprio di avervi convinto… al prossimo dicembre voglio trovarvi compatti al cancelletto! n

Prime gare e Master Team Trentino sugli scudi. Ottime le mie prove nelle prime RQS di Pampeago con 35 punti Fisi confermati e piazzamenti a ridosso dei primi posti, occupati da senior molto forti. Si rivedono gli amici Master giovani esclusi lo scorso anno dalla categoria, Marzio Mattioli e Moreno Rizzi, con prove convincenti. Bravo anche Willy Nardelli nelle RQS del 18 a Pampeago, su una pista che non ama troppo e in un momento lavorativo difficile per lui. Eugenio Traversa, dopo la trasferta austriaca del 18 a Innsbruck, 3° in slalom, impone la sua legge nella sua nuova categoria B a Pampeago il 19/12 con distacchi abissali. Bene i fratelli Marchi e anche Sergio Depaoli.

Paolo Felicetti

Brillano nella categoria femminile le nostre Daniela Vettorato, prima assoluta, e Clara Iori staccata di pochissimo. Gian Luca Porta ha ottenuto buoni piazzamenti nella prima trasferta di Coppa del Mondo Master, all’Abetone, mentre è uscito nello slalom di Innsbruck. Giovanni Manfrini e Gigi Gandini in luce nelle master N di Campiglio. Giovanni comanda in assoluto la categoria B in entrambe le giornate, mentre Gigi primo di categoria A5 in superg e secondo in gigante. Gesumina Suster domina la categoria sul Patschkerkofl sia in slalom che in gigante. Mancano all’appello solo Paolo Felicetti e l’amico Antonio Angelini, alla prese con il recupero del ginocchio operato, e poi siamo davvero al completo. Marzio Mattioli

31


Spigoli

di Daniele Bernardi

Bootfitting: puntatore laser N

ovità in arrivo nel bootfitting. La nuova macchina innovativa nell’incidente sofferto dal proprietario tre Uno studio di ingegneria bergaanni fa, con piatto tibiale e altre amenirileva perfettamente tà coinvolte. Succede spesso, pare, che masco, il cui nome mi è ancora le gambe aggiustate siano più diritte di sconosciuto, con la collaborazione di alil grado di divaricazione quelle “nature”, perché l’ortopedico ci cuni professionisti dello sci, ha messo a mette del suo per sistemarti al meglio, punto una nuova macchina a puntamendegli arti inferiori, to laser che rileva perfettamente il grado che diamine! permettendo di inclinare Quindi mi aspetto che anche la mia gamdi divaricazione dei nostri arti inferiori, ba destra, che sopporta un misero 15% permettendo al boot fitter di inclinare in relazione il gambaletto di invalidità dal 1996, sia quasi perfetta il gambetto dello scarpone esattamente dello scarpone (mi ha operato lo stesso bravissimo ortocome madre natura richiede. pedico di Willy……), mentre l’altra sia “C’era già” qualche sprovveduto potrà fuori come un balcone. argomentare, ma la verità è che fino ad Un altro caposaldo messo in crisi dai oggi il tutto era impostato su tentativi tecnici che hanno creato il congegno, è empirici, dando per scontato che un sogla prassi di limare le suole degli scarponi, disassandole, per getto avesse necessità analoghe per entrambe le gambe e di creare maggior presa di spigolo. Pare che questa abitudine non conseguenza analoghe inclinazioni degli scarponi. sia suffragata da reali studi scientifici e che sia nata e cresciuta Quello che appare chiaramente, invece, dai risultati conseguiti parallelamente alla barratura delle piste, fino a diventare un tramite il nuovo apparecchio, è che le nostre gambe, come must per gli atleti. altre parti del corpo, non sono eguali e che possono richiedere “Con il puntatore laser”, si dice “ogni atleta avrà il gambetto all’atto pratico impostazioni diverse per ottimizzare la presa di corretto per l’effettiva esigenza del suo arto, ottimizzando la spigolo. presa di spigolo e le prestazioni, con ogni tipo di neve”. Non I primi rilevamenti in casa Nardelli (il puntatore è già dispoci resta che provare, dunque, e sospetto che i risultati saranno nibile da Nardelli Sport di Mezzolombardo) hanno permesso sorprendenti per molti di noi e che dovremo correggere le abidi accertare che Willy ha una gamba nettamente più diritta tuali impostazioni dei nostri gambetti! dell’altra. n Guarda caso, quella “da concorso” è la destra, massacrata

32



Premi

a cura della redazione

Il fondista primierotto ha vinto la borsa di studio indetta dai gruppi Lions del Trentino, mentre Mario Roncador si è visto assegnare nuovamente la borsa di studio Predieri

A Bozzetta il LionsTrentinoNeve

Ruben Bozzetta premiato dai responsabili dei gruppi Lions del Trentino durante la presentazione dell’Agenda FISI 2011 alla quale hanno presenziato anche gli assessori provinciali Marta Dalmaso e Tiziano Mellarini

N

el 2006 vinse la fondista Irene Cicolini, nel 2007 il gigantista Luca de Aliprandini, nel 2008 la snowbordoarder Rossella Monsorno e nel 2009 il fondista Mario Roncador. Quest’anno il Premio LionsTrentinoNeve va ancora una volta ad un atleta degli sci stretti: Ruben Bozzetta, portacolori dell’Us Primiero San Martino, ma anche atleta della squadra agonistica del Comitato Trentino. Si tratta di una borsa di studio del valore di 1500 euro che i tre gruppi Lions del Trentino (Fiemme e Fassa, Primiero e San Martino di Castrozza e Trento Host) propongono ogni anno in collaborazione con il Comitato Trentino Fisi. Un’apprezzata intuizione che era stata ideata dall’ingegner Alessandro Bleggi (presidente della sezione Lions Trento Host), che purtroppo il destino ci ha portato via qualche settimana fa. In seguito alla rotazione fra i tre gruppi Lions lo scorso anno e quest’anno i titolari del premio è il gruppo Lions Primiero e San Martino di Castrozza coordinato da Diego Zorzi. Ruben Bozzetta è nato a Feltre il 7 luglio 1992 ed è residente a Transacqua.

seguito ai risultati sportivi e studenteschi È iscritto allo Sci club Primiero San Mardell’ultima stagione. Per il secondo anno tino da 13 anni e stagione dopo stagione consecutivo infatti Mario Roncador dello ha ottenuto sempre più risultati in crescendo, fra i quali alcune medaglie ai Sci Fondo Val di Sole è riuscito ad ottecampionati italiani di categoria. nere la borsa di studio «Scuola – Sport Giancarlo Predieri». Si tratNell’ultima stagione ha ta di un premio in denaro di ottenuto la medaglia d’ar775 euro riservato a 3 atleti gento ai campionati italiani Gundersen di Boscochiemaschi e a 3 atlete femmisanuova e una medaglia ne della categoria aspiranti, che si siano particolarmendi bronzo sprint nella Fis te distinti per merito sia junior di Forni di Sopra, nell’attività agonistica (dipiazzandosi secondo nelscipline dello Sci Alpino, la graduatoria del Circuito provinciale Melinda. Fondo e Biathlon) che nello studio. Un premio annuale Dietro ai banchi nell’ultima che viene messo in palio stagione ha frequentato la terza Liceo Economico per dall’Associazione Amici di Giancarlo Predieri, ex vicel’Impresa presso l’Istituto Comprensivo di Scuola Pripresidente della Federaziomaria e Secondaria di Pri- Mario Roncador ne Italiana Sport Invernali scomparso nel 1997. Un miero, con una media dei altro riconoscimento dunque per Mario voti conseguiti nello scrutinio finale pari Roncador, vincitore lo scorso anno sia a 7,20. Le materie dove eccelle sono del Premio Predieri che della Borsa di educazione fisica (dieci), matematica e informatica (otto) e Geografia EconomiStudio LionsTrentinoNeve, e quest’anno ca (otto). nuovamente del premio Predieri e pure arruolato nelle Fiamme Gialle. Bozzetta non è stato comunque l’unico n sciatore a vincere una borsa di studio in

34


Piacere di guidare senza compromessi: nuova BMW X3 Presso la concessionaria BMW Activa di Trento è stata presentata a novembre la nuova BMW X3 che si presenta con una veste completamente rinnovata. La nuova BMW X3 dispone di un comfort di guida fortemente migliorato, il design combina il tipico carattere dei modelli BMW della Serie X con un andamento delle linee sportivo e slanciato. La generosa abitabilità e l’elevata versatilità degli interni offrono un comfort di viaggio ed una capacità di trasporto su misura. La trazione integrale BMW xDrive non ottimizza solo la trazione, ma mette anche a disposizione una taratura che promuove la dinamica di guida. La nuova BMW X3 offre le qualità di un’automobile moderna e non richiede che si scenda a compromessi, anzi combina il piacere di guida con l’efficienza, abbina il comfort alla funzionalità, la robustezza all’eleganza. Il design: eleganza urbana, linee slanciate e dinamiche e gli stilemi di un modello BMW della Serie X Il design della nuova BMW X3 trasmette un’immagine di eleganza urbana abbinata a un’agilità robusta. Nella vista frontale, la nuova BMW X3 offre un’immagine sicura e presente, composta dal doppio rene inclinato leggermente in avanti, dai grandi proiettori, dalla robusta minigonna anteriore e dal cofano motore con sei nervature che convergono nella zona del doppio rene. In combinazione con i proiettori allo xeno, disponibili come optional, la luce diurna viene generata da anelli luminosi bianchi composti da unità LED. Interni: ambiente di lusso, funzioni intelligenti All’interno della nuova BMW X3 una generosa offerta di spazio e dei materiali pregiati creano un ambiente moderno e sofisticato, equipaggiato con numerose funzioni intelligenti. Il Control Display del sistema di comando BMW iDrive, disponibile come optional, è integrato armonicamente nella plancia. Lo schermo da 8,8 pollici ad alta definizione del sistema di navigazione Professional è il monitor di bordo più grande offerto nel segmento della nuova BMW X3. Rispetto al modello precedente, i tre posti posteriori offrono un eccellente comfort anche durante i viaggi lunghi e maggiore spazio per i gomiti e le gambe. Con un volume tra i 550 e i 1600 litri, il bagagliaio della nuova BMW X3 marca un primato nel segmento di appartenenza. Motorizzazioni: motore quattro cilindri diesel e propulsore sei cilindri a benzina dell’ultima generazione Attualmente sono disponibili due modernissime motorizzazioni: l’xDrive 20d e l’xDrive35i. Il motore xDrive20d a quattro cilindri turbodiesel

eroga una potenza massima di 135 kW/184 CV a 4000 g/min. La risultante elasticità consente di accelerare da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi e di raggiungere una velocità massima di 210 km/h. Il nuovo parametro di riferimento di efficienza nel segmento viene definito dalla BMW X3 xDrive20d con un consumo medio nel ciclo di prova UE di 5,6 litri per 100 chilometri ed emissioni di 149 grammi di CO2 per chilometro. La nuova BMW X3 xDrive20d equipaggiata con cambio automatico raggiunge gli stessi valori di accelerazione, di velocità massima e di consumo; le sue emissioni di CO2 sono di 147 grammi per chilometro. Il propulsore della BMW X3 xDrive35i si distingue per un’ottima rapidità di risposta. Il propulsore da 3,0 litri eroga una potenza massima di 225 kW/306 CV a un regime di 5800 g/min. Equipaggiata con questo motore, la BMW X3 xDrive35i accelera da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi. La velocità massima è di 245 km/h. La BMW X3 xDrive35i non offre solo le caratteristiche di guida più sportive, ma anche i valori di consumo di carburante e delle emissioni più bassi della propria categoria di potenza. Il consumo medio di carburante nel ciclo di prova UE è di 8,8 litri per 100 chilometri, il valore di CO2 è di 240 grammi per chilometro. BMW EfficientDynamics nella nuova BMW X3: anteprima della funzione Start Stop automatico in combinazione con il cambio automatico. Per la prima volta il cambio automatico è stato combinato con la funzione Start Stop automatico. All’arresto a un incrocio o quando si viaggia in coda, il motore si spegne automaticamente. Non appena il guidatore rilascia il pedale del freno, viene avviato nuovamente il motore. La funzione Start Stop automatico è inclusa anche nell’equipaggiamento di serie della BMW X3 xDrive20d con cambio manuale dove è stata completata dall’indicatore del punto ottimale di cambiata. Inoltre, in tutte le varianti di modello la Brake Energy Regeneration,

35

il servosterzo elettromeccanico (EPS), il controllo dei gruppi secondari in base al fabbisogno, il lightweight design intelligente e i pneumatici a resistenza ridotta al rotolamento contribuiscono a ridurre il consumo di carburante e le emissioni. Assetto sviluppato ex novo, xDrive ottimizzato e optional esclusivi per dinamismo e comfort su misura La nuova BMW X3 è dotata di serie della trazione integrale permanente BMW xDrive. Il sistema a controllo elettronico provvede a una ripartizione variabile della coppia motrice tra asse anteriore e asse posteriore. Il sistema di controllo collegato alla regolazione della stabilità di guida DSC (Dynamic Stability Control) compensa, attraverso il proprio intervento mirato, ogni tendenza di sovrasterzo o di sottosterzo. Grazie alla taratura nuova che promuove ulteriormente la dinamica di guida, la trazione integrale intelligente ottimizza sia la trazione stessa che il comportamento della BMW X3 in curva. Già durante la guida stabile in curva la quota principale della coppia motrice viene trasmessa alle ruote posteriori. L’equipaggiamento di sicurezza comprende gli airbag frontali, per il bacino e il torace, gli airbag laterali a tendina per la testa, delle cinture automatiche a tre punti in tutti i sedili, dei limitatori di sforzo, davanti dei tendicintura e poggiatesta attivi anticrash e dietro dei punti di ancoraggio ISOFIX per i seggiolini dei bambini. Entrambe le motorizzazioni sono disponibili per la prova presso la Concessionaria Activa in Via Fersina 6 a Trento. Il personale Commerciale e di Vendita è disponibile per la prenotazione delle prove, per fornire istruzioni di guida e consulenze personalizzate. BMW è consapevole che solo potendo sperimentare il piacere della guida si possa apprezzare completamente la dinamicità, l’efficienza e la comodità dei modelli BMW.

Activa S.p.A.

Via Fersina, 6 - TRENTO Tel. 0461 383240 info@activabmw.it


FOCUS La pista di Pozza di Fassa ha i requisiti tecnici per ospitare uno slalom di Coppa del Mondo, ma non sono sufficienti

N

on si tratta di un’eco. La Val di Fassa proprio nel bel mezzo delle vacanze natalizie ha alzato la voce. «In autunno mentre stavamo approntando ragionamenti sul rinnovo della collaborazione con la Fisi per il progetto Piste Azzurre (ovvero la valle come centro federale di allenamento delle nazionali) si è deciso di riproporci per una gara di Coppa del Mondo di sci alpino. A differenza di alcuni anni fa, quando ci eravamo candidati per l’organizzazione di una gara femminile, è stato deciso di richiedere una gara maschile allo Ski stadium Val di Fassa, dove ormai da nove anni si disputa uno dei più apprezzati slalom maschili di Coppa Europa. Le capacità organizzative sono collaudate e apprezzate, la pista Aloch ha tutti i requisiti, perché allora non provarci?», queste sono state le dichiarazioni del presidente dell’Apt della Val di Fassa Enzo Iori.

a cura della redazione

Il dilemma

Aloch Noi abbiamo invece deciso di approfondire esclusivamente l’aspetto tecnico, chiedendo un’analisi di fattibilità all’unico omologatore piste internazionale Fis del Trentino, Ernesto Rigoni. «Tecnicamente – sostiene Rigoni – la pista Aloch ha tutti i requisiti ed è già dotata di omologazione Fis per organizzare uno slalom internazionale, inclusa un’eventuale gara di Coppa del Mondo. Omologazione realizzata e approvata dal collega altoatesino Martin Wieser nel 2008, con validità sino al 2018. Si tratta di una pista che si sviluppa dai 1620 metri di quota sino ai 1340 della zona arrivo,con 280 metri di dislivello e 840 di lunghezza. Quindi rispecchia i parametri Fis che prevedono un dislivello massimo di 220 metri per uno slalom di Coppa del Mondo maschile, 200 per quello femminile, dunque qui si possono disputare competizioni di slalom, potendo variare dislivelli e difficoltà tecniche con ampia flessibilità, cosa non sempre possibile in altre realtà, anche di grande tradizione e prestigio internazionale. In linea teorica ci starebbe anche uno slalom gigante, ma siamo troppo vicini al dislivello minimo (250 metri), soprattutto se si pensa al maschile: Gran Risa e Adelboden sono intorno ai 400 metri». È indubbio però che per ospitare un’eventuale gara del massimo circuito sarebbe necessario un intervento urbanistico di un certo rilievo. «La zona arrivo – prosegue Rigoni – dovrebbe essere leggermente prolungata e rimodulata, e bisognerebbe creare ulteriore spazio sui lati per TV compound, parterre, tribune, area mixed zone e cabine commentatori. Orograficamente c’è poi la possibilità di portare più in alto la partenza di 15 o 20 metri, il terreno lo consente. Infine l’impianto luci per l’eventuale gara in notturna necessiterebbe di un discreto potenziamento, per consentire le riprese della produzione televisiva. Questi sono gli interventi primari indispensabili». Che punti di forza nei confronti della Fis potrebbe avere Pozza di Fassa? «Anzitutto l’arrivo in paese. Questo è un grosso punto di forza. La Federazione Internazionale punta molto sul contatto diretto fra le competizioni e i centri urbani. L’altro aspetto interessante riguarda poi la possibilità di organizzare la gara in notturna, altra peculiarità che sta a cuore alla Fis».

Enzo Iori

Poi i quotidiani locali hanno sentito i pareri degli organi sportivi federali e politici e non è mancata, inevitabilmente, qualche polemica. Il sogno non è di facile realizzazione perché ci sono tanti tasselli da far quadrare, forse troppi.

E il pensiero finale di Rigoni? «Pozza di Fassa ha tutti i requisiti tecnici e organizzativi richiesti, ma questi, come si sa, non rappresentano, da soli, una garanzia di assegnazione dell’evento. Ci sono tanti altri parametri, fattori geopolitici della stessa Fis, il ruolo della Fisi, interessi commerciali, turistici e televisivi, le stesse strategie di lungo termine della Fis, che puntano a nuove nazioni e nuovi continenti, la già consolidata presenza, a pochi chilometri da Pozza di Fassa, di competizioni di livello mondiale nello sci nordico. Ritengo che in questo momento storico, nel quale la 3Tre di Campiglio con tanta fatica ha avuto l’opportunità di rientrare nel giro di Coppa del Mondo, pur non avendo ancora la certezza di un posto fisso nel calendario, un’altra candidatura possa innescare pericolose turbolenze. Si potrebbe verificare quello che è successo fra Venezia e Roma per le Olimpiadi del 2020, con il risultato finale che tutti conosciamo. Quando la 3 -Tre di Campiglio riuscirà ad ottenere un’assegnazione annuale, a quel punto il territorio e la politica po-

36


PEDORA

SPORTperformance ORTHOPAEDIC ADVANCED SYSTEM

Plantari funzionali studiati per gli sciatori Arrivano in Italia gli innovativi plantari personalizzati frutto dell’esperienza di un’azienda tedesca leader e della collaborazione di Giorgio Rocca, già utilizzati con soddisfazione da diversi campioni degli ski team italiani e austriaci.

La pista Aloch già sede degli allenamenti degli atleti azzurri e di gare con atleti di Coppa del Mondo. Sotto, Ernesto Rigoni

trebbero avviare altri ragionamenti, chiedendo ad esempio una seconda località di CdM di sci alpino (come in Alto Adige), da assegnare d’intesa con la Fisi all’interno del Trentino, secondo criteri legati alle esigenze promozionali e turistiche. In questo caso la Val di Fassa avrebbe tutti i requisiti per stare in primissima fila rispetto a tutti i competitor nazionali e internazionali. Un cenno, infine, alle opportunità offerte dai possibili recuperi di competizioni di CdM annullate altrove, l’esempio più recente è quello della croata Maribor: cogliere al volo queste occasioni non è semplice, dovendo anzitutto predisporre gli interventi strutturali appena accennati e tenere costantemente pronto un apparato organizzativo capace di attivarsi in poche ore. Ma non possiamo dimenticare che la storia della Coppa del Mondo in Val Badia e a Cortina è iniziata esattamente con fulminei recuperi di gare che il calendario FIS prevedeva in altre località».

I plantari individuali Pedora SportPerformance sono realizzati in base a una sofisticata rilevazione dinamica 3D, che consente un’analisi anatomo-funzionale dei piedi in relazione all’intero apparato muscoloscheltrico e in funzione dello specifico gesto sportivo. La tecnologia Pedora SportPerformance si distingue per l’esclusiva struttura differenziata, ottenuta con innovativi materiali high-tech indeformabili, in base alla distribuzione dei carichi esercitati sulle diverse zone plantari evidenziata dalla rilevazione dinamica. La lavorazione a freddo con fresatura computerizzata assicura la precisione esecutiva e rispetta la struttura molecolare dei materiali, ottenendo plantari di alta qualità, che si differenziano nettamente rispetto ai prodotti ottenuti per schiumatura o con altri procedimenti a caldo.

VANTAGGI La personalizzazione dei plantari individuali Pedora SportPerformance è subito evidente: perfetta integrazione con gli scarponi, tenuta del tallone, sostegno dell’arco plantare e distribuzione omogenea dei carichi che si traducono non solo in comfort, ma anche in precisione della trasmissione del movimento. In pista, si riscontra infatti una risposta immediata nell’ingresso in curva, una conduzione sicura e graduale, una presa di spigolo pronta ed efficace. Inoltre, nella ricerca della scorrevolezza, i plantari Pedora SportPerformance favoriscono la messa a piatto degli sci e la sensibilità al terreno. Da evidenziare infine l’effetto antivibrante e ammortizzante, che assume importanza anche quale protezione dai microtraumi per schiena e articolazioni.

FUNZIONALITÀ PRESTAZIONI PROTEZIONE COMFORT Baumgartner Hubert & C. s.a.s. tel 0472 847486 - info@baumgartner-hubert.com

37

www.pedora.it


l’evento

di Fabia Sartori

Marcialonga apre ai giovani M

arcialonga, un evento sportivo con indubbie ripercussioni sul tessuto territoriale, sociale, economico e culturale, in grado di focalizzare l’attenzione del mondo sulle Valli di Fiemme e Fassa. Notevoli i risultati riguardo la promozione turistica, accorto l’approccio culturale e tradizionalista. Alfredo Weiss, il presidente, valuta attentamente le mie parole ed esordisce con alcune considerazioni. La riflessione Accade che siano le idee di qualche comitato organizzatore a creare le condizioni di sviluppo economico e sociale di un determinato territorio. È il caso di Marcialonga: attualmente si registrano traguardi straordinari in termini di sviluppo economico e territoriale. La gara si è resa motore di cultura e tradizione, penetrate così a fondo nella comune mentalità da produrre nelle nostre Valli moltissimi altri avvenimenti, legati a diversi ambiti: sport, volontariato, cultura, per citarne alcuni. La regina delle granfondo rappresenta l’approccio alla vita tipico dell’uomo di montagna, solidale e sussidiario, la individuo come modello in virtù della sua grande visibilità, che nulla toglie alla miriade di eventi minori con i medesimi valori di base. Iscrizioni: rispetto agli anni scorsi un iter fulmineo, quali i motivi?

Innanzitutto, le Dolomiti, patrimonio dell’UNESCO, offrono paesaggi fantastici. Il 2013 si avvicina, ed i Mondiali fungono da potente volano, diffuso il desiderio di osservare da vicino la loro ambientazione. Inoltre, per quanto concerne le attività sportive nordiche, Fiemme e Fassa sono località più che blasonate, la loro ricchezza risiede anche nel proporre un ampio panorama territoriale, impreziosito da numerosi frazioni e comuni, appetibile l’offerta culturale, sportiva e culinaria. Siamo forti della presenza di 7200 fondisti, 3000 dei quali norvegesi. I nordici sono attratti in modo particolare dalla tipologia di pista, costellata da centri abitati e dal calore del pubblico, oltre che, questo vale per chiunque partecipi, dalla sfida con sé stessi nel misurarsi su un impegnativo percorso di 70 km.

A proposito di pista, come procede l’innevamento, alla luce delle alte temperature registrate in questo periodo? Siamo organizzati per far fronte a condizioni meteo proibitive, con 18 centri di produzione neve dislocati lungo il percorso, in modo da ridurre al minimo i costi legati al trasporto. In merito, sottolineo il prezioso supporto delle amministrazioni comunali, proprietarie di parte delle attrezzature atte all’innevamento, con cui da anni collaboriamo per rendere agibile la pista, o meglio parte della pista, in corrispondenza delle festività natalizie. Per questa 38.a edizione, Marcialonga ha in serbo pregiate novità, quale importanza riveste la gara Young? Marcialonga “senior” apre una finestra del tutto dedicata alle categorie Allievi, Aspiranti, Juniores, che potranno cimentarsi in una gara a tecnica classica, con epilogo sullo stesso tratto finale riservato agli adulti. Due le colonne portanti. La prima dettata dalla necessità di instaurare una continuità, di avvicinare le categorie giovanili di età più avanzata alla granfondo, nell’intento di formare i “marcialonghisti” del futuro. L’altra legata al nobile disegno di rilanciare e promuovere lo sport giovanile, in linea con la politica del Coni e della Fisi. Un’ulteriore e preziosa iniziativa coinvolge il mondo dei giovani, dei bambini della scuola d’infanzia, è quella sostenuta dalla Valle di Fiemme, addirittura il comune di Ziano ha in cantiere una baby rappresentazione teatrale con tema di fondo “La Marcialonga”. n

38


39

G1010806


Se ti MUOVI vivi meglio Una regolare attività fisica è benefica per la salute: 4 Riduce in maniera significativa il rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi, traumi da caduta nell’anziano e alcuni tipi di cancro (al colon, al seno, alla prostata, al polmone, all’utero) 4 Aumenta il benessere psicologico 4 Insieme ad una corretta alimentazione combatte il sovrappeso e l’obesità

• Per i tragitti brevi riduci il “trasporto passivo” e aumenta il “trasporto attivo”: usa meno l’automobile e l’ascensore ed usa di più la bicicletta e le scale • Se cammini per almeno 30 minuti al giorno per 5 giorni la settimana puoi considerarti una persona “attiva” e godere di molti effetti salutari oltre a salvaguardare l’ambiente

n Il 40% degli intervistati riferis ce di essere ATTIVO (svolg e un lavoro pe sante o aderisce alle ra ccomandazioni su ll’ attività fisica); a livello nazionale il 33% n Il 43% degli intervistati riferis ce di essere PARZIALMENTE ATTIVO (non sv olge un lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccom andato); a livello nazional e il 37% n Il 17% degli intervistati riferis ce di essere COMPLETAMEN TE SEDENTARIO ; a livello nazionale il 30%

Foto M. Pilati

La maggior pa rte dei trentini pratica attività fisica

40


Scorci

a cura della Redazione

compie 30 anni D

al 18 al 20 febbraio sulle piste della Paganella torna la Slipegada, il classico appuntamento riservato a tutto il mondo della cooperazione creditizia provinciale. Un evento che taglierà il prestigioso traguardo delle 30 edizioni. Abbiamo deciso di ripercorrere le origini con il presidente del Comitato Organizzatore Gianni Bezzi. «Nel marzo del 1981 – racconta il presidente - durante la premiazione del “Trofeo Enti Trentini” alcuni dipendenti delle Casse Rurali si accorsero, con stupore, che erano tante le Casse che singolarmente avevano partecipato a quella bella manifestazione e, trovandosi tutti insieme, qualcuno uscì con la famosa frase “perché no fen na gara fra de noi?”. Detto e fatto. Due settimane dopo tutto era pronto: al Passo di Lavazè, con il patrocinio della Cassa Rurale di Cavalese, il prezioso aiuto dello Sci Club Varena ed il determinante appoggio di Cassa Centrale, circa 150 discesisti e fondisti provenienti da tante Cassa Rurali si davano battaglia per questa prima Slipegada. A proposito del nome, la storia racconta che mentre fervevano i preparativi, ma non era ancora stato trovato il nome, qualcuno del Comitato, affannato tra le carte, è sbottato “Ma el possibile che per ‘na Slipegada...” e così il nome è rimasto». Quali sono i numeri attuali della manifestazione? «Dai 150 partecipanti alla prima edizione (gigante e fondo), dopo 30 anni di crescita costante possiamo contare circa 1500 iscritti. Si inizia il venerdì sera con la Ciaspolada e lo sci alpinismo con circa 1000 partecipanti, quindi il sabato mattina un altro migliaio di sciatori prendono parte allo slalom gigante, per finire domenica mattina con le gare di fondo che vedono circa 500 iscritti. Non va dimenticato anche il “cenone” del sabato sera, che è ormai un appuntamento fondamentale della manifestazione, con una serata di allegria che serve tanto quanto le gare, per cementare l’amicizia tra tutti i partecipanti». Un grande successo, quale il segreto? «Se un segreto può esserci, credo che stia nella formula inventata trenta anni fa. Il trovarsi sulla neve con la voglia di gareggiare ma soprattutto divertirsi, misurarsi con i colleghi di ufficio (sono le sfide più combattute) e partecipare al successo della propria squadra. Infatti non va dimenticato che oltre alle clas-

sifiche individuali per le varie gare e le molte categorie d’età, i risultati di ognuno vanno a creare una classifica “per Organismi” cioè per le varie Casse Rurali o Enti Centrali (Cassa Centrale Banca, Federazione Trentina della Cooperazione e società di servizio) ed è sempre questa, alla fine, la classifica più attesa e “combattuta”». E la macchina organizzativa che unità muove? «Siamo nel campo del volontariato: un gruppo di una trentina di amici (dipendenti e pensionati delle Casse Rurali Trentine) raccolto nell’Associazione Sportiva “La Slipegada” ogni anno si dà da fare per organizzare il tutto. Va detto però che questo gruppo può contare sull’aiuto degli Enti Centrali del movimento e, di volta in volta, una o più Casse Rurali che “ospitano” la manifestazione nella loro zona. Quest’anno, per celebrare la trentesima edizione gli Enti Centrali (Cassa Centrale Banca, Federazione, Phoenix-Fondo Comune ed Informatica Bancaria Trentina), hanno voluto sponsorizzare la manifestazione». Il programma 2011? «L’appuntamento è per il prossimo venerdì 18 febbraio ad Andalo dove in serata partirà la nostra “Ciaspolada” (con possibilità di effettuare la gara anche con sci da alpinismo); poi il mattino successivo tutti in pista per lo slalom su due piste parallele ed alla sera grande festa al Palazzetto dello sport. Alla domenica mattina gara di fondo sull’anello attorno al lago di Andalo con alla fine pranzo per tutti con i Polenteri di Roncone e, nel primo pomeriggio, cerimonia di premiazione e... tutti a casa perchè il giorno dopo bisogna essere tutti al lavoro, magari commentando con i colleghi “imprese.. e cadute” dei tre giorni precedenti». n

41


l’Aggancio

di Luca Tomarelli

Trentino,

montagne e social network C

on l’inizio della nuova stagione invernale il servizio di webcam interattive, presenti praticamente in tutte le aree sciistiche trentine, si arricchisce di ulteriori innovative offerte. Il progetto della Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento, in collaborazione con Trentino Marketing spa è stato avviato nel 2004, ha riscosso negli anni l’approvazione di milioni di utenti ed ora si appresta ad utilizzare nuove soluzioni tecnologiche offerte da Skiinfo.it. Il progetto, già unico in Europa per quantità di webcam omogenee installate, cresce ancora, sia per il numero di postazioni, ma soprattutto per la qualità delle stesse. Sarà ampliata la copertura, prevedendo sia l’introduzione nel circuito di nuove stazioni sciistiche sia il potenziamento di stazioni già connesse, ma soprattutto sarà migliorata la qualità delle immagini, che verranno riprodotte ad alta definizione (formato HD). Ben 23 webcam offriranno quindi una visione unitaria dei vari comprensori sciistici del territorio. Mediante le webcam verranno proposti panorami ad alta risoluzione che permetteranno una prospettiva a trecentosessanta gradi sulle zone sciistiche già famose in tutto il mondo. Inoltre all’interno dei filmati potranno essere inseriti dei box informativi (i cosiddetti “hot spot”) in grado di racchiudere contenuti multimediali informativi di vario genere, dalla fotografia dettagliata all’orario con le tariffe dell’ufficio Skipass, dalle previsioni meteo ai bollettini neve, e così via. Per chi si collegherà alle webcam sarà inoltre garantita l’interattività con i dispositivi stessi. Le immagini verranno proposte in tutto il mondo sul web e in applicazioni dedicate alla telefonia mobile, mentre per il futuro si prevede di trasmetterle anche via televisione digitale.

Diciassette le società ed i consorzi coinvolti: Funivie Pinzolo Spa, Funivie Madonna di Campiglio Spa, Funivie Folgarida Marilleva Spa, Pejo Funivie Spa, Consorzio Skipass Paganella Dolomiti, Trento Funivie Spa, Consorzio Impianti a Fune Fiemme Obereggen, Sif Alpe Lusia Spa, Società Incremento Turistico Canazei Srl, Funivia Col Margherita Spa, Catinaccio Impianti a Fune Spa, Funivie Buffaure, Funivia Ciampac e Contrin Spa, Consorzio Impianti a Fune San Martino di Castrozza e Passo Rolle, Funivie Lagorai Spa, Nuova Panarotta Spa, Associazione Skipass Folgaria Lavarone. n

Potenziata l’iniziativa ideata dalle Società Impianti, Confindustria Trento e Trentino Marketing spa, che offre agli utenti del web e della telefonia mobile le immagini delle aree sciistiche

Visittrentino.it per I-Phone e social network Negli ultimi mesi ho avuto modo di collaborare e scambiare impressioni sul futuro indirizzo del portale turistico Trentino con Sergio Cagol, Responsabile Area Web di Trentino Marketing spa. “Non esiste un Trentino - spiega Cagol - in realtà abbiamo la fortuna di avere e quindi di offrire a nostri potenziali clienti molteplici opportunità di vacanza: quella sportiva, culturale, enogastronomica, per le famiglie e così via. Il nostro gruppo di lavoro ha l’obiettivo di gestire tutti questi contenuti che vengono presentati in modo esaustivo all’interno del portale trentino. Diamo ampio risalto alle notizie e agli eventi principali che si svolgono sul territorio provinciale, lasciando sempre in primo piano le molteplici offerte e pacchetti vacanza. Da circa due anni portiamo il Trentino nei social network principali. Quest’esperienza ‘multitask’ è oggi obbligatoria e ci consente di rimanere sempre on-line con i milioni di utilizzatori di PC, telefoni 3G e prossimamente anche su I-Pad. La più recente innovazione riguarda invece la nuova applicazione SKI Trentino 2.0 per I-Phone, che permette agli utenti di accedere a servizi e informazioni sulle aree sciistiche del Trentino: meteo, webcam, mappe delle ski area e bollettini piste”.

42



Tracce

L’è scarmenà

di Franco Sandri “Tut repezà su...” a 23 anni

Bruno Garzetti

Un documento, una storia C’è voluto arte e gran fatica per convincerlo a darmi la foto, intendo quella dove appare steso in una colata di gesso. È rara, è un documento, perché vi si può leggere molto del come Bruno Garzetti ha vissuto, vive e affronta le cose: “Sono stati 273 giorni di stop -spiega-, a letto, in quello scafandro, con ginocchio rotto e frattura esposta del femore. Avevo 23 anni!”. Si dirà: “Per forza, l’era scarmenà…”. E invece no: travolto da una macchina in Via Pilati angolo Via Paradisi, a Trento; fermo sulla sua moto, la gloriosa ‘125 Sport Ducati’, stava chiacchierando con un amico. E continua: “Restano i ricordi: questa foto, la moto che conservo ancora a casa come un gioiello, e la parte destra del corpo dal bacino in giù ‘tuta repezada’. Ma ce l’ho fatta!”. Finita la degenza, gli hanno imposto di seguire una incredibile serie di esercizi di rieducazione, dolorosi e lunghissimi: “Se vuoi tornare a muoverti -gli avevano detto con crudezza- questo devi fare; se no, resti sciancato per sempre”. Era una sfida e una scommessa: “No, non potevo mollare!”. Esercizi in ambulatorio, poi in palestra, poi da solo, per mesi. “Volevo riprendere gli sci, correre in bicicletta, arrampicare… Ho modificato la mia bici in modo da bloccare la gamba sinistra, quella sana, per dover ‘lavorare’ unicamente con la destra, quella fatta a pezzi; prima con sbiciclettate brevi al ‘camp trentin’, poi verso Gardolo, Lavis, Mattarello, Sardagna, Candriai, Vaneze. Quando, dopo un’eternità di fatiche, arrivai stringendo i denti fino in Vason, entrai al bar gridando ‘Albertina, dame na bira che prest torno a sciar!’. Era il 10 ottobre del 1966”.

In Bondone Il Bondone per Bruno Garzetti è una miniera di ricordi, di luoghi parlanti, di immagini della sua fanciullezza-gioventù-vita matura; è un pezzo importante di una storia zeppa delle vicende più fantasiose: “Pochi ricordano la ‘Busa de la

veva pagare ogni risalita e a noi pesava. regina’, una fossa profondo e piena di Appena fuori dalla vista del Bianchini, neve, anche d’estate; al suo posto ora incominciavamo a dondolare fino a far c’è un bar, sopra ‘el campet dei boci’. scarrucolare il cordino dello skilift. FinAllora era il frigorifero della carne del Tigendoci scocciati, scendevamo ad aiuta, quello della ‘Capanna Tita’, e, più antare nella sistemazione dell’impianto. Il ticamente, si dice fosse il deposito delle premio era sciare tutto il giorno gratis!”. vivande per quando in Bondone andava Appunto, ‘scarmenadi’. non so quale regina”. Dove in seguito venne costruito il PreLassù ha una splendida villa. Là da molto ventorio Degasperi, negli anni Cinquanta e tuttora egli gode i panorami che si sa funzionava il Centro Ricreativo Michelin. e i silenzi della notte o gli strani suoni Appena sotto il Centro c’era un altro imdei selvatici; ma anche il festoso caos pianto di risalita, molto artigianale. Lo delle invasioni di sciatori: “Dal mio balchiamavano il ‘Ciuf-Ciuf’, perché azionacone ora vedo tante macchine. Anni fa vi to dal motore di camion, il ‘Lancia 3 Ro’: poggiavo pezzi di lardo e veniva il gallo niente più che un cinquantina di metri forcello a rubarlo; finchè un deficiente di pista, percorsa da un gli ha sparato di frodo. La casa in Bondone cordino girevole; ci si Credo de saver chi che agganciava con il cosidl’è sta’. È rimasto un detto ‘martel’, un’asta pizzico di piume e un lunga come un attuale po’ di sangue”. bastoncino da sci, che Racconta di quando aveva a un’estremità sulle piste arrancava due piastre metalli‘el sliton’. Storie noche; urtando contro il te. Ma non tutti sanno cordino le piastre, ‘el cos’era ‘el zenturon del martel’, si chiudevano Palon’: “Ci sono ancofissandosi al cordino ra due pini gemelli, in per il traino. “Ora si corrispondenza della ride, ma per noi erano ‘casota’ del vecchio le nuove tecnologie. Quando ora salgo acquedotto, appena sopra ‘el Prada’. sugli impianti dal design elegantissimo, Là partiva la sciovia”. Siamo agli inizi computerizzati, sicuri e comodi, tra me e degli anni Cinquanta. Quella sciovia in me penso al ‘Ciuf-Ciuf’ con grande emorealtà era un rudimentale skilift al quale zione”. ci si agganciava col ‘zenturon’: “In città si parlava di ‘quei dal zenturon’, come sciatori veri”. Si trattava di una cintura Dappertutto larga, di tessuto robusto simile a quello delle manichette dei pompieri, con tre Vicende che è bello sentir raccontaanelli fissati nella parte anteriore; due re, perché Bruno Garzetti sa raccontare anelli per infilarvi la coda della cintura e del Bondone da sciare, da superare in chiuderla, e uno per agganciarsi all’asta bici o in moto, da godere negli anfratti penzolante dal cordino dello skilift in mopiù romantici. Ma racconta anche del vimento; l’asta finiva con un congegno a girovagare per l’Italia e fuori: “Eravamo forma di ago di sicurezza, l’ago veniva forti e pieni di fantasia. Di anno in anno rapidamente infilato nell’anello e tenuto abbiamo percorso in bici tutte le regioni chiuso con le mani… e via. Bisognava d’Italia, comprese le isole. Poi Francia, saper sciare ed essere ben svegli. Grecia, Spagna e Portogallo, Corsica, Certo che erano svegli, anche tropLiechtenstein, Ostenda-Parigi-Rubè, Gipo: “Avevamo 14-16 anni. Un gruppetto ro del Mediterraneo, Amsterdam-Berlinoaffiatatissimo. La furbata era quella di Budapest-Praga-Zagabria-Trento, tutte le imbrogliare ‘el Bianchini’, il capo-uomini capitali dell’Est…”. Lo fermo: “E lavoradel Grafer e gestore dello skilift. Si dore?”. “Mai rubato un’ora al lavoro. Tutto

44


con le ferie”. Mostra uno dei cento fascicoli che preparava personalmente per ogni spedizione (percorsi, orari, attrezzatura obbligatoria, note storiche e turistiche, luoghi di pernottamento, ecc.); in calce il motto ‘Due ruote per riempir le ore vuote’. Bruno sa dettagliare episodi, incontri e amicizie indimenticabili, vecchi attrezzi sportivi, le appassionanti moto, quei molti luoghi che richiamano altre storie… da non finire mai, mentre dai cassetti dei mobili d’ufficio tira fuori pacchi di fotografie e diari -“Ho documentato tutto”- di mille avventure sempre vissute in compagnia: “Perché lo sport di gruppo è soprattutto cameratismo. Anzi, c’è uno sport che lo è per essenza: lo scialpinismo!”. Oh, ci siamo. Quando Mauro Bonvecchio mi ha suggerito di parlare con Bruno Garzetti, subito ha aggiunto: “Sta’ attento a non farti intrappolare. Evita i suoi viaggi e le avventure per il mondo. Tiralo via dal Bondone e tienilo sullo scialpinismo!”. Facile a dirlo… Ma eccoci.

E in cima, lo scialpinismo

compagno che ha spaccato gli attacchi, per andar via e fregargli tempo”. Parla pieno di emotività e parla con competenza. Sciatore agonista, eccellente dirigente sportivo, grande organizzatore. È il padre di Coppa delle Dolomiti, ideatore di un circuito di scialpinismo che il mondo della neve ci invidia a livello internazionale. È il caposcuola delle prime normative per regolare questa disciplina e tutelarne la sicurezza. Si trattava in particolare di superare la cosiddetta ‘Formula Lazzeri’: partenza dalla quota-base, primo arrivo in quota massima con primo cronometraggio e stop; ripartenza ‘individuale’ (singoli o in coppia) con secondo cronometraggio al traguardo; sommatoria dei tempi del primo arrivo e del traguardo; classifica finale. “C’era enorme difficoltà nei controlli e nei cronometraggi. Impossibilità di capire l’andamento dell’insieme della competizione e della performance dei singoli, e dunque uno spettacolo mancato per chi assisteva e tifava. Tensioni tra gli agonisti. E a fine gara un contenzioso continuo e irrisolvibile. Bisognava cambiare, bisognava reinventare un re-

È una malattia, un gran bella ma- In gara alla Millegrobbe lattia, come tutte quelle che ti prendono nel profondo dei visceri, perciò irrazionali, ti occupano i momenti migliori del tempo libero, fanno parte dell’esistenza e la riempiono colorandola anche nelle vicende più buie. Si pensi a chi arrampica in roccia, a chi ama il mare e la vela, al pescatore, al viaggiatore che va tanto per andare, allo sci estremo, al cacciatore, all’esploratore, al serfista, a chi va a cavallo… tutti quegli amori, dove calcolo e interesse non c’entrano. Come appunto lo scialpinismo. Bruno Garzetti lo sa bene, lui che ha praticato gli sport più disparati, dalla roccia all’atletica, allo sci alpino, allo sci di fondo, al ciclismo, al motociclismo, per agrapparsi allo scialpinismo “come sport sommo dice - perche l’è ‘l mejo, dentro gh’è tut… lo fa anche me fiol”, e lo precisa come un suo successo. Poi parte il torrentaccio dei suoi pensieri: l’andar su al mattino presto, ancora al buio, nel freddo tipico di alta quota, in un silenzio cosmico disturbato solo dalla golamento”. Bruno Garzetti si impuntò, neve che scricchiola sotto le pelli di foca; insieme ad altri lavorò intensamente per gli occhi lacrimano rivoli gelati, il respiuna competizione come lui la sognava e ro fa brina al naso e attorno alle labbra; creò la Coppa delle Dolomiti: “Era quefermarsi qualche istante a contemplare stione di dare alta dignità allo scialpinigli orizzonti troppo belli quando si schiasmo. Anzi, la dignità che meritavano le riscono nel violetto-azzurro-rosa-rosso, e nostre Dolomiti, le montagne più belle infine gettano fuori il sole come palla di e più affascinati del mondo, patrimonio fuoco, e poi riprendere. “È bello sì! Da dell’umanità da sempre e dall’anno scorsoli. In compagnia è un bello diverso, so riconosciute come tali con l’ufficialità perché impregnato di quel cameratismo dell’Unesco”. che è caratteristica tipica dello scialpiIl periodo sul finire degli anni Novannismo: questo va detto forte, è fondata ha visto Bruno Garzetti presissimo dal mentale, è ciò che rende unica queprogetto, in confronto talvolta logorante sta disciplina fatta di agonismo ruvido e con altri appassionati, con gli organismi nello stesso tempo di una straordinaria locali, nazionali, esteri. Si trattava anziumanità capace di cancellare la stessa tutto di creare rapporti vincenti all’intertensione agonistica. Non lascerai mai il

45

no del Comitato Trentino Fisi, dove Bruno Garzetti era dirigente e dal 1984 responsabile proprio del settore scialpinismo: “Di notte ho sempre dormito pochissimo, qualche ora. Le notti erano e sono i momenti della mia massima creatività in tutto, anche nello sport. Mi venne l’intuizione di creare un circuito a punti, aggregando le gare già esistenti: il Trofeo Pilati, la Pizolada, il Rolly del Brenta, il Cima d’Asta, il Trofeo Giorgio Corradini, lo Ski Tre di Rabbi, il Trofeo Bepi Loss, e in seguito il Trofeo Cemin e il Sellaronda. Una faticaccia. Troppe le opinioni e un campanilismo paralizzante. Prevalse la cocciutaggine delle nostre teste di gente di montagna. Finalmente nel 1992 è nato la Coppa delle Dolomiti. Ne sono molto orgoglioso!”. Da subito la Coppa delle Dolomiti fu un successo. Tuttora resta la perla dello scialpinismo mondiale. In parallelo veniva elaborato un regolamento “dove le priorità fossero la sicurezza degli atleti e la logica più rigorosamente agonistica”. Per la sicurezza veniva imposto a tutti un’attrezzatura standard e un equipaggiamento-base; per il rilancio agonistico veniva abbandonata la ‘Formula Lazzeri’, adottando la partenza in linea con cronometraggio lungo tutto il percorso fino al traguardo, “e chi arriva per primo è il vincitore e basta”. Inoltre si imponeva un’altra idea fissa di Bruno Garzetti: “Lo scialpinismo è passione, ma va imparato. Niente di meglio che la partecipazione di ogni atleta ai raduni e alle competizioni: stando insieme si impara che la montagna è stupenda ma crudele, e che il vero agonista è quello che in certe situazioni sa rinunciare e tornare a casa”.

La Stella Coni e quel buco Bruno Garzetti certo ‘scarmenà’, certo grande sportivo con le sue 26 Marcialonga, 23 Millegrobbe, 5 Oberammergau sulla distanza dei 90 km, 3 Vasaloppet, 1 Dolomitenlauf, 4 Engadin Skimarathon, 1 Finlandia Hiito, ma soprattutto grande organizzatore, ispirato sempre da quella che è sua filosofia di vita: “Creare in ogni occasione un clima di calda amicizia”. E così, l’11 maggio 2010 a Bruno Garzetti, classe 1940, è stata assegnata la prestigiosa Stella Coni, motivata per i suoi ‘alti meriti sportivi e organizzativi’. C’è un luogo segreto -ma non tropponei dintorni della sua villa sul Bondone, un buco fondo con scaletta di accesso: “Ho nascosto, per pochi intimi, due bottiglie di vino straordinario, con sopra quatto bicchieri rovesciati. Ogni tanto controllo che ci siano; e se qualcuno se le frega, le sostituisco. Quando ‘mi no che son pù’, vanno bevute in compagnia, ricordandomi”. Lo guardo con una faccia un po’ così e tiro via per distrarlo: “Ne hai ben combinate nella vita!”. Mi fissa per un attimo, poi: “E non è finita!”.


Territorio&tradizioni

a cura della redazione

Trentino S.p.A. Foto Marisa Montibeller

I formaggi raggiungono il giusto tempo di stagionatura, le mele sono pronte per finire sotto i nostri denti. E poi, ancora, ci attendono l’olio fresco di spremitura, i salumi, le trote e i salmerini

Trentino S.p.A. Foto Marco Simonini

L’inverno dei sapori trentini

O

gni stagione è caratterizzata da luci, colori e profumi che le sono propri. Ma non solo. I buongustai sanno che ogni periodo dell’anno propone anche sapori ed aromi particolari, quelli dei prodotti tradizionali. Se l’estate e l’autunno, in Trentino, sono le stagioni nelle quali si raccolgono i frutti del lavoro nei campi e si munge il prezioso latte delle mucche che pascolano serene nei prati in quota, l’inverno e la primavera sono consacrate alla degustazione di cibi prelibati. Dei formaggi di malga, in primo luogo, che nella stagione fredda hanno raggiunto la stagionatura ideale per dare il meglio di sé. Per regalare, a contatto con il palato e le papille gustative, quei sapori che raccontano di pascoli verdissimi, di malghe suggestive, di processi produttivi all’interno dei quali nulla viene lasciato al caso, unendo alta tecnologia a saperi antichi. Come avviene con i vini di qualità, anche le caratteristiche di ciascun prodotto caseario sono intrinsecamente legate al territorio, ovvero ai tipi di erba e fiori dei quali si nutrono le mucche. Mangimi di produzione industriale e ogm sono concetti estranei a questo mondo. Accanto ai formaggi e al burro, sulla nostra ideale tavola trentina, possiamo mettere anche i salumi, anch’essi frutto di una produzione rigorosamente artigianale, pronti ad essere degustati dopo qualche mese di riposo, e una bella polenta fumante. La stagione fredda è quella giusta per assaporare le mele trentine, la cui raccolta termina nel mese di ottobre. Sentire la loro pasta croccante sotto i denti è la migliore conclusione di un pasto, anche perché questo frutto prelibato presenta molte proprietà che ne fanno un vero e proprio toccasana. C’è chi lo preferisce all’interno di uno strudel caldo… come dargli torto? Spostandosi dalla montagna al lago, trote e salmerini, che hanno sguazzato nelle acque pulite dei fiumi e dei torrenti, a tavola si trasformano in un cibo di qualità. Quella, altissima, di cui si fregia anche l’Olio del Garda, fresco di spremitura. Il periodo nel quale i frantoi lavorano a pieno regime è infatti il mese di novembre. Tutti questi sapori e queste fragranze possono essere degustate anche nelle strutture ricettive della provincia, alberghi e ristoranti. n

46


47


Territorio&tradizioni

a cura della redazione

La magica atmosfera di un rifugio in quota

Trentino S.p.A. Foto Luca Gabino

Con le motoslitte, i gatti delle nevi o le ciaspole si possono raggiungere tanti locali caratteristici posizionati in posti molto suggestivi e caratteristici, dove poter godere dei silenzi e delle bellezze dell’ambiente trentino

Foto Trentino S.p.A.

48

Trentino S.p.A. Foto Pierluigi Orler Dellasega

C

on le motoslitte, le ciaspole ai piedi oppure a bordo dei gatti delle nevi. Ci sono diversi modi per raggiungere i rifugi, una cinquantina, che restano aperti anche nel periodo invernale. E ci sono diversi motivi per salire quando il sole lascia spazio alla luna, perché di sera l’accoglienza e l’ospitalità di questi luoghi va di pari passo con la possibilità di gustare anche in quota una ottima cena a base di prodotti trentini. L’ambientazione unica che si viene a creare permette di rilassarsi e di godersi una serata, immergendosi in un ambiente ricco di storia e di fascino. In Trentino il grande rispetto per il territorio fanno sì che la montagna resti incontaminata, con i rifugi che diventano preziosi punti di appoggio per chi vuole godere di questi ambienti. Sia di giorno sia di notte. Quando il sole brilla una salutare passeggiata nella neve con le ciaspole è il modo migliore per immergersi in alcuni degli angoli più belli del Trentino. Tanti sono i sentieri e le stradine percorribili anche in inverno, a piedi, con gli sci oppure a bordo di motoslitte e gatti delle nevi che conducono fino ai rifugi, il posto giusto dove ricaricare le energie prima di ripartire. Di giorno e di notte. Basti pensare ad una serata a contatto con il silenzio della natura, con il fascino di un paesaggio immerso in un gioco di luci e ombre, che lo rendono indimenticabile. Dopo la cena si può tornare verso il fondovalle sempre a bordo di originali mezzi come le motoslitte e i gatti delle neve oppure camminando, su sentieri appositamente illuminati, con le racchette da neve o gli sci ai piedi. Un mondo variegato e molto ricco quello dei 140 rifugi distribuiti sul territorio provinciale, che non smette di sedurre gli ospiti del nostro territorio anche nella stagione fredda. Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito www.trentinorifugi.com. n



UNICO CONCESSIONARIO UFFICIALE NISSAN TRENTINO ALTO ADIGE TRUCKS


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.