Itinerari a Staglieno
Il Cimitero Monumentale di Staglieno rappresenta per i genovesi non solo il luogo del ricordo e della commemorazione, ma anche una significativa e affascinante testimonianza artistica e storica della città di Genova. La Civica Amministrazione, consapevole dell’eccezionale importanza culturale che riveste il Cimitero di Staglieno – vero e proprio “museo a cielo aperto” – ha voluto realizzare questo opuscolo con lo scopo di suggerire ai visitatori alcuni itinerari tematici particolarmente suggestivi: il Risorgimento, gli Angeli, la Carità, la Beneficenza e le Emozioni.
Un luogo da scoprire
E
ntrando dal maestoso ingresso che si affaccia sul torrente Bisagno si incontra la statua della Fede, un’opera in marmo bianco alta nove metri, realizzata dallo scultore Santo Varni. Sulla collina retrostante s’innalza l’imponente opera architettonica del Tempio dei Suffragi (Pantheon): struttura a pianta circolare di 25 m di diametro la cui altezza dal pavimento al lucernaio è di 23,5 metri. Al suo interno sono ospitate le spoglie di cittadini illustri. Lungo le mura perimetrali si estendono le gallerie, veri e propri scrigni di opere scultoree.
N
el 1832 il re Carlo Alberto di Savoia impose, con le Regie Patenti, la costruzione di cimiteri pubblici in condizioni di sicurezza igienica. Nel 1835 fu affidato all’architetto civico Carlo Barabino l’incarico di progettare un cimitero che rispondesse, oltre che alle esigenze funzionali, anche ai caratteri di centralità e monumentalità. Il progetto fu poi completato dall’architetto Giovanni Battista Resasco. Il 1° gennaio 1851 si poté procedere alla benedizione della cap-
pella provvisoria ed aprire ufficialmente il cimitero. Nella seconda metà dell’Ottocento fu proposto un ampliamento a nord-est con un nuovo porticato. Il progetto trovò applicazione parziale a fine secolo con la costruzione del porticato semicircolare. All’inizio del Novecento fu realizzato il porticato Montino, ricco di opere Déco; in seguito venne edificato il Sacrario dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. Nel 1955 si inaugurò il porticato Sant’Antonino, ultimo intervento a carattere monumentale.
Alcuni numeri significativi Superficie 330.000 m2 Sepolture oltre 2.000.000 Tombe 117.600 290 Cappelle all’interno delle gallerie e 468 Nicchioni Staglieno è il più importante dei 35 cimiteri cittadini All’interno del Cimitero attualmente sono presenti aree riservate ai Protestanti, agli Ebrei, ai Greco-Ortodossi, ai Musulmani e un reparto destinato agli Inglesi (militari e civili).
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campi trentennali veilino
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Tomba Bonini (A. De Barbieri)
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RAMPA A PONENTE
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Gallerie Frontali 34
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GALLERIE FRONTALI 43 42
piazzale resasco
PIAZZALE RESASCO
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viale centrale semicircolare
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VIALE CENTRALE SEMICIRCOLARE 23 1
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viale a levante
VIALE DELLA FEDE
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viale della Fede
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Tomba Buzzolini (C. Rubatto)
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rampa a ponente
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GALLERIA
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Tomba Beccari (L. Orengo)
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Tomba Lanfranco (D. Carli)
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Tomba Bianchi (A. Rivalta)
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Tomba Cicala (G. Vignali)
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Tomba Razeto (D. Paernio)
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PORTICATO INFERIORE A LEVANTE
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CIMITERO MONUMENTALE israelitico
TORRENTE VEILINO
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STAGLIENO
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Tomba Govi
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CAMPI TRENTENNALI VEILINO
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PIAZZALE TRENTO E TRIESTE
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crematorio
1– Genova, il Risorgimento e il Cimitero Monumentale di Staglieno
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Genova nacque Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento, ed è a Genova che il suo allievo prediletto, Goffredo Mameli, scrisse il testo del “Canto degli Italiani” che venne musicato da Michele Novaro, tra il novembre e il dicembre del 1847. L’inno nazionale
fu eseguito per la prima volta il 10 dicembre dello stesso anno. Genova ricorda gli eroi di quel periodo di grandi ideali patriottici anche attraverso i tanti monumenti che ne conservano le spoglie nel Cimitero Monumentale di Staglieno.
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ella zona denominata “Boschetto dei Mille” si trovano alcune tombe dei patrioti del Risorgimento. Felice Dagnino – la cui tomba reca l’epigrafe: “devoto e fedele a Giuseppe Mazzini”. Francesco Bartolomeo Savi – la cui tomba reca l’epigrafe: “operoso apostolo del pensiero italiano”, partecipò all’impresa dei Mille sino alla fine della campagna nonostante fosse stato ferito gravemente in uno dei primi combattimenti in Sicilia.
di aver scritto proclami rivoluzionari e fu detenuta per più mesi nelle carceri di Palazzo Ducale. Stefano Olivari – uno dei Mille, seguì Garibaldi in tutte le battaglie da Calatafimi al Volturno. Raffaele Rubattino – armatore dal quale vennero acquistate le navi dell’impresa dei Mille con atto segreto di cui furono garanti il re Vittorio Emanuele II e Camillo Benso Conte di Cavour. Antonio Mosto – comandante dei carabinieri Genovesi. Gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare.
Ernesto Cicala – arruolatosi nei Mille, come soldato semplice, si guadagnò sul campo il grado di luoTomba Michele Novaro (G.B. Cevasco) gotenente e la medaglia d’argento al valor militare. Enrico Razeto – fece parte della compagnia comandata da Bixio con il quale combatté da Calatafimi al Volturno. Antonio Burlando – valoroso garibaldino, prese parte alla spedizione dei Mille seguendo Garibaldi in tutte le battaglie fino a Mentana. Bice Pareto – nobile scrittrice genovese, si adoperò per aiutare e proteggere i mazziniani e per diffondere i principi della “Giovine Italia”.
4 Tomba Giuseppe Mazzini (G.V. Grasso)
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Carlotta Benettini Martini – fu arrestata nel 1833 con l’accusa
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ra il 5 e il 6 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi arruolò circa un migliaio di volontari, molti dei quali senza esperienza di guerra, e l’11 maggio salpò dallo scoglio di Quarto (Genova). Sbarcati in Sicilia i Garibaldini si scontrarono ripetutamente con le truppe
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borboniche riportando decisivi successi.
el 1877, quattro anni dopo la morte di Nino Bixio, avvenuta ad Atchin (Sumatra) per colera, le sue ceneri furono riposte in un’urna di vetro e imbarcate a Batavia sull’incrociatore “Cristoforo Colombo”. Il 30 settembre giunsero a Genova ove furono organizzati funerali solenni alla presenza di numerose autorità italiane e straniere. Le sue ceneri sono custodite nel Pantheon.
Nell’agosto dello stesso anno giunsero in Calabria e, in un mese, furono a Napoli contribuendo in modo determinante al processo di unificazione dell’Italia che si completò nel 1861.
Cappella Rubattino (G.B. Resasco)
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Interno del Pantheon
Tomba Cicala (G.Vignali)
Tomba Razeto (D. Paernio)
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Q 2 – Gli Angeli Tomba Bonini (A. De Barbieri)
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Tomba Buzzolini (C. Rubatto)
uella dell’Angelo è indubbiamente una delle immagini più versatili all’interno dell’iconografia funeraria a Staglieno. Nel monumento dedicato alla famiglia Bonini viene rappresentato un Angelo che tiene in mano una fiaccola rovesciata, simbolo della vita che si è spenta. Nella tomba Buzzolini l’immagine del giovinetto in meditazione è la personificazione simbolica della malinconia e del dolore, carica di una specifica sensibilità romantica. 13
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ella tomba Bracelli Spinola, l’Angelo, che regge pensoso l’anello, simbolo del perpetuo ruotare del tempo, diviene custode dell’Eternità. Caratteristica dell’immaginario cristiano è la raffigurazione dell’Angelo custode: occasione frequente per unire gli elementi religiosi con il realismo, come ad esempio l’Angelo della tomba Beccari che accompagna il bimbo. 14
Tomba Bracelli Spinola (S. Varni)
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ella tomba Gnecco lo scultore Rota interpreta il valore della memoria: l’Angelo della consolazione si rivolge direttamente ai familiari indicando il cielo come luogo di un prossimo congiungimento con il defunto.
Tomba Beccari (L. Orengo)
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Tomba Gnecco (A. Rota)
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Tomba Ribaudo (O. Toso)
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on il diffondersi di una cultura decadente-simbolista, l’Angelo assume sempre piÚ carattere laico e sensuale e si fa portatore del mistero,
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caricandosi del sentimento del rimpianto di fronte ad una morte ineluttabile e definitiva, come ben si evidenzia nella scultura del Toso.
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3 – La Carità e la Beneficenza
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temi della Carità e della Beneficenza tendono, per loro natura, ad intrecciarsi, talvolta rendendo impossibile distinguerli. Essi sono rappresentati in molte sculture con figure femminili che offrono da bere ai moribondi o il seno ai bimbi, come nelle raffigurazioni delle tombe Bianchi e Lanfranco.
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alvolta l’iconografia classica della Carità finisce per assumere caratteri più naturalistici che sconfinano nel tema della maternità, come nella tomba dei coniugi Repetto, che ebbe particolare fortuna tanto da essere riprodotta sui giornali popolari dell’epoca.
Tomba Bianchi (A. Rivalta) Tomba Lanfranco (D. Carli)
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Tomba Repetto (V. Lavezzari)
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egli anni centrali del Realismo borghese, alla fine del XIX secolo, la definizione dei diseredati si fa sempre più decisa, con corrispondenze veriste, come ad esempio nella Tomba Amerigo, benefattore di orfanotrofi e dell’Istituto per ciechi, o nella Tomba Pellegrini dove sono rappresentati un cieco ed un’orfanella con la divisa dell’orfanotrofio.
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l monumento funebre della famiglia Grondona offre con concretezza una rappresentazione quotidiana attraverso l’immagine di un’elegante signora che fa l’elemosina sulla soglia di una chiesa.
Tomba Grondona (G. Moreno)
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Tomba Pellegrini (D. Carli)
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4 – Le Emozioni
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Staglieno arte e natura si fondono creando un connubio di esclusiva bellezza in un contesto di fitta vegetazione. Nella Tomba Ammirato viene esaltata la drammaticitĂ , che prevale sulla malinconia, evidenziata dalla singolare posa della giovane donna.
Tomba Ammirato (E. De Albertis)
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ll’interno del Cimitero si trovano le tombe di noti personaggi stranieri tra cui Constance Mary Lloyd, moglie infelice dello scrittore Oscar Wilde, Alfred Noack, apprezzato fotografo tedesco del 1800 e Geo Davidson, Presidente del Genoa Calcio dal 1913 al 1920, la cui tomba è opera di Gino Coppedé.
Tomba Carpaneto (G. Scanzi)
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Imperatrice Elisabetta d’Austria (Sissi), nel marzo del 1893, visitando il Cimitero di Staglieno si fermò a lungo dinanzi al monumento a Giacomo Carpaneto, pregevole opera dello Scanzi, e fece copiare sul suo taccuino l’epigrafe: Avventurato chi nel mare della vita ebbe nocchiero sì fido.
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asseggiando in questo luogo di silenzio tra il fascino dei marmi bianchi delle statue ed il verde degli alberi e dei boschetti si possono percepire profonde emozioni che si rinnovano ad ogni visita. Nella Tomba Scorza l’invenzione compositiva delle tre figure femminili che si liberano nello spazio suscita forte suggestine. 26
Tomba Scorza (E. De Albertis)
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a tomba rappresentata a fianco è senza dubbio una tra le più visitate del Cimitero di Staglieno: Caterina Campodonico, la venditrice di noccioline, ancora in vita e con i soldi guadagnati grazie al suo assiduo commercio, commissionò il proprio monumento funebre a Lorenzo Orengo, artista tra i più accreditati dell’epoca, e si assicurò un’epigrafe dal poeta dialettale Gian Battista Vigo.
el Cimitero di Staglieno sono sepolti grandi artisti tra i quali Gilberto Govi, simbolo ed emblema del teatro dialettale, il cantautore Fabrizio De Andrè, oggi considerato uno dei protagonisti della cultura italiana del Novecento e Mario Cappello, autore del testo della celebre canzone genovese Ma se ghe penso.
L’ Tomba Campodonico (L. Orengo)
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Tomba Varni (S. Varni)
artista Santo Varni, nella scultura dedicata alla moglie Giuditta, morta prematuramente, esalta il valore della Fedeltà simboleggiato dalla rappresentazione della giovane donna con il suo cane. 29
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CIMITERO MONUMENTALE
Informazioni Cimitero Monumentale di Staglieno Piazzale Resasco, 16137 Genova Tel. +39 010 5576400 – Fax +39 0105578049 servcivici@comune.genova.it www.staglieno.comune.genova.it http://www.comune.genova.it/servizi/cimiteri
Come arrivare In auto
Autostrada: uscita Genova Est
In autobus
Linea 13-14-34-48
In treno
Stazione Brignole + autobus linea 14 Stazione Principe + autobus linea 34
In aereo
Aereoporto Cristoforo Colombo + Volabus linea 100 per Stazione Brignole + autobus linea 14
Orario
Tutti i giorni: 7.30-17.00
25 dicembre e Pasqua: 7.30-13.00 L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura previsto.
Chiusura nelle seguenti giornate
1° e 6 gennaio, lunedì dell’Angelo, 24 giugno, 15 agosto, 26 dicembre. Quando tali festività (escluso il lunedì dell’Angelo) coincidono con la domenica il cimitero è APERTO (7.30-17). Maggiori informazioni: www.staglieno.comune.genova.it
A cura del Comune di Genova In copertina Il Pantheon e la statua della Fede di Santo Varni Le foto della copertina e delle tombe Ribaudo e Scorza sono di Guido Dagnino