Vallarsa notizie n. 59

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Semestrale del Comune di Vallarsa - anno XXVI n. 59, settembre 2017 - Autorizzazione Tribunale di Rovereto n. 167 d.d. 11.06.1991 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Trento - Taxe Perรงue (Tassa Riscossa) aut. MBPA/NE/TN/006/2016

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n.59

Sommario EDITORIALE 1 Non è mai troppo tardi SALUTO DEL SINDACO 2 Saper approfondire per essere cittadini critici DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE 3 Notizie in breve 5 Ufficio tecnico, un servizio per tre comuni 6 Tre progetti per lavoratori in difficoltà 7 Consegnate due civiche benemerenze 7 Benemerenze ai vigili del fuoco 8 La Vallarsa su Mela Verde 9 L’adattamento locale ai cambiamenti climatici nelle Alpi 10 Geografie sul Pasubio, la montagna e il reportage 12 Un successo il corso di formazione sui muri a secco 13 Dal 5 per mille ai comuni risorse per i lavori socialmente utili 14 I giovani...? #momentogiovane 16 Alla scoperta dell’Europa green 18 Archeologando 19 Romea Strata. Ora passa anche da Vallarsa DAI GRUPPI CONSILIARI 20 Vallarsa domani 21 Aria Nuova per la Vallarsa 22 Per la valle e la sua gente DALLA BIBLIOTECA 23 Formazione, escursioni, aperitivi letterari e mostre 25 L’ombra di Baloo DALLA FORESTALE 26 Strade, pozze e lotti: ecco i lavori forestali

ORIGINI, STORIA, ATTUALITÀ 36 La Cooperazione in Vallarsa ai primi del ’900 37 Nel 1400 la Comunità di Vallarsa deve acquistare per due volte Malga Pozza DALLE ASSOCIAZIONI 38 Tanto entusiasmo superato il mezzo secolo 39 25 anni insieme... 41 Sat Vallarsa. Il lavoro della neonata sezione 42 Il Molino di Arlanch patrimonio storico della Vallarsa 43 La rassegna di teatro in valle torna in Vallarsa 45 Lingua e tradizioni cimbre a scuola 46 Ricordando l’amico Giancarlo 46 Ricordo del capitano Rossaro 47 U.S. Vallarsa. L’attività prosegue I NOSTRI STUDENTI 49 Anna Angheben 50 Denis Pezzato DAI LETTORI 52 Papà papà... giochiamo a “Indiana Gions” 54 Tutti nella rete 55 Maurizio Costa ufficiale al merito 56 Il Cimbro o “Slambrot”, “Slapro”, “grobdeutsch” Vallarsero 57 Sistemazione del capitello di Sant’Antonio 58 Le Valli del Leno a “La prova del cuoco” 59 Il mio esame di terza media e la Vallarsa 62 Il principe Carlo sul Pasubio 63 Vallarsa quanto sei bella! 64 Arcobaleni in valle 65 Alice Rachele porta la fascia di Miss Italia in Vallarsa

DALLE SCUOLE 28 Progetto di educazione stradale 30 Racconti e resoconti della scuola elementare DALLA CASA DI RIPOSO 35 Il volontariato in Casa di riposo: un bene prezioso da valorizzare

Vallarsa Notizie - Periodico semestrale del Comune di Vallarsa anno XXVI n. 59, settembre 2017 Direttore Responsabile Stefania Costa Comitato di Redazione Stefania Costa Ornella Martini Denis Pezzato Costantino Rigon Paolo Scottini Matteo Zendri

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Recapito Comune di Vallarsa, fraz. Raossi Stampa e impaginazione La Grafica srl • Mori (TN) Il notiziario è consultabile sul sito del comune www.comune.vallarsa.tn.it sezione: “comune/comunicazione”

In copertina Alice Rachele Arlanch, Miss Italia 2017


EDITORIALE

Non è mai troppo tardi

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a prima cosa da fare, quando si viene meno a delle scadenze, è chiedere scusa e fornire delle spiegazioni. Il ritardo con cui esce questo numero di Vallarsa Notizie è la risultante di una serie di ragioni. La volontà di inserire i contributi di tutti ha allungato molto i tempi. Si è radunato abbastanza materiale da poter lavorare in un periodo complicato per gli impegni lavorativi di chi collabora al comitato - va pure ricordato: sempre a titolo volontario -, e poi del sormontarsi delle ferie estive che ha reso più complicati gli incontri per l’elaborazione di una mole di materiale che richiede tempo e concentrazione. Assieme alle doverose scuse ai nostri lettori, e alla totale assunzione di responsabilità per i disguidi, vogliamo garantire il nostro impegno nel rispettare il più possibile le prossime date di pubblicazione. Anche a costo di rinunciare al contributo di qualche volenteroso collaboratore più ritardatario degli altri. Buona lettura È giunta mentre il giornalino era già in tipografia la notizia che la nostra concittadina Alice Rachele Arlanch ha conquistato il titolo di Miss Italia. Le facciamo le nostre più sentite congratulazioni dedicandole la copertina. Speriamo che nel prossimo numero ci conceda una speciale intervista. Il comitato di redazione Stefania Costa Ornella Martini Denis Pezzato Costantino Rigon Paolo Scottini Matteo Zendri

INVIACI LE TUE FOTO POTREBBERO DIVENTARE LA NUOVA COPERTINA DI VALLARSA NOTIZIE Siamo sempre a caccia di immagini per la copertina di Vallarsa Notizie.
Se hai una o più fotografie e che ti sembrano adatte, non esitare, inviacele.
Fai attenzione però, per la stampa è necessario che l’immagine abbia una risoluzione di almeno 300 dpi. Preferiamo che sia orizzontale (così da permetterci di avere una copertina fronte e retro), quindi la foto deve avere il soggetto principale nella metà di destra e comunque non deve perdere la sua essenza se vista solo a metà.
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SALUTO DAL SINDACO

Saper approfondire per essere cittadini critici Massimo Plazzer sindaco

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n un’epoca come la nostra, dominata dai social network, dove le notizie si possono leggere in tempo reale sul proprio cellulare, i video attirano più della stampa e troppo spesso ci si ferma ai titoli senza leggere i contenuti. Sembra scomparsa la capacità di approfondire. Le nuove tecnologie, se da un lato danno la possibilità a tutti di essere visibili e di esprirmere la propria opinione rispetto ad un determinato tema, dall’altro tendono a mettere tutti sullo stesso piano. Sia chi parla con competenza e cognizione di causa, sia chi si nasconde dietro a stereotipi, slogan populisti o chiacchiere da bar. Ciò dà adito agli speculatori del settore che – a volte con un vero e proprio guadagno economico – diffondono voci infondate, accendono polemiche sul nulla, confezionano bufale, non si sa quanto ironiche o quanto costruite ad arte. Da qui, il proliferare di siti web tutti dedicati alle bufale, con gli assurdi commenti dei cosiddetti “leoni da tastiera”. Quelli che se vedono una carta a terra anziché raccoglierla e risolvere il problema, scattano una foto, la pubblicano e subito si indignano per chi sporca (o meglio ancora, per chi non pulisce). Una superficialità di fondo che prendendo a modello gli schemi più retrivi della rete viene sempre più spesso replicata nella vita reale. Forse si tratta addirittura di meccanismi della vita reale, evoluti e degenerati con l’avanzare della tecnologia.

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Semplificando: con la nascita della fotografia sono nati i fotomontaggi. Con la nascita del giornalismo sono nate le bufale. Ma se prima di internet le notizie arrivavano attraverso giornali e tv, le ricerche si facevano sull’enciclopedia e tutto passava dal filtro deontologico del giornalista o comunque da chi pubblicava le notizie, con il web questo controllo è scomparso, o si è di molto limitato. La capacità critica - quella di discernere tra ciò che è reale e ciò che non lo è, ma anche di distinguere tra fatto e commento – viene demandata ai lettori. I quali però non sempre hanno i mezzi o le conoscenze per condurre quest’analisi. Questa nuova modalità di comunicazione ha portato, assieme a qualche modesto vantaggio, anche una sorta di pigrizia nell’approfondire. Una pigrizia che se non viene arginata porta a un generale decadimento, a un appiattimento che rischia di premiare chi urla più forte a scapito di chi, pur nel giusto, si confronta con toni pacati. È necessario riacquistare la capacità di approfondire, di prendersi del tempo, informarsi alla fonte prima di confrontarsi con gli altri. Questo passaggio presuppone una volontà costruttiva che non per tutti è naturale. Presume la necessità di un confronto, la volontà di affrontare un’opinione differente, la possibilità di difendere strenuamente un’idea. È però necessario, per scongiurare il proliferare di chiacchiere, di

notizie infondate che possono screditare chi lavora davvero e si dà da fare per costruire qualcosa. Prendersi il tempo per conoscere le cose serve a mantenere il senso critico necessario per distinguere le cose importanti dalle futilità, le cose ragionevoli da quelle inventate. Fa parte del senso civico criticare con ragionevolezza, individuare le cose che non vanno e ipotizzare soluzioni, o almeno provarci. Confrontarsi in maniera seria e costruttiva: una cosa che sappiamo fare, che dobbiamo saper mantenere e semmai adeguare ai cambiamenti tecnologici del tempo. E che ci permette di crescere e di essere più forti, non solo come persone ma anche come comunità. Storicamente la Vallarsa lo ha saputo fare, arrivando fino a Vienna o a Venezia per portare a casa qualcosa di giusto e importante per la nostra gente. Cerchiamo di non dilapidare questa antica capacità, per mantenere saldo lo spirito della nostra comunità. Buona lettura


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Notizie in breve ARREDO URBANO Sono stati affidati i lavori di rifacimento dell’arredo urbano acciottolato della frazione Piazza. I lavori vedranno recuperare gran parte del materiale originario per riportare il centro storico del paese come prima dei lavori. Anche il completamento dei ripristini di Valmorbia e Dosso procederanno nella stessa maniera, i lavori partiranno entro la fine dell’estate. AMPLIAMENTO CASERMA VVF È in fase di progettazione esecutiva, che servirà per l’appalto, l’ampliamento della caserma dei vigili del fuoco volontari finanziata con contributo provinciale. Si prevede di avviare la gara entro fine anno per programmare i lavori nel 2018. FOGNATURE Procedono i lavori di realizzazione della fognatura in fraz. Zocchio. Dalla primavera sono partiti i lavori con la posa del tubo di collegamento verso il depuratore di Valmorbia, ora si procederà agli allacci dei privati all’interno del paese e alla posa del nuovo acquedotto comunale. I lavori saranno conclusi entro l’anno. Nel frattempo è stato consegnato il progetto definitivo di Camposilvano per il quale si sta richiedendo il finanziamento, mentre sono in fase di studio le frazioni di Pezzati, Bastianello e Tezze.

FONDO DEL PAESAGGIO Affidata ad uno studio tecnico la progettazione degli interventi di recupero del paesaggio.

In fase di progettazione gli interventi sulle aree finanziate (Raossi, Anghebeni, Valmorbia, Foppiano). Saranno puntualmente contattati i proprietari privati. NUOVA SCUOLA DELL’INFANZIA In fase di progettazione definitiva/esecutiva la nuova scuola dell’infanzia di Anghebeni. Un gruppo di progettazione è stato nominato e sta lavorando ai vari aspetti. Si prevede l’appalto nei primi mesi del 2018. LAVORI GRANDE GUERRA In fase avanzata il cantiere di recupero delle opere della Grande Guerra. Quasi conclusi i lavori a Forte Matassone, per i quali si sta lavorando alle opere di carpenteria metallica. A Forte Parmesan ci sono stati dei ritardi dovuti al ritrovamento di ordigni bellici. Sono iniziati i lavori anche sul Corno Battisti, il cantiere più complesso e delicato ma anche che darà maggior rilievo ai lavori.

VARIANTE AL PIANO REGOLATORE GENERALE È stata approvata in consiglio comunale la convenzione con la Comunità della Vallagarina per avviare una variante generale al Piano Regolatore comunale, richiesta da molti censiti anche a seguito degli accertamenti IMIS. Entro l’anno saranno aperti i termini. L’iter di avvio è slittato rispetto alle previsioni a causa delle recenti modifiche alla Legge provinciale sul governo del territorio e dell’entrata in vigore del regolamento unico provinciale.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

SISTEMAZIONE PARCHEGGI A RAOSSI Per migliorare la situazione dei parcheggi di Raossi è stata acquisita in uso l’area di piazzale davanti alla Cassa Rurale, con i parcheggi della stessa e l’area ex distributore Raoss. Il piazzale è stato asfaltato e sono stati creati alcuni posti auto che al mattino saranno a disco orario. Oltre a migliorare la situazione dei parcheggi si è cercato di dare un miglior aspetto all’area. Con l’occasione sono stati asfaltati e sistemati anche gli altri parcheggi del paese.

MENSA CENTRO SCOLASTICO Procedono i lavori di progettazione degli interventi di miglioramento della mensa del centro scolastico. In accordo con la Comunità di valle e la ditta Risto 3 si stanno pianificando gli interventi che saranno effettuati nell’estate prossima per non intralciare le attività scolastiche.

PARCHEGGI AL PASSO È stato fornito un nuovo parcometro al Pian delle Fugazze a servizio dei parcheggi ed è ora possibile anche il pagamento mediante cellulare con una app. In programma anche un adeguamento delle tariffe oltre a delle forme di aiuto per gli esercizi commerciali del posto. MESSA IN SICUREZZA STRADA NAVE Affidato un incarico per la progettazione della messa in sicurezza definitiva della strada che attraversa la Nave e porta al Maso, oggetto di ordinanza di chiusura dal 2004. Una volta definito un progetto con i costi di massima saranno individuate le soluzioni e verranno contattati anche i privati per i provvedimenti di competenza. LAVORI NELLE MALGHE E STRADE FORESTALI Sono stati effettuati da parte della Forestale alcune migliorie nelle malghe, in particolare è stata rifatta la pozza e l’abbeveratoio di malga Pra di Mezzo. In primavera è stata poi sistemata ed allargata la strada forestale antincendio Anghebeni-Zocchio. Il percorso è utile per la gestione forestale e dell’acquedotto ma è anche una piacevole passeggiata.

FONTANE Stanno per concludersi i lavori di sistemazione delle fontane avviati lo scorso anno da parte del Servizio Ripristino e Valorizzazione ambientale della Provincia. ACCORDI TRA COMUNI PER LE STRADE DI MONTAGNA Rinnovato l’accordo amministrativo con i comuni di Terragnolo e Trambileno per emanare i permessi della strada “Pasubio”. Ognuno dei tre comuni può emettere il permesso ai censiti che è valido per il giro delle malghe (M.ga ValliCheserle) ma anche per la strada che porta da Pozza Rionda a Malga Zocchi fino al Menderle e dal Cheserle a malga Monticello-Buse. Un accordo è stato fatto anche con il comune di Valli del Pasubio per emanare i permessi delle strade Val di Fieno e Degli Eroi fino al rifugio Papa. Anche Vallarsa può dare il permesso per percorrere il tratto sul comune di Valli previa comunicazione tra gli uffici.

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SISTEMAZIONE IMMOBILI È stato affidato l’incarico per la sistemazione del tetto dell’ex caseificio di Aste. Affidato anche un incarico per la progettazione del restauro della camera mortuaria e degli elementi lapidei del cimitero di Parrocchia.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Ufficio tecnico, un servizio per tre comuni

Massimo Plazzer sindaco

È

stata avviata ai primi di maggio e sarà pienamente a regime per fine anno la gestione associata dell’Ufficio Tecnico tra i comuni di Terragnolo, Trambileno, Vallarsa e la Comunità della Vallagarina. Un modo per rispondere alle richieste della normativa provinciale – che impone la gestione associata del servizio tecnico – garantendo un servizio efficace anche nei piccoli comuni come il nostro, dove non è presente una grande struttura amministrativa. La scelta di fare una gestione associata tra i tre comuni con la Comunità di Valle deriva proprio dalle diverse configurazioni dei tre enti e la necessità di mettere assieme figure mancanti, ottimizzando le forze senza aumentare i costi. Infatti i comuni partivano da una base ben diversa: Terragnolo era già supportato dalla Comunità di Valle per l’edilizia privata mentre i lavori pubblici erano gestiti direttamente dal segretario comunale. A Trambileno esisteva un ufficio edilizia privata con una dipendente ed era sempre il segretario a seguire appalti e lavori pubblici. Vallarsa invece aveva un ufficio lavori pubblici con un ingegnere che seguiva appalti e patrimonio comunale, oltre ad un ufficio edilizia privata con un’impiegata amministrativa e un geometra part time. Grazie all’apporto della Comunità di Valle, ora è stato individuato nell’arch. Andrea Piccioni la figura del responsabile unico del servizio. Quest’ultimo si strut-

tura in due rami: Il servizio lavori pubblici, seguiti dall’ing. Marco Pediconi per Vallarsa ma che dà un supporto al segretario comunale per determinate gare riguardanti Terragnolo e Trambileno. Il servizio edilizia privata, strutturato mettendo in rete tre tecnici: la geom. Alessandra Modena (Trambileno), il geom. Renato Muraro (Vallarsa) e il geom. Maurizio Patoner (Terragnolo e Vallarsa). Sarà poi individuata una figura amministrativa in Comunità di Valle che darà supporto agli uffici. Per il pubblico (e per i tecnici) cambierà poco: lo sportello sul territorio sarà garantito nei tre comuni con gli orari precedenti. Sarà poi attivato uno sportello unico in Comunità di Valle dove i tecnici potranno recarsi per consegnare ed approfondire le pratiche. Il confronto tra i diversi funzionari e il responsabile del servizio garantiranno risposte rapide e la risoluzione dei problemi in maniera univoca per i territori interessati. La presenza di più tecnici e di un solo responsabile garantirà la continuità del servizio. Gli uffici stanno per essere messi in

comunicazione diretta tra loro attraverso collegamenti internet, si stanno uniformando i programmi e le modulistiche (la strada è resa più difficoltosa dalle recenti modifiche alla legge urbanistica). Quando l’ufficio sarà a regime, si potranno consegnare pratiche di Trambileno in Comunità di Valle o a Vallarsa e Terragnolo e le stesse saranno prese in carico dall’ufficio unico. Contestualmente è stata nominata una nuova commissione edilizia unica per i tre comuni, e progressivamente saranno uniformate procedure e regolamenti cercando di applicare quelli più snelli ed efficaci alle diverse realtà del territorio. Dall’esigenza di doversi associare obbligatoriamente, si è passati alla sfida di costruire un servizio che sia più efficace, comodo per chi ci deve lavorare e per gli utenti, senza interrompere il servizio. Cercando di ottimizzare le risorse umane ed economiche, verso un obbiettivo che nel rispetto della legge cerchi di rendere più facile la vita a chi necessità di passare attraverso l’Ufficio Tecnico comunale.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Tre progetti per lavoratori in difficoltà Opportunità occupazionali per disoccupati

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ersone in difficoltà, lavoratori non più giovanissimi o in cassa integrazione e disabili hanno avuto qualche opportunità in più in Vallarsa quest’anno. Il Comune ha infatti confermato il progetto dell’Intervento 19 rivolto alle persone in difficoltà, ha attivato i lavori socialmente utili per lavoratori in mobilità e ha avviato anche una nuova squadra grazie al contributo dei Bacini Imbriferi Montani. INTERVENTO 19 Ormai consolidato da molti anni, anche quest’anno è stato attivato l’intervento 19: lavori socialmente utili destinati a persone in difficoltà. Fa parte di questa categoria chi non lavora da più di 12 mesi e ha più di 45 anni; invalidi ai sensi della Legge n. 68/99; ai maggiori di 25 anni, in difficoltà occupazionale in quanto soggetti a processi di emarginazione sociale o portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali segnalati dai servizi sociali e/o sanitari attraverso apposita certificazione. Dieci le persone della valle impiegate in questi lavori: due persone lavorano nella squadra organizzata dalla Comunità della Vallagarina che opera su strade e sentieri delle Valli del Leno; tre persone sono state assunte nella squadra dei sentieri organizzata dal Comune. Altre tre persone sono poi state assunte per la valorizzazione dei beni culturali ed artistici al Museo della Civiltà Contadina e al Mulino di Arlanch. Un ulteriore progetto in valle è stato attivato all’APSP “Don Giuseppe Cumer” coinvolgendo altri due lavoratori. L’intervento 19 mette assieme finalità sociali ed esigenze della comunità che altrimenti farebbero fatica ad essere risolte (la cura del verde e l’apertura del museo).

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LAVORI FINANZIATI DAL BIM Quest’anno poi il Consorzio di comuni facenti parte il Bacino Imbrifero Montano dell’Adige ha messo a disposizione alcuni fondi spettanti ai comuni e provenienti dai proventi delle concessioni delle acque pubbliche. Con un accordo di programma siglato assieme al Servizio Occupazione e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento, sono stati destinati dei fondi per assumere alcune persone che risultano disoccupate. Vallarsa ha avuto la possibilità di assumere quattro persone. Per questo è stato esposto un avviso per raccogliere le candidature delle persone in cerca di lavoro, che dopo essersi iscritte all’agenzia del lavoro sono stati iscritti in una lista. Il Comune ha poi stilato una graduatoria individuando due progetti lavorativi: una squadra di tre persone che si occupa di manutenzione del patrimonio pubblico, di strade e sentieri e fa altri lavori manuali e una persona che svolge attività di promozione turistica, catalogazione al museo della Riva nei mesi estivi e un supporto agli uffici comunali. Questi lavori sono iniziati a giugno e dureranno fino a novembre.

LAVORI SOCIALMENTE UTILI Il Comune ha poi attivato per la seconda volta i lavori socialmente utili nazionali, destinati ai lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. Un lavoratore è stato assunto in supporto al cantiere comunale. Questo tipo di lavoro ha il vantaggio di non pesare molto all’amministrazione comunale perché la paga si basa in gran parte sulla indennità di mobilità e il comune paga solo la differenza con la paga base della figura ricoperta. Per questo tali possibilità lavorative potranno essere riproposte anche in futuro se la normativa continuerà a permetterlo.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

CONSEGNATE DUE CIVICHE BENEMERENZE A fine anno, in occasione degli auguri dell’amministrazione all’interno della serata di presentazione del cd “La Bottega Dei Sogni” del Coro Pasubio Vallarsa al tetaro di Sant’Anna, sono stati consegnati due civiche benemerenze. I diplomi sono stati consegnati al Centro studi museo etnografico, che da 20 anni fa attività culturale in valle grazie i suoi volontari ed è stato capace di portare alla luce e far conoscere anche ai più piccoli la storia della nostra valle, e alla maestra Cristina Scudiero che ha lavorato con passione per 30 anni alla scuola primaria F.Cavallin di Vallarsa crescendo, come una “maestra di altri tempi” tante generazioni di vallarseri.

BENEMERENZE AI VIGILI DEL FUOCO A Pomarolo sono state consegnate le benemerenze ai vigili del fuoco volontari dei corpi del distretto della Vallagarina. Alla presenza dell’assessore Tiziano Mellarini, dell’ispettore PierGiorgio Carrara, la vicesindaco Ornella Martini e il comandante Enrico Zendri hanno premiato Walter Lorenzi, Paolo Mariech, Umberto Briccio e Giovanni Lorenzi del corpo di Vallarsa.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La Vallarsa su Mela Verde Stefania Costa assessore

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razie alla collaborazione fra Trentino Marketing e Apt Rovereto e Vallagarina, abbiamo avuto l’opportunità di raccontare il territorio, la storia, i prodotti della Vallarsa su “Melaverde”. La trasmissione televisiva di Canale 5 è stata registrata da una troupe che ha accompagnato il giornalista e critico gastronomico Edoardo Raspelli in un viaggio sul territorio. In Vallarsa Edoardo Raspelli ha raccontato le storie di alcune donne che hanno deciso ad un certo punto della loro vita di cambiare tutto e trasferirsi in mezzo alla natura per realizzare i propri sogni e progetti.

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Patrizia e suo marito Maurizio, hanno lasciato un lavoro sicuro per realizzare un sogno: diventare degli allevatori di capre e vivere in totale armonia

con la natura che li circonda. Quali sono le motivazioni che spingono una coppia come Patrizia e Maurizio a cambiare totalmente vita? Quanto amore per gli animali e per la natura bisogna avere dentro per fare una scelta così radicale come la loro? E poi c’è Federica. Una vita ad aiutare la famiglia nella gestione di rifugi di montagna e poi la scelta: lasciare il Veneto, sua patria di origine, e trasferirsi lì dove ha percepito nel suo cuore la possibilità di fare quello che ha sempre sognato: gestire un albergo tutto suo e cucinare solo con ingredienti del territorio, a chilometro zero, per gli ospiti che la vanno a trovare. Sullo sfondo la storia di un territorio, la Vallarsa, nascosto ma bellissimo, selvaggio e tutto da scoprire, con i suoi prodotti e le sue tipicità: dai formaggi ai funghi al miele. La trasmissione è andata in onda più volte con degli ottimi dati d’ascolto.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

L’adattamento locale ai cambiamenti climatici nelle Alpi

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l Comune di Vallarsa a inizio maggio ha ospitato il terzo di una serie di seminari sulle linee guida per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici. Gli incontri sono stati organizzati dalla sezione italiana della rete di comuni Alleanza nelle Alpi con il contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e del Segretariato Generale della Convenzione delle Alpi. Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano nelle Alpi con conseguenze spesso devastanti. Alluvioni, flussi di detriti e movimenti franosi, valanghe, scioglimento di ghiacciai e permafrost mettono a rischio insediamenti, infrastrutture e attività economiche. Allo stesso tempo minacciano minor disponibilità di acqua per l’agricoltura e l’industria, carenza di neve per le località sciistiche a seguito della diminuzione delle preci-

pitazioni e dell’innalzamento della quota neve. Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali sfide del secolo e produrrà un drastico cambiamento per la natura, l’uomo e l’economia, in particolare nelle Alpi. I cambiamenti climatici possono colpire la stabilità delle foreste durante gli eventi estremi che si prevede diventino più frequenti, possono comportare malattie parassitarie, l’avanzamento altitudinale della linea del bosco e lo spostamento nella distribuzione delle specie. Gli obiettivi di adattamento relativi alle gestione forestale a livello locale mirano a incrementare la stabilità e la resilienza dei sistemi forestali, ad aumentare l’attenzione verso i servizi ecosistemici forniti dalle foreste. Nelle regioni in cui i principi di gestione integrata dei rischi sono già applicati sistematicamente, la capacità di adattamento è più elevata. Una stra-

tegia olistica di riduzione del rischio di pericoli naturali, che tenga conto di misure strutturali e non strutturali, organizzative e della loro migliore combinazione è l’approccio più appropriato per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nel convegno si sono confrontati Emanuele Eccel, Fondazione Edmund Mach Cambiamenti climatici nelle Alpi Orientali, Francesco Dellagiacoma, membro del gruppo di lavoro “Foreste” della Convenzione delle Alpi Cambiamento climatico e gestione forestale, Luca Cetara, EURAC Research e Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi Linee Guida per l’Adattamento Locale ai Cambiamenti climatici nelle Alpi. A seguire tavola rotonda con interventi di sindaci e amministratori locali. Conclusioni di Rinaldo Comino, Presidente del gruppo di lavoro “Foreste” della Convenzione delle Alpi.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Geografie sul Pasubio, la montagna e il reportage

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l Pasubio è un massiccio dai molti volti e come tutti i volti porta i segni dalla propria natura e della propria storia. Potremmo pensare a tutto questo come a una definizione di paesaggio nel suo senso più ampio: ciò che resta del sedimento di secoli, di vite e generazioni, di lavoro, di rapporto con la natura e la montagna, di tenace conquista di appezzamenti coltivabili e di “passaggi” talvolta cruenti della storia. Il Pasubio è elemento di separazione e unione. Antico confine tra Impero Austroungarico e Regno d’Italia è oggi confine amministrativo tra Trentino – Alto Adige e Veneto, ma questa montagna è anche luogo di passaggio e comunicazione ed elemento che unisce i territori di paesi e comuni che insistono sulle sue pendici e che da sempre hanno codificato comportamenti sociali ed economici simili per convivere e sopravvivere alla vita della montagna. Il Pasubio è una terra alta che ha anche vissuto il dramma di tanti altri luoghi montani del nostro Paese. Dalle cime infatti non scorre a valle solo l’acqua o il legname, ma col tempo anche le genti (e i loro saperi) hanno seguito la stessa sorte dei torrenti e hanno lasciato i paesi per le città e i poli industriali della pianura. Un fenomeno diffuso ovunque e spesso pure raccontato, basti pensare a “Il popolo che manca” di Nuto Revelli. Sono tante le cose che la montagna ha ceduto alla pianura (in Italia la percentuale di territorio

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collinare e montano è quasi dell’80%) e, forse, tra le cose che la montagna può riconquistare, c’è quella di essere un luogo di “elezione e selezione” anche di esperienze culturali nuove e innovative, di sperimentazioni di rapporti diversi con i luoghi, le persone e la memoria. Geografie sul Pasubio vuole essere questo. Un piccolo progetto sulle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature... Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta. Raccontare da un lato quello che è la montagna, quella meno nota al turismo di massa, con la sua identità e la sua storia e dall’altro lato trasformarla

anche in luogo privilegiato per accogliere narrazioni di altri luoghi, altri paesaggi, altre società... Il tutto fatto con i linguaggi del reportage, portando fisicamente la gente e gli appassionati a conoscere “le terre alte” e offrire loro spunti per conoscere altri luoghi. Così tra i sentieri, i rifugi alpini, le malghe ma anche i paesi dei cinque comuni del Pasubio ha preso forma un calendario di eventi, un ciclo di proiezioni e una piccola scuola estiva di reportage e narrazione. Il tutto per piccoli numeri, per persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le storie, le voci e i personaggi che possono dirci qualcosa di sconosciuto e aprirci gli occhi. È stato così ideato un percorso di incontri unito da un trekking che partendo dal comune di Terragnolo (Malga Bisorte) ha toccato quello di Trambileno e Vallarsa (malga Zocchi, Rifugio Lancia, malga Boffetal) e Val-


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

li del Pasubio (Rifugio Papa), mentre Posina si è raccontata con un itinerario tra gli antichi castagni assieme a un grande esperto d’alberi come Tiziano Fratus. Nei quattro giorni di trekking i partecipanti – provenienti da tutto il nord e centro Italia – hanno camminato insieme a giornalisti e scrittori ed hanno incontrato nei vari rifugi e malghe altri personaggi che hanno portato la propria esperienza di reporter. Il tutto con uno sguardo capace di mettere insieme il vicino e il lontano, il locale e il globale in un continuo gioco di rimandi a volte serio a volte giocoso. Il progetto promosso dai cinque Comuni del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa, Valli del Pasubio) in collaborazione con Keller editore ha proposto una selezione di ospiti di primissimo piano: il grande fotoreporter turco Burhan Ozbilici, fresco vincitore del World Press Photo 2017, Valerio Pellizzari storico inviato del giornalismo italiano sui più

caldi fronti degli ultimi decenni; Francesco Cataluccio che ha parlato della scuola di reportage polacca e degli eredi di Ryszard Kapuściński; Marco Ansaldo, inviato di Repubblica per la Turchia, Vaticanista e docente di Giornalismo Estero alla LUISS di Roma; Martin Pollack, uno dei maggiori scrittori e reporter dell’Europa centro-orientale e Sandro Orlando – reporter e giornalista per il gruppo RCS e viaggiatore di lungo corso – che ha raccontato il reportage di viaggio. Tra gli altri ospiti anche l’attore Roberto Abbiati che ha collaborato con il programma Viaggio nell’Italia del Giro della RAI che ha raccontato, in modo nuovo e diverso, la provincia del nostro Paese. Con lui si è scoperto come “Portare a casa l’insolito” quando si viaggia. A completare il ciclo di incontri anche il racconto dell’esperienza pluriennale dell’Atlante delle guerre con il giornalista Raffaele Crocco. Sin da subito il progetto ha suscitato l’interesse delle testate nazionali che hanno dedica-

to di propria iniziativa ampio spazio alla proposta. Il Touring Club ha inserito la notizia in risalto nel proprio mensile, ha mandato una newsletter ai propri associati mentre La Repubblica ha chiesto in esclusiva un testo di Martin Pollack sull’intervento che avrebbe tenuto a Geografie del Pasubio riservandogli una pagina intera nell’inserto Robinson di domenica 2 luglio. Ne hanno parlato ovviamente anche le testate regionali di Trentino e Veneto e anche Radio 3 Rai con la puntata di Fahrenheit del 13 luglio in diretta dal Rifugio Papa sul monte Pasubio il terzo giorno di Trekking. Importanti festival e premi come il festival Vicino/ Lontano e il Premio Terzani hanno promosso e fatto conoscere l’idea. Tutti i partecipanti al trekking così come i giornalisti e gli ospiti hanno manifestato la volontà di partecipare a nuove proposte auspicando una nuova edizione, trovando il tutto ben organizzato e soprattutto nuovo e estremamente interessante. A completare la proposta di Geografie sul Pasubio anche un ciclo di proiezioni intitolato Luci sul Pasubio, progettato con la collaborazione di Nuovo Cineforum Rovereto. Da diversi anni ormai i cinema di paese hanno chiuso i battenti, ma la voglia di vedere un film insieme non si è estinta. Luci sul Pasubio è una scommessa sul potere del cinema di riunire una comunità attorno a delle storie in cui il paesaggio è diventato un personaggio. Due appuntamenti estivi sono stati proposti nel forte di Pozzacchio e a forte Maso, mentre in autunno prenderanno vita altre otto serate. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www. geografiesulpasubio.it

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Un successo il corso di formazione sui muri a secco

Stefania Costa Assessore

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luglio in Vallarsa si è svolto il corso di formazione per la realizzazione di muri a secco. Sono stati oltre 30 le persone che hanno partecipato al percorso «Muri a secco di primo livello»: molti i valligiani e anche qualcuno arrivato da lontano. Tutti hanno partecipato alle due serate - aperte al pubblico di teoria - in cui è stata raccontata la cultura della pietra a secco nei suoi aspetti tecnici e normativi con esempi di recupero e valorizzazione del territorio terrazzato in Trentino. In tre calde giornate, sotto l’occhio vigile degli insegnanti, si è svolta la parte pratica in cantiere con la costruzione di un muro a secco. L’obbiettivo era quello di fornire strumenti per

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riappropriarsi delle tecniche di costruzione dei muri a secco quale occasione per recuperare un aspetto dell’identità territoriale.

Promotore del corso il Comune di Vallarsa, organizzazione di Accademia della Montagna della Trentino School of Management.


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Dal 5 per mille ai comuni risorse per i lavori socialmente utili

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on questo accordo accendiamo i riflettori su una storia, quella dei lavori socialmente utili, che in Trentino ha prodotto certezze per le persone e valore per la comunità e per il territorio. Oggi ci prendiamo l’impegno a destinare ai lavori socialmente utili le risorse che saranno liberamente destinate dai cittadini ai loro Comuni”. lo ha affermato il vice presidente e assessore allo sviluppo economico e al lavoro della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi presentando l’accordo di collaborazione con il Consorzio dei comuni. Questi sono i contenuti principali dell’accordo: massima diffusione tra Comuni e Co-

munità delle informazioni sugli interventi possibili e le risorse disponibili, monitoraggio delle esperienze e ricerca di collaborazioni, costituzione di reti tra

enti territoriali, e soprattutto l’attuazione di una strategia condivisa per l’acquisizione di nuove risorse, sensibilizzando i contribuenti trentini, che fino ad oggi non l’hanno ancora fatto, a destinare il loro 5 per mille a favore dell’associazionismo o del proprio Comune di residenza; in quest’ultimo caso per vedere le risorse raccolte destinate ai lavori socialmente utili. Ogni contribuente può, senza pagare di più, scegliere se destinare il 5 per mille del proprio reddito dichiarato a associazioni sportive dilettantistiche, ricerca sanitaria, università e centri di ricerca, onlus e volontariato o al comune di residenza.

VOLONTARIO PER LO SPORT 2016 – COMUNE DI VALLARSA È Sergio Voltolini il volontario per lo Sport 2016. Il Comune di Vallarsa ha scelto di dedicare questo riconoscimento che l’Agenzia per la Promozione dello Sport della Vallagarina assegna ai volontari che si sono contraddistinti in ambito sportivo per la passione e la disponibilità messa a disposizione delle associazioni sportive della Vallagarina. Sergio con passione si dedica da diversi anni, sia come dirigente sia dando il proprio aiuto per la buona riuscita delle manifestazioni della società sportiva U.S. Vallarsa. Sempre presente in qualità di cuoco ufficiale, Sergio ha inoltre sempre dedicato il proprio tempo alla manutenzione dell’impianto sportivo della Società, dallo sfalcio dell’erba del terreno di gioco, al controllo per una corretta manutenzione dei vari impianti presenti presso il campo sportivo.

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Isabel Neira-Gutiérrez RTO

I giovani…? #momentogiovane Il Piano Giovani di Zona 2017

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uest’anno abbiamo festeggiato i primi 10 anni dei piani giovani di zona in Trentino e possiamo dire che tutti progetti realizzati in quest’anni hanno tutti avuto lo stesso fine, cioè ispirare, contaminare e motivare i giovani a immaginare, progettare e attivarsi con iniziative proprie ed innovative. Mi sembra opportuno illustrare cos’è il Piano Giovani di Zona (PGZ) ed il perché è importante per i nostri giovani. Il PGZ delle valli del Leno è una libera iniziativa dei Comuni di Vallarsa, Terragnolo, Trambileno, interessati ad attivare azioni a favore del mondo giovanile; a questo fine è stato istituito un Tavolo del confronto e della proposta, che raccoglie rappresentanti delle istituzioni e del mondo giovanile, e che opera per sollecitare e promuoverne iniziative a favore dei ragazzi e dei giovani. Ogni anno il Tavolo promuove un Piano Operativo Giovani (POG) cioè un programma annuale di progetti proposti e realizzati da giovani - riuniti in associazioni o in gruppi informali - o da altri soggetti - associazioni, istituzioni - e rivolte sia ai ragazzi e ai giovani (dagli 11 ai 29 anni) sia agli adulti che con questa fascia d’età si rapportano e interagiscono. Il POG deve essere approvato dal Tavolo e successivamente dall’Ufficio provinciale per le Politiche Giovanili. Il Tavolo evidenzia l’importanza di sviluppare progetti sul tema dell’essere attivi per la propria

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comunità, cioè iniziative in cui ragazzi e giovani si prendono cura del proprio territorio e delle persone che ci vivono. Si tratta di ideare progetti che tengano in considerazione, fra i loro obiettivi, quelli: - di operare nel rispetto e a favore del bene comune, cioè di essere protagonisti all’interno della propria realtà sociale, mettendo a servizio della comunità idee, competenze, creatività e sensibilità per cercare una risposta a bisogni e problemi di interesse collettivo; - di interessarsi e partecipare attivamente all’interno del proprio contesto di vita; - della solidarietà intesa come motore che permette di occuparsi di quei beni che sono di tutti e di rafforzare la collaborazione e l’aiuto reciproco nel raggiungere mete di pubblico interesse; - di rendere consapevoli ragazzi e giovani del proprio ruolo nella comunità. La tematica è un’indicazione, un orientamento di massi-

ma: vengono sempre valutati anche quei progetti che non trattano tali argomenti. Il Tavolo accoglie con particolare interesse quei progetti che vedono il mondo giovanile protagonista (questa come scopo fondamentale) nelle fasi di ideazione, gestione e realizzazione, cioè progetti in cui i ragazzi/giovani si assumono la responsabilità organizzativa e si rivolgono ai loro coetanei. Lo scorso anno abbiamo portato a termine tutti e cinque progetti in modo positivo. C’è stata molta partecipazione, coinvolgimento e impegno da parte dei ragazzi delle valli del Leno e tutti i progetti hanno promosso un percorso di crescita per i ragazzi coinvolti. I ragazzi di Trambileno Giovani hanno realizzato la tradizionale festa a Trambileno di 3 giorni con calcio splash, musica e sono riusciti a coinvolgere tutte le associazioni del territorio in questo evento. Gli stessi si sono messi in gioco anche un’altra volta per il secondo progetto assieme ad un gruppo informale di ragaz-


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zi di Terragnolo. L’obiettivo di questo progetto era di migliorare le conoscenze sulle tematiche ambientali e territoriali, sul futuro dell’ecosistema e sui comportamenti preventivi per ridurre l’inquinamento. Il progetto è poi terminato con una esperienza nuova: un viaggio a Stoccolma. In Vallarsa si sono realizzati un corso di lettura animata, laboratori per ragazzi e escursioni alla scoperta della storia e un ciclo di cineforum molto istruttivo ed interessante. I progetti ci hanno permesso di raggiungere il nostro obbiettivo, cioè di fare UnPassoOltre. Questo il titolo del POG 2016. Nel 2017 molti ragazzi si sono portati a casa la voglia d’ideare, organizzare e realizzare un progetto. Per questa ragione il tavolo ha ha chiamato il nuovo POG #momentogiovane. Ecco i progetti in campo: • La valle contro è stato un laboratorio di formazione teatrale attraverso il quale si sono affrontati gli aspetti legati alla presenza della criminalità organizzata nel Nord Italia e in particolare nel loro territorio di riferimento, ovvero il Trentino. • Archeologando: due giovani di Vallarsa, Denis Pezzato e Alessandro Piazza hanno realizzato un laboratorio di 4 incontri al Museo della Civiltà contadina, per dotare i più piccoli dei rudimenti di una consapevolezza storica riguardo alle motivazioni che spingono le moderne società a cercare di ricostruire il passato, spingendoli verso la critica costruttiva e la comprensione di queste discipline che affronteranno anche successivamente a scuola. • i ragazzi di “Trambileno Giovani” rilanciano la festa di tre giorni chiamata: proget-

to giovane 2017. L’evento sarà svolto con l’obiettivo di formare i nuovi associati e creare un nuovo ‘gruppo giovani’ per riuscire a sviluppare nuove iniziative ed eventi come nei gruppi passati. Ci sarà musica, calcio splash è tante attività all’interno del evento per invitare, giovani, famiglie e tutta la comunità ad essere partecipi. L’evento e previsto dal 18 al 20 di Agosto. • La Banda Bassotti, all’interno del festival “sassi e non solo” a Terragnolo ha realizzato Alla scoperta del nostro territorio. Un evento che ha coinvolto 11 associazioni del territorio. • Coloriamo la scuola ha offerto la possibilità ai ragazzi di partecipare attivamente al processo di ideazione, progettazione e realizzazione di un laboratorio artistico espressivo destinato a bambini e ha dato anche modo di valorizzazione gli spazi scolastici con il coinvolgimento dei ragazzi, bambini della scuola, e la comunità al fine di accrescere in ognuno il senso di appartenenza, l’investimento affettivo, il riconoscimento di sé e la responsabilità nel prendersi cura del bene pubblico. • Sicuramente sicuri, proposto da un giovane di Vallarsa, Andrea Arlanch, è un percorso di sensibilizzazione alla sicurezza in ambiente domestico, in montagna e sulla sicurezza stradale. Dopo questo percorso formativo verrà svolto un viaggio culturale per conoscere la IvecoMagirus di Ulma (Germania). • FocusLavoro, un progetto pensato per “mettere a fuoco il tuo domani”, cioè proporre delle iniziative mirate a far conoscere ai giovani la

realtà produttiva locale ed il potenziale fabbisogno di risorse umane. Addirittura, si consentirà ai giovani l’accesso ad alcune realtà aziendali tramite lo strumento delle visite guidate. Questo progetto è stato svolto dall’Agenzia del lavoro e la Comunità della Vallagarina in collaborazione con Trentino Sviluppo e i Piani giovani di zona della Vallagarina. Per restare aggiornati sulle attività del piano giovani seguite la pagina Facebook @puntoincomune.pgz, per ogni tipo di informazione, iscrizione, idee, suggerimenti e critiche, basta lasciare un messaggio alla pagina stessa, mandarmi un’e-mail a puntoincomune@ gmail.com o chiamarmi al 348 0412370.

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Alla scoperta dell’Europa green Stoccolma 2016

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l 19 dicembre 2016, assieme a sedici ragazzi di età compresa fra i 18 e i 24 anni facenti parte dei gruppi giovani delle valli del Leno, con l’aiuto del referente tecnico del Piano Giovani di Zona Isabel Neira, l’assessore alle politiche giovanili del comune di Terragnolo Erica Beber e il sindaco di Terragnolo Lorenzo Galletti, siamo partiti alla volta di Stoccolma in un viaggio alla ricerca della filosofia “green”, ossia dell’eco-sostenibile, che vanta tutto il nord Europa. Prima della partenza sono state organizzate dalle serate di formazione obbligatorie nelle quali esperti del settore, piccoli imprenditori e figure che lavorano a stretto contatto con il nostro territorio ci hanno raccontato come anche il Trentino, ed in particolare i Tre Comuni,

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cioè quelli di Vallarsa, Trambileno e Terragnolo siano a loro modo eco-sostenibili. Abbiamo avuto modo di ascoltare un intervento del professore di Economia dell’Università degli Studi di Trento ed ex sindaco di Vallarsa Geremia Gios riguardante l’economia ambientale, che sempre più negli ultimi anni sta portando ad un forte aumento dei consumi a discapito dell’ambiente e di come il ritmo dei consumi odierni debba diminuire per evitare conseguenze disastrose. Altri ospiti delle nostre serate sono stati: la signora Luigina M. Speri che ci ha raccontato come è nata e come viene gestita la sua azienda agricola biologica e quasi totalmente autonoma; il signor Renzo Pedron della società S.P.I.M. in cui viene prodotta energia idroelet-

trica che fornisce elettricità ad un modesto abitato nei pressi di Mattarello di Trento; la guardia forestale Massimo Folgarait che essendo in stretto contatto con la flora locale ci ha spiegato come vengono gestiti i boschi della zona in modo da non alterare l’ecosistema, e l’esperta in cambiamento climatico Silvia Debiasi che ci ha fatto riflettere su ciò che ognuno di noi può cercare di fare per diminuire gli sprechi. Finite le serate formative e conclusa la ricerca di aerei, autobus e ostello che soddisfacessero le nostre necessità, la sera di venerdì 19 dicembre siamo partiti da Rovereto verso la capitale della Svezia, Stoccolma, in cui siamo arrivati verso l’una di notte del sabato. La prima cosa che ci ha accolti è stato un leggero vento freddo


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che ci ha accompagnato poi per tutta la nostra permanenza. Il sabato mattina sveglia alle 7.00 e dalla T-Centralen, la stazione centrale, dalla quale transitano circa 163.900 persone al giorno ci siamo messi in viaggio verso Enskede con la metro, principale mezzo di trasporto pubblico della capitale. Arrivati nella zona sud di Stoccolma siamo entrati allo Skogskyrkogården, il Cimitero del Bosco, disegnato agli inizi del ‘900 ed iscritto nel 1994 dall’Unesco nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità come significativo esempio di fusione fra architettura e natura. Fusione atta a rinfrancare lo spirito di coloro che avrebbero percorso quei viali dando l’estremo saluto ad un proprio caro. Nel pomeriggio siamo stati sorpresi da uno spettacolare tramonto arrivato però

già alle quindici, poco dopo ci siamo incamminati insieme ad una guida alla scoperta di Gamla Stan, la città vecchia di Stoccolma che risale al XIII secolo. Circondati da vicoli medievali e strade acciottolate abbiamo potuto vedere il Palazzo Reale di Stoccolma, la Borsa di Stoccolma, Stortorget (nome della piazza principale) e molto altro. Il giorno successivo sempre sveglia presto e siamo andati alla ricerca del SEI, l’istituto per l’ambiente svedese che si trova nel complesso universitario di Stoccolma. Il SEI è un’organizzazione no-profit internazionale che lavora per questioni ambientali e di sviluppo sia a livello locale che globale e cerca di far spostare la politica e le scelte pratiche verso una maggiore sostenibilità.

Abbiamo poi visitato il Vasa Museum dove è ospitato l’unico vascello che dal XVII secolo sia giunto ai giorni nostri, il Vasa è un tesoro artistico straordinario e una delle bellezze storiche più importanti al mondo. Infine, dopo un breve giro con il battello dal quale abbiamo potuto ammirare un tramonto mozzafiato e che ci ha riportati alla città vecchia per concludere il nostro viaggio abbiamo deciso di terminare la giornata all’Ice Bar, un bar a -7 °C completamente di ghiaccio in cui è possibile consumare dei cocktail serviti in bicchieri ovviamente di ghiaccio. Giunti alla fine del nostro viaggio, nonostante la tanta voglia di rimanere e scoprire molto altro ancora ci siamo imbarcati sull’aereo di ritorno verso casa. La settimana successiva ci siamo trovati tutti per l’ultima volta per una serata conclusiva a Trambileno in cui abbiamo riguardato qualche foto e fatto un piccolo dibattito su cosa abbiamo e non abbiamo apprezzato di questa città. In conclusione per ognuno di noi il viaggio è stato un gran successo e tutti ci auguriamo di poter vivere molte altre esperienze simili insieme in futuro, alla scoperta di nuove città, altri modi di vivere e nuove persone da conoscere.

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Archeologando Denis Pezzato Alessandro Piazza

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rcheologando. Sulle tracce dell’antica civiltà dei Reti” è stato un laboratorio didattico in quattro incontri organizzato da noi presso lo stabile del Museo della Civiltà Contadina di Vallarsa. Con il pretesto di conoscere l’antica ed affascinante civiltà dei Reti (che, si suppone, abbia abitato parte dell’attuale Trentino secoli e secoli fa), quindici bambini tra i sei ed i dieci anni hanno famigliarizzato con gli strumenti e con le mansioni di due “addetti ai lavori” del fare storia: lo storico e, soprattutto, l’archeologo. Il laboratorio si è svolto in quattro sabati pomeriggio. Una serie di brevi lezioncine interattive hanno alternato i quiz a squadre in stile “riassuntone”. Seguiva il laboratorio finale nel quale gli aspiranti archeologhi hanno dimostrato le proprie skills (“quel che i ga emparà”, nda). La prima giornata è stata la più “tecnica”. Abbiamo parlato di storia e fonti storiche, di come e che oggetti maneggia un ar-

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cheologo, prima di uscire in cortile e simulare un simpatico scavo in miniatura. Il secondo giorno abbiamo introdotto il tema della popolazione dei Reti: chi si suppone fossero, dove vivessero e quando, chi e (perché) ce ne ha tramandato notizia e come scrivevano. Al laboratorio i bambini hanno poi riprodotto il proprio nome in alfabeto retico su mattonelle di ceramica e, in seguito, inciso secondo lo stile retico delle cosiddette “situle”. Al terzo incontro abbiamo ripreso il discorso sui Reti parlando di cultura, usi, costumi ed economia. Questo ci è servito per introdurre il tema dei metalli e dei manufatti, come avrebbe dovuto appare il vaso modellato poco dopo dai presenti. Infine abbiamo chiuso parlando di risorse, della loro importanza e della loro funzione nelle società. Caccia al tesoro e giro dell’oca hanno occupato tutto il resto dell’ultima giornata. Se possiamo permetterci una piccola considerazione (al di là del gioco, la vera spina dor-

sale di tutto il corso) possiamo dire che sensibilizzare sugli strumenti, sui mezzi e sui fini dell’archeologia e della storiografia è servito ai ragazzi come incentivo per interrogarsi sul proprio passato, anche quello più lontano, in maniera critica e consapevole. “Strato”, “fossile guida”, “cronologia”, “fonte”, e “situla”; “cera persa” e “storiografia”. Erodoto”, “Thomsen” , “Bloch” e “Reto”. A molti alcune di queste parole, messe lì, diranno quindi poco o nulla. A noi, però, piace pensare che ad almeno uno di quei quindici bambini, magari sentita un giorno, una di queste parole accenderà una lampadina, anche piccola. Noi organizzatori non la potremmo considerare che una bella conquista. Incerti sulla presa del tema abbiamo potuto scoprire la piacevole sorpresa del ricrederci, vedendo giovani che si sono dimostrati interessati, partecipanti ed attivi. Ringraziamo perciò tutti i coinvolti per disponibilità, fiducia ed affetto mostratoci. Un saluto a tutti.


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Romea Strata ora passa anche da Vallarsa

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OMEA STRATA è un’iniziativa voluta e promossa dall’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza che vede nel direttore, don Raimondo Sinibaldi, il suo coordinatore. Romea Strata è un progetto, che si sta concretizzando sempre di più e riguarda la riscoperta di un itinerario di fede e cultura. La ROMEA STRATA ricalca l’antico sistema di vie che dal nord-est d’Italia si dirigevano a Roma, una delle tre mete di “Peregrinationes maiores” medievali. La scelta del nome oltre a richiamare Roma, la meta più importante a cui i pellegrini -i Romeipuntavano nel loro cammino lungo la penisola, vuole estendere idealmente a tutti i percorsi nel nord-est d’Italia la figliolanza con la strada Romea, la principale via attraversata dai pellegrini medievali che da Venezia e dalle Alpi Orientali puntavano alle tombe di Pietro e Paolo. Il percorso è suddiviso in nove tratti i cui nomi richiamano i territori e le antiche vie percorse, coinvolgendo cinque regioni italiane, per oltre 1300 km. Cinque sono le direttrici di marcia che compongono la ROMEA STRATA e che si agganciano alle vie che dall’Europa centro orientale entrano in Italia e viceversa. In Friuli Venezia Giulia la Via Romea Allemagna (da Tarvisio a Concordia Sagittaria: km 187) e la Via Romea Aquileiense (dal Santuario della Madonna Addolorata di Miren-Kostanjevica in Slovenia fino a Concordia Sagittaria: km 94). In Trentino

Alto Adige la Romea Brennero (dal Brennero a Rovereto seguendo la Via Claudia Augusta: km 160 e da Rovereto a Passo Pian delle Fugazze lungo la Via Vicetia: 37 km). In Veneto si sviluppano la Via Romea Annia (da Concordia Sagittaria a Badia Polesine: km 278), la Via Romea Vicetia (da Valli del Pasubio a Montagnana: km 109), la Via Romea Postumia (da Verona a Vicenza: km 66) e la Via Romea Porciliana (da Verona a Montagnana: km 76). In Emilia Romagna la Via Romea Longobarda (da Badia Polesine a Fanano: km 223) che poi prosegue nella regione Toscana incontrando la Via Francigena (da Fanano a Fucecchio: km 99. Si prosegue poi da Fucecchio per la via Francigena fino a San Miniato:10 km). Nel dettaglio il percorso da Rovereto tocca il comune di Trambileno e poi sale in sinistra Leno toccando le caratteristiche e piccole frazioni, che hanno così la possibilità di essere visitate. Il tracciato prosegue poi addentrandosi lungo la bella e ancora naturale valle del Leno grazie alla quale si ha la possibilità di raggiungere Passo Pian delle Fugazze. I tratti della Romea Strata sono stati mappati con GPS e tutti i dati sono disponibili nel sito www.romeastrata.it. Da giugno inoltre sarà disponibile la guida ufficiale della Romea Strata edita dal Touring Club Italiano. Per quanto riguarda la segnaletica sul territorio, si sta continuando il lavoro di posizionamento delle frecce

segnavia, che è stato completato nel Friuli Venezia Giulia e iniziato nel Veneto. Speriamo nei prossimi mesi di poter collocare la segnaletica anche nei vostri territori, visto che l’amministrazione comunale ha aderito con delibera di giunta comunale al progetto. Infatti, gli oltre 180 comuni interessati dalla via sono stati contattati e coinvolti affinchè fossero attivamente partecipi. Il progetto è stato anche illustrato ai vescovi delle diocesi interessate dalla via, che lo hanno apprezzato e approvato. L’invito pertanto è quello di usufruire di questo percorso. Si possono fare più giorni, un weekend, o anche un solo giorno di cammino. Si può percorrere la Romea Strata in famiglia, con gli amici, con i gruppi parrocchiali…da soli! Comunque si scelga di percorrerla, l’esperienza sarà davvero gratificante. E allora: pronti, attenti, Via!

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DAI GRUPPI CONSILIARI

Vallarsa domani Gianni Voltolini

L’

approvazione del Bilancio di Previsione è il momento più importante per ogni amministrazione, dal momento che si tratta del documento che le consente di gestire le risorse a disposizione per poter realizzare il proprio programma politico. Purtroppo, in Consiglio comunale abbiamo assistito ad una esposizione del bilancio da parte del Sindaco che ha evidenziato una carenza di idee da parte dell’amministrazione, cosa già vista in questi due anni di gestione; ciò, abbinato a un limitato “coraggio politico”, ha portato all’attuale immobilismo malgrado la Vallarsa necessiti di idee innovative e velocità decisionali da parte della propria amministrazione. Non abbiamo notato alcun segnale di cambiamento in settori rilevanti quali, ad esempio, il turistico ed in merito alla “gestione immobiliare” dato il crescente problema delle “case pericolanti” presenti in valle che, oltre un problema di sicurezza, danno una sensazione di abbandono dei centri abitati. È anche emerso come l’amministrazione metterà in pratica alcuni incentivi per gli operatori economici a seguito del perdurare della crisi ma di ciò siamo perplessi data la scarsa attenzione dimostrata verso gli interessi degli operatori nel “piano di gestione dei parcheggi” a Raossi. Un fallimento, a nostro avviso, dal punto di vista politico/gestionale. “Coraggioso” anche il passaggio, all’interno della valorizzazione dei “rapporti all’interno della comunità”, che punta alla

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riapertura del distributore di alimenti a Foppiano. Dall’analisi dei documenti riteniamo di poter dire come, dopo anni di Amministrazione guidata dal prof. Gios, nei quali emergeva una certa linea politica, si è passati ad una supponenza politica che, pur non avendo più le competenze passate, non intende confrontarsi con nessuno, attuando politiche di pura “sopravvivenza” che poco incidono sul miglioramento della vita in Valle. La riduzione dei provvedimenti amministrativi denota a nostro avviso una diminuzione dell’attività stessa degli uffici o, se preferite, una difficoltà di saper attuare dal punto di vista amministrativo le proprie idee. È il terzo anno di questa gestione ma, a dire il vero, le aspettative con cui è partita questa amministrazione e con essa il nuovo Sindaco, un giovane almeno dal punto di vista anagrafico, erano ben diverse dal nostro punto di vista: abbiamo imputato le difficoltà dei primi anni a problemi di “ambientamento” ma, purtroppo, questo terzo anno denota carenze di idee e difficoltà gestionali. Pensiamo che anche sotto il profilo del “controllo amministrativo/gestionale” abbiamo concesso due anni di “fiducia” che riteniamo possano essere stati mal interpretati, dati i risultati e l’atteggiamento. Nel passato la collaborazione sugli argomenti più rilevanti da parte dell’ex Sindaco non è mai mancata, malgrado molte volte non si sono condivise le scelte, come è giusto ricoprendo ruoli differenti, ma pensiamo che,

attualmente, tale fiducia vada guadagnata…non basta essere il “male minore”, tra le diverse realtà politiche della Valle. Per i motivi sopra esposti, diversamente dall’altra lista di minoranza che si è astenuta senza per altro fare alcun intervento in aula su un argomento così importante, abbiamo ritenuto di non poter esprimere un voto favorevole all’approvazione di questo bilancio di previsione. Abbiamo concluso il nostro intervento ritenendo opportuno dare un consiglio al Sindaco, cioè se intende proseguire nell’attività politica “a tempo pieno” e oltre a questa legislatura, utilizzando i versi della celebre canzone “La leva calcistica del ‘68” di Francesco De Gregori: chiedendogli di far proprie le caratteristiche di un giocatore (qualità e fantasia) che noi riteniamo debbano essere anche quelle di un sindaco, anche se in questi primi anni di amministrazione, non si è visto traccia. Riteniamo che, mai come in questo periodo, ci sia un evidente precarietà gestionale dal punto di vista politico che però ha riflessi anche sulla quotidianità dell’attività amministrativa e di ciò siamo seriamente preoccupati. Non è nemmeno un sollievo vedere che gran parte di quanto nel tempo abbiamo evidenziato si sta, purtroppo, inesorabilmente avverando con un conseguente peggioramento della qualità della vita in Valle e ciò a causa dell’ottusità politica e scarsa lungimiranza dell’amministrazione.


DAI GRUPPI CONSILIARI

Aria Nuova per la Vallarsa Matteo Rossaro

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opo l’evento di fine anno in cui abbiamo presentato ai residenti l’attività portata avanti nel precedente anno e mezzo, l’attività del Gruppo Consiliare Aria Nuova per Vallarsa è proseguita su più fronti. Ha riscosso molto apprezzamento la nostra mozione che ha consentito di effettuare la scelta del medico di base in Comune, anziché doversi recare all’Azienda Sanitaria di Rovereto. Abbiamo pubblicizzato opportunità di lavoro e messo a disposizione dei residenti – ogni mese – le delibere della Giunta comunale. La nostra battaglia per la trasparenza e il coinvolgimento della popolazione nella vita politica valligiana ha visto la promozione dell’ordine del giorno di ogni riunione del Consiglio comunale e il resoconto dei nostri interventi in aula. Per via dello scarso spazio a disposizione, ne riportiamo solo alcuni: • abbiamo sostenuto la necessità di un adeguamento delle tariffe IMIS per il settore alberghiero, che in base alle tariffe vigenti veniva penalizzato in modo sproporzionato rispetto alle altre realtà del circondario; • abbiamo chiesto rassicurazioni sul fatto che alcune permute di terreni fra il Comune e i privati non andassero a ledere diritti di terze parti, e fossero promosse secondo le regole e per il bene della comunità; • abbiamo chiesto che le chiusure del traffico prospettate per i lavori alle fognature tenessero in considerazione le esigenze di persone che han-

no necessità di cure mediche continue; • ci siamo dichiarati contrari alla sottoscrizione di una nuova convenzione per la gestione in forma associata dell’ufficio tecnico, che secondo noi produrrà un distacco fra residenti e servizio: visto che la convenzione è stata approvata abbiamo chiesto garanzie sul fatto che gli attuali orari di sportello vengano assicurati; · abbiamo portato all’attenzione del Consiglio alcune questioni legate alla sicurezza; • abbiamo chiesto continuità nei servizi ai residenti e nel presidio del territorio. In numerosi casi abbiamo appoggiato l’azione della maggioranza, come per la nuova Scuola dell’infanzia di Anghebeni. Alcune cose però non ci sono proprio piaciute, e l’abbiamo espresso dentro e fuori l’aula consiliare. Non ci è piaciuto l’acquisto, da parte del Comune, di un immobile in località Staineri. Non tanto perché siamo contrari alla costruzione di un parcheggio. Abbiamo rilevato che l’assenza di parcheggi sia uno dei punti deboli di molte frazioni, e non possiamo che vedere favorevolmente la costruzione di un parcheggio! A nostro avviso, però, le modalità attraverso le quali il Comune ha acquistato un immobile, per poi demolirlo e costruire un parcheggio, sono quanto

meno opinabili. La Maggioranza lamenta che il Comune di Vallarsa ha troppi immobili e spende troppo per manutentarli; lamenta di avere scarse risorse, tanto da non poter affrontare nemmeno la messa in sicurezza di alcuni immobili. Di contro, si lancia in operazioni immobiliari in una frazione in cui il progetto per fare un parcheggio, altrove, c’era già. Non ci sono piaciuti nemmeno alcuni intrecci presenti fra Amministrazione e alcuni membri di associazioni che sono anche professionisti che col Comune ci lavorano, e a cui staccano fatture di una certa entità. Non ci sono piaciuti alcuni atteggiamenti che fanno sentire i residenti vallarsesi di serie B. A tal proposito abbiamo depositato in Comune una interrogazione sui criteri di assegnazione dei lotti di legna uso commercio: vogliamo assicurarci che non ci siano favoritismi. Attraverso i Quaderni delle Lamentele, che a fine luglio verranno trasferiti al Passo e ad Anghebeni, continuiamo l’opera di aggiornamento tempestivo nei confronti dei residenti su quanto accade in Comune e raccogliamo istanze e proposte da portare in Consiglio. Nel rinnovare il proprio impegno e la propria disponibilità, Aria Nuova per Vallarsa augura a tutta la popolazione i migliori auguri di buona estate!

Gruppo consiliare “Aria Nuova per Vallarsa” www.facebook.com/arianuovapervallarsa www.arianuovapervallarsa.wordpress.com tel. 349 3745858

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DAI GRUPPI CONSILIARI

Per la valle e la sua gente

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iamo quasi a metà legislatura ed è il tempo in cui si vedono maturare i primi frutti di questo mandato. Dopo un primo anno di “assestamento” servito a comprendere e prendere confidenza con le regole che cambiano, a prendere le misure del sistema della macchina amministrativa, è arrivato il momento della progettazione, della programmazione degli interventi e dello studio. Pur in un momento difficile, si è cercato e si sta cercando di fare quanto più possibile tra una burocrazia che schiaccia e tarpa le ali alle idee, un sistema di regole di bilancio sempre più rigido e stringente e una effettiva incertezza e complessiva riduzione dei trasferimenti per le opere pubbliche. In questo periodo stanno però prendendo corpo alcuni dei progetti grandi che erano in conclusione dalla legislatura precedente o sono stati avviati a inizio mandato, mentre si procede sugli altri interventi programmati dopo il 2015. Sono in corso i lavori di riqualificazione e valorizzazione delle opere della Grande Guerra che hanno visto il recupero delle trincee di Forte Matassone, con la ripulitura delle trincee italiane, la realizzazione dell’aula didattica nella grotta, del punto informativo e del deposito attrezzi. Assieme a Forte Parmesan che è in fase di pulitura e monte Corno Battisti il cui cantiere inizierà a settembre e sarà senz’altro il più complesso e spettacolare

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con la riapertura della galleria sommitale per arrivare in vetta alla “vedetta della Vallarsa”. Opere che sono state possibili grazie agli speciali finanziamenti sulla Grande Guerra, che sono state programmate da tempo e dopo numerose peripezie stanno per concludersi. Anche in tema di fognature si stanno concludendo i lavori del II stralcio dell’opera di Valmorbia-Zocchio. Con i collegamenti del paese e il rifacimento della rete acquedottistica interna si concluderà un altro pezzo di rete delle acque con vantaggi in termini ambientali e di risparmio di acqua. Inoltre sarà ripristinato l’arredo urbano così come si sta facendo a Piazza. In fase di progettazione e di reperimento di risorse le fognature di Camposilvano mentre si stanno predisponendo degli studi per Pezzati e Bastianello. Altra opera importante che sarà appaltata nei prossimi mesi è la sistemazione della caserma dei vigili del fuoco volontari, con il piccolo ampliamento e il nuovo vano scale che permetterà di avere una struttura più confortevole per le esigenze dei pompieri di Vallarsa. E poi l’asilo, con la progettazione della nuova struttura di Anghebeni che sta andando avanti puntando ai lavori nel 2018 per rispettare le scadenze imposte dalla Provincia. Un progetto questo al quale teniamo particolarmente in quanto garantirà ai più piccoli una struttura conforte-

vole e adatta alle esigenze di oggi. Opere importanti queste che si vanno ad aggiungere alle tante piccole e grandi che interessano le numerose frazioni della valle: tratti di guardrail, asfaltature, parcheggi, isole ecologiche, arredi urbani, parchi giochi, illuminazione e tanto altro. Naturalmente le esigenze sono numerose e non sempre semplici da soddisfare, ma con il tempo e l’impegno si cerca di portarle avanti progressivamente. Un lavoro che si scontra con tempi ed incombenze del sistema pubblico che sono sempre più lunghe e tortuose. Ma la passione per la nostra valle ci spinge ad andare avanti e non smettere di programmare e mettere in campo idee e progetti.


DALLA BIBLIOTECA

Formazione, escursioni, aperitivi letterari e mostre L’attività della biblioteca

È

ricca la proposta per grandi e piccini della biblioteca comunale di Vallarsa. Le numerose attività sono state molo partecipate, segno che il lavoro della bibliotecaria che segue gli indirizzi del consiglio di biblioteca, ha saputo rispondere alle aspettative della comunità. Ogni iniziativa programmata persegue obiettivi che rispondono alle indicazioni contenute nel regolamento e nella carta dei servizi della biblioteca e che mirano ad avvicinare la popolazione alla lettura, coinvolgere le associazioni della valle, collaborare con la scuola primaria e le scuole dell’infanzia e favorire momenti di aggregazione. Di seguito alcune attività realizzate in questi mesi; - Per il secondo anno la bi-

blioteca ha aderito al Sipario d’oro, iniziativa teatrale proposta dalla compagnia di Lizzana e Comunità della Vallagarina. Sono stati proposti 4 spettacoli di genere diverso, tutti graditi dal pubblico.

- Sono state svolte attività di formazione per adulti con due corsi uno di cucina naturale curato da Gianni Aste e uno sull’orto biologico a cura de dott. Raul Bergamini. - Sono state realizzate attività didattiche con la scuola primaria e scuole dell’infanzia anche con la collaborazione delle associazioni della valle: Pasubio100anni, movimento pensionati, gruppo costumi storici. - Si è proseguito il lavro di promozione del lettura con gli aperitivi letterari - Si sono realizzate passeggiate alla scoperta delle bellezze storiche e ambientali della Vallarsa - Sono state ospitate mostre: Nati per leggere e Il Grande Bosco.

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DALLA BIBLIOTECA

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DALLA BIBLIOTECA

L’ombra di Baloo Paolo Scottini

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erata interessante e ben assortita quella di giovedì 3 agosto, presso la sede della SAT di Vallarsa, in località Bersaglio. Protagonista è stato lo stimato e quanto mai popolare Bepi Pinter di Ala, il quale, oltre a presentare la sua opera L’ombra di Baloo, il libro da lui scritto in ricordo del suo fido golden retriever, ha intrattenuto un’appassionata platea parlando di soccorso alpino, cani da ricerca e come attivarsi in caso di calamità. Una discussione che non ha avuto il solo scopo di promuovere un progetto editoriale (tra l’altro il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto alle popolazioni del Centro Italia duramente colpite dal terremoto) ma , soprattutto, di rendere testimonianza diretta della sua esperienza, ossia la profonda amicizia tra un uomo e un cane, due esseri viventi che la natura ha fatto incontrare per svolgere una delle missioni più nobili che esistano: aiutare gli altri nel momento del bisogno. Come si è potuto ascoltare dalla viva voce dell’autore, l’idea di scrivere un libro è nata il giorno in cui di Baloo, dopo oltre dieci anni di onorato servizio, si è visto costretto a rinunciare, per via dell’età, alla quella che poi si sarebbe dimostrata la sua ultima ricerca in montagna. E’ una storia scritta con il cuore, una storia dalla quale emerge, con passione e semplicità, quanto sia immensa la dedizione di tantissimi uomini e donne soccorritori che insieme ai loro amici a quattro zampe si met-

tono a disposizione del prossimo, con spirito di solidarietà e fraternità, infondendo una grandissima speranza. Eccola lì la testimonianza di Bepi Pinter e, tramite la sua penna, anche l’insegnamento di Baloo. Per onor di cronaca diamo alcuni numeri. 70= età anagrafica di Giuseppe Pinter. 50= anni di tesseramento alla SAT, di cui ben 15 come presidente della sezione di Ala. 43= anni come membro attivo del Soccorso Alpino Tridentino. 10= anni di unità cinofila assieme al suo Baloo, un golden retriever addestrato al soccorso valanghe. 2= anni come responsabile trentino Gruppo Tecnico Unità Cinofile.

Se ciò non bastasse, l’impareggiabile passione per la montagna ha reso Bepi Pinter un esperto conoscitore della fauna alpina, con preferenze per i grandi carnivori come l’orso e il lupo, specie animali che sembra abbiano cominciato a ripopolare le nostre aree montane. Un grazie a tutti gli organizzatori e un ringraziamento particolare è doveroso porgerlo al presidente della SAT di Vallarsa Marco Angheben, che con la sua gentilezza e disponibilità ha reso possibile tale evento. Chi fosse interessato all’acquisto del libro (10,00 euro, come accennato totalmente devoluti in opera di solidarietà) si può rivolgere direttamente alla SAT di Vallarsa.

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DALLA FORESTALE

Strade, pozze e lotti: ecco i lavori forestali

Giorgio Broz custode forestale

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ome deciso in sede di Sessione Forestale, sono molti i lavori forestali che anche quest’ anno verranno eseguiti sul territorio Comunale dalla squadra di operai del Distretto di Rovereto. Alcuni di questi lavori sono già terminati, altri iniziati, altri in fase di ultimazione. Altri ancora programmati per il futuro. A carico della PAT, si i è concluso il primo stralcio della sistemazione della strada boschiva che parte da Anghebeni e porta al vascone dell’acquedotto di Zocchio. Oltre due km di lunghezza per dotare il nostro territorio di una strada tagliafuoco e difendere così dagli incendi un versante di montagna particolarmente esposto a questo pericolo. Altro lavoro lodevole è stata la sistemazione della pozza d’ alpeggio di malga Prà di Mezzo. Da anni abbandonata e inservibile, è stata sistemata e ampliata. Recintata e dotata di “campanile” e abbeveratoio in larice. Un lavoro da specialisti, utilissimo e anche bello da vedere. Invito chi transita lungo la strada di Sette Fontane a fare una piccola deviazione per ammirare questa importante struttura a dote della malga. Sarebbe interessante anche una accurata sistemazione dei pascoli sempre più invasi da piante infestanti. Questo lavoro segue il rifacimento della pozza d’ alpeggio di Bovetal. I soldi per questi lavori provengono dalla vendita dei lotti di legna. Le cosiddette “migliorie boschive” che

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l’Amministrazione assegna al Distretto di Rovereto che poi esegue i lavori. In questo caso, di sicuro l’Amministrazione ha dovuto metterci del suo. Auspico rimanga ancora questa disponibilità e spero rimanga pure e si rafforzi anche la collaborazione tra Amministrazione e UDF. Abbiamo un territorio variegato e vastissimo e molte idee per migliorarlo e con una più solida coopera-

zione… c’è solo che da guadagnarci. A totale carico del PAT sono invece altri lavori. Lungo la strada di Sette Fontane la squadra degli operai forestali ha utilizzato un tratto di bosco di 7 ettari e tagliato la legna che il Comune distribuisce a prezzo agevolato agli anziani. Risulterà anche la legna per dare un contributo alle associazioni che operano in Valle e ai censiti che hanno


DALLA FORESTALE

scelto questa località per il loro uso civico. Questi 7 ettari sono gli ultimi dei circa 60 che negli ultimi dieci ani sono stati utilizzati come “progetto Ruteni”. A totale carico della PAT, e a suo tempo autorizzato dal Comune, questo intervento non per far “danni”, come ho sentito dire ultimamente, ma per coltivare e valorizzare questo bosco di notevole pregio. Altro intervento lo sfollo di un tratto di bosco frutto dei rimboschimenti degli anni 80 nei pressi di malga Fratte. Un risultato eccellente che non è costato nulla al Comune. Questo legname inoltre opportunamente trattato, sarà utilizzato per il riscaldamento di alcuni stabili comunali. Come già scritto, la manutenzione delle strade forestali è uno dei primi interventi per la salvaguardia del territorio. Per questo semplice lavoro e nel periodo autunnale potrebbero essere impiegate anche le squadre di Azione 19 della Comunità di Valle. In questi giorni una squadra di operai forestali, sta sistemando la strada di Monte di Mezzo. Saranno sostituite e integrate oltre 50 canalette in legno che dopo 20 anni di onorevole servizio mostrano il loro limite. Anche la strada tagliafuoco sopra frazione Piano avrà la sua manutenzione con la pulizia del fondo e le rampe stradali. Altri lavori forestali sono in programma e a breve anche lungo l’asta del Leno a valle di Molina, dove verrà ricostruita una briglia ora distrutta. Poi in corrispondenza dei ponti sulla SS 46, necessitano di manutenzione i selciatoni di fondo della Val di Foxi, di Val di Piazza e di Val Prigioni. Già visti dai dirigenti di Assm di Trento: speriamo non se ne dimentichino.

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DALLE SCUOLE

Progetto di educazione stradale

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el mese di maggio i bambini “grandi” delle Scuole dell’Infanzia di Sant’Anna e Raossi hanno partecipato al Progetto di Educazione Stradale tenuto dall’Agente Scelto di Polizia Locale Antonia. I bambini hanno così potuto vedere da vicino la divisa della Polizia Locale, imparare – divertendosi – i segnali stradali e le regole che devono essere rispettate dai pedoni, dai ciclisti e dalle macchine.

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Il Progetto era composto da tre incontri: due di tipo teorico ed il terzo di tipo pratico, dove i bambini hanno potuto testare quello che avevano imparato. Infatti nel parcheggio adiacente alla scuola di Sant’Anna, la vigilessa Antonia aveva creato un percorso che i bambini hanno fatto come pedoni, come ciclisti e, sorpresa, “hanno provato a fare anche gli agenti di polizia locale” con tanto di fischietto. È stata un’esperienza veramen-

te emozionante, arricchente e divertente. Ecco alcune frasi dette dai protagonisti: • La vigilessa Antonia ci ha fatto costruire dei mini semafori e dei segnali stradali. • È stato bello costruire le strisce pedonali a scuola. • Mi è piaciuto molto fare il percorso con la bicicletta.


DALLE SCUOLE

TEORIA E PRATICA PER IMPARARE IL CODICE DELLA STRADA Quest’anno la Polizia Locale ha fatto ingresso nella Scuola dell’Infanzia di Vallarsa. Su richiesta delle maestre ho tenuto, con gioia e tanto entusiasmo, un corso di Educazione Stradale al gruppo grandi. Premesso che l’educazione stradale si completa e si arricchisce mediante le attività che si collocano nel campo di esperienza (messaggi, forme, media) ai bambini sono state proposte due giornate teoriche e una pratica. Durante la prima giornata, abbiamo imparato le forme e i colori dei segnali, e un dialogo molto aperto ci ha portato a riflettere su quali segnali quotidianamente vediamo. Infine, mettendo in moto la creatività, abbiamo ricavato delle collane originali per le bimbe e dei veri e propri segnali stradali per i maschietti. La seconda giornata i bambini hanno analizzato il confronto tra luci semaforiche e segnali manuali del Vigile …tutto messo in pratica con un attraversamento pedonale realizzato in aula. Infine è stato costruito un semaforo con materiale da riciclo. La giornata conclusiva, la più “elettrizzante” per i bambini, li ha visti protagonisti in più fasi: sono stati pedoni, ciclisti e Vigili su di un percorso realizzato appositamente. Alla fine hanno tutti conseguito una Patente Pedone/Ciclista. Personalmente quest’esperienza mi ha dato tanto sia a livello professionale che emozionale. In alcuni momenti il mio ruolo istituzionale si è mescolato al mio ruolo privato di mamma poiché ci siamo imbattuti in dentini che cadono e racconti di vario genere. I bambini ritengo siano paragonabili ad un libro ancora non scritto, la differenza di contenuto in futuro sarà data da quello che noi adulti oggi intendiamo scriverci. Antonia

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DALLE SCUOLE

Racconti e resoconti dalla scuola elementare NOME PER UN BRUCO C’era una volta un gruppo di bruchi che vivevano sotto un salice. Avevano tutti uno stesso nome: si chiamavano “Foglia” e questo alle volte creava confusione. Un giorno Foglia voleva chiamare alcuni suoi compagni, così urlò :- Foglie amici miei!- L’intero gruppo si girò chiedendo :-Cosa vuoi?-No, no, scusate volevo chiamare loro - indicando un gruppo più in là. Era sempre la solita storia… Un giorno d’estate Foglia partì per andare al mare: il viaggio era lungo e Foglia si stancò. Per fortuna incontrò la farfalla Piera che gli disse:- Ehi! sei stanco? Se vuoi ti do un passaggio io, dimmi dove sei diretto!- Lui rispose:-Io dovrei andare al mare!- Qualche minuto dopo era già salito sulla farfalla che volendo conoscerlo meglio domandò al bruco:- Chi sono i tuoi migliori amici?- Foglia rispose:-Mi presento io sono Foglia e i miei amici si chiamano Foglia, Foglia e Foglia.La farfalla sbalordita domandò:- Non ti piacerebbe avere un nome tutto tuo?- Oh sì tanto, ma noi ci siamo sempre chiamati così!- Nel frattempo giunsero al mare dove stanchi, si addormentarono sopra ad un grande fiore giallo. La mattina si svegliarono e la farfalla Piera urlò:- Buon giorno Verdolino!- Il bruco capì che si stava rivolgendo a lui, così si girò emozionato e salutò Piera, poi corse a casa dal gruppo di bruchi per annunciare il suo nuovo nome! Da quel giorno ogni bruco sceglie un nome diverso da tutti gli altri, così nessuno fa più confusione. Ludovica e Anna MINÙ E BENJY Minù è il mio gatto, è grigio e bianco sul mento e sotto la pancia ha due disegnini bianchi: sopra un cuore sotto un fulmine, ha sei mesi. I gatti, in genere, vedono gli spiriti, Minù dovrebbe vedere il suo fratellone Benjy che è morto per una malattia del sangue, però io sono convinta che è sempre con noi... aveva sei-sette anni, aveva il pelo bianco e nero e l’avevamo preso al gattile: la mamma si era accucciata e lui è entrato nel trasportino come se lo conoscesse già. Una volta stavo rifacendo il mio letto e credo che il Benjy volesse aiutarmi tenendo su una mucca di peluches piuttosto grande, infatti, finito il mio lavoro, la mucca è caduta. Di sicuro è stato lui. Un’altra volta Benjy è entrato in Minù. Io ne sono sicura perchè si strofinava come lui e ci saliva in braccio come lui. Minù ama giocare come Benjy, ma molto di più. Insomma, per me è come se fosse vivo anche lui! Isabel LA GRANDE CASA La famiglia di Pietro stava trascorrendo le vacanze estive in campagna. Una mattina, mentre i genitori dormivano ancora, il bambino decise di andare a esplorare una grande casa che aveva visto da lontano qualche giorno prima, così prese la bicicletta e pedalò attraverso i campi. L’aria era frizzantina e le foglie delle piante brillavano ricoperte di rugiada. La campagna era silenziosa ma qua e là si sentiva qualche fruscio di un topo campagnolo. Pietro mentre pedalava pensava a come sarebbe stata quella casa e a quale avventura lo stava aspettando. Anche se il sole non era ancora caldo, era stanco e a un certo punto pensò che forse era meglio tornare indietro. La strada che percorreva era sterrata con qualche buca e dei sassi che rendevano il percorso più difficoltoso, ma era un peccato rinunciare dopo tutta quella fatica e così Pietro si asciugò il sudore e continuò. All’improvviso, dopo una curva, apparve la casa. Era una costruzione grande fatta di sassi con un bel tetto rosso e dall’aria molto antica. Sulle finestre spuntava qualche fiore e

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DALLE SCUOLE

tutto intorno c’erano piante da frutto e un orto bello e curato. Il grande portone era aperto e intorno non si vedeva nessuno. Il bambino entrò e... con suo stupore vide una casa pulita e ordinata, sentiva un profumo di marmellata e il canto di una signora provenire dalla grande cucina. Pietro si fece sentire chiedendo permesso; una simpatica vecchina lo fece avvicinare e senza complimenti gli mise un mestolo in mano e lo fece mescolare nell’enorme pentolone pieno di marmellata profumata. In poco tempo i due fecero amicizia, era bello ascoltare le storie di quella vecchina, aiutarla e assaggiare quella meravigliosa marmellata. Al suo rientro Pietro raccontò ai suoi genitori quello che aveva trovato nella grande casa che divenne per tutta l’estate il suo speciale parcogiochi. Anna

LA CASA DELLA NONNA Mi reco spesso a Milano dove abita mia nonna. Io vado in macchina perché la strada è lunga. Per arrivarci devo percorrere l’ autostrada che attraversa la Pianura Padana, ci sono dei campi e dei prati immensi e alle volte c’è una puzza terribile perché ci sono allevamenti di maiali. Una volta arrivati in città devo passare sotto tre ponti e dopo un po’ arrivo dalla nonna. La sua casa è rossa con le tapparelle verdi, sullo sfondo c’è un bel cielo azzurro, a destra c’è la chiesa, mentre a sinistra c’è un negozio dove vendono biancheria per la casa e pigiami. Davanti ci sono le fermate dei tram, ma lì vedo sempre poca gente, però si sentono rumori molto chiassosi: motori di automobili ferme ai semafori e spesso sirene di ambulanze. Nonostante Milano sia una città molto rumorosa a me piace lo stesso. Ginevra

IL MIO CANARINO DAFNE ll mio canarino si chiama Dafne . Ha delle piume delicate e rosse con sfumature rosa chiaro come la neve e un beccuccio piccolo e carino; ha anche degli occhietti microscopici color castano scuro come il carbone. Ha piccole zampe arancioni quasi gialle, una coda (anch’essa piccolina) bianco - rosata e delle alucce piccole piccole. Dafne ha un‘ espressione felice come se dicesse “La vita è fantastica!”, e ha un carattere simpatico e gentile. Spesso emette degli squilli dolci e vivaci come l’arpa celtica e mangia velocemente beccando qua e là il mangime. Si muove rapidamente nell’ampia gabbietta che è accessoriata da da tre nidi in paglia quasi bianca e uno specchietto verdastro. Quando mi avvicino, mi becca dolcemente il ditino come se volesse darmi un bacino e lo fa pure con la mia sorellona. Con Giorgina (l‘altra canarina) litiga un pochino perchè vuole fare le uova con l’unico maschio: Giorgio (il terzo canarino). Se ci fossero altri maschi litigherebbe con loro. Lei è così ma le voglio bene comunque, dopo tutto è la mia dolce canarina. Karen

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DALLE SCUOLE

IL GIOCO DEI PIRATI Un sabato sera è venuto a trovarmi il mio amico che si chiama Michael. Ha i capelli marroni corti e gli piace giocare a calcio. Appena arrivato siamo andati in camera mia e abbiamo giocato ai pirati. Il mio letto era la nave e c’erano i cannoni e il mio cuscino era il timone. Noi eravamo due pirati e andavamo in giro per la casa, dovevamo trovare un tesoro che era sotterrato in un’ isola deserta. Dopo Michael è dovuto andare a casa, anche se io avrei voluto giocare ancora un po’. Spero che venga ancora da me a fare questo bellissimo gioco. Daniele LA GITA AL LAGO DI LEDRO Una domenica di aprile, la mattina, sono andata in Val di Ledro con la mia famiglia. Verso mezzogiorno ci siamo fermati in una risotteria: c’erano risotti di tutti i tipi: ai funghi, alla milanese e tanti alti, io però ho mangiato la pasta all’amatriciana, poi ci hanno portato anche il dolce. Quando siamo usciti, siamo andati a mangiare un gelato, mia cugina ha preso i gusti limone e cioccolato, mia sorella lampone e la mia amica tati e cioccolato, poi siamo andati al parco giochi e abbiamo giocato al castello. Dopo abbiamo visto le palafitte che sono delle capanne dentro al lago: sono grandi e resistenti, hanno il tetto di paglia e all’interno sono piene di pellicce. Più tardi siamo andati a Besenello perché c’era un torneo di tamburello, ma non abbiamo fatto in tempo a vederlo perché c’era tanto traffico, allora abbiamo mangiato i panini e poi siamo andati al parco. Dopo i nostri genitori ci hanno chiamate e siamo andati tutti a casa. Siria UNA RAGAZZA BELLA … ED ELEGANTE Per farvi un idea di Rosemary dovete pensare ad una ragazza dalla faccia fissa e regolare, con un naso sottile, la bocca stretta, sempre ferma. La sua sagoma tendeva ad essere magra e assottigliata. Sopra ai suoi morbidi capelli castani era posato un cerchiello color azzurro cielo e portava un vestito, nuovo all’apparenza, con motivi floreali. Rose stava seduta su una panchina sulle rive del fiume, avvolta nei suoi pensieri. Portava delle scarpette, anch’esse a fiori, sopra ad una calzamaglia molto leggera, bianca Erica Chiasera, classe 5

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IL PRESEPE DELLA SCUOLA Nel mese di dicembre, noi alunni di classe quinta con l’aiuto dei bambini delle altre classi, abbiamo realizzato un presepe per il progetto CARITAS. Il titolo del tema proposto era “LAUDATO SII”. Perciò abbiamo dovuto pensare come inserire l’argomento della “Creazione” nel presepe. Insieme abbiamo deciso di allestire il presepe in una struttura di legno triangolare che rappresenta l’abete della nostra valle. In basso abbiamo realizzato l’ambiente marino con tutte le sue creature. Nella parte superiore abbiamo ricostruito l’ambiente montano della Vallarsa con le Piccole Dolomiti come sfondo e tanti animali e fiori colorati. Al centro, in primo piano, abbiamo messo la Sacra Famiglia: Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù. In alto, il cielo era diviso in notte e giorno con il sole la luna e le stelle. Questo lavoro ci ha dato l’opportunità di riflettere sull’importanza e sul valore della Creazione e del Natale. Il presepe è stato esposto nella sala Baldessari di Rovereto, durante il periodo natalizio. Gli alunni della classe 5

IL GIOVANE PESCATORE Il giovane era robusto, forte e aveva delle lentiggini sparse su quasi tutta la faccia. Aveva guance paffute e un po’ di barba di colore arancione. Le mani erano grandi e anch’ esse molto paffute; il ragazzo era molto forte, con la sua rete catturava molti pesci. Aveva una cicatrice lunga e profonda vicino all’occhio sinistro. Non era molto recente, era stata causata da un pesce molto feroce e grande. Era sempre allegro e gli occhi erano splendidi: erano color smeraldo! Marco Gasperini, classe 5


DALLE SCUOLE

UN CAVALLO SELVAGGIO Un pomeriggio d’agosto sono andata in una prateria, ho incominciato a guardarmi introno. La prateria aveva delle piccole collinette di un tenero verde mela. In mezzo al prato c’erano delle pietre che ammiravo da un po’ di tempo. Erano di un bel marrone nocciola e caffelatte. Il cielo era di un colore azzurro turchino, mi sembrava un mare. Dentro ci volavano bellissime e soffici nuvole. Il sole era ormai tramontato ma lasciava quel misto di colori tra un rosso fuoco, un giallo oro e un viola scuro. Ad un certo punto ho visto un lago trasparente, fresco e pulito, dal quale beveva un magnifico cavallo. Gli diedi un nome: Sofia. Aveva una meravigliosa criniera, tutta mossa dal vento così come la coda. Erano di color biondo e bruno. L’ animale aveva un muso e un collo lunghi. Il suo sguardo era serio, ma anche dolce, abbellito da due lucidi occhi verdi smeraldo. Era magro, ma allo stesso tempo anche muscoloso. Le zampe erano veloci, lunghe e forti dotate di zoccoli neri, lucidi e stupendi. Aveva delle orecchie larghe e lunghe. Era bellissimo! Mi guardava immobile ed io ero stupefatta. Ad un certo punto nitrì, si alzò sulle zampe posteriore e se ne andò al galoppo facendo svolazzare la sua criniera.

LA STRAGA D’ASTE Tanto tempo fa c’era una strega che viveva in un pino verdastro in un bosco della Vallarsa. Un giorno un falegname di nome Aste stava tornando dal lavoro. Lungo la strada trovò una vecchia signora che portava un grosso zaino sulle spalle. (Questa donna in realtà è la vecchia strega). La donnaccia portava un foulard azzurro turchino e una gonna color verde oliva. Aveva la faccia piena di rughe un naso lungo una spanna, la schiena ingobbiata, le scarpe tutte rotte con i piedi che le uscivano di fuori. L’uomo salutò la signora e le domandò se avesse bisogno di una mano a trasportare quel grosso zaino. La signora rispose di si. Così l’uomo si mise in spalla lo zaino e s’incamminò. Arrivati al pino della strega, la signora fece salire l’uomo nella sua umile dimora. Gli offrì un bicchiere d’acqua. Ma quella non era semplice acqua era una potente pozione che trasformò l’uomo in una rana. La mise in un pentolone pieno di pomodoro e lo cucinò. E da quel giorno quel paese venne chiamato Aste in memoria del povero falegname Daniele Zendri, classe 5

Rosa Zulian, classe 5

LA SIGNORA MARISA La signora Marisa abitava in una casa non tanto grande ma elegante. Marisa era una nobildonna giovane, che aveva circa 35 anni. Era sempre sorridente e sprizzava gioia dai suoi occhi azzurro mare. Aveva la pelle rosa pallido e proprio per questo si notavano ancora di più i capelli color cioccolato raccolti in morbide ciocche sulla nuca. Portava un profumo delicato di rose rosse, sull’indice si notava un anello color rosso corallo. Sulla sua testa si poteva osservare un cappello color geranio, impreziosito da leggere piume di struzzo. Indossava orecchini pendenti con perle verde smeraldo. Marisa aveva una voce cristallina e melodiosa. Quando cucinava creava delle pietanze deliziose e prelibate. Quella sera Marisa era pronta per un ballo nel palazzo del re. Aveva un vestito scollato, bianco come la neve che brilla, poi scendeva in un velo, con rose di cristallo lungo la gonna. Sulle spalle portava uno scialle grigio perla. La giovane era una persona gentile ed educata. Tutti in città la conoscevano e l’ammiravano per la sua bontà e bellezza. La carrozza era pronta. Marisa indossò il mantello di seta e uscì di casa. Anita Zeni, classe 5

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DALLE SCUOLE

STORIA DI UN CUCCIOLO Oggi è una bellissima giornata, perché il sole illumina il cielo. Questa mattina mi sono svegliata e ho fatto colazione. Sono uscita di casa per giocare con il mio amico. Decidiamo di andare nel bosco per raccogliere i funghi. Mentre raccogliamo i funghi incontriamo un cucciolo di volpe. Ci accorgiamo che il cucciolo si è graffiato una gamba. Lo portiamo a casa e decidiamo di portarlo dal veterinario. Arrivati lo portiamo in laboratorio per curarlo. Passata un’ora portiamo il volpino a casa. Chiediamo alle nostre mamme se possiamo tenerlo. Loro ci dicono di sì. Passati dei giorni, vediamo che il cucciolo di volpe sta molto bene qui con noi. Le nostre mamme sono fiere di noi perché lo portiamo a fare i bisogni, gli diamo da mangiare, lo spazzoliamo, giochiamo con lui. Anche noi siamo fieri del cucciolo. Non lasceremo mai questo cucciolo

DAL MIO AMICO VALENTINO Un venerdì dopo la scuola sono andato a casa di Valentino. Appena arrivato mi ha fatto vedere la sua casetta e poi abbiamo mangiato patate cotolette e piselli. Dopo pranzo abbiamo guardato un po’ di televisione e poi siamo usciti a giocare a palla. Quando è arrivato il papà di Valentino abbiamo fatto dei passaggi: lui non doveva prendere la palla ma noi eravamo più forti. Abbiamo vinto tre volte. Poi è arrivata la mia mamma, a me sarebbe piaciuto rimanere ancora ma Valentino doveva andare a Rovereto a fare una partita di calcio, allora sono andato anch’io con la mia famiglia perché il papà doveva aggiustare la macchina che lava le verdure. Nei prossimi giorni Valentino verrà a casa mia a giocare.

Marika

Noè

LA MIA AMICA CARLOTTA Ciao io mi chiamo Melina e sono in classe seconda. Ho un’amica che abita a Noriglio e qualche volta viene a trovare sua nonna che abita a Parrocchia. Con lei c’è anche il suo fratellino che e biricchino. La mia carissima amica è dolce e fa degli spettacoli comici che fanno ridere, qualche volta anche troppo. Una volta siamo andate al parco, era sera e abbiamo giocato al gioco dei morti: siamo salite sull’ altalena e facevamo finta che i morti ci volevano prendere, poi siamo andate a casa e abbiamo giocato con le carte da Uno e abbiamo visto la tv. Dopo un bel po’ di tempo è arrivato il mio papà perchè era tardi e sono andata via con lui. Mi piace quando lei viene a Parrocchia perchè ho un’ amica con cui giocare. Melina

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DALLA CASA DI RIPOSO

Il volontariato in Casa di riposo: un bene prezioso da valorizzare Il Servizio di animazione

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l termine volontariato è costellato da molti concetti che aiutano a comprenderne appieno il significato. Parole quali, “dono”, “impegno”, “ricerca di senso” si riferiscono ad un “mondo” nel quale il tempo dedicato al prossimo è vissuto secondo un valore etico. La gratuità e il “dono” fondano l’agire del volontario, il quale dona il suo tempo, le sue competenze, le sue attitudini umane e relazionali, senza alcuna aspettativa di retribuzione o di avvantaggiamento. Chi si fa prossimo alla sofferenza, al bisogno e all’emarginazione, fa propri i valori solidaristici e di rispetto della persona. L’A.P.S.P. Don G. Cumer riconosce e valorizza l’importanza del volontariato quale elemento prezioso ai fini di cura e sostegno ai numerosi progetti e laboratori rivolti ai residenti. L’esperienza del volontariato si declina, all’interno della struttura, in vari ambiti organizzativi, all’interno dei quali il volontario collabora con l’organizzazione nelle attività di assistenza e cura. Gli obiettivi sono la qualità di vita dei residenti e l’abbattimento di “barriere” e pregiudizi nei confronti degli anziani non autosufficienti. In questo senso il volontariato è una risorsa ma anche un’occasione per chi lo pratica, di mettersi in gioco, di sperimentarsi in situazioni nuove per scoprire nuovi interessi ed abilità. L’organizzazione della Casa di riposo fa sì che il volontario sia accompagnato gradualmente in un percorso di formazione

nei diversi contesti di cura a seconda delle proprie inclinazioni personali ed in base ai propri interessi. Dal 2015 il Servizio di volontariato opera stabilmente in tre aree: cura ed assistenza, animazione e supporto organizzativo. Per quanto riguarda la cura e l’assistenza il volontario collabora con gli operatori durante la somministrazione di cibi e bevande, garantisce ai residenti confort e accompagnamento durante il servizio svolto dalla parrucchiera, opera a sostegno emotivo e psicologico degli anziani ed è di loro aiuto nelle piccole necessità quotidiane. Nell’area animativa supporta i vari laboratori e attività a programma. Egli stesso è protagonista di alcune iniziative; sono i casi del laboratorio di lettura, ove un volontario intrattiene un gruppo di anziani con narrazioni o racconti a tema e del laboratorio “delle coccole” durante il quale un volontario dedica cure estetiche alle persone anziane. Il coinvolgimento del

volontario nella I VECCHI realizzazione dei progetti educativi I Vecchi è fonte di grande Andate a trovare i vecchi a mani vuote gratificazione per libere di accarezzarli. entrambe le parti Portate loro in gioco. briciole d’amore Nell’ambito del un frutto maturo supporto all’orgaraccolto sotto la pianta nizzazione, un voed un fazzoletto piccolo lontario si è reso perché hanno il pianto disponibile al ritiro senza lacrime di farmaci e presiappena restano soli… di, nonché al repeFateli importanti rimento di mateper non far sì riali per conto dei che pensino d’esservi di peso. vari Servizi. Andate a trovare i vecchi Nella certezza che restate a parlare con loro il tempo dedicato lasciate che vi raccontino a favore dei nostri ancora quella fiaba. nonni e con i noVogliate bene ai vecchi stri nonni sia un fateli morire d’amore. valore aggiunto Anna Bobbio alla qualità della loro e della nostra esistenza, desideriamo salutarvi con una toccante poesia di Anna Bobbio, struggente, ma la quale esprime il Valore dell’”incontro” con il prossimo e in particolare con le persone anziane.

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ORIGINI, STORIA, ATTUALITÀ

La Cooperazione in Vallarsa ai primi del ‘900 Maurizio Panizza*

* Giornalista, pronipote di don Giovanni Battista Panizza, deputato a Vienna e Presidente della Federazione delle Cooperative dal 1898 al 1918

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A

volte si trovano cose molto interessanti sfogliando i giornali di un tempo. Nel corso delle mie ricerche, per esempio, ho rinvenuto recentemente un articolo che parla della Vallarsa su “La Voce Cattolica” del 6 dicembre 1905, quando il Trentino - Sud Tirolo era ancora provincia dell’Impero Austro-Ungarico. Nelle città dell’Impero quello era il tempo del tramonto della Belle Époque, mentre nei paesi e nelle valli, negli stessi anni si contrastava il fenomeno dell’emigrazione e avanzava un altro fenomeno, pacifico e rivoluzionario, chiamato Cooperazione. E’ appunto di questo che parla l’articolo: un sacerdote, don Domenico Nic-

colini, (uno di quei preti usciti di sacrestia) che con successo, a quanto pare, avvia in valle l’industria della fabbricazione dei merletti che finalmente

permette anche alle ragazze del posto di avere un lavoro e un guadagno (una specie di riscatto sociale) senza dover andare “a servire” altrove. Poi l’articolo del corrispondente che si firma “Vallarser” - continua sferzando la gente del posto e la Rappresentanza comunale ad altrettanto dinamismo nel cercare di incrementare i commerci, il turismo, l’industria e nel migliorare i collegamenti con Rovereto. Conclude infine con un’esortazione: “Tutti uniti facciamo sì che la nostra cara Vallarsa non resti indietro. All’opera!” In effetti, la Cooperazione è proprio questo: voler bene alla propria terra e lavorare per il bene comune.


ORIGINI, STORIA, ATTUALITÀ

Nel 1400 la Comunità di Vallarsa deve acquistare per due volte Malga Pozza

Aldina Martini Aldo Boninsegna

I Documenti antichi della Storia della Vallarsa - V L’affitto Quando i rappresentanti della comunità di Vallarsa prestarono giuramento di fedeltà e di vassallaggio alla Repubblica di Venezia (il 29 agosto 1439), tra le richieste che gli stessi rappresentanti Blaxio di Bortolomeo e Cristan di Rigo fecero a Gerardo Dandolo “provisore dell’illustrissimo e serenissimo dominio ducale di Venezia” fu l’affitto in esclusiva della Malga Pozza1. E questo venne concesso, al prezzo corrente di mercato. A quel tempo si stava diffondendo sempre più l’allevamento del bestiame, in quanto carne, burro e formaggi diventavano economicamente più vantaggiosi e commerciabili presso i centri abitati e le città2. Il primo acquisto La necessità di avere disponibilità di quel pascolo era dovuta anche al fatto che esso era esteso e che per la comunità sarebbe stato più rassicurante assicurarsi proprietà e possessione. All’illustrissimo ducale dominio di Venezia interessava molto realizzare denaro contante da investire nei commerci e quando venne avanzata la proposta da parte della Comunità della Vallarsa di acquistare la Malga Pozza in tutta la sua estensione il ducale dominio fu favorevole. Ma per le medesime ragioni economiche dei Vallarsesi la Malga Pozza interessò anche alla Comunità di Schio. Il 20 ottobre 1442 Luca Caravello podestà di Rovereto e Antonio Diedo governatore delle

Dalla copia dei documenti eseguita dal notaio Gasper Gaburno di Bione in Valsabbia, diocesi di Brescia, residente a Rovereto, per il magnifico signore Geronimo Marino patrizio veneto e pretore di Rovereto negli anni 1491, 1492, 1493. Biblioteca Civica G. Tartarotti Rovereto. Ms.72.8. (31).

entrate misero all’asta e poi vendettero a Contio del fu Tomaso e a Iacobo del fu Giovanni dalle Aste di Vallarsa, i quali avevano offerto più degli altri, il pascolo dalla Pozza con una casara. Il prezzo è di 250 ducati d’oro veneziani3 da pagarsi in 5 rate da 50 ducati a Natale di ciascun anno ad iniziare dal prossimo Natale, pena due soldi per lira (corrisponde al 10 %) e la rimessa in vendita del pascolo e della casara. Contio del fu Tomaso e Iacobo del fu Giovanni di Vallarsa il 15 febbraio 1443 fanno il primo versamento di 50 ducati d’oro allo “spettabile domino Magdalino Contareno onorando governatore delle entrate”. La seconda asta Dopo la vendita del pascolo e della casara, sorse una grossa diatriba tra i Vallarsesi e Icobo

CENTRO STUDI MUSEO ETNOGRAFICO VALLARSA

della Valle e il suo socio Bartholomeo Panaro da Schio perché i due scledensi volevano che il pascolo della Pozza e la casara fossero messi nuovamente all’asta. Il podestà di Rovereto Luca Caravello, “per il buongoverno del ducale dominio, su consiglio dell’egregio signore Angelo da Perugia dottore in legge”, nel processo che ne seguì sentenziò che il pascolo e la casara, già venduti alla comunità di Vallarsa, si dovevano rimettere all’asta, alla quale avrebbero dovuto partecipare soltanto gli uomini della Vallarsa e Nicolò di Zerva con Iacobo della Valle. Ma all’asta del 10 ottobre i Vallarsesi non si presentarono. Il secondo acquisto Per ordine di Venezia la terza asta fu fissata per domenica 10 novembre 1443 e la base d’asta fu stabilita di 400 ducati, alle condizioni ed ai patti dell’asta precedente. Chi sollevò più velocemente il bastone fu Iechele del fu Bertoldo da Vallarsa il quale si aggiudicò il pascolo “a Putea” e la casara a nome della comunità di Vallarsa, in conformità a quanto era stato stabilito da Agnolo da Perugia il quale confermò con la sua sentenza. Il giorno seguente, il notaio David del fu ser Guglielmo de Doyono da Belluno stese il documento di vendita. 1 Martini A. Boninsegna A. Vallarsa Notizie 57 2016 (1) pag. 36. 2 Cortonesi A. Il Medioevo. Profilo di un Millennio. Carrocci Ed., Roma, 2012. 3 Un ducato d’oro equivale a 2 lire e 8 soldi, una lira a 20 soldi, un soldo a 20 denari.

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DALLE ASSOCIAZIONI

Tanto entusiasmo superato il mezzo secolo Coro Pasubio

Daniel Cobbe

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i è concluso il 2016 che ha visto la nostra associazione festeggiare i 50 anni di fondazione. Le pubblicazioni di dvd, cd e la storica collaborazione con Simone Cristicchi alla Campana dei Caduti, rimangono segni indelebili di questo importante avvenimento. Ringraziamo, ancora una volta, quanti sono stati vicini alla nostra realtà in questi lunghi decenni, in particolar modo maestri, presidenti, coristi e famigliari. Siamo ripartiti così, con ancora maggiore entusiasmo, per scrivere nuove pagine di storia in ambito corale, portatori di nuove storie e narratori di melodie racchiuse nella tradizione dell’immenso repertorio di canti popolari. Siamo sicuri che l’incessante lavoro di composizione del Maestro Ivan (stiamo imparando la nuovis-

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sima “Orient Express”), saprà regalare nuove ed emozionanti avventure da vivere assieme. Molti sono gli appuntamenti di questo anno che cerchiamo sempre di onorare al meglio, orgogliosi di rappresentare la

nostra Valle in molte località del nord Italia. Sul territorio la “Rassegna Vallarsese” (sabato 1 luglio 2017) al Teatro Comunale, la “Rassegna di San Luca” nella chiesa di S. Vigilio a Parrocchia e il “Concerto di Natale” il giorno 26 dicembre che viene riproposto dopo la momentanea sospensione del 2016 per dare spazio ai festeggiamenti del 50° di fondazione. Tra le fila del sodalizio non mancano gli avvicendamenti di coristi e fortunatamente per ogni amico che ci saluta ci sono sempre nuove forze che decidono di avvicinarsi alla coralità, permettendo un ricambio generazionale fondamentale per la vita delle nostre associazioni. Vi aspettiamo numerosi agli appuntamenti per trascorre qualche ora in nostra compagnia.


DALLE ASSOCIAZIONI

25 anni insieme… Il Movimento Pensionati e Anziani

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anni, un trascorrere del tempo, che si presenta agli occhi e, al cuore, come un passare e ripassare della storia degli avvenimenti e ricorda il percorso fatto assieme a tante persone che hanno lasciato la loro impronta e messo il loro mattone alla costruzione del MOVIMENTO PENSIONATI E ANZIANI. È come raccontare la cronaca di tanti anni. Siamo partiti senza una sede logistica con l’iniziativa e l’organizzazione di voler festeggiare gli ultraottantenni e, le fotografie in bianco e nero lo ricordano a Foxi, a Camposil-

vano, a Bruni e a Riva….ma, era bello così mentre l’idea di creare un’associazione si andava concretizzando. Le carte parlano, così si dice. Ebbene risale al 23 gennaio 1992 una lettera inviata al “Caro Amico Vallarsese..” invitandolo ad un incontro che si sarebbe tenuto a sant’Anna venerdì 31 gennaio per la costituzione legale del Movimento Pensionati ed eleggere il direttivo: firmato il comitato promotore: Arlango Graziella, Arlanch Paolo e Martini Aldina. Nel mese di aprile 1992 esce il: PROGRAMMA CULTURALE

Aldina Martini

1992. La sede degli incontri è l’ex canonica di sant’Anna che subito richiede piccoli interventi per renderla sufficientemente confortevole. Si va gradualmente adattando fino ad arrivare al ripristino della cucina e si arriva alle prime conviviali spaghettate. L’interesse e il desiderio di far parte del Movimento andava in crescendo e ricordiamo il pienone che si raggiungeva per ascoltare attenti l’intervento dell’avvocato o del medico oppure dell’esperta in pratiche burocratiche. L’interesse era vero e i volti attenti e silenziosi davano credito alla

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scelta fatta per l’intervento di interesse socio-culturale. La storia continua e l’idea avanza con il desiderio di avere una sede adeguata con servizi più idonei trovando nell’ex farmacia di Anghebeni la sede adatta, alla richiesta di un ampliamento e di lavori di adeguamento, ecco un ulteriore trasloco, presso il casello di Anghebeni. Finalmente l’approdo ad una sede bella che però l’ambizione a volerla sempre più rispondente alle esigenze di ulteriori servizi ha portato a continue migliorie. No, non si è mai dato tregua ad idee nuove e innovative e non sono mai mancate le risposte da parte di un volontariato che, certamente con generosità, ma anche con ambizione, ha reso di anno in anno l’ambiente sempre più ricettivo, bello, accogliente e familiare. È questa la motivazione più bella per festeggiare, non si festeggiano tanto gli anni ma la volontà, la tenacia, il lavoro, la dedizione, l’affetto che ha con-

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sentito di procedere con l’entusiasmo dei primi incontri. Le tante attività svolte lungo il corso degli anni raccontano iniziative di lavoro, di aggiornamento culturale, creativo, socio-assistenziale, missionario, religioso. Si potrebbe continuare perché guardando indietro si potrebbe sintetizzare così: un Movimento che ha fatto dei suoi valori importanti quali la socialità, la voglia di fare e di imparare, lo scambio di aiuto, di partecipazione e condivisione, la sua arma vincente. Non è nemmeno mai mancata l’allegria, le voci dei canti e la loro sonorità a rallegrare gli animi. Le gite turistiche verso tempi Sacri e luoghi culturali capaci di dare allegria, convivialità e stupore visitando le cose belle della storia. Mettere insieme tutto è un lavoro difficile, ma è bello percorrere insieme un itinerario, una storia tutta nostra e vederci scorrere davanti tanti e tanti cari amici che ci hanno lasciato lungo il percorso della vita ma

anche loro hanno messo il loro mattone perché solo così si riesce a costruire una casa come si riesce a costruire una storia. L’archivio fotografico racconta tanto, diversi momenti di lavoro, di ascolto, di convivialità, di viaggi, di feste vissute in compagnia. Non è da dimenticare, lo si è sempre riconosciuto, il grande apporto che il Movimento ha dato alla realizzazione del Museo Etnografico di Vallarsa. Un contributo di lavoro fisico manuale, un contributo di sapere, di quel sapere esperenziale importante e da non cercare sui manuali ma sulla diretta conoscenza ed esperienza. Un lavoro urgente da fare, se si vuole ottimizzare l’archivio fotografico è quello di documentare con didascalie al fine di rendere leggibile e storico il tutto. Presentazione di Aldina Martini alla festa dei 25 anni del Movimento Pensionati e Anziani a Riva di Vallarsa il giorno 15 settembre 2016.


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Il lavoro della neonata sezione Sat Vallarsa

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on l’inizio del 2017 la SAT Vallarsa ha una nuova veste, quella dell’86esima Sezione della Società Alpinisti Tridentini, archiviando la precedente forma di Gruppo della Sezione di Rovereto. Il ringraziamento alla Sezione di Rovereto è sentito e doveroso, per tutti gli anni in cui ci hanno sostenuto e affiancato, nella reciproca partecipazione alle attività programmate e partecipando alla rispettiva vita sociale. Ma è inutile nascondere la chiara fonte di orgoglio che la creazione di qualcosa di veramente nostro ha portato, qualcosa che deve diventare patrimonio della Vallarsa stessa. E l’impressione di aver dato vita a una realtà che era attesa è confermata dalla straordinaria risposta riscontrata a livello di tesseramento: oltre 30 soci si sono aggiunti alla compagine sociale nei primi quattro mesi dell’anno, fra trasferimenti e nuovi tesseramenti, e fra questi vi sono molte persone di Vallarsa e che in Vallarsa quotidianamente operano, nel lavoro o nel volontariato. Il miglior modo per iniziare la nostra nuova avventura, forti nel rapporto con il territorio -e le persone che lo abitano- che siamo chiamati a rappresentare. E con il nuovo anno è ovviamente iniziata l’attività sociale, forte delle iniziative che di anno in anno si stanno concretizzando come tradizioni e caratterizzata da iniziative di nuovo respiro, nella ricerca di maggiore partecipazione e maggiore coinvolgimento da

parte degli associati e dei simpatizzanti. Una delle iniziative a cui più teniamo è andata in scena il 18 giugno, quando siamo saliti ai Laghi di Cornisello, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, in compagnia di Madonna di Campiglio e Livo, non a caso le Sezioni di più recente costituzione: la brillante idea della commissione escursionismo ha voluto riunire le tre Sezione di recente Costituzione in una sorta di gemellaggio, accumunate dalla voglia di dedicare tempo e risorse nella tutela e nel godimento della montagna. “Un anno per ciascuno”, ci siamo detti, e quindi iniziamo lasciando l’iniziativa alla Sezione di Madonna di Campiglio, per completare il ciclo di escursioni nei prossimi due anni portando il sodalizio sulle montagne della Val di Non e in Vallarsa, per consentirci reciprocamente di condurre questi compagni di avventura sulle proprio montagne. Le attività del 2017, iniziate con le uscite invernali accompagnate -ahinoi- da pochissima neve, sono continuate con le uscite per ragazzi e famiglie, le alpinistiche in compagnia degli istruttori della scuola Castel Corno, le escursioni “locali” su Corno e Col Santi, la serata al Rifugio Zugna in compagnia dell’Associazione Astronomica di Rovereto, la Messa Canta-

ta con il Coro Pasubio a Parrocchia e il consueto pranzo sociale a chiudere la stagione. Senza dimenticare le giornate di manutenzione sentieri: non un modo ludico di vivere la montagna, ma un’azione indispensabile per mantenerla viva ed in condizione ottimali per essere goduta da chiunque lo desideri. Una nuova veste per la nostra associazione, ma assieme a questa lo stesso impegno nel portare avanti quello che è stato costruito negli anni, prima da chi ne ha posto le basi 34 anni fa e poi da chi l’ha fatta crescere, ne ha consolidato il rapporto con il territorio e le altre associazioni. Excelsior, oggi più che mai!

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CENTRO STUDI MUSEO ETNOGRAFICO VALLARSA

Il Molino di Arlanch patrimonio storico della Vallarsa Centro studi Museo Etnografico

Giusy Daniele

Due anni di visite guidate L’inaugurazione e l’apertura avvenne domenica 21 giugno 2015 e fin dal primo mese fu subito incessante l’affluenza delle persone per visitare questo molino antico.

I numerosi visitatori erano richiamati dal desiderio di vedere in funzione il manufatto che aveva assunto significato economico e funzione sociale essenziali per la Civiltà Contadina e quindi per il suo valore storico. Molte scolaresche si sono recate con i loro docenti per vedere il molino, ed in particolare le sue componenti meccaniche dal punto di vista dinamico per ammirare l’ingegno degli uomini antichi che sfruttarono l’energia potenziale dell’acqua per far muovere le pesanti macine che trituravano il grano per ottenere la farina. L’Associazione Molini Storici Anche se il documento disponibile che riguarda il Molino

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di Arlanch è datato 30 luglio 18591, per la tipologia e le caratteristiche tecniche del sistema molitorio si può ritenere che esso risalga agli inizi del XIX, se non al XVIII secolo. Il molino di Arlanch è unico esemplare della Civiltà Contadina della Vallarsa. All’inizio del XX secolo, lungo il fiume Leno c’erano in funzione undici molini, dei quali solo alcuni rimasero attivi per qualche decennio2. Dal 2016 il Molino di Arlanch fa parte della “Associazione italiana amici dei mulini storici” (AIAMS) e partecipa alle “Giornate europee dei mulini”. Sei anni di produzione culturale del Centro Studi È stata curata da parte del Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa la pubblicazione riguardante la produzione culturale degli ultimi sei anni3. È la documentazione delle attività che il Centro continua a svolgere. Alcune, in particolare, costituiscono un contributo culturale importante per la conoscenza della Storia della Valle. Vari argomenti sono stati considerati e presentati: i religiosi in Vallarsa e in particolare è stato ricordato don Giuseppe Cumer, la cultura e il ruolo delle donne della Vallarsa, il Presepio vivente di Valmorbia, le osterie della Vallarsa e il loro ruolo, il restaurato molino di Arlanch, l’inizio della Grande Guerra in Vallarsa. Particolare enfasi si è voluto dare al ricordo dei venti anni

di attività del Museo della Civiltà Contadina (1996 – 2016) e al contributo culturale che esso rappresenta per la Valle e per tutti i visitatori.

Iniziato nel 2011, lo studio dei “Documenti antichi della Storia della Vallarsa” è una peculiare attività culturale del Centro Studi e consiste nella trascrizione del documento antico e nell’inquadramento storico del suo contenuto, in modo da ricostituire su basi documentate alcuni periodi della Storia della Comunità di Vallarsa. 1 Inventario e stima dei beni. Atto in Contrada Arlanch in Vallarsa lì 30 luglio 1859. Cortesia di Paolo Arlanch 2 Martini A. Boninsegna A. I mulini della Valle. In: Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa. Attività culturale di ricerca e didattica 1979-2010. CLEUP Ed., Padova, 2011. Pag. 15. 3 Martini A. Boninsegna A. Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa. Pubblicazioni 2011-2016. CLEUP Ed., Padova 2017. Pagg. 16.


DALLE ASSOCIAZIONI

La rassegna di teatro in valle torna in Vallarsa Spazio Elementare

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a quattro anni Associazione Elementare progetta, organizza e realizza la Rassegna di Teatro in Valle presso il Teatro Sant’Anna di Vallarsa grazie al supporto del Comune di Vallarsa, alla collaborazione della Comunità della Vallagarina, alla partecipazione dei cittadini della Valle e della città di Rovereto e al lavoro di volontariato dei soci dell’associazione che rendono la Rassegna di Teatro un momento di confronto culturale importante per il territorio. La Rassegna “Teatro in Valle” si compone di proposte teatrali dedicate ad adulti, bambini e curiosi innovativi che potranno apprezzare il risultato delle residenze creative ospitate, dove gli artisti posso sviluppare le proprie opere e presentarle al pubblico prima di arrivare alla fase conclusiva del lavoro. Per l’edizione del 2017 le novità

della Rassegna sono tante e bellissime. Quest’anno la Rassegna si svolgerà presso il Comune di Vallarsa, il Comune di Trambileno e il Comune di Terragnolo. Inoltre, alcuni spettacoli di teatro ragazzi si svolgeranno presso la Casa di Riposo di Raossi o la Scuola Elementare di Terragnolo al fine di

poter condividere la Rassegna con tutti. Come abitudine della Rassegna alla fine di ogni spettacolo sarà offerto un rinfresco o merenda per i più piccoli, che da questa edizione sarà sostenuto dalla Cantina Vivallis, diventata partners e collaboratore stretto di Elementare già in diversi progetti.

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Sperando quest’anno di vedervi numerosi a teatro, ecco a voi il programma della Rassegna Teatro in Valle 2017:

Sabato 7 Ottobre ore 20.30 Teatro Sant’Anna di Vallarsa L’IMPROVVISATORE, da dove nascono i comici / di e con Paolo Rossi Teatro per adulti Domenica 8 Ottobre ore 16.30 Teatro Sant’Anna di Vallarsa LITTLE BANG / Riserva Canini Teatro per bambini e famiglie Giovedì 12 Ottobre Scuola Elementare di Terragnolo IL LUPO / Elementare Teatro Teatro per le scuole Sabato 14 Ottobre ore 20.30 Auditorium di Trambileno, Frazione Moscheri CHE SARA’ MAI? (anteprima) / di e con Corinna Grandi Teatro per adulti

Domenica 29 Ottobre ore 16.30 Casa di Riposo di Raossi FIABE DAL MONDO / Luha - Art Survival Kit Teatro per bambini e famiglie Sabato 11 Novembre ore 20.30 Teatro Sant’Anna di Vallarsa INVISIBILI GENERAZIONI (anteprima) / Elementare Teatro Teatro per adulti

Domenica 15 Ottobre ore 16.30 Auditorium di Trambileno, Frazione Moscheri FAGIOLI / Finisterrae Teatri Teatro per bambini e famiglie

Domenica 12 Novembre ore 16.30 Auditorium di Trambileno, Frazione Moscheri MOMO, UN EROE BAMBINA / Bottega Buffa CircoVacanti Teatro per bambini e famiglie

Martedì 17 Ottobre Teatro Sant’Anna di Vallarsa CAPITANI CORAGGIOSI / Bam Bam Teatro Teatro per le scuole

Sabato 17 Novembre ore 20.30 Teatro di Terragnolo, Frazione Piazza. OTELLO / di e con Carlo Decio Teatro per adulti

Venerdì 20 Ottobre ore 20.30 Teatro di Terragnolo, Frazione Piazza. DEPERO E ROSETTA / Elementare Teatro Teatro per adulti

Domenica 18 Novembre ore 20.30 Auditorium di Trambileno, Frazione Moscheri 45 GIRI / Astorri Tintinelli Teatro per adulti

Sabato 28 Ottobre ore 20.30 Teatro Sant’Anna di Vallarsa LOVE IS IN THE HAIR / di e con Laura Pozone Teatro per adulti

Sabato 25 Novembre ore 20.30 Auditorium di Trambileno, Frazione Moscheri LA MIA ILIADE / di e con Andrea Castelli Teatro per adulti

Per la partecipazione agli spettacoli in rassegna è consigliata la prenotazione che potrà avvenire attraverso l’invio di una email all’indirizzo info@spazioelementare.it oppure mandando un sms al numero di telefono 3485793493.

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DALLE ASSOCIAZIONI

Lingua e tradizioni cimbre a scuola Gruppo Costumi Storici Valli del Leno - Laimpachtaler Zimbarn

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ltre ai costumi cimbri è stato in particolar modo il “Dizionario cimbro delle Valli del Leno” a risvegliare l’interesse per la lingua e le tradizioni cimbre nella nostra Valle. Due sono le iniziative che si sono susseguite, degne di nota: Il Presidente della nostra Regione, dott. Arno Kompatscher, ha voluto ricevere personalmente l’autore Hugo-Daniel Stoffella, mostrandosi molto interessato al nostro territorio, complimentandosi per il lavoro svolto e spronando a continuare nell’impegno per la sopravvivenza di tale patrimonio linguistico. Inoltre, notevole successo e grande interesse ha suscitato, presso gli alunni della scuola Primaria di Vallarsa, il progetto didattico consistente in un ciclo di lezioni dedicate alla lingua e alle tradizioni cimbre della nostra Valle, a cura dell’Associazione Culturale “Gruppo Costumi Storici Valli del Leno – Laimpachtaler Zimbarn”.

Mentre il presidente Arthur F. Stoffella ha illustrato la storia, il prof. Hugo-Daniel Stoffella ha presentato i nomi cimbri di animali, piante, alberi, frutti

ecc., presenti ancora oggi nel dialetto vallarsero. È seguita la presentazione degli antichi abiti festivi cimbri della Vallarsa e dei tradizionali balli popolari, a cura del gruppo di ballo che fa capo a Ornella Pezzato. Il progetto è terminato con la “festa di fine anno scolastico”, quest’anno svoltasi presso la chiesetta di Santa Teresa agli Speccheri, dove gli alunni – le bambine con lunghe gonne scure e i bambini con gilet rosso e pantaloni corti che richiamano gli antichi abiti festivi della Vallarsa – hanno esibito un ballo popolare. Un grazie particolare è dovuto agli insegnanti della scuola che hanno accompagnato e sostenuto il progetto didattico.

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Riserva Cacciatori Vallarsa RICORDANDO L’AMICO GIANCARLO

Noi cacciatori della Vallarsa ricordiamo il nostro caro socio Giancarlo Polli a quasi un anno dalla sua scomparsa. Proprio adesso te ne sei andato, dopo che le rinunce e i sacrifici hanno ripopolato la nostra riserva di Cervi e di Camosci. Un destino crudele ti ha strappato prematuramente dal dono della vita, 62 anni appena, un’età dove i valori e l’esperienza si trasformano in saggezza. Che “sfiga” è capitato proprio a te! Collega e amico, macellaio delle nostre prede, eri tu l’esperto che affilava la lama e sapeva infilarla al posto giusto. Le tue mani scivolavano da sole lungo la preda e in breve tempo era pronta. Hai lasciato un vuoto tra noi e nella nostra Valle, spesso parliamo in ricordo di te, dei momenti passati assieme mentre aspettavamo l’alba nell’attesa di una preda, o di un tramonto quando all’imbrunire l’ora del crepuscolo ci donava l’ultima speranza, e a ogni assemblea ti ricordiamo tutti assieme con un minuto di silenzio. Ciao Giancarlo, rimarrai nei nostri cuori e nelle nostre preghiere. Weidmannsheil

Standschützenkompanie Vallarsa RICORDO DEL CAPITANO ROSSARO

Il Capitano Eugenio Rossaro, 1859 – 18.03.1938, è stato l’ultimo glorioso comandante della Standschützenkompanie Vallarsa, poi Vallarsa-Trambileno con oltre 440 volontari dal 1915. Pluridecorato e medaglia d’oro al valor militare, è stato un esempio per fedeltà e senso del dovere. Il 18 marzo scorso ricorreva il 79° anniversario della sua morte. In tale occasione la sua memoria è stata ricordata durante la S. Messa celebrata domenica 19 marzo da don Mario Filippi presso la Chiesa di Parrocchia con la partecipazione della Schützenkompanie Vallarsa-Trambileno, la quale al termine del rito religioso ha deposito una corona alla memoria sulla tomba del Capitano Rossaro, nell’adiacente cimitero di Parrocchia.

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L’attività prosegue U.S. Vallarsa

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ella prima metà del 2017 l’U.S. Vallarsa ha cercato di offrire corsi ed eventi sportivi agli abitanti della Vallarsa e non. A gennaio ha collaborato alla buona riuscita del 6° Winter Trail Della Lepre bianca, organizzato dall’Associazione Amici Piccole Dolomiti: alcuni dirigenti dell’Associazione hanno stazionato ai margini del percorso e indirizzato gli atleti, pronti ad intervenire in caso di necessità. A gennaio è stato riproposto il consueto corso di sci a Serrada, che però non è stato attivato per via delle scarse adesioni (poche unità). A febbraio è ripartito, a grande richiesta, il corso di ginnastica dolce: ogni lunedì mattina Erika Lorenzi ha insegnato movimenti mirati a prevenire il mal di schiena e migliorare l’equilibrio, le capacità motorie e molto altro, creando momenti preziosi per la socializzazione e l’autostima. A marzo l’U.S. è riuscita a riproporre il corso di yoga, che quest’anno è stato focalizzato sulla respirazione: l’insegnante, Simone Krueckl, ha tenuto dieci lezioni durante le quali ha trasmesso agli iscritti che una libera respirazione promuove una mente libera e una muscolatura elastica. A maggio un dirigente dell’Associazione, Daniel Pinter, ha rinnovato la propria disponibilità per lo svolgimento del progetto scuola e sport: per tutto il mese di maggio le classi terze, quarte e quinte della Scuola Primaria di Raossi hanno potuto imparare e

praticare la pallavolo in luogo della consueta lezione di educazione fisica. A giugno una rappresentanza di dirigenti e simpatizzanti dell’associazione hanno rappresentato a Posina la Vallarsa al Torneo dei Cinque Comuni, tradizionale torneo che coinvolge le 5 valli del Leno. Da luglio è stato messo a disposizione dei tesserati, a tariffa agevolata, l’accesso al campo di tennis di località Casae. Per quanto riguarda gli eventi una tantum, il 24 giugno è stato organizzato un torneo di calcio balilla, al casello di Anghebeni. La formula è stata quella tradizionale del torneo a coppie fisse con spazio a musica e divertimento. La due giorni dedicata al Bubble Soccer, ossia al gioco del calcio praticato dentro una pal-

lone d’aria gonfiabile, è stata trasformata in un torneo di calcetto. In questa occasione è stata organizzata una serata di “Sala giochi”: giochi da tavola, playstation, calcio balilla e ping pong sono stata messi a disposizione dei curiosi e tutto si è concluso con un grande gioco del fazzoletto. Il 15 agosto si è svolta la sfida fra Scapoli e ammogliati e, per concludere l’estate in festa L’U.S. Vallarsa assieme alla Schutzen compagnie Vallarsa Trambileno propone la Titìrolerfest a Riva. Capitolo a sé meritano i due settori più strutturati dell’Associazione: il calcio femminile è ricominciato dopo una breve pausa natalizia, ma ha sofferto a più riprese l’assenza di riscaldamento nella palestra tensostruttura comunale. Gli

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DALLE ASSOCIAZIONI

cui si è speso tanto per l’U.S. Vallarsa. Come nota di chiusura si rileva che l’Associazione non sta attraversando un momento facile perché mancano le risorse in termini di dirigenti del settore calcio ed in termini economici: nel primo caso sono venuti meno gli storici appassionati al mondo del pallone, disponibili a sottoporsi a sacrifici e trasferte. Nel secondo caso sono venuti meno interlocutori che storicamente sostenevano l’Associazione, come la Cassa Rurale e gli sponsor privati, che si contano ormai sulle dita di una mano. A fine giugno in assemblea si è scelta una temporanea sospensione del settore calcio a 11: l’U.S. Vallarsa non si iscriverà al campionato 2017/2018, sperando di riuscire a collezionare risorse umane ed economiche per poter ripartire nel 2018. A tal fine chiunque fosse disponibile a collaborare è invitato a contattare l’Associazione (us. vallarsa@gmail.com – 349 3745858). Grazie a quanti sostengono e hanno sostenuto l’Associazione, e un augurio di buona estate a tutti! incontri hanno dunque avuto luogo a singhiozzo, quando il riscaldamento funzionava, ed hanno messo un po’ in crisi il settore. La Società si augura che le ragazze, guidate dal mister Emilio Pontillo, tornino presto in campo e si iscrivano a qualche torneo. Per quanto riguarda il settore del calcio a 11, dopo la pausa natalizia i ragazzi hanno ripreso gli allenamenti e partecipato al girone di ritorno del torneo FIGC provinciale di seconda categoria, chiudendo in ottava posizione (su 15 partecipanti, fra cui squadre con ben altre risorse, come il F.C. Rovereto).

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La squadra è riuscita a portare a termine il campionato – nonostante obiettive difficoltà logistiche e organizzative – grazie ad un nucleo compatto di giocatori storici, all’impegno del responsabile di settore Gianni Voltolini e, soprattutto, al costante e incondizionato impegno del mister Romano Marzari, che ha dato l’ennesima prova di serietà e professionalità. A lui vanno i ringraziamenti, da parte di tutta la Dirigenza, per aver messo tanto del suo in un contesto in cui sicuramente non è stato facile lavorare al meglio, a conclusione di un lungo ciclo di anni in


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Dottore, dottore... Gli estratti delle tesi degli studenti della valle che si sono laureati

ANNA ANGHEBEN Titolo di tesi: Mapping and modeling of the groundwater at the dam Settore delle Scienze Ambientali Corso di Laurea Magistrale in Analisi e Gestione dell’Ambiente Università di Bologna, Campus di Ravenna Giorno di laurea: 15/03/2017 site in Bremen. A preliminary flow model Voto di laurea: 110/110 e Lode

L’

elaborazione di questa tesi magistrale ha previsto un’esperienza di 6 mesi all’estero e nello specifico a Brema, in Germania. L’obiettivo principale della tesi è stata la realizzazione di un’analisi idrologica delle acque sotterranee in un’area urbana: il sito in questione si trova all’interno della città di Brema, in prossimità della barriera di Hemelingen lungo il fiume Weser. In seguito ad attività di regimazione del corso del fiume per tutto il tratto di circa 60 km da Brema fino alla foce nel mare del Nord, si è rivelata necessaria, fin dall’inizio del XX secolo, la costruzione di questa barriera per mantenere un regime costante del livello d’acqua a monte di essa anche durante la bassa marea, con conseguente influenza sullo scambio idrico fiume/acquifero nell’area limitrofa. La ricerca è stata sviluppata in due diverse fasi: la prima ha previsto un lavoro sul campo con la raccolta diretta di dati con appropriata strumentazione e la seconda invece l’elaborazione di un modello di flusso per alcune valutazioni preliminari e previsioni in ambito idrico. Inizialmente sono state quindi raccolte informazioni su para-

metri inerenti le acque sotterranee e sono stati inoltre prelevati, in alcuni pozzetti, dei campioni di acqua su cui sono state effettuate, in un secondo momento, delle analisi chimiche in laboratorio. Tutti i dati derivati da questa prima parte della ricerca sono stati elaborati in alcune mappe dell’area di studio con l’ausilio di programmi specifici, come QGIS, con risultati che hanno portato ad una conoscenza più approfondita del movimento della falda sotterranea e hanno evidenziato inoltre l’influenza delle attività umane sulle dinamiche del comparto idrico e sulla concentrazione salina di acque sotterranee e superficiali della zona. Nella seconda fase si è cercato di costruire un modello concettuale attraverso l’utilizzo di una applicazione ancora in fase di sviluppo, dal nome FREEWAT. Questa piattaforma, integrata nel programma QGIS, costituisce il fulcro di un progetto europeo mirato a promuovere la pianificazione e la gestione di acque superficiali e sotterranee. Per la costruzione del modello sono stati necessari alcuni dati in ingresso, ottenuti da database, letteratura o studi precedenti. Queste informazioni, insieme alle condizio-

ni al contorno (ad esempio la presenza del fiume o di pozzi che pompano acqua nell’area considerata) e ad altri elementi più specifici, sono state rielaborate dal programma e, dopo una fase di calibrazione del modello, sono stati valutati i risultati, restituiti come mappe bidimensionali dell’acquifero considerato. Diverse simulazioni sono state realizzate per valutare la risposta del modello a variazioni nei valori di partenza (come lo spessore dell’acquifero) e hanno portato a risultati del modello assai differenti. Questo programma risulta molto utile per l’analisi di come potrebbe cambiare l’acquifero in futuro (ad esempio in seguito ad un aumento delle precipitazione nella zona), tuttavia risulta di fondamentale importanza prima di tutto avere una conoscenza precisa e dettagliata delle informazioni della zona per ottenere un modello il più accurato possibile. In conclusione questo lavoro e i risultati ottenuti rappresentano un primo approccio di supporto per attività future di implementazione del programma FREEWAT e ulteriori studi sulle dinamiche della zona per una corretta e ottimale gestione della risorsa idrica.

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DENIS PEZZATO Titolo: «Che cos’è questa Europa?». Il Pci e l’integrazione europea (1947-1954). Autore: Denis Pezzato Altri: prof. Gustavo Corni (relatore); prof. Paolo Marangon (correlatore); prof Umberto Tulli (esperto esterno) Corso di laurea magistrale in “Scienze storiche”, indirizzo “Società ed istituzioni nell’età moderna e contemporanea” Università degli Studi di Trento (Facoltà di Lettere e Filosofia) Voto di laurea: 110/110.

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ella mia tesi ho tentato di raccontare i primi passi d’integrazione europea (dal Piano Marshall alla Comunità europea di difesa, 1947-1954) attraverso la stampa del principale partito italiano d’opposizione, il Partito comunista italiano. Nel fare ciò ho voluto dare risalto al gioco di compenetrazione tra dinamiche euro-atlantiche, esigenze nazionali ed ideologiche. Questo tipo di lavoro deve necessariamente riferirsi al periodo del cosiddetto «rifiuto» all’Europa: quel momento, nelle prime fasi della Guerra fredda (più o meno dal 1947 fino all’annus horribilis 1956), dove la contestazione da parte comunista fu totale e per molti versi dogmatica, anche se non priva di una propria originalità. Dato l’alt sovietico, il Pci sembrò quindi presentarsi come soggetto passivo di quel “vincolo esterno” spesso chiamato in causa negli studi sul sistema di Guerra fredda: l’idea di un condizionamento esogeno, esercitato in questo caso dall’Urss, nelle politiche di partiti “affini”, quali il Pci. Nuovi approcci alla storia delle sinistre nel quadro dell’integrazione europea, tesi a ridimensionare l’elemento ideologico, hanno tuttavia aperto la strada a nuove riflessioni. Secondo queste l’opposizione social-

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comunista all’europeismo si spese in larga parte su basi economiche e programmaticonazionali: non più strettamente politiche quindi. Questo fattore, con l’emergere di una conoscenza sempre più complessa del recente passato, ha presentato la necessità di rivedere la lettura eccessivamente unidirezionale di “vincolo esterno” per un ben più esteso concetto di «dipendenza dalle variabili esterne». Questo nuovo quadro rivela che il partito di Togliatti non fu sottoposto alla sola influenza sovietica ma fu piuttosto il centro di una convergenza multipla di spinte, per di più con diversi gradi d’incisione. La prima di queste variabili, comunque, fu senza ombra di dubbio quella del rapporto con Mosca, di cui il movimento per la pace dei Partigiani della pace, manovrato dall’Urss a fini propagandistici contro l’«Europa marshallizzata», ne fu manifestazione. La dimensione pubblica del dibattito rivelata dall’analisi della stampa, però, dimostra e conferma che il rifiuto non trasse unicamente origine dal vincolo sovietico, ma si alimentò di una serie di valutazioni genuine mutuate dagli eventi che segnarono l’irrigidimento del sistema bipolare in Europa dal Piano Marshall in poi (riorganizzazione statunitense;

riarmo tedesco; connotazione atlantica dell’europeismo; strategia di “contenimento” del comunismo dopo la Guerra di Corea). La seconda variabile, invece, è da ricollegarsi alla Democrazia cristiana, o meglio, alla specifica personalità di Alcide De Gasperi. Nella strategia di contenimento del comunismo, De Gasperi dovette giostrarsi tra le “pressioni” per l’annichilimento del Pci esercitate da Washington dopo la “scelta atlantica” di Roma e la specificità del contesto socio-politico italiano. All’interno di esso, di fronte ad un partito comunista dal consenso estremamente allargato e democraticamente legittimato, la sua “distruzione” per via anti-democratica avrebbe comportato effetti negativi per la Dc (perdita di credibilità o, addirittura, pericolo di sovversione). De Gasperi era fermo convinto che questa soluzione fosse assolutamente non conveniente, mentre le pressioni di Washington misero lo statista trentino in una difficile posizione, aggravata dall’imposta militarizzazione seguita alla Guerra di Corea (1950) che avrebbe portato a Nato e Ced. Il Pci sfruttò abilmente questo stallo, impostando con successo una propaganda stampata basata sull’antimilitarismo che, anche


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se in parte eterodiretta da Mosca, servì alla politica interna di Togliatti per riabilitare il partito dopo la sconfitta delle elezioni del 1948. Si è quindi voluto ricostruire in che modo De Gasperi ha ritenuto opportuno risolvere la duplice pressione esercitata da Usa e Dc e quanto la questione comunista abbia influenzato l’approccio europeista del governo. Ne è risultato che la scelta dello statista trentino fu quella di “agganciare” il problema comunista al processo d’integrazione europea in corso, accelerato dopo la “spinta” dell’Oece grazie alle iniziative francesi del 1950 (Piano Schuman e Piano Pleven). Ciò fu possibile in virtù di una tendenza tipica dell’approccio italiano ai negoziati europei: quella del “diluire” ed e dell’”europeizzare”, ovvero il trasporre su scala comunitaria particolari problematiche nazionali per ridurne la pressione a livello interno. La crescita elettorale del Pci, costruita sulla la propaganda pacifista, si presentò quindi come una problematica per la quale si tentò una soluzione “europea”. Tale soluzione dovette risiedere nel progetto della Comunità politica europea (Cpe), contenuto nell’articolo 38 del trattato della Ced (Comunità europea di difesa), abbracciato con vigore da De Gasperi tra l’estate e l’autunno 1951. L’adesione alla Cpe, rispetto al rapporto con l’opposizione comunista, assolse a due funzioni. Prima di tutto, secondo un’altra costante dell’approccio degasperiano all’integrazione, la componente politica permise di esautorare nei confronti dell’opinione pubblica le implicazioni negative dell’adesione europeista, in un frangente dove le iniziative europee si trovavano compromesse dalla connessione tra Ced, Nato, politica di riarmo e «rinascita della

Wermacht». Era stato proprio su questi ultimi punti, infatti, che la retorica pacifista del Pci aveva trovato terreno fertile. In secondo luogo, si ipotizza, la nascita di una comunità su base politica avrebbe potuto toccare direttamente il Pci, accelerandone il processo d’accettazione dell’integrazione (tramite il suo inevitabile riconoscimento come “campo d’azione politica”), o addirittura tramite il sistema della «cittadella di Guerra fredda» (rubando un espressione di Alberto Jacoviello, primo reporter de L’Unità ad seguire i lavori del Consiglio d’Europa): un luogo decisionale chiuso dove le rappresentanze comuniste avrebbero potuto essere bloccate tramite particolari sistemi elettorali (su modello della detta «legge truffa») o addirittura escluse. L’uso del tempo condizionale è dettato dal fatto che il progetto della Cpe cadde assieme alla mancata ratifica del trattato Ced da parte dell’Assemblea nazionale francese che ne vanificò quindi l’attuazione. Al tempo stesso si esauriva un altro momento, quello della politica europea degasperiana, costruita sul connubio tra rilancio internazionale, stabilizzazione interna ed ideale comunitario. Il Pci, invece, cavalcò l’onda dalla momentanea crisi dell’integrazione euro-atlantica manifestata con il successo della propaganda della pace nella «querelle de la Ced», come fu chiamata in Francia. Ciò permise a Togliatti di rimediare alla “caduta” del 18 aprile 1948, dove il partito pagò cara l’attitudine “sovversiva” del proprio programma, permettendo un rilancio all’insegna dell’allargamento dell’elettorato e del radicamento sociale grazie alla “presa” trasversale esercitata dal tema della pace. Le tornate elettorali del 1952-1953, la diminuzione della tensione bipolare sul tea-

tro europeo ed il successo della campagna contro la ratifica del trattato Ced, portarono il Pci a fare del tema della pace un motivo strutturale che, in prospettiva diacronica, avrebbe gradualmente stemperato l’opposizione intransigente dell’”Europa americana”, valutandola sempre più come “spazio neutrale” legato alle tematiche di distensione e sicurezza collettiva (permettendo, quindi, una certa rivalutazione dell’europeismo, anche se sicuramente non univoca). Alla luce di questo quadro, quindi, l’obiettivo della presente tesi non è tanto rispondere in maniera diretta alla domanda «Che cos’è questa Europa?» rispetto alla visione di un militante del Pci a cavallo tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta. Si vuole, piuttosto, sottolineare che la retorica di tale domanda risulta tale solo se ragionata unicamente in maniera frontale. Nel momento in cui, invece, ci si prende la briga di analizzare tutta quella serie di dinamiche che ne fecero da corollario, si può costruire un quadro più articolato che esuli dalla classica lettura per schemi esclusivamente bipolari e, dunque, ricondotta al solo agente del “vincolo esterno”. Si è piuttosto voluto evidenziare come tale rifiuto non dipese univocamente dal legame con Mosca, quanto più da un complesso di agenti che interessarono sia il partito di Togliatti che il suo antagonista De Gasperi. Al tempo stesso, grazie alla fonte d’eccezione rappresentata dalla carta stampa, si è tentato di mettere in risalto l’incidenza della propaganda sovietica nell’opposizione comunista, rapportandola al contempo ad una serie di valutazioni dei fatti internazionali che si presentarono anche come genuini e connotati alla specificità culturale del Pci.

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Papà papà… giochiamo a “Indiana Gions”! Luca Campagna

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ra le tante esclamazioni che un figlio può fare ad un papà, questa che il mio piccolo Martin mi ha più volte rivolto, è quella che nella nostra tranquilla routine ha poi causato ricadute importanti in termini di fatica del sottoscritto. A richieste del genere in realtà, non servirebbe far seguire chissà quali azioni od impegni. Basta un cappellino da finto esploratore e due passi nel bosco, una grattatina tra due sassi e l’estrazione di qualche guscio di conchiglie sbiancate dal tempo per vedere una luce accendersi negli occhi del proprio bambino, una luce che al papà resterà poi dentro tutta la vita. Ma ricordandomi di quel che un “vecchio” del paese mi raccontò, decido di modificare un po’ il gioco dell’ esploratore e di cercare con Martin i resti di un vecchio manufatto nascosto tra i boschi e del quale in paese si è sentito vagamente accennare. Parte così l’esplorazione della famiglia alla ricerca del pozzo perduto! Armati di pala, sega e piccone, puliamo un sentierino che porta nell’area che ci hanno indicato e dopo un po’, con fatica, troviamo in terra due sassi nascosti da secoli di sovrapposizioni vegetali e poi, dietro un angolo, un entrata misteriosa difesa da folta vegetazione nonché da numerosi mostri e giganti. Martin corre qua e là come un invasato.

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Su una grossa pietra dell’ entrata, la data di costruzione di questo pozzo impressionante con il tetto a volta: 1866. “Bene Martin, ora però un bravo archeologo deve anche saper fare un po’ di fatica!” E allora scava che ti scava, un po’ alla volta tiriamo fuori dal terreno due metri cubi di materiale, facendo riemergere due grosse vasche di pietra. Torniamo a casa e chiediamo il permesso di tagliare le grosse piante che nate sulla volta di questo antico manufatto ne potrebbero minare la stabili-

tà. Raccogliamo qualche notizia che ci conferma come il pozzo fosse usato dalle donne di Zocchio per lavare i panni lontano dal paese, prima che venisse realizzato l’acquedotto del 1914 e quando tutti gli altri pozzi più vicini si esaurivano. La sorgiva che “nutre” il pozzo è infatti sicuramente la più attiva della zona. Altra spedizione, dove la motosega del papà e quella giocattolo del bambino tagliano tutto il possibile, facendo riemergere un pozzo profondo e largo più di quattro metri. Il


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tutto coperto con una volta di grosse pietre costruita con una sapienza che probabilmente è ormai andata persa. Il pozzo, in questa annata di arsura, è completamente pieno di acqua sorgiva dai colori turchese. Facciamo due calcoli veloci; più di 4 metri di diametro, 4 di profondità = 50 metri cubi d’acqua di fonte. Pulita e trasparente. Il giorno dopo mentre sto lavorando in casa arriva Martin e: “Papà andiamo al “pozo”? Si Martin, domani, perchè ora

ho da fare a meter giù tombini per le fognature! Domani! ” “Papa papà ma dai che andiamo al “pozo”? Va bem ho capì, nem!” Altro giro con il decespugliatore e poi un altro ancora, questa volta con il verricello, per alzare un macigno di 2 quintali fatto precipitare nelle vasche di pietra dalla forza delle radici arboree ora recise. “Quanta fatica devono fare gli esploratori, vero Martin?” “Si papà, infatti adesso sono un po’ stanco e allora per tor-

nare a casa … mi prendi in braccio?” Salgo ansimante con l’attrezzatura ed il mio bimbo sulla schiena e penso alle fatiche di quegli uomini che nel 1866 realizzarono questo lavoro e ancor di più penso alla vita delle donne che portavano qui i panni a lavare o venivano a prender acqua per i quotidiani bisogni di casa. Ripenso alle incredibili opere idrauliche notate qualche giorno fa nel attrezzare un percorso avventura nella forra della “ciama” nel lago della Busa. Opere realizzate a mano almeno 500 anni fa dai nostri “padri” per facilitare la fluittazione del legname lungo il Leno. Mi sembra giusto per rispetto alle loro fatiche, sacrificare un po’ del mio tempo ed energia e provare nel mio piccolo a non dimenticare e a non condannare all’oblio la loro storia e quello che realizzarono nella nostra amata valle. Mentre salgo cerco ed incrocio gli occhi sfiniti del mio bambino e ancora vedo quella luce. “Ma mi vuoi bene Martin?” “Si Papa tanto!”

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Tutti nella rete Paolo Scottini

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a settimana scorsa mi è crollato un mito. Venuto giù di botto. Abbattuto come un castello di sabbia dopo l’ennesima mareggiata. Dopo anni di incallita resistenza anche Michele R, mio coetaneo e amico di vecchia data, militante sostenitore della più intransigente branchia no social ha ceduto alle lusinghe di Facebook. Per tutti era un simbolo. Ammirato per la caparbia repellenza alla cosiddetta rete, l’antipatia verso l’web e perché faceva del suo sgomento una rigida scuola di vita; detestava Spotify, i social network, i telefoni con le app, la musica digitale e gli ebook. Eppure Michele R è tuttora un romantico, uno che ama l’odore del libro appena sfogliato e conserva gelosamente vinili e cd in una scatola in soffitta al riparo da polvere, ipood e pesticidi digitali. Già, ora anche lui sbranato dal mostro, da questo colosso della comunicazione in cui ad oggi sono approdati, come per altro il sottoscritto, ventotto milioni di italiani; più della metà degli abitanti del Paese, pensate un po’… E mica tutti ragazzini, no. Le statistiche dicono che i quarantenni sono in percentuale la categoria che usa Facebook in modo più frenetico. A differenza dei più giovani, i quali utilizzano la piattaforma in maniera confidenziale, gli adulti hanno un rapporto più ansiogeno, sconclusionato, caotico. Non parliamo dei disastri familiari che sta provocando Fa-

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cebook! A migliaia. Gli utenti, ossessionati dall’idea di andare alla ricerca degli amici di un tempo, incappano inevitabilmente in vecchi amori dimenticati, nuove storie evocate dal passato. E’ strano, sembra quasi che la gente abbia il bisogno assillante di ripercorrere le tappe della propria vita. Potrei sbagliarmi, ma scommetto che Michele R ora è alle prese col suo telefonino alla ricerca di amici mai più rivisti dal periodo delle elementari, dell’asilo o che ne so. Dopotutto Facebook è una rete incredibile di confessioni, emozioni, sfoghi che accompagnano gli utenti nelle loro giornate solitarie. Ormai la vita si divide in due: quella ordinaria e quella social. La seconda talvolta è una vita molto romanzata, rielaborata, per certi versi falsata. Alcuni se la cuciono addosso su misura, la espongono in maniera fantasiosa, come fantasioso è spesso ciò che scrivono sul proprio conto. Conosco un uomo che fa l’imbianchino, ma su Face-

book ama definirsi ‘cantante creativo’. Pubblica canzoni e poesie, e nei ritagli di tempo illustra storielle per bambini. Tutti lo conoscono per quello. Anche il suo look è diverso: su Facebook si tinge i capelli di biondo e li porta a caschetto, mentre nella vita sono castani e li tira tutti indietro. Per ridere dice che la moglie è contenta di questo suo dualismo, perché le sembra di avere allo stesso tempo un marito normale e un amante imprevedibile. Insomma, da quando esiste Facebook le vite di tanti milioni di italiani sono sentimentalmente in bilico. Una signora di 54 anni, madre di tre figli, sposata con un avvocato di Vigevano, ha ritrovato su Facebook il primo uomo che l’aveva baciata. Si sono rivisti e, siccome a lei non era andato giù il fatto in cui quella volta di tanti anni fa non aveva avuto il coraggio di metterci la lingua, adesso si sarebbe riscattata. E la signora ce l’ha messa, la lingua. Si sono ribaciati dopo quarant’anni e ora sono amanti.


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Adesso che ci penso, anche Michele R andrà alla ricerca di quella ragazzina che in età adolescenziale lo baciò sulla Vespa facendogli rischiare la vita, poiché a causa di quel bacio lui sbandò, andò a sbattere contro un muro e insieme caddero come degli imbecilli sul selciato sassoso procurandosi fratture dolorosissime? Mah… vedremo. Intanto ho notato che gradisce le mie inserzioni inserendo i bianchi pollicioni girati all’insù su sfondo blu e posta improbabili immagini di viaggi col suo fuoristrada, golosi piatti variopinti, banali aforismi e compagnia bella. La mia preferita è stata scattata a una festa. Ritrae noi due che, dopo il terzo o quarto VodkaMartini, brindiamo alla salute alzando i calici tenendo gli occhietti stretti e insignificanti come due asole. Cin cin!, caro Michele R, hai ceduto anche tu al fascino di Facebook. Adesso sei totalmente in pasto al popolo della rete, ti possono

massacrare od osannare, ormai dipendi da loro in tutto e per tutto. Chissà quanto durerà questa bolla. Quando scoppierà. Ma soprattutto, poi, dentro, cosa ci troveremo? La bolla… A volte nella vita di una persona si crea questa vescica che ti obbliga a costruirti un’esistenza non tua, essa monta monta monta monta fino a quando non scoppia. Boommm! Sono sicuro che prima o poi il mondo social esploderà e si affloscerà, sgonfiandosi come un palloncino bucato. Però chi se ne frega! Per adesso siamo ancora in piena bolla illusoria e ci sono persone che guadagnano milioni postando scarpe, dicendo fesserie, fotografando di tutto e vivendo una vita paradossale. E allora anch’io come voi voglio fare tendenza, voglio essere un creativo, voglio postare foto bellissime, e orrende, e condividerle col mondo. Ormai siamo social caro Michele, dobbiamo

dedicarci del tempo a questo, dobbiamo farcene una ragione. Mah, forse stiamo ammattendo. Impazziamo tutti insieme credendo di vivere cose diverse, ma in realtà non facciamo altro che condividere le nostre follie, le nostre patologie nascoste. Siamo pazzi sì, dentro la bolla ci cerchiamo e ci ritroviamo, mettendoci pure la lingua in bocca. Così alla fine, alla fine di tutto, anch’io mi farò fare la foto del secolo. L’ho già pensata. Mi farò riprendere dentro la bara e la farò postare in diretta, mentre me la chiudono in faccia, salutando tutti con la scritta: su, coraggio, mettetemi tanti like! Sai, Michele, credo che anche nell’aldilà troveremo un sacco di amici follower e magari, se ci sappiamo fare, influenzeremo le anime di defunti illustri tipo Garibaldi, Elvis Presley, papa Wojtyla, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Alla faccia della pace eterna!

MAURIZIO COSTA UFFICIALE AL MERITO

Maurizio Costa ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica Italiana al commissariato del governo di Trento le onorificenze sono state consegnate durante la cerimonia degli auguri di Natale dal commissario del governo Pasquale Gioffrè assieme al sindaco Massimo Plazzer.

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Il Cimbro o „Slambrot“, “Slapro”, “grobdeutsch” Vallarsero

Comm. Arthur Stoffella

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pesso dei vallarseri mi chiedono, sapendo che io conosco la lingua di Goethe, cosa significa il toponimo di un prato, bosco ecc. A volte posso rispondere subito, però a volte devo rispondere che ho bisogno di un po’ di tempo, oppure che devo recarmi sul posto per vedere la posizione e altro. Io sono contento che vi sia gente che si interessa della storia della propria terra, perché anch’io trovo sempre qualche cosa da imparare. Però quando p.e. su un quotidiano trentino leggo, che in Vallarsa hanno “trovato” una strada romana, oppure che lo stemma della Vallarsa deriva da Dall’Orso, quando la stessa “papessa” esperta di toponomastica tedesca, e quindi cimbra, dell’Istituto toponomastico d’Italia, Prof. Giulia Mastrelli Anzilotti, ancora diversi decenni fa, tra l’altro scrisse, che lo stemma della Vallarsa proviene dalla famiglia vallarsera Perenprunner (orsi alla fontana), allora non si può stare zitti. Oppure quando scrivono che la Vallarsa non è poi così brutta come alcuni la descrivono, perché anche in provincia di Bolzano vi è una Vallarsa che è bella e parte da Ora e conduce in val di Fiemme. La Vallarsa della bassa atesina invece parte da Laives e conduce al Santuario di Pietralba. Nel numero 57 di “Vallarsa Notizie” del 2016, con il titolo: “Così parlavano in Vallarsa nel 1439” tra altro si legge, che “a quel tempo in Vallarsa si

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parlava un buon italiano, con molte inflessioni venete…”. Da 55 anni lavoro al giornale e ancora quale collaboratore e scrivente per riviste, ho fatto anche in questo campo esperienza. Dall’archivio del “Centro Documentazione/comunicazione minoranze linguistiche nelle Alpi” prendo alcuni esempi: Nel 1571 il massaro di Vallarsa Jacobus Raos ringrazia il parroco di Lizzana per aver mandato quale curato della cappella di S. Vigilio Bartholomeum che conosce il tedesco… Domenico Stoffella dalla Croce, nato a Camposilvano, scrive nel suo libro sulla produzione della seta nel 1875 tra altro: “La mia famiglia da sempre parla tedesco….” Pure nel giornale “Alto Adige” di Trento del 1913, tra altro si legge: “Il corrispondente arriva alla prima osteria della Vallarsa e sente che un giovane dice: “Du, tuast Du goar net trinkn?”, Lo scrittore/giornalista Folgheraiter nel suo libro (2015) parlando di Pozzacchio tra altro scrive: “A Pozzacchio si racconta che prima della guerra mondiale si parlava roveretano ma in Vallarsa slambrot”. Ancora un ultimo esempio. Nel 1950 un vallarsero prende un posto di lavoro come guardia forestale in provincia di Bolzano perché con il suo “slambrot”, imparato dai suoi genitori, i contadini sudtirolesi riuscivano a capirlo e lui capiva il dialetto tedesco locale, e potrei proseguire. È chiaro che pure nel 1439 vi erano vallarseri che commer-

ciavano, vendevano legna o altro in quel di Vicenza o Rovereto, e quindi erano in grado di farsi capire. Però uno storico sa che da quando esiste il mondo e si scrive, si scrive sempre nella lingua dei vincitori o dei conquistatori (in questo caso in veneziano) e non nella lingua dei perdenti o della gente sottomessa (cioè vallarsera). Pure la “magna carta” dell’autonomia della nostra Regione, cioè il trattato Degasperi-Gruber, è scritto in inglese e non in italiano o tedesco. Anche se, specialmente per i sudtirolesi della Provincia di Bolzano, la traduzione in tedesco è motivo di dubbi, perché per qualche parola inglese in tedesco si può scegliere due parole con differenze abbastanza importanti.


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Sistemazione del capitello di Sant’Antonio Mirko Stofella

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razie all’aiuto dei nostri volontari, Giorgio e Sergio, è stato possibile sistemare e portare all’antica bellezza il piccolo capitello posto poco lontano da Matassone, nella valle di Sant’Antonio. Il capitello è stato costruito alla fine dell’Ottocento dalla famiglia Nave, che con la necessità di costruire un muro lungo la vecchia strada, hanno deciso di dedicare un angolo al santo patrono dei poveri e degli studenti. Infatti il capitello è sempre stato curato dalla famiglia Nave e negli ultimi vent’anni da Vittoria (classe 1929) che

ogni mese lo lava e spolvera, raccogliendo offerte devolute alla Parrocchia. Oltre alla sistemazione del capitello i nostri volontari si sono adoperati per recuperare e posizionare delle panchine lungo la strada: alla “Casotta degli Stradini” come punto ristoro, e nei giardini della piazza di Matassone. Queste ultime servono alle nostre donne, le quali d’estate si trovano sotto “La Noghera” per tornei di briscola, merande e tante risate.

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Le Valli del Leno a “La prova del cuoco” Mauro Nardelli (Bosco dei Pini Neri) e Luca Costa (Albergo al Passo) protagonisti su Rai 1

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anno fatto ingolosire tutta Italia con l’orzotto del territorio partecipando alla trasmissione“La Prova del cuoco” su Rai 1. Mauro Nardelli, del ristorante “Bosco dei Pini Neri” di Trambileno e Luca Costa dell’albergo “Al Passo” di Vallarsa” mercoledì 15 marzo erano sugli schermi della televisione nazionale nella gara del Campanile, in rappresentanza delle Valli del Leno e hanno sicuramente lasciato un simpatico ricordo in chi li ha visti. Inaspettato, alla fine febbraio 2017 è arrivato l’ invito al ristorante Bosco dei Pini Neri di Trambileno per partecipare alla gara del Campanile, disfida tra due comuni italiani inserita ad inizio trasmissione della famosissima “Prova del Cuoco” su Rai 1. Un’importante e grande occasione per farsi conoscere e far conoscere il territorio e presentare le tipica gastronomiche delle Valli del Leno nell’ambito della trasmissione condotta da Antonella Clerici. Rita e Mauro, titolari del Bosco dei Pini Neri, hanno subito voluto allargare e coinvolgere l’ amico Luca Costa del Albergo ristorante al Passo di Vallarsa, con il quale da tempo è attiva una collaborazione per la promozione territoriale. Il tutto è nato dal filmato prodotto dal Bosco dei Pini Neri, un video promozionale del territorio delle Valli del Leno imperniato sulle attività delle produzioni agroalimentari e del cibo integrato con alcune realtà della Vallagarina, video visibile su YouTube: “Pino Nero in Viaggio”. Il partecipare alla trasmissione

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ha già rappresentato una vittoria per gli amici Mauro e Luca ancora più per i tre comuni Trambileno, Vallarsa e Terragnolo, una grande vetrina promozionale aperta su tutta Italia dalla Rai. Per poter promuovere in trasmissione il territorio, c’erano compiti ben precisi tra Mauro e Luca. Mauro con l’obiettivo di far passare il messaggio di un territorio integro e con le peculiarità’ dei tre Comuni, ha approfittato della propria loquacità per far conoscere i formaggi di capra e di mucca a latte crudo delle aziende agricole e delle malghe delle Valli del Leno, senza dimenticare che siamo in Vallagarina. Luca invece aveva l’incarico prestigioso di preparare la ricetta del piatto inventato per l’occasione: l’orzotto realizzato con tutti i prodotti territoriali. Ricetta

proposta da Rita ai responsabili del Campanile realizzata da Luca alla Prova del Cuoco. Purtroppo il televoto non ha dato il risultato desiderato. Sappiamo che ci sono molte difficoltà delle persone in Valle nel votare a causa della linea telefonica o problemi con telefonini (ma anche del fatto che in un paese a mezzogiorno i più lavorano e non sempre hanno la possibilità di votare) Ma senz’altro è già stata una vittoria partecipare alla trasmissione. La simpatia dei due amici Mauro e Luca ha suscitato un grande applauso e consenso dello studio della Prova della Cuoco. La coppia “Luca e Mauro” ha in calendario altre occasioni per presentare le Valli del Leno, il territorio, i suoi prodotti, la cucina, le tradizioni, la storia la natura e rifarsi alla grande. Staremo a vedere e a tifare per loro.


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Il mio esame di terza media e la Vallarsa Francesca Fox

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uest’anno, essendo in terza media, ho dovuto affrontare i “temutissimi esami”, tra cui il colloquio orale. I professori avevano deciso che per l’orale dovevamo portare un argomento principale e per ogni materia dovevamo parlare di qualcosa che fosse collegato all’argomento principale. Io, come argomento principale, ho scelto : LA PRIMA GUERRA MONDIALE. Non volevo fare le solite scelte scontate del tipo : “…di storia vi parlerò della prima guerra mondiale, d’italiano di Ungaretti…” .É vero che il mio argomento era “la Prima Guerra Mondiale” però ho deciso di fare collegamenti un po’ più originali, degli approfondimenti, sulla Vallarsa. In particolare, per storia ho deciso di parlare degli sfollati della Vallarsa, ho fatto un riassunto del libro ”Una vita in quieta e in soportabile” (Aldina Martini e Aldo Miorelli), e per italiano ho parlato di “Valmorbia” del poeta ligure Eugenio Montale. Per l’analisi della poesia ho preso spunto, tra l’altro, da un numero di Vallarsa Notizie. Ecco le mie tesine collegate alla Vallarsa: STORIA “…UNA VITA NUOVA IN QUIETA E IN SOPORTABILE..” Il 31 luglio 1914 sua altezza reale e regia Francesco Giuseppe (“Cecco Beppe”) dichiara guerra alla Serbia e nel frattempo la mobilitazione generale dei suoi sudditi, dei loro animali e dei loro mezzi di trasporto.

Con questo attacco alla Serbia, si sfalda subito anche il fragilissimo equilibrio esistente tra i governi delle potenze europee i quali, spinti da interessi imperialistici, entrano ben presto in guerra. Prendevano così corpo quei timori presenti da qualche anno tra la popolazione della Vallarsa e tutte le zone trentine poste al confine con il regno d’Italia, perché quelle zone erano state interessate da lavori di fortificazione, in previsione di un attacco da parte dell’Italia. Il tempo trascorse così fino alla primavera del 1915 quando in Vallarsa fece la sua comparsa anche la guerra. Con l’occupazione italiana la Vallarsa non subì la prevista evacuazione dei civili, sorte nella quale incapparono in quei giorni 70.000 Trentini abitanti nelle zone interessate dalla guerra. Ma comunque le amministrazioni comunali e civili non rimasero senza direttive, il messaggio principale delle comunicazioni che giravano era che gli Italiani dovevano essere considerati nemici. Fatto sta che i soldati italiani -ricorda Fiorentina Lorenzi- arrivarono al Piano delle Fugazze a piccoli gruppi perché avevano paura dei tradimenti. “…Quando giunsero a Camposilvano ci fecero uscire dalle case e ci radunarono su un prato dietro casa mia. Lì si presentò un capitano e ci fece una predica: ci disse che adesso eravamo sudditi italiani e che dovevamo guardare Roma non più l’Austria. Intanto i soldati italiani

perquisivano tutte le case tutte le case. Tutto il giorno rimanemmo lì; solo qualcuno poté andare a prendere qualcosa da mangiare. A sera tornammo a casa nostra.…” Il generale italiano Cantore, che occupò Ala e Avio accusò i Trentini di essere austriacanti e di dimostrare poco calore dinanzi all’arrivo delle truppe italiane. Pur fra i comprensibili disagi la vita in Vallarsa si stava stabilizzando ed acquisendo poco alla volta un ritmo quasi normale. Questo clima fu stravolto, dalla metà de maggio alla fine di luglio dalla Strafexpedition e dalla successiva controffensiva italiana. Nel caos dello scontro la popolazione civile fu fatta evacuare fortunosamente verso Rovereto o verso l’Italia . Molti profughi di Vallarsa passarono da Calliano, in quanto lì era stato trasferito il Capitanato di Rovereto, il quale aveva il compito di smistarli nei paesi vicini. E come se i disagi patiti non bastassero, tra i profughi si sviluppo un’epidemia. Oltre a ciò la situazione dei profughi era difficile non solo per a precarietà della loro vita, ma anche per l’ostilità che talvolta, nei paesi dove erano alloggiati, si manifestò nei loro confronti in quanto ritenuti responsabili della rarefazione e del rincaro dei viveri. Nell’agosto del 1916 si sparse la voce di un imminente trasferimento dei profughi nei campi che si stavano ultimando nelle province interne dell’impero. La notizia creò nell’animo de-

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gli sfollati comprensibile allarme perché erano ben note le tragiche realtà dei campi, in particolare di quello sorto presso Mittendorf an der Fischa. Si rinviarono o per un motivo o per l’altro le partenze, i profughi facevano anche raccolta firme, ma la partenza fu inevitabile. La prima parte della vita nuova degli sfollati di Vallarsa si concluse con il loro arrivo nel Barackenlager di Mittendorf dopo due giorni di viaggio. Il giorno successivo al loro arrivo si registrò il primo profugo morto, Gino Rossaro, un bimbetto nato a Calliano appena 18 giorni prima, seguito in pochi giorni da altri tre bambini. A MITTENDORF LA CITTÀ DI LEGNO Il 31 maggio nel 15 giunsero a Mittendorf 2000 profughi del roveretano, chiaramente la capacità ricettiva era insufficiente: “…due vecchi fabbricati, adattati in fretta e furia alla bisogna nei quali i profughi bivaccavano come nella stiva del transatlantico..”, ricorda il bollettino di agosto . Da subito si cominciò la costruzione di baracche per dare alloggio più confortevole, ma il lavoro procedette a rilento, tanto che all’arrivo dell’inverno non erano terminati. I campi, il maggiore dei quali a Mittendorf, erano stati previsti per alloggiarvi i civili allontanati dalle proprie case (zone del fronte), che non avevano possibilità di mantenersi. L’autorità del campo erano nominato dal commissario del governo. Ogni 10/11 baracche c’era un responsabile e i capi baracca erano il riferimento dei profughi. Col passare del tempo il campo assunse l’aspetto di una città di legno e sorsero anche tre scuole che curavano circa

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2.000 alunni totali. Ci fu anche la banda e organizzazioni come gli scout (paramilitare). Al Natale del 1915 venne inaugurata la chiesa. La cura d’anime era affidata ai sacerdoti diretti dal decano di Sacco. Lontano da casa, il clero trentino fu spesso per il profugo unico interlocutore in grado di proteggerlo, difenderlo moralmente e concretamente. Fu aperta una casa sociale, con teatro, cinema, biblioteca e varie sale. Fu costruito in muratura un orfanotrofio con asilo. Fu istituito il corpo dei pompieri, modernamente attrezzato, fu aperta la posta, l’ufficio telegrafico, ospedale ( medici e suore, prima tedesche e poi italiane per difficoltà della comunicazione ) e una farmacia. Con l’arrivo dei profughi di Vallarsa il numero salì oltre 11 mila, distribuiti in circa 90 baracche. La giornata non si passava a casa ma al lavoro o nell’ orto. Si poteva lavorare nelle officine e nelle fabbriche e laboratori. La guerra stava progressivamente logorando le risorse dell’impero e il cibo specialmente all’interno dei campi, era sempre più scarso. Un certo miglioramento, soprattutto per i profughi , si registrò nel 1917 quando parte dei profughi vennne traslocata nel campo nuovo, in baracche dotate di alloggi unifamiliari

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ognuno con cucina. Questo ampliamento, che portò la superficie complessiva della città di legno a 675.000 m², era stato costruito nella previsione di dovervi alloggiare nuovi profughi provenienti dai luoghi del fronte che si spostava. Nello stesso anno poi, con la salita al trono di Carlo I, fu riaperto il Parlamento e in esso i deputati trentini sottolinearono le misere condizioni di vita dei profughi. Così si decise di lasciarli liberi e di abbandonare coloro ritenevano, fuori di esso, di potersi mantenere da soli con il proprio lavoro. IN ITALIA Parte degli abitanti di Vallarsa trovarono scampo fuggendo verso l’Italia. Dopo aver fatto un lungo viaggio arrivarono a Legnago, i profughi amministrati dal tenete Vassena vennero collocati nelle tettoie del campo delle fiera, nell’ospedale della provincia, nel vecchio palazzo Rosso di Boschi S.Anna e nel disabitato castello dei conti Bevilaqua. Le condizione igieniche erano molto scarse, infatti in breve tempo si diffuse un epidemia di tifo. Il tenente Vassena che mantenne sempre contatti coi profughi riuscì a trasferirli in un ambiente più favorevole e salubre, ottenendo l’uso dell’Ospizio sulla Marina di Celle Ligure, per un


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mese; e dopo i profughi furono trasferiti in Riviera. E in seguito ebbero la disponibilità dell’Ospizio Torinese e dell’Ospizio Bergamasco. Nel nuovo ambiente le condizioni di vita migliorano sensibilmente. Numerosi profughi ben presto trovarono un lavoro o un’occupazione nei paesi circostanti, tanto che nell’agosto del 1917 i profughi negli ospizi erano solo 300. Il ritorno fu difficile e doloroso per vari motivi: la distanza da casa, i profughi erano sparsi tra Mittendorf, Sicuramente la perdita di molte persone case, ma soprattutto per la distruzione della propria terra. Al loro ritorno infatti interi paesi erano distrutti, restavano solo macerie. ITALIANO “EUGENIO MONTALE” Eugenio Montale nacque a Genova, il 12 ottobre 1896 da una famiglia di media borghesia. Trascorre l’infanzia e la sua giovinezza tra Genova e lo splendido paese di Monterosso al Mare, nelle Cinque Terre, dove la famiglia è solita recarsi in vacanza. Frequenta l’istituto tecnico commerciale e si diploma in Ragioneria nel 1915. Tuttavia Montale coltiva i propri interessi letterari, frequentando le biblioteche della sua città e assistendo alle lezioni private di filosofia della sorella Marianna. Entra all’Accademia militare di Parma dove richiede di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza in Vallarsa e Val Pusteria, Montale viene congedato nel 1920. Terminata la prima guerra mondiale Montale inizia a frequentare i circoli culturali liguri e torinesi. Nel 1925 pubblica la sua prima raccolta di poesie “ossi di seppia” e nel 1927 si trasferisce a Firenze.

Durante la seconda guerra mondiale scrive per alcune riviste e terminata si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera, per conto del quale compie molti viaggi e si occupa di critica musicale. Montale raggiunge fama internazionale, attestata dalle numerose traduzioni in svariate lingue delle sue poesie. Nel 1967 viene nominato senatore a vita. Nel 1975 arriva il riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la Letteratura. Muore a Milano il 12 settembre 1981. L’intramontabile poesia “Valmorbia” del poeta ligure Eugenio Montale , cantata in Ossi di seppia, riprende le sensazioni che il poeta ebbe quando, giovane sottotenente comandava un distaccamento in Vallarsa durante la Grande Guerra. Il reparto cui venne assegnato si trovava sotto il monte Corno. L’avevano mandato lassù, sulle montagne, a sparare al nemico. Ma Eugenio Montale, come molti poeti, non amava la guerra. Aspettava la notte, “quando tacevano gli spari”, tirava fuori il taccuino e scriveva. “Valmorbia” non nacque quale frutto immediato di un’esperienza in atto ; non sorse cioè la poesia dalla tensione della guerra e dalla realtà della trincea. Ne spuntò invece più tardi, sulla distanza di anni, come frutto della memoria. Dunque se l’occasione dei versi richiama senza dubbio alla grande guerra, non si può dire che “Valmorbia” sia una poesia di guerra, ma non questa poesia non ha nemmeno un messaggio di pace : piuttosto poesia che evade dalla guerra, ne supera l’orrore nello stupore del ricordo. “Valmorbia” uscì nella raccolta “Ossi di seppia” nel 1925; sette anni dopo quell’esperienza

VALMORBIA” Valmorbia, discorrevano il tuo fondo fioriti nuvoli di piante agli asoli. Nasceva in noi, volti dal cieco caso, oblio del mondo. Tacevano gli spari, nel grembo solitario non dava suono che il Leno roco. Sbocciava un razzo su lo stelo, fioco lacrimava nell’aria. Le notti chiare erano tutte un’alba e portavano volpi alla mia grotta. Valmorbia, un nome e ora nella scialba memoria, terra dove non annotta. Valmorbia, sotto il paese si trovavano alberi fioriti esposti al vento. Toccava a noi, scelti dal caso, essere dimenticati dal mondo. Nei momenti di tregua solo il torrente Leno faceva rumore Si sentiva e vedeva solo qualche razzo. Le notti illuminate, creavano un’alba infinita e portavano volpi alla mia grotta Valmorbia, un nome e ora, nella memoria scolorita, un ricordo incancellabile

di guerra che ancora Montale sentiva il bisogno di raccontare. Ricordi di una natura differente, in cui la guerra non compare più velata e ovattata dietro il nome di Valmorbia, ma rispunta con la verità dei combattimenti . Così troviamo dunque rappresentata da Montale, in un’ingrata occasione, la realtà della guerra. In varie interviste Montale ha sempre affermato che i ricordi più indimenticabili sono quelle notti passate fuori dalla gotta ad osservare l’alba. L’affresco realizzato nel 1998 sulla vecchia scuola elementare di Valmorbia, dall’artista veneto Vico Calabrò, insieme al pittore giapponese Hideo Sakata e la moglie Yumiko, a ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale in Vallarsa, ispirandosi alla celebre poesia “Valmorbia” di Eugenio Montale,

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Il principe Carlo sul Pasubio

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a visitato il sacrario e le pendici del Pasubio il principe Carlo d’Inghilterra, in visita in Italia assieme alla duchessa Camilla. Carlo e Camilla sono arrivati in Italia come tappa di un tour europeo di nove giorni che ha portato i reali anche in Austria, Albania e Romania. Tra gli oltre 30 impegni previsti, nell’agenda di Carlo e Camilla l’incontro con Papa Francesco, un colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’incontro con gli abitanti di Amatrice, devastata dal terremoto dello scorso agosto. Dopo la visita a Vicenza al cimitero militare britannico di Montecchio Precalcino il principe è salito al sacrario militare di Valli del Pasubio e poi, in elicottero, all’ingresso della Strada delle 52 Gallerie.

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Vallarsa quanto sei bella! Con le Piccole Dolomiti che fanno corona, d’estate sono vive con le camminate di qualche persona d’inverno quando sono imbiancate di neve sono gioia, luce per le mie pupille da vedere! Con il Pasubio terra di fuoco, di ricordi e di preghiera perchè là sotto ci saranno ancora i resti di qualche eroe da ricordare! Con il tuo Leno, che da te nasce al Pian delle Fugazze, a vale scorre tranquillo tra due sponde. Però un giorno di novembre 1953 una frana giù al Maso per qualche ora lo ha fermato e dietro a lei un bel lago si è formato. Poi quando il lago ha preso forza, la frana ha raggirato e l’ha bucata e l’acqua nel letto del Leno è ritornata correndo rumorosa verso a vicina foce. Vallarsa ora sei mia, anche se non sei la mia terra natìa! Ti voglio bene “quasi” come colui che mi ha portato E che ho tanto, tanto amato. FVRP - 2014

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Arcobaleni in valle

Stefano Bussolon

Ines Rippa

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#breaking news ALICE RACHELE PORTA LA FASCIA DI MISS ITALIA IN VALLARSA

Alice Rachele Arlanch è Miss Italia 2017. La ventunenne nata a Rovereto e residente a Vallarsa, era arrivata a Jesolo con la fascia di Miss Trentino Alto Adige. Alta 1,78, occhi verdi e capelli castani, Alice Rachele studia giurisprudenza all’Università di Trento, con indirizzo diritto internazionale e transeuropeo e sogna di diventare un bravo avvocato “impegnato – dice – a garantire l’uguaglianza sociale e la tutela dei diritti delle minoranze”. Per quanto riguarda il titolo, dice: “Per me la bellezza non è un fattore esclusivamente esteriore, contano le doti caratteriali e di spirito, ma anche l’intelligenza e la cultura. Io voglio rappresentare questo modello femminile per sfatare lo stereotipo secondo il quale la donna bella sarebbe priva di sostanza”.

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