Up and Down "Moda"

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cantavano i Gun’s and Rose’s, benvenuti nella giugla del sesso, della droga e del rock ‘n’ roll. Dagli anni 50 in poi, la musica rock è andata in continua evoluzione, per la prima volta nella storia dell’umanità, una profonda la musica rock è andata in continua evoluzione, per la prima volta nella storia dell’umanità, una profonda i, la musica rock è

Febbraio 2008 / numero 3 / euro 7

KATE MOSS

Una vita tra sesso, droga e rock and roll

RUMORE O MELODIA? Intervista ai Chemical Brother

C’ERA UNA VOLTA Generazioni a confronto

POLVERE MAGICA

Una molecola in grado di contranstare gli effetti della cocaina

Oggi la moda, soprattutto quella in voga tra i giovani, è basata sul “casual”, sull’improvvisazione, sull’invenzione creativa che rifiuta regole e condizionamenti. Ai giovani infatti non piace farsi condizionare nella scelta dei loro gusti dal mondo degli adulti, e preferiscono quindi dar vita ad una moda tutta loro, nella quale possono riconoscersi, e che possono interpretare a modo loro. Sotto questo aspetto quindi la moda giovane è soprattutto moda di libertà e di indipendenza. Gli abiti, infatti, possono servire a nascondere i lati della personalità che non si vogliono far conoscere o, viceversa, a mostrarli. La moda è di per sé un condizionamento. Se così non fosse, non esisterebbe la moda; essa è infatti l’imposizione di un gusto,di una scelta, di un modello, di un colore ad un pubblico vasto e vario nei suoi gusti, che accetta le scelte imposte proprio perché quelle scelte “vanno di moda”. Se ognuno di noi non prestasse occhi ed orecchi alle vetrine, ai giornali, alla pubblicità, la moda non esisterebbe e verrebbe a mancare, soprattutto in Italia, una importante industria. Non bisogna infatti dimenticare che la moda non è solo un piacere di indossare un abito o di scegliere un colore piuttosto che un altro, ma è fondamentalmente un colossale giro d’affari in cui, sopratutto l’Italia, occupa uno dei primi posti nel mondo.

Mensile - Austria euro 4,40 - Francia euro 4,50 - Spagna euro 5,20 - Lussenburgo euro 4,70


MILANO DELUDE

febbraio 2008

Ma Milano Moda Donna che, volente o nolente, si era adeguata al suo desire, si è ritrovata non solo dimezzata, ma anche meno gestibile. I marchi si sono sovrapposti, hanno fatto “a pugni” per piazzarsi nei giorni giusti di Vittorio Zucconi

mente, dopo tutto il possibile raccomandarsi a Dio e corazzarsi l’anima di preci solenni, finalmente, dunque, l’attacco… Il ricordo ora è più nitido. Io ero fra i cavalieri della seconda ondata, disgraziatamente.Eravamo stati posti a caricar troppo prossimi alle prime schiere per accorgerci del macello incombente e troppo distanziati e lanciati via dalle terze per frenar il galoppar e far ritorno all’accampamento. Lo sfrecciar maledetto d’assicelle non risparmiò nessuno dei compagni che ci precedeva, neppure Carlo I d’Albret, Conestabile di Francia, di sua stessa parola certo di falciar via senza eccessivo sforzo quella marmaglia fecciosa di villici inglesi. S’era fatta una gran ironia sui nostri nemici; disperati, si diceva ridendo, reietti delle campagne arruolati da militari ubriaconi che ne avevan fatto infimi arcieri durante le domeniche,

Scarpa Fratelli Rossetti

Gotham

VENTIQUATTRO ORE CON EMI Albergo, casting, trucco: una giornata con una delle modelle protagoniste della fashion week. Cosa abbiamo scoperto? Chi è bella e vuol sfilare

IL MASSIMO CALORE

Capo impermeabile e traspirante. Composizione : • tessuto esterno 70D x 100D 4.0 oz/yd2 dobby HyVent™ nylon 2L , • imbottitura 550 pimino d’oca , • fodera 50D 1.9 oz/yd2 plain woven nylon Hyvent™ Technology La piuma è la più leggera, calda e comprimibile imbottitura disponibile sul mercato. Gotham utilizza sono piume di altissima qualità che garantiscono il massimo calore al minor peso.

1. LIVELLO BASE TERMALE

2 up’n’down

MODA

Tagli inconsueti e tacchi vertiginosi per una collezione che esalta il corpo femminile di Simone Marchetti

come

MANIA

N

Una grande nuvola de fumo e fiamme uscì dal fronte. che catapulta.Li alemanni erano cavalieri esperti, mentre li fanti Padovani no. ch’abbia mai veduto. Nella banalità delle tragedie s’impone, inoltre, il silenzio. Provo a gridar; nessuna risposta. Impossibile che non mi sentano… Continuo a buttar fuori tutto il fiato che m’è rimasto in corpo. Niente. Eppure sono vicini. Li vedo là, due pezzenti dall’aria usa al sangue che raccolgon i corpi dei soldati più umili, evitando i nobili ingabbiati – credo, sia perché a quelli van di norma ben diversi onori e sepoltura, sia perché sarebbe impresa irrealizzabile il sollevarli e posarli su quel cigolante carro colmo di cadaveri, e trascinarli via-. Ce ne son una decina così, di queste carriole fracassate; ogni carriola ha la sua processione accodata di figli, madri, mogli…i lor pianti son tanto più falsi quanto più urlati. Li sento, io. Perché non senton loro i miei? Il cordoglio vero, il puro lutto si scorge solo su poche persone: quelli che taccion e chinan lo sguardo a terra. Sono vicini. tempestoso delle corti nobiliari.

ome, cognome, età, indirizzo. Genere. Ecco il profilo della nostra identità ufficiale. Ma se leviamo la casella dove appare M o F, che succede? Son ore che mi raffreddo qui dentro, svanendo in lentezza col sopravanzar della tenebra esterna sulla perenne gelata tenebra interna dell’armatura. Occhi e bocca,questo solo del mio corpo posso muover. E naturalmente il pensiero. Esso per primo corre, supera nel tempo le cose che vedo e confusamente, quasi si trattasse di ere tramandate da echi gravi e penosi, ripropone al presente le minime fasi dello scontro armato cui Dio aveva assegnato il compito - è una certezza che constato or ora - di farmi sfiorar dalla potenza della Morte. All’inizio i discorsi pronunziati dal vociare largo e falsamente maestoso del Conestabile d’Albret…non ha importanza se scordo i suoi motti, giacché non valevan la sonante moneta di cui eran stati investiti. Poi le urla, l’insultarsi disperso nelle reciproche distanze e final-

2. LIVELLO MEDIO

3. LIVELLO SHELL

F

ermarsi. Esiste un limbo nel cuore dell’Europa. Esiste solo per chi nasce da quelle parti e non può fare altro che parlarne ed esportarlo. Una specie di varco spaziotemporale in cui non si muove nulla se non un pensiero circolare. Ne sono cittadini illustri Italo Svevo e Kafka, Joseph Roth e Lernet-Holenia, Ivo Andric e Musil, Freud e Drago Jancar, sloveno, classe ‘48, autore dell’ennesimo figlio del limbo della Mitteleuropa: Aurora boreale (tr. it. D. Betocchi e E. Lenaz, Bompiani, 16,50 euro). E’ il 1938, a Maribor, paesino della Slovenia un uomo ha un appuntamento con il socio che non arriva mai. Ha scelto quel paese perché lì ha vissuto da bambino, anche se poco ricorda. Ha scelto una claustrofobica stanza d’albergo e un’eterogenea compagnia con cui passare, senza voglia e senza interesse, le sue stanche giornate. Non succede nulla, solo sporadiche apparizioni: un barbone che grida che Cristo è risorto, una donna sposata con la quale avrà una relazione, un’impiegata delle poste zoppa che sembra esserci solo per ripetere che non è giunto nessun telegramma, uno strano personaggio che porta un incomprensibile messaggio in codice. Per il resto, serate di un occultismo stanco e di maniera, sogni che attirano la realtà del giorno seguente e, sullo sfondo, l’appuntamento di sangue che l’Europa ha con

se stessa sotto un cielo colorato dall’aurora. Camminare. Un uomo parte da Berlino e va a piedi verso est. In Polonia già non capisce più la lingua. Non importa, l’uomo parlerebbe poco comunque. In Bielorussia scopre che c’è sempre qualcuno più a est di qualcun altro. In Russia l’est è est fino a Mosca, tappa fi-

non incontrarsi di sguardi, la lunga Spoon River dell’Europa rimasta congelata per decenni che sembrano secoli. Tornare. La paranoia criminale di Stalin arrivò ad accusare di filonazismo un intero popolo. Nel 1944 i ceceni furono deportati in massa in Kazakistan. Vi rimasero tredici anni, poi tornarono alle loro case o quel

Eppure fuori è buio e la direttora con occhiali da sole è già arrivata, introdotta dalla vispa riverenza della pierre di turno. nale di questo viaggio. Mosca si considera di nuovo ovest. Pellegrinaggio, reportage, soliloquio di chi è costretto a passare troppo tempo con se stesso: non si sa bene che cosa sia questo Berlino-Mosca, un viaggio a piedi di Wolfgang Buscher (tr. it. L. Grossi, Voland, 14 euro). Una passeggiata con lo sguardo voltato verso oriente attraverso paesi e genti che ormai guardano soltanto verso occidente. E in questo

che restava. Cinquant’anni dopo scoppia la cosiddetta prima guerra cecena dalle ceneri dell’Unione Sovietica. Da una parte la federazione russa, dall’altra gli indipendentisti e i primi barlumi jihadisti al loro fianco. I ceceni sopravvivono anche questa volta e in due anni vincono una campagna che sembrava impossibile contro l’esercito russo che se ne va da Grozny mentre si incomincia a sentire parlare di un certo

Vladimir Putin. La giovane Repubblica arranca, le ferite nel cuore della classe dirigente che ha lasciato la guerra sono troppo profonde, troppo solo quel popolo, troppo vicino alla Russia. Il barlume jihadista sta diventando un fuoco, lo sconosciuto burocrate sta diventando uno zar. E la Cecenia ripiomba nella guerra. Una guerra combattuta sulla testa della gente tra due nemici che non la chiamano mai con il suo vero nome, ma usano espressioni come lotta al terrorismo o guerra santa. Ricordi di nonne, ricordi di combattenti che hanno perso amici, ricordi di bambina di un padre musulmano e gioiosamente laico che smise di bere per dieci anni quando nacque la figlia. Ricordi di questa figlia, una ragazza che se ne è andata e ora, da lontano, continua a combattere per il suo paese. Si chiama Milana Terloeva, il suo libro si intitola Ho danzato sulle rovine (tr. it. F. Gori, Corbaccio, quato in 14 euro).

di Dario Oliviero


“Pronto Condom”

Cinema

Grace Jones

MUSICA... DA “24” CARATI Queste speciali cuffie, che fungono anche da collana, sono realizzate con oro da 24 carati o argento dipende tutto dal prezzo che vuole spendere.

U

Il Dandy è sempre e innanzitutto una persona “fuori luogo” e “fuori tempo”. Un “anacronismo vivente”, un disadattato in un mondo sempre più globalizzato e livellato verso il basso. Il Dandy è un aristocratico del pensiero e delle idee, pur non essendo sempre facilmente collocabile politicamente. Un “reazionario anarchico” lo si potrebbe chiamare con un felice ossimoro. Egli è sempre e ovunque un uomo libero, amante della seduzione, dei piaceri e dell’avventura. Non è ricco, a volte, spesso anzi, vive al di sopra dei propri mezzi. Il Dandy ha cura non del suo avere, quanto piuttosto del proprio Essere, cosciente com’è della propria singolarità. E’ un rivoluzionario che però combatte per l’ancien regime, un agente del caos che riporta l’ordine, in nome di un’Estetica... (da il Dandy. Oscar Wilde)

no strappo nel bel mezzo della con fezione e il gioco è fatto: il profilattico è pronto per essere indossato. Grazie a uno speciale sistema di packaging, infatti, il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si auto-scarta mentre si indossa. In questo modo, assicura il suo inventore Willem van Rensburg, può essere messo in men che non si dica. «I più lenti, ci possono mettere tre secondi – afferma Roelf Mulder, uno dei collaboratori dell’inventore ma normalmente si può indossare in un secondo». Inutile però cercarlo in farmacia. Il nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, dove si potrà acquistare. Nel paese africano, si contano 5,5 milioni di sieropositivi e, nonostante le numerose iniziative e campagne di informazione, l’uso del preservativo non è ancora diffuso. Rensburg è convinto che con questo espediente si possa invogliare anche i più restii, a usarlo. il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si autoscarta mentre si indossa. In questo modo, assicura il suo inventore Willem van Rensburg,

afferma Roelf Mulder, uno dei collaboratori dell’inventore ma normalmente si può indossare in un secondo». Inutile però cercarlo in farmacia. Il nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, dove si potrà acquistare. Nel paese africano, si contano 5,5 milioni di sieropositivi e, nonostante le numerose iniziative e campagne di informazi-

sistema di packaging, infatti, il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si autoscarta mentre si indossa. In questo modo, assicura il suo inventore Willem van Rensburg, può essere messo in men che non si dica. «I più lenti, ci possono mettere tre secondi – afferma Roelf Mulder, uno dei collaboratori dell’inventore ma normalmente si può indossare in un secondo». Inutile

Moda e tecnologia si fondono insieme in qualche cosa di unico, questo sarà il futuro. (Uma Turman) one, l’uso del preservativo non è ancora diffuso. Rensburg è convinto che con questo espediente si possa invogliare anche i più restii, a usarlo. il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si autoscarta mentre si indossa. In questo modo, assicura il suo inventore Willem van Rensburg, può essere messo in men che non si dica. «I più lenti, ci possono mettere tre secondi – afferma Roelf Mulder, uno dei collaboratori dell’inventore ma normalmente si può indossare in un secondo».

però cercarlo in farmacia. Il nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, dove si potrà acquistare. Nel paese africano, si contano 5,5 milioni di sieropositivi e, nonostante le numerose iniziative e campagne di informazione, l’uso del preservativo non è ancora diffuso. Rensburg è convinto che con questo espediente si possa invogliare anche i più restii, a usarlo.il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si auto-scarta

nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, dove si potrà acquistare. Nel paese africano, si contano 5,5 milioni di sieropositivi e, nonostante le numerose iniziative e campagne di informazione, l’uso del preservativo non è ancora diffuso. Rensburg è convinto che con questo espediente si possa invogliare anche i più restii, a usarlo.il Pronto Condoms, come è stato chiamato, non deve essere aperto e scartato, ma si auto-scarta mentre si indossa. In questo modo, assicura il suo inventore Willem van Rensburg,nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, in questo modo nuovo profilattico super veloce sarà in commercio nei prossimi giorni in Sud Africa, unico posto al mondo, per il momento, dove si potrà acquistare. Nel paese africano, si contano 5,5 milioni di sieropositivi e, nonostante le numerose iniziative e campagne di informazione, l’uso del preservativo non è ancora diffuso. Rensburg è convinto che con questo anche i più restii, a usarlo.

” DOLCE&GABBANA di Andrea Frattolillo di Carola Ponti

“La gente pensa al divertimento più che ai vestiti Il marchio in vista? Non lo vuole più nessuno”. La moda ha stufato. C’è un’overdose di offerta in giro. Via, si cambia, è il momento di raddrizzare il tiro, Dolce e Gabbana senza giri di parole fotografano il momento di stanchezza delsettore dell’abbigliamento.

di Red Ronnie Sono di nuovo tra noi, nelle nostre orecchie, per radio, tra i subwoofer di un club... Ma, a vederli così, in mezzo a tutta questa gente indaffarata che è accorsa alla presentazione del loro quinto lavoro Push The Botton, i più normali di tutti sembrano proprio Ed Simmons (il calmo) e Tom Rowlands (l’ex-capellone), ovvero i Chemical Brothers.Rilassati, gentili, calati in jeans che (forse) hanno visto dei tempi migliori e in giacconi che sembrano provenire da un emporio qualunque di Manchester, i “fratellini” ci hanno confidato di sentirsi un po’ meno “chimici” rispetto agli eccessi del passato ma sempre in pallaquando c’è da produrre della musica elettronica di qualità...Sound System...”. Non mi dite che anche voi avete ceduto alla moda di quel combo newyorchese? Ad ascoltare il vostro “Push The Button” non si direbbe proprio... “Beh, sai com’è, gli LCD sono bravi oltre ad essere degli ottimi produttori... Certo, tutto quel mix di rock, funk e dance non è che sia così originale: certa roba la facevano già i Clash ed i New Order tanti anni fa...”. Quel titolo, “Push The Button”, suona allo stesso tempo misterioso e sinistro... “Well, è il nostro lavoro... Come noi ‘premiamo bottoni’ per fare musica, forse il pubblico che ci ascolta dovrebbe fare altrettanto con i ‘tasti’ delle loro vite... Una frase come ‘Push The Botton’, infatti, ci dà l’idea che ognuno di noi è in grado di far accadere qualcosa. Certo, se a premere il bottone ci pensa una persona malvagia, bisogna mettere in preventivo che qualcosa di brutto possa accadere: hai presente le armi nucleari?”. Brrr, cambiamo discorso. Dove avete registrato l’album? “Questo cd è stato realizzato in campagna dopo otto anni che lavoravamo a stretto contatto con i ritmi frenetici di Londra e dei suoi studios: forse è per questo che ha un mood così tranquillo e pacifico...”. La vostra voglia di sperimentare, però, non vi ha abbandonati neppure in mezzo a tutta quella quiete bucolica... “Non poteva essere altrimenti... E’ da quando eravamo dei teenagers che ci è sempre piaciuto sperimentare: allora aggiungevamo delle semplici chitarre elettriche a delle drum-machines ,

mentre oggi ci piace lavorare con dei campionamenti più, ehm, ‘pesanti’ mixandoli poi a dei suoni creati per l’occasione...”. Anche in questo disco le “collaborazioni di lusso” (dal raper Q-Tip alla freak-band The Magic Numbers passando per Tim Burgess dei Charlatans) si sprecano... Cosa hanno portato all’opera tutte queste forze fresche? “Ehm, neppue noi lo sappiamo finchè non ascoltiamo il risultato finale! Nel senso che i Chemical Brothers, di norma, non scrivono i testi perciò ogni volta è una sorpresa scoprire cosa verrà fuori da tutte queste folli jam-session... I Magic Numbermentre oggi ci piace lavorare con dei campionamenti più, ehm, ‘pesanti’ mixandoli poi a dei suoni creati per l’occasione...”.mentre oggi ci piace lavorare con dei campionamenti più, ehm, ‘pesanti’ mixandoli poi a dei suoni creati per l’occasione...”. Anche in questo disco le “collaborazioni di lusso” (dal raper Q-Tip alla freak-band The Magic Numbers passando per Tim Burgess dei Charlatans) si sprecano... Cosa hanno portato all’opera tutte queste forze fresche? “Ehm, neppue noi lo sappiamo finchè non ascoltiamo il risultato finale! Nel senso che i Chemical Brothers, di norma, non scrivono i testi perciò ogni volta è una sorpresa scoprire cosa verrà fuori da tutte queste folli jamsession... I Magic Numbermentre oggi ci piace lavorare con dei campionamenti più, ehm, ‘pesanti’ mixandoli poi a dei suoni creati per l’occasione...”. mentre oggi ci piace lavorare con dei campionamenti più, ehm, ‘pesanti’ mixandoli poi a dei suoni creati per

Ad ogni vostra nuova uscita c’è sempre qualcuno che accende un cero e afferma che un mondo della Dance senza i Chemical Brothers non avrebbe granchè senso... “Mah, è solo un punto di vista... Certamente noi non ci sentiamo nè i portavoce nè i salvatori dell’universo-dance. E chi l’ha detto poi che la musica da ballo è in crisi? La scorsa estate, ad esempio, abbiamo partecipato a dei festival e sotto al nostro palco l’atmosfera era sempre la stessa: gioiosa. Qualche tempo fa, inoltre, eravamo in un club di Parigi ed alcuni nostri amici non la finivano più di parlarci bene dell’ultimo disco dei LCD ad esempio, sono stati davvero imprevedibili. Abbiamo anche noi partecipato a dei festival e sotto al nostro palco l’acclamazione. Dolce e Gabbana i due stilisti di Lignano in una foto di Luca Sorrentino.

In principio fu la prima Woodstock, quella del '69: festival di pace e contestazione, di sesso e allucinogeni, di fango ed emozioni. Ci fu poi la seconda Woodstock, quella del '94: stessa pioggia, più merchandising, meno improvvisazione. Infine c'è stata la Woodstock del '99: caldo, servizio d'ordine più rigido, ma anche rabbia e incidenti. E sempre, nelle tre occasioni, due protagoniste assolute: la musica, da un lato, e la voglia di esserci, a ogni costo, dall'altro. Ci fu poi la seconda Woodstock, quella del ‘94: stessa pioggia, più merchandising, meno improvvisazione. Infine c’è stata la Woodstock del ‘99: caldo, servizio d’ordine più rigido, ma anche rabbia.

Musica

Il migliore, il più variegato, il più innovativo, il più scandaloso e scandalizzante disco degli Stones: con "Sympathy for the Devil"; c'è bisogno di tradurre? Il Diavolo, impersonato da un Jagger quanto mai luciferino e sarcastico, si presenta al mondo. E lo fa con molta cortesia e con un pizzico di presunzione, vantandosi dei suoi numerosi successi e puntando il dito contro gli uomini, impegnati nei secoli a combattere e morire "per gli dèi che loro stessi avevano creato". Lui c’era, quando Gesù Cristo vagava nel dubbio e nel dolore, e si assicurò personalmente che “Pilato si lavasse le mani, sigillando così il Suo destino”.

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La tecnologia ha influenzato la moda, la rivoluzione nella telefonia, ha portato a innovazioni tecnologiche. La moda ne ha tratto giovamento? I cambiamenti. Dal vecchio cellulare, ai super moderni palmari. Generazioni a confronto. di Lorenzo Cherubini hanno saputo contenerla. Il pubblico, i consumatori, hanno amato profondamente i dischi nelle loro successive incarnazioni, dal 78 giri al 45, dall’Lp alla cassetta, fino al cd e all’iPod. Ma la battaglia tra questi ultimi due, il compact disc e l’iPod sembra la stia vincendo il secondo. Il motivo, mi sembra, è semplice: voi discografici avete perso il dominio della copia, che è passato completamente nelle nostre mani, quelle dei consumatori. Da quando la musica è diventata digitale non siete più voi gli unici a poter fabbricare dischi. Con i nostri computer e i masterizzatori siamo in grado di copiare la musica su cd fatti in casa, di produrre compilation, di rimescolare i dischi più celebri, di riprodurre gli album originali, e queste operazioni sono talmente poco costose da farci dubitare del valore di un cd originale. Non solo: mentre fino a qualche anno fa le copie che compravamo dai pirati erano su cassetta, qualitativamente inferiori agli originali su vinile, oggi le copie del mercato pirata sono perfettamente eguali ai cd che si trovano nei negozi. Certo, non ci sono le indicazioni sui dischi, le copertine sono a dir poco

Un prodotto nuovo, distribuito su nuovi canali”. E la novità sta in un perfetto mix di tradizione e tecnologia. (Cristina Maniero)

come

Moda

C

ari discografici chi vi scrive è stato ed è un grande appassionato di musica, un forte consumatore di musica, una persona che per merito del mercato discografico ha potuto conoscere ed amare migliaia, decine di migliaia, di dischi e di artisti. Ed è con grande malinconia, tristezza, che osservo il declino, costante e apparentemente ineluttabile, del mercato discografico odierno, il declino del cd. Ormai non fa più nemmeno notizia. Dieci per cento in meno, 20 per cento in meno, il calo costante delle vendite, i licenziamenti, le ristrutturazioni, si susseguono con tale rapidità da lasciare ormai indifferenti gli spettatori, che già immaginano come andrà a finire. La colpa? è del cd, del compact disc. O meglio, la colpa è nostra, degli appassionati, dei consumatori, che si sono disaffezionati al supporto, che non vogliono bene al cd. No, non vi meravigli il termine “voler bene”. Chi ama la musica ama anche gli oggetti che hanno saputo contenerla. Il pubblico, i consumatori, hanno amato profondamente i dischi nelle loro successive incarnazioni, dal 78 giri al 45, dall’Lp alla cassetta, fino al cd e all’iPod. Ma la battaglia tra questi ultimi due, il compact disc e l’iPod sembra la stia vincendo il secondo. Il motivo, mi sembra, è semplice: voi discografici avete perso il dominio della copia, che è passato completamente nelle nostre mani, quelle dei consumatori. Da quando la musica è diventata digitale non siete più voi gli unici a poter fabbricare dischi. Con i nostri computer e i masterizzatori siamo in grado di copiare la musica su cd fatti in casa, di produrre compilation, di rimescolare i dischi più celebri, di riprodurre gli album originali, e queste operazioni sono talmente poco costose da farci dubitare del valore di un cd originale. Non solo: mentre fino a qualche anno fa le copie che compravamo dai pirati erano su cassetta, qualitativamente inferiori agli originali su vinile, oggi le copie del mercato pirata sono perfettamente eguali ai cd che si trovano nei negozi. Certo, non ci sono le indicazioni sui dischi, le copertine sono a dir poco raffazzonate, magari anche le masterizzazioni non sono tra le migliori, ma il risultato è soddisfacente per chi spende i 5 euro (spesso anche meno) richiesti dai venditori di strada. Vi siete mai chiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c’è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza cohiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c’è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza cohiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c’è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza co

febbraio 2008

TECNOLOGIA

MODA O HI-TECH

SamsungArmaniNP520.

raffazzonate, magari anche le masterizzazioni non sono tra le migliori, ma il risultato è soddisfacente per chi spende i 5 euro (spesso anche meno) richiesti dai venditori di strada. Vi siete mai chiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c’è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza cohanno saputo contenerla. Il pubblico, i consumatori, hanno amato profondamente i dischi nelle loro successive incarnazioni, dal 78 giri al 45, dall’Lp alla cassetta, fino al cd e all’iPod. Ma la battaglia tra questi ultimi due, il compact disc e l’iPod sembra la stia vincendo il secondo. Il motivo, mi sembra, è semplice: voi discografici avete perso il dominio della copia, che è passato completamente nelle nostre mani, quelle dei consumatori. Da quando la musica è diventata digitale non siete più voi gli unici a poter fabbricare dischi. Con i nostri computer e i masterizzatori siamo in grado di copiare la musica su cd fatti in casa, di produrre non oggetti. hiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c’è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza.

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U

mani, disumani, super umani: comunque “bestiali”, come appena usciti dalle pagine di un catalogo di creature immaginarie, eppure già in mezzo a noi. Ecco i robot del terzo millennio, macchine costruite a immagine e somiglianza dell’uomo (e della donna) che hanno fratelli a forma di insetti e di serpenti. Hanno cervello. Avranno anche l’anima? Dimenticatevi le bambole gonfiabili da sexy shop. Il futuro del sesso è high-tech. Ne è convinto David Levy, studioso di intelligenza artificiale all’Università di Maastricht (Olanda), che prevede che entro il 2050 un qualche Stato americano (il Massachusetts, secondo lui) legalizzerà i matrimoni misti. Tra umani e robot. Staremo a vedere. Per intanto, per fare solo sesso c’è già tutto quello che serve. Assurdo? Forse no, almeno a vedere Andy, questa sensuale umanoide prodotta dalla tedesca First Androids. In pratica, una “bestia” che è un po’ bambola, un po’ donna, un po’ robot. Andy ha un

corpo che si scalda nei punti Il futuro del sesso è high-tech. Ne è convinto David Levy, studioso di intelligenza artificiale all’Università di Maastricht (Olanda), che prevede che entro il 2050 un qualche Stato americano (il Massachusetts, secondo lui) legalizzerà i matrimoni misti. Tra umani e robot. Staremo a vedere. Per intanto, per fare solo sesso c’è già tutto quello che serve. Assurdo? Forse no, almeno a vedere Andy, questa sensuale umanoide prodotta dalla tedesca First Androids. In pratica, una “bestia” che è un po’ bambola, un po’ donna, un po’ robot. Andy ha un Il futuro del sesso è high-tech. Ne è convinto David Levy, studioso di intelligenza artificiale all’Università di Maastricht (Olanda), che prevede che entro il 2050 un qualche Stato americano (il Massachusetts, secondo lui) legalizzerà i matrimoni misti. Tra umani e robot. Staremo a vedere. Per intanto, per fare solo sesso.

di Susanna Galesso

Aree comuni Sistemazione finale delle pavimentazioni Realizzazioni controsoffittature Aree commerciali Completamento tramezzi interni di separazione Realizzazione di vetrine e serrande Ghiacciaie Recupero dei manufatti ed area esterna Opere impiantistiche di completamento elettriche, termiche ed idriche

PARCHEGGIO INTERRATO (per 110 posti auto)

ANNO INIZIO PROGETTO

1997

COSTO PROGETTO

8.421.310

ANNO INIZIO LAVORI

2001 settembre

SUPERFICE

3000

NEGOZI PREVISTI

ANNO TERMINE LAVORI

2005 settembre

PIAZZA CENTRALE

1650

AREA COMMERCIALE

euro

metri quadrati

metri quadrati

4700

metri quadrati

32 4650

metri quadrati


Valentino

RISTORANTI Un sushi da Armani, un caffè da Gucci, un piatto stellato da Trussardi: a Milano crescono i locali delle grandi firmecontatto. di Benedetto Ferrara

S

i abbassa l’età del primo contatto con la droga: ora, il gruppo più interessato è quello tra i 14 e i 19 anni, che attraverso il ‘passaparola’ con i compagni di scuola prova per la prima volta uno spinello o una delle cosiddette ‘sostanze ricreazionali’, espressione tecnica quanto ambigua che indica ecstasy, anfetamina e in generale le pasticche che si consumano in discoteca o nel weekend. Il 32,1% dei giovani dai 14 ai 24 ha fatto uso di cannabis e il 4,8 di cocaina, uno o più volte nella vita. E cambia la natura stessa delle droghe: oggi, nella cannabis e nei suoi derivati, che arrivano soprattutto dal Nord Africa, la percentuale di principio attivo può arrivare fino al 15%, mentre negli anni Settanta, quando gli spinelli diventarono di moda, non si superava il 2-3%. I ragazzi che vanno regolarmente a scuola, comunque, sono più protetti. Il documento. Sono soltanto alcuni dei fenomeni fotografati dalla relazione

L´indirizzo più nuovo è il Romeo Gigli Café, che ha scelto la zona Navigli (via Fumagalli) per un exmagazzino ampio e suggestivo, tutto bianco e tutto vetri. che il Dipartimento nazionale per le politiche Presidenza del Consiglio ha appena consegnato al Parlamento. Insieme ad un preciso richiamo: occorre dedicare più attenzione e maggiori investimenti alla lotta alla droga, anche perché i servizi pubblici (oltre 500 in Italia, ai quali si aggiunge un migliaio di comunità accreditate) che se ne occupano e molte comunità sono stati progettati trent’anni fa e nessun ragazzino ci entrerebbe mai. Spiega Andrea Fantoma, medico, direttore generale del Dipartimento: “Abbiamo lavorato sui dati del 2004, incrociandoli poi con quelli che arrivano dal resto d’Europa. E abbiamo avuto la conferma che i ragazzi entrano sempre più presto in contatto con le sostanze e che nella maggior parte dei casi non hanno una percezione giusta del rischio che corrono”. La prevenzione. Così, la prevenzione dovrà iniziare prestissimo, tra i 6 e i 10 anni, e passa attraverso i centri sportivi: un programma sperimentale coinvolgerà 5.000 famiglie che parteciperanno direttamente ad attività di informazione-gioco insieme a istruttori e animatori, a lato delle attività sportive dei figli. Ai genitori, come già avviene in Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti, verrà insegnato a comunicare meglio con i figli e a cogliere i segnali di rischio. “Ci sono troppe campagne di comunicazione sovrapposte tra loro - aggiunge Fantoma - Serve invece più collaborazione col privato sociale, e ‘educazione tra pari’, ovvero ragazzi formati per poter parlare nelle scuole ai loro coetanei e far capire che

non è più interessante chi si droga, ma chi ne sa fare a meno”. Le conseguenze. Ma chi sono i ragazzi ‘protetti’? E quali quelli più a rischio? La relazione del Dipartimento indica la conoscenza del rischio come l’elemento più importante per non diventare dipendenti. Ma solo il 10% degli italiani ritiene che le droghe leggere (un’espressione rifiutata come troppo generica dagli uffici governativi) comportino un rischio. Un buon livello di scolarità è il secondo strumento per proteggersi, mentre chi fuma o abusa di alcol corre più rischi di utilizzare anche droghe. Ma i dati più preoccupanti arrivano dall’Espad, l’agenzia europea di Lisbona che si occupa di salute; tra i giovani, il 60% di chi ha utilizzato ‘sostanze illegali’ negli ultimi dodici mesi ha avuto un calo nell’andamento scolastico, e solo per il 20% i voti sono rimasti gli stessi. Lo stesso gruppo di giovani non era controllato dai propri genitori nel 45% dei casi. Solo il 20% tra i ragazzi che hanno usato stupefacenti ne ha invece parlato con i familiari. E il 70% dello stesso campione avrebbe inoltre manifestato comportamenti aggressivi o conflittuali in casa e a scuola. La proposta. Fantoma tiene a distinguere le polemiche politiche dalla proposte operative: “La nostra opinione è naturalmente quella che non sia corretto depenalizzare sostanze come i derivati della cannabis, ma naturalmente molti esponenti politici la pensano altrimenti. Esiste però una grande maggioranza di tecnici che condivide con noi l’obiettivo di migliorare e far evolvere i servizi al pubblico, creando dei luoghi diversi dai tradizionali Sert e più simili a un normale ambulatorio dove va chi, ad esempio, ha un problema di diabete. Nello stesso centro, i giovani e le famiglie potrebbero trovare aiuto rispetto all’uso di sostanze, di alcol, ai disturbi alimentari e alla dipendenza dal gioco”. I fondi. Mancano però i fondi pubblici per un investimento così importante. “A noi - risponde Fantoma - serve soprattutto l’attenzione e la volontà politica del Parlamento.Nell’attesa di nuovi servizi (se ne parlerà a Palermo dal 5 al 7 dicembre nella conferenza nazionale dedicata al tema), mancano i dati sui risultati della circolare firmata un anno e mezzo fa dal ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti che imponeva alle scuole di denunciare alle forze dell’ordine gli studenti scoperti a fare uso di qualsiasi tipo di droga. E si punta invece su speciali insegnanti. Dipartimento nazionale per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio ha appena consegnato al Parlamento. Insieme ad un preciso richiamo: occorre dedicare più attenzione e maggiori investimenti alla lotta alla droga, anche perché i servizi pubblici (oltre 500 in Italia, ai quali si aggiunge un migliaio di comunità accreditate) che se ne occupano conseguenze. Ma chi sono i ragazzi ‘protetti’? E quali quelli più a rischio? La relazione del Dipartimento indica la conoscenza del rischio come l’elemento più importante per non diventare dipendenti. Ma solo il 10% degli italiani ritiene che le droghe leggere (un’espressione rifiutata come troppo generica dagli uffici governativi) comportino un rischio. Un buon livello di scolarità è il secondo strumento per proteggersi, mentre chi fuma

Il medico

„ L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa. (Valentino)

Ristoranti e bar, è il cibo di moda A meno che l’ultimo grado di appello, il Tas, che dovrebbe riunirsi entro un mese, non alleggerisca la vita di questo attaccante dai piedi preziosi che se ne va a spasso con un cappellino ultra fashion in testa e uno straordinario accento fiorentino macinato grosso come compagno di vita. “Spero che succeda qualcosa di bello. È il mio sogno, la mia speranza”. Flachi, proviamo a riguardare quelle tacche sul muro. Dodici mesi se ne sono andati. Dentro cosa c’era? “Tanta paranoia. Pasticche per dormire. Paura a uscire di casa, gente che sparisce, quelli che invece non ti tradiscono e ti restano accanto. E poi la mia famiglia, i miei figli, Valentina, mia moglie, tanti dvd, una squadra con cui allenarmi e provare a divertirmi per rimanere quello che sono sempre stato e sono ancora: un calciatore”. Andiamo per ordine: la paranoia, i sonniferi. “Quando ti trattano in quel

modo ti senti una specie di criminale. E così ho lasciato Genova e sono venuto qui sul mare per provare a ricominciare. Solo che non sapevo come e cosa. So di essere un uomo fortunato. Ho avuto tanto. Però quando all’improvviso il tuo paesaggio si ribalta non capisci più niente, ti prendono strane angosce e va a finire che la notte non dormi più”. Ma oltre il calcio non c’è proprio niente? “Sa cosa si dice tra calciatori: quando pensi a cosa farai dopo sei già un ex. E io ancora non ci voglio pensare”. Perché ha paura ad uscire di casa? “Mi è capitato più di una volta di ritrovarmi in un ristorante con la mia famiglia e di vedere gente che mi indica e mi guarda come se fossi un delinquente. Non è una cosa piacevole. Così come non è piacevole dover dire le bugie a mia figlia”. “È la cosa che mi ha fatto più male. No, la

La settimana della moda milanese si è conclusa con un positivo sguardo al domani. Per la consacrazione di due expromesse, 6267 e Albino, ma anche grazie a due rassegne dedicate ai giovani talenti, NUDE e White Club.

I

il 29 febbraio. Il 7 marzo sarà in concerto a Milano. «I pezzi li firmo tutti io e raccontano di come ci si sente tra i 18 e i 19 anni. Le canzoni sono un po’ tristi, parlano di tradimenti e sconfitte sentimentali. Quando sono felice non ho tempo per scrivere. Ci riesco soltanto se sono depressa». Nel video di «Chasing Pavements», il singolo che ha trainato l’album, i protagonisti sono due amanti che hanno appena avuto un incidente. «È un inno alla fine di un amore e ai rimpianti che ti assalgono subito dopo. La canzone è autobiografica: sapevo che con un ragazzo sarebbe finita male, e infatti, la nostra relazione assomigliava a “uno schianto d’auto”». In «Daydreamer» si spinge oltre e canta del suo amore per un ragazzo bisessuale; lui dice di provare per lei gli stessi sentimenti ma fugge con un gay. Bizzarra, ha spiegato di aver sviluppato un «metodo» per comporre senza sosta: «Miinnamoro apposta delle per-

sone sbagliate». La sua casa discografica l’ha scoperta su MySpace. Ora Adele appartiene alla schiera di fanciulle del pop britannico, da Lily Allen a Kate Nash, alle nuovissime Amy Macdonald (il suo cd «This Is the Life » ha cacciato dal primo posto nelle classifiche «In Rainbows» dei Radiohead) e Amy Duffy, la gallese etichettata come la «rivale» di Adele. Intanto alla Adkins i critici hanno già consegnato un premio comemiglior artista esordiente al Brit Awards. Occhi smeraldo e fisico procace («Porto la 46», ha confessato senza imbarazzo lei, che vive in un Paese dove le coetanee sono ossessionate dalla taglia 36), non fa uso di droghe e vorrebbe smettere di fumare perché fa male alla gola. Adele è cresciuta con lamamma e vive ancora con lei nel quartiere londinese di Tottenham («Avrei voluto comprare un appartamento con

Economia

di Valentina Etrira.

I NUOVI NOMI DELLO STILE l Times l’ha definita la «nuova Amy Winehouse ». Però la vita «maledetta» della cantante di «Rehab» non si addice ad Adele Adkins, la promessa della musica inglese. «La gente non fa che chiedermi se mi consumerò come AmyWinehouse—ha ammesso in un’intervista —. Prima di tutto, nessuno, me compresa, sa che fine farà. Ma ogni volta mi dico: “Naturalmente no”. Posso vedere il suo volto triste in prima pagina, ma poi sull’iPod ascolto “Back to Black” e ricordo che ha un talento straordinario. Ma se a Amy avessero chiesto: “Finirai come Billie Holiday?”, sono sicura avrebbe detto “No”».Adele (il cognome l’ha tolto perché lo «odia») va pazza per le canzoni sentimentali. D’amore parlano i brani del suo album di debutto, «19» (come i suoi anni), del produttore Mark Ronson, lo stesso della Winehouse. Appena pubblicato in Gran Bretagna è salito al primo posto delle classifiche. In Italia uscirà

Non so se riuscirò ad urlar ancora, fra poco. Qua par esserci tutta la sventurata fazione armagnacca e non un viso rivolto a questo cavaliere caduto in piedi, non uno che venga a constatar che son ancor di questo mondo…eh, ma son stanco, il sonno mi stringe ed io vedo, comprendo lo sgomento di quelli che vengon per piangere i loro morti, quelli che vengon e credon di trovare una di quelle mediocri sconfitte cui da quasi cent’anni i nostri nemici dell’isola bastarda c’han abituato a sostener, vengon e trovan invece un massacro senza precedenti, un’onta irrecuperabile e destinata a perdurar, una scena di distruzione che mai ha avuto memorie di eguale gravità. Né a Salamina, né a Maratona, né ad Alesia, né a Legnano, né a Gerusalemme s’è mai veduta una simile disparità di forze ed un risultato meno prevedibile e sconvolgente. La Francia non dimenticherà di certo Azincourt! La gente mi passa accanto, non mi vede neanche. Non ho più voce ormai. «Cercare di valutare il comportamento di un ‘hedge fund’ é come “tentare di inchiodare”. Mondo ci sono circa diecimila hedge fund, i cui asset complessivi secondo l’Hedge Fund Research (Hfr) – raggiungono la cifra complessiva di 1.870 miliardi di dollari. Quando i mercati finanziari vennero scossi dall’ultima grande crisi (quella del 20002001) di hedge fund.

Oggi é difficile fare una previsione su come questi fondi reagiranno in una situazione di agitazione dei mercati. Molti sono destinati al fallimento, altri – concepiti proprio per ricavare benefici dalla crisi – potrebbero anche guadagnare un sacco di soldi. Gli hedge funds, che in italiano vengono tradotti generalmente in ‘fondi speculativi’ o ‘fondi a rischio’ non sono una novità degli ultimi anni (negli Stati Uniti risalgono addirittura agli anni Cinquanta). Sono concepiti per un mercato di persone agiate, di aziende e di manager, visto che per la legge americana gli investitori devono avere un patrimonio di un milione di dollari (minimo) o entrate nette per oltre 200mila dollari. L’obiettivo é semplice, ed è quello di produrre rendimenti costanti nel tempo: con investimenti ad alto rischio e con possibilità di ritorni molto fruttuosi. Il più famoso é stato il Quantum Fund, creato nel 1970 da George Soros e Jim Rodgers. Nei successivi dieci anni il fondo ebbe un rendimento del 3.365 per cento (42,5 per centro ogni anno per 10 anni), creando le basi della grande fortuna di Soros. Che divenne famoso, ancora più del suo fondo, nel ‘venerdì nero’ del 16 settembre 1992, quando vendette allo scoperto più di 10 miliardi di dollari in sterline, costringendo di fatto (almeno così si dice) la Banca d’Inghilterra ad uscire dallo Sme e a svalutare la sterlina. Soros guadagnò allora una cifra stimata .

di Vera Shiavazzi

up’n’down 3


Una mostra al Museo della Guerra di Rovereto racconta, attraverso il mutare dell’abbigliamento femminile, come il primo conflitto mondiale trasformò la donna. di Laura Pasoni

M

a facciamo un passo indietro. Non tutti magari sanno cosa è una directory. Una Web directory non è altro che una sorta di catalogo dove vengono archiviati in modo ragionato, all’interno di precise categorie tematiche, links (collegamenti ipertestuali) a siti Web con relative descrizioni ed informazioni varie su di essi. Una caratteristica importante della directory è la presenza in modo attivo dell’uomo che visita, descrive ed archivia i siti Web all’interno del catalogo virtuale (quanto tali azioni sono fatte con cura e attenzione, dipende dalla grandezza e dalla serietà delle singole directory, difatti molte directory si affidano soltanto alle segnalazioni dei vari proprietari degli stessi siti Web archiviati). In pratica si tratta di uno strumento di ricerca che va ad affiancare il classico motore di ricerca che, come detto, al contrario della la directory, è totalmente affidato “alla macchina” e non “all’essere umano”. A questo punto sicuramente molti si staranno chiedendo perchè mai dovrebbero ricercare “a mano” tramite una directory quando esiste il motore di ricerca che procede in automatico a restituire i links che stiamo

cercando. La risposta esiste ed è significativa. Vi invitiamo a leggere l’articolo “Motore di ricerca o Web directory” che il sottoscritto stesso ha scritto. L’articolo illustra quali sono le differenze e quando conviene utilizzare l’uno o l’altra. Riprendendo il discorso intrapreso ad inizio articolo, stavamo facendo notare come praticamente tutti i grandi portali stiano snobbando sempre più la directory, uno strumento che invece sarebbe molto utile per l’utente ma a condizione che sia fatto bene e curato con regolarità. Uno strumento che esiste praticamente da quando Internet è nata, o almeno da quando è arrivata all’utente privato. Ma perchè allora i grandi portali stanno seguendo questa tendenza che porta a far sparire sempre più le directory? E perchè invece noi di Freeonline stiamo andando contro tendenza e puntiamo sempre più sulla nostra directory? Ecco, nel nostro articolo volevamo appunto rispondere a queste due domande. Perchè i grandi portali stanno facendo sparire le directory dai loro servizi? Innanzitutto l’avvento dell’ADSL e delle connessioni veloci in genere rende meno frustrante ricercare con un motore di ricerca anche se poi, prima di scovare ciò che veramente stiamo cercando, si renda necessario aprire vari siti e sfogliare svariate pagine. Prima questa operazione era veramente noiosa, adesso

le pagine Web si aprono velocemente e l’operazione è meno frustrante. Inoltre le tecnologie dei motori di ricerca (Google in primis) si sviluppano sempre più e quindi i risultati sono più attinenti a ciò che veramente stavamo cercando. Altro importante motivo che porta le aziende proprietarie dei portali a non amare più le Web directory, è dato dalla grande richiesta di risorse che si rendono necessarie per mantenerle attive e ben funzionanti. Come minimo serve difatti una redazione che segua le segnalazioni dei Webmaster, che le corregga, che le verifichi, che le aggiorni regolarmente. I siti sul Web sono sempre di più e questo lavoro diventa sempre più difficile ed oneroso per le aziende. I grandi portali hanno come obiettivo quello di diventare delle vere e proprie “macchine da soldi”, quindi, come è facile capire, l’onerosa richiesta di risorse non combacia più con l’obiettivo del sito e la directory viene abbandonata. Perchè Freeonline è contro tendenza e fa della directory il proprio core business? La risposta è semplice: è il nostro lavoro e ci crediamo. Noi nasciamo come Web directory, non ci sentiamo un portale. Crediamo molto nella Web directory come strumento di ricerca, quindi ci investiamo gran parte delle nostre risorse per mantenerla attiva e funzionante nel miglior modo possibile. Ogni sito che inseriamo in archivio viene visitato con cura, quando si renda necessario viene testato, poi viene recensito e reso disponibile per l’utente. Data la particolarità della nostra directory, noi verifichiamo sempre con particolare attenzione che il servizio da segnalare sia effettivamente gratuito (ricordiamo che Freeonline archivia esclusivamente servizi e risorse gratuite). Come capite si tratta di un lavoro impegnativo, visto il numero dei siti presenti, ma per renderle una vita longeva non basta... Allo stesso tempo crediamo difatti che anche la directory debba evolversi e crescere insieme al resto di Internet. La directory di Freeonline si è quindi da tempo adeguata alla tendenza che vuole rendere il Web uno strumento collaborativo, uno strumento che renda il navigatore una figura attiva. In realtà - e quì perdonatemi la mancanza di modestia - molto prima che tale tendenza fosse definita “Web 2.0”, Perchè Freeonline è contro tendenza e fa della directory il proprio core business? La risposta è semplice: è il nostro lavoro e ci crediamo. Noi nasciamo come Web directory, non ci sentiamo un portale. Crediamo molto nella Web directory come strumento di ricerca, quindi ci investiamo gran parte delle nostre risorse per mantenerla attiva e funzionante nel miglior modo possibile. Ogni sito che inseriamo in archivio viene visitato con cura, quando si renda necessario viene testato, poi viene recensito e reso disponibile per l’utente. Data la particolarità della nostra directory, noi verifichiamo sempre con particolare attenzione che il servizio da segnalare sia effettivamente gratuito (ricordiamo che Freeonline archivia esclusivamente servizi e risorse gratuite). Come capite si tratta di un lavoro impegnativo, visto il numero dei siti presenti, ma per renderle una vita longeva non basta... Allo stesso tempo

Testament

Valentino

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Il cui stile inconfondibile è rimasto inalterato nel tempo da quando, alla fine degli anni ’50, vestiva Elisabeth Taylor e Audrey Hepburn, fino a oggi, epoca in cui le nuove dive di Valentino si chiamano Gwyneth Paltrow e Jennifer Lopez.

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’’ QUANDO LA MODA DIVENTA TENDENZA R

4 up’n’down

2003 e la Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna, da sempre laboratorio delle più innovative tendenze dell’apparire e del “bon vivre”, detta legge anche quest’anno nei suoi bar, caffè, ristoranti e discoteche. Sul fronte del look, tassativo optare per contrasti equilibrati, tralasciando gli eccessi da “fashion victim”. Il bianco e nero, che perseverano soprattutto nei capi spalla (jeans e gonne bianchi) anche nelle versioni più sofisticate e “light” (blu molto scuro e bianco panna) si mescolano ad accessori pieni di colore (rosa

e turchese le tinte dominanti) quali scarpe, borse e foulard. Se il “military look” comincia a stancare, a sostituirlo c’è l’abbigliamento da rapper e quello da skateboardista (jeans e pantaloni extralarge, felpe e sneakers Nike e Puma), mixati con un “tocco” fashion (una giacca o una camicia griffate). Ai piedi dei più modaioli ci saranno anche quest’anno “sneakers” - al secolo scarpe da ginnastica - nelle colorazioni più vivaci (Merrel e Pirelli in testa, seguite da Adidas Yamamoto), mentre le donne si “arrampi-

come come

VESTI LA MODA?

Una grande storia italiana

icordate bene: “Non sentitevi a disagio da chi è diverso da voi , e ha un look anticonvenzionale, spesso potrebbe essere più avanti!” La Riviera Adriatica da Marina di Ravenna a Riccione “laboratorio” dei trend del 2003 per quanto riguarda look e immagine – “Dominano” i colori e soprattutto le tinte rosa e turchese nell’abbigliamento, il wellness e la bicicletta, i libri di poesia e i tormentoni di Zelig – Gli “Street bar” luoghi di ritrovo per essere IN. Ecco, è arrivata l’Estate

febbraio 2008

Moda COSTUME TECNOLOGIA

LOOK GIOVANILE

cheranno” su tacchi vertiginosi e sandali con tacco a stiletto (al bando gli stivali), abbinati a gonne strette e svasate in fondo o minigonne, magari come i mini shorts sfrangiati. Cina e India domineranno su abiti, pantaloni e gonne con i loro suggestivi simboli e icone tipiche (ideogrammi, farfalle e draghi), in contrasto con il look minimalista giapponese. Tra i gadget assolutamente da non perdere la “pen drive usb” (memoria tascabile per computer).

di Laura Pasoni

icordate bene: “Non sentitevi a disagio da chi è diverso da voi , e ha un look anticonvenzionale, spesso potrebbe essere più avanti!” La Riviera Adriatica da Marina di Ravenna a Riccione “laboratorio” dei trend del 2003 per quanto riguarda look e immagine – “Dominano” i colori e soprattutto le tinte rosa e turchese nell’abbigliamento, il wellness e la bicicletta, i libri di poesia e i tormentoni di Zelig – Gli “Street bar” luoghi di ritrovo per essere IN. Ecco, è arrivata l’Estate 2003 e la Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna, da sempre laboratorio delle più innovative tendenze dell’apparire e del “bon vivre”, detta legge anche quest’anno nei suoi bar, caffè, ristoranti e discoteche. Sul fronte del look, tassativo optare per contrasti equilibrati, tralasciando gli eccessi da “fashion victim”. Il bianco e nero, che perseverano soprattutto nei capi spalla (jeans e gonne bianchi) anche nelle versioni più sofisticate e “light” (blu molto scuro e bianco panna) si mescolano ad accessori pieni di colore (rosa e turchese le tinte dominanti) quali scarpe, borse e foulard. Se il “military look” comincia a stancare, a sostituirlo c’è l’abbigliamento da rapper e quello da skateboardista (jeans e pantaloni extra-large, felpe e sneakers Nike e Puma), mixati con un “tocco” fashion (una giacca o una camicia griffate). Ai piedi dei più modaioli ci saranno anche quest’anno “sneakers” - al secolo scarpe da ginnastica - nelle colorazioni più vivaci (Merrel e Pirelli in testa, seguite da Adidas Yamamoto), mentre le donne si “arrampicheranno” su tacchi vertiginosi e sandali con tacco a stiletto (al bando gli stivali), abbinati a gonne strette e svasate in fondo o minigonne, magari come i mini shorts sfrangiati. Cina e India domineranno su abiti, pantaloni e gonne con i loro suggestivi simboli e icone tipiche (ideogrammi, farfalle e draghi), in contrasto con il look minimalista giapponese. Tra i gadget assolutamente da non perdere la “pen drive usb” (memoria tascabile per computer), per portarsi sempre appresso il contenuto del proprio hard disk ed accedervi quando si vuole da qualsiasi internet cafè (come il Cyber di Bellaria o quello della Galleria di Palazzo Arpesella a Rimini), i polsini in spugna nei colori arcobaleno della bandiera della pace, il tappo d’argento lavorato a serpente per la bottiglia d’acqua da appendere alla cintura o al collo, e le maxi cuffie da dj professionista. Tornano in auge gli

Amelia Johnson fotografata da Abdul


occhiali con lenti di forma rotonda, mentre resistono quelli a mascherina, ma solo se proporzionati al viso. Tra i gadget assolutamente da non perdere la “pen drive usb” (memoria tascabile per computer),Al top comunque saranno, se li troverete, quelli di Matrix, in titanio con la lente nera, o tutti quelli con lenti . Perchè Freeonline è contro tendenza e fa della directory il proprio core business? La risposta è semplice: è il nostro lavoro e ci crediamo. Noi nasciamo come Web directory, non ci sentiamo un portale. Crediamo molto nella Web directory come strumento di ricerca, quindi ci investiamo gran parte delle nostre risorse per mantenerla attiva e funzionante nel miglior modo possibile. Ogni sito che inseriamo in archivio viene visitato con cura, quando si renda necessario viene testato, poi viene recensito e reso disponibile per l’utente. Data la particolarità della nostra directory, noi verifichiamo sempre con particolare attenzione che il servizio da segnalare sia effettivamente gratuito (ricordiamo che Freeonline archivia esclusivamente servizi e risorse gratuite). Come capite si tratta di un lavoro impegnativo, visto il numero dei siti presenti, ma per renderle una vita longeva non basta... Allo stesso tempo crediamo difatti che anche la directory debba evolversi e crescere insieme al resto di Internet. La directory di Freeonline si è quindi da tempo adeguata alla tendenza che vuole rendere il Web uno strumento collaborativo, uno strumento che renda il navigatore una figura attiva. In realtà - e quì perdonatemi la mancanza di modestia - molto prima che tale tendenza fosse definita “Web 2.0”, Perchè Freeonline è contro tendenza e fa della directory il proprio core business? La risposta è semplice: è il nostro lavoro e ci crediamo. Noi nasciamo come Web directory, non ci sentiamo un portale. Crediamo molto nella Web directory come strumento di ricerca, quindi ci investiamo gran parte delle nostre risorse per mantenerla attiva e funzionante nel miglior modo possibile. Ogni sito che inseriamo in archivio viene visitato con cura, quando si renda necessario viene testato, poi viene recensito e reso disponibile per l’utente

Scontenti e non Al Parlamento Europeo in cui si chiedeva di introdurre il bando alle importazioni, esportazioni e vendita di pellicce di cane e gatto, di fattura prevalentemente cinese, all’interno dell’Unione Europea. E Petizioni” e firmata dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto Europea. E Petizioni” e firmata dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto uestione sollevata rientra nella sfera di attività del Parlamento Europeo. La Commissione competente, in questo caso la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori affinché sia. Al Parlamento Europeo in cui si chiedeva di introdurre il bando alle importazioni, esportazioni e vendita di pellicce di cane e gatto, di fattura prevalentemente cinese, all’interno dell’Unione Europea. E Petizioni” e firmata

dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto Europea. E Petizioni” e firmata dal Presidente Marcin

dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto Europea. E Petizioni” e firmata dal Presidente Marcin

Animali

dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto Europea. E Petizioni” e firmata dal

di Maria Filippi

LA NUOVA MODA

L’OIPA ha ricevuto risposta alla Petizione scritta inviata al Parlamento Europeo in cui si chiedeva di introdurre il bando alle importazioni, esportazioni e vendita di pellicce di cane e gatto, di fattura prevalentemente cinese, all’interno dell’Unione Europea. E Petizioni” e firmata dal Presidente Marcin Libicki, si legge che la petizione è stata considerata e dichiarata ammissibile in base ai termini del Regolamento di Procedura. in quanto la questione sollevata rientra nella sfera di attività del Parlamento Europeo. La Commissione competente, in questo caso la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori affinché sia tenuta in considerazione.

Libri

Uno dei più grandi nomi della moda italiana, più volte premiata per il suo impegno nell’esportazione del gusto italiano all’estero, amante della cultura e del bello, Laura Biagiotti ci ha parlato di se stessa, del suo rapporto con il tempo. di Maria Filippi

S

ulle barricate, come sempre. Patti Smith non ha perso il vizio di credere in un mondo diverso e più giusto, che è possibile costruire tutti insieme. Come? Lottando uniti contro i signori della guerra e gridando forte la nostra indignazione. E senza dimenticare la forza eversiva e culturale del vecchio rock. Questo e molto altro ci ha detto Patti nel corso del suo viaggio in Italia: Piacere di risentirla, mrs. Smith. Che novità ci porta? Ogni tour è differente, ci sono nuove persone da incontrare e nuove cose da fare: il bello del rock è proprio questo. Stavolta sono concentrata contro il conflitto iracheno: sono molto contenta della forte reazione degli italiani contro le guerra. Anche se non siamo riusciti a fermarla abbiamo mostrato in maniera decisa il nostro dissenso. Sono felice di essere qui e parlare di questi argomenti, unire le nostre risorse e contribuire a creare un movimento di protesta. Un concerto-comizio, quindi? Non esattamente. Certe canzoni parlano da sole, come People Have the Power. Oppure posso recitare una poesia, a volte basta la mia chitarra elettrica. Quando sono particolarmente arrabbiata, però, mi metto ad urlare. Contro

l’amministrazione di Bush, per esempio. A proposito: che cosa ne pensa del suo presidente? Ne penso malissimo. Sono completamente contraria alla sua amministrazione. In ogni sua espressione: la guerra in Iraq e la politica di ricostruzione di quel paese, per cominciare. Ma anche negli Usa Bush sta facendo danni: la difesa dell’ambiente e dei diritti civili non contano nulla, a lui e alla sua gente interessano solo i soldi e il potere. Quindi continuerò a dargli contro. Scusi, ma è ancora convinta che “gente abbia il potere”? Contro la guerra hanno manifestato in milioni, eppure non è servito... Il fatto è che la gente ha il potere, ma non lo usa. E, poi, solo in Europa sono scesi così in tanti nelle strade. In America no. Da noi la gente ha ancora paura per l’11 settembre e s’è dimenticata delle proprie potenzialità. Ripeto: la gente ha il potere solo se lo usa. Le persone devono unirsi e combattere. Mai mollare. Vedo troppa rassegnazione in giro, troppi che dicono: “Oh, ancora bombe in Iraq, pazienza...”. Bisogna continuare a combattere perché i cambiamenti non avvengono da soli: lottammo a lungo contro la guerra in Vietnam e ci volle del tempo prima di far cessare il conflitto. Ma ce l’abbiamo fatta. Qual’è il modo giusto per combattere? Unirci. Cominciare a parlarci, non arrenderci, non avere paura. Solo perché una volta non hai vinto, non puoi mollare. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Come disse Bob Marley: “Get Up Stand Up Don’t Give Up The Fight”... Esatto. Devi tenere duro, anche se perdi. Quelli al potere cercano di demoralizzarti, è la loro strategia. Invece dobbiamo stare svegli e all’erta, dal loro del filo da torcere, fargli sentire il nostro fiato sul collo, far capire che ci siamo. E li stiamo tenendo d’occhio. In un’intervista ha dichiarato che il suo prossimo album sarà forte, poetico, politico e polemico. Vero. Ci saranno tanti tipi di canzoni. Alcune allegre, altre tristi. Ci sarà un pezzo su Rachel Corrie, la ragazza uccisa mentre cercava di fermare i bulldozer che demolivano le case dei palestinesi. E ci sarà una canzone molto forte contro l’occupazione Usa in Iraq. Comincerò a registrarlo alla fine di questo tour, in settembre. E se tutto andrà bene uscirà nel gennaio 2004. Il titolo? E’ un segreto, sorry... Almeno ci darà qualche anticipazione live? No. In tanti registrano i miei concerti e non vorrei che le nuove canzoni finissero subito in qualche bootleg. Sono un po’ vecchio stile e credo che i dischi debbano essere ancora una sorpresa. Paura di Internet? No. Non m’importa che le persone si scambino le mie canzoni. Però, almeno, lasciate che prima le registri...La gente vuole ascoltare la mia musica e non ha abbastanza soldi? Ok, scarichino pure dalla rete. La mia vita è il rock’n’roll e il rock’n’roll è per la gente. Per stasera a Genova ha preparato qualcosa di particolare? Sì, reciterò una poesia che ho scritto per Phunt Sok Nyidron, una monaca tibetana messa in carcere dai cinesi perché cantava per la strada. Laggiù la gente non può cantare pezzi folk: lei, per protesta, l’ha

fatto ed è stata sbattuta in galera. Una detenzione, ormai, da dodici anni. Così le ho dedicato una piccola poesia per far sì che la sua storia non venga dimenticata. Me la sono immaginata da sola in cella che ricorda dettagli quotidiani come i capelli della madre o il padre che la portava sulle spalle. Piccole umanissime cose. Torniamo alla musica. Tira una gran brutta aria di crisi: come la vede? Male. Quel che mi rende infelice è constatare come il music business e fenomeni tipo Mtv abbiano rovinato la nostra cultura. Mtv cerca solo di far soldi instillando nei giovani una mentalità consumistica, invece di aiutare i ragazzi a crescere ed evolvere. L’industria ha preso il rock’n’roll. Nessuno bada più ai suoi aspetti poetici, spirituali e rivoluzionari. E lei come se la cava? Ora incido per un’altra casa discografica, la Columbia, dove sono molto gentili. Rispettano le mie idee politiche e artistiche: non ho un budget milionario per il mio album, ma almeno non mi chiedono di girare video-spot e assurdità simili. Per capirci: sono grata e felice del mio lavoro di musicista, ma credo anche sia giusto rifiutare cose che non senti giuste. Qual’è il modo giusto per combattere? Unirci. Cominciare a parlarci, non arrenderci, non avere paura. Solo perché una volta non hai vinto, non puoi mollare. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Come disse Bob Marley: “Get Up Stand Up Don’t Give Up The Fight”... Esatto. Devi tenere duro, anche se perdi. Quelli al potere cercano di demoralizzarti, è la loro strategia. Invece dobbiamo stare svegli e all’erta, dal loro del filo da torcere, fargli sentire il nostro fiato sul collo, far capire che ci siamo. E li stiamo tenendo d’occhio. Oggi c’è un ritorno di certo rock underground anni Settanta. E nuove bande nascono come funghi: le interessano? Per nulla. Non m’interessano le mode musicali. Preferisco approfondire tematiche spirituali o politiche piuttosto che seguire gli ultimi trend. E quando voglio ascoltare musica, ho una mia lista di preferiti. Per esempio? Blonde on Blonde di Dylan, A Love Supreme di Coltrane, molti spirituals, Maria Callas. E un sacco di Beethovem. A proposito: che cosa ne pensa del suo presidente? Ne penso malissimo. Sono completamente contraria alla sua amministrazione. In ogni sua espressione: la guerra in Iraq e la politica di ricostruzione di quel paese, per cominciare. Ma anche negli Usa Bush sta facendo danni: la difesa dell’ambiente e dei diritti civili non contano nulla, a lui e alla sua gente interessano solo i soldi e il potere. Quindi continuerò a dargli contro. Almeno ci darà qualche anticipazione live? No. In tanti registrano i miei concerti e non vorrei che le nuove canzoni finissero subito in qualche bootleg. Sono un po’ vecchio stile e credo che i dischi debbano essere ancora una sorpresa

Nel 1949 esce “Il secondo sesso” che fece, allo stesso tempo, successo e scandalo. Con veemenza da polemista di razza, de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna e i relativi attributi. In questo saggio l’autrice si esprime in un linguaggio nuovo, parla di controllo delle nascite e di aborto, sfida i cultori del bel sesso con ‘le ovaie e la matrice’. Provocando il pubblico conservatore, de Beauvoir cerca riconoscimento personale e solidarietà collettiva, e li avrà. In quanto la questione sollevata rientra nella sfera di universale è diventata una tra le fondamentali del Novecento.

Te lo dico io

-E’ impossibile leccari il gomito. -Un coccodrillo non può tirare fuori la lingua. -Il cuore di un gamberetto è nella testa. -In uno studio effettuato su circa 200.000 struzzi, durato più di 80 anni, non si è mai visto uno struzzo mettere la testa nella sabbia. -I porci non possono fisicamente guardare il cielo. -Più del 50% delle persone, in tutto il mondo, non hanno mai fatto o ricevuto telefonate. -Se starnutite troppo forte, potreste rompervi una costola. -Se tentate di trattenere uno starnuto, potrete causarvi la rottura di una vena nel cervello o nella nuca, e potreste morire -Se, contro natura, tenete gli occhi aperti mentre startunite, potrebbero uscirvi dalle orbite.

up’n’down 5



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