Alpino 1966

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ANNO XLVII - N. 6

(tiratura copie n. 211.800)

Direzione: VIA MARSALA, 9 - MILANO - Q. P. 130 C. C. 3/2620 - Ind. tei. ASSOCIALPINI - MILANO

Sarebbe facile abbandonarsi sf­ ronda del sentimento, scivolare adagio nei lirismo e finire nella retorica: cerchiamo di vincerci e

Abbonamento postale • gruppo III

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MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE

tra i sentimenti più innati e insop­ primibili dell’animo umano, l’altro è una sovrastruttura. La Patria la si ama come si ama la propria madre, e come dall’amo­ re per la madre si passa per esten­ sione all’amore per i fratelli, i con­ giunti, gli amici e via via per gli uomini che ci sono più vicini; così dall’ amor di patria, si arriva per estensione all’amore per le altre na­ zioni che ci sono più affini, più storicamente legate e via via per tutti gli altri popoli. L ’ amor di patria è generoso, al­ truista, espansivo; il nazionalismo è egoista, limitato, esclusivo. La Patria la si ama perchè la si vuole unita, libera, prospera per il lavoro dei suoi figli, tale da dare a tutti i suoi figli lavoro, sicurezza e pace; collaboratrice a parità di doveri e di diritti, con gli altri popoli di buona volontà, per il progresso giusto e pacifico di tutto il mondo.

CESARE B A TTISTI

Giugno 1966

ALPINI

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GRATIS Al SOCI - ABBONAMENTI: SOSTENITORI L. 1000 - MILITARI L. 100 - NON SOCI L. 500

La Patria la si ama per il con­ tributo che essa ha dato e conti­ nua a dare alla comune civiltà con le opere della sua arte, della sua scienza, della sua saggezza giuridica. La Patria la si ama per tutta la sua storia, con le sue luci e le sue ombre, i suoi sacrifici e le sue sofferenze; la si ama anche per i suoi errori, se questi, duramente scontati, hanno contribuito a dar­ le una maggiore maturità. Così amarono la Patria, Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, così la sognarono, e a que­ sto loro sogno sacrificarono la vita. La commemorazione solenne del loro sacrificio vuole ripresentare le loro luminose figure agli occhi di tutti gli Italiani memori e imme­ mori ; vuol far sentire a tutti viva e attuale la loro voce che con ac­ corata fermezza ci invita ad essere concordi, laboriosi, onesti; a darci in leale competizione di idee, giu­ ste e sagge leggi, ad amare la pace,

a tendere agli altri popoli animati dagli stessi propositi, la mano ami­ ca, mirando ad un domani migliore. Giuseppe Rosso

FABIO FILZI

DAMIANO CHIESA

di vedere con occhio e animo pu­ ro che cosa c’è in questa rievoca­ zione, di profondo, di vero, di vi­ vi» anche per i nostri tempi.

Le motivazioni delle Medaglie d'Oro

Cinquantanni fa tre uomini, uno nella pienezza della virilità, due nel fiore dell’età, salgono sul pa­ tibolo... sorridenti: no; sprezzanti: neppure. Anch’essi certo sono at­ taccati alla vita, anch’essi certo l’a­ mano, anch’essi certo lasciano af­ fetti immensi, rimpianti struggenti. Fieri, sì; sereni, sì; incuranti della fredda crudeltà degli aguzzini e de­ gli urli scomposti della ciurmaglia.

A CESARE BATTISTI « Esempio costante di fulgidi valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all'attacco, con mirabile slancio, la propri» Compagnia, sopraffatto dal nemi­ co soverchiente, resistette con po­ chi alpini fino all'estremo, finché, fra l'incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico, ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, pri­ ma di esalare l'ultimo respiro: "V iva l'Ita lia !" e infondendo co­ s ì, con quel grido e col proprio sacrifìcio, sante, nuove energie tà combattenti d'Italia ».

Qual è questa forza interiore che Il sorregge, li fa incedere con pas­ so sicuro, con lo sguardo dritto e fermo, che li pone così in alto, così al di sopra di quei piccoli uo­ mini, di quella folla sparuta e ghignante che li circonda?

Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916

Non abbiamo timore di chiamar­ la col suo vero nome, anche se per molti può avere il trito suono di un luogo comune, di una vieta espressione letteraria... ma è una forza immensa che è di tutti i luo­ ghi, di tutti i tempi, di tutti gli uomini degni di questo nome e che si chiama universalmente e sem­ plicemente: amor di Patria.

A FABIO FILZI « Nato e vissuto in terra italia­ na irredenta, all'inizio della guer­ ra fuggì l'oppressore per dare il suo braccio alla Patria, e seguen­ do l'esempio del suo grande mae­ stro, Cesare Battisti, combattè da valoroso durante la vittoriosa con­ troffensiva in Vallarsa, nel giugnoluglio 1916. Nell'azione per la conquista del Monte Corno, co­ mandò con calma fermezza e co­ raggio il suo plotone resistendo fi­ no all'estremo e soccombendo solo quando soverchiami forze nemiche gli preclusero ogni via di scampo. Fatto prigioniero e riconosciuto, prima di abbandonare i compagni protestò ancora contro la brutali­ tà austriaca e col nome d'Italia sulle labbra affrontò eroicamente il patibolo ».

Molte ideologie dei nostri tem­ pi ci parlano di un invecchiamen­ to, di un superamento di questo amor patrio e lo sostituiscono con l’europeismo, l’universalismo, senza pensare che tra l’uno e gli altri non c’è affatto incompatibilità, che questi anzi presuppongono quello e lo completano. L'errore forse dipende dal fatto che molto spesso si fa confusione tra amor di patria e nazionalismo, che tono due cose ben diverse e in certo senso antitetiche: l’uno è

Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916

TRENTO

(foto Pedrott-v)

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L 'A L P I N O

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1966

La riunione di maggio del Consiglio Direttivo Nazionale SEZIONE SVIZZERA — A Zugo adunata sezionale per l'inaugurazione del gagliardet­ to del Gruppo locale. SE ZIO N I DI VERONA ED ASIAGO — Pel­ 10 Luglio: legrinaggio annuale all’Ortigara. SEZIONE DI VARESE — Al Colle di Cren10 Luglio: na raduno intersezionale organizzato dal Gruppo di Gallarate per l’omaggio alla « Ma­ donnina delle Penne Mozze ». SEZIONE DI BRENO — IV Raduno Pelle­ 14-16 Luglio: grinaggio ai campi di battaglia della « Guer­ ra Bianca » - Zona dell'Adamello. 16-17 Luglio: SEZIONE D I TRENTO — Solenne celebra­ zione del cinquantesimo anniversario del sacrificio dei gloriosi Martiri Cesare Battisti, Fabio Filzi, Damiano Chiesa e raduno in­ terregionale delle Sezioni Trivenete. SEZIONE DI BRESCIA — Ad Irma an­ 24 Luglio: nuale raduno dei Gruppi della Sezione e disputa d e m i» edizione della gara di marcia di regolarità in montagna valevole per l’asse­ gnazione del Trofeo Caduti Alpini bresciani. SEZIONE DI VARESE — Raduno interpro­ 31 Luglio: vinciale a Marzio per i festeggiamenti alla « Madonnina degli Alpini » di Monte Marzio. SEZIONE DI CUNEO — A cura del Grup­ 7 Agosto: po di La Morra inaugurazione della Cap­ pella con relativo Faro sul Bricco del Den­ te di La Morra. SEZIONE DI A STI — A Tonco raduno in­ 7 Agosto: terregionale con la partecipazione della Se­ zione Svizzera. SEZIONE DI SALUZZO — Raduno annua: 14 Agosto: le provinciale organizzato dal Gruppo di Ostana (Alta Valle Po). 4 Settembre:: SEZIONE DI LECCO — Raduno annuale alla Chiesetta dedicata ai Caduti del Batta­ glione Morbegno del 5° Alpini, al Pian delle Betulle. 4 Settembre:: SEZIONE DI VERONA — Pellegrinaggio al Rifugio Scalorbi. : SEZIONE DI BASSANO — A Cavaso del 4 Settembre: Tomba raduno alpino. 4 Settembre SEZIONE DI PAVIA — A Broni raduno interprovinciale per commemorare la Me­ daglia Oro Gen. Franco Magnani. 4 Settembre: SEZIONE DI VICENZA — Adunata pro­ vinciale a Schio con particolare ricordo dei reduci del Val Leogra e celebrazione dei fasti gloriosi del Pasubio. 18 Settembre SEZIONE DI LECCO — A Belledo raduno per il decennale di fondazione del Gruppo e benedizione della rinnovata Cappella in me­ moria di tutti i Caduti in guerra. 18 Settembre SEZIONE DI PIACENZA — A Carpaneto Piacentino, adunata intersezionale. 18 Settembre SEZIO N I DI M ILANO E SONDRIO — A Bormio adunata regionale. 18 Settembre SEZIONE DI ASTI — A Monastero Bormida raduno regionale per la inaugurazione del Gruppo e benedizione del Gagliardetto. 25 Settembre: SEZIONE SVIZZERA — A Winterthur (Can­ tone Zurigo) adunata sezionale per l’inaugu­ razione del gagliardetto del Gruppo locale. SEZIONE ABRUZZI — Raduno interpro­ 9 Ottobre: vinciale ad Antrodoco. SEZIONE DI M ILANO — A Cassano d’Adda 16 Ottobre: concorso di fotografia alpina per il Trofeo G. D. Perrucchetti. 22-23 Ottobre SEZIONE SALO’ — Raduno per la celebra­ zione del 40° anniversario di fondazione della Sezione e benedizione del nuovo Ves­ sillo sezionale.

10 Luglio:

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Continuazione dalla

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Motivazione della Medaglia d'Oro A DAMIANO CHIESA Fervente apostolo della Italiani­ tà della sua terra, quando suonò l ’ora di affermarla con le armi tra i primi accorse come semplice soldato ed insistentemente solle­ citò finché ottenne l ’onore di es­ sere destinato ai reparti più avan­ zati dove rese utilissimi servizi in ardite operazioni ad immediato contatto dell’avversario, incurante dell’estrema gravità che avrebbe avuto per lui l’eventuale cattura. Sottotenente in una delle batterie più avanzate allo sferrarsi di un attacco di soverchianti forze ne­ miche, pur sapendo che era stato dato ordine ch’egli si fosse riti­ rato più indietro in caso di evi­ dente pericolo, volle rimanere al suo posto per sciogliere fino al­ l ’ultimo il voto del proprio pa­ triottismo. ed anche quando per l ’incontenibile appressarsi della travolgente onda avversaria i pez­ zi furono resi inservibili per esse­ re abbandonati volle restare a combattere cercando invano sul campo quella morte che sola or­ mai poteva salvarlo dal supremo martirio. Circondato e fatto pri­ gioniero, subì con stoica fermezza ì maltrattamenti dei nemici. Trat­ to dinanzi ai giudici riaffermò so­ lennemente i suoi sentimenti di appassionata italianità e con at­ teggiamento fiero affrontò il sup­ plizio, cadendo fucilato col nome d’Italia sulle labbra. Fulgido esem­ pio di patriottico ardore ed in­ signe eroismo. Costaviolina (Trento), 15-19 maggio 1916

F O N D A ZIO N E ACROPOLI A L P IN A »T R E N T O Elenco dei documenti, cimeli, ecc. offerti al Museo Storico Na­ zionale degli Alpini sulla Verru­ ca di Trento: — ANA, Gruppo di Riva del Garda: fotografìa della chiesetta dedicata ai caduti Alpini; — dalVAvv. Francesco Bonsembiante di Feltre: interessanti fo ­ tografie di guerra zone Cauriol e Grappa: — dalla Editrice T E M I di Tren­ to: volume Cesare Battisti nella Storia d ’Italia; — dal prof. Ezio Mosna: carte e pubblicazioni varie ; — dal Col. Aldo Raserò: decre­ to della costituzione delle Mili­ zie Alpine; — dal Gen. Luigi Peluselli: fo ­ tografie varie dei combattenti di Cheren; — dal Gen. E. Sartoris: il suo studio: t II Generale Cesare Ma­ gnani e il suo tempo » ;

Il 15 maggio, presso la sede nazionale di via Marsala 9 in Mi­ lano, ha avuto luogo la consueta riunione del C.D.N. E ’ stata ricordata la improv­ visa scomparsa del Presidente della Sezione del Brasile, Magg. Giuseppe Tomaselli e quella del Cap. degli Alpini Franco Ponzinibio, figlio della M.O. Col. Lino Ponzinibio, del Battaglione Ad­ destramento Reclute di Bra. Il Presidente Dott. Merlini co­ munica di aver inviato telegram­ mi di condoglianze ai familiari ed il C.D.N. esprime il suo cor­ doglio per i due luttuosi eventi. Riscontrandosi disparità di ve­ dute tra alcune Sezioni circa le medaglie d’oro al Valor Militare di competenza dei singoli vessilli, su proposta del consigliere na­ zionale A w . Erizzo (emendata secondo una proposta dell’A w . Benvenuti), viene nominata una

Commissione composta dai con­ siglieri nazionali Aw. Cesare Benvenuti, Rag. Bruno Moraschini e Cav. Enrico Guanciali Fran­ chi con l’incarico di esaminare queste pratiche e di proporre al Consiglio soluzioni che soddisfi­ no, nella osservanza dei regola­ menti, i desideri delle Sezioni interessate. Il Dott. Merlini dà notizia della costituzione della nuova Sezione del Perù con sede a Lima. Il Consiglio sanziona la costituzione di questa nostra nuova Sezione del Sud America. Il Presidente Nazionale riferi­ sce quindi il buon esito avuto dalla Adunata della Spezia che ha raccolto consensi ed espres­ sioni di elogio dalle più alte Autorità civili e militari nazionali e locali. Un elogio particolare rivolge il Consiglio ai componenti del ser­ vizio di « pulizia ».

Lettera dei bambini della 5a elementare di Pontegrotta • Maddaloni (Caserta) I bambini della 5a Classe ele­ mentare di Pontegrotta - frazione di Maddaloni (Caserta), istruiti dal benemerito ins. Elia Loviselli, ci hanno fatto pervenire la sim-

Riunione di Genieri Alpini L'annuale riunione dei Genieri Alpini del glorioso « Io Battaglio­ ne Genio per D A. Taurinense », svoltasi il 2 giugno, è stata par­ ticolarmente solenne per la ri­ correnza del 30° anniversario del­ la fondazione della specialità: necque nel 1936 la Ia Compagnia Mista, in Vercelli dal Io Reggi­ mento Genio, e fu la madre de. Battaglione, le cui gesta dal 1940 al 1945 sono parte integrante di quelle della leggendaria « Tauri­ nense », troppo, e a torto, di­ menticata. Ed è stato proprio nell’aurea Vercelli che si sono dati conve­ gno circa 150 reduci del Batta­ glione, ai quali si sono uniti i commilitoni in armi della Bri­ gata « Taurinense », che, il Ge­ nerale M.O. Tua, con simpatico ed apprezzato gesto, ha voluto fossero vicini ai loro colleghi anziani. Particolarmente cara e commossa è stata la presenza del Colonnello Giuseppe Robotti, Co­ mandante del Battaglione per il periodo 1942-43: egli fu accolto con grande entusiasmo dai suoi Genieri, e ritrovò per essi le umane parole di sempre. Nella solenne Basilica di S. An­ drea, officiata dal Cappellano Don Bolzone, la S. Messa riunì nel ricordo i morti ed i vivi, i lontani ed i vicini. Al Generale Musso, che ha por­ tato il saluto della Presidenza Nazionale dell’A.N.A., al Coman­ dante Robotti, a Prudenza solerte ed autorevole organizzatore della riunione con gli amici torinesi e vercellesi, a tutti gli Ufficiali, Sot­ tufficiali e Genieri Alpini, che non si dimenticano dell’annuale impegno e si ritrovano puntual­ mente, a tutti i familiari, invia un vivo ringraziamento ed un cordiale arrivederci il vecchio

Arturo Travostino — da Marco Camper: materia­ le e fotografie varie; — dal prof. Gabriele Poli, Molfetta: fotografia del Ten. De Jucidibus del Battaglione Bassano ; fotografìa del Maggiore degli Al­ pini Calò Mauro; — da Massimo Matteotti, Pinzolo: fotografie varie del ricupe­ ro di salme di caduti sui ghiac­ ciai deH’Adamello ; — dal Col. Guido Lambertini (Brigata Alpina Tridentina): fo ­ tografie di esercitazioni alpine, materiali vari ; — dalla Brigata Alpina Tauri­ nense a mezzo del Gen. Giovanni Armoni fotografie della spedizio­ ne « Winter express » ; — da Giovanni MaffezzoU dell'ANA Argentina: ordine del gior­ no del 5° Alpini in data 24 no­ vembre 1913 ; — dalle sig. Prof. Maria e Cle­ lia de Judicibus, Molfetta (a mez­ zo del prof. Gabriele Poli) il dia­ rio del Tenente Matteo de Ju­ dicibus del Battaglione Alpini Bassano, morto in prigionia nel novembre 1918 ; — dal Museo del Risorgimento di Trento: molte fotografie del­ l ’Esercito Austriaco fatte duran­ te la guerra 1915/18 sul fronte alpino.

Le offerte di documenti e cimeli vanno indirizzate a: FONDAZIONE ACROPOLI ALPINA - TRENTO CASELLA POSTALE M. 33

patica letterina che qui, volentie­ ri, pubblichiamo: Cari e buoni Alpini, Vanno scolastico è ormai finito, e noi ringraziamo voi tutti che ci

avete fatto compagnia durante questi mesi di scuola con il vo­ stro ricordo generoso. N o i vi abbiamo conosciuto can­ tando le vostre canzoni, e impa­ rando le poesie che parlano di voi, soldati bravi, buoni, valorosi. . N oi vi ricorderemo sempre. N oi facciamo a voi l'augurio di essere sempre bravi e coraggiosi per la nostra Italia che difendete sulle montagne, come hanno fatto nelle guerre i vostri papà e i nonni, sul Monte Nero e Ortigara, sul monte Golico e in Russia, e sulle montagne dell'Africa e della Ju­ goslavia. N o i vi pensiamo sempre e diremo sempre la preghiera de­ gli Alpini anche quando non ver­ remo più a scuola. Preghiamo i Signori Generali e Colonnelli di farvi mandare a tut­ ti voi Alpini Italiani queste pa­ role di affetto. Per piacere ci far te questo favore Generali e Co­ lonnelli Alpini? Viva gli Alpini. 1 giugno 1966. Alunni della 5• elementare Scuola di Pontegrotta - frazione di Maddaloni - provin­ cia di Caserta. « L'Alpino » ringrazia i cari bam­ bini per le commoventi espressio­ ni indirizzateci, augura loro buo­ ne vacanze e si compiace col mae­ stro Loviselli per la sua fede al­ pina che tanto efficacemente sa trasfondere nei suoi allievi.

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Il rigoglioso albero della stampa alpina continua a dare buoni frutti. L'ultimo — ultimo solamente in ordine di tempo — è LA P IU ’ BELA FAMEJA della Sezione « Tenente Antonio Marchi » di Pordeno­ ne uscito il 24 maggio u.s. Il suo titolo — che figura sotto una scenetta di intimità alpino­ montanara — è nato spontaneamente tanti anni or sono come esplo­ sione di entusiasmo, di gioia e di letizia in un gruppo di alpini di Pordenone felici di essere legati dalla comunanza di sentimenti, di ricordi, di simpatia. Oggi, questo titolo così significativo, è destinato a portare la voce della Sezione ai suoi alpini ogni quatro mesi, salvo ad intensificare la sua attività per l'awenire. Non è difficile essere buoni profeti nel preconizzare che questo simpatico giornale avrà vita prospera e sana — come vuole il suo nome — e che andrà oltre gli impegni assunti. « L ’Alpino», anche a nome di tutta la stampa alpina, gli porge il benvenuto con tanti fervidi auguri.

due "veci,, sempre in gamba


L 'A L P I N O

1966

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Il Raduno Interregionale

O R T IG A R A

delle Sezioni Trivenete

Ad un anno dalla scomparsa del Cardinale Padre Giulio Bevilacqua

A TRENTO IL 16-17 LU G LIO 1966

IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE Sabato 16 luglio Ore 16.30 - Deposizione di corone di bronzo, ai Monumenti di Cesare Battisti a Trento e di Fabio Filzi e Damiano Chiesa a Rove­ reto, da parte del Consiglio Direttivo Nazionale. Contempo­ ranea deposizione di corone di alloro, da parte della Sezione A.N.A. di Trento, ai Monumenti medesimi. O r« 17.45 - Deposizione di corone di alloro alla Fossa dei Martiri al Castello del Buonconsiglio da parte del Consiglio Direttivo Nazionale, della Sezione di Trento e delle Sezioni A.N.A. intervenute alla manifestazione. Ore 18.15 - Ricevimento in Municipio (V ia Belenzani) delle Autorità, del Consiglio Direttivo Nazionale e dei Presidenti di Sezione. Ore 21.30 - Concerto vocale del Coro della S.A.T. in onore degli invitati, alla Filarmonica (V ia Verdi).

Domenica 17 luglio Ore Ore Ore

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8.30 - Ammassamento ed incolonnamento delle Sezioni: Via Mila­ no, Via Prato, Via Piave e Via dei Mille, secondo gli ordini che verranno impartiti da Alpini muniti di bracciale A.N.A. 8.45 - Messa al campo, celebrata sul luogo deirammassamento. 9.30 - Inizio dello sfìlamento del corteo lungo il seguente per­ corro: Via 3 Novembre, Via Santa Croce, Piazza Fiera, Via S. Francesco, Via Galilei, Largo Carducci, Via S. Pietro, Via Manci, Via Belenzani, Piazza Duomo: per righe di otto Alpini. Le Sezioni sfileranno nello stesso ordine adottato per l’Adu­ nata Nazionale della Spezia, con la differenza che la Se­ zione Trento sfilerà per ultima, per dovere di ospitalità. La Sezione della Spezia rientrerà nel Settore ligure. A mano a mano che le Sezioni giungeranno in Piazza del Duomo si ammasseranno nel punto e nell'ordine che saranno indicati da appositi incaricati muniti da bracciale verde A.N.A. 11.30 circa (cioè ad ultimato afflusso ed ammassamento delle Se­ zioni che hanno partecipato al corteo) - In Piazza del Duomo: — Saluto del Sindaco di Trento, Dott. Edo Benedetti ai partecipanti, saluto del Presidente della Sezione di Trento Rag. Rinaldo Brocai agli Alpini intervenuti alla manife­ stazione e presentazione dell'oratore ufficiale. — Orazione ufficiale detta daH’A w . Ettore Erizzo. 13.— - Pranzo ufficiale presso l’Albergo Bristol offerto dalla Se­ zione di Trento alle Autorità, al Consiglio Direttivo Nazio­ nale, ai Presidenti delle Sezioni A.N.A. convenuti a Trento per la manifestazione.

APPELLO PER UN SIGNIFICATIVO INCONTRO In occasione del Raduno inter­ regionale tri veneto, indetto a Trento per il 17 luglio prossimo, io, sottoscritto, sarei felice di in­ contrarmi — dopo 50 anni — con gli Alpini del 7° reggimento coi quali ebbi personali contatti al­ l’alba dell'8 luglio 1916, quando, dopo un combattimento di 5 ore, gli Alpini del Capitano Carlo Ros­ si occuparono le trincee austria­ che di Fontana Negra nel gruppo delle Tofane. Io, vestito da tenente austria­ co, chiamai due Alpini (bellune­ si?) nella caverna dove mi ero rifugiato, nel Sasso Cubico di Fontana Negra. Con loro uscii dalla caverna per consegnarmi a un sergente (al quale regalai il mio portasigarette) e successiva­ mente a un sottotenente di Tre­ viso, che mi fece poi accompa­ gnare alla sede del comando, presso il Capitano Carlo Rossi. Restai otto giorni con gli Al­ pini a Pocol, mangiando alla mensa ufficiali; dopo di che, ac­ compagnato da un sottotenente (triestino), venni portato su un carro a Santa Giustina (Bellune­ se) in campo di concentramento. Avrò la grazia di incontrare questi miei « liberatori »? Auguro che tutti questi miei conoscenti siano prosperi e ve­ geti e che, inviandomi il loro in­ dirizzo, mi diano la possibilità di fissare un amichevole e alle­ gro appuntamento in quel di Trento, per poter esprimere a questi « Veci » la mia ricono­ scenza.

Il 10 luglio, in occasione dell'annuale pellegrinaggio all'Ortigara, verrà Inaugurata presso la Chiesetta del M. Lozze, a ricordo del compianto Cardi­ nale Padre Bevilacqua, una Lapide nella quale sarà incastonato un medaglione in bronzo. Sulla Lapide sono state scolpite le parole di una frase dettata dallo stesso Padre Bevilacqua: « Alpino, puoi cantare sul tuo Calvario perchè davanti a te ò passato Cristo ». Seguono i dati riguardanti lo Scomparso: « Giulio Bevilacqua • Cardinale di S.R.C. - n. Isola della Scala 14-8-1881 - m. Brescia 6-5-1965 • Sottotenente del Batt. Alpini « Stelvio » • Partecipò alla battaglia dell'Ortigara meritandosi due medaglie al V. M. ». L'opera è offerta dalla Cassa di Risparmio di Verona e dalla locale Se­ zione dell'A.N.A.

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Emilio De Pilati Vedasi a pag. 12 il grafico relativo all’ammassamento, incolonnamento e sfilamento delle rappresentanze e delle Sezioni.

LE FESTE REGGIMENTALI Piti di un anno fa, all'annuncio della soppressione delle « Feste di reggimento », avevamo invocato un ripensamento, affinchè non fosse stron­ cata una tradizione cara a tutti gli alpini. Avevamo previsto ciò eh» ab­ biamo constatato quest'anno, assi­ stendo il 24 maggio ad una cosiddet­ ta « Festa di Reggimento ». Diciamo « cosiddetta », perchè il 24 maggio è festa collettiva, di tutta l'Arma di Fanteria, • non può essere celebra­ zione di fasti di un reggimento sin­ golo, nella ricorrenza di una data in­ cisa nella sua storia per un episodio saliente e particolarmente significativo. La contemporaneità delle celebra­ zioni nella stessa giornata del 24 maggio e la perdita del significato tradizionale di ciascuna « festa V ci hanno fatto assistere con vero sgo­ mento ad una cerimonia alla quale erano presenti si e no quaranta per­ sone e due bandiere di associazioni, per onorare un reggimento decora­ tissimo. Ricopiavamo le tribune gremite de­ gli anni scorsi, la selva dei vessilli e delle bandiere, le rappresentanze dei Fanti, dei Bersaglieri, degli Artiglie­ ri, dei Genieri e di altri corpi, con le loro insegne, il Labaro del Nastro Azzurro, dei Combattenti e altri an­ cora. In quella circostanza non si ce­ lebrava soltanto un fatto d'arme par­ ticolarmente glorioso per il Reggimen-

to; si celebrava, in un ambiente fe­ stoso, la fraternità fra tutte le Armi a tutti i Corpi. Oggi nulla di tutto questo, natu­ ralmente, è possìbile vedere. Nella giornata del 24 maggio ciascuna As­ sociazione è impegnata per una par­ ticolare cerimonia; sorge per ciascu­ na di esse e per ciascuno di noi il problema: a quale cerimonia assiste­ re, oggi? Molti, disgustati, non assi­ stono a nessuna. Alla « Festa » alla quale abbiamo assistito, mancavano persino, tranne uno, gli ufficiali che in passato ave­ vano comandato il Reggimento, sem­ pre presenti in cinque o sei. Stringeva il cuore vedere i Reparti sfilare impeccabilmente, dinnanzi alla decoratissima Bandiera, in una cor­ nice di pubblico tanto misera. Negli anni scorsi i giovani soldati avevano in quel giorno la sensazione viva di essere oggetto dell'affetto e dell'am­ mirazione prorompente dal cuore dei loro predecessori, i quali vedevano in loro il meraviglioso rinnovarsi della eterna giovinezza dei gloriosi batta­ glioni. Quest'anno hanno avuto la de­ ludente impressione di un'indifferen­ za senza limiti. Una magnifica tradizione è stata spezzata; si vorrà e si potrà ancora riparare prima che sia troppo tardi?

Emilio Faldella

Trento - Via Spalliera 92 Telefono 25.608

Il medaglione in bronzo opera dello scultore veronese Nereo Costantini

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Articoli inviati per la pubblicazione su « L’ Alpino » L ’invito, reiteratamente pubblicato su « L ’Alpino» (vds. n. 7 - 1962 e n. 2 - 1965), col quale si chiedeva ai Gruppi di inviare gli articoli da pubblicare sul periodico nazionale, esclusivamente tramite le rispettive Sezioni, ha trovato sinora scarsissima osser­ vanza, per cui, sovente, le Sezioni hanno reclamato presso la Dire­ zione del nostro giornale lamentando la comparsa di notizie da loro ignorate o non condivise. Per quanto sopra, il Consiglio Direttivo Nazionale nella sua riunione del 3 aprile u. s., ha tassativamente stabilito che gli articoli inviati a « L’Alpino » per la pubblicazione, devono essere firmati o dal Presidente della Sezione o dall’addetto stampa, il cui nominativo deve essere preventivamente notificato dalle Se­ zioni alla Sede Nazionale. In conseguenza di quanto sopra si ribadisce che gli articoli eh* non porteranno, a convalida, le firme di cui sopra, saranno, (Poni in avanti, inesorabilmente cestinati.

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L' A L P I N O

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EDOLO

La consegna delle drappelle al battaglione «Edolo» Edolo pavesata di tricolori, di manifesti e di striscioni di ben­ venuto, illuminata da uno splen­ dido sole ha accolto festosamen­ te il 29 maggio centinaia e centi­ naia di penne nere convenute da ogni paese della Valle Camonica e da alcune località delle provinve trentine e lombarde. Magnifica adunata di « veci » e a bocia », che ha ridestato ed esal­ tato le gloriose gesta del batta­ glione Edolo, che, nel centro del­ l’alta Valle Camonica, ebbe i na­

tali ottanta e piu anni orsono. La manifestazione, organizzata dalla sezione ANA di Valle Camonica, e dal comune di Edolo, ha avuto in due fasi i momenti più commoventi. La prima si è svolta nel Municipio di Edolo, do­ ve alle ore dieci era fissato il ri­ cevimento delle autorità. Nella sala delle adunanze era riunito al completo il consiglio comunale, il quale doveva prendere una pub­ blica deliberazione: quella di in­ testare una via della cittadina al­ la memoria di un leggendario no­ me, Antonio Vaisecchi. Il sinda­ co di Edolo, senatore Alessandro Morino, dava il cordiale saluto agli ospiti, rievocava la figura d e 1l’alpino comasco Vaisecchi, eroico difensore della « Ridotta Lombarda », in terra di Libia do­ ve il battaglione Edolo scrisse le sue prime pagine di gloria e di sacrificio per la grandezza della Patria. Il senatore Morino chiudeva il suo fervoroso discorso, dicendosi

orgoglioso d’essere interprete del­ la cittadinanza che era lieta di olrire una medaglia d’oro alla memoria d e 1l’alpino Vaisecchi, medaglia che veniva seduta stan­ te consegnata al sindaco coma­ sco di Civate, rag. Emilio Vai­ secchi, nipote dell’eroe. Alle ore undici si formava un lungo corteo, aperto dalla fanfa­ ra del 5.o alpini e da una com­ pagnia di alpini del Battaglione Edolo di stanza a Merano; segui­ vano, oltre un centinaio di ves­

silli e gagliardetti delle sezioni di Valle Camonica, Sondrio e Co­ m o; poi venivano le autorità mi­ litari e civiche e molte centinaia di penne nere e bocia ed infine le scolaresche. Il corteo, fra due ali di folla acclamante, si recava in piazza Battaglione Edolo. In un lato era stato eretto un altare per la celebrazione della messa al campo. Vicino al bronzeo bu­ sto di Gennaro Sora ed al co­ spetto del monumento che raffi­ gura sugli spalti della Ridotta Lombarda l’alpino Antonio Vai­ secchi nell’atto epico di scagliare un macigno contro il nemico, ve­ niva celebrato il rito religioso, officiato dal cappellano militare prof. Pavazzi di Merano, il quale al Vangelo aveva parole di esal­ tazione del sacrificio di tanti gio­ vani alpini e del dolore di tante mamme e spose; espressioni cal­ de e semplici che h°nno avuto la forza di toccare . cuore di molti astanti provocamene viva commozione.

Seguiva la benedizione delle sei drappelle tricolori offerte dall’ANA di Valle Camonica al Bat­ taglione Edolo, che ha accolto tante generazioni di alpini camuni e delle valli bergamasche. Ma­ drine erano le signore: Adele Ca­ nevari, vedova della medaglia d’oro Tonolini; Ida Milesi, ma­ d ie di un Caduto; Franca Calvi, sorella dei quattro eroi; la sorel­ la di Gennaro Sora; la sorella dell’alpino Vaisecchi e Desolina Pesaro vedova di medaglia d’oro. Le sei drappelle venivano legate agli strumenti di sei trombettieri del Battaglione Edolo da altret­ tanti alpini edolesi. Sul palco avevano preso posto le seguenti autorità: il generale Ragnoli; il generale Fermento, co­ mandante la Divisione Orobica ; il col. Vedramini comandante il 5.o Alpini; il col. Vianelli coman­ dante il Battaglione Edolo; il ge­ nerale Lorenzotti e il col. Materzarnni, rappresentanti della presi­ denza ANA, il dr. Palmieri in rap­ presentanza del Prefetto di Bre­ scia, il col. Lamberti, il capitano Pazza e numerose altre persona­ lità. Conclusa la cerimonia della consegna delle drappelle, il sin­ daco di Edolo rivolgeva un cor­ diale saluto e ringraziamento ai partecipanti. Indi il senatore Morino legge­ va alcune tra le tante adesioni: telegrammi del sindaco e del vicesindaco di Milano, del sindaco di Brescia, del presidente dell’EPT di Brescia ed una significa­ tiva lettera dell’A w . Gian Maria Bonaldi, che familiarmente gli alpini hanno battezzato « La Ecia » che si dichiarava spiacente di non avere dovuto « marcare visita ». Il maggiore Mafessanti, già co­ mandante del Battaglione Edolo in Russia, riassumeva le gloriose gesta del battaglione di alpini ca­ rmino, dal battesimo di fuoco per la « guerra bianca » del primo conflitto mondiale alle gelide step­ pe russe. Da Dema all’Adamello a Nikolajewka: trent’anni di bat­ taglie e di olocausti di giovani vite per la difesa della patria e della libertà. A ll’albergo Dema si riunivano poi le autorità per la colazione. Al levar delle mense il senatore Morino ha voluto ancora sottoli­ neare il significato della bella ma­ nifestazione ; molto ben riuscita grazie agli organizzatori e cioè il presidente dell’ANA di Valle Caironioa, rag. Laini, il cav. De Pao­ li, De Giul.i il presidente della Azienda autonoma di Edolo, rag. Mottinelli e altri collaboratori.

Grande successo del Coro Alpino “Monte Grappa,, in Germania 31 maggio 1966 - Bassano è im­ mersa nella notte. Solo laggiù verso il Grappa balugina un lieve chiarore preludio all'alba estiva ormai non molto lontana. Qualche cappello al­ pino cammina sulla testa assonnata del suo legittimo proprietario, verso il luogo dell'appuntamento: venticin­ que cappelli alpini, venticinque voci; il Coro Monte Grappa si muove con l'ormai famoso pullman bianco verso una nuova destinazione: Germania! Nel pullman si tirano le file della febbrile organizzazione dei giorni pre­ cedenti. Intanto appello e contrappel­ lo: manca il solito ritardatario accol­ to dagli inevitabili « moccoli ». Velo­ ce relazione del ten. Brunello addetto al vettovagliamento: due « soppres­ se », una forma di « asiago », centoventicinque litri di vino, pane. Al­ trettanto veloce controllo dei docu­ menti del cap. Dall'Oglio, accompa­ gnatore ufficiale e rappresentante del­ la Sezione. Il Maestro Giancarlo Stel­ la prova il diapson: siamo a posto. L'autista che porta un nome di batta­ glia oltremodo significativo: « vigna » ingrana la prima, il pullman si muo­ ve, la Germania si avvicina. 1° giugno 1966 - Norimberga. Ad­ detti consolari scortano il Coro per la città fino al City-Trattoria: un ot­ timo ristorante italiano dove « c'è da bere e da mangiare ». Ci voleva pro­ prio. Simpaticissimo, troviamo il Con­ sole Dr. Aldo Pugliese. Fraternizza su­ bito. Arriva l'ora del primo concerto con un po' di emozione. I primi ca­ lorosi applausi dissipano ogni paura: gli italiani si stringono ai « ragazzi *

del Coro, qualche lacrima e poi il so­ lito arrivederci. 2 giugno - Augsburg. La vecchia città dei banchieri bavaresi è la se­ conda tappa. Altri italiani, altre stret­ te di mano come sarà per quattor­ dici giorni. Ci accompagna il cav. Sommacal che provvede ad ogni cosa durante la breve permanenza nella città. Poi si rifà la valigia e si parte per Monaco. 3 giugno - Concerto grosso nell'auditorium del Deutsches Museum di Monaco. Alla presenza del Ministro Bèllia e del Console Fornara si cele­ bra la Festa della Repubblica. Nella sala duemila e rotti sono i presenti. I bis non si contano più. I dischi che il Coro aveva portato al seguito van­ no a ruba. Nell'intervallo riceviamo le congratulazioni delle autorità italia­ ne e tedesche. Finalmente anche per il canto alpino l'approvazione qualifi­ cata degli intenditori! L'indomani nel « Corriere d'Italia », accanto alle foto del Coro leggiamo: « Il Coro Monte Grappa diretto dal M.o Giancarlo Stella, non ha bisogno di presentazioni sofisticate. Formatosi nell'ormai storica Osteria del Ponte Vecchio di Bassano del Grappa, quasi per passatempo dai « veci » e dai « bo­ cia », si è trasformato in breve tem­ po in un complesso corale davvero perfetto: il suo repertorio — eseguito sempre con passione, con alto senso musicale che sconfina nell'arte — pas­ sa via via ai motivi più cari e più significativi della tradizione alpina ita­ liana. E canta l'amore per la Patria, te gioie e le sofferenze vissute dalle

passate e dalle nuove generazioni del­ la montagna e meraviglia — insom­ ma •— quanto fa di un uomo un al­ pino e ciò che trasforma l'alpino in uno dei figli prediletti d'Italia. A Monaco per gli alpini del Coro e per il pubblico, è la cornice ideale, l'ambiente più sensibile a questa tra­ dizione. Il successo e sbocciato tra gli applausi, la commozione, la ri­ spondenza di un pubblico sia italia­ no che germanico, toccato nel senti­ mento, dalla suggestione, anche dalla maestosità deM'auditorium del Deut­ sches Museum, una sala solitamente adibita a sede di austeri congressi e questa volta destinata ad ospitare la assemblea di tutti i sentimenti degli emigranti ». 4 giugno - E' arrivato il caldo in Germania e a Mennheim la divisa co­ mincia a « pesare » Calzoni di fusta­ gno, calze di grosso cotone, pedule, camicia di cotone cominciano ad in­ zupparsi: funziona in pieno la € far­ macia » ed un po' di quello buono ritempra convenientemente. Alla sera si canta a Ludwigshaven: troviamo amici che vengono da Strasburgo con « Sandrino » la mascotte del Coro che non muove un dito quando canta il suo « Toni », il valoroso solista. E non fiata il pubblico aile accorate no­ te di « E' morto un alpin ». 5 giugno - Arriviamo a Colonia. E' il momento degli acquisti per la € morosa » o la moglie lasciata a ca­ sa in c ferie »; poi di corsa alla Mes­ sehalle. Anche qui celebrazione della Festa della Repubblica da parte del Console Generale: tremila persone che

1966 applaudono le note del nostro « Mon­ te Grappa »: siamo tutti molto com­ mossi. Canteremmo fino a tardi se ci fosse consentito. Più tardi pranzo ma­ gnifico dal cav. Sorriento. « Onorato sono — dice — signori miei, m'avite da cantare 'na canzone per la moglie mia ». Poi arriva H Console Generale e la serata finisce a « Chianti » e c Grappa ». 6 giugno - Düsseldorf. Siamo lusin­ gati oltremodo: la gente arriva per sentire il Coro da Duisburg e da cen­ tri vicini, anche da Colonia per risen­ tire le amate canzoni già cantate alla Messehalle. Troviamo i « furlani »: so­ lo per loro cantiamo « Stelutis alpinis » in un silenzio religioso. Ci sa­ lutiamo un po' tristi. 7 giugno - Homberg Oberhessen. Facciamo un bilancio della situazione. Tonsille a posto, morale alle stelle. Le notizie da casa arrivano ottime. Purtroppo il vino portato al seguito per l'emergenza comincia a scarseg­ giare. Razionamento! 8 giugno - Essen. L'ultimo concer­ to nella zona mineraria. Poi si torna a Colonia: ringraziamo il friulano Pas­ soni del Consolato Italiano che ha lavorato sodo per la riuscita della tournée e scendiamo a Francoforte. 9 giugno - Francoforte è un forno. Arrivano deputazioni a chiedere « Ste­ lutis ». Cantiamo le venti canzoni del repertorio che quasi non ce ne ac­ corgiamo, ed il pubblico nemmeno. 10 giugno - Göppingen. Siamo qua­ si alla fine della tournée: si comincia a pensare a casa. Qualcuno dice che

è peggio della naja e che stava me­ glio al campo estivo. Ma sul palcoscenico i canti filano via come l'olio e si arriva alle ultime note di c Trentatrè » che chiudono il programma. E poi i soliti addii. Promesse di tor­ nare, qualche abbraccio. 11 giugno - Si arriva a Stoccarda. Il « direttivo » del Coro va al Conso­ lato. Davanti alla porta troviamo per caso una contessa tedesca: « Oh al­ pini in Ghermania! Alpini essere mia passione, lo amare tutti italiani ». La­ sciamo la gentildonna alle cure del « deus ex machina » Dr. Dall'Oglio e andiamo dal Console Conte Dr. Alber­ to Solerà. Non ci lascerà più accom­ pagnandoci a Sindelfingen per il pe­ nultimo concerto e a Tubingen per l'ultimo. 12 giugno - Quasi per un addio a Tubingen arrivano quattro pullmann di italiani. Nella vasta sala non c'è un buco nemmeno in piedi. Il Con­ sole ringrazia commosso, noi ringra­ ziamo lui e c'è posto anche per gli abbracci. Stavolta si fa veramente fa­ tica a lasciare tutti gli amici. Final­ mente si parte cantando, dando fuo­ co alle polveri della gioia e dell'esu­ beranza. Qualche ora di sonno e poi ritorno in Patria. Quattordici giorni che so­ no volati. Tredici concerti eseguiti con lo stesso entusiasmo, memori del­ le parole del nostro Presidente Utj Fabris: « Portate ai nostri connazio­ nali una ventata d'italianità dalla ca­ pitale morale degli Alpini ». Pensiamo di averlo fatto.

GIURAMENTO PRESSO EA SCUOIA ALPINA Il 5 giugno, presso la Scuola M i­ il messaggio inviato dal Capo di litare Alpina di Aosta, ha avuto Stato Maggiore dell’Esercito, illu­ luogo la cerimonia del giuramento strando quindi il significato dell’at­ degli Allievi Ufficiali del 43° Corso to solenne che gli Allievi si appre­ e degli Allievi Comandanti di Squa­ stavano a compiere. dra dell’ 11° Corso. Al termine della cerimonia i re­ Presenziavano alla cerimonia il parti hanno sfilato dinanzi alla Generale Addetto per le Truppe Bandiera dellTstituto, fra i calo­ Alpine, il Generale Comandante rosi applausi del pubblico e la della Scuola, gli Ufficiali ed i Sot­ commozione dei familiari giunti per tufficiali del Presidio di Aosta, nu­ l’occasione ad Aosta. merose Autorità della Regione e Questi ultimi, dopo aver visitato del Comune di Aosta. le varie infrastrutture e le moder­ Dopo la celebrazione della Mes­ ne attrezzature della Scuola, han­ sa al campo, il Comandante del no partecipato con gli allievi alla Reparto Corsi AUC-ACS ha letto colazione.

ULTIME NOTIZIE SUL IV RADUNO-PELLEGRINAGGIO Al CAMPI DI BATTAGLIA DELL' ADAMELLO 14- 16 LUGLIO 1966 Ricordiamo a tutti coloro che voles­ sero partecipare alle colonne che sa­ liranno ai « Campi di battaglia della Guerra Bianca » di scrivere al più presto a : a) Erminio Peloni capogruppo ANA di Lovere (Bergamo) per l ’ascensione al San Matteo; b) Zani Sperandio capogruppo ANA di Temù (Brescia) per la salita alla Forcellina di Montozzo e visita all ’Albiolo. In considerazione del fatto che que­ st’anno ricorre il 50° anniversario dei

combattimenti avvenuti sugli alti ghiacciai deH’Adamello ’(Lobbie, Cre­ sta Croce, Fargorida, Lares) e per soddisfare numerose richieste perve­ nuteci, si sta organizzano una I I I

COLONNA con partenza il giorno 15 luglio all’alba ed itinerario per la Val d’Avio, rifugio Garibaldi, Passo Brizio, rifugio Caduti deH’Adamello. CHI DESIDERASSE PARTECIPA­ RE A QUESTA I II COLONNA FAC­ CIA PERVENIRE SUBITO LA PRO­ P R IA ADESIONE AL SIG. GIANNI

DE GI ULI , Capogruppo ANA di Breno (Brescia).

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L' A L P I N O

1966

La Madonna del Don giunge a Mestre accolta dai Reduci di Russia Con un elicottero messo a di­ sposizione dal Comando 1* Aero­ brigata di Padova, domenica 29 maggio, da Maiano del Friuli, re­ duce da un lungo pellegrinaggio, è giunta a Mestre la « Madonna del Don ». Ricevuta con gli onori militari ed al suono dell’ Inno del Piave eseguito dalla fanfara degli Alpi­ ni della « Julia », è stata accom­ pagnata in corteo, portata a spal­ le da alcuni reduci, alla Chiesa dei Cappuccini, attraverso due ali di folla commossa ed un numero im­ precisato di Alpini in congedo, « veci » reduci dai vari fronti, «bocia» che da poco hanno ultimato il servizio militare. Sul piazzale an­

scovo medesimo ha celebrato la Santa Messa ed ha letto, prima del suo commosso discorso, un nobilis­ simo messaggio di S. Em. il Pa­ triarca. I cori alpini « I Crodaioli » di Arzignano e « Marmolada » di V e­ nezia hanno eseguito alcune delle più belle cante alpine del maestro Bepi De Marzi, interpretando alla perfezione il dramma della Vittima Divina che consacra tutti i drammi. Molte lacrime scendevano sui volti delle mamme e delle spose e commossi, malgrado ogni sforzo per non dimostrarlo, erano i « ve­ ci » ed i « bocia ». Alla fine del Sacro Rito, la Ma­ donna è stata collocata sul suo

L'adunata del Battaglione ’Alorbegno a Oggi siamo tutti alpini », una frase pronunciata dall’arciprete di Morbegno Don Antonio Mar­ chesini, frase che rispecchia esattamente la situazione regi­ stratasi in Morbegno domenica 5 giugno in occasione del raduno degli alpini del Btg. Morbegno, Val d’Intelvi, Monte Spluga, Com­ pagnia Volontari Morbegno, nel cinquantenario della battaglia di Monte Fior - Castelgomberto. La manifestazione ha avuto inizio di primo mattino con l’ar­ rivo dei partecipanti e l’ammas­ samento in via G.F. Damiani dove una rappresentanza si è portata nella Cappella dei Caduti al Ci­ mitero e sulle tombe dell’alpino sen. Ezio Vanoni e dell'ex Cap­ pellano degli alpini Mons. Edoar­ do Danieli sono state deposte corone di alloro. Successivamente, all’entrata del­ l’ex caserma Policarpio d’Osasco è stata scoperta una lapide così concepita: « Qui si formarono le schiere dei battaglioni del 5° reg­ gimento alpini Morbegno, Val Intelvi, Monte Spluga, Compagnia Volontari Morbegno, il cui nome è scritto sui monti che ne videro la gloria ed il sacrificio. Cinquan­ tenario di Monte Fior-Castelgomberto 5-7-8 giugno - 5 giugno 1966 ». Indi il Sindaco di Morbegno d.d. Giulio Spini ha rivolto ai par­ tecipanti parole di benvenuto. In occasione dello scoprimento della lapide, è stata benedetta la nuova bandiera dei familiari dei Caduti e dispersi in guerra, ban­ diera voluta dalle famiglie morbegnesi. Ha quindi avuto inizio la sfi­ lata per via Vanoni, con deposi­ zione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti della Guerra 1915-1918 con prosecuzio­ ne del corteo attraverso le prin­ cipali vie cittadine, sino al Tem­ pietto Votivo al Dosso di Ronco. Al tempietto Votivo è stata ac­ cesa ima lampada votiva, e Don Antonio Marchesini ha celebrato una S. Messa di suffragio per i Caduti di tutte le guerre, pro­ nunciando al Vangelo sentitissi­ me parole di circostanza. Al termine della cerimonia re­ ligiosa il gen. Umberto Fabrini ha portato il saluto del Ministro della Difesa on. Tremelloni, il colonnello del 5° Carlo Vendramini il saluto del 5°, mentre il Presidente Nazionale dell’A.N.A.,

maggiore Ugo Merlini, il saluto dell’Associazione stessa. Il Presidente dell’Associazione Provinciale Combattenti e Reduci ten. colonnello alpini Fulvio Pedrazzini ha quindi tenuto il di­ scorso ufficiale dal quale stral­ ciamo alcuni punti salienti. Dopo aver fatto rilevare che non a caso il raduno è stato fissato il 5 giugno, perchè pro­ prio in quel giorno, 50 anni or sono iniziava la battaglia di Monte Fior e di Castelgomberto durata tre giorni e nella quale gli alpini del « Morbegno » com­ pivano prodigi di valore, tanto da meritarsi la Medaglia d’ar­ gento, impedendo al nemico di scendere nella pianura veneta e prendere alle spalle la 3* Armata, ha quindi proseguito ricordando seppure brevissimamente, quello che il « Morbegno » ha compiuto sul fronte Greco-Albanese e sul fronte Russo. In Albania, « il ’ ’Morbegno” , temporaneamente messo a dispo­ sizione della divisione di fanteria "Piemonte” , sostiene dal 14 no­ vembre in poi accanitissimi com­ battimenti sulle alture del Monte Lofka, subendo gravi perdite in ufficiali e truppa, ma arrecando al nemico perdite ancora mag­ giori in morti e feriti, catturando molte armi automatiche ed ab­ bondante materiale. In una stes­ sa giornata, l’importante posizio­ ne di quota 1828, sulla quale il "Morbegno” alla fine si afferma definitivamente, passa per ben sei volte da una mano all’altra. Sul Monte Lofka, il 17 novem­ bre 1940, cade gloriosamente il sottotenente Franco Sampietro, valtellinese per parte di madre, alla cui memoria viene concessa la meglia d’oro al V.M. ». Ha quindi proseguito: « La campagna Greco-Albanese, è for­ se troppo scarsamente ricordata, ma anche questa campagna ha imposto a chi l’ha combattuta, sacrifici e fatiche non inferiori a quelli sopportati poi nel corso della campagna Russa. Sul Guri i Topit, ad esempio, nell’aprile del 1940, il "Morbegno" tutto, ma in modo particolare la 443 Cp., compiono prodigi di valore. Con la maggior parte degli al­ pini di questa eroica Cp. sono caduti il Comandante cap. Auguardi, il ten. Battisti, il ten. Fezzi, il s. ten. Barelli mentre

A lu n n i d e lle s c u o le e le m e n t a r i di V a r a z z e e A lp in i riuniti p e r u n a sig n ific a tiv a c e r im o n ia L'altare della Madonna del Don tistante la chiesa ha ricevuto il sa­ luto di omaggio del vice presidente dell’A.N.A. aw . Giuseppe Prisco. Egli, reduce dalla Russia, ha ricor­ dato date, luoghi, circostanze che accompagnarono il ritrovamento della sacra Icona. Sembrava con il suo dire rivivesse quei giorni lon­ tani che in lui, come in tutti co­ loro che li hanno vissuti, hanno lasciato un ricordo incancellabile. Gli erano vicini il Generale Zaccardo, Comandante del Btg. Tira­ no in Russia, il Ten. Col. Calvi, i Tenenti Vita, Zurla, Galimberti, Don Barecchia, tutti testimoni di allora. Questo sparuto numero di reduci rappresentava le diecine di migliaia di nostri fratelli che non hanno fatto più ritorno. Perchè an­ che loro erano lì, con loro, con noi, spiritualmente vicini. Loro che tutto hanno dato per la Patria. Dopo le parole del vice presi­ dente nazionale aw . Prisco, l’Icone veniva consegnata al Vescovo Ausiliare Mons. Olivotti, che a sua volta l’affidava al Provinciale dei Padri Cappuccini. In chiesa, gremitissima, il V e­

Altare. L ’ara è illuminata dalle fiamme perenni di due tripodi, che sono opera originale di un artista di Maiano, Angelindo Modesto, e ricordano le due gloriose Divisioni « Tridentina » e « Julia », ed è or­ nata da tredici lampade votive in memoria di tutti gli Alpini caduti, dodici delle quali ricordano i reg­ gimenti alpini e la tredicesima, centrale, la Divisione Cuneense. Un tripode veniva acceso dalla mamma della M. O. Giuseppe Grandi e uno dalla sorella di Pa­ dre Narciso Crosara. Dopo la cerimonia, nella sala di San Francesco, messa a disposizio­ ne dei Padri Cappuccini, aveva luogo il ricevimento delle Autorità intervenute alla significativa ceri­ monia. Si ritrovavano tra di loro i vecchi reduci della tragica cam­ pagna di Russia. A Padre Crosara, che è stato Torganizzatore, il « deus ex machi­ na » di questa cerimonia, vada il ringraziamento di tutti gli Alpini d’ Italia.

Ettore Cazzola

TROFEO G. D. PERRUCCHETTI DI FOTOGRAFIA ALPINA CASSANO D'ADDA 2-16 OTTOBRE 1966 Abbiamo il piacere di comunicare che il regolamento del concorso ha avuto la approvazione di tutte le com­ petenti autorità. Cade pertanto la riserva formulata nel precedente numero de « L'Alpino ».

Il tradizionale ed atteso incon­ tro tra le Penne Nere e gli alun­ ni delle scuole elementari di Va­ razze ha avuto la gioiosa cornice dell’entusiasmo e della grazia dei bimbi, che, molto ben preparati dai benemeriti insegnanti, hanno cantato e recitato con rara effi­ cacia brani di ispirazione alpina. Si è infatti svolta la consegna dei premi di merito, offerti da­ gli ¿p in i di Varazze agli alunni migliori, scelti dalle Autorità sco­ lastiche. Gli intervenuti, dopo aver ascol­ tato la S. Messa per i Caduti e Dispersi e deposto una corona al Monumento ai Caduti, si sono re­ cati nei locali delle scuole appo­ sitamente addobbati. Dopo il caloroso saluto porto dal Direttore Didattico Prof. De Benedetti, le scolaresche hanno iniziato l’accademia recitando tra l’altro cinque poesie composte da

altrettanti alunni della V elemen­ tare. Erano presenti alla manifesta­ zione la Medaglia d’Oro al VJM. Ing. Mario Cesari, il Direttore Di­ dattico Prof. De Benedetti, il Col. Bovio, il Ten. Col. Caprone, il Consigliere Provinciale sig. Baglietto, il Presidente dell’Ana di Savona Comm. Rag. Siccardi, i Consiglieri Sezionali Mellone e Lavagna, oltre a rappresentanze di Alpini di Varazze, di Albisola e di Savona. Il Presidente Siccardi, porto il saluto dell’Associazione, ha sottolineato l'importanza della manife­ stazione ormai tradizionale, che vede riuniti al termine dell’anno scolastico gli alpini con gli alun­ ni più meritevoli delle scuole ele­ mentari. I sedici libretti-premio, intesta­ ti ad eroici alpini caduti o defun­ ti, sono stati così abbinati agli alunni meritevoli:

altri ufficiali sono rimasti feriti, Al cap. Auguadri e al ten. Bai, tisti, viene concessa la medagliu d’oro al V.M. alla memoria ». E ’ quindi passato alla Campa­ gna di Russia, rammentando ai morbegnesi che nessuno più di loro poteva conoscere la tragica epopea vissuta dal Battaglione "Morbegno” nella notte dal 22 al 23 gennaio 1943, concludendo il suo discorso ufficiale così: « Il "Morbegno” riusciva ad aprirsi un varco verso Varvarowka situata in una balka pa­ rallela a quella percorsa dagli altri battaglioni della Tridentina. A Varvarowka la colonna subiva un altro violentissimo attacco di carri armati russi, nel corso del quale il magg. Sarti cade col­ pito da arma automatica in piena fronte. Anche il cap. Emanuelli, che lo ha sostituito al Comando del Btg., cade dopo pochi minuti. Il col. Adami, comandante del 5°, così scrive nella sua relazione: "Col loro disperato valore, gli Alpini del Morbegno, impegnando in aspri combattimenti il nemico, forte di innumerevoli carri ar­ mati e dotato di armi formida­ bili, hanno esercitato di fatto una efficacissima azione di fiancheg­ giamento, che ha impedito all’av­ versario di gettarsi sul fianco della colonna principale e di scon­ volgerne le file". Se noi oggi combattenti di Russia siamo qui, aggiungo io, lo dobbiamo in gran parte al sacrificio dei prodi nostri fra­ telli del "Morbegno" ». Erano presenti alla manifesta­ zione, il Vice Prefetto, il Gene­ rale di Corpo d’Armata Franco Testi, il Comandante del Distret­ to di Sondrio, il colonnello Dante Bellotti presidente della Sezione A.N.A. di Milano, il maggiore Celso Dell’Orsina presidente del­ la Sezione Valtellinese e molti altri che troppo lungo sarebbe nominare. Una lode va data ai solerti di­ rigenti del locale gruppo che si sono sobbarcati un’organizzazione tanto impegnativa, portandola fe­ licemente in porto senza nessuna pecca organizzativa. (Stralcio di un articolo di An­ gelo Minuzza, comparso su il « Corriere della Valtellina » delV ll giugno ’43).

Tenente Cappellano Padre Pel­ legrino da Pieve di Teco - Alunno Maio Giacomo; Tenente Cappel­ lano Padre Camillo da Varazze Alunno Bozzano Agostino; Tenen­ te Cappellano Padre Secondo da Sestri Ponente - Alunno Patrimia Maria Rosa ; Tenente Colonnello Sala Giuseppe - Alunno Craviotto Caterina Anna; Capitano Accinelli Pino . Alunno Fazio Angelo ; Capitano Parodi Vittorio - Alun­ no Perata Angela; Maresciallo Perrone Pippo - Alunno Tarigo Gia­ como ; Alpino Alpinati Albino Alunno Francia Renzo; Alpino Cal­ cagno Angelo - Alunno Ottonello Luisa; Alpino Oderigo Pino - Alun­ no Franzone Antonio; Alpino Ros­ sini Andrea - Alunno Rebagliati Pietro; Alpino Falco Costanzo Alunno Canepa Claudio ; Alpino Piccardo Giacomo - Alunno Croatti Maria Teresa; Alpino Faggio Pietro - Alunno Ferro Giuseppe; Alpino Codino Giovanni - Alunno Delfino Giovanni ; Fratelli Alpini Vallerga Antonio e Stefano - Alun­ no Ratto Anna Maria. Sono stati consegnati dai famigliari degli Scomparsi e dalle Au­ torità presenti. Brevi, commoventi parole di plauso ha pronunciato la Meda­ glia d’Oro al V.M. Ing. Cesari, che ha anche esortato gli alunni ad essere sempre più meritevoli. La manifestazione si è chiusa col ringraziamento e l’arrivederci del Segretario del Gruppo A.N.A. di Varazze Piero Piccardo.

A ZIANO DI FIEMME - Il 27 E 28 AGOSTO - ED A FELTRE - Il 18 SETTEMRE LA CELEBRAZIONE DELLA CONQUISTA DEL CAURIOL E DELLA TOFANA DI ROCES DA PARTE DEL BATTAGLIONE FELTRE E DEL REPARTO VOLONTARI DI FELTRE A cura del comitato esecutivo per la celebrazione del centenario dell'an­ nessione del Veneto all’Italia e del cinquantenario della celebrazione del­ la conquista della Tofana di Roces e del Monte Cauriol, rispettivamente per merito del reparto volontari alpini c Feltre a e del battaglione alpini « Feltren e della 5a Batteria da Monta­ gna sono state programmate due ma­ nifestazioni patriottiche che avranno luogo nei prossimi mesi con parti­ colare solennità. La prima si svolge­ rà dal 27 al 28 agosto a Ziano ét Fiemme nei modi seguenti.

Sabato 27 agosto: raduno a Fiem­ me dei superstiti della battaglia del Monte Cauriol, delle autorità e delle rappresentanze combattentistiche e di arma; alle 18 ricevimento nel muni­ cipio di Ziano di Fiemme; alle 20 pranzo all’albergo Alpino e comme­ morazione della cinquantennale ricor­ renza della conquista del Monte Cau­ riol da parte del generale Berti. Domenica 28 agosto: alle 8 parten­ za con automezzi per forcella Gardinal; alle 10¿0 Messa al campo; alle 11 visita ai campi di battaglia e co­

lazione al sacco. Tutti i superstiti del­ le gloriose giornate possono inviare la loro adesione con l’indirizzo attua­ le direttamente al Comitato anche nel­ la persona del cav. Giovanni De Toffoli, piazzale Monumento telefono 2476. La seconda cerimonia prevista nel corso dell’anno avrà luogo nella no­ stra città il 18 settembre con l’inter­ vento delle piti alte autorità civili e militari. Si sta ancora predisponendo il programma nei suoi particolari ma è certo che si tratterà di una mani­ festazione di grande importanza.


PA G IN E A L P IN E Concludiamo con questo numero la rubrica « Pagine Alpine » iniziata nel precedente giornale con

lo scopo di

sottoporre

ai

nostri

lettori

saggi

delle più interessanti pubblicazioni alpine uscite in questi ultim i tempi.

PIERO PIERI

CESARE BATTISTI NELLA STORIA D'ITALIA

Per gli iscritti all’A.N.A. L. 3800 anziché L. 5000

Scrivere a: Editrice

rompono l ’oscurità. Dal trinceramento austriaco comincia a balzar fuori qualche austriaco che però subito retrocede di fronte alle fucilate degli alpini. Ma il bom­ bardamento nemico riprende più intenso, anche con grossi calibri, e dura per circa un’ora, accompagnato dal tiro incessante dei piccoli calibri e delle mitragliatrici: le perdite si fanno sempre più gravi. I centocinquanta uomini circa che col capitano Righi e con Cesare Battisti si erano arditamente spinti avanti, sono ridotti a meno della metà. E ora si manifesta, con azione avvolgente, il contrattacco austriaco, verso la destra degli alpini, per tagliarli fuori dal canalone e dalla selletta. Pure il centro e la sinistra continuano a retrocedere fino alla vetta di Monte Com o: è ormai lotta di gruppi isolati tra i bassi cespugli. Sulla vetta invano conquistata sono cat­ turati il Maggiore Frattola, il Capitano Modena, il sottotenente Filzi. Alcuni altri, hanno potuto scivolare lungo il canalone e sfuggire alla cattura. Ma poco sopra la selletta, sulle prime pendici di Monte Corno, una esigua schiera, del tutto isolata, ancora resiste circondata da m orti e feriti, e la comanda Cesare Battisti. Alla fine quei valorosi sono sopraffatti e catturati. Cesare Battisti avrebbe forse potuto gettarsi per il canalone e salvarsi; ma non volle; non si sentì d’abbandonare quel pugno di prodi che aveva condotto all’assalto, che l ’avevano seguito, che in gran parte giacevano m orti o doloranti per le ferite. Preferì seguire la loro sorte, difendendosi fino all'ul­ timo con la pistola in pugno, finché un soldato austriaco gliela fece cadere col calcio del fucile. Perire coi suoi o dividerne le sorti, sebbene per lui questa seconda alter­ nativa non potesse significare che il martirio. Ma martirio voleva significare suprema affermazione di quella fede per la quale aveva lottato in mezzo a difficoltà, a contrasti, ad amarezze d'ogni sorta, per ventanni, sacrificando il suo patrimonio, rinunziando alle seducenti prospettive d'una brillante carriera nel mondo scientifico. Dal punto di vista militare, l ’azione di Monte Corno del 10 luglio mostrava pur­ troppo ancora una volta il modo caotico con cui erano condotte le nostre operazioni di guerra, senza alcun coordinamento fra l ’azione della fanteria e quella dell’artiglie­ ria, con ancora troppo scarse mitragliatrici, e nessuna sicura norma circa il loro im piego; sciupando abnegazione e valore di Ufficiali e di soldati. Cesare Battisti è prigioniero. Ora comincia il suo calvario. Egli è stato subito riconosciuto: troppo nota era la sua figura di agitatore e di tribuno; troppo grande il cumulo d’affetti, di risentimenti e d'odio che aveva suscitato. Comandava la schiera che l ’aveva catturato un rinnegato trentino, l ’Alfiere Bruno Franceschini, di Tres di Val di Non, studente delle scuole medie a Rovereto, quindi studente d'ingegneria al Politecnico di Vienna, e ora Alfiere nel I I I battaglione, 11* compagnia, del 1° reggi­ mento Landesschùtzen, decorato per la circostanza di grande medaglia d’argento al valore e promosso Tenente per merito di guerra.

TEM I Via Maffei 7

Trento

EGISTO CORRADI Spedizione franco

LA RITIRATA DI R US S I A

di porto, controassegno

ito Corradi

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T I RATA Nel cinquantenario del sacrificio del Martire Alpino è uscito il volume: « CESARE B ATTISTI NELLA STORIA D’ITA LIA », sag­ gio storico dell’Alpino Piero Pieri dell’Università di Torino, e ric­ chissima documentazione foto­ grafica, con commento dell’Alpi­

no Ezio Mosna di Trento che illu­ stra le tappe più importanti del­ la vita del Martire: dalla predi­ cazione interventista, alla guerra per la redenzione di Trento e Trieste da Lui combattuta con gli Alpini d’Italia.

Alluna del 10 luglio, con una notte serena ma senza luna, la 59* e la 61a compa­ gnia del « Vicenza » iniziano la salita del grande canalone che porta alla selletta: i reticolati sono tagliati, poche fucilate nemiche, gli alpini si slanciano e occupano la posizione; gli Austriaci si danno alla fuga. Vengono lanciati i razzi rossi prestabiliti. Sono le due di notte. Lo schieramento austriaco potrebbe ora sembrare rotto al centro, e diviso in due tronconi; ma in realtà il nemico non ha in linea che un velo di vedette o poco più; non tiene i grossi in prima linea, pasto alle artiglierie nemiche, ma più indietro, al coperto, e pronti al contrattacco, che la propria artiglieria appoggerà validamente. Chi si è spinto, pur con eroico valore e innegabile perizia, sulla sella, potrebbe trovarsi attanagliato da forze nemiche m olto superiori. Urge quindi agl’italiani attaccare le posizioni dominanti ai due lati, Monte Corno a sinistra, e quota 1801 a destra. Dietro la 59* e la 61a compagnia, è sulla selletta la 60' di rincalzo; il Maggiore comandante del Vicenza, ordina che il plotone del tenente Suppi della 59* proceda contro il Monte Como. Con grande abilità esso sale e attacca con mirar bile slancio la posizione nemica, catturando il presidio di 25 uomini e un sottufficiale, una mitragliatrice e quaranta fucili. E ora il Maggiore Frattola prescrive al resto della 59* e 61* di volgersi dall'altro lato verso quota 1801, e occuparne lo sprone avanzato, mentre la 60* rimane in riserva in selletta. L'operazione sembra ormai bene avviata: sono le tre di notte, arriva Cesare Battisti coi prim i elementi della compa­ gnia di marcia, il tenente Vassallo e il sottotenente Filzi. Ma ora si scatena dalle posizioni austriache di quota 1801, un violento fuoco di fucileria, di m itragliatrici, d’artiglieria; e ciò mentre dei due battaglioni di fanteria che avrebbe dovuto rin­ calzare Vattacco verso quota 1801, non si ha notizia. I l Maggiore Frattola ordina allora alla 61* compagnia d’avanzare decisamente verso la quota 1801, agli elementi della 59*, al plotone esploratori, alla sezione m itragliatrici di correre a rincalzo. Cesare Battisti avanza pure di sua iniziativa. Ma il terreno oltre che risalire quasi liscio e solo a tratti coperto da mughi, è battuto inesorabilmente dal tiro radente delle m itragliatrici; le perdite si fanno subito gravi: nonché avanzare, diventa sempre più diffìcile anche il ripiegamento verso la selletta. I l numero dei feriti e dei m orti aumenta rapidamente! E ’ evidente che gli Austriaci hanno raccolto sulle posizioni di quota 1801 e sul suo rovescio ingenti forze, almeno due battaglioni di Landesschùtzen, e si preparano a contrattaccare. I l Maggiore Frattola ordina allora al capitano Modena che con la 60* compagnia dalla sella si porti sulle prime pendici di Monte Como, e disponga gli uomini in modo da agire come una trincea di raccolta, così da raccogliere gli alpini che retrocedono dalle pendici di quota 1801, e battere poi col fuoco di fucileria la selletta, impedendo l ’eventuale azione avvolgente del con­ trattacco nemico. I l bravo capitano Modena, ben coadiuvato dai Tenenti Suppi e Ingravalle e dal sottotenente Manca si mette febbrilmente all’opera. In fretta e in furia vengono pure cominciate alcune opere di difesa e lo scavo di un camminamento che giunga al canalone della selletta, così da permettere la ritirata del battaglione, o meglio, dei suoi resti. Fra i massi e i mughi del costone di quota 1801 si trova il capitano Righi della 61* con accanto Cesare Battisti. L ’artiglieria nemica batte implacabile il costone. Battisti manda un suo soldato al Maggiore per avvertirlo di ritenere probabile un contrattacco. L ’alpino fa pochi passi carponi e ruzzola tra il lampo e il polverone ai una granata, esanime. I l capitano Righi e il tenente Battisti, coi pochi uomini che hanno vicini iniziano lentamente la ritirata verso la sella, con soste, durante le quali fanno fuoco; e cercano di racimolare altri uomini. Una granata scoppia presso di lo ro ; e poi un’altra, che colpisce dieci uomini: qualcuno geme in modo straziante. Anche il capitano è ferito lievemente alia testa, mentre Battisti rimane illeso; e un amaro sorriso illumina il suo volto. E ora sono quasi le quattro e le prime lue:

Esistono due edizioni: — Edizione Longanesi Collana « Il mon­ do nuovo» L. 1500 — Edizione « Pocket » L. 350 Longanesi & C. Via Borghetto n. 5 M IL A N O

Longanesi & C . Quel che amo nei soldati alpini è l’assenza di spirito aggressivo e di atteggiamenti arditistici. Non escludo di sbagliare, ma io la vedo così. Anche le truppe alpine hanno una loro retorica, si capisce; ma è una retorica che non ha niente a che vedere con quella delle SS e dei parà d’Algeria. L ’esaltare il bere e il vino e la grappa «ira di dubbio gusto, lo ammetto; ma è tutt’altra cosa che il proclamarsi spavaldamente fulmini di guerra e il considerare il combattimento quasi come un mezzo per versare il sangue altrui. Una prova di quanto vado dicendo potrebbe essere trovata nelle canzoni alpine e montanare. Riascoltatele e giudicate. Quasi tutte sono stupende, specialmente se cantate grezze e non arrangiate come invece succede spesso. Ma non esprimono affatto sentimento o velleità militaristiche. Esprimono prevalentemente sofferenza per la fatica del cam­ minare in montagna, e tristezza, una virile tristezza, per la morte che la guerra spargo tra amici e nemici. Sono canzoni, un poco, da gente legata ai banchi di una ga era, die tribola e muore. Soprattutto le più belle e patetiche, quelle friulane e quelle originarie della valle del Natisone, sono permeate di questo modo di intendere la vita. Talune sono decisamente di gusto corale russo, nel solco di <i Volga Volga ». \ e n e una famosa, tra gli alpini, « Va l’alpin su l’alte cime... » che credo venga appunto dalla valle del Natisone, a nord-est di Udine; una valle i cui abitanti, pur più che mai italiani, sono di lontana discendenza slava. L ’ aria di « Va l’alpin su l’ alte cime... » è la stessa identica aria di una delle più popolari canzone russe, quella intitolata al capo cosacco Stien a Rasin. In Russia gli alpini cantavano « Va l’alpin su l’alte cime... » e i russi sorridevano stupiti: « Ma questa è nostra! ». Dicevo dunque che non amo le sfilate militari nè le armi, benché io senta alquanta attrazione verso il rischio guerresco visto da spettatore che pur depreca la guerra. Geme


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L' A L P I N O

1966

giornalista mi sono trovato piuttosto a mio agio che no, in questi ultimi anni, in « servizi » come quello della insurrezione ungherese del ’56, o della « piccola guerra » di Biserta del ’61, o a più riprese nella guerriglia d’Algeria. Godo nel vedere qualcun altro avere più paura di me, ecco. Ma a freddo guardo le armi come guarderei un viluppo di serpenti. Perfino le esercitazioni militari mi incutono un leggero senso di ripugnanza, mi fanno pensare ad un ridicolo gioco. Il fatto è che la stangata che ho avuto in Russia è stata forte, terribilmente forte. Per anni e anni dopo questa ritirata che mi accingo a ricordare, la neve, le slitte, i carri armati e il loro rumore di ferraglia mi hanno fatto nausea. Per un paio di inverni, i primi, la vista di ragazzi occupati a giocare sulla neve con slitte e slittini mi feriva e mi procurava angustia. Ancor oggi, 1avanzare di un carro armato giocattolo in una stanza buia, tra sprazzi e scintille, crea in me uno stato di fastidiosa apprensione. Non ero tagliato per la guerra, si vede. Detto questo, devo pur dire qualcos’altro che sento. Devo dire che il giorno che morirò l’idea di essere sepolto inun determinato luogo non mi dispiacerebbe. Voglio intendere che se fosse possibile, ma non lo è, lo so, vorrei essere sepolto con quelli della Julia morti in Russia. Così. Una fossa in un posto vale una fossa in un altro posto, me ne rendo conto. Ma l’avere sofferto intensamente ed a lungo insieme ha un certo peso. Tra noi, poi c’era molta fratellanza. Non soltanto tra ufficiali e ufficiali, ma tra ufficiali e alpini, tra tutti quanti. Aggiungerò, anzi, che se era scritto che dovessi andare in guerra, sono contento di esserci andato con gli alpini. Anche mio figlio, che ora ha quindici anni, se un giorno dovrà indossare una uniforme militare, prenda pure quella degli alpini. M i pare sia la meno aggressiva e soldatesca tra tutte. Tra noi alpini, in più, si badava alla sostanza vera della disciplina più che alle forme esteriori. Questo, e credo che ancor oggi negli alpini, sia press’a poco lo stesso, legava molto gli animi. Metta pure il cappello alpino, mio figlio. Il cappello alpino non è un cappello da furbi, non lo è nel senso che alla parola furbo si dà in Italia. Gli alpini sono tutto meno che furbi, a questa definizione ci sto. Sono gente seria. Per mio conto vorrei che gli italiani, più che come sono, fossero tutti quanti alpini, di tipo più alpino.

ENRICO REGINATO

12 ANNI DI PRIGIONIA NELL' U. R.S.S. Edizione Garzanti Prezzo: in brossura L. 1500; rilegato L. 2000

IL TRENO DEI MORTI Intuendo, anche per l'esperienza degli anni precedenti, che nel campo incombeva la mi­ naccia del tifo esantematico, prospettai alle au­ torità sovietiche la necessità di allestire subito una camera di disinfestazione. Non fui ascoltato. M i fu risposto che questa camera funzionava in un campo vicino dove, una volta alla setti­ mana, gli uomini capaci di camminare sareb­ bero potuti andare a piedi. Le mie previsioni si avverarono. Insorsero i primi casi di tifo. Quando li denunciai fui de­ riso. M i si disse che, da quando in Russia erano andati al potere i sovieti, il tifo esantematico era stato debellato. I malati aumentarono e get­ tai nuovamente l'allarme. Intervenne un colon­ nello medico, dirigente sanitario di tutti i campi esistenti intorno a Kramatorsck. Gli indicai una decina di casi nei quali erano evidenti i sintomi. M i contraddisse: quei malati erano affetti da polmonite. Colse l'occasione per mortificarmi fa­ cendomi osservare che noi medici occidentali eravamo incapaci di fare una diagnosi delle più semplici. N ei giorni successivi la malatia si diffuse paurosamente. Morivano dieci, quindici persone ogni ventiquattro ore. A un certo momento l'epidemia colpì anche i russi e il contagio si estese alle infermiere, al direttore sanitario e non risparmiò neppure l'ufficiale addetto alla propaganda politica. Solo quando il male raggiunse lo stesso comandante militare del campo, un capitano mutilato di guerra, i sanitari sovietici cominciarono a scuotersi dalla loro indifferenza. Giunsero alcune dottoresse, guidate da uno specialista in epidemiologia, che pas­ sarono in rassegna tutti, malati e sani. La diagnosi di queste colleghe russe e del loro capo fu fatta con criteri che chiamerei sbrigativi. G li infermi, la cui temperatura supe­ rava i trentotto gradi, venivano senz'altro riconosciuti per tifosi. M a l'operazione di controllo della temperatura richiedeva troppo tempo per la scarsità di termometri: allora i prigionieri venivano schierati frontalmente e invitati a mostrare la lingua. Tutti quelti che avevano la lingua patinosa venivano considerati tifosi. Così furono sommariamente accertati oltre ottocento casi di tifo. Escludendo i malati ritenuti tifosi anche se non lo erano, e includendo quelli che in realtà erano affetti da tale morbo nella fase di incubazione, la cifra di ottocento infermi si avvicinava al vero. In seguito alla ispezione dell'epidemiólogo, e per qualche tempo, i russi mobilitarono tutto il loro apprestamento sanitario. N oi stranieri fummo sollecitati a formulare le nostre richieste di medicinali, indumenti, pagliericci; richieste in buona parte accolte. Otte­ nemmo nuovi locali e ci fu dato perfino il sapone antiparassitario per lavare gli infermi, fu allestita una camera di disinfestazione: ma ahimè, troppo tardi! La morte aveva già largamente mietuto. Grave era anche il problema del riscaldamento. Benché ci trovassimo in un centro carbonifero, la razione di combustibile era insufficiente, anche perchè dalle finestre, riparate alla buona, filtravano spifferi di vento gelido. Le copie del giornaletto di propaganda comunista, stampato in lingua rumena, servirono a tappare le fessure. Per assicurare un rifornimento più abbondante di carbone adottai uno stratagemma, complici due zingari rumeni, che si trovavano fra i prigionieri. M isi a profitto la loro astuzia e il loro spirito mercantile. Essi riuscirono a barattare le copie del giornale di propaganda, che erano ricercate perchè servivano a farne cartine da sigarette, con secchi di carbone sottratto ai depositi per la popolazione civile. Così le stufe diffusero fra i degenti un gradito e benefico tepore. I russi impiegavano strani metodi per imporre la « cessazione » delle malattie. Rite­ nendo di aver fornito tutti i mezzi necessari per combattere il male, impartirono un ordine: nessuno deve morire. Solo per pochi giorni ancora avrebbero tollerato una mor­ talità limitata a una o due persone al giorno. Per quanto mi concerneva, se io fossi riuscito a conseguire questi risultati, i russi mi avrebbero dato in premio, questa fu la loro promessa, una uniforme nuova e il permesso di uscire dal campo. In caso contrario sarei stato punito. Bel modo di ragionare, in verità! Tuttavia il carattere perentorio di queste dispo­ sizioni attestava, in definitiva, la buona intenzione di arrestare l'epidemia. Non raggiunsi la « norma » fissata, nondimeno la mortalità decrebbe considerevolmente : da un mas­ simo di 46 decessi al giorno, scese a poche unità. Non fui punito, ma neppure premiato. Anche due ufficiali russi vollero essere curati da me. Prestai la mia assistenza a un maggiore e a un tenente. Una sera, un tenente sovietico mi pregò di uscire con lui dal campo, per visitare un suo bimbo ammalato. Prima di inoltrarci in un viottolo buio, l'ufficiale mi disse di attaccarmi con una mano alla martingala del suo cappotto. Poi vidi il tenente estrarre la pistola e incamminarsi tenendola rivolta in avanti, in posizione di sparo. Stupito, gli chiesi se dovevamo attraversare una zona infestata di malviventi. F.d egli mi disse: « Tanto io che tu, abbiamo il cappotto nuovo. Potremmo incontrare qualche malfattore desideroso di vestirsi con i nostri panni ». I militari prelevavano nel campo la pagnotta che serviva per tutta la loro famiglia e rientravano di sera nelle loro case impugnando l'arma. I l pane, in quel tempo, era una cosa preziosa. Quando nel gennaio 1945, per ordini inderogabili di Mosca, fu disposto il mio trasferimento, il comandante del campo, che invano aveva tentato di far revocare quegli ordini, al momento del commiato mi ringraziò calorosamente e mi strinse la mano. Era la prima volta che un militare sovietico mi dimostrava la nui ^siderazione.

Poco prima di lasciare Kramatorsck fui incaricato di scortare, come medico, un treno di prigionieri rumeni avviati a un ospedale nella regione di Cetkovo. Questo tra­ sferimento faceva parte delle misure impartite dalle alte autorità russe, in relazione all’ordine categorico: nessuno deve morire. Si poteva arrivare a questo risultato sfollando l'ospedale di quei malati che non avrebbero resistito a lungo, cioè i gravissimi, gli incu­ rabili, i veri candidati alla morte. 1 medici prigionieri (nel campo collaboravano validamente con noi anche due sanòtari tedeschi) furono invitati a preparare degli elenchi. Sapevamo che il trasferimento, imponeva ai malati tre giorni e forse più di viaggio. La coscienza ci impediva di renderei complici, con la nostra condiscendenza, del cinismo dei russi. Far partire dei prigionieri gravemente malati su gelidi carri bestiame significava ucciderli. £

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PADRE GIOVANNI BREVI

R US S I A 1942-1954 Redazione di Franco Bella Edizione Garzanti - Prezzo L. 2200 ................................

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La sera del 21 gennaio quello che rimaneva dei tre battaglioni Aquila, Vicenza e Val Cismon del IX reggimento alpini e del gruppo d’artiglieria Udine, si mise in marcia sotto la neve. Gli effettivi erano stati falciati del qua­ ranta per cento. Non eravamo più di tremila. Il davài intimatoci dai guardiani che cd avevano lasciati alle costole — ragazzi dai 14 ai 17 anni e qualche donna in abiti maschili — avviò la colonna, verso Rossosch. Erano le sei di sera. In quel momento, a casa, erano at­ torno alla radio, il bollettino avrebbe forse parlato di scontri di pattuglie sul fronte russo, e noi eravamo in marcia sotto la neve, prigio­ nieri dall’incerto destino. Prigionieri, ma non umiliati: avanti gli uffic-'ili e dietro gli alpini, inquadrati. Quanto durò la prima marcia? Quanto può durare una marcia di venti chilometri con la neve al ginocchio, lo stomaco vuoto, il freddo che vi entra nelle ossa e i feriti da trascinar­ si dietro. Sull’albeggiare arrivammo a Rossosch. La colonna si era lentamente assottigliata lungo il cammino. Avevamo lasciato alie nostre spalle molti feriti che non era materialmente possibile trasportare a lungo in quelle condizioni. A Rossosch la nostra marcia non era però finita. Ci toccò camminare ancora p ef due ore, attraverso le vie della cittadina, costretti dalla scorta a una sorta di gogna davanti agli occhi della superstite popolazione. Venti sotto zero: e il panorama della città era quanto di più lugubre si possa immaginare. Dove ima volta era installato il comando del Corpo d’armata alpino, A dove fioriva la vita anche per la cittadinanza russa, ora erano solo macerie e tutt’ii* tomo auto sventrate e soldati italiani morti, e, accanto ai caduti in grigioverde, bor* ghesi russi, uomini e donne, falciati dalla stessa raffica. La vendetta di Stato pef chi era rimasto con gli italiani. Ci pareva di essere allo stremo delle forze, ignari che era solo il principio della nostra via crucis. Grazie a quell'umano senso di pietà che non conosce confini lift barriere politiche, qualcuno potè mendicare un pezzo di pane e un poco d’acqua, offerti di nascosto da mani di donne russe. Nella piazza principale ci ammassarono davanti a un colonnello sovietico che ci rivolse un discorsetto in russo. Faceva (lo interprete un ragazzo di dodici anni, che conosceva l’italiano per aver soggiornato alcuni anni a San Remo. « Per voi la guerra è finita, state tranquilli, sarete trattati benissimo »: questo era il succo del discorsetto. Parole sprecate. Guardai in quell’istante il cimitero che ci stava di fronte, il oimitero del Gruppo d ’armata: non esisteva che un informe ammasso di croci spezzate. I carri armati pesanti vi erano scorrazzati, arando metro per metro. Gli ufficiali superiori — il colonnello Lavizzari, il tenente colonnello Actis, il co­ lonnello Cocuzza e altri due — vennero portati via sotto scorta. Forse dovevano essere interrogati dai servizi d’informazione. Gli altri ufficiali e la truppa furono sospinti invece in una scuola fuori Rossosch. Dei feriti alcuni agonizzavano, altri erano già morti senza che coloro che li tra»schiavano se ne fossero accorti. Alcuni avevano trasportato per venti chilometri soltanto dei cadaveri. A breve distanza si profilò la sagoma di un ospedale: chiesi e ottenni di poterlo raggiungere almeno per lasciarvi dei feriti e per cercarvi delle bende. Nelle corsie trovai soltanto soldati russi. E i feriti italiani che avevamo lasciati numerosissimi al momento delle ritirata? Erano ammucchiati nelle cantine, assistiti — assistiti beninteso solo moralmente — da un maggiore medico italiano, privo di medicine. « Qui si viene soltanto per morire », mi disse il maggiore allargando sconsolato le braccia. Ritornai alla scuola, davanti alla quale sostavano ancora alcune centinaia di p » gionieri in attesa di portarsi all’interno. Fu allora che assistetti ad un episodio (fi rara tragicità. Fra le nostre truppe si erano immischiati dei tedeschi isolati, che speravano àft tal modo di evitare il trattamento riservato ai gruppi isolati: essere passati seduti stante per le armi. Ma uno di questi tedeschi a un certo momento era stato ind§ viduato da un partigiano e col calcio del moschetto fu spinto fuori dalla colonna # condotto verso un vicino prato, dove erano raggruppate una quindicina di persona Tra queste riconobbi due cappellani italiani, per la rossa croce che spiccava sul loro petti, e alcuni ufficiali. Poiché 11 tedesco cercava di spiegarsi, forse per invocare pietà, il sergente m ag giore Sperandio, furiere al comando del battaglione Val Cismon, che conosceva m lingua, gli si rivolse formulando qualche parola d’incoraggiamento. Quelle pocUÉ espressioni in tedesco furono la sua condanna a morte. Prima che potessi rendermi conto di quanto avveniva, anche Sperandio, scanfcbiato per un tedesco, veniva scaraventato nel gruppo in attesa sul prato. Le loro grida vennero subito coperte dal crepitio di alcune raffiche. Una squadra di parti­ giani aveva scaricato le armi sui prigionieri. Colpevoli di che? Non l’ho mai saputo* Nell’interno della scuola trovammo un po' di paglia, e anche i dieci gradi sottiO cero che vi regnavano ci parvero un dolce tepore, in confronto alla tem peratili« esterna. Poco prima, passando per il ponte di Rossosch, che porta verso la stazione, avevo incontrato il tenente medico Fabbrini, che durante il ripiegamento, come già dissi, era rimasto coi quaranta feriti nelle tre isbe. Mi confermò che i feriti erano stati portati a Rossosch. Meglio così. La mancanza di cibo acuiva la prostrazione di tutti. Quel giorno, il 22 gennaio 1943, mangiò solamente chi possedeva un orologio. Un orologio per un pezzo di pano* questa era la tariffa dei guardiani. A mezzanotte ci fecero uscire dalla scuola, ftt incolonnarono, ci sospinsero a calci verso il Don. Si procedeva barcollando. Da quanto tempo non si mangiava? Da quanto tempo non si buttava nello stomaco qualcosa di caldo? Per tre ore procedemmo nella neve, lasciandoci alle spalle tutti coloro che non erano più in condizioni di stare in piedi. Quando arrivò l’ordine di fermarci e di entrare in un capannone, eravamo ridotti di un terzo, duemila suppergiù. Gli altri erano sparsi per la steppa, sotto la neve cb » cadeva implacabile. Chi stramazzava esausto riceveva una pallottola nella testa. Alle prime luci — 23 gennaio 1943 — riprese la « marcia del davài ». Davanti erano alcuni gruppetti di ungheresi, che godevano di un trattamento di favore, perchè


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si appoggiavano a qualche slitta e avevano anche il permesso di spogliare i morti dei loro vestiti. Ma spesso spogliavano gente ancora viva. Di tanto in tanto incrociavamo autocarri carichi di truppe che al grido di « kaput Mussolini » e « kaput Hitler », si dilettavano al tiro a bersaglio. Come se già non fossero bastati il freddo, le privazioni e la fame a decimare le colonne, le raffiche di piombo allegramente sparate dagli autocarri aumentavano Il numero tragico di coloro che ci lasciavamo per sempre alle spalle. Ogni chilometro di strada da noi percorsa in quei giorni fu segnata da mucchi di cadaveri. Il loro nome? Nessuno potrà mai saperlo. La disperata marcia continuò una settimana circa. La notte i superstiti si am­ mucchiavano l’uno sull’altro, le gambe infilate nei pantaloni del compagno, e così rimanevano, testa contro testa, per alitarsi in volto un po’ di calore, sino alle prime luci del giorno seguente. E il giorno seguente c'era sempre qualcuno che non si rialzava. Spesso, la notte, i guardiani ubriachi sparavano alla cieca attraverso gli ingressi dei capannoni. E altri ancora se ne andavano. Accanto a me caddero uccisi fai quel modo due ufficiali, di cui imo, se ben ricordo, del comando della Julia. Salvo errore, così finì il colonnello Molinari.

EM ILIO FA LD ELLA

LA GRANDE

azione non deve però eventualmente indurre a decidere di intraprenderla in condi­ zioni meteorologiche non favorevoli. Le ben note esigenze di visibilità e quelle ine­ renti al funzionamento delle bombarde vogliono che azione venga decisa soltanto se il tempo lo consenta in .nodo sicuro... ». Alle 5.15 del 10 giugno, quando ebbe inizio la preparazione delle artiglierie, il detonerà leggermente coperto; tosto sz addensarono le nubi, piovve e si sollevò una fìtta nebbia, per cui alle 11 la visibilità era quasi nulla. I l tiro non potè essere rego­ lato; quello delle bombarde fu generalmente corto e perciò inefficace; per l ’impos­ sibilità di osservare gli effetti del tiro, poche brecce poterono essere aperte nei reti­ colati e le trincee austriache subirono danni non gravi. Allorché alle 15, sotto una pioggia battente, ebbe inizio l'attacco, la probabilità di conseguire un successo era già svanita. I l generale Di Giorgio, comandante di un raggruppamento alpino, affermò di aver constatato che i reticolati erano dovunque intatti, o quasi. Le ultime ore del pomeriggio del 10 giugno furono tremende. I l fuoco nemico si abbattè sulle ondate d’assalto e sui rincalzi; malgrado lo slancio iniziale degli attaccanti, i risultati furono deludenti; la resistenza opposta dal nemico fu tenacis­ sima, ostinata. Quando cadde la sera, soltanto la destra della 52a divisione (gruppi alpini 8° e 9° del generale Di G iorgio) aveva ottenuto un successo, sia pure limitato, conquistando Passo dell’Agnello e quota 2101 e catturando circa 300 prigionieri. La sinistra (gruppi alpini 1° e 2° del generale Cornaro) era aggrappata alle pendici meridionali dell’Ortigara e a quelle di Monte Campigoletti, dinanzi a reticolati intatti. La 29° divisione del X X corpo, le tre divisioni del X X I I e le due del X X V I avevano raggiunto in qualche settore la prima lim a nemica, ma avevano poi dovuto ripiegare sulle posizioni di partenza. Le perdite complessive di questa giornata di battaglia furono di 6.752 uomini. Quando, a sera, si trattò di prendere una decisione, probabilmente al comando di corpo d’armata e al comando d’armata erano ancora sconosciute le perdite. Occorreva scegliere fra tre soluzioni: ammettere il fallimento, riconoscere che era sconsigliabile una ripresa dell’azione, rinunziare a persistere nell’offensiva e ordinare il rientro delle truppe nelle basi di partenza; proseguire senza soste nell’azione. I l generale Como Dagna, comandante della 52a divisione, era per la prosecuzione immediata dell’attacco e infatti diramò nelle prime ore della notte un ordine per l ’azione da svolgere il mattino dell’l l giugno. Alle 22.45 il generale Mambretti, coman­ dante dell’armata, ordinò, dal canto suo, la continuazione dell’attacco.

GUERRA

Eventuale spedizione contro assegno con versamento sul C.C.P. n. 3/24577 (franco di porto) Le battaglie deirisonzo 1915 -1917 Volume I L. 2200

Longanesi & C. Via Borghetto 15 Milano

L'operazione era inizialmente prevista in un limitato settore, fra l'Ortigara e Monte Forno, affidato al X X corpo d’armata (generale M ontuori), poiché, conquistate queste posizioni dominanti e procedendo verso il costone delle Portule, la difesa austriaca a sud (M onte Zebio. Monte Mosciagh, Monte Rosta) sarebbe stata aggirata. I l 25 marzo il Co­ mando Supremo prospettò al generale Mambretti l ’opportunità di estendere verso sud la fronte di attacco, per distogliere l'attenzione del nemico dal settore nel quale doveva essere effettuato lo sforzo principale. I l prim o aprile il comandante della 6° armata, accettando il suggerimento, propose di attaccare anche nel settore del X X I I corpo f per sviare l'attenzione del nemico dai punti di applicazione della vera azione a fondo >* e chiese l'assegnazione dì una divisione, di quattordici batterie di medio ca­ libro e di due gruppi di bombarde. I l Comando Supremo approvò; concesse le arti­ glierie e. invece di una divisione, diede il comando del X X V I corpo d’armata e due divisioni (12° e 57°). Il 5 maggio, per rendere più efficace l'azione del X X I I corpo, Mambretti chiese ancora una divisione, dodici batterie di medio calibro, tre batterie da montagna e quattro dì bombarde. I l Comando Supremo diede le artiglierie e inoltre il 27 maggio assegnò tre divisioni con complessive cinque brigate di fanteria e la 4° brigata ber­ saglieri. Risultò che l ’« azione principale » fu affidata non più a uno, ma a due corpi d'armata (X X e X X I I ) , mentre il X X V I , a sud, avrebbe svolto « azione concorrente » è il X V I I I a nord (Valsugana) « azione sussidiaria ». Sebbene, nel complesso, le artiglierie impiegate sulla fronte dei tre corpi d’armata X X . X X I I , X X V I siano state numerose (pezzi di grosso calibro 29, di medio calibro 474 di piccolo calibro 450; bombarde 551), risultarono diluite e nel settore dello sforzo principale (X X corpo) fu impiegata meno della metà del complesso (pezzi di grosso calibro 23, di medio calibro 213, di piccolo calibro 192, bombarde 220). Poiché si trattava di letteralmente « distruggere » più ordini di reticolati e trincee in roccia, un maggior concentramento di mezzi nel settore del X X corpo sarebbe stato quanto mai opportuno. Le fanterie furono esuberanti. I l X X corpo ebbe 35 battaglioni, dei quali 20 alpini 0 3 bersaglieri; il X X I I 39 battaglioni, dei quali 3 bersaglieri; il X X V I 24 battaglioni. Delle cinque brigate di fanteria e una bersaglieri assegnate il 27 maggio e giunte entro 8 5 giugno, una sola brigata (Regina) fu impiegata. Gli elementi sfavorevoli allo sviluppo dell’operazione erano molti, troppi: il ter­ reno aspro, trarotto, assolutamente scoperto, non tanto di difficile percorribilità, quanto faticoso; la mancanza di strade adeguate al traffico richiesto per il movimento e l'alimentazione di una ingente massa di truppe; le difese nemiche saldissime; la possibilità che il nemico aveva di concentrare nel settore dell’attacco principale il fuoco concentrico di artiglierie che non potevano essere controbattute e che colpivano anche con condizioni atmosferiche avverse, perchè avevano i tiri preparati. Altre circostanze sfavorevoli precedettero e accompagnarono l ’inizio dell’opera­ zione. Era previsto che l ’attacco avrebbe avuto luogo nella seconda quindicina di giugno, ma il 5 giugno, sotto l ’impressione del contrattacco austriaco sul Carso, il Comando supremo invitò il comando della armata ad accelerare i tempi. Ancora si riteneva che queste azioni « diversive » fossero efficaci. I l 7 giugno il generale Mambretti ordinò che l ’offensiva avesse inizio il 9; poi le pessime condizioni atmo­ sferiche costrinsero a ritardarla al 10. Ormai da tre giorni la calma era ritornata sul Ctorio e quindi non c’era più m otivo di anticipare l ’attacco. L ’inclemenza del tempo fece il resto. FI generale Cadorna, con fonogramma dell’8 ghigno ordinò: « Rimane inteso che la mia raccomandazione per Tanticipo della nota ,

1966

Effettivamente, come riferì la Relazione austriaca, la difesa era in crisi, per l ’avanzata del raggruppamento Di Giorgio, che si era incuneato, sull’orlo dell’Altipiano, fra la difesa della Valsugana e le posizioni dell’Ortigara. I l comando austriaco temeva un allargamento della breccia, che sarebbe stato fatale; d’altra parte, però, il totale fallimento dell'attacco su tutto il rimanente della fronte gli consentì di gettare le poche riserve disponibili a chiudere la breccia, nella quale si schierarono, nella notte stessa dal 10 all’t l , i due battaglioni che potè racimolare (IV/14° e 11/14°). Ad un’ora imprecisata della sera del 10 giugno il generale Como Dagna ebbe dal generale Montuori, per telefono, ordine di astenersi dall’impar tir e ordini per la ripresa dell’azione e di presentarsi a lui l ’indomani mattina alle 8. Alle 5.30 dell’l l il comando della 6a armata diramò un ordine: « Causa condizioni atmosferiche azione est sospesa salvo piccole azioni per migliorare situazioni locali ». Durante la notte, evidentemente, il generale M ontuori aitava convinto il generale Mambretti a sospendere l ’offensiva, ma soltanto temporaneamente, limitando gli at­ tacchi a quelli aventi scopo di migliorare la situazione. Alle 7.30 dello stesso giorno 11 il M ontuori ordinò infatti alla 521 divisione di procedere all’« allargamento della occupazione fino al Passo di Val Caldiera ». Poiché già si era rinunziato a proseguire immediatamente nell’attacco, occorreva avere il coraggio di ordinare il ritorno delle truppe sulle trincee di partenza. Furono invece lasciate in una situazione assurda, esposte al fuoco del nemico, in condizioni di straordinario disagio. Un altro errore si aggiunse così a quelli precedentemente commessi, un errore che fece salire il totale delle perdite da 6.752 uomini a 23.736. I l comando austriaco fece affluire cinque battaglioni e mezzo freschi e contrat­ taccò nella notte dal 14 al 15, ma fu respinto dopo una lotta furiosa. Tra V II e il 15 giugno, la 52° divisione perdette in complesso, per il fuoco dell’artiglieria e nel contrattacco, 2.438 uomini (ufficiali m orti 18, feriti 85, dispersi 3; truppa m orti 324, fe riti 1.614, dispersi 394). Si prospettava sempre più urgente la necessità di decidere se far ritornare le truppe sulla base di partenza o rinnovare l ’attacco. Fu presa la decisione di attac­ care il 17, ma il tempo proibitivo lo impedì. I l 18 giugno ebbe inizio la preparazione di artiglieria e nelle prime ore del 19 giugno, dopo una notte di pioggia ininterrotta, le fanterie scattarono all’assalto. La 52a divisione, con battaglioni alpini, battaglioni del 3° e 4° fanteria (brigata Piemonte) e del 9° bersaglieri, conquistò di slancio la cima dell’Ortigara, che alle 7 era in suo saldo possesso. Furono catturati 1.018 prigionieri, dei quali 74 ufficiali, 5 cannoni e 14 mitragliatrici. Malgrado il pronto accorrere dei rincalzi, fallì l ’ampliamento della breccia, perchè i tentativi di procedere oltre la vetta si infransero dinanzi a una seconda linea di trincee, con numerosi nidi di mitragliatrici. I l tempo pessimo im­ pedì all’artiglieria di sostenere l ’ulteriore sviluppo dell’attacco. La 29° divisione e i corpi d’armata X X I I e X X V I attaccarono, ma non ottennero risultati e subirono perdite dolorose. La permanenza sulla cima tondeggiante dell’Ortigara, petraia scoperta, battuta incessantemente dai fuochi concentrici delle artiglierie austriache, era un assurdo; tuttavia vi furono mantenuti i battaglioni stanchi, ridotti di forza, insieme a compagnie del genio che si prodigarono per costruire ripari. Per ordine del generale M ontuori furono anche portati sulla cima del monte 16 pezzi di 4 batterie da montagna. Un poderoso contrattacco austriaco, sferrato di sorpresa nella notte dal 24 al 25 giugno con truppe fresche, ebbe ragione della disperata difesa delle truppe schie­ rate sull’alto dell’Ortigara, che furono pressoché annientate. I superstiti si aggrap­ parono alle rocce sottostanti, mentre accorrevano rinforzi. Fu allora commesso un altro errore: il generale Como Dagna ordinò (si ignora se per iniziativa sua o per ordine superiore) un contrattacco generale. La lotta si sviluppò accanitissima dopo le ore 20 del 25 giugno, ma non potè dare risultati soddisfacenti. In quella sola giornata la 52° divisione perdette 5.969 uomini, soltanto 800 di meno delle perdite subite dai tre corpi d’armata il 10 giugno (ufficiali m orti 23, feriti 129, dispersi 86; truppa m orti 468„ feriti 2.581, dispersi 2.722). Ormai sarebbe dovuto apparire evidente che non era più il caso di rinnovare l ’offensiva e che, perciò, era assolutamente inutile voler conservare il possesso delle ultime posizioni non riconquistate dal nem ico; posizioni nelle quali la vita era un tormento. Fu necessario che gli Austriaci sferrassero un altro contrattacco nelle ultime ore della notte sul 29 giugno, sopraffacendo i difensori di Passo dell’Agnello, perchè tutte le truppe fossero ritirate sulle posizioni dalle quali il 10 giugno aveva avuto inizio l ’offensiva. La tragedia dell’Ortigara costò 913 ufficiali (m o rti 185, feriti 670, dispersi 58) e 22.823 uomini di truppa (m o rti 2.882, feriti 15.610, dispersi 4.331). 1 dispersi furono in gran parte catturati feriti e, in parte, m orti non identificati e rimasti in terreno nemico. Le perdite furono così suddivise: Ufficiali morti feriti dispersi X X corpo 52* divisione battaglioni alpini . . . . Altre truppe

morti

Totale

Truppa feriti

disperi!

110 22

330 86

50 6

1.454 432

8.227 2.321

2.564 315

12.735 3.182

132

416

56

1.886

10.548

2.879

15.917

.

.

16

48

243

1.527

271

2.105

Totale X X corpo X X II corpo . . . X X V I corpo . . .

. .

148 33 4

464 171 35

56 1 1

2.129 647 106

12.075 2.822 713

3.150 1.114 67

18.022 4.788 926

185

670

58

2.882

15.610

4.331

23.736

29* divisione

.

.

T O T A L E .......................


DALLE

SEZION I

A L L ’E S T E R O

ARGENTINA CELEBRATO A LUJAN IL DECENNALE' DELLA COSTITUZIONE DELLA SEZIONE E ’ un po’ difficile esprimere in una breve cronaca quanto si è visto a Lujàn domenica 5 giugno. L ’occasione era eccezionale: si celebrava il decimo anniversario della fondazione della Sezione Argentina dell’A.N.A., nella stes­ sa località in cui era stato bat­ tezzato il suo vessillo e in con­ comitanza col ventesimo anniver­ sario della creazione della Repub­ blica Italiana. Innumerevoli sono stati gli al­

Durante la sacra funzione, il coro sezionale cantò varie can­ zoni patriottiche, accompagnato dall’organo in sordina. Struggente fu il momento in cui si diffu­ sero le note del Piave. Compiuto il rito, il cappellano sezionale Padre Mecchia con una cienza ammirevoli, riuscendo ad accontentare tutti indistintamen­ te. Il merito di questo miracolo spetta — oltre che agli alpini Tirini e Bracco — al presidente

dal Ministero della Difesa per meriti alpini. Parlavano poi l’Intendente di Lujàn, Sr. Salaberry, sottolinean­ do lo spirito dinamico delle « fiamme verdi » ; l’agente conso­ lare del luogo, Sr. Natalizio Balandri, mettendo in risalto il si­ gnificato del 20° anniversario della Repubblica Italiana ; e il Vescovo di Mercedes, Mons. To­ mé, elogiando, fra l’altro, gli or­ ganizzatori della riunione, che avevano compiuto il miracolo di moltiplicare non soltanto i pani, ma anche... i polli. La banda sezionale, diretta da Roviaro, intonava allora il Piave e il Monte Grappa, mentre il coro sezionale, diretto dal Maestro Fraccaroli, dava inizio al susse­ guirsi dei nostalgici motivi di montagna, accompagnato da tutti i presenti. A ciò si aggiungeva, più tardi, la prestazione di cantanti folkloristici e del sig. Ventrici, del1'« Ora calabrese » della Radio. Oltre alle autorità già nomi­ nate, si notavano fra gli interve­ nuti il Vicecapogruppo dell’A.N.A. di Rosario, Sig. Motta, i Capi­ gruppo di La Piata e Florencio Varela, Rauss e Tambosco, l’agen­ te consolare di Mercedes, i Pre­ sidenti della Società Italiana di Pilar, della Società Italiana di Lujàn, del Club Pineiro di San Fernando, del Club Colòn di Lujàn, la Dott.ssa Tirini, rappre­ sentanti del Corpo dei Pompieri e moltissime altre personalità di rilievo. Ancora una volta le « penne nere » della Sezione argentina dell’A.N.A. hanno portato in un’al­ tra Associazione italiana il loro entusiasmo ed amor di Patria che serve d’esempio e d’incita­ mento a tutta la numerosa no­ stra Collettività residente nella Repubblica argentina.

FRANCIA ÁX ^

S É É p li

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Il corteo degli Alpini sfila per le vie di Lujàn pini accorsi da ogni parte all’ap­ pello di tale circostanza. E' stata una sagra d’italianità come se ne svolgono poche in questo paese. La Società Unione Italiana di Mutuo Soccorso aveva offerto la sua splendida sede e il comitato feste al completo agli alpini T i­ rini e Bracco, ideatori e princi­ pali organizzatori dell’imponente manifestazione. Il corso San Martin era addob­ bato d’una infinità di tricolori e bandiere argentine, dispiegate tra una fila e l’altra di case in veri e propri archi di trionfo. Davanti all’entrata della suddetta sede, uno striscione verde recava un cappello alpino e un’iscrizione di benvenuto alle « penne nere ». Nel vasto giardino del Circolo, era stata innalzata una tenda enorme, fatta arrivare da Cordoba e ca­ pace di contenere un migliaio di persone sedute. Alle 10.30 in punto, la colonna degl i« scarponi », dopo aver reso gli onori al vessillo sezionale, iniziava la sua marcia lungo il corso San Martin, tra due fitte ali di connazionali che li accla­ mavano con delirante entusiasmo. Giunti alla Basilica, già gremi­ ta di fedeli, essi si schieravano nel centro del maestoso tempio, mentre il coro sezionale si dispo­ neva a fianco dell’altare maggio­ re, insieme col vessillo scortato dal Presidente Cap. Giuseppe Zumin e accompagnato dai gagliar­ detti dei Gruppi di La Piata e di Florencio Varela. Il Vescovo di Mercedes, S.E. Tomé (figlio di friulani), prima d'incominciare la Messa, rivolge­ va parole di saluto e d’augurio a tutti gli alpini presenti.

della Società ospitante e al suo comitato per i festeggiamenti. Appunto il Presidente, Sr. Munari, prese la parola alla frutta e colmò di elogi gli alpini con­ venuti a Lujàn. Successivamente, allocuzione densa di elevati con­ cetti, commosse tutti i presenti. Uscita dalla chiesa, la colonna, sempre in perfetta formazione, preceduta dal vessillo e dalla banda sezionale, raggiungeva il monumento al Gen. San Martin e vi deponeva una corona di fiori. Poi, sotto la tenda eretta nel giardino del Circolo, ebbe luogo il pranzo con la partecipazione di 1300 commensali: vale a dire, 300 più del previsto. Gli orga­ nizzatori fecero fronte a tale dif­ ficoltà con uno spirito e un’effiil Cap. Zumin si alzava a ringra­ ziare le autorità e a ricordare che vent’anni prima l’Italia si avviava verso la sua sicura ripre­ sa nel concerto delle nazioni. Dopo di che, il dinamico Pre­ sidente tracciava una rapida sin­ tesi della Sezione argentina dell’A.N.A., fondata 10 anni fa dal­ l ’indimenticabile Gen. Comiani, al quale aveva inviato in quel giorno un telegramma di saluto e di riconoscenza. Il risultato del lavoro di tale decennio si riassumeva in cifre eloquenti: 1000 soci distribuiti in 16 gruppi dall’Equatore fin quasi al Polo Sud, tutti uniti e protesi a mantenere alto il prestigio del loro Corpo e della Patria. Dopo avere inneggiato all’amici­ zia italo-argentina, il Cap. Zumin appuntava sul petto del consiglie­ re Giuseppe Perin la croce di ca­ valiere all’O.M.R.I., concessagli

LUTTO FRA GLI ALPINI DI PARIGI Martedì 31 maggio accompagnam­ mo all’ultima dimora l'alpino Giusiano Bartolomeo classe 1895. Gli Alpini di Parigi animati dallo spirito che mantiene la fiamma che affratella tutte le Penne Nere; accor­ sero numerosi per tributare al Caro Scomparso l'ultimo addio; poiché do­ po una Messa Solenne la Salma pro­ seguì per l'Italia. Il Cap. Magg. Giusiano Bartolo­ meo era nato a Tolone (Francia) ma profondamente Italiano e nostalgico delle sue montagne si presentò alla leva e fu incorporato al vecchio «D U I» Battaglione Sai uzzo e dunque fra i primi a combattere sui sacri confini della Patria. Combattè da prode sul Roinbon e ovunque le alternative della guerra ri­ chiedessero il suo concorso. Fu ferito e fatto prigioniero alla ritirata di Caporetto. Era pluriderocato e sul Suo petto spiccava pure la croce di Guerra Fran­ cese. Uomo robusto, di una innata gen­ tilezza, forte, temprato all’aria dei monti della Val Varaita della quale parlava con entusiasmo. Ora riposa a perenne nel luogo da Lui prediletto vicino ai suoi Cari, ma di certo la Sua anima buona avrà raggiunto il Paradiso di Cantore.

Cappello alpino in bronzo (in grandezza naturale) Il Dr. Vittorio Cortese — Via Scarfatti 7, Milano — ha la pos­ sibilità di fornire, a richiesta, cap­ pelli alpini in bronzo in grandez­ za naturale al prezzo di L. 40.000 circa. Desiderando una confezione ri­ portante il grado ed il numero del Reggimento desiderati, indicarli nell’ordinazione. Il prezzo potrebbe eventulmente diminuire per un’ordinazione di più esemplari. La fusione è singola per ciascun cappello.

D A L L E S E Z I O N I IN I T A L I A

Abruzzi L ’Assemblea Generale ha con­ fermato le cariche sociali con a capo il Presidente Cap. Adelelmo Brancadoro e con la sostituzione del I Cap. Guido De Felice al compianto Ten. Col. Antonino Lusi. Sono stati inclusi, di dirit­ to, nel Consiglio, i Capi Gruppo dell’Aquila, Serg. Magg. Giuseppe Di Stefano, di Chieti, Cap. Carlo Caniglia, di Pescara, Magg. Raf­ faele Cieri Pugliese, di Teramo, Cap. Biagio Rosa. *** Benedizioni di gagliardetti con la presenza della Presidenza Se­ zionale e convegni di zona a: MORINO (L ’Aquila) dove l’alp. Angelo Bolletta è riuscito a far tesserare ben cinquanta alpini ; Capo Gruppo Serg. Enrico San­ tucci, Vice Alp. Francesco Giovaruscio, Cons. Raffaele Finoc­ chio. SCONTRONE (L ’Aquila) dove il fondatore ed ex Capo Gruppo Alp. Erenio Valentini, tornato temporaneamente dalla Svizzera, ha offerto la fiamma al nuovo Capo Gruppo Diego Melone. N ERITO (Teram o) con la par­ tecipazione organizzata dal Cons. Sez. Cap. Biagio Rosa di parec­ chi Gruppi del Teramano e con la non facile propaganda del bra­ vo Capo Gruppo Serg. Lino Cor­ doni in un comune frazionatissi­ mo come quello di Crognaleto. Concreto aiuto da parte del Co­ mune. *** Alla tradizionale processione del Venerdì Santo all’Aquila, con l’intervento di tutte le Autorità, la popolazione e migliaia di fo­ restieri, l’onore di portare e scor­ tare il simulacro del Cristo Mor­ to è stato ottenuto dalla Sezione « Abruzzi » ohe vi ha provveduto con tutti i dirigenti presenti al­ l’Aquila e con varie centinaia di soci della città e dei gruppi li­ mitrofi. Suggestivo il coro di cir­

ca cento « bocia » del B.A.R. « Ju­ lia » che ha cantato il « Miserere ». *** Nuovi gruppi sono stati costi­ tuiti a: CROLLARMELE (L ’Aquila) per merito del Capor. Rocco Angeloni nominato Capo Gruppo: tes­ serati 25. FILE TTO (Chieti) per la pro­ paganda fatta dal Serg. Magg. Pompeo Iannamico, Capo Grup­ po di Guardiagrele: tesserati 15, Capo Gruppo Fiorentino Della Valle. M ONTICCHIO (L'Aquila) per iniziativa del Cons. Sez. I Capit. Guido De Felice: tesserati 13, Ca­ po Gruppo Alp. Alberto Civisca. OCRE (L'Aquila) per impulso del Capit. Adelelmo Brancadoro, Presidente Sezionale: tesserati 10, Capo Gruppo Serg. Gino Morresi. V ILLA CELIERÀ (Pescara) per la spinta data dal Ten. Col. Gia­ como Lombardi, vice presidente sezionale: tesserati 29, Capo Gruppo Alp. Liborio Violante.

Ancona I l nuovo D irettivo sezionate A seguito di regolare convoca­ zione, ha avuto luogo in Ascoli Piceno, nella Sede del locale Gruppo, l'Assemblea dei delegati per rinnovazione dell’intero Con­ siglio Sezionale. Gli eletti hanno subito proce­ duto alla assegnazione degli in­ carichi e 1 il Consiglio Direttivo Sezionale è risultato così costi­ tuito: Pi esidente: A w . Giuseppe Asco­ li; vice presidente: Gen. Dr. Ma­ rio Michelangeli ; segretario: Cav. P.I. Guerrino Pietroni; tesoriere: Cav. Luigi Tagini; membri: P A . Mario Lupi, A w . Nino Allevi, A w . Napolione Napolioni, Rag. Giuseppe Locatelli, Dr. Enzo Pas­ satempo.


In memoria di Arturo Paoloni Domenica 29 maggio, organizza­ ta dal Gruppo di Ancona, hanno avuto luogo cerimonie per com­ memorare il compianto Presiden­ te della Sezione Marche, cav. Ar­ turo Paoloni, e per benedire la nuova fiamma del Gruppo Anco­ na, ora intitolato appunto ad Ar­ turo Paoloni, gentilmente offerta dai di lui famigliari. Sin dalle prime ore del matti­ no sono convenuti in piazza del Plebiscito numerosi Alpini da quasi tutti i Gruppi della Sezione: Macerata, Fermo, Samano, Jesi, Fabriano, Pesaro, Recanati. Sono inoltre intervenute rappresentan­ ze delle Sezioni di Modena con il Presidente Magg. Pierfermi e de L ’Aquila con il Presidente Magg. Brancadoro. Nella Chiesa di S. Domenico è stata officiata la S. Messa da Pa­ dre Gabriele, il quale ha rievoca­ to la figura di Arturo Paoloni mettendone in risalto con toccan­ ti parole le doti non comuni di marito e padre, di cittadino, di lavoratore e di Alpino. Durante la S. Messa l’organista ha accompagnato il divino Ufficio con canzoni alpine, sommessamen­ te suonate, destando nei presenti viva commozione. Infine Padre Gabriele ha bene­ detto la nuova fiamma, madrina la signora Maria Paoloni; la fiam­ ma era sorretta dalla nipotina Alessandra. Dopo la cerimonia gli Alpini si sono recati al cimitero delle Tavernelle per deporre fiori sulla tomba del loro indimenticabile Presidente e quindi alla sede del C.A.I. (g. e.), dove il Capo Grup­ po di Ancona, cav. Elvinio Fer­ rari, ha espresso i sentimenti di affetto e di riconoscenza degli Al­ pini per lo scomparso, che tanto ha meritato dalla Sezione marchi­ giana, ed ha ringraziato i fami­ gliari, le rappresentanze delle Se­ zioni modenese e aquilana e tutti gli Alpini intervenuti. Alle parole del cav. Ferrari e a quelle di Pa­ dre Gabriele si è associato il Vice Presidente della Sezione, Gen. Mi­ chelangeli, il quale — dopo aver porto il saluto del Presidente se­ zionale, assente per malattia — ha concluso esortando i presenti ed in particolare i giovani ad uni­ formarsi nella vita aH’esempio di Arturo Paoloni. Infine, Luciano Paoloni, com­ mosso visibilmente per la dimo­ strazione di memore affetto e di ammirazione per il compianto suo padre, ha rivolto agli Alpini pa­ role di saluto e di ringraziamento.

Breno I l Gruppo di Sonico ha festeggiato | suoi cinque Adam ellini Dicono che tutte le occasioni sono buone, per noi Alpini, pur di poter staccare dal chiodo il cappello alpino, quel cappello che, qui in montagna, tiene ancora il posto d ’onore nelle ca­ se, e, guai a toccarlo! Che volete, noi siamo fatti così! Il nostro cappello è un simbolo e lo portiamo sempre nel cuore, ma qualche volta ci va di por­ tarcelo in testa, ben calcato, come al­ lora...: ci par di ringiovanire! Quella del cappello è una tradizione di fa­ miglia, una tradizione che ai monta­ nari non va di perdere. Dal « pare » al a fidi » e così via... Stavolta è toccato a Sonico. Cento chilometri da Brescia, ai piedi dell ’Adamello, questo vetusto e quasi sco­ nosciuto paesetto che conserva anco­ ra molti scorci di montanara sempli­ cità, ha ritrovato in cinque suoi vec­ chi Alpini il sapore di cose lontane, di tempi passati, nomi, luoghi, volti che ormai sono della storia, della tra­ dizione, forse anche della leggenda. Sono cinque « Adamellini » ; Branchi Luigi e Branchi Giacinto del Btg. « Mandrone ». Carina Lorenzo, Mari­ ni Lorenzo dell’« Edolo » e Funazzi del « V. Baltea ». Già lo scorso anno i cari nonnini, ancor pieni di brio e più ancora di fierezza eran saliti sul To­ nale a ritrovare i luoghi di lontane e tremende battaglie, combattute quasi alle soglie di casa, e ad abbracciare con spirito libero d’odio e rancore i vecchi « Tognini » di allora, avversari degni di quella indomabile stirpe mon­ tanara. Ora sono arrivate dall’ANA le me­ daglie d’argento commemorative di quella lunga campagna di guerra ol­ tre i tremila. Ed ecco l ’occasione per riunirsi attorno ai nostri cari nonni e riandare a quei tempi remoti, per indossare ancora il cappello alpino e sentirsi, come solo gli Alpini san fa­ re, un cuore cd un’anima sola. Sin­ daco in testa, Mottinelli Lorenzo, che, guarda un po’ il caso è anche Alpino e Capogruppo, il Rev. Parroco D. Bat­ tista Turelli, ex Artigliere Alpino, ami­ ci Alpini vari del nostro Gruppo, « Ve­ ci » dal loro cappello « svergolo » con la penna che sa di pollaio domestico, perchè quella di tempi andati è ri­ masta chissà su quale balza delle Al­ pi o di monti stranieri, e « Bocia » che le città o l ’estero non si sono anco­ ri. portati via per il lavoro, col cap­ pello un tantino « tirato », penne dritt • e nuove, si sono riuniti attorno a questi ben cinque Adamellini che il paese vanta forse unico nella Vallecamonirn

S. Messa servita da due Bocia, con benedizione delle medaglie, distribu­ zione, occhi lucidi e commossi, un rapido pensiero davanti al monumen­ to ai Caduti, tanti, tantissimi per un paese così, ed infine il « rancio » al­ l’albergo « Miravalle ». Niente discor­ si. due parole così alla buona, più un augurio di ritrovarci ancora. I discorsi gli Alpini li lasciano fare agli altri, a loro bastano i fatti...! Poi ecco saltar fuori, come d’incan-

to, una vecchissima fisarmonica, un non meno vecchio mandolino, un bombardino rattoppato e tanta alle­ gria semplice e schietta. Suonate di tanti anni fa, le uniche per un’allegria frizzante e buona per ritrovare quel tal clima che la modernità ha schiac­ ciato con la sua superficialità, e via per il paese, come si fa a nozze, tan­ to per non far torto a nessun... eser­ cente! CARLO BRANCHI

Como INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE SEZIONALE ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE NAZIONALE Sabato 28 maggio è stata solen­ nemente inaugurata la nuova ac­ cogliente sede di Como, in Piaz­ za Roma 34. Alla cerimonia inau­ gurale è intervenuto il Presidente Nazionale dott. Ugo Merlini. Era­ no presenti le massime Autorità civili e militari della Provincia e della Città con alla testa il Pre­ fetto dott. Zecchino. Il dottor Cor­ nelio, presidente sezionale, con i Consiglieri, ha fatto gli onori di casa. La nuova sede, posta al primo piano di un palazzo di notevole valore storico è stata arredata gusto e cura dal Consigliere Se­ zionale rag. Luigi Rusconi. Dopo il taglio del nastro tricolore da parte della Madrina signora R o­ sa Frascoli, Monsignor Comm. Tacito Ronconi, già Cappellano degli Alpini, in rappresentanza del Vescovo di Como, ha bene­ detto i locali della nuova sede ed ha ricordato con commosse parole le imprese degli alpini, la ioro dedizione al dovere, la tena­ cia, la fedeltà agli ideali della Pa­ tria. «Z ia R o s a » ha espresso la se ddisfazione sua e di tutti gli Alpini che finalmente hanno una sede tutta per loro.

Nel corso della visita agli am­ pi locali, il Presidente Cornelio, nel grande salone affrescato dal « vecio » Gin B inaghi, con una pa­ noramica della storia ed epopea del Corpo degli Alpini e delle Truppe di montagna, ha rivolto la parola alle Autorità, ricordan­ do la forza della Sezione coma­ sca che sta raggiungendo le 6000 unità, suddivisa in 106 Gruppi. Ha pure esaltato il culto degli Alpini per le medaglie d’oro al­ pine comasche ed ha rievocato l’opera appassionata delTAlpino Enrico Franzi, nel cui ricordo, un gruppo di Consiglieri e di Amici Alpini hanno offerto l’arre­ damento della « fureria ». Dopo aver sottolineato la riconoscenza agli intervenuti, il Presidente ha esortato gli alpini a rimanere fe­ deli alle loro tradizioni secondo le quali « la fortuna è una cosa dubbia, il valore una cosa certa ». Il Prefetto con brevi parole ha reso omaggio al Corpo degli Al­ pini e a chi ne custodisce i va­ lori, testimonianza preziosa per i giovani di virtù civica e di dedi­ zione alla Patria. Il Presidente Nazionale ha espresso il suo com­ piacimento per la nuova sede.

Imperia A COLDIRODI U NUOVO CAPOGRUPPO Gli alpini di Coldirodi hanno partecipato nella quasi totalità all’assemblea del Gruppo svoltasi il 18 marzo. Dopo il saluto rivolto ai Bocia, di recente congedati e venuti ad ingrossare le file della nostra famiglia, il Capo Gruppo uscente Giuseppe Vezovio ha svolto la relazione morale e finanziaria, approvata all’unanimità dai pre­ senti. Dopo la lettura della rela­ zione il socio Schiappacasse, a nome di tutti i convenuti, ha rivolto al signor Vezovio sentite e doverose parole per l'opera fat­ tiva svolta a favore del Gruppo, da lui ricostituito nel 1948 con 25 iscritti, e che conta attual­ mente ben settantacinque iscrit­ ti, ed ha invitato, specialmente i giovani, a perseverare nel cam­ mino sempre con maggiore lena. Quindi il Capo Gruppo uscente ha presentato, quale suo succes­ sore, il Tenente Italo Fiore, gio­ vane entusiasta ed animato da molta volontà, il quale si è di­ chiarato di essere altamente ono-

rato di assumere la responsabi­ lità del Gruppo, promettendo il suo interessamento per il bene comune. Il nuovo Consiglio risulta così composto: Capo Gruppo: Ten. Ita­ lo Fiore; Vice Capo Gruppo: Sig. Tullio Bobone; Consiglieri: Domenico Rusca, Riccardo Merli­ ni, Orlando Bruno, Mario Lanza. In un ambiente riscaldato da un grande entusiasmo, da un susseguirsi di cori eseguiti alla perfezione, da una lauta « sardinara » ottimamente inaffiata, si è chiusa a tarda ora la magnifica serata dimostrando, ancora una volta, il grande affiatamento che regna tra i soci del Gruppo. Al Vecio Vezovio Giuseppe, la Presidenza e il Consiglio Sezio­ nale porgono un tributo di caldo affetto e di ammirazione: egli potrà essere eguagliato, ma ben difficilmente superato nell’amore per il suo Gruppo, nell’attacca­ mento alla grande famigliav anche a costo di non indifferenti sa­ crifici.

cui memoria gli Amici Alpini di Pru­ netto hanno voluto intestare il Grup­ po da lui stesso fondato ed il cui nome, a caratteri d’oro, rimarrà pe­ rennemente scritto sul Gagliardetto stesso. Favorito da una bella gior­ nata, Prunetto ha accolto i parteci­ panti al Raduno magnificamente ad­ dobbata, a festa con bandiere tri­ colori, festoni, scritte inneggianti agli Alpini, che davano al paese un aspet­ to gaio, ridente e solenne ad un tempo. Alle 10,30, con in testa una picco­ la fanfara organizzata dal Gruppo stesso, si snodava il corteo per la via centrale del paese, sfilando or­ dinatamente fra due ali di folla plau­ dente, che ad Autorità ed Alpini ha riservato una entusiastica accoglienza. Il corteo, si recava di fronte alla Lapide dei caduti, e quivi veniva de­ posta una Corona d’alloro per i Ca­ duti di tutte le guerre, mentre un coro locale egregiamente istruito ese­ guiva l’Inno del Piave. Di fronte alla Lapide dei Caduti, ove era stato preparato l ’Altare da campo, a suffragio dei Caduti stessi, è stata officiata la S. Messa dal Cap­ pellano degli Alpini Don Rossi Pie­ tro, che al Vangelo, con cuore aperto e veramente da Alpino, ha rivolto ai presenti elevate e sublimi parole di circostanze, elogiando la fede e la fra­ ternità degli Alpini e ricordando so­ prattutto il sacrificio ed il contributo di sangue di tutti coloro che dai campi di battaglia non sono più tor­ nati. Ai piedi dell’Altare il Parrocco locale ha provveduto alla benedizio­ ne del Gagliardetto. Attorno all’Altara facevano corona, oltre al Vessillo della Sezione di Mondovì ed al Gon­ falone del Comune, i Gagliardetti dei Gruppi di Torre Mondovì, Alba, Cortemilia, Monesiglio, Saliceto, Cengio, Cosseria, Murialdo, Altare, Monaste­ ro Bormida, e Sale Langhe. Sul pal­ co, appositamente preparato, hanno preso posto le Autorità, che, acco­ gliendo l’invito della Sezione, si sono compiaciute onorare, della loro pre­ senza, la manifestazione. Erano pre­ senti: il Colonnello Luigi Rudella, Commissario Ufficio Leva di Cuneo, il Colonnello Alessandro Fenoglio per il Distretto Militare di Cuneo, il Te­ nente Calvo in rappresentanza del Battaglione «C a d o re » C.A.R. di Mon­ dovì ed il Maresciallo del Carabinieri Abis Carlo, Comandante la Stazione Carabinieri di Monesiglio. Dal palco, per primo, con accorate espressioni, ha rivolto il saluto ed il benvenuto il Sindaco del paese; ha poi preso la parola l’oratore uffi­ ciale Avvocato Giusta ed un ringra­ ziamento per tutti, Autorità e Rap­ presentanze, ha infine rivolto il Pre­ sidente della Sezione Capitano G. Alasia. E’ seguita la consegna degli atte­ stati di appartenenza alla Divisione Alpina « Cuneense » dopo di che i ristoranti locali hanno visto riuniti, in serena e schietta allegria, Autori­ tà ed Alpini per consumare il pranzo sociale. Per tutta la giornata è poi continuata la più cordiale animazio­ ne, allietata da suoni, canti e cori della montagna, spentisi solo con lo spuntare delle stelle; una giornata di tricolori al vento, di fede e di pas­ sione alpina, ma soprattutto, di rive­ rente omaggio per coloro che non sono più tornati dai fronti di guerra; una giornata il cui ricordo resterà perenne nel cuore delle Penne Nere e della popolazione tutta di Prunetto.

Palermo

Intra E' SCOMPARSO DON LUIGI MARTINOLI VALOROSO CAPPELLANO DELLA GUERRA '15-18 II 2 maggio c.a. è deceduto nel­ l’Ospedale di Verbania (Novara) il Ten. Cappellano don Luigi Martinoli. Entrato in guerra il 24 maggio 1915 con il Battaglione a Cividale » dell’80 Rgt. Alpini, vi rimase per tutta la guerra, distinguendosi per coraggio, dedizione al dovere e elevato senso della sua Missione di Sacerdote. Prese parte a tutte le battaglie com­ battute dal suo Battaglione nel me­ dio Isonzo, in Val d’Astico, sul Mon­ te Novegno, sugli Altipiani di Asiago, al Passo del Tonale, Val di Fassa e sul Monte Grappa. Per il Suo valore e per l ’eroica as­ sistenza ai feriti sul campo di bat­ taglia gli furono conferite la Meda­ glia di bronzo e la Croce di Guerra al Valor Militare. Ultimata la guerra con la Vittoria di Vittorio Veneto si prodigò, anche con pericolo di infezioni, alla riesu­ mazione delle Salme dei Caduti e alla loro inumazione in cimiteri mi-

litari. Il premio di congedamento, Io importo della polizza di assicurazione ai combattenti, l ’indennità conferita­ gli dal Ministero per la sua opera di riesumazione delle Salme dei ca­ duti le devolse tutte per vestire com­ pletamente a nuovo, anno per anno, i bambini poveri del suo Paese per la loro Ia Comunione. Congedato nel 1920, fu inviato come Missionario dell’Opera Bonomelli nel Lussemburgo per l ’assistenza spiritua­ le ai nostri cperai. In una triste giornata del 1922 fu gravemente fe­ rito al polmone da un sovversivo. Dalla ferita riuscì a guarire, ma non fu più in condizioni di svolgere la sua attività di missionario. I Superiori gli affidarono dappri­ ma una Parrocchia e da ultimo, quando il peso degli anni e le con­ seguenze della grave ferita si fecero maggiormente sentire, l ’assistenza ai ricoverati della Casa di Riposo di Bugnate di Gozzano.

Latina

Mondovì

Domenica 22 maggio si è svolto il raduno delle Sezioni di Napoli e La­ tina a S. Felice Circeo con gita a Sabaudia e a Borgo Montenero. Il pranzo fu servito nel podere dell'Al­ pino Cecutti Gio Battista sotto una magnifica pergola, in mezzo al ver­ de, con ima tavolata per 150 coperti. La famiglia Cecutti, coadiuvata dagli Alpini del Borgo, allestì un ottimo pranzetto alla campagnola, irrorato da vino casalingo. L ’atmosfera fu par­ ticolarmente cordiale in quanto ven­ nero festeggiati i due coetanei Pre­ sidenti nel giorno del loro complean­ no e fu un coro di auguri sinceri to*nc ggianti alla fraternità alpina.

Benedizione del gagliardetto del Gruppo di Prunetto Domenica 16 maggio ha avuto luo­ go a Prunetto, egregiamente organiz­ zata dal locale Capo Gruppo Carbo­ ne Bruno e dai suoi collaboratori, non escluso 11 Sindaco del Comune, Maestro Marengo Carlo, che vi ha contribuito moralmente e finanziariamente, una semplice, ma ben riuscita manifestazione alpina per l ’inaugura­ zione e benedizione del Gagliardetto. Ne è stata Madrina la Signora Ru­ di no Maria, madre dell’ex Capo Grup­ po Rudino Innocenzo, improvvisamen­ te deceduto nello scorso anno, alla

Nella sede sociale ha avuto luogo l ’assemblea annuale dei Soci della Se­ zione per la rinnovazione delle cari­ che sociali. Aperta la seduta il Presidente Prof. Bagnasco ha letto la Relazione mora­ le e finanziaria facendo rilevare che, purtroppo, malgrado la imissione di nuovi soci la forza della Sezione è diminuita di qualche unità a causa della poca sollecitudine di alcuni Al­ pini a rinnovare il tesseramento per Tanno in corso. Questa manchevolezza è stata rile­ vata in particolare a carico del Grup­ po di Catania, che è sollecitato a provvedere agli adempimenti sociali che gli competono. I l Presidente elenca poi l’attività sociale svolta nel corso del 1965. Si è proceduto poi alla sostituzione, nel Consiglio, del compianto Cav. Prof. Leonardo Avellone, recentemen­ te scomparso. E ’ risultato eletto il Ten. Col. Er­ nesto Coniglio.

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Raduno Interregionale di Cavour Il raduno indetto T8 maggio per commemorare la Medaglia d ’Oro T. Col. Carlo Buffa di Perrero nel cin­ quantenario della morte, è stato favo­ rito da una giornata splendida e dal­ l ’afflusso di migliaia di alpini con vessilli e gagliardetti. Presenti fra i tanti Ufficiali Gene­ rali e Superiori: il Gen. Suitner in rappresentanza del Comandante la Re­ gione Mil. N.O., il Gen. Div. Rosset­ ti dell’Ispettorato Truppe Alpine, il Gen. Div. Ramella Comandante le Scuole d’Applicazione d’Anna, il rap­ presentante del Com.te la Brigata Alp. Taurinense, il col. Mola di lArlssè Com.te il 7® Regg. Alpini, d’Aiutanto Maggiore del Btg. Cadore (comanda­ to dal Magg. Buffa nel 1915-16) 1© Medaglie d’Oro Gen. C.A. Adolfo Ri-

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voir, padre Giovanni Brevi, Dott. Lu­ ciano Zani. Il presidente dell’A.N.A. era rap­ presentato dal vice presidente nazio­ nale Gen. Musso. Dopo l ’omaggio reso alla tomba del­ l ’Eroe, Padre Brevi ha celebrato la S. Messa al campo. Al termine di questa il Gen. Div. Emilio Faldella ha commemorato con profonda co­ noscenza dei fatti e con alata parola il Col. Buffa. • Sono state deposte corone offerte dal 7° Alpini, dal Btg. Cadore, dall ’ANA di Cavour, alla tomba della M.O. Buffa, al monumento ai Caduti, alla lapide apposta a casa Buffa di Perrero. E ’ seguito un ricevimento offerto dal figlio della M.O., prof. Ermanno.

Al termine del rancio d’onore, il presidente della sezione ha ringrazia­ to tutti i convenuti ed ha elogiato il capo gruppo di Cavour che col co­ mitato si è prodigato per l’organizza­ zione del raduno così ben riuscito. Hanno parlato poi il prof. Ermanno Buffa di Perrero, il Gen. Div. Ros­ setti ed, infine, il vice presidente na­ zionale Gen. Musso. Ha prestato servizio per tutta la giornata la neonata fanfara della se­ zione. A conclusione della giornata sono state distribuite coppe e medaglie d’oro ai gruppi ; più numeroso, più lonta­ no, più organizzato, al coro di Bibiana, alla fanfara, all’alpino più an­ ziano.

Salò Il 29 maggio u.s. in Salò si è riunito in seduta straordinaria il Consiglio Direttivo della Sezione Alpini « Montesuello » per discu­ tere il seguente ordine del giorno: — Celebrazione a Trento, il 17 luglio p.v., del cinquantenario del sacrificio dei Gloriosi Martiri: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Da­ miano Chiesa. — Celebrazione del centenario della battaglia di Montesuello a Bagolino. — A Salò il 22 e 23 ottobre p.v. raduno intersezionale per il 40° anniversario della fondazione del­ la sezione con benedizione del nuovo vessillo sezionale e di una lapide nell’ex Caserma Cantore, a ¡ricordo delle « Penne Mozze » dei Battaglioni Alpini Vestone, Vaichiese, Montesuello e Monte Cavento, che da quell’edificio par­ tirono per i fronti di guerra 1915-1918 e 1940-1945.

LUTTI

Dopo un’ampia ed esauriente discussione, alla quale hanno par­ tecipato la maggior parte dei consiglieri, sono stati approvati ad unanimità in linea di mas­ sima i vari programmi delle pre­ dette cerimonie. Al termine delle discussioni in parola, il Presidente sezionale ha letto una lettera del Presidente Nazionale dell’A.N.A. con la qua­ le gli si comunica la nomina a Cavaliere deU'O.M.R.I. dei Soci di questa Sezione Sigg. Rag. Oli­ viero Bruno Bonomi di Vestone e di Museti Ernesto di Villa di Salò. Dopo tale lettura il Pre­ sidente stesso, ha proceduto alla consegna delle rispettive comuni­ cazioni del Ministero della Difesa e delle relative insegne, offerte dalla Sezione « Montesuello » ai neo cavalieri. Infine, la riunione si è con­ clusa con un rinfresco in onore degli insigniti.

Savona Domenica 29 fin dalle prime luci del giorno convenivano a Borghetto alpini liguri e piemon­ tesi di tutte le specialità, scia­ mando per le vie della caratte­ ristica località del litorale ligure. Alle 9.30, preceduti dal Sindaco di Borghetto Cav. Barone, alpini, artiglieri alpini e genieri alpini sfilavano per le vie tra battimani e lanci di fiori, raggiungendo il Cimitero dove erano scoperte la­ pidi in memoria dei caduti e dispersi di Borghetto in tutte le guerre; a ricordo dei tre dispersi erano deposte cassette contenenti terra di Russia e del Montenegro. Alle 10.30 il Rev. Parroco Prof. Damonte celebrava in piazza la Messa al campo, rivolgendo « In­ fra Missam » un saluto ai conve­ nuti e un plauso agli organiz­ zatori della manifestazione. Dopo la Messa il Sindaco di Borghetto, che già con apposito manifesto aveva porto il benve­ nuto della popolazione agli alpini, ripeteva il saluto alle Autorità e alle Penne Nere. Quindi Mons. Bruzzone, Cap­ pellano dell’A.N.A. di Savona e reduce dal fronte Russo, bene­

diceva il gagliardetto del Gruppo A.N.A. di Borghetto, madrina la gentile signora Ivaldi. Iniziava tosto il suo discorso il Col. Catanoso, Ordine Militare d’Italia, Comandante il Batta­ glione « Pieve di Teco » in Rus­ sia, il quale, illustrate le moti­ vazioni delle tre medaglie d’oro al V.M. alpine (alla memoria) di cui si fregia il vessillo della Se­ zione A.N.A. di Savona, Capitano Riccardo De Caroli, Ten. Benve­ nuto Ratto e S. Ten. Aldo Turi­ netto, accomunava ai tre Eroi tutti i Caduti di Borghetto, af­ fermando che fino a quando ci saranno uomini come gli alpini che si raduneranno per comme­ morare i loro Caduti, il sacrificio di questi non verrà dimenticato e non sarà stato vano. Infine venivano distribuiti doni delle ditte locali ai gruppi A.N.A. accorsi più numerosi o da più lontano. Nel pomeriggio gli alpini si spostavano a Pineland, la nuova zona residenziale sorta a monte di Borghetto per iniziativa del Cav. Colmane il quale offriva agli insoliti visitatori un ricchissimo rinfresco.

Venezia Lutto della Sezione Gli Alpini di Venezia partecipa­ no con grande dolore la scom­ parsa del prof. Luigi Molinari. E ’ stato Presidente sezionale per diversi anni ed è sempre staio per tutti prodigo di consigli e di aiuti. L'A.N.A. di Venezia era per lui, come continuamente ripeteva, la sua seconda famiglia. Per la sua bontà era per tutti « Papà Molinari ». Ora non è più. E ’ salito lassù nel Paradiso del Generale Canto­ re, nel Paradiso degli Alpini. La sua scomparsa ha lasciato

un grande vuoto, ma siamo sicuri che anche da lassù lui ci seguirà sempre e sempre ci sarà vicino. Ci ha insegnato tante cose e noi non le dimenticheremo.

SOSTENITORI ED OFFERTE VARIE PER «L'ALPINO» Sig. Galli Stefano - Manera di Lomazzo (Como) . . Sig. Giuseppe La Rocca • T o r i n o ............................. » Rag. Marino L. Giorgi • Pordenone (Udine) . . . Sig. Dario Bonacina • Ve- duggio (M ilano) . . . . Avv. Chiaffredo Turrina R. Emilia in memoria di Arnaldo Cattani capo gruppo di R. Emilia . .

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TEMPI DURI PER «L'ALPINO» Sig. Rambelli Caflero L. 550 lanova (Ravenna) . Sezione di Montreal (Cana » 6.780 d à ) .......................... Rag. Piero Ragozzi • Nova ra in memoria del Ten Col. Avv. Guido Ragozzi combattente guerra 1915/18 e volontario campagna di G r e c i a ..................... Gruppo A.N.A. di Edmon ton (Canadà) . . . Gruppo A.N.A. di Rauscedo ( Udine ) ................. Gruppo A.N.A. di Trivigna no Udinese • • « «

Abruzzi. — i l Socio Giulio Tondo, benemerito della Sezione, attivo se­ gretario del Gruppo di Paterno. L ’Alpino Nicola Marchetti Capo­ gruppo di Tornareccio. L ’Alpino Mario Orazio Leone, Ca­ pogruppo di Opi, tutti combattenti della guerra 1915/18 ed appassionati collaboratori. L ’Alpino Antonio Sinni del Gruppo di Tocco Casauria. , n Cap. Magg. Tripoli Carosella del Gruppo di Villa S. Vincenzo. Ancona. — Il Gruppo di Macerata partecipa la scomparsa del tesoriere Cap. Ferrajoli Giulio. Bassano. — E’ morto il Socio Lollato Marco del Gruppo di Romano d’Ezzelino ^ . E’ morto il Socio Fiorese Guerri­ no Consigliere del Gruppo di Cismon del Grappa. Breno. — Il Socio Donino Guerino di Nadro. . . Buenos Aires. — E’ deceduto il Socio Bortolin Mario. E’ deceduto il Socio Maggiore Gui­ do Ettorre del Gruppo di Rosario. E’ deceduto il Socio Vittorio De Matteì del Gruppo La Piata. E’ deceduto il Socio Domenico Capriotti del Gruppo di Concepcion del Uruguay. Ceva. — Il Socio Taramazzo Ago­ stino del Gruppo di Sale Langhe an­ nuncia il decesso del figlio Giuseppe. Cremona. — E’ deceduta in Cremo­ na la madre del S. Ten. Dino Vi­ stoli caduto sul fronte russo. Cuneo. — Il Socio Rivetti Pasqua­ le del Gruppo di Alba. Firenze. — Sono deceduti i Soci Col. Pietro Gina e l’Alpino Pietro Fiordi. Luino. — E’ deceduta la mamma del Socio Viola Domenico del Grui>po di Vergobbio Cuveglio. Milano. — Il Socio Gabriele Ro­ gnoni si unisce al dolore dei fami­ liari partecipando la scomparsa del Sergente Carlo Bisoni del 5° Alpini avvenuta a Bassano in seguito a gra­ ve Improvvisa malattia Novara. — E’ deceduto il Ten. Col. Avv. Guido Ragozzi, combattente del­ la guerra 1915/18 e volontario per la campagna di Grecia. Presidente del­ la Sezione di Novara dopo la prima guerra mondiale. Omegna. — Il cappellano sezionale Cav. Don Luigi Martinoìi. 14 Socio Caminoli Attilio del Grup­ po di Armeno. Pordenone. — I l Capogruppo di Barcis Paulon Giovanni medaglia di argento al V.M. L ’Alpino Piccinin Aldo del Gruppo di Prata di Pordenone. Reggio Emilia. — Sono deceduti i Soci: Manenti Antonio Marino del Gruppo di Castelnuovo Monti - Cat­ tani Arnaldo capogruppo di Reggio Emilia _ Ferretti Metello capogruppo di Collagna - Rag. Pietro Negroni ed il Segretario sezionale Zanon Renzo. I l signor Arnaldo Cattani, Capo­ gruppo di Reggio Emilia. Il Socio Martinis Luigi del Grup­ po di Savorgnano. Il Socio Mauro Angelo del Gruppo di Zompitta. Il Socio Dusso Vittorino del Grup­ po di Basaidella annuncia la perdi­ ta del padre. Udine. — I l Gruppo di Pontebba partecipa con vivo dolore la scom­ parsa del suo fondatore Antonio da Venezia, valoroso combattente e pa­ dre di due Caduti nella Seconda Guerra Mondiale. I l Socio Enore Viezzi del Gruppo di Buia. Varese. — Il padre dell’Alpino Del Colombo Gianni del Gruppo di Va­ rese. L ’Alpino Pieretti Giuseppe del Gruppo di Capolago. Vittorio Veneto. — La mamma del Socio Vittorio Benedetti, Sig.ra Eu­ genia Fioretti nob. Benedetti.

OGGETTI SMARRITI E ’ stata consegnata a questa Se­ de Nazionale una licenza di circo­ lazione della Confederazione Sviz­ zera intestata a: ALDICCIONI ELIO con residenza a GENEVE - Hotel Century - 6, Rue La Fléche. Trattandosi di documento rin­ venuto dal nostro Servizio di Pu­ lizia durante la 39" Adunata Na­ zionale della Spezia, e non rin­ tracciando il nominativo fra i so­ ci della Sezione Svizzera, preghia­ mo l’interessato rivolgersi a que­ sta Sede Nazionale per riavere il documento.

Abruzzi. — lì Gruppo di Scanno annuncia le seguenti nascite: Dona­ tella di Gaetano Mastrogiovanni, An­ na di Gino Dimarco, Maria Carmela di Cesidio Siila, Pakela di Renzo Spacone, Patrizio di Gregorio Cola­ rossi, Enzo di Giuseppe Rotolo, An­ na Rita di Nunzio Petrocco. Tonino, robusto alpinotto di Mario Castagna di Aielli emigrato in Fran­ cia Leone Mario Orazio di Leone Emi­ lio di Opi, nipotino del compianto Capogruppo. Belluno. — E ’ nato Andrea Ame­ deo primogenito del Socio Cap.no Vittorio Avataneo, nipote dei Soci Cav. Avataneo Cpnsigliere del Grup­ po Belluno e Cav. A. Belli del Grup­ po di S. Vito di Cadore. Gino primogenito del Socio D 'Al­ berto Luciano del Gruppo di Ponte nelle Alpi annuncia la nascita della sorellina Giuliana. Cuneo. — Maria Augusta terzoge­ nita del Socio Mascarello dr. Giovan­ ni di Alba. Federica primogenita del Socio Mercanti Giuseppe di Alba. Imperia. — L ’Alpino Barbero Giu­ seppe di Sanremo annuncia l ’arrivo di Mirko. Padova. — E’ nata Maria Cristi­ na nipote del Socio Jozzi Giuseppe. Pavia. — Luca figlio del Socio Vercesi Angelo del Gruppo di Stradella, Pierpaolo figlio del Socio Zurla Libero del Gruppo di Stradella. Pordenone. — Teo De Zorzi del Gruppo di Andreis annuncia la na­ scita del primogenito Gianfranco. Saluzzo. — Giuseppe primo bocia del Socio Giordanino Renato del Gruppo di Manta. Cesare primo bocia del Socio Ma­ rio Rossi del Gruppo di Manta. Udine. — Annalisa del Socio Mar­ tinis Renato e Stefania del Socio Perini Franco entrambi del Gruppo di Savorgnano.

Dott. UGO M E R LIN I Pres. del Comitato di Direzione Giacomo de Sabbata - Emilio Fal­ della - Modesto Antonio Leonar­ di - Aldo Raserò - Bruno Riosa:

Membri FRANCESCO V ID A : Responsabile

MASSIMO FANO - Pubblicità M ILANO - Via V. Monti n. 14 Tel. 308.135 . 803.544 Autorizz. del Tribunale di Milano 8 Marzo 1949 n. 229 del Registro Tip. S.E.S.S. - «Gazzetta dello Sport» Milano - Via Galileo Galilei n. 7

Ä I hP I M I F I C I Ceva. — Il Socio Pennaccino Do­ menico con la signorina Pennaccino Giuseppina. Cuneo. — Signetto Giuseppe del Gruppo di Alba con la signorina Boella Vittoria. Novara. — Il Segretario sezionale Dr. Paolo Cavion sì è unito in ma­ trimonio con la signorina Renata Cantone. Vivissimi auguri. Il Socio Delio Acquari si è unito in matrimonio con la signorina An­ gela Guidi. Felicitazioni. Omegna. — Il Socio De Gaudenzi Antonio del Gruppo di Armeno ai è sposato con la signorina Guarneri Anna. Il Socio Bertoli Franco del Grup­ po di Quarna Sopra con la signo­ rina Fovana Renata. Varese. — L ’Alpino Silvano Picco­ lo del Gruppo di Gallarate con 1« signorina Elena Raucci L ’Alpino Caccia Giorgio del Gruj>po di Capolago con la signorina Ma­ rilena Gasparotto.

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L' A L P I N O

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1966

RADUNO INTERREGIONALE DELLE SEZIONI TRIVENETE NEL CINQUANTENARIO DEL SACRIFICIO DEI MARTIRI TRENTINI

LEGGENDA 1 ;= ammassamene -filamento INCENTRAMENTD

TRENTO 16-17 lu g lio 1966

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(sfìla m e n to per righe di 8 a lp in i) Omegna, Novara, Mondovì, Ivrea, Monferrato, Biella, Asti, Aosta.

Fanfara della Brigata « Tridentina ». Bandiera di guerra del 6° Regg. Alpini.

Intra,

Domodossola,

Cuneo,

Ceva,

C* m éb

Sezioni dell'Emilia e Romagna: Reggio Emilia, Piacenza, Parma, Modena, Bologn«.

Sezioni della Toscana:

Labaro della Compagnia Volontari Giuliani e Dalmati.

Sezioni dell'Italia Centrale:

Labaro della Legione Trentina.

Sezioni del Friuli:

Rappresentanze dei Comuni di Trento e Rovereto, con Gonfalone.

Sezioni del Veneto: Vittorio Veneto, Vicenza, Verona, Venezia, Valdobbiadene, Valdagno, Treviso, Pieve di Cadore, Padova, Marostica, Feltro, Conegliano Ven., Belluno, Bassano del Grappa, Asiago.

Sezioni della Lombardia: Varese, Sondrio, Salò, Pavia, Lecco, Cremona, Como, Brescia, Breno, Bergamo.

Sezioni delle Liguria: Savona, La Spezia, Imperia, Genova.

Sezione di Trento.

Battaglione di formazione comprendente: alpini, artiglieri montagna e pesante campale (appiedati), genieri alpini.

delle

specialità

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Altre eventuali rappresentanze. Alpini esuli in Patria, di Fiume, Pola e Zar«. Sezioni all'estero (eventuali). Sezioni di:

Bolzano, Gorizia, Trieste.

Sezioni del

Piemonte:

Vercelli, Varallo

Sesia, Torino,

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Lu g lio 1966

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L’OBIEZIONE DI COSCIENZA Q u a n d o

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Quello della obiezione di coscienza è un problema tipico di questi nostri tempi: in nome della libertà, della democrazia e di non so che altri sani principi citati a piene mani, si arriva alle affermazioni più assurde. Tra que­ ste, l'affermazione del principio della obiezione di coscienza che, per ora, appare come una muffa che alligna qui e là, ed affiora dove si determi­ nano favorevoli circostanze ambien­ tali. E' un fenomeno che generalmente non si diffonde nelle masse, ma ri­ mane limitato a prese di posizione in­ dividuali sostenute da soggetti che si abbandonano ad un malinteso ideali­

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smo e se ne fanno profeti e martiri, senza rendersi conto di diventare pe­ dine di un gioco manovrato da chi ha precisi interessi a diffondere co­ munque e con qualunque mezzo con­ fusione e sconcerto nella compagine della Nazione, avvalendosi della com­ piacente mediazione dei servi sciocchi. L'obiezione di coscienza — a stret­ to rigore — consiste in un determi­ nato atteggiamento, assunto su un pia­ no morale. Un individuo si rifiuta di portare le armi in quanto queste possono, in un dato momento esser rivolte, die­ tro ordine, contro un proprio simile. Tale posizione, che parte da un gene-

ARTIGLIERI DELLA «TAURINENSE» A LONDRA

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rico e velleitario sentimento di « non fare male agli altri », isola l'individuo dalla società in cui vive e fa astra­ zione, unilateralmente, dai doveri che l'individuo assume in quanto cittadi­ no di uno Stato. Non è possibile nè

lecito che l'adesione del singolo alle leggi dello Stato, venga infirmata da una riserva mentale e pratica, tale da fare automaticamente crollare proprio la stabilità dei rapporti tra cittadini e Stato. Non il cittadino per proprio arbi­ trio, ma eventualmente lo Stato po­ trebbe configurare e riconoscere la categoria degli « obiettori di coscien­ za », ma se tale riconoscimento ve­ nisse dato, verrebbe anche sancita una disuguaglianza dei cittadini proprio di fronte ad un principio cardine che praticamente tutte le costituzioni de­ mocratiche affermano perentoriamen­ te: il sacro dovere di servire la Patria prestando servizio militare. Una dero­ ga individuale a tale principio non è concepibile, pena il graduale decadi­ mento del principio stesso.

Un settimanale di provincia, che fortunatamente non si riesce a trova­ re in alcuna edicola, diretto da un membro del Governo, ha affrontato nuovamente l'argomento. Non senza sfoggio di uno spirito di assoluta in­ dipendenza, specie da concetti stori­ ci, è arrivato ad esaltare il gesto del compagno Augusto Masetti che nel 1912 sparò contro un suo superiore al grido di « abbasso l'Esercito, evvi­ va l'anarchia ».

dizionato apprezzamento di tutti gli osservatori stranieri. La visita a Londra è stata per gli artiglieri una esperienza inte­ ressante: il loro cappello alpino è riuscito persino a scuotere la carat­ teristica flemma britannica. La presenza dei baldi artiglieri alpini ha portato ai numerosi con­ nazionali incontrati in Inghilterra il ricordo della Patria lontana. Esperienza interessante sotto tut­ ti gli aspetti, essa ha contribuito a rinsaldare i vincoli di fraterna amicizia che esistono fra le unità della Forza Mobile della N A T O .

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Noi confidiamo proprio nell'Alpino Tremelloni, Ministro della Difesa, cui non sarà sfuggito che il principio del­ la obiezione di coscienza, ha una pre­ cisa derivazione: proviene dalla isti­ gazione esercitata da forze estranee ad ogni Stato, da interessi ammantati da ideologia ma in effetti consistenti in giochi di potenza mossi dall'esterno

n o n d i

r i c o n o s c a c o s c i e n z a »

di ogni Stato al fine di disgregarne la struttura. Basta compiere un breve giro di orizzonte ed appare evidente che ogni Stato, in proporzione diretta alla sua potenza, esclude in casa propria (a obiezione di coscienza e contempora­ neamente la insinua ideologicamente in casa altrui.

GIUSEPPE PRISCO

Come ciò sia possibile, stante l'evi­ dente contraddizione, è difficile dire. Le nostre preoccupazioni, poi, sono destinate ad aumentare quando leg­ giamo scritti di altri uomini illustri, o ritenuti tali per le cariche rico­ perte.

La 2“ batteria del 1° Regg. Ar­ tiglieria da montagna della Brigata « Taurinense » ha partecipato, dal 4 al 14 luglio, all’esercitazione an­ nuale di artiglieria della Forza Mo­ bile della N ATO . Dopo la Germania,, la Turchia, la Norvegia, gli artiglieri della 2* batteria hanno così operato anche in Inghilterra. Durante l’esercitazione, denomi­ nata « Barbara ’ 66 » e svolta a Larkhill, sede della Scuola di A r­ tiglieria britannica, la batteria ita­ liana ha effettuato tiri con analo­ ghe unità americane, inglesi, tede­ sche e belghe, riscuotendo l’incon­

t r ib u t o

di

Per questo motivo la notizia appar­ sa sui giornali, relativa ad una legge che « regoli » la questione della obie­ zione di coscienza ci sorprende e ci allarma, anche se il Ministro della Di­ fesa, Alpino Tremelloni, ha subito pre­ cisato che tale legge DOVRÀ' esser tale per cui « RESTI BEN FERMO IL PRINCIPIO CHE LA DIFESA DELLA PA­ TRIA E' SACRO DOVERE DEL CITTA­ DINO E CHE NESSUNO PUÒ' ESSERE ESENTATO DA TALE PRESTAZIONE ».

Al centro il Cap. Volinia, Comandante della 23 Batteria, ed a destra l’inglese Gen. Fitzlan, Comandante la Forza Mobile

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Noi vorremmo che questi fautori interessati della tesi dell'obiezione gi­ rassero un po' l'Europa; visitassero quei Paesi, quegli Stati che pure essi pongono a base delle loro aspirazioni politiche: si accorgerebbero che i princìpi del compagno Masetti non so­ no minimamente condivisi; constate­ rebbero che anche nei Paesi di ideo­ logia socialista l'amore per la Patria ha un posto di primo piano. Che la esaltazione ed il ricordo def sacrificio dei compagni Caduti è motivo che af­ fiora in ogni discorso ufficiale. Da noi si vorrebbe — anche attraverso l'or­ chestrato fenomeno della obiezione di coscienza — denigrare il sacrificio di quanti hanno dato la vita per la Patria. Vogliamo sperare che ciò non pos­ sa verificarsi mai.

Lettera aperta al signor Ministro delle Poste e Telecomunicazioni Milano, luglio 1966 Caro Ministro Spagnolli, scusi il tono un po’ confidenziale dovuto al fatto che Lei è Alpino e che chi Le scrive è « L ’Alpino ». Chi Le scrive è proprio il giornale che Lei sta leggendo arrivatoLe col dovuto ritardo a conferma di quanto sto per dirLe. Da quarantasette anni io — il giornale « L ’Alpino » — sono la voce dell’Associazione Nazionale Alpini e costituisco non solanmente un tangibile legame tra i nostri soci, ma un mezzo efficace e indispensabile perchè l’Associazione possa adempiere agli scopi per i quali è stata creata. Ogni mio numero viene « sofferto » (è l’esatta parola) attraverso le varie fasi della sua evoluzione: raccolta e selezione del materiale, pro­ grammazione, discussione, impostazione, composizione, correzione delle bozze, impaginazione e finalmente stampa. E se la collaborazione, le prestazioni varie e il lavoro svolto dal Comitato di Redazione sono spontanei e gratuiti, le spese per la carta e la stampa assommano a svariati milioni. Sfornate le oltre duecentomila copie del giornale, queste vengono dotate dell’indirizzo e consegnate alle Poste per il recapito ai singoli soci. E anche per questo servizio vengono spesi annualmente svariati milioni. Come Le ho detto, il giornale, in fase di elaborazione, viene « sof­ ferto » in quanto non è semplice fare un giornale che riesca acconten­ tare una massa di lettori che ha le esigenze ed i gusti più disparati e che raccoglie una valanga di critici e una sparuta pattuglia di collaboratori. Ma la « sofferenza » più grave e più sentita è quella del recapito a mezzo del servizio postale. Una sofferenza che è oggetto di continue lamentele da parte delle Sezioni per il mancato recapito del giornale o per gli eccessivi ritardi nella consegna. Recentemente la situazione è peggiorata a causa delle agitazioni sin­ dacali e Lei, rispondendo alle lamentele di un settimanale, ha assicurato che tutta la posta (comprese le stampe) accumulatasi presso gli uffici postali sarebbe stata distribuita ai destinatari. Nella stessa occasione ha anche affermato che sarebbe stato facile da parte Sua accogliere indi­ scriminatamente le varie richieste e fare facili promesse magari non mantenibili. E si è richiamato alla saggia norma di fare i conti in tasca per vedere quali spese si possono affrontare. Concordo pienamente con L ei ed accetto lo sciopero come una calamità imprevista. Però le lamentele per il mancato o ritardato recapito non si rife­ riscono solamente al recente periodo di scioperi, ma ai tempi normali nei quali il giornale dovrebbe arrivare entro qualche giorno e non dopo qualche settimana, come spesso accade. Ora il giornale che Le scrive, questo « L ’Alpino » che si preoccupa di giungere gradito ai suoi lettori, fa anch’esso i suoi conti e sacrifica parte delle sue disponibilità proprio per essere recapitato a tempo debito a chi di dovere. Quindi « pagando quel che è giusto e onesto » — come dicono gli Alpini — sarebbe giusto che ricevesse un servizio adeguato. Caro Ministro Spagnoili, voglia perdonare questo sfogo che se rap­ presenta una garbata protesta verso il servizio alle Sue dipendenze vuole dire altresì a tutti i nostri soci che i quintali di copie del giornale ven­ gono regolarmente spediti con l’augurio che giungano felicemente 9 velocemente a destinazione. Certo del Suo interessamento alpino, Le porgo i miei migliori saluti,

L’Alpino


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LA MOSTRA FOTOGRAFICA DI CASSANO D'ADDA L ’estate porta tafani, mosche e mostre: il mulo Idro mi ha detto: « Tafani e mosche so cosa sono, le mostre no: sono forse le mogli dei mostri? ». G li ho dovuto spiegare che le mostre sono delle esposizioni che si fanno di quadri, di statue, di macchine di ogni genere, di tutto quello che l'uomo sa fare; mostre persino di belle ragazze e qui il mulo mi ha strizzato l’occhio: « T i piacerebbe, eh?... ». Poi ha proseguito: « Non è ve­ ro perchè io ho letto che fanno di quelle mostre che la gente ne esce scema per quel che ha visto: quadri che non si capisce bene se si devono guardare dal basso o dalla parte che si attaccano, via, sculture fatte persino col fil di fer­ ro, che se le facevano ai nostri rupi, con tutto quello dei reticoati, avremmo fatto altro che M i’elangelo... E mi hanno detto che, itimamente, c’erano dei quadri ¡atti con due o tre buchi di pun­ teruolo nella tela o un paio di colpi di rasoio che uno restava lì grullo, per cercare di capire che cosa avevano a che fare con le statue e i quadri ». « M i hanno poi accennato ad un certo affare che non si capiva bene che cosa era, pieno di buchi, e tu ci dovevi mettere un dito: cer­ te volte prendevi la scossa, certe altre ti pungeva un ago, certe vol­ te usciva dal buco la musica che facevamo noi muli con la coda al­ zata, per non dire di peggio, per­ chè han parlato persino di cose che la gente per bene non deve nemmeno nominare c qui non mi dirai che la mostra non era la fi­ glia o la moglie di un mostro... ». « E mi hanno anche detto che hano spesi dei milioni, poveri noi, che ne abbiamo così tanti! ». L h o rassicurato e gli ho spie­ gato bene che noi Alpini a Cas­ sano vogliamo fare le cose bene, da quella gente seria che siamo: una grande esposizione di fotogra­ fie di tutto quello che siamo stati capaci di fare, in pace e in guer­ ra, in tutti questi anni che abbia­ mo portata la penna. Gente onesta siamo e per fare le cose nostre non andremo a chie­ dere l’elemosina a nessuno, perchè siamo abituati così, e poi succede sempre che, se qualcuno ti da una mano, vuole sempre il contrac­ cambio. « Veci » di Libia e della Gran­ de guerra, rovistate per i cassetti

e tirate fuori quel che vi è rimasto: Derno, Lombardia, Garian, Adamello e Urtler, Pasubio, erode Carniche, Al onte Nero e Rombon, Ortigara e Grappa, se avete avuto tempo e cuore di farne; un po’ ingiallite forse, come i nostri ri­ cordi fedeli di quelle lontane vi­ cende. / « semiveci » avranno quelle dell’Abissinia, dell’Albania e di Rus­ sia: i « bocia » quelli del nido di tordo e delle penne a spanna, le fotografie delle loro arditissime ge­ sta su per erode e ghiacciai, dove adesso si va con l’elicottero e il paracadute, naja ladra! che ce ne hai fatte logorare di scarpe ai no­ stri tempi! Adesso la nostra Associazione è composta di « veci », pochi ma buo­ ni, di « semiveci » e di « bocia » : una gran bella famiglia, come han­ no scritto in cima al loro giornale gli Alpini della sezione di Por­ denone. Una mostra come questa degli Alpini non avrà certo un gran bblico: non verranno i fanatici degli urlatori o delle canzoni nuo­ ve che hanno venire il torcibudel­ la e nemmeno quelli degli urli ye, ye, che adesso li fanno persino in chiesa ed è un bel dire che i santi, pitturati su per le pareti, non si tappino gli orecchi o scappino dal­ le finestre, e neanche i « cappello­ ni »... che bello poter fare brusca e striglia!...

Ci saremo noi, col nostro vec­ chio cuore fedele, con la nostra anima serena che non ha mai po­ tuto dimenticare e ci sembrerà di avere qualche anno di meno nel vedere in quelle immagini la nostra gioventù, spesse volte, troppe volte, eroica e tribolata. Anche tu ci sarai, vecchio Idro, amico buono dei tempi delle gam­ be buone e dei polmoni a mantice, con tanti altri musi, che altro non siete che Alpini con due gambe di più e la coda, comoda per levarsi d’intorno i rompiscatole. Capiterà certo di vedere due A l­ pini fermi davanti a certe imma­ gini e uno, il più anziano, terrà la mano sulla spalla dell’altro e gli farà vedere e gli narrerà di quel che fecero gli Alpini, e tutti e due avranno gli occhi lustri e la voce non del tutto ferma: capita fra gente che ha conservati anima e cuore sani. E si guarderanno fermi negli oc­ chi, fieri di essere stati tutti e due degni della penna, ognuno al pro­ prio tempo. Poi andremo davanti a Perruc­ chetti, tutti in fila, per dirgli che aveva proprio ragione, perchè gli Alpini sono stati e saranno sempre come li aveva sognati lui. Questa è la ragione della mostra alpina di Cassano d’Adda: un’altra non era nemmeno da pensare.

Gianmaria Bonaldi - la Ecia

IL R E G O L A M E N T O de! C o n c o r s o fotografico Cassano d'Adda, 2-16 ottobre 1966 Il termine ultimo di presenta­ zione delle fotografie è stato dila­ zionato al 20 settembre, quindi: fuori le macchine e scattare fo­ tografie per essere degnamente rappresentati alla selezione del proprio Reparto Militare o della propria Sezione. Il Ministero della Difesa ha da­ to il suo benestare emanando di­ sposizioni per la partecipazione al Concorso degli Alpini in ser­ vizio e dei Comando di Reparto con le opere di archivio storico. Le molte richieste di notizie pervenute alla Commissione Or­ ganizzatrice ci impongono di ri­ spondere pubblicamente ai que­ siti importanti:

due “veci,, sempre in gamba

TEMA DEL CONCORSO. — I Militari in servizio — Ufficiali, Sottufficiali ed Alpini — possono concorrere inviando fotografie che ritraggano la vita di ogni giorno, in caserma, durante le escursioni, nell’espletamento di qualsiasi attività alpina. Basta un colpo d’occhio, un raggio di luce, una inquadratura e la fotografia più semplice po­ trebbe far vincere il primo premio. Naturalmente, poiché la giuria avrà facoltà di assegnare un pun­ teggio per il « contenuto » ed un punteggio per lo « stile », sarà bene tener presente che il tema principale è: l’Alpino, quindi do­ vrà essere quanto mai eloquente la presenza dell'elemento uomo della montagna » se si mira ad un punteggio di prestigio. I Soci A.N.A. non dimentichino la macchina a casa, durante le vacanze estive. Scartabellate nel vecchio al­ bum delle adunate e delle cele­ brazioni forse troverete qualche cosa di interessante. IL PAESE DI PERRUCCHETTI — Cassano d’Adda è un paese ri­ dente, appolaiato sulle rive di uno dei più bei fiumi d’Italia. I motivi fotografici non mancano. Chissà che, fermandosi davanti al monumento, durante le scorriban­ de estive, si possa trovare l’ispi­ razione per un « capolavoro »? Le accoglienze che Cassano d’Adda sta preparando per la ce­ rimonia del mese di ottobre so­ no semplicemente entusiastiche. Gli Alpini che verranno a « rap­ porto da Papà Perrucchetti » tro­ veranno una fonte inesauribile di sorprese ! LE DATE DA RICORDARE — Il 20 settembre le fotografie dovranno pervenire alla Direzio­ ne del Concorso. Le opere che giungeranno dopo tale data non saranno ammesse. La Giuria si riunirà nei giorni 1 e 2 ottobre per classificare le opere in bianco-nero ed a colori, stampate su carta. Il giorno 2 ottobre, con sem­ plice cerimonia, sarà inaugurata la mostra che avrà degna sede in uno dei più importanti edifici della cittadina. La Mostra rimarrà aperta ogni giorno dalle 10 alle 23. Nelle sere del 9, 10 e 11 ottobre veranno proiettate le diapositive a colori, alle proiezione presen­ zierà la giuria. Il 13 ottobre sarano depositati i verbali della Giuria e sarà co­ municato telegraficamente il ri­ sultato ai concorrenti affinchè possano essere a Cassano il gior­ no della premiazione. Il giorno 16 avrà luogo la gran­ de manifestazione alpina. Al mattino, ore 10, sarà cele­

7 Agosto:

SEZIONE DI CUNEO — A cura del Grup­ po di La Morra inaugurazione della Cap­ pella con relativo Faro sul Bricco del Den­ te di La Morra. 7 Agosto: SEZIONE DI ASTI — A Tonco raduno in' terregionale con la partecipazione della Se­ zione Svizzera. 14 Agosto: SEZIONE DI SALUZZO — Raduno annua­ le provinciale organizzato dal Gruppo di Ostana (Alta Valle Po). 14 Agosto: SEZIONE DI CUNEO — A Vezza d’Alba inaugurazione del Gruppo e benedizione del gagliardetto. 28 Agosto: SEZIONE DI SONDRIO — A Gerola Alta, sull’Alpe Pescegallo, 3° Raduno Alpino. 28 Agosto: SEZIONE DI MODENA — Pellegrinaggio annuale alla Chiesetta dedicata ai Caduti Alpini modenesi alle Piane di Mocogno. 4 Settembre: SEZIONE DI LECCO — Raduno annuale alla Chiesetta dedicata ai Caduti del Batta­ glione Morbegno del 5° Alpini, al Pian delle Betulle. 4 Settembre: SEZIONE DI VERONA — Pellegrinaggio al Rifugio Scalorbi. 4 Settembre: SEZIONE DI BASSANO — A Cavaso del Tomba raduno alpino. 4 Settembre: SEZIONE DI PAVIA — A Broni raduno interprovinciale per commemorare la Me­ daglia Oro Gen. Franco Magnani. 4 Settembre: SEZIONE DI VICENZA — Adunata pro­ vinciale a Schio con particolare ricordo dei reduci del Val Leogra e celebrazione dei fasti gloriosi del Pasubio. 4 Settembre: SEZIONE DI CUNEO — A Somano inaugu­ razione del Gruppo locale e benedizione del gagliardetto. 4 Settembre: SEZIONE BUENOS AIRES — Adunata a Santa Fé per l’inaugurazione e benedizione del gagliardetto del Gruppo locale. 4 Settembre: SEZIONE DI MONDOVI’ — Manifestazio­ ne a Pamparato per l’inaugurazione del ga­ gliardetto del Gruppo locale. 11 Settembre: SEZIONE DI CREMONA — Al Moso di Crema adunata sezionale e cerimonia in memoria della Med. d’argento Ten. Mar­ cantonio Vimercati San Severino, caduto in Grecia. SEZIONE LA SPEZIA — Inaugurazione del 11 Settembre: Gruppo di Sarzana. 18 Settembre: SEZIONE DI LECCO — A Bel ledo raduno per il decennale di fondazione del Gruppo e benedizione della rinnovata Cappella in me­ moria di tutti i Caduti in guerra. 18 Settembre: SEZIONE DI PIACENZA — A Carpaneto Piacentino, adunata intersezionale. 18 Settembre: SEZIO NI DI M ILANO E SONDRIO — A Bormio adunata regionale ed in particolare degli Alpini dei Btg. Tirano, Valtellina, Monte Ortles, Monte Stelvio. 18 Settembre: SEZIONE DI ASTI -— A Monastero Bormida raduno regionale per la inaugurazione del Gruppo e benedizione del Gagliardetto. 25 Settembre: SEZIONE SVIZZERA — A Winterthur (Can­ tone Zurigo) adunata sezionale per l’inaugu­ razione del gagliardetto del Gruppo locale. : 25 Settembre: SEZIONE DI VEN E ZIA — A S. Michele del Tagliamento inaugurazione del Gruppo e benedizione del gagliardetto. SEZIONE ABRUZZI — Raduno interpro­ 9 Ottobre: vinciale ad Antrodoco. SEZIONE BRENO — Raduno pellegrinag­ 9 Ottobre: gio di ex-ccmbattenti e prigionieri a Boario Terme al Tempio Madonna degli Alpini nella ricorrenza del ventennale rientro in Patria. SEZIONE DI MILANO — A Cassano d Adda 16 Ottobre: concorso di fotografia alpina per il Troleo G. D. Perrucchetti. SEZIONE DI LUINO — A cura del Gruppo 16 Ottobre: Cuveglio Vergobbio concorso corale alpino. 22-23 Ottobre: SEZIONE SALO’ — Raduno per la celebra­ zione del 40° anniversario di fondazione della Sezione e benedizione del nuovo Ves­ sillo sezionale. : 4-6 Novembre SEZIONE DI BUENOS AIRES — Raduno sezionale a Bahia Bianca e benedizione dei gagliardetti dei Gruppi di Bahia Bianca e Punta Alta. Parteciperà alla manifestazione una rappresentanza del « Destacamento de Instrucción Andino » di Bariloche.

brata la Messa al Campo sulla Piazza G.D. Perrucchetti. Si for­ merà quindi un corteo che, si re­ cherà a rendere omaggio alla tomba del Fondatore delle Trup­ pe Alpine, proseguendo quindi fino alle Scuole, dove sarà inau­ gurata una lapide che dedica un’auto ad un Caduto Alpino. Quindi, visita alla mostra foto­ grafica e rancio. (Sono stati con­ venzionati tutti i ristoranti e trat­ torie della zona e gli Alpini sa­ ranno adeguatamente informati e guidati da incaricati del Gruppo di Cassano). Nel pomeriggio, solenne pre­ miazione dei vincitori del concor­ so ed esibizione del coro A.N.A. di Milano. Alla manifestazione del 16 otto­ bre interverranno la Presidenza Nazionale dell’A.N.A., le massime autorità civili, militari e religio­

se, e, si spera, sarà presente an­ che una rappresentanza delle Truppe Alpine in armi. Diverse fanfare, invitate dal Gruppo di Cassano d’Adda, allie­ teranno la giornata facendo echeg­ giare le note delle nostre marce e canzoni da un capo all’altro del Paese. Per qualsiasi informazione, pre­ notazione di letti in albergo a Cassano d’Adda, notizie turisti­ che, ecc. rivolgersi a: TROFEO G D . PERRUCCHETTI ASSOCIAZ. NAZIONALE A LPIN I Gr. di Cassano d’Adda (Milano) oppure presso la Sezione A.N.A. di Milano - Via V. Monti, 36. In ogni caso, ai predetti indi­ rizzi dovranno essere richiesti i moduli contenenti il regolamento generale della manifestazione e le domande di partecipazione al concorso.


3

L' A L P I N O

1966

NEL C IN Q U A N T E N A R IO DEL SACRIFICIO DI BATTISTI FILZI E CHIESA V EN TIM ILA A LPIN I A TRENTO TRENTO, luglio 1966 Quelle stesse strade dove era passata la carretta che portava Cesare Battisti verso il martirio sono state percorse, cinquant’anni dopo, da una marea di Alpini provenienti da tutta Italia e dal­ l'estero. E quella popolazione trentina che a quel tempo, -nonostante le minacce dei comandi di polizia, si era rifiutata di manifestare sdegno e odio verso il volontario trentino, ha riversato tutta la sua simpatia sugli Alpini venuti ad

onorare la memoria dei suoi Mar­ tiri. Trento ci ha accolti ammantata di tricolori mentre, fin dal pome­ riggio di sabato 16, le sue vie si stavano popolando di « penne nere ». Aria di festa, animazione inso­ lita per le strade mentre il Con­ siglio Direttivo Nazionale tiene a Villa Belfonte la consueta riunio­ ne mensile convocata a Trento nel quadro delle manifestazioni in programma.

Corone di bronzo deposte dal C.D.N. al Monumento di Battisti al Doss Trento ed a quello di Filzi e Chiesa a Rovereto Il primo atto di omaggio al sa­ crificio dei martiri trentini viene reso dal Presidente e dal Consiglio Nazionale a testimoniare la parte­ cipazione dell’Associazione tutta alla celebrazione del glorioso cin­ quantenario. Il Presidente Me riini, unitamen­ te a tutti i Consiglieri Nazionali, si reca al Doss Trento a deporre una corona di bronzo dell’Asso­ ciazione al Mausoleo di Battisti, mentre la Sezione di Trento de­ pone una corona di alloro. Pre­ sente il Labaro Nazionale, il Ves­ sillo della Sezione di Trento con numerosi gagliardetti, il Presiden­ te della Sezione Brocai, il Presi­ dente della Fondazione Acropoli Alpina Gen. Saiandino, il Vicepre­ sidente Prof. Mosna, il Segretario Col. Strobele e numerosi Alpini. Uno squillo di attenti e un minu­ to di raccoglimento caratterizzano questo omaggio semplice e sugge­ stivo alle spoglie del grande Mar­ tire trentino. Contemporaneamente a Rovere­ to i Vice Presidenti Gen. Musso e Rag. Bertagnolli, il Prof. Margonari Presidente del Consiglio Provinciale di Trento e numerosi Alpini depongono una corona di bronzo dell’Associazione ai busti di Filzi e Chiesa del Monumento ai Caduti in Piazza Podestà. Sono presenti il Vice Sindaco di Rove­ reto, numerosi Consiglieri della Sezione di Trento, che depongo­ no una corona di alloro, gagliar­ detti e rappresentanze dei Gruppi della bassa Val Lagarina, Vessilli e rappresentanze della Legione Trentina e delle Associazioni Com­ battentistiche e d’Arma e nume­ rosi Alpini. Un vecchio Alpino del­ la 94* Compagnia del Battaglione « Trento » ritrova casualmente il suo Capitano, l’attuale Gen. Mus­ so. Un incontro che, per i prota­ gonisti, vale tutta una adunata. Nel tardo pomeriggio ha luogo il ricevimento offerto in Munici­ pio dal Sindaco per rincontro tra i rappresentanti dell’Associazione e le autorità locali. Fa gli onori di casa il Sindaco Dott. Edo Be­ nedetti con il Vicesindaco Loren­ zi e la Giunta Comunale. Nume­ rose le autorità locali tra le quali il Senatore de Unterrichter, il Se­ natore Berlanda, l'On. Tenaglia, il Commissario del Governo Bian­ chi di Lavagna, il Presidente del Consiglio Provinciale Prof. Margonari, gli Assessori Manica e Martinelli, il Generale Alpino Annoni Comandante la Zona M ili­ tare. Con il Presidente Merlini i V i­ cepresidenti, tutti i Consiglieri Nazionali e numerosi Alpini tra i quali il Gen. Lorenzotti, la Me­ daglia d’Oro Zani, il Gen. Sala-

dino, il Colonnello Mervig Coman­ dante del 6° Alpini e molti altri. Il Sindaco di Trento rivolge agli Alpini calorose parole di saluto. Per gli Alpini ringrazia il no­ stro Presidente. La sera, nella affollatissima Sa­ la della Filarmonica, il coro della S.A.T. dà prova della fama che ha saputo crearsi non soltanto in

in giacca a vento che suona « La leggenda del Piave » e Valdobbiadene con fanfara che suona « Mon­ te Grappa » entrambe le Sezioni con numerosi Gagliardetti e Al­ pini. Tra gli Alpini di Treviso il fra­ te Carlo Marangoni vecchio Cap­ pellano Alpino, numerosi Gagliar­ detti, il Gruppo di S. Vito di Altivole con una forte rappresen­ tanza, poi la Sezione di Marosti­ ca con fanfara e molti Gagliar­ detti. La Sezione di Padova avanza con un grande tricolore tenuto orizzontalmente che raccoglie mol­ ti applausi e, purtroppo... molta pioggia. Sei Alpini in camicia az­ zurra portano sul petto lettere verdi, bianche e rosse che for­ mano la scritta Padova, seguiti dal Gruppo di Camposampiero. Compatta e ordinata la Sezione di Conegliano con fanfara in ca­ micia scozzese e numerosi Ga­ gliardetti grondanti di pioggia, poi Asiago con corona di alloro e il Labaro dei Volontari di Guerra di Feltre. Bassano del Grappa chiude la rassegna degli Alpini veneti con fanfara, una selva di

Le rappresentanze delle Sezioni si susseguono nella deposizione delle corone di alloro sulle Tombe (Foto F.lli Pedrotti) dei Martiri. campo nazionale. Il magnifico pro­ gramma ha inizio con 1’« Inno a Cesare Battisti » e si conclude con il canto popolare del Risor­ gimento « Son morti per la Pa­ tria », due prime esecuzioni ri­ servate alle Celebrazioni del Cin­ quantenario. Scroscianti prolunga­ ti applausi e richieste di bis ac­ colgono i canti popolari e alpini, le villotte, gli inni eseguiti con arte e maestria veramente ecce­ zionali.

L'afflusso degli Alpini Domenica mattina un cielo im­ bronciato e nuvoloso accompa­ gna gli Alpini alle località di am­ massamento. Gli arrivi in massa danno la sensazione della gran­ diosità dell’adunata e della larga partecipazione di Alpini dall’Ita­ lia e dall’estero. Incontriamo il Presidente della Sezione Svizzera Maggiore Gmur con molti suoi Al­ pini, l’Avv. Jacobucci dell’Aquila, il Colonnello Lombardi di Pesca­ ra. il Gen. Zaccardo di Roma. Ma il partecipante d’eccezione è l’Al­ pino Silvio Vivaldelli di Riva ora radicato in Uruguay. E ’ arrivato il giorno 15 da Montevideo in pi­ roscafo e deve ancora andare a casa. Ha portato un busto in bronzo di Cesare Battisti per la Sezione di Trento e un caloroso messaggio, scritto sul ruolino del­ la Sezione, per i partecipanti al­ l’Adunata. A nome della sua Se­ zione deporrà poi una corona di alloro alla Fossa dei Martiri. Altri due partecipanti degni di rilievo sono il montagnino Enzo Franzoni e il Sergente Alpino Edoardo Ciollaro entrambi di Bre­ scia. Saliti alla Cima del Como di Vallarsa, dove Battisti è stato catturato, hanno seguito la strada percorsa dal Martire prigioniero degli austriaci e, sempre a piedi, dopo aver lasciato una bandiera della Città di Brescia all’Ossario di Casteldante Rovereto hanno raggiunto Trento.

alloro e un cuscino di fiori. Tra le corone quella degli « Alpini al­ le armi ai Martiri Trentini ». Seguono i due gonfaloni della Provincia e del Comune di Tren­ to scortati da Vigili Urbani, ima bandiera di Pisino, i gonfaloni della Legione Trentina e della Compagnia Volontari Giuliani e Dalmati costellati di medaglie. Il Labaro Nazionale con le sue 209 Medaglie d’Oro avanza scor­ tato dai Consiglieri Nazionali che sono già saturi di pioggia. La piog­ gia continua... e purtroppo questa frase bisognerà ripeterla fino al termine delle cerimonie e oltre. Avanza il Vessillo della Sezione Uruguay portata da Vivaldelli, il cartello della Sezione Argentina, il Vessillo della Sezione Svizzera con quattro gagliardetti e nume­ rosi Alpini lungamente applaudi­ ti. Una fanfara della Sezione di Trento scandisce le note di « trentatre », si pone davanti alla tribu­ na e, nonostante la pioggia insi­ stente, accompagnerà nella sfilata le Sezioni prive di fanfara. Tra gli applausi della folla, nu­ merosissima ed imperterrita sot­ to la pioggia, *vaiwanfi lo Sezioni

Mentre gli Alpini continuano ad affluire il Cappellano Alpino Don Onorio Spada celebra la Messa. Il Labaro Nazionale, che si reca al­ la località di ammassamento con fanfara e buona scorta di Alpini, riceve i primi applausi della en­ tusiasta folla trentina.

La grande sfilata sotto la pioggia Alle 9.30 ha inizio la sfilata e proprio quando la testa del cor­ teo giunge all’altezza della tribu­ na delle autorità, davanti al Pa­ lazzo di Giustizia in Via S. Fran­ cesco d’Assisi, cominciano a ca­ dere le prime gocce di pioggia. E ’ in testa la fanfara della Bri­ gata Alpina « Orobica » che pre­ cede la Bandiera di Guerra del 6° Alpini decorata di due Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, una Medaglia d ’Oro al Valor Militare, 10 Medaglie d’ar­ gento al Valor Militare, 4 Meda­ glie di bronzo al Valor Militare. Segue un Battaglione di forma­ zione comprendente Alpini — in massima parte del Battaglione « Trento » — e Artiglieri da Mon­ tagna della Brigata Alpina « Tridentina », unitamente ad una Bat­ teria del 9° Reggimento Artiglie­ ria Pesante di stanza a Trento. Portate da Alpini dieci corone di

di Trieste, la città sorella, con numerosi gagliardetti e una coro­ na di alloro, di Gorizia e di Bol­ zano, quest’ultima con una selva di gagliardetti e una massa com­ patta e ordinata di Alpini che sfi­ lano impeccabilmente. Vengono poi le Sezioni del Pie­ monte con i loro Vessilli: Asti, Domodossola, Cuneo, Pinerolo, Biella — con numerosi gagliar­ detti — Omegna, Novara, Varallo Sesia tutte con consistenti rap­ presentanze di Alpini. Sono presenti gli Alpini dell’Appennino Tosco-Emiliano con le Se­ zioni di Reggio Emilia, Piacenza, Parma, Bologna, Pisa-Lucca, Fi­ renze che avanzano compatti pre­ ceduti dai Vessilli sezionali. Ed ecco Udine preceduta da una simpatica fanfara che scan­ disce le note del « trentatrè » in­ zuppate di pioggia (anche lo ro !) con un folto gruppo di Gagliar­ detti e ima robusta rappresentan­ za. Gemona del Friuli avanza con uno striscione « Pochi i presenti, tanti nel Paradiso di Cantore » e il ricordo dei Caduti fa tornare alla mente la tragedia dei super­ stiti del « Gemona » che, scampa­ ti alle distruzioni della guerra, hanno trovato la morte nell'affondamento del piroscafo « Galilea ». Seguono Pordenone con una co­ rona di alloro e numerosi Ga­ gliardetti, Vittorio Veneto con un grande striscione tricolore e una selva di Gagliardetti, Vicen­ za con un grande striscione ver­ de e sette Alpini in maglione ver­ de con grandi lettere bianche sul petto che formano la scritta Pasubio, poi la fanfara, numerosi Gagliardetti e un foltissimo grup­ po di Alpini tra i quali quelli di Lugo Vicentino. Molti gli Alpini di Verona con numerosi Gagliar­ detti, molti cartelli: S. Ambrogio, Cerea, Tregnago, Soave, Buttapietra e coro in casacca verde. Poi Valdagno con corona di alloro e fanfara. In coda alla compatta Sezione il Labaro del Nastro Az­ zurro di Valdagno che raccoglie nelle sue file numerosi Alpini. Avanzano Belluno con fanfara

Gagliardetti e una massa com­ patta di Alpini. Piove... e non si può manco dir... perchè in tribuna, sotto la pioggia, vi è l’Alpino Senatore Spagnoili in rappresentanza del Governo. Sono con lui gli onore­ voli Veronesi, Helfer e Tenaglia, il Generale Nani Comandante la Regione Militare N.E. in rappre­ sentanza del Ministro della Dife­ sa e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il Presidente della Giunta Regionale Dalvit, il Com­ missario del Governo Bianchi di

Lavagna, il Presidente del Consi­ glio Provinciale Margonari, gli Assessori Regionali Grignolli e Segnana, i consiglieri provinciali Al­ pino Corsini e Vinante, il Sinda­ co di Trento Benedetti, il Gen. Armoni, il Gen. Alberimi, il Col. Palombi Comandante la Legione Carabinieri di Bolzano in rappre­ sentanza del Comandante Genera­ le dell’Arma. Per l'Associazione sono presen­ ti il nostro Presidente Merlini, i Vicepresidenti Musso e Bertagnol­ li, i Consiglieri Nazionali, il Gen. Lorenzotti, il Presidente della Se­ zione di Trento Brocai e nume­ rosi altri. Che la pioggia non distolga gli Alpini dalla sfilata è cosa norma­ le. Sotto la naja hanno affronta­ to questo ed altro! Ma la cosa più significativa, simpatica e sor­ prendente è che la folla rimane sotto la pioggia ad assistere alla sfilata e trova modo — nonostan­ te l’impaccio degli ombrelli — di applaudire calorosamente. E ’ rin ­ contro cordiale tra gli Alpini e la comunità trentina di cui parlerà poco dopo il Sindaco di Trento. Avanzano la Sezione di Cremo­ na, il Gruppo di Casalmaggiore, la Sezione di Breno con molti Gagliardetti, quelle di Bergamo e Brescia, un’aquila imbalsamata di Palazzolo sull’Oglio con aria tri­ ste per l’insolita inzuppata. E ancora Pavia, Sondrio con numerosi Gagliardetti, l’Aquila con una grande corona di alloro e al­ cuni Gagliardetti. Gli Alpini abruz­ zesi sono quelli giunti da più lon­ tano per non mancare a questo rito di italianità e per rappre­ sentare le innumerevoli « penne mozze » dei Battaglioni abruzzesi cadute nelle file della leggendaria « Julia ». Segue Palmanova con vari Gagliardetti. Un grande striscione dice « Tridentina avanti! Generale Reverberi ». E ’ la Sezione di Salò con fanfara e molti Gagliardetti che ricorda le epiche giornate del fronte russo. Il nome leggendario di Nikolajewka è formato da grandi lettere bianche portate sul petto da undici Alpini mentre alvxi portano i distintivi delle Bri­ gate Alpine e dei Reggimenti del­ la « Tridentina ». Altra fanfara in maglia verde e una folta forma­ zione di Alpini tra i quali alcuni Bersaglieri con cappello piumato. Magnifica fusione tra amor di Patria e spirito di corpo. Vengono poi le Sezioni di Mo*« dena, Como e Luino con molti Gagliardetti seguite da Feltre, Mi­ lano, Savona e Genova con fan-, fara in camicia azzurra. Molto' applaudito il folto gruppo della Sezione della Spezia che, portane do il suo omaggio ai Martiri trenf tini, contraccambia l’affluenza de­ gli Alpini nella sua città in occa­ sione dell’ultima Adunata Nago­ nale. Chiude la sfilata la Sezione di Trento accolta da fragorosi ap* plausi. Avanza un grande cartel­ lo con il monumento a Dante, una grande corona di alloro, una fanfara molto numerosa in cami­ cia scozzese, decine e decine di Gagliardetti, la Banda cittadina di Val di Gresta, un plotone in car micia verde e poi una massa cor patta di Alpini che ricorda grandiose formazioni delle M i nate nazionali. Ventimila Alpini sono acc^ si al richiamo di Trento nel nome dei suoi martiri e... peccato che non fossero altrettanti gli om­ brelli.

Il saluto del Sindaco di Trento e l'orazione ufficiale dell'Avv. Erìzzo Nonostante la pioggia Piazza del Duomo è gremita di Alpini e di folla davanti ai quali sono gli Alpini in armi con la Bandiera del 6°. La piazza imbandierata è un suggestivo anfiteatro per la commemorazione che ha inizio con il saluto del Sindaco Bene­ detti. « Signor Ministro, Autorità, Al­ pini tutti, riesce veramente difficile espri­ mere con fedeltà ed in sintesi i sentimenti che agitano il nostro cuore di trentini, in una circo­ stanza come questa, in presenza di ima manifestazione così larga di consensi e di spontanee ade­ sioni, che anima di un palpito co­ rale la giornata che le « penne ne­ re » di tutta Italia hanno voluto dedicare a Trento, nella memoria del 50° anniversario del sacrificio di Battisti, Chiesa e Filzi. A Trento vi siete raccolti an­ cora in passato, in adunate ple­ biscitarie, individuando nella cit­ tà una sede forse ideale per i vostri vivaci incontri di schietta marca alpina. Ma oggi Trento ha suggerito un motivo suggestivo e la vostra adunata qui — straor­ dinaria, ma altrettanto numerosa e imponente — costituisce una at­ testazione così commovente del ricordo e dell’amore che legano

l’Associazione Nazionale e voi tutti gli uomini che in questa ter­ ra hanno avuto i natali e che per^ un anelito di libertà hanno fat­ to generosamente sacrifìcio della propria vita. In questa identità di affetti ci sentiamo con voi compartecipi di quei grandi valori, idealmente espressi dalla memoria di Batti- \ sti, Chiesa e Filzi, profondamente umani e tuttora attuali, da noi | tutti ora rivissuti con pari in­ tensità. Non possiamo nascondere i sen timenti di riconoscenza, che a voi tutti dobbiamo, profonda e cordiale, per questa rinnovata te­ stimonianza di amore alla città, che per la sua storia passata e recente induce a tante sensazioni ed a singolari ricordi; testimo­ nianza, in particolare, di venera­ zione verso alcuni dei figli miglio­ ri di questa terra trentina, nobili figure collocate, per la loro statu­ ra, nel cuore del patrimonio na­ zionale, al limite della storia, quasi nella leggenda. Ai sentimenti di riconoscenza si accompagnano quelli di sim­ patia e di cordialità, che noi ri­ serviamo nei vostri confronti, la cui orgine è remota ed è antica •

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quanto la data di nascita del Cor­ po degli Alpini; espressione di amicizia che la manifestazione di oggi rigenera e consolida. Ancora, ed infine, sentimenti di ammirata considerazione, che so­ no proposti ogni qual volta pos­ siamo accostarci alle vostre file ed alle vostre sezioni che oggi — in presenza di una manifesta­ zione così poderosa di solidarie­ tà, di affiatamento, di profondo spirito comunitario — trovano una vibrante ed apprezzata con­ ferma. Sentimenti quindi di gratitudi­ ne, di simpatia, di ammirazione, che abbiamo cercato di tradurre in una nota di calore e di ren­ dere manifesti, perchè aH'intemo di noi, e che ci auguriamo voi riusciate ad accogliere ed avver­ tire. Espressioni vive e sincere di uno stato d’animo, che sono pro­ prie di questa comunità trentina, lieta di ospitare le rappresentan­ ze numerose delle sezioni alpine di tanta parte d’Italia. Trento si stringe attorno a voi, cari Alpini, aprendo le braccia con tanto af­ fetto, mentre vi rivolgiamo — an­ che a nome della Civica ammini­ strazione — un sentito benvenuto fra noi ed il saluto più cordiale della comunità trentina ». Successivamente Brocai, Presi­ dente della Sezione di Trento ha * ringraziato, a nome degli Alpini del Trentino, quanti hanno dato il loro appoggio e quanti sono in­ tervenuti alla celebrazione ed ha presentato l’A w . Erizzo che ha pronunciato l’orazione ufficiale, così dicendo: Alpini,

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la vostra numerosa presenza qui, nonostante l’avversità del tempo, garantisce e dimostra la sincerità dei sentimenti che oggi vi hanno portato a Trento. V i sono tra voi gli anziani che si possono idealmen­ te considerare compagni d'arme di Cesare Battisti, vi sono i giovani che dimostrano di avere raccolto, imparato e serbato nel cuore l'in­ segnamento che ci è venuto dai tre glandi M artiri trentini: Cesare Bat­ tisti, Fabio Filzi, Damiano Chiesa, che oggi qui ricordiamo e onoriamo. Ma oltre che a loro dobbiamo ri­ volgere un pensiero pieno di grati­ tudine ai mille Volontari Trentini, ai mille Volontari Triestini, a tutti gli irredenti che nel momento del bisogno sono accorsi a dare le loro braccia, ad offrire la vita per la libertà di queste terre. Dobbiamo ricordarli anche perchè quella loro spontanea offerta, in quei giorni lontani e tremendi, attesta la veri­ tà dell’insegnamento che era venuto dai tre che sono gli ideali con­ dottieri di quella grande legione. Damiano Chiesa - Fu chiamato il Protomartire Trentino perchè era il più giovane e perchè su di lui, per primo, si è abbattuta la veridetta dell’Austria. Pareva che in­ consciamente presago della brevità della sua vita, fosse animato da una particolare fretta, quasi temes­ se di non fare a tempo a dare, a fare abbastanza per l’Italia. Fretta di indossare la divisa dell’esercito italiano; fretta di andare ai fronte, e per arrivarvi prima assunse per pochi giorni le umili fun­ zioni di attendente di un ufficiale che, diretto alla prima linea, lo portò con sè. Questa sua fretta si tramutò in una meravigliosa calma davanti al plotone di esecuzione. N el tragico silenzio della Fossa del Castello ri­ suonò, forse involontariamente, la voce di un ufficiale austriaco: « Quel ragazzo sembra molto cal­ mo ». Era infatti molto calmo. Ave­ va dato tutto quel che poteva, non gli restava più che dare la vita. Aveva una calma sublime in quel­ l’ora suprema. Fabio Filzi - La confluenza del sangue materno istriano e del san­ gue paterno trentino aveva forgiato quella meravigliosa famiglia che D ’Annunzio chiamò: famiglia di leoni. Dei tre fratelli, uno soffrì per l ’Italia il carcere austriaco, un al­ tro accorse a combattere per l’Ita­ lia e da combattente italiano cad­ de sul campo, e Fabio, che ideal­ mente appare figlio primogenito di Cesare Battisti. Fu ritenuto indegno di vestire la divisa dell’esercito au-

siriaco: questa sua indegnità gli ac­ cordò l’onore di vestire nobilmente la divisa dell’esercito italiano. Ed ebbe la ventura di essere vicino al suo grande maestro nel pericolo del fronte, nel momento triste della cattura, nell’ora dei vituperi, degli sputi, delle ignominie quando en­ trambi, incatenati come due delin­ quenti, venivano portati a Trento, alla morte. E certamente quando il capestro del boia liberò dalla spoglia mor­ tale di Fabio Filzi la sua grande anima generosa, era ad accoglierla in un mondo migliore la grande ani­ ma generosa di Battisti, che da po­ chi attimi l’aveva preceduto nel­ l’aldilà. E Cesare Battisti: il più grande, il più luminoso di tutti questi Eroi, di tutti questi Martiri. In lui l’irredentismo non era un semplice slancio romantico; non era neppure soltanto l’anelito di liber­ tà di un’anima nobile: era una con­ vinzione profonda, nata dalla ricer­ ca e dallo studio. Come colui che per attestare la nobiltà della sua famiglia, della sua stirpe, ne ricer­ ca le origini e ne studia le vicende, così per tutta la sua vita Battisti ha cercato nella storia, nella lin­ gua, nelle tradizioni del Trentino, le prove della necessaria italianità di questa terra, e, non pago di ciò, cercò tali tracce, tali prove, anche nella ossatura delle rocce, nella limpida corrente dei torrenti e dei fiumi di questa terra che amava. Così dall'amore per questa sua terra nacque in lui quell’amore per l’Italia che egli testimoniò con la sua morte. Ma nella vita di Battisti vi è un episodio che a mio avviso appare anche più grande e più nobile che non lo stesso sacrificio della vita. Egli per tutta la vita aveva lot­ tato per la libertà del Trentino; l’aveva difesa al Parlamento au­ striaco, nei suoi scritti, nei suoi di­ scorsi, sempre. M a egli sapeva che la libertà della sua terra avrebbe dovuto essere pagata col prezzo sanguinoso di una guerra. L ’impe­ ratore d’Austria aveva detto: « Io, il mio impero, la mia casa dovre­ mo perire, prima che un lembo del Trentino sia abbandonato ». Forse vi era una inconscia profezia in questa frase che Battisti ricordò quando, in un discorso del 1914, disse: « Sperare che l’Austria gra­ ziosamente ceda Trento e Trieste, od anche soltanto il Trentino, sa­ rebbe come sperare che il lupo di­ venti protettore dell’agnello ». M a quando venne il momento su­ premo, quando già era scoppiata a Serajevo la scintilla che doveva incendiare il mondo e l’urto fra la Serbia e l’Austria stava dilagan­ do in un conflitto mondiale, Cesa­ re Battisti ebbe un attimo di esita­ zione: non di paura! L ’uomo che ha saputo guardare serenamente la forca che lo attendeva, non poteva esitare od avere paura per sè, ma la ebbe per la Patria. Quando nel­ l’agosto del 1914 egli varca il con­ fine, ha con sè un messaggio di­ retto al Re d’Italia che reca la firma sua, di Larcher e di Pedrotti. In esso ancora si esprime l’ane­ lito per la libertà del Trentino, ma esso conclude dicendo: « Troppo noi amiamo la Madre comune per chiedere ad essa sacrifici compro­ mettenti il suo avvenire ». Ed in una lettera pubblicata in quei gior­ ni, Battisti riafferma: « Se l’Italia non potrà occuparsi di noi irreden­ ti, sia: piuttosto che arrecarle ro­ vina noi soffriremo ancora il ser­ vaggio ». Badate bene: per tutta la sua vita egli si era battuto per la li­ bertà di questa terra, ma nel mo­ mento in cui l’esercito italiano, in­ feriore per numero e per mezzi, stava per affrontare uno dei più potenti eserciti del mondo, egli ha un attimo di esitazione per la Pa­ tria ed è disposto a rinunciare an­ che al suo ideale purché non ne venga male all’Italia. Queste parole dovrebbero giun­ gere come un mònito rovente — o come uno schiaffo al viso — a cer­ ti politicastri che per il loro inte­ resse non esiterebbero a mandare in malora l’Italia!

L'omaggio alle tombe dei Martiri al Castello del Buonconsiglio Si forma poi un corteo che da Piazza del Duomo si dirige verso il Castello del Buonconsiglio. E ’ in testa la fanfara della Sezione di Trento, la batteria del 9° Arti­ glieria, le autorità e un folto gruppo di corone. Nella fossa dei Martiri, dopo lo squillo di attenti, la fanfara

suona il « silenzio » mentre i cip­ pi che ricordano il sacrificio di Battisti, Filzi e Chiesa vengono ricoperti da decine di corone de­ poste dalle varie Sezioni. E ’ la parte più suggestiva della cerimonia. Quelle tetre mura che raccolsero gli ultimi aneliti di

italianità dei Martiri vedono og­ gi — a distanza di c in q u a n t i­ ni — l’omaggio riverente e com­ mosso degli Alpini d’Italia me­ mori e riconoscenti. Un omaggio che va oltre il significato della

cerimonia e che sta a testimo­ niare come gli Alpini traggano da quelle tradizioni oggi neglet­ te e talvolta volutamente ignora­ te la forza per guardare con fidu­ cia all’avvenire della Patria.

Il telegramma del Capo dello Stato A ll’Hotel Bristol il Presidente della Sezione Brocai dà lettura del messaggio pervenuto dal Capo dello Stato.

« Nella impossibilità di presenziare alla cerimonia indetta per celebrare il cinquantenario del martirio di Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa esprimo la mia adesione alla cerimonia stessa in spirito di commosso omaggio alla memoria dei Martiri. « Il ricordo del loro sacrificio e della dignità con cui essi lo affrontarono sia perenne testimonianza di amor di Patria, libertà e fedeltà ai valori supremi dello spirito ». GIUSEPPE SARAGAT Brocai dà poi lettura dei telegrammi del Ministro della Difesa, del Presidente della Camera dei Deputati, della Medaglia d’Oro Reginato, degli Alpini di Francia, degli Alpini di Basilea e di molti altri che hanno dato la loro adesione alle celebrazioni.

Il discorso del Prende poi la parola il Mini­ stro Spagnolli che dice fra l’altro: Cari Amici, Permettete che a voi io mi ri­ volga così, con animo fraterno, come si conviene a chi, pur ope­ rando in campi e con com piti di­ versi, sente vivo il sentimento della Patria comune, ed a questo sentimento cerca di ispirare la propria opera, e lasciate che l ’Alpino prevalga sull’uomo di Governo. Permettete anche — dopo che lo stesso Presidente del Consi­ glio dei Ministri ha nobilmente rievocato la grande figura di Ce­ sare Battisti e dopo che Trento intera, con la Legione Trentina, i Reduci, gli Alpini e le altre As­ sociazioni d’Arma, ha questa mat­ tina solennemente esaltato i Mar­ tiri Trentini — permettete ch’io cerchi di cogliere i valori più significativi di queste celebra­ zioni. Martire vuol dire testimone, e Cesare Battisti, Fabio Filzi, Da­ miano Chiesa furono i trentini che — insieme con tanti altri con­ nazionali di tutte le nostre re­ gioni — testimoniarono col sacri­ ficio volontario della vita, l ’unità della Patria italiana, nei confini che la natura stessa le diede, dal­ le Alpi al mare.

Ministro Spagnoili lettere e dalla ineccepibile docu­ mentazione fotografica, la sereni­ tà del loro spirito, e la fierezza e dignità dei volti e delle persone negli ultim i istanti della loro vi­ ta terrena ed anche di fronte al patibolo; chi considera e ripensa a tutto ciò non può non restare ammira­ to e perfino stupito per lo straor­ dinario vigore del loro animo, per l ’eccezionale forza interiore che visibilmente li sorreggeva. Si sa che Battisti, forse anche Filzi e certamente Damiano Chie­ sa — che ebbe anzi ma ricusò l ’ordine di lasciare la posizione avanzata — avrebbero potuto sot­ trarsi alla cattura ed al patibolo; si deve, quindi, riconoscere che essi, coscienti e volenti, deside­ rarono affrontare il martirio, col quale ritenevano di poter ritem ­ prare e rafforzare l ’animo patriot­ tico della nostra Nazione, nel momento in cui non era ancora caduto l’ambizioso disegno del­ l ’esercito austroungarico di sfon­ dare le linee italiane sugli altipia­ ni di Folgaria, di Lavarone e di Asiago per dilagare nella pianu­ ra e prendere alle spalle il grosso del nostro esercito impegnato sul fronte dell’Isonzo.

Chi ripensa a Cesare Battisti che, già quarantenne, si arruola come semplice soldato e che si dice di poter raggiungere la sua compagnia nel Battaglione Edolo, attestata a quota 2687 nel gruppo dell’Adamello con 38 e più chili di peso sulla schiena; chi rilegge le limpide e franche dichiarazioni di Chiesa, di Bat­ tisti e di Filzi davanti al tribu­ nale militare austroungarico; chi conosce dalle loro ultime

E ’ stato autorevolmente detto ( dal Croce) ed è certamente vero, che l ’amore della Patria non è affine al nazionalismo, ma il suo contrario e che nel segno della Patria i nostri più nobili ideali ed i nostri più austeri doveri prendono una forma particolare e più a noi vicina, una forma che rappresenta l ’umanità tutta ed attraverso alla quale si lavora per l ’umanità tutta.

CELEBRATA A ROVERETO «LA GIORNATA DEL RICORDO» IN OMAGGIO Al CADUTI

SMARRITO UN CAPPELLO ALPINO A TRENTO

Rovereto ha celebrato degna­ mente « La giornata del ricordo » in omaggio ai Caduti della prima guerra mondiale, unendo nel de­ voto omaggio quanti caddero per la Patria. Migliaia di combattenti, di ita­ liani e di stranieri si sono riuniti attorno alla campana dei Caduti, la città ha preso viva parte alla celebrazione, gli alunni delle scuole hanno espresso i loro sen­ timenti attraverso spontanei com­ ponimenti. Ne riportiamo uno, segnalatoci, dalla figlia di un Alpino, pieno di spontanea semplicità: « Alcune settimane or sono si è svolta nella mia città la ” Gior­ nata del ricordo ”. La città era imbandierata ed illuminata a festa. « C’era molta gente venuta da lontano per ricordare i Caduti di tutte le guerre. I negozianti di Rovereto hanno addobbato le ve­ trine ricordando la guerra ed i Caduti e ne ho potuto osservare alcune veramente belle. Ma quel­ la che mi è piaciuta era in Corso Rosmini. Le pareti della vetrina erano rivestite di bandiere trico­ lori vecchie e nuove. Nella ve­ trina c'era raffigurata una casa posta lungo il Piave, semidistrut­ ta con la scritta ” Tutti E roi o il Piave o tutti accoppati ”. Per ter­ ra c'era il filo spinato arruggini­ to, qualche cartuccia, un elmo da soldato, una lucerna, un pugnale, pezzi di legno bruciati, calcinac­ ci e sassi; sembrava di essere proprio in guerra. « Guardando la vetrina mi è ve­ nuta tanta tristezza nel cuore pensando ai Caduti e al m io papà che ha fatto sette anni l'Alpino e ora non c'è più ».

Romana Mani rini Classe I I - Rione Nord Rovereto

L'amore di Patria, nella sua più pura essenza, è, infatti, il natu­ rale sviluppo di quel sentimento che unisce gli uomini nella pro­ pria famiglia, alla propria casa, alla propria terra e che significa anche esaltazione del servizio alla comunità, della forza d'animo, dello spirito di sacrificio, del sen­ so del dovere, della devozione e della fedeltà, che diventano gran­ di virtù quando per esse si giun­ ge a dare la vita. Così inteso l ’amor di Patria può anche esser valido mezzo di unione fra le genti, quando si sappia e si voglia riconoscere in­ sieme — per noi e per gli altri — quegli alti valori spirituali che la stessa guerra può esprimere ed esaltare e che delineano la possi­ bilità e la speranza di un mondo migliore, nel quale la persona umana può tornarsi più libera, più serena, più pacificamente operosa. Anche per questo, oltre che per il loro valore, per il loro eroismo e per il loro sacrificio, esaltiamo i Martiri e gli E ro i; anche per questo riteniamo che l'amor di Patria — che essi compiutamente esprimono — debba tornare in onore ed illuminare la vita degli italiani. Chi, per aver vissuto le vicen­ de della redenzione della nostra terra trentina, ha più vivo e pro­ fondo il ricordo di questi suoi Eroi, può onorarli e può servire — come essi ci insegnarono — la nostra gente e la nostra Nazione, raccogliendo il messaggio di de­ vozione alla Patria, di esortazio­ ne all’unità degli italiani, di su­ premazia dei valori spirituali che Damiano Chiesa, Cesare Battisti e Fabio Filzi ci lasciarono e tra­ smettendolo alle giovani genera­ zioni, che, in un mondo confuso per interessi ed idee in contrasto, sono visibilmente ansiose di oriz­ zonti più limpidi, e dalle quali dipende l'avvenire della Patria. ☆ La passione, l’impegno, l’entu­ siasmo posto dagli Alpini del Trentino, da Trento tutta per far sì che venisse degnamente cele­ brato il cinquantesimo anniversa­ rio del Sacrifìcio dei Martiri Trentini, hanno avuto la meritata ricompensa. Anche se il sole — nostro ami­ co abituale — ha ceduto il campo alla pioggia, gli Alpini sono ac­ corsi a migliaia a Trento dall’Ita­ lia e dall’estero per affermare che oggi come ieri e domani come oggi guarderanno alla luminosa figura di Cesare Battisti come ad un faro di italianità che deve illu­ minare il loro cammino nel culto della tradizione e nell’amor di Patria.

Aldo Raserò

Il Presidente della Sezione di Asiago, ing. Giorgio Lorenzoni — Via Lise — Asiago (Vicenza), ha smarrito il giorno 17 luglio a Trento, in occasione del grande Raduno alpino per la celebrazio­ ne del cinquantesimo anniversa­ rio del sacrificio dei Martiri tren­ tini, il cappello alpino, gradi di Capitano, al quale è affezionatis­ simo in quanto è quello che ave­ va durante la guerra in Albania. Sul cappello stesso, inoltre, era appuntata la medaglia di bronzo al V. M. con inciso il suo nome e cognome. Si sarà veramente grati se, chi ha trovato detto cappello, oppure Labbia scambiato per errore col proprio, vorrà cortesemente resti­ tuirlo direttamente al legittimo proprietario.

S E Z IO N E DI T R EN T O

Prossima inaugurazione a Pampeago di una Chiesetta costruita dagli Alpini Il 21 agosto avrà luogo a Pam­ peago la inaugurazione di una Chiesetta dedicata ai Caduti Al­ pini, costruita dai Soci del Grup­ po locale con prestazioni di la­ voro gratuite e senza chiedere una lira a nessuno. Della questione si è interessata a suo tempo anche la TV che ha messo in onda un servizio che mostrava gli Alpini all’opera nel loro disinteressato lavoro. In concomitanza della inaugu­ razione della Chiesa avrà luogo anche un raduno degli Alpini del­ la Valle di Fi emme. In questa occasione verrà or­ ganizzato un servizio gratuito di autopullman da Tesero a Pam­ peago con partenza alle ore 8.30 del mattino.


BANDIERE DI GUERRA ALPINE ALL'ALTARE DELLA PATRIA Roma, giugno 1966 Domenica 26 giugno ha avuto luogo all’Altare della Patria una solenne cerimonia in occasione della « Giornata del Combattente della resistenza all’estero ». Erano presenti 18 Bandiere di guerra dei reparti che partecipa­ rono alla Resistenza all’estero ed alla Guerra di liberazione e tra queste quelle del 4° e dell'8° Reg­ gimento Alpini e del 1° Artiglieria da Montagna. Ha reso gli onori alle gloriose Bandiere un reggimento di forma­ zione con la Bandiera del 2° Reg­ gimento Carabinieri e la banda dell’Esercito. Nel reggimento era­ no rappresentate le varie Armi e Specialità dell'Esercito, Marina, Aeronautica, Guardia di Finanza e Guardie di Pubblica Sicurezza. Presente pure una rappresen­ tanza militare di Ufficiali e Sot­ tufficiali che presero parte alla Resistenza all’estero e di Ufficiali e Sottufuciali del Presidio di Roma. Il Ministro della Difesa On. Tremelloni ed il Ministro degli Este­ ri On. Taviani hanno deposto co­ rone di alloro all’Altare della Pa­ tria mentre i reparti in armi ren­ devano gli onori e la Banda del­ l’Esercito suonava la « Leggenda del Piave ». I reparti alpini che presero par­ te attiva alla Resistenza ed alla Guerra di liberazione erano uffi­ cialmente rappresentati dalle ci­ tate Bandiere di guerra. Bandiera del 4° Reggimento Alpini sulla quale sono appuntate la Medaglia d’argento al Valor Militare con­ cessa al Battaglione « Ivrea » per la resistenza opposta ai tedeschi nel settembre-novembre 1943; la Medaglia d’argento al Valor M ili­ tare concessa al Battaglione « Pie­ monte » per la Guerra di libera­ zione; la Medaglia di bronzo al Valor Militare concessa al Batta­ glione « Monte Granerò » per la resistenza in Corsica e per la Guerra di liberazione. Bandiera dell’8’ Reggimento Alpini che si fregia della Medaglia d’argento al Valor Militare, concessa al Batta­ glione « L ’Aquila » per la Guerra di liberazione; Bandiera del 1° Reg­ gimento Artiglieria da Montagna decorata di Medaglia d’oro al Va-

lor Militare per il superbo com­ portamento del Gruppo « Aosta » dopo l’8 settembre. L'eroismo di questi reparti, al­ cuni dei quali furono tra i primi ad accendere la fiaccola della re­ sistenza, appare dalle magnifiche motivazioni delle ricompense loro concesse:

G ru p p o A rtig lie ria A lp in a « Aosta » M edaglia d 'O ro al V a lo r M ilita re « All’alba del 9 settembre 1943, il Gruppo Artiglieria Alpina « Ao­ sta » prontamente schieratosi, rea­ giva alla perfida insidia tedesca. Nei continui, durissimi sanguino­ si combattimenti protrattisi per oltre un anno, unitamente a for­ mazioni di patrioti jugoslavi, do­ minava con spirito eroico ogni dif­ ficoltà e superava ogni rischio im­ ponendosi all’ammirazione di tut­ ti. Blocco granitico di volontà combattiva, manteneva alto in ogni circostanza il prestigio delle armi italiane, dimostrando, in un’ora di smarrimento e di dolo­ re, incrollabile fede nei destini della Patria e indomabile volontà di lotta e di rinascita. « Montenegro - Sangiaccato - Al­ bania, 9 settembre 1943-31 otto­ bre 1944 ».

B attag lio n e A lp in i « Ivre a » M edaglia ¿'A rg e n to al V a lo r M ilita re « A11’8 settembre 1943, lontano dal suolo della Patria, a contatto di preponderanti forze tedesche che chiedevano la consegna delle sue armi, anziché deporle si schie­ rava con moto unanime contro il tedesco ed iniziava la lotta partigiana che compatto conduceva per circa tre mesi, combattendo stre­ nuamente contro forze ognor so­ verchiane, conscio del rischio e del sacrificio, fulgido di valore e di gloria. « Montenegro - Sangiaccato Serbia, settembre - ottobre - novem­ bre 1943 ».

VISITE ALLA SCUOLA MILITARE ALPINA DI AOSTA ... del Gruppo regionale piemontese dell' U.N.U.C.I. Nei giorni 12 e 19 giugno c. a., sono giunti ad Aosta, in visita alla Scuola Militare Alpina, circa 500 ufficiali in congedo del Gruppo Re­ gionale del Piemonte. Gli ospiti sono stati ricevuti dal Generale Comandante che li ha accompagnali, unitamente agli U f­ ficiali del Comando, nella visita al­ le attività dimostrative in svolgi­ mento presso le palestre alpina e complementare ed alla mostra dei materiali in dotazione alle Truppe Alpine. Dopo la visita alle attrezzature della Caserma C. Battisti, sede del Reparto Corsi A.U.C.-A.C.S., gli ospiti si sono recati in Piazza E. Chanoux per deporre una corona al Monumento ai Caduti.

... della Scuola francese dì Coètquìdan Il 21 giugno c. a. 20 ufficiali e 200 allievi della Scuola Interarmi francese di Coètquidan sono giun­ ti ad Aosta per visitare, nel qua­ dro del loro viaggio di istruzione, la Scuola Militare Alpina. Dopo rincontro, avvenuto pres­ so il Castello Gen. Cantore, i Co­ mandanti delle due Scuole — il Generale Alain de Boissieu ed il Generale Silvio Steffensen — han­ no presenziato alla solenne cerimo­ nia di deposizione di una corona al Monumento ai Caduti svoltasi

in piazza E. Chanoux con la par­ tecipazione dei Quadri e allievi uf­ ficiali francesi e italiani. Nel pomeriggio, dopo la colazio­ ne offerta presso i circoli della Scuo­ la, gli ospiti hanno visitato le at­ trezzature della Caserma C. Batti­ sti e, successivamente, hanno pre­ senziato ad una esercitazione dimo­ strativa svoltasi presso le palestre alpina e complementare del Castel­ lo Gen. Cantore. La visita si è conclusa con la consegna di una targa ricordo al termine del vermouth d’onore of­ ferto agli ospiti nelle sale del Ca­ stello.

... del Comandante le Forze Alleate Sud Europa Il 23 giugno è giunto ad Aosta, in visita alla Scuola Militare Alpi­ na, TAmmiraglio C. D. Griffin, Co­ mandante delle Forze Alleate Sud Europa. Erano a riceverlo l’ Ispettore del­ le Armi di Fanteria e Cavalleria, il Generale Addetto alle Truppe Alpine, il Generale Comandante della Scuola, oltre ad una rappre­ sentanza di Ufficiali e Sottufficiali. Dopo aver passato in rassegna il reparto d’onore, l’Ospite ha vi­ sitato il Castello Gen. Cantore, se­ de del Comando della Scuola, ha assistito allo svolgimento delle at­ tività addestrative presso le pale­ stre alpina e complementare e suc­ cessivamente ha visitato le attrez­ zature della Caserma G. Battisti. Nel pomeriggio, dopo la colazio­ ne, l’Ospite è ripartito in elicot­ tero alla volta di Caselle.

B attag lio n e A lp in i «P iem o n te» M edaglia d 'A rgento al V a lo r M ilita re « Costituito con elementi della Divisione Alpina « Taurinense », che dai porti addatici della Balcania riuscirono a raggiungere for­ tunosamente la Puglia dopo l’ar­ mistizio, partecipava a tutta la Guerra di liberazione, riconfer­ mando ognora la tempra intrepi­ da delle genti della montagna. Al­ la gloria perenne delle nostre ar­ mi offriva due difficilmente pareg­ giabili esempi di fusione perfetta di perizia, valore e fortuna: pri­ ma a Monte Marrone, scalato di sorpresa, per la ripida parete ed eroicamente difeso sull’orlo del­ l’abisso alle spalle; poi a quota 363di Valle Idice, strappata al ne­ mico con una stoccata saettante e fulminea, spezzando la cerniera delle due Armate tedesche in Ita­ lia, donde poi traboccò su Bo­ logna. « Campagna di Liberazione, 18 marzo 1944-8 maggio 1945 ».

B attag lio n e A lp in i « L 'A q u ila » M edaglia d'A rgento al V a lo r M ilita re « Rinato per generoso impulso della fierissima gente d’Abruzzo, fondendo con veterani intrepidi le giovanissime reclute ardenti, par­ tecipava alla fase finale della Guer­ ra di liberazione, rinverdendo ful­ gidi allori. Saldissimo nel presi­ dio di un settore importante, tor­ mentato ed esposto, prendeva il sopravvento morale sul nemico in un’aspra e logorante lotta di trin­ cea a stretto contatto, scattava con superbo slancio a travolgerlo, Io rincalzava inesorabilmente fino ai confini della Patria. « Valle Idice, Bologna-Bolzano, 20 marzo-3 maggio 1945 ».

B a tta g lio n e A lp in i « M onte G ra n e ro » M edaglia di Bro nzo al V a lo r M ilita re « Nella grave situazione creatasi con la conclusione dell’armistizio, affrontava senza esitazione il nuo­ vo, ma tradizionale nemico e col concorso di altri reparti attacca­ va un presidio nemico, obbligan­ dolo alla resa dopo breve ma vio­ lenta lotta. Benché costituito da uomini di classe anziana che dopo la liberazione dell’Italia del Sud avrebbero avuto diritto al conge­ do, accettava di far parte del Cor­ po Italiano di Liberazione col quale prendeva parte all’insegui­ mento del nemico dagli Abruzzi alla Linea Gotica, imponendosi per serietà e serena fermezza di pro­ positi. Si distinse per audacia ed ardire nel travolgere le successive resistenze del nemico e per la sal­ dezza nel respingerne tutti i ri­ torni controffensivi. « Quenza (Corsica) 15 settembre 1943 — Abruzzi - Marche giu­ gno - luglio - agosto . settembre 1944 ».

IN RICORDO DEL GENERALE RICCARDO BIGNAMI Nel primo anniversario della scomparsa del Gen. Riccardo Bi­ gnami, su iniziativa del Lions Club Milano alla Scala, è stata scoperta il 18 giugno a Salussola sulla casa natale dell’illustre Ge­ nerale Alpino e Paracadutista una lapide in ricordo di questo valo­ roso Soldato. Era presente, col Prefetto di Vercelli, il Consigliere Nazionale dell’A.N.A. Dott. Ubaldo Astore che rappresentava il Presidente della Associazione. Molte le rappresentanze delle varie Associazioni con labari, ves­ silli e gagliardetti. La Messa in suffragio è stata celebrata nella Chiesa Parrocchia­ le dal Cappellano Nazionale dei Paracadutisti. Quindi gli intervenuti, ordinati in corteo, hanno deposto ima co­ rona sul Monumento ai Caduti di Salussola ed un’altra al Parco della Rimembranza. Il corteo si è poi recato alla casa natale del Gen. Bignami do­ ve il ^Presidente dei Lions, Paolo Ignazio Sacchi, ha scoperto uffi­ cialmente la lapide ed ha pronun­ ciato un commosso discorso com­ memorativo. L ’epigrafe riportata sulla lapi­ de dice: « AI Generale Riccardo Bignami, eroe di E1 Alamein, che qui si ricorda per alti meriti mili­ tari ed umani, gloria onore inci­ tamento, ai figli di Salussola, ai figli d'Italia ». ^La patriottica cerimonia sarà ricordata a lungo a Salussola e troverà un’eco valida ogni anno nella commemorazione di questa illustre figura di Alpino del Biellese.

Lettera aperta

Al Molto Reverendo Don Giulio Pastore Parroco di Calogna di Lesa Lei ben sa, reverendo, che ogni uomo ha un diavolino nascosto, quel­ lo che suggerisce sempre cose sba­ gliate: il mio poi, è un diavolino di origine bergamasca... una testa da pa­ racarro tanto è dura e voleva che io instaurassi dei raffronti fra lei e don Abbondio, per la sola ragione che tutti e due vi siete rifiutati di fare il vostro dovere di pastori (veda gli scherzi della sorte! Lei si chiama co­ sì anche di nom e!). Don Abbondio sanno tutti chi era: un povero diavolo, finito prete chi sa come, afflitto da una paura invinci­ bile per tutti i prepotenti e per tutti quelli che erano più forti di lui, ed erano veramente tempi « calamitosi e tristi » come si suol dire, per cui, il povero don Abbondio, se non scusato, un po' di compassione la fa sempre. « Si fa presto a dire coraggio, ma quando uno non ce l'ha, non può mica inventarselo » diceva don Ab­ bondio, chiamato dal suo Cardinale al redde rationem del rifiuto fatto a due suoi parrocchiani di sposarli, con tut­ te le grane saltate poi fuori, ma poi don Abbondio si pentì e riparò al male fatto: andò persino al pranzo di nozze e fare il brindisi e gli auguri. Lei, signor parroco di Calogna, ha emulato e superato don Abbondio, perchè si è rifiutato ed ha seguitato a rifiutare di benedire il gagliardetto del Gruppo Alpini di Calogna e que­ sto senza nessuna ragione plausibile: i suoi parrocchiani le chiedevan cosa che avevano pieno diritto di chiedere e lei non meno pieno dovere di fare. Da quando esiste l'Associazione Al­ pini e cioè dal 1919, cosa simile non è mai successa: fra Gruppi e Sezioni siamo più di 210.000 e ben 2940 gagliardetti verdi sono stati regolar­ mente benedetti in Italia, in Argen­ tina, in Svizzera, in Canadà, in So­ malia, in Francia, nel Belgio e tutti i giorni si formano nuovi Gruppi, perchè noi Alpini siamo gente che ha bisogno di volersi bene: è la nostra forza, anche se ci sono tanti che non se ne sanno rendere ragione. E nelle nostre file, ci sono preti, frati di tutti gli Ordini, Vescovi ed anche Cardinali: non ha mai sentito parlare lei, reverendo, di Padre Giu­ lio Bevilacqua — un nome come il suo — e quando m orì, gli mettemmo sul trionfo del gran manto rosso di porpora, due nastri azzurri di meda­ glie al valor militare, che si era gua­ dagnate all'Ortigara? Non sappiamo la ragione del suo malanimo verso di noi: « tucc un » dicono gli Alpini del Battaglione Ao­ sta: quel torto che lei ha fatto al sia pur piccolo Gruppo degli Alpini di Calogna, è torto fatto a tutti noi: siamo gente sensibile, appunto perchè sana di cuore e di animo. Il suo gesto ha avuto larga riso­ nanza e non potevamo certo far finta di non notarlo in tutta la sua gra­ vità: io penso che anche il suo Ve­ scovo gliene avrà ben chiesto il per­ chè e noti, reverendo, che c'è della gente che non ci vuol bene, ma si tratta di quelli che, come è accaduto recentemente in Polonia, anche a lei nor. vuol bene di certo per quel che rappresenta. I nostri gagliardetti, da un lato hanno i tre colori della Patria, che deve essere anche la sua, io penso, dall'altro il più bel colore del mon­ do; il verde, colore della speranza, colore della gioventù, colore dei prati e dei boschi delle nostre montagne, colore delle fiamme che tante gene­ razioni di Alpini hanno degnamente portate: « le fiamme verdi che noi portiamo - sono l'orgoglio di noi Al­ pini! », lo cantiamo anche. E , bene inteso, c'è ricamata an­ che una lunga, ben diritta penna ne­

ra, la bandiera mai ammainata del­ l'onore e della gloria della gente mon­ tanara, mai seconda nell'amare il suo Paese, prima sempre nel dovere e nel sacrificio. E noi le vogliamo tanto bene, che, quando un Alpino muore, sempre gli si mette sulla bara il cappello con la penna: è come un rito! Siamo gente onesta e brava, che si vuole un bene così grande che noi stessi alle volte non sappiamo come ci si possa volercene tanto: è il pre­ mio maggiore che nella vita un uomo possa chiedere. E cantiamo, contenti di noi, con­ tenti di quanto siamo stati capaci di fare, cantiamo in ogni occasione. Abbiamo cantato in momenti così brutti che è diffìcile immaginare: quando la famosa cinghia era giunta proprio al suo ultimo buco, quando il gran freddo ci rendeva le mani e i piedi più duri di due pezzi di le­ gno, quando ci si preparava per cer­ te azioni che si capiva prima che era­ no disperate, ma pure si facevano lo stesso, perchè onore e dovere han­ no un volto ed un imperativo solo e noi Alpini non abbiamo mai usata la bilancina degli usurai per pesare il sangue ed il sacrificio di interi re­ parti, per vedere se poi premio o ricompensa erano pari, quando a noi tremavano il cuore e le mani nel dover segnare troppe croci sul ruoli­ no delle Compagnie, a nessuno mai è calato l'animo e sempre c'è stato chi dava la voce: « canta che ti pas sa! »... E' una gran medicina, un rimedio senza confronti: ti scalda il cuore e ti rinfranca l'animo e s ì, lo so, che, in certe nostre canzoni, ci sono an­ che dei ritornelli birichini, ma e om­ nia munda, mundis » reverendo: oh1 che si debba vedere un Alpino adesso che le insegna quel che vogliono dire certi proverbi latini!? Lei non ha fatto torto a noi co! suo rifiuto, ma torto a lei stesso torto al suo carattere ed alla su? missione di parroco: non sono io e non ne ho certo la veste, per ricor­ darle che lei, fra la sua gente, parla in nome di UNO che non ha ma detto di no a nessuno, di UNO che « passò facendo solo del bene a tut ti », benedicendo persino i due ma' fattori che gli avevano postò accan' e che inveivano contro di lui. Non faccia gli occhi rotondi, reve rendo, perchè io non le voglio certp fare la predica: tutti gli Alpini che mi conoscono resterebbero di pietra: mi sono venute in mente queste cose, perchè, da ragazzo, sono stato in col­ legio dai Barnabiti di Lodi, che sono degli educatori ottim i: quel che ci insegnano da ragazzi, non lo dimenti­ chiamo mai ed è lì pronto a venire a galla, tutte le volte che ce n e bi­ sogno. Un'altra cosa mi hanno insegnata e cioè che ogni cristiano deve avere tre virtù, che sono cardine assoluto: 1 lei ha dimenticata la terza, forse la più necessaria: quella che ci impone di volerci bene e lei, di proposito, ha fatto esattamente il contrario. lo son certo che, anche gli Alpini di Calogna, canteranno, tutte le volte che ne sentiranno il bisogno e ma­ gari lei penserà che lo facciano ap­ posta. Gli Alpini veneti, gente allegra se ce n'è, cantano così: « chi no ghe voi sentir se stropi le recie »... Lo faccia reverendo, tanto di gua­ dagnato per lei ed anche per noi...

G ianm aria Bonaldi Tenente Colonnello di Complemento nel 5° Regg. Alpini Piazza Napoli, 32 - Milano

L'OSSARIO-SACRARIO DEGLI ALPINI A SUSA ll Sindaco di Susa, in occasio­ ne dell’inizio dei lavori per la tra­ sformazione della Chiesetta della Madonna delle Grazie in Monu­ mento-Ossario e Sacrario degli Alpini, ha fatto affiggere in tutti i paesi della Valle un manifesto con un nobile appello ai valsusini, e in modo particolare agli Al­ pini, affinchè tutti coloro che an­ cora credono in un ideale supe­ riore diano il loro contributo per­ chè gli Eroi e i Caduti di tutte le guerre non siano dimenticati, ma siano sempre degnamente onora­ ti e ricordati. Domenica 5 giugno, alla presenza delle massime Au­ torità Civili, Militari e Religiose della Valle, di tutte le Rappresen-

tanze di Arma e di Associazioni, dopo la celebrazione della Messa al Campo, a tutti fu chiaramente spiegata l’opportimità della co­ struzione di detto Ossario-Sacra­ rio per il ricordo e la gloria dei Caduti e dei fasti del 3° Alpini. L ’A.N.A. Valsusa dalle colonne de « L ’Alpino » rivolge a tutti gli Alpini che servirono la Patria in Valsusa un pressante invito a col­ laborare, ognuno secondo le pro­ prie possibilità, dato che la com­ pleta sistemazione richiede una spesa non indifferente, affinchè presto si possa venire in pelle­ grinaggio all’Ossario-Sacrario per ricordare e onorare i nostri Ca­ duti.


L' A L P I N O

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A CIMA

BOIS

C e le b ra to il C in q u a n te n a rio

della conquista del Castelletto

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Modestamente concepito, ma te­ nacemente voluto, il raduno dei su­ perstiti del Battaglione « Belluno » che operarono la conquista del Ca­ stelletto si è concluso a Forcella Bois con una manifestazione impo­ nente per spontaneità, di parteci­ pazioni, veramente sentita per ge­ nuina sincerità di sentimenti, sug­ gestiva per semplicità di forma. Quello che doveva essere l’umile pellegrinaggio di un manipolo di superstiti, gravati ciascuno dal pe­ so degli ultimi cinquant’anni della nostra storia travagliata, per ren­ dere omaggio fraterno e devoto all’ormai lunga schiera degli scom­ parsi, si è tramutato in una spon­

re omaggio al primo cittadino di quella « Belluno » di cui avevano saputo tener alto il nome in ogni traversia; si era concluso con una agape familiare, in serata, a Cor­ tina con la partecipazione anche di un rappresentante ufficiale di quella Comunità. Il tutto, però, ri­ stretto, contenuto nei limiti di una rappresentanza che non avrebbe certo fatto immaginare che il mat­ tino successivo centinaia e centi­ naia di persone si sarebbero date convegno a Falzarego e, da lì, a Forcella Bois. Lassù, poche parole, ma tanti i ricordi, vivificati dalla presenza di coloro che ne erano stati i prota­

nomi più illustri e gallonati a quel­ li più umili e sconosciuti riuniti in unico tributo di riconoscenza. Commozione in tutti quando il Colonnello Mola di Larissè, Co­ mandante del « Settimo », prodi­ gatosi con squisita sensibilità per la riuscita di questo raduno, lascia il suo posto per recarsi dal più an­ ziano dei convenuti, l’ottantaseienne Col. Bridda che non può ri­ spondere all’appello, e con l’omag­ gio gli porge l’aiuto del suo braccio. Al termine della Messa il cav. Mussoi, come consigliere nazionale dell’A.N.A., porta il saluto del Pre­ sidente dell’Associazione Nazionale Alpini e con calde parole rievoca

I PROTAGONISTI Da sinistra a destra: Bridda (seminascosto), Chiaradia, Piacentini, 'Fissi, Momola, Ari ¡goni, Trevisan, Dal Borgo, Pieri, Dell’Èva, tutti ufficiali del Btg. « Belluno » che operarono alla presa del Castelletto, riuniti in una cerimonia dei superstiti dell’epica azione nel cortile della caserma del 7° Reggimento Alpini. In particolare, segnato col n. 1, l ’ing. Tissi che con lo scomparso ing. Malvezzi realizzò e diresse il lavoro di mina. tanea manifestazione di massa che ha visto affluire a Forcella Bois da tutte le valli del Bellunese ed an­ che dalle province limitrofe, vec­ chie, gloriose Penne Nere che an­ cora una volta volevano tornare sui luoghi ove avevano speso la loro più balda giovinezza nel sa­ crificio eroico; figli, donne, nipoti di perenni famiglie di Alpini che con la loro presenza davano calore di intimità al ritrovarsi dei super­ stiti Il raduno era stato preceduto, il giorno antecedente, da una visita di omaggio al monumento dei Ca­ duti del « Settimo » nella caserma « Salsa », ove con semplice ed au­ stera cerimonia era stata scoperta una lapide alla memoria del bel­ lunese Tenente Luigi Forcellini, della 793 compagnia del Battaglio­ ne « Belluno » decorato di meda­ glia d’argento a«l Valor Militare. Era stato seguito da un ricevimen­ to in Comune, ove i superstiti del Btg. « Belluno », presentati dal Ge­ nerale Ghe, avevano voluto rende­

gonisti e materializzati dalle erode delle Tofane e del Castelletto che con la loro perenne giovinezza te­ stimoniavano come quegli uomini avevano saputo affrontarle con gio­ vanile baldanza anche se poi ave­ vano camminato più celermente nel tempo. Con la Messa al campo, celebra­ ta dal Cappellano del Settimo A l­ pini, preceduta dall’alza bandiera ai piedi del fatidico Castelletto, la cerimonia aveva raggiunto un ca­ rattere di religiosità così viva e sen­ tita nel ricordo di tanti scomparsi e dei molti sacrifici dei sopravvis­ suti quale è raro vedere in raduni del genere che assumono, spesso, nella forma, veste di scampagnata. Molta commozione, omaggio sen­ tito, orgoglio rivissuto, quando il cav. Mussoi, Presidente dell’A.N.A. di Belluno, nel cui ambito, per la infaticabile operosità del sig. Del­ l’Èva, era stata organizzata la ma­ nifestazione, ha chiamato ad uno ad uno i vecchi superstiti attorno all’ altare; nel posto d’onore, dai

i fatti più salienti dell’azione del Castelletto. Il Generale di C. A. comm. O l­ mi, che fu comandante di una com­ pagnia del « Belluno », porge il sa­ luto degli Alpini ad una rappre­ sentanza di Ufficiali austriaci che condussero, dall’altra parte, la te­ nace difesa di quelle erode e ren­ de loro un cavalleresco tributo di riconoscimento. Poi la folla si disperde, sulle pro­ de erbose di Forcella Bois si apro­ no i sacchi nei quali non manca il bicchiere. I vecchi si cercano, si ritrovano, si riuniscono in pacati conversari segnando con le dita ero­ da per eroda: il camino dei cap­ pelli, il sasso misterioso, il cana­ lone di Vallepiana, lo scudo, nomi prestigiosi di una avventura fanta­ stica sulla quale, se ci sarà consen­ tito, vorremmo tornare per ravvi­ varne il ricordo su queste pagine nei prossimi giorni in cui ricorre il cinquantenario della conquista. Rino Cazzoli

1966

LA G U ER R A D E L L E A Q U IL E In questi armi di celebrazioni della « Grande Guerra 1915-18 » si ricordano giustamente i grandi combattimenti che i nostri Alpini sostennero con grande valore e tenacia: Monte Nero, Strafexpedition, Ortigara, Tofane, ecc. ma si ha la tendenza (e qui mi riferi­ sco all’opinione pubblica e non all’Associazione Nazionale Alpini) a dimenticare quei settori di fron­ te che per particolari motivi stra­ tegici o per l’impervia natura del terreno, non si svolsero nè gran­ di avanzate ma neppure cata­ strofiche ritirate ! Settori ove la guerra si era stabilizzata a 3000-3800 metri di quota e dove non si combatteva soltanto con le armi da fuoco ma particolarmen­ te con di terreno insidioso e con gli elementi scatenati della na­ tura. A voler giudicare dai testi ufficiali, dai bollettini di guerra sembra che in quei luoghi non sia successo assolutamente nulla ma quando si vuol conoscere ve­ ramente la situazione e si inter­ rogano i sempre più rari super­ stiti troviamo una realtà dram­ matica ed avvenimenti che mol­ te volte sembrano fantastici e degni in ogni caso di essere ri­ cordati. Il « Vecio Can » Ubaldo Riva, diceva a questo proposito: « La Guerra Alpina non può essere tutta Forame, tutta Ortigara, tut­ ta Grappa! La guerra a due e tre­ mila e più metri, fra i ghiacci e le nevi eterne, spesso era conqui­ sta di altitudini inaccessibili o quasi, ed impresa di esigui re­ parti. Riuscita, un telo da tenda o un cappotto erano primo rico­ vero dal gelo dei 30° sotto zero: e resistere lassù, invetriati dal­ l’algore, nel deserto senza limiti, squassati come fuscelli dalle tor­ mente rabbiose, esposti alle va­ langhe, voleva dire — anche du­ rante la tregua della battaglia — aver cuori di bronzo ed animi di acciaio. E ciò per mesi e mesi, fino a nuove azioni, fino a quelle azioni di massa dove — finalmen­ te — la falciatrice eterna aveva buon lavoro. Ed in attesa dei sa­ lassi in grande stile, gli scarpo­ ni nei nidi delle aquile, avevano a compagnia congelamenti, de­ serto d’anima, valanghe, mal di montagna e lo stillicidio delle perdite quotidiane ». Per ricordare questi combatti­ menti dimenticati le cui gesta so­ no degne di un epopea, si è pub­ blicato lo scorso anno il libroantologia « Guerra Bianca in Adam ello » e si sta preparando que­ st’anno « Guerra d’aquile allo Stelvio-Ortler-Cevedale ». Il libro sarà diffuso quasi esclu­ sivamente su prenotazioni fra i soci A.N.A. e C.A.I. ed avrà le medesime caratteristiche (form a­ to 17 x 25) del precedente sulla « Guerra Bianca » e sarà illustra­

to da circa 150 fotografie inedite dell’epoca. A titolo indicativo dia­ mo l’elenco dei vari capitoli: « La strada militare dello Stelvio - (1914) Una esercitazione sul confine - Le forze contrapposte I caposaldi della difesa allo Stel-vio - L'occupazione austriaca del­ lo Scorluzzo - I primi giorni di guerra allo Stelvio - La neutralità degli Svizzeri - I Volontari Alpini del ” Morbegno ” verso il fron­ te - Le prime ardite ricognizioni sugli alti ghiacciai - L ’attacco austriaco all’Albergo dei Forni L ’ultima ricognizione del ten. Di­ no Tarabini di Morbegno - Attac­ chi e contrattacchi in Val Cedech - Incursioni italiane nella vallata di Pejo - Primo inverno in guerra - Il Battaglione Val d’Orco dà il cambio al Battaglione T i­ rano - Lo Scorluzzo 14 aprile 1916 - Occupazione della quota 2931 - L ’occupazione dell’OrtlerPass e dell’Hochjoch - Carlo Locatelli ed i Volontari Alpini ber­ gamaschi - Leggende in Val Zebrù - L ’aquila tirolese sull’Ortler La nostra sfortunata azione al­ la Madatsch-Tuckett - Italiani ed austriaci sull’Eiskogel - L ’occupa­ zione delle cime di Thurwieser e Trafoier - Sulle vette e nelle gal­ lerie del Cristallo - Le gallerie di guerra nei ghiacciai - Tentativi di pace... separata - La difesa di Ca­ panna Milano (oggi V Alpini) La visita dell’on. Podrecca e la valanga di Baita Pastore - L ’aereo sul ghiacciaio - Un volo di 400 metri dalla parete Nord del Baeckmanngrat - L ’attacco au­ striaco alla Trafoier - La prima reazione - La preparazione per il contrattacco - La breve occu­ pazione nemica - L ’attacco per ri­ prendere la Trafoier - Attacco dall’alto - Attacco dal basso L ’ultimo combattimento nelle gal­ lerie del Cristallo - Un ” Nido d’aquile ” sulla Kònigsspitze - Un attacco alla nostra posizione del­ le ” Pale Rosse » » - Tregua d’ar­ mi - Un combattimento a 3810 metri sul Gran Zebrù - Una gran­ de offensiva austriaca... sulla car­ ta - La Formazione del 1° Bat­ taglione sciatori - La conquista del S. Matteo - L ’eroica difesa del S. Matteo - Fondo valle c’è un ci­ mitero ». Il libro verrà pubblicato in col­ laborazione con l’Editore Manfrini (che ha stampato il libro « 5° Alpini » di Raserò) e sarà di­ stribuito nei mesi di ottobre-no­ vembre prossimi. A tutti coloro che ne faranno richiesta, inviando senza impe­ gno - il loro nome, cognome ed indirizzo alle Edizioni Stella Al­ pina, Via Teodosio, 44, Milano, il volume sarà inviato contro-as­ segno con il 10 % di sconto sul prezzo di copertina.

In morte del Gen. Sala li recente decesso del più che ot­ tantenne Gen. Giovanni Sala richiama alla memoria dei vecchi Alpini della guerra 1915-1918 ed all'ammirazione dei giovani il glorioso episodio del Passo della Sentinella (quota 2717) in Cadore, fra i massicci di Cima Undici e della Croda Rossa, alla te­ stata di comunicazione fra le valli di Padova e di Sesto. Tale conquista, di particolare im­ portanza per assicurare il nostro schie­ ramento di allora, avvenne il 16 apri­ le 1916, dopo una lunga, difficile e faticosissima preparazione, affidata fin dal gennaio all'allora Capitano Sala e che questi ( « i l Capitano di Cima Un­ d ic i» ) guidò con estrema perizia e valore fino al coronamento glorioso, ottimamente coadiuvato dall'irredento Aspirante Lunedi, dai Sottotenenti De Poi, Jannetta, Del Molin, dagli Alpini dei Battaglioni Cadore e Belluno, fra cui Sala aveva scelto il rude, gene­ roso Gruppo di quelli che, alla cado-

rina, chiamava i suoi « Mascabroni », appellativo a giusta ragione divenuto poi celebre. Meglio di ogni commento valgono due citazioni: — Rapporto, in data 18 aprile 1916, del Gen. Venturi al Comandan­ te di Corpo d'Armata: « Questo Uffi­ ciale » ( il Sala) «rim ase quasi co­ stantemente sul crestone di Cima Un­ dici dalla fine di gennaio in poi, di­ rigendo in modo superiore ad ogni elogio le operazioni che vi si svolsero, sicché non si ebbe a lamentare il più piccolo inconveniente. — Commento all'azione da parte del Gen. Cabiati: « L'opera di Lune!li » ( l'Aspirante irredente già citato che guidò sul passo l'azione risolu­ tiva) « è stata già messa in luce, ma potè svolgersi in modo perfetto per­ ché tutti gli organi delicati e diffi­ cili in gioco funzionavano ammirabil­ mente, e questo è merito grandissimo ed incontestabile del Capitano Sala »•

G L I U F F IC I D E L L A SE D E N A Z IO N A LE R E ­ S T E R A N N O C H IU S I P ER F E R IE D A L 1” A L 24 AG O STO . LA C O R R IS P O N D EN Z A IN V IA T A IN T A L E P E R IO D O NON R IC E V E R À ' R IS P O S T A SIN O A L L A R IA P E R T U R A D E G L I U F F IC I S T E S S I. IL P R O S S IM O N U M ERO DE U S C IR À ' IL 30 S E T T E M B R E . La Messa al Campo alle falde di Forcella Bois

« L 'A L P IN O »


L'ALPINU

19ò6

A

FO RESTO

R IC O R D O La tradizionale commemorazio­ ne che la Sezione di Bergamo, con alla testa il Dott. Gori, e il Gruppo di Foresto, sono soliti indire per la domenica di giugno più vicina al giorno anniversario della morte del Col. Sora, ha as­ sunto quest’anno particolare so­ lennità. Infatti gli Alpini del Battaglio­

DEL

7

SPARSO

COL.

Sora, comandante alpino, esplora­ tore polare, condottiero di trup­ pe coloniali bianche e di colore, è stata rievocata dalle nobili pa­ role del presidente della Sezione di Milano Col. Dante Belotti. I « bocia » in armi erano pre­ senti nella persona del loro co­ mandante, Ten. Col. Vianello, che ha. '-oluto ’a sua partecipa­

SORA

to e alla tomba di Sora, poche sentite parole del presidente del­ la Sezione di Bergamo. Quest'anno però le onoranze a Sora hanno voluto avere un pre­ ciso significato, gli Alpini che 17 anni fa lo accompagnarono dalla casa al cimitero si sono dati ap­ puntamento per compiere, in commosso reverente pellegrinag­

ed infine, alla base della statua della Madonna è stata benedetta da Mons. Piccoli una targa indicatoria delle quote dei Monti tea­ tro della sanguinosa battaglia delrOrtigara. Ricordiamole ancora una volta: Cima Saette, Zingarella, C. Bianco-M. Forno, Corno C. Verde, Monte Chiesa, Cima do­ dici, Cima undici, M. Campigoletti, M. Castelnovo, Ponari, Or­ tigara q. 2105, Ortigara q. 2101, Passo dell’Agnella, Campanaro, Caldiera. Questa nuova opera, as­ sai utile, è stata fatta costruire e sistemare dalla Sezione alpini di Asiago. Alla cerimonia della

benedizione Mons. Piccoli ha fat­ to seguire brevi parole di com­ mento, e noi chiudiamo questa cronaca di una giornata densa di commozione sotto tutti gli aspet­ ti proprio con le sue parole: « Noi daremo ai nostri Morti quello che Essi domandano — e i nostri Morti diranno con la vo­ ce del sangue a noi, ai nostri fi­ gli ed allTtalia che l ’amor di Pa­ tria è sacro e sacro ed eterno è l ’amore che ci unisce a Dio ed ai nostri fratelli ».

Enzo Busi

L'ANNUALE RADUNO DEI REDUCI DEL «CERVINO»

La cerimonia presso la >.asa natale del Col. Sora ne « Edolo » avendo iniziato una serie di incontri fra loro hanno pensato che il miglior modo di ritrovarsi era quello di ricordare il loro vecchio comandante. Per­ ciò gli « Edolini » decisero di mu­ rare sulla casa dove Sora nac­ que una lapide con incisa una epigrafe dettata dalla penna e dal cuore di Alberto Zacco. Zacco, che con la poesia ha molta dimestichezza e che cer­ tamente non sa se sia meglio sta­ re in compagnia dei poeti o degli Alpini, ha trovato le parole più poetiche e più alpine per descri­ vere, in forma lapidaria, la vita di Sora. La lapide è stata scoperta e benedetta da Don Badariotto, ul­ timo cappellano di guerra del Battaglione'" Edolo e la figura di

zione dimostrare che il battaglio­ ne, impegnato nelle esercitazioni estive, era idealmente vicino ai « veci » per ricordare assieme Colui che scrisse molte delle pa­ gine gloriose della storia delT« Edolo ». Il fratello e le sorelle Sora han­ no accolto nella loro casa, con la signorile ospitalità di sempre, i molti Alpini presenti. Questa esemplare famiglia ha veramente il culto della memoria del Suo glorioso congiunto ed ha per noi Alpini, che non sappiamo e non vogliamo dimenticare l’ormai leg­ gendario Alpino del Polo, un profondo sentimento d’affetto. La manifestazione si è svolta secondo il consueto programma di ogni anno: ufficio funebre, de­ posizione di corone al monumen-

gio, il cammino a ritroso. Infatti tutti noi, terminata la cerimonia al cimitero, mentre salivano len­ tamente verso la Sua casa, ave­ vamo la sensazione netta che So­ ra fosse tornato tra noi e ognu­ no di noi ne sentiva aleggiare lo spirito. Ciò vuol dire che il concetto ispiratore degli edolini che desi­ deravano, mediante la deposizio­ ne della lapide commemorativa, dimostrare che il loro coman­ dante non si era mai allontanato dalla Sua casa, aveva in pieno raggiunto lo scopo. Ed infatti la giornata di Sora ha avuto il consenso fisico e spi­ rituale di tanti perchè molto va­ lido è stato il suo movente ideale.

tà viva. Con i vecchi salgono le donne, i giovani, le fanciulle, sal­ gono coloro ai quali sarà affida­ to il compito di continuare il nostro pellegrinaggio. L ’Ortigara sa offrire veramente ogni anno qualcosa di nuovo. La cerimonia si svolge con la consueta semplicità, ma è tanto intima e suggestiva: dopo l’omag­ gio di rito a tutti i Caduti, il sacrifìcio della Messa, celebrata al campo, al cospetto di tutte le cime tormentate dell’Altipiano è un qualcosa che ci avvicina mag­ giormente a Dio ed ai nostri fra­ telli, perchè sentiamo che lì è stato il centro di tante sofferen­ ze, di tanto sangue versato, l’olo­ causto di tanti giovani: soldati e ufficiali che insieme condivise­ ro fatiche e rischi. Come pro­ gettato lo scorso anno è stato particolarmente r ic o r d a to lo scomparso P. Bevilacqua con un medaglione in bronzo (opera del­ lo Scultore Costantini) ed una targa, murata a lato della Chie­ setta, sulla quale è riportata la frase scultorea dettata dallo stes­ so P. Bevilacqua: « Alpino puoi cantare sul tuo calvario perchè davanti a te è passato Cristo ». Medaglione e targa sono state do­ nate dalla Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno all’As­ sociazione Nazionale Alpini di Verona che ha provveduto a col­ locarla in loco. E ’ stato poi be­ nedetto dal nostro Cappellano Mons. Piccoli il nuovo gagliardet­ to di Verona Città: madrina oc­ casionale la Signora Cornelio con­ sorte del Consigliere Nazionale dell’A.N.A. Ha quindi preso la parola il nostro Presidente prof. Balestrie­ ri, fedelissimo dell’Ortigara, il quale ha ricordato tutti coloro che si sono immolati e per tutti ha accennato a P. Bevilacqua che

si battè eroicamente e che ha la­ sciato parole nobilissime. Ha rin­ novato la fiducia e la speranza di poter ritornare lassù per tan­ ti anni ancora, ma soprattutto per il cinquantenario della battaglia. Ha ringraziato per la loro par­ tecipazione le Sezioni, gli alpini e la popolazione tutta ed ha con­ cluso affermando che l’Ortigara è un ricordo indelebile nella sto­ ria della Patria. La S. Messa è stata celebrata dal Capp. milit. P. Luigi Di Mu­ zio, Ispettore dell’Ordinariato Mi­ litare, intervenuto in rappresen­ tanza dell’Arcivescovo Mons. Maf­ feo. Rivolgendosi agli alpini e a tutti i presenti ha ricordato che ci si raduna attorno alla Cappel­ la del Lozze per domandare pa­ ce, giustizia, carità e serenità, che si è convenuti in pellegri­ naggio devoto per meditare, nei luoghi dove tutto parla di Pa­ tria. Attorno all’altare c’era la consueta cornice di bandiere, ves­ silli e gagliardetti, le rappresen­ tanza di Sezioni, gruppi alpini, a s s o c ia z io n i combattentistiche con i loro Presidenti. Durante la cerimonia religiosa ha reso gli onori un picchetto ar­ mato della Brigata Alpina « Ca­ dore » e la musica della stessa Brigata ha eseguito l’inno al Pia­ ve e tutti gli altri inni patriot­ tici. Tra le Autorità presenti ab­ biamo notato i rappresentanti della Sede Nazionale dell’A.N.A. dr. Cornelio, ing. Lorenzoni e Col. Pasini. La nostra Sezione era rappresentata dal citato pro­ fessor Balestrieri e dal Vice Pre­ sidente Cav. Uff. Buffoni, che dà anima e vita ogni anno a questa grandiosa manifestazione. Dopo la S. Messa è stata data lettura della preghiera dell’alpino

pareva vibrare di intensa spiritua­ lità. Al termine del rito sacro ha par­ lato il Col. medico dori. Reginato, tracciando una sintetica storia del­ la drammaticissima esistenza del reparto creato e guidato dall’allora Ten. Colonnello Mario d’Adda, re­ centemente scomparso. Senza enfa­ si, chè non è nel suo carattere, ma con dati e nomi e cifre il medico del Cervino ha commosso l’udito­ rio. Uditorio composto di un cen­ tinaio di reduci e familiari di ca­ duti, tra cui « mamma Rosa », che ha letto la « Preghiera per il Ca­ duto », Alpini in congedo di tutti gli altri battaglioni alpini valdosta­ ni con il Col. Ferrein alia testa, una rappresentanza della Scuola Militare Alpina, Guide del C e n i­ no, Maestri di sci, ragazze in co­ stume e villeggianti. Presenti anche don Meynet, parroco di Antey e fratello di un Caduto del Cenino, e don Maquignaz, il prete alpini­ sta, che ogni anno celebra la Mes­ sa sulla vetta del Cervino.

R. C.

RADUNO DEI REDUCI DELLA "GARIBALDI,, A VILLADOSSOLA

M. B.

O R T IG A R A Saliamo le pendici del sacro monte per rinfrancare il nostro spirito, per ricaricarlo di ener­ gie nuove, di sentimenti diversi da portare laggiù, nel nostro mondo. Lassù è un’altra cosa: dove un giorno fu battaglia, san­ gue e morte, ora è pace, è silen­ zio. Ma c’è nell’aria un senso mi­ stico che ci invita a meditare sul grande olocausto del passato, che ci fa ricordare il valore di una gioventù sacrificatasi quasi cin­ quanta anni or sono, che ci fa sentire quant’è sempre più bel­ lo e più grande l’ideale della Pa­ tria. Al ricordo dei Caduti si acco­ muna quindi un bisogno prepo­ tente del nostro cuore: l’amore verso quella terra che ci ha da­ to i natali. Ed è per questo che torniamo ogni volta migliori, per­ chè gli spiriti che convengono sul Lozze, che ci attorniano, che ci fanno sentire la loro presenza, parlano un linguaggio semplice, soave, altamente umano. Ci par­ lano di amore, di fratellanza, di carità, di pace, parlano di que­ ste cose che stanno alla base di ogni vivere civile, fanno rinasce­ re sentimenti che già sopiti nel segreto del nostro animo, sgor­ gano fuori prepotenti e battono fortemente in petto. Torniamo ogni volta migliori: questo è il segreto dell’Ortigara ed il mo­ tivo dominante del nostro pel­ legrinaggio. La tradizione dell’Ortigara si tramanda nel tempo ed ogni an­ no una vera fiumana di gente, sempre più numerosa, è presen­ te al convegno dei vivi con i Mor­ ti. E la moltitudine aumenta di anno in anno ed i pochi super­ stiti che si ritrovano ancora sul luogo del loro calvario, vedono con commozione che la continui­ tà dell’Ortigara è ormai una real­

Cerimonia sempre toccante, l’an­ nuale convegno dei superstiti e dei familiari dei Caduti del Battaglio­ ne Alpini Sciatori Monte Cervino, attorno all’Altare che, nella Cap­ pelleria dedicata ai morti in guer­ ra del reparto, conserva le urne contenenti terra dei campi di bat­ taglia di Grecia e di Russia. Quest’anno la cerimonia si è in­ centrata sullo scoprimento di una lapide in memoria del Generale d’Adda che fu organizzatore e co­ mandante del « Secondo » Cervino, quello di Russia, dopo che il « Pri­ mo » si era sacrificato, praticamen­ te per intero, sui Mali Trebiscines, Scindeli e Golico. La suggestiva commemorazione ha avuto due celebranti di eccezio­ ne, le medaglie d’oro al V. M. don Franzoni, ex cappellano bersaglie­ re, e Reginato, ufficiale medico del « Cervino ». Due medaglie d’oro guadagnate non nella vampa del bruciante « o la va o la spacca », ma macerate nel decennale calva­ rio della prigionia russa. Mentre don Franzoni celebrava la S. Messa in suffragio dei Cadu­ ti, la banda alpina di Chàtillon riempiva l’aria con le note dei can­ ti di guerra e di montagna, e il naturale tempio della conca che ha per altare il Monte Cervino,

D o m e n i c a , 8 m a g g i o , i R e d u c i d e l­ le D i v i s i o n i « T a u r in e n s e » e « V e n e ­ z ia » — c o m b a t t e n t i i n B a l c a n i a > d e l

l ’A s s .

C u s io ,

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d e l l ’ O s s o la ,

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c h e in s e g u ito s i f u s e r o n e lla D iv i­ s io n e « G a r i b a l d i », s i s o n o r a d u n a t i a

V illa d o s s o la ,

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c e r i m o n i a d e ll a i n a u g u r a z i o n e d e l ­ l o r o S e z i o n e e p e r la b e n e d i z i o n e

d e ll a l o r o B a n d i e r a . S i s o n o t r o v a t i , c o n t u t t i i lo r o C o m a n d a n ti, c o i lo ­ ro r ic o r d i, e c o n la lo r o com m ossa t r a g e d ia .

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R e n a t o Z a v a t t a r o , P r e s id e n te s o c ia z io n e N a z . C o m b a t t e n t i e

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R a v n ic h , D iv is io n e

S ig is m o n d i

C o m a n d a n te « G a r ib a ld i

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T o r e lli,

m e n d a to ri A ra ti z io n e

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in ra p p re s e n ta n z a d e l l 'A s s o c i a ­ V e te r a n i G a r ib a ld in i ed i l C o n i

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C r is to fo h ,

s a lv a r e l ’ u m a n i t à ». I l G e n e r a l e R a v r . ic h , ha a b b r a c c ia to i s u o i s o ld a t i ,

P r e s id e n te d e l C o m it a t o O r g a n iz z a to r e d e lla m a n ife s ta z io n e , coi ra p p re s e n ­

com m osso

t a n t i d e ll a C a r a b in ie r i

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e

tu tti,

fa n ti,

a r tig lie r i e P e n n e N e re , h a n n o a v u to u n m o m e n t o d i a ffe ttu o s a c o m m o z io ­ ne

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s e m p re il v o s tro M a g g io r e ! m o s e n tito sp esso e s c la m a r e , s a lu t o

e

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lu n g a t r a g e d ia v is s u t a , s c a lfito s u l t e m p o , s u ­

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P r o v in c ia , g li U ff ic ia li e d e ll a G u a r d ia di

S in d a c i

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d o s s o la , D o m o d o s s o l a , V e r b a n i a , g n a e B a v e n o , p a re c c h i f a m ilia r i r e n t i d i g lo r io s i C a d u ti.

O m ee pa­

E ra n o p u re p re s e n ti i g o n fa lo n i de­ c o r a t i a l V a lo r e d e i s u d d e tti C o m u n i. M o lti,

A u to r ità

C iv ili e

M ilita r i,

g li a n n i, s u l fis ic o d i q u e s ti v a lo r o s i, o g n u n o d e i q u a li a v e v a u n s u o p a r ti­

p o s s ib ilita ti ad in t e r v e n ir e p r a g g iu n t i im p e g n i, a v e v a n o

c o la r e

la

m o m e n to

da

r ic o r d a r e ,

o

un

com p a gn o da r itr o v a r e . E « papà » R a v n ic h h a a s c o lta to t u t t i , h a p a r la ­ to

con

dei

tu tti,

o

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lie ti,

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i

q u e s ti

p a s s a ti

l e p i e t r a i e d e ll a B o s n ia g a ie d e l M o n t e n e g r o .

m o m e n ti in

v e r ità ,

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le

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F o rm a to s i il c o rte o , con in t e s ta l ’a u r e o m e d a g lie r e d e l l ’A s s o c i a z i o n e V e te ra n i e R e d u c i l ’e g id a d e ll a q u a le , r im o n ia , ro n a

dopo

d ’a llo r o

G a r ib a ld in i, s o tto s i è s v o lt a la c e ­

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C a d u ti

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t u t t e le g u e r r e , h a a v u t o s e g u i t o la M e s s a a l C a m p o , c e le b r a t a d a l C a p ­ p e lla n o P a d ri

M ilita r e , F ilip p in i,

D on

P ig io n a tti,

V e te ra n o

g u e rre , c h e a l V a n g e lo , h a r o le t o c c a n t i d i fe d e e d i P a tr ia , d u ti,

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s o p r a v v is s u t i. S e g u ì p o i n e d e ll a B a n d ie r a d e l l a

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in r a p p r e s e n t a n z a d el M in is tr o d e lla D i f e s a , i l G e n . C a r a c c i n i d e l l ’A s s o c ia ­

natore Aldo

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e p is o d i d i q u e i g i o r n i l o n t a n i , c it a n d o g li a v v e n im e n t i e c h ia m a n d o p e r n o ­

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S u l p a lc o d e lle A u t o r it à , o s p it i g r a ­ d it i , i l G e n e r a le d i C .A . I m p e lle z z e r i,

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r is p o s to , a t u t t i, « p a p à » R a v ­ r in g r a z ia n d o e r ie v o c a n d o g li

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e l o g i a n d o la m o d e s t ia e l ’ a m o r d i P a tr ia d e l G e n . R a v n ic h , p lu r id e c o r a t o a l V a lo r M ilita r e .

c o n c o r d ia

s o r e lla d e l C a d u t o L o c a t e lli di B aveno, M e d a g lia d ’A r -

a d e s io n e .

te n d o in r is a lto il v a lo r e e l ’ a tta c c a m e n t o a l d o v e r e , d i q u e s t i s o ld a ti, e

l ’I n g .

la b e n e d iz io ­ S e z io n e ; M a ­

com m ossa

so­ m a n d a to

n u to i l d is c o r s o c o m m e m o r a tiv o , fa ­ c e n d o la s t o r i a d e ll a « D i v i s i o n e » m e t ­

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A l t e r m i n e d e ll a C e r i m o n i a r e l i g i o s a , l ’i n g . C r i s t o f ò l i , c o n la c o m u n i c a t i v a

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L. De Agostino

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L' A L P I N O

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DALLE

SEZIONI

ALL'ESTERO

ARGENTINA Vìsita del Cap. Zumìn Fra i 16 Gruppi in cui si divide la Sezione Argentina dell’A.N.A., quello di Cordoba è il più anzia­ no. Sabato 18 giugno, esso è stato visitato dal Presidente Cap. Giu­ seppe Zumìn, sempre in moto per mantenere unita la « Fami­ glia Verde » in questo immenso paese. L ’ospite è giunto in treno alle 8 in punto, accompagnato dalla gentile Consorte, ed è stato ac­ colto dal Consiglio Direttivo del fu cleo serrano, con alla testa il Cav. Uff. Domenico Facchin. L ’in*ontro è stato fraterno. Nel pomeriggio, si è riunito coi commilitoni nella loro sede locae, situata in un’ala del Circolo friulano. Il ritrovo era addobbar di quadri e simboli in onore Ielle nostre truppe da montagna. Sulla porta, inquadrato con imo striscione tricolore, spiccava un ig~an cartello con un cappello aifin o , sottolineato da una dicitura significativa. La seduta è durata parecchie ore. Si è discusso su vari argo­ menti. Il Cap. Zumìn ha traccia­ to una sintesi della situazione se­ zionale, mettendo in evidenza il progresso numerico dei soci — che ormai superano il migliaio — e la stima e l’affetto di cui le .« penne nere » sono oggetto fra »connazionali e argentini. Ha im ­ partito consigli e suggerimenti in­ tesi a ottenere un maggior po­ tenziamento del Gruppo e a far sì che tutti gli « scarponi » resi­ denti nella provincia si iscrivano alla Sezione. Da parte sua, il Capogruppo Facchin, accennava alla possibili­ tà del prossimo inizio dei lavori per la costruzione d’una « baita », o rifugio alpino, in un punto in­ cantevole della « sierra ». Dopo questa riunione — svol­ tasi, come sempre, in un clima di serenità e di franchezza — ave­ va luogo una cenetta al Circolo Italiano. Il Salone era tutto ador­ no di bandiere italiane e di em­ blemi della città di Cesare Bat­ tisti. In qualità di cuoco ufficia-

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a Cordoba

le, operava l’Alpino Arancio, ex­ sciatore di prima forza e oggi proprietario d’un attrezzatissimo calzaturificio. La sua pastasciutta è stata un autentico capolavoro, apprezzato da tutti i commensali. Applauditissimo, alle frutta, ha parlato il Cap. Zumìn. Dopo aver rivolto un particolare saluto al Cav. Besadella, fondatore e ani­ matore del Gruppo di Còrdoba, ha esaltato i valori rappresentati dall’Associazione Nazionale Alpi­ ni, forte di ben 200.000 iscritti, tutti uniti nel culto delle loro tra­ dizioni e dei loro Caduti, tutti unanimi nel venerare la Patria, anche quando questa è lontana migliaia di chilometri. Alla fine del suo vibrante discorso, con­ segnava al Cav. Uff. Facchin un fiammante, regolamentare gagliar­ detto donato dalla Sede Naziona­ le, in sostituzione di quello di cui il Gruppo era dotato fin dalla sua fondazione. Accompagnava il gesto con nobili parole che susci­ tavano la commozione di tutti i presenti. Successivamente, parlava il Cavalier Uff. Facchin, imprenditore edile a cui la « Dotta » deve non pochi dei suoi grattacieli, ma ri­ masto sempre un puro e semplice figlio del Friuli, pronto ad aiutare i suoi commilitoni e i suoi con­ nazionali. Ringraziava il Cap. Zumin della visita di cui aveva onorato il suo Gruppo e s’impegnava a far sì che questo mietesse sempre nuo­ vi allori. La riunione si è prolungata fino a tarda ora, rallegrato dai con­ sueti canti di montagna. E ' stato un altro memorabile capitolo nella storia delle « penne nere » in Argentina.

Costituzione di un nuovo Gruppo E ’ stato costituito a Punta Alta un nuovo Gruppo A.N.A. Capo­ gruppo è stato eletto il Ten. M i­ chele Perego.

SVIZZERA Presente ¡1 Presidente Nazionale inaugurato a Pfaeffikon il gagliardetto del Gruppo locale Domenica 22 maggio nella cit­ tadina di Pfàffikon nel Cantone di Zurigo, si sono date convegno le « penne nere » della Sezione Sviz­ zera per la manifestazione indetta in occasione della inaugurazione e benedizione del gagliardetto del Gruppo A.N.A. locale. Questa volta Giove Pluvio è sta­ to benevolo: forte pioggia la setti­ mana precedente sino al pomerig­ gio di sabato, splendente giornata di caldo sole primaverile la dome­ nica, nuovamente pioggia la dome­ nica notte. La sera di sabato arriva da Lec­ co il nostro Presidente Nazionale doti. Ugo M erlini, accompagnato dalla gentile consorte. Breve visita ai locali dove si svolgerà la mani­ festazione e poi quattro chiacchiere alla buona con gli amici di Pfàf­ fikon. Già molto prima dell'ora fissata per l'adunata del mattino di dome­ nica incominciano ad arrivare gli Alpini da ogni parte della Svizze­ ra: in treno, in auto, in corriera ed in bicicletta! I eechi compagni d’arme che si ritrovano, grandi manate sulle spal­ le e poi, seduti dinanzi ad un buon bicchiere di vino, la ormai famosa parola d’inizio: Ricordi... Alle ore 9.30 rapporto dei Capigruppo e dei Consiglieri Sezionali. II Magg, Gmur, Presidente Se­ zionale, dopo aver ringraziato il doti. Sieri ini per il suo intervento

alla manifestazione, gli presenta i quadri della Sezione svizzera A.N.A. dicendo: « Sono Alpini delle vec­ chie e nuove leve che, nella loro non sempre facile vita all’estero ve­ dono e sentono nella nostra fami­ glia verde, un lembo della Patria lontana ed io a nome loro posso assicurarti che lo spirito e la tra­ dizione alpina sono gelosamente cu­ stodite ». Risponde brevi parole il doti. M erlini dicendosi lieto di essere tra gli Alpini all’estero, che l’Ass. Naz. Alpini considera come quelli che in guerra si trovano in prima linea. Nella discussione che segue, alcuni Capigruppo fanno presente alcuni desiderata, più o meno attuabili, come ad esempio quello di ottenere che una volta una fanfara militare alpina partecipi ad una manifesta­ zione in Svizzera. Arrivano intanto anche le rap­ presentanze dall’Italia. I l cav. uff. Negri con i suoi Alpini di Luino, la Sezione « Alto Adige » di Bolza­ no con il vice presidente prof. Cor­ sini, il segretario rag. Demarchi ed il consigliere rag. Borono. Assente purtroppo, per indisposizione, il « padrino » della Sezione Svizzera, comm. Nino Genesio Barello di Bolzano. Alle ore 10 vermouth d’onore offerto a tutti i presenti e poi in­ quadramento degli Alpini sul va­ sto piazzale antistante la stazione. Alle ore 10.*10 precise giungeva

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sul posto S. E. l’Ambasciatore d’Ita ­ lia a Berna, Alpino dott. De Fer­ raris S alzano, accompagnato dal­ l’Addetto Militare Col. De Cicco, dal Console Generale di Zurigo dr. Meschinelli, dal nuovo Vice Con­ sole dott. Scarpa e dal cav. Pota­ ne del Consolato. Scroscianti applausi accolgono questo gruppo di autorità, unita­ mente al dott. M erlini ed al Magg. Gmiir, m mettono in testa al cor­ teo. Cinque tamburini della f&zfara svizzera di Pfàffikon, nella loro divisa, precedono il corteo segnan­ do il passo. Seguono il gruppo delle autorità, i vessilli delle Sezioni di Luino, di Bolzano e della Svizzera, quello dell’A .V.I.S., i gagliardetti di tutti i Gruppi A.N.A. della Svizzera, che fanno corona al gagliardetto del Gruppo di Pfàffikon. I l corteo si svolge dal piazzale della stazione sino alla Benitus-Kirche, tra la curiosità e le manifesta­ zioni di simpatia della popolazione. Bellissima la moderna chiesa cat­ tolica di Pfàffikon. A i lati dell’al­ tare tutti i vessilli ed i gagliardetti. Dinanzi ad esso il gagliardetto da benedire con a fianco la gentile Madrina signora M erlini ed il Ca­ pogruppo Pasqualino Giorgiutti, a vecio » dell’Albania e della Rus­ sia. La vasta chiesa è affollata di Alpini e di connazionali residenti a Pfàffikon. Celebra la S. Messa don Bruno Micossi, cappellano militare, diret­ tore della Missione cattolica italia­ na di Winterthur che, al Vangelo, ricorda il sacrificio degli Alpini e gli innumerevoli Caduti lasciati su tutti i campi di battaglia. Ricorda inoltre cosa significhi per un A l­ pino il proprio cappello e termi­ na invitando tutti ad essere concor­ di a volersi bene da buoni cristiani, ad amare la Patria lontana. Bene­ diceva poi il gagliardetto mentre l’organo ed il coro ci facevano sen­ tire le note tanto care e commo­ venti di «S telu tis Alpinis ». I l corteo al quale partecipano oltre 400 Alpini si ricompone per recarsi, perfettamente inquadrato, all’albergo della stazione dove è stato predisposto il « rancio ». L o spettacolo della magnifica sa­ la, con le pareti decorate da dise­ gni allegorici che ricordano, nei particolari più salienti, la tradizio­ ne alpina, e da innumerevoli ban­ dierine tricolori, gremita di com­ mensali è veramente imponente. Sullo sfondo del palcoscenico una grande bandiera italiana, fiancheg­ giata da una svizzera e da quella del cantone di Zurigo. Alla ribalta del palcoscenico, su appositi piededestalli, vessilli e gagliardetti. A l tavolo d’onore le gentili si­ gnore M erlini, Gmur e Cucchi, S. E. l’Ambasciatore, il dott. M erlini, il Console Generale di Zurigo ed il Vice Console, il Col. De Cicco, il Ten. Col. della Brigata « Cado­ re » Riggi, Don Bruno, il cav. N e­ gri, il Magg. Gmur, i Vice Presi­ denti della Sezione Svizzera Terro­ ni, Merluzzi e Guerra, il cav. M oja ed il cassiere Mantovani, il Capo­ gruppo di Pfàffikon. Tra i presenti in sala notati il cav. Scocciai di Neuchatel, l’im­ mancabile signor Bernasconi di Geneveys-s. Coffrane, il signor Clau­ dio Paoluzzi. I l « rancio » innaffiato da buon vino, viene consumato, mentre nel­ la sala si sentono i primi accenni di canti alpini. A l termine (lei rancio si alza il cav. M oja, segretario della Se­ zione Svizzera, che ricorda come sei anni or sono è sorto a Sangallo il primo nucleo di Alpini, ricorda l’opera coniinua ed appassionata del Magg. Gmiir dagli inizi ad og­ gi, le sue benemerenze di combat­ tente di tre guerre. A nome del Gen. Caruso, che comanda la Bri­ gata Alpina « Cadore » , che è rap­ presentato alla manifestazione dal Ten. Col. Riggi, venuto in Svizze­ ra per ritrovare alcuni suoi Alpini, gli consegna una medaglia ricordo ed ,;t .’i c : f’~i ?» • • :

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I l Magg. Gmiir ringrazia e salu­ ta gli intervenuti, ricordando in modo particolare il dott. Merlini, l’Ambasciatore Alpino, l’Addetto Militare, il Ten. Col. Riggi, il cav. uff. Negri di Luino ed i sempre presenti amici della Sezione di Bol­ zano, nonché l’A .V.I.S. della Sviz­ zera della quale fanno parte tanti A lp in i Informa che quale Madrina del gagliardetto era stata invitata, ed aveva assicurato il suo intervento, la madre della medaglia d’oro Giu­ seppe Toigo di Fonzaso, alla cui memoria si intitola il Gruppo di Pfàffikon. A ll’ultimo momento, for­ se a causa dell’età avanzata, non ha potuto intervenire. M olto gen­ tilmente la signora M erlini, consor­ te del nostro Presidente Nazionale, ha accettato di sostituirla e noi qui le rivolgiamo un particolare rico­ noscente grazie. Seguono due parole di saluto e di ringraziamento del Capogruppo di Pfàffikon. I l Presidente Nazionale dottor M erlini nel portare il saluto del­ l’Italia ricorda che la nostra è una grande famiglia di galantuomini dove ognuno può chiaramente guar­ dare negli occhi il compagno. Fa­ miglia Alpina che guarda con par­ ticolare affetto agli Alpini che vi­ vono fuori dai confini della Patria. I l partecipare ad una manifestazio­ ne di Alpini all’estero è sempre un bagno di italianità. L ’Italia, egli dice, ha bisogno di ambasciatori co­ me voi all’estero, e forse è proprio per questo che in Svizzera, dove tanti sono gli italiani, ha destinato quale Ambasciatore proprio un A l­ pino! Ogni gagliardetto di Gruppo A.N.A. all’estero è una fiaccola di italianità, che deve essere sempre tenuta viva e accesa. A chiusura del suo dire ricorda che don Bruno, durante la S. Messa, ha additato gli Alpini ad esempio: ha forse esa­ gerato perchè di difetti ne abbiamo molti, ma ha citato un nostro mot­ to: « o là o rompi ». Per gli Alpi-

ni italiani deve essere sempre « o là » ! Prende poi la parola l’Ambascia­ tore dott. De Ferrariis Salzano di­ cendosi oltremodo lieto, come sem­ pre, di trovarsi tra gli Alpini e da buon Alpino confessa che fra tutti i cappelli che ha dovuto portare nella vita civile e diplomatica, quel­ lo che più volentieri mette è pro­ prio il cappello alpino. Invita tut­ ti i presenti a portarlo sempre con onore e ad essere, in ogni occasio­ ne, d’esempio alai comunità italia­ na. Si dice lieto che anche questa manifestazione si svolga in un cli­ ma di cordiale amicizia italo-svizzera, sempre presente nelle riunioni degli Alpini. Essi conoscono perfet­ tamente i loro doveri verso il pae­ se che li ospita ed al quale danno il valido contributo del loro lavoro. Affettuosi e forti applausi hanno salutato i vari oratori, che, secon­ do lo stile alpino, non hanno te­ nuto lunghe concioni. Ed ecco apparire sul palcosceni­ co Don Bruno Micossi, brillantis­ simo quale presentatore del C.E.I. C.A. (C oro emigrati italiani canzo­ ni alpine) di Winterthur, magi­ stralmente istruito e diretto dal bra­ vo maestro Virgilio T o desco. Dopo l’Inno nazionale si susseguono tut­ te quelle canzoni alpine a noi tutti tanto care. E per ognuna Don Bru­ no aveva il giusto commento. Si sono visti in sala non pochi occhi lucidi. Intanto si era fatto tardo pome­ riggio ed autorità ed ospiti, salu­ tati dagli applausi degli Alpini, si apprestavano al rientro in sede. A gli Alpini dott. De Ferraris e dott. M erlini il grazie più sentito degli Alpini in Svizzera che a Pfàf­ fikon hanno potuto vivere con loro una giornata di italianità. A l « vedo » Giorgiutti, a tutti i suoi collaboratori ed in modo par­ ticolare a Zanussi, deve essere ri­ volto un vivo plauso perchè tutto è stato bene organizzato e si è svolto in perfetto ordine.

D A L L E S E Z I O N I IN I T A L I A A b r u z z i

Ad Ancona

A Venere (L ’Aquila)

I l locale fiorente Gruppo Alpi­ ni, con a capo l ’abruzzese Cav. Rag. Elvinio Ferrari, è stato in­ titolato alla memoria del com ­ pianto Cav. Arturo Paoloni bene­ merito Presidente della Sezione « Marche ». In considerazione delle affet­ tuose intime relazioni, da tanti anni, mantenute in costante col­ laborazione con il defunto, una rappresentanza della Sezione col vessillo, il Presidente Brancadoro ed i soci Iacobucci, Raponi e Lely, è intervenuta alla significati­ va manifestazione, ricevuta con cordiale ospitalità dalla famiglia e dai com m ilitoni marchigiani.

In occasione della inaugurazio­ ne del caratteristico originale M o­ numento ai Caduti, S. E. il Ve­ scovo di Avezzano ha benedetto 11 gagliardetto del Gruppo Alpini, madrina la gentile signora E l­ va Macchione, vedova dell’Alpino Francesco Di Genova, caduto in Russia. Malgrado il giorno feriale, al ri­ to, presenziato da un picchetto del B.A.R. « Julia », hanno assi­ stito parecchie decine di Alpini di 12 Gruppi lim itrofi. La Sezione era rappresentata dal Ten. Col. Iacobucci. Un sentito elogio all’ins. Benia­ mino Di Marco, dinamico orga-

CONVEGNO BATTAGLIONE «MONTE BERICO» Q uest'ann o cì riu n ire m o il 25 settem bre p . v . a Reco aro T e rm e , dove celebrerem o il c in q u a n te n a rio della fondazione del B attag lio n e . P o rta re il cappello alp ino e la tessera per essere am ­ m essi al ra n c io . A rriv e d e rc i. G ene rale C a rlo M ario D anioni ☆

G RA N D E RAD UN O A ORBASSANO Il 25 settembre p. v. il Gruppo di Orbassano (T o ri­ no) celebrerà il trentennale della sua costituzione nella Sede Sociale costruita interamente dai soci del Gruppo e delle Associazioni Combattenti e d'arm a, con un Ra­ duno di A lpini, A rtiglieri da montagna e Genieri Alpini.


nizzatore della complessa manigestazione, ed all'Alp. Oscar Colasimone, solerte Capogruppo. A Roccaraso ( L ’Aquila) La Sezione ha partecipato con alcune centinaia di soci di molti Gruppi al tradizionale Convegno nazionale al Tempio che, sulla vetta di Monte Zurrone (m . 1700), contiene il ruolino di oltre centotrentamila Caduti di cui si igno­ ra il luogo di sepoltura. E ’ stata benedetta da S.E. il Vescovo di Sulmona la bandiera della Sezio­ ne di Trieste dell'Associazione Nazionale dell'Opera Votiva. Ha prestato servizio la fanfara del B A R. « Julia ». La Sede Nazionale dell'A.N.A. aveva delegato il Cons. Naz. Magg. Persia e, con il Presi­ dente Brancadoro, c'erano anche i Cons. Sezionali Bontempi, De Felice e Mannello, nonché il Ten. Col. Iacobucci, il Ten. Col. Gros­ si, il Capit. d’Armi e tanti altri. La Sezione aveva organizzato un rancio sociale nella trattoria del Cap. Magg. Del Castello, trentan­ ni fa campione di sci, cui sono stati ospiti d’onore il Magg. Per­ sia ed il Ten. Col. Benetti, co­ mandante del B.A.R. « Julia ». A S. Valentino (Pescara) E ’ stata inaugurata una pirami­ de costruita sopra la pittoresca grotta che ospita il Monumento ai Caduti, alla presenza del Pre­ fetto di Pescara e di molte auto­ rità provinciali fra cui l'Alpino Prof. Del Rosso, presidente del Nastro Azzurro. Per la circostan­ za ha avuto luogo il convegno de­ gli Alpini della Val Pescara con l'intervento di m olti consoci di oltre dieci Gruppi con il Vice Presidente Sezionale Ten. Col. Lombardi, il Cons. De Felice, il Ten. Col. Iacobucci nonché l'on­ nipresente Ten. Col. Benetti Co­ mandante del B.A.R. « Julia » la cui fanfara ha prestato, come sempre festeggiatissima, brillante servizio. Encomiabile la organiz­ zazione ben curata dall’apposito Comitato con a capo il sig. E r­ nesto Ronzone nonché i dirigenti del Gruppo Alpini fra cui il socio Silvano D’Ottavio.

Ad Avezzano ( L ’Aquila) Molte centinaia di soci di oltre trenta Gruppi, al suono della bril­ lante fanfara del B.A.R. «J u lia », hanno sfilato per le vie della cit­ tà per concentrarsi nella im po­ nente Cattedrale. S. E. il Vescovo dei Marsi ha impartito la bene­ dizione alla statua della Madon­ nina degli Alpini che il magnifico Gruppo locale (che ha raggiunto i 216 tesserati) ha preso l ’iniziati­ va di issare sulla vetta del Ve­ lino. Dopo la Santa Messa il cor­ teo si è recato a deporre una co­ rona al Monumento ai Caduti. Hanno pronunciato ispirate paro­ le il Cons. Sez. Capit. Not. Stor­ nelli, anche a nome del Sindaco, nonché il Cons. Naz. Persia, a nome della Sede Nazionale e della Sezione. Erano presenti anche il Vice Presidente Sezionale Lom ­ bardi con i Cons. De T'elice, Di Stefano e Rosa nonché il Ten. Col. Iacobucci, il Capit. Trecco e tanti altri. All'animatissimo ran­ cio sociale ospiti graditissimi il Ten. Col. Benetti ed un gruppetto di Alpini di Roma con i fedelissi­ mi Pesa e Resta. I dirigenti del Gruppo di Avezzano, che vorrem ­ mo nominare tutti, sotto l’ispira­ zione del « vedo » Francesco Dall ’Armi e con l ’appoggio del Cons. Sez. Stornelli, l ’opera del Vice Capo Gruppo Antonio Sorgi, van­ no messi all’ordine del giorno col massimo entusiasmo. Al Monte Velino (m . 2487) Sulla vetta più alta della Marsica, domeniva 10 luglio, è stata fis­ sata la Statuetta della Madonnina degli Alpini dopo una ascensione di molte ore da Rosciolo nella cui Chiesa era rimasta depositata per una settimana. Vi hanno partedpato i bravi dirigenti e soci del Gruppo di Avezzano e di pa­ recchi altri mentre una squadra del B.A.R. « Julia » con soci di Rocca di Mezzo col vessillo della Sezione raggiungevano la vetta dal versante aquilano. Dopo la Santa Messa ha parlato il Cons. Sez. Stornelli che ha letto anche un messaggio del Pres. Sez. Bran­ cadoro.

Como Raduno Sezionale a Colico presente il Presidente Nazionale « Colico, posta alle falde e quasi centro di quel meraviglioso e solenne arco alpino, il quale, a guisa di co­ rona recinge e protegge la nostra Ita­ lia, vi dà il benvenuto ». Queste pa­ role del prof. Fattarelli, Sindaco di Colico, dicono con quanta soddisfazio­ ne l'Amministrazione Comunale e la cittadinanza tutta di Colico, abbiano accolto gli Alpini partecipanti al ra­ duno, in occasione del 46° anniver­ sario di costituzione della nostra Se­ zione.

Sono intervenuti i rappresentanti di tutti i Gruppi della Sezione con 45 gagliardetti; ospiti graditissimi sono stati i rappresentanti della Sezione Camuna con il cav. uff. De Paoli, ed i Gruppi A.N.A. di Morbegno, Novate Mezzola, Premana, Annone Brianza.

Il cielo azzurro come non mai; il lago lievemente solcato dal « tivanello » (petit vent), meravigliosamente bello; la montagna circostante con le sue calde tonalità di colori: verde, grigio-avorio, rosato: le verdi vallate, le cime delle Grigne, la vetta del Legnone, la più alta delle Orobie, su cui sette anni or sono, per merito esclusivo degli Alpini del Gruppo di Colico fu issata una Cappellina dedi­ cata alla « Madonna delle Nevi » in memoria di tutti i Caduti Alpini; il Gruppo del Badile con i ghiacciai pe­ renni, hanno creato un paesaggio idiIliavo. Miglior scelta, per la nostra Adunata, non poteva essere fatta. Hanno accolto gli Alpini provenienti da varie località le Autorità civili e militari del luogo, i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d'arma, fra cui ha fatto spicco il Gruppo dei Marinai d'Italia, con l'az­

Prestavano servizio le fanfare di Rogolo, di Olgiate Comasco ed il Coro Alpino di Premana. I tre complessi si sono esibiti applauditissimi in un pub­ blico concerto, svoltosi nel pomerig­ gio sul piazzale del Municipio. La manifestazione, iniziatasi con il corteo per le vie del paese, ha avuto un ospite particolarmente gradito: il no­ stro Presidente Nazionale dottor Ugo Merlini. Al termine della sfilata gli Alpini hanno assistito alla deposizione di omaggi floreali alle lapidi dei Cadu­ ti, alla S. Messa, celebrata dal Cap­ pellano Padre G. B. Pigato ed alla benedizione del gagliardetto del Grup­ po di Colico, di cui è stata Madrina la maestra Carmen Tenchio ed il cui celebrante è stato il novello sacerdo­ te, padre Giorgio Della Valle, fratello di Antonio, sergente degli Alpini, im­ molatosi sulla cima del Legnone, du­ rante i lavori di trasporto del mate­

zurro solino. Gli Alpini hanno rag­ giunto Colico con ogni mezzo. La Se­ zione ha anche predisposto un bat­ tello speciale che, dal capoluogo, ha trasportato a Colico oltre trecento fra Alpini e fam iliari.

riale per la erezione della Cappella votiva del Gruppo di Colico. All'elevazione, l'Alpino Perli.ni Enus Flavio ha eseguito con la tromba il silenzio fuori ordinanza, che ha com­ mosso buona parte degli intervenuti. Il Capo Gruppo Antonio Pelucchi ha porto il saluto degli Alpini di Co­ lico; il Presidente Sezionale Ten. Col. Dott. Camillo Cornelio, colichese di nascita, ha tratteggiato il significato dell'adunata e padre Pigato ha tenuto il discorso ufficiale. L'oratore ha esordito dicendo che gli Alpini partecipano alle loro adu­ nate, primo perchè hanno fede nei valori umani, anche in questo perio­ do, in cui da parte di troppi si cerca di negarne l'esistenza; secondo, per tener viva la memoria dei Caduti. So­ no questi i sentimenti che gli Alpini vogliono che si trasmettano alle ge­ nerazioni future; sono questi i senti­ menti che i « veci » trasmettono ai « bocia », per cui, nelle nostre adu­ nate, accanto agli anziani, troviamo i giovanissimi delle ultime leve. I giovani d'oggi non sono peggiori dei giovani d'ieri, — ha proseguito l'oratore — diamo ad essi l'esempio dell'orgoglio, della fierezza della vita vissuta e non troveremo un branco di apatici, ma giovani seri, pronti a compiere ovunque e comunque il loro dovere di uomini e di cittadini. II Presidente Nazionale, dopo aver salutato gli intervenuti ha messo in rilievo l'apoliticità della nostra Asso­ ciazione, e l'affetto e la stima degli Alpini che « si guardano negli occhi e si vedono fratelli ». Al pranzo ufficiale hanno pronun­ ciato brevi parole il dottor Cornelio, il dottor Merlini, il Sindaco ed il Consigliere di zona cav. Giuseppe Angoletta.

Gildo Perdonati Costituito il Gruppo Alpini di Cermenate A Cermenate domenica 19 giu­ gno si è costituito il Gruppo Al­ pini alla presenza delle Autorità locali, del Presidente Sezionale Ten. Col. Cornelio, e di vari Con­ siglieri Sezionali con il Vicepre­ sidente Magg. Mario Brenna. Al­ la cerimonia erano presenti ima ventina di gagliardetti di altret­ tanti Gruppi A.N.A. ed il vessillo sezionale. Il Capitano Dalla Poz­ za ha tenuto l’orazione ufficiale. Dopo la S. Messa al Campo e la deposizione di una corona al Mo­ numento ai Caduti gli intervenu­ ti si sono riuniti presso la sede sociale dove hanno preso la pa­ rola il Sindaco di Cermenate Cavalier Monti, il cappellano Padre Cosano ed il Presidente Sezionale. La Fanfara di Olgiate Comasco ha allietato la giornata. Il direttivo del Gruppo testé costituito è così formato: Capo Gruppo Dott. Luigi Rocchi; Vice Capogruppo Battista Campana ; Segretario Franco Tettamanti ; Consiglieri: Desiderio Petrobon e Marco Tomerini. Il Gruppo di Albiolo celebra il decennale di fondazione Il Presidente Dott. Cornelio, il Col. Camin ed i Consiglieri Se­ zionali Cationi Rino e Cattaneo Vittorio sono intervenuti il 5 giu­ gno alla manifestazione indetta dal Gruppo di Albiolo per ricor­ dare il decennale di costituzione. I rappresentanti dei Gruppi li­ mitrofi: Olgiate C., Villa Guar­ dia, Gaggino, Cagno, Ronago, Binago, Uggiate, Gironico sono in­ tervenuti con il gagliardetto. Con il vessillo sezionale c’era la ban­ diera del Comune. E ’ intervenuto il Sindaco Cav. Giorgio Somaini. Ha celebrato la S. Messa il Vi­ cario Don Stefanetti. Il Colonnel­ lo Carlo Camin ha pronunciato l'orazione ufficiale. Ha prestato servizio la fanfara di Olgiate Comasco.

C u n e o Gruppo di San Damiano Macra Con un bel raduno alpino è stato inaugurato il Gruppo di San Damiano Macra, risorto per me­ rito del Capogruppo, Art. Alpino sig. Carbone Sabato, con la colla­ borazione del Consiglio della Val­ le Maira, del Presidente della « Pro Loco » e della Amministra­ zione Comunale. S. Damiano Ma­ cra è luogo di nascita della Me­ daglia d’Oro al Valor Militare, Capitano Aldo Beltricco, il cui simbolo onora il vessillo della Sezione. Il Gruppo ha dedicato il ga­ gliardetto ad un altro eroico Al­ pino, il Capitano Arturo Garino, Medaglia d’Argento al V. M., ca­ duto sul fronte russo. Commosso e commovente di­ scorso del Presidente della Sezio­ ne T.Col. Francesco Cussino, che ha messo in evidenza il valore degli Alpini dei Battaglioni « Dronero », « Val Maira » e « M. Bi­ cocca », eternato nelle motivazio­ ni delle medaglie d’argento con­ ferite al 2° Regg. Alpini ed in particolare al Battaglione « Val Maira », motivazione che così re­ cita: « Il Battaglione ’ ’Val Maira” con ferrea tenacia e con superbo valore, per tre giorni consecutivi resisteva all’impeto di una inte­ ra divisione nemica, saldamente tenendo, con l’eroico sacrificio dei suoi alpini, le tormentate trin­ cee che gli erano state affidate. Contrattaccando in ogni ora, con manipoli di prodi, riusciva ad in­ chiodare l’invasore sulla linea che la Patria aveva additato per l'e­ strema resistenza. Aveva già dato fulgide prove di abnegazione e di ardimento sul Monte Pasubio in aspre giornate di combattimento (18-20 ottobre 1916) ». Gruppo di Cuneo E ’ stato ricostituito il Gruppo di Cuneo. Si è proceduto alla ele­ zione del Consiglio, composto dai signori Panuello, Streri, Barale,

Meinero, Rabin«, Civallero e Margaría. Sono stati eletti anche i candidati per reiezione del Consiglio sezionale che avrà luo­ go a Bra il 17 luglio. Molta buona volontà in tutti e fermi propositi affinchè il Gruppo di Cuneo di­ mostri la propria importanza nel­ la fecondità delle iniziative e nel­ l’incremento del numero dei soci. Gruppo di Novello E' stato inaugurato a Novello il nuovo Gruppo dell’A.N.A. forte di ben 70 soci. Dalla Langa, da Gruppi e Sezioni lontane sono intervenuti centinaia di « veci » e di « bocia » ; gagliardetti svento­ lanti in ima magnifica giornata di sole. Venne scoperto un ricordo marmoreo ai Caduti, a cui seguì la tradizionale cerimonia religio­ sa che sottolinea il significato del­ le nostre manifestazioni. Seguono brevi ed appropriate parole del Sindaco, del Capogruppo e de! Vicepresidente sezionale Avvoca­ to Ettore Cagnasso, in rappreseli tanza del Presidente sezionale Presente l’On. Adolfo Sarti, Sottosegretario al Turismo e Spetta­ colo, che ha manifestato la sua simpatia agli Alpini con un ele­ vato discorso. Dopo il pranzo è giunto il Presidente sezionale Ten. Col. Cussino accolto da una calda dimostrazione di affetto. Gruppo di Sanfrè Si sono riuniti gli Alpini di San­ frè per il tradizionale pranzo an­ nuale ed il rinnovo del tessera­ mento, al ristorante « Stella con un buon numero di partee panti e grande entusiasmo, in u clima di cordialità serena. Pre­ senti il Sindaco, Cav. Bosio. I Capogruppo ed il Segretario han no brindato alla prosperità ed a.le sempre maggiori fortune de Gruppo e della grande famigli' verde, l’Associazione Nazione >» Alpini.

Im p e r ia

L'annuale Raduno dei Reduci della « Cuneense » al Col di Nava Parecchie migliaia di Alpini, gio­ vani e vecchi, ufficiali e soldati, della Liguria, del Piemonte e del­ la Lombardia, con le loro famiglie e simpatizzanti, hanno vissuto il 3 luglio, in una cornice di suggestiva bellezza, la loro grande giornata nel 17° Raduno del Colle di Nava, organizzato con la meticolosità e passione, di sempre, dalla Sezione di Imperia. Una folla immensa, arrivata sin dal mattino, con centinaia di mez­ zi di trasporto, si è riversata sul suggestivo colle, per onorare e ri­ cordare i centomila commilitoni che non sono tornati. Il Sacrario e il monumento che ha per simbolo l’aquila e le nude pietre, la mistica cappella votiva dedicata ai Caduti, erano trasfor­ mati in una serra di fiori, che ma­ ni di madri, spose, figli di Caduti e dispersi della Cuneense, avevano disposto con cuore ed arte. Commovente, come sempre, rin­ contro dei più vecchi reduci acco­ munati ancora nel ricordo della passata guerra. Sui loro cappelli la penna nera svettava col piglio dei giovani ed il loro passo in nul­ la cedeva in confronto ai più gio­ vani commilitoni. La cerimonia ufficiale ha avuto inizio alle ore 10.30 con le onoran­ ze ai Caduti e la deposizione di una corona di alloro al monumen­

to, da parte di due reduci di Rus­ sia, e subito seguita dalla S. Mes­ sa che il Cappellano Capo militare, pluridecorato, Mons. Bruzzone, re­ duce di Russia, ha celebrato sull'a-* tare da campo davanti alla chie­ setta. Attorno all’altare si sono stre te le autorità tra cui il Prefetto di Imperia dott. Veglia, artigliere al­ pino della Tridentina, mutilato di guerra e decorato al valore, il se­ natore Zaccari, il vice sindaco di Pornassio con il segretario, il dott Amaretti, l’aw . Agnesi, il dottor Grosso della Pro Loco, il Coman­ dante il Gruppo CC., Magg. Cic­ cargli, il Comandante della Guar­ dia di Finanza, Magg. Procopio, i Generali Battisti, Tua, Ranalli, Ros­ sini, Odasso, le medaglie d’oro Pennisi, Cesari, Ponzinibio, il Col Catanoso, già comandante in Rus­ sia del « Pieve di Teco », il Col. Falco, comandante il 2° Regg. Al­ pini di Cuneo, e altri ufficiali e Alpini, di cui ci sfugge il nome. E poi i vessilli delle Sezioni di Ceva, Cuneo, Genova, Mondovì, Savona, Torino e Imperia, unita­ mente ai loro presidenti, i gagliar­ detti dei Gruppi di Albenga, Ales­ sandria, Alassio, Altare, Arenzano, Bordighera, Borgo San Dalmazzo, Borghetto S. Spirito, Ceriana, Cervasca, Cengio, Chiavari, Campo­ rosso, Cosseria S. Rocco, Millesimo, •

Continua in

10a pagina

LO R ILU R id o n a ai capelli pri£i il colore naturale della p o m e 2 za In circa 10 giorni di regolari applicazioni, i V$. capelli grìgi riacquiste­ ranno la loro colorazione naturale che resisterà per lungo tempo an­ che se lavati ripetutamente, anzi dopo questa operazione risulteranno morbidi, lucenti e rinnovati. Dopo il primo periodo di uso giornaliero, come più sopra detto, sarà sufficiente applicare il prodotto una o due volte la settimana. Le lunghe e laboriose ricerche hanno permesso di approntare un ritrovato perfetto nel senso più completo; non ha odori - non macchia - non unge e non è alcoolico.

Giovinezza dei capelli


L' A L P I N O

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■ Continuazione dalla pagina 9

Magliano, Loano, Diano Marina, Ospedaletti, Robilante, Torre di Mondovì, Spinetta Tanaro, Pontedecimo, Varazze, Vallecrosia, Ven­ timiglia, Vasia, Roburent, Taggia, Campoligure, Recco, Sanremo, Oneglia, Pieve di Teco, Peveragno, No­ li, Tortona, Sassello e altri di cui ci sfugge il nome. Pure rappresen­ tata la Sezione di Trieste con il « vecio » montagnino Cap. Dall’Anesi. Durante la funzione il presule ha rivolto a tutti i presenti una calda e sentita esortazione all’ amor patrio, concludendo esortando a non dimenticare i Caduti: « L a Pa­ tria nostra, ITtalia, sia sempre bel­ la, come la sognarono gli Alpini c gli Artiglieri quando caddero sui campi di battaglia ». Alla consa­ crazione, le note sublimi del Piave, fatte risuonare dalla fanfara del 2° Alpini-C.A.R., hanno conferito un’ aria di epopea all'austera ceri­ monia, ed un mistico raccoglimen­ to è subito susseguito quando è sta­ ta pronunciata la semplice ma espressiva « Preghiera dell'Alpino». Al termine della funzione reli­ giosa il Presidente della Sezione di Imperia ha ricordato ai presenti anniversari che ricorrono, nell'an­ no, a gloria delle truppe da mon­ tagna e in particolare dei Batta­ glioni Liguri e Piemontesi: 1896, Battaglia di Adua e Monte Rajo; 1916, Conca di Plezzo, Rombon, Sella Prevaia, Kucla in cui sette Alpini, tra cui l’ indimenticabile Giribaldi, preferirono gettarsi in un burrone piuttosto che arrendersi, facendo esprimere al Gen. Klaus l’epico giudizio sugli Alpini: « Una Nazione che vanta tali soldati non potrà mai perire ». Le epiche gesta alle Melette, alla Malcesina, al « Primo » Ortigara ove i forti bat­ taglioni di von Conrad, partiti per la spedizione punitiva, furono in­ chiodati sul posto. Le valorose ge­ sta degli Alpini in Africa Orienta­ le, guidati dall’allora Colonnello Emilio Battisti, all'Amba Radam e a Passo Mecan, gloria del « Pie­ ve » e dell’« Intra ». Poi, il Gen. Battisti, già coman­ dante della Divisione, ha ricorda­ to presenti e assenti ed in parti­ colare anche quelli che pur non essendo reduci della Cuneense so­ no venuti sul colle per trascorrere qualche ora lieta e per manife­ stare la loro simpatia. « Anche oggi, ha soggiunto, come in passato, fedeli alla nostra pro­ messa fatta il primo giorno del no-

stro raduno su questo Colle, abbia­ mo ricordato e pregato. Auguria­ moci che il ricordo che ogni anno si rinnova rimanga come una del­ le consuetudini più ambite e più care al cuore di tutti, anche se ogni anno la nostra bianca chioma ricorda le cime immacolate delle nostre montagne e una ruga ama­ ra incide i nostri volti che tanto hanno sofferto. Alpini! Arrivederci, con tutto il cuore e con l’aiuto della Provvidenza, all’anno pros­ simo ». Come conclusione della cerimo­ nia protrattasi fino a tarda sera e favorita da un cielo luminoso v i­ vificato da leggera brezza, sono state eseguite marce sinfoniche dal­ la fanfara alpina. Poi si sono accesi i cori di mon­ tagna e col calare delle prime te­ nebre si è diffuso attorno il canto nostalgico della montagna. Sono i canti con cui i figli migliori delle nostre montagne un giorno partiro­ no senza più far ritorno. Essi rie­ cheggiarono nelle notti lunghe di Russia attorno al fuoco che ripor­ tava con la fantasia a quello più lontano della casa, acceso col pro­ fumo dell’olivo e del nostro pino.

Al Gruppo di Sanremo Domenica 26 giugno nel San­ tuario della Madonna della Costa in Sanremo si sono riuniti gli Alpini del Gruppo per commemo­ rare e ricordare tutti i Caduti e per « non dimenticare le invit­ te penne mozze » della battaglia dell’Ortigara. Presenziavano al ri­ to, Autorità, Associazioni com­ battentistiche con bandiere e ga­ gliardetti, il Presidente della Se­ zione di Imperia Cav. Armelio col vessillo sezionale e molti Al­ pini. Il Rettore del Santuario Don Luigi Etoschi ha ricordato i Ca­ duti con parole di alto senso umano e patriottico. Terminata la cerimonia i soci si sono riuniti nel vicino salone (g. c.) dove il Capogruppo uscen­ te ha brevemente relazionato sul­ l’attività del Gruppo; invitando i presenti ad esprimere il loro vo­ to per il rinnovo delle cariche so­ ciali. Presiedeva il Cav. Armelio che ha vigilato sulla regolarità delle votazioni il cui scrutinio ha dato come eletti: Colombo Giuseppe, Borea Ingegnar Pietro, Ermiglia Dott. An­ tonio, Bigio Pietro, Lolli Ing. Eu­ genio Un telegramma di auguri al Generale Viglierò, un brava indi­ rizzo di saluto, ed un arrivederci al « Colle di Nava » ha chiuso la simpatica riunione.

La Spezia Costituzione ed inaugurazione del Gruppo di Borghetto Vara Si è costituito il Gruppo di Borghetto Vara. E ’ stato eletto Capogruppo l’Alpino Del Vigo Ar­ mando e consiglieri gli Alpini Ferrari Giovannino, Del Vigo Marcello, Boritiglio Alberto e Man­ fredi Guglielmo. Mercoledì 29 giugno, festa di San Pietro, ha avuto luogo la inaugurazione ufficiale del Grup­ po e la benedizione del gagliar­ detto cui ha fatto da madrina la signora Medone, sorella di un no­ stro Caduto. Hanno preso la parole durante la cerimonia, il Cappellano Mon­ signor Voglino, il Prof. Ferrari

ed infine l’oratore ufficiale Mag­ giore Penna. Numerosi gli Alpini dei Gruppi viciniori e della Sezione di Car­ rara. Foltissima, naturalmente, la rappresentanza spezzina guidata dal suo infaticabile « presidentissimo » Novaretto. Della Sezione di Genova erano presenti i Grup­ pi di Rapallo e Rezzoaglio.

Inaugurazione del Gruppo di Sarzana Domenica 11 settembre avrà luogo l’inaugurazione ufficiale del Gruppo di Sarzana. In seguito verrà comunicato il programma ufficiale della manifestazione.

M ila n o I o Campionato Intersezionale di Tiro a Segno La Sezione di Milano ha orga­ nizzato a Lodi il 2 giugno 1966, con la collaborazione dei Gruppi di Lodi e di Crema, il primo Cam­ pionato Intersezionale di Tiro a Segno dell’Associazione Nazionale Alpini, per carabina e pistola ca­ libro 22. La manifestazione si è tenuta presso il Poligono di tiro di Lodi e vi hanno partecipato un centinaio di soci provenienti da molte località della Lombardia, nonché da Genova e da Domo­ dossola; veci e bocia hanno con­ corso con vero entusiasmo, non­ ché con ottimi risultati tecnici. Siamo certi che — dato il largo consenso ottenuto — il Campiona­ to di Tiro verrà ripetuto nel pros­ simo anno, con la partecipazione di un maggior numero di concor­ renti. PRIM A CATEGORIA Individuale - Carabina calibro 22 1. Senna Franco (L od i) punti 95; 2. Molinari Paolo (M ilano) p. 93; 3. Sirtori Gilberto (Cemusco) p. 90; 4. Bonfecchia Gianfranco (M ilano) p. 89; 5. Magrotti Anni­ baie (Pavia) p. 86; 6. Tamaro Di­ no (M ilano) p. 84; 7. Agostinis Emilio (Milano) p. 82 p.g.; 8. Gat­ ti Giuseope fCernusco) p. 82; 9. Mo’ inì v -i '

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nata Regionale delle Penne Nere valtellinesi, ed in particolare di quelle del Battaglione « Tirano ». La Valtellina, subito dopo la città di Morbegno, è la tradizio­ nale culla degli Alpini dalla « bal­ la ‘ rossa », e con le sue valli la­ terali (Val Malenco, Val Grosina, Val di Livigno, Valfurva) ha sem­ pre fornito unitamente alle Valli Seriana e Brembana, gli organici di questo magnifico Battaglione che si è coperto di gloria in Al­ bania prima e in Russia dopo, ove ha. conquistato, a prezzo pur­ troppo di gravi sacrifici di san­ gue, ben 7 Medaglie d’Oro al Va­ lor Militare. Il ciclo delle manifestazioni bormine comprendeva il ripristi­ no e la sistemazione dei monu­ menti esistenti nella zona e dedi­ cati ai Caduti in guerra, fra cui la piramide al Passo del Gavia e la lapide dedicata al Capitano Berni sulla cima del San Matteo; la salita collettiva effettuata il 3 luglio al Monte San Matteo stes­ so (m. 3684) da parte degli scolari della Valfurva, accompagnati dal­

le guide della valle, dagli Alpini in congedo e da pattuglie in armi della Brigata « Orobica », per un totale di 150 persone ; infine la dedica della Piazza di Bormio (di fronte al Palazzo delle Scuole) alle « penne nere », ed infatti la nuova toponomastica bormina la indicherà d'ora innanzi come «P IA Z Z A DEGLI A L P IN I». Questa Adunata Regionale con­ cluderà quindi queste manifesta­ zioni e verranno con l’occasione organizzate gite in pullman al Passo del Gavia e al Passo dello Stelvio. Interverranno all’Adunata di Bormio i vecchi Comandanti del « Tirano » in pace e in guerra, fra cui i Generali Testi, Loffredo, Zaccardo, Montanari, Bersani, i Colonnelli Raserò, Maccagno, e diversi altri. Festa dunque delle « balle ros­ se » del « Tirano » e di tutti gli Alpini valtellinesi, con la parte­ cipazione delle Sezioni lombarde che saranno ufficialmente invita­ te e che riceveranno a suo tem­ po il programma relativo.

M o d en a Adunata sezionale a Frassìnoro Nel pittoresco paese di Frassinoro posto nell’Alto Appennino modenese si è svolta il 19 giugno l ’adunata provinciale della Sezio­ ne alla quale hanno partecipato in un clima di vera fraternità al­ pina tutti i gruppi della provin­ cia e folte rappresentanze delle Sezioni emiliane e toscane. Erano presenti: per la Sezione di Par­ ma il Presidente Gen. Di Giorgio, per la Sezione di Firenze il Mag­ giore Benfatti e per quella di Bel­ luno il Cap. Mammi. La manifestazione si è iniziata con il ricevimento delle autorità nella sala municipale dove è stato offerto un rinfresco durante il quale il Sindaco Sig. Betti ha avuto parol% di saluto per tutti gli intervenuti esprimendo il suo vivo compiacimento per la scelta del suo paese quale località della adunata alpina. Si è quindi formato il corteo che, preceduto dalla fanfara, ha sfilato per le strade imbandierate di Frassinoro sostando al Monu­ mento dei Caduti per la deposi­ zione di una corona. La sfilata degli Alpini è prose­ guita poi fino al piazzale della Chiesa parrocchiale dove il no­ stro Cappellano Mons. Richeli ha celebrato la S. Messa. Al termine hanno pronunciato parole di saluto il Sindaco di Frassinoro, la M.O. Gen. Ciancabilia, il Cap. Amighetti consiglie­ re nazionale ed il Ten. Col. Dol­ lari della Sezione modenese. Per ultimo il Presidente della Sezione Magg. Pieferm i ha svolto la relazione annuale intrattenen­ do inoltre gli Alpini su vari ar­

gomenti interessanti l ’attività dei Gruppi e della Sezione. I l pranzo offerto alle autorità convenute in un ristorante del paese è stato onorato dalla pre­ senza di S.E. l'Arcivescovo di Mo­ dena Mons. Am ici che si affabil­ mente intrattenuto a lungo con i commensali ai quali ha impar­ tito alla fine la sua paterna be­ nedizione. Fino alle tarde ore del pomerig­ gio ed in un clima festante gli Alpini e la popolazione sono stati allietati dalla fanfara di Monteceneri e dal coro alpino « Montecuccoli » di Pavullo.

Raduno a Prignano Il Gruppo di Prignano sul Sec­ chia, ha effettuato il suo annuale raduno. Per il Consiglio direttivo sezionale erano presenti i Mag­ giori Cav. Piefermi e Baccarini, tutti gli Alpini del Gruppo e folte rappresentanze con Gagliardetto dei Gruppi della zona e la musi­ ca di Monteceneri, il Vice Sinda­ co ed il Parroco di Prignano. La manifestazione ha avuto ot­ timo successo, e di ciò va dato merito al Capogruppo Alpino Li­ bero Marchetti che, ben coadiu­ vato dai suoi diretti collaborato­ ri, ha organizzato la manifesta­ zione. Dopo la S. Messa, i convenuti hanno sfilato attraversando le vie del paese tutto pavesato con ban­ diere e manifesti inneggianti agli Alpini e Artiglieri da montagna e si sono recati a rendere omaggio al monumento ai Caduti in guerra.

P ia cen za Domenica 12 giugno numerosi Alpini piacentini si sono dati con­ vegno a Castelvetro Piacentino, su invito di quel Capogruppo Scorri Gaetano, per presenziare alla benedizione del Gagliardetto. Col Presidente Sezionale Cap.no Govoni, c’erano il Generale Ceru­ ti ed il Maggiore Dresda — Padri­ ni del Gagliardetto — e vari Ca­ pigruppo. Madrina la gentile zia del Sottotenente degli Alpini Ezio Roccaforte, da Castelvetro, caduto sul Fronte greco-albanese nel mar­ zo 1941. I due più giovani Ufficiali della Sezione, S.Ten. Calza e Zumbo, assistevano detta gentile buona si­ gnora. Nella Chiesa parrocchiale, il Prevosto Mons. Cattadori, com­ pagno di scuola del S.Ten. Roc­ caforte, nella celebrazione della S. Messa a suffragio dei Caduti Alpini, ne ha ricordata la eletta figura. Vessillo Sezionale in testa,

p. 81 p.g.; 10. Sabbia Prospero (Crema) p. 81. Seguono altri 51. SECONDA CATEGORIA Individuale - Pistola standard calibro 22 1. Molinari Paolo (M ilano) pun­ Grande Raduno Alpino a ti 77; 2. Tamaro Dino (Milano) p . 73; 3. Agostinis Emilio (Mila­ Domenica 19 giugno a S. Pie­ no) p. 69; 4. Bonfecchia Gianfran­ tro Val Lemina si è svolto sotto co (M ilano) p. 61; 5. Sirtori Gil­ un sole radioso il Raduno di Al­ berto (Cemusco S.N.) p. 55; 6. pini indetto per l'inaugurazione Picchi Aldo (M ilano) p. 49; 7. Pro­ del Gruppo di S. Pietro a cui il vasi Francesco (Paderno D.) p. 47; Comune ha affiancato l’inaugura­ 8. Senna Franco (L od i) p. 38; 9. zione del Viale della Rimem­ Rinaldi Duilio (Cinisello B.) p. 35; branza. 10. Lucioni Luigi (Cemusco S.N.) Il capoluogo della Val Lemina p. 34 p.g. tutto pavesato di tricolori con Seguono altri 30. molte case dipinte di fresco, è TERZA CATEGORIA stato rapidamente affollato da Al­ pini che giungevano da Gruppi vi­ A squadre - Carabina calibro 22 1. Milano punti 266; 2. Lodi cini e lontani. I vessilli, i gagliardetti, comin­ p. 252; 3. Crema p. 223; 4. Le­ ciano a garrire alla brezza mat­ gnano p. 213; 5. Pavia p. 208; 6. tutina. Cemusco S.N. p. 196; 7. Pademo Espressioni di meraviglia per il D. p. 183; 8. Missaglia p. 174. centro del paese, asfaltata la cir­ Seguono altre squadre non clas­ convallazione, la casa comunale sificate. rimessa a nuovo fuori e dentro, 18 settembre il Viale della Rimembranza appe­ Adunata regionale a Burmio na allestito coi cippi tricolori, la rete metallica tricolore, le tar­ Nel quadro delle manifestazioni ghette nuove che ricordano Ognu­ valtellinesi, il 18 settembre prosno il T-'-'-r'O Hi \iri „• ^ ~ ^ t*..'"— v 'i n ­

contornato da vari Gagliardetti, sfilando per il paese in festa, gli Alpini si sono recati davanti al Monumento ai Caduti: dopo l’o­ maggio di una corona d’alloro, il Sindaco di Castelvetro, sig. Bar­ bieri, ha, con toccanti parole, por­ tato il saluto della Amministra­ zione Comunale e della popolazio­ ne. Quindi il Generale Ceruti ha tenuto un brillante discorso. E ’ seguita la « ciliegiata » offerta dal Gruppo a tutti i presenti. La zo­ na è nota per la produzione di questo squisito frutto. Ve ne so­ no migliaia di piante e gli Alpini di Castelvetro ne sono attenti col­ tivatori. Colazione ottima, presen­ ti le Autorità locali, non funesta­ ta da discorsi. Quindi la più fra­ terna accoglienza, la ospitalità più cordiale nella Villa Dresda e nelle Ville dell’Aiutante di Battaglia Grossi e Capogruppo Scorri. Si è fatta, in gioiosi incontri, tarda sera.

P in ero lo

ad opera del Parroco. Madrina la signora Colombino. Segue la Messa al campo cele­ brata da Don Manzon, cappellano del 3° Alpini nella guerra 1915-18, decorato al V.M. Dopo il Vangelo Don Manzon pronuncia elevate parole, ricordando l ’eroico sacri­ ficio dei Caduti ed incitando tutti a vivere nel ricordo di questi per proseguire sulla strada dell’onore e della fedeltà a Dio ed alla Patria. Dopo la Messa, benedizione d’i­ naugurazione del Viale della Ri­ membranza. Il Sindaco taglia il nastro tricolore, quindi, banda, picchetto armato, autorità, vessil­ li, gagliardetti, Alpini e popolazio­ ne, in corteo seguono il viale, vanno al centro del paese e tor­ nano al Municipio, dove viene de­ posta una corona d’alloro offerta dalla Sezione A.N.A. di Pinerolo alla lapide che ricorda i Caduti in guerra. Quindi il Presidente della Se­ zione saluta tutti i convenuti rin­ graziandoli per la loro partecipa­ zione. Segue il Sindaco cav. Colombi­ no il quale si compiace della grande affluenza al raduno e por­ ge a tutti il saluto dell’Ammini­ strazione Comunale e della po­ polazione tutta di S. Pietro. Il Gen. Lucarelli porta il saluto fraterno degli Alpini della Val Su­ sa, gli Alpini dei Battaglioni Exil­ ies e Susa, compagni di Reggi­ mento dei Battaglioni Pinerolo e Fenestrelle. Il discorso ufficiale è tenuto dall’a w . Ettore Serafino, Capitano degli Alpini, medaglia d’argento al V.M., fratello della Medaglia d’Oro Adolfo Serafino. Ultimato il discorso, tutti scia­ mano nei dintorni di S. Pietro. Molti vanno a Pra Martino (1000 metri s.l.m.) dove l’albergo ha preparato lunghe tavolate che su­ bito si riempiono, perchè qui ha pure luogo il rancio d’onore. Alla frutta il Col. Bruno, quale presidente della Sezione, si alza per ringraziare gli intervenuti: il collega consigliere nazionale dott. Astore, le Medaglie d’Oro Gene­ rale Rivoir e dott. Zani (applausi scroscianti dei presenti), i Gene­ rali tutti presenti ed infine il Sin­ daco cav. Colombino senza il cui aiuto attivo e fattivo non sarebbe stato possibile organizzare una co­ sì riuscita manifestazione.

Sauona La Sezione di Savona della As­ sociazione Nazionale Alpini ha or­ ganizzato domenica 15 maggio una celebrazione commemorativa nel corso della quale due aule del­ l’Istituto « Scuole Pie » ( in cui la manifestazione ha avuto luogo) sono state dedicate a due valorosi Alpini scomparsi sul fronte rus­ so del Don: il S.Ten. Medico Gui­ do Astengo e l’Art. Alp. Mario Calabria. Tutto si è svolto all’insegna del­ la semplicità e del cameratismo ed ha meravigliato la spontanea adesione di altre Sezioni quali quelle di Torino e Genova. Gli Alpini erano radunati nei piazzali antistanti l ’Istituto molto prima che iniziasse la celebrazio­ ne della Messa, pronti ad affol­ larsi e far ala al passaggio del­ la signora Astengo che li guarda­ va riconoscente e a soddisfare la curiosità dei piccoli che chiedeva­ no loro delle medaglie appuntate sul petto e sulla bandiera. L ’atmosfera di religioso racco­ glimento è continuata, alla fine della Messa, nel teatro Monturbano quando il coro ha eseguito « Il Capitano della Compagnia » ed è stata letta la « Preghiera dell’Alpi­ no ». Padre Cazzullo ha poi sa­ lutato Alpini ed ex-allievi ringra­ ziandoli, a nome di tutta la co­ munità, di aver saputo ancora ima volta, come sempre, onorare quel­ l’istituto che tanto ha fatto e continua a fare per i savonesi. Breve, conciso, pronto alla bat­ tuta ed originale nell’esposizione, ■ Continua in 11* pagina

TERNI AL LOTTO VINCERETE

S. Pietro in Val Lemina Sono presenti due Consiglieri nazionali: il dott. Ubaldo Astore della zona di Asti e Casale, il Ten. Col. Matteo Bruno della zona Pinerolo e Saluzzo che è anche pre­ sidente della sezione di Pinerolo; due Medaglie d’Oro al V.M.: il Generale di C.A. Adolfo Rivoir ed il Capitano dott. Luciano Zani; vari Generali Alpini fra cui il Gen. Bricco rappresentante il Co­ mandante la Regione Militare N.O., i Generali Perrot, Lucarelli, Boato, il Col. Emilio Grimaldi direttore del Museo della Caval­ leria, il Col. Laffi comandante la Scuola di veterinaria, il Ten. Col. Lucio comandante il Battaglione Alpini Susa, il Ten. Galizia co­ mandante la Compagnia carabi­ nieri. Alle 10.30 inizia la cerimonia con la benedizione del gagliardet­ to d''1 tv’ o-'o G ^ ’ono di S. Pietro

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1966 ■ Continuazione dalla pagina IO

il Padre ci ha dato ancora una volta, la prova della sua vitalità, del suo spirito sempre giovane, benché gli anni non siano pochi e si è ritirato nella sua poltrona felice di essere ancora fra i suoi Alpini. La consegna dei quadri-motiva­ zione dei due giovani ricordati al Padre Rettore ed ai parenti dei Caduti è stato certo il momento più toccante della cerimonia. Il Presidente della Sezione di Savo­ na rag. Siccardi ha trovato poche ma significative parole per quei soldati che prima di compagni d’arme gli furono compagni di gioco e la sua commozione si è trasmessa a tutta la sala mentre venivano lette le motivazioni del­ le Medaglie d’Oro al V.M. conces­ se alla Bandiera del 3° Regg. Art. Alpina « Julia » cui appartenne Astengo e del 4° Regg. Art. Alp. « Cuneense » cui appartenne Calabria. Ha preso quindi la parola il rappresentante della Sezione di Genova, A w . Antonio Sulfaro che, con parola ornata e ricordando i nostri classici, ha avuto buoni scorci descrittivi nel presentarci il valore, il significato della cele­ brazione e i sentimenti provati dai sopravvissuti al ricordo di quel fronte e dei compagni di­ spersi. Parte preminente ha avuto la Corale Alpina Savonese che è in­ tervenuta con vari brani veramen­ te ben eseguiti tanto da ricevere l’approvazione unanime dei pre­ senti . Numerose le personalità fra cui il Questore Dr. Di Stasio, la M.O. al V.M. Mario Cesari, il Vice Prov­ veditore Dott. Toto, il Rev. Don Ricci per S. E. Mons. Vescovo, il Col. Canibus. La manifestazione è pienamente riuscita e sottolinea che molta gente ha ancora ideali in cui cre­ dere ed a cui appoggiarsi per da­ re ai giovani la spinta necessaria a scalare l’ardua vetta della vita.

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Luigi Giachello

Susa Assemblea annuale

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Anche quest’anno, a suo tempo, s’è tenuta l’assemblea annuale con le votazioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Il Presi­ dente della Sezione, dopo aver ricordato i Soci e tutti gli Alpini della Valle deceduti, fa il punto sulla situazione dell’A.N. A. Valsusa, ricordando tutto ciò che la Sezione e i Gruppi hanno compiu­ to durante tutto l’anno 1965. Il Consigliere Cav. Franza ha letto la relazione finanziaria, che, letto la relazione finanziaria, che come la relazione morale del Presidente Dott. Bado, è stata ap provata. Numerosi furono gli intervent dei Capigruppo per rendere sem pre più efficiente e vitale la no stra Sezione. Sì è quindi proceduto alle vo fazioni per eleggere il nuovo Con sigilo Direttivo Sezionale per il biennio 1966-67, che si è poi riunito per la nomina del Presi dente e per la distribuzione delle cariche sociali. Pertanto il nuovo Consiglio direttivo è così formato: Presidente della Sezione: Dottor Franco Badò; Cappellano Sezio­ nale e Addetto Stampa: Don Ri­ naldo Trappo; Vicepresidenti: Si­ gnor Bertolo Edoardo e Maggiore Joannas Attilio; Segretario e Te­ soriere: Sig. Sibille Luciano; Vi­ cesegretario: Sig. Pagliarello Lui­ gi; Revisori dei conti: Col. Ga­ stone Ottavio e Cav. Franza Gio­ vanni; Addetto ai giovani e mani­ festazioni sportive: P. I. Paris Bruno; Collegamento coi Gruppi: per l’alta Valle: Cav. Franza Gio­ vanni; per la bassa Valle: Signor Bertolo e Dott. Gallo Bruno ; Consiglieri: Sig. Marzo Edoardo, Sig. Roglio Agostino, Magg. Bar­ bone Giuseppe, Sig. Caffo Cele­ stino, Dott. Chiosso Riccardo, Cav. Bottazzi Angelo, Sig. Lavra Elio Capogruppo di Susa.

T r ie s t e

Consegna della bandiera alla Scuola Fabio Filzi Sabato 29 maggio la Sezione ha offerto la bandiera alla Scuola Elementare Fabio Filzi, sita in un rione periferico della città. E ’ stata una delle più toccanti ceri­ monie a cui ci è stato dato di partecipare. La celebrazione del sacrificio di Fabio Filzi è stata fatta praticamente tutta dagli alunni della Scuola, con una spontaneità e ima intensità di sentimento che si manifestava sia nei canti che nella dizione dei componimenti e delle poesie, tali da commuovere. Alla cerimonia, oltre alle rappresentanze delle autorità civili e militari cittadine, assistevano i familiari delle Me­ daglie d’Oro Alpine Scipio e Giu­ liano Slataper, Silvano Buffa, Ma­ rio Codermatz e di Ruggero Fauro Timeus e dei fratelli Fonda Savio. Il comando della Brigata Julia era rappresentato dai T.Cal. Francesconi e Bonvicini. Erano

presenti inoltre i vessilli accom­ pagnati da gruppi di allievi delle Scuole triestine dedicate ai Ca­ duti Alpini Guido Corsi, Ruggero Timeus, fratelli Fonda Savio e Mario Codermatz. La sorella di Guido Corsi e l’A w . M.O. Anto­ nio Ciamarra, presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al V.M. avevano mandato nobilissimi mes­ saggi.

Giulio Bedeschi al Circolo della Stampa La sera del 4 giugno, su invito della Sezione, lo scrittore Dottor Giulio Bedeschi si è incontrato al Circolo della Stampa di Trie­ ste con i suoi lettori, per la pre­ sentazione della sua nuova opera « I l peso dello zaino » edita da Garzanti, che costituisce in certo senso la continuazione di « Cen­ tomila gavette di ghiaccio ». Di fronte ad un pubblico molto nu­ meroso ed attentissimo, Bedeschi ha illustrato e chiarito i motivi ideali della sua opera di scrittore ed è stato vivamente applaudito.

Il coro « I Crodaioli » al Castello di S. Giusto L ’A.N.A. di Trieste, con gli au­ spici dell'Azienda Autonoma Sog­ giorno e Turismo, ha voluto of­ frire alla cittadinanza triestina una serata del più schietto sa­ pore alpino, invitando ad esibir­ si sul palcoscenico del Cortile del­ le Milizie al Castello di San Giu­ sto, il coro del Gruppo A.N.A. di Arzignano, noto col nome « I Cro­ daioli ». O ffrire è proprio la pa­ rola esatta, in quanto lo spetta­ colo era completamente gratuito ed ha visto una grande affluenza di pubblico entusiasta e felice. I l direttore del coro, maestro Bepi De Marzi, è già noto nel­ l'ambiente musicale alpino, in quanto autore di bellissimi m oti­ vi, tra i quali uno ha avuto l ’o­ nore di essere tenuto a battesimo da S. Em. il Patriarca di Venezia, in occasione della recente esibi­ zione di cori in Piazza S. Marco. Si tratta di « Signore delle ci­ me », un canto nostalgico ed ac­ corato, composto a ricordo d’un amico caduto durante un’ascen­ sione in montagna. I l pubblico triestino ha dimostrato di apprez­ zare molto le composizioni di De Marzi, particolarmente « Joska la rossa », una canzone che trae ar­ gomento dal libro « Centomila gavette di ghiaccio » di Giulio Be­ deschi, e « Teresina » un allegro motivo veneto che narra le vicis­ situdini d’una ragazza innamorata d’un siciliano, che riesce a vince­ re i pregiudizi paterni con la forza del suo amore. Scroscianti applausi sono risuo­ nati a lungo nel Cortile delle M i­ lizie e la gioventù triestina non ha messo troppo tempo ad impa­ dronirsi dei motivi, tanto che al termine del concerto qualcuno già canticchiava sul ritm o delle canzoni appena udite. Lo spetta­ colo è stato presentato dal trie­ stino Capitano degli Alpini Pro­ fessor Egidio Furlan, combatten­ te in Albania e in Russia con il Battaglione Vicenza.

Al Tempio di Monte Grisa Messa degli Alpini Domenica 5 nel nuovissimo Tempio Mariano di Monte Grisa, dedicato alla Madonna Protettri­ ce d’Italia, che si erge sulla cre­ sta dell’altipiano che sovrasta il golfo di Trieste, è stata celebrata una Santa Messa per gli Alpini, accompagnata dal coro dei Cro­ daioli. Particolare commozione ha suscitato il « Ponte di Perati », cantato a bocca chiusa. Alla fine della Sacra funzione le maggiori autorità militari e civili si sono vivamente complimentate con gli esponenti dell’A.N.A. e con il maestro De Marzi e tutti i com­ ponenti del Coro.

V a r a ì ì o

Ad Aranco Sesia assemblea annuale e nomina del Consiglio Nei locali della nuova Sede, il Consiglio direttivo ha tenuto l’As­ semblea generale dei Soci. Dopo la relazione del Capogruppo sig. Foresto Giovanni, è stata aperta la discussione. In primo luogo è stato esami­ nato il rendiconto annuale mora­ le e finanziario, che venne appro­ vato all’unanimità, dai 37 Soci presenti. Nei riguardi del tesseramento 1966, tutti i presenti hanno ade­ rito a rinnovare la quota, esem­ pio da imitare da quei Soci soliti ritardatari e attualmente non an­ cora in regola. La votazione per il nuovo Consiglio ha riconferma­ to Capogruppo l’infaticabile e di­ namico Foresto Giovanni, e sono stati eletti componenti del Con­ siglio Albertinazzi Mario, Chiap­ paioni Cornelio, Franchinetti Da­ rio, Giustina Carlo, Grossini Genesio, Gallina Angelo, Lavazza An­ gelo, Pasquero Rinaldo, Peretto Santino, Sola Gianfranco, Sola Armando, Toniol Guido, Tomaselli Mario, Vanoli Oreste, VercelH Ermanno.

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LUTTI Abruzzi. — L'Alpino Ercole Gagliardone del Gruppo di AJanno Scalo. La Signora Giovina Ianzante madri­ na del Gruppo di Alunno Scanno. Ancona. — A Macerata è deceduto il Socio Ferraioli Giulio tesoriere del Gruppo per parecchi anni. Belluno. — Il Gruppo di Monte nel­ le Alpi annuncia la immatura scom­ parsa del Socio Giuseppe De Battista da Reveane e porge sentite condo­ glianze alla famiglia. Il Socio Augusto Soccol del Gruppo di Agordo. Breno. — Il Socio Pezzotti Pietro del Gruppo di Darfo. Il Socio Donina Guerino del Grup­ po di Nadro. Carrara. — Il Socio Simoncini Paolo del Gruppo di Filattiere. Ceva. — Il Socio Odda Paolo del Gruppo di Garessio. Como. — Il Socio Arigossi Domeni­ co del Gruppo S. Pietro Sovera. li Socio Ballerini Giuseppe del Gruppo di Fino Mornasco. Il Socio Pozzoli Romeo del Gruppo di Lurago d ’Erba. Il Socio Aglio Ferdinando del Grup­ po di Ramponio Verna. L’Alpino Perlasca Ernesto del Grup­ po di Nesso. Cuneo. — I Soci Alierò Pietro - Longo Biagio - Manuello Luigi e Milano Agostino del Gruppo di Sanfré. Il Socio Ghersi Francesco padre del Capogruppo Ghersi Antonio. Il Comm. Gianoiio padre del Socio Giuseppe Gianoiio. Domodossola. — A Domodossola è deceduto il Socio Saglio Enrico com­ battente della seconda guerra mon­ diale. A Sierre è deceduto il Socio Tonossi Giovanni combattente della prima guerra mondiale. A Caddo è deceduta la Sigonra Darioli Anna moglie del Socio Lorenzo Mosoni Condoglianze. Milano. — E’ deceduto improvvisa­ mente il Socio Renato Cerliani com­ battente della seconda guerra mon­ diale. Modena. — Il Socio Antonio Sassatelli del Gruppo di Montefìorino com­ battenti della prima guerra mondiale. Napoli. — A Sassinoro t Benevento) è deceduto il Socio Vanone Vincen­ zo valoroso combattente. Omegna. — Il Socio Rampone Um­ berto combattente prima guerra mon­ diale del Gruppo di Quarna Sotto. Il cap. Magg. Forni Adelfo combat­ tente seconda guerra mondiale del Gruppo di Quarna Sotto. Savona. — A Stella S. Martino è deceduto il Socio Tobia Michele del Gruppo di Va razze. Venezia. — Il Capitano Dario Montalbotti.

Socio Zenocchini Celeste, Torbole, annuncia festante nascita bocia Flaviano. Como. — Elena del Socio Muraro Gianni del Gruppo di Lurate Caccivio. Pasquale del Socio Aziliero Mario del Gruppo di Fino Mornasco. Fausto del Socio Cereghini Dino del Gruppo di Fino Mornasco. Diego del Consigliere sezionale Mo­ retti Gianfranco. Cuneo. — Paolo primogenito del Socio Bogetti Giorgio del Gruppo di Sanfré. Carlo secondogenito del Socio Duc­ cio Comaseri del Gruppo di Cuneo. Domodossola. — A Ceppomorelli è nato Marco del Capogruppo Garbagni Agostino rendendo felici i genitori, i nonni e fare compagnia alla sorellino Francesca. Intra. — Il Vice Capogruppo di So­ meraro Bolla Lino annuncia la na­ scita del nipote Lino

Mondovì. — Ai coniugi Dott. Ric­ cardo e Carla Bausone è nato il bocia Federico. Omegna. — Il Socio Combi Dome­ nico annuncia la nascite del quartogenito Tiziano Savona. — La famiglia del Col. Ser­ gio Bovio è stata allietata dalla na­ scita della nipotina Federica. Udine. — Elena del Socio Comuzzi Giuseppe segretario del Gruppo di Codroipo. Julia del Socio Tomadlni France­ sco del Gruppo di Codroipo. E’ nata Germana figlia dell’ Alpino Cazzagon Giuseppe del Gruppo di Ca­ ve del Predii. Varallo. — Il Socio Angonese An­ gelo del Gruppo di Pray annuncia la nascita del primogenito Guido. Venezia. — Il Socio Giacomini Gio­ condo del Gruppo di Mestre partecipa la nascita di Marco

Offerte per la sistema­ zione dell'Altare dedi­ cato alla Madonna del Don nella Chiesa dei Cappuccini di Mestre

— A Padre NARCISO CROSARA - Convento Cappuccini Santa Croce - Padova.

Il Comitato dei reduci di Rus­ sia, promosso da Padre Narciso Crosara e dalle Sezioni di Milano e Venezia, ci comunica la situa­ zione della raccolta dei fondi per la sistemazione dell’Altare della Madonna del Don nella Chiesa dei Cappuccini di Mestre: 1° elenco di offerte . . L. 272.000 2° elenco di offerte . . » 300.100 3° elenco di offerte , . » 304.000 4° elenco di offerte . . » 445.200 5° elenco di offerte . . » 56.675

Signora Nazzarena Ceppari ved. Francioli - Luino . L. 1.0«)» Avv. Dott. Giovanni Saija - Bologna .........................» 1.000 Gruppo A.N.A. di Araneo Sesia (Vercelli) . . . » 1.000 Sezione A.N.A. di Venezia in memoria del Socio Ca­ pitano Dario Montalbotti » 5.000 Gruppo A.N.A. di Toronto (Canadà) .........................» 1.000 Avv. Ettore Cagnasso - Alba (Cuneo) .............................» 1.000 Gruppo A.N.A. di Bahia (Argentina) » 1.000 Gen. Carlo Mario Danioni M i l a n o ............................ » 5.000 Poletti Mario - Arola . . » 1.000 Gruppo di Vergobbio - Cuveglio . . . . . » 3.000

L. 1.377.975 Spesa totale per la si­ stemazione dell’Altare L. 2.210.000 Somma raccolta a tutt’o g g i ..................... » 1.377.975 Devono essere ancora reperite, ad estinzio­ ne della spesa . . . . L. 832.025 Le offerte dei Soci dell’A.N.A. possono essere indirizzate: — Alla SEZIONE A.N.A. DI MI­ LANO - Via Vincenzo Monti 36, Milano (c./c. postale 3-44740). — Alla SEZIONE A.N.A. DI VE­ NEZIA - S. Marco 5500 - Corte dell’Orso Venezia.

SOSTENITORI ED OFFERTE VARIE PER «L'ALPINO»

TEMPI DURI PER «L'ALPINO» Sezione A.N.A. di Omegna (Novara) in memoria del Cappellano Sezionale Don Luigi Martinoli . . . . Maresciallo Martino Barrei - Scuola Militare Alpina • A o s t a ........................ X. X ................................... Cav. Andrea Piloti . Milano Generale Morelli Di Popolo Guido - Roma . . . . Gruppo A.N.A. di Belluno N. N...................................

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ALPINIFICI Abruzzi. — D: Antonio di Roccaraso con Maria Nozzella. Ornella figlia del Socio Aladino Di Donato di Roccaraso col Forestale Franco Giannangeli. Ancona. — Il Geom. Nicola Mosca­ telli di Ascoli Piceno con la Signori­ na Anna Ettorre. Como. — Il Socio Grasselli Manlio del Gruppo di Torno con la signorina Elide Cantaluppi. Il Socio Galimberti Luigi del Grup­ po di Lurago d’Erba con la signorina Sandra Proserpio. Il Socio Biondi Vittorio di Como con la signorina Botta Ornella. Cuneo. — Barbero Giuseppe con la signorina Priola Maria. Rambaudi Andrea con la signorina Racca Angela. Domodossola. — A Domodossola il Socio Saglio Rossini Sandro si è uni­ to in matrimonio con la gentile signo­ rina Adriana Patrone. Vivissime feli­ citazioni.

SCARP0NC1NI Abruzzi. — Gaia e Serena gemelle di Giovanni Valentini di Roccaraso, Luigina terzogenita di Francesco Giacola di Roccaraso. Bassano. — A Milano è nato Paolo secondo figlio del Socio Rag. Renato Turra e nipote del Cav. Andrea Pilon socio fondatore della Sezione. Belluno. — Il Gruppo di Ponte nel­ le Alpi porge vivissime felicitazioni ai Soci: Prest Rino di Comolade ed alla sua gentile consorte per la nascita della primogenita Daniela; Viel Man­ sueto da Quantin ed alla sua gentile consorte per la nascita del secondoge­ nito Emanuele; Bridda Renato da Casan ed alla sua gentile consorte per la nascita della primogenita Loretta; Delle Donne Luciano da La Secca ed alla sua gentile consorte per la nasci­ ta del terzogenito Paolo. Bergamo. — La « Ecia » ormai è con. clamata perchè è diventato nonno di Enrico. Brescia. — Socio Zeppa Gianbattista Gruppo Chiari annuncia nasci­ ta figlio Stefano.

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C iR A p P a SPECIALE DEL PIEMONTE AL

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ECHI D E LL AD U N ATA D E L L A SPEZIA Figure di Alpini IL C A R T E L L O N IS T A -— E una specialità alpina nuova, è una « carica speciale » che non ha ri­ scontro nella naja, ma che si tro­ va sempre più numerosa alle nostre adunate. E ’ una personalità di ri­ lievo che viene fotografata ed ap­ plaudita da tutti, che ha diritto di marciare davanti a tutti, anche ai decorati al valore ed ai vessilli sc:ionali. E’ armato, il cartellonista, di qualche cosa « fuori ordinanza » , 'ti vistoso, che va dall’ingrandimen-

to del distintivo dell'Associazione ad una enorme penna (come po­ tessero scambiarci per qualche cosa di diverso da A lp in i), dal distinti­ vo delle brigate a lettere dell’alfa­ beto. In questo caso il cartellonista ha bisogno di altri specializzati per poter ricordare eroismi, sacrifici, luoghi consacrati dal valore. C i so­ no poi i « cartellonisti pesanti » che lavorano in gruppo per trasportare qualche cosa di sempre più grande e di sempre più pesante. Se il numero dei « cartellonisti » aumenterà, le sfilate, già lunghe, diventeranno interminabili.

quasi sempre all’ombra, arrivando a piazzarsi davanti alla folla solo poco prima che inizi la sfilata. Quando passa la sua Sezione con un balzo entra nelle file, in bella mostra anch’egli, pronto per farsi fotografare durante il passaggio da­ vanti alle autorità. Se il numero dei « furbi » au­ menterà lo scorrimento della sfila­ ta diverrà sempre più lento e dif­ ficoltoso. (disegni di B. Riosa)

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Esito del Concorso addobbo vetrine organizzato dall'E.P.T. 2>J y r ù

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IL T A G L IA C O R D IS T A — Non è mai esistita questa specialità nel­ la naja alpina, nè mai esisterà; di questo siamo certi. M a fra gli A l­ pini in congedo il « tagline or dista » esiste, per fortuna solo alle aduna­ te. E’ un tipo anche volonteroso, che lavora per la Sezione, frequen­ ta la sede anche in momenti in cui c’è da dare un aiuto, svolge gli vicarici affidatigli con diligenza e passione e non manca mai alle adu­ nate. In tale occasione si adopera con i dirigenti per l’inquadramen­ to, per la disciplina del corteo ed

altro, cooperando a far sì che la sua sezione sfili nel migliore dei modi. Ma... c’è un ma. Se lo cercate due metri dopo le tribune non lo trovate già più. Nessuno si è ac­ corto. Ha già tagliato la corda! Sarà certamente seduto in un ri­ storante, davanti ad una abbon­ dante porzione per rifarsi delle energie spese! Non è certo bello il suo compor­ tamento, ma cosa ci volete fare? Ognuno ha i propri difetti!

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IL FURBO — Non è una novità come il precedente; c’era anche sot­ to la naja il furbo che riusciva ad arrivare quando i carichi più pe­ santi erano già stati distribuiti.

Ora egli si ripresenta alle adu­ nate e può osservare dai pressi del­ la tribuna tutto il corteo delle Se­ zioni che precedono la sua. Ha cu­ ra di trovare una bella posizione,

La Commissione giudicatrice nominata dall’Ente Provinciale per il Turismo — e composta dall’Avv. Ettore Andrea Mori (pre­ sidente) e dai Professori Clau­ dio Ambrogetta Arduino Ambrosini, Amilcare Bia e Giovanni Petronilli — per l’assegnazione dei premi relativi al concorso per l’addobbo di vetrine in occasione della 39a Adunata Nazionale de­ gli Alpini alla Spezia ha consta­ tato, con compiacimento, che la partecipazione al concorso stes­ so è stata numerosa e, nel com­ plesso, impegnata e pertinente, secondo quanto era nei voti del­ l’Ente promotore. Le ditte che hanno inviata la propria adesione al concorso so­ no state quaranta. La Commissio­ ne, dopo particolare analisi degli elementi acquisita, ha ritenuto di assegnare i premi seguenti: Medaglia d’oro (m m . 26) e di­ ploma: Unione Militare, Gioielle­ ria « Montres et bijoux », Confe­ zioni Vittadello, Fiorista Gino Fedi, Confezioni Ernesto Jachia, Gioielleria Antonio Caracciolo, Ab­ bigliamento «Casa della Mamma»; Medaglia d’argento (mm. 35) e diploma: Pellicceria Conca, Con­ fezioni Patrone, Compagnia Sin­ ger, Bar Crastan (corso Cavour angolo viale Garibaldi), Bar M i­ gnon, Pelletteria Roberto Oleggini (corso Cavour), Calzoleria Giulio Melley (corso Cavour), Ab­ bigliamento Magazzini « 6 Porte ». Medaglia d’argento (m m . 26) e diploma: Negozio di Vini Ferdi­ nando Majavacchi, Elettrodome­ stici Fratelli Ricco (via Veneto), Confezioni Fratelli Monti (corso Cavour), Abbigliamento STIN di Luciano Greco, Bottiglieria N. Catoni, Abbigliamento Vercesi, Confezioni M. Casarotti (via Prione angolo via Calafatimi), Orefi­ ceria Ilario Giorgini, Abbiglia­ mento Scontrini. Medaglia di bronzo (m m . 35) e diploma: Libreria Ricci (già Puc­ ci), Calzoleria Zerbo, Ferramen­ ta Fratelli Ricco (via Genova), Arredamento Ricco (via Prione), Camiceria « Petronio », « Casa della Penna », Confezioni « Città di Venezia », Confezioni Casarot­ ti (via Prione), Elettrodomestici Bruno Casella (Le Grazie), Bar « La Spezia », Bar « Diana », Bar Peola, Bar « Galleria », Bar Camaiora. Diploma: Bar « La Maggiolina », Bar Bartoli & Galvani. Inoltre, la Commissione ha ri­ tenuto segnalare, per la diligen­ za e il buon gusto posti nell’ad­ dobbo, dieci altre vetrine di quel­ le ditte che non s’erano iscritte a concorso; vetrine che la Com­ missione ha avuto modo di ve­ dere occasionalmente durante lo svolgimento del suo mandato. Anche alle ditte sottoelencate, la Commissione ha deliberato di conferire i premi seguenti: Medaglia d’argento (m m . 35) e diploma: Calzoleria Vezzoni (cor­ so Cavour); Medaglia d’argento (mm. 26) e diploma: Casa Musicale Biso, Bar Peer (via Chiodo), Bar Roma, Confezioni Costa (via Prione); Medaglia di bronzo (m m . 35) e diploma: Bar della Posta, Con­ fezioni Monti (piazza Mentana), Caffè Pavesi, Cartoleria « Neostil »; Diploma: Confezioni « 2 M ».

IT A LIA N I in visita ai campi di battaglia del Carso ed al Sacrario di Redipugtia sostate, durante

i Vostri pellegrinaggi, presso il

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Scalata commemorativa al Al. S. Alatteo La scalata del Monte San M at­ teo (m. 3684) (Gruppo del Cevedale) è stata compiuta il 3 luglio da 108 scolari, di cui 19 femmine, di Valfurva, con le Guide e 40 giovani Alpini in congedo e del Soccorso Alpino. I l Sindaco, maestro Mario Testorelli, con la collaborazione del Vice Sindaco e di alcuni consiglie­ ri, si è reso ancora una volta bene­ merito di una difficile commemo­ razione alpinistica storica da parte delle scuole del Comune. Con l’ap­ poggio della sezione di Milano dell’A.N.A., il Sindaco ha assunto la responsabilità alpinistica di questa ascensione con l’intento di richia­ mare alla memoria la bellezza del­ l’impresa militare di 50 anni fa e far conoscere una delle scalate più ardite della Valle ai piccoli valligiani. ☆ E ’ infatti una cosa logica che ogni iniziativa del genere — scrive il Sindaco di Valfurva — trae la sua origine dal proposito di infon­ dere nei piccoli l’amore per la mon­ tagna, di imprimere e di consoli­ dare nelle loro coscienze il deside­ rio di conoscere il linguaggio so­ lenne che canta sempre al cuore. I l tempo è stato particolarmente favorevole all’impresa sicché tutto si è compiuto con un ruolino di marcia perfettamente precalcolato ed organizzato. Ecco il fatto militare di 50 anni fa, sul finire della guerra 1915-18, al quale si è ispirata l’impresa odierna. I l Monte San Matteo (m. 3684), grandiosa vetta ghiacciata, famosa, già in possesso austriaco, venne at­ taccato il 13 agosto 1918 dal Bat­ taglione Skiatori M . Ortler, con due Compagnie agli ordini del Mag­ giore Ettore Cataratti (309a Ca­ pitano Pollacci, 307a Capitano Bern i): difficile operazione. Due nuclei di Alpini arditi completavano la truppa d’assalto. La posizione ven­ ne espugnata con parecchi prigio­ nieri. I l fatto d’arma ebbe una enorme ripercussione in Tirolo do­ ve lo scacco subito dal prestigio al­ pinistico militare fu molto sentito. Un battaglione di Kaiserjàger in istruzione a St. Anton nell’Arberg venne subito trasportato per il con­ trattacco: la teleferica del M . Giu­ mella fu raddoppiata e due obici da 305 mm. furono situati in Val di Peio. Le poche artiglierie difen­ sive nostre avute in prestito da al­ tro settore avevano dovuto lasciare la zona. Dopo 21 giorni gli austria­ ci, con forze notevoli e mezzi di artiglieria, attaccarono, sfondarono il cupolone di ghiaccio e col fa­ vore della nebbia raggiunsero la vetta della facile sella del M . Giu­ mella. Furono fermati sotto il M. Mantello dalla 306a Compagnia del Capitano Bertarelli. ☆ L ’adunata delle cordate parteci­ panti aveva avuto luogo il 2 luglio a Santa Caterina Valfurva dove, oltre al Sindaco ed alle 15 Guide della Valle, erano convenuti il dot­ tor Vita dell’A.N.A. di Milano ed il Capitano S.S.M. Daz, Capo di S. M . del Comando della Brigata Orobica di Merano. L ’organizzazione diede le sue di­ sposizioni e, nel pomeriggio, comin-

IL N U M ERO D EI G IO R N A L I A U M EN TA Malgrado l'elevato costo delle pubbli­ cazioni, il numero dei giornali aumen­ ta. Dovreste avere gli occhi di Argo, per leggere tutto quello che può inte­ ressarvi nella stampa italiana. Ma non preoccupatevi! C'è qualcuno che legge PER VOI migliaia di giornali: è L'ECO DELLA STAMPA, Via Compa­ gnoni 28, Milano. E' l'ufficio « ritagli stampa » al quale vi potete rivolgere con completa fiducia.

ciarono le partenze per le Capanne Branca, Bernasconi, Meneghelli c Berni, del C.A.I. Le condizioni del tempo e di ne­ ve essendo buone, al mattino il grosso degli scolari lasciò il Rifugio Branca risalendo il grande ghiac­ ciaio dei Forni, mentre i giovani dal Piano del Gavia raggiungeva­ no le cresta San Mattco-Mantello, e parte dal Rifugio Bernasconi per la cresta Ovest della vetta. Le cor­ date che raggiunsero la vetta fu­ rono 41. I l più piccolo scolaro par­ tecipante aveva 7 anni, la maggio­ ranza tra i 10 e i 12 anni, ed i più grandi dai 16 ai 18 anni. I l 5° Regg. Alpini aveva man­ dato tre pattuglie in rappresentan­ za dei tre Battaglioni; un’altra pat­ tuglia rappresentava il Gruppo Ar­ tiglieria da Montagna. Ogni pat­ tuglia era composta di un ufficiale e quattro Alpini con apparecchio radio ricevente e trasmittente. Un tenente medico con infermiere e due portaferiti formavano la pat­ tuglia di Sanità. ☆ Nello stesso giorno si è comme­ morato a Bormio il Centenario del­ la Vittoria dei volontari garibaldi­ ni sugli austriaci con l’azione del­ la medaglia d’oro Pedranzini nel 1866. Felice avvicinamento di azioni nobili e guerriere. Alla Gloria dei nostri valorosi combattenti del 1918 si sono uniti i giovani di Valfurva con l’audace impresa attuale che ha lasciato un profondo senso di forza e di orgo­ glio in tutte le famiglie del Bormiese e della Valtellina.

PRO M O ZIO N I Savona. — Il Consigliere Sezionale T. C. Sergio Bovio è stato promosso Colonnello.

O N O R IF IC E N Z E Cuneo. — Il Capitano Raineri Atti­ lio del Gruppo di Cuneo è stato no­ minato Cav. U ff. dell’OMRI.

Dott. UGO M E R LIN I Pres. del Comitato di Direzione Giacomo de Sabbata . Emilio Fal­ della - Modesto Antonio Leonar­ di - Aldo Raserò • Bruno Riosa:

Membri FRANCESCO V ID A: Responsabile

MASSIMO FANO • Pubblicità M ILANO . Via V. Monti n. 14 Tel. 803.135 . 803.544 Autorizz del Tribunale di Milano 8 Marzo 1949 n. 229 del Registro Tip. S.E.S.S. - «Gazzetta dello Sport» Milano - Via Galileo Galilei n. 7


ANNO X L V I I - N . 8 (t ir a t u r a copie n . 2 0 3 .7 5 0 )

D irezio ne: V IA M A R S A LA , 9 - M ILA N O - Q . P. 130 C . C . 3 /2 6 2 0 - In d . te i. A S S O C IA L P IN I - M ILA N O

1966

A b b o n am en to p o stale - g ru ppo III

M E N S IL E D E L L 'A S S O C IA Z IO N E

N A Z IO N A LE

G R A T IS A L P IN I

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A B B O N A M E N T I:

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T O R I L . 1000 - M IL IT A R I L . 100 - NON S O C I L . 500

L e grandi manifestazioni dell’A . N . A . per il 1967 29 gennaio: al Nevegai (Belluno) il 1° Campionato Nazionale di sci di discesa (finale nazionale) - 26 febbraio: ad Asiago (Vicenza) il 32° Campionato Nazionale di sci di fondo - 29-30 aprile e 1° maggio: a Treviso la 40a Adunata Nazionale

PERCHE’ L’A D U N A T A A TREVISO Il ricordo dell'Adunata di La Spe­ zia non si è ancora affievolito e già da ogni parte gli Alpini chiedono: do­ ve andremo quest'altr’anno? E' natu­ rale: andremo là dove meglio potre­ mo rendere omaggio all'Aeronautica nel Cinquantenario della Grande Guer­ ra. E siccome l'incontro degli Alpini con gli Avieri potrà avvenire, meglio che in qualunque altro luogo, a Tre­ viso, andremo a Treviso, il che si­ gnifica andare anche a Venezia, a Bassano, sul Grappa, sugli Altipiani, sul Piave...

( Da una pubblicazione dell’E.P.T. di Treviso)

Nel 1966 per la Marina, nel 1967 per l'Aeronautica gli stessi Alpini, in masse imponenti, vecchi, giovani e gio­ vanissimi risposero e risponderanno all'appello per l'Adunata Nazionale con lo stesso cuore e lo stesso spìrito di sempre. Vedremo i mostri rombanti che sol­ cano il cielo più rapidi del suono, gli impianti che sanno di fantascienza, ma noi, coi capelli bianchi, ricorderemo anche quei trabiccoli di legno e tela che dalle trincee del Monte Nero, del­ la Carnia, del Cadore, del Pasubio, dell'Adamello, guardavamo passare al­ ti nel cielo, seguivamo con ansia nei combattimenti e applaudivamo quando ripassavano vittoriosi andando giù ver­ so i loro campi, nella piana. Assistem­ mo alla giovinezza di quella « Aviazio­ ne » che aveva avuto la sua fanciul­ lezza in Libia e ci erano familiari i nomi di Moizo e di Piazza, che per primi nel mondo avevano compiuto voli di guerra. Chi non sapeva allora di Baracca e di Allegri, di Casagrande • Cabruna e Locatelli, di Ercole, di Salomone, di Ruffo di Calabria e di tanti altri che rinnovavano nei cieli le gesta dei cavalieri combattenti in singolari tenzoni? Chi non ricorda i dirigibilisti, che affrontavano nelle mastodontiche e fra­ gilissime aeronavi il fuoco delle arti­ glierie, lo scroscio delle tempeste, e quei valorosi che, librati in cielo, sot­ to i « draken » dondolanti, in una na­ vicella di vimini, osservavano oltre le linee nemiche, individuavano le batte­ rie, dirigevano il tiro delle artiglierie, inermi, esposti agli attacchi dei cac­ ciatori? Ricordiamo alpini che furono avia­ tori: durante la Grande Guerra il Te­ nente del 3° Bourlot, caduto, e uno dei cinque della pattuglia di Picco al Monte Nero, il sergente Giovanni Garetti, che divenne pilota nel 1918, e Lombard che fu a Fiume con D'An­ nunzio e divenne generale di Squadra Aerea. Ricordiamo ancora il Capitano friulano Bruno Lodolo, che diventò generale dell'Aeronautica, il tenente Tessari di Belluno, che comandò in Spagna la famosa squadriglia « La Cu­ caracha » e divenne poi Generale. Un Sottotenente che comandò gli arditi del Battaglione Val Piave e fu uno dei fondatori de « L'Alpino », fu poi l'artefice della rinascita dell'Avia­ zione nella « Aeronautica » creata nel 1923 e la portò di cimento in ci-

Emilio Faldella ■

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primo e più grave di essi, nel gior­ no di Venerdì Santo del 1944, di­ strusse quasi mezza città in pochi minuti. Alcune rovine ancora ri­ mangono, malgrado le numerose ricostruzioni. Purtroppo non sempre queste hanno rispettato il carattere della città, che tuttavia tenacemen­ te sopravvive. Fra i molti restauri a cura della Soprintendenza ai M o ­ numenti di Venezia, è da segnalare quello importantissimo dello stori­ co Palazzo dei Trecento.

La risposta del ministro Spagnoili alla nostra lettera aperta CARO DIRETTORE, La ringrazio anzitutto della garbata « lettera aperta ».

TREVISO NELLA STORIA Treviso, a mezz’ora di ferrovia da Venezia, a cui è collegata an­ che da un rapido servizio auto­ mobilistico,, nonché da frequenti corse filoviarie, è situata nel mezzo di una fiorente pianura al con­ fluire del Sile e del Cagnan. Essa sorge, con le sue vecchie mura scure, coi suoi più vetusti edifìci di bruno mattone, tra il verde di una campagna ubertosa e il riso di limpide fonti celebrate negli an­ tichi statuti della città e cantate dai poeti. I secoli della sua storia hanno impresso alla città un carattere sin­ golarissimo e l’arte di tutti i tempi vi ha lasciato orme luminose. Popolazioni antichissime, attratte dall’amenità e dalla sicurezza del sito, stabilirono le loro sedi negli isolotti formati dal Cagnan e dal Sile, e preziosi oggetti dell’età del bronzo, che si rinvengono nel sot­ tosuolo di Treviso e specialmente lungo il Sile, ne attestano la re­ mota antichità. Fu Municipio romano col nome di Tarvisium, e crebbe in sempre

maggiore importanza nel periodo gotico, nel longobardo e nei primi tempi dell’impero carolingio, tanto da avere la più importante zecca d’Italia ai tempi di Carlo Magno e da divenir capitale di tutta la regione, sicché da Treviso trasse il nome la « Marca gioiosa et amoro­ sa » della quale tanti ricordi si conservano nella letteratura me­ dioevale. Centro di feste e di cortesie ca­ valleresche (memorabile fra tutte il Castello d’Amore nel 1214), cui fanno strano contrasto le ferocie che si riannodano al nome di Ezze­ lino, Treviso ebbe singolare splen­ dore nel X I I I secolo, culminante nella Signoria di Gherardo da Ca­ mino, ricordato così onoratamente da Dante. Fedelissima quindi alla Repub­ blica di Venezia, volle seguirne le sorti all’epoca della guerra di Cambray (1 5 0 9 ); e sorseso allora le mura che mutarono in parte l’a­ spetto della città e tuttora nobil­ mente la recingono. E così con Venezia, condivise Treviso la durez­

za del servaggio straniero, le ansie patriottiche del 1848, la generosa e tenace aspirazione al congiungi­ mento alla Patria e finalmente la gioia della liberazione avvenuta al 15 di luglio del 1866. Cinquant’anni più tardi, Treviso divenne il baluardo estremo d’Ita­ lia. Del più vivo interesse, per chi cerchi con animo commosso, sono le memorie tragiche ed eroiche del­ la guerra 1915-’18. Treviso, che fin dal 1916 ebbe a soffrire danni gravissimi per in­ cursioni aeree nemiche, venne, nel 1917, a trovarsi proprio al centro dell’arco dal Grappa al Mare, do­ ve l’Italia fermò l’offensiva del ne­ mico, ne fiaccò gli sforzi, preparò la riscossa, conseguì la decisiva vit­ toria. Quasi un terzo delle sue case furono distrutte o danneggiate gra­ vemente, in massima parte dagli aeroplani, ma anche dalle artiglie­ rie appostate sulla riva sinistra del Piave, che dista pochi chilometri dalla città. Un danno ben maggio­ re le venne però dai tremendi bom­ bardamenti dell’ultima guerra. Il

Sua

Come alpino, le difficoltà incontra­ te dal nostro giornale mi preoccupa­ no particolarmente; come Ministro non posso che assicurare a Lei, gen­ tile Direttore, come ho già avuto oc­ casione di assicurare i direttori di altre pubblicazioni e gli utenti tutti, che farò ogni sforzo — come è mio dovere — affinchè il servizio sia nor­ malizzato al più presto e, per quan­ to possa dipendere da me, non ab­ biano a ripetersi gli inconvenienti lamentati. Come Lei ha scritto, il problema ha dimensioni molto ampie e meri­ terebbe un lungo discorso. Spero, co­ munque, che anche « L'Alpino » vorrà sostenermi nell'azione intrapresa a fa­ vore, non solo degli utenti ma — proprio in considerazione di quel di­ scorso più ampio al quale accennavo — di tutti i cittadini. La ringrazio di nuovo per le Sue gentili parole e Le ricambio i più cordiali saluti.

Giovanni Spagnolli « L'Alpino » è grato al Ministro Spagnoili per il cortese interessa­ mento e confida per una rapida normalizzazione del servizio di re­ capito del nostro periodico ai So­ ci dell’A.N. A. Al fine di facilitare il compito del personale delle Poste racco­ mandiamo ancora una volta alle Sezioni di curare al massimo l’e­ sattezza degli indirizzi dei propri iscritti.

IL 15 OTTOBRE LE TRUPPE ALPINE COMPIONO 94 ANNI AL SERVIZIO DELLA PATRIA


1966

L' A L P I N O

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D A L L A P R IM A P A G IN A

PERCHE' L'ADUNATA A TREVISO mento, col contributo del personale ardimento, ai vertici della fama con le Crociere Oltreoceano. Chi ebbe dimestichezxa con Italo Balbo sa che, anche quando era Maresciallo del­ l'Aria, conservava l'orgoglio dj essere Alpino. A Treviso renderemo omaggio an­ che alla memoria di Giovanni Ancillotto da San Donà di Piave, asso di guerra, che abbattè 11 aerei nemici e divenne famoso per l'abbattimento

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tati da cinquanta aerei da caccia com­ parvero alle 9 del mattino sul campo d'aviazione di Treviso. Quindici nostri cacciatori e quattro inglesi si levaro­ no in volo, si avventarono sui bom­ bardieri, ne abbatterono quattro, di­ spersero la formazione, la inseguiro­ no, ne abbatterono altri; otto in tut­ to e nessuno dei nostri. Poi un'altra squadriglia nemica ritentò l'attacco e altri tre aerei furono abbattuti: in to-

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Come il pittore Beltrame ha visto l’azione di Ancillotto contro il pallone osservatore abbattuto nel gennaio 1918 in soli cinque giorni fra il 30 novem­ bre e il 5 dicembre 1917 di tre pal­ loni osservatori nemici, uno dei qua­ li, con supremo ardimento, investì e attraversò con il proprio velivolo. Fu decorato di medaglia d'oro e di tre d'argento. Nelle campagne in Etiopia, in Spa­ gna, dal 1940 al 1945, in Africa, in Albania, in Russia, nei cieli del Me­ diterraneo, l'Aeronautica si prodigò in­ tessendo con eroismi e sacrifici una epopea e nel sacrificio si affiancarono ai piloti dei ricognitori, ufficiali al­ pini osservatori, come il capitano Mosca. Gli alpini della Divisione Taurinen­ se e poi della Garibaldi, rimasti in armi in Montenegro dopo I' 8 settem­ bre 1943 ricordano gli aerei che li andavano a cercare fra le montagne impervie per recare più che conforti materiali, il conforto morale di sape­ re di non essere dimenticati. Il loro pensiero va, riconoscente, ai piloti Bonzi, Vassallo, Biondi e altri an­ cora... Mai potranno essere dimenticate le pericolose missioni compiute per ri­ fornire di armi e munizioni e per sgomberare i feriti delle truppe che in Balcania combattevano contro i te­ deschi! Rendendo omaggio all'Aeronautica, che ammireremo nei cieli e nelle sue basi, gli alpini vogliono esprimere la loro ammirazione per più di mezzo secolo di dedizione alla Patria degli aviatori e ravvivare quei sentimenti di fraternità che nascono spontanei nei cuori di quanti sentono l'orgoglio del dovere compiuto in guerra e in pace, dovunque il dovere li ha chiamati, in terra, in cielo, sul mare. Poiché l'Adunata Nazionale avrà luogo a Treviso, ricordiamo un episo­ dio di guerra aerea fra i più glo­ riosi per l'Aeronautica italiana: la battaglia aerea di Treviso del 26 di­ cembre 1917, una vittoria che con­ tribuì alla rinascita dopo la sconfìtta • la ritirata al Piave. Trenta aerei da bombardamento au­ striaci, in formazione serrata, scor­

tale undici, nove abbattuti dagli ita­ liani e due dagli inglesi. Adunandosi a Treviso, gli alpini renderanno anche omaggio alla Città culla di alpini, che dal novembre 1917 all'ottobre 1918, con Bassano, Asia­ go e Vicenza, condivise la vita, le an­ sie, i sacrifici dei combattenti lungo quell'arco di trincee sul quale maturò e dal quale mosse la vittoria che diede in Trento e sul Brennero, a Belluno, a Tolmezzo, a Udine, a Go­ rizia e a Trieste, a Fiume e a Zara il trionfale suggello alla dura lotta che in questo Cinquantenario voglia­ mo ricordare, perchè fu imperitura gloria di tutti i Soldati d'Italia, di terra, del mare e dell'aria.

Emilio Faldella

Il Sacello in memoria della M.O. Magg. Francesco Baracca eretto sul Montello nel pun­ to in cui l’Eroe cadde il 19 giugno 1918

L e riunioni di luglio e settembre del Consiglio Direttivo Nazionale Luglio Nel pomeriggio del 16 luglio, in ima sala della magnifica villa Beifonte gentilmente concessa dal Centro di Cultura Cattolica di Trento, si è riunito il Consiglio Direttivo Nazionale per la consue­ ta riunione mensile. In apertura di seduta il Comm. Rag. Rinaldo Brocai, presidente della Sezione di Trento, ha ri­ volto al Consiglio il caloroso sa­ luto degli Alpini trentini, mentre Don Onorio Spada, Cappellano della Sezione e Direttore del Cen­ tro di Cultura Cattolica, si è det­ to onorato di ospitare a Villa Beifonte i dirigenti dell’Associazione. Passando a trattare gli argo­ menti all’ordine del giorno, il Dr. Merlini ha segnalato la costitu­ zione di nuovi Gruppi all’estero (Gruppo di Punta Alta della Se­ zione Argentina ; Gruppi di Lo­ sanna e del Cantone di Glarona della Sezione della Svizzera e Gruppo di Mulhouse della Sezio­ ne di Francia). Il Presidente Nazionale riferi­ sce quindi sugli accertamenti in corso per la designazione della città sede dell’Adunata Nazionale 1967. Sono giunte richieste dalle Se­ zioni di Bologna, Brescia e Tre­ viso. Gli orientamenti sono polariz­ zati verso la scelta della città di Treviso in ragione degli intendi­ menti di rendere onore, in analo­ gia di quanto fatto alla Spezia per la Marina nel corrente anno, alla nostra valorosa Aeronautica, nel cinquantenario della prima guerra mondiale, nel corso della quale la nascente Aviazione Ita­ liana portò un vigoroso contri­ buto alla Vittoria comune. Treviso inoltre è sede di una Aerobrigata, fu base di reparti dell’Aviazione nel 1915-18 e dista pochi chilometri dal Montello do­ ve il 19 giugno 1918 il grande asso della nostra Aviazione M.O. Francesco Baracca sacrificò la sua vita alla Patria. La città stessa, inoltre, che fu, si può dire, la capitale della re­ sistenza sul Piave, costituisce ba­ se di partenza per eventuali inte­ ressanti visite dei nostri Soci, ai campi di battaglia del Piave, del Grappa e degli Altipiani. Il C.D.N., su proposta del Dr. Merlini, si riserva ogni decisione dopo che saranno stati effettuati approfonditi sopraluoghi per ac­ certare le possibilità della Città ad ospitare la nostra manifesta­ zione. Una decisione definitiva viene rinviata alla riunione di settem­ bre del C.D.N. Il Consiglio prende poi in esa­ me la richiesta della Sezione di Asiago di collaborare con la Sede Nazionale alla organizzazione del 32° Campionato Nazionale di Sci di fondo. La data dello svolgimento del­ la gara sarà fissato nella prossi­ ma riunione del Consiglio. Il Segretario Centrale Gen. Vi­ da è inoltre autorizzato a studia­ re ed a presentare concrete pro­ poste per un’eventuale organizza­ zione, nella prossima stagione in­ vernale, di un Campionato Nazio­ nale di Sci di discesa dell’A.N.A. desiderato e richiesto da alcune Sezioni e da molti nostri Soci del­ le classi più giovani. Il Presidente Dr. Merlini infor­ ma che, nel luglio del 1967 il tradizionale annuale pellegrinag­ gio aU’Ortigara organizzato dalle Sezioni di Asiago e di Verona, assumerà un particolare alto ri­ lievo in vista della ricorrenza del cinquantenario della sanguinosa battaglia, per cui sono già state formulate richieste alle Autorità Militari per la sistemazione nella zona, dei parcheggi per gli auto­ pullman e le autovetture e per una accurata revisione della ro­ tabile militare che da Asiago por­ ta alla Chiesetta di Lozze. Su proposta del Cons. Naz. Ing. Lorenzoni la manifestazione sarà definita « Pellegrinaggio Naziona­ le all’Ortigara ». Settembre L ’11 settembre, in Milano, ha avuto luogo la prima riunione del C.D.N. dopo le vacanze.

Il Presidente Nazionale riferi­ sce sulle accese ripercussioni che si sono avute presso le Sezioni in conseguenza del vile attentato di Malga Sasso. Il Consiglio decide di inviare un vibrato telegramma al Mini­ stro della Difesa. Sono poi ricordati dal Consi­ glio i seguenti nostri Soci recen­ temente scomparsi: il Gen. C.A. Carlo Filippi, componente della Commissione per la Storia delle Truppe Alpine; l’Arch. Mario Cereghini di Lecco ed il Socio Fon­ datore dell’A.N.A. Dr. Guido Bertarelli. Il Presidente Nazionale riferi­ sce poi sul problema relativo al­ la designazione della Città nella quale organizzare l’Adunata Na­ zionale del 1967, illustrando l’esi­ to degli accertamenti e dei sopra­ luoghi effettuati a Treviso. Riferisce altresì su alcune per­ plessità di ordine logistico sorte presso alcuni dirigenti della Se­ zione. Il Segretario Centrale passa in dettagliata rassegna i vari pro­ blemi organizzativi connessi con lo svolgimento della nostra ma­ nifestazione in quella Città. Sull’argomento intervengono al­ cuni Consiglieri. Il Dr. Merlini quindi riassume la discussione e conclude propo­ nendo di designare Treviso qua­ le sede della 403 Adunata Nazio­ nale, fissandone la data di svol­

gimento nei giorni 29 e 30 aprile e 1° maggio 1967. I l C.D.N. approva all’unanimità. Sciogliendo la riserva di cui alla precedente riunione di Con­ siglio, la data per la disputa del 32° Campionato Nazionale di Sci di Fondo viene stabilita per do­ menica 26 Febbraio 1967. Il C.D.N., sentito il Segretario Centrale, approva pure che nella stagione invernale 1966-67, venga organizzato, in via sperimentale, il 1° Campionato Nazionale di Sci di Discesa, la cui finale avrà luo­ go al Nevegai (Belluno), dome­ nica 29 gennaio 1967.

COMUNICATO Ricordiamo ai nostri lettori che presso la Sede Nazionale sono sempre disponibili le cartoline: — Il nostro cappello — Penna Nera al prezzo di L. 20 cadauna. Le ordinazioni devono essere in­ viate alla Sede Nazionale dell’A.N.A., Via Marsala n. 9, Mi­ lano. Il pagamento può essere effet­ tuato : — accludendo alla lettera di or­ dinazione il valore in franco­ bolli; — versando la somma sul conto corrente postale n. 3/2620; — versando la somma con asse­ gno bancario da accludersi alla ietterà di ordinazione.

IL 16 OTTOBRE LA MESSA IN RICORDO DEGLI ALPINI CADUTI NELL'ADEMPIMENTO DEL DOVERE Da alcuni anni, la Presidenza dell'Associazione invita Sezioni e Gruppi a far celebrare, possibilmente in un unico giorno, una Messa in ricordo degli Alpini Caduti nell'adempimento del loro dovere, in pace ed in guerra. Il Rito è sempre stato celebrato nell'ultima domenica di gennaio e, non di rado, questa data ha voluto significare, per molti, ii ricordo dei Caduti della battaglia di Nikolajewka sul fronte russo. Per ovviare a ciò, l'Assemblea annuale dei Delegati tenutasi a Milano il 6 marzo c. a., ha stabilito di spostare la data della celebrazione della Messa, al mese di ottobre, nella domenica più vicina alla ricorrenza della Fondazione del Corpo degli Alpini (15 ottobre 1872). Si invitano pertanto Sezioni e Gruppi a voler far celebrare tale Rito do­ menica 16 ottobre p. v.

9 Ottobre:

9 Ottobre: 9 Ottobre:

16 Ottobre: 16 Ottobre:

16 Ottobre:

SEZIONE BRENO — Raduno pellegrinag­ gio di ex-ccmbattenti e prigionieri a Boario Terme al Tempio Madonna degli Alpini nella ricorrenza del ventennale del rientro in Patria. SEZIONE VERONA — A Cerea grande ra­ duno a carattere provinciale. SEZIONE DI UDINE — A Feletto inaugura­ zione di un Cippo monumento dedicato a tutti i Caduti e benedizione del gagliardetto sociale. SEZIONE DI LA SPEZIA — Inaugurazione del Gruppo di Pignone. SEZIONE DI MILANO — A Cassano d Adda concorso di fotografia alpina per il Tioleo G. D. Perrucchetti. SEZIONE DI LUINO — A cura del Gruppo Cuveglio Vergobbio concorso corale alpino.

22-23 Ottobre: SEZIONE DI SALO’ — Raduno per la cele­ brazione del 40° anniversario della fondazio­ ne della Sezione e benedizione del nuovo Vessillo sezionale. SEZIONE DI SAVONA — Ad Albisola inau 23 Ottobre: gurazione della sede del Gruppo. SEZIONE ABRUZZI — Raduno interprovin­ 23 Ottobre: ciale ad Antrodoco. : 4-6 Novembre SEZIONE DI BUENOS AIRES — Raduno sezionale a Bahia Bianca e benedizione d^. i gagliardetti dei Gruppi di Bahia Bianca e Punta Alta. Parteciperà alla manifestazione una rappresentanza del « Destacamento de Instrucción Andino » di Bariloche. 4 Novembre: SEZIONE DI GORIZIA — A cura della Se­ zione e del Gruppo di Monfalcone staffetta fiaccola alpina da Timau a Redipuglia attra­ verso tutti i cimiteri di guerra che si incon­ trano lungo il tragitto.


L 'A L P I N O

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Delinquenza neonazista In occasione del nefando assassinio perpetrato dai terroristi neonazisti a Malga Sasso, molti nostri Soci ci hanno scritto o telegrafato protestando contro il perpetuarsi di metodi di lotta indegni di popoli civili e per la manifesta inefficienza delle nostre predisposizioni difensive. Un gruppo di cinque vecchi Alpini di V ohamo, reduci della guerra 1915-18, hanno chiesto di essere assegnati in accompagnamento ai cinque bocia della « Julia » che, dalle colonne di un diffuso settimanale, hanno domandato di essere inviati in Alto Adige per ope­ rare contro i terroristi. L ’opinione pubblica alpina è in grande fermento per la situazione al nostro confine del Brennero e reclama dal Governo provvedimenti energici per la difesa della vita dei nostri soldati e per quella dei nostri diritti, su quelle terre che sono costate il sacrifìcio di 600.000 Caduti. Ad illustrare lo stato d’animo dei nostri Soci, pubblichiamo gli articoli inviatici dall’Av­ vocalo Gian Maria Bonaldi — la Ecia — e dal Doti. Bruno Riosa, che molto efficacemente esprimono il pensiero degli Alpini dell'A.N.A. sulla grave questione. ★

giatori d'oggi, perchè noi que­ sta gente la conosciamo da tanto tempo: sono sempre quel­ li che alzavano le mani, « bono taliano! », e poi ci buttava­ no la bomba a tradimento fra le gambe. L'Austria non potrà mai di­ menticare e non ci perdonerà mai di essere stati noi, pro­ prio noi, gli odiatissimi italia­ ni, a dare il colpo di grazia al suo traballante impero. Ditecelo voi, quel che pos­ siamo “ rispondere noi vecchi comandanti di plotone del 1915, quando i nostri Alpini fedeli ci chiedono conto di quanto abbiamo loro promesso se aves­ sero fatto tutto il loro dovere; una Patria, se non ricca, alme­ no rispettata e forte! Ditecelo voi, quello che dob­ biamo dire ai nostri Morti, quando li andiamo a trovare, poveri Morti, che mai come in questi giorni hanno avuto tan­ to freddo sotto la neve fresca! Bestemmiare, forse, e dire Loro che sono morti invano?... E noi Alpini che abbiamo da­ to e sofferto tutto quello che cuore ed animo umani pote­ vano dare e soffrire, noi che non abbiamo mai chiesto nien­ te, perchè il dovere compiuto è premio a se stesso ed è be­ ne così grande che non si può pesare sulle bilancie dell'utile o delle convenienze, noi Alpini gli anni più forti e generosi della nostra vita li abbiamo proprio buttati per rincorrere dei sogni?... Uno dei patteggiatori di mag­ gior conto lo ha già detto chia­ ro e tondo, senza perifrasi: « Sarà certo la minoranza ita­ liana quella che subirà una cer­ ta compressione »: diamogli at­ to del coraggio che ha avuto nel dire simile vergogna. Oh! certo ogni cosa avverrà coi crismi della legalità, se-

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condo le nuove convenzioni, secondo i patti dell’ormai fa­ moso « pacchetto ». Dante, che fin d'allora par­ lava « dell'Alpe che serra La­ magna », lo avrebbe propaggi­ nato nel ghiaccio eterno della Caina. Intanto l'Adige corre per le vallate che conobbero il passo delle cohortes alpinae e bagna città e paesi che ancora tra­ discono i bei nomi romani, che il tentone ha invano tentato di imbastardire. Passato il momento dei Mor­ ti, del sangue e degli attentati, i buoni italiani seguono, acce­ si, il già incominciato campio­ nato di calcio — avvenimento di portata nazionale — o bam­ boleggiano per gli urli dei nuo­ vi cantori. La storia, questa negletta maestra che sempre si ripete, ricorda altri tempi, così simili al nostro. I romani dell'ultimo impero s: accontentavano di « panem et circenses » che, tradotto per i miei veci di Valcamonica, vuol dire che quando la pancia è piena e c ’è da divertirsi, tutti gli altri pensieri si possono mettere in fondo al tascapane. E' più comodo e, soprattut­ to, molto più svelto. Può capitare però, quello che proprio accadde a quei romani di cui ci vantiamo tanto di essere i nipoti, che, dimenti­ cando la dignità di popolo, pri­ ma lasciarono scomparire i « circensens » e dopo di loro anche il « panem ». E' sempre la storia, maestra dei popoli, che lo insegna. Maestra che può sembrare anche noiosa, specialmente per quelli che non la vogliono ca­ pire, maestra che però non ha mai sbagliato. GIANM ARIA BONALDI La Ecia

S c o n c e r ta n te r e a i tei

La madre del Vicebrigadiere della G. di F. Vollger segue la Salma del figlio assassinato dai terroristi (foto Farabola - Milano)

Questo scritto non può ave­ re titolo: nessuna lingua del mondo ha una parola che pos| sa esprimere il dolore inuma­ no di una Madre che segue il Suo Figliolo ucciso a tradimen­ to, dolore sacro ed uguale pres; so ogni gente, in ogni parte JÉ del mondo, salvo che presso i I lupi ben riparati nelle ospitali tane di Innsbruck, di Monaco Jj di Baviera, di Vienna, lupi che, t\ sul dolore e sul sangue degli innocenti, fanno calcolo spie­ tato, camuffandosi da libera­ tori di quelli che la libertà già godono piena ed indisturbata Ecia anni e, sotto questo spe­ li® cioso nome, continuano gesta, non ancora dimenticate, di al­ tre belve che portarono strage S e rovina in ogni parte e simJ b o lo migliore non potevano trovare in quello che si scelis e r o per le loro mai vedute nefandezze: un osceno teschio ghignante. Guardate bene, Alpini, il vol­ i t o tragico e severo di questa Madre che va dietro il Suo Figliolo straziato da quelli che i- si dicono apostoli della liber­ ai tà, col mitra ben puntato, le cariche di tritolo e le poco ri­ schiose imboscate notturne, de­ gni di una vecchia scuola. Non ha lacrime, perchè le

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ha già tutte piante in silen­ zio: le Madri hanno il pudore della loro pena e sono gelose che altri la vedano: la rac­ chiudono in fondo all’anima dove lo strazio ed il dolore durano tutta la vita. Quando la sventura si ab­ batte sulla casa, le Madri non piangono perchè esse sono la forza ultima e Fultimo soste­ gno morale. Le ricordate, Alpini dei vec­ chi Battaglioni, le nostri ma­ dri montanare, così simili a questa? Avevano lo stesso volto scar­ no e fermo, scavato dal dolore a malapena contenuto: i loro figlioli avevano bisogno di tut­ ta la loro forza e di tutto il loro coraggio e la Madre non piangeva nel vederli partire, non aveva un singhiozzo nel salutarli sulla porta: la Madre che ci aveva portati dentro di sè per tanti mesi, ci era ac­ canto con tutto il suo bene, quel bene che scalda e rinfran­ ca l'anima — il solo bene che fosse ancora vivo in quegli an­ ni tanto crudeli. Ma intanto il rosario dei Morti si allunga sempre più e sempre più sangue riga la terra e la neve dove noi ab­

biamo segnato il « limes », se­ condo l ’usanza romana. L'agguato continua e conti­ nuerà, lo hanno proclamato e ripetuto quelli che tessono le loro trame e le loro insidie al di là del confine, in piena lu­ ce, sicuri e forse anche pro­ tetti. Pretese senza ragione e la­ menti di libertà conculcata e repressa, costumanze sovverti­ te ed ostacolate, impossibilità di pacifica coesistenza e di la­ voro, proprio in quelle valli dove noi abbiamo profuso ric­ chezze e portato lavoro come in nessuna altra parte d’Italia? Persino il sacrilegio senza precedenti serve alla semina­ gione di odio, da parte di certi ministri di Dio, che col loro agire lo bestemmiano; ci sono chiese in Alto Adige dove i bambini italiani non possono fare la prima Comunione coi bambini di lingua tedesca. E sì che Cristo diceva: « La­ sciate che i pargoli vengano a me »: Lui, non faceva diffe­ renze. Il patteggiamento continua con gente che dimostra sem­ pre più di non voler dare nes­ suna garanzia e nessuna fede nel mantenere i patti: non si illudano troppo i facili patteg­

Ancora sangue italiano sparso bi terra italiana! Ancora delinquenti organizzati e in­ coraggiati, hanno violato impunemente i confini, scorrazzato indisturbati per l'Alto Adige e distribuito a piacimen­ to quintali di tritolo a pie' dei tra­ licci e nei caminetti delle casermette della forza pubblica, sfidato spavalda­ mente la dignità di cinquantacinque milioni di anime. Ancora dei poveri ragazzi hanno pa­ gato con la vita. Questa è la sconcertante realtà. Di fronte ad essa tutto il resto non conta. Ogni scritto appare vuoto. Tut­ te le parole povere e inutili. Solamente quel sangue non deve es­ sere stato versato inutilmente ed al­ tro non deve esserne versato più. Possa riunire finalmente gli Italiani, al di sopra degli interessi di parte, fargli finalmente sentire il problema dell'Alto Adige come va inteso. Purtroppo, fino ad ora, gli Italiani hanno fatto come fa lo struzzo: han­ no messo cioè la testa nella sabbia per non vedere il cacciatore. L'indignazione dell'opinione pubbli­ ca è stata unanime, ma a farla su­ bito spegnere sono state le ragioni di parte, e gli esponenti dei cosiddetti partiti hanno sfruttato l'occasione per tirar l'acqua ai loro mulini. Le loro proposte sono state disparate, ma tut­ te parimenti utopistiche. Solo un alto ministro ha fatto una dichiarazione impegnativa che può sod­ disfare. Ha detto: « Combatteremo la delinquenza in Alto Adige senza esclu­ sione di colpi ».

Non ha però specificato quali col­ pi. Non certo colpi di cannone che non sono affatto democratici e tanto meno d'augurarsi. Ma un governo che desideri farsi rispettare ha ben altri argomenti, e forse anche più persua­ sivi. Non ci resta che aspettare. Intanto, mentre la sconcertante real­ tà fino ad oggi permane quella di ieri, è logico che questa minoranza, costituita dalla nostra famiglia alpina, che con i suoi iscritti supera in nu­ mero quella dei cittadini di lingua te­ desca residente in Italia, esprime la propria solidarietà per i centomila e più italiani che vivono e lavorano pa­ cificamente fra la stretl» «ti Salomo ed il Brennero.

Le minoranze degli italiani in Af*e Adige non sono certamente per nulla disturbati dal fatto che altri cittadini italiani parlino tedesco e arricchisca­ no. Essi non fanno rivendicazioni di sorta, e, proprio esse ne avrebbero da fare, perchè, da quando mondo è mon­ do, sono le minoranze che hanno bi­ sogno di esser protette. Ci eravamo illusi che dopo la cata­ strofe dell'ultima sanguinosa guerra II razzismo e la prepotenza fossero per sempre cancellati dalla società civile. « Uniamo l'Europa », abbiamo sen­ tito dire anche troppe volte. D'accordo, ma intanto uniamo gli italiani. Uniamo fraternamente tutti quelli che vivono dentro la cerchia del­ le Alpi, che essendo un fattore geo­ grafico, rappresenta un confine natu­ rale incontestabile. Entro il recinto della comune casa nostra, tutti gli italiani siano essi di lingua turca od araba, di costumi nor­ manni o greco-ortodossi, tutti devono avere lo stesso trattamento. L'Italia è una sola. Una per tutti.

Bruno Riosa

I telegrammi inviati dal Presidente Nazionale per il delitto di Malga Sasso « On. Dr. ROBERTO TREMELLON! Ministro Difesa - Roma Duecentomila Alpini A.N.A. sdegnati continuo perdurare vili attentati no­ stri soldati Alto Adige elevano fiera protesta et chiedono fermo intervento per stroncare criminosa attività. Dr. UGO MERLINI Presidente Nazionale A.N.A. » « Gen. C. A. UMBERTO TURRINI Comandante Generale Guardia Fi­ nanza - Roma Alpini in congedo esprimono senti­ menti esecrazione per vile assassinio Vice Brigadiere Volgger et Guardia Finanza Cossu et pregano accoglier« vive condoglianze et sensi fraterna so­ lidarietà. Dr. UGO MERLINI ft'osldettt* Nazionale A.N.A. «


1964

L'ALPINO

4

DAGLI

ALPIN

UN’ESERCITAZIONE A FUOCO AL PASSO S. PELLEGRINO

CADORE Sono rientrati alle sedi stanziali t reparti della Brigata Alpina Ca­ dore, accolti, specie nelle località più frequentate da colonie di vil­ leggianti, con manifestazioni di simpatia. Le notizie divulgate da chi ha avuto modo di assistere alle eser­ citazioni svolte da questi reparti, nei giorni scorsi, nella zona di Pas­ so S. Pellegrino, hanno destato vi­ vo interesse e nella calda accoglien­ za c’era anche il desiderio di sa­ pere qualche cosa di più di quan­ to era stato sommariamente pub­ blicato tra un’interruzione e l’altra della stampa quotidiana. Ciò che ha colpito maggiormen­ te gli spettatori, che per essere uffi­ ciali in congedo erano in grado di valutarne la portata, è stato il peso della massa di fuoco che i reparti sono oggi in grado di sviluppare con le nuove armi in dotazione al­ la fanteria ed il loro integrarsi nel­ l’accompagnamento al movimento, con continuità sensa soste, sì da co­ stituire un tutto avanzante con la potenza e l’inesorabilità di un rullo compressore. Se a ciò si aggiunge la cooperazione inter arma, l’impres­ sione avutane è stata quella di una macchina veramente paurosa, tale da far tremare, una volta messa in moto, non solo un ipotetico nemico ma anche chi la manovra, tanti e tanto micidiali sono gli elementi che la compongono, tutti fra di loro coordinati, che presuppongono consumata perizia di direzione, tec­ nicismo e senso di responsabilità dei quadri, elevato grado di addestra­ mento in tutti e, per alimentarne

l’esercitazione di Passo S. Pellegri­ no è stato l’atto finale di un in­ tenso periodo di preparazione sen­ za della quale non sarebbe stato possibile conseguire i risultati con­ statati. Preparazione tecnica e pre­ parazione alpinistica, chè entrambe, per le truppe alpine, devono an­ dare di pari passo per dare all’uo­ mo quel dominio di sè, nell’elemen­ to naturale particolarmente avverso, che solo può consentire il più red­ ditizio sfruttamento dei mezzi. L ’addestramento estivo è iniziato, in ambiente alpino, ancora nel me­ se di maggio con le scuole di tiro. Ne è seguito, particolarmente inten­ sivo, l’addestramento nelle sedi esti­ ve, dalle quali i reparti si sono poi dispersi nelle nostre montagne per un periodo di escursioni di com­ pagnia e di batteria particolarmen­ te orientato al movimento ed alla attività alpinistica di massa. Interi reparti, con armamento al comple­ to, hanno affrontato itinerari ed ascensioni che, normalmente, co­ stituiscono per l’alpinista medio im­ prese impegnative. I l Pelmo, l’Antelao, Punta Penìa, Cima Fradusta, il Cimon della Pala, la Grande di Lavaredo, scalate nel corso di que­ ste escursioni, tra un trasferimento e l’altro, assumevano carattere di normale addestramento mercè l’au­ silio di una organizzazione che po­ teva contare su squadre di alpieri particolarmente esperti, formatisi attraverso i corsi alpinistici di Bri­ gata, e dei quali i reparti si avva­ levano per l’attrezzatura delle vie. Squadre di soccorso composte da alpinisti provetti, in costante colle­ gamento cogli aerei della S.A.L., che dall’alto sorvegliavano il rego­ lare svolgimento delle marce, garan­ tivano sicurezza e pronto interven­ to. Non sempre il tempo meteoro­ logico è stato benigno ed alcune ascensioni condotte in condizioni particolarmente avverse hanno con­ tribuito a formare nei giovani quel­ la « scorza alpina » che è onore e vanto delle nostre truppe da mon­ tagna. Successivamente, altro perio­ do di esercitazioni di cooperazione a livello compagnia batteria, ed in-

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IN A R M “Da oggi vi chiamate Solenne giuramento alla Patria delle sei­

T A U R IN E N SE CUNEO, 31 luglio 1966. — Piazza Galimberti gremita: austera, come il vecchio Piemonte di cui Cuneo è tanta parte; chiusa e calda come una casa; grande, ma appena capace di acco­ gliere lo schieramento possente di sei­ mila Alpini. Sono le reclute della « Tridentina », dell'« Orobica », della « Ca­ dore », della « Taurinense », ed anche di reparti della « Julia » remota, aqui-

mila Penne Nere del 2° Reggimento Alpini AII'Elevazione, « Stelutis Alpinis », cantata da cento voci, sommesse ma ardenti, suscita attimi di emozione ir­ repetibile. La Preghiera dell'Alpino, cento vol­ te sentita, acquista come una « ver­ ginità », ed ogni parola germina pro­ digiosa, pregnante, originaria come una poesia. Il Colonnello Falco, portatosi accan-

lotti che tra pochi giorni spiccheranno il volo, forti, ormai, e capaci di pro­ cedere da soli, da questa capitale del­ le Cozie, verso l'estremo arco orien­ tale della nostra corona alpina. Giunge la Bandiera del 2° Reggi­ mento Alpini, un drappo palpitante e lucente di decorazioni; rassegna le truppe il valoroso Comandante della Taurinense, Medaglia d'Oro Generale Tua; poi la Messa al Campo invoca la testimonianza e l'assistenza dell'Al­ tissimo sulla promessa che seimila gio­ vani cuori stanno per formulare da­ vanti ai simboli ed alle persone che rappresentano tutta la Patria.

to alla Bandiera del Reggimento, evo­ ca l'epopea dei gloriosi Battaglioni del 2° decorati delle ricompense che viene enumerando, dai permanenti « Saluzzo », « Borgo S. Dalmazzo » e « Dronero » ai Battaglioni « Monte » e « Valle » dei complementi. La Patria, ricorda il Comandante ai giovani Alpini, è quel passato lumi­ noso, è il presente delle nostre case e delle nostre giornate operose, è l'av­ venire delle nostre aspirazioni più alte. Ad essa dobbiamo l'amore più sacro e più costante, « fiamma che arde e non consuma ». Il grido « Giuro! » risuona vera-

fine, la più complessa e conclusiva esercitazione a fuoco di Passo San Pellegrino. I l Generale Marchesi, comandante del IV Corpo d’Armata, al quale l’esercitazione forniva elementi di valutazione di tutta la attività estiva, ha voluto anche, riu­ niti attorno a sè, dopo l’esercitazio­ ne, tutti coloro che vi avevano par­ tecipato e con parole e cuore di Alpino ha porto il suo saluto ai militari dello scaglione che sarà ora congedato. Un grande avvenimento per loro: la chiusura di una paren­ tesi di doveri e di sacrifici al ser­ vizio della collettività. Comune ope­ razione per Quadri e Reparti, pre­ ludio ad un nuovo ciclo addestrativo senza soluzioni di continuità,

Rino Cazzoll

CUNEO, 4 agosto 1966. — Alla presenza della Medaglia d’Oro Ge­ nerale Tua, si è svolta oggi nella caserma Battisti l’austera cerimo­ nia della cessione del comando del 2° Rgt. Alpini (C .A.R .) da parte del Col. Giovanni Falco al Col. Renato Villa. Dopo aver rievocato ai reparti in armi, in rapida sintesi, oltre due anni di feconda attività addestrativa da cui le Brigate Alpine han­ no tratto la continua linfa vitale, il Col. Falco ha espresso agli Uffi­ ciali ai Sottufficiali, ai Graduati ed agli Alpini del 2° la sua fiera gra­ titudine per l’appassionata collaborazione prestatagli per le sempre maggiori fortune del Reggimento. Esaltando con viva commozione la somma di valore e di sacrifici che essa rappresenta, il Col. Falco ha quindi consegnato la gloriosa bandiera del Reggimento al suo suc­ cessore Col. Renato Villa, presen­ tandolo al Corpo nella sua leggen­ daria veste di strenuo combattente pluridecorato al Valor Militare, ed ha ordinato alle truppe, con la so­ lenne formula rituale, di ricono­ scerlo come nuovo comandante « in nome del Capo dello Stato ».

Cap. Marcello Bosonetto

cuore della città, tra due ali di po­ polo plaudente. Sono impeccabili, solide, scintillan­ ti: uno spettacolo di energia, di salu­ te e di saldezza morale, una visione di speranza. Speranza, certezza, fede in un av­ venire italiano degno delle tradizio­ ni: è il commento che chiude la ce­ rimonia, come fiorito spontaneamente su ogni bocca di tanti veterani che ancora una volta sono venuti da ogni parte d'Italia a questo ideale fraterno incontro tra presente e passato.

Cap. M arcello Bosonetto

GIURAMENTO DEGLI ALLIEVI UFFICIALI DEL 44° CORSO E DEGLI ALLIEVI COMANDANTI DI SQUADRA

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Vefficienza e la continuità, un’orga­ nizzazione logistica di pari impegno. Troppo complessa per poterne dare anche un cenno sommario que­ sta organizzazione, ma sta di fatto che gli attori operanti alla Campagnazza di S. Pellegrino avevano die­ tro di sè organizzazioni efficienti g funzionali, fornite dai Servizi del­ la Brigata, in grado di alimentare il gruppo tattico operante nella sua azione di movimento e di fuoco se pur sfuggite all’osservazione degli spettatori perchè decentrate e mi­ metizzate, come in caso vero, per diminuirne la vulnerabilità. Quello che intendiamo invece sottolineare, in coincidenza col ri­ torno dei reparti alle sedi stanziali dopo una lunga assenza, si è che

mente « alto e possente », come il Comandante l'ha invocato, grido di fe­ de e di amore che si confonde con le note dell'Inno Nazionale e lo scro­ scio degli applausi di mille e mille parenti ed amici venuti da ogni valle e da ogni città a questa solenne fe­ sta del popolo. Poi, come in trionfo, le compagnie sfilano per il Corso Nizza, pulsante

L ’imponente schieramento delle reclute del secondo scaglione 1966 in Piazza Galimberti

CAMBIO DI COMANDANTI AL REGG. ALPINI

Truppe eliportate arrivano sul terreno dell’esercitazione per alimentare l ’azione in profondità

DEL 12° CORSO PRESSO LA SCUOLA MILITARE ALPINA Il 28 agosto, presso la Scuola Mili­ tare Alpina di Aosta, ha avuto luogo al cerimonia del giuramento degli Al­ lievi Ufficiali del 44° Corso e degli Allievi Comandanti di Squadra del 12° Corso. Presenziavano alla cerimonia il Ge­ nerale Comandante della Scuola, gli Ufficiali ed i Sottufficiali del Presidio di Aosta, numerosi familiari degli al­ lievi. Dopo la celebrazione della Messa al campo, Il Comandante del Reparto Cor­

si AUC-ACS ha letto il messaggio in­ viato dal Capo di Stato Maggiore del­ l'Esercito, illustrando quindi il signifi­ cato dell'atto solenne che gli allievi si apprestavano a compiere. Al termine della cerimonia I Reparti hanno sfilato dinanzi alla bandiera del­ l'Istituto, fra i calorosi applausi del pubblico e la commozione dei fami liari giunti per l'occasione ad Aosta.


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CASSANO

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O TTO BRE

Commemorazione del Cinquantenario della scomparsa del Generale Perrucchetti fondatore delle truppe Alpine

Il Capitano di S.M. Giuseppe Domenico Perrucchetti che ideò la costituzione, nell’ambito dell’Esercito Italiano, di un Corpo di Truppe Alpine

La S e z i o n e di M i l a n o e d il G r u p p o di C a ssa n o D ’A d d a in o n o r e del f o n d a t o r e del C o r p o Non è noto a tutti gli italiani, e forse neppure a tutti gli Alpi­ ni, che, il 5 ottobre di quest’an­ no, ricorre il cinquantenario del­ la morte del Generale Perruc­ chetti, l’ideatore dei Reparti Al­ pini. Era doveroso che la Sezione A.N.A. di .Milano, e in particola­ re il Gruppo di Cassano d’Adda (la cittadina dove il Generale è nato) ed è sepolto), onorassero in questa circostanza la figura deU’Uomo che con la sua intui­ zione e la sua ferma volontà lot­ tò per dare allltalia il Corpo del­ le Penne Nere. Dire « lottò » è parola appro­ priata, perchè anche allora, come in ogni tempo, le idee nuove stentavano ad affermarsi ; tanto che in campo militare e politico non mancò chi si oppose alla realizzazione della affascinante proposta di Perrucchetti: « Si ponga a guardia delle porte d’Ita­ lia un certo numero di Compa­ gnie Alpine, cioè reclutate nella regione montana ». E ’ interessante leggere i com­ menti suscitati da questo proget­ to in quel tempo, intorno al 1871-72. « Con tale reclutamento regionale — giunse a dire un ge­ nerale di allora — non potrete ottenere sufficiente disciplina: a­

vrete delle Compagnie di contrab­ bandieri e non di soldati ». Chi avesse ragione, lo dimostra tutta intera e senza eccezione la storia dei Reparti Alpini, dalia loro fondazione ad oggi. E oggi, la Sezione e il Gruppo dell’A.N.A. di Milano e di Cassa­ no d’Adda si sono trovati in un grave imbarazzo, quando si è trattato di escogitare il modo mi­ gliore per onorare la memoria del Generale Perrucchetti. Monumen­ ti, lapidi, cippi, targhe, vie e piaz­ ze intitolate al suo nome esisto­ no già in molte parti d’Italia, bi­ sognava fare qualcosa di diverso per il Padre degli Alpini. E allora a Milano e a Cassano d'Adda si fece strada una idea, un’idea proprio da Alpini, la più semplice e la più bella: per ono­ rare la memoria di un padre, co­ sa c’è di meglio che dimostrare quanto degnamente e virilmente sia cresciuta la sua famiglia, e come i figli e i nipoti si man­ tengano nel tempo saldi e in gamba, legati alla familiare tra­ dizione di dovere e di onore al di là di ogni migliore speranza iniziale? Bene: e allora documen­ tiamo con una mostra fotografi­ ca la vita degli Alpini in pace e in guerra, il Generale da lassù capirà la nostra buona intenzio­

gli alunni delle Scuole locali, ver­ ranno deposte corone di alloro al Monumento ai Caduti, al al Mo­ numento ed alla Tomba del Gennerale Perrucchetti. Ore 21 - Grande spettacolo pi­ rotecnico sulle rive del fiume Adda.

ne, gli farà piacere vedere che ci diamo d’attorno per Lui in questo modo. Così è nata l’idea della Mostra e del Concorso Fotografico. Si pensava che dovesse venirne fuo»i una cosa ristretta, fatta un po’ m famiglia, senza pretese; e in­ vece, appena conosciuta l’iniziati­ va, ecco giungere le adesioni da ogni parte d’Italia, la cosa si fa grossa più del previsto, attira l’attenzione e tocca la sensibilità di italiani di ogni categoria. Buon segno, è tanto onore che sponta­ neamente va al Generale Perruc­ chetti, un uomo che merita dav­ vero di essere onorato e ricor­ dato. Peccato che l’ora attuale incal­ za sempre più rapidamente, e ri­ caccia inesorabile nel loro tempo uomini, fatti, prospettive; tutto si attutisce, sembra disperdersi; ma basta aprire un libro, ascol­ tare una voce che pare lontana, e tutto ridiventa attuale, uomini e problemi si affiancano a noi e al nostro tempo, e insegnano. Voglio dire, ad esempio: il Ge­ nerale Perrucchetti è nato nel 1839 ed è morto da cinquantanni. Uomo d’altri tempi, perciò. Eppu­ re, con quanta autorità e nobiltà la voce del vecchio generale esce dalle pagine che egli scrisse nel lontano 1907 e sovrasta e bolla le querule litanie dei modernissi­ mi obiettori di coscienza: « An­ ch’io, vecchio soldato, vado gri­ dando pace! Ma pace con giusti­ zia ed onore, la pace di chi ri­ spetta e vuol essere rispettato; di chi vuole, ad ogni costo, per sè e per le generazioni venture, il sicuro godimento della indipen­ denza e della libertà, guadagnate dai nostri martiri a prezzo di tan­ to sangue ». Giulio Bedeschì

Ore 9.15 - Ammassamento degli in­ tervenuti al Raduno in Via Divona. Ore 9.45 - Ricevimento delle Auto­ rità presso il Palazzo Comunale. Ore 10-10.30 - Sfìlamento del Cor­ teo degli Alpini per Via Vittorio Veneto, Piazza Garibaldi - ed ammassamento delle Sezioni in Piazza Perrucchetti, di fronte al Monumento eretto al Fondatore delle Truppe Alpine. Ore 10.40-11.20 - Messa al Campo celebrata dal Vescovo di Cre­ mona. Ore 11.20 - Parole di saluto rivolte dal Sindaco di Cassano d’Adda, alle Autorità ed Alpini interve­ nuti alla manifestazione. Ore 11.30 - Celebrazione della ricorrenza a cura dell’oratore ufficiale Dott. Giulio Bedeschi. Al termine della cerimonia visi­ ta delle Autorità alla Mostra di fotografia alpina. Ore 16 - Presso il Cinema Giardi­ no, premiazione dei vincitori del concorso di fotografia alpina per il Trofeo G. D. Perrucchetti. Chiuderà la manifestazione una esibizione di canti alpini eseguiti dal Corpo A.N.A. di Milano.

Il program m a delle m anifestazioni di Cassano d'Adda dal 2 al 16 ottobre

Gli automezzi provenienti da Est (Autostrada Venezia-Milano) devono uscire al Casello di Trezzo d’Adda (10 km. circa prima di Cassano) ; gli automezzi provenienti da Sud (Autostrada del Sole) devo-

La grande manifestazione di Cassano d’Adda tenacemente vo­ luta ed accuratamente organizza­ ta dalla Sezione di Milano e dal Gruppo locale, si sta avviando al più brillante successo. E ’ sin d’ora assicurato l'inter­ vento di molte alte Autorità civili, militari e religiose fra cui, in rap presentanza del Ministro della Di­ fesa, il Gen. C. A. Giovanni Verando, comandante della Regione Militare N. O. Alla celebrazione del giorno 16 ottobre presenzierà inoltre il Pre­ sidente Nazionale dell’A.N.A., Dot­ tor Ugo Merlini, accompagnato da numerosi componenti del Consi­ glio Direttivo che faranno corona al Labaro nazionale. Alle Autorità Centrali è stata chiesta la presenza di un Reparto d’onore alpino con Bandiera e fanfara. Siamo certi che gli Alpini delle nostre Sezioni, specie di quelle più vicine, non mancheranno di essere presenti alla significativa celebrazione. Le varie fasi della manifestazio­ ne si svolgeranno secondo il se­ guente orario: 2 ottobre Ore 10.30 - Presso il Salone del­ l’Asilo Infantile di Cassano d’Ad­ da, inaugurazione della Mostra re­ lativa al concorso di fotografia al­ pina per il Trofeo G. D. Perruc­ chetti. La Mostra sarà aperta al pub­ blico: — Domenica 2 ottobre: dalle ore 13 alle 22; — sabato 8 ottobre: dalle ore 13 alle 2 2 ; — domenica 9 ottobre: dalle ore 9 alle 22; — sabato 15 ottobre: alle ore 13 alle 22; — domenica 16 ottobre: dalle ore 9 alle 16. Sabato 15 ottobre Nel corso del pomeriggio, a cu­ ra della Sezione di Milano, del Gruppo di Cassano d'Adda, e de­

Domenica 16 ottobre

N otizie u tili per gli A lp in i che in te rve rra n n o alla m anifestazione Norme per l’afflusso delle auto­ vetture e degli autopullman:

nc uscire al Casello di Lodi, pro­ seguendo quindi per Spino, Rivol­ ta, Cassano. Organizzazione dei posti di tappa sugli itinerari di afflusso a Cas­ sano Saranno in funzione dalle ore 7 del 16 ottobre. Posto di tappa n. 1: Ponte sull’Adda (provenienze da Est) sulla sulla Statale Padana. Posto di tappa n. 2: Stazione dei tram interurbani (provenienze da Ovest) sulla Statale Padana. Posto di tappa n. 3: Stazione Ferrovia dello Stato e strada Rivoltana (provenienze da Sud). Posto di tappa n. 4: Cascina Vol­ ta (provenienze da Nord, auto­ strada Milano-Brescia). Posto di tappa centrale in Cas­ sano d'Adda: funzionerà presso il Municipio di Cassano dalle ore 13 di sabato 15, con funzione di cen­ tro informazioni per gli interve­ nuti al raduno. Agevolazioni A) Tutti i ristoranti, trattorie ed osterie sono stati convenzio­ nati per un servizio di pasti al prezzo fisso di L. 1300 (escluse le bevande); B ) Nei giorni di sabato e dome­ nica sarà in funzione in Piazza Garibaldi un banco di vendita do­ ve gli Alpini potranno acquistare a prezzi di particolare convenien­ za materiale foto-cinematografico, radioline, dischi di canti alpini, pubblicazioni alpine, ecc.

La G iu rìa del C oncorso fo to g rafico di Cassano Presidente: Dott. Roberto Mapelli. Rappresentante Ministero: Col. Al­ do Raserò. Componente designato dalla Se­ zione di Milano: Dottor Giulio Bedeschi. Componente designato dal Grup­ po di Cassano: Prof. Andrea Giudici. Critico d’arte: Dott. Ezio Croci, Direttore della « Rivista Foto­ grafica » e « Primi Piani ».


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L 'A L P I N O

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I L 29G E N N A IO 1967 A L N E V E G A L (Belluno)

Il 1 Campionato nazionale di sci di discesa dell’A. N. A. I l Consiglio Direttivo Nazio­ nale, per aderire al desiderio reiteratamente espresso da alcu­ ne Sezioni e, con particolare in­ sistenza, da nostri Soci delle classi più giovani, ha deciso di far svolgere nella stagione in­ vernale 1966-67, in via speri­ mentale, oltre al tradizionale Campionato nazionale di sci di fondo, anche il 1° Campio­ nato nazionale di sci di discesa. Poiché è da prevedere un grande afflusso di concorrenti, si rende necessaria la disputa di gare eliminatorie, a carattere regionale od interregionale, al fine di portare alla finale na­ zionale un ristretto numero dei migliori. La Presidenza, pertanto, ha sollecitato la collaborazione delle Sezioni per l'espletamen­ to della fase eliminatoria. La disputa della finale nazio­ nale avrà luogo domenica 29 gennaio 1967, al Nevegai (Bel­ luno), e coinciderà, per luogo e per data, con la chiusura del le Esercitazioni Sciistiche Con­ clusive delle Truppe Alpine . dando occasione, nella circo­ stanza, ad un simpatico signifi­ cativo incontro tra gli Alpini sciatori in armi e gli Alpini scia­ tori in congedo. Nel prossimi numeri daremo ulteriori notizie sulla organizza­ zione di questa nostra importan­ te manifestazione. Intanto riportiamo qui ap­ presso, per tempestivo orienta­ mento dei nostri sciatori, il Re­ golamento della gara.

I l r eg o la m e n to di gara ART. 1. — L ’A.N.A. indice, con la collaborazione per la fa­ se eliminatoria di alcune Sezio­ ni che verranno tempestiva­ mente precisate, e con l'ausilio della Sezione di Belluno per la finale nazionale, il Io Campio­ nato Nazionale di discesa dell’A.N.A. La disputa della finale nazio­ nale verrà effettuata domenica 29 gennaio 1967, al Nevegai (Bel­ luno), in coincidenza di luogo e di data con la chiusura delle esercitazioni sciistiche conclu­ sive delle Truppe Alpine. ART. 2. — Si disputeranno le seguenti eliminatorie: — Io raggruppamento: Sezio­ ni del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; — 2° raggruppamento: Sezio­ ni della Lombardia; — 3° raggruppamento: Sezio­ ni di Bolzano, Trento e Ve­ rona; — 4° raggruppamento : restan­ ti Sezioni delle Tre Venezie; — 5° raggruppamento: Sezio­ ni deH’Emilia-Romagna e del­ l'Italia Centrale e Meridionale; — 6° raggruppamento: Sezio­ ni all'estero. Le eliminatorie dovranno es­ sere ultimate entro il giorno 15 gennaio 1967 e gli ordini di arrivo ufficiali relativi a cia­ scuna eliminatoria dovranno essere trasmessi dalle Sezioni organizzatrici alla Sede Nazio­ nale dell'A.N.A. - Via Marsala 9 - Milano, entro e non oltre H 20 gennaio 1967.

ART. 3 — Al Campionato Na­ zionale di Sci di discesa dell’A.N.A. possono partecipare tutti i Soci in regola col tesse­ ramento dell'anno in corso ed entro i limiti di età di cui al successivo Art. 4. ART. 4 — I concorrenti sa­

raggruppamenti di merito, sa­ rà stabilito dalla Giuria. ART. 9 — Il tempo massimo, per ogni singola categoria, sa­ rà dato dal doppio del tempo impiegato dal vincitore. ART. 10. — Per lo svolgimen­ to, sia delle eliminatorie sia

discesa (slalom gigante) dell’A.N.A., per l'anno 1967, il con­ corrente che avrà segnato il miglior tempo sul percorso di gara nella finale nazionale. ART. 13 — Le iscrizioni alle eliminatorie dovranno essere indirizzate alle Sezioni organiz­

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in considerazione solo se pre­ sentati alla Presidenza del Co­ mitato Organizzativo delle eliminatorie o della finale nazio­ nale, un'ora prima della estra­ zione a sorte dei numeri di partenza e devono essere fatti per iscritto ed accompagnati da un deposito di L. 2000, rimbor­ sabili a reclamo accolto. ART. 15 — Eventuali reclami di carattere tecnico, accompa­ gnati da deposito di L. 2000, rimborsabili a reclamo accol­ to, dovranno essere inoltrati alla Giuria, per iscritto, entro mezz’ora dalla pubblicazione delle classifiche. ART. 16 — Con l’iscrizione alla gara i concorrenti e le Se­ zioni accettano integralmente il presente Regolamento, solle­ vando l'A.N.A. (Sede Nazionale e Sezioni organizzatrici) da ogni responsabilità per even­ tuali danni che sopravvenisse­ ro ai concorrenti stessi o da questi procurati a terzi, prima, durante e dopo lo svolgimento della gara.

Il N e v e g a i

Il teatro della gara

ranno suddivisi nelle seguenti categorie : l3 categoria : Soci A.N.A. tes­ serati F.I.S. di 1* e 2a categoria; 23 categoria: Soci A.N.A. sino ai 35 anni di età (nati cioè nel 1933 e successivi); 3a categoria : Soci A.N.A. dai 36 ai 45 anni di età (nati cioè dal 1923 compreso al 1932 com­ preso). ART. 5 — Alla finale nazio­ nale saranno ammessi, per cia­ scuna eliminatoria: — i vincitori di categoria; — un numero proporzionale di concorrenti tratti da una classifica generale comprenden­ te tutti i classificati in tempo massimo di tutte e tre le ca­ tegorie in gara, che verrà pre­ cisato dalla Sede Nazionale dell’A.N.A., alle Sezioni interes­ sate, dopo che alla Sede Nazio­ nale medesima saranno perve­ nute dalle Sezioni organizzatri­ ci delle eliminatorie, le classifi­ che ufficiali. Quanto sopra in ragione del fatto che, per imprescindibili necessità organizzative, il nu­ mero dei partecipanti alla fina­ le non potrà superare il livello di 60 unità. ART. 6 — La prova si svolge­ rà, per tutte e tre le categorie, sia nelle eliminatorie sia nella finale nazionale, con la formu­ la dello slalom gigante, su un percorso di circa 1,500/2 km. di sviluppo, con 4/500 metri di di­ slivello di discesa e con 30/40 porte di passaggio obbligato. ART. 7 — Le prove si svol­ geranno a cronometro. La partenza sarà data con in­ tervalli di 1’ tra un concorren­ te e l ’altro. ART. 8 — 11 sorteggio, per

della finale nazionale, valgono le norme contenute nel « Rego­ lamento tecnico per le gare di sci » della F.I.S.I. ART. 11 — Saranno compila­ te le seguenti classifiche, sia per le eliminatorie sia per la finale nazionale: a) una classifica individuale per ogni singola categoria; b ) una classifica generale in­ dividuale comprendente i clas­ sificati in tempo massimo di tutte e tre le categorie di gara; c ) una classifica generale per squadre di Sezioni A.N.A. Questa classifica verrà com­ pilata prendendo in considera­ zione i primi sei classificati in ciascuna delle tre categorie, as­ segnando ad essi fi seguente punteggio : — al concorrente primo clas­ sificato: punti 12; — al concorrente secondo classificato: punti 10; — al concorrente terzo clas­ sificato: punti 8; — al concorrente quarto clas­ sificato: punti 6; — al concorrente quinto clas­ sificato: punti 4; — al concorrente sesto clas­ sificato: punti 2. Sarà proclamata vincitrice la Sezione che avrà ottenuto il maggior numero di punti, com­ plessivamente, nelle tre catego­ rie. In caso di parità di pun­ teggio tra due o più Sezioni, l ordine di classifica delle Se­ zioni verrà stabilito sulla base della graduatoria raggiunta, nella classifica generale indivi­ duale, dallo sciatore meglio classificato delle Sezioni in bal­ lottaggio. ART. 12 — Sarà proclamato Campione nazionale di sci di

zatrici ( l ’indicazione delle Se­ zioni organizzatrici di ciascuna eliminatoria saranno rese note sul periodico nazionale « L ’Al­ pino » ) e dovranno giungere non oltre le ore 16 del giorno precedente alla gara, accompa­ gnate dalla tassa di iscrizione di L. 300. Le iscrizioni, inoltrate dalla Sezione di appartanenza del concorrente, dovranno contene­ re le seguenti indicazioni; — cognome e nome del con­ corrente, anno di nascita, in­ dirizzo; — per i classificati di la e 2* categoria F.I.S.I., il numero della tessera F.I.S.I. ART. 14 — Eventuali reclami riguardanti la posizione sociale dei singoli atleti saranno presi

A ridosso dei principali centri della pianura veneta si erge, ad altitudini comprese fra i 1610 ed i 1764 metri, il crinale costituito dal Col di Faverghera, dal Col Toront e dal Col Visentin. Roccioso e scosceso sul versan­ te Sud, che incombe sulla pianura veneta, il crinale degrada invece a Nord, verso Belluno e la Valle del Piave, per un fronte di 10 chilometri, con delle ampie diste­ se a fondo erboso dalle pendenze più o meno accentuate, per ada­ giarsi infine, a 1000 metri di alti­ tudine, nell’Alpe del Nevegai. Da Belluno vi si accede, in un quarto d’ora d’auto, per una co­ moda strada asfaltata. La perfetta esposizione, l'ineguagiiabile conformazione del terre­ no e l’abbondante e duraturo in­ nevamento fanno del Nevegai la palestra ideale per lo sport della neve. ★

Distanze chilometriche alcune località dal Nevegai Bergamo . . . . Bologna . . . . Bolzano , . . . Brescia . . . . C o m o ................. Cuneo . . . . Firenze . . . . Genova . . . . Milano . . . . Padova . . . . Tarvisio . . . . Torino . . . . Trento . . . . Trieste . . . . Udine . . . . Verona . . . . Vicenza . . . .

km. 278 238 126 226 333 529 345 446 318 226 192 462 122 192 130 170 127


LA SEDE NAZIONALE DELL’ A. N. A. Il suo funzionamento Via Marsala 9 - Milano è un in­ dirizzo noto a molti appartenenti al­ l'Associazione in quanto è la sede del­ la Presidenza Nazionale alla quale fan­ no capo le varie Sezioni dislocate in Italia e all'estero. Non altrettanto no­ ta è l'attività che vi si svolge. Dalle richieste più svariate che pervengono dalle Sezioni, Gruppi o singoli si ha l'impressione che molti abbiano idee piuttosto vaghe su quella che è la consistenza e la funzione della Sede Nazionale della nostra Associazione. Taluni forse la immaginano quale un complesso centro direzionale dove una qualunque domanda, anche la più impensata, dovrebbe trovare immedia­ ta risposta. All'Adunata Nazionale di Venezia si presentò all'ufficio infor­ mazione un Alpino bergamasco a chie­ dere notizie di un certo Mario, ca­ pogruppo di non so quale paese, e se ne andò molto scoraggiato per il fatto che il compianto Colonnello Landi Mina — allora segretario dell'As­ sociazione — non conoscesse il « ca­ pogruppo Mario ». Certamente quella manchevolezza significava per lui, una deficienza organizzativa, senza render­ si minimamente conto dell'impossibi­ lità da parte del Segretario Centrale di conoscere gli oltre duemila capi­ gruppo, esistenti, a quell'epoca, in Ita­ lia e all'estero. Altri probabilmente la immaginano quale un enorme emporio capace di soddisfare qualunque richiesta. Al­ l'Adunata Nazionale di Milano un Al­ pino rimase molto deluso che presso la Sede Nazionale non vi fosse un giradischi che doveva servirgli per fa­ re ascoltare un disco di canzoni al­ pine. Altrettanto delusi rimasero altri Alpini che cercavano cappelli, penne e nappine dei quali erano sprovvisti. Certamente alla loro delusione avrà fatto seguito la convinzione che la Se­ de Nazionale non funzionava. Altri ancora può darsi che la im­ maginino come un piccolo ufficio do­ ve il lavoro principale dovrebbe con­ sistere nell'incollare gli indirizzi sui numeri dell'« Alpino » da imbucare poi nella cassetta « Stampe » ricordando esattamente a chi e quando vengono spediti. Più di una volta sono giunte lamentele per il mancato arrivo de « L'Alpino » chiedendo se lo stesso era stato spedito a quel dato indirizzo e in quale giorno. Vedremo, a suo tem­ po come per ogni numero de « L'Al­ pino » circa cento quintali di carta — attraverso le rotative, le varie mac­ chine e i veri uffici postali — giungo­ no agli oltre duecentomila abbonati dell'Associazione. Ecco quindi la necessità di far co­ noscere che cosa è e che cosa fa la Sede Nazionale di Via Marsala 9 in Milano. La Sede Nazionale è l'organo che, attraverso la sua funzione continua­

la corrispondenza, compie le operazio­ ni necessarie per l'elaborazione, la composizione, la stampa e la spedi­ zione del periodico « L'Alpino », dà pratica realizzazione organizzativa alle due grandi manifestazioni annuali, Adunata Nazionale e Campionato Na­ zionale di Sci, all'Assemblea annuale dei delegati, ai Congressi dei Presi­ denti Sezionali e della Stampa Alpina,

E' noto — o quanto meno do­ vrebbe essere noto — che gli organi direttivi dell'Associazione sono il Pre­ sidente Nazionale, il Comitato di Pre­ sidenza e il Consiglio Direttivo Na­ zionale. E questi organi si avvalgono, per l'espletamento delle loro funzioni direttive, della Sede Nazionale. Questa — attraverso l'operato dei suoi uffici — elabora idee e propo­ ste per il perfezionamento dell'atti­ vità sociale, provvede al disbrigo del­

L'ufficio del Segretario Centrale ha una attività che non può certo essere condensata in un breve formulario. Mi limiterò a citare alcune delle at­ tività di rilievo. Tra queste il di­ sbrigo della corrispondenza. Sarà op­ portuno ricordare alcune cifre per da­ re un'idea del lavoro svolto. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 1965 sono stati spediti dai vari uffici della Sede

soci e di 2.816 Gruppi, si può avere un'idea della mole di lavoro che ne consegue. Ho già detto che il lavoro di ela­ borazione, preparazione, stampa de « L'Alpino » sarà oggetto di un'ampia trattazione a parte. Mi limito ora a trattare la parte che riguarda l'ufficio che ha come compito operazioni varie inerenti a

Il salone delle riunioni del Consiglio Direttivo Nazionale ad ogni altra attività che faccia capo alla Presidenza Nazionale. La Sede Nazionale è ubicata in un moderno appartamento della superfi­ cie di mq. 285,36 di proprietà del­ l'Associazione, costituito da un gran­ de salone per le riunioni del Consi­ glio Nazionale e da sei locali per uf­ fici oltre ai servizi. Per l'assolvimento dei suoi compiti si articola nei seguenti uffici: ufficio del segretario centrale (Generale Vida e signorina Mariagrazia ) ; ufficio am­ ministrazione (Maresciallo M andich); ufficio de « L'Alpino » (signorine Ro­ sanna e Rosangela). Quindi appare evidente che il « Quartier Generale » — per usare un termine di moda — non è eccessi­

L ufficio de « L ’Alpino » dove su apposite targhette metalliche conservate in una serie di sette armadi sono documentati in cognome, nome e indirizzo tutti i duecentomila soci dell’ A.N.A* tiva, dà modo all'Associazione di svol­ gere la sua complessa attività.

Le sue possibilità

vamente numeroso e questa afferma­ zione verrà avvalorata dall'esame del­ la mole di lavoro che è destinato a svolgere. Il Segretario Centrale è responsa­ bile del buon funzionamento di tutti gli uffici della Sede Nazionale, coor­ dina il lavoro assegnando i relativi compiti ad ognuno e adempie alle funzioni di capo del personale. E' inoltre direttore responsabile del pe­ riodico dell'Associazione € L'Alpino » del quale parleremo diffusamente in un prossimo articolo.

Nazionale, lettere, circolari, plichi, pac­ « L'Alpino » quando già è stampato, chi per un totale di 16.035 pezzi con l'ufficio de « L'Alpino ». una spesa di lire 646.243. Tra questi L'ufficio provvede (direttamente o le risposte alle richieste e alle do­ tramite una ditta specializzata) al­ mande più svariate dalle quali si l'approntamento di una targhetta di comprende come molti non abbiano alluminio con nome, cognome e in­ un'idea esatta delle reali possibilità dirizzo per ciascun iscritto all'Asso­ della Sede Nazionale. Altre attività del­ l'ufficio del Segretario: studi intesi a ciazione, sulla base degli elenchi in­ perfezionare l'attività sociale da sot­ viati dalle Sezioni. Ogni mese, valen­ toporre all'approvazione degli organi dosi di queste targhette, provvede aldirettivi; organizzazione, con la col­ laborazione della Sezione locale, del-f l'Adunata Nazionale; organizzazione, con la collaborazione della Sezione competente per territorio, del Cam­ pionato Nazionale di Sci; organizzazio­ ne dell'Assemblea annuale dei delega­ ti; organizzazione del Congresso dei Presidenti di Sezione e della Stampa Alpina; istruzione e inoltro al Mini­ stero della Difesa delle proposte di onorificenze cavalleresche inviate dal­ le Sezioni e approvate dal Consiglio Direttivo Nazionale; istruzione delle proposte di concessione di sussidi da sottoporre all'esame della apposita Commissione; istruzione pratiche rela­ tive ad immobili o terreni delle Se­ zioni ed inoltro al Ministero Difesa. L'Ufficio Amministrazione è tenuto dal Maresciallo Mandich e vi sovraintendono saltuariamente, per la firma legale e necessarie direttive, il teso­ riere ed un dottore commercialista. L'ufficio amministrazione provvede a tutte le incombenze amministrative che fanno capo alla Sede Nazionale e tiene la contabilità in modo sem­ plice e razionale al fine di avere una situazione periodica mensile progressi­ va. Vario e complesso è il lavoro che fa capo a questo ufficio che tratta la parte contabile con le varie Se­ zioni e con i fornitori. Provvede per l'invio alle Sezioni delle tessere so­ ciali, dei bollini annuali, dei distin­ tivi, degli stampati per l'iscrizione all'A.N.A., del materiale vario messo in vendita dalla Sede Nazionale. Prov­ vede per la riscossione dei relativi importi curando che le partite con­ tabili di ciascuna Sezione trovino adempimento nei tempi prescritti. Inoltre tiene aggiornato lo specchio della forza delle Sezioni e provvede per la raccolta dai reparti delle do­ mande di iscrizione di m ilitari alle armi da smistare alle Sezioni di ori­ gine dei m ilitari stessi per quando andranno in congedo. Tenuto conto che l'Associazione conta oggi 83 Sezioni delle quali 9 s ta ff all'estero per un totale di 196.878

la stampa delle fascette occorrenti per la spedizione de « L'Alpino » al soci. L'approntamento delle fascetta, effettuato contemporaneamente con due macchine, comporta nove giorni di lavoro e la cosa non meraviglia se si pensa che le fascette sono oltre duecentomila. L'ufficio provvede inol­ tre ad approntare le fascette richie­ ste dalle Sezioni per la spedizione dei giornali sezionali. E — normal­ mente — sono le Sezioni più nume­ rose: Bergamo 11.987 soci, Trento 1 1.482 soci, Torino 10.526 soci. Annualmente provvede all'aggiornamento degli elenchi nominativi dei so­ ci appartenenti alle varie Sezioni. Allo scopo invia alle stesse due copie del fascettario riunite in due registri, uno dei quali viene restituito con le do­ vute variazioni per l'aggiornamento. Le fascette con gli indirizzi vengo­ no poi passate ad una apposita agen­ zia che provvede a farle incollare sui giornali avuti dalla tipografia. Questa — a grandi linee — l'at­ tività della Sede Nazionale. Ma quanti rivoli e rivoletti si diramano dalle principali attività citate! E quante esi­ genze grandi e piccole debbono essere soddisfatte perchè l'Associazione sia in grado di far fronte alle molteplici attività connesse ai suoi scopi e alle sue finalità! A questo punto l'immancabile cri­ tico dirà: « Ma allora Milano è la sede del fasso tuto mi! ». E' facile rispondergli. Non abbiamo fatto questo lungo discorso per creare l'errata convinzione che tutto quello che fa l'Associazione promani da Mi­ lano. E' noto che sono i Gruppi e le Sezioni che mantengono viva e vitale l'Associazione, che ne aumentano la forza, che la portano verso le più alte realizzazioni. E sono gli Alpini che, all'ombra del gagliardetto del Gruppo e del ves­ sillo della Sezione, danno esempio — in questa Italia discorde e disunita — di fraternità, cameratismo, amore per la Patria, culto delle tradizioni. Ma l'attività delle Sezioni e dei Gruppi è ben nota ed apprezzata e non ha bisogno di essere illustrata. Questa lunga chiaccherata vuole fa­ re unicamente conoscere i limiti del­ le possibilità della Sede Nazionale. E forse molti, nel leggerla, si accorge­ ranno di aver chiesto o di aver pre­ teso troppo dalla Sede Nazionale di Via Marsala 9.

Aldo R a s e i*

due “veci,, sempre in qamba


1966

A SCHIO

DEE. PASUBIO

Ottomila Penne Nere sfilano davanti ai iMinistro della Difesa On. Tremelloni

L ’On. Tremelloni, col Sindaco di Schio e col Capo eli Stato Maggiore dell’esercito uen. ae assiste alla sfilata degli Alpini N el ricordo commosso delle « pen­ ne mozze » del Btg. « al Leogra >> gli Alpini della terra vicentina si sono dati convegno a Schio in oc­ casione della loro annuale adunata provinciale. Con entusiasmo ed af­ fetto la città del Pasubio ha of­ ferto per la prima volta ospitalità agli Alpini, ospitalità grande e su­ periore ad ogni più rosea aspetta­ tiva e concretizzata in un abbrac­ cio fervido e gioioso a « veci » e « bocia » , abbraccio reso vieppiù appassionato dal ricordo dei Cadu­ ti, di quanti hano dato la loro vita nelle steppe di Russia e fra i monti di Grecia e Albania. Ma Schio ha voluto ricordare soprat­ tutto i suoi Caduti, quelli del « Val Leogra », di quel reparto che nel corso dei due conflitti mondiali si coperse di gloria in tante occasioni e che fu formato per la maggior parte dai giovani delle sue valli. Ad una manifestazione così pal­ pitante di amor patrio, di ricordi, di forza e di virilità, di scanzonata allegria non poteva mancare il con­ senso del Governo. Così il Pasubio, così Schio hanno avuto l*onore di ospitare il Ministro della Difesa, on. Roberto Tremelloni, « vedo » fra i « veci », capitano di quel glo­ rioso reggimento che fu il 5° Alpi­ ni. Accolto .dal sottosegretario agli esteri, seri. Giorgio Oliva, dal Comm. Carlo Gramola Sindaco di Schio, dal Sindaco di Valli del Pasubio, prof. Facci, dal Presidente della Se­ zione A.N.A. di Vicenza, avv. Periz, e dalle massime autorità civili e militari della provincia, il M i­ nistro, dopo aver passato in rasse­ gna il picchetto d'onore formato da

una compagnia del Gruppo « Pie­ ve di Cadore » , ha deposto al Col­ le Bellavista nel sacello che custo­ disce i resti dei cinquemila Caduti del Pasubio, una corona di alloro. In precedenza le autorità aveva­ no deposte altre corone ai monu­ menti ai Caduti di Schio e della zona e si erano recate a Sette Cro­ ci (q. 2230 del Pasubio) in devoto pellegrinaggio per ricordare tutti i Caduti e per deporre una corona sulla tomba dell'eroico Gen. Rossi. Una messa è stata celebrata nella chiesetta degli Alpini, sotto il Den­ te del Pasubio, da mons. France­ sco Galloni, vecchio cappellano mi­ litare Alpino, che all’omelia ha ri­ volto commosse parole nel ricordo di quanti su quelle vette martoria­ te, in uno scenario quasi lunare, seppero combattere e morire perchè il Veneto e l’Italia rimanessero li­ beri, seguito nell'argomento anche da un altro vecchio cappellano mi­ litare, don Michele Somma. Nel pomeriggio, a Schio, il M i­ nistro della Difesa, dopo aver reso omaggio ai Caduti raccolti nel chio­ stro ossario della SS. 7 rinita, ha presenziato alla sfilata dei gruppi Alpini, sfilata aperta dalla fanfa­ ra della Brigata « Orobica » e da una batteria in armi del 6° Rgt. Artiglieria da Montagna della Bri­ gata « Cadore ». Erano presenti sul palco delle autorità gli on. Rumor, Dall’Armel­ iina, Cengarle, D i Valmarana, Fornaie e Vicentini, il prefetto dott. Castellucci, il Capo di Stato Mag giore dell’Esercito Gen. De Loren­ zo con numerosi ufficiali superiori fra cui il Gen. Adami, ex coman­

Raduno A lp in o

sidente della Amministrazione Pro­ vinciale prof. Treu ed il Col. Suppi, che partecipò, il 10 luglio 1916 alla sfortunata impresa di Monte Corno di V aliarsa, che si conclu­ se con la cattura di Cesare Batti­ sti e Fabio Filzi. Dopo lo sfilamento dei Gruppi, in piazza Statuto, padre Ignazio Faccin, ultimo cappellano del « Val Leogra » , ha celebrato la S. Messa ed ha ricordato all’omelia con com­ mosse parole i Caduti Alpini. Han­ no parlato poi il Presidente della Sezione A.N.A. di Vicenza, avv. Periz, che tra l’altro ha auspicato una pronta ricostituzione del vec­ chio e glorioso Btg. « Vicenza » , il Sindaco di Schio comm. Carlo Gra­ mola e il sottosegretario agli esteri, sen. Oliva, che ha recato al M i­ nistro il saluto del comitato d’o­ nore della adunata. Per ultimo ha preso la parola il Ministro Tremelloni, il quale, dopo aver tracciato un’ampia ed esau­ riente panoramica della situazione del fronte e delle armate italiane nel corso della grande guerra, ha avuto parole di elogio per quanti combatterono sul Pasubio e sulle altre montagne vicentine, in quanto con il loro sacrificio impedirono al­ le truppe austroungariche di dila­ gare nel Veneto. Dopo aver rilevato come gli ita­ liani debbano ancor oggi rifarsi alla storia per apprezzare al giu­ sto valore i sacrifici fatti, il M in i­ stro, rivolgendosi alle forze armate ha detto: « Le forze armate ricor­ dano con reverente e orgoglioso pensiero queste lontane giornate di

l u ic iu u ,

dante del « Val Leogra » , il Gen. Bicone, costruttore della strada del­ le 52 gallerie del Pasubio, il Pre­

Entusiasmo popolare per le Penne Nere

a B r o n ip e r onorare la

m em oria della \l. O . Franco Adagnam Il Raduno indetto il 4 settem­ bre scorso dal Gruppo « Broni » per onorare la memoria della M. O. Gen. Franco Magnani, non poteva aver esito più imponente. Le rappresentanze delle Sezioni di Milano, Piacenza, Pavia, Par­ ma, Novara, Savona, Varese, Do­ modossola, Cuneo, Pordenone, Lecco ecc., hanno risposto con entusiasmo e fede al richiamo dei « Veci e Bocia » dell’Oltrepò Pa­ vese. Hanno presenziato alla riusci­ tissima manifestazione il Dottor Magnani, figlio della defunta M.O., le M. O. Zani e Cesari, i Vice Pre­ sidenti Nazionali Gen. Musso e Avv. Prisco, Gen C. A. Lorenzotti e Gen. Battisti, il Gen. Comiani, il Ten. Col. M°.rchisio in rappre­

sentanza della Scuola Militare Al­ pina di Aosta, il Ten Col. Sensale Capo di S.M. della Brigata «Tauri­ nense», il Vice Prefetto di Pavia, il Preside della Provincia, ecc. Dopo la Messa al Campo, un migliaio di Alpini circa, hanno sfilato per le vie cittadine pave­ sate di tricolore, ricevendo il cal­ do tributo della popolazione, che esprimeva il proprio entusiasmo con lancio di fiori. Al Monumen­ to dei Caduti, corone di fiori e d’alloro sono state deposte dagli Alpini di Broni e di Ispra. Dopo il ringraziamento rivolto a tutti dal Ten. Brondoni, il Ge­ nerale Musso, oratore ufficiale, ha ricordato la splendida figura della M. O. Gen. Magnani, padrino del

gloria e di dolore, queste lontane ore di sforzo immane e di sacrificio. Ricordano i loro Caduti, inimitatabili nell’altezza del tributo genero­ so; ricordano i generosi superstiti; ricordano e ricorderanno sempre queste montagne e queste popola­ zioni, cioè l’ambiente maestoso in cui si svolsero battaglie senza cal­ colo degli immani costi umani che si resero necessari. Le forze armate — ha proseguito l’on. Tremelloni — questa grande nobile famiglia che è parte viva del Paese, ripre­ sentano oggi le armi agli Eroi del Pasubio, ora tutti allineati per noi nella nostra commossa memoria in battaglioni ideali di cittadini esem­ plari cui la Patria deve una non effimera gratitudine. Iti questi osti­ nati difensori delle nostre posizioni — ha detto ancora l’oratore — ci è caro ritrovare la forza mate­ riale e morale di un Paese che di­ fende a viso aperto e senza restri­ zioni mentali ciò che giudica fon­ damentale per la propria esistenza, il territorio e gli istituti di un pa­ cifico e solidale Paese libero, cioè il concetto stesso di Patria in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue accezioni migliori ». A l termine dell’applaudito discor­ so il Ministro ha lasciato la città, mentre in Municipio seguiva il ri­ cevimento dei Capigruppo della Se­ zione da parte del Sindaco, dcll’avv. Periz e del Capogruppo del « Val Leogra » maestro del lavoro Nicola Cengherle con la consegna dei premi ai Gruppi maggiormente distintisi nel corso dell’adunata. Pin o M archi

Gruppo, leggendario eroe. Uomo di cristallina purezza e incrolla­ bile fede alpina. Hanno parlato anche l ’A w . Pri­ sco, ricordando alla popolazione e spiegando alle Autorità Comunali, le quali brillavano per il loro as­ senteismo, cosa sia e cosa voglia significare un Raduno Alpino. L ’On. Castelli, per la Sezione di Pavia, ha chiuso la serie degli oratori. Dopo un festoso « rancio », nel pomeriggio, musiche e canti al­ pini. La Fanfara del 2° Alpini, quella dell’A.N.A. - Sezione di Varese - ed il Coro Alpino della Val Tidone hanno ricevuto gli scroscianti ap­ plausi della popolazione, allietata dalle loro impeccabili esecuzioni.

Costituito presso la Sez. di Torino il Gruppo fam iglie Penne Mozze Una interessante e nobile iniziativa, particolarmente caldeggiata dal Pre­ sidente ing. Fanci, è stata presa dalla Sezione di Torino con la costituzione del « Gruppo Famiglie Penne Mozze ». E' la prima volta, a quanto di consta, che in seno ad una Sezione dell A.N.A. viene costituito un Gruppo del gene­ re. Anche per questo l'iniziativa tori­ nese merita di essere sottolineata. Il nuovo Gruppo — che raccoglie­ rà i congiunti dei soci caduti in guer­ ra o scomparsi in tempo di pace — ha già predisposto un programma di massima di attività, comprendente tra l'altro una Messa annuale di suf­ fragio per le Penne Mozze, la forma­ zione di un Album ricordo con le fo­ tografie degli scomparsi ed altre ini­ ziative. Il Gruppo — i cui appartenenti ri­ ceveranno in omaggio mensilmente il giornale sezionale « Ciao Pais » — è presieduto dalla signora Guglielmina Civardi, vedova di un fondatore delt'A.N.A., Ernesto Civardi, scomparso or è un anno.


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L' A L P I N O

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DALLE

SEZIONI

A L L ’E S T E R O

ARGENTINA Anche in Argentina è stato ricordato l’olocausto di Cesare Battisti Domenica 31 luglio nei locali della Reduci di Guerra, la Se­ zione Argentina ha commemora­ to il 50° anniversario del martirio di Damiano Chiesa, Cesare Batti­ sti e Fabio Filzi, alla presenza del Console Generale Dott. Roberto De Cardona, del Cav. del Lavoro Col. degli Alpini Ing. Agostino Rocca, dell’A w . Dionisio Petriella, Presidente della Dante Alighie­ ri e della Feditalia, del Prof. Pao­ lo Giordano, Presidente della Con­ comitaba ed il Direttorio della Re­ duci, del Col. Casalini Dal Bo, Presidente della U.N.U.C.I., del Dott. Zilio, Presidente del Circolo Trentino col labaro di Trento, di numerose signore, del Gruppo Al­ pino di Florencio Varela col suo gagliardetto e di oltre 250 Alpini. Dopo la benedizione, fatta dal Cappellano Alpino Prof. Mecchia, di un impressionante quadro, raf­ figurante la deposizione di Cesare Battisti, dopo la sua impiccagio­ ne, il Cap. Zumin lo consegnò al Prof. Giordano illustrando il si­ gnificato di tale atto. Il Prof. Gior­ dano nel prenderlo in consegna, ringraziò dell’offerta che viene a testimoniare accanto ai 762 volon­ tari italiani residenti in Argentina che parteciparono alla Guerra di Liberazione e che non tornarono più alle loro case, l’olocausto dei Volontari Trentini. Al termine della celebrazione della Santa Messa, accompagnata dal Coro Alpino diretto dal mae­ stro Fraccaroli, il Cappellano in un breve sermone e con parole di alto significato spirituale pose in ribevo la grandezza e la bellezza eroica dei martiri per la Chiesa e dei martiri per la Patria, dopo di che il Col. Alpino Giovanni Host Venturi pronunciò il discor­ so commemorativo.

Alpini e Andini hanno festeg­ giato il « Dia del Montañés » Con regolare decreto, la « Segreteria de Guerra » ha istituito il 5 agosto come a Dia del Montañés », trattan­ dosi di una data che coincide con l ’anniversario della Madonna della Neve », venerata dagli uomini di mon­ tagna di tutto il mondo fin dall’anno 1600. Già i Generali San Martin e Belgano la indicarono come protrettrice dell’Esercito argentino; e le trup­ pe da montagna di questo Paese la hanno sempre festeggiata con fervido culto. Quest’anno, per la prima volta, la ricorrenza è stata celebrata con so­ lennità ufficiale. L ’Ispettorato delle Truppe da Montagna Argentine, con squisito senso di gentilezza fraterna, ha voluto che alla cerimonia parte­ cipassero anche i nostri Alpini. Così, sabato 5 agosto alle nove dì sera, in un maestoso salone del Mi­ nistero della Guerra, la banda sin­ fonica dell’Esercito, ha eseguito un concerto, svolgendo un programma di musica italiana in onore degli ospiti (fra cui spiccava il coro sezionale dedi ’A.N.A. nelle sue fiammanti unifor­ m i), davanti a un numeroso pubblico costituito, in gran parte, dalle rap­ presentanze militari del Presidio di Buenos Aires e dei vari addetti mili­ tari delle Ambasciate straniere. Invitati speciali erano un centinaio di Alpini, col loro cappello, accompa­ gnati dalie rispettive consorti. Ld ca­ peggiavano il presidente Cap. Giusep­ pe Zumin e il Consiglio Direttivo (Sezionale. Era la prima volta che un gruppo da civili interveniva a una manife­ stazione indetta in tale sede. E’ si­ gnificativo che l ’onore sia toccato al­ le nostre « penne nere », figure sim­ boliche del fior fiore delle nostre vir­ tù nazionali. Il coro, diretto con vera perizia dal maestro Fraccaroli, sd è dimostra­ to all’altezza della situazione e ha ricevuto calorosi applausi. Granatieri di San Martin e Fanti in antiche uniformi rendevano gli onori all’entrata del salone, tutto ad­ dobbato di piante e fiori. Quando gli invitati si erano già ac­ comodati ad loro posti, è entrato il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito

argentino Generale di Divisione Iavicoli, accompagnato dal Cap. Zumin e dal Col. di Stato Maggiore Petrelli, Capo dell’Ispettorato delle Truppe da Montagna. Prima che il concerto avesse Inizio, il Col. Petrelli spiegava il significato della cerimonia e rivolgeva un saluto a tutti i presenti, con particolari pa­ role di amicizia nei riguardi dei ca­ merati Alpini. Subito dopo, la banda sinfonica, composta da centotrenta elementi, co­ minciava l ’esecuzione di uno sceltis. simo repertorio di brani d’opera, rive­ lando quello stile impeccabile che ne fa uno dei migliori complessi del mondo. Applaudìtissima è stata la presen­ tazione del coro delle « fiamme ver­ di », che ha intonato le più espres­ sive canzoni di pace e di guerra, di cui un annunciatore illustrava via v i» il valore storico e sentimentale. Il concerto è finito verso mezzanot­ te. Prima di ritirarsi il Gen. Iavicoli si congratulava con i due bravissimi maestri: quello della Banda e quello del Coro. Dopo di che, il Cap. Zu­ min ringraziava lui e gli altri ufficiali superiori per l’onore concesso agli Alpini d’Italia. Ancora una volta, dunque, i nostri « scarponi » hanno dimostrato che non soltanto in guerra sanno tener fede alle loro nobili tradizioni, ma anche quando si trovano oltre oceano, a mi­ gliaia di chilometri dalla Patria.

Trionfale esordio del Coro Sezionale dell’A.N.A. al Teatro « Coliseo » di Buenos Aires Domenica 7 agosto, la vasta sala del « Coliseo » di Buenos Aires è stata testimone d’uno spettacolo eccezionale. A un certo momento, millecinquecento voci, erompenti dalla platea e dalla balconata, si sono unite a quelle del Coro Sezionale dell’A.N.A. che faceva il suo esordio ufficiale sul palcosce­ nico del bellissimo teatro. Innumerevoli connazionali e ar­ gentini avevano aderito a questa inizativa del patriottico sodalizio, annunciata anche dalla stampa e dalla radio. L ’affluenza del pub­ blico è cominciata fin dalle prime ore del mattino. Nessuno voleva mancare a un avvenimento di così singolare rilievo. Facevano gli onori di casa il Cap. Giuseppe Zu­ min, Presidente Sezionale, e la sua gentilissima consorte. Fra le autorità e personalità pre­ senti, si notavano il Col. di Stato Maggiore Hector Petrelb, Capo dell’Ispettorato delle Truppe da Montagna Argentine; il Dott. Ita­ lo Lo Basso, in rappresentanza del Console Generale; il Dott. Vin­ cenzo Lunetta, cancelliere del Consolato Generale; l ’Avv. Dioni­ sio Petriella, Presidente della Fe­ derazione delle Società Italiane e della Soc. « Dante Alighieri » ; il Prof. Paolo Giordano, Presidente della Federazione delle Società Corbattentistiche; il Comm. Dot­ tor Mario Basti, direttore del <<Corriere degli Italiani », e m ol­ tissimi altri di cui ci sfugge il nome. Anzitutto, veniva proiettato il prim o dei cortometraggi in pro­ gramma, messi tutti a disposizio­ ne degli organizzatori dalla corte­ sia del Tenente Alpino Dott. Ma­ rio Jahier, Direttore della Ferrania. Si trattava d’una splendida serie d’inquadrature e di sequen­ ze sul paesaggio del Fitz Roy. Subito dopo, attraverso gli altoparlanti sistemati in vari punti della sala, una voce calda e sua­ dente cominciava a spiegare la ge­ nesi e il significato delle canzoni che il Coro Sezionale si appresta­ va a cantare. Aperto il sipario, il complesso appariva schierato in perfetta formazione, elegantissimo nelle nuove uniformi, e dava su­ bito inizio alla sua prestazione, condotto dall’eccellente Maestro Fraccaroli, un artigliere da mon­ tagna che ne aveva curato l ’adde­ stramento per parecchi mesi. L ’esecuzione è stata impeccabi­ le. Vecchie e nuove canzoni di guerra e di pace, nella purezza del loro testo originale, sono sta­

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te interpretate con un affiatamen­ to e un rigore che ne rendevano tutta la potenza espressiva. Il fer­ vore di questi uomini si è comu­ nicato al pubblico, che non sol­ tanto non si è stancato di accla­ marli e chiederne il « bis », ma anche, come si è detto, ha unito le proprie voci a loro. L ’esibizione corale si è avvicen­ data con altri cortom etraggi; due sul Sud patagónico, uno sul mer­ cato di fiori a San Remo, uno su una manovra di Alpini in alta montagna e un quinto sui campi di battaglia nei dintorni di Go­ rizia. La chiusura dello spettacolo ha sfiorato l ’apoteosi. Fra grida e ovazioni, tutti i presenti hanno in­ tonato il classico m otivo: «... Sul cappello che noi portiamo ». Questo successo ratifica l ’assi­ duo impegno delle nostre « penne nere », sempre animate dal nobile proposito di ravvivare nella no­ stra collettività quel sentimento di Patria che la distanza fisica non deve affievolire.

Assemblea del Gruppo dell’A.N.A. di Florencio Varela Domenica 28 agosto, presso la Società Italiana « La Patriottica » di Florencio Varela si sono riuni­ ti gli Alpini del C uppo di tale città per la loro Assemblea. Accolto con grande entusiasmo dai numerosi presenti è interve­ nuto pure all’Assemblea il Presi­ dente Sezionale, Cap. Giuseppe Zumin accompagnato dal consi­ gliere sezionale Cesare Porro. Nominato per acclamazione pre­ sidente dell’Assemblea, il Cap. Zu­ min invitava il Capogruppo Leo­ nardo Tambosco ad esporre la re­ lazione morale che veniva appro­ vata ed applaudita dai presenti, come pure la relazione finanziaria presentata dal tesoriere Zanella. La elezione dei Soci che dovran­ no guidare nei prossimi due anni le sorti del Gruppo Florencio Va­ rela ha dato il seguente risultato: Capogruppo: Leonardo Tambosco; Vice Capogruppo: Gortani Ermacola; Segretario: Repetto Giusep­ pe; Tesoriere: Zanella Antonio; Revisore dei conti: Tonesi Luigi; Consiglieri: Sforza Giuseppe, Boccalon Ivio, Barazzutti Fortunato, Brun Siimo, E lio Leita. Prima di dichiarare sciolta l ’As­ semblea, il Cap. Zumin ha rivolto ai presenti il saluto di tutte le « penne nere » della Sezione. Ha elogiato i componenti del Gruppo per il loro entusiasmo che li fa partecipare sempre numerosi alla vita della Famiglia Alpina, dando infine direttive e consigli per la futura attività e sviluppo del Gruppo. Terminata la riunione è stato offerto ai presenti un bicchierata che si è conclusa con i tradiziona­ li canti della montagna.

SVIZZERA Benedetto il gagliardetto del nuovo Gruppo A.N.A. con partecipazione ufficiale di autorità svizzere Giornata luminosa — e non soltanto di cielo azzurrissimo — quella di domenica 10 luglio a Zugo, per la letizia degli Alpini di quel nuovo Gruppo e per la gioia di tutta la numerosa colo­ nia italiana che nel Cantone è per ragioni di lavoro. La partecipazione ufficiale del­ le autorità municipali svizzere, con la musica della città, il ser­ vizio d’onore fornito dalla polizia e l’intervento del comandante mi­ litare della piazza era anche a rettifica del velenoso commento di un giornale svizzero di lingua tedesca in occasione della analo­ ga cerimonia del 22 maggio a Pfàffikon, nel Cantone di Zurigo. Diverse centinaia di Alpini con­ fluiti da ogni parte della Svizzera e rappresentanze di Sezioni giun­ te dallTtalia, si sono stretti attor­ no agli Alpini del nuovo Gruppo di Zugo ed al suo gaghardetto, la cui benedizione è avvenuta all’a­ perto, subito dopo il Vangelo du­ rante la Messa celebrata nel cor­ tile della Missione italiana da Don Ricci, con tanti italiani re­ sidenti a Zugo.

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Nobile il discorso pronunciato dal cappellano Don Ricci in ar­ gomento alla manifestazione, vi­ brante atto di amor patrio. Madrina del nuovo gagliardetto la figlia del dinamico Capogrup­ po De Martino, signorina Lore­ dana, grazioso e gentil fiore del­ la bella gioventù italiana all’e­ stero. Dopo la Messa, si è formato un ordinatissimo corteo di diverse centinaia di Alpini convenuti per la manifestazione, con alla testa la banda cittadina di Zugo, la polizia del posto, i vessilli della Sezione Svizzera e di diverse Se­ zioni italiane, autorità italiane e svizzere e numerosi cittadini ita­ liani e svizzeri incolonnatisi in coda al corteo, è sfilato per le vie della cittadina. In assenza, per causa di forza maggiore, dell’Ambasciatore d’I ­ talia a Berna, ha presenziato alla manifestazione il Console Genera­ le d’Italia a Zurigo, Dott. Meschinelli. Dopo la sfilata, ammirata ed applaudita, gli Alpini di Zugo hanno voluto rendere omaggio al Monumento dei militari svizzeri caduti neH’adempimento del do­ vere durante la mobilitazione del 1940-45, deponendo una corona di fiori con nastro tricolore. Al rancio, nel vasto salone del Casinò (oltre cinquecento com­ mensali!) sedevano al tavolo d’o-

nore molte autorità, fra le quali, il Magg. Gmur, infaticabile ed en­ tusiasta presidente della Sezione Svizzera, il signor W. Hegglin, Capo della Polizia, rappresentan­ te ufficiale della Città di Zugo, il Comandante militare della piaz­ za, Magg. Hr. Steiner, il Segreta­ rio di Zugo, Dott. Hagenbuch, il Cap. Tartarotti in rappresentanza del Consolato italiano di Zurigo, il bravo, meritevole Capo Gruppo De Martin, la madrina signorina Loredana De Martin, il Cappella­ no della Missione italiana Don Primo Ricci, molte signore, i rap­ presentanti della Colonia italiana, del Centro sociale italiano delle ACLI, ed il benemerito signor Bernasconi di Gènevienne. Il Presidente Nazionale ed il C.D.N. erano ufficialmente rap­ presentati dal T.Col. Barello, presidente della Sezione « Alto Adige ». (Questa, intervenuta con alcuni suoi dirigenti). Ai tavoli sedevano i Capi Gruppo dei mol­ ti Gruppi A.N.A. della Svizzera oltre ai rappresentanti delle Se­ zioni e Gruppi italiani. Dopo il vibrante saluto del Pre­ sidente della Sezione Svizzera Magg. O. Gmur, che ha reso omaggio alle autorità ed agli ospiti, il presidente della Sezione di Bolzano ha recato l’adesio­ ne cordiale ed affettuosa del Pre­ sidente nazionale Dott. Merlini e quella del C.D.N.

D A L L E S E Z I O N I IN I T A L I A R IN G R A Z IA M E N T O Il Presid ente N azio nale, nella im p o ssib ilità di fa rlo p e rso n alm en te, d alle colonne de « L 'A lp in o » rin g razia tu tti i soci che dai luoghi di ville g g ia tu ra lo hanno rico rd a to .

A b r u z z i

Sul Gran Sasso d’Italia Il Gruppo di Pescara ha eretto, nel Vallone delle Cornacchie, una stele in memoria del suo segretario Ten. Silvio Scatozza, tragicamente perito durante la traversata in sci del ghiac­ ciaio del Calderone. La benedizione è stata impartita da don Perottini, cappellano del B. A. R. « Julia », alla presenza di molti Alpini, alpinisti e simpatizzanti saliti dalle provincie di Pescara, L ’Aquila e Teramo. Una squadra del B.A.R. ha cantato « Stelutis Alpinis » ed il trom­ bettiere ha suonato il silenzio fuori ordinanza, fra la commozione gene­ rale. Il consigliere sezionale Cap. Bia­ gio Rosa, di Teramo, ha portato il saluto della Sezione e letto un mes­ saggio del Presidente Cap. Adelelmo Brancadoro. Assisteva anche il consi­ gliere sezionale dott. Raffaele Cieri Pugliese, Capo Gruppo di Pescara.

All’Aquila Su invito del Sindaco la cittadinan­ za ha entusiasticamente accolto la Bandiera dellTl0 Raggruppamento Al­ pini d’Arresto ohe ha sfilato per i corsi tra la folla plaudente. In serata il Comune e la Sezione hanno offerto una cena in onore del Coman­ dante Col. Silvestrini, cui hanno par­ tecipato anche il Gen. Mautino, Co­ mandante della Zona Militare, il Col. Capostagno, Comandante del Distret­ to ma proveniente dal comando di un Battaglione Alpino, nonché il Ten. Col. Benetti, Comandante del B.A.R. « Julia ». I l giorno successivo ha avuto luogo ili solenne giuramento delle reclute, come sempre grandioso e suggestivo, cui hanno assistito numerosi familiari fra cui una comitiva di oltre cin­ quanta proveniente da Piacenza sotto la guida dell’infaticabile ed appassio­ nato Presidente della Sezione A.N.A. rag. Govoni cui siamo stati lieti di aver potuto dare una modesta ma fraterna collaborazione. Alla cerimonia sono stati presentì molti soci e parecchi nostri Capi Gruppo nonché quasi tutti i dirigen­ ti sezionali rimasti, poi, ospiti del B. A.R. per la colazione e la seduta del Consiglio Direttivo.

Ad Alfedena E ’ stato inaugurato il monumento »1 « Selciatore » per onorare la me­ moria di tanti e tanti modesti ma utili operai che hanno esercitato tale

caratteristico mestiere diffusissimo in paese. Poiché la grande maggioranza di essi aveva prestato servizio nelle truppe alpine è stato indetto dal lo­ cale Gruppo con a capo il solerte Caporale Di Giulio un riuscito raduno della zona dell’Alto Sangro con Tintervento, malgrado il giorno feriale, di circa duecento Alpini di undici gruppi. La Sezione è stata rappresen­ tata dal Ten. Col. Iacobucci. Il dir scorso ufficiale, alla presenza del Sot­ tosegretario agli Interni, on. Gaspari, è stato pronunciato dal nostro consigliere nazionale gr. uff. Giuseppe Persia, fondatore del Gruppo e dirigente sezionale da lunga data. Ha prestato servizio con fanfara e pic­ chetto il B.A.R. « Julia » dell’Aquila.

A Castel del Monte Si è rinnovata la tradizionale Ras­ segna degli ovini con la partecipa­ zione di molte migliaia di pecore con i relativi allevatori e pastori, quasi tutti Alpini in congedo. Gentilmente invitata, la Sezione vi ha delegato il Ten. Col. Iacobucci ed il I Cap. Mucciante, Capo Gruppo di Castel del Monte ed Ispettore di Zona, che ha approfittato dell’occasione per un* proficua propaganda ed il ricupero di un Gruppo dormiente. Molti premi sono stati concessi a nostri soci. E* seguito il pranzo della bella pinet* della Vetica.

Ad Androdoco (R ieti) Il Gruppo, con il suo Capo Tonine Emanuele Galgani, è in pieno fer­ vore per la organizzazione dell’Adu­ nata Interprovinciale che è stata rirv viata a domenica 23 ottobre. Sono state già diramate circolari di preav­ viso e programma di massima. Più precisi particolari saranno presto dif­ fusi. Il Gruppo conta sul servizio del­ le fanfare del B.A.R. « Julia » del­ l’Aquila, della Scuola Forestale di Cittaducale (quasi tutti Alpini) oltr» che della propria e di quella di Cantalice. L ’appuntamento è fissato per le or« 9.30 circa all’ingresso della cittadina dal lato di Ascoli Piceno. E organi»zata una colazione sociale nelle va­ rie trattorie, a condizioni di favor», per coloro che si saranno tempestiva­ mente prenotati. Nel pomeriggio del sabato 22; gare di marcia in montagna e di tiro alla fune per squadre civili e militari. Richiedere informazioni al Gruppo. •

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Alpini modenesi caduti per la Pa­ tria. A ricevere gli intervenuti era­ no i componenti l ’apposito Comi­ tato Alpino cav. Baldoni, il Cap. pino Sartori il quale, oltre che Domenica 3 luglio si è svolto a dott. Paladini, il Cap. dott. Ber­ portare il saluto della gente caCamerino il tradizionale raduno nardi ed il Presidente sezionale merinese agli intervenuti, sottoli­ annuale degli Alpini marchigiani. Magg. cav. Piefermi con i com­ neava come Camerino, per le sue Sin dalle prime ore, inni e canti ponenti il Consiglio direttivo del­ tradizioni e per aver dato un con­ hanno risvegliato la popolazione. la Sezione modenese. tributo di sangue notevolissimo in Anche il tempo bellissimo ha fa­ Alle ore 10 un lungo corteo, pre­ tutte le guerre, sia la sede più vorito la manifestazione. ceduto dalla fanfara e dal Gon­ degna per un raduno alpino. I l Alle 9 è giunto il picchetto ar­ falone del Comune di Lama MoCappellano militare Alpino Monsi­ cogno, dal Labaro del Nastro Az­ mato di Artiglieri Alpini della gnor Contigiani, iniziava la cele­ zurro unitamente al vessillo sezio­ Scuola Allievi Ufficiali di Comple­ brazione della S. Messa in suffra­ mento di Foligno e poco dopo il nale e dai 41 gagliardetti del Grup­ gio dei m orti di tutte le guerre pi che formano la Sezione di Mo­ vessillo della Sezione accompagna­ rivolgendo vibranti parole agli Al­ dena, è salito alla chiesetta dedi­ to dal Presidente Sezionale Avvo­ pini. cata agli Alpini caduti in tutte cato Giuseppe Ascoli. A riceverli In Comune, il Sindaco Polzoneterano i dirigenti del Gruppo di le guerre. ti ed il presidente dell’Azienda Camerino. Avv. Napolioni e Dot­ Prima dell’inizio della Santa Soggiorno e Turismo Prof. Caval­ tor Tonnarelli e un numero rag­ Messa, officiata dal cappellano laro hanno offerto un rinfresco guardevole di Alpini camerinesi. Mons. prof, don Richelmi, sono ai radunisti ed il Sindaco ha por­ I l corteo si è mosso alle ore 9.30 state depositate corone di alloro to il saluto della città, che egli ha dal monumento Vitalini mentre la ed al termine è stata letta la definito fiera e riconoscente del­ Banda cittadina suonava inni na­ preghiera dell’Alpino. Il Gen. di l ’onore toccatogli. In maniera par­ zionali e marce alpine. Apriva la C. A. Alpino, Franco Testi, ha te­ ticolare egli ha ringraziato gli Ar­ Sfilata, impeccabile nel portamen­ nuto l’orazione ufficiale, ricordan­ tiglieri Alpini di essere interve­ to, il picchetto armato degli Ar­ do l’opera svolta dai componenti nuti. tiglieri Alpini di Foligno, da tutti il Corpo Alpino in guerra ed in Al Capo Gruppo di Camerino ed ammirati per il taglio monumen­ pace, incitando quindi gli Alpini al Sindaco sono giunte numerose tale dei componenti e per la mar­ in congedo a mantenersi fedeli lettere di ringraziamento per le zialità del passo. Seguivano: le co­ agli ideali della Patria. accoglienze che la città ha riser­ tone, recate da vecchi Alpini, il Fra le autorità abbiamo notato vato agli Alpini. Vessillo della Sezione e i gagliar­ rappresentanze del Prefetto e delLa città di Camerino desidera detti di tutti i gruppi delle Mar­ l’amministrazione provinciale, il ringraziare dalle colonne de « L ’Al­ che, il Consiglio Sezionale e circa Sindaco del Comune di Lama Mopino » il Colonnello Comandante 200 Alpini cogno, il Col. Soncini comandante della Scuola Allievi Ufficiali di Fo­ Al monumento ai Caduti prima, del distretto militare in rappresen­ ligno per aver consentito la par­ ed alle lapidi del portico Varano tanza anche del Comandante l’Ac­ tecipazione ufficiale alla manife­ poi, sono state deposte corone cademia Militare e del Presidio, il stazione di una rappresentanza in con i nastri tricolori. Seguiva il Magg. comm. Benassati, il Col. armi, impeccabile. discorso celebrativo dell’Avv. Al­ Moscardini per il Nastro Azzurro, il Cap. Mammi giunto apposita­ mente da Belluno ed altri Ufficiali in servizio di leva a cui i Coman­ danti di Corpo, con simpatico ge­ sto, avevano concesso brevi licen­ ze per presenziare alla cerimonia. Una campana votiva sull'Ortigara Molte le adesioni inviate da per­ sonalità Alpine impossibilitate ad piena collaborazione. Domenica 2 ottobre p. v. sulla intervenire e fra di esse anche Alla chiesetta del Lozze la cam­ cima dell'Ortigara verrà installata quella del Ten. Col. comm. Dalpana sarà benedetta, dopodiché una campana votiva, i cui conge­ lari trattenuto a Chiavari per gra­ verrà trasportata e installata in gni permetteranno i rintocchi al ve incidente occorso alla di lui prossimità della Quota 2105 delminimo alito di vento. consorte. Durante la cerimonia l’Ortigara, ulteriore prova che il L ’iniziativa e l’offerta della cam­ hanno prestato servizio la fanfa­ sacrificio di quegli eroici Caduti pana si deve all’A.N.A. di Rovigo ra Alpina di Montecenere ed il si rinnova e si tramanda nelle unitamente al C.A.I. ai quali la coro « Montecuccoli » di Pavullo. nuove generazioni. Sezione A.N.A. di Asiago ha dato

Omegna

Ancona

Asiago

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Prime Raduno Interregionale di Penne Nere a Tonco Il 7 agosto si è tenuto a Tonco Monferrato (Asti) il primo Radu­ no interregionale Penne Nere. V i hanno partecipato numerose rappresentanze delle Sezioni di Cuneo, Casale Monferrato e della Svizzera, nonché quelli di 39 grup­ pi delle province di Asti e Torino. Erano presenti ufficiali degli Al­ pini in servizio, autorità civili, rappresentanze di altre Armi, la fanfara del 2° Reggimento Alpini e ben 700 Alpini delle Sezioni che abbiamo sopra elencato. Rappre­ sentava il Presidente Nazionale il Consigliere dott. Astore.

G u id a le Montefosca ha ricordato i suoi figli migliori L'intera valle, che da Pulfero porta a Montefosca, si è tinta del tricolore d’Italia per la comme­ morazione che gli Alpini del Grup­ po di Montefosca, hanno deside­ rato fare, in collaborazione con l ’intera popolazione e la Sezione « M. Nero — A. Picco », a ricordo dei suoi figli Caduti per la Patria. Alla manifestazione, che ha avu­ to luogo il 21 agosto, alla pre­ senza del Gen. San Giorgio co­ mandante delle Truppe Camia, del Sen. Avv. Pelizzo, Sindaco di Cividale, dell’A w . Comelli, Asses­ sore regionale, del Col. Plasso, co­ mandante del 3° Art. da Monta­ gna, del Ten. Col. Sirotti del Pre­ sidio militare di Cividale, dei Sindaci dei comuni delle Valli del Natisone, di rappresentanze di As­ sociazioni Combattentistiche e di Arma del Cividalese e di una nu­ trita schiera di Alpini in congedo e valligiani del Natisone, Cividale, Udine, Gorizia, Torino e Bologna, ha fatto corona un picchetto ar­ mato del 3° Artiglieria e la fanfa­ ra dell’8° Alpini. La cerimonia, che si è svolta con solennità in mezzo ad un vivo entusiasmo e ad uno spirito alta­ mente patriottico, si è iniziata con la celebrazione della S. Messa fat­ ta da don Ascanio De Luca, già Tenente Cappellano della « Pustelia ». Dopo l’elevazione il Maestro Egidio Cencig, figlio di un disper­ so di Russia, ha letto i nomi dei Caduti montefoscani che la pietà degli abitanti aveva fatto incide­ re nel marmo a completamento del monumento, mentre il coro di Pulfero e la fanfara si alternava­ no nella suggestiva esecuzione di motivi alpini. Benedetto il nuovo gagliardetto intestato ai « Fratelli Menig », tre giovani del luogo immolatisi per l’Italia nell'ultimo conflitto, la manifestazione proseguiva con pa­ role di saluto del Sindaco di Pul­ fero, M'* Chiabudini, con un bre­ ve intervento del Presidente Se­ zionale, Magg. Aldo Specogna, che

aveva espresso particolare com­ piacimento per l’opera svolta dal Capo Gruppo, Emilio Specogna, dagli Alpini di Montefosca e dal­ l ’apposito Comitato. Seguiva la commemorazione uf­ ficiale tenuta da don Ascanio che con felici espressioni esaltava l’e­ roismo degli Alpini e metteva in risalto il comportamento patriot­ tico della popolazione tutta che, all’estremo lembo orientale d’Ita­ lia, dopo l’8 settembre 1943, ha saputo resistere alle lusinghe e minacce slave e rimanere fedele alla madre Patria. La cerimonia si concludeva con brevi parole del Sen. Pelizzo.

G en ova Inaugurazione di un monumento a Serravalle Scrivia Domenica 11 settembre il Grup­ po di Serravalle Scrivia ha inaugu­ rato il semplice, austero monumen­ to dedicato a tutti gli Alpini Ca­ duti, che per iniziativa di quei Soci e sotto la guida animatrice del Capogruppo Canuto Romeo, è stato eretto davanti alle scuole elementari, su terreno concesso dal Comune. Il monumento è costituito da un semplice cippo in pietre scure, col solo ornamento di un cappel­ le alpino in bronzo. Per l’occasione erano intervenu­ ti a Serravalle molti Alpini della Sezione Ligure, col Vessillo sezio­ nale e numerosi Gagliardetti di Gruppi ed hanno presenziato alla cerimonia il Prefetto ed il Coman­ dante del Presidio di Alessandria, il Vicepresidente della Sezione Dott. Cauvin e varie altre autori­ tà. Era pure presente un plotone del 2° Alpini. Dopo la benedizione del cippo la M. d’O. Padre Brevi ha detto la Messa davanti alle scuole ed ha pronunciato calde parole nel suo consueto, fervido stile; il Sindaco, Alpino, ha porto il suo saluto e finalmente il Socio di quel Grup­ po, e Consigliere Nazionale Avvo­ cato Erizzo ha pronunciato parole di circostanza rivolgendosi soprat­ tutto agli scolari presenti, spie­ gando che gli onori che si rendo­ no ai Caduti significano soprattut­ to esaltazione di chi compie il proprio dovere. Dopo la cerimonia il Gruppo ha offerto una colazione alle Autori­ tà intervenute.

M odena Domenica 28 agosto, le Incerte condizioni atmosferiche non han­ no impedito che qualche migliaio di Alpini e congiunti di Caduti della provincia di Modena e del­ l ’Emilia e Toscana raggiungessero in pellegrinaggio la chiesetta, eret­ ta sul Poggio delle Piane di Mocogno, per onorare e ricordare gli

M ondovì Benedizione del Gagliardetto del Gruppo di Pamparato Domenica 4 settembre ha avuto luogo, egregiamente organizzata dal Capo Gruppo, Prato Vittorio, e dai suoi collaboratóri, una sem­ plice ma ben riuscita manifesta­ zione alpina per l’inaugurazione e benedizione del Gagliardetto. Ne è stata Madrina la Signora Angela Manera, madre di un Al­ pino caduto sul fronte russo. Fa­ vorita da una bella giornata di sole, Pamparato ha entusiastica­ mente accolto i partecipanti al Raduno, addobbata con scritte in­ neggianti al Corpo degli Alpini. Alle ore 10.30, con in testa la Ban­ da musicale di Roburent, un cor­ teo di Autorità e Penne Nere si snodava per le vie del paese, sfi­ lando ordinatamente fra due ali di folla plaudente, e si recava di fronte alla Lapide dei Caduti e Di­ spersi di tutte le guerre, ove, al suono dell’Inno del Piave, veniva deposta una corona d’alloro. Seguiva intanto l’orazione uffi­ ciale e la consegna di oltre cin­ quanta Attestati di appartenenza alla Divisione Alpina Cuneense al­ le Famiglie dei Caduti e Dispersi ed ai Soci del Gruppo A.N.A. lo­ cale. Il corteo si dirigeva di poi ver­ so la Chiesa Parrocchiale, ove, a suffragio di tutti i Caduti e Di­ spersi, veniva celebrata la S. Mes­ sa dal Cappellano degli Alpini Monsignor Giacinto Vinay che ai piedi dell’Altare procedeva alla benedizione del Gagliardetto ed, al Vangelo, con cuore aperto e ve­ ramente da Alpino, rivolgeva ai presenti elevate e sublimi parole di circostanza. Facevano corona all’Altare, ol­ tre al Vessillo della Sezione di Mondovì e quello della Sezione Combattenti locale, numerosissi­ mi Gagliardetti in rappresentanza dei Gruppi della stessa Sezione Monregalese, i Gagliardetti, con relativa rappresentanza, dei Grup­ pi di Sale Langhe e La Morra d’Alba. La stessa Sezione Argenti­ na era rappresentata dal Caporai Maggiore Arancio Pietro. Ha fatto giungere ima sua rappresentanza 11 Battaglione Alpini Cadore, C.A.R. di Mondovì e così pure l’Arma dei Carabinieri era rappre­ sentata dal Comandante Interina­ le della Stazione di Roburent Ap­ puntato Sale Salvatore. Alle ore 12 i ristoranti locali vedevano riu­ niti, in serena e schietta allegria, Autorità ed Alpini a consumare il pranzo sociale, dopo di che per tutta la giornata è continuata la più cordiale animazione, allietata da canti e cori della montagna e da allegri concerti della Banda musicale. Una giornata di trico­ lori al vento, di fede e di passio­ ne alpina, ma soprattutto di rive­ rente omaggio per Coloro che non sono più tornati dai campi di battaglia; una giornata il cui ricordo resterà perenne nel cuore delle Penne Nere e di tutta la po­ polazione di Pamparato.

Quama Sopra

Ariò Centonara

In occasione dei festeggiamenti di Ferragosto, il giorno 14, il Gruppo di Quama Sopra ha volu­ to rinnovare il suo gagliardetto con un raduno sezionale. Madrina la gentil Signora del medico con­ dotto Ten. Medico Artigliere Dot­ tor Rondolini. La manifestazione si è svolta nella chiesetta di S. Rocco ed ha poi fatto seguito la deposizione di una corona al bel monumento che ricorda i Caduti di tutte le guer­ re del piccolo paese. I l Senatore Alpino A w . Torelli ha tenuto il discorso ufficiale con bellissime ed appropriate parole pronunciate con foga appassiona­ ta di chi veramente esprime quel­ lo che sente. Presenti il Presidente Sezionale Cav. Borioli con alcuni Consiglieri nonché numerosi Gagliardetti ed Alpini di Gruppi viciniori. Ha prestato servizio il locale Corpo Musicale « G. Quaretta ». Il rituale pranzo alpino tenuto al­ l’Alberto « Belvedere » è stato al­ lietato da un’atmosfera particolar­ mente cordiale, familiare e natu­ ralmente anche canora.

Una bella manifestazione alpina ho avuto luogo domenica 24 luglio 1966 in occasione dell’inaugurazio­ ne di una lapide posta ai piedi di una Cappella Alpina che ricorda il Ten. Geniere Alpino Fusarelli, me­ daglia d’argento al V. M., caduto sul fronte russo . La manifestazione indetta dagli Alpini del Gruppo di Artò Cento­ nara, che restaurarono anche la Cappella presso la quale si svol­ se la cerimonia, ha richiamato nu­ merosi Alpini del Gruppi vicini nonché rappresentanze delle Se­ zioni di Biella e di Novara. Presente il Cav. Balocco, in rap­ presentanza anche del Presidente Nazionale. Il Presidente Borioli, con alcuni consiglieri della Sezio­ ne di Omegna, il Cappellano Capo Don Inno Pesce ed il Sen. Alpino A w . Torelli sono pure intervenuti alla intima ed austera cerimonia. Con elevate parole hanno rie­ vocato il sacrificio del Caduto il Cappellano celebrante, durante la S. Messa, ed il Sen. Torelli a chiusura della commovente mani­ festazione. Un pranzo all’ombra di vecchi castagni protrattosi fino a tardo pomeriggio ha concluso la ma­ gnifica giornata alpina.

P arm a Adunata sezionale a Langhirano Provenienti dal monte e dal pia­ no varie centinaia di penne nere sono confluite il 26 giugno a Lan­ ghirano, per dare luogo ad una riuscitissima manifestazione pa­ triottica che ha riscosso l’adesio­ ne e la simpatia della cittadinan­ za: l’Adunata annuale promossa dalla Sezione di Parma in colla­ borazione con il Gruppo di Lan­ ghirano. Tra i vessilli, assai numerosi, oltre a quello della Sezione di Parma abbiamo potuto notare quelli delle Sezioni di Reggio Emi­ lia, di Modena, di Piacenza, di Bo­ logna, e i gagliardetti di Comiglio, di Bedonia, di Langhirano, di Sa­ la Baganza, di Fontevivo, di Me­ desano, di Ravarano, di Marzolara, di Basilicagoiano. Mentre la rappresentanza del Friuli-Venezia Giulia è stata im­ possibilitata ad intervenire, erano presenti alcune penne nere della Val d’Aosta. Fra i vari labari spic­ cavano quelli del Nastro Azzurro con le dieci medaglie d ’oro al V. M. Anche le autorità sono inter­ venute assai numerose: il vice-pre­ fetto dott. Anzalone, il Gen. Gallo comandante il Presidio di Parma, il comandante la Legione Carabi­ nieri Col. Palumbo, il comandante della Guardia di Finanza Ten. Col. Carbone, il presidente provinciale dei mutilati ed invalidi di guerra prof. Donnini, il Col. De Meglio comandante il 131° reggimento Centauro, il Magg. Tamborrini del nucleo operativo carabinieri, il Gen. De Giorgio presidente sezio­ nale, il Gen. Bruschi, il Gen. Fra­ ti, il cav. Ferri per la Sezione pro­ vinciale combattenti e reduci, il comandante dei carabinieri di Lan­ ghirano maresciallo Ori, il presi­ dente della Pro Loco geom. Simonini, il direttore della Casa di Cu­ ra Valparma dott. Cotti, il tecnico comunale geom. Poli, il segreta­ rio della sottosezione mutilati ed invalidi sig. Schianchi e tanti al­ tri. Ospite d’onore la medaglia d’oro degli Alpini Cap. dott. Zani. Alpini delle vecchie e delle nuo-

P in ero lo Commemorazione di Cesare Battisti e Fabio Filzi Domenica 24 luglio, la Sezione ha commemorato Cesare Battisti e Fabio Filzi Alpini del 6° Reggi­ mento, nel cinquantenario del lo­ ro eroico sacrificio, deponendo una corona d’alloro al monumento di Cesare Battisti, nei giardini di Piazza Garibaldi. Erano presenti: le Associazioni d’arma e combattentistiche coi lo­ ro vessilli, tre Ufficiali ed un plo­ tone di Alpini in rappresentanza delle Forze Armate, il Sindaco con due Consiglieri comunali. Il Presidente della Sezione, Ten. Col. Bruno, ha spiegato il perchè della commemorazione ed ha rin­ graziato tutti i convenuti, dopo­ diché ha ceduto la parola al Gene­ rale Faldella che con incisiva ora­ toria ha messo in luce il profon­ do significato e l’insegnamento da trarre dal sacrificio dei due Mar­ tiri trentini, in particolare da Ce­ sare Battisti uomo politico ma anche volontario combattente per il bene della sua terra. I pinerolesi richiamati dalle no­ te festose della banda, hanno fat­ to ala al passaggio del corteo sia all’andata che al ritorno degli Al­ pini nella propria sede, applau­ dendo al vessillo ed ai gagliardetti.

ve generazioni si sono ammassati in piazza del Municipio al suono degli inni della Patria e della montagna, bene eseguiti dal nuo­ vo complesso bandistico di Castrignano diretto dal maestro Dal Verme. Quindi nella sala consi­ liare il sindaco Melli, ricordando i Caduti Alpini di tutte le guerre ed accennando alla gloriosa divi­ sione « Julia » cui appartennero anche diversi concittadini, ha por­ to il benvenuto di Langhirano al­ le autorità ed agli Alpini, contrac­ cambiato dal Gen. De Giorgio che in particolare, ha ringraziato per la collaborazione e per la buona riuscita della manifestazione. Al­ le 10.15 si è formato un lungo corteo, che, per via Roma, s’è di­ retto al monumento degli Alpini per la deposizione di una corona. Per via Mazzini il corteo si è poi diretto in piazzale Corridoni do­ ve, dopo la deposizione di una corona sul monumento a tutti i Caduti ha avuto luogo la Messa al campo, celebrata dal prevosto don Francesco Percudani, il qua­ le al Vangelo ha ricordato il sa­ crificio dei Caduti. Al termine del rito, dal palco delle autorità ha preso la parola il presidente sezionale Gen. De Giorgio, il quale, dopo aver rin­ graziato autorità, Alpini e cittadi­ ni convenuti alla cerimonia ha messo in particolare risalto il si­ gnificato e la necessità di questi incontri annuali, soffermandosi poi sui problemi di carattere organiz­ zativo e sottolineando pure il po­ tenziamento della sezione che con­ ta attualmente 1874 iscritti. Il Consigliere Nazionale dottor Amighetti ha portato ai convenuti il saluto del Presidente Nazionale dott. Ugo Merlini. L ’a w . Del Prato ha concluso gli interventi ufficiali con un commos­ so ricordo per le valorose truppe alpine, inneggiando alle penne ne­ re ed all’Italia. Mentre la banda castrignanese eseguiva le canzoni della montagna, gli Alpini hanno rotto le righe per la consumazio­ ne del rancio nei ristoranti langhiranesi.

Savona Rocchetta Cairo Nel corso dell’assemblea dei soci si è provveduto alla elezione delle ca­ riche sociali. Nuovo Capo Gruppo è 6tato eletto Giovanni Briano; vie» Capo Gruppo, Paulo Rodino.

Albenga Le elezioni, svoltesi domenica 4 set­ tembre, hanno dato i seguenti risul­ tati. Eletti: Capo Gruppo Cap. Giam­ battista Piccardi; Vice Capo Gruppo Magg. dott. Francesco Merlo; Segre­ tario Carlo Poggi; Cassiere M. Livio Bertonasco; Consiglieri Cap. Clemen­ te Villa, Bartolomeo Galizia, Angelo Valle. Revisori dei conti Antonio Di Dea e Giuseppe Moreno.

Ai soci del Gruppo di Albisohl è venuta un’idea... I soci del Gruppo di Albisola, con alla testa il loro attivo Capo­ gruppo, hanno deciso di avere una propria sede. Ottenuto il consenso dalla Se­ zione, tutti si sono messi d'im­ pegno per portare a buon fine l ’impresa. Dopo aver reperito i locali, ci fu un vero e proprio fe r ­ vore di opere per sistemare la sede. L ’entusiasmo delle Penne


L' A L P I N O

1966 Nere di Albisola ha contagiato anche i non Alpini: infatti, nell’o­ pera di sistemazione, hanno pre­ stato le loro braccia villeggianti ed artigiani locali. Ogni giorno si notavano i progressi dell’intenso lavoro ed in poco tempo i locali furono ripuliti, tappezzati e deco­ rosamente arredati. Ma l ’opera non era ancora finita: mancava il campo da gioco delle bocce. Arrivò la ghiaia, qualcuno im ­ piegò gratuitamente i mezzi per la spianatura ed in poche sere tutto era completato. I l terreno venne recintato, si fissarono i pa­ li, si tese la rete metallica e fu­ rono posti i pali per la illumina­ zione notturna. Ormai tutto sembrava finito. Durante una sua visita, il Pre­ sidente sezionale comm. Siccardi, espresse il desiderio di porre, ai lim iti del campo, un palo per la bandiera. Dopo poche ore tutto era fatto. Encomiabile la fatica di tutti, e tra essi in modo particolare è be­ ne ricordare i soci Giulio Bazzano, Franco Scaglia e Angelo Saettone. I l 23 ottobre p. v. avrà luogo l ’inaugurazione ufficiale e sarà una festa veramente particolare. C ’è però ancora una cosa im ­ portante da dire: tutti i soci che per ragioni di lavoro o di svago passeranno da Albisola, si ricor­ dino di recarsi in via Mariconi. Si renderanno conto, con i propri occhi, che cosa hanno saputo rea­ lizzare i bravi Alpini di Albisola.

T o r in o

II Trofeo A.N.A. Torino Motivi di carattere organizzati* vo impediscono quest’anno di ef­ fettuare la tradizionale gara di marcia di regolarità per pattuglie, con prove di tiro a segno e sti­ ma distanza, sempre ottimamen­ te organizzata dalla Sezione di To­ rino, nei primi giorni di autunno, sulla collina torinese. A coloro che hanno più volte partecipato a questa manifesta­ zione, contribuendo con il loro simpatico entusiasmo al suo suc­ cesso, la Sezione di Torino assi­ cura che l’organizzazione della ga­ ra verrà ripresa quanto prima e sarà per tempo annunciata.

U d in e

MAGNANO IN R IV IE R A 2 ottobre 1966 Celebrazione del Sacrificio della Med. d’Oro « F. Urli » Magnano vuole nel 50° del sa­ crificio per la Patria della Medaglio d’Oro Ten. Ferdinando Urli perpetuare la nobile tempra di combattente dei più puri ideali: Fede - Patria e Famiglia. Il suo eroismo, la sua indomita certezza nei destini della Patria attestati da quanti con lui divi­ sero quegli epici momenti, ci pre­ sentano, a distanza di dieci lustri, la sua giovane figura avvolta in un alone di leggenda. Stimato ed apprezzato da supe­ riori, subalterni e soldati, sincera­ mente amato, il Ten. Urli, appar­ tenente al 4° Alpini, in tutte le azioni più rischiose e difficili, do­ ve più incombeva il pericolo, sep­ pe dare rapporto della sua ecce­ zionale tempra di combattente e di soldato.

V a r a l l o

Raduno di Penne Nere a Carcoforo Domenica 31 luglio, Carcoforo, il più piccolo Comune d’Italia, ha ospitato un raduno di Penne nere, organizza­ to dalla Sezione Valsesiana, che ha avuto la soddisfazione di veder afflui­ re, nel pittoresco paese dell’alta Val d ’Egua, numerosissimi Alpini ed al­ trettanti simpatizzanti. La riuscita manifestazione era stata promossa per onorare degnamente la figura del Ge­ nerale Antonio Cantore, morto da eroe sulle Tofane nel primo conflitto mondiale. Già al sabato pomeriggio, la squadra lavori era al campo « Toc Minoc », all'ingresso del quale troneg­ giava un enorme cartello raffigurante il Monte Rosa. Al mattino di domenica, la sveglia è stata data dalla fanfara alpina di Foresto Sesia con le note delle can­ zoni di montagna. Più tardi, una Mes­ sa al campo è stata celebrata dinan­ zi al monumento ai Caduti, eretto nel 1932 dailla famiglia del Generale Cantore in memoria del valoroso con­ giunto. Ai termine della funzione re­ ligiosa, il cap. avv. Mazzone ha pro­ nunciato il discorso ufficiale, le cui nobili ed elevate parole hanno destai to in ognuno dei presenti un senso di profonda commozione. Egli ha trat­ teggiato la splendida figura del Gene­ rale Cantore, Medaglia d’Oro al V.M., ed ha ricordato i carcoforesi caduti nell’adempimento del loro dovere ver­ so la Patria: Quazzoia, Ragozzi ed i fratelli Antonini, uno dei quali è di­ sperso. Il discorso dell’avv. Mazzone è stato alla fine salutato da uno scroscio di applausi. " ’ a cerimonia, ohe ha assunto un

tono di solennità, ha presenziato pu­ re la famiglia Cantore, che ha poi voluto seguire gli Alpini anche al rancio, ottimamente preparato dai va­ lenti cuochi del Gruppo di Foresto. Tra gli intervenuti, anche le rappre­ sentanze della Sezione di Novara, con il vessillo, e di parecchi Gruppi, con gagliardetto, tra cui quello di Peli a (Novara) che sovente partecipa alle manifestazioni della « Valsesiana ». Al pomeriggio la manifestazione si è con­ clusa con cori alpini e con la parte­ cipazione delle Penne nere alla gara di tiro a segno organizzata dalla lo­ cale Società di Tiro. La Sezione Valsesiana, mentre rin­ grazia tutti gli intervenuti alla bella manifestazione, nonché il sindaco di Carcoforo, il presidente della Società Tiro a segno ed il presidente della « Pro Loco », esprime un sentito gra­ zie al « vecio » Amilcare Bagozzi di Carcoforo, il quale, nell’occasione, ha regalato, per la capanna della Res, un nuovissimo impianto di illumina­ zione a carburo. A tutti, il più af­ fettuoso e cordiale «cia o pais! ».

V a r e s e

Convegno di Alpini a Monte Marzio « Adorna — dì faggi secolari — proteggi — Regina dei Cieli — di — noi Alpini — i focolari » Così è scolpito nel bronzo fissato alla colonna in pietra su cui posa la bella Madonnina, che gli Alpini di Marzio hanno eretto sul monte omonimo, al confine con la terra el­ vetica E la protezione della Madonna non fa mai difetto, anche quando il tempo minaccioso rende dubbio lo svolgimento della cerimonia che ogni anno, al « 29 luglio quando si taglia il grano... », avviene lassù col concor­ so dei Gruppi Alpini viciniori Chè ogni volta, al momento dì iniziare il relativo programma, il sole squarcia le nubi e il sereno si diffonde su tutta la plaga a salutare gli Alpini in festa. Dopo una sosta al Cimitero innan­ zi alla lapide dei Caduti di tutte le guerre, ove il Sindaco signor Aldo Morandi pronuncia elevate e nobili parole di circostanza, il corteo, pre­ ceduto dal valente e numeroso corpo bandistico di Bosco Valtravaglia, si reca al Monte Marzio, dove ai piedi della statua il Cappellano militare don Ubaldo Carminati del CAR di Como officia la S. Messa e al Van­ gelo illustra magistralmente la ricor­ renza; poi, all’Elevazione, si diffonde nell’aria il suggestivo canto « Stelutis Alpinis » suonato da apposito impian­ to di grammofono. Al termine della S. Messa prendono successivamente la parola l’a w . An­ tonio Violini per la Pro Loco, il qua­ le esalta lo stretto legame che unisce tutti gli uomini dell’Alpe e che negli ex combattenti si è vieppiù potenzia­ to sui campi di battaglia per gli in­ numeri pericoli incontrati; il dottor Sandro Sorbaro Siridaci, Presidente della Sezione di Varese, il quale espri­ me il suo vivo compiacimento per la bella manifestazione con parole parti­ colarmente toccanti il cuore di tutti i presenti; infine il Colonnello Caset­ ta che rievoca la fulgida figura del Tenente degli Alpini Cesare Battisti, nel cinquantenario del suo eroico olo­ causto nella fossa del Castello del Buon Consiglio di Trento, e ringrazia tutti i collaboratori che tanto hanno dato per l ’organizzazione della ceri­ monia e in particolare il signor Vit­ torio Motta, Capogruppo di Marzio, prodigatosi come sempre oltre misura. Per tutto il giorno gli Alpini con­ venuti restano fra le salutari pinete e abetaie di Monte Marzio a consu­ mare la colazione e a rallegrarsi con le nostalgiche canzoni di guerra, ac­ compagnate dalla fanfara e dai di­ schi, mentre dirigenti e invitati si raccolgono al Crotto S. Filippo a con­ sumarvi uno squisito rancio, compiotato anch’esso dal’ cori alpini.

“ONDAZIONE ACROPOLI A LP IN A -T R EN T O

liN PREZIOSO DONO DI PADRE CROSARA Padre Narciso Crosara, ex Cap­ pellano degli Alpini, con una no­ bilissima lettera, ha offerto al Mu­ seo Storico Nazionale degli Alpi­ ni la riproduzione della icona del­ la Madonna del Don, riproduzione che verrà esposta vicino ai cimeli della campagna di Russia.

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AFE ALPINA

LUTTI Ancona. — A Fermo è deceduta la signora Eugenia Pucci in Girotti ma­ dre del Capogruppo Prof. Vittorio Gi­ rotti. Il Socio Avv. Corrado Ascoli fratel­ lo del Presidente sezionale. Asiago. — Sono deceduti i Soci Col. Dr. Umberto Rigoni e Benetti Vitto­ rio di Asiago. n Socio Dal Pozzo Giovanni del Gruppo di Rotzo. Asti. — Il Socio Masengo Giovanni del Gruppo di Costagnole Lanze. J1 Socio Fondatore del Gruppo di Bubbio Santi Giuseppe. Bassano. — E’ morto il Socio Za­ netti Emilio del Gruppo di S. Gior­ gio in Perlena. E’ morto il Socio Camazzola Anto­ nio Socio fondatore del Gruppo di Cassola. E’ morto il Socio Bordignon Tarci­ sio del Gruppo di Cassola. E’ morto il Socio Fiorese Mario del Gruppo di Cismon del Grappa. Belluno. — A due mesi esatti dal Redimo dei superstiti del Btg. « Bel­ luno » è deceduto il Serg. Coletti Co­ stante valoroso combattente della pri­ ma guerra mondiale sulle Tofane e sulla Bainsizza. Il Gruppo di S. Tomaso Agordino annuncia la scomparsa del Socio Ni­ colai Giovanni Guido e del Socio De Col Giovanni per diversi anni Capo­ gruppo. Il Capogruppo di Forno di Zoldo Dr. Gianfranco Molin Pradel. Buenos Aires. — Il Socio Merotto Giuseppe di Bahia Bianca. Il Socio Dalleva Pasquale del Grup­ po di Rosario. Il Socio Della Vedova Angelo del Gruppo di Rosario. Canada. — Ad Edmonton la sig.ra Luigia Segatto suocera dei Socio Toni Nimis. Ceva. — Il Socio Voarino Enrico del Gruppo di Murazzano partecipa la scomparsa della figlia Anna Rosa. Cividale. — Il Socio Basso Egidio del Gruppo di Sanguarzo. Il Socio Fior Antonio del Gruppo di Cividale. Cremona. — E’ deceduto in Cemusco sul Naviglio il Socio Angelo Ro­ miti. E’ deceduto in Cremona il Socio Augusto del Monaco. E’ deceduto a Casalmaggiore il pa­ dre del Socio Magni Aurelio. Cuneo. — E’ deceduto a Neive il Col. Rabino Bollei. Il Socio Beltrando Fiorenzo (Berot) del Gruppo di Vinadio. Domodossola. — A Masera è dece­ duto il Socio Juretti Filippo. A Villadossola il Padre del Socio Pozzetta Mario. La moglie del Socio Mainardì Giu­ lio. La sorella Eurasia del Socio Ravaioli Alvaro. Il padre del Socio Tondetta Alfon­ so Stefano. Il padre del Socio Antonio Sciagata. La figlia del Socio Piana Enrico. Ai familiari si rinnovano le più sin­ cere condoglianze. Firenze. — Il Ten. Col. Galliano Del Soldato del Gruppo di Cortona. Gemona. — Il Socio Bernardo Gio Batta (Nedo) del Gruppo di Vinadio. Anna Calderini in Colavizza madre del Sergente Colavizza Giovanni. Con­ doglianze. LECCO. — A Madesimo è deceduto improvvisamente l’Architetto Mario Cereghini, Maggiore degli Alpini, pro­ gettista della Chiesetta costruita al Pian delle Betulle (Alta Valsassina) in ricordo dei Caduti del Battaglione Morbegno. Luino. — La mamma del Socio Um­ berto Ferretti del Gruppo di Vergobbio-Cuveglio. M ILANO. — Il Ten. Col. Dr. Gui­ do Bertarelli, Socio Fondatore dell’A.N.A. L ’Ing. Alessandro Fasana, Socio Fondatore dell’A.N.A. A Rho l’Alpino Elio Casati nel ge­ neroso tentativo di portare soccorso a persone in procinto di annegare. In Legnano è deceduto il Socio Peechio Carlo. Modena. — Il Socio Nocetti Sergio del Gruppo di Vignola. Novara. — Immaturamente ci ha la­ sciati Righini Paolo figlio amatissimo del Socio Cap. Luigi Righini. Palermo. — Improvvisamente a Ca­ tania è deceduto il Socio Col. in serv. att. Giuseppe Palermo. Sentite condo­ glianze. Palmanova. — Il Cav. Geom. Aldo Somaggio già Presidente sezionale. 'E Socio Ridolfo Giordano. Sono deceduti la mamma dei Soci Marcuzzi Giuseppe e Clemente ed il papà di Petrucci Luigi del Gruppo di Trivignano. Parma. — E’ deceduto il Socio Gras­ si Pier Domenico del Gruppo di Cor­ nigli©. E’ deceduto 11 capitano Tino Cam­ panini. Lo rioordano i « veci » del Btg. Cadore e del 3o Alpini. Pieve Cadore. — Il Socio Cesco Ga­ spare Erminio, Gruppo di S. Pietro di Cadore, grande invalido della cam­ pagna di Grecia. Pinerolo. — Il Socio Solerà Giusep­ pe del Gruppo di Riva di Pinerolo padre del Socio Guido che prese par­ te nel 1963 alle operazioni di soccorso per i sinistrati del Vajont. Sai uzzo. — La consorte del Capita­ no Giovanni Tamagno. Condoglianze dal Direttivo sezionale. E’ deceduta la moglie del Socio Ni­ colino Mario del Gruppo di Manta. Il Gen. C. A. Carlo Filippi, compo­

nente della Commissione per la * Sto­ ria delle Truppe Alpine nei primi cento anni di vita ». Torino. — Dopo lunga e penosa ma­ lattia è deceduta la signora Mirella consorte della M.O. Gen. Felice Tua, Comandante della Brigata Taurinense, e madre della signora Paola consorte del Capitano Pagiionico del 2° Alpini C.A.R. Treviso. — E’ deceduto il Socio Santo Premier. Udine. — Il Socio Filaferro Mattia del Gruppo di Pontebba, deceduto in Svizzera dove si trovava per ragioni di lavoro. Il Socio Corona Gioacchino del Grup­ po di Erto. Varallo Sesia. — Il Socio Strambo Alessandro. A Quarona il Socio Gaspare Debiaggi. La mamma del Socio Zacca Eraldo del Gruppo di Agnona. Il padre del Socio Lissone Raul del Gruppo di Borgosesia. Varese. — Gallazzi Enrico padre dell’Alpino Giannino del Gruppo di Busto Arsizio. Leoni Enrico padre dellAlpino An­ drea del Gruppo di Busto Arsizio.

¿ni, p i n i n e i M*

Abruzzi. — Di Lello Antonio di Roc­ caraso con Maria Nozzella. Brescia. — Socio Lagorio Vittorio Castegnato annuncia matrimonio con signorina Maria Rosa Barbisoni. Genova. — L ’Alpino Franco Scia­ manna con la signorina Lisetta Auizot. Cremona. — Il Socio Dr. Sandro Binaschi con la signorina Eleonora Galli. Il Socio Fantini Ernesto con la si­ gnorina Luciana Orlandoni. Palermo. — Ugo Bagnasco figlio del Presidente sezionale con la signorina Marilena Minore. Saluzzo. — Berardo Clemente Socio del Gruppo di Manta con la signorina Rinaudo Mariateresa. Varese. — L ’Alpino Cattaneo Gigi del Gruppo di Busto Arsizio con la signorina Crespi Emiliana.

^ d A D P O N C lN I Abruzzi. — Domenico nipotino di Domenico Rainaldi di Pescocostanzo. Aosta. — Luigi primogenito del Se­ gretario del Gruppo di Chambave. Breno - Gruppo di Demo. — G re­ gó rini Andrea annuncia la nascita del primogenito Giovanni. Monica dell’Alpino Gema Nunzio. Annalisa dell’Alpino Tornasi Giu­ seppe. Buenos Aires. — Il Socio Rag. Ce­ sare Porro, direttore generale della Star argentina e Consigliere seziona­ le, partecipa la nascita di un bocia venuto a far compagnia alle due so­ relline. Alla « penna nera » Porro ed alla gentile consorte sig.ra Mirella, fe­ licitazioni vivissime. Domodossola. — I Soci Fontana Alessandro, Francesco e Giancarlo di Villadossola annunciano la nascita del primo nipotino Paolo. A Villadossola è nata Maria Rita figlia del Socio Mario Missiroli. Gorizia. — Il Socio Longo Carlo annuncia la nascita del primogenito Carlo Massimo. Imperia. — A Sanremo Piattelli Al­ berto che saluta gli amici di papà. Intra. • — L ’ Alpino Avv. Giuseppe Maria Galli è lieto di annunciare la nascita del suo secondogenito Fran­ cesco Maria. Novara. — La casa del Segretario del Gruppo Novara, Balossini Giorgio è stata allietata dalla nascita del se­ condogenito Alberto. Auguri vivissimi. Padova. — E’ nato Emilio primo ni­ potino del Capitano Antonio Cagnoni. E’ nato Andrea secondo nipote del Consigliere Capitano Giuseppe De Ni­ colao. Pinerolo. — Il Socio Gennaro Emi­ liano, genero del Vice Sindaco di Cantalupa annuncia la nascita del primo­ genito Paolo. Saluzzo. — Giuliano del Socio Brondetta Albino del Gruppo di Manta. Udine. — Luca del Socio Micheio­ ni Enzo del Gruppo di Pradamano. Varese. — Emanuela dell’Alpino Mo1inari Alfredo del Gruppo di Bardelio. Ugo dell’Alpino Gobbi Bruno del Gruppo di Bardello. Fiorella dell’Alpino Biganzoli Fran­ co del Gruppo di Bardello. La secondogenita dell’Alpino Moro Pino del Gruppo di Busto Arsizio. Venezia. — Alberto Alzetta figlio del Socio Maurizio e nipotino del Socio Marco.

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circa giorni di regolari applicazioni, i Vs. capelii grigi riacquisteranno la loro colorazione naturale che resisterà per lungo tempo anche se lavati ripetutamente, anzi dopo questa operazione risulteranno morbidi, lucenti e rinnovati. Dopo il primo periodo di uso giornaliero, come più sopra detto, sarà sufficiente applicare il prodotto una o due volte la settimana. Le lunghe e laboriose ricerche hanno permesso di approntare un ritrovato perfetto nel senso più completo: non ha odori — non macchia non unge e non è alcoolico.

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NIDI DI T O R D O . E PEG G IO ...! sdutta e carne con contorno, frut­ ta, vino; branda e lenzuola o saccopiuma con materassino in escursioni. 1 commenti, ognuno dei Soci, se li fa da sè. C’è da augurarsi che ognuno provveda come può e come si de­ ve nei riguardi di quei negozianti di poco scrupolo che confeziona­ no e vendono agli ingenui conge­ dandi simili chincaglierie da pat­ tumiera.

Riceviamo e pubblichiamo: Presenziavo giorni ja ad una manifestazione alpina ed ho visto l ’ultima trovata: due artiglieri, a guarnizione del caciottino ( nido di tordo), portavano un enorme pennone con la scritta « Negli an­ ni più belli i giorni più tristi ». Naturalmente non si trattava di gente che aveva fatta la guerra ma di due pivelli delle ultime leve che « i giorni più tristi » li hanno trascorsi con caffelatte, pasta■

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D A L L A SEZIONE DI FELTRE

SUL CAURIOL cinquan ta anni dopo Penne Nere di Feltre e Valfiemme hanno celebrato il cin­ quantenario della sanguinosa bat­ taglia combattuta e vinta nell’ a­ gosto del 1916 sul Cauriol, salen­ do quassù a 2491 metri fino alla vetta fatale che domina il campo di battaglia compreso fra Val Travignolo, Col Bricon, il Gardinal. Molti superstiti dei battaglioni allora impegnati e molti giovani, ansiosi di vedere il luogo dove avevano gloriosamente combattuto i padri e i nonni, perchè in mez­ zo secolo tre generazioni in armi si accavallano agevolmente. C ’erano anche alcuni Kaiserjaeger che, af­ frontando un lungo e fortunoso viaggio, avevano voluto onorare con la loro presenza il campo, che, anche per loro, era stato causa di lutti e sofferenze. L ’incontro fra gli antagonisti di allora è stato commovente ed af­ fettuoso, non perchè tanti anni passati spengono ogni rancore, ma perchè fra combattenti veri e co­ raggiosi c’è sempre stima e affini­ tà e non si fanno questione di

bandiera. Se fra Caduti, com’è sta­ to ben detto, non c’ è differenza, non c’è altresì differenza tra com­ battenti. Rievocando uniti e pacificamen­ te, i reduci di quello scontro, han­ no ricordato le fasi della battaglia, episodi di cui sono stati protago­ nisti, località di comune conoscen­ za, quasi come vecchi commilito­ ni. C ’è da imparare. Ma faceva il freddo dei duemilacinque e di questo ultimo infau­ sto agosto; perciò fu giocoforza, ridiscendere presto a Malga Sàdole in vista della verdissima e ita­ lianissima Val di Fiemme, ove don Onorio Spada, cappellano in Rus­ sia, ha officiato la Santa Messa e pronunciato affettuose e sincere parole ai quattrocento e più pre­ senti. E’ stata scoperta quindi la lapide offerta dagli Alpini di Ziano a ricordo dei gloriosi Caduti. Infine tutti si sono ritrovati a Ziano a visitare la mostra di cime­ li e fotografie della Battaglia del Cauriol.

Sig. Leo Cian . Domegge di Cadore (Belluno) . . . . L. 2.000 Sig. Florestano Catitti - Bisenti (T e r a m o )................. » 1.000 Maggiore R.O. Saija Dr. Gio­ » 1.000 vanni - Bologna . . . . Capitano Dott. Camillo Ban• 3.000 zatti • Torino . . . . . Sig. Aldo Fizzotti . Domodos500 s o l a .................................. » Sig. Mario Poletti del Gruppo A.N.A. di Arola (Omegna) » 1.000 Alpino Giamberardino Nono - Guida alpina del Gruppo 500 di Roccaraso ( L ’Aquila) . . » 500 Dr. Pier Luigi Viola • Milano » Sig. Michele Birolo • Colom­ » 1.000 bari) Po (Torino) . . . . Sig. Severino Ferraris - Cra• 1.000 veggia (Novara) . . . . Sig. Eugenio Manera • Bahia Bianca (Argentina) . . . » 1.000 Edizioni Internazionali Dott. F La Guidara - Roma . . » 1 000 500 Sig. Luigi Basso . Roma . . » Sig. Nicolino Di Gesualdo 700 Cansano ( L ’ Aquila) . . . » Sig. Giovanni Alberti - Tacna ( Perù ) .............................. » 1.000 Sig. Adolfo Battilana • Lima ( Perù ) .............................. » 1.000 Sig. Ermenegildo Bedon . Li­ ma ( P e r ù * ..................... » 1.000 Sig. Carlo Bordonaro - Lima ( P e r ù ) .............................. » 1.000 Sig. Bruno Chiamulera • Li­ » 1.000 ma (Perù) . . . . . . . Sig. Enzo Ciabatti - Lima ( Perù ) .............................. » 1.000 Sig. Eugenio Da Roit - Lima ( Perù) .............................. » 1.000 Sig. Giovanni De Col - Lima ( P e r ù ) .............................. » 1.000 Sig. Giuseppe De Col - Lima ( Perù ) .............................. » 1.000 Sig. Antonio De Piante . Li­ » 1.000 ma (Perù) . . . . . . . Sig. Vittorio Fancolli - Lima ( P e r ù ) .............................. » 1.000 Sig. Ernesto Galletti • Lima ( P e r ù ) .............................. » 1.000 Sig. Angelo Giannantonio Lima ( P e r ù ) ..................... » 1.000 Sig. Luigi Lanata - Lima ( Perù ) .............................. » 1.000 Sig. Eligio Languasco . Li» 1.000 ma ( Perù) . . . . . . . Sig. Giuseppe Emilio Malatesta - Lima (Perù) . . . » 1.000 Sig. Giuseppe Marinello • Li­ » 1.000 ma (Perù) . . . . . . . Sig. Alberto Persia • Lima ( Perù) .............................. » 1.000 Sig. Celio Pinazza - Lima ( Perù) .............................. • 1.000 Sig. Faello Pastelli - Lima ( Perù................................... » 1.000 Sig. Marcello Piccioni - Li­ » 1.000 ma (Perù) . . . . . . . Sig. Lino Roda . Lima ( Perù) .............................. » 1.000 Sig. Guido Spiccio . Lima ( P e r ù ) .............................. » 1.000 Sig. Pietro Toscano - Pisco ( P e r ù ) ...................... » 1.000 Sig. Terenzio Toscano - Pisco ( Perù ) ..................... » 1.000 Sig. Alcide Zas Friz • Li» 1.000 ma (Perù) . . . . . . . Sig. Curzio Zas Friz • Li» 1.000 ni a ( P e r ù )................. - • Sig. Antonio De Col - Tacna ( Perù................................... » 1.000

II M.llo Ord. Epis Virginio ed il Serg. Magg. Perin Luigino entrambi istruttori di alpini­ smo presso la Scuola Militare Alpina di Aosta, hanno compiu­ to una sensazionale e brillante impresa alpinistica, aprendo una nuova via al Monte Sassongher lungo il canalone cen­ trale della parete Sud. Il Monte Sassongher con ì suoi 2665 metri, domina la Con­ ca di Corvara in Badia in pro­ vincia di Bolzano. La sua parete Sud è solca­ ta da tre grandiosi canaloni : di questi quello orientato ad Ovest risulta essere stato per­ corso nel 1900 da una guida locale con altri tre compagni di cordata di tre alpinisti. Il canalone centrale non risulta­ va mai essere stato percorso. Domenica 4 settembre alle ore 5 i due Sottufficiali hanno attaccato il nuovo itinerario concludendo la diretta ascen-

Il lib r o

sione in modo positivo. L'impresa ha richiesto per tutto il suo sviluppo, il supera­ mento di difficoltà tecniche di 3C e 4° grado, con un passaggio di 6° in corrispondenza di un diedro. L ’itinerario è ben visi­ bile da Corvara, caratterizzato da tre grandi strapiombi per un'altezza complessiva di circa 300 metri. I due valenti scalatori han­ no impiegato complessivamen­ te 12 ore per giungere in vetta, la nuova via battezzata « Diret­ ta Sud » al Sassongher, richia­ merà certamente tutti gli ap­ passionati della montagna. L'eccezionale impresa ha avu­ to larga rinomanza nella regio­ ne ove il Serg. Magg. Perin era particolarmente noto per aver aperto lo scorso anno una di­ retta al Sasso di Campaccio, e per aver prestato lungamente servizio presso il 6° Reggimen­ to Alpini.

"GUERRA D 'A Q U IL E ,,

L ’Editore Arti Grafiche Manfrini di Rovereto — dopo il notevo­ le successo del libro « 5° A LPIN I » del Col. Raserò — ha voluto far seguire nella sua COLLANA VE R ­ DE dedicata alla storia ed alle glorie delle Truppe Alpine (in ac­ cordo con le edizioni Stella Alpi­ ni- promotrici dell’iniziativa) il vo­ lume di LUCIANO VIAZZI: GUERRA D ’AQ U ILE - Stelvio Ortler - Cevedale 1915-18, che il­ lustra, con vastissima ed inedita documentazione fotografica, con una narrazione più avvincente di un romanzo, rigorosamente basa­ ta su testimonianze di prima ma­ no, le straordinarie imprese alpinistiche-militari combattute sulla PIU ’ ALTE ED ASPRE posizioni del nostro fronte nella Guerra 15-18. Con riferimento alle prece­ denti segnalazioni, rendiamo no­ to ai numerosi soci che hanno già prenotato il volume che la loro prenotazione rimane valida alle speciali condizioni già stabilite ( 10 % di sconto sul prezzo di co­ pertina). Il libro avrà le medesi­ me caratteristiche del precedente sulla « Guerra Bianca in Adamello » sarà di pagine 336 con 154 il­ lustrazioni in bianco-nero, forma­ te 17 x 24 - legatura in imitlin con impressioni in oro, sovracopertina plasticata con stampa a colo-

RICHIESTA NOTIZIE Il Capo Gruppo di Dossobuono (Verona), Alpino Luigi Mischi, de­ sidererebbe mettersi in contatto con i familiari del Ten. Quadrelli della 62a compagnia del Battaglio­ ne « Bassano », osservatore d’ae­ reo (presumibilmente residenti nel Barese), nonché con i familiari del caporale Chiatellino (Piemon­ te) e dell’Alpino Citossi (Friuli).

Sig. Oreste Masengo - Casta­ gnole Lanze (A sti) in me­ moria del padre . . . . » Sig. Francesco Cantelli . Mi­ lano , .......................... .... *

ri. I l prezzo di copertina non su­ pererà le lire 3000. Il libro sarà inviato a tutti coloro che ne fa­ ranno richiesta aW’Editore Man­ drini - Rovereto (T ren to) con lo sconto del 10 % sul prezzo di co­ pertina. L ’opera tratta in modo partico­ lare dei Battaglioni Alpini: Tira­ no, Valtellina; Centuria Valtelli­ na, Gruppo Guide Ardite di Val Zebrù, Compagnia Volontari del Battaglione Morbegno, Battaglione Sciatori Monte Ortler, Battaglione Aosta, Val d'Orca, Intra, Saluzzo, Dronero, Mondovì, Cuneo.

Avversari di un tempo oggi compaesani In occasione dell’Adunata dei superstiti dela Battaglione « Bel­ luno » al Castelletto si sono ritro­ vati, dopo cinquantanni, l’Alpino De Pian Ambrogio da Roccapietore e Soratroi Albino di Livinnalongo. Nello stesso punto dell’attuale incontro, dopo il brillamento del­ la famosa mina del Castelletto, il giorno 11 luglio 1916, l’Alpino De Pian aveva catturato, facendolo prigioniero, il Kaiserjager Sora­ troi che da diciotto mesi combat­ teva nella zona. E ’ superfluo sottolineare la cor­ dialità ed il carattere di questo commovente incontro. Dott. UGO M ERLI NI Pres. del Comitato di Direzione Giacomo de Sabbata . Emilio Fal­ della - Modesto Antonio Leonar­ di - Aldo Raserò Bruno Riosa: Membri FRANCESCO VID A: Responsabile

MASSIMO FANO - Pubblicità M ILANO - Via V Monti n. 14 Tel. 308.135 . 803.544 Autorizz. del Tribunale di Milano 8 Marzo 1949 n. 229 del Registro

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Chi è l’Alpino più vecchio? Su « L ’Alpino » del maggio u. s. nel segnalare l ’Alpino Giovanni Casalis di Foglizzo (T o rin o ) di 98 anni ci chiedevamo chi fosse l ’Al­ pino più vecchio dell’Associazione. Siamo lieti ora di additare l ’Al­ pino Giovanni Giorcelli nato a Pontestura (Alessandria) il 28 giu­ gno 1871 e quindi di un anno più vecchio del Corpo degli Alpini.

Il novantacinquenne Giorcelli non batte in età l ’Alpino Casalis e quindi non gli toglie il primato di « Alpino più vecchio » ; però è an­ ch’egli un aspirante centenario e nel segnalarlo ai nostri lettori gli auguriamo di superare abbondan­ temente i cento anni di vita pro­ spera, felice ed alpina.

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