SHARP EDGES - it's all interconnected

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i t ’s a l l i n t e r c o n n e c t e d

UniversitĂ degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura Corso di laurea magistrale in Architettura AA. 2017|2018

Laureandi:

Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

Primo relatore:

Prof. Arch. Stella Antonello

Secondo relatore: Prof. Arch. Mulazzani Marco Correlatore:

Prof. Arch. Rimondi Nicola



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INDICE Abstract

8

1. Analisi urbana 1.1 CittĂ 1.2 Caserme 1.3 Musei

10 12 14 18

2. Quartiere 2.1 Posizione 2.2 Servizi 2.3 Collegamenti

24 26 28 29

3. Stamoto 3.1 Storia 3.2 Funzioni 3.3 Strutture 3.4 Conservazione 3.5 Dibattito

34 36 38 40 42 44

4. Strategia 4.1 Vuoto 4.2 Obiettivi

48 50 54

5. Interconnessione 5.1 Cambiamento 5.2 RealtĂ 5.3 Interconnesse

56 58 62 72

6. Plasmare il virtuale 6.1 Posizione 6.2 Giacitura 6.3 Aggiunta 6.4 Tempo

86 88 100 106 122



128 130 136

8. I 8.1 Collegamenti 8.2 Progetto

142 144 146

9. RAM 9.1 Emozione 9.2 Tematica 9.3 Conflitto 9.4 Tipologie 9.5 Domande

160 162 166 168 170 176

10. 10.1 Progetto 10.2 Per tutti

184 186 214

11. Installazioni 11.1 Interazione

220 222

12. Conclusioni 12.1 Bibliografia 12.2 Sitografia

256 258 259

13. Elaborati

260

14. Ringraziamenti

284

I

7. Polo culturale 7.1 Unito 7.2 AttivitĂ

I




a b s t r a c t In questi ultimi anni si sta pro-

ponendo sempre più spesso il problema della perdita di ogni funzione militare per aree che adesso devono essere riqualificate, dopo essere rimaste a lungo inaccessibili ai cittadini. Gli spazi, che prima erano di proprietà dell’esercito, sono ormai divenuti buchi neri delimitati da muri invalicabili. Il vuoto urbano venutosi a creare nel tempo induce un degrado delle zone in cui si trova e ne rende impossibile il completo sviluppo. La chiusura dell’ex caserma Stamoto, situata nella prima periferia ad est del centro storico di Bologna, ha dato la possibilità di pensare ad un modo in cui questa area potesse essere efficacemente reintegrata all’interno del sistema della città e quindi trasformata in un nuovo spazio di cui i cittadini possano riprendere possesso. L’area di progetto si configura

come un ostacolo al collegamento fra due arterie stradali principali: viale Massarenti e viale Felsina. La sua posizione porta anche alla frammentazione del sistema di verde urbano presente nel quartiere, rendendo tutti gli spazi sostanzialmente slegati fra di loro e di difficile raggiungimento. L’obiettivo del nostro lavoro di tesi è quello di trasformare ciò che prima era una sottrazione, un divieto, in una polarità positiva per la città di Bologna. Il nuovo “centro periferico”, ricco di molteplici funzioni innovative, diventa un polo di attrazione per tutte le tipologie di cittadini e restituisce spazio ad attività che col tempo sono andate perdendosi, anche per mancanza di un luogo ad esse deputato. L’essenza dei collegamenti che si formano fra tutte le parti del nuovo progetto è la tecnologia. Ogni funzione presente all’inter-


no dell’area, è strettamente interconnessa ad un polo tecnologico in costante aggiornamento, che la rende parte di un corpo unico dalle infinte possibilità, in continua evoluzione. Parte rilevante di queste funzioni è demandata ad un polo culturale, nel quale spicca l’area “museale” che chiamiamo RAM (random access memories): un percorso emozionale che, tramite installazioni altamente innovative, dà la possibilità ai visitatori di accedere a frammenti di memorie altrui. L’oggetto di questa innovativa modalità di apprendimento è il concetto di conflitto, che ben si sposa con la natura della zona su cui sorge il RAM, comunicato agli utenti dell’installazione museale attraverso l’assunzione di molteplici punti di vista e l’abbandono dell’utopico concetto di oggettività.


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Analisi urbana


1.1

c t

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i

t à

Bologna, il cui anno di fonda-

zione è stato convenzionalmente fissato al 1088, è il capoluogo della omonima città metropolitana e della regione Emilia-Romagna e viene considerata una delle mete italiane più interessanti anche dai visitatori anche stranieri. La sua fama nasce dalle numerose eccellenze che può vantare, a partire dal fatto che è da sempre considerata città custode del sapere, in quanto sede della più antica università di Europa (Alma Mater Studiorum di Bologna) che non cessa, oggi, di produrre cultura anche in ambito non solamente umanistico. Oltre al suo primato in abito accademico possiamo enumerare fra i vanti di Bologna anche la ricchezza dal punto di vista enogastronomico che ne fa un punto di riferimento per la cultura italiana del cibo. Molti dei prodotti italiani più noti e di riconosciuta eccellenza internazionale provengono infatti da qui e dai

territori che la circondano. Bologna inoltre rappresenta la capitale di un distretto industriale caratterizzato dalla capacità di innovazione in molti campi. Primariamente in quello meccanico. Possiamo limitarci a citare i brand in campo automobilistico, ad esempio la Lamborghini, insieme a numerose altre realtà produttive, ad esempio nel campo dell’automazione, che hanno saputo sfruttare al meglio la creatività dei singoli e la capacità di analisi e soluzione dei problemi sviluppata all’interno di istituzioni non solo riconducibili all’accademia. Dal punto di vista storico e sociale, occorre ricordare anche che il territorio bolognese è stato a lungo sede di un vero e proprio esperimento politico, derivato dalla lunga egemonia del governo locale delle sinistre, che ha dato luogo al modello del welfare all’emiliana, il quale, pur se


molto controverso ed indubbiamente superato, si è tradotto in un atteggiamento volto alla partecipazione, all’inclusione sociale ed al rispetto delle minoranze.

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1.2

c a s e r m e

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L

a sostanziale pacificazione dei territori europei seguita alla seconda guerra mondiale e culminata con la cancellazione dell’obbligo di leva, ha ridotto in maniera imponente il numero dei cittadini coinvolti nella vita militare, mentre è in continuo aumento il numero di caserme e stabili di appartenenza dell’esercito che nel tempo sono stati abbandonati, e che occorre quindi rendere nuovamente parte delle città che li ospitano.

2016, del nuovo Piano Operativo Comunale (POC) “Rigenerazione di patrimoni pubblici”, molti degli spazi militari ormai vuoti sono stati inclusi nel sistema di rigenerazione urbana. Alcuni di questi, dopo essere passati al demanio statale, sono stati venduti per accelerarne la trasformazione. Altri invece sono diventati oggetto di confronto fra le diverse opinioni che li riguardavano.

Il numero delle caserme in disuso a Bologna è particolarmente alto, data la centralità di questa città rispetto alla regione Emilia-Romagna. Molti sono stati i progetti proposti per colmare le lacune lasciate dai grandi vuoti degli spazi militari abbandonati, anche se poche sono invece state le idee che hanno trovato piena attuazione.

L’ex caserma G. Sani, area di circa 10 ettari situata in via Ferrarese, è stata venduta alla Cassa Depositi e Prestiti. Dopo l’acquisizione da parte della società bancaria è stato indetto un concorso internazionale per definirne il masterplan. L’obbiettivo del concorso era quello di inserire all’interno dell’area un sistema residenziale, accompagnato da servizi, uffici, una scuola ed infine un parco.

Con l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale, del 7 marzo

Le altre caserme rimaste patrimonio pubblico si apprestano ad


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Sani

Cialdini Masini Viali

Minghetti D’Azeglio

Staveco

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Chiarini Stamoto

Boldini

Mazzoni

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Caserme a Bologna


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accogliere per lo più residenze, servizi commerciali e ristorativi. Prati di Caprara, situata fra via Saffi e la ferrovia, si trasformerà in un nuovo comparto urbano da 180.000 mq edificati accompagnati da un parco dedicato di circa 20 ettari. Le aree delle ex ferrovie, quindi quelle di competenza del complesso militare Ravone, comprese viale Silvani e le vie Saffi e Zanardi, a loro volta daranno vita ad un sistema residenziale accompagnato attività direzionali e commerciali. E’ inoltre prevista la realizzazione di un nuovo parco urbano di almeno 4,5 ettari. Similmente anche il complesso dell’ex caserma Mazzoni, che si estende su una superficie di circa 4,6 ettari, sarà trasformato in un nuovo comparto residenziale da 180 abitazioni, il 10% delle quali verrà destinato all’edilizia sociale. Inoltre il POC prevede la realizzazione in quest’area della città di due nuove scuole.

L’ex caserma Masini di via Orfeo, un complesso di 7.500 mq circa, contiene al suo interno edifici di pregio che, una volta recuperati, potranno essere adibiti, così come tutti i nuovi fabbricati previsti, ad alberghi, strutture abitative, direzionali e commerciali. Il POC del 2016 include anche il progetto per l’ex caserma Staveco (9 ettari), area un tempo dedicata, come quella della Stamoto, alla riparazione di veicoli militari. In questo caso il Comune aveva intrapreso una trattativa con Alma Mater, il sistema universitario bolognese, per la progettazione e la costruzione di un nuovo campus universitario. L’accordo però non è mai stato raggiunto a causa degli eccessivi costi. Di conseguenza quest’area verrà ben presto ripensata come un sistema composto da abitazioni e servizi commerciali, nel quale si realizzerà l’ampliamento del parcheggio già esistente e la creazione di un parco urbano.


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1.3

m u s e i

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Per quanto attiene l’ex caserma

Stamoto, e vista la scelta di utilizzare parte dell’area adibendola a museo, abbiamo pensato di ricercare i punti di riferimento per le nostre scelte progettuali all’interno della cultura bolognese. Come prima accennato, Bologna ha una storia culturale molto ricca, che nasce dalla sua centralità come punto di incontro, non solo geografico, tra le varie culture che hanno interessato la penisola fin da tempi remoti. La città è ricca di musei, per lo più collocati nel centro città, dove la loro la fruizione appare più semplice ed immediata. Gli argomenti che questi trattano sono i più svariati e le pinacoteche sono numerose quanto i musei dedicati alla scienza. Per quanto riguardava l’area ex Stamoto, abbiamo ritenuto che essa fosse adeguata per trattare il tema del conflitto. Per questo motivo ci siamo concentrati prevalemtenmente sull’analisi dei

musei legati alla guerra. In area bolognese ed emiliana, i musei dedicati alla storia della guerra sono generalmente dislocati nei territori dell’Appennino, vicini a punti che sono stati toccati in primo luogo dalle vicende belliche. Gli unici due musei dedicati ai conflitti bellici presenti nei pressi del centro cittadino sono il Museo della Resistenza ed il Museo Memoriale della Libertà. Il primo, situato nei pressi dell’ex Convento di San Mattia tratta la storia della Resistenza a Bologna, dell’antifascismo e dell’Italia repubblicana attraverso documenti d’archivio, fotografie, manifesti, prodotti multimediali. Il museo è gestito dall’Istituto Storico Parri che articola il proprio servizio culturale nell’Archivio storico, nella Biblioteca, nella Sezione Audiovisivi e nella Sezione Didattica, nonché nell’attività di ricerca scientifica e di promozione


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Principali musei a Bologna Musei storici Musei scientifici Musei sulla guerra Musei d’arte


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culturale. Il secondo, cioè il Museo Memoriale della Libertà che si trova in via Giuseppe Dozza, è invece incentrato sugli eventi bolognesi nell’ultimo scorcio della seconda guerra mondiale. Il percorso museale offre un’esperienza di completa immersione sensoriale nella difficile vita quotidiana della città attraverso cinque scene, dal rastrellamento della TODT al bombardamento aereo. Inoltre all’interno del MML è possibile visionare un filmato esclusivo in 16 mm sulla liberazione di Bologna ed accedere ad un’esposizione di oltre 50 veicoli militari originali Essendo molto vicini alla Linea Gotica, i territori attorno a Bologna, presentano altri numerosi musei dedicati alle guerre i cui due più importanti sono il Museo della Guerra e della Linea Gotica ed il Museo Mostra della Resistenza e del Novecento.

Il Museo Mostra della Resistenza e del Novecento, situato nella quattrocentesca Casa Gandolfi ad Imola, documenta attraverso manifesti, volantini, plastici, cimeli, medaglie e reperti bellici le vicende del territorio imolese nel periodo compreso tra l’affermazione del fascismo e la redazione della Costituzione repubblicana, con una particolare attenzione agli avvenimenti della Resistenza locale. Il Museo della Guerra e della Linea Gotica, nei pressi di Castel del Rio, ospita un’importante raccolta di materiale bellico, che si affianca ad oggetti di uso quotidiano ed a testimonianze fotografiche, cinematografiche e documentarie relative al passaggio della Linea Gotica ed alla Resistenza nella Valle del Santerno. Sono inoltre esposti oggetti, cimeli e armi della Grande Guerra e del Risorgimento nonché una delle raccolte di radio militari più ricche d’Italia.


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Ci siamo resi conto, valutando questa situazione, di due problemi: anzitutto per un visitatore è difficile ricostruire un quadro generale completo, anche solo dell’ultimo conflitto vista la lontananza da un museo bellico e l’altro, ed il ‘punto di vista ‘ comunque circoscritto che ogni istituzione ha adottato. Inoltre, è in continua diminuzione il numero di visitatori di questo tipo di percorsi didattici, a causa del fatto che essi non vengono costantemente aggiornati. Abbiamo quindi ritenuto corretto, data l’impronta militare dell’area di progetto, e la tipologia dell’intervento, insediare nell’area Stamoto un museo sul conflitto che toccasse il tema della guerra in una maniera completamente innovativa.


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Quartiere




2.1

p o s i zione

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L

’area di progetto si trova nei pressi della prima periferia ad est della città, precisamente nel quartiere San Donato - San Vitale. La zona che questo quartiere comprende è situata fra due delle principali arterie stradali per questa parte della città, cioè viale Felsina e via Massarenti. Nonostante il quartiere che ospita l’ex caserma Stamoto sia lontano circa 2,9 km dal centro cittadino, questo si riesce facilmente a raggiungere anche con i mezzi pubblici. Il costruito è nel complesso disarmonico data la presenza di edifici di tipologia eterogenea costruiti in tempi diversi. Gli edificati che circondano l’ex caserma sono principalmente edifici ad isolato, con sviluppo in altezza compreso tra i 2 ed i 4 piani, ed edifici in linea o a torre. Gli ultimi raggiungono altezze maggiori, fino a toccare anche i dieci piani abitabili.


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Aeroporto Marconi

Parco Caserme Rosse

Parco Nord

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Bologna Fiere Ospedale Maggiore Stazione Centrale

Parco Filanda Stadio Dall’Ara

Montagnola

Sant’Orsola San Luca

Parco di Villa Ghigi

Inquadramento urbano

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Parco della chiusa

Giardini Margherita


2.2

s e r v i z i

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L

a zona in cui si riprogetterà il complesso Stamoto è ricca di servizi, quali scuole primarie e secondarie, centri commerciali e cinema. Non mancano le zone verdi data la vicinanza del quartiere San Donato - San Vitale con il sistema degli Orti Urbani che si posizionano nei pressi di altre parti non edificate. Il verde continua anche ad est dell’area e va a circondare scuole e complessi residenziali. Nonostante la superficie non edificata sia molta, non sono presenti grandi parchi pubblici attrezzati. Altro punto focale del quartiere è la vicinanza al Policlinico Sant’Orsola Malpighi, una delle strutture ospedaliere di maggior importanza a Bologna, che attira ingenti flussi di utenti arrivando ad ospitare in media 400 persone al giorno. Chiaramente questa polarità va ad influire sul traffico e sulla frequentazione delle aree circostanti.


2.3

collega menti I

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capitolo 2

Il quartiere e le zone limitrofe vengono circondate da tre sistemi di binari ferroviari. Il primo, posizionato al confine nord dell’ex caserma è un tratto della linea ferroviaria regionale su cui si imposta il servizio di metropolitana di superficie. In direzione nord-est nord-ovest, oltre via Scandellara, si incontra la linea

Bologna-Padova, mentre in senso nord-sud viaggiano i treni che collegano Bologna a Firenze. La presenza di questi sistemi di binari è fortemente determinante per le connessioni con l’esterno e per la fluidità delle percorrenze. I binari posti parallelamente a viale Felsinarappresentano una problematica molto importante in quanto, da sempre costituiscono elemento di separazione del quartiere rispetto alla zona nord della città.

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collegamenti infrastrutturali di cui l’area di progetto ed il suo quartiere possono fruire sono molteplici ed efficienti per garantire una fluida mobilità verso l’esterno e verso il centro di Bologna. Le linee autobus TPER 14 e 37 permettono agli abitanti di raggiungere senza mezzi propri i luoghi centrali della città, mentre via Massarenti e viale Felsina consentono agli autoveicoli privati un veloce collegamento al sistema stradale urbano e periferico. La zona è inoltre attraversata da un tratto dell’autostrada Adriatica A14 (Bologna-Taranto).


San Vitale

Villaggio del fanciullo

Rimesse

Scuole Manzoni

Scuola elementare Sant’Orsola SantÕorsola

Casa di riposo

Orti ur

Scuole ScuoledellÕinfanzia dell’infanzia

Ambulatorio privato

Parco giochi

Giardino Weisz

Centro commerciale

M


Istituto superiore

Centro commerciale

Parco Scandellara

Via larga

Unipol

Santa Rita Parco Ghiberti

Cinema Tivoli

Chiesa S. Rita

Giardino Guelfa Lenin Centro commerciale

Scuola superiore

rbani

Mazzini

Scuola secondaria

Scuola elementare

Giardino brigata maiella Giardino vittime Uno bianca

Chiesa S. Maria Asilo nido

Giardino Anders

Deposito TPER

Giardino A. Pini

Comando carabinieri Caserma Viali


3


Stamoto




3.1

s t o r i a

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Il complesso della caserma Sta-

moto venne fondato nella prima metà del ‘900 dal Generale Angelo Pugnani e nacque con l’obbiettivo di ospitare officine meccaniche e locali per la riparazione di mezzi militari. In breve tempo divenne uno dei centri italiani più importanti adibiti a questo compito. Il lavoro al suo interno proseguì fino ai primi anni ’90 per poi rallentare a causa della trasformazione del sistema militare nazionale, che porterà infine alla dismissione dell’intero complesso. Nel giugno del 2015 l’area, ai tempi ancora appartenente al demanio militare, viene occupata dai collettivi aderenti alla campagna “Noi restiamo”. Il presidio, durato solo tre giorni prima dello sgombero definitivo, mette in evidenza quanto questi spazi siano importanti per i cittadini, del tutto intenzionati a riprenderne possesso e a rifunzionalizzarli. Nei primi mesi del 2017 l’area è

passata definitivamente in mano al demanio statale che ora può iniziare a pensare soluzioni atte alla riqualificazione dell’ex caserma abbandonata.


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Evoluzione storica Sedime forte ottocentesco <1948 <1959 <1990


3.2

funzi o n i

capitolo 3

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Anche se la Stamoto era da

sempre stata adibita principalmente alla riparazione di mezzi militari non tutti gli spazi erano predisposti unicamente per questa attivitĂ . Le ricerche compiute hanno mostrato che molti stabili erano dedicati a servizi complementari: alcuni erano principalmente depositi, altri uffici ed infine erano presenti anche delle residenze. All’interno della caserma erano inoltre presenti edifici adibiti a mensa. Ad oggi è quindi ancora leggibile la diversificazione funzionale tramite lo studio della forma degli stabili.


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SHARP EDGES capitolo 3

Funzioni e servizi Servizi Deposito Officina Uffici Residenze


3.3

strut t u r e

capitolo 3

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La necessità di accogliere all’interno degli edifici macchinari e mezzi di grandi dimensioni ha portato i progettisti a scegliere principalmente di usare telai in travi e pilastri di calcestruzzo armato. Grazie a questo sistema costruttivo infatti la libertà di gestione degli spazi diventa totale e si ottiene la necessaria flessibilità. Alcuni edifici presentano all’interno un soppalco, probabilmente utilizzato per agevolare le operazioni di riparazione e modifica dei mezzi bellici. I pochi edifici costruiti con muratura portante sono quelli destinati ad uffici e residenze. Le differenti funzioni che erano state associate ai capannoni hanno portato anche ad una forte diversificazione interna delle coperture. La chiusura orizzontale esterna degli edifici principalmente legati all’accoglienza dei mezzi militari è a falda, doppia o composta, mentre quella di tutti gli altri è generalmente piana. All’interno dell’area è individuabile solo una copertura a shed.


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Strutture Telaio Muratura


3.4

conser vazione

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D

opo aver preso visione della documentazione pervenuta ed aver effettuato un sopralluogo, è stato possibile giungere ad una parziale valutazione dello stato di manutenzione per ciascun fabbricato. Molti edifici si presentano in condizioni manutentive scarse, pur essendo stati risanati nel 2016 dalla presenza di amianto, mentre altri si prestano ancora all’utilizzo e potranno quindi essere rifunzionalizzati. Molti degli edifici che erano a rischio crollo sono, ad oggi, giĂ stati demoliti.


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Stato di conservazione Pessimo Sufficiente Buono


3.5

dibat t i t o

capitolo 3

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D

opo l’occupazione che la Stamoto ha subito nel 2015 il comune ha cominciato ad ipotizzare una rifunzionalizzazione dell’area. Le prime ipotesi prevedevano la creazione in questi spazi di una nuova cittadella giudiziaria. La scelta del comune era data da un fattore di natura principalmente economica. Si volevano infatti abbattere i costi degli ingenti affitti dei palazzi, posizionati in via Farini ed all’ex Maternità, che ospitano le funzioni legate alla giustizia. Il decentramento del sistema giudiziario verso la periferia avrebbe giovato non solo a coloro che ogni giorno devono, a fatica, raggiungere il centro con mezzi pubblici o privati, ma anche i cittadini che, vivendo in centro o dovendolo raggiungere con l’auto, avrebbero avuto a disposizione più parcheggi. Dopo poco tempo però l’ordine degli avvocati ha chiesto con forza che il progetto di valutazione

di fattibilità fosse annullato in quanto, a loro parere, operazione troppo dispendiosa ed insensatamente difficoltosa. Il risultato di questo iter è che ad oggi i piani per il vuoto urbano presente nel quartiere San Donato - San Vitale non sono ancora definiti. Il progetto di tesi tende quindi ad aprire nuovamente il discorso e a proporre nuove e fattibili idee di riutilizzo di spazi ormai abbandonati.


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capitolo 3




4


Strategia


4.1

v u o t o

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U

na volta studiata l’area di progetto e comprese le dinamiche all’interno delle quali questa è inserita, è stato necessario definire quali fossero i problemi che essa solleva, per elaborare in maniera corretta una strategia atta a riqualificare il complesso. Con la sua estensione, l’ex caserma Stamoto crea un enorme buco nero all’interno del tessuto urbano periferico della città di Bologna. La presenza di questo vuoto ha reso la connessione dei servizi che lo circondano molto difficoltosa e a tratti impossibile. L’assenza di una funzione ha portato la zona ad essere frequentata da vandali che periodicamente creano scompiglio e spaventano i residenti. Una seconda problematicità che si deve cercare di risolvere affrontando il tema di tesi è quella del miglioramento dell’accessibilità all’interno della zona. Oggi l’accesso al complesso è infatti garantito da soli tre ingressi,

tutti, per giunta, situati nella parte ovest. Essendo chiaramente una zona che da sempre doveva rimanere aperta al solo personale militare, non ci si è mai posto il problema di renderla facilmente attraversabile, cosa che invece oggi è necessario fare. Tutte le strade che quindi ora portano agli ingressi sono “cul de sac” totalmente insensati e da risolvere in maniera differente. A causa della cornice che le due linee ferroviarie prima citate creano attorno al quartiere in cui la Stamoto sorge, l’accesso all’area è poco fluido e limita quindi la potenziale capacità attrattiva di questo nuovo polo: i binari dei due percorsi ferroviari non solo costituiscono una grandissima cesura all’interno del tessuto urbano periferico, ma limitano anche la mobilità flessibile di cui la zona necessita. Non tutte le problematiche dell’area di progetto riguardano


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il suo rapporto con l’esterno. Gli edifici che compongono la planimetria dell’ex caserma sono nati in tempi diversi ed in modo tutt’altro che organico. Il risultato di questa crescita cronologicamente lunga ha portato alla definizione di percorsi interni intricati e non fluidi. Gli edifici costituiscono l’uno una barriera per l’altro e la presenza di una striscia di capannoni al centro dell’area divide quest’ultima in due macro-parti. L’obbiettivo in questo caso dev’essere quello di ipotizzare una regolarizzazione dei percorsi ed un abbattimento delle barriere che dividono le zone interne.

capitolo 4

Limiti dell’area




4.2

obiet t i v i

capitolo 4

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Avendo valutato a lungo tutte

le ipotesi possibili per costruire una strategia di progetto sensata, il primo punto fermo attorno al quale si è voluto definire il progetto è quello di mantenere il più possibile tutto ciò che poteva essere riutilizzato con un’altra funzione. Il criterio di scelta in base al quale abbiamo selezionato gli edifici da mantenere è stato principalmente quello di costo. Nei casi in cui la manutenzione o il rafforzamento strutturale avrebbero superato i costi di demolizione e ricostruzione abbiamo deciso di eliminare il problema alla radice, sempre però rispettando il sedime su cui i fabbricati sorgevano. Quest’ultima scelta è dovuta alla volontà di non stravolgere l’impianto storico dell’area di progetto e di mantenere i fronti strada simili a quelli già presenti. Il secondo obbiettivo che ci si è posto per compiere un lavoro completo è quello di scegliere le

nuove funzioni da inserire all’interno nell’area in modo tale che queste potessero arrivare alla massima integrazione e così facendo, permettere la fruizione a tempo pieno degli spazi. In questo modo il progetto complessivo non risulterà mai vuoto o “spento”, ed i cittadini avranno una nuova polarità ricca di offerte e servizi. Per raggiungere la completa interconnessione delle funzioni abbinate alle diverse aree del progetto, si è deciso di fare della tecnologia l’elemento cardine della nuova entità, cercando di dar vita a qualcosa di innovativo, che potesse fare di una zona periferica un nuovo centro di attrazione e sviluppo, rivolto, ma non esclusivamente, alla città. La tecnologia, nel sul sviluppo continuo, nel variare ed integrarsi delle sue molteplici applicazioni, deve costituire per noi un elemento di attrazione, ed il motore per la rivalutazione di attività quali


l’agricoltura e l’artigianato, che sembrando avere un contenuto tecnologico inferiore, rischiano di risultare di conseguenza meno attraenti, soprattutto per le nuove generazioni.

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5


Interconnessione


5.1

cambia mento

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G

li ultimi due decenni sono stati segnati dal continuo crescere dell’utilizzo di tecnologia sempre più avanzata, entrata in tutti gli ambiti della nostra quotidianità, prima per incrementare la produzione industriale e poi per cambiare - e forse facilitare - la vita di tutti. La tecnologia ha sicuramente cambiato tanto in pochissimo tempo ed ha reso il cambiamento stesso una logica a cui ci siamo dovuti abituare. Lo sviluppo tecnologico ha influito su tutti gli ambiti della nostra vita, facilitando, oltre che lo svolgimento della nostra attività lavorativa, la comunicazione del nostro pensiero, così come la “pubblicazione” di quello che può essere il nostro umore, nel suo variare da un momento all’altro, e la condivisione delle nostre passioni. Non tutti però sono rimasti al passo con i tempi e molti, incapaci di comprendere come il mondo stesse cambiando davanti ai loro occhi, non sono riusciti a fare proprie le nuove

logiche, in base alle quali oggi i “millennials” ragionano quotidianamente. Il risultato di questo processo storico è la divisione della società in due gruppi, che sembrano a volte avere ben poco in comune. Possiamo chiamare “giovani” coloro che, nati nell’epoca di massima accelerazione del cambiamento, paiono quasi dotati di abilità tecnologiche innate, e mettere in una categoria del tutto diversa chi invece ha dovuto confrontarsi con il “nuovo” solo in un momento più avanzato della propria vita. Gran parte di coloro che rientrano in questa seconda macro-categoria ancora non sa pienamente capire come l’evoluzione tecnologica possa aiutare l’attività economica o comunque facilitare la vita. Volendo progettare “il contemporaneo”, pensiamo che sia necessario progettare qualcosa nato “nel cambiamento” e predisposto all’accettazione del cambiamento stesso. Il “pro-


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getto di oggi” deve essere capace di adattarsi in tempi brevissimi all’evoluzione della società innescata dallo sviluppo tecnologico, e diventare così il “progetto di domani” senza creare “gap” funzionali. Molti progetti, privi di questa capacità di adattamento, si sono infatti dimostrati inadeguati, dovendo subire grosse modifiche nel tempo per far spazio a nuovi ed imprevisti tipi di attività e di comportamenti sociali. Ponendoci di fronte all’area dell’ex caserma Stamoto, molto vasta e situata nelle vicinanze del centro storico, abbiamo ritenuto che il miglior modo per rendere il progetto capace di evolversi autonomamente nel tempo, fosse rendere la tecnologia il pilastro su cui tutto si appoggia. Non parliamo, ancora, di dove inserire la tecnologia, ma di come attribuirle una vera funzione portante. Da questa visione nasce la scelta di ideare un grande polo tecnologico che potesse sorgere al centro dell’area.




5.2

r e a l t à

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Il

Polo Tecnologico assolve due principali funzioni: la prima è quella di formare le persone all’utilità della tecnologia, così come noi oggi la concepiamo. La seconda funzione è la produzione di elementi tecnologici altamente performanti e specializzati, volti all’espressione delle potenzialità all’area. La presenza di scuole per l’educazione all’uso ed allo sviluppo della tecnologia avrebbe sicuramente una funzione di promozione dell’area: gli “esterni” sarebbero invogliati ad avvicinarsi alla zona Stamoto per riuscire a frequentare corsi in costante aggiornamento, mentre gli “interni” potrebbero usufruire dei servizi del polo senza doversi spostare troppo. Infatti la tecnologia, oltre ad essere il pilastro centrale di tutto il masterplan, deve anche essere capillarmente connessa a tutte le altre funzioni e fungere da collante fra le parti, rendendo tutto interconnesso. Ogni attività presente all’interno dell’area potrebbe attivare

un processo di “upgrade”. In questo modo non solo ogni funzione continuerebbe ad essere “nuova” ed al passo con i tempi, ma il centro tecnologico sarebbe esposto quotidianamente a nuove sfide, capaci di spronare le menti dei lavoratori tecnologici e di rendere il polo centrale dell’area un baluardo della novità a livello nazionale ed internazionale. La chiave del successo di questo approccio sarebbe infatti il conseguimento di specifiche capacità, in grado di adattarsi alle più diverse esigenze, rispondendo alle prevedibili richieste di collaborazione fra le parti che compongono il tutto. Tecnologia infatti non vuol solo dire “informatica”, come comunemente si crede. Con questo termine, oggi, indichiamo anche social media, fotografia, video, droni e stampanti 3D. Ogni micro funzione che compone il tutto potrebbe interconnettersi ad un’altra, per singoli progetti o per una serie di necessità. Dall’interconnessione


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nascerebbero lavori innovativi che potrebbero portare alla necessità di altri lavori, di altre collaborazioni e di conseguenza ad altri tipi di interconnessioni funzionali. Altri servizi, ad oggi poco conosciuti di cui il polo tecnologico si potrebbe dotare sono un “coding dojo” e una scuola per la programmazione delle CNC o “macchine a controllo numerico”, essenziali per l’industria 4.0. Con coding dojo intendiamo, in sostanza, una scuola per la programmazione, specializzata nell’insegnamento ai bambini. Questo nuovo tipo di struttura didattica sta prendendo piede in gran parte d’Europa e del mondo intero. Il pensiero innovativo legato all’insegnamento della programmazione ai giovani nasce dalla consapevolezza della capacità che le loro menti hanno di assimilare informazioni molto complesse in tempi brevissimi: essendo l’informatica una parte centrale del mondo di oggi, il “coding dojo” si presta bene alla

preparazione del futuro del pianeta. L’”industria 4.0”, invece, ha ancora pochi centri nevralgici in Italia e pochi conoscono questa nuova tipologia di lavoro. Tutto, in questo caso, si fonda sulla capacità di programmare macchine a controllo numerico, cioè “robot” capaci di adattarsi, tramite programmazione, a tutti i tipi di lavori possibili all’interno delle catene di produzione mondiali. Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico è stato anche responsabile della perdita di funzionalità delle pubblicità come prima erano intese. Nel 2017 la televisione si guarda sempre meno a favore dello streaming, mentre la radio ha ormai fatto spazio alla riproduzione tramite internet e le piattaforme presenti in rete, come Spotify, e Youtube. Oggi ciò che la gente ascolta e vede coincide con ciò che può essere condiviso velocemente senza filtri. “Oggi” è il tempo delle piat-


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taforme sociali, il cui tratto più significativo è la produzione di contenuti dal basso. Chiunque può far parte di queste piattaforme e chiunque può condividere contenuti. Siano questi foto, video o aforismi, tutti possono vederli e tutti possono condividerli. È, a nostro parere, questa possibilità di sentirsi protagonisti che ha attirato in brevissimo tempo circa il 60% della popolazione mondiale, mettendo in secondo piano i mezzi di condivisione tradizionali, quali la televisione e la radio. Per questo la pubblicità, come un tempo era intesa, ha perso valore. Chi vuole promuovere la sua attività, oggi, deve farlo sui social. La cosa interessante di questo nuova modalità di condivisione è che non tutto viene recepito, perché non tutto viene mostrato. Le piattaforme sono costruite su una serie di algoritmi che mostrano agli iscritti solo quello che l’algoritmo stesso pensa possa rivestire interesse. Occorre quindi condividere elementi qualitativi che permettano

di raggiungere “nicchie” sempre più numerose ed ampie. Il polo tecnologico dell’area Stamoto si farà quindi carico di insegnare i nuovi principi di pubblicizzazione del mondo social e non solo. Avrà al suo interno laboratori specializzati nella produzione di materiali per la condivisione, studiati ad hoc in base alla richiesta. Tramite corsi specializzati e conferenze si potrà rimanere sempre aggiornati sui migliori metodi per la condivisione low cost della propria attività lavorativa, mentre nei laboratori fotografici e di produzione video si potranno commissionare lavori di alta qualità, per rendere ciò che si è imparato nelle conferenze molto più performante. Naturalmente queste attività non saranno solo rivolte ai lavoratori dell’area del nuovo progetto Stamoto, ma a tutto il mondo. Tramite i social infatti l’area si auto-promuoverà facendo crescere la richiesta di lavori esterni e portando quindi all’interno fondi per il miglioramento delle attività stesse.


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In sussidio alle attività precedentemente descritte, il polo tecnologico accoglierà al suo interno anche centri per la formazione alla stampa 3D in piccole e grandi dimensioni. Questo tipo di lavorazione si è dimostrata altamente efficace in tantissimi ambiti sia produttivi che semplicemente creativi. La stampa 3D rende le macchine capaci di produrre elementi tridimensionali disegnati a computer, parte della realtà. Questi elementi non solo possono essere un sussidio all’attività lavorativa, ma possono essere l’attività lavorativa stessa. Infatti la ricerca ha portato queste nuove tipologie di macchine alla specializzazione in ambiti sempre più settoriali. Molte macchine possono produrre parti di strumenti medici, altre invece permettono la costruzione di abitazioni ed edifici low cost in pochissimo tempo. Nel polo tecnologico prevediamo che una parte della struttura sia dedicata alla formazione di professionisti nell’ambito della stampa

3D, mentre in una seconda area potranno effettivamente essere prodotti oggetti su richiesta. Tramite quest’ultime la struttura sarebbe in continua evoluzione e verrebbe indotta a svolgere una costante attività di ricerca. Oltre ai sistemi di stampanti 3D, all’interno del polo tecnologico prevediamo la presenza di una filiale del FabLab bolognese. Questo, situato a poca distanza dal Stamoto può aiutare a costituire un centro in cui tutti possano incontrarsi, confrontarsi ed aiutarsi nella creazione di progetti basati sul sistema di stampa tridimensionale e sul coding. In questo caso la tecnologia potrebbe unire le menti di persone brillanti affinché possano dare sfogo alla loro creatività, nella convinzione che dalle migliori idee nascano i migliori prodotti. Il FabLab (da fabrication laboratory) darà alle persone anche la possibilità di recuperare i propri apparecchi elettronici rotti, invece che buttarli. In un mondo in


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cui il consumismo prende sempre più piede, insegnare la riparazione ed il recupero intelligente è sicuramente la migliore delle opzioni. Infine, un altro elemento incluso all’interno della nostra ipotesi di polo tecnologico è la parte dedicata ai droni. Il principale fine per cui questi sono oggi utilizzati è la produzione di fotogrammetria aerea e di video professionali. I costi della formazione e dei permessi legati a questa attività sono molto alti: questo fatto potrebbe portare ad una grande affluenza di esterni interessati ad un ambito in cui questi costi risulterebbero contenuti. I droni non solo potrebbero essere utilizzati per l’educazione, ma anche per la produzione di lavori per le attività interne ed esterne all’area, interconnettendosi direttamente con la parte maggiormente legata ai social. I droni possono poi essere modificati anche tramite stampa 3D per svolgere altri tipi di attività come

per esempio il monitoraggio di colture agricole e lo spargimento di uova di insetti concorrenti, come il Trichogramma, sui campi. In questi, come in altri ambiti l’impiego della tecnologia ridurrebbe i tempi di lavoro umano, aumentando di molto la qualità dei prodotti.


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intercon nesse

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Pensando il polo tecnologico

come punto centrale dell’area è necessario anche pensare a come questo possa interagire con le altre polarità e quali siano le funzioni che più potrebbero entrare nell’insieme dei servizi offerti. Ragionando sulla vastità dell’area e sul pubblico che ci piacerebbe attirasse, abbiamo pensato che le migliori tipologie di attività potrebbero essere quattro, ubicate in quattro nuovi poli: il polo dell’artigianato, il polo gastronomico, il polo culturale ed infine il polo produttivo. L’area avrà una propria applicazione (App) sviluppata dal centro per la tecnologia. Questa diventerà la mappa dell’area stessa ed il contenitore di tutte le informazioni rilevanti su ciò che l’ex caserma Stamoto contiene. Ad ogni macro-funzione sarà dedicata una sezione, ed in ognuna di queste si potranno trovare gli orari di apertura, i prodotti e gli eventi che ogni polo propone.

L’utilizzo dell’applicazione garantirà anche la prenotazione di posti per conferenze o la partecipazione ad iniziative ed eventi. L’App sarà la base su cui tutte le funzioni dovranno appoggiarsi per la divulgazione. Ogni acquisto effettuato tramite App garantirà sconti o agevolazioni per acquisti futuri ed eventualmente in aree diverse, facilitandone la messa in relazione.


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POLO PRODUTTIVO

POLO ARTIGIANATO

POLO GASTRONOMICO

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POLO CULTURALE

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POLO TECNOLOGICO


p o l o produttivo

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Il polo produttivo si configura per fornire l’accoglienza più adeguata a varie figure professionali. All’interno di questa parte della Stamoto si concentrerebbero spazi di lavoro, coworking e residenze. Gli uffici sarebbero dati in parte a lavoratori autonomi, in parte adibiti al controllo dell’area ed in parte lasciati in gestione ad associazioni no-profit che, grazie al sussidio della tecnologia, potrebbero porsi in maniera più efficiente, così da dare voce anche alle cause meno note. Gli spazi di coworking sarebbero invece destinati alle nuove figure lavorative dei “nomadic workers”. Questa nuova tipologia di liberi professionisti è nata dai social e basa la sua esistenza sulla capacità di lavorare da remoto grazie ad internet. Il lavoro di queste persone generalmente si concentra sulla promozione di attività o su progetti a breve termine e può essere in generale svolto fuori sede. Da qui il nome di lavoratori nomadi, mai fermi e sempre in movimento. Data

la necessità di spazi di fruizione a breve periodo, il progetto prevede una parte di residenze temporanee che grazie alla domotica ed alla ricerca del polo tecnologico potrebbero sempre essere aggiornate e personalizzate in base alle necessità dei lavoratori, nomadi e non. Inoltre gli spazi di coworking dotati di connessioni internet ad alta velocità favorirebbero la nascita di nuove collaborazioni fra vari nomadic workers.


75 bar

ristorante

RISTORAZIONE flessibilità spaziale musica aperti

studi esposizione

ORTI

MERCATI POLO TECNOLOGICO

LABORATORI ARTISTICI vendita

giardino botanico permanente

SPAZI EVENTI MUSEO

promozione locale

lezioni e apprendistati locali esterni diversamente abili

ARTIGIANATO

WORKSHOP LAB. DIDATTICI RESIDENZE TEMPORANEE

periodico

professionisti

famiglie scuole

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esposizioni temporanee realtà virtuale

ORG. NO PROFIT

sociale

anziani

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S. Orsola social housing


p o l o artigianato

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Bologna ha un’antica storia di eccellenza nell’artigianato che col tempo e con l’ascesa delle grandi multinazionali si è persa. Ora come ora l’artigianato è diventato un’attività di nicchia sia per il costo maggiore di un prodotto, singolare e non riproducibile da una macchina, sia per le tempistiche di produzione di gran lunga superiori a quelle dell’industria automatizzata. Non si ha più la voglia di perdere tempo nell’ideazione dell’oggetto su misura e ci si affida a prodotti prefabbricati, poveri però di carattere e di personalizzazione. Abbiamo quindi deciso di provare a rilanciare questo settore e di renderlo nuovamente un punto cardine dell’eccellenza italiana inserendo un polo dell’artigianato all’interno dell’area. In questo spazio possono concentrarsi numerosi artisti e rendere più facile l’approccio con il cliente che così facendo non dovrebbe più perdere tempo per individuare il prodotto che più risponde alle sue esigenze, anche estetiche. Tutti gli

artisti hanno un loro spazio al cui interno possono lavorare, su commissione e non. Ogni prodotto potrà poi essere utilizzato dal polo tecnologico per la riproduzione di modelli 3D da utilizzare in altre forme, quali rendering e resa di immagine, ma potrà anche essere stampato da stampanti tridimensionali mutando da prodotto artigiano in qualcosa di riproducibile in materiali di diverso tipo. Inoltre potranno essere realizzati foto e video adatti ad essere inseriti all’interno dei social media tramite pagine appositamente create, sia riferite all’area della Stamoto, sia ad ogni artigiano che lavora all’interno del polo. Così facendo non solo si sopperirebbe alla difficoltà che ogni artigiano incontra nella promozione del proprio lavoro, ma si riuscirebbe a raggiungere un grande numero di possibili acquirenti che potrebbero poi in futuro assumere come nuovo punto di riferimento per i propri acquisti l’area Stamoto. Il polo tecnologi-


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co è incaricato di inserire nel database dell’applicazione dell’area ogni singola bottega e ogni prodotto, rendendo a tutti i visitatori accessibile l’informazione e facilitando l’individuazione del prodotto desiderato. La vicinanza della bottega di un artigiano all’altra porterebbe al confronto ed al miglioramento dei prodotti stessi. Raggruppando gli artisti sotto un unico grande nome renderebbe possibile anche la creazione di un centro di formazione specializzato che farebbe dei lavoratori autonomi anche degli insegnanti di arti che stanno nel tempo rischiando di scomparire. Tutto ciò darebbe a chi non ha lavoro la possibilità di specializzarsi in un campo che ha sempre meno esponenti di alto livello.


p o l o gastronomico

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Conosciamo tutti la ricchezza e la varietà di cui l’Italia può vantarsi in ambito gastronomico. Queste sono state di ispirazione per diverse recenti iniziative, non ultima la creazione del FICO, proprio a Bologna. Essendo l’ex caserma Stamoto situata a poca distanza da questo nuovo punto nevralgico bolognese, ci è sembrato interessante ipotizzare l’integrazione di un polo specializzato sull’agricoltura e sul cibo all’interno del nostro progetto. Questa macro-funzione accoglierebbe al suo interno molteplici micro-funzioni collegate fra loro per rendere esplicita la completezza di questa catena produttiva. La nostra ipotesi parte dalla creazione di orti sociali, studiati per garantire coltivazioni più prestanti che non escludano fasce sociali “deboli”. Negli orti addetti specializzati spiegano come si lavora la terra e aiutano coloro che sono interessati a comprendere le logiche della coltivazio-

ne. Il polo tecnologico funge da sussidio con la specializzazione di droni atti a sorvegliare e monitorare le attività lavorative con metodi di scansione del terreno dall’alto. Non solo, questi riescono anche a provvedere allo spargimento di uova di insetti concorrenti, soluzione del tutto biologica alle problematiche dei pesticidi chimici. I prodotti degli orti possono poi essere venduti all’interno del mercato, ed eventualmente essere raffinati e trasformati. Ogni prodotto viene catalogato all’interno dell’applicazione dell’area, sviluppata dal polo tecnologico, in modo tale da garantire al visitatore la consapevolezza di ciò che può essere comprato. Così come i prodotti degli orti, anche il ristorante e i vari stand di “slow food” potranno avere un loro spazio all’interno dell’applicazione. In queste pagine potranno essere trovati gli orari di apertura, i menù e la posizione degli spazi di vendita e di consumo all’interno dell’area.


79 PRODUTTIVO uffici gestione area associazioni no profit residenze temporanee nomad workers workshop coworking

TECNOLOGIA

CULTURA

coding dojo

museo sala conferenze biblioteca cinema

industria 4.0 fablab virtual reality droni social media

ARTIGIANATO laboratori artisti spazio espositivo laboratori didattici botteghe vendita

spazio server riparazione oggetti tecnologici riciclo materiale tecnoogico stampanti 3d sviluppo app

GASTRONOMIA ristorante bar mercato coperto mercato settimanale orti sociali coltura idroponica coltivazione da reddito coltura genetica programmata

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laboratorio fotografico

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Interconnessione funzionale


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Gli orti verrebbero collegati ad altre due tipologie di coltivazione: la coltura idroponica e la coltura da reddito. Quest’ultima è dedicata alla crescita di prodotti di alta qualità e dalla coltivazione molto difficoltosa, quali frutti di bosco e le piante da frutto ‘antiche’ il cui patrimonio genetico deve essere difeso. Nel tempo, infatti, molte tipologie di frutti si sono perse a causa di mutamenti climatici o azioni invasive dell’uomo. La salvaguardia di antiche tipologie genetiche darebbe la possibilità di riassaporare prodotti ormai scomparsi e ricreare un patrimonio naturale perduto attraverso la ricerca tecnologica e scientifica. Essendo la coltura di tali prodotti molto specializzata, la tecnologia aiuterebbe la produzione tramite il monitoraggio ed il controllo delle condizioni climatiche interne agli spazi. La coltura idroponica, invece, già presente all’interno del complesso del FICO, consiste in una innovativa modalità di coltura in

acqua che permette di abbattere i costi dei fertilizzanti e dei terreni. Inoltre questa può essere integrata con sistemi di acquari per cui i pesci potrebbero nutrirsi degli scarti delle piante e produrre fertilizzante naturale disperso nell’acqua da cui i vegetali si nutrono. Ogni spazio concepito per ospitare la singola pianta consiste in un ovulo separato. Tramite l’App ogni persona potrà noleggiare un ovulo e tenerlo monitorato anche da casa. Il costo del noleggio verrebbe poi pagato dai frutti stessi della pianta che potrebbero essere venduti ai mercati vicini oppure raccolti dalla persona che ha affittato lo spazio. In questo modo si creerebbe una fonte di guadagno e si renderebbe accattivante il mondo della coltura idroponica anche per coloro che ancora non la conoscono.


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ORTI SOCIALI

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COLTURE DA REDDITO

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COLTIVAZIONE IDROPONICA 21 20 19

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SALA CONFERENZE


p o l o culturale

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In un’area grande e multiforme come quella dell’ex caserma Stamoto non poteva mancare infine il polo culturale, composto da un museo, una biblioteca, un cinema e una sala conferenze. In questo caso l’App servirebbe come piattaforma di lancio per tutti gli eventi legati alla cultura che potrebbero essere organizzati. Ogni mese viene redatto un piano di conferenze ed eventi che vengono posti all’interno del calendario dell’applicazione. Il visitatore di volta in volta può decidere se prenotare posti o raccogliere informazioni sugli argomenti ai quali potrebbe essere maggiormente interessato. Il museo avrebbe infine un collegamento prioritario con il polo tecnologico. Data la natura del museo stesso la necessità di prodotti tecnologici sarà sempre alta e sempre di diverso tipo. Ad esempio, la tecnologia dei visori per la realtà aumentata ha bisogno di basi informatiche, di programmazione e di renderiz-

zazione tridimensionale. Inoltre ogni installazione viene curata in maniera approfondita dai tecnici foto e video che ne gestiscono la creazione. L’applicazione dell’area permette anche di comprare biglietti di ingresso e di personalizzare il proprio percorso all’interno delle esposizioni che di volta in volta verranno organizzate. Una volta completata la visita si riceverà un coupon sul quale sarà stampato un QR code che darà la possibilità di rivivere le esperienze del museo a casa propria, tramite la realtà virtuale che utilizza come hardware le piattaforme open source gestite da Google. Inserendo il proprio smartphone all’interno del Google cardboard, acquistabile nel bookshop e nella biglietteria del museo, si potranno quindi visitare nuovamente tutte le installazioni comodamente da casa propria. Non sarà però possibile fruire del percorso museale solo da casa, in quanto le installazioni virtuali verranno rilasciate agli utenti solo una volta completa-


Prevediamo anche installazioni sportive, che saranno dotate di sensori per il rilevamento degli apparecchi su cui è stata installata l’app dell’area tramite tecnologia NFC. Questa app, se connessa al database sportivo, terrà conto dei dati fisici di ogni persona, evidenziandone così

Tramite la presenza di notifiche derivanti dall’applicazione dell’area sarà possibile infine essere sempre aggiornati sulle attività e sui prodotti che la nuova Stamoto propone. Ogni cosa è interconnessa, tutto diventa uno.

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Tutto il parco sarà dotato di postazioni di ricarica degli apparecchi elettronici e di Wi-Fi ad alta velocità gratuito, dando modo a tutti di accedere alle informazioni sul mondo. L’applicazione fungerà anche da mappa ed indicherà ogni postazione informatica presente sulla superficie dell’area di progetto.

i miglioramenti prestazionali e creando sistemi di competizione per ogni tipologia di sport. Tutti potranno, se a loro sarà gradito, condividere i propri traguardi e potranno così nascere sfide costruttive che incentivano il miglioramento.

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ta fisicamente la visita. Questo principalmente perché il cardboard serve a suscitare ricordi ed emozioni, senza sostituirsi all’esperienza vera e propria. La possibilità però di rivedere il museo renderà la visita accessibile anche a chi non può muoversi o non può uscire da ambienti protetti.


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k oo ci -b er nE PP ip ri i l’A ett lib e i l t i i ig m are eb tra ass ri tar rp lib no ali pe ri re use lità à ne lib rp ibi cit ni m zio dio pe pon a u a velo azio zz P is in lta tall o eri AP o d da ins b ri nn a li e a I i v so roll F sc uo U nt ed di WI ti n ion Co temi n er dan g az ter ua r min Sis sfor m di in rig tr e a PP a seo ra ia s ’A v u Tr t mu ll e i s eo su sul ess rn e e l mu o m n h F c as e de nli tifi e tr stori ne o No erenz ulle ssio s u s f c e n is seri Co di d web um e di ico For ion tograf duz lab. fo Pr o PP e 3D on A O pante enti c am E ev st S con licità oviglie Pubb enti MU one st ento cli zzazi ttenim APP Reali per intra apposita o APP away con e tak o Svilupp per cib ogico distanza TE vices tecnol Ordini a RAN nze con de eta O pi e n T ordinazio RIS sistema di iche del terreno itorare le caratterist mon per i dron Uso dei trollo delle colture BAR Programmazione software di con

m ne

POLO GASTRO N OM IC O

L O T E

Possibilità di affitto pianta idroponica

ORTI SOCIA LI

C

ili ib on sp di o nn ra sa tti od pr vi PP uo ll’A en su ch di io lta er vo ap ni u og en ti za im PP z ’A al i ed el nali i re on ati zio zi ott e D mm za od mo c ti 3 pr g ra riz pro ifi ei pa n ot n d a p ro eo ed tam nti vid le ns ion eve are az Ca i co ne lizz sat i zz u io lic re a zaz riali er bb ate Pu bliciz oni p r ei m b o vor ed Pu ei d edia di la lm o d azion ali nto Us ocia z e e s s z u um ali de i ni m Re e str ne O llazio com stio insta AT Ge VR lab elle C de i l fab to ne d ati a aper Uso ER azio i leg ti all’ lizz M attic even Rea ri did e per I rato grafi o o i en at TIC Lab ne sc enti us m nato TIS uzio i stru artigia Prod AR e degl tti dell’ bili B. azion e di mo gli og ge de Ripar LA produzion one 3D C per la rizzazi cchine CN Scanne ne di ma entazio IVO Implem POSIT ca per artisti minotecni Studi di illu i artigiani ri sul lavoro degl Vlog pubblicita oggetti da realizzare Possibilità tramite APP di ideare

Tramite l’APP si può monitora re la pianta che si è affittato Supporto tecno logico per il cont rollo delle colture Pubblicizz da reddito CULT azione sui soc i URA a l me dia Assistenz di eventi IDRO a tecnica PON ai software I cibi pr ICA e ag odotti li apparec CO dalle co chi tecno LT. Pubb ltivazio logici licizzaz DA ni poss ione de ono es RE Pubb l merc sere us licizza DD CO ati nel ato e zione ITO ristorant d reali ei LT su del m oi pro e o ve zzaz .G er do nduti io ca t ti ne tr to se Util EN ttiman izzo amit .P e stam ale della Uti RO panti lizz realt od à virt 3D d GR Re e lla re egli st uale aliz AM per altà and zaz Us visu del m virtu ion . od alizz erca ale ev ei d Inf are i to per ide ro n o prog pre o tr sen ip Ut r mat ress a m ta er i dell izz il ite re i vid azio e co la Ut izzo p ro b eo . fo ltiva dott i ne p ro zion t i o Pr lizzo di dr d g ra mo elle i on e fico tec zio ip com Po not nali no er a nd lo g sp N ssib azio arg ed ne ico ili im el r tà vir de e is n d g t h tor to ua li s ir ant pe le ich ca d st i e po rti ied l cid sto di er i pr em ris od to uz en r a ion ùp nt e e er so na liz za ti tra m ite o AP P

ARTI LO PO SPAZ

IO ES


6


Plasmare il virtuale


6.1

p o s i zione

capitolo 6

SHARP EDGES

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U

na volta definite le principali famiglie di funzioni essenziali per la riuscita del progetto ed il suo sviluppo futuro, siamo passati all’individuazione degli spazi che sarebbero stati dedicati ad ognuna di queste. In primo luogo era necessario capire quali fossero gli edifici da mantenere. Il criterio di scelta ha coinciso con la valutazione di due aspetti principali: lo stato di manutenzione e la valenza storica. Infatti molti dei capannoni esistenti sono risultati essere, dalle nostre verifiche, non stabili, sia per il degrado che ha portato le strutture ad un indebolimento, sia per l’incapacità di queste strutture di assorbire, con la loro tecnologia appartenente ad altri tempi, i carichi delle spinte sismiche. Quelli che un tempo erano stati pensati come capannoni dedicati alla riparazione dei mezzi dell’esercito, oggi presentano molte

falle strutturali. Le coperture non sono più salde e a tratti sono crollate a causa della carenza di manutenzione. Il nostro principio di scelta si è fondato sulla necessità di mantenere il più possibile ciò che poteva essere riutilizzato con bassi costi di adeguamento. Mentre la parte degli edificati che avrebbe dovuto subire interventi più consistenti, spesso coincidente con gli edifici di minor valore simbolico, è stata destinata alla demolizione. L’unico edificio dotato di una certa valenza storica, cioè l’ingresso nord-ovest dell’area, è stato mantenuto. Fortunatamente, in questo caso, la struttura è ancora ben funzionante e ben si presta all’inserimento di nuove attività.


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SHARP EDGES capitolo 6

Edifici mantenuti edifici consolidati e mantenuti edifici sostituiti con nuovi volumi sullo stesso sedime per inadeguatezza strutturale


t e c n o logico

capitolo 6

SHARP EDGES

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Individuati così i fabbricati dell’ex caserma che sarebbero rimasti sulla superficie dell’area di progetto, siamo passati a decidere quali fossero le posizioni migliori per inserirvi le nostre nuove macro-polarità. Essendo queste molto diverse fra di loro, abbiamo cercato di abbinarne la posizione con la vicinanza a funzioni connesse, sia interne che esterne all’area. Infatti non volevamo solo che i poli funzionassero bene, connettendosi facilmente alla città ed ai suoi cittadini, ma anche che le interconnessioni studiate nel capitolo precedente potessero essere rispecchiate da una vicinanza fisica dei punti funzionali. Ogni funzione doveva essere affiancata da funzioni affini per facilitare l’interazione fra i vari punti e per rendere il ciclo produttivo un cerchio chiuso ed altamente funzionale. Il polo tecnologico, vista la sua importanza per la riuscita del nuovo progetto, è stato inseri-

to al centro dell’area. Gli edifici preesistenti però non sarebbero riusciti ad ospitare questo il tipo di funzione dato il loro stato di scarsa manutenzione. Di conseguenza abbiamo deciso di ipotizzare la costruzione, sullo stesso sedime dell’edificio preesistente, di due fabbricati collegati da un ingresso comune. La scelta della posizione per il polo tecnologico non solo è dovuta al valore simbolico di questa funzione, ma serve anche per facilitare i collegamenti fra la tecnologia e tutte le altre attività che giorno dopo giorno ne richiederanno i servizi. Tutte le funzioni potrebbero così gravitare attorno alla polarità principale, rimanendo sempre connesse a questa in maniera diretta, ma senza mai perdere contatto con gli altri poli dell’area. Il polo tecnologico non diventa una barriera, ma al contrario, diventa un “booster” di collegamento ed il centro che rende ogni punto della “circonferenza” connesso agli altri.


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SHARP EDGES capitolo 6

Il polo tecnologico


c u l t u r a l e

capitolo 6

SHARP EDGES

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Gli edifici così dedicati alla tecnologia creano una distinzione virtuale fra due grandi parti dell’area. Questa divisione, seppur solo fittizia e formale, ci ha aiutato a definire la posizione ideale per il nuovo polo culturale. La zona a sud infatti è più lontana dal polo tecnologico e dalla ferrovia che costeggia la parte nord dell’area. I due edifici individuati però sono anche facilmente raggiungibili visto che si affacciano su viale Felsina. In questo modo il polo culturale può essere dotato di un ingresso separato rispetto al resto dell’area mantenendo sempre però una stretta connessione col polo tecnologico e tutte le altre funzioni presenti. Gli edifici preesistenti in questa parte dell’area erano purtroppo compromessi dal punto di vista strutturale, ed è quindi stata necessaria la loro demolizione. Il loro sedime però è stato mantenuto, sia per non perdere la conformazione originaria dell’ex ca-

serma Stamoto, sia perché la loro forma già ben si sposava con la loro funzione di cortina artificiale interposta fra l’area ed il resto della città. Gli edifici erano infatti due, che andavano a confluire verso un unico punto, un angolo cardine dell’area stessa. Questa forma si adeguava perfettamente alle nostre necessità. La storia si è quindi fusa con la praticità funzionale.


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SHARP EDGES capitolo 6

Il polo culturale


produt t i v o

capitolo 6

SHARP EDGES

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Tutte le altre macro-funzioni da noi individuate sono quindi alloggiate negli edifici rimanenti, situati, rispetto al polo tecnologico, sul lato diametralmente opposto a quello dedicato al polo culturale. Il polo produttivo, composto principalmente da residenze temporanee ed uffici, è stato posizionato nella parte più adiacente alla città ed è fornito delle migliori possibilità di collegamento tramite i mezzi pubblici. In questo modo la connessione fra il centro di Bologna e l’area diventa più facile ed immediata, così da favorire ulteriormente la popolazione nel suo orientarsi verso la nuova polarità rappresentata dallo Stamoto. Essendo le residenze temporanee inoltre studiate appositamente per le figure lavorative dei “nomadic workers”, generalmente sprovvisti di mezzi di spostamento propri, era necessario che il polo produttivo potesse essere il punto funzionale più facilmente rag-

giungibile da chi non possiede una macchina.


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SHARP EDGES capitolo 6

Il polo produttivo


artigia n a t o

capitolo 6

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I poli rimanenti invece, cioè il polo dell’artigianato e quello della gastronomia, sono stati posizionati vicini fra di loro, in quanto altamente interconnessi. Il polo dell’artigianato, dovendo essere votato principalmente alla fruizione dall’esterno, è quindi stato inserito vicino a quello produttivo, cioè verso il centro di Bologna. La sua posizione non solo si avvantaggia della vicinanza ai mezzi pubblici ed alle principali strade di Bologna, ma risulta utile in quanto permette di costituire una cortina di separazione fra l’interno dell’area e la ferrovia che giace alle sue spalle. Dal momento che il polo dell’artigianato dovrà ospitare al suo interno funzioni generalmente rumorose, quali la fabbricazione di manufatti artistici, mobili o oggetti di design, la presenza della ferrovia risulterà poco fastidiosa per lo svolgimento di tali attività.


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SHARP EDGES capitolo 6

Il polo dell’artigianato


gastro n o m i a

capitolo 6

SHARP EDGES

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Infine il polo gastronomico è stato posizionato a nord-est, in continuità con lo spazio dedicato all’artigianato. Gli orti si vanno quindi a fondere con lo spazio verde che separa il polo culturale dagli altri, facendo così del parco un unico grande lembo di terra pubblicamente fruibile. La vicinanza fra il polo gastronomico e tutti gli altri poli lo rende particolarmente accattivante come punto di ristoro proposto per i fruitori dell’area.


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SHARP EDGES capitolo 6

Il polo gastronomico


6.2

giaci t u r e

capitolo 6

SHARP EDGES

100

C

ome anticipato nel capitolo 4 l’ex caserma Stamoto rappresenta un importante vuoto urbano per la città di Bologna: un’area che ha separato, con la sua chiusura, le viabilità principali della zona, e reso il quartiere un posto poco raccomandabile. Una volta individuate le posizioni per ogni polo funzionale dell’area è stato quindi necessario riflettere su come queste polarità potessero essere collegate e come l’ex caserma potesse di nuovo diventare un punto di incontro pubblicamente fruibile. Abbiamo quindi stabilito che le viabilità principali all’interno dell’area dovessero essere principalmente due. La prima avrebbe collegato l’ingresso posto a nord-ovest, verso il centro urbano, e quello posto presso il polo culturale a sud-est. Mentre la seconda sarebbe stata essenziale come continuazione della strada di ingresso già presente a nord-ovest (via del Parco) e

avrebbe collegato questa parte con la parte ad est, verso la quale sorge una scuola. Dalla definizione di queste due strade di collegamento sono risultati dei benefici aggiuntivi, oltre al collegamento fra interno ed esterno. In particolare la prima viabilità è andata a infrangere la barriera virtuale che il polo tecnologico rischiava di costituire fra la zona a nord-ovest e quella a sud-est. Dall’incontro della strada interna con l’edificio preesistente nasce una seconda viabilità, sempre orientata verso sud. Così quello che prima era il sedime di un unico grande edificio “limite”, è stato diviso in tre parti sulle quali si sono sviluppati i due edifici della tecnologia, e al centro, l’ingresso comune. Il fatto che le due strade principali all’interno dell’area siano proprio quelle che tagliano maggiormente il centro stesso della zona è un punto importantissimo. La logica dell’interconnessione non


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SHARP EDGES capitolo 6

Individuazione percorsi


capitolo 6

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potrebbe essere attuata se tutte le zone non venissero collegate nel modo più veloce possibile. Proprio la necessità di rendere queste strade il più brevi possibile, ha portato alla scelta di andare ad utilizzarle come elemento di taglio per gli edifici. In particolare gli edifici centrali si accorciano per lasciare più spazio alla percorrenza che collega l’est all’ovest. Questa va anche a dividere il sedime di uno degli edifici legati alla cultura in due parti, la più a nord delle quali, lascia spazio al polo gastronomico. Le percorrenze che invece vanno a tagliare lo spazio del polo tecnologico e fungono da collegamento fra nord-ovest e la zona a sud-est provocano un cambiamento di forma al sedime sul quale si svilupperà il secondo edificio della cultura. Gli edifici lasciano così spazio alla viabilità, rendendo i collegamenti più coerenti e veloci.

le principali percorrenze all’interno del progetto, abbiamo studiato un sistema di percorrenze secondarie per collegare efficientemente tutte le funzioni fra di loro. Seguendo sempre la logica del collegamento più veloce e funzionale, abbiamo pensato di utilizzare alcune delle giaciture rappresentate dalle preesistenze come punto di partenza e riferimento per la creazione di collegamenti secondari. All’incontro tra giaciture, e quindi strade secondarie, e edifici, si è scelto di creare, laddove necessari, tagli per rendere la percorribilità più fluida e funzionale. L’esempio di maggior rilevanza è quello legato alla percorrenza nata dalla giacitura dell’edificio all’interno del quale si trova il polo dell’artigianato. La strada così nata si interseca con l’edificio stesso, andando a dividerlo in due macro-parti e a rendere il collegamento efficiente ed utile anche ad altri spazi, quali gli orti sociali.

Dopo aver stabilito quali fossero

Dall’incontro delle strade di col-


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SHARP EDGES capitolo 6

Taglio edifici


capitolo 6

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legamento interno e la strade che circondano l’ex caserma, sono nati gli ingressi principali all’area. Il primo, è quello che dà su via del Parco e viene collegato direttamente da una strada principale all’ingresso situato nella parte diametralmente opposta. Il secondo ingresso è quello del polo culturale: situato in mezzo ai due edifici ricostruiti, questo è collegato da una percorrenza principale all’ingresso di via del Parco; infine in terzo ingresso è quello lungo via Felsina dove si accede direttamente al parco. Dalla giacitura dell’edificio per coworking si ottengono due ulteriori ingressi, ovvero un sottopassaggio pedonale a nord per evitare l’ostacolo della ferrovia e collegare l’area direttamente a via Massarenti ed un ingresso affiancato da un parcheggio sotterraneo a sud. Infine due ingressi minori vengono studiati per i nuovi complessi residenziali ad ovest ed il ristorante nella zona nord-est. Definiamo minori questi ingressi, in quanto più speci-

fici per le attività che si trovano nelle loro vicinanze. Tramite la partizione, derivante dalla scelta di utilizzare le giaciture come strade di collegamento secondarie, anche lo spazio restante fra un edificio e l’altro viene diviso. Da questa divisione nasce l’attribuzione di una funzione anche agli spazi verdi, a volte lasciati liberi ed a volte studiati per diventare altro, come zone dedicate allo sport o piazze, funzionali ai poli presenti sull’area.


105

P

Stamoto

Pi

Pi

Massa renti

Accessi principali all’area e parcheggi

capitolo 6

P

SHARP EDGES

P


6.3

a g g i u n t a

capitolo 6

SHARP EDGES

106

G

razie alla definizione di tutti i collegamenti che avrebbero dato forma all’area dell’ex caserma Stamoto, ci è poi stato possibile investigare maggiormente tutte le funzioni che avrebbero corredato i macro-poli e quindi anche definire quanti e quali nuovi edifici sarebbero stati necessari. Ad ogni zona funzionale, come abbiamo detto, viene assegnato uno spazio verde di pertinenza, che prende forma e si adatta alle particolari esigenze delle zone stesse. Per collegare il polo produttivo, quello dell’artigianato e quello gastronomico si è inoltre pensato di inserire fra di loro uno spazio, all’interno del quale sorgesse un mercato coperto permanente, così da rispondere per suo tramite alle esigenze dei tre poli. In primo luogo l’artigianato potrebbe trovare uno spazio di vendita per i propri prodotti, mentre la coltivazione raggiungerebbe il cliente all’interno del

mercato, con la vendita del prodotto non trasformato, o tramite la preparazione di cibo fatta presso vari stand di “slow-food”. Infine i lavoratori ed i residenti avrebbero un centro di vendita diretta situato in una posizione nevralgica dell’area.


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SHARP EDGES capitolo 6

Aggiunta nuovo edificato



Edifici e funzioni 16% superficie totale


capitolo 6

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Per sfruttare al meglio le potenzialità del nuovo mercato come punto di unione di tre polarità diverse, senza calcolare quella tecnologica che è sempre presente, lo spazio di risulta è stato adattato da una parte come piazza adibita al mercato settimanale, e dall’altra come spazio verde fruibile per la degustazione dei cibi preparati nel mercato o comprati al mercato settimanale. Riproducendo così un espediente di raggruppamento funzionale già visto altrove e perfettamente funzionante, si creerebbe un nuovo centro di acquisto consapevole ed intelligente. Si abbatterebbero i costi di produzione e si renderebbe il concetto di “centro commerciale” qualcosa di sano e che dia spazio ai piccoli operatori economici. Alle zone prima citate si affiancherebbe uno spazio, maggiormente dedicato agli uffici presenti a nord. In questo caso l’arredo urbano è studiato per le pause e per gli incontri dei lavoratori.

La parte più pertinente alle residenze invece viene lasciata libera, in modo tale che la fruizione possa essere flessibile e senza limiti. Il nuovo spazio del mercato confina con un altro spazio libero, invece pensato per il polo tecnologico. Questo, che si trova dall’altra parte di una delle percorrenze principali rispetto al mercato, viene conformato come una grande piazza dedicata al tema della scoperta tecnologica e della sua libera utilizzazione. Lo spazio aperto verrebbe corredato da una serie di installazioni atte ad informare i visitatori sull’avanzamento tecnologico, alternate a spazi di sosta e di condivisione informale. Questa grande piazza inoltre è stata pensata come sede di attrezzature, sportive e comunque di movimento, anche di gioco, capaci di trasformare il lavoro umano in energia elettrica utilizzabile per le installazioni stesse, così da limitare il costo di attività di so-


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mercato temporaneo

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area ristoro

capitolo 6

Piazza gastronomica


capitolo 6

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lito fruibili a pagamento. Tutto il sistema così creatosi verrebbe corredato da spazi invece dedicati alla prova di nuove invenzioni tecnologiche, sviluppate dalle università o dagli studenti del polo tecnologico. I luoghi adibiti a queste funzioni sarebbero accessibili a tutti coloro volessero provare un nuovo prodotto e a tutti gli inventori con nuove idee. La parte a sud degli edifici della tecnologia invece funziona come un grande ed unico parco continuativo, uno spazio verde studiato per la condivisone sociale e per l’attività fluida. Ad ovest sorgono i nuovi edifici per le residenze temporanee. Edifici che tramite il polo tecnologico possono essere continuamente aggiornati secondo le ultime novità in campo di domotica. Davanti a queste residenze si trova la parte più libera del parco, alla quale si legano spazi di gioco per bambini ed una parte attrezzata, invece più dedicata all’attività sportiva ed allo svago. In questa zona si

trovano campi sportivi, una pista da corsa, uno skatepark attrezzato, e un campo da bocce. La vicinanza di tutte queste aree verdi altamente specializzate porta alla condivisione delle attività fra fasce di età molto diverse. Nello stesso luogo andrebbero a confluire persone con età completamente diverse, bambini, adolescenti ed anziani. L’obbiettivo di questa scelta è di far si che il confronto di diversi punti di vista possa dar origine a scambi costruttivi e far riscoprire il valore della condivisione a tutte le fasce di età, abbandonando così tutti i pregiudizi. Il parco continua verso nord-est passando per il polo culturale. Qui il verde e lo spazio si specializzano per accogliere quella parte di popolazione il cui interesse è legato all’accrescimento del sapere personale. Le percorrenze e gli edifici vanno ad individuare uno spazio libero dedicato allo studio ed alla lettura, legato all’edificio pensato come


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spot tecnologici

SHARP EDGES capitolo 6

Piazza tecnologica



Piazze 33% superficie totale


capitolo 6

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biblioteca, ed una piazza invece lasciata libera per ospitare eventi quali spettacoli e proiezioni all’aperto. Attorno a questa piazza della cultura il verde assume una maggiore tridimensionalità. Gli angoli più distanti dallo spazio libero vengono rialzati per creare una conca naturale, migliorando così la qualità acustica e dando alle persone la possibilità di godere dei servizi offerti dalla piazza anche nel caso non ci fossero sedute disponibili. Le colline così createsi potrebbero anche essere semplicemente usate come spazio di riposo o di rilassamento. La zona della piazza più vicina al polo tecnologico diventa sede anche di un bar, posto sotto una delle nuove colline. La posizione di questo è studiata per renderlo fruibile da più parti possibili. La zona verde invece più vicina al polo della cultura viene lasciata libera per installazioni temporanee collegate al museo. In questo caso il terreno si abbassa crean-

do, tramite l’intersezione con le colline artificiali, delle conche nel terreno. Grazie al loro isolamento rispetto al resto garantiscono un miglior raccoglimento dello spettatore e favoriscono una migliore fruizione. Le installazioni che di volta in volta vengono qui proposte cambiano ciclicamente accompagnando le tematiche delle installazioni interne. Il parco si conclude, in maniera naturale, a nord con gli orti sociali. Questi quindi non vanno ad inserirsi in maniera non consona alla loro natura, ma al contrario costituiscono il perfetto coronamento per il percorso del visitatore più attento agli spazi verdi. All’interno degli spazi dedicati alla coltivazione si trovano nuovi edifici pensati come magazzini per gli strumenti necessari al lavoro nei campi. Gli orti vengono affiancati da due nuovi edifici: il primo più a sud dedicato alla coltivazione con tecnologia idroponica. Il secondo diventa invece il risto-


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area bambini area sportiva

SHARP EDGES capitolo 6

Parco sportivo


capitolo 6

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rante. La sua vicinanza agli orti sociali naturalmente favorirebbe l’utilizzo dei prodotti ottenuti da questi per la preparazione di cibi di alta qualità. Il ristorante viene affiancato da un parcheggio, principalmente votato all’accoglienza dei mezzi privati di coloro che vogliono andare a mangiare lì. Altri due parcheggi interrati vengono posti verso sud: uno a fianco della zona sportiva, e uno a fianco del polo culturale. Entrambi si affacciano su viale Felsina, una strada molto larga e ben disposta ad accogliere grandi flussi di traffico. Le uscite dai parcheggi sotterranei sono state poste una a fianco della zona sportiva, quindi una zona piuttosto centrale e di facile collegamento al polo tecnologico e alle residenze, mentre l’altra si trova a fianco dell’ingresso del polo culturale. Questo per rendere la fruizione del museo e della biblioteca il più facile e confortevole possibile. Altri parcheggi secondari sono

stati pensati a lato delle residenze e nei pressi di via del Parco, all’ingresso nord-ovest, dedicando qui una maggiore attenzione ai mezzi delle associazioni no-profit ed al carico/scarico merci propri del mercato e del polo dell’artigianato.


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colline verdi SHARP EDGES

piazza eventi

capitolo 6

Parco culturale



verde 51% superficie totale


6.4

t e m p o

capitolo 6

SHARP EDGES

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Per

evitare che un’area così grande, se ripensata tutta in una volta, rimanesse vuota e non funzionante per troppo tempo, si è pensato di ipotizzare un cronoprogramma per la realizzazione del progetto. Lo scopo è anche quello di pensare a come il progetto possa auto-finanziarsi nel tempo e a come i lavori possano essere facilitati dall’organicità degli interventi. FASE0 La prima fase prevede la demolizione e l’eliminazione di tutte le superfetazioni ed i manufatti in pessimo stato di conservazione. FASE1 Durante questa fase si provvede alla creazione dei parcheggi previsti per l’area. Questa scelta è dovuta alla richiesta che da molto tempo i cittadini hanno mosso nei confronti del comune. Lo spazio che, ad oggi, la Stamoto occupa, non permette ai

residenti di parcheggiare i propri mezzi senza difficoltà. Inoltre, procedendo all’apertura dei parcheggi, alcuni dei quali saranno a pagamento, si darà la possibilità di raccogliere fondi necessari alla continuazione del progetto. FASE2 Questa fase è dedicata alla messa in sicurezza ed alla realizzazione del polo tecnologico e della viabilità pedonale che lo riguarda. Una volta completata questa fase, la prima cellula vivente del nuovo progetto potrà cominciare a produrre lavoro e quindi fondi e flussi necessari a rendere l’area un nuovo punto di riferimento. FASE3 Subito dopo la conclusione della fase riguardante il polo tecnologico si potrà procedere alla messa in sicurezza della zona adibita al polo produttivo. Edificate anche le residenze temporanee che si aggiungono agli edifici


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Fase 1 SHARP EDGES capitolo 6

Fase 2

Fase 3


capitolo 6

SHARP EDGES

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preesistenti, questa parte del masterplan inizierà ad attivarsi, agganciandosi al polo tecnologico già in attività. La scelta di passare al polo produttivo prima che a qualsiasi altro è dovuta alla maggiore facilità con cui le funzioni che lo compongono generano reddito ed interesse da parte della popolazione. FASE4 In questo caso la messa in sicurezza e la costruzione riguardano i poli gastronomico e dell’artigianato. I due grandi gruppi di funzione si andranno quindi a ricongiungere con gli altri già funzionanti tramite le piazze presenti al centro della zona nord-ovest, rendendo questo blocco un unico grande cuore pulsante ed organicamente produttivo. FASE5 Una volta completata la zona a nord-ovest, che più facilmente è capace di produrre guadagno, si passerà alla pulizia della fascia

destinata a parco. Questa si aggancerà alla parte già edificata e attivandosi preparerà il sistema ad accogliere l’ultimo polo non ancora definito, quello culturale. FASE6 Si è deciso di ipotizzare come ultima parte per la realizzazione del progetto quella riguardante il polo culturale. Questa decisione nasce dalla volontà di inserire le funzioni legate alla cultura in un sistema già propriamente attivato e pronto alla ricezione di elementi non prettamente legati al ricavo di fondi. Lasciando questa parte di realizzazione per ultima, inoltre, i visitatori della zona sud-est del complesso Stamoto potranno, una volta terminate le proprie visite, godere di tutti i servizi accessori di cui il progetto si compone.


125

Fase 4 SHARP EDGES capitolo 6

Fase 5

Fase 6




7


Il polo culturale


7.1

u n i t o

capitolo 7

SHARP EDGES

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Il nostro progetto si concentra

principalmente sul polo culturale. Questo si posiziona, come prima accennato, nella zona a sud-est dell’ex caserma Stamoto, in continuità con il grande parco a sud, affacciandosi anche sull’ampio viale Felsina. L’ex caserma Stamoto in questa zona comprendeva due edifici: il cui stato strutturale però ne ha imposto la demolizione. Considerando l’eterogeneità delle forme dell’area e volendo mantenere l’impronta storica dell’impianto planimetrico, abbiamo deciso di ricostruire i due edifici sui vecchi sedimi. In questo modo si è mantenuto coerente anche il fronte strada a cui i cittadini si erano ormai abituati. Data la posizione era per noi essenziale studiare un modo in cui questi due edifici planimetricamente disposti a forma di “L” potessero risultare uniti, senza andare a rompere la continuità generata dalle viabilità interne ed

esterne all’area. Non solo, volevamo anche far sì che la cultura potesse caratterizzarsi come un baluardo a protezione dell’area e un punto nodale della stessa.


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SHARP EDGES capitolo 7

Il polo culturale


capitolo 7

SHARP EDGES

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Per questo abbiamo deciso che la connessione fra i due edifici ricostruiti dovesse essere uno spazio unico connesso con un piano interrato. In questo modo l’incrocio dei due fabbricati avrebbe dato forma ad uno spazio libero, un vero e proprio ingresso all’area ed allo stesso tempo il solaio della connessione fra gli edifici stessi. Stesso spazio, diverse funzioni. Stesso spazio, diverse connessioni. Dall’intersezione dei due edifici prolungati virtualmente si genera un terzo volume, distaccato dagli altri due. Questo, ipotizzato con volumetrie che ben si sposano con quelle degli edifici ricostruiti, funge da ingresso al polo culturale. Determinata la forma degli edifici che avrebbero composto il centro della cultura siamo passati alla definizione delle funzioni che lo avrebbero caratterizzato.


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SHARP EDGES capitolo 7

Collegamento tramite nuovo volume


All’interno dell’edificio presente sulla fascia ad est si colloca il museo (RAM), mentre nell’altro edificio vengono inserite tre principali funzioni: la sala conferenze, la biblioteca ed infine il cinema.

SHARP EDGES

Ogni parte funzionale del polo culturale ha una parte di spazio esterno, per questa appositamente pensata. La biblioteca sarà dotata di spazi esterni per la lettura, mentre il museo di nicchie ribassate per la presentazione di installazioni temporanee. Il polo inoltre avrà a fianco una grande piazza, con collinette artificiali che costituirà l’arena per eventi esterni.

capitolo 7

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CINEMAB I B L I O T E C A SALACONFERENZE


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SHARP EDGES capitolo 7

Conformazione dell’ingresso

FOYER M U S E O D E L C O N F L I T T O


7.2

a t t i v i t à

capitolo 7

SHARP EDGES

136

L

’ingresso è il nodo più importante del complesso culturale in quanto dà accesso a tutti gli ambienti. Chiaramente la biblioteca, così come il cinema, presentano un ingresso secondario a loro dedicato. Ma quello che ci premeva di più era creare una continuità di servizi di cui si potesse usufruire in maniera continuativa ed organica senza avere la necessità di uscire all’esterno. L’edificio individuato dall’incontro dei due volumi virtuali ricostruiti è costituito da due livelli: il piano terra, dedicato all’informazione sugli eventi che caratterizzano l’area, ed un piano interrato accessibile tramite una scala monumentale che dà accesso agli altri servizi del polo. Il piano terra è dotato di un sistema di pannellature tecnologiche con cui il visitatore può interagire per ricercare le informazioni che gli occorrono. Queste possono riguardare gli eventi presenti all’interno del polo o essere

invece inerenti ad altre parti del progetto Stamoto. Da questi pannelli si possono fare naturalmente tutte le prenotazioni possibili, così come ognuno potrà accedere ai propri profili creati all’interno della banca dati dell’area per consultarli, modificarli o cancellarli. Di volta in volta i pannelli informativi, quando non verranno utilizzati direttamente, fungeranno da “banner pubblicitari” specializzati sugli eventi e sugli spazi della cultura. Scendere al piano interrato permetterà l’accesso al vero e proprio polo culturale. Lo spazio dell’ingresso è dotato di un bookshop del museo, accessibile anche senza pagare l’entrata. Da qui si può andare direttamente dentro il museo o accedere alle altre funzioni. Andando a sinistra si incontrano spazi di servizio quali toilette ed una zona ristoro illuminate da una corte verde, superate la quali si arriva


capitolo 7

L’unità degli spazi della cultura favorisce anche la creazione di eventi che coinvolgono l’area a 360°. Gli edifici e l’esterno diventano un’unica grande piazza in cui possono essere svolte diverse attività in maniera totalmente connessa e contigua. All’interno del museo potranno nascere delle esposizioni tematiche che saranno collegate a cicli di conferenze all’interno e all’aperto. Il cinema potrà proporre proiezioni a tema e la biblioteca rimarrà attiva come punto di riferimento bibliografico.

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SHARP EDGES

direttamente alla sala conferenze, che dà accesso a sua volta alla biblioteca ed ancora al cinema alla fine del percorso. Ogni funzione è collegata ed insieme separata dall’altra, tramite un sistema di aperture che possono di volta in volta essere chiuse nel caso un’attività non sia accessibile al pubblico. In questo modo l’integrazione funzionale raggiunta è completa.




8


I




8.1

collega menti

capitolo 8

SHARP EDGES

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L

’edificio a sud, parallelo a viale Felsina, contiene la biblioteca, il cinema e la sala conferenze. Queste tre funzioni sono totalmente integrate e facilmente separabili in caso di diversificazione degli orari di apertura. Infatti oltre all’ingresso sotterraneo sono presenti altri due ingressi all’edificio. Nel caso in cui il bookshop debba essere chiuso si potrà quindi entrare direttamente dalla biblioteca, dotata di un’entrata sul lato nord, o dal cinema sul lato ovest. La biblioteca è direttamente collegata alla sala conferenza tramite due scalinate. Le conferenze possono essere seguite anche dal ballatoio che circonda lo spazio centrale. In questo modo il collegamento fra le varie parti viene sempre mantenuto senza andare a disturbare lo svolgimento di lezioni magistrali o di comunicazioni pubbliche. Il cinema invece, oltre ad avere

un ingresso separato, è legato alla biblioteca tramite un secondo piano posto sopra la sala di proiezione, al quale si accede da una scalinata centrale. Una volta salite le rampe di scale si accede a questo piano rialzato posto in continuità con il soppalco della biblioteca. Lo spazio di collegamento è dotato di un’area ristoro e di una terrazza aperta accessibile da entrambe le parti. Questo spazio filtro è sostanzialmente lo strumento con cui, nel caso di necessità, si gestisce l’effetto della chiusura di una parte rispetto all’altra. Tutto l’edificio è inserito all’interno del parco, ma la biblioteca ha uno spazio di pertinenza a sé stante posizionato esattamente di fronte al suo ingresso. In questo spazio si trovano dei tavoli e delle sedute per la lettura e lo studio all’aria aperta.


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Ingressi e collegamenti

spazio filtro

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collegamenti interni possibilitĂ di chiusura ingressi

capitolo 8

cinema

biblioteca


8.2

p r o getto

capitolo 8

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L

a biblioteca si sviluppa su due livelli: un piano terra con postazioni per la lettura e con librerie, e un piano rialzato tramite un soppalco dotato di postazioni di studio, area stampanti e altre librerie. Il soppalco della biblioteca collega da una parte il cinema e dall’altra la sala conferenze. Per legarsi maggiormente a quest’ultima, alla fine dello spazio della biblioteca, questo si trasforma in una continuazione della gradinata della sala conferenze garantendo una maggiore unità funzionale e un grande quantitativo di sedute disponibili. I materiali che compongono gli interni di questo edificio sono principalmente cinque: la resina di cemento, utilizzata per la pavimentazione in quanto di facile manutenzione; l’acciaio brunito con cui sono state create le partizioni funzionali interne; l’acciaio verniciato dei parapetti; il legno

di quercia con cui sono composti gli arredamenti interni e parte delle gradinate ed infine l’ottone che evidenzia alcune finiture.


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pavimenti interni

arredi della biblioteca, scaffali, tavoli ecc.

ACCIAIO VERNICIATO

capitolo 8

OTTONE finiture interne

LEGNO DI QUERCIA

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RESINA ACCIAIO BRUNITO pannelli divisori DI CEMENTO

parapetti interni

biblioteca



Pianta quota +5.50

Pianta quota +1.50

Pianta quota -1.50


capitolo 8

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L’orientamento dell’edificio non permette l’utilizzo di shed in copertura, cosa che invece è stata possibile per quanto riguarda il museo. Per coerenza formale e per rendere il fronte strada omogeneo, le forme delle coperture sono state mantenute similari a quelle del museo, ma in questo caso la luce arriva completamente dai fianchi. Le aperture studiate sono state posizionate in modo da evidenziare le differenze di quota del prospetto e garantiscono un continuo contatto visivo fra quello che accade all’interno dell’edificio e l’esterno dello stesso. Una biblioteca, popolata da studenti e lettori, ha bisogno di tanta luce, oltre che di non essere alienante per chi la vive. Essendo il volume dell’edificio molto largo le aperture necessarie sono molto alte, per ovviare al problema dell’abbagliamento, visto l’orientamento dell’edificio, sono stati utilizzati degli infissi Okatech, gli stessi presenti an-

che nel museo. In questo caso però anche le aperture superiori utilizzano la stessa tecnologia. Grazie alla rete metallica inserita fra una lastra di vetro e l’altra, l’insolazione diretta viene annullata, per lasciare spazio a luce laterale diffusa. Il contatto visivo viene garantito così come la spettacolarità dell’illuminazione interna vista dall’esterno di notte. L’illuminazione artificiale invece è costituita da strisce di neon che si vanno a posizionare all’interno del contro soffitto che riveste la copertura.


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Illuminazione

capitolo 8

Sistema Okatech

OKATECH infissi esterni

ZINCO TITANIO rivestimento esterno










9


RAM Random access memories

I


9.1

e m o zione

capitolo 9

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Essendo

per noi molto importante inserire un percorso museale all’interno del polo della cultura, abbiamo cercato di raccogliere informazioni sulla tipologia di museo che meglio si sarebbe sposata con la natura del progetto. Bologna ad oggi presenta una grandissima quantità di musei, così come già è stato descritto nel capitolo 1.3, dedicati ai temi più vari. Il motivo di questa situazione è sicuramente la grandezza della città nonché la sua vicenda storica che la rende una capitale della cultura italiana. Trovandosi la nostra area al di fuori del cerchio del centro storico, quindi non essendo facilmente raggiungibile senza mezzi di trasporto pubblici e/o privati, era necessario pensare a come un nuovo museo potesse portare i visitatori verso l’ex caserma Stamoto. Per riuscire in questo intento era necessario non solo

proporre contenuti freschi e non trattati da altri musei già presenti nel centro storico, ma anche creare qualcosa di nuovo, al passo con i tempi. Ci troviamo in un periodo storico in cui due generazioni sono divise dalla tecnologia. Da una parte abbiamo i visitatori dei musei convenzionali, dall’altra i giovani, che col passare del tempo trovano la visita dei percorsi didattici tradizionali sempre meno interessante. Questo è dovuto alla velocizzazione dei mezzi di comunicazione e alla facilità con cui i gusti sociali cambiano. Le generazioni future avranno sempre più bisogno di contenuti velocemente assimilabili e facilmente riproducibili. Non avendo materiale per la creazione di un museo convenzionale, cioè da esposizione, e potendo scegliere sia la tipologia di museo che la tematica trattata al suo interno, abbiamo deciso di provare ad ipotizzare una nuova forma di percorso museale che si


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capitolo 9

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sposasse con l’impronta tecnologica sottostante al progetto per l’ex caserma Stamoto. Sarebbe erroneo chiamare questo nuovo soggetto ‘museo’ in quanto non si tratterebbe più di quello che oggi questa parola vuol dire, ma di qualcosa di totalmente diverso, anche se con gli stessi fini didattici. Si tratta di uno spazio innovativo che potrebbe attirare visitatori di ogni tipo in cui non sarebbero presenti “oggetti” da osservare con didascalie esplicative, ma di uno spazio in cui il contenuto del museo possa essere “vissuto”. Da qui la scelta di impostare il nostro nuovo concetto sulla forma del “museo emozionale”, cioè un percorso non basato su reperti o opere, ma bensì basato sulle emozioni che un visitatore viene invogliato a vivere una volta entrato. Questa tipologia di museo nasce dagli spazi architettonici e viene arricchita dalla presenza di installazioni audio/

video che vogliono favorire la riflessione e la comprensione degli argomenti trattati da parte dei fruitori del museo.


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9.2

tema t i c a

capitolo 9

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U

na volta scelta la tipologia di percorso che più ci sembrava si sposasse con il concetto tecnologico e le necessità della città di Bologna, abbiamo cercato di capire quali potessero essere i concetti attorno ai quali tutto sarebbe ruotato. Trovandoci a progettare all’interno di un’ex caserma, la risposta è stata immediata. Ci è sembrato opportuno parlare di conflitto. La scelta di questa tematica viene a relazionarsi anche con la prossimità di Bologna alla storica Linea Gotica e con la coincidenza del centesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale. Dovendo però parlare di conflitto attraverso le emozioni, ci sembrava riduttivo parlare di questo come un’equivalente della parola “guerra”. A nostro parere guerra e conflitto non sono esattamente la stessa cosa. La guerra è solo

una delle infinite sfumature che compongono il grande concetto di “conflitto”.


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SHARP EDGES capitolo 9


9.3

c o n flitto

capitolo 9

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Il conflitto è composto da varie

tipologie di quelli che potremmo chiamare confronti. Il conflitto è l’incontro/scontro di punti di vista differenti, di diverse opinioni. Il conflitto è interno alle organizzazioni sociali, famigliari ed in genere umane, così come può essere esterno e farsi attivo, concreto, diventando così “guerra”. La storia, del genere umano e di ogni singolo individuo, potrebbe essere letta attraverso la logica conflittuale. Il conflitto è confronto fra parti. Il confronto è sinonimo di evoluzione. Non a caso i grandi cambiamenti avvenuti nella storia della nostra civiltà sono stati spesso coincidenti con il termine di grandi guerre. Così come la crescita mentale di ognuno di noi è spesso dovuta al confronto con altre persone, con altre opinioni o altre culture. Ognuno di noi porta al suo interno il seme del conflitto che giorno dopo giorno ci obbliga a porci delle domande e combat-

tere contro noi stessi e la nostra natura. Il seme del conflitto è insito nella natura stessa, della quale noi siamo parte. Il conflitto è ciclico, torna sempre su se stesso perché è necessario per l’avanzamento della storia. Ogni qual volta un conflitto si palesa, si palesano anche gli infiniti parallelismi che questo riporta in superficie. Una volta conclusosi il confronto fra due punti di vista discordanti, uno viene assegnato alla giustizia, mentre l’altro viene lasciato all’errore, portando la storia in diverse direzioni e così facendoci evolvere verso quello che sarà l’uomo del domani. Cosa sarebbe quindi l’uomo senza lo scontro? Che questo sia fisico, filosofico e di pensiero, l’uomo non sarebbe se stesso se non fosse conflitto. L’uomo è conflitto.


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9.4

t i p o logie

capitolo 9

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E’ impossibile quindi parlare

di conflitto esplicitando tutti i concetti che questa parola contiene al suo interno. Le sfumature sono infinite e sono sicuramente diverse per ognuno di noi. Inoltre ogni forma di conflitto fluisce in un concetto di conflitto più ampio, che a sua volta fa parte del significato generale di confronto fra parti soggettivamente separate. Il conflitto religioso può per esempio facilmente confluire all’interno di quello sociale che a sua volta può trasformarsi in guerra. Il conflitto con la nostra mente può sfociare in un conflitto fisico con altre persone. Non potendo e soprattutto non volendo ridurre la complessità di questo pensiero a delle macro-categorie che non sarebbero riuscite a contenere l’immensità dei confronti, abbiamo deciso di scegliere quali fossero per noi, dal punto di vista soggettivo, le

sfumature più interessanti, contemporanee e narrabili a livello emozionale. Tornando al discorso trattato al punto due di questo capitolo, era necessario parlare del conflitto sotto forma di guerra. Oltre che per i motivi sopra esplicitati, la guerra è una vicenda che tutti noi abbiamo toccato con mano, o attraverso la storia e la cronaca, o avendola vissuta in prima persona. Questa tematica ci accomuna e avvicina i giovani ed i più anziani. Viviamo in un mondo in cui i sistemi per darsi battaglia aumentano sempre di più, come aumenta la loro micidialità. Per noi è importante ancora una volta sottolineare quanto questo ultimo stadio violento sia tanto da evitare quanto a tratti inevitabile. La guerra è sofferenza, ma è anche una conclusione naturale allo stato di tensione animale che compone il nostro DNA. Una seconda sfumatura del con-


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cetto di conflitto che pensiamo possa essere coinvolgente è quella riguardate la tematica contemporanea del conflitto fra uomo e natura. In questo caso la tensione fra le due parti non è rappresentata da un voler prevalere l’uno sull’altro, ma da un confronto essenziale allo sviluppo dell’essere umano e la sua tecnologia. L’egoismo e lo slancio dell’uomo lo ha portato a dimenticare il rispetto per l’ambiente, portando di conseguenza la natura a ribellarsi con effetti collaterali catastrofici. L’uomo non sarebbe quello che oggi è se non si fosse messo in competizione con la natura, se non avesse da sempre cercato di imbrigliarla all’interno di costrutti artificiali capaci di interpretarne l’essenza. Di tutta risposta la natura risponde con il principio di causa/effetto, ricordando ciclicamente all’uomo la sua infinita piccolezza. Come prima anticipato ognuno di noi cresce soltanto attraverso il pensiero riflessivo. Senza il

pensare di pensare l’uomo sarebbe solo un oggetto che risponde a bisogni naturali e fisiologici. Questa particolarità che ci rende unici è il sintomo di un conflitto interno che ci attanaglia fin dal primo giorno della nostra vita e ci impone l’auto-interrogazione. Il risultato di questa azione è la crescita caratteriale e mentale di ogni singolo individuo. Chiaramente questo scontro interno non sempre porta nella direzione più sana o migliore. Ci interessava provare ad indagare questa tipologia di confronto fra due punti di vista che non dovrebbero essere distinti, ma che in sostanza lo sono: il nostro pensiero contro se stesso. Essendo questa nuova tipologia di percorso didattico inserito all’interno di un’area altamente votata alla tecnologia ed alla condivisione su internet, abbiamo individuato come ultima forma di conflitto quella del confronto fra soggetti sulle piattaforme social. Con la nascita di queste ulti-


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me infatti le regole del confronto sono cambiate. Non è più necessario conoscere una persona per criticarla apertamente ed in pubblico su fatti altamente personali e a tratti intimi. Non solo, non è neanche più necessario dire le cose, tanto più efficiente è scriverle, protetti dal filtro di uno schermo e dell’anonimato. In un mondo in cui la nostra vita diventa sempre più di dominio pubblico e ognuno può dire la sua opinione senza se e senza ma, si è sviluppato il fenomeno del “cyberbullismo”. Questo è una sfumatura di violenza mentale generata dal confronto di opinioni diverse spesso fraintese a causa della distanza telematica che separa le persone. Togliendo alla gente la responsabilità per ciò che scrivono, le parole vengono utilizzate senza freni e in maniera sempre più offensiva, portando spesso a trasformare i conflitti verbali in vere e proprie esecuzioni pubbliche.


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9.5

d o m ande

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Il conflitto si genera quando

due punti di vista discordanti, dovuti a due diversi tipi di soggettività, si incontrano. Quando questo avviene si genera una tensione che assume di volta in volta diverse sfumature, passando dallo stato embrionale del dialogo all’estremo stato della soppressione delle diversità, data dall’incapacità di comprensione. Non esiste un’oggettività. E’ impossibile infatti sostenere che uno dei punti di vista sia corretto mentre l’altro sarebbe sbagliato. Tutto si rifà alla nostra moralità che oltre ad essere anche questa sfumata dalla soggettività e non del tutto condivisa, cambia da cultura a cultura. Abbiamo quindi deciso di cercare di restituire questa forma di pensiero al visitatore del nostro percorso cercando di farlo entrare in un “universo parallelo”, distaccato da quello esterno al “museo” stesso.

L’uomo fa sue le informazioni veramente solo quando le vive in prima persona. Il detto “sbagliando si impara” rispecchia bene questa “forma mentis”. L’errore vissuto in prima persona marchia la nostra mente a fuoco, facendoci ricordare, in maniera molto più efficiente che con lo studio, cosa per noi è giusto e cosa non lo è. Solo attraverso l’esperienza in prima persona riusciamo a distaccarci dai nostri pregiudizi e dai pre-concetti che ci siamo costruiti vedendo le cose da esterni. Per far vivere il conflitto in prima persona, ci è sembrato utile parlare più dei soggetti che l’hanno vissuto, piuttosto che di un concetto astratto e lontano. Ogni conflitto ha un protagonista che cambia di volta in volta e ogni protagonista ha una storia, una memoria da tramandare. Da qui il pensiero di abbandonare il nome di “museo del conflitto” per passare al RAM, random access memories. Memorie ad ac-


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cesso casuale è un nome che cerca di fornire la spiegazione della layerizzazione che costituisce il giunto fra tecnologia e museo (da RAM del pc, “random access memory) e di chiarire il concetto secondo cui il RAM stesso sarebbe un insieme di memorie alle quali il visitatore può liberamente accedere ed entro le quali può direttamente immedesimarsi per entrare nel discorso. Ogni storia ha un punto di vista, ogni punto di vista è diverso da quello che si assume dalla storia di un altro soggetto. E’ questo il concetto fondante del RAM. Per entrare è necessario scendere sia fisicamente che mentalmente, dalla sicurezza del mondo in cui viviamo, all’insicurezza dell’abbandono dei propri pregiudizi. Solo eliminando i nostri pre-costrutti infatti potremmo avere veramente accesso alle memorie che compongono il RAM e farle nostre. Il percorso parte dal basso per

procedere verso l’alto, ricordando al visitatore che la conoscenza è un processo di elevazione mentale da uno stato di azzeramento emotivo ad un insieme di domande che dovrebbero portarci verso la conoscenza di noi stessi. L’intento del RAM non è quello di rispondere alle domande “Perché esiste il conflitto?” o “Quindi chi aveva ragione e chi torto?”, ma è invece quello di far entrare le persone dentro la storia, dentro i conflitti, dentro le soggettività, e portare ognuno di noi a comprendere se stesso e la propria linea di pensiero. Non esiste la verità, in quanto anche questa soggettiva. Esiste solo il nostro punto di vista che è sviluppabile tramite l’atto del pensare davanti ad un’evidenza, davanti alle storie che gli altri ci raccontano o che viviamo. Il visitatore viene reso protagonista e gli viene chiesto di volta in volta di scegliere da che parte stare, di scegliere come pensare.


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Il percorso si articola fra i vari punti di vista, mettendo alla prova la capacità di ognuno di noi di capire quanto il mondo e i conflitti siano soggettivi, e di quanto la differenza fra punti di vista venga spesso appiattita da un’oggettività imposta dai mass media per semplificare i fatti e la vita dell’uomo. La visita si conclude su se stessa. L’uscita è adiacente all’ingresso e una volta saliti, per uscire, si deve scendere nuovamente sotto terra, per tornare, ciclicamente, su noi stessi e sul mondo esterno. Prima di uscire però si viene messi davanti all’evidenza che il conflitto non è un caso singolare e che non è qualcosa di cui avere paura o da cui scappare. Il conflitto è evoluzione. Noi siamo conflitto.


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10


I




10.1

p r o getto

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Per accedere al RAM è neces-

sario prima scendere all’interno dell’ingresso del polo culturale. Infatti ci premeva racchiudere il nostro percorso emozionale in un luogo isolato dal mondo esterno, un luogo per accedere al quale era necessario abbassare le proprie difese mentali e prepararsi per accogliere un diverso punto di vista. La scelta di obbligare i visitatori a scendere fisicamente ad un livello inferiore, ben si accordava con le nostre idee e dava, fin dalla prima parte del percorso, la sensazione di entrare in un luogo totalmente distaccato da ciò che normalmente si vive. Da qui si prosegue, superando il bookshop, verso la biglietteria, dalla quale la visita parte. Abbiamo deciso di dividere lo spazio dedicato al RAM su due livelli. Il piano interrato, dedicato all’apprendimento ed all’empatia, ed un piano superiore invece studiato per l’immedesimazione del visitatore nelle scel-

te conflittuali e la conclusione del filo logico del percorso. I percorsi che si svolgono sui due piani sono molto differenti fra di loro. Infatti volevamo che la parte inferiore, dovendo essere uno spazio di abbandono dei propri preconcetti ed accoglimento empatico, potesse indurre la concentrazione in coloro che la visitano. Mentre la parte superiore, essendo stata concepita come il momento in cui il pensiero si “eleva” e prende coscienza di se stesso, doveva essere più libera e di ampio respiro. Per ottenere questi due particolari effetti emozionali, abbiamo deciso di impostare l’architettura del RAM su un setto centrale composto da più parti spezzate fra di loro. Questo setto si impone con violenza sulla pianta e diventa un gesto di rottura dell’ortogonalità del sedime su cui l’involucro cresce. Il setto centrale diventa così l’elemento


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Ingressi e collegamenti

servizi

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collegamenti interni ingressi

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Isolamento


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di distribuzione per il piano inferiore ed invece l’elemento di sostegno per il soppalco superiore, che così non necessita di ulteriori strutture per reggersi. Il setto infatti assume una forma spezzata non solo per creare un “conflitto” architettonico con i muri che lo circondano, ma anche per auto-controventarsi e resistere alle spinte sismiche. Il muro che rende il percorso complesso e conflittuale al piano interrato, viene trasportato come ricordo al piano superiore: dall’incontro del muro col soppalco nasce una linea di intersezione che diventa la guida per i visitatori che percorrono il piano superiore. Anche questo concetto ben si sposa con l’idea da cui nasce il progetto per il RAM. L’elemento che prima creava caos e confusione, per quanto portante, diviene, con l’elevazione mentale, elemento di guida e di ordine in uno spazio dove tramite il caos si è riusciti a raggiungere la libertà. Infatti solo grazie al muro e

alla sua massiccia presenza strutturale, il soppalco non presenta strutture aggiuntive e può essere totalmente svincolato dalla struttura esterna, distaccandosi dai muri laterali e permettendo quindi alla luce di entrare. Il conflitto che al piano interrato si configura come confronto fra un massiccio muro con andamento spezzato e i muri con la forma originaria ortogonali fra di loro, ritorna stravolto al piano superiore. In questo caso però la contrapposizione diviene meno evidente, come ad indicare che il conflitto per quanto a volte non si percepisca, rimane sempre dentro di noi. La copertura, dalla forma spezzata tipica dell’andamento a shed industriale, si scontra con l’assenza di salti di quota del soppalco. Abbiamo già discusso di come i due livelli dell’edificio siano sempre interconnessi a livello ideologico, e la continuità degli ambienti non è solo data dal con-


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Contrapposizione ideologica

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Setto centrale


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cetto che il RAM esprime. Questa continuità viene infatti resa anche da spazi che distruggono la barriera delle altezze e raggiungono il secondo livello partendo da quello inferiore. Il muro centrale definisce il percorso anche grazie alla presenza dei servizi che lo accompagnano lungo tutta la sua lunghezza. I blocchi si innalzano fino a raggiungere il piano superiore, in modo tale da essere agibili da entrambi i livelli. Così come i servizi anche un altro gruppo di spazi riesce ad elevarsi, accoppiandosi con i servizi stessi. Stiamo parlando dei luoghi pensati per l’“oggetti del conflitto”, ultimo elemento che costituisce il termine fisico e concettuale di ogni macro-sezione all’interno del RAM. Partendo dalla biglietteria il visitatore viene portato ad entrare all’interno della sala 1, una sala manifesto del percorso emozionale, in cui ogni persona può comprendere il significato

di quello che andrà a visitare, entrando nel “mood” per l’apprendimento emotivo, e personalizzare il proprio soggettivo percorso. La sala 1 non solo funge da punto di inizio del RAM, ma anche, idealmente, da fine. Pensando noi il conflitto come concentrico ed infinito, abbiamo fatto si che il punto di inizio del percorso potesse incontrarsi e scontrarsi con il punto di fine dello stesso, creando una circolarità perfetta, sia dal punto di vista architettonico che da quello ideale. Il visitatore parte dalla sala 1 e prima di uscire viene portato a guardare la stessa sala da un punto di vista elevato e diverso, e di conseguenza a vedere cose da una prospettiva completamente nuova. Questo concetto chiude in maniera perfetta la nostra idea in quanto, iniziando la visita con un punto di vista, se ne esce con un altro diverso, dato dall’elevazione fisica e mentale.


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Punti di vista contrapposti


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Dalla sala 1 si accede alla sezione interrata. Questa viene guidata dal setto centrale che la divide in quattro grandi parti, associate a quattro categorie diverse di conflitto: il conflitto fra uomini, fra natura e uomo, il conflitto con la propria mente ed infine il conflitto sui social. Ogni gruppo di conflitto è formato da 4 sale accessibili ed una non accessibile. La prima sala (sala a) è sempre quella di introduzione al concetto di conflitto che in particolare verrà trattato di volta in volta. La “sala b” e la “sala c” sono diametralmente opposte rispetto al muro in quanto esprimono due punti di vista discordati e conflittuali. In queste sale si può accedere a memorie di persone che hanno vissuto il conflitto tramite espedienti tecnologici e non. La “sala d”, contrapposta alla “sala a” in quanto dalla parte opposta rispetto al setto centrale, costituisce la fine della trattazione del conflitto, e presenta un riassunto di quello

che si è vissuto. In quest’ultima sala è possibile studiare quali siano i parallelismi del conflitto nel tempo e rendersi conto di come i social media, almeno tanto quanto i mass media, riescano sempre a creare una condizione di oggettivizzazione del bene e del male. La sala non accessibile è la “sala e” che accompagna, parallelamente con la “sala d”, il visitatore al seguente conflitto. In questa sala vengono posti gli “oggetti del conflitto”, oggetti che di volta in volta vengono cambiati e che secondo i curatori dovrebbero sintetizzare in un’immagine l’idea del particolare conflitto trattato. Queste sale non hanno un ingresso e si possono osservare solo dall’esterno tramite delle aperture sul muro. Queste aperture consentono un solo punto di vista, una sola prospettiva. Salendo al piano superiore è però possibile tornare ad osservare questi oggetti da un punto di vista diverso, elevato, e quindi scorgere una diversa prospettiva e vedere una diversa


immagine.

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La sala conclusiva del percorso, che contiene le proiezioni dei pensieri dei visitatori che hanno già avuto modo di pensare alle proprie esperienze e condividerle, viene costeggiata da una scala che collega il soppalco all’ingresso iniziale.

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Ancora una volta ritorna il concetto per cui per noi il conflitto rimane solo una differenza, un incontro ed uno scontro di punti di vista discordanti. Questa idea si palesa nella continua contrapposizione degli spazi delle sale, che, seppur visivamente collegate, sono sempre poste diametralmente in direzioni discordanti. La sala 1 e le “sale e” di ogni marco-argomento esprimono ancora meglio la nostra idea in quanto solo con l’abbandono di un punto di vista e l’accettazione di un altro, è possibile vedere le cose, le situazioni, con occhi nuovi e scorgere così diverse prospettive.

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3e

4e

Conflitto UOMO vs UOMOC

1

3b

3d

3a

3c

onflitto UOMO vs NATURA

3e

4a

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2

4


4e

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Schema percorso piano primo

Conflitto UOMO vs MENTEC

5b

5d

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onflitto UOMO vs SOCIAL

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6a

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6d

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Schema percorso piano interrato


Da qui si accede al bookshop situato al piano interrato, in modo tale che sia accessibile non solo ai visitatori paganti del museo, ma anche a tutti i cittadini interessati.

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Con l’evoluzione della società grazie all’implementazione delle tecnologia, il cambiamento dei gusti e degli interessi è oggi esponenzialmente più veloce rispetto a tempo fa. Di conseguenza, a nostro parere, l’architettura deve farsi flessibile e accogliere il cambiamento subitaneo senza doversi stravolgere. Per questo motivo e per permettere al RAM di accogliere esposizioni in continua variazione e di stampo completamente diverso, abbiamo cercato di ideare spazi totalmente flessibili. Per fare questo i due livelli che lo costituiscono sono architettonicamente liberi da ogni partizione fissa e quindi pronti per accogliere nuovi allestimenti in maniera veloce e non difficoltosa. Le uniche partizioni interne presenti al piano inter

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rato sono composte da pannelli in acciaio brunito che, fissati su sistemi di rotazione a terra ed al soppalco, possono essere aperti e ruotati, rendendo lo spazio un tutt’uno in continua trasformazione.


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FlessibilitĂ dello spazio


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Per esplicitare i concetti che il setto centrale deve esprimere abbiamo scelto di utilizzare un materiale scevro di estetismi fini a se stessi, cioè il calcestruzzo bianco. Questo, con il suo colore e le venature che lo compongono, va ad opporsi alla plastica lucida nera che compone le installazioni e all’acciaio brunito, creando un contrasto cromatico. Questo contrasto viene rotto dall’ottone brunito che non solo accompagna il visitatore lungo il suo percorso sotto forma di linee a terra, ma diviene anche l’elemento di rottura per il setto. Ogni porta viene quindi così incorniciata da un materiale scelto per evidenziare i punti di separazione nella continuità del muro portante. Inoltre, ogni volta che la linearità dell’elemento portante viene spezzata a favore di una diversa inclinazione, l’angolo di risulta mostra l’ottone come l’anima che compone il muro stesso. Il metallo serve simbolicamente per evidenziare l’importanza delle differenze e la preziosità delle


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OTTONE

setto centrale

finiture interne

ACCIAIO BRUNITO

RESINA DI CEMENTO

parapetti interni

pannelli divisori

pavimenti interni

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CLS BIANCO

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ACCIAIO VERNICIATO


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rotture schematiche. L’illuminazione interna diurna è garantita da due sistemi di aperture. Il piano interrato riceve luce dal livello a quota zero tramite un sistema di vetrate a nastro che continuano lungo tutta la superficie del volume. Questo tipo di luce dà direttamente sul parapetto del soppalco, evitando così l’insolazione diretta e permettendo alla luce di diffondersi gradualmente all’interno degli spazi. Questo effetto viene inoltre potenziato dalla scelta di infissi Okatech, che grazie alla rete metallica inclusa nella vetro-camera, permette alla luce diurna di entrare filtrata e rarefatta. L’effetto che queste tipologie di infissi permettono di ottenere è anche quello, durante il giorno, di impedire la vista dall’esterno e garantirla invece di notte, evidenziando il nastro che avvolge l’intero complesso. La differenza di quota fra il piano terra da cui proviene la luce, ed il piano interrato che la riceve, permette

anche la separazione visiva fra le due parti. L’illuminazione del livello inferiore giunge in maniera rarefatta anche al livello superiore, diventando un elemento che accompagna il visitatore ormai giunto all’elevazione della seconda parte del percorso, illuminata anche e soprattutto da un sistema di aperture in copertura. Questa è stata ideata a “shed” per riuscire a dare al fronte strada l’idea di una struttura industriale, mantenendo così l’altezza e la forma degli edifici simili a quella originaria ed andando a creare un’assonanza con le strutture poste a non molta distanza dalla ex casema Stamoto. Grazie a questo particolare tipo di copertura e all’orientamento nord-sud dell’edificio che accoglie il RAM, le aperture, disposte verso nord, garantiscono sempre l’ingresso di luce diffusa che va a valorizzare la differenza di quota fra una superficie di copertura e l’altra. La luce zenitale viene elimi-


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Illuminazione interna

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Sistema Okatech


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nata solo in corrispondenza dei volumi dei servizi in modo tale da segnalarne la loro presenza.

superiore e quindi il concetto di rottura rispetto alla linearità in sezione del soppalco.

Quando il setto centrale e i volumi, studiati per i servizi e gli oggetti del conflitto, vanno ad incontrarsi con il soppalco superiore, si creano incavi che simulano il non contatto fra le parti. Questi espedienti vengono valorizzati dall’implementazione interna di strisce di neon che permettono al visitatore di cogliere gli oggetti strutturali come totalmente distaccati l’uno dall’altro. L’illuminazione artificiale interna viene integrata da strisce di neon che, inserite nel controsoffitto del soppalco, insieme agli impianti di ricambio dell’aria e di riscaldamento, accompagnano la visita del percorso fino alla scala che dà accesso al piano superiore. Le stesse strisce di neon vengono riprese anche sopra, inserite nella controsoffittutaura che chiude la copertura. Così la luce valorizza ancora una volta la forma spezzata della chiusura

Il materiale che riveste il museo, che è lo stesso studiato anche per l’edificio contenente la biblioteca, è lo zinco titanio di colore nero antracite. La scelta di questo rivestimento è stata data dal voler creare un contrasto fra la trasparenza del nastro di aperture che illumina il piano interrato e l’opacità della parte superiore invece illuminata dall’alto. Lo zinco titanio inoltre torna ad evidenziare l’evocazione della struttura industriale, portando il complesso all’assonanza con la zona in cui sorge.


203

illuminazione neon

OKATECH infissi esterni

ZINCO TITANIO rivestimento esterno

capitolo 10

Sistema impiantistico

SHARP EDGES

controllo climatico



Pianta quota +4.00

Pianta quota -1.50






conflict is real.

life

conflict WAR

WAR

war is conflict, but conflict isn t war

death


choose(?)

I

am

not

alone

A sick thought can devour the body's esh more than fever or consumpt ion.

i want to be a part of this. meanings




10.2

p e r tutti

capitolo 10

SHARP EDGES

214

L

’eliminazione di barriere architettoniche è un punto che ci sta particolarmente a cuore. Parlando di percorsi didattici è essenziale far sì che questi possano essere fruibili da tutti, anche da coloro che non hanno il completo controllo sulle proprie capacità motorie o sensoriali. Abbiamo quindi studiato il percorso in modo tale che, seppur situato a quote diverse, potesse essere accessibile a tutti nello stesso modo e con le stesse emozioni. Il percorso museale presenta quattro ascensori attrezzati: il primo che dà accesso dall’esterno al piano interrato, il secondo situato a metà del percorso emozionale, il terzo posto al termine della prima sezione interrata del RAM e l’ultimo che garantisce la discesa dal soppalco verso l’ingresso. In questo modo coloro che non possono camminare in maniera autonoma e necessitano del sussidio di una carrozzina possono agevolmente percorrere tutto il RAM senza

interruzione. Ogni installazione è inoltre posta ad altezze adattate per la visione da parte di tutti. Le persone affette da problemi di udito potranno usufruire del “Subpac”: un sistema di riproduzione bassi che utilizza le vibrazioni per ricreare le sembianze dei suoni. Questo sistema non produce rumore evitando quindi di creare sonorità che potrebbero influire sugli ambienti circostanti. Inoltre ogni postazione di realtà virtuale o di proiezioni audiovisive, è corredata da piattaforme vibranti, che a loro volta sono in grado di riprodurre, per coloro che le calpestano, la sensazione delle variazioni sonore incluse nelle rappresentazioni. Tutti questi espedienti sono stati già messi in atto in varie sedi, generalmente legate alla percezione della musica da parte di chi non può sentire. I risultati sono stati stupefacenti ed estremamente rivelatori.


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SHARP EDGES capitolo 10

Subpac

Piattaforma vibrante

Interventi per persone affette da sorditĂ


capitolo 10

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Per coloro che, invece, sono affetti da disabilità legate alla vista sono stati segnalati i percorsi a terra tramite l’utilizzo di guide sensoriali in grado di non creare mai stati di alienazione o smarrimento. Questi percorsi danno la possibilità di essere condotti più facilmente agli ascensori, per evitare quindi l’inconveniente delle scale. Se richieste in biglietteria, i visitatori potranno ricevere delle audioguide principalmente studiate per chi non può vedere ciò che gli accade intorno. Tramite questo strumento sonoro si avrà migliore accesso alle postazioni dedicate ad ogni installazione. Le installazioni saranno sempre accompagnate da pannelli esplicativi scritti in linguaggio braille, rendendo così possibile, anche per chi ha limiti visivi, la comprensione e la fruizione di ogni parte del percorso. Gli oggetti del conflitto, in quanto non visibili da parte di questa fascia di utenza, saranno riprodotti in materiali plastici e posti

a fianco dell’apertura per l’osservazione della sala. In questo modo, prendendo e toccando l’oggetto, si potrà avere piena consapevolezza di ciò che gli altri possono solo guardare da fuori. Abbiamo voluto dare adeguata attenzione anche agli ipovedenti. La disabilità visiva non affligge solo persone totalmente cieche, ma anche coloro che riescono a vedere, seppur in maniera assai limitata. All’interno di questo gruppo rientrano gli ipovedenti. L’ipovisione è una disabilità dovuta alla riduzione dell’acutezza visiva o del campo visivo a causa di problemi legati alla fisiologia dell’occhio stesso. Essa determina una ridotta capacità visiva, bilaterale e irreversibile, tale da condizionare l’autonomia dell’individuo e portarlo spesso allo smarrimento ed alla paura. Per evitare che questa parte dei visitatori non possano vivere l’esperienza RAM, oltre che aver inserito il supporto per persone cieche, fruibile anche dagli ipo-


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Riproduzioni “oggetti del conflitto”

Scritte in brailles

Interventi per persone affette da cecità e ipovisione

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Audioguide


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vedenti, abbiamo pensato a due tipologie di sussidio ulteriori. Si è quindi definito un sistema di indicazioni “large print” che permettano di rendere la lettura del percorso e l’individuazione dei servizi, molto più semplici e meno frustranti. Infine, i visori per la realtà virtuale saranno corredati da un sistema aggiuntivo di lenti graduate speciali che possano rendere la messa a fuoco e la visione dell’installazione possibili anche per chi è affetto da problemi gravi di vista. In questo modo chiunque può far parte dell’esperienza RAM e chiunque può tornare a casa arricchito da punti di vista diversi dai propri.


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11


Installazioni


11.1

intera zione

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222

L

a visita inizia dalla biglietteria presso la quale è possibile richiedere una audioguida, nel caso di persone affette da cecità, oppure acquistare il Google cardboard. Esso è uno strumento utilizzato a supporto degli smartphone per l’accesso alla realtà virtuale. Non è essenziale che il cardboard venga comprato per godere a pieno della visita, tuttavia esso consente l’accesso ai contenuti vissuti nel RAM anche una volta che la visita si è conclusa, così che tutto possa essere riguardato una volta giunti a casa.


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SHARP EDGES capitolo 11


11

10

4a

3d 3c

3b 3a 2 1


7

8

9

6b 6a

5d 6d

5c 6c 4b

5b 5a

4d 4c


s a l a 1

capitolo 11

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226

C

omprato il biglietto, il visitatore entra all’interno della sala 1. Questa è il manifesto del RAM, il punto da cui la visita inizia e presso cui si conclude. In alto è fissato un piano obliquo sul quale viene spiegato qual è il fine della visita emozionale e come il percorso debba essere vissuto per goderne a pieno. Dietro questo primo pannello se ne nasconde un altro, questa volta posto verticalmente sul muro. Su questo secondo supporto vengono proiettate le immagini conclusive della visita: immagini che ricordano la centralità del conflitto all’interno della vita dell’uomo e della sua crescita. Anche se le proiezioni vengono effettuate praticamente sullo stesso muro, coloro che entrano, in quanto guardano da un punto di vista ribassato, non riescono a vedere le proiezioni che invece si possono apprezzare dal soppalco. Il concetto che questa

installazione vorrebbe suggerire è quello secondo cui, anche se l’oggetto o la situazione che si osserva è la medesima, cambiando punto di vista, elevandosi ad uno stato mentale più maturo e consapevole, è possibile scorgere nuove prospettive, nuove informazioni. Queste informazioni a differenza di quelle iniziali sono complete e capaci di riassumere tutto quello che abbiamo provato.


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s a l a 2

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Al termine della proiezione della sala 1 è possibile interfacciarsi con un sistema di pannelli interattivi che formano la sala 2. Il compito di questi è di andare a personalizzare, qualora il visitatore lo volesse, il percorso per ognuno dei paganti. Questo procedimento avviene attraverso una selezione di domande che vengono poste al soggetto interessato, essendo state pensate per scoprirne i lineamenti caratteriali. Una volta ottenuto il profilo di ogni persona, un software interno procede all’elaborazione di un sistema di contenuti personalizzati che si attiveranno una volta che il visitatore si avvicina alle varie installazioni. Il rilevamento del visitatore avviene tramite smartphone e tecnologia NFC che usa onde radio a distanze ravvicinate.


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R A

M

Random Access Memories

PERSONALIZZAZIONE

INSTALLAZIONI

AUDIOGUIDA

MAPPA MUSEO

BIGLIETTI

F P ANUM DNOM A

M

CI

SU

M

SI

HT SI

YN

IT

SE

D

RU

O


La prima sala di ogni singola tipologia di conflitto presenta un’installazione il cui fine è quello di introdurre il visitatore all’interno delle singole tematiche. Al centro della sala si incontra una piattaforma su cui si trova, sospeso a mezz’aria tramite un sistema di agganci al soppalco, un cubo cavo. Dentro quest’ultimo vengono proiettate sui quattro lati immagini e video riguardanti la tematica conflittuale che di volta in volta si va ad analizzare. Ogni video viene accompagnato da suoni suggestivi atti a far entrare colui che li sente in uno stato di raccoglimento e riflessione.

capitolo 11

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s a l a 3a,4a,5a,6a

La piattaforma sulla quale è necessario salire per godere della visione dell’interno è un espediente tecnologico utile per far percepire i suoni anche a chi non può sentire. Infatti la sua peculiarità è la capacità di simulare le onde sonore tramite la vibrazione. Percependo i sussulti sotto i

piedi, tutti potrebbero percepire le variazioni di volume date dalle colonne sonore che accompagnano i video.


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s a l a 3b,3c

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232

Superata la sala di introduzione alla prima tematica riguardante il conflitto uomo vs uomo, traslato da noi in “guerra”, si incontra questa sala, nella quale si propone alle persone di porsi dal punto di vista di una vittima della guerra. Viene proposto ai visitatori di indossare, su una piattaforma vibrante che risponde a stimoli audio, il Google cardboard che possono avere acquistato all’ingresso. Tramite la tecnologia NFC, nel caso si fosse passati attraverso la personalizzazione del percorso iniziale, viene proposta, con la realtà virtuale la visione di una memoria affine ai gusti ed al carattere di chi la vive. Nel caso il passaggio iniziale fosse stato saltato la scelta della memoria rimarrebbe casuale. Coloro che non hanno acquistato il Google cardboard potranno seguire comunque le storie proposte tramite schermi installati nelle vicinanze delle postazioni per visore.

La sala 3c si trova dall’altra parte del setto che sorregge il soppalco. La posizione diametralmente opposta di questa seconda installazione rispetto alla sala 3b è studiata per riproporre dal punto di vista architettonico il concetto della scelta di punti di vista diversi. In questo caso infatti, utilizzando la stessa tecnologia della sala precedente, è possibile rivivere le memorie di coloro che invece la guerra l’hanno fatta, di coloro che, a volte, la guerra l’hanno addirittura promossa. Questa seconda installazione è particolarmente critica per il visitatore, a cui in questo caso viene chiesto di immedesimarsi nella storia di una persona socialmente riconosciuta colpevole. Lo sforzo che ne deriva serve a far sì che anche le più ferme convinzioni di ognuno di noi possano lasciare spazio al dubbio e alla ricerca interiore.


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s a l a 3d,4d,5d,6d

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234

Alla fine di ogni macro-categoria di conflitto proposta si trova questa sala conclusiva. Qui si trova un sistema di cubi cavi appesi al soppalco, all’interno dei quali è possibile entrare. Una volta posizionata la testa in questi spazi appariranno video e fotografie corredate da audio che serviranno per ricapitolare gli argomenti trattati e mostrare come ogni tipologia di conflitto torni sempre, durante la storia della vita dell’uomo. Inoltre queste installazioni propongono anche la visione, l’ascolto e la lettura di come i mass media di volta in volta hanno oggettivizzato il concetto di conflitto, riducendolo a due parti contrastanti, una giusta e corretta e l’altra malvagia ed immorale. Dopo aver vissuto le sale precedenti la visione di questa semplificazione forzata dovrebbe portare alla riflessione su cosa, al giorno d’oggi, può essere ritenuto vero e cosa invece da rifiutare come falso.


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s a l a 3e,4e,5e,6e

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L’uscita dalle macro-sezioni assegnate ad ogni tipologia di conflitto è accompagnata da una sala non accessibile, ma solo osservabile tramite due aperture: una posta al piano interrato ed una invece posta a livello del soppalco. Dentro alle sale sono collocati degli oggetti, i quali si fanno carico di esprimere e sintetizzare con la loro presenza ciò che il conflitto, di volta in volta, diventa. Gli oggetti vengono posti all’interno di uno scenario che cambia a seconda della prospettiva secondo cui lo si guarda. Proprio per questo, se visto dal livello interrato, in cui il visitatore è ancora in una fase di non consapevolezza, ciò che si potrà osservare sarà totalmente diverso da quello che si vedrà da sopra. Da qui sembrerà che l’oggetto sia immerso in un contesto più maturo e consapevole del conflitto. Ogni sala dell’oggetto ha all’esterno uno spazio in cui questo viene riproposto in scala, per

dare ai non vedenti o agli ipovedenti la possibilità di toccare con mano ciò di cui non possono avere esperienza tramite gli occhi.


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s a l a 4b,4c

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Il primo punto di vista presentato per parlare del conflitto uomo vs natura è quello del pianeta Terra. In questa sala lo spazio centrale è dedicato all’installazione di elementi figurativi riguardanti il mondo naturale. Sarà possibile interagire con questi mentre in sottofondo si udiranno suoni paesaggi idilliaci sempre più astratti ed utopici. Questa sala è posta in contatto visivo diretto con la sala 4c. Qui viene presentato il punto di vista dell’uomo che, col tempo, ha sempre di più accelerato i suoi processi produttivi fino a dimenticarsi della natura che lo circonda. La prospettiva umana non è però presentata come un processo negativo, ma solo come un pensiero focalizzato sull’evoluzione per il miglioramento della specie. Infatti l’intento dell’uomo non è tanto quello di distruggere la natura, quanto di emularne i con-

cetti e di raggiungere un livello successivo in campo di evoluzione. Le sale 4b e 4c si configurano come un “memorandum” per il visitatore: “puoi scegliere ciò che più ti aggrada, ma tutto ha delle conseguenze”.


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s a l a 5b,5c

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Giunti a questa sala ci si imbatte in un sistema di schermi inseriti all’interno di pannelli sospesi tramite tubi di acciaio. Le immagini ed i video che vengono mostrati riguardano le storie di persone che spiegano, dal loro punto di vista, cosa sia lo scontro con la propria mente. In sostanza le immagini parlano della malattia mentale, e di come si evolve agli occhi di chi la vive in prima persona. Viene poi esplicitato il punto di vista di chi invece, come i medici, gli psichiatri e gli psicologi, vivono l’evoluzione ed il cambiamento a cui il combattere contro i propri pensieri porta. Anche qui le storie vengono narrate tramite schermi e narrazioni audio. Il supporto per gli schermi è studiato in modo tale da poter essere facilmente smontato o ruotato e quindi adeguarsi alle necessità della sala. La teca che contiene gli LCD è studiata stata progettata per accogliere anche altri ogget-

ti, quali opere d’arte. Infatti non solo può essere scomposta in più parti di diversa dimensione, ma al suo interno può accogliere gli impianti di mantenimento delle condizioni igroscopiche e climatiche.


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s a l a 6b

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Il primo punto di vista proposto per la comprensione del conflitto sui social è quello degli individui soggetti a “cyberbullismo”. Dei pannelli cielo-terra condividono con coloro che li osserva la storia di chi ha visto la sua vita cambiare da un giorno all’altro senza un vero motivo. A causa della debolezza di questa parte della società, le loro storie, per quanto profonde siano, non sono conosciute a tutti. E’ importante informare le persone della cattiveria che i social possono tirare fuori dalla gente. Ma è anche essenziale puntualizzare il fatto che non è necessario commettere un atto indecente o errato per essere preso di mira e schernito pubblicamente.


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s a l a 6c

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Nell’ultimo punto di vista proposto al termine del percorso al piano interrato vengono sistemati dei volumi composti da uno schermo verticale e due sezioni orizzontali. Quella posta in basso, che funge anche da piedistallo per la struttura, è costituita da uno specchio che riflette l’immagine sistemata invece nella parte superiore. Sul pannello centrale si possono leggere alcuni dei più feroci commenti che giorno dopo giorno i social esibiscono. Avvicinandosi ai pannelli e sporgendo il capo rivolto verso il basso, si può intravedere lo specchio che non solo rifletterà il viso dell’osservatore, ma alle sue spalle anche il volto (chiaramente ipotizzato e portato agli estremi) di colui che ha scritto il commento. L’installazione è utile per far capire che tutti possono essere capaci di scrivere cose molto pesanti ed insensatamente cattive nei confronti di persone che non

conosciamo. Tutto questo viene reso possibile dalla distanza virtuale, dallo schermo, che rende tutti anonimi e capaci di eliminare i freni morali e la vergogna. I volti presentati ad indicare i commentatori non saranno i veri volti delle persone che scrivono sui social, ma volti affini al carattere di ciascun visitatore. Questo, reso possibile dal sistema della personalizzazione iniziale, rende l’esperienza dell’installazione ancora più profonda e porta il visitatore a porsi delle domande sul proprio comportamento.


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s a l a 7

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Una volta terminata la fase dello studio e della comprensione di tutte le sfumature fra i punti di vista che compongono i conflitti si è portati a salire sul soppalco. Qui la prima installazione che viene proposta consiste in una serie di pedane vibranti sulle quali si può salire ed indossare il proprio Google Cardboard per entrare nella realtà virtuale. Chi non avesse acquistato il Cardboard potrà usufruire della stessa pedana ma interagire con uno schermo a pannello. Una volta indossato il device per la realtà virtuale o dopo aver interagito con gli schermi, partirà un sistema di raffigurazione audiovisivo che porterà i visitatori a vivere in primo luogo una situazione conflittuale. Nel caso si sia passati attraverso la personalizzazione naturalmente ogni storia proposta viene scelta in base al proprio carattere. L’installazione fa percorrere a coloro scelgono di usufruirne

una serie di scelte attraverso una storia basata su memorie di persone esistite. In questo modo non solo ci si può rendere conto di quanto i punti di vista siano influenti e soggettivi nella nostra vita, ma anche a quante possibili conclusioni diverse possano portare le nostre opinioni.


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s a l a 8

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La sala 8 spezza la linea in ottone che sulla pavimentazione del soppalco evidenzia il punto di contatto fra il muro portante inferiore e il solaio stesso. L’eliminazione della linea all’interno di questa installazione dovrebbe essere evocativa dell’annullamento del conflitto, il cui simbolo al piano inferiore era il setto centrale. L’espediente architettonico sopra descritto introduce all’argomento della sala, cioè è il “non-conflitto”. Una situazione per noi utopica, in quanto, proprio perché l’uomo a nostro parere “è conflitto”, senza questo l’uomo non potrebbe esistere affatto. All’interno della sala verrà creata, attraverso atomizzatori, un’atmosfera rarefatta in cui le persone non possano vedersi in maniera chiara fra di loro ed in cui i suoni siano ovattati. Chiaramente le emozioni che una sala di questo tipo dovrebbero evo-

care sono quelle di smarrimento e perdita di coscienza di se stessi.


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s a l a 9

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Dalla sala 9 prende piede il discorso conclusivo del RAM che accompagna i visitatori all’uscita. Il primo segmento è quello dedicato a come, nella storia contemporanea e moderna, i maggiori conflitti si siano sempre conformati come uguali a se stessi. Questo dovrebbe cercare di dimostrare come tutti i conflitti siano fra loro collegabili e ripetano sempre lo stesso schema.


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s a l a 10

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Dopo il parallelismo viene trattato l’eterno ritorno di ogni conflitto. Non solo quindi, con la sala precedente, si cerca di far comprendere quanto i conflitti siano schematicamente ripetitivi, ma anche come questi, nel tempo, tornino sempre su se stessi. L’uomo presenta la necessità ciclica di affrontare le proprie divergenze e spesso queste ricadono sempre sugli stessi argomenti.


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s a l a 11

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Una volta compreso come il conflitto sia da sempre stato presente nella vita dell’uomo, i panelli presenti in questa parte del RAM, tramite oggetti esposti, immagini e video, ripercorrono i principali conflitti che hanno segnato la storia ed evidenziano i cambiamenti sociali e non a cui questi hanno portato. Il visitatore comprende così come l’evoluzione è resa possibile solo dallo scontro di punti di vista divergenti, di diverse prospettive, e di quanto il conflitto sia essenziale alla sopravvivenza della specie umana. Conclusa questa parte si accede quindi al muro che chiude la lunghezza del soppalco. Questo presenta delle aperture, evidenziate anche da delle strisce guida di ottone a terra, attraverso le quali si può quindi vedere la sala 1. Questa volta però, la prospettiva rialzata permetterà al visitatore di vedere ciò che da sotto era nascosto: un pannello

su cui viene proiettato un video di conclusione della visita, al cui termine compare la scritta “Man is conflict”. Il soppalco è collegato all’ingresso da una scala. Questa attraversa la sala di uscita, sui muri della quale possono essere lasciati, sotto forma di scritte proiettate, i propri pensieri e le proprie conclusioni a cui si è giunti alla fine della visita. Oltrepassata questa sala finale ci si ritrova davanti al bookshop, all’interno del piano interrato dell’ingresso al polo della cultura. Nel bookshop si potranno quindi acquistare prodotti inerenti al percorso museale provenienti da dentro e fuori l’area dell’ex caserma Stamoto.


255

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12


Conclusioni


12.1

biblio grafia 258

Benasayag M., del Rey A., Elogio del Conflitto, Bruno Mondadori (2007)

capitolo 12

SHARP EDGES

Arielli E., Scotto G., Conflitti e mediazione: introduzione a una teoria generale, Bruno Mondadori (2003) Sofsky W., Saggio sulla violenza, Einaudi (1998) Aubenas F., Benasayag M., Resistere è creare, Feltrinelli (2004) Toscano R., La violenza, le regole, Einaudi (2006) Violi P., Spectacularising trauma: the experientialist visitor of memory museums, Versus n.119, pp.51-70 (2014) Garroni G., Elogio dell’Imprecisione, Bollati Boringhieri (2005) Rossi A., Autobiografia scientifica, Il Saggiatore (2009) Heidegger M., Saggi e Discorsi, Ugo Mursia Editore (2014) Hersch J., Essere e Forma, Bruno Mondadori (2008) Espuelas F., Il Vuoto, Marinotti (2004) Pasqualotto G., Estetica del vuoto, Marsilio (2006)


12.2

s i t o grafia https://divisare.com/

259

https://www.archdaily.com/ https://koozarch.com/

https://it.pinterest.com/ http://www.comune.bologna.it/

SHARP EDGES

http://www.urbancenterbologna.it/

http://www.repubblica.it/

https://www.okalux.com/ http://www.beta-architecture.com/ https://www.instagram.com/giogionny/?hl=it https://www.instagram.com/imm.enso/?hl=it http://www.fondazionegolinelli.it/opificio/ http://subpac.com/ http://www.fablabbologna.org/

capitolo 12

https://www.rheinzink.it/


13


Elaborati grafici


SHARP SEGDE IT’SALLINTERCONNECTED

Università degli studidi Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018 LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata PR

In questi ultimi anni, in Italia, sta diventando sempre più centrale la questione della demilitarizzazione delle città e di come si possano riqualificare le aree che fino a questo momento erano rimaste inaccessibili ai cittadini. Gli spazi che prima erano di proprietà dell’esercito, sono ormai divenuti buchi neri delimitati da muri invalicabili. La chiusura dell’ex caserma Stamoto, situata nella prima periferia ad est del centro storico di Bologna, ha dato la possibilità di pensare ad un modo in cui questa possa essere efficacemente reintegrata all’interno del sistema della città e quindi trasformata in un nuovo spazio di cui i cittadini possano riprendere possesso.

L’area di progetto si configura com fra due arterie stradali principali: v sua posizione porta anche alla fram urbano presente nel quartiere, rend te slegati fra di loro e di difficile rag

L’obbiettivo della tesi è quello di co negazione, in una polarità per la periferico attraverso l’inserimento diventa un polo di attrazione per tu tuisce spazio ad attività che col tem

L’essenza dei collegamenti che si fo progetto è la tecnologia. Ogni funz è strettamente interconnessa ad un il costante aggiornamento e la ren infinte possibilità.


I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

me un grosso limite al collegamento viale Massarenti e viale Felsina. La mmentazione del sistema di verde dendo tutti gli spazi sostanzialmenggiungimento.

SHARP SEGDE

onvertire quello che prima era una città di Bologna. Il nuovo centro di molteplici funzioni innovative utte le tipologie di cittadini e restimpo sono andate perdendosi.

Parte di queste funzioni è rappresentata da un polo culturale all’interno del quale si inserisce il RAM, un percorso emozionale che tramite installazioni altamente innovative, dà la possibilità ai visitatori di accedere a frammenti di memorie altrui. L’intento di questo nuovo modo di concepire l’apprendimento è quello di far comprendere il concetto di conflitto, che ben si sposa con la natura della zona su cui il RAM sorge, attraverso l’assunzione di molteplici punti di vista e l’abbandono dell’utopico concetto di oggettività.

ormano fra tutte le parti del nuovo zione presente all’interno dell’area n polo tecnologico che ne permette nde parte di un corpo unico dalle

0


SHARP SEGDE

Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

IT’SALLINTERCONNECTED

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

P

STAMOTO 44°29’26.6” N 11°22’54.3”E L’area di progetto è l’ex caserma Stamoto situata nella parte est della città di Bologna. L’area è stata ufficialmente dismessa nei primi anni 2000 e quest’anno è passata definitivamente in mano al demanio statale. L’area ha un’estensione di 140.000 mq ed è costeggiata dalla linea ferroviaria che collega Piacenza ad Ancona e da due assi viari molto importanti: Viale Massarenti e Viale Lenin.

Aeroporto Marconi

La caserma oggi rappresenta un vuoto urbano con un impatto enorme sulla zona circostante- prevalentemente residenziale- e per questo è oggetto di studio da parte del comune di Bologna che pare intenzionato a collocare nella Stamoto la cittadella giudiziaria. Per queste ragioni l’area è una criticità molto importante per lo sviluppo urbano di Bologna e per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone che abitano nelle vicinanze.

Villaggio del fanciullo

Parco Caserme Rosse

Parco Nord Bologna Fiere Ospedale Maggiore Stazione Centrale

É quindi fondamentale studiare un intervento che riconsegni gli spazi della caserma alla città e permetta di ottenere un nuovo polo dislocato dal centro in grado di ridare vita al quartiere. Parco Filanda Stadio Dall’Ara

Montagnola

SantÕorsola Sant’Orsola

Casa d

Sant’Orsola San Luca

Giardini Margherita

Parco della chiusa

Parco di Villa Ghigi

LEGENDA: Funzioni principali Parchi e giardini principali Fermate mezzi pubblici Linee ferroviarie Reti stradali principali Area di progetto

Sani

Chiarini Stamoto

Boldini Cialdini Masini

Viali

Minghetti

CASERME A BOLOGNA

D’Azeglio

Staveco

Bologna è una città con una forte presenza di caserme, la maggior parte delle quali oggi è in stato di degrado e disuso. Per questo motivo la riqualifica di questi spazi è una problematica fondamentale da risolvere per poter riconsegnare alla città questi luoghi da tempo chiusi. La Stamoto fa parte di questo folto gruppo di caserme dismesse e vista la sua posizione decentrata, ma facilmente connessa col centro, è sicuramente un nodo importante da risolvere in tempi brevi per migliorare le condizioni di vita dei cittadini bolognesi.

Mazzoni

MUSEI A BOLOGNA La volontà di inserire uno spazio espositivo all’interno della nostra area di progetto ci ha posti di fronte al problema dei musei a Bologna. La città, visto il suo importante valore storico e artistico, è ricca di spazi museali ed espositivi di ogni sorta. L’inserimento di un museo in questo contesto diventa una sfida difficile da superare ma al contempo molto interessante.

Musei d’arte

Musei storici

Musei sulla guerra

Musei scientifici

Sedime forte ottocentesco <1948 <1959 <1990

EVOLUZIONE STORICA CASERMA

VU

Servizi Deposito Officina Uffici Residenze

FUNZIONI E SERVIZI

STRUT


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

Istituto superiore

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

Centro commerciale

Parco Scandellara

Via larga

San Vitale Unipol

Santa Rita Parco Ghiberti

Cinema Tivoli Rimesse Chiesa S. Rita

Scuole Manzoni

Giardino Guelfa Lenin Centro commerciale

Scuola elementare

di riposo Scuola superiore

Orti urbani Scuola secondaria

Scuole dell’infanzia dellÕinfanzia Scuole Scuola elementare

Giardino brigata maiella Giardino vittime Uno bianca

Ambulatorio privato

Chiesa S. Maria Asilo nido

Parco giochi

Deposito TPER

Giardino Weisz Giardino Anders

Giardino A. Pini

Centro commerciale

Comando carabinieri Caserma Viali Mazzini

PRINCIPALI FUNZIONI LIMITROFE ALL’AREA DI PROGETTO

30 min 20 min 10 min

20 min

40 min

10 min

30 min

5 min

10 min

5 min

TEMPISTICHE AUTOMOBILE

UOTO URBANO

TTURA PORTANTE

TEMPISTICHE MEZZI PUBBLICI

TEMPISTICHE PEDONALI

A

B

A

C

ACCESSIBILITÀ LIMITATA

LIMITE FISICO

LIMITI INTERNI

Telaio Muratura

Pessimo Sufficiente Buono

STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI

B

C

1


SHARP SEGDE IT’SALLINTERCONNECTED

Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

BUS

BUS

BUS

BUS

PLANIVOLUMETRIA SCALA 1:1000

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

P


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

EDIFICI MANTENUTI edifici consolidati e mantenuti

INDIVIDUAZIONE PERCORSI INTERNI

2

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

TAGLIO EDIFICI

AGGIUNTA NUOVI VOLUMI

edifici sostituiti con nuovi volumi sullo stesso sedime per inadeguatezza strutturale

Polo culturale Polo artigianato Polo gastronomico Polo produttivo Polo tecnologico

P P

P Pi

Pi Centro

PRINCIPALI ACCESSI E INGOMBRI PARCHEGGI

Stamoto Viale Massarenti

SOTTOPASSAGGIO PEDONALE NORD|EST

1

EDIFICATO 16% SUPERFICIE TOTALE 2

3

4

5 6

7

2400 mq

1550 mq

8

Uffici gestione area 40% Workshop, aule 20% Associazioni no 40% profit

Spazio server Lab. sviluppo foto/video Social media Coding dojo Sviluppo VR e app Industria 4.0

3600 mq Botteghe artigiani Lab. artistici Lab. didattici spazio espositivo

40% 30% 20% 10%

20% 20% 20% 20%

1630 mq

9

Coltura genetica programmata Coltivazioni da reddito

1450 mq Residenze temporanee

10% 10%

100%

60% 40%

2850 mq Coworking Sala conferenze Sale riunioni Spazi per eventi residenze nomadic workers

1660 mq

Mercato coperto permanente

30% 10% 10% 10% 40%

11

2450 mq Sala conferenze Biblioteca Cinema

100%

30% 30% 10% 20% 10%

270 mq, 380 mq Foyer

50 mq Magazzino attrezzi orti

1480 mq Coding dojo Fablab Corsi industria 4.0 Corsi droni Lab. informatico

10

100%

12

2560 mq

13

400 mq

14

400 mq

Museo

Coltivazione idroponica

Ristorante

100%

40% 40% 20%

100%

100%

100%

FUNZIONI NEI SINGOLI EDIFICI

PIAZZE E STRADE 33% SUPERFICIE TOTALE

PIAZZE LEGATE AL MERCATO

mercato temporaneo

Lo spazio circostante l’edificio del mercato coperto è stato adattato, da una parte, come piazza adibita al mercato settimanale, mentre area ristoro dall’altra come area fruibile per il ristoro. Questa seconda piazza è stata leggermente ribassata per caratterizzarla e renderla particolarmente adatta al consumo di pasti comprati nel mercato adiacente.

PIAZZA TECNOLOGICA

spot tecnologici

Questa piazza viene conformata come un grande spazio orientato verso la scoperta tecnologica e la sua libera utilizzazione. Lo spazio è corredato da una serie di installazioni atte ad educare i visitatori sull’avanzamento tecnologico, alternato a spazi di sosta e di condivisione informale. Inoltre sono presenti attrezzature sportive capaci di trasformare il lavoro umano in energia elettrica e spazi dedicati alla prova di nuovi progetti riguardanti la tecnologia.

AREE VERDI 51% SUPERFICIE TOTALE

VERDE CULTURA colline verdi piazza eventi

area bambini

VERDE SPORTIVO area sportiva

SUDDIVISIONE FUNZIONALE AREA PROGETTO

Lo spazio antistante il polo culturale è stato pensato per poter ospitare eventi all’aperto. Per questo motivo attorno alla piazza centrale sono presenti delle colline verdi aritificiali che si possono utilizzare sia come spazio verde di sosta che come spalti in caso di presenza di spettacoli.

Nella parte del parco più vicina al fronte strada e alla parte residenziale sono stati inseriti gli spazi dedicati allo sport e al gioco. Sulla sinistra abbiamo un’area pavimentata pensata come area di gioco per i bambini, mentre sulla destra è presente l’area sportiva con campi da calcio, basket e bocce, tutti circondati da una pista per la corsa.


SHARP SEGDE IT’SALLINTERCONNECTED

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INTERCONNESSIONE

bar

Pensando il polo tecnologico come punto centrale dell’area, è necessario anche pensare a come questo pilastro possa interagire con le altre polarità e quali siano le funzioni che più potrebbero usufruirne dei servizi. Abbiamo pensato che le migliori tipologie di attività potrebbero essere quattro, ubicate in quattro nuovi poli: il polo dell’artigianato, il polo gastronomico, il polo culturale ed infine il polo produttivo. Questi ultimi sono strettamente interconnessi al polo tecnologico e l’uno con l’altro. Questo è il concetto fondamentale su cui si fonda il nostro intervento progettuale sull’area della Stamoto.

POLO PRODUTTIVO

flessibilità spaziale musica aperti

POLO TECNOLOGICO

POLO CULTURALE

ristorante sociale

RISTORAZIONE

POLO ARTIGIANATO

esposizioni temporanee realtà virtuale

POLO GASTRONOMICO

ORG. NO PROFIT

MERCATI POLO TECNOLOGICO

periodico lezioni e apprendistati locali esterni diversamente abili

INTERCONNESSIONE TEMPORALE

MUSEO 21 20 19

0 1 22 23 2

BIBLIOTECA 3 4 5

18 17 16 15

6 7 8 14

13 12 11 10

9

21 20 19

RESIDENZE TEMPORANEE

0 1 22 23 2

4 5 6 7 8 14

13 12 11 10

7 8 13 12 11 10

9

21 20 19

9

21 20 19

0 1 22 23 2

4 5 6

17 16 15

7 8 14

13 12 11 10

9

21 20 19

3 4 5 6

17 16 15

7 8 14

13 12 11 10

21 20 19

0 1 22 23 2

17 16 15

6

13 12 11 10

0 1 22 23 2

17 16 15

9

6

14

13 12 11 10

0 1 22 23 2

9

9

13 12 11 10

0 1 22 23 2

9

4 5

13 12 11 10

7 8 14

13 12 11 10

9

0 1 22 23 2

stampanti 3d sviluppo app

4 5 6

17 16 15

9

7 8 14

13 12 11 10

21 20 19

0 1 22 23 2

MERCATO PERMANENTE

3 4 5

18 17 16 15

6 7 8 14

13 12 11 10

9

21 20 19

9

21 20 19

0 1 22 23 2

3 4 5

18 17 16 15

6 7 8 14

13 12 11 10

9

0 1 22 23 2

3 4 5

18 17 16 15

6 7 8 14

13 12 11 10

9

PARCO GIOCHI

MERCATO TEMPORANEO

3

18

7 8 14

4 5

COLTURE DA REDDITO 21 20 19

3

6

17 16 15

tecnologici riciclo materiale tecnoogico

PARCHEGGIO 3

6

17 16 15

9

18

7 8 13 12 11 10

7 8 14

0 1 22 23 2

18

COLTIVAZIONE IDROPONICA 21 20 19

3 4 5

14

4 5

ristorante bar mercato coperto mercato settimanale orti sociali coltura idroponica coltivazione da reddito coltura genetica programmata

riparazione oggetti

PARCO 21 20 19

3

6

17 16 15

6

17 16 15

0 1 22 23 2

18

7 8

18

7 8 13 12 11 10

4 5

ASSOCIAZIONI NO PROFIT 21 20 19

3 4 5

14

21 20 19

3

6

17 16 15

9

18

7 8 13 12 11 10

7 8 14

RISTORANTE

0 1 22 23 2

GASTRONOMIA

spazio server

laboratori artisti spazio espositivo laboratori didattici botteghe vendita

anziani

professionisti

18

ARTIGIANATO 21 20 19

3 4 5

14

4 5

droni social media

scuole

P

virtual reality

ARTIGIANATO

famiglie

BAR 21 20 19

3

6

17 16 15

9

18

0 1 22 23 2

18

ORTI SOCIALI

3

18

0 1 22 23 2

18

COWORKING 3

18 17 16 15

4 5

14

SALA CONFERENZE

CINEMA

3

6

17 16 15

UFFICI 21 20 19

0 1 22 23 2

18

museo sala conferenze biblioteca cinema

fablab

laboratorio fotografico

S. Orsola social housing

Le funzioni presenti nell’area sono state pensate per far si che ci sia sempre una possibile attività da svolgere. Il polo tecnologico, essendo quello centrale, è sempre aperto durante tutto l’arco della giornata. In ognuno degli altri poli le microfunzioni si alternano per mantenere tutti gli stabili sempre accessibili e funzionanti.

CULTURA

coding dojo industria 4.0

ARTIGIANATO

WORKSHOP LAB. DIDATTICI

vendita

TECNOLOGIA

uffici gestione area associazioni no profit residenze temporanee nomad workers workshop coworking

giardino botanico permanente

LABORATORI ARTISTICI

esposizione

PRODUTTIVO promozione locale

ORTI

SPAZI EVENTI MUSEO

studi

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

21 20 19

0 1 22 23 2

4 5 6 7 8 14

13 12 11 10

17 16 15

0 1 22 23 2

3 4 5 6 7 8

14

13 12 11 10

9

POLO TECNOLOGICO 3

18 17 16 15

RESIDENZE TEMPORANEE 21 20 19 18

9

21 20 19

0 1 22 23 2

3 4 5

18 17 16 15

6 7 8 14

13 12 11 10

9

P

CINE MA

O

Realizzazione di animazioni 3D per cinema Crezione di oggetti per renderings Stampa riprod uzioni storich e

L C N O

I AM EG

LA

C

O

N

FE RE

NZ E

ti en ev ae k m oo ne r ci E-b PP pe in l’A tti bri lie i li ite re big am a tr ass tare bri rp li no pe à li ri re it e usea p n lib r im ibil cità zio dio on pe pon za au velo P lazi is riz alta stal ri in AP o d ne e in an ll I ad i lib so U ntro di sc ed nuov WIF nti ion er Co emi az arda ing tern Sist sform di in rigu eam r P st a AP useo Tra itura eo lm se vi sull’ rn e su l mus mes he Fo tras rie de onlin ific nze lle sto Not sione s su fere discus serie Con di web um ne di For rafico uzio . fotog Prod P e lab 3D con AP te O nti eve stampan SE cità iglie con Pubbli MU e stov clienti zazion enimento Realiz sita APP per intratt con appo po APP take away Svilup per cibo ogico distanza TE devices tecnol Ordini a ORAN pietanze con ordinazione RIST terreno sistema di caratteristiche del le re monitora Uso dei droni per delle colture BAR Programmazione software di controllo

POLO GASTRON OM IC O

L O T E

O G I C

O

ETRNI EST

B IB LIO TE CA

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P

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Ge s tio UF n e social F. G media Pubblic ES izzazio TIO ne eve Uso AS NE nti dei vis S. AR ori per Dron NO EA i works i usati Uso hop per PR ripres di so OF e de Uso ftwar gli ev IT di co e pr enti od R m ip ot pu ti ar ter dal Leg azio polo e alt ne ri de am tec d no ei Stam e co vi logic devi ces l fa o forn ces Uso pant iti da i 3D blab di l po Pr per V per o lo te la re Re getta R a sc real cnol aliz izza ogico op zio zazi W aliz o la zion z ne IF on e de vo S I ad azio e pr de rati l i co od vo alta ne co la d ncep otti om n t o st t ica am pe pa r le nti resi 3D den deg ze li ar tem red po id ran elle ee ca se

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POLO CU LT U

IVO TT DU RO

SA

iti tu ra eg lin on ti te da e ora ne rp fich isio co gra di P div e foto AP on za ar sile c ne w ite en stan ft ag di am so em a di zi mp ti tr ca pa nze zion ione pas e ite za adoz am ne Lic aliz per zio ndi tr e a ti R at in enze a fo cont Ord colt nfer nza deo it e co ail EE Rac e vi prof ficie enti em o ni no bene one ev AN me Fot R zi ciazio legra e di asso r te Ast darizza nze PO ività APP slette en reside RS o att new Cal rs con EM delle KE /vide ppi worke otica .T foto Gru OR madic dom nti no e W su ES dei R zazion Rias parte IC naliz ilità da AD Perso ponib M he ca dis tematic NO Verifi OP ference o H con atic S tem Video RK ussione di disc izzati WO For um personal ber workshop NG fono per youtu Richiesta rless e micro ORKI con mirro CO-W Postazioni e lavorative Condivisione esperienz Blog sul lavoro nomadico

Pubblicizzazione mostre e eventi tramite il lab. fotografico Sviluppo APP per utilizzo interno museo Spazio server per immagazzin azione libri Sviluppo installazio ni museo Acquist con stam o e gest pante 3d ione goo Realiz gle card zazion board e ogg Pubb ettistic licizz a con azion Forn stampan e tra itura te 3d mite e rip Uso social arazio dell’A media ne de Uso PP vices per APP co ele Rea mpr ttron lizza per riv are ici eder ingr Con zion essi e le e in al m insta Fo trolla stal useo rn re llazio lazi dura Rip itura ni m oni ta pr di usea con Ac araz estit li co stam ion com qu i de n go pu Pe pant ist ee ter i lib ogle rs i 3D m per Ela on o di ri co card occ anute la bi boar n Co bo alizz l’A nzi hia blio d PP az nd raz on li 3 teca io io ed iv D ne isio ne ei e di per dev del stam ne dei rap ices per vid pre di pan co e sen att o rso ti pe ivit tazi mu r il ào o n se m i ci ale ev use nem en co o ti at n c o og su l’u l la rafi i so so b. ch del cia fo e l’A to lm gra PP ed fic ia o

LA TECNOLOGIA NELL’AREA

Possibilità di affitto pianta idroponica

ORTI SOCIA LI

Tramite l’APP si può monitorare la pianta che si è affittato Supporto tecnologi co per il controllo delle colture

L LAB. DIDATTICI misura tramite APP

Online shop dei prodotti realizzati

Prenotazione di riparazioni su

Tutorial online

MAST

O OL OP CN TE

IO IC IF OP

LI EL LIN GO

Sviluppo ologrammi per spettacoli

ne nli eo ata on isi izz div nal on rso ic pe id ca od oti met m vi do cial uo ne e so sui n zio agin a ni iest gra e p dro te n rich st In stio gio su tag w co i ni Ge rie pilo nze lo rafic zio dust di Le atog de r in rsi resi nem C pe Co pa i ci CN on ne Stam di dr ici azio rmat Uso amm info gr sede tivi Pro C in pi es CN ab Cam azione fabl ssi ll con i disme oni Insta razi ttronic abo ti ele Coll og get pero o 3D di fot Recu uzione rni este Riprod privati zati ng per ner avan Renderi laser scan tramite Rilievi iochi one videog Realizzazi per eventi musicali Integrazioni droni enegretico intelligente Sviluppo di metodi di recupero

Possibilità richies ta di BOTT oggetti person Richiesta alizzati EGHE simulazio ni Servizi arred ARTI amenti inter fotograf GIAN ni ici pers Realiz I onalizz zazion ati per e trai Crea gli artis ler per zione ti apertu di Aste portf ra bot di be oli on teghe nefic line per Pren ienza otaz gli art trami Stre ione isti te AP amin onlin P g on Po e po ssib line sti a ilità dei lezio labor ni di vi Cre ator sual i az izza P io re re n e se co n go Svi nota rviz zio ogle i fo M lupp ne card to o oc tou vide boar Fo nito on r ga d sp o ra Rip tog pe st gg giun azi ron rson ra to io espo ara m om ap aliz atti sitiv plic ici zio me zati vit i tria az ne à ag ion ae ele rico ei ttro rea dro le co po tram do n nic m d it ro a est e ni dro ici ni ed ev ice sa do m icil io

Pubblicizzazi da reddito CULTU one sui social media di eventi RA ID Assisten za tecnica ROPO ai software NICA I cibi prod e agli appa CO otti dal recchi tecno le coltivaz LT. Pubbl logici icizzaz ioni pos DA ione del sono esse RE Pubb merca re usat licizz DD CO to i nel risto azione e dei suo ITO reali LT rante o del m zzazio i prodot .G venduti ercat ti ne tra Util o set EN timanal izzo mite .P della stam e Uti RO panti lizzo realtà 3D de GR virtu della Re gli sta aliz ale pe realtà AM nd d zazi r vis Uso virtu el m . ualiz on er de ale

ili nib po dis o nn ra sa tti do pro vi PP uo ll’A en i su ch od lta eri vo ap ni u og en ti m PP izza di li l ’A real ne i de io tti iona mat oz do he zzaz am i 3D pro fic ri prom rogr pant o oti nda dei ti p stam ne vide le en zio con Ca zare e ev ati izza aliz on lic li us r re zazi bb eria Pu bliciz oni pe i mat b dr oro e de Pu edia dei on di lav al m li Uso zazi ento soci usea liz dei ni m strum Rea ne O me llazio tio R co insta AT Ges V lab lle C dei e de al fab rto Uso zion ER legati all’ape izza M attici eventi Real ri did fie per I rato nogra ti TIC Labo e sce nti usa TIS uzion strume gianato degli Prod AR dell’arti mobili B. azione oggetti li deg uzione di Ripar LA ne 3D per la prod rizzazio hine CNC Scanne di macc ntazione IVO Impleme per artisti POSIT notecnica IO ES Studi di illumi SPAZ artigiani sul lavoro degli Vlog pubblicitari oggetti da realizzare Possibilità tramite APP di ideare

FIC O

ARTIGIANATO LO PO

MERCATO NAVILE

Il polo tecnologico eroga servizi di stampo tecnologico alle funzioni presenti all’interno dell’area, ma può lavorare anche per esterni, sia privati che pubblici, per aumentare il sostentamento economico del polo. Ogni servizio non è rigido ma si adatta dinamicamente alle richieste di ogni funzione. Grazie a questo l’area è in continua evoluzione.

e vi cato zare Inf per deo i prog or m i dron pres tram i pe Uti ressi entar atiz ite r delle li colt ivaz ioni

N

e i pr zazi vide lab. Uti zzo odo on o pr foto tti e de Pre lizzo di dro om graf lle ozio ni ico com Po nota tecn per nali olo ss ande zio sp ib gic argi ne ilit del od men vir àd rist eg tu to oran li sc i ri ale pes ch arti te po tici ied l st d di ere ip o ri ro sto m du en ran zio ùp ne te ers on aliz zat i tr am ite AP P

SEZIONE AM SCAL

SEZIONE AM SCAL


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

3

IL POLO CULTURALE Ci concentriamo ora sull’analisi dettagliata del polo culturale all’interno del nostro masterplan. Questo polo, insieme a quello tecnologico, costituisce il cuore della nostra area di progetto. All’interno degli edifici individuati sono state pensate diverse funzioni culturali strettamente connesse tra loro, sia funzionalmente che spazialmente. In uno dei due edifici è stato inserito il museo, nell’altro invece vi sono un cinema per proiezioni speciali, una biblioteca e una sala conferenze. I due edifici sono in grado di funzionare contemporaneamente grazie all’ingresso comune oppure singolarmente, vista la presenza di accessi separati per le varie funzioni. Naturalmente la tematica del conflitto che viene trattata all’interno del museo è presente anche negli altri spazi; Il cinema è pensato per proiezioni legate a questa tematica. La biblioteca ha un ricco archivio di testi sul tema del conflitto e la sala conferenze verrà sfruttata per incontri riguardanti la stessa tematica. Assieme a queste funzioni è stato pensato anche un parco culturale situato nello spazio di pertinenza dei due edifici.

MBIENTALE AA’ LA 1:500

MBIENTALE BB’ LA 1:500

INDIVIDUAZIONE POLO CULTURALE NEL LOTTO

COLLEGAMENTO EDIFICI TRAMITE VOLUME NUOVO

CONFORMAZIONE DELL’INGRESSO

Seguendo lo schema funzionale presentato in precedenza, il polo culturale viene posizionato all’interno di questi due edifici. Nell’area verde antistante è presente una piazza dedicata a spazio per eventi, cinema all’aperto e un piccolo spazio museale esterno.

Il volume d’ingresso è stato progettato per essere posizionato all’intersezione esatta tra i due edifici, in modo tale da richiamare il forte legame che unisce i due volumi. La copertura dell’ingresso inoltre è una reinterpretazione delle coperture a shed dei due edifici che si incrociano in quel punto.

Per rafforzare il legame funzionale dei due volumi, si è deciso di progettare un ingresso che connettesse i due edifici al livello interrato. In questo modo la connessione è forte e presente anche se non visibile dall’esterno. Mentre a quota 0 si ottiene un importante accesso pedonale al parco e di conseguenza a tutta l’area.

CINEMAB I B L I O T E C A SALACONFERENZE

PIANTE SCALA 1:500

FOYER M U S E O D E L C O N F L I T T O


SHARP SEGDE IT’SALLINTERCONNECTED

Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

P

CINE BIBLIO SALA CON

In questo edificio son che assieme al mu polo culturale. Gli per essere fortement fisicamente che per i che è anche qui cent Lo spazio è pensat aperto e collegato di Ad ogni funzione è p un ingresso separat renderle, all’evenienz

PROSPET SCALA

SEZION SCALA

A

PIANTA QU SCALA


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

EMA OTECA NFERENZE

no inserite le funzioni useo completano il spazi sono pensati te legati al museo sia il tema del conflitto, trale. to per essere tutto irettamente. però associato anche to, in modo tale da za, indipendenti.

TTO SUD A 1:200

NE AA’ A 1:200

UOTA -1.50 A 1:200

C

B

A’

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4


SHARP SEGDE

Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

IT’SALLINTERCONNECTED

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

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PROSPET SCALA

SEZIONE BB’ SCALA 1:200

SEZIONE CC’ SCALA 1:200

SEZION SCALA

F

E

A

F’

E’

PIANTA QU SCALA F

E

A

F’

E’

PIANTA QU SCALA

spazio filtro con area ristoro per biblioteca e cinema e terrazza aperta

spazio filtro chiudibile tra biblioteca e sala conferenze

FUNZIONI

ballatoio ai lati della sala spazio filtro chiudibile tra conferenze di collegamento sala conferenze e museo con tra ingresso e biblioteca spazi di servizio e area buffet

cinema collegamenti interni possibilità di chiusura ingressi spazio filtro

Tutto l’edificio è percorribile interamente da una parte all’altra senza interruzioni, ma c’è anche la possibilità di aprire le funzioni singolarmente nel caso in cui alcuni spazi siano chiusi.

biblioteca

biblioteca

Le com in ca sala usat per

A

OTTONE usato per finiture interne negli spazi comuni e nella sala conferenze

RESINA DI CEMENTO usato per i pavimenti interni

ACCIAIO BRUNITO usato per i pannelli divisori

MATERIALI USATI

ACCIAIO VERNICIATO usato per i parapetti interni

LEGNO DI QUERCIA usato per gli arredi della biblioteca, scaffali, tavoli ecc.

Are bibl pan chiu nel serv solo anch


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

TTO NORD A 1:200

SEZIONE EE’ SCALA 1:200

NE DD’ 1:200

D

SEZIONE FF’ SCALA 1:200

C

A’

D’

C’

D

C

UOTA +5.50 A 1:200

A’

D’

C’

UOTA +1.50 A 1:200

GRADONATE

seconde gradonate sono di mpetenza della biblioteca, ma aso di sovraffollamento della a conferenze possono essere te come sedute aggiuntive l’ascolto di conferenze.

AREA RISTORO

ea ristoro fruibile sia dalla lioteca che dal cinema. I nnelli possono ruotare per udere una delle due funzioni caso in cui l’area debba vire o solo la biblioteca o o il cinema. Qui è presente he una terrazza fruibile.

ILLUMINAZIONE INTERNA L’illuminazione naturale in questo edificio avviene da aperture posizionate nei lati lunghi e non c’è nessuna apertura in copertura. Questo perché l’edificio ha un orientamento est/ovest e quindi inserire aperture zenitali avrebbe comportato l’aggiunta di sistemi frangisole. Per compensare la mancanza di aperture in copertura sono state posizionate ulteriori finestrature laterali per permettere l’illuminazione dei vani soppalcati. Tutte le vetrate sono protette da una rete metallica interna che scherma la luce in entrata. In questo modo si ha un’illuminazione diffusa e si evita il surriscaldamento del vano. L’illuminazione artificiale avviene con strisce di neon situate in copertura.

OKATECH sistema di protezione delle finestre in facciata

Riferimento progettuale: biblioteca a Des Moines, Chipperfield

SISTEMA OKATECH

ZINCO TITANIO usato per il rivestimento in facciata degli edifici

5


SHARP SEGDE IT’SALLINTERCONNECTED

Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

P

RA

In questo edificio è pre si sviluppa su due livel cui si accede dall’ingres soppalcato. Il percorso al punto di partenza dov Nell’atrio centrale è posiz volume di servizio. Questo edificio, come aperture laterali sempr all’interno, mentre il seco grazie a lucernai present visto l’orientamento nord Nella parte esterna an stati pensati degli spazi di installazioni artistiche “percorso museale” anch

PROSPET SCALA

conflict is real.

life

conflict

death

WAR

WAR

war is conflict, but conflict isn t war

SEZION SCALA

B

C

B’

C’

RIFERIMENTO SEZIONE A BAIONETTA 1 manifesto percorso 2 personalizzazione percorso 3 uomo vs uomo 3a introduzione 3b soggettività 1 3c soggettività 2 3d oggettività 3e oggetto del conflitto 4 uomo vs natura 5 uomo vs mente 6 uomo vs social

A

PIANT SC


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

AM

esente il RAM. Questo lli, un piano interrato a sso comune e un piano si conclude col ritorno v’è situata la biglietteria. zionato il bookshop e un

l’altro, prende luce da re con rete metallica ondo livello è illuminato ti nella copertura a shed, d/sud. ntistante l’edificio sono aperti per l’inserimento e, in modo da portare il he all’esterno dell’edificio.

TTO EST A 1:200

I

choose(?)

am

not

alone

A sick thought can devour the body's flesh more than fever or consumpt ion.

i want to be a part of this. meanings

NE AA’ A 1:200

TA QUOTA -1.50 CALA 1:200

D

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6


SHARP SEGDE

Università degli studidi Ferrara Dipartimento di Architettura AA. 2017|2018

IT’SALLINTERCONNECTED

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

P

PROSPETT SCALA

SEZIONE BB’ SCALA 1:200

SEZIONE CC’ SCALA 1:200

SEZION SCALA

B

C

B’

C’

RIFERIMENTO SEZIONE A BAIONETTA

1 uomo vs social 2 responsabilizzazione 3 uomo vs mente 4 non-conflitto 5 uomo vs natura 6 uomo vs uomo 7 parallelismi del conflitto 8 circolarità del conflitto 9 evoluzione del conflitto 10 uomo = conflitto

A

PIANTA SCA

bookshop

biglietteria e ingresso museo

toilettes

scala e ascensore

magazzino

ascensore

FUNZIONI Il percorso museale è ciclico, finisce dove inizia. La presenza di ascensori ben segnalati permette anche ai disabili di seguire il percorso pensato. collegamenti interni ingresso servizi

siste fi

ILLUMINAZIONE MUSEO L’illuminazione del piano interrato avviene tramite delle finestrature aperte in alto sui prospetti laterali dell’edificio. Le finestre internamente presentano una rete metallica in ottone che filtra la luce facendola entrare in maniera diffusa. L’illuminazione del primo piano, invece, avviene tramite lucernai aperti negli shed in copertura.

Riferimento progettuale: biblioteca a Des Moines, Chipperfield

SISTEMA OKATECH

Z usato f


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

TO OVEST A 1:200

SEZIONE EE’ SCALA 1:200

NE DD’ A 1:200

D

SEZIONE FF’ SCALA 1:200

E

F

A’

D’

E’

F’

QUOTA +4.00 ALA 1:200

STRUTTURA Il soppalco largo 13,5m è sorretto strutturalmente da un setto in calcestruzzo di 60cm di spessore che, conformandosi come una linea spezzata, funge anche da controventamento dello struttura. L’arretramento del solaio di 1.50 m rispetto all’involucro è dovuto alla volontà di mantenere una forte relazione tra sopra e sotto e poter aprire aperture laterali in grado di illuminare il piano interrato.

OKATECH ema di protezione delle finestre in facciata

ZINCO TITANIO o per il rivestimento in facciata degli edifici

IMPIANTISTICA controllo climatico

illuminazione neon

Per evitare di posizionare impianti di areazione in copertura, si è deciso di inserire tutta l’impiantistica in una controsoffittatura nel solaio intermedio. Tramite delle griglie laterali si ottiene il ricambio d’aria sia per il primo piano che per il piano interrato. Lo stesso spazio contiene anche l’illuminazione artificiale. Il setto centrale e i volumi contenenti “l’oggetto del conflitto” sono marcati da una striscia di neon, posizionata nel controsoffitto.

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IT’SALLINTERCONNECTED

Conflitto UOMO vs UOMOC

3b

3d

3a

3c

L’edificio che ospita il museo è pensato per essere isolato dall’esterno. Per questo motivo l’accesso agli spazi espositivi avviene tramite un volume d’ingresso staccato dall’edificio. Questo perché volevamo che lo spazio del museo potesse permettere una totale immersione sia fisica che psicologica del visitatore nelle sale espositive.

RANDOM ACCESS MEMORIES Non avendo materiale per la creazione di un museo convenzionale, cioè da esposizione, e potendo scegliere sia la tipologia di museo che la tematica trattata al suo interno, abbiamo deciso di provare ad ipotizzare una nuova forma di percorso museale che si sposasse con l’idea tecnologica del progetto per l’ex caserma Stamoto. Da qui la scelta di impostare il nostro nuovo concetto sulla forma del “museo emozionale”, cioè un percorso basato sulle emozioni che un visitatore vive una volta entrato. Questa tipologia di museo nasce dagli spazi architettonici e viene arricchita dalla presenza di installazioni audio/video atte a fare entrare le persone all’interno di un “mood” di riflessione e comprensione degli argomenti trattati. Sarebbe erroneo chiamarlo museo in quanto non si tratterebbe più di quello che oggi questa parola vuol dire, ma qualcosa di totalmente diverso, anche se con gli stessi fini didattici. Uno spazio innovativo che potrebbe attirare visitatori di ogni tipo in cui non sarebbero presenti “oggetti” con didascalie, ma uno spazio in cui il contenuto del museo possa essere “vissuto”. Da qui il pensiero di abbandonare il nome di “museo del conflitto” per passare al RAM, “random access memories”, memorie ad accesso casuale.

onflitto UOMO vs NATURA

3e

4a

4c

4b

4d

P

ISOLAMENTO EDIFICIO

RAM

R A M

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

Conflitto UOMO vs MENTEC

5b

5d

5a

5c

GOOGLE CARDBOARD All’entrata del museo è possibile acquistare visori Google cardboard da utilizzare all’interno del percorso museale. Questo è uno strumento fondamentale per vivere un’esperienza completa ma non è obbligatorio. Al termine della visita è possibile portarsi a casa il visore e rivedersi, quando lo si desidera, le installazioni del RAM.

MANIFESTO [1]

La prima installazione è quella che ci parla dell museo e di come queste verranno affrontate nelle Lo stesso spazio si incontra nuovamente alla fin quando si è raggiunta una consapevolezza maggio del conflitto e si può guardare il punto di partenz più maturo.

onflitto UOMO vs SOCIAL

5e

6a

6c

6b

6d

PERCORSO PIANO INTERRATO 1

2 4e

6e

Il percorso del museo si sviluppa su due registri contrapposti. Nel piano interrato abbiamo un percorso volutamente intricato dove si è cercato di contrapporre gli spazi tra di loro. In queste sale avviene l’immersione all’interno della tematica del conflitto che viene sviluppata tramite il racconto e l’analisi di storie e punti di vista contrapposti.

PUNTI DI VISTA UOMO vs MENT 3e

5e

PERCORSO PIANO PRIMO 4e

R A

M

Random Access Memories

PERSONALIZZAZIONE F P ANUM DNOM A

M

CI

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M

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HT SI

YN

INSTALLAZIONI

AUDIOGUIDA

MAPPA MUSEO

IT

SE

D

RU

O

6e

Salendo, si raggiunge una “consapevolezza” superiore. Questo concetto è evidenziato dallo spazio che qui diventa totalmente libero e svincolato da partizioni.

CONTRAPPOSIZIONE PUNTI DI VISTA

FLESSIBILITÀ

La contrapposizione di punti di vista è il concetto su cui ruota tutto il percorso museale. Ogni tipologia di conflitto termina con la visualizzazione di un oggetto assunto a simbolo del conflitto. Questo può essere visto in modo differente a seconda che lo si guardi dal piano interrato o dal primo piano. Cambiando il punto d’osservazione, infatti, è possibile scorgere dietro all’oggetto diverse tipologie di contesti che ne caratterizzino l’idea finale suggerita. Lo stesso concetto è stato utilizzato anche nella disposizione a chiasmo delle sale, permettendo contemporaneamente la visione di spazi contrapposti. Anche nella prima sala è presente la stessa tematica. Chi entra vede una determinata installazione, mentre chi conclude il percorso ha una visione differente dello stesso spazio e della stessa installazione. Con questi espedienti l’architettura interviene per rendere più esplicativi i concetti espressi all’interno del percorso emotivo.

Il percorso è pensato per essere flessibile. Per questo motivo gli spazi sono separati da panelli in acciaio che si possono ruotare su sé stessi, dando la possibilità di modellare lo spazio a seconda delle necessità. Per aumentare questa flessibilità, anche le installazioni sono pensate per essere temporanee o riutilizzabili per allestimenti differenti.

PARALLELISMO CONFLITTUA

Questa installazione mostra tramite video, racco come nella storia contemporanea e moderna, i m si siano sempre conformati uguali a se stessi.

PERSONALIZZAZIONE PERCORSO

IL PARCO DEL RAM

È stata progettata un’app pensata appositamente per interagire con le installazioni presenti all’interno delle sale. Tramite questa sarà possibile visionare la mappa delle installazioni, e tutte le informazioni aggiuntive sulle esperienze appena vissute. L’applicazione servirà anche per interagire con la personalizzazione del percorso effettuata all’inizio della visita tramite appositi pannelli posti nella prima sala. I biglietti per la visita si potranno comprare direttamente tramite smartphone e collegandolo al Google cardboard, sarà possibile prendere visione dei video presenti nel museo. La tecnologia NFC renderà l’interazione tra il visitatore e le installazioni altamente studiata sui lineamenti caratteriali di ognuno di loro.

All’esterno dell’edificio sono stati adibiti degli spazi dove verranno posizionate delle installazioni temporanee accessibili a tutti. A rotazione queste potranno essere cambiate.

BIGLIETTI

DETTAGLIO COSTRUTTIVO INSTALLAZIONE

pistone meccanico

Questa installazione è pensata per essere flessibile. La scatola per il contenimento dello schermo LCD ha dimensioni variabili a seconda dell’altezza dei pannelli che si usano. La possibilità di inserire del silica gel, permette di usarli anche come supporti per opere fisiche che necessitano di un determinato stato igrometrico. Il palo viene posizionato all’interno del foro presente nel pavimento. Qualora il palo non servisse, questo può essere rimosso e il buco può essere chiuso con un tappo.

INTERVENTI PER FAVORIRE PERSONE CON DISABILITÀ FISICA All’iterno del percorso emotivo sono stati pensati degli interventi atti alla fruizione delle instazioni da parte di tutte le tipologie di utenza. Alle persone affette da sordità viene consegnato il subpac: uno zaino in grado di far sentire le vibrazioni del suono senza effettivamente esserci fonti sonore. Inoltre le installazioni col visore hanno delle piattaforme vibranti in grado di far capire meglio cosa sta succedendo senza necessariamente sentirlo. Per coloro che, invece, sono affetti da disabilità legate alla vista, sono stati segnalati i percorsi a terra tramite l’utilizzo di guide sensoriali. Queste danno la possibilità di essere condotti più facilmente agli scensori. Se richieste in bilietteria, i visitatori potranno ricevere delle audioguide e le installazioni sono sempre accompagnate da pannelli esplicativi in braille. Gli oggetti del conflitto vengono riprodotti in materali plastici per garantirne la comprensione tramite tatto ed infine per le persone ipovedenti si è studiata la segnaletica con scritte large print per aiutarne l’orientamento. Ogni visore sarà inoltre accompagnato da lenti graduate speciali.

Qui vengono mostrati su dei pannelli i volti di pe disturbi mentali. Da un lato del setto centrale è vedono se stessi durante la malattia, dall’altro lato invece come sono in realtà visti dalle altre person riflettere le persone sui conflitti della mente uman

elemento di fissaggio

schermo LCD vetro di chiusura

tubo cavo in alluminio pannello in alluminio di chiusura spessore di silicone pannello in alluminio di chiusura basamento in alluminio spessore per possibile inserimento silica gel fissaggio tubo a stella cuscinetto meccanico apertura nel pavimento per incastro tappo per chiusura apertura


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

le tematiche del e sale successive. ne del percorso ore sulla tematica za con un occhio

TE [5b,5c]

ersone affette da mostrato come o viene mostrato ne, facendo così na.

ALE [9]

onti e immagini maggiori conflitti

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

8

PERSONALIZZAZIONE [2]

TEMATICA [3a,4a,5a,6a]

VERIFICA E RIELABORAZIONE [3d,4d,5d,6d]

PUNTI DI VISTA UOMO vs UOMO [3b,3c]

PUNTI DI VISTA UOMO vs NATURA [4b,4c]

Viene data la possibilità ai visitatori, tramite domande mirate, di personalizzare la propria esperienza museale grazie all’interazione con pannelli touch screen.

La prima sala presenta un grosso volume sospeso sotto il quale sono proiettati delle immagini che parlano in generale della tipologia di conflitto che si sta trattando in quel momento.

Questa è l’ultima installazione che chiude il percorso sul conflitto. Qui il visitatore può approfondire e rielaborare le tematiche appena analizzate.

Questa è l’installazione con cui vengono mostrati i punti di vista contrapposti sulla tematica di conflitto uomo vs uomo. Tramite l’utilizzo del Google cardboard si viene immersi in un “mondo” differente in cui si possono osservare le scelte effettuate da altre persone. Per chi non può o non vuole usare il visore sono stati posizionati degli schermi che mostrano le stesse immagini.

In questa installazione si entra fisicamente in contatto con ciò che sarebbe il mondo senza uomo e, in contrapposizione a questo, come invece oggi è proprio grazie alla presenza dell’uomo.

PUNTI DI VISTA UOMO vs SOCIAL [6b]

PUNTI DI VISTA UOMO vs SOCIAL [6c]

OGGETTO SIMBOLO CONFLITTO [3e,4e,5e,6e]

RESPONSABILIZZAZIONE [7]

NON-CONFLITTO [8]

Dei pannelli cielo terra condividono con coloro che li osserva la storia di chi ha visto la sua vita cambiare da un giorno all’altro a causa del fenomeno del cyberbullismo.

Sul pannello centrale si possono leggere alcuni dei più feroci commenti che giorno dopo giorno i social esibiscono. Avvicinandosi ai pannelli e sporgendo il capo rivolto verso il basso, si può vedere uno specchio che non solo rifletterà il viso dell’osservatore, ma alle sue spalle anche il volto di colui che ha scritto il commento.

Il ciclo di quattro sale culmina sempre con la visione di un oggetto, elevato a simbolo del conflitto. Lo stesso oggetto potrà poi essere osservato da un punto di vista differente, in quanto continuando la visita sarà possibile vederlo dall’alto, inserito in un contesto nuovo.

Questa installazione, sfruttando la realtà aumentata, mette il visitatore di fronte a diverse situazioni complesse. La storia proposta si evolve grazie alle risposte date. Al termine dell’esperienza si viene messi di fronte alle conclusioni a cui le scelte effettuate hanno portato.

Questa sala è una rappresentazione fisica di uno spazio utopico dove non vi sia alcun tipo conflitto. Dentro l’installazione viene creata, attraverso atomizzatori, un’atmosfera rarefatta in cui le persone non possono vedersi in maniera chiara fra di loro e in cui i suoni sono ovattati.

7

8

CIRCOLARITÀ CONFLITTUALE [10]

CONFLITTO EVOLUTIVO [11]

Questa sala serve per far riflettere il visitatore sull’eterno ritorno del conflitto.

In conclusione tramite immagini viene mostrato come il conflitto sia e sia stato il motore dell’evoluzione dell’uomo nella storia.

9

6b 6a 10

11 5d 6d 5c 6c

5b 4b

OTTONE finiture interne

4a

5a

RESINA DI CEMENTO pavimenti interni

3d

4d

3c 4c

CLS BIANCO setto centrale

ACCIAIO BRUNITO pannelli divisori

3b

3a ACCIAIO VERNICIATO parapetti primo piano

2 1

SPACCATO ASSONOMETRICO MUSEO SCALA 1:200


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1

3 4

5 6

7 8

9 10

LAUREANDI Zanetti Stefano Carcioffi Gionata

11

12 13

3cm 20 - 25cm

4cm 0,5cm

14

1cm 12cm 16cm

15

5cm 5cm 0,5cm

16 17 18

0,8cm - 2,4cm - 0,8cm 15cm - ø5/20cm 15cm 20cm 1cm

51 52 53

19 20

4,5

1 profilo di fissaggio per risvolto zinco titanio Rheinzink 2 doppia aggraffatura zinco titanio Rheinzink 3 profilati omega fissaggio zinco titanio Rheinzink 4 guaina impermeabile 5 lamiera grecata coibentata Ecoline Lithos 5 6 fissaggio aggraffatura 7 IPE 300 8 fissaggio omega su grecata 9 controsoffitto in pannelli di cartongesso 10 rivestimento in lamiera di zinco titanio Rheinzink 11 illuminazione artificiale - neon 12 piastre di collegamento IPE 13 IPE 450 14 lamiera grecata supporto isolante termico 15 traversi fissaggio rivestimento 16 isolante termo/acustico in lana di roccia RockWool Fixrock 033 VS 17 tenuta al vento 18 montanti fissaggio rivestimento 19 supporto aggraffatura 20 rivestimento in zinco titanio Rheinzink 21 supporto isolante termico 22 greca di supporto all’isolante termico 23 cassonetto pre-isolato per sistema di oscuramento a tenda 24 OKATECH Wire Mesh Mandarin 25 pavimentazione in calcestruzzo con rete elettrosaldata 26 massetto per livellazione 27 sabbietta di sottofondo 28 giunto di dilatazione 29 IPE 140 30 IPE 300 31 IPE 450 32 piastra di ancoraggio 33 raccolta acque 34 tessuto non tessuto 35 pavimentazione in resina epossidica 36 massetto antiritiro con rete zincata 37 massetto impiantistico 38 isolante termico in lana di roccia RockWool Steprock HD 39 rete elettrosaldata 40 lamiera grecata collaborante 41 vespaio areato 42 pavimentazione in resina epossidica 43 massetto antiritiro con rete zincata 44 massetto impiantistico 45 lamiera grecata 46 IPE 300 47 impianti riscaldamento e ricambio aria 48 controsoffitto in cartongesso 49 IPE 200 50 parapetto in acciaio verniciato 51 rivestimento interno in cartongesso 52 profili fissaggio cartongesso 53 IPE 450 54 profilo fissaggio infisso 55 blocco ISOLTECH in calcestruzzo cellulare

2

21 3mm 5cm - ø5/20cm 15cm 14cm ø8/15cm

22

50cm 3mm 5cm - ø5/20cm 8cm 7cm

1,5

4cm 2cm 3cm 10 x 8cm

50

42 43 44 45 46

14 x 12cm

23

2,5

24

47

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49

28 29

54 55

4,9

25 26 27

35 36 37 38 39 40 41

30 31 32

33

34

SEZIONE TECNOLOGICA MUSEO SCALA 1:20

P


P R I M O R E L AT O R E P r o f . A r c h . S t e l l a A n t o n e l l o

S E C O N D O R E L AT O R E P r o f . A r c h . M u l a z z a n i M a r c o

12 3 4 5 6 7 8 9

14 x 8cm 0,5 cm

9

C O R R E L AT O R E P r o f . A r c h . R i m o n d i N i c o l a

13

14 15

3cm 20 - 25cm 4cm 0,8cm - 2,4cm - 0,8cm 16 x 12cm 1cm 16cm 5cm 25 x 8cm 0,8cm - 2,4cm - 0,8cm 15cm - ø5/20cm 15cm 20cm 1cm

5,2

1 risvolto zinco titanio sopra infisso 2 profilo fissaggio infisso 3 profilo di fissaggio per risvolto zinco titanio Rheinzink 4 rivestimento in lamiera di zinco titanio Rheinzink 5 angolare di fissaggio infisso su trave 6 fissaggio aggraffatura 7 profilati omega fissaggio zinco titanio Rheinzink 8 guaina impermeabile 9 lamiera grecata coibentata Ecoline Lithos 5 10 fissaggio omega su grecata 11 IPE 300 12 controsoffitto in pannelli di cartongesso 13 illuminazione artificiale - neon 14 OKATECH Wire Mesh Mandarin 15 IPE 450 16 profilo pre-isolato attacco infisso 17 supporto infisso 18 lamiera grecata supporto isolante termico 19 supporto aggraffatura 20 isolante termo/acustico in lana di roccia RockWool Fixrock 033 VS 21 tenuta al vento 22 traversi fissaggio rivestimento 23 montanti fissaggio rivestimento 24 greca di supporto all’isolante termico 25 cassonetto pre-isolato per sistema di oscuramento a tenda 26 profilo pre-isolato attacco infisso 27 OKATECH Wire Mesh Mandarin 28 pavimentazione in calcestruzzo con rete elettrosaldata 29 massetto per livellazione 30 sabbietta di sottofondo 31 giunto di dilatazione 32 profilo di fissaggio isolante 33 IPE 140 34 profilo pre-isolato attacco infisso 35 guaina impermeabile 36 isolante termico in lana di roccia RockWool Fixrock 033 VS 37 blocco ISOLTECH in calcestruzzo cellulare 38 scannafosso prefabbricato 39 raccolta acque 40 IPE 450 41 piastra di ancoraggio 42 raccolta acque 43 tessuto non tessuto 44 IPE 300 45 vespaio areato 46 piastre di collegamento IPE 47 pavimentazione in resina epossidica 48 massetto antiritiro con rete zincata 49 massetto impiantistico 50 isolante termico in lana di roccia RockWool Steprock HD 51 rete elettrosaldata 52 lamiera grecata collaborante 53 pavimentazione in resina epossidica 54 massetto antiritiro con rete zincata 55 massetto impiantistico 56 lamiera grecata 57 IPE 300 58 impianti riscaldamento e ricambio aria 59 controsoffitto in cartongesso 60 IPE 200 61 parapetto in acciaio verniciato 62 rivestimento interno in cartongesso 63 profili fissaggio cartongesso 64 IPE 450

10 11 12

15 x 9cm 14cm 42 x 20cm

50cm 3mm 5cm - ø5/20cm 15cm 14cm ø8/15cm 12cm 3mm 5cm - ø5/20cm 8cm 7cm

2,7 61 53 54 55 56

57

4cm 2cm 3cm 10 x 8cm

16 17 18 19 20 21

62 63 64

23 24 22 25 26

58

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60

2,5

3,0

27

28 29 30

31

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47 48 49 50 51

52

34 35 33 36 46

37 38

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40 41

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SEZIONE TECNOLOGICA BIBLIOTECA SCALA 1:20

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10

SHARP SEGDE


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Ringraziamenti


150

Questo è forse il capitolo più difficile da scrivere. E’ impossibile raccogliere in qualche parola conclusiva tutte le cose che vorremmo dire su quello che in questi 5 anni passati è successo. Il percorso è stato difficile, a tratti insostenibile, ma solo grazie all’aiuto delle persone che avevamo attorno siamo riusciti ad arrivare fin qua, con un lavoro che ci rende totalmente soddisfatti. Abbiamo iniziato insieme e siamo riusciti a finire insieme. Insieme abbiamo passato tutte le difficoltà che si frapponevano fra noi ed i nostri obbiettivi, le nostre passioni. Siamo cresciuti entrambi, l’uno grazie all’altro. E questo è il risultato finale della nostra esperienza insieme. Ringraziamo innanzitutto tutti quelli che si prenderanno la briga di leggere il nostro lavoro. Vale molto per noi. Un enorme grazie a tutti i professori del Laboratorio di Sintesi Finale A per gli stimoli che ci hanno sempre dato. Un ringraziamento particolare va al prof.

Stella, al prof. Rimondi ed al prof. Mulazzani per averci guidato pazientemente verso questo progetto e averci sempre spronato a dare il meglio, a cercare le soluzioni più interessanti ed adeguate al nostro modo di progettare. Grazie per aver sopportato i messaggi nei week-end, ma soprattutto grazie per aver sempre risposto. Grazie ai fiessi e al nostro grandissimo compagno di nottate passate tra una pizza in forno non mangiata e una (fors…) loggata. Grazie per averci insegnato molto, per averci dato tanta serenità e per avere rallegrato i momenti più difficili con il tuo sorriso e i Dikis. Grazie a Pier, il nostro primo coinquilino, per le birre offerte e per i costanti consigli grafici. Il tuo aiuto è stato sicuramente prezioso. Grazie a tutti i membri di FM_ House per i canestrini messi che hanno portato il nostro amato Messere alla shoppata di mille mila amari del capo. Un ringra-


ziamento speciale va a te Muna, sapevi ti avremmo citato, ed eccoci qui, a ringraziarti per le mitiche porte sbattute di prima mattina, per il passo felpato e la tua serenità in ambito economico-gestionale. Grazie per le Instatoriez e per i followers acquisiti che (mi) hai fatto guadagnare e grazie per Interno Verde, qualcuno ha trovato molto in questa esperienza. Grazie alla Monica, grandissima correttrice di bozze sempre sul pezzo, anche sulla strada verso Pistoia. Il tuo lavoro è stato essenziale per la riuscita di questa tesi. Grazie alla GVNG che con la Cura ci ha mostrato la via verso l’illuminazione. Un super grazie a Nico per averci salvato trovandoci un castello per questo ultimo mese di lavoro. Il più grande ringraziamento va alla musica, vera musa ispiratrice

del nostro lavoro e della nostra vita. Grazie alla grande famiglia dell’Hardstyle e grazie ad Headhunterz per essere tornato in tempo per permetterci di laurearci con le sue nuove tracce in sottofondo, “true dragonblood never dies”.


Phira

Eccomi qua, devastato, ma felice, a scrivere queste ultime righe. Devo ammettere che è emozionante leggere la parola “ultime”. Ci ho creduto, e credendoci sono riuscito ad arrivare fino a qui. E’ proprio vero che alla fine, se uno lo vuole veramente, raggiunge sempre i propri obbiettivi. Ma non sarei riuscito sicuramente ad arrivare fino a qui senza di voi, mamma Paola e papà Carlo. Grazie papà per avermi sempre spronato a dare il meglio di me, per avermi insegnato che non esiste un limite al miglioramento e che sarei sempre potuto arrivare a toccare risultati che non credevo fossero possibili. Grazie mamma per la pazienza con cui ogni giorno sopporti i due maschietti di casa e per l’amore con cui ci tratti. Grazie per aver sempre creduto in me e per aver sempre cercato di comprendermi. Non c’è cosa più importante per un figlio, credetemi. Ancora grazie per essere sempre stati pronti, reattivi e comprensivi,

grazie per le nottate in cui vi ho chiamato, disperato ed al limite. Grazie per avermi sempre fatto sentire speciale. Grazie a nonna Gio e nonno Enzo per aver pazientemente aspettato che io li aggiornassi senza mai pressarmi per avere informazioni. Siete fantastici ed è anche grazie a voi se oggi posso scrivere la parola “fine” su questo grande capitolo della mia vita. Un grazie a tutta la mia enorme famiglia per avermi ricordato ogni volta quanto sia importante sentirsi parte di qualcosa di vero, autentico e fondato sul volersi bene. Eccoci arrivati alla sezione degli amiconi. Grazie, Andre, compagno di vita, da una vita, per le risate e per la tua preziosissima sincerità. Grazie Fabbri per la compagnia che mi hai tenuto durante le serate passate davanti al pc. Grazie Marco per la tua serenità ed il tuo amore incondizionato. Grazie Taccio


per avermi sempre sopportato e supportato, nonostante tutto, anche dalla Cina. Grazie Seba, per le nostre chiacchierate che sono sempre state un grande punto di riferimento. Grazie Sara per essere rimasta vicina anche andando lontano. Grazie Bianca e Nico per avermi fatto sentire orgoglioso di me stesso. Grazie a Giova ed Elena, per aver reso l’Erasmus un’esperienza indimenticabile. Grazie Fabia per aver continuamente creduto in me ed aver sopportato i miei ingestibili sbalzi di umore. Grazie a tutti, proprio tutti quelli che mi sono stati accanto e che hanno rallegrato le mie giornate. Il grazie più grande per questo lavoro va sicuramente a Messer Lo Cippo. Grazie per avermi sopportato per cosi tanto tempo, grazie per avermi dato tanto, insegnato tanto e per non avermi mai abbandonato anche quando non ne potevi più. Ho sempre creduto in te e ancora una volta mi hai dimostrato quanto la tua capacità di adattamento e la tua creatività

siano potenti. Grazie per avermi accompagnato in posti che senza di te non sarebbero stati gli stessi. Grazie per aver condiviso con me le gioie e le tristezze di questi ultimi dieci anni. Grazie per avermi permesso qualche zarrata qua e là. Grazie per questo lavoro, imm.enso e bellissimo. Infine grazie a coloro che non potranno mai vedere questa pagina, anche se sono sempre stati al mio fianco e lo sono tutt’ora, mentre scrivo. Grazie Giorgio per avermi regalato il ricordo del tuo sorriso, sempre presente. Grazie ai nonni Clara e Dante, e a zia Ebe, siete parte di me. Grazie Chester, per tutto quello che sei stato e per tutto quello che ancora continuerai ad essere per tutti noi. Questa tesi la dedico a voi. “Who cares if One More Light goes out?” “Well, I do.”


Messer

É giunto il momento anche per me di ringraziare le persone che mi sono più care. Parto col ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre aiutato e sostenuto durante tutto il percorso universitario, ringrazio mio padre per i consigli e le discussioni sull’architettura. Ringrazio mia madre per il supporto alimentare che non è mai mancato in questi anni e per l’aiuto datoci nella realizzazione di questo book. Ringrazio inoltre mio fratello che, anche se ci siamo incrociati poco in questi anni, mi ha sempre sostenuto e cercato di farmi riflettere. Un grazie infine va a tutta la numerosa famiglia che in questi anni mi ha sempre aiutato. Passiamo ora ai ringraziamenti degli amici. Un grazie particolare va alla cumpa manzolinese e al loro degrado (in senso buono però), grazie alle loro risate e fesserie attorno alla fonta mi hanno fatto passare bei momenti.

Ringrazio il buon sandro per le serate passate a discutere su ogni sorta di argomento possibile. Lo ringrazio anche per le magnate che mi ha costretto a fare e per tutte le volte che ha ordinato delle patatine fritte senza mai finirle. Ringrazio anche i fratelli Marchetti che tra lol, nostale, bici e lavoro non si fanno mai vedere ma so di poter sempre contare su di loro nel momento del bisogno, anche quando si tratta di andare a un festival in Belgio. Un grazie particolare va anche ai miei due cugini fessi Chiara e Mattia, compagni di vita. Ci siete e ci sarete sempre. Grazie alla febi e alla dottoressa Tasini, nonostante abbiamo spesso fatto fatica a vederci con costanza siete sempre state due amiche importanti, con voi ho passato bellissimi momenti. Ringrazio nuovamente Pier, che oltre ai consigli di grafica e al supporto morale è un grande amico che mi ha spesso dato buoni consigli. Con lui ringrazio anche il buon


Cava e i suoi audio inaspettati. Grazie Giova perché sei un buon amico, per il cibo, per gli abbracci calorosi e per la risata contagiosa. Voglio ringraziare anche Rodrigo, che anche dal Brasile mi è sempre stato accanto. Un ringraziamento speciale va a Virginia, che in pochi mesi è entrata nella mia vita riuscendo a cambiarla in meglio. Grazie. Stiamo soli insieme. Dulcis in fundo ringraziamo anche gionni, la persona con cui, nel bene e nel male, ho condiviso questi 5 anni di università. In sieme ne abbiamo passate tante, insieme siamo cresciuti e siamo diventati quello che siamo oggi, e in grande parte devo a lui questa mia crescita. Nonostante le molteplici volte in cui ci saremmo voluti mandare a quel paese vicendevolmente siamo sempre rimasti vicini, legati l’uno all’altro. Insieme abbiamo fatto tante esperienze nuove, abbiamo con-

diviso momenti brutti e momenti indimenticabili. Siamo stati in posti in cui mai mi sarei sognato di andare qualche anno fa e ancora insieme abbiamo completato questa tesi di cui siamo molto soddisfatti. Speriamo che le nostre strade non si separino.





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