GESTIONE DELLE INFORMAZIONI DIGITALI FOCUS Interventi legislativi e normativi
APPROFONDIMENTI Standardizzazione europea nella moda
ESPERIENZE Le false fatture in Svezia
EVENTI OMAT Milano 27 e 28 marzo 2012
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EDITORIALE 01-2012
2012
Editore
ITER srl www.iter.it Direttore Responsabile
IL LAVORO NON MANCA!
Domenico Piazza Direttore Contenuti
Vincenzo Gambetta A questo numero hanno collaborato:
Simona Abela, Gianluca Colombo, Stefano Foresti, Vincenzo Gambetta, Angelo La Duca, Paolo Ponte, Francesco Pucino, Pierluigi Ridolfi, Franco Ruggieri, Gianni Sandrucci, Ottaviano Tagliaventi, Antonio Toci Responsabile segreteria di Redazione
Petra Invernizzi Redazione
iged.it
Via Rovetta, 18 20127 Milano TEL: +39 02.28.31.16.1 FAX: +39 02.28.31.16.66
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Ingraph Srl Seregno (MI)
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 157 del 7 marzo 1992. La tiratura di questo numero è di N. 10.000 copie. Pubblicità inferiore al 45%. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta alcuna responsabilità per l’Editore.
Questo numero di iged.it, il primo del 2012, è ben rappresentativo della grande attività che ferve nel settore dell’Information Management. La “cabina di regia” coordina i principali ministeri coinvolti nell’attività di innovazione e normazione, sempre tenendo presente la normativa europea di riferimento e l’Amministrazione digitale alla quale si vuole arrivare in tempi brevi. L’Europa si è resa conto che deve armonizzare i diversi sistemi nazionali, tenendo conto delle realtà dei diversi Paesi e l’articolo di Franco Ruggieri ben ne rappresenta un piccolo esempio concreto, spronando il MEF ad emanare il decreto sulla fatturazione alla P. A., atteso ormai da troppo tempo. Poi ci sono i “conservatori di documenti informatici”, attività che può essere svolta anche da “certificatori” e, perché no, dai “gestori di PEC, Posta Elettronica Certificata”; per tutti questi il quadro normativo generale è preciso e sono in arrivo le regole tecniche specifiche. Seguono una serie di articoli con esempi concreti a dimostrazione che nuove tecnologie, solida organizzazione e magari un pizzico di “genio italico” consentono soluzioni efficaci e poco costose. Insomma, un numero tutto da leggere attentamente e da commentare con tutta la comunità di OMAT al prossimo incontro di martedì 27 e mercoledì 28 marzo all’Hotel Executive di Milano dove sono previste anche alcune anticipazioni sulle novità normative, magari non ancora “ufficiali”, ma tali da fornire preziose indicazioni ad Operatori, Utenti e Professionisti del settore.
Buona lettura e ... arrivederci a OMAT Milano2012 La redazione di iged.it
P.S. E per facilitare a tutti la lettura e l’accesso all’informazione qualificata, questo numero è disponibile fin da subito anche sul sito www.iged.it.
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FOCUS
MERCATO
La nuova governance dell’Amministrazione digitale
Dematerializzare libri mettendo d’accordo low-cost ed hi-tech
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La cabina di regia per l’Agenda Digitale è una realtà
Tra marzo e giugno saranno definiti i principali interventi, in raccordo con le strategie europee
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Forum Italiano sulla Fatturazione Elettronica Avviati i lavori del forum
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Accreditamento dei Conservatori (di documenti informatici)
PIERLUIGI RIDOLFI
Università di Bologna Articolo a pagina 06
Manca, ora, solamente la pubblicazione delle regole tecniche, e relativi allegati, cui attenersi APPROFONDIMENTI
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Ancora due parole sulla Direttiva IVA del 2010 ANTONIO TOCI
Analista CRM e Sistemi ICT Articolo a pagina 28
Ma quanto ci mette il MEF a emanare il decreto sulla fatturazione verso la P.A.?
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Il problema delle false fatture in Svezia
È questo un buon esempio di come fattura cartacea ed elettronica “siano sullo stesso piano dal punto dei rischi che corrono in circostanze identiche” e come questi rischi possano essere eliminati con l’elettronico, ma non con la carta ESPERIENZE
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Calcio d’inizio del Workshop per la standardizzazione Europea del settore moda
Dallo scambio degli ordini alla circolazione di lavorati con RFID a bordo nella rete delle aziende europee della moda
FRANCO RUGGIERI
Consulente di firma digitale Articolo a pagina 22
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Per Iren Energia un futuro più luminoso grazie allo storage di Dell
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Una soluzione integrata hardware e software tecnologicamente avanzata dai risultati professionali, ma dal costo contenuto
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Capture Cloud Based Cosa stiamo aspettando?
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And the winner is ... la firma remota di CoSign! Dalle smartcard alla firma remota.
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Il contratto nativo digitale: scacco matto ai costi della dematerializzazione tradizionale
La proposta di Olivetti per eliminare la carta di processi EVENTI
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OMAT ROMA 2011 – TAVOLA ROTONDA
Tra presente e futuro: la rivoluzione digitale nelle imprese e nella PA
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OMAT 2012. LA RIVOLUZIONE DIGITALE PRENDE FORMA
La nuova edizione di OMAT, l’evento dedicato alla gestione elettronica dei contenuti digitali e dei processi aziendali si terrà a Milano il 27 e 28 marzo DALLE AZIENDE
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ELO Digital Office GmbH 64
Euro Sistemi estende le proprie competenze alle tecnologie semantiche per content capture e management
Abbattimento dei costi dello storage di circa il 40% con la virtualizzazione e la soluzione dell fluid data ANGELO LA DUCA
Managing Director di Endurance Italia Articolo a pagina 39
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focus
La nuova governance dell’Amministrazione digitale
DI PIERLUIGI RIDOLFI
La Gazzetta Ufficiale del 16 febbraio u.s. pubblica le deleghe assegnate dal Presidente del Consiglio ai Ministri Filippo Patroni Griffi e Francesco Profumo, che, in parte, riguardano l’Innovazione tecnologica e in particolare l’Amministrazione digitale. Dai testi si evince che il Ministro de-
legato per l’Innovazione tecnologica non è più il Ministro per la Pubblica Amministrazione, come dei due precedenti Governi, ma il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. L’articolo 1 della sua delega, infatti, recita:
Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca prof. ing. Francesco Profumo è delegato a esercitare le funzioni di coordinamento, di indirizzo, di promozione di iniziative anche normative, di vigilanza e verifica e ogni altra funzione attribuita dalle vigenti disposizioni al Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di: innovazione tecnologica; sviluppo della società dell’informazione e delle connesse innovazioni per le amministrazioni pubbliche, cittadini e le imprese, con particolare riferimento alle strutture, tecnologie e servizi in rete; sviluppo dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; diffusione della cultura informatica e digitale. A tale scopo, sono altresì delegate allo stesso Ministro le funzioni spettanti al Presidente del Consiglio dei Ministri inerenti alla disciplina, alla promozione e alla diffusione delle innovazioni connesse all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni e nei relativi sistemi informatici e di telecomunicazione. Lo stesso articolo però precisa che: L’attività normativa derivante
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dall’introduzione delle nuove tecnologie nelle amministrazioni pubbliche è esercitata in raccordo con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. La delega assegna al Ministro Profumo anche i seguenti compiti, in raccordo con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione: Le funzioni di indirizzo, coordinamento e impulso nella definizione e attuazione di programmi e di piani di azione in materia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche realizzati mediante le tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Le funzioni relative alla definizione, valutazione, finanziamento e monitoraggio, anche avvalendosi degli strumenti e delle risorse finanziarie definiti allo scopo da specifiche disposizioni normative, di iniziative e di progetti in materia di innovazione tecnologica finalizzati a: ridurre gli sprechi aumentando l’efficienza, l’efficacia, l’economicità e la produttività delle amministrazioni pubbliche; facilitare i rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese; assicurare trasparenza all’azione amministrativa e ad aumentare la qualità dei servizi forniti ai cittadini e alle imprese. Le attività volte ad assicurare lo sviluppo e la diffusione delle competenze necessarie per un adeguato uso delle nuove tecnologie nei settori della scuola, dell’università e della ricerca, della pubblica amministrazione, centrale e locale, nonché l’adeguamento alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione della normativa in materia di organizzazione delle amministrazioni pubbliche, ivi compresa l’attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo 30 dicembre 2010, n. 235, recante modifiche e integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale.
Per quanto riguarda il Ministro per la pubblica amministrazione, da quanto era stato inizialmente comunicato sembrava che gli fosse stata tolta l’innovazione e aggiunta la semplificazione. Ma, da un attenta lettura della delega, sembra proprio che l’innovazione sia stata tolta solo nel titolo. Infatti, vengono affidate al Ministro Patroni Griffi: Le funzioni di coordinamento, di indirizzo, di promozione di iniziative, anche normative e di codificazione, di vigilanza e verifica, e di ogni altra funzione attribuita dalle vigenti disposizioni al Presidente del Consiglio dei Ministri, in materia di innovazione organizzativa e gestionale delle amministrazioni pubbliche, anche mediante l’uso delle tecnologie; Il coordinamento delle attività inerenti all’attuazione del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (il Codice dell’Amministrazione digitale). Vi sono poi altre funzioni che il Ministro Patroni Griffi deve esercitare in raccordo con il Ministro delegato per l’innovazione tecnologica: La disciplina, la promozione e la diffusione delle innovazioni connesse all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni e nei relativi sistemi informatici e di telecomunicazione. Per le amministrazioni e gli enti pubblici: l’adeguamento della normativa vigente relativa all’organizzazione e alle procedure in ragione dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; il coordinamento delle iniziative finalizzate a ridurre gli sprechi ed a facilitare i rapporti con i cittadini e le imprese mediante le medesime tecnologie; le funzioni di indirizzo, coordinamento e impulso nella definizione ed attuazione dei programmi, dei progetti e dei piani di azione, con riferimento alle innovazioni connesse all’uso delle tecnologie dell’informa-
zione e della comunicazione, al fine di assicurare l’efficienza, l’efficacia, l’economicità e la produttività delle amministrazioni, la trasparenza dell’azione amministrativa e la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese. Tutte le attività necessarie per assicurare, lo sviluppo e la diffusione delle competenze necessarie per un adeguato uso delle nuove tecnologie nella pubblica amministrazione, centrale e locale, dell’impresa, del lavoro, della salute, dell’attività sociale e dei cittadini, con il superamento dei rischi di esclusione dall’uso medesimo. Per quanto riguarda gli Organi di supporto, il Ministro Profumo si avvale del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione che resta nell’ambito della Presidenza del Consiglio; DigitPA passa sotto la sorveglianza del Ministro Profumo, così come l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. È previsto che il Ministro Patroni Griffi possa avvalersi, per le attività riguardanti l’innovazione tecnologica e in accordo con il Ministro delegato per l’innovazione tecnologica, delle competenze tecniche di DigitPA, e del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione. Appare chiaro che in questa nuova organizzazione ci potrebbe essere ampio spazio per duplicazioni: solo una strettissima collaborazione e una intensa azione di coordinamento fra i due Ministri consentirà di marciare con speditezza in un settore così complesso come quello dell’Amministrazione digitale. Al Ministro Profumo viene inoltre assegnata la responsabilità del superamento del “Digital divide” e il coordinamento delle relative attività con i programmi europei. La delega, infatti, gli assegna: le funzioni di coordinamento, impulso e promozione delle attività connesse alla Digital Agenda Europea, ivi compresa la definiiged.it 01.2012
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zione, in raccordo con i Ministeri interessati, di atti di indirizzo per la diffusione e l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei diversi settori economici, sociali e culturali del Paese e per il superamento dei rischi di esclusione dei cittadini dall’uso delle stesse, con particolare riferimento: alla diffusione dei contenuti e dei servizi attraverso connettività in larga banda; alla promozione delle connesse attività di ricerca e innovazione specie per quel che riguarda le piccole e medie imprese; all’attuazione di iniziative volte a favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative, ferme le competenze di cui all’articolo 32-ter del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 3001; alla promozione di nuove forme di commercializzazione elettronica; le attività di confronto e rappresentanza internazionali sui temi oggetto della presente delega, ivi compresa la cura dei rapporti con l’Unione europea, l’OCSE e le altre istituzioni internazionali. In questo quadro, va ricordato che nel Decreto-Legge 9 febbraio 2012, n. 5, “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, con l’articolo 47 si dà vita a un nuovo importantissimo programma nazionale, l’“Agenda digitale italiana”, che, in parte, si sovrappone alle funzioni sopra elencate; è prevista una cabina di regia il cui coordinamento però è affidato al Ministro dello sviluppo economico. Art. 47 - Agenda digitale italiana 1 Nel quadro delle indicazioni dell’agenda digitale europea, di cui alla comunicazione della Commissione europea COM (2010) 245 definitivo/2 del 26 agosto 2010, il Governo persegue l’obiettivo prioritario della modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi, a potenziare l’offerta di
connettività a larga banda, a incentivare cittadini e imprese all’utilizzo di servizi digitali e a promuovere la crescita di capacità industriali adeguate a sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. 2 Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la coesione territoriale, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministro dell’economia e delle finanze, è istituita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, una cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale italiana, coordinando gli interventi pubblici volti alle medesime finalità da parte di regioni, province autonome ed enti locali. Con un comunicato del Ministro per lo sviluppo economico, si apprende che il 9 febbraio si è insediata la cabina di regia che avrà il compito di accelerare il percorso di attuazione dell’agenda in raccordo con le strategie europee, predisponendo una serie di interventi normativi da attuare tra marzo e giugno prossimi. Sono stati creati sei gruppi di lavoro, suddivisi in base ai principali obiettivi della strategia, che agiranno in raccordo diretto con i ministri. Ognuno di essi sarà coordinato dai referenti del ministero che sarà maggiormente coinvolto, per quel determinato tema, ma vedrà la collaborazione di tutti gli altri dicasteri che partecipano alla cabina di regia. Inoltre, potranno partecipare anche esponenti di altri ministeri. In aggiunta, saranno organizzati gruppi di lavoro tematici che coinvolgeranno, di volta in volta, i principali attori del settore. Sia pubblici che privati. I sei gruppi di lavoro riguardano: Infrastrutture e sicurezza, coordinato dall’Mse; E-Commerce, coordinato dall’Mse e dal Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri; E-government e Open data, coordinato da Miur e Mfp; Alfabetizzazione informatica, co-
ordinato da Miur e Mfp; Ricerca e investimenti, coordinato da Miur e Mse; Smart Communities, coordinato da Miur e Dipartimento per la coesione territoriale. Ciascun gruppo di lavoro dovrà, preliminarmente, censire le iniziative in corso, quindi recepire l’agenda europea, individuare le migliori pratiche, ricostruire una visione strategica, definire il quadro finanziario di riferimento, predisporre le azioni normative e progettuali e valutare le relative ricadute. 1
Il riferimento è al Ministero delle Comunicazioni che è responsabile delle politiche del settore delle comunicazioni, e in particolare, per quanto potrebbe avere attinenza con i compiti assegnati al Ministro Profumo, della sicurezza delle reti, dell’accreditamento, della certificazione e della omologazione, nonché della definizione degli standard di qualità dei servizi nei settori dell’ICT.
PIERLUIGI RIDOLFI
Università di Bologna
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La cabina di regia per l’Agenda Digitale è una realtà Tra marzo e giugno saranno definiti i principali interventi, in raccordo con le strategie europee
LA REDAZIONE
Il giorno 10 febbraio us si è insediata la cabina di regia, prevista dal D.L. 9 febbraio 2012, n. 5 Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo 1, il cui obiettivo è quello di definire e velocizzare i tempi per dare al nostro Paese un’Agenda Digitale armonizzata con quella europea. Alla riunione erano presenti i ministri Corrado Passera (Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti), Filippo Patroni Griffi (Funzione Pubblica) e Francesco Profumo (Istruzione, Università e Ricerca), il sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo e i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Coesione Territoriale. Le principali linee di intervento (obiettivi strategici) emerse da questo primo incontro si riflettono nei sei gruppi di lavoro che sono stati costituiti: Infrastrutture e sicurezza, coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti; e-Commerce, coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti e dal Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri; e-government e Open data, coordinato dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca e dal Ministero della Funzione Pubblica; Alfabetizzazione informatica, coordinato dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca e dal Ministero della Funzione Pubblica; Ricerca e investimenti, coordinato dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca e dal Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti;
ING. PAOLO ANGELUCCI
Presidente di Assinform
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Smart Communities, coordinato dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca e dal Ministero della Coesione Territoriale. Ogni gruppo di lavoro sarà coordinato dai referenti del ministero maggiormente coinvolto nelle materie di competenza e godrà della collaborazione di tutti gli altri dicasteri che partecipano alla cabina di regia. Potranno, altresì, partecipare esponenti di altri ministeri. Sono anche previsti gruppi di lavoro tematici ai quali è previsto partecipino, di volta in volta, i principali attori, pubblici e privati, coinvolti. Ciascun gruppo di lavoro dovrà, come prima cosa, censire le iniziative in corso. Dovrà, quindi, recepire l’agenda europea, individuare le “best practices”, ricostruire una visione strategica, definire il quadro finanziario di riferimento, predisporre le azioni normative e progettuali e valutarne le relative ricadute. Non poteva mancare la “risposta” di Assinform (l’associazione nazionale - aderente al sistema Confindustria - delle principali Aziende di Information Technology operanti sul mercato) che per voce del suo presidente Paolo Angelucci ha affermato “Siamo soddisfatti che l’Agenda Digitale sia entrata finalmente nel programma di Governo e auspichiamo che l’istituzione della cabina di regia costituisca il primo passo per portare anche l’Italia sulla via dell’innovazione per la crescita.
rapporto con il settore IT come a una partnership che può offrire un contributo determinante nel percorso di attuazione dell’Agenda Digitale”. Assinform ha una sua proposta programmatica sull’Agenda Digitale che si articola su 15 punti, toccando le infrastrutture di rete in fibra ottica, gli strumenti di Information Management, le applicazioni machine-to-machine, l’Internet delle cose, processi e sistemi per la digitalizzazione e la dematerializzazione nelle PP.AA, lo sviluppo del Cloud e dell’ecommerce. “Dietro a tutto questo c’è l’industria italiana dell’Information Technology – rimarca Angelucci - che investe in ricerca, in applicazioni, nuove soluzioni e infrastrutture tecnologiche. Un’industria formata da 90.000 imprese e 390.000 addetti, che genera un mercato di circa 20 miliardi di Euro annui e un fattore moltiplicativo degli investimenti in termini di ricaduta diretta, indiretta e indotta tra le 3 e le 5 volte il valore. Ci aspettiamo che l’Agenda Digitale sappia sfruttare al meglio questo settore e trasformarlo, come avviene nei paesi avanzati, nella più formidabile leva competitiva per l’economia”. Per quanto concerne, infine, le prime indicazioni sugli obiettivi per l’Agenda Digitale come quello sulle Smart Cities, Assinform ricorda che ha già avviato un progetto per la città di Milano, City+, che rappresenta un modello di distretto digitale in vista dell’Expo 2015.
NOTE DECRETO-LEGGE 9 febbraio 2012 , n. 5 - Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo. (GU n. 33 del 9-2-2012 - Suppl. Ordinario n.27) … Art. 47 - Agenda digitale italiana 1
1. Nel quadro delle indicazioni dell’agenda digitale europea, di cui alla comunicazione della Commissione europea COM (2010) 245 definitivo/2 del 26 agosto 2010, il Governo persegue l’obiettivo prioritario della modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi, a potenziare l’offerta di connettività a larga banda, a incentivare cittadini e imprese all’utilizzo di servizi digitali e a promuovere la crescita di capacità industriali adeguate a sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. 2. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la coesione territoriale, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministro dell’economia e delle finanze, è istituita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, una cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale italiana, coordinando gli interventi pubblici volti alle medesime finalità da parte di regioni, province autonome ed enti locali.
“Crediamo sia fondamentale – ha aggiunto Angelucci - che il tema dell’innovazione che l’Information Technology può portare al sistema delle imprese entri fin da subito nelle priorità della cabina di regia, puntando a far crescere competitività e opportunità occupazionali soprattutto per i giovani; è per questo che invitiamo il Governo a guardare al
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Forum Italiano sulla Fatturazione Elettronica Avviati i lavori del forum LA REDAZIONE
PREMESSA La strategia Europa 20201 prevede, per l’Europa del XXI secolo, un’economia sociale di mercato molto competitiva e sottolinea l’importanza fondamentale di trarre pieno vantaggio dai benefici economici e sociali di una società digitale. In questo contesto, la fatturazione elettronica fa parte dell’iniziativa cardine della Commissione europea2 - Un’agenda digitale europea - che attribuisce un ruolo di primo piano alla realizzazione di un mercato digitale unico ed invita a rimuovere gli ostacoli normativi e tecnici che impediscono l’adozione in massa della fatturazione elettronica. Con la FE i vantaggi, rispetto alla gestione cartacea, possono essere così sinteticamente riassunti: termini di pagamento ridotti, riduzione degli errori, minori costi di stampa e di spedizione, possibilità di un processo di elaborazione completamente integrato (questo vantaggio è, se colto, quello maggiore grazie al potenziale di automazione che porta con se; processo di automazione che può essere esteso automaticamente e direttamente dall’intera catena del valore ai servizi finanziari). La maggior parte dei vantaggi economici non è, quindi, imputabile, alla voce risparmi. I vantaggi derivanti dalla fattura elettronica dovrebbero interessare anche i consumatori, specie per la comodità che rappresenta rispetto a
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quella su carta. L’Europa stima, inoltre, che l’adozione delle recenti norme IVA possa indurre ulteriori vantaggi sotto forma di minori oneri amministrativi a carico delle imprese. Giusto per dare un’idea delle cifre in gioco, le stime a livello UE concordano sul fatto che il solo passaggio di massa dalla fatturazione su carta a quella elettronica consentirebbe di risparmiare sui 240 miliardi di Euro in sei anni. Di contro la fatturazione elettronica in Europa ha una penetrazione piuttosto bassa che è stimata, a livello annuale, nell’ordine del 5% di tutte le operazioni di fatturazione tra imprese. Tra i principali ostacoli sono: le norme esistenti, complesse a livello nazionale e per giunta non omogenee, lo scambio di fatture elettroniche che appare complesso e costoso. Il problema nello scambio di fatture elettroniche si enfatizza, poi, se si tiene conto delle dimensioni aziendali: dalle dichiarazioni delle aziende che affermano di adot-
tare la fatturazione elettronica le grandi imprese risultano essere circa il doppio delle PMI. MULTI-STAKEHOLDER FORUM ON E-INVOICING La Commissione Europea ha, quindi, istituito [Decisione C(2010) 8467 del 2 dicembre 2010] il forum europeo multilaterale delle parti interessate sulla fatturazione elettronica (forum europeo sulla fatturazione elettronica) - di durata triennale - composto da delegati dei forum nazionali e da rappresentanti di pertinenti associazioni europee della comunità degli utenti, del Comitato europeo di normazione (CEN), della Banca centrale europea (BCE) e del gruppo di lavoro per la tutela dei dati personali. Compito principale del forum europeo sulla fatturazione elettronica è assistere la Commissione nelle seguenti aree: monitorare l’evoluzione del mercato della fatturazione elettronica e il suo tasso d’adozione in tutti gli Stati membri;
propiziare lo scambio di esperienze e di buone prassi che faciliti l’emergere di soluzioni interoperabili di fatturazione elettronica; segnalare i problemi incontrati, con particolare riguardo alle operazioni transfrontaliere, e proporre soluzioni adeguate; sostenere e seguire i lavori per l’adozione di un modello standard di dati per la fattura elettronica. Il forum è composto da 63 membri ed ha già iniziato ad operare (13 settembre 2011). FORUM ITALIANO SULLA FATTURAZIONE ELETTRONICA Come diretta conseguenza della Decisione della Commissione di istituire il Multi-Stakeholder Forum on e-invoicing, che coinvolge tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, il Direttore Generale delle Finanze (con decreto del 13 dicembre 2011) ha istituito il Forum italiano sulla fatturazione elettronica. Il Forum italiano, coordinato dal Ministero dell’economia e delle
Nella tabella seguente è riassunta la composizione dei singoli gruppi di lavoro che hanno già cominciato ad operare. GRUPPO DI LAVORO
COMPONENTI
Monitoraggio del grado di diffusione e distribuzione della fatturazione elettronica nel Paese
Politecnico di Milano, CNDCEC, DigitPA, Unioncamere, Confindustria Servizi Innovativi, Banca d’Italia, CNA.
Scambio di esperienze e di buone pratiche, al fine di far emergere soluzioni interoperabili di fatturazione elettronica
ANDAF, Confindustria Servizi Innovativi, Ragioneria Generale dello Stato, Politecnico di Milano, CNDCEC, CBI, AITI, Confindustria Digitale/Assinform, Confartigianato, CNA.
Semplificazione normativa e convergenza verso un modello di fatturazione elettronica facile, integrabile con i processi di contabilità e poco oneroso da realizzare per le aziende
Convergenza verso un unico modello di riferimento dei dati
Agenzia delle Entrate, Confindustria Digitale/Assinform, Dipartimento delle Finanze, Politecnico di Milano, CNDCEC, ABI, AITI, DigitPA, Banca d’Italia, ANORC, Ragioneria Generale dello Stato, Confartigianato, Confindustria, Confcooperative, Confcommercio, ASSINTEL, ANDAF, CNA, Casartigiani. ANORC, CBI, Dipartimento delle Finanze, Agenzia delle Entrate, Politecnico di Milano, Confindustria Servizi Innovativi, Ragioneria Generale dello Stato, Confindustria Digitale/Assinform, DigitPA, Unioncamere, Casartigiani, Confartigianato, ANDAF, ASSINTEL, CNDCEC, Confesercenti, Confapi, Confcooperative, CNA, XBRL Italia.
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finanze – Dipartimento delle Finanze – d’intesa con l’Agenzia delle entrate, ha iniziato i propri lavori il 20 dicembre 2011. Sono state invitate a partecipare al Forum italiano le pubbliche amministrazioni e le più rappresentative associazioni di categoria interessate. In particolare, per il settore privato sono stati invitati a partecipare i rappresentanti di associazioni di categoria dei settori industria, commercio, terziario avanzato, dei servizi e di liberi professionisti. Le organizzazioni convocate alla prima riunione (per la maggior parte presenti) del Forum sono di seguito elencate: Dipartimento delle Finanze, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Ministero dello Sviluppo Economico, MEF - Ragioneria Generale dello Stato, MEF - Dipartimento degli Affari Generali, Unioncamere, Banca
d‘Italia, DigitPA, Politecnico di Milano, Confindustria, Confindustria Servizi Innovativi, Confindustria Digitale, Assinform, Confapi, Rete Imprese Italia, CNA, Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, ABI, Consorzio CBI, ANORC, CNDCEC, AITI, Confcooperative, ANDAF. Il coordinamento ha, inoltre, deciso di coinvolgere un paio di esperti in materia. I lavori del Forum italiano sono iniziati con la definizione e condivisione degli obiettivi. Essendo diretta conseguenza del Multistakeholders Forum on e-invoicing, le attività del Forum italiano si svilupperanno in funzione, ed in coordinamento, con quelle del Forum Europeo - attraverso i rappresentanti nazionali (AE e D. Finanze) - senza perdere l’occasione per proseguire con l’evoluzione e la maturazione
nazionale in tema di documentazione digitale rilevante ai fini fiscali (revisione della normativa nazionale integrando le prescrizioni del Cad con le specifiche esigenze dei documenti e processi fiscali e “approfittando” del recepimento della Direttiva 2010/45/UE del Consiglio - modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda le norme in materia di fatturazione – e del contributo di tutte le parti coinvolte presenti al Forum). Non saranno, peraltro, trascurate tutte le problematiche relative all’adozione della fatturazione elettronica da parte della PMI che rappresentano oltre il 99% delle nostre aziende. Tra le citate problematiche sono ad esempio gli attuali costi e complessità ed il fatto che le piccole imprese operano con molti partner
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commerciali diversi (grandi imprese, consumatori, PA, altre PMI) che possono imporre l’uso di sistemi differenti di fatturazione elettronica. Per quanto concerne l’organizzazione delle attività del Forum, analogamente con quanto stabilito a livello europeo, sono state individuate le seguenti quattro aree di attività: 1 Monitorare l’evoluzione del mercato della fatturazione elettronica e il suo tasso d’adozione; Valutazione dei volumi di fatture scambiate e distribuzione degli stessi tra B2B, B2C e B2G; Stima del grado di diffusione delle diverse modalità di fatturazione elettronica (es.: uso del pdf o di un modello strutturato di dati, firma qualificata/digitale, EDI, business control, ecc.) distintamente per tipologia di soggetto (dimensione e categoria economica); Individuazione di quali e quanti sono gli ostacoli di tipo giuridico, tecnico, politico, …; Individuazione del numero e della tipologia di iniziative (pubbliche e/o private) intraprese in materia di fatturazione elettronica; Panoramica del numero, della tipologia e della distribuzione dei servizi di fatturazione elettronica attualmente offerti dal mercato (con individuazione dei fornitori di tali servizi). 2 Individuare e favorire lo scambio di esperienze e di buone prassi che facilitino l’emergere di soluzioni interoperabili di fatturazione elettronica; Individuazione, in Italia, di esempi concreti di fatturazione elettronica (a norma di legge o meno), con evidenziazione di eventuali specifiche iniziative adatte alle PMI; Analisi del loro funzionamento e valutazione del loro livello di semplicità, sicurezza, convenienza, interoperabilità, compatibilità transfrontaliera e replicabilità su larga scala; Ruolo dei service provider, degli
istituti di credito e della PA nella promozione dell’adozione della fatturazione elettronica. 3 Semplificare la normativa e facilitare la convergenza verso un unico metodo di fatturazione elettronica facile, integrabile con i processi di contabilità, poco oneroso da realizzare e che garantisca le operazioni transfrontaliere; Approfondimento dei vincoli normativi fiscali (IVA e contabilità); civilistici (autenticità dell’origine); in materia di protezione dei dati personali; in materia di archiviazione; in materia doganale. Approfondimento dei vincoli tecnici Firma elettronica (qualificata); EDI; Bussiness control. 4 Sostenere e seguire i lavori per l’adozione di un modello standard di dati per la fattura elettronica. È questo il problema più complesso. Solo per citare alcuni aspetti della situazione: Nessuno dei formati esistenti si è finora imposto sugli altri; L’EDI, ancora utilizzato da numerose multinazionali, è spesso impraticabile per la stragrande maggioranza delle PMI; In molte di queste situazioni, ad esempio tra da una multinazionale e dai suoi fornitori, sono usati formati proprietari; Gli operatori del mercato (imprese, aziende di software e fornitori di servizi finanziari) devono essere in grado di gestire formati diversi; Molte organizzazioni internazionali di normalizzazione, anche europee, stanno lavorando alla normalizzazione della fatturazione elettronica. In tale contesto si devono analizzare i vari formati/standard, individuando, tra i formati/standard che si stanno affermando e/o sono operativi, almeno le caratteristiche semantiche che li accomunano e le modalità
accettabili di conversione che ne garantiscano autenticità ed immodificabilità dei contenuti nonché la compatibilità con altri documenti utilizzati/utilizzabili all’interno della catena del valore. Particolare attenzione è da dedicare allo standard ISO 20022 - Financial Invoice e ai progetti PEPPOL (PanEuropean Public Procurement Online) e e-PRIOR (European Commission e-Invoicing and e-Order pilot). Il successivo incontro in plenaria del Forum Italiano è previsto per maggio/giugno 2012. I singoli gruppi di lavoro sono già impegnati nel portare avanti le iniziative di studio e confronto per produrre elementi da veicolare, attraverso i rappresentanti nazionali, presso il Forum Europeo sulla fatturazione elettronica. Vale la pena di sottolineare, in conclusione, che data la complessità della materia e la numerosità delle parti in causa solo la capacità propositiva degli stakeholder e la loro abilità di far convergere i legittimi interessi di parte verso soluzioni semplici, chiare e fruibili per tutti (in una parola la capacità di “fare sistema”), potrà generare i risultati sperati e concreti benefici per l’intero sistema Paese. NOTE
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Accreditamento dei Conservatori (di documenti informatici)
Manca, ora, solamente la pubblicazione delle Regole Tecniche, e relativi allegati, cui attenersi
LA REDAZIONE
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 32 del 8-22012) la Circolare di DigitPA n. 59 del 29 dicembre 2011 “Modalità per presentare la domanda di accreditamento da parte dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività di conservazione dei documenti informatici di cui all’articolo 44-bis, comma 1, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82”.
rie per i servizi forniti (gestione documentale e conservazione documenti informatici, procedure di sicurezza appropriate, regole tecniche previste dall’art. 43 del CAD in materia di sistema di conservazione di documenti informatici); utilizzare sistemi affidabili e sicuri di conservazione di documenti
informatici realizzati e gestiti in conformità alle disposizioni e ai criteri, standard e specifiche tecniche di sicurezza e di interoperabilità contenute nei decreti delle regole tecniche previste dal Cad; adottare adeguate misure di protezione dei documenti idonee a garantire la riservatezza, l’autenticità, l’immodificabilità, l’integri-
Questa circolare indica, dunque, le modalità con le quali i soggetti, pubblici e privati, che svolgono attività di Conservatori (conservazione dei documenti informatici) devono presentare a DigitPA la domanda di accreditamento affinché venga loro riconosciuto il possesso dei requisiti del livello più elevato, in termini di qualità e sicurezza in materia di conservazione dei documenti informatici, così come previsto dal Cad all’art. 44-bis, comma 1 1. In sintesi i Conservatori, analogamente a quanto previsto per i Certificatori devono: possedere l’affidabilità organizzativa, tecnica e finanziaria necessaria per svolgere la loro attività; applicare procedure e metodi amministrativi e di gestione adeguati e conformi a tecniche consolidate; utilizzare personale dotato delle conoscenze specifiche, dell’esperienza e delle competenze necessa-
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tà e la fruibilità dei documenti informatici oggetto di conservazione come descritte nel manuale di conservazione che è parte integrante del contratto/convenzione di servizio. Il Conservatore, infine, analogamente a quanto avviene per i Certificatori e per i Gestori di posta elettronica certificata accetta di sottostare alle funzioni di vigilanza svolte da DigitPA (Articolo 31 del Cad). È importante sottolineare che il Conservatore è altresì tenuto a presentare, assieme alla domanda di accreditamento: Una dichiarazione di conformità del sistema di conservazione dei documenti informatici adottato alle norme vigenti in materia e di conformità agli standard in mate-
ria di sistemi di conservazione indicati nelle regole tecniche previste dall’art. 43 del CAD; Copia del manuale della conservazione redatto in conformità alle disposizioni contenute nelle regole tecniche previste dall’art. 43 dal CAD. … omissis …. DigitPA sottoscrive il manuale con firma elettronica e lo inserisce nel previsto elenco pubblico. Eventuali modifiche al manuale della conservazione devono essere sottoposte a DigitPA per l’approvazione prima della loro adozione; Copia del piano per la sicurezza, sottoscritto con firma digitale o firma elettronica qualificata dal responsabile della sicurezza e cifrato con la chiave pubblica resa disponibile da DigitPA, redatto in conformità alle disposizioni emanate in materia da DigitPA e in
conformità agli standard indicati dalle regole tecniche previste dall’art. 43 del CAD in materia di sistemi di conservazione. Nelle more che vengano emanate le regole tecniche relative al sistema di conservazione previste dal Cad2, coloro che lo desiderano possono avviare il processo di accreditamento presentando la domanda corredata della documentazione prevista ad eccezione, ovviamente, di quanto richiesto dai tre punti precedenti. I termini dell’istruttoria si riterranno tuttavia sospesi fino alla emanazione delle suddette regole tecniche. È utile sottolineare in questa sede il corretto comportamento di DigitPA che “congela” le richieste di accreditamento in attesa che vengano
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rese ufficialmente note (la forma prevista è quella del DPCM) le regole tecniche che individuano i requisiti cui i Conservatori devono attenersi per ottenere il riconoscimento del possesso dei requisiti del livello più elevato, in termini di qualità e di sicurezza. Ciò non solo salvaguarda il mercato da chi fosse tentato di ottenere un accreditamento pur adottando sistemi di conservazione di per sé superati e che le nuove disposizioni relative alla creazione e gestione di sistemi di conservazione (come richieste dall’ultima revisione del Cad, introdotta dal D. l.vo 235/2010) hanno reso obsoleti, ma consente agli operatori di mercato di adeguare con relativa tranquillità i propri sistemi. Va ricordato che il nuovo quadro normativo prevede l’adozione delle più moderne tecnologie (ancorché coordinate tra loro) pur lasciando ampia libertà e flessibilità nel caso di documenti che non necessitano di particolari requisiti temporali e di sicurezza. Tale quadro normativo è il risultato, infatti, dall’attività coordinata e congiunta di amministrazioni, produttori, fornitori di software e di servizi ed utenti finali che hanno reso possibile la stesura di norme che tenessero conto delle numerose difficoltà tecniche e organizzative (e perché no, economiche) che la moderna funzione conservativa implica nonché delle molteplici esigenze di tutti i portatori di interesse in questo ambito. Altro elemento interessante è l’aver previsto che i Conservatori che siano già iscritti quali Certificatori nell’elenco pubblico di cui all’art. 29, comma 1, del Cad o che siano già iscritti nell’apposito elenco pubblico dei Gestori di posta elettronica certificata (PEC) sono esentati dalla presentazione della documentazione già prodotta, per la quale non sia richiesto uno specifico termine di validità, purché dichiarino espressamente nella domanda che essa è ancora valida. NOTE Articolo 44 bis - Conservatori accreditati 1. I soggetti pubblici e privati che svolgono attività di conservazione dei documenti informatici e di certificazione dei relativi processi anche per conto di terzi ed intendono conseguire il riconoscimento del possesso dei requisiti del livello più elevato, in termini di qualità e di sicurezza, chiedono l’accreditamento presso DigitPA. 2. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 26, 27, 29, ad eccezione del comma 3, lettera a) e 31. 3. I soggetti privati di cui al comma 1 sono costituiti in società di capitali con capitale sociale non inferiore a euro 200.000 2 http://www.digitpa.gov.it/gestione-documentale 1
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approfondimenti
Ancora due parole sulla Direttiva IVA del 2010 Ma quanto ci mette il MEF a emanare il decreto sulla fatturazione verso la P.A.?
DI FRANCO RUGGIERI
In un filone di discussione aperto recentemente su Linkedin ho letto: “A che punto siamo con questo strumento? Si attende da più di tre anni l’emanazione di un decreto attuativo...” Ho provato a redigere un intervento di replica, ma Linkedin lo ha rifiutato perché era troppo lungo e allora ho pensato che iged possa rappresentare la sede adatta. Eccolo di seguito. La Direttiva 2010/45/EU ha completamente modificato lo scenario delle fatture elettroniche. In precedenza, con la Direttiva 2006/112/EC originale, i meccanismi previsti dall’art. 233 per assicurare autenticità e integrità erano prevalentemente lo EDI e la firma elettronica avanzata (con la possibilità per i paesi membri dell’Unione di pretendere la firma qualificata, o digitale che dir si voglia), dando anche la possibilità di adottare “altri metodi” non ben definiti la cui validità era
però subordinata all’accettazione da parte degli Stati membri interessati. Con la Direttiva 2010/45/ EU il singolo soggetto d’imposta ha ora il diritto di scegliere il modo con cui assicurare nel tempo alla fattura le citate integrità e autenticità, per non parlare della leggibilità. Sì, è vero, l’art. 233, come modificato da questa nuova Direttiva, cita ancora la firma qualificata, lo EDI e, novità, i Business Control purché il relativo audit trail (la faccio breve) sia esauriente, ma solo come esempi! Non cadiamo nell’errore in cui sono caduti, purtroppo, alcuni miei colleghi del Workshop del CEN sullo E-invoicing, i quali hanno frainteso la nuova Direttiva come se prevedesse solo o principalmente i Business Control! Il principio che regna sovrano è invece la libertà di scelta del soggetto d’imposta, purché si possa dimostrare un collegamento tra fornitura e fattura.
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Cito l’art. 233: “Ogni soggetto passivo stabilisce il modo in cui assicurare l’autenticità dell’origine, l’integrità del contenuto e la leggibilità della fattura.” Su questo punto, però, devo fare una chiosa, ma la rimando alla fine. È evidente quale libertà di azione derivi da ciò, con il rischio di rasentare l’anarchia. Poniamoci nei panni di una azienda, in particolare di una piccola o media azienda, o addirittura di una micro azienda. Questa si troverebbe davanti a un forte dubbio: “Io, sì, posso decidere come mi pare, ma quello che decido adesso sarà poi approvato dall’Agenzia delle Entrate?” Se l’Agenzia dirà “no” sono guai. Gli Stati membri hanno tempo fino al 31/12/2012 per recepire nei propri ordinamenti legislativi la 2010/45/ EU, un periodo di tempo molto maggiore di quello previsto dalla Direttiva precedente. La durata di questo periodo dipende dal fatto che lo spettro teoricamente quasi infinito dei metodi utilizzabili richiede una certa razionalizzazione, sempre per evitare la citata anarchia e i rischi conseguenti. Altro particolare aspetto è poi la interoperabilità cross-border. Cioè: va presa in considerazione la necessità di realizzare normative giuridiche che siano armonizzate almeno nell’ambito dell’Unione, altrimenti ci si troverebbe di nuovo nel bailamme in cui ci si era trovati con l’attuazione della Direttiva precedente: quello che era valido in Francia o in Finlandia non era
accettato in Germania o in Italia. A questo aspetto la Commissione europea stavolta è molto attenta. È per questo che non ci si può aspettare da parte del legislatore un’affrettata attuazione della nuova Direttiva. Cito solo un fatto: la Direzione TAXUD (Taxation and Customs Union) ha ritenuto necessario produrre il 05/10/2011 le cosiddette “Note esplicative – Norme sulla fatturazione dell’IVA” proprio per cercare di inquadrare la fluidità della 2010/45/EU. Insomma: vogliamo dare ai nostri benedetti legislatori il tempo tecnico non solo per acquisire la Direttiva, ma anche di inquadrarla come dalle Note esplicative, e di produrre una normativa compatibile con quelle degli altri Stati membri ? Ci sono ancora vari mesi! Ed ora la chiosa che ho anticipato. Cito un esempio di micro impresa di cui mi sono avvalso spesso nelle discussioni in seno al Workshop del CEN a cui ho accennato prima. Per esercitare le mie attività di consulenza avevo fino a dicembre una piccola s.a.s. a cui era intestata una vettura. Credete forse che, quando avevo bisogno di, diciamo, cambiare le gomme, facessi un bando di gara, una licitazione privata, una richiesta di offerta, e che poi raccogliessi tutte le offerte, le esaminassi e le archiviassi, le discutessi con i vari candidati fornitori e, infine, che producessi un ordine che fosse accettato da un fornitore? Ovviamente no: andavo dal mio gommi-
sta di fiducia: “Robertino, cambiami il treno di gomme. Quando devo tornare a ritirare la macchina?” All’ora concordata tornavo, pagavo in contanti, con assegno o con carta di credito, a seconda dei casi, ritiravo la fattura con sopra il timbro “pagato” insieme con lo scontrino e me ne tornavo a casa. Domanda: vi sembra questo forse un esauriente audit trail o “pista di controllo”, per usare il termine ermetico della versione italiana della Direttiva? Ovviamente no. Eppure è tutto in regola. In definitiva: come peraltro recitano saggiamente le sopra citate Note esplicative del TAXUD nel documento A-8: “I controlli di gestione devono essere adeguati alle dimensioni, all’attività e al tipo di soggetto passivo e devono tenere conto del numero e del valore delle operazioni e del numero e del tipo di fornitori/prestatori e di acquirenti/ destinatari. Se pertinenti, devono essere presi in considerazione anche altri fattori.” Ovvero vale il principio della proporzionalità dell’insieme dei Business Control. Da questo deriva, lo ripeto, la necessità per gli Stati membri di sviluppare norme adeguate in tutti i sensi, compresa la proporzionalità, specie tenendo conto, lo ripeto, che le micro imprese sono il 95% del totale delle imprese italiane.
FRANCO RUGGIERI
Consulente di firma digitale
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approfondimenti
Il problema delle false fatture in Svezia
È questo un buon esempio di come fattura cartacea ed elettronica “siano sullo stesso piano dal punto dei rischi che corrono in circostanze identiche” e come questi rischi possano essere eliminati con l’elettronico, ma non con la carta DI PAOLO PONTE
In Svezia è stato registrato un allarmante aumento delle frodi dovute alle false fatturazioni. Durante i primi 11 mesi del 2011 è stato registrato un incremento delle denunce del 340 percento rispetto al 2005, passando quindi da 3.390 a 14.924 casi di false fatturazioni denunciati. Il fenomeno sta assumendo le dimensioni di un vero e proprio problema sociale, anche perché tale incremento è significativo del fatto che evidentemente i truffatori lo considerano come un vero e proprio business molto remunerativo e a basso rischio. La modalità con cui si svolge la truffa è semplice: viene inviata una fattura che richiede il pagamento ad una data ben precisa di beni e/o servizi mai ricevuti. La frode è possibile sia per le classiche fatture cartacee che per quelle in formato elettronico, in quanto il documento-truffa ben congeniato clona tutti i dati del fornitore facendolo così apparire come il più verosimile possibile; l’unico dato che differisce è il numero di conto bancario sul quale effettuare il pagamento che sarà necessariamente collegato al truffatore. È possibile affermare che il fenomeno si genera per il fatto che i controlli della fattura, in assenza di una robusta policy di integrazione
certificata della informazioni anagrafiche e di tesoreria, non sono poi così accurati da parte del pagatore, e questo comportamento alimenta un vero e proprio mercato di truffatori che tentano di farsi pagare per servizi mai erogati e/o erogati da altri. Cosa pensano in proposito alcuni dei principali esperti a livello italiano ed internazionale in materia di fatturazione elettronica? Secondo Vito Umberto Vavalli, Founding Partner di Knowledge Works, “Il rischio di ricevere fatture fasulle è pari a quello dello spam e solo la firma elettronica avanzata qualificata garantisce su rete aperta lo STP 1 e, dunque, il valore degli investimenti effettuati per evolvere verso l’impresa digitale”. “Il problema – continua Vavalli – è che in Svezia e in Finlandia (per esempio) tale firma elettronica avanzata non è richiesta; ciò può creare un problema (come nel caso di fatture elettroniche fasulle) perché, come ben sanno gli esperti di sicurezza ICT, l’assenza di un elemento che accompagna lo scambio basato su quantità che garantiscono l’origine e l’integrità contravviene alle regole previste da quasi 20 anni dalla norma ISO 9735 e impedisce di integrare i processi aziendali con la Rete.”
“Non molto tempo fa ho ricevuto una finta fattura che ho semplicemente ignorato. – dice Andrea Caccia, Chief Information Officer di Hub2Hub – Ma se fosse stata cartacea dal punto di vista legale si sarebbe trattato a tutti gli effetti di corrispondenza e non avrei potuto cestinarla, anche se ‘farlocca’. Nel caso elettronico, invece, se ricevo una fattura da un mittente a cui non ho dato il consenso all’invio in forma elettronica posso far finta di nulla. Ma è necessario poter determinare con certezza il mittente.” Prosegue Caccia: “È molto importante disporre degli strumenti che consentono di riconoscere in modo certo l’origine di una fattura e garantire la sua integrità. Mentre con la fattura cartacea devo applicare tutta una serie di controlli poco e difficilmente automatizzabili prima di registrare e pagare una fattura, nel caso di un documento elettronico sono disponibili strumenti molto più efficaci. D’altra parte, spedire in quantità fatture cartacee false ha un costo elevato, per questo si tratta di un fenomeno marginale. Il costo praticamente nullo che si ha nel caso di una fattura falsa inviata in modalità elettronica fa capire quanto sia necessario introdurre dei meccanismi che consentano di escluderne l’elaborazione a monte. È un po’ come se lasciassimo entrare a casa nostra
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chiunque e ci riservassimo di decidere successivamente se si tratti di visitatori graditi o di malintenzionati. Nel caso di pagamento di una falsa fattura, inoltre, non è consentito portarne in detrazione il costo né reclamare l’IVA: oltre al danno economico si rischia di introdurre informazioni errate nei registri fiscali con un potenziale ulteriore danno per sanzioni e perdita d’immagine”. E gli strumenti per fare queste verifiche? Secondo Caccia esistono già: “La normativa attuale impone l’uso della firma elettronica qualificata a garanzia dell’origine ed integrità delle fatture. La nuova Direttiva Europea (2010/45/EU) riconosce che sia possibile adottare altri mezzi, ma chiarisce che l’origine e l’integrità della fattura debbano essere garantiti dal momento dell’emissione fino al termine del periodo per cui ricorre l’obbligo di conservazione. Anche se viene riconosciuta la validità dell’applicazione
dei soli ‘business controls’ nella pratica questa può rivelarsi la soluzione idonea solo in scenari molto particolari. Viceversa, in molti casi potrebbero essere utilmente adottate soluzioni alternative alla firma elettronica che, come nel caso della Posta Elettronica Certificata, forniscano garanzie non solo sull’origine e l’integrità, ma anche sulla consegna della fattura, ad un costo irrisorio e sostenibile da qualsiasi soggetto fiscale. Già oggi tutte le imprese ed i professionisti iscritti agli albi professionali dovrebbero disporre già una casella PEC e anche l’uso di una casella dedicata non rappresenterebbe certamente un problema. È raccomandabile che la modalità di invio della fattura sia concordata ed accettata dal destinatario in modo esplicito e che questa sia formalizzata correttamente, e non lasciata all’interpretazione delle parti: ci sono, per esempio, anche i cc.dd. atti concludenti, da cui si deduce che una fattura giunta via e-mail
(semplice o certificata nulla conta) e correttamente pagata, equivale ipso iure all’accordo tra le parti, atteso che la legge non prescrive la forma scritta”, conclude Caccia. Ma la fatturazione elettronica può rappresentare un metodo per limitare se non azzerare del tutto questo tipo di problematica? Secondo Gianfranco Tabasso, Presidente di Hub2Hub, l’utilizzo della fatturazione elettronica consente di attivare dei meccanismi di controllo potenzialmente efficaci. Ad esempio, dice Tabasso, “Chi manda una falsa fattura camuffandola da vera (logo, nome, prestazione, ecc.) confida che i controlli fatti dal ricevente non siano così stretti (business controls ‘laschi’). Nelle fattispecie in cui ci sia coincidenza dei dati di fattura (emessa dal falso fornitore) con l’anagrafica del vero fornitore, l’unico elemento che avrebbe bloccato il pagamento sarebbe il controllo del conto bancario
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del falso fornitore con quello inserito nell’anagrafica fornitore (ovviamente, quello non può essere uguale ...). Tra l’altro, questo conferma la posizione di EACT2 che le coordinate bancarie non vanno inserite sulla fattura, contrariamente a quanto pensa la Commissione e l’EPC 3 (vedi Regolamento sui cross border payments). Le coordinate bancarie, così come i dati anagrafici del fornitore e tutte e loro variazioni, vanno comunicati con procedura sicura distinta dall’invio delle fatture. Se il conto è comunque indicato in fattura, esso va controllato con quello in anagrafica.” Su questo ambito specifico, aggiunge Vito Umberto Vavalli, “Si tratta nella sostanza di tener conto di quanto talune robuste e consolidate esperienze, come quelle operanti dal 2004 presso il gruppo Eni [messe a punto da Vavalli e da questi descritte in un articolo, ndr], hanno dimostrato essere realizzabili; vale a dire, l’effettuazione di transazioni che grazie a controlli real/near time possono essere immediatamente prese in carico dai sistemi ERP, registrate in contabilità e dare luogo a chiusure dei cicli passivi secondo i canoni dello Straight Through Processing. Questo approccio genera risparmi fino al 90% dei precedenti oneri di processo e incrementa di almeno un ordine di grandezza velocità e sicurezza.” Continua Tabasso, “Il problema delle false fatture ‘pagate’ può sorgere soprattutto sugli acquisti occasionali su
Internet, in cui non c’è un’anagrafica fornitore (o i dati non sono scaricati dall’acquirente), non c’è una fattura o la fattura non è scaricata e stampata contestualmente e il pagamento è successivo all’acquisto. In questi casi, il truffatore tiene d’occhio i portali di Web commerce nelle condizioni su indicate, intercetta l’acquisto e si affretta ad inviare una fattura del tutto verosimile, magari con un incentivo al pagamento veloce. Chiaramente, i portali attrezzati per il pagamento contestuale (con carta, bonifico o RID) non offrono il destro a queste iniziative (se mai, si parla di altri tipi di frode ...). Come la fattura elettronica firmata e/o la PEC possono impedire o limitare il fenomeno? Il certificato di firma elettronica qualificata associato alla Fatturazione Elettronica, se verificato, assicura l’identità del mittente, così come l’indirizzo della PEC. Sulle differenze tra i due casi e su altri aspetti legati all’autenticazione sicura dei soggetti ed alla integrità dei dati trasmessi si possono fare molti approfondimenti tecnici e legali.” Conclude Tabasso: “Questa situazione [la svedese, ndr] mi sembra un buon esempio di come fattura cartacea ed elettronica ‘siano sullo stesso piano dal punto dei rischi che corrono in circostanze identiche’ e come questi rischi possano essere eliminati con l’elettronico, ma non con la carta. C’è ancora qualcuno che di fronte alle evidenze del caso svedese, oltretutto preconizzato proprio da Vavalli nel
corso dei lavori CAST 4, in nome di una preteso principio di ‘uguaglianza tra fattura cartacea ed elettronica’ non vuole cogliere l’opportunità di ridurre, assieme ai costi, anche i rischi? Possiamo permetterci di accettare gradi di efficienza più bassi solo per fare contenti coloro che questi temi non li hanno approfonditi abbastanza?” NOTE
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Straight Through Processing : Trasmissione, tramite reti telematiche, di messaggi elettronici standardizzati relativi a transazioni di pagamento la cui elaborazione non richiede alcun intervento manuale o correzione. 2 European Association of Corporate Treasures, associazione europea dei tesorieri d’impresa. 3 European Payments Council : Lo European Payments Council (EPC - Consiglio europeo per i pagamenti) è responsabile della realizzazione del progetto SEPA. Costituito nel 2002 da banche commerciali, banche di credito cooperativo e casse di risparmio europee, l’EPC ha redatto gli schemi per i bonifici e degli addebiti diretti (Rulebooks) e ha stabilito il quadro di riferimento (Framework) per i pagamenti con carte e per le infrastrutture di compensazione e regolamento. 4 Corporate Action for STandards : I CAST Projects sono frutto di una “iniziativa privata con obiettivi pubblici”, posta in essere per valutare sul campo best practice, vincoli, ostacoli e, sulla scorta di tali rilevazioni, individuare le soluzioni maggiormente in linea con le istanze degli utilizzatori finali degli standard ai fini della Financial Supply Chain Optimization. I CAST Projects sono stati promossi e coordinati da esponenti delle imprese italiane. Hanno conferito il loro endorsement all’iniziativa la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea; hanno partecipato con fondi e/o risorse professionali e manageriali, imprese industriali, commerciali e di servizi.
PAOLO PONTE
Sales & Marketing Manager, Hub2Hub
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esperienze
Calcio d’inizio del Workshop per la standardizzazione Europea del settore moda Dallo scambio degli ordini alla circolazione di lavorati con RFID a bordo nella rete delle aziende europee della moda DI ANTONIO TOCI
Con i tre milioni di addetti ed un fatturato annuo di circa 180 miliardi di Euro il settore della moda europea (in particolare Tessile, Confezione e Calzaturiero) è forse la filiera più creativa, ma anche la meno strutturata, fra i vari settori d’industria in Europa. La complessità delle lavorazioni
e la frammentazione delle aziende coinvolte rendono particolarmente complessa l’introduzione, se non per pochi casi di eccellenza, delle tecnologie informatiche. Queste, tuttavia, sono ormai irrinunciabili per non soccombere di fronte alle pressioni della concorrenza globaliz-
zata, e sono anche finalmente mature e dunque pronte ad essere utilizzate e potenziate. Il prossimo CEN Workshop eBIZ1 sarà nei prossimi mesi il nuovo punto di riferimento europeo per le aziende, oltre che per gli esperti, della filiera della moda interessate
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UNA CRISI CHE SI POTREBBE EVITARE CON PIÙ EUROPA E COOPERAZIONE Le difficoltà che avviluppano questo settore, ma preferirei dire questa rete di aziende, sono molte e così gravi che lo stanno ridisegnando. Le cose da fare per scongiurare lo spettro di una insostenibile decimazione delle aziende sono tante, complesse e spesso non sono alla portata dei loro poteri. Gli aspetti finanziari, gli argini posti dalle normative vigenti o dalle relazioni industriali sono differenti da paese a paese e sono comunque incontrollabili dalle aziende. Una certa diversità di contesto dovrebbe favorire alcune rispetto ad altre. Invece, tutte o quasi, hanno difficoltà simili per riuscire a stare sul mercato globalizzato.
tecnologie e soluzioni già usate da molte aziende Europee al fine rendere automatica - e senza errori - la circolazione dei dati fra le aziende partner di filiera; ad aggiornare e potenziare le tecnologie già disponibili. Il progetto eBIZ-TCF (www. eBIZ-TCF.eu), lanciato dalla Commissione Europea nel 2008, si è concluso nel 2010 con la definizione di un’architettura di riferimento che
Ci sarebbero, invece, strumenti disponibili che purtroppo rimangono inutilizzati e fra questi, spesso, ritroviamo la Information Technology. Sembra essere mancato il “coraggio” di “non aver paura”. Innovare e investire sono termini che andrebbero coniugati in periodi di fatturati robusti e redditività alte. Innescare robusti processi di rinnovamento sarebbe stato necessario farlo già da tempo, specialmente in questo settore, anche se non solo di questo. Ora, nelle turbolenze delle varie crisi, è drammaticamente necessario mettere in atto una specie di “rivoluzione culturale” capace di ripensare e riprogettare dalle fondamenta almeno tre cose: la relazione fra le aziende che costituiscono i nodi contigui della filiera, le strategie di marketing, la visione del mercato. Per il momento guardiamo da vicino solo il primo punto. In proposito, purtroppo balza immediatamente agli occhi che alle aziende manca ancora la consapevolezza del valore della cooperazione e della collaborazione. Alcune specifiche soluzioni derivate dalle precedenti esperienze europee, pur confermando la loro efficacia, non hanno ricevuto l’adeguata attenzione da parte della maggioranza delle aziende: non c’è stata visibilità di quanto di buono sia stato fatto. La mancata visibilità non è una colpa da addebitare ad alcuno e tantomeno alle aziende che, costrette a navigare nel mare della crisi globale, hanno adottato una strategia di contenimento dei costi con il risultato di tagliare gli investimenti e di delocalizzare le attività per portarle in ecosistemi socio-politici più favorevoli. In questo scenario, inoltre, i costi di sviluppo di queste soluzioni rimangono un concreto ostacolo per la PMI notoriamente dotata di scarse risorse finanziarie e tecniche, ma basterebbe maggior cooperazione fra le aziende che i costi potrebbero ridursi notevolmente. La stessa interoperabilità riguarda la fatturazione elettronica. Anche in questo settore le iniziative sono numerose sia a livello nazionale sia europeo. Un suo contemporaneo dispiegamento comporterebbe notevoli benefici anche nella parte finanziaria e fiscale che discende dalla valorizzazione dei prodotti o dei servizi scambiati.
alle tecnologie più avanzate per una piena interoperabilità fra i rispettivi sistemi informativi aziendali. Il
Workshop ospiterà tutta una serie di attività destinate: a diffondere la conoscenza sulle
ha consolidato i contributi di diverse esperienze - tra cui Moda-ML, SHOENET, CECMADESHOE - e i risultati delle iniziative di standardizzazione come TEXWEAVE, TEX-SPIN, FINEC. Tale architettura, oggi, è giunta alla stabilità di una applicazione discretamente matura. I vantaggi conseguenti all’introduzione dell’interoperabilità nelle comunicazioni digitali lungo la filiera sono noti e testimoniati proprio dalle Aziende che la hanno adottata nel sito http://spring.bologna.enea. it/ebiz/?p=390. Tutte, infatti, hanno riconosciuto in varia misura sia i benefici diretti, in termini di riduzione dei costi e di potenziamento dell’efficienza, sia indiretti perché con lo Straight through processing - si è favorita iged.it 01.2012
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l’introduzione di nuovi servizi e ridotto il time-to-market dei prodotti. Non a caso questa iniziativa si svolge in ambito CEN (Comitato Europeo di Standardizzazione) che è giunto a considerare eBIZ quale pre-standard per l’interoperabilità delle aziende della filiera della moda dell’Europa. Il Workshop, che inizia il 29 Marzo 2012, opererà come un forum continuo per i prossimi 18 mesi. In questo intervallo di tempo saranno raccolte le case history e le best practice di adozione. Si ospiteranno, dando loro visibilità ed assistenza, le aziende e gli esperti di settore interessati a consolidare gli standard europei della comunicazione digitale automatica all’interno della filiera. I promotori del Workshop sono consapevoli dello stato di queste imprese e del fatto che i sistemi di e-business operanti nel settore sono stati sviluppati: solo da alcune di esse (di solito di grandi dimensioni), qualche volta con l’aiuto di alcuni fornitori di software o servizi specialisti in ebusiness; grazie alle pressioni delle aziende leader sia europee sia nazionali. Di fatto lo stato dell’arte è variegato e i promotori sanno che durante il workshop stesso potrebbero emergere vari tipi di esigenze: dalle più contenute da parte del segmento a valle della filiera (la confezione e la
commercializzazione dei prodotti) a quelle più complesse dei segmenti di filiera più a monte. C’è da aggiungere che chi ha adottato delle soluzioni atte a migliorare la relazione con i partner, purtroppo, ne trae ancora benefici parzialmente limitati perché, spesso, la piena interoperabilità è stata raggiunta con pochi se non con un unico partner principale Mentre, l’interoperabilità è un concetto strettamente legato a quello della rete di aziende in partenariato. Come tutti sanno il valore di una rete cresce in maniera almeno logaritmica, se non esponenziale, al crescere dei nodi collegati (legge di Metcalfe). Questo significa che più aziende partner partecipano alla interoperabilità più i vantaggi che ne trarranno cresceranno. Perciò riuscire a creare una rete di interoperabilità globale in un insieme di migliaia di aziende che impiegano tre milioni di addetti e sviluppano un fatturato annuo di circa 180 miliardi di Euro, costituirebbe un differenziale di competitività unico al mondo. È in questo scenario che si colloca il CEN Workshop eBIZ il cui scopo, detto in termini elementari, è quello di far crescere il valore e l’utilità dell’interoperabilità aumentando il più possibile il numero dei “nodi” della rete, ovvero il numero di aziende di settore, capaci di far
parlare direttamente i propri sistemi informatici. Al workshop del CEN contribuiranno anche le esperienze dell’ENEA già confluite nell’architettura eBIZ promossa da Euratex e CEC. Queste esperienze hanno di fatto creato una piattaforma di interoperabilità che viene presa da CEN, se non ancora come uno standard europeo finito e consolidato, come un semilavorato da cui partire per farlo diventare un vero e proprio standard europeo. In accordo alle regole del CEN, il piano di sviluppo delle attività del Workshop è un quadro ancora da far dipingere, in maniera collegiale da parte dei partecipanti al Workshop medesimo, ma – per rimanere nella metafora del dipinto - cornice, bozzetto iniziale, colori e pennelli sono già indicati. Il workshop, infatti, prevede un percorso con tre “compiti” (task): Una Gap Analisys sullo stato generale del settore. Questo significa prendere consapevolezza di quale sia lo stato dell’arte e quali nuovi requisiti siano da considerare andando anche oltre le tecnologie di interoperabilità disponibili. In tale fase sarà introdotta anche la valutazione di come e con quali benefici la tecnologia RFID impatta sullo scambio dati di filiera quale fattore abilitante di una miglior interoperabilità della azienda verso i propri partner commerciali. Questa è una grande novità in quanto le tecnologie RFID, vincenti in molti settori, per ora, almeno nel tessile, avevano avuto difficoltà ad un loro appropriato inserimento. Un secondo tema di approfondimento riguarderà quasi certamente lo sviluppo della fatturazione elettronica fra i partner di filiera in quanto è ormai maturo un adeguato quadro tecnologico e normativo europeo (si veda in proposito il completamento del progetto PEPPOL – www.peppol.org - e dell’iniziativa di standardizzazione CEN WS Bill che hanno definito il quadro comune europeo per il procurement pub-
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blico e la fatturazione elettronica connessa). Il passo successivo sarà nell’inserire le indicazioni emergenti dalla GAP Analysis in nuovi sviluppi della architettura eBIZ che , come detto, è presa come paradigma di riferimento, ma sempre con il presupposto che eBIZ non è insindacabile, bensì aggiornabile e ulteriormente adattabile o, per dirla con un termine bruttissimo, “upgradabile” alle esigenze delle aziende e del settore. Infatti le indicazioni delle nuove esigenze, specialmente quelle più generali, saranno introdotte nella piatta-
forma dal Workshop che verrà aggiornata e rilasciata gratuitamente con dettagliate specifiche tecniche, modelli di collaborazione arricchiti e nuovi schemi XML. Come sottoprodotti di questa attività di upgrade saranno rilasciati dei tool di valutazione, validazione e dimostrazione della nuova e definitiva piattaforma. La terza attività riguarderà particolarmente la comunicazione dei risultati raggiunti dalle aziende partecipanti a tutte alle aziende del settore. Saranno programmati una serie di seminari ed incontri, oltre che il costante aggiornamento del sito eBIZ. Si organizzeran-
no anche dei veri e propri Worshop su specifici progetti realizzati. Come detto al kick-off iniziale sono invitate tutte le aziende del settore, le terze parti, gli esperti di settore informatico e i rappresentanti delle associazioni e dei produttori di tecnologie informatiche interessate ad investire in questo know-how. È una vera e propria, metaforicamente parlando, chiamata alle armi per lo straight-to-processing del settore. Un “project team” di sei esperti, il tool di validazione e le attività segretariali sono messe a disposizione dei partecipanti per tutta la durata del Workshop e sono finanziati dalla Commissione Europea e dall’EFTA (European Free Trade Association). NOTE
1
Un “CEN Workshop” è una iniziativa di standardizzazione della durata di 18 mesi gestita dal CEN con procedure e regole ben determinate volte ad assicurare qualità, trasparenza e pubblico accesso con l’obiettivo di rilasciare specifiche condivise dagli “stakeholder” su un dominio specifico dell’Information Technology ed il suo uso. Il CEN Workshop eBIZ è un’iniziativa di proposta da Euratex (Confederazione europea del settore tessile e abbigliamento), con la collaborazione di ENEA (Ente Nazionale Italiano per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e partner del progetto eBIZ-TCF. Le organizzazioni interessate sono invitate a registrarsi per tutta la durata delle attività e, in particolare, per partecipare il al kick-off meeting del CEN Workshop eBIZ, che si terrà a Bruxelles il 29 MARZO 2012 in corrispondenza con la conferenza annuale della piattaforma tecnologica europea del tessile ed Abbigliamento. Ulteriori informazioni sul workshop eBIZ si possono trovare sul sito CEN http://www. cen.eu/cen/Sectors/Sectors/ISSS/Workshops/Pages/EBIZ-TCF.aspx ).
ANTONIO TOCI
Analista CRM e Sistemi ICT
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esperienze
Per Iren Energia un futuro più luminoso grazie allo storage di Dell Abbattimento dei costi dello storage di circa il 40% con la virtualizzazione e la soluzione Dell Fluid Data
DI GIANLUCA COLOMBO
Secondo maggior fornitore di servizi energetici in Italia, dalla sede di Torino Iren Energia supervisiona la fornitura di elettricità, energia termica rinnovabile e servizi di consulenza sull’energia a tutto il paese. Per l’azienda l’efficienza è un parametro importante: l’intera infrastruttura IT situata presso il data centre principale di Torino viene gestita da un team di sei persone che si occupa dell’archiviazione e la gestione di enormi volumi di dati sensibili relativi a clienti e dipendenti. La soluzione di storage preesistente richiedeva un’ele-
vata manutenzione ed era realizzata su network-attached storage. Terminato il periodo di supporto per tali sistemi, Iren Energia ha deciso di sostituirli con una soluzione SAN (Storage Area Network) che offrisse maggiori flessibilità e disponibilità, oltre a un costo di gestione complessivo inferiore. Roberto Ganio Mego, Amministratore di Sistema Senior presso Iren Energia, spiega: “Sono oltre 1500 i dipendenti che richiedono l’accesso a grandi volumi di dati attivi e inattivi. Selezionare una soluzione di storage automatizzata con carichi di gestione dei dati estremamente
bassi era di importanza vitale per noi. Senza dimenticare la virtualizzazione completa per il consolidamento dei nostri server che ci avrebbe permesso di ridurre ulteriormente i costi”. ALLA RICERCA DELLA SEMPLICITÀ Il rapido sviluppo di Iren Energia ha generato una crescita vertiginosa del volume dei dati e l’azienda desiderava consolidarli in una soluzione di storage economicamente conveniente ed espandibile, che le permettesse inoltre di superare le sfide poste dalla soluzione esistente che non offriva informazioni o previsioni sul limite di capacità, o tool per analizzare le prestazioni del sistema di storage. La sua gestione era complessa e lo staff IT non era in grado di effettuare la pianificazione delle capacità e l’ottimizzazione delle prestazioni. “I principali svantaggi del vecchio sistema storage erano la mancanza di flessibilità e la sua complessità di gestione: una volta raggiunto il suo limite di capacità, avremmo dovuto sostituire l’intero sistema”, afferma Ganio Mego. Iren Energia era quindi interessata a una soluzione che permettesse una transizione agevole verso la virtualizzazione dello storage, una gestione automatizzata dei dati e una semplice amministrazione della capacità e delle prestazioni. La società desiderava inoltre salvaguardare i dati ed assicurare un tempo di operatività superiore con iged.it 01.2012
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opzioni di disaster recovery affidabili. Dopo aver valutato le soluzioni di EMC, Iren Energia ha scelto Dell Compellent soprattutto grazie all’Architettura Fluid Data™ che consente una gestione semplice ed automatica del sistema e grazie all’elevato livello di servizio pre-vendita offerto da Dell. La soluzione adottata è composta da quattro Compellent con controller Serie 20 e Serie 30, suddivisi e replicati in due sedi per supportare anche le attività di disaster recovery e virtualizzazione. “Grazie al supporto competente di Dell in ogni fase del progetto, siamo stati in grado di assicurare la massima disponibilità del servizio durante l’intera migrazione”, aggiunge Ganio Mego. La soluzione Dell Compellent è intuitiva e facile all’uso, e rende estremamente semplici sia l’installazione, sia la gestione. “Quando incontriamo un problema, i tool di analisi grafica, di statistica e di visualizzazione delle prestazioni del software Compellent Enterprise Manager ci consentono di vedere dove abbiamo commesso un errore e di definire il modo in cui è possibile modificare la configurazione con risultati immediati”, continua Ganio Mego. “Il nostro sistema di storage precedente era gestito da tre tecnici a tempo pieno. Con Dell Compellent, ce ne serve solo uno. E, grazie alla tecnologia per catturare istantanee (shapshot), possiamo generare ambienti di test in modo semplice e rapido.” Questo approccio ha ridotto il carico di lavoro di circa il 66% permettendo al team IT di perseguire nuovi progetti più strategici e di offrire un livello di supporto più elevato. Il software Data Progression™ di Dell per l’automazione del tiering sposta automaticamente i dati al livello ottimale di storage in base all’uso effettivo. I blocchi più attivi risiedono sui dischi ad alte prestazioni, mentre i dati cui si accede meno di frequente migrano verso dischi capacitivi a costo inferiore. Il risultato è uno storage sempre sintonizzato sulle esigenze dell’applicazione. Grazie alla gestione automatica del tiering Iren Energia è stata in grado di migrare complessi-
vamente due terzi dei propri dati su dischi più economici di tipo SATA. “Il tiering automatico dello storage era esattamente quello che stavamo aspettando. Prima di adottare la soluzione di Dell Compellent non avevamo trovato un tool che ci permettesse di archiviare in modo efficace i nostri vecchi file”, continua Ganio Mego. Iren Energia si avvale anche della gamma di tool software di Dell appositamente progettati per una semplice espansione e gestione dello storage. Il Thin Provisioning ha consentito alla società di eliminare la necessità di pre-allocare in anticipo la capacità di storage, di modo che sia possibile supportare rapidamente nuovi progetti. La tecnologia Fast Track™ di Dell posiziona i dati cui si accede più di frequente sulle tracce più veloci di ciascun supporto a disco, ossia quelle esterne, assicurando rapidità di accesso con un numero inferiore di meccaniche disco. “Il sistema ha soddisfatto tutte le nostre aspettative, anche quelle economiche, sia in termini di costi iniziali, sia di costi totali di gestione”, commenta Ganio Mego. “Con la soluzione Dell Compellent, abbiamo ottenuto risparmi iniziali di circa il 40% acquistando e gestendo meno supporti fisici a disco. Grazie a tecnologie come il Thin Provisioning, siamo in grado di fornire agli utenti l’accesso immediato ai dati, senza tempi morti”. Iren Energia è in grado di garantire una sicurezza dei dati eccezionalmente elevata grazie alla presenza di due SAN Compellent replicate e sincronizzate su due sedi. Il sito primario ospita due livelli di dischi fibre channel ad alte prestazioni da 15.000 e da 10.000 giri al minuto, più un terzo livello di supporti storage economici di tipo SATA, largamente usati per i dati SAP dell’azienda. Un sito di disaster recovery è situato a 5 km di distanza ed alloggia il 50% dei dati replicati dal data centre primario. L’applicazione Remote Instant Replay sulla soluzione di storage di Dell fornisce la replica da remoto alle istantanee dei dati. Se si verifica un
problema al sito primario, il sito secondario lo sostituisce rapidamente, senza perdite di servizio per gli utenti. Spiega Ganio Mego: “In fase di collaudo, la funzione Replays di Dell Compellent ci ha aiutato a recuperare i dati persi nel giro di pochi minuti – e ad effettuare un ripristino dati completo senza alcun degrado nelle prestazioni, in meno di un’ora. In precedenza, il ripristino dei dati avrebbe richiesto diversi giorni se non settimane”. Grazie alla virtualizzazione dello Storage di Dell, Iren Energia ha creato un gruppo di risorse di storage condivise tra tutti i server. È così possibile eseguire più richieste in parallelo, aumentando le prestazioni a livello di sistema. L’uso del software vSphere™ 4.1 di VMware®, assieme all’introduzione di VMware vMotion™, hanno consentito ad Iren Energia di trasferire le macchine da un tipo di storage ad un altro senza interruzioni di servizio. “L’integrazione perfetta fra la nostra soluzione di storage Dell Compellent e VMware fornisce significativi vantaggi in termini di semplicità di gestione e di efficienza”, afferma Ganio Mego. Per proteggere i propri investimenti e massimizzare il tempo di servizio, Iren Energia si avvale del servizio Dell ProSupport con Mission Critical che assicura un intervento degli esperti Dell entro quattro ore in caso di problemi. “Siamo estremamente soddisfatti del servizio Dell ProSupport”, conclude Ganio Mego. “Il supporto è rapido, affidabile e disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Abbiamo però avuto raramente l’opportunità di usarlo dal momento che i dispositivi di Dell sono altamente affidabili”.
GIANLUCA COLOMBO
Responsabile commerciale in Italia dell’offerta Storage di Dell
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mercato
Dematerializzare libri mettendo d’accordo low-cost ed hi-tech
Una soluzione integrata hardware e software tecnologicamente avanzata dai risultati professionali, ma dal costo contenuto DI FRANCESCO PUCINO
È ormai da oltre venti anni che la digitalizzazione di documenti cartacei ha preso piede e si sta evolvendo, diventando appetibile per un pubblico sempre più vasto di aziende, enti ed addirittura utenti privati. Da un lato l’offerta di software di digitalizzazione, di archiviazione ottica e di data-capture si è moltiplicata, diversificata ed affinata nel tempo, dall’altro il costo delle attrezzature hardware è diventato alla portata di tutti visto che in commercio esistono scanner documentali, anche professionali, di prezzo contenuto e buone prestazioni.
Tuttavia, all’interno del macrosettore della digitalizzazione, esiste un’area specifica che ha forse risentito meno di questo processo evolutivo e non è diventata efficacemente “abbordabile”: la dematerializzazione dei libri. Parlando di libri ovviamente parliamo anche di pubblicazioni come riviste, cataloghi o comunque qualsiasi insieme di fogli rilegati che non è possibile quindi inserire singolarmente in uno scanner dotato di alimentatore automatico di fogli. Digitalizzare dei libri può servire per gli scopi più disparati, coma ad esem-
Fig.1 – Il semplice dispositivo hardware di acquisizione che grazie al software Recogniform Book Scanner diventa estremamente efficace e potente.
pio salvaguardare libri antichi o rari, effettuare la ristampa on-demand di libri non prodotti già in digitale, consentire la fruizione remota di intere biblioteche mediante internet, poter disporre di una raccolta di libri virtuale più facilmente trasportabile e consultabile. Ovviamente di soluzioni hardware e software per la scansione di libri ce ne sono già diverse in commercio, ma il divario tra fascia alta professionale e mercato consumer è molto ampio, mostrando che manca una fascia intermedia appetibile sia ad utenti professionali occasionali, sia ad utenti consumer evoluti, ossia per tutti quelli che, avendo un budget limitato, non vogliono o non possono rinunciare alla qualità. Infatti, analizzando l’offerta di scanner professionali di fascia alta specifici per i libri, possiamo notare che è consistente e diversificata: la maggior parte sono di tipo planetario, alcuni con supporto basculante, altri hanno la possibilità di girare le pagine automaticamente, taluni sono dotati di sofisticate ottiche, altri di sistemi per appiattire fisicamente le pagine. Ciascuno ha sicuramente i propri vantaggi, ma tutti hanno lo stesso svantaggio: costano molto, nell’ordine delle tante migliaia o diverse decine di migliaia di euro! L’alternativa è rappresentata da prodotti pensati per il mercato consumer, solitamente semplici scanner a lastra piana, taluni dichiarati esplicitamente dal produttore adatti ai
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ovviamente i risultati in termini di velocità di acquisizione e di qualità dell’output sono spesso deludenti. Inoltre capita che l’offerta sia focalizzata più sull’hardware che sul software, tanto che il corredo applicativo che accompagna queste tipologie di dispositivi non è sempre all’altezza sia per ergonomia sia per qualità e prestazioni. La componente hardware è costituita da una camera CMOS in alta risoluzione dotata di interfaccia USB, da un’ottica molto semplice con possibilità di messa a fuoco manuale, da un illuminatore a led e da un supporto regolabile. In base alla dimensione del libro da digitalizzare si regola l’altezza del supporto e conseguentemente si effettua la messa a fuoco dell’area di acquisizione: niente di più! Per fare da contrappeso ad un hardware sufficientemente semplice, addirittura banale, abbiamo però sviluppato un software integrato e specifico, appositamente pensato per risolvere in modo originale ed efficace le problematiche di acquisizione dei libri.
Fig.2 – Recogniform Book Scanner quando si accorge che c’è stato un cambio di pagina effettua automaticamente l’acquisizione dell’immagine del libro, senza necessità di schiacciare alcun pulsante: in questo modo le mani dell’operatore sono libere, possono tenere aperte e ferme le pagine del libro e si può passare immediatamente a girare pagina. La separazione delle pagine, l’eliminazione dell’area nera di overscan ed il bilanciamento della luminosità sono eseguiti automaticamente, senza necessità di intervento da parte dell’operatore.
libri perché in grado di supportare il peso di un libro e dotati di coperchi in grado di chiudersi anche in pre-
senza di spessori elevati. Tali dispositivi sono certamente estremamente più economici dei precedenti, ma
La seconda idea è stata quella di come fare in modo che le pagine restassero piatte e non si sollevassero durante la scansione. La soluzione è stata quella di utilizzare nientemeno che… un “dito”! Proprio un dito della mano, quello dell’operatore che, dopo aver girato la pagina, può lasciarlo poggiato su di un angolo così che il foglio non si muova o si sollevi durante l’acquisizione. La novità sta nel fatto che il software è in grado di rilevare la presenza del dito sul foglio dell’immagine acquisita e di eliminarlo, ripristinando un background omogeneo a quello adiacente. L’unica accortezza che deve avere l’operatore è quella di non coprire delle eventuali scritte che, in rarissimi casi, potrebbero esserci sui bordi delle pagine. Una terza idea è servita per risolvere il problema della deformazione del testo dovuto sia alla distorsione prospettica introdotta all’acquisizione dall’alto, sia all’effetto “onda” iged.it 01.2012
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Fig. 3– Recogniform Book Scanner riesce a correggere automaticamente anche l’inclinazione e la deformazione “ad onda” della pagina, ottenendo delle immagini perfettamente appiattite. Il software riesce anche ad identificare e rimuovere automaticamente le dita dai bordi del foglio per poi ottenere delle immagini perfettamente binarizzate, leggibili e leggere.
generato dallo spessore di alcuni libri e dalla presenza di un tipo di rilegatura molto rigida. Abbiamo quindi implementato un sofisticato algoritmo di image-processing in grado di identificare e correggere automaticamente questo tipo di distorsione ed ottenere un’immagine piatta, esattamente come se la pagina fosse stata “schiacciata” su di un piano. Ancora un’idea è servita per risolvere la non omogenea illuminazione della pagina, dovuta sia alla sorgente di illuminazione puntiforme, sia all’influenza di eventuale luce ambientale. Anche in questo caso abbiamo sviluppato degli specifici ed innovativi algoritmi di image-processing in grado di risolvere perfettamente il problema. Pensando poi alla necessità degli utenti di dover mettere a disposizione i libri digitalizzati via internet o di poterli fruire su degli e-book reader, oltre ai classici formati di output in alta risoluzione, abbiamo lavorato ad un output speciale che potesse mettere d’accordo leggibilità del testo, qualità delle immagini e dimensioni dei file. Abbiamo così realizzato un sistema in grado di generare anche
dei file PDF multi-layer contenenti per ciascuna pagina un layer di testo monocromatico o grayscale a risoluzione più elevata, ed un layer immagine a colori ricampionato a risoluzione più bassa. In questo modo le dimensioni dei file sono contenute, le immagini a colori restano tali ed il testo è leggibile e ristampabile in qualità. A queste inedite novità fanno ovviamente da contorno tutta quella serie di funzionalità già ampiamente sviluppate e sperimentate nel nostro Recogniform ImageProcessor (l’applicativo di elaborazione batch di immagini) come la binarizzazione dinamica, il riconoscimento del tipo di pagina, il raddrizzamento, la pulizia, il ritaglio del bordo: tutti automatismi a cui oggi non si può assolutamente rinunciare! La soluzione ottenuta sembra quindi avere i requisiti di economicità, efficacia e robustezza prefissati, superando anche quei limiti o argomentazioni che spesso sono tirate in campo a proposito dei costosi scanner automatici per libri di cui sopra. Inoltre, anche dovendo digitalizzare libri meno comuni, rari o addirittura unici, molto probabilmente non si
rischierà di affidarsi a scanner per libri che girano automaticamente le pagine per non correre il rischio che vengano erroneamente strappate o anche solo che vengano girate due pagine alla volta perché leggermente appiccicate. Insomma con la nostra ingegnosa soluzione scuole, biblioteche, enti, centri servizi, privati e chiunque lo desideri potrà digitalizzare i propri libri senza necessità di distruggerli e senza dover fare cospicui investimenti, ottenendo risultati eccellenti in modo rapido ed efficiente: insomma un perfetto abbinamento di hardware low-cost e software hi-tech!
FRANCESCO PUCINO
Cofondatore e CEO di Recogniform Technologies SpA, membro IEEE ed AIIM, svolge attività di ricerca nel settore imaging dal 1990
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mercato
Capture Cloud Based Cosa stiamo aspettando?
DI ANGELO LA DUCA
APPROCCIO CLOUD E ZERO FOOTPRINT La “buzzword” degli ultimi tempi è decisamente “Cloud”, in italiano “nuvola”, immagine fantasiosa che ben interpreta i concetti chiave di questo nuovo approccio al’informatica: infrastruttura scalabile a piacimento, in tempo reale; nessun investimento iniziale in hardware e licenze; si paga solo ciò che usa e quando lo si usa; non è necessaria una conseguente gestione IT in house; le applicazioni sono indipendenti dal sistema operativo e dal PC su cui sono usate; l’accesso a ciò che serve si può realizzare ovunque, basta essere connessi ad Internet. Si potrebbe continuare per pagine, ma questi punti già fanno correre l’immaginazione degli utenti business che già possono trarre enormi vantaggi dal reingnerizzare i loro processi aziendali, facendo leva su questo paradigma. Avere accesso alle applicazioni chiave ed ai dati necessari usando un qualsiasi dispositivo su cui giri un browser (computer, tablet, smartphone etc.), senza impazzire con aggiornamenti e manutenzioni da pagare, riducendo al minimo gli investimenti infrastrutturali e dando accesso sicuro da qualsiasi parte del globo, fa certo venire l’acquolina in bocca sia al ma-
nagement dell’utenza finale, sia a chi propone servizi a valore aggiunto o chi sviluppa sistemi! Sempre più aziende stanno usufruendo dei servizi applicativi Cloud based, dalle semplici virtualizzazioni dell’infrastruttura server con Amazon EC (ed i mille cloni in ogni nazione), all’uso di servizi di storage online, condivisibile e autosincronizzante (Dropbox, iCloud, SugarSync, Wuala, etc.) che, volendo essere precisi, rappresentano una piccola evoluzione applicativa rispetto alla semplice virtualizzazione dell’infrastruttura.
Enterprise (o Business) solitamente molto più basso del corrispettivo costo delle licenze (e spesso della sola manutenzione annuale!). Un ulteriore punto molto importante, specie per chi deve gestire flotte di PC aziendali, questi servizi hanno un approccio “zero-footprint”. Ossia non è necessario installare alcun software sul computer che utilizzerà il servizio, l’unica cosa che serve è un browser moderno (cioè che sia in grado di eseguire JavaScript), componente che quasi sempre è già nel sistema operativo (Android, iOS, Windows, Linux, Mac, etc.).
Il fenomeno interessante è invece quello della sempre più massiccia adozione di servizi applicativi business critical basati su Cloud. Qualche “piccolo” esempio? Salesforce.com, Google Docs, Google Apps e la sua miriade di add on, Microsoft Office WebApp, per i creativi Aviary o Pixlr. Ci sono già, poi, vari provider di servizi VoIP che usano un approccio Cloud, primo fra tutti RingCentral che ha reso obsoleto il concetto di centralino intelligente in sede! Questi servizi business (Document Management, CRM, Saleforce Automation, Telefonia avanzata, Office Automation, produzione e ritocco di suoni, immagini e filmati, project management, etc.) hanno la caratteristica di costare nulla in configurazione base e senza supporto, oppure di avere un canone di abbonamento d’uso mensile o annuale in versione
Come direbbero gli anglosassoni, questo approccio è “disruptive” (ed infatti sta facendo tremare i polsi a varie entità dell’informatica classica), ma è una valanga che non può essere fermata. Naturalmente serve un accesso ad Internet a velocità decente(almeno 6 Mb), cosa che non sempre è possibile, specie in alcune zone; oggi siamo in grado di avere un’usabilità ottima di questi servizi applicativi Cloud anche tramite una chiavetta 3G. LA CATTURA E IL CLOUD: MATRIMONIO POSSIBILE? La domanda che sorge spontanea, almeno a chi ha qualche annetto di esperienza documentale, è perchè non ci sono servizi disponibili per l’acquisizione documentale in ottica Cloud? iged.it 01.2012
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quindi Form Processing o Free Form Processing, ma sempre in ottica cen� tralizzata e in funzione di specifiche attività verticali. Per catturare il vero valore dell’ac� quisizione elettronica dei docu� menti, ritengo sia il caso di farla all’inizio del processo, proprio per attivare il workflow che sottende l’attività, usando i documenti come veicolo delle informazioni chiave per quello specifico processo. In questo modo, si può catturare la sorgente dell’informazione nel momento e nel luogo in cui entra in azienda, per poi passarla ai sistemi di classifica� zione documentale e di estrazione automatica dei metadati, il cui out� ���� put farà attivare automaticamente il workflow corretto, in base alla tipologia di documento ed ai sui metadati. Questa semplice rivoluzione co� pernicana del momento e del luogo dell’acquisizione ha degli interessan� ti effetti collaterali: Distribuisce la cattura portandola nei punti in cui il documento è generato oppure entra in azienda per attivare una transazione che si completa altrove (es: sinistri in agenzia, apertura nuovo conto in filiale, ricezione fatture in sedi pe� riferiche etc.).
La mia personale interpretazione per questa carenza, e sottolineo per� sonale, è piuttosto articolata e vede radici culturali nel modo in cui la cattura documentale è stata spesso posizionata. Infatti un elemento chiave dell’acquisizione è di essere stato considerato come l’ultimo pas� saggio di un processo aziendale, nel quale la documentazione prodotta era digitalizzata per andare in un archivio elettronico (magari in mo� dalità sostitutiva), per risparmiare
spazio e cercare velocemente i do� cumenti in caso di necessità (leggasi contenzioso), insomma quello che viene definito “Scan To Archive”. Ov� viamente la proposta di valore per tale approccio esiste, ma ritengo sia piuttosto limitata in quando il valore aggiunto che può dare al processo aziendale è relativo (se escludiamo l’aderenza alle normative che devo� no essere rispettate). In altri casi la cattura veniva eseguita per estrarre in modo massivo i dati dai documenti,
Abbatte significativamente il nu� mero di documenti da gestire per singola entità locale: se ho 100 fi� liali ognuna delle quali genera al giorno 100 documenti di 3 pagi� ne, è più semplice far gestire a loro stesse l’acquisizione del modesto volume dei 300 pagine ciascuna, anziché mettere in piedi un strut� tura centralizzata per catturare 30.000 pagine al giorno. I sistemi che sottendono alla clas� sificazione e all’estrazione dei me� tadati lavorano sul risultato dell’acquisizione e possono (o meno) necessitare di una verifica: configurando in modo appropria� to tali sistemi, possono diventare dei servizi esposti da un sistema Cloud, scalabile a piacere e dispo� nibile sempre.
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Il “materiale grezzo” che deve essere classificato e da cui estrarre dati, può essere inviato ai servizi appena citati usando diversi canali: scan remoto via web, e-mail (con o senza attach), fax, invio da periferica multifunzione, trasmissione dei file con diverse tecniche, upload via web. Il risultato dei servizi esposti dal Cloud può quindi essere reso disponibile all’interno d una interfaccia web per completare le fasi di validazione (conferma classificazione, correzione metadati letti), fruibile da PC, Tablet e altri dispositivi. In questo modo è possibile suddividere il lavoro in maniera semplice e scalabile, parallelizzando quei passaggi più onerosi: più utenti (100) contemporaneamente caricano i propri documenti (a cui tengono...) mentre una infrastruttura scalabile in Cloud si occupa dei processi computazionali più onerosi, con il risultato di un abbattimento del tempo totale della transazione. UN ESEMPIO Facciamo un esempio concreto dell’uso di un approccio di cattura distribuita e Cloud: la tentata vendita di servizi. Ogni volta che andiamo in un centro commerciale, troviamo sempre dei chioschetti nei corridoi ove le aziende cercano di farci comprare un abbonamento a qualcosa (telefonia, televisione) o farci aprire un nuovo conto corrente o acquisire carta di credito. Solitamente i passaggi sono i seguenti: il venditore compila della modulistica per la richiesta del servizio; il cliente firma quanto compilato e fornisce dei documenti di supporto (identità, codice fiscale, carta di credito, etc.); il venditore fotocopia i documenti aggiuntivi e consegna una copia dei moduli al cliente; a fine giornata (o a fine settimana) il venditore consegna al back offi-
ce i moduli prodotti; il back office acquisisce manualmente i dati dai moduli e smista la pratica al personale addetto alla lavorazione. Le copie dei documenti di supporto ed i moduli controfirmati verranno caricate sull’archivio elettronico; dopo qualche giorno il cliente riceve conferma dell’attivazione del servizio (o le richieste di documenti e dati aggiuntivi). In questo modo tradizionale, il processo delle richieste di servizio avviene con un intervallo di qualche ora ed il cliente ha visibilità della sua pratica solo dopo uno o più giorni, dando un servizio certamente non impeccabile. Come possiamo rivedere il processo sulla base di quanto qui scritto? Sfruttiamo i servizi che mettiamo in Cloud il processo si svolerebbe così: il venditore compila della modulistica per l a richiesta del servizio; il cliente firma quanto compilato e fornisce dei documenti di supporto (identità, codice fiscale, carta di credito, etc.); il venditore, connesso ad Internet via 3G o hot spot pubblico, acquisisce direttamente i documenti aggiuntivi inviandoli ai servizi Cloud e consegna una copia dei moduli al cliente; i servizi di classificazione e estrazione dati processano i documenti ricevuti e archiviano le immagini caricate nel giro di pochi minuti; se esistono incertezze di classificazione o lettura, i servizi sul Cloud possono notificare via SMS al venditore che deve eseguire una correzione, cosa che può fare usando solo il Browser Web, di fronte al suo cliente. completata la correzione, i documenti ed i dati vanno a creare una nuova pratica; il cliente riceve una notifica via mail e/o via SMS dell’avvenuta presa in carico della pratica. In questo modo il ciclo della transazione si chiude nel giro di pochi minuti ed in modo interattivo, rendendo partecipe il cliente dello stato
di avanzamento della sua pratica. I vantaggi sono chiari e, ovviamente, l’uso di accesso mobile ad Internet, l’esposizione dei servizi “intelligenti” di cattura sul Cloud - unito alla disponibilità di strumenti di acquisizione di qualità per uso nomadico e di interfacce utente nate per funzionare in ambiente web - sono gli elementi cardine per accelerare drammaticamente molti processi. Aggiungendo il vantaggio dell’assenza di complessità dovute ad installazione di software sulle macchine locali (zero footprint) e di problemi di manutenzione, aggiornamenti di versione e tanti altri mal di testa, c’è da chiedersi “ma cosa stiamo aspettando?”.
ANGELO LA DUCA
Managing Director di Endurance Italia
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mercato
And the winner is... la firma remota di CoSign! Dalle smartcard alla firma remota
DI GIANNI SANDRUCCI
Correva l’anno 2007. In un mondo popolato da milioni di smartcard la firma digitale era solo l’ennesima promessa non mantenuta della tecnologia. Una cosa utilissima in teoria, fondamentale per il paperless office, in pratica quasi del tutto inutilizzabile. Le smartcard si erano già dimostrate oggetti troppo costosi da acquisire, distribuire, installare e manutenere nonché troppo farraginosi nell’utilizzo. Un produttore di tecnologia di firma digitale aveva, però, già proposto sul mercato mondiale la soluzione vincente, basata si un dispositivo di firma centralizzato capace di fornire il servizio di firma a milioni di utenti: CoSign. Soluzione vincente perché rigorosamente mantenuta nello standard della firma digitale (PKI) e all’interno di dispositivi di alta sicurezza (HSM), comprovata da organismi terzi. Al tempo stesso essa è stata progettata con il preciso obiettivo di avere uno strumento facile per gli utilizzatori ed un sistema gestibile per i responsabili del servizio.
ALLA DATA IN CUI QUESTO ARTICOLO È STATO SCRITTO (21 FEBBRAIO 2012) LA SOLUZIONE COSIGN È L’UNICO DISPOSITIVO DI FIRMA HSM LEGALMENTE VALIDO IN ITALIA PER LA FIRMA DIGITALE E PER LA FIRMA ELETTRONICA QUALIFICATA. DAL 1° NOVEMBRE 2011 È TERMINATO IL REGIME TRANSITORIO CHE CONSENTIVA L’UTILIZZO DI DISPOSITIVI HSM IN MANCANZA DI ADEGUATI ACCERTAMENTI DI SICUREZZA. SOLO COSIGN HA SUPERATO QUESTI ACCERTAMENTI. QUINDI: O SI USA UNA SMARTCARD – NELLE MANI DEL TITOLARE E NON INFILATA CHISSÀ DOVE – OPPURE SI USA COSIGN. NEGLI ALTRI CASI NON SI HA UNA FIRMA DIGITALE, O FIRMA ELETTRONICA QUALIFICATA.
Fig. 01 L’utente firma con le applicazioni che già conosce ed usa, con un semplice click del mouse sul pulsante FIRMA iged.it 01.2012
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Fig. 02 CoSign offre un ampio spettro di applicativi pronti per l’uso, funzionalità ed integrazioni già disponibili e collaudate
In questi cinque anni la soluzione di firma digitale CoSign, distribuita in Italia dalla società Itagile attraverso numerosi partner IT, ha cambiato il modo di concepire la firma digitale. Da un costoso incubo ad un elemento essenziale dei processi di dematerializzazione. Grazie all’azione del legislatore e degli organismi preposti (DigitPA ed OCSI), e nell’interesse dell’efficienza e della riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione, in questi anni si è consolidato un percorso normativo e di accertamento di sicurezza, che ha portato gli HSM ad essere pienamente normati ed utilizzabili per la firma digitale sotto il nome di firma remota. Il produttore di CoSign, ARX, ha collaborato con le istituzioni italiane e seguito con successo questo percorso. I pochi concorrenti di ARX, pur disponendo di mezzi molto più ampi, non hanno voluto, o non hanno potuto, rispettare gli adempimenti di legge, trovandosi così ad essere fuorilegge a partire dal
1° novembre 2012 (vedi riquadro). L’architettura di CoSign ha dimostrato di essere all’altezza dei più stringenti requisiti di sicurezza perché genera ed utilizza le chiavi private dell’utente esclusivamente all’interno del dispositivo fisico sicuro e sblocca l’utilizzo della chiave privata, validando il codice di accesso, esclusivamente all’interno del dispositivo fisico sicuro. CoSign è quindi una soluzione di firma elettronica centralizzata o remota che – in poche ore - può essere installata, configurata, integrata nell’ambiente IT del cliente ed immediatamente utilizzata da centinaia di persone. La centralizzazione del dispositivo di firma ha permesso, negli anni, l’integrazione con numerosi applicativi e sistemi (Office, Acrobat, SharePoint, SAP, ActiveDirectory ecc.). La disponibilità di API a tutti i livelli consente la facile integrazione del servizio di firma in qualsiasi applicazione.
Oggi il mondo delle smartcard per la firma digitale è un mondo al tramonto. Grandi istituzioni ed aziende stanno provvedendo alla sostituzione di ampi ed inutilizzati parchi di smartcard con CoSign. Il mondo della firma digitale, dal canto suo, è però più vivo che mai perché è sempre più chiaro a tutti che la firma digitale, se usabile, è una tecnologia abilitante per i processi di dematerializzazione e per garantire alle pubbliche amministrazione maggiore efficienza e riduzione dei costi ed alle aziende un sicuro ritorno degli investimenti.
GIANNI SANDRUCCI
CEO at ITAGILE
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Pubblicazioni Professionali ITER
Dal Documento all’Informazione
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A cura di Roberto Guarasci
Una disciplina che voglia riflettere sulle ragioni e i modi del suo costituirsi legittimamente in scienza - scriveva Paolo Bisogno - deve ripensare in maniera autonoma i principi ed accogliere risultati ed orientamenti con apertura interdisciplinare. La Documentazione, che in Europa diventata elemento fondante delle scienze dell'informazione e che in Italia fatica ancora ad imporsi come autonomo oggetto di studio, spesso relegata al rango di figlia negletta delle scienze del libro, evidenziava questa sua difficoltà anche attraverso l'indisponibilità di testi per la formazione specialistica. L’insieme dei contributi raccolti segue il filo logico del percorso didattico costruito insieme a studenti, addetti a centri di documentazione, pubblici dipendenti, tutti accomunati dalla necessità sempre più pressante di padroneggiare l’insieme di conoscenze teoriche e abilità tecniche che permettessero loro di rispondere ai bisogni informativi delle organizzazioni di appartenenza utilizzando correttamente la pluralità delle fonti e dei media a loro disposizione.
L’autore
Roberto Guarasci è professore ordinario di Documentazione presso l’Università della Calabria, nonché Responsabile Scientifco dell’Unità di Ricerca “Sistemi di Indicizzazione e Classificazione” del C.N.R.
L’indice
Roberto Guarasci - Che cos’è la documentazione Antonio Romiti - Archivistica e Documentazione tra passato e presente Piero Innocenti - Bibliografia, Biblioteconomia, Documentazione Giuseppe Scandurra - Il Documento Renato Rolli - Il diritto di accesso ai documenti amministrativi Anna Rovella - Produzione ordinamento e gestione dei documenti Eduardo De Francesco - I linguaggi di descrizione documentale Roberto Guarasci - Indicizzazione e classificazione: concetti generali Giovanni Adamo - La terminologia Daniele Gambarara, Alfredo Givigliano - Thesauri, mappe semantiche, ontologie. Problemi semantici e costruzioni concettuali Maurizio Lancia, Andrea Lapiccirella - Data Mining e Text Mining Stefano Pigliapoco - I sistemi informativi
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mercato
Il contratto nativo digitale: scacco matto ai costi della dematerializzazione tradizionale La proposta di Olivetti per eliminare la carta dai processi
DI OTTAVIANO TAGLIAVENTI
PREMESSA Olivetti ha da tempo una presenza consolidata nelle soluzioni per la dematerializzazione. Presenza non solo in Italia, ma in diversi paesi europei (primi tra tutti Francia, Gran Bretagna e Spagna) ed extraeuropei (dai paesi Arabi all’America Latina). Olivetti Si candida quindi ad interpretare le esigenze delle aziende non solo in chiave di lettura locale, ma con una
esperienza maturata dallo scambio tra ambiti culturali e sistemi legislativi diversi. Questa opportunità,, di avere le “orecchie aperte” su diversi mercati, ha consentito negli ultimi tempi ad Olivetti di imporsi velocemente come leader europeo nell’ambito della firma grafometrica, tema nel quale tra l’altro in Italia oggi è l’unica che può vantare realizzazioni di grandissimo rilievo,
avendo già complessivamente implementato decine di migliaia di punti firma presso gli sportelli di diverse banche. I LIVELLI DI DEMATERIALIZZAZIONE Il valore di una soluzione documentale non sta tanto nella semplice archiviazione e recupero dei documenti, ma nel farli fluire ed utilizzare all’interno
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dell’azienda. Il successo dell’inserimento in azienda di un sistema documentale si misura dai volumi di carta che si trovano ancora sulle scrivanie, dopo la sua introduzione. Se, dopo l’introduzione di un sistema documentale, le scrivanie sono ancora piene di carta, noi preferiamo darne la responsabilità al sistema documentale e non all’azienda che deve essere accompagnata in un percorso di evoluzione verso processi “paperless”, riducendo al minimo l’impatto che dipendenti e clienti devono affrontare (“change management”). Un metro interessante per la valutazione della corretta introduzione di un sistema documentale nei processi aziendali è il punto in cui la dematerializzazione dei documenti viene attivata. Le prime esperienze di dematerializzazione avevano portato ad introdurre la dematerializzazione a processi conclusi: la dematerializzazione del ciclo attivo, ormai implementata nella maggior parte delle aziende, soprattutto quelle che devono gestire volumi importanti di fatture, ha portato alla eliminazione degli archivi delle fatture, approfittando del contesto normativo che consente di creare e gestire dei documenti elettronici che hanno lo stesso valore degli originali cartacei, che possono essere di conseguenza eliminati (conservazione sostitutiva). Eliminare le fatture vuol dire che è paperless solo l’ultimo atto della vita dei documenti, mentre essi continuano ancora a vivere come carta nei processi aziendali. Il passo successivo è stato quindi quello di anticipare il momento della dematerializzazione, generando dei documenti cartacei all’inizio dei processi, … ma poi acquisendone immagini indicizzate da utilizzare gestionalmente all’interno dei sistemi informativi. Sono stati certamente introdotti velocizzazione e maggiore ordine nei processi, ma questo tipo di dematerializzazione ha costi altissimi. Occorre personale che effettui le scannerizzazioni. L’indicizzazione automatica è effettuata, quando possibile, con sistemi evoluti di riconoscimento dei campi e delle informazioni, basati su O.C.R., che danno risultati che richiedono una
validazione e che permettono comunque di gestire in modo automatico un numero molto limitato di tipologie di documenti, lasciando ancora una volta sulle scrivanie carta e processi manuali. Nel caso delle grandi aziende, questa attività è tipicamente affidata ad outsourcer; per le piccole attività ci si deve accontentare dei risultati che si possono ottenere in modo automatico, perché la gestione manuale della dematerializzazione avrebbe costi non sostenibili. Da qui la sensazione che gestire la carta sia tutto sommato ancora più efficiente e meno costoso. Oggi è possibile un ulteriore passo molto importante nella direzione della dematerializzazione dei processi. Una domanda che ci si può porre è: perché produrre dei contratti cartacei (spesso con allegata una cospicua documentazione) per poi immediatamente dopo spendere cifre così importanti per dematerializzarli? A questa domanda si può dare risposta oggi con soluzioni che affrontano e risolvono contestualmente il problema tecnologico, normativo e di usabilità, abilitando quello che viene definito il contratto nativo digitale. LE FIRME ELETTRONICHE Olivetti sta affrontando con successo questa sfida e ha lanciato, già nel corso del 2011, soluzioni di dematerializzazione del contratto che si basano su sistemi di firma elettronica, sia nel caso di contratti sottoscritti ad uno sportello, sia nel caso di contratti sottoscritti all’esterno, presso la sede del cliente. Una modalità che ha riscosso particolare interesse è quella che prevede l’utilizzo della cosiddetta firma grafometrica per la sottoscrizione di un documento elettronico. La tecnologia ha messo a disposizione, per la acquisizione della firma autografa, tavolette che ne catturano non solo l’immagine, ma anche i parametri comportamentali (nello specifico “grafometrici”) che la normativa riconduce alla classificazione di parametri biometrici. Questo consente di catturare non solo quello che si può “vedere” e quindi magari, con una certa attenzione, “copiare”, ma anche quello che “non si può vedere” e che quindi un accurato
processo di gestione può consentire di rendere “non copiabile”, “non modificabile” e “non riutilizzabile”. Tipicamente un “signature pad” (così vengono denominati) per firma grafometrica permette di acquisire ogni punto (definito da coordinate xy) la pressione esercitata con la penna, il ritmo e la velocità di scrittura (e di conseguenza l’accelerazione). Ciò mette a disposizione una fotografia molto accurata dei dati grafometrici caratteristici della firma che, se da un lato permette di ricondurla con estrema precisione a chi l’ha prodotta, dall’altro obbliga chi la acquisisce ad un trattamento della stessa conforme alla regolamentazione sulla privacy. Un aspetto molto interessante è che – essendo i dati grafometrici in forma elettronica – si può anche effettuare una sorta di perizia calligrafica automatica, affidata ad un software specializzato. Dunque, in tempo reale: è un processo analogo a quello che, se dispone di uno specimen precedentemente rilasciato, è in grado di rifiutare una firma falsa. Perché una firma conservi effettivamente le caratteristiche comportamentali di una persona, deve, infine, essere apposta con una penna che abbia le caratteristiche delle penne normalmente utilizzate, quindi con la punta dura e sottile (gli stili capacitivi che si è obbligati ad utilizzare sui normali tablet capacitivi non permettono la riproduzione di una firma “naturale”, soprattutto ad una persona che non è abituata ad usarli …). Inoltre la superficie sulla quale apporre la firma deve essere non usurabile nel tempo, per non pregiudicare la correttezza nell’acquisizione dei dati. Alcune tecnologie consentono di firmare direttamente su uno schermo di vetro temperato, altre rendono necessaria l’apposizione, sullo schermo, di una pur quasi impercettibile membrana resistiva che, nel caso di firme frequenti, tende ad usurarsi con una certa facilità (ed è sensibile ad eventuali firme apposte per errore con una penna ad inchiostro normale, che sporcano la membrana resistiva compromettendone l’uso). Olivetti ha testato sul campo l’accettazione di questo tipo di acquisizione di
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firma, riscontrandone anche e soprattutto da persone anziane e non “native digitali” un assoluto gradimento, quando viene effettuata con dispositivi e con modalità adeguati. La firma grafometrica è vista dunque da Olivetti come lo straordinario strumento che consente di dematerializzare la “madre” di tutti i documenti, ovvero il contratto, il documento che dà origine a tutti i flussi ed i processi aziendali, dal delivery alla fatturazione e alla gestione del credito. È, però, ingannevole affermare che una soluzione di firma grafometrica sia semplicemente un dispositivo sul quale si appone una firma che troviamo allo sportello. La firma grafometrica è un processo complesso, che deve essere tanto solido da garantire il valore legale del documento che si va a sottoscrivere. Il fatto che il processo sia unanimemente riconosciuto come particolarmente solido lo dimostra l’elevato numero di banche ed assicurazioni, che devono ottemperare per legge al requisito di forma scritta, e che già si sono rivolte ad Olivetti per dotarsi di questa soluzione. La soluzione Olivetti è costruita integrando diverse competenze presenti all’interno del gruppo Telecom Italia, di cui Olivetti oggi è parte. Per esempio, la certificazione e validazione sono ottenute attraverso i servizi della
Certification Authority IT Telecom, nel cui manuale, pubblicato sul sito di DigitPA, è stato appunto definito e formalizzato il processo che, utilizzando la firma grafometrica come autenticazione forte, implementa una soluzione di Firma Elettronica Qualificata (nota anche come Firma Digitale) che permette di dare al documento lo stesso valore di un documento cartaceo sul quale è apposta la firma con la tradizionale penna ad inchiostro. Il nuovo CAD, Codice dell’ Amministrazione Digitale, ha poi aperto nuove strade e sancito l’ingresso della firma grafometrica nell’olimpo delle soluzioni di validazione, come sarà ulteriormente riaffermato dalle disposizioni operative che oggi tutti noi possiamo leggere in bozza, ma che dovrebbero presto essere formalmente emanate. Quando si approccia il tema della dematerializzazione del contratto, l’interlocutore è sempre ben consapevole di quanto costino le attività di back office e del fatto che un contratto che nasce digitale le può ridurre fino ad eliminarle. Un risparmio che normalmente permette di quantificare in non più di un anno il pay back time della soluzione. CONCLUSIONI La domanda che regolarmente viene posta è, però, sempre : “Ma quello che mi proponete ha valore legale?” Questo
testimonia che, se ci si sente confidente della soluzione tecnologica, è sempre la soluzione normativa il tema cardine che pretende di vedere con chiarezza risolto. Preme evidenziare infatti quanto sia rischioso per esempio gestire questi processi senza la dovuta competenza. Atteso che i dispositivi di acquisizione della firma ne catturano non solo e non tanto l’immagine, ma soprattutto i dati biometrici, ancora una volta è evidente a tutti quanto delicato sia gestire questi dati in modo coerente alla normativa della Privacy e alle disposizioni del Garante. Un ulteriore ambito normativo tutt’altro che da sottovalutare. Riprendendo un tema al quale è già stato accennato, la dematerializzazione del contratto implica una serie di attività connesse ai temi più tradizionali e consolidati della dematerializzazione, quali ad esempio la conservazione sostitutiva. È chiaro che, quando un documento nasce cartaceo, si può scegliere liberamente se archiviarlo nel modo tradizionale, o sfruttare la possibilità, consentita dalla legge, di conservarne a norma una immagine elettronica che – gestita in modo consono a precise normative - ha lo stesso valore dell’originale cartaceo, che quindi si può eliminare. Se un contratto però nasce digitale, certamente non si può inserire in un archivio cartaceo, e dunque quello della conservazione sostitutiva è un percorso obbligato. Tanto che a questo punto fa veramente sorridere che si continui a chiamarla “conservazione sostitutiva”, quando ormai in tutto il mondo viene più propriamente definita “legal archiving”, cioè archiviazione con valore legale.
OTTAVIANO TAGLIAVENTI
Responsabile del Marketing Document Management di Olivetti
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OMAT ROMA 2011 – TAVOLA ROTONDA Tra presente e futuro: la rivoluzione digitale nelle imprese e nella PA
DI MAURZIO ARATA
Quali sono le opportunità che le imprese (in particolare le PMI) possono cogliere per sfruttare al meglio questo momento di cambiamento? Quali sono le prospettive di sviluppo e quali i temi aperti? Come cavalcare il fenomeno Cloud nella gestione quotidiana di un’impresa? Le ultime normative che impongono nuove modalità di dialogo con le amministrazioni. Posta elettronica certificata e fatturazione elettronica in primis. Grazie a un dibattito tra esperti, esponenti della PA e fornitori, la sessione si è posta l’obiettivo di rispondere a queste e molte altre fondamentali domande. Queste le tematiche che indicativamente si sono sviluppate, e vedremo come, all’ultima sessione della Tavola Rotonda di Omat Roma. Ad aprire la tavola rotonda è il giornalista conduttore Arturo Di Corinto che chiede un minuto di raccoglimento per il Governo. (Siamo ancora all’epoca in cui sta per concludersi il Governo Berlusconi, e Ministro per le PA è ancora Renato Brunetta). Forse era un segnale premonitore? Al cuore del dibattito stanno l’Information Management e l’automazione dei dati dal punto di vista sociale, economico, politico…e anche filosofico. Apprezzamenti importanti durante il convegno si sono esplicitati a favore di DigitPa. Pur se non si è parlato molto di innovazione, si è parlato di CAD, di firma
digitale elettronica…, ma cosa serve realmente a questo paese per uscire dalla crisi, basandosi sull’ICT e sulle varie competenze, intelligenze e capacità d’impresa che abbiamo? Quali sono le nostre esperienze, quale la situazione del mercato? Coll’invito a creare una discussione dinamica viene data la parola all’Ing. Procaccino di Accenture. “La domanda è troppo vasta, quindi meglio cominciare intendendo il mercato dal punto di vista di domanda-offerta di tecnologia. A partire dalle PA, che sono il tema, c’è ancora poca domanda di innovazione tecnologica. Una gran parte di spese dal budget sono sulla manutenzione dei sistemi esistenti. La parte progettualità, l’innovazione, le cose da fare.. si stanno assottigliando sempre di più. Si continua a tenere in vita un parco alquanto vecchio e obsoleto, senza avere volontà e capacità di fare
invece dismissioni che consentirebbero risparmi, o quantomeno di risparmiare budget. Un mercato che si muove ancora vecchio stile. Con una PA ancora organizzata in maniera gerarchica, con vari livelli ed una visione per Sylos, e con pochissima interazione. Con una grande difficoltà per gli imprenditori ad avere un unico interlocutore. Oggi il mondo è social, senza gerarchie, senza capi, e si muove in un’ottica molto diversa da quella della nostra Pubblica Amministrazione. Una spinta che sta nei fatti è difficile da capire, da proporre, a fronte anche ad una difficoltà culturale di pensare e di offrire servizio ai cittadini in modo nuovo”. Sul viatico appena proposto, viene invitato a prendere la parola il Dr. Zaffagnini, Amministratore di Top Consult. “Da venticinque anni, questo febbraio, il nostro lavoro è dedicato alla GED, per
Sul portale www.omat360.it è disponibile un numero speciale di iged.it online interamente dedicato a OMAT Roma 2011. Buona lettura! iged.it 01.2012
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invitare le aziende all’uso dell’informatica, attraverso il prodotto Top Media, presentato la prima volta allo SMAU nel 1992. Ora, vent’anni dopo, ovviamente non è più lo stesso prodotto di allora... ha seguito le nuove piattaforme, non è più un unico prodotto, ma una famiglia di soluzioni volte a portare le aziende ad un processo di digitalizzazione dei documenti. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alle nuove tecnologie e grazie ai clienti stessi. Già nel ’94, col processo di Archiviazione dei documenti, fummo nella nuova fase applicativa, per poi nel’99 porre in atto il primo intervento di Archiviazione per le PA, con il comune di Pesaro. L’importante era capire come queste nuove tecnologie avrebbero potuto essere accettate dalle persone e mantenute, con obbligo legale, per dieci anni. Oggi stiamo lavorando con ACI Informatica e la domanda è fortissima. Oggi che i computer sono in tutte le case e non solo nelle aziende, come negli anni ’80-’90, come può un azienda aiutare gli utenti ad essere sempre più veloci, e nel contempo a non perdere il controllo delle informazioni? Come fare ad essere più efficienti? Un esempio è la PEC: se
è obbligatoria, non solo si usa, ma ci si espone anche alle PEC che si ricevono. Pensare di non presidiare la PEC, che è oggi la nuova raccomandata, vuol dire andare a perdere il controllo di quello che si fa.” Un buon punto di aggancio per il Dr. Danilo Cattaneo di Infocert… dice Di Corinto. “Pensando anche che in alcuni settori ICT, pare che questa crisi non si senta troppo...”. “Infocert è un’azienda che ha solo prodotti per la dematerializzazione. C’è crisi non c’è crisi? Dal punto di vista tecnologico c’è tutto quello che serve, dal punto di vista normativo…quasi tutto. Se non siamo i primi in Europa siamo comunque tra i primi. Certamente oggi c’è una crisi, sia le PA sia molte aziende private hanno tagli sui budget. Forse grazie alla crisi, nel nostro ambito, il solo segmento Banche e Assicurazioni è cresciuto più del 100%. Oggi tutte le aziende stanno facendo una corsa per dotarsi di PEC. C’è una Norma, ma è anche una opportunità per tutti e la posta normale viene meno. Un esempio è la fatturazione, dove una fattura viene inviata in PDF e autenticata con la
PEC. Le eccellenze sono ancora poche, ma Autostrade, o alcuni casi nella Sanità, sono considerai esempio in Europa. Con risparmi e miglioramento della qualità dei servizi per tutti.” “Dal punto di vista di far funzionare le cose” prosegue Di Corinto, la parola passa all’Ing. Giorgio De Rita, Direttore Generale di DigitPA. “Negli ultimi dieci anni, la sola amministrazione centrale pubblica ha ingoiato quasi 25 miliardi di euro di beni e servizi informatici, ha costruito, più o meno bene, un patrimonio di tecnologie, di cultura, di risorse, di software. Oggi questo patrimonio si interroga su fare innovazione e nello stesso tempo sulla conservazione degli investimenti fatti, cercando di valorizzarli al meglio. L’amministrazione pubblica dello Stato ha una visione piuttosto lenta rispetto alla trasformazione del mercato, reagisce con un ritardo quasi naturale. Oggi davanti a nuovi slogan come App, Open Data, Cloud, vi sono due modi di reagire: il primo <sto a guardare>, voglio vedere e capire, poichè lanciarsi troppo in avanti per la PA è rischioso; il secondo è <capire come rimanere anco-
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rati alle nuove tecnologie>, rendendosi conto che rimanendo troppo indietro si rischia di perdere un treno che sta correndo veloce. Attualmente abbiamo un incremento del 30% preventivato sui nuovi investimenti per la crescita della capacità di innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Per DigitPA la gara diventa testimonianza di un modello nuovo, di un nuovo assetto competitivo, attraverso quattro elementi principali. Dal 2012, in primo luogo, entreranno in vigore una serie straordinaria di regole tecniche, conservazione, firme elettroniche, pagamenti, fatturazione elettronica, disaster recovery. In secondo luogo, sarà un anno dove abbandoneremo la proroga della proroga della proroga.. la strategia è quella di dire basta! Meglio scontare difficoltà per qualche mese, ma abbandonare l’idea che la proroga ci arrivi. Terzo punto è l’interoperabilità, l’esigenza da parte delle PA di riuscire a condividere i dati. Infine, vi sarà una trasformazione tecnologica. Occorre mettere mano all’infrastruttura tecnologica di un Paese che ha le sue caratteristiche di frammentazioni amministrative e di territorio, per dare impulso di sviluppo e semplificazione per il cittadino, impresa o utente che sia. L’amministrazione, per l’informatica, i soldi li ha.. e se non li ha, li trova. Beni e servizi per l’informatica sono esclusi dai tagli, quindi è inutile nascondersi dietro al problema dei costi. Ovviamente, non dimenticando risparmio e razionalizzazione della spesa.” Di Corinto puntualizza sul fatto che “esiste un disagio diffuso”, che, ad esempio, “i soldi per la banda larga non arrivano mai , la cooperazione applicativa non decolla, le PA hanno difficoltà a scambiarsi i dati e nell’approccio agli Open Data, l’aprirsi nuovi spazi di mercato e il rendersi competitivi anche nei confronti degli altri paesi.. le cose non vanno benissimo. Poi c’è sempre un problema di carenza di finanziamenti per la ricerca scientifica e tecnologica.” e prosegue introducendo il Prof. Mario Dal Co, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Innovazione, reduce anche da una importante missione per un accordo con la Cina nell’ambito dell’innovazione. “Possiamo fare di più
e meglio?” “Anzitutto, si deve sottolineare che l’Agenzia per l’Innovazione nasce per favorire l’innovazione nelle aziende e si occupa delle PA in quanto possibile mercato. Abbiamo bisogno di innovazione nel senso più largo, non di spezzoni di tecnologia. Le risorse umane nelle PA non sono meno capaci che nel privato, ma sono regolate da un sistema che ne penalizza l’assunzione di responsabilità, la capacità decisionale, la motivazione. In quanto agli Open Data, il problema è reinterpretare, se non riscrivere, la normativa sulla tutela della privacy, altrimenti l’interoperabilità ce la scordiamo, perché si rimarrebbe alla frammentazione culturale, campanilistica, ma soprattutto normativo - amministrativa. Dobbiamo imparare ad utilizzare ciò che l’innovazione ci offre, a partire dal web 2.0 che fornisce tecnologie, non ideologie. Non basta l’Open Data, dobbiamo ridefinire i diritti dei cittadini sui loro dati, partendo dal presupposto che i dati che li riguardano, ad esempio il fascicolo sanitario, sono proprietà dei cittadini. Il Ministero della Sanità non lo riconosce, i medici non lo riconoscono, le leggi non lo riconoscono… ma se non si risolvono questi problemi, Open Data e interoperabilità ce li possiamo scordare.” Dal pubblico viene posto il problema della “fiducia” nella macchina amministrativa che manca, e che i cittadini
invece vorrebbero avere. E, partendo dal fascicolo sanitario, chi garantisce la sicurezza dei nostri dati, chi garantisce che la condivisione degli stessi avvenga fra le persone qualificate a questo, e che invece non finiscano in mani sbagliate? La conduzione lascia lo spazio nuovamente all’Ing. De Rita, avendo DigitPA un ruolo cruciale tanto nell’innovazione della macchina amministrativa, quanto nella vigilanza, controllo, certificazione, formazione. “L’Italia è un bellissimo e grande Paese, ed ha una Amministrazione che è figlia della sua storia, nel bene e nel male. Non credo debba esservi un giudizio negativo e tranchant. Problema PEC? Che ce ne sono troppe. Comunque, il suo utilizzo qualche cosa al sistema porta. Il Paese cammina con passo lento, ma bisogna sapere che cammina e avanza. Certo, i Cinesi vanno velocissimi rispetto a noi, ma è una storia diversa. Serve scambiarsi le idee su una visione lunga, non sul mercato dei prossimi quindici giorni. L’interoperabilità porta certamente con sé vari problemi come la sicurezza dei dati, e la capacità di mettere intelligenza nell’assetto informativo pubblico è fondamentale. Vi sono varie infrastrutture fatte bene, un esempio è il Registro delle Opposizioni, dove basta iscriversi per dire se si vuole o meno ricevere la pubblicità. iged.it 01.2012
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ERRATA CORRIGE: Causa errore in fase di editing, erano stati uniti due interventi in uno. Ce ne scusiamo. Così era il testo originale. NON PERDETE IL PROSSIMO APPUNTAMENTO CON OMAT! Tanto più il dato è sicuro, in materia di interoperabilità o condivisione, tanto più è fruibile. Vi è la paura di mettersi insieme, che nasce dalla paura di perdere qualche privilegio, qualche possibilità, qualche informazione, qualche piccolo finanziamento.” Di Corinto sottolinea quanto tutto questo, in linea con il 150° anniversario d’Italia, sia un invito all’unità. E prosegue dicendo che servirebbe uno strumento.. un .org dove i cittadini possano vedere tutte le cose buone che sono state fatte. Interviene l’Ing. De Rita, aggiungendo che le cose fatte sono state fatte, e che il vero tema, semmai, è vedere quali sono gli impegni sulle cose da fare. Poi è la volta di Accenture rappresentata dall’Ing. Procaccino. “Con ansia stiamo attendendo il Decreto sulla Fatturazione Elettronica, a cui ci siamo dedicati e che porta innovazione tanto alle aziende come all’informatica, alle Amministrazioni Pubbliche. Un investimento a costo zero. Serve, in generale, un sistema di investimento che sia compatibile con i tempi: se dalla nascita di un progetto alla sua attuazione intercorre un anno e mezzo, sul piano tecnologico nel frattempo è già tutto cambiato.” Continua il Dr. Zaffagnini, in qualità di operatore di mercato. “Investimento a costo zero: andare dall’azienda, proporle una nuova tecnologia, farle capire il risparmio che ne
A Milano il 27 e 28 marzo 2012, presso l’Atahotel Executive viale Don Luigi Sturzo 45
deriverà, ma anche che fornirà nuovi servizi, consentendole di crescere sul mercato e diventare più competitiva. Aprirsi a questo ragionamento, anche da parte delle PA, è la cosa più sana. E parlando della Gestione Elettronica dei Documenti, ad esempio, chi più di un’amministrazione locale o centrale vive di carta? Continua il Dr. Cattaneo: “Vi sono Asl che stanno utilizzando il Fascicolo Sanitario, cosa non semplice in quanto a sicurezza e privacy considerando che una fattura elettronica è ben diversa da una TAC, che pesa come mille fatture. Questo sistema consente risparmi e sicurezza per i degenti e i cittadini. Devo constatare, purtroppo, che chi sta utilizzando l’innovazione sono Asl per lo più della Lombardia, del Veneto o dell’Emilia Romagna, mentre c’è molta inerzia in particolare al Sud, anche per la difesa del proprio status quo. Qualcuno magari ci guadagna con la carta… Quanto alla PEC, le PEC ci sono e, per quanto siano perfettibili, è bene imparare a sfruttarle.” A chiudere la Tavola Rotonda è il Prof. Dal Co. “C’è sicuramente una pressione innovativa da parte delle aziende, e non mi riferisco tanto alle piccole o medie imprese, quanto ai grandi operatori mondiali, della rete, delle piattaforme, delle soluzioni tecnologiche, che spingo-
no su un mercato internazionale che ha una sua logica ed una sua capacità di fascinazione. Noi siamo prudenti rispetto a questa fantasmagoria non perché si voglia frenare, ma perché si vuol prima capire come queste soluzioni possano essere adattate alle nostre risorse umane. Pur vedendo cose strabilianti, vi sono anche molti punti deboli, basti pensare ad esempio alla sicurezza. Conoscere questo mondo, capirne i linguaggi e portarlo ad essere servizio è importante, ma non dobbiamo altresì confonderci, pensando che le nostra PA debbano essere su questa frontiera tecnologica. Le nostre PA devono essere anzitutto capaci di stare nello standard, assicurando le funzioni fondamentali.” Come dicevo all’inizio, tutto questo accadeva l’altro ieri, nel frattempo vi è un nuovo Governo, peraltro tecnico, cosa verrà mantenuto, cosa conservato, cosa modificato o rinnovato? Staremo a vedere, e mantenendo un qualche po’ di ottimismo che male non fa, augurandoci che tutto proceda per il meglio.
MAURZIO ARATA
Giornalista, Condirettore di Voicecom news
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FINALMENTE TUTTO IN RETE
Ă&#x2C6; nato OMAT360, il primo portale interamente dedicato ai professionisti dellâ&#x20AC;&#x2122;information management. Approfondimenti, notizie, appuntamenti, video e una community che cresce ogni giorno!
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eventi
OMAT 2012. LA RIVOLUZIONE DIGITALE PRENDE FORMA La nuova edizione di OMAT, l’evento dedicato alla gestione elettronica dei contenuti digitali e dei processi aziendali si terrà a Milano il 27 e 28 marzo
DI STEFANO FORESTI
Torna l’appuntamento con OMAT, la più importante mostra convegno italiana dedicata alla gestione delle informazioni digitali e dei processi
aziendali, che si terrà il 27 e 28 marzo presso l’Atahotel executive di Milano. Il sito internet della manifestazione è www.omat360.it/mi12.
Al giorno d’oggi, siamo circondati da informazioni in ogni momento della nostra vita, professionale e privata. Tutto quanto è informazione:
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nel business, la capacità di governare questa esplosione di dati è in grado di determinare il successo o il fallimento di un’impresa. Dal 1990, OMAT rappresenta una preziosa occasione per interagire con i protagonisti dell’information management e affrontare il mercato in modo sicuro, “smart” e vincente. Tra i temi in programma, business analytics, disaster recovery, cloud e virtualizzazione, codice dell’amministrazione digitale, conservazione dei dati, sicurezza, firma elettronica avanzata, social enterprise, information search, internet delle cose, la nuova fatturazione elettronica, PEC, storage e tutte le novità normative, con un occhio di riguardo al ritorno degli investimenti. OMAT si articolerà in un programma di conferenze, workshop, laboratori (studiati per avvicinare il mondo delle PMI al digitale), tavole rotonde animate dai principali esperti di digitalizzazione a livello nazionale – commenta Ursula Staerk, project manager dell’evento – tra cui i rappresentanti dei maggiori player del settore e delle Istituzioni coinvolte. Inoltre, all’interno dell’area demo sarà possibile toccare con mano le soluzioni delle aziende più innovative. Il nostro Paese sta attraversando un momento di profondo rinnovamento per quanto riguarda l’impiego del digitale nel business, spinto da una serie di innovazioni tecnologiche da una parte e dalla volontà legislativa dall’altra. Quest’anno più che mai OMAT, costituisce un momento di fondamentale importanza per capire in quale direzione si sta muovendo il mercato e agire in anticipo sui tempi. Per maggiori informazioni e per iscriversi gratuitamente all’evento, si rimanda al sito www.omat360.it/ mi12.
FLASH IN ANTEPRIMA:
CGK SOLUTIONS Nell’ambito di OMAT Milano, CGK Solutions, in partnership con InoTec (società specializzata nella produzione di scanner ad alta produttività, macchine specifiche per il trattamento di grandi quantitativi di documenti) presenterà al mercato italiano l’innovativo scanner Scamax M06 da 170 pagine al minuto. Dopo aver ottenuto la Certificazione IMQ per il suo sistema di gestione della qualità, CGK Solutions si presenta più forte e strutturata a questo importante evento con obiettivi ambiziosi, in particolar modo desidera far apprezzare al mercato le importanti novità riguardanti il nuovo Scamax M06 da 170 PPM dotato dell’innovativa tecnologia di illuminazione a Led, garanzia di robustezza e risparmio energetico, e dell’esclusivo sistema di trascinamento senza vetrini. OMAT Milano 2012 rappresenterà la vetrina ideale per poter presentare dal vivo lo Scanner M06, che sarà a disposizione di chiunque desideri effettuare delle prove con i documenti utilizzati all’interno del proprio processo produttivo.
CANON In occasione della prossima edizione di OMAT, Canon presenterà la propria offerta di scanner professionali, tra cui il modello P-215. Canon, leader mondiale nella tecno-
logia di digital imaging, annuncia il lancio di imageFORMULA P-215, lo scanner portatile, alimentato tramite porta USB, ideale per piccoli uffici, ambienti SoHo, ma anche per i professionisti in continuo movimento Il nuovo scanner ultra compatto è compatibile con ambiente MAC e PC e supporta funzioni mobile che permettono di effettuare scansioni direttamente da applicazioni cloudhosted come GoogleDocs™, Evernote e SharePoint. Alimentato da un cavo USB, imageFORMULA P-215 esegue scansioni di entrambi i lati del documento con un solo passaggio, acquisendo fino a 15 pagine al minuto. Lo scanner incorpora un alimentatore automatico di documenti che è in grado di contenere fino a 20 fogli, facendo in modo di risparmiare tempo prezioso nella scansione di documenti composti da più pagine. P-215 incorpora inoltre uno speciale slot per la scansione di documenti su tessera plastificata come la carta d’identità, la patente o magari anche carte di debito/credito.
ELO ELO presenterà la nuovissima app per Smartphone: la nuova dimensione per una mobilità illimitata, disponibile sia per iPhone che per iPad. La nuova ELO app per Smartphone si appoggia sulla tecnologia di ELO Web Access garantendo una connessione sicura e stabile verso l’archivio ELO. In questo modo, è possibile ricercare informazioni in modo intuitivo con iSearch oppure salvare le foto in ar-
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chivio, creare nuove cartelle e visualizzare i principali tipi di file. Tutti i task vengono visualizzati in tempo reale, con un semplice tocco, per una mobilità del 100%. La app ELO per Smartphone è disponibile gratuitamente su App Store.
INFOCERT Il passaggio dei flussi documentali dalla gestione cartacea alla gestione digitale porta indubbi vantaggi alle imprese. Ma è altresì vero che intraprendere un percorso di dematerializzazione è una sfida articolata e complessa, con vincoli tecnologici e normativi che possono allungarne i tempi e aumentarne i costi, incidendo negativamente sul ROI.
Va poi considerato che gli interventi che riguardano il passaggio dal cartaceo al digitale implicano interventi di tipo organizzativo, di revisione dei processi, oltre a un’attenzione costante ai dettami imposti dalla normativa vigente. Accanto, ovviamente, permangono tutti i vincoli tecnologici e di business. Consapevole di tutto questo e forte delle spiccate competenze specialistiche su cui fonda la qualità dei propri servizi, InfoCert si è dotata di una struttura snella e capace di offrire ad ogni tipo di organizzazione, pubblica o privata, servizi di consulenza organizzativa e normativa, che si affiancano alle soluzioni di certificazione digitale e gestione documentale. Come di consueto, InfoCert porterà la propria esperienza a OMAT partecipando in sede di conferenza.
ITAGILE In qualità di distributore in esclusiva per l’Italia, ItAgile presenterà a OMAT la soluzione di firma digitale CoSign, il server di firma digitale, che rende semplice la firma, la verifica e la conservazione dei documenti digitali. CoSign è ad oggi l’unico dispositivo di firma HSM (Hardware Security Module) in regola con le disposizioni del recente DPCM 14 ottobre 2011, che pone fine al regime provvisorio che consentiva l’uso degli HSM in mancanza di una certificazione EAL4+. Dal 1° novembre 2011, CoSign è quindi l’unico server di firma utilizzabile per la firma digitale remota, firma elettronica avanzata e firma automatica/massiva (per la fatturazione elettronica e conservazione sostitutiva).
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CoSign dispone di numerosi moduli pronti all’utilizzo e di una gamma completa di interfacce di program� mazione, tali da consentire facil� mente l’integrazione con i principali ambienti e applicativi, quali integra� zione con i Directory Service per la profilazione utenti (ad es. Active Directory), integrazione con i siste� mi di strong authentication (OTP, biometrici, smartcard), integrazione con tutte le maggiori CA per i pro� cessi di enrollment.
KODAK Presso lo stand Kodak sarà possibile visionare le novità della divisione Document Imaging. I prodotti espo� sti comprenderanno gli scanner per i gruppi di lavoro con il nuovissimo ScanMate i920, la nuova Serie i2000 (A4, da 30 a 70 ppm) fino ad arri� vare ai dispositivi di basso volume di tipologia A3 (Serie i1400) che garantiscono una produttività fino a 15.000 pagine al giorno. Da sottolineare la presenza di un prodotto unico sul mercato, il nuo� vissimo Camera Scanner SceyeX, portatile, particolarmente indicato per trattare documenti rilegati e per scansionare qualsiasi tipo di oggetto che rientri nelle dimensioni di un foglio A4. I Centri Servizi potranno inoltre ve� dere in azione lo scanner di alto volu� me scelto per digitalizzare i form del Censimento Italiano: la Serie i5000, ideale per trattare documenti senza limiti di produttività giornaliera, dotato di alimentatore automatico da 750 fogli ed in grado di arrivare all’eccezionale velocità di 210 ppm (i5800). Kodak inoltre fornisce anche un potente software applicativo di cattura, Capture PRO, ora anche nella versione Network Edition per pilotare non solo i propri scanner, ma anche una vasta lista di modelli concorrenti.
KPNQWEST KPNQwest Italia Spa, operatore di servizi di telecomunicazione per le aziende con più di 3500 clienti bu� siness, presenterà a OMAT le novità di “Documatica”, la propria piatta� forma in modalità “as a service” per la gestione della documentazione aziendale. Oltre al processo di conservazione sostitutiva in outsourcing, ospitato in data center ad alta affidabilità, ai sistemi di archiviazione e di ricerca già maturi, la piattaforma si comple� ta con un sistema per la distribuzione automatizzata “multicanale” (posta, email, fax), un sistema semplificato per la gestione della “superimpronta” del processo di conservazione e di nuove interfacce con i sistemi azien� dali: API, FTP e client AS/400. Grande attenzione è stata dedicata ai nuovi processi di notifica auto� matizzati che informano il cliente in tempo reale sullo stato del processo di conservazione. Insieme a Documatica, sarà possibile approfondire le caratteristiche di “Messaging”, la piattaforma “as a service” per la gestione di documen� tazione non strutturata, che permet� te invio e ricezione di fax e sms in outsourcing, nonché l’invio massivo di email.
NICA A seguito dei cambiamenti struttu� rali dell’economia negli ultimi due anni, nel 2012 la domanda di archi� viazione documentale continuerà a rivolgersi principalmente verso le applicazioni in grado di offrire, a costi molto contenuti, significativi incrementi di efficienza e notevoli riduzioni dei costi interni dell’azien� da. Partendo da questi presupposti NICA presenta ad OMAT Milano 2012 due novità:
DOCS, la soluzione in grado di realizzare in modo efficace la de� materializzazione dei documenti cartacei delle aziende. Il sistema ha come obiettivo l’eliminazione dei supporti cartacei nel punto in cui emergono in azienda e la loro sosti� tuzione con documenti elettronici. ProFit, la nuova soluzione per la gestione automatica del ciclo delle fatture passive con fatturazione a consuntivo in base alle fatture ef� fettivamente elaborate. Prevede una rete di Centri Servizi che offra� no alle aziende Italiane la elabora� zione completa delle Fatture rice� vute, in parte presso il Centro Servizi per l’estrazione dei dati dalle fatture ed in parte presso l’a� zienda, per il trasferimento dei dati estratti nel gestionale installato.
OPENWORK Nell’era del Mobile Computing e della multicanalità, dove essere ���� “of� fline” diverrà presto un’eccezione e accedere alle informazioni ovunque e da qualsiasi dispositivo una necessi� tà, Openwork presenta in anteprima a OMAT Milano 2012 la sua nuova proposta per la creazione di soluzio� ni applicative. Presso il demo point di Openwork verrà infatti mostrata la facilità con la quale è possibile realizzare soluzioni applicative mul� ticanale in ambiti diversi come, ad esempio, la workforce automation e l’organizational planning. I nuovi strumenti Openwork aiutano le organizzazioni a sfruttare al meglio il valore delle nuove tecnologie per il proprio business. Progettati recepen� do le evoluzioni del mercato e della tecnologia, rispecchiano la filosofia che da sempre caratterizza l’azienda: permettere un passaggio rapido e senza soluzione di continuità tra l’immaginare una soluzione applica� tiva e vederla realizzata ed immedia� tamente operativa, rendendo costan� te l’allineamento tra l’evoluzione del business e gli strumenti IT. iged.it 01.2012
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RECOGNIFORM TECHNOLOGIES Recogniform Technologies SpA presenterà durante l’edizione 2012 di OMAT Milano diverse novità. Recogniform Reader 10.0, la recentissima major release della piattaforma di lettura ottica utilizzabile per estrarre dati ed informazioni da moduli e documenti cartacei sia strutturati che non strutturati. Recogniform OCR Server for Invoices, il nuovo prodotto per estrarre automaticamente dalle fatture passive fornitore, data e numero fattura, a prescindere dal layout. Tale sistema, in abbinamento a qualsiasi programma di archiviazione ottica, consente la memorizzazione automatica delle fatture, senza necessità di digitazione manuale dei dati di classificazione. Recogniform Book Scanner Suite, il prototipo di un originale sistema hi-tech, ma low-cost specifico per la dematerializzazione di libri.
Recogniform ImageProcessor 7.1, la nuova minor release del potente sistema di elaborazione batch delle immagini con centinaia di funzioni avanzate che consento di migliorare, convertire e verificare la qualità di documenti digitali.
TOP CONSULT Top Consult sarà presente ad OMAT Milano 2012 assieme ad ACI Informatica, con cui offre ad imprese e PA servizi di gestione e conservazione sostitutiva in house e in outsourcing dei documenti fiscali e societari. L’offerta congiunta si basa in particolare sul nuovo pacchetto applicativo NED for Corrispondenza e sul nuovo servizio PEC Lex, per la gestione e conservazione della corrispondenza e della PEC (che come documento firmato digitalmente va obbligatoriamente conservato a norma) e sulla disponibilità del Data
Center di ACI Informatica (che è anche gestore certificato PEC), uno dei principali e meglio organizzati centri elaborazione dati in Italia. NED for Corrispondenza è una soluzione concreta che ricrea in modo virtuale l’ufficio posta aziendale, che smistava la corrispondenza in arrivo a persone e reparti interessati, o la spediva in uscita, ma che ne ha perso il controllo a causa soprattutto dell’e-mail e della dispersione delle informazioni fra gli utenti finali. Per chi non vuole ancora affrontare le tematiche della gestione della corrispondenza, ma vuole comunque ottemperare all’obbligo di conservazione delle mail e delle PEC, Top Consult offre il servizio semplificato PEC Lex.
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dalle aziende
ELO Digital Office GmbH ELO Digital Office GmbH sviluppa e commercializza programmi e soluzioni ad alte prestazioni per la gestione documentale, l’archiviazione digitale e la gestione dei flussi di lavoro, nonché per l’intera gamma di funzioni ECM (Enterprise Content Management). Nel 1996, all’interno del gruppo Louis Leitz, viene creato il brand ELO (Elektronischer Leitz Ordner), cui segue la nascita di ELOoffice, un prodotto dedicato alle piccole e medie imprese. Dal 1998 ELO Digital Office GmbH diviene una società indipendente e nello stesso anno viene introdotto ELOprofessional, un prodotto più sofisticato, che soddisfa i complessi bisogni di aziende più grandi. Nel 2004 viene infine commercializzato ELOenterprise, con l’intento di entrare in un ambiente eterogeneo, oltre a quello windows-based, con una versione platform-independent e multi-client. ELO opera ormai da un anno direttamente nel mercato italiano, con una propria sede. La squadra è guidata dal Country Manager Vito Intini, che viene da un’esperienza decennale sul tema della gestione documentale, avendo infatti curato con successo il rilancio in Italia di diverse società estere. Rappresenta quindi la persona adatta per il mercato italiano, sul quale ELO può fare valere l’esperienza di successo avuta con importanti partner quali Daimler, Expert, GDF Suez, Lufthansa Technik Logistik, MAN, Pernod-Ricard, la Polizia Bavarese e Skoda. Il successo di una soluzione ECM dipende in larga misura dalla competenza dei servizi di assistenza e consulenza forniti al cliente. Per
questo la strategia aziendale di ELO è incentrata su una consolidata rete di Partner. Grazie a programmi di formazione continua e di certificazione, i nostri Partner vantano una profonda conoscenza ed esperienza riguardo all’intera gamma di soluzioni ELO e ECM/ DMS. In Italia è possibile citare ad esempio Led Spa, che è diventato un importante partner di ELO, promuovendo il prodotto e ottimizzandone la localizzazione sulle tematiche legislative italiane. Le aree operative di Led sono le istituzioni finanziarie ed assicurative, le utilities, le società di produzione e di trasporto ed in genere tutte le aziende con un elevato grado di complessità organizzativa. Le soluzioni portate sul mercato connesse con il lavoro di integrazione, caratterizzazione ed adattamento alle necessità di una realtà sociale europea permettono ai clienti di focalizzarsi sui propri obiettivi principali. I progetti Led sono gestiti secondo metodologie condivise e logiche industriali: il risultato è la garanzia e la rapidità del ritorno dell’investimento. L’esigenza di archiviazione dei documenti legati ai processi per la conformità legale e lo sviluppo tecnologico di rappresentazioni dei processi di lavoro (workflows) mediante moduli della Suite abilitano i prodotti Led alla gestione ed integrazione automatica e massiva di documenti estremamente eterogenei. Un esempio è costituito dalla realizzazione di software per l’archiviazione di flussi di fatturazione passiva provenienti da un
elevato numero di fornitori per un fondo di previdenza ed assistenza sanitaria. I risultati del progetto sono stati la riduzione drastica dei tempi elaborazione con un miglioramento gestionale e la possibilità di impiegare le risorse umane a disposizione in migliori attività di controllo e supporto al business. L’esigenza sentita da un cliente che opera nel mercato dell’estrazione petrolifera e dell’energia era quella di integrare i sistemi e migliorare i processi relativi al portfolio project management per fornire dei miglioramenti prestazionali a parità di investimenti nell’ambito della gestione della manutenzione preventiva e i sistemi di automazione industriale. Led ed i suoi partner hanno collaborato per permettere la realizzazione di un’ottima integrazione che consegue tutti gli obiettivi strutturando un ecosistema di prodotti trasversali e connessi. il core business e anche le risorse ICT di quest’organizzazione hanno potuto ottenere significativi benefici ed apprezzare la migliorata qualità del proprio lavoro. Caratteristica distintiva di ELOprofessional è il modo in cui riunisce in un’infrastruttura di archiviazione unificata i più svariati tipi di documento.
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È infatti possibile integrare il sistema ELO con quasi tutte le principali applicazioni aziendali: ELO è in grado di gestire documenti Microsoft Office, messaggi di posta elettronica, documenti su carta, disegni tecnici o documenti ERP. Il contenuto di informazioni e documenti provenienti da sistemi ERP, un mainframe AS/400 o altre fonti, vengono acquisite e importate automaticamente, quindi indicizzate e archiviate su richiesta. Si configura così un sistema aziendale unificato. La struttura di archiviazione del sistema ELO si rifà a tecniche di catalogazione convenzionali che non richiedano grandi sforzi d’apprendimento. Per rendere l’interazione tra utente e software il più “user- friendly” possibile ELO conduce regolari test di fruibilità. Esempio ne è la possibilità di accedere a ELO con modalità diverse: attraverso un browser, il notebook, smartphone o con un client Linux, Mac o Windows.
ELO offre inoltre funzioni DMS per l’intero ambiente di Office. Grazie all’integrazione ELO per Microsoft Word, è possibile effettuare la ricerca e la visualizzazione della corrispondenza utilizzando semplicemente Word in ELO. Anziché essere memorizzati nel disco fisso locale o sulla rete aziendale, i documenti vengono salvati e protetti nell’archivio centrale. Per ciò che concerne la ricerca dei dati, mediante la componente ELO iSearch è possibile effettuare interrogazioni nell’intero archivio. ELO iSearch supporta l’utente durante l’intero processo di ricerca in modo intelligente e trasparente, consentendogli di giungere più rapidamente alle informazioni per lui rilevanti ai fini decisionali. L’utente ottiene le informazioni desiderate in modo rapido e sicuro grazie a componenti quali l’autocompletamento, la correzione ortografica, il collegamento intuitivo a termini di ricerca, le procedure di ricerca linguistica, le funzioni di filtro e il thesaurus. La legislazione in vigore in numerosi paesi richiede la conservazione della posta elettronica rilevante ai fini aziendali. Applicando tecniche di archiviazione dell’e-mail su client e su server, ELO XC consente una conservazione affidabile e garantita contro la manomissione
della posta elettronica per l’intero periodo prescritto e oltre. ELO XC offre inoltre la compatibilità totale con quasi tutti i programmi di posta elettronica, quali Microsoft Exchange, IBM Lotus Notes e Novell Group-Wise. Per assicurare la leggibilità anche dopo anni, ELO offre la possibilità di convertire automaticamente l’e-mail in uno dei formati di conservazione a lunga durata TIFF e PDF/A. ELO Internet Gateway consente l’accesso veloce e indipendente ad un archivio centrale ELO partendo da piattaforme diverse. È infatti possibile accedere all’archivio ELO da qualsiasi sede utilizzando un semplice browser. ELO Internet Gateway traduce, attraverso il server Web di ELO, l’intero archivio in codice HTML. Il client di ricerca ELO accede al server Web ELO indipendentemente dalla piattaforma (Windows, Linux, Macintosh), supportando browser diversi, quali Mozilla Firefox e Internet Explorer. ELOprofessional offre inoltre, già a partire dalla versione standard, con ELO WCM (Web Content Management) un ambiente ad alte prestazioni per la gestione del contenuto Web. ELO for smartphone ed ELO Mobil permettono l’accesso a qualsiasi informazione desiderata da smartphone e computer portatili. Accesso in pochi istanti, facilmente e dappertutto a qualsiasi informazione desiderata. Al passo con la strategia multi-client, le soluzioni ELO for Smartphone ed ELO Mobil sono oggigiorno un importante e ormai imprescindibile fattore di successo.
VITO INTINI, COUNTRY MANAGER, ELO
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Euro Sistemi estende le proprie competenze alle tecnologie semantiche per content capture e management
DI SIMONA ABELA
Euro Sistemi srl annuncia la nascita di una partnership commerciale con la start-up Altilia srl un’azienda, spin-off del CNR, operante nel settore delle tecnologie semantiche per content capture e management. Grazie a questa nuova partnership la pluridecennale esperienza di Euro Sistemi srl, nel settore della gestione documentale e dell’archiviazione ottica, si arricchisce di avanzate competenze tecnologiche per la realizzazione di nuove soluzioni nei settori del content capture; document, content e knowledge management; business e competitive intelligence. Le nuove soluzioni offerte da Euro Sistemi presentano caratteristiche uniche nel loro genere e sono basate su un insieme avanzato di funzionalità che consentono all’utente di estrarre e gestire contenuti, presenti in sorgenti Web e documenti di tutti i formati, sulla base della loro struttura e semantica. Gli utenti delle nuove soluzioni di Euro Sistemi potranno facilmente acquisire contenuti, da pagine Web e documenti testuali di vario formato, in base alle loro caratteristiche sintattiche. Le soluzioni consentono, infatti, di acquisire: token testuali; immagini; video; token spaziali (ovvero porzioni di documento nelle quali sono visualizzate specifiche parti di testo, immagini, video, ecc.); frasi; parti del discorso; lemmi; radici delle parole; entità; item di dizionari; file multimediali quali immagini, video e suoni. Grazie a questo insieme di funzionalità un utente può estrarre immagini aventi una certa dimensione, video di un certo tipo, testo avente specifiche caratteristiche visuali o linguistiche (per esempio: testo blu in corsivo, frasi scritte con un
certo font); entry di dizionari ed entità nominate rappresentanti nomi di persone, di aziende, prodotti, di marchi, di luoghi, eventi, date, ecc. Spesso la semantica dei contenuti, di pagine Web e di documenti, dipende dalla struttura degli stessi, ovvero da come oggetti quali stringhe, immagini, segni grafici, elementi multimediali sono distribuiti all’interno di una pagina. Le soluzioni proposte da Euro Sistemi consentono di: individuare ed acquisire automaticamente data record quali, per esempio, i prodotti presenti nei siti di commercio elettronico sotto forma di elenco; individuare ed acquisire automaticamente tabelle aventi diverse strutture; scomporre un documento nelle sue parti costituenti quali pagine, sezioni, titoli, capitoli, paragrafi, aree di testo, colonne di testo, intestazioni e piè di pagina, elenchi puntati e numerati, ecc.; estrarre automaticamente articoli di giornali on-line, post di blog e social network; interi documenti da siti Web; Per esempio, l’utente può estrarre tabelle da ogni tipo di pagine Web e documento (aventi formato: pdf, doc, ppt, txt, etc.) e memorizzare le informazioni estratte in database relazionali, xml e rdf. Ancora, può estrarre automaticamente prodotti presenti in un sito Web di e-commerce e memorizzarli in un database per successive applicazioni di price o business intelligence. Inoltre, può individuare ed estrarre porzioni specifiche di documenti quali pagine, colonne, sezioni,
capitoli al fine di ottenere solo le porzioni di documento a cui è interessato. La semantica di gran parte delle informazioni di valore, presenti nelle pagine Web e nei documenti, è espressa mediante il linguaggio naturale. Le soluzioni proposte da Euro Sistemi permettono di analizzare il linguaggio naturale al fine di riconoscere ed estrarre: semplici concetti definiti dall’utente, quali per esempio nelle fatture passive l’ammontare totale, la data, l’imponibile, l’Iva, i singoli articoli e le relative quantità, la data di scadenza, ecc.; concetti complessi come un appartamento con i suoi dati distintivi presenti su un sito Web di un’agenzia immobiliare, una fotocamera con le sue caratteristiche presente su un sito di e-commerce; concetti contenuti in tassonomie ed ontologie definite dall’utente o già esistenti. Tali ontologie possono essere arricchite da regole di annotazione/estrazione le quali permettono di riconoscere i concetti anche se espresse mediante “significanti” differenti. Per esempio, nomi di malattie contenuti nel dizionario medico MeSH possono essere riconosciuti sulla base dei nomi che i medici usano nel loro tipico gergo; concetti presentati in forma semistrutturata all’interno di tabelle; parti di documenti contenenti determinati concetti scelti dall’utente in modo da consentire una annotazione dei documenti più granulare ed una ricerca semantica più raffinata. Per esempio, l’utente può ottenere una tabella, un paragrafo,
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possiamo ci frase, ecc. solo se questa contiecettifunzionato, complessi ed abilitare dirlo, funzioLa una cosiddetta “riforma Brunetta” ha hanno sicuramente quelle einricerca materia tra ne i suoi cardini l’empowerment un determinato concetto. dei sono nalità di classificazione sefirme elettroniche e documento cittadini, le occasioni di di mantica; Grazie a accrescendo queste funzionalità semane il merito del Ministroe dar lorolepossibilità di esprimere giudizi tiche soluzioni innovative per informatico estrarre metadati da documenti di aver-e sulla soddisfazione nella fruizione dei Brunetta content capture, document, content favorireè sicuramente le attività di quello annotazione e di voler porre rimedio servizi. Anchemanagement per i servizi online e knowledge fornitevale da lo notato distribuzione dei documenti all’in-a situazione. lo stesso principio: le amministrazioni Euro Sistemi consentono di analizzare questa terno dei processi di business (inforle molteplici ragioni che sin sono ad adottare strumenti il testotenute contenuto nei documenti ed Tramation management). Perhanno esempio, impedito un’applicazione idonei alla annotazioni rilevazione immediata, coneffettuare ed estrazioni in quidato un insieme di fatture diffusa passive eè soddisfacente del CAD, sia nel settore tinua delespressi giudizioindegli utenti. base ae sicura concetti linguaggio possibile estrarre il numero della pubblico quello privato, vil’amera naturale, al fine di: fattura,che la in data di scadenza, un’eccessiva Sicurezza informatica - Alla luce delle certamente individuare informazioni di interesmontare totale, il nomecomplessità del fornitodefinitorio che ha infinito previsioni appena illustrate, il digitale se per applicazioni analitiche anche delrequadro ecc. in modo da governare mail produrre lo smarrimento diventerà la regolainelinguaggio il cartaceonatural’ecce- conniera in documenti automatica il processo tra di utilizzatori, oltre (invoia una zione; conseguenza, le amministrale. Sidipensi, per esempio, alle opinio- i potenziali gestione delle fatture passive incertezza sulle reali implicazioni dovranno – un’azienda necessariamente – diffusa ni dei clienti di sui proce management); Figura 7 – della Su di un modulo acquisito filtrando il colore con cui sonodegli disegnate leweb caselle ma zioni giuridiche strumenti infodedicare sempre maggiore attenzione dotti stessa (opinion mining, estrarre record da pagine aventi sul quale è statodei impresso overlay, un modulo vuoto non filtratoè telematici. allasentiment sicurezza dati einalla privacydopo deiil riconoscimento, analysis), oppure alla certe caratteristiche. Per esempio, è molto più agevole effettuare una eventuale verifica o correzione manuale deisito dati.di inizia Perpossibile questo ilestrarre decreto cittadini (per esempio, predisponendo possibilità di catturare dichiarazioni dacorrettivo un coml’aggiornamento piani garantire continuità opera- proprio di per manager di laaziende sull’andamerciocon elettronico solo i laptopdelle con una adistintivamento anche in di disastri). di azioni o vendite della definizioni, display daintroducendo 13 pollici tuttidii marcatura è caso quindi sufficientemente si possa aspettare. Chi insieme ha necessità “copia informatica” e “duplicato stessa permolto scopi più di financial lorotraattributi (marca, può prezzo, caratcomplessa, di quello intelliche ci zione utilizzare tale tecnologia scegliere quest’ultimo consiste Firme elettroniche e conservazione documen- informatico”: gence; teristiche tecniche, ecc.) e memorizdi un documento tale – Tra ledocumenti vecchie norme chea connon nella annotare rispetto zarliproduzione in un database;
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informatico del tuttodiidentico quello, estrarre documenti sulla prodotti giàporzioni collaudati e prontia all’uso, sempre informatico, cui Per è tratto base realizzare dei loro contenuti. esem-e o può unadapropria applidal quale, concreto, non distinguipio, è possibile estrarre daè un bollet-a cazione inin autonomia ricorrendo bile; al che contrario, copia informatica tino ufficiale dilauna solo i SDK, agevolano eRegione velocizzano di un documento bandi relativi ainformatico certe materie; non poco la realizzazione del consiste proprio in documento che loro vie un estrarre tabelleinformatico sulla basepartire dei progetto, evitando di dover da ne tratto unPeroriginale (ovviamente contenuti. esempio, dalla nota zero e di da doversi scontrare con proinformatico) cui resta, però, distinintegrativa diegregiamente un bilancio è risolte. possibile blematiche giàda guibile (perché, si utilizza estrarre soloper le esempio, tabelle relative al un dettaglio diverso formato, come nel caso delle immobilizzazioni di immateriali, una copia inoppure formato .pdf lediconun estrarre originale .doc). Dal puntoservizi di vista dizioniinapplicate a certi fipratico, i duplicati, per la lorodescrittivi indistinnanziari dai documenti guibilità dall’originale, li sostituiscono degli stessi. a ogni effetto, mentre le copie non fanno venir meno l’obbligo di conservazione dell’originale. FRANCESCO PUCINO Le novelle apportate prevedono Cofondatore e CEO di Recogniform anche un incremento delle tipologie Technologies SpA, membro IEEE delle firme, che passano da tre a quated AIIM, svolge attività di ricerca nel tro: firma elettronica, firma elettronica settore imaging dal 1990. avanzata, SIMONA firma ABELAelettronica qualificata e firma digitale. CEO di Euro Sistemi L’introduzione della firma elettronica
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