Architettura

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supplemento n.2 al numero 128 di settembre 2008 del mensile di cultura e spettacolo Venezia News - spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/B - legge 662/96 - DCI-VE

NEW ARCHI-TYPES

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out there architecture beyond building




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21 padiglione italiano

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© Studio Albori

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© MAD

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© Daniele Ratti

© Himmelb(l)au

© Totan Kuzembaev

short talks

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© Zaha Hadid

interview

33 padiglione venezia


around the world

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national pavilions

not only biennale

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collateral events





C’è qualcuno lì fuori? Is anybody Out There?

Super Star_A Mobile China Town in Rome © MAD

La Mostra

Internazionale di Architettura può raccontare storie vere, intrigare il suo pubblico, che è fatto sempre meno di specialisti, coinvolgerlo in questioni di grande caratura, giocando un ruolo educativo da un lato e di proficua crescita disciplinare dall’altro. Registi di questa dialettica nel corso di alcune edi-

di Giovanni Vio zioni veneziane sono stati architetti che, muovendosi dal di dentro, hanno cercato di chiarire ciò di cui si occupa la loro professione: il progetto di edifici o di territori. Che fatica visitare quelle mostre, che imponevano concentrazione e capacità di entrare nelle soluzioni progettuali e coglierne il motivo ispiratore generale. Poi hanno preso ruolo gli storici dell’architettura: figure accentranti, che, da una posizione esterna, proiettano la loro visione spesso strettamente e personalmente politica. Ne sono risultate mostre dominate da patinati concorsi ad incarico a risolvere temi di implicita rilevanza mondiale. Infine sono arrivati i curatori professionisti che hanno clonato la Mostra di Architettura in una gemella di quella dell’Arte, creando un piacevole disorientamento nel pubblico. Con il fiorire dei musei dell’architettura, di importanti centri per l’architettura con relativa intensa attività editoriale e pubblicistica si sono formati dei manager-curatori allo scopo anche di trasmettere efficacemente l’architettura, fare marketing culturale, agendo un po’come artisti, che si occupano di bellezza, di sensualità, un po’ come business leader, alla perenne conquista di innovazione e di mercati. Ma da che

prodotto dipende e, viceversa, genera, la diffusione dell’architettura mediatica, passata dalla modestia disciplinare, alla sicurezza dello studioso ed infine alla società della spettacolarizzazione? È necessariamente un’architettura che, come dice Gehry per le sue opere «sarà il mercato a decidere se non è buona». È facilmente un’architettura che va oltre l’edificio, come propone Aaron Betsky. Se poi è vero, citando Rem Koolhaas che «lo shopping è con tutta probabilità l’unica forma restante di attività pubblica», ci troveremo di nuovo di fronte ad un grande mercato delle immagini-slogan da consumare. Folgorazioni che ci fanno sognare un possibile mondo più etico, che è prossimo, metamorfico e che sta lì fuori, per parafrasare i titoli delle edizioni della Mostra di Architettura di Venezia di questo millennio. Concepire altro, sperimentare, interrogare la realtà è quanto il pubblico sarà chiamato a fare in questa Biennale, attraverso, ci dice Betsky, «strutture effimere, visioni di altri mondi o prove tangibili di un mondo migliore». Credere che installazioni o ‘good vibrations’ risolvano i problemi di un mondo senza democrazia, solidarietà, etica, di una società di artisti ed architetti globalizzata, suppone che, a visitare la mostra, sia un pubblico del tutto astratto, semplicemente riducibile ad una massa che consuma, che sogna, che genera capitale. Dallo spazio progettato o sognato si richiede senso e sensualità secondo un indovinato mix di strutturalismo postmodernista ed edonismo liberista. Icone ed enigmi, capriccio ed effimero, sono gli ingredienti principali di questa rivisitazione mediatica del modernismo.

The International

Architecture Exhibition can narrate true stories, intrigue its public, involve it in questions of great carat weight, playing an educational role on the one hand and of profitable disciplinary growth on the other. Directors of these dialectics in the course of several Venetian editions have been the architects who, moving from inside, have attempted to make clear what their profession is concerned with: the project of buildings or of territories. Then architecture historians have come upon the scene: centralizing figures who, from an external position, project their often strictly political vision. Last to arrive were the professional curators, with the ability of effectively transmitting architecture, of creating cultural marketing, acting a bit like artists who concern themselves with beauty and sensuality, a bit like business leaders eternally seeking innovation and markets. But on what product depends and, vice versa, generates, the diffusion of media architecture, which has passed from disciplinary modesty to the security of the scholar and finally to the society of spectacularization? Easily this is architecture which goes beyond the building, as Aaron Betsky proposes it. To conceive something else, to experiment, to interrogate reality is what the public will be called upon to do in this Biennale, by means of "ephemeral structures, visions of other worlds or tangible proof of a better world". From designed or dreamed space, one requires sense and sensuality according to a guessed mix of post-modernist structuralism and liberating hedonism. Icons and enigmas, caprice and ephemeral qualities: these are the main ingredients of this media interpretation of modernism.



:aaronbetsky Nel giardino di Aaron In Aaron’s Garden

Progetto Venezia Project: Venice :e

It is often through daily and lighthearted conversations that one comes to understand the deep spirit of a vision. It seems to us that Aaron Betsky wants to take us “out there, beyond our homes” so as to free our minds from a certain feverish mechanization that occupies our daily lives, and even how we imagine our vital spaces. It is a healthy invitation to redefine our quality of life in more humane ways. An invitation to quickly accept.

ph Daniele Ratti

Per cogliere lo spirito, l’energia, il senso di libertà che anima la passione per l’architettura e la ricerca di Aaron Betsky, vi invitiamo a iniziare la lettura di questa lunga intervista dalla risposta alla domanda più scanzonata, l’ultima, quando descrive la sua casa americana. Spesso è proprio nei discorsi più lievi e quotidiani che si coglie lo spirito profondo di una visione. Ci sembra che “lì fuori, oltre le nostre case” questo intrigante studioso olandese ci voglia portare per liberarci la mente da una certa meccanicità febbrile che occupa la nostra vita quotidiana, anche sul terreno dell’immaginazione del nostro spazio vitale. Un invito salutare a ridefinire a quote più umane la nostra qualità della vita. Un invito da prendere al volo. La sua biografia è nota a tutti, ma come si è avvicinato davvero all’architettura? Quali le suggestioni, i maestri, i modelli che hanno ispirato il suo percorso? Fondamentalmente sono due gli episodi che mi hanno avvicinato all’architettura. Come sempre, alla base di una grande passione c'è un

grande maestro. Ecco, io posso dire di avere avuto un grande insegnante che quando parlava di architettura trasmetteva una tale passione da farti letteralmente piangere. Un insegnante incredibile con il quale ho fatto la tesi e i primi lavori di ricerca. Ma c'è anche un altro episodio, ancor precedente a questo: risale ad un periodo bellissimo della mia vita quando frequentavo le scuole superiori in Olanda. Dovevo presentare un progetto e la mia insegnante di allora mi parlò della Schroeder House di Rietveld, una casa molto famosa a Utrecht, nel cuore dell'Olanda; una casa che sembra una trasposizione tridimensionale dell'arte di Mondrian. Organizzò per me un incontro con la signora Schroeder. Così andai all'appuntamento, naturalmente in bicicletta, e incontrai questa signora già molto anziana che mi mostrò la casa e mi raccontò delle fantastiche storie sugli artisti che erano passati di lì e sulle favolose feste che quella casa aveva ospitato. Effettivamente era come trovarsi al cospetto di un quadro di Mondrian a tre dimensioni: era estate e la signora Schroeder si avvicinò ad una finestra per

Your biography is well-known; but how did you choose architecture? What were the suggestions, who were your teachers, which models inspired your career? I had a wonderful professor who spoke about architecture with such passion that he could literally make you cry. But even before this, there was a wonderful time in my life when I was attending high school in Holland. I had to do a project for class and my teacher suggested that I look at the Schroeder House by Rietveld, a very famous house in Utrecht that is just like a threedimensional Mondrian. So I met Ms. Schroeder, this very old woman who showed me around and told me fantastic stories about all the great artists who had stayed there. It was summer and so she opened one of the windows - a corner window that opened up on two sides - and it was as if all the space in the house flowed right outside. In that moment I understood the great possibilities of architecture. Great architecture has the ability to affect you, to open your eyes and mind to new ways of looking at the world. Like a pebble in a pond, with "Out There: Architecture Beyond Building", you raised the level of debate and polemics on contemporary architecture. For me it is important to distinguish between “architecture” and “building”. A “building” is, for example,

Quando arrivai a Venezia la prima volta come Presidente della Biennale e visitai i Giardini, avendo già visto alcune mostre negli anni precedenti, mi chiesi se mai poteva avere gran futuro un modello di mostra fondato sui padiglioni dei vari Paesi secondo il modello ottocentesco fin de siècle, quello tipico delle Expositions Universelles che tutte le grandi città, nel trionfo della loro vanità, si erano date tra Otto e Novecento come sedi ideali per annunciare le gloriose sorti progressive del tempo presente. Confesso che una prima volta sono scivolato nello scetticismo; fu anche per questo che mi dedicai prevalentemente ad iniziative miranti a dotare la Biennale di spazi propri come l'Arsenale, capaci di accogliere grandi mostre davvero internazionali, di dare quindi rappresentazione al mondo. È probabile che, attraverso il recupero di queste nuove strutture, la Biennale sia tornata a credere in sé, tanto che si è verificato un fenomeno da me inatteso: ha cominciato a crescere la partecipazione esterna agli spazi della Biennale, nazionale e internazionale. In questa Mostra di Architettura si avranno 30 partecipazioni nazionali ai Giardini, 13 in Arsenale, 13 mostre organizzate in città da Paesi ufficialmente invitati dalla Biennale. A tutto questo si sommano 24 iniziative che chiamiamo Eventi Collaterali che quest’anno sono raddoppiati rispetto alle scorse edizioni. Per il settore architettura sono partecipazioni mai registrate prima; è un dato che interpretiamo come una tendenza visto che l'anno scorso la partecipazione alla Biennale Arti Visive è stata di ben 86 Paesi. Nuovi Paesi chiedono di essere ammessi e abbiamo già concluso l'accordo per gli Emirati Arabi Uniti. Purtroppo non tutti potranno avere un padiglione, ma è un dato che tutti vogliono essere a Venezia alla Biennale. Assisto così a un fenomeno almeno per me imprevisto e prendo atto che ormai la Biennale si sviluppa in tre luoghi: ai Giardini, all’Arsenale, in Città. Questo indurrà anche noi a prevedere una serie di nostre installazioni per essere presenti in un territorio così ricco di partecipanti. A seguito di questa evoluzione si potrà forse ipotizzare che qualcuno di questi Paesi costruisca in prospettiva una presenza nel territorio veneziano avente carattere più duraturo e sviluppi con Biennale un dialogo, affinché sia favorita una più radicata e continuativa presenza di iniziative che per la loro indiscussa qualità possano e potranno arricchire sempre più la vita della città veneziana. Paolo Baratta, Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia

When I visited the Giardini for the first time as President of the Biennale, I asked myself what future there was for the model of an exhibition based on national pavilions following the typical late nineteenth century example of the Expositions Universelles. I must confess that, initially, I was skeptical. It was also for this reason that I dedicated myself principally to providing the Biennale with spaces like the Arsenal, able to host large, truly international expositions. It is probable that, as a consequence, the Biennale started to believe in itself once again, so much so that the external participation, national and international, has begun to grow. In this Architecture Exhibition there will be 30 national participations at the Giardini, 13 in the Arsenal, 13 exhibitions in the city organized by the nations that were officially invited. To all this we must add the 24 collateral events which, this year, are double the number of those of the previous editions. New countries are asking to be admitted. Unfortunately, not all of them can have a pavilion; but all of them want to be represented at the Venice Biennale. Thus, I am witnessing a phenomenon which, at least for me, is unexpected: the Biennale is developing in three places: the Giardini, the Arsenal, the City. We may also hypothesize that one of these nations will construct, in perspective, a presence in Venetian territory, having a more durable nature, developing a dialogue with the Biennale, so that a more firmly rooted, continuative presence of initiatives might be fostered, which for their undeniable qualities might increasingly enrich life in the city of Venice.


:aaronbetsky direttore aprirla, solo che la finestra costituiva uno degli angoli della casa e, aprendosi in due parti, sembrò che ad un tratto lo spazio interno fluisse verso l'esterno. Ancora oggi ricordo la sensazione quasi in modo fisico: gli spazi fluivano l’uno nell’altro e in quel momento ho compreso plasticamente le enormi potenzialità dell’architettura. La grande architettura ha sicuramente la capacità di non lasciarti indifferente, la capacità di aprirti gli occhi e la mente verso nuovi modi di considerare il mondo. Mi piace molto, sebbene possa sembrare un’affermazione un po’ ‘romantica’, ciò che ha detto Wolf Prix a questo proposito: «Volevo un’architettura aperta per occhi e cuore aperti, per un pensiero aperto». Penso sia un modo molto bello per esprimere ciò che anch’io desidero dall’architettura. Come un sasso in uno stagno, con Out There: Architecture Beyond Building sembra proprio aver voluto innalzare il livello perturbante del dibattito attorno a questa convulsa età dell’architettura. A costo di sembrare pedante, per me è importante distinguere tra architettura e costruzione. Spesso si pensa siano la stessa cosa, ma non è affatto così. Un edificio è, ad

esempio, quello in cui ci troviamo ora e proviene dall’azione del costruire. L'architettura, invece, è più difficile da definire. Potrei dire semplicemente che architettura è tutto ciò che ruota attorno all'edificare e all'edificio o, per tornare ad un tema di una recente Biennale, che architettura non sia altro che meta-edificio, ossia il modo in cui noi organizziamo gli edifici attraverso progetti e sezioni. Per farla breve, il modo in cui gli edifici appaiono. Naturalmente l'edificio è il modo più completo in cui l'architettura si esprime ma, paradossalmente, è davvero sempre più difficile ritrovare l'architettura nell’edificio. Di questi tempi, più che da architetti, gli edifici sono fatti da codici: regole edilizie, regole di sicurezza, di efficienza, regole finanziare. Sempre più spesso all’architetto rimane alla fine ben poco da fare che non possa benissimo essere svolto da un programma al computer. Io naturalmente continuo a ritenere che l'architettura sia necessaria in quanto è ciò che permette di immaginare lo spazio che ci circonda, di collocarci nel nostro ambiente, di determinare il nostro rapporto con il mondo e con gli esseri umani che con noi lo abitano. Questi sono elementi “esistenziali” assai più importanti

Schroeder House, Utrecht

che non offrire un riparo da pioggia e sole. Se allora gli edifici non riescono più a soddisfare una diversa idea di architettura, dove dobbiamo cercare? Forse negli interni, forse nei paesaggi, o forse solo nei sogni, nelle visioni e nelle idee, nella memoria o forse ancora in strani esperimenti che non dovremmo neppure poter più definire edifici, come le installazioni site-specific. Da molto tempo seguo e ammiro il lavoro di Diller & Scofidio. Oggi anche loro ‘costruiscono’, ma per anni hanno lavorato sulle installazioni. Per me la loro era grande architettura. Questi sono i percorsi che tenteremo di esplorare in questa Biennale. La polemica sugli eccessi di protagonismo degli architetti: la vecchia diatriba tra il bello e l’utile. La bellezza formale è un buon inizio, ma un’idea compiuta non si realizza forse quando un progetto si sa calare nella storia, in una storia, in un contesto? Non sta a me definire cosa debba fare un architetto, posso però affermare cosa sarebbe interessante facesse. Ultimamente si fa un gran parlare di starchitect, certo è una definizione molto riuscita, ma non era forse già Palladio uno starchitect? E cosa dire di Aldo Rossi? La faccenda non è nuova. Nella nostra cultura chiunque crei e riesca ad esercitare un forte appeal sulla nostra immaginazione, chiunque sia in grado di stupirci o semplicemente piacerci, potrà con un po’ di fortuna raggiungere una certa notorietà e sarà inevitabilmente visto come una star. Viviamo in una star culture ed è in questo contesto che lavoriamo. Ma le scelte di un architetto dipenderanno naturalmente da quello che egli vorrà e saprà davvero fare. Se il suo obiettivo è quello di creare grandi dimensioni, allora dovrà meramente negoziare tra le richieste del committente, i costi, le regole comunali, ecc. Ma se oltre ad un grande edificio vorrà anche realizzare una grande architettura, allora

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what we are sitting in now, which came to be through its construction. “Architecture” is more difficult to define. To go back to a prior Biennale, it is like a “meta-edifice”. It is the way we organize buildings by making plans and sections. It is also the way in which buildings appear. Naturally, the building is the most complete form in which architecture expresses itself, though it is often sometimes difficult to find the architecture in a building. These days buildings are not so much made by architects as by codes: building codes, safety codes, efficiency codes, finance codes. There is less and less for an architect to do that cannot be done by a computer program. I believe we still need architecture because it has the ability to place us within our environment, to establish a relationship with the world around us and the other human beings in it. If buildings can no longer fulfill these ideas, where should we look? Perhaps in their interiors, or in landscapes, or perhaps only in dreams, in visions and ideas, or maybe in strange experiments that we can no longer call buildings. I’ve always admired the work of Diller & Scofidio; for years they only worked with installations. For me, theirs was great architecture.

Polemics on architects as celebrities: the old diatribe between beauty and utility. Formal beauty is a good start; but the idea is to give to the project a history, a context. Does designing mean creating objects useful for the transformation of landscapes, ideologies and society? Or does it signify constructing consensus? It’s not for me to tell architects what to do. I can only say what is interesting. Recently there is a lot of talk about the starchitect. It’s an interesting concept, but weren’t Palladio and Aldo Rossi starchitects?. In our culture, whoever creates and is able to appeal to our imagination, whoever astonishes and

delights us will, with a little luck, can be identified as a star. If one’s objective is to make big buildings, one will have to negotiate between the client’s requests, costs, common laws, etc. But if one wants to make great architecture, then one’s notoriety and authority are what will permit the architect to convince a client to let them literally open the building up, as, for example, Frank Gehry often does in his work. One should also be free to say, “my project for this space is not to build, but to leave it as it is.” Recently there is talk of a “lazy architecture”, which does not mean “bad architecture”, but one that would not try too hard to prove itself, that would realize how sometimes one can be more effective by either not changing anything, or, for example, by simply building a frame around an extant building in order to make it more visible. Carlo Scarpa mastered this. There is also the famous building in Vienna by Adolf Loos; you could walk right by it and not notice anything in particular, but then you stop and realize that something is off, that things are out of place. So you turn around and see how things have been rearranged…

As becomes clear from the autobiography of Le Courbusier, at least in one aspect architecture has not changed: yesterday as today, it is a source of polemics, intertwined between political and economic interests, public works and private vices. Do the polemics become understandable because architecture is not integrated into today's society, or is architecture the symbolic testimony of contemporary society? I don’t think that there is more discussion in architecture than in art or any other field. But there is a particular condition that has to do with the way in which architecture has been defined since the seventeenth-century. In 1668 Louis XIV founded the l’Académie des BeauxArts, which codified the role of the architect as someone who translacontinua a/continues on pg. 76



:shorttalks

Re-constructing Architecture...

L’architettura non si può portare in mostra come si fa con i film e con le opere d’arte. Aaron Betsky – forse anche per andare oltre le ricorrenti abbuffate di disegni, modellini e scritti – lancia una interessante provocazione. Alle mostre di architettura e agli architetti. Ma anche all’architettura? Dubito che una tregua costruttiva e una nuova ondata di progetti utopici sia il rimedio più efficace per uscire dalla routine professionale e dalla rincorsa mediatica a stupire. Spirito di ricerca e di innovazione mi accompagnano da sempre, ma mi pongono e pongono quesiti quanto più accetto la sfida a risolvere per costruire. Frank Gehry non avrebbe mai riaperto la storia dell’architettura se non avesse immaginato e costruito il Guggenheim, in una città vera, con committente e budget reali. Che irrilevante fantasticheria sarebbero rimaste le piramidi di Giza senza il folle coraggio e la incredibile impresa di costruirle?/ Aaron Betsky launches an interesting provocation to the architecture exhibition and to architects. But also to architecture itself? I doubt that a constructive truce and a new wave of utopian projects can be the most effective remedy for exiting from the professional routine and the media's attempts to astonish. Frank Gehry would never have reopened the history of architecture if he had not imagined and constructed the Guggenheim, in a real city, with real commissions and budgets. The pyramids of Giza would have remained only irrelevant fantasy without the courage and the incredible enterprise of constructing them.

Mario Bellini

La città e il modo in cui percepiamo la città sono concetti sempre più legati all’idea che lo spazio pubblico sia occupato o minacciato dal mondo aziendale; gli spazi pubblici vengono schiacciati per far spazio alle infrastrutture commerciali. Generalmente il pubblico è ciò che si trova tra un edificio e l’altro ma, a mio parere, in questa epoca architettura significa realizzare edifici che possano essi stessi tramutarsi in opportunità di creare spazi pubblici. Ciascuno dei nostri progetti mette in atto una strategia in cui non si ascoltano solamente le direttive del committente ma ci si interroga sul modo in cui un nuovo tipo di spazio possa diffondere il ‘pubblico’. Ci impegniamo nella ricerca di indizi e di strategie che influiscano direttamente sul modo in cui realizziamo ciascun edificio. Gli edifici vengono rivoltati. Per realizzare un buon edificio si deve immaginare una nuova scenografia. Ecco perché nell’architettura contemporanea i committenti più interessanti sono coloro che mettono in discussione lo status quo per creare nuovi paradigmi. Sono committenti che desiderano diventare un nuovo tipo di organizzazione. Ciascun nostro progetto è spinto principalmente dalla ricerca dello spazio pubblico. Cerchiamo di individuare degli spiragli, delle aperture verso lo sviluppo di opportunità con individui, committenti od organizzazioni impegnate nella ricerca di qualcosa di nuovo. Un buon esempio è la Moscow School of Management/SKOLKOVO. Ovviamente l’idea di una scuola manageriale non è affatto nuova, ma questa scuola è sorta all’interno di un nuovo paradigma e si accinge a creare in Russia una nuova classe manageriale; di conseguenza la sua sede non può essere creata all’interno dei modelli tradizionali, rappresentati da edifici urbani o campus. Il nostro intento è quindi quello di realizzare un nuovo spazio per l’istruzione. Abbiamo interiorizzato l’esterno e stiamo anche testando il sistema verticale e come questo funzioni nella comunità o architettura pubblica. È un’esperienza spaziale che si sposta da una scala orizzontale a una verticale, dalla porosità al piano terra alla privacy in cima, esprimendo il contenuto programmatico dell’organizzazione. Il progetto permette all’edificio di fungere da portico che protegge e ripara; entrando le scale mobili vi porteranno fino alla piazza centrale, la nostra versione del tradizionale ‘cortile interno’. Da lì salgono diversi edifici, per la ricreazione, il gioco, l’amministrazione, e così via./ The city and the way we see the city is increasingly about the idea that the public realm is either being threatened by or occupied by the corporate world, public spaces are being marginalised to make way for corporate infrastructures. Traditionally the public realm is construed as the bits in between the buildings but for me, architecture is now about how the buildings themselves can become opportunities to create public spaces. Therefore enacted within each of our projects is a strategy in which it's not just about meeting the clients' brief but also about asking how a new kind of space can emanate a type of public-ness. We strive towards searching for clues and strategies which directly bear upon the way we make each building. The buildings become inside out, expressions of the institution inside. To make a good building you have to imagine a new scenography. This is why in contemporary architecture, the most appealing clients are those who are challenging the status quo to create new paradigms. These clients want to become a new type of organization. The pursuit of public space is the first driver of a project. We seek to find cracks, openings through developing opportunities with individuals, clients or organizations who are committed to trying out something new.

David Adjaye

toreferentiality of languages? One often hears about contamination, multimedia, and information networks even while the “sign” lives more and more for and within itself, in a climate of growing idiosyncrasies for every organic formulation and every strategy planned. It seems as though architecture - a language that more than any other involves all collective and social implications - at least in some of its principal tendencies, is today touched by an obsession impermeable to the strict rules that a project requires in order to bring harmony to tomorrow’s daily experience. “Beyond building” can be nothing more than an invitation to go further. How will a virtuosic course be slowed without thinking broadly? Through new experiments or a sober recovery and updating of knowledge? The 11th International Architecture Biennale opens, and with it, the debate. Five voices will expand our horizons. mizzazione e dell’autoreferenzialità dei linguaggi? Sì, perché si ha un bel parlare di contaminazione, multimedialità, network di saperi quando poi il segno vive sempre di più per sé e in sé, in un clima di idiosincrasia crescente per ogni formulazione organica, per ogni strategia pianificata. Sembra quasi che l’architettura, il linguaggio che più di ogni altro chiama in causa tutte le implicazioni della collettività, del sociale, almeno in alcune sue tendenze imperanti sia oggi come attraversata da un’ossessione impermeabile ai confini stretti che la progettazione richiede di percorrere per dare armonia al vissuto quotidiano di domani. “Beyond building” non può che essere un invito ad andare davvero oltre. Quale àncora per rallentare una corsa virtuosistica senza largo pensiero? Nuove sperimentazioni o sobri recuperi di un rigoroso sapere da riattualizzare? Si apre l’11. Biennale Internazionale di Architettura e con essa il dibattito. 5 voci per allargare gli orizzonti.

Out there, quale titolo migliore per concludere stringen- into Out there, what better title to describe the vague state temente lo spaesamento in cui langue l’architettura nell’età dell’atowhich architecture has faded in this age of atomization and au-

a cura di Mariachiara Marzari e Marisa Santin


Vittorio Gregotti

Massimiliano Fuksas

Alberto Campo Baeza

Alla questione posta da Betsky per la Biennale di Venezia, non posso che rispondere appellandomi alla speranza, all’ottimismo e alla fiducia nell’essere umano. Terzo millennio felice. Stiamo vivendo in un tempo appassionante che condivide gli stessi vantaggi e svantaggi della società greca, romana e barocca, così come quelli della società del XX secolo. Preferisco dire che siamo cittadini del terzo millennio, piuttosto che semplicemente affermare di vivere nel XXI secolo. Un terzo millennio in cui i bambini nascono con il computer e, attraverso Google Earth, hanno il mondo a portata di mano. Ho costruito negli Stati Uniti e in Italia, a Venezia e ora anche a Samara, in Russia. Con la massima naturalezza. Credo sia imprescindibile per noi architetti riempire il mondo con la poesia, la musica e la bellezza che solo l’architettura ci può dare. Se dovessi organizzare una cena, inviterei non solo architetti, ma anche poeti e musicisti. Inviterei Omero, Orfeo e Ittino, San Giovanni della Croce, Bach e Le Corbusier; Herbert, Arvo Pärt e Utzon. Nel mio ultimo scritto propongo di socializzare il terreno, di chiudere le fabbriche di automobili e di vivere con sobrietà. E sto parlando di architettura! Non posseggo la macchina, né il televisore, né il cellulare, né l’orologio. Lontano dallo star system e vicino al cielo sono un architetto. E sono felice./ To Betsky's question for the Venice Biennale, I can only respond by appealing to hope, optimism and faith in human beings. This is a happy third millenium. We are living in a passionate time which shares the same advantages and disadvantages of Greek, Roman and Baroque society, as well as those of twentieth century society. I prefer to say that we are citizens of the third millenium, rather than simply affirm that we live in the twentyfirst century. A third millenium in which children are born with the computer; through Google Earth, they have the world in their hands. I have built in the USA and in Italy, in Venice and now also in Samara, in Russia. With maximum naturalness. I believe that it is essential for us architects to fill the world with that poetry, music and beauty that only architecture can give us. If I had to organize a dinner, I would invite not only architects, but also poets and musicians: Homer, Orpheus and Ictinus, Saint John of the Cross, Bach, Le Corbusier, Herbert, Arvo Pärt and Utzon. Together with so many others. In my latest essay, I proposed to socialize land, to close automobile factories, to live soberly. And I am speaking about architecture! I have no automobile, television, mobile phone or watch. Far from the star system, close to the sky, I am an architect. And I am happy.

Per quanto riguarda la nuova dimensione dell’architettura, la risposta sta proprio nel tipo di installazione che presentiamo alle Corderie, ve ne renderete conto quando la vedrete! Siamo interessati a quello che in fin dei conti è una rappresentazione un po’ ironica del mondo dell’illusione, il mondo che oggi accompagna le nostre vite in questa società mediocratica: non intendo mediocre, ma dominata dal potere dei media. Penso non sia più una questione formale, né connessa all’architettura, bensì una questione, come scrivono i libri più interessanti in circolazione che parlano di etica del mercato, legata a quale componente etica possa avere l’architettura. È una questione che avevo già posto negli anni Novanta con Less aesthetics, more ethics, uno dei punti pregnanti dell’architettura e della società degli anni successivi. Non credo ci siano né correnti di architetture, né espressioni di architettura che siano forti come la Teoria del caos di Lorenz, in cui i vincoli di visibilità di gran parte dei fenomeni e di gran parte degli eventi è provata. Credo che bisogna lasciare all’imprevedibile quello che l’uomo tentava di far divenire prevedibile. L’installazione alle Corderie è una storia che racconta in modo ironico e con gli strumenti propri degli architetti, questa società mediocratica e questa illusione di una società mediocratica: eventi che si susseguono e possono susseguirsi all’infinito, oltre la vita terrena delle persone possiamo rivedere la stessa scena all’infinito. È un po’ il mondo del surreale, il mondo immaginato da Borges e da Casares, e allo stesso tempo la critica alla mediocrazia. La mia risposta quindi è il superamento della società mediocratica rispetto a quella capitalistica. È quello che oggi mi interessa e che applico in architettura: il molto grande e il molto piccolo./ As for the new dimension of architecture, the reply is really in the type of installation which we present at the Corderie. We are interested in that which, when all is said and done, is a rather ironic representation of the world of illusion, the world which, today, accompanies our lives in this mediocratic society. I don't mean mediocre, but dominated by the power of the media. I think that it is no longer a formal question, nor is it linked to architecture; it is rather a question, as written in the most interesting books in circulation which speak of market ethics, linked to the ethical components that architecture may possess. I believe that there are neither architectural currents, nor architectural expressions which are as strong as ‘The theory of chaos’ by Lorenz, in which there are proven links between a large part of the phenomena and a large part of the events. I believe that it is necessary to leave to the unpredictable that which man has tried to make predictable. The installation at the Corderie is a story which narrates, in an ironical way and with the architects' own instruments, this mediocratic society and this illusion of a mediocratic society: events which follow one another and may continue to do so infinitely; beyond the earthly life of human beings we may always and forever see the same scene. In a way, this is the world of the surreal, the world imagined by Borges and Casares; at the same time, it is a criticism of mediocracy. My answer, therefore, is that mediocratic society has overcome capitalistic society.

Sono una ventina d’anni che vado scrivendo dell’importanza di opporsi alla riduzione dell’architettura ad immagine di marca, alla ricerca dell’originalità senza necessità, alla coincidenza infondata tra creatività e bizzarria; anche cercando però di capire quali siano le ragioni strutturali, politiche e professionali del dilagare di questo atteggiamento contro ogni relazione tra architettura e disegno della città. Sono convinto invece della necessità di una riflessione critica sui fondamenti della nostra disciplina e sul tornare ad agire con suoi mezzi specifici, con ciò che solo l’architettura come pratica artistica può dire. È proprio questa la condizione per aprirsi al dialogo con i linguaggi delle altre arti e con le altre discipline: senza rinunciare all’ergon poietikon che costituisce l’essenza dell’architettura.Vi può essere dialogo produttivo solo tra identità differenti./ For twenty years I have been writing about the importance of opposing the reduction of architecture to name-brand images, to the search for needless originality, to the unfounded coincidence between creativity and bizzareness. It is also necessary to try to understand what are the structural, political and professional reasons why this attitude against all relations between architecture and the project of the city is actually expanding. Indeed, I am convinced of the need for critical reflection on the basis of our discipline and on acting, once again, with its specific means, with that which only architecture as an artistic practice can say. This, precisely, is the condition for opening the dialogue with the languages of other arts and other disciplines: without giving up the ergon poietikon that constitutes the essence of architecture. There can be productive dialogue only between different identities.


Philippe Rahm Architects 13

Mvrdv 12

M-A-D / Eric Adigard And Chris Salter 11

Matthew Ritchie & Aranda / Lasch with Arup Agu 10

Vicente Guallart/Iaac/Cba 9

Unstudio 8

Penezic & Rogina Architects 7

Gehry Partners 6

Zaha Hadid Architects 5

Coop Himmelb(L)Au 4

An Te Liu 3

Asymptote Architecture 2

David Rockwell with Jones | Kroloff 1

Come gli ambienti architettonici e le continue mutazioni del mondo contemporaneo influiscono sugli individui. Una struttura curvilinea in continua trasformazione, resa ancora più complessa da proiezioni e giochi di luce, trasmette un forte senso di transitorietà che influenza lo spazio e la percezione dei fruitori./ A curvilinear structure in continuous transformation, made even more complex by projections and the play of light, transmits a strong sense of impermanence, which influences the space and the perception of those who use it.

8 Unstudio The changing room Corderie

Screening fragments Metropolis, La città perduta, Moulin Rouge!,Waterworld, Il signore degli anelli,The Truman Show, Al di là dei sogni, Alien, Batman, I banditi del tempo, Dark city, Blade runner,Team America, La Bella e la Bestia, A.I. Intelligenza Artificiale, Il cielo sopra Berlino, Intrigo internazionale, Fellini Satyricon, Barton Fink, Matrix, 8%, Shining, Guerre Stellari:V Episodio - L’Impero colpisce ancora, 2001: Odissea nello spazio, Quarto potere, La Notte, Play time, Blow-up, La bussola d’oro, Zabriskie Point, La finestra sul cortile, Brazil, La signora mia zia, Arancia Meccanica,Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, La bussola d’oro, Arca russa, Professione: reporter, Gattaca. La porta dell’universo,West Side Story, Spiderman, Lemony Snicket. Una serie di sfortunati eventi, Il Gabinetto del dottor Caligari, Edward mani di forbice, Minority Report, Dune, Il Castello Errante di Howl, Blade runner, Cleopatra, Agente Lemmy caution: missione Alphaville, Il dottor Stranamore, La fonte meravigliosa, Gli Incredibili, Mister Hula Hoop

Una costruzione seduttiva, mobile, aperta ai cambiamenti dell’ambiente circostante e del contesto in cui è collocata. È una struttura a pieghe multiple, che fluttua tra due stadi, uno opposto all’altro: inclusione vs. esclusione, compressione vs. espansione, interiorità vs. esteriorità. Il senso di seduzione è il risultato di questo ritmo ondulatorio./ A seductive, mobile construction, open to the changes in the surrounding environment and in its context. It is a structure with multiple folds, fluctuating between two stages, one opposite to the other.

5 Zaha Hadid Architects Lotus Corderie

Invenzioni architettoniche sorprendenti o percezioni distorte di luoghi noti a tutti: è Hall of Fragments, selezione di sequenze di film, provenienti da cinematografie e generi differenti. Due enormi schermi convessi divisi da un corridoio percorribile permettono allo spettatore di modificare, passando attraverso un sistema di sensori, le immagini proiettate sullo schermo. In questo modo la presenza e i movimenti degli spettatori creano delle “architetture” sempre diverse. Dietro i due schermi, 40 monitor proiettano in loop i frammenti cinematografici./ Surprising architectonic inventions or distorted perceptions of places known to everyone: this is Hall of Fragments, a selection of film sequences from cinematography and different genres. Two enormous convex screens, divided by a pedestrian corridor, allows spectators to modify the images projected on the screen by means of a system of sensors.

1 David Rockwell with Jones|Kroloff Hall of Fragments Corderie

ARSENALE Don’t

think you have to be an architect to enjoy the projects on display at this year's Biennale. Aaron Betsky recommends beginning Out There: Architecture Beyond Building at the Arsenale. Here, passing through the Corderie and Artiglierie to the Tese and Giardino delle Vergini, interactive screens that change when one walks by, exciting installations, nomadic tents, and edenic gardens allow us to understand what future awaits us. Here, then, is an ideal map of places within the official itinerary, that we wouldn't want you to miss.

Non

pensate di dover essere architetti per godervi i progetti in mostra a questa 11. edizione. Aaron Betsky suggerisce di iniziare il percorso della ‘sua’ Biennale Out There: Architecture Beyond Building dall’Arsenale. Qui, a partire dalle Corderie passando poi alle Artiglierie fino alle Tese e al Giardino delle Vergini, un susseguirsi di schermi interattivi che cambiano al passaggio del visitatore, di installazioni tutte da scoprire, tende nomadi e giardini paradisiaci permetteranno di capire che futuro ci aspetta. Ecco allora una mappa ideale, all’interno del percorso ufficiale, di ‘passaggi’ che vorremmo non farvi perdere.

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Totan Kuzembaev 28

Delosky 26

Thonik 27

Landscape installation, un lavoro ispirato all’opera allegorica di Gian Battista Tiepolo Il castigo dei serpenti, in cui l’animale è simbolo del viaggio interiore e fisico, della scoperta di nuovi mondi e della coscienza di sé. Il visitatore viene accompagnato in un percorso a metà strada tra terra e cielo, vita e morte, “verso il paradiso” attraverso cinque ambienti, rispettivamente dedicati alla riflessione, commemorazione, conversazione, contemplazione ed illuminazione./ A landscape installation in which animals are symbols of an interior and physical voyage, the discovery of new worlds and the awareness of oneself.

29 Gustafson Porter and Gustafson Guthrie Nichol Towards Paradise Giardino delleVergini Gustafson Porter and Gustafson Guthrie Nichol 29

Come sentirsi a casa nel mondo contemporaneo: Una Venezia ibrida appare attraverso le immagini provenienti dalla “vera” città e dalle sue riproduzioni in diversi luoghi del mondo come Las Vegas, Tokyo, Nagoya, Macau e Doha. Questa Venezia diventa il modello della città iper-moderna, in cui concetti come geografia e autenticità saranno del tutto superati./ How to feel at home in the contemporary world: a hybrid Venice appears through the images coming from the "real" city and from its reproductions in various parts of the world, such as Las Vegas, Tokyo, Nagoya, Macau and Doha.

18 Diller Scofidio + Renfro Chain City Corderie

17 Greg Lynn Form Recycled Toys Corderie

14 Droog & Kesselskramer S1ngletown Corderie

Un progetto che tocca tutte le sfumature del vivere in solitudine. Uno spazio urbano astratto: S1ngletown, ovvero la rappresentazione di nove case del futuro abitate da single e complete di prodotti studiati appositamente per loro./ S1ngletown, that is to say, the representation of nine houses of the future, inhabited by singles and complete with an atmosphere created especially for them.

L’installazione parte dal presupposto che la plastica sarà nel futuro un bene di lusso o almeno un materiale raro. Greg Lynn ha così inventato un nuovo sistema di costruzione, il Blobwall, trasformando i giocattoli riciclati in mattoni leggeri che si autosostengono./ Greg Lynn has invented a new construction system, Blobwall, transforming recycled toys into light, self-sustaining bricks.

Una tenda nomade e un’automobile anch’essa nomade. Le pareti sono tappezzate da rifiuti tecnologici come cellulari, computer, portatili che perdono del tutto la loro funzionalità. The Nomad’s Yurt rappresenta il possibile punto d’incontro tra due civiltà nomadi (quella tradizionale e quella attuale) in cui può emergere una nuova cultura (non globalizzata)./ A nomad tent and an automobile which is also "nomadic". The Nomad's Yurt represents the possible meeting point between two nomad civilizations (the traditional one and the modern) in which may emerge a new culture (not globalized).

28 Totan Kuzembaev The Nomad’s Yurt Tese delle Vergini

Everyville Competition 25

Uneternal City 24

Roma Interrotta 23

Kramervanderveer 22

Nigel Coates 21

Barkow Leibinger 20

Atelier Bow-Wow 19

Diller Scofidio + Renfro 18

Greg Lynn Form 17

Mvrdv 16

Massimiliano & Doriana Fuksas 15

Droog & Kesselskramer 14

Philippe Rahm Architects 13

here



HALL OF FRAGMENTS DAVID ROCKWELL, USA, 1956 /CASEY JONES, USA, 1966 REED KROLOFF, USA, 1960

INSTALLATIONS

:outthere arsenale - corderie

A casa, nel mondo A house to call home :e

Come sentirsi a casa nel mondo? Aaron Betsky, Direttore dell’11. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, pone questo accattivante e interessante interrogativo tra gli obiettivi dell’indagine sull’architettura contemporanea che si articola nelle varie sezioni della Mostra. Estrapolata dal suo contesto, la domanda sembrerebbe produrre una risposta in termini di globalizzazione, in linea con le tendenze sociali, economiche e culturali tutte di questo momento storico. Al contrario, l’invito a uscire dagli edifici, a girare dietro le facciate costruite – Out there: Architecture Beyond Building – che costituisce il nucleo significante della Mostra, mira a cogliere quell’intreccio di pensieri, riflessioni, elementi di cultura che nel loro insieme generano l’atmosfera dei diversi luoghi e contesti urbani. Lo scopo è appunto quello di comprendere il mondo in cui viviamo, andando oltre l’apparenza del costruito, uscendo dall’orizzonte di spettacolarizzazione dell’architettura che ha trasformato gli edifici in tombe. Ma è questa l’architettura? Sì, se intesa nel senso più ampio del termine, senza fermarsi alla superficie scenica del costruito e ‘girando dietro la facciata’ degli edifici – come nella descrizione della Parigi haussmanniana che si legge nei romanzi di Emile Zola dove, Oltre la facciata, l’archi-

tettura rigorosa e razionale sembra esistere al solo scopo di creare uno scenario entro cui si anima la vita, dove gli edifici e la città sembrano vivere, respirare e muoversi in accordo ai personaggi che le abitano –; sì, se intesa come espressione culturale di influenze e discipline diverse. Questa la direzione di indagine che prende la Mostra, che invita ad uscire fuori, a scoprire l’architettura oltre gli edifici, oltre il costruito arrivando lì dove la vita si anima, in uno spazio intermedio in equilibrio tra forme concrete e immagini seduttive. Così, partendo dalle Corderie dell’Arsenale con Hall of Fragments, la proiezione su schermi di architetture prima del costruire – film di fantascienza - e ricostruzioni virtuali del passato – film storici – crea da subito uno spazio di riflessione effimero e sperimentale, dove l’architettura è un’immagine senza materia. Procedendo poi con Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific, e Manifestos, manifesti sia video che stampati per un’architettura oltre il costruire, tra analisi e dichiarazioni d’intenti di alcuni prestigiosi nomi dell’architettura, emerge il tema del sentirsi a casa nel mondo. A continuare questo tema, ricordando l’Arsenale, una capanna odierna dal Kazakistan e un finale ‘paradisiaco’ con il giardino di Kathryn Gustafson. Marisa Chelodi

Hall Of Fragments © David Rockwell with Casey Jones + Reed Kroloff

The Changing Room © Ben van Berkel / UNStudio

How can one feel at home in the world? Aaron Betsky asks this fascinating question about the objectives of the investigation of contemporary architecture which is being articulated in the various sections of the Exhibition. The invitation to exit from the buildings, to go around behind the constructed façades which constitute the meaningful nucleus of the Exposition, aims to capture that intertwining of thoughts, reflections, cultural elements which, all together, generate the atmosphere of diverse urban places and contexts. Thus, with Hall of Fragments, the projection onto screens of architecture previous to being built and virtual reconstructions of the past, immediately creates a space for ephemeral, experimental reflection, where architecture is an image without matter. Continuing then with Installations, installations of great dimension and site specific, and Manifestos, manifestations both printed and in video form for an architecture beyond construction, emerges the theme of feeling at home in the world. Continuing this theme are a modern cabin from Kazakistan and a "paradisiacal" finale with Kathryn Gustafson's garden.

ASYMPTOTE ARCHITECTURE Lise Anne Couture Montreal, Canada, 1959 Hani Rashid Il Cairo, Egitto, 1958-www.asymptote.net ATELIER BOW WOW Yoshiharu Tsukamoto Kanagawa, Giappone, 1965 Momoyo Kaijima Tokyo, Giappone, 1969 - www.bow-wow.jp BARKOW LEIBINGER ARCHITECTS Frank Barkow Kansas City, USA, 1957 Regine Leibinger Stuttgart, Germania, 1963-www.barkowleibinger.com /NIGEL COATES Malvern, UK, 1949-www.nigelcoates.com /COOP HIMMELB(L)AU Wolf D. Prix Vienna, Austria, 1942 Wolfdieter Dreibholz Vienna, Austria, 1941-www.coop-himmelblau.at DILLER SCOFIDIO + RENFRO USA-www.dsrny.com DROOG DESIGN+KESSELSKRAMER Droog Design Olanda www.droogdesign.nl Kessels Kramer Olanda-www.kesselskramer.com GUALLART ARCHITECTS Vicente Guallart Valencia, Spagna, 1963 www.guallart.com-www.iaac.net-www.hyperhabitat.net GEHRY PARTNERS, LLP/Frank Gehry Toronto, Canada, 1929 www.gehrypartners.com /ZAHA HADID ARCHITECTS Zaha Hadid Baghdad, 1950-www.zaha-hadid.com /AN TE LIU Tainan,Taiwan, 1967-www.anteliu.com /GREG LYNN FORM Greg Lynn Vermilion, Ohio, 1964-www.glform.com /GUSTAFSON PORTER - GUSTAFSON GUTHRIE NICHOL www.gustafson-porter.com /M-A-D Erik Adigard Brazzaville, Congo, 1953-http://madxs.com Chris Salter Beaumont, USA, 1967-http://chrissalter.com /M FUKSAS D Massimiliano Fuksas Roma, Italia, 1944 Doriana O. Mandrelli Fuksas Roma, Italiawww.fuksas.it /MVRDV Nathalie de Vries, Jacob van Rijs,Winy Maas Olanda-www.mvrdv.nl /PENEZIC & ROGINA ARCHITECTS Vinko Penezic Zagabria, Croazia, 1959 Krsˇimir Rogina Rijeka, Croazia, 1959-www.penezic-rogina.com /PHILIPPE RAHM ARCHITECTS Philippe Rahm Losanna, Svizzera, 1967-www.philipperahm.com MATTHEW RITCHIE in collaborazione con ARANDA/LASCH E DANIEL BOSIA/ARUP AGU Matthew Ritchie Londra, UK, 1964-www.matthewritchie.com /TOTAN KUZEMBAEV ARCHITECTURAL WORKSHOP Totan Kuzembaev Kazahstan, URSS, 1953-www.totan.ru-www.archcenter.org /UN STUDIO Ben van Berkel Utrecht, Olanda, 1957-www.unstudio.com

MANIFESTOS ASYMPTOTE ARCHITECTURE Lise Anne Couture Montreal, Canada, 1959 Hani Rashid Il Cairo, Egitto, nel 1958www.asymptote.net /ATELIER BOW WOW Yoshiharu Tsukamoto Kanagawa, Giappone, 1965 Momoyo Kaijima Tokyo, Giappone, 1969 www.bow-wow.jp /BARKOW LEIBINGER ARCHITECTS Frank Barkow Kansas City, USA, 1957 Regine Leibinger Stuttgart, Germania, 1963-www.barkowleibinger.com /AARON BETSKY Missoula, USA, 1958 /NIGEL COATES Malvern, UK, 1949www.nigelcoates.com /COOP HIMMELB(L)AU Wolf D. Prix Vienna, Austria, 1942 Wolfdieter Dreibholz Vienna, Austria, 1941-www.coophimmelblau.at /FRANCESCO DELOGURoma, Italia, 1962 /DILLER SCOFIDIO + RENFRO USA-www.dsrny.com /DROOG DESIGN Olanda-www.droogdesign.nl /EMILIANO GANDOLFI Bologna, Italia, 1975 /GEHRY PARTNERS, LLP Frank Gehry Toronto, Canada, 1929www.gehrypartners.com /GUALLART ARCHITECTS Vicente Guallart Valencia, Spagna, 1963-www.guallart.com-www.iaac.netwww.hyperhabitat.net /ZAHA HADID ARCHITECTS (Zaha Hadid and Patrick Schumacher)Zaha Hadid Baghdad, 1950-www.zaha-hadid.com HERZOG & DE MEURON E AI WEIWEI /AN TE LIUTainan,Taiwan, 1967-www.anteliu.com /GREG LYNN FORM Vermilion, Ohio, 1964www.glform.com/GUSTAFSON PORTER – GUSTAFSON GUTHRIE NICHOL-www.gustafson-porter.com /M-A-D Erik Adigard Brazzaville, Congo, 1953-http://madxs.com Chris Salter Beaumont, USA, 1967http://chrissalter.com /M FUKSAS D Massimiliano Fuksas Roma, Italia, 1944 Doriana O. Mandrelli Fuksas Roma, Italia-www.fuksas.it MORPHOSIS USA-www.morphosis.met /MVRDV Nathalie de Vries, Jacob van Rijs,Winy Maas Olanda-www.mvrdv.nl /PENEZIC AND ROGINA ARCHITECTS Vinko Penezic Zagabria, Croazia, 1959 Kresˇimir Rogina Rijeka, Croazia, 1959-www.penezic-rogina.com PHILIPPE RAHM ARCHITECTS Philippe Rahm Losanna, Svizzera, 1967-www.philipperahm.com /MATTHEW RITCHIE in collaborazione con ARANDA, LASCH E DANIEL BOSIA, ARUP AGU Matthew Ritchie Londra, UK, 1964-www.matthewritchie.com /DAVID ROCKWELL con CASEY JONES + REED KROLOFF David Rockwell Chicago, USA, 1956 Casey Jones Portland, USA, 1966 Reed Kroloff Phoenix, USA, 1960 /TOTAN KUZEMBAEV ARCHITECTURAL WORKSHOP Totan Kuzembaev Kazahstan, URSS, 1953 www.totan.ru-www.archcenter.org /UN STUDIO Ben van Berkel Utrecht, Olanda, 1957-www.unstudio.com /SASKIA VAN STEIN Leiden, Olanda, 1969



MASTERS OF THE EXPERIMENT ILA BÊKA & LOUISE LEMOÎNE Ila Bêka, Louise Lemoîne www.bekafilms.it/COOP HIMMELB(L)AU Wolf D. Prix, Wolfdieter Dreibholz www.coop-himmelblau.at/GEHRY PARTNERS, LLP ZAHA HADID ARCHITECTS Zaha Hadid, Patrick Schumacher www.zahahadid.com/HERZOG & DE MEURON E AI WEIWEI Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Ai Weiwei/MORPHOSIS Thom Mayne www.morphosis.net/MADELON VRIESENDORP

UPLOAD CITY

:outthere

con la collaborazione di Saskia Van Stein giardini - padiglione italia

I tre tempi della sperimentazione Three experimentation moments :e

Se il tema della Mostra è la visione critica dell’esistente e la prefigurazione di un universo futuro, il terreno di prova non può che essere quello della sperimentazione, dell’architettura astratta e effimera che va oltre il costruito. Di questo aspetto Aaron Betsky si occupa all’interno del Padiglione Italia – Experimental Architecture, in collaborazione con Emiliano Gandolfi – con una interessante tripartizione nei termini del passato, del presente e del futuro. Se infatti ha senso pensare alla sperimentazione come spazio per la risposta alle domande aperte, non ha senso non distinguere la sperimentazione nelle sue varie fasi storiche e cristallizzarla in un concetto assoluto. Il Passato, inteso come anni ‘70 e ‘80, ha prodotto sperimentazioni che ancora oggi sono un riferimento irrinunciabile per la ricerca contemporanea, nel nome di Frank Gehry, Zaha Hadid, Herzog & De Meuron e Coop Himmelbau per citare solo alcuni, dando vita ad una poetica architettonica in cui si intrecciano arti e culture, anticipando riflessioni e pensieri in grado di interpretare la complessità del presente. Da un Passato in un certo senso già canonizzato, si passa ad un

Presente in cui gli interrogativi sono molti e aperti e i tentativi di risposta diversi e articolati. Tutti comunque accomunati dalla appartenenza ad un pensiero etico, ecologico e sociale sull’architettura e sull’ambiente urbano, affiancando i temi del riuso – materiali e energia – e dell’ecologia urbana a progetti visionari – utopici e distopici -, passando attraverso tematiche sociali e politiche e partecipazione cittadina che mirano alla rigenerazione dello spazio pubblico. Il Futuro, in quanto spazio di riflessione e rappresentazione virtuale, in perfetta sintonia con il tema nodale della Mostra – rappresentato al piano rialzato del Padiglione Italia da Upload city, con la collaborazione di Saskia van Stein –, apre verso l’infinito i possibili scenari di sviluppo dell’architettura, utilizzando il mondo virtuale e smateriallizato dei video, attingendo a fonti diverse e non canoniche – YouTube, video musicali, video amatoriali – per mostrare un architettura sperimentale prodotta da – o per – la prossima generazione, liberata da molte costrizioni del costruire, esplorando le possibilità di utilizzo e manipolazione dell’immaginario urbano. Marisa Chelodi

Ecoboulevard, ph E.P.Doiztua ©[ecosistema urbano]

Auralab, Shenzhen Logistic city © JDS/Julien De Smedt Architects

If the theme of the Exhibition is the critical vision of the existing and the prefiguration of a future universe, the terrain of proof can be no other than experimentation, abstract architecture which reaches beyond that which is constructed. If it makes sense to think of experimentation as a space for the answer to open questions, it does not make sense to fail to distinguish between various historical phases of experimentation and to crystallize them in an absolute concept. The Past, the1970s and 1980s, produced experimentation which, even today, are essential reference points for contemporary research, giving life to an architectonic poetics in which intertwine the arts and culture. From a Past which is, in a certain sense, canonized, we go on to a Present in which the interrogatives are many and open. The Future, as a space for reflection and virtual representation, in perfect syntony with the central theme f the Exposition represented on the raised floor of the Italian Pavilion by Upload City opens up to the infinite possible scenes of architectural development, utilizing the virtual world and dematerialized in videos in order to demonstrate an experimental architecture produced by...or for...the next generation.

EXPERIMENTAL ARCHITECTURE con la collaborazione di Emiliano Gandolfi 2012ARCHITECTEN Jan Jongert, Césare Peeren www.2012architecten.nl /2A+P ARCHITETTURA Gianfranco Bombaci, Pietro Chiodi, Domenico Cannistraci, Matteo Costanzo, Valerio Franzone www.dueapiup.it /AETHER ARCHITECTURE Adam Somlai-Fischer www.aether.hu/AOC www.theaoc.co.uk /AVATAR ARCHITETTURA Nicola Santini, Pier Paolo Taddei www.avatar-architettura.it /BALLNOGUES STUDIO Benjamin Ball, Gaston Nogues www.ballnogues.com /BERNASKONI www.bernaskoni.com /STEFANO BOERI www.stefanoboeri.net www.multiplicity.it /CLOUD 9 www.ruizgeli.com www.villanurbs.com www.e-cloud9.com www.wavecloudtreezoo.org www.themakingofcloud9projects.com /COLLECTIF EXYZT www.exyzt.org /COLOCO Nicolas Bonnenfant, Pablo Georgieff, Miguel Georgieff www.coloco.org /CUP–THE CENTER FOR URBAN PEDAGOGY Rosten Woo,Valeria Mogilevich, Lize Mogel, Damon Rich, Althea Wasow, Christian Matthaeus, Kate Rubin, Sarah Dadush, Suzanne Menghraj, Pam Sporn, Dan Wiley www.anothercupdevelopment.org/ECOLOGICSTUDIO Claudia Pasquero, Marco Poletto www.ecoLogicStudio.com /[ECOSISTEMA URBANO] www.ecosistemaurbano.com/ELEMENTAL www.elementalchile.cl /ESTUDIO TEDDY CRUZ www.politicalequator.org/FANTASTIC NORWAY www.fantasticnorway.no/FAST (THE FOUNDATION FOR ACHIEVING SEAMLESS TERRITORY) www.seamlessterritory.org www.seamless-israel.org www.one-land.org www.platformparadise.org /FATTINGER, ORSO, RIEPER AND STUDENTS OF TU WIEN www.add-on.at /FAUSTINO | BUREAU DES MESARCHITECTURES www.mesarchitecture.com /FELD72 Anne-Catherine Fleith, Michael Obrist, Mario Paintner, Richard Scheich, Peter Zoderer www.feld72.at /FIELD OPERATIONS James Corner www.fieldoperations.net /JEANNE VAN HEESWIJK AND DENNIS KASPORI Jeanne van Heeswijk, Dennis Kaspori www.jeanneworks.net www.themaze.org /HILAL, PETTI AND WEIZMAN Sandi Hilal, Alessandro Petti, Eyal Weizman www.statelessnation.org /HUSOS Diego Barajas e Camilo García con Francisco Amaro www.husos.info /IAN+ Carmelo Baglivo, Luca Galofaro, Stefania Manna www.ianplus.it/ID-LAB www.interactiondesignlab.com /INTERBREEDING FIELD www.interbreedingfield.com /INTERNATIONAL FESTIVAL www.internationalfestival.org /J,P:A JONES PARTNERS ARCHITECTURE Wes Jones http://jonespartners.com /JAKOB+MACFARLANE Brendan Macfarlane, Dominique Jakob www.jakobmacfarlane.com /JDS | JULIEN DE SMEDT ARCHITECTS www.jdsarchitects.com /JURGEN MAYER H. www.jmayerh.de /LACATON & VASSAL ARCHITECTES Anne Lacaton, Jean Philippe Vassal www.lacatonvassal.com LOT-EK Ada Tolla, Giuseppe Lignano www.lot-ek.com /MA0/EMMEAZERO Ketty Di Tardo, Alberto Iacovoni, Luca La Torre, Valeria Bartolacci, Pietro Cagnazzi, Clementina Gentile, Giorgia Porcu www.ma0.it /MAP OFFICE Laurent Gutierrez, Valérie Portefaix www.map-office.com /MILLEGOMME/REFUNC Jan Körbes, Denis Oudendijk/MOS www.mos-office.net /BEN NICHOLSON /NL ARCHITECTS Pieter Bannenberg, Walter van Dijk, Kamiel Klaasse www.nlarchitects.nl /OBSERVATORIUM www.observatorium.org /TAKUYA ONISHI/LAUNCHPAD05 www.launchpad05.com /R&SIE (N)+DS François Roche, Stéphanie Lavaux, Jean Navarro www.new-territories.com /RAUMLABOR Francesco Apuzzo, Markus Bader, Benjamin Foerster-Baldenius, Jan Liesegang, Andrea Hofmann, Christof Mayer, Matthias Rick, Axel Timm www.raumlabor-berlin.de /REBAR GROUP Matthew Passmore, John Bela, Blaine Merker www.rebargroup.org/RECETAS URBANAS www.recetasurbanas.net /SIMPARCH /STALKER OSSERVATORIO NOMADE www.stalkerlab.org www.osservatorionomade.net /STEALTH.UNLIMITED Ana Dzokic, Marc Neelen, Mario Campanella www.stealth.ultd.net /TOPOTEK 1 Thilo Folkerts, Martin Rein-Cano www.topotek1.de /URBAN INSTRUMENTS Wellington Reiter www.urbaninstruments.com /URBAN THINK TANK ARCHITECTURE & URBAN DESIGN Alfredo Brillembourg, Hubert Klumpner www.u-tt.com /LEBBEUS WOODS/ZUS [ZONES URBAINES SENSIBLES] Elma van Boxel, Kristian Koreman www.zus.cc



arsenale - artiglierie

Dove finisce la città Where the city ends :e

Tante parole sono state già spese sulla città eterna – Roma - e sull’eternità delle città, intese come centri storici dove la vita e la storia dell’umanità si sono cristallizzate nel tempo, dando forma alle più svariate tipologie di aggregazione di spazi, modi e relazioni urbane. Ma se il lento farsi del nucleo storico delle nostre città propende per suo stesso svolgimento verso il concetto di eternità, e verso questo trascina con il sé il suo prodotto costruito, cosa ne può essere di quegli spazi ancora non caratterizzati, di quelle terre di mezzo – a volte di nessuno – che rappresentano le periferie delle città o le aree in trasformazione, di quegli ambiti urbani che vivono momenti di metamorfosi a grande scala e quindi non si formano e modellano in una successione graduale e prolungata di momenti storici, politici e sociali? Da questa domanda muove la sezione Uneternal City dell’11. Biennale di Architettura a Venezia, che alle Artiglierie dell’Arsenale riserva lo spazio per una particolare sezione espositiva dedicata alla città di Roma. A trent’anni di distanza da Roma Interrotta, Aaron Betsky trova qui l’occasione di allargare i temi di indagine che allora furono per la città storica, e che oggi sono alla base di tutto il progetto della Biennale, alla visione degli spazi

periferici, in una dimensione urbanistica dai contorni non ben definiti, al limite tra città e paesaggio, nell’interpretazione di dodici studi di progettazione internazionali: Centola Associati, Delogu Associati, Giammetta & Giammetta, Labics, n!studio, Nemesi, t-studio, BIG (Danimarca), Clark Stevens-New West Land (Usa), Koning Eizenberg Architecture (Usa), MAD (Cina), West 8 (Olanda). Il tema è chiaro, anche se vasto e complesso, la provocazione anche. Ciò che ancora risulta meno chiaro e definito è la capacità dell’urbanistica contemporanea di dare delle risposte adeguate ai dubbi aperti. Ma se i tempi della lenta costruzione di uno spazio urbano non si attagliano alle trasformazioni urbanistiche di questi paesaggi, quale può essere lo strumento – gli strumenti – alternativi, quale la ricetta sostitutiva? Forse porre al centro dell’attenzione la qualità dei risultati, intesa in termini di vivibilità e sostenibilità degli spazi urbani, pensati e progettati non con astratta disciplina e razionalità, a tavolino, ma come deformazione e trasformazione di uno spazio dato, in funzione della vita dei suoi abitanti. Marisa Chelodi «Uneternal City. Trent’anni da ‘Roma interrotta’» Artiglierie, Arsenale

02/Eco-city drafting Centola presenta l’EcoCittà che si configura come l’alternativa migliore alle periferie degradate e dimesse nel rispetto dell’ambiente, del territorio e del cittadino./ EcoCittà configures as the best alternative to the decaying, abandoned outskirts of cities and demonstrates respect for the environment, for the territory and its citizens. www.centolaassociati.com 03/Beyond tracks Lo spazio che in ogni città esiste tra le rotaie della ferrovia e le zone edificate è un luogo vuoto sottratto ai cittadini, un argine che si riempie di visioni, suggestioni e rumori ogni volta che un treno lo attraversa. The space which, in every city, exists between the railroad tracks and the inhabited areas is a no-man’s land. An embankment filled with dreams, suggestions and noise every time that a train crosses it. www.deloguassociati.com-www.cresme.it

04/Paracity Giammetta&Giammetta, partendo dal presupposto che l’uomo si appropria dei luoghi e li performa, immaginano una realtà diversa, sconosciuta e incontrollata, un’altra città che si genera e si sviluppa in parallelo./ Giammetta & Giammetta imagine that outside the city exists a different reality, unknown and uncontrolled. www.giammetta.it

Super Star_A Mobile China Town in Rome © MAD

Trancity © Nemesi

So many words have been pronounced about Rome and about the eternity of cities. Thirty years after Roma Interrotta (Rome Interrupted), Aaron Betsky finds here the space necessary for expanding the themes of investigation that were formerly for the historic city but are, today, the foundation of the entire Biennale project, the vision of peripheral spaces, in an urbanistic dimension on the borderline between city and landscape, in the interpretation of twelve studies of international planning. The theme is clear. Clear, too, is the provocation. That which is still less clear is the ability of contemporary urbanistics to provide adequate answers to open doubts. But if the slow construction of an urban space is not coordinated to the urban transformation of these landscapes, then what can the alternative instruments be? Maybe placing at the centre of attention the quality of the results, understood in terms of liveability and sustainability of urban spaces, conceived and planned not with abstract discipline and rationality, but as the deformation and transformation of a given space, taking into consideration the functional life of its inhabitants.

01/Rome Limited Confrontando la mappa di Roma del Nolli del 1748 con una cartina satellitare della città si nota una caratteristica comune: il vuoto urbano. BIG immagina una moderna mappa che si estenda su scala regionale per riproporre la struttura della città medioevale./ Comparing Nolli’s 1748 map of Rome with a satellite chart, you will notice a common characteristic: the urban void. BIG imagines a modern version of Nolli’s map. www.big.dk

05/Off-center on-line Recupero della periferia attorno al Grande Raccordo Anulare: lo studio Koning re-immagina un nuovo concetto di connessione tra aree urbane e suburbane./ The Konig study re-imagines a new concept of connection between urban and suburban areas. www.kearch.com 06/Borderline metropolis Labics riflette sulla condizione che caratterizza Roma: città per natura instabile, ma anche città della storia, del ricordo, della memoria che, per definizione, è immutabile. Rome is an unstable city by nature, but it is also the city of memories of the past: and the past, by definition, is immutable. www.labics.it

07/Super star: a mobile China Town È necessario trovare un modo per riconvertire la staticità della metropoli contemporanea. MAD ipotizza una città in grado di autogenerarsi, una struttura mobile e leggera che si adatta facilmente all’ambiente che la ospita./ It is necessary to find a way to reconvert the static nature of contemporary metropolises. MAD hypothesizes a city which is able to regenerate itself. www.i-mad.com 08/Residentity n!Studio riflette sul concetto dell’abitare. L’idea è quella di una nuova forma di desiderio abitativo, sfruttando gli spazi vuoti che caratterizzano la struttura del capoluogo laziale./ A new form housing desire, taking advantage of the empty spaces which characterize the structure of Rome. www.nstudio.it

12XROME

:uneternalcity

09/Trancity Trancity propone due opzioni: un’architettura che si fa infrastruttura e un progetto anti-figurativo che valorizza la presenza della natura./ Trancity proposes two options: an architecture which transforms itself into infrastructure, and an anti-figurative project which evaluates the presence of nature. www.nemesistudio.it

10/The bear’s walk Ecologia, sviluppo urbano e mitologia: New West Land immagina il percorso di un orso marsicano che dal Parco Regionale Sirente-Vellino arriva a Piazza del Popolo, un corridoio ecologico tra centro urbano e periferie./ New West Land imagines the hypothetical journey of a bear: an ecological corridor linking the urban centre to the outskirts. www.newwestland.com

11/Dionisocity Riscoprire la magia del sottosuolo: reperti archeologici, corsi d’acqua, ma anche tecnologia e infrastrutture integrandosi con la città, rivitalizzano l’intero sistema urbano./ Rediscovering the magic of the undersoil: archaeological finds, waterways, but also technology and infrastructures, integrating themselves with the city, revitalizing the entire urban system. www.tstudio.net 12/Valley of Desire WEST8 propone un’esperienza alternativa di Roma: una valle dei desideri che si espande nel territorio lungo il fiume Aniene, ispirata ai versi degli antichi poeti latini. WEST8 proposes an alternative experience of Rome: a valley of desires which expands into the territory along the Aniene river, inspired by verses from the ancient Latin poets. www.west8.nl



Comunità oltre il luogo Community beyond place Come dare a Everyville un identità, una coerenza, un carattere e un senso civico? La proposta può essere eccentrica, potrebbe anche essere un’utopia. Sicuramente dovrebbe essere una evocazione di un posto concreto per una comunità: dove al momento non ce n’è una, e dove tra una decina d’anni potrebbe esserci solo una serie di frammenti sparpagliati dovrebbe esserci una Everyville dell’immaginazione e della memoria, della speranza e della paura.

:everyville arsenale - artiglierie

Immagina ogni città... Imagine every city... Affermare, come fa Aaron Betsky nel programma dell'11. Biennale di Architettura, che gli edifici siano la tomba dell'architettura rappresenta una posizione discutibile e forse addirittura pericolosa, ma certamente intrigante. Pericolosa perché si rischia di trascurare il mondo reale, così concreto ed imminente. Intrigante, però, perché produce uno scarto improvviso sul modo di pensare e di fare architettura. Architettura, nelle parole di Betsky, sarebbe infatti quel carattere utopico, sempre immanente nel progetto, che continuamente immagina un mondo altro e migliore. Architettura sarebbe un modo di rappresentare, dare forma e forse anche offrire alternative critiche all'ambiente umano. Se pensata in questo modo, l'architettura diventa allora un mezzo col quale è forse possibile affrontare il mondo reale, nella sua concretezza ed imminenza. Come affrontare altrimenti, si chiede Betsky, l'infinito ripetersi delle villette e dei capannoni della città diffusa o la banalità dei centri commerciali e degli edifici per uffici che occupano le frange suburbane? Di questo sono fatte le everyville che stanno diventando il paesaggio abituale del nostro quotidiano e di questo si occupa il concorso internazionale aperto agli studenti che la Biennale Architettura ha indetto per questa edizione 2008. Il bando, dopo avere descritto uno di questi insediamenti extraurbani, chiede di riflettere su come l'architettura possa oggi affrontare le everyville ed in particolare la loro immagine, estremamente fragile ed effimera, perché oggi i luoghi crescono e scompaiono a grande velocità. In questo contesto di rapidi cambiamenti è improbabile che l'identità della comunità sia creata dagli edifici rappresentativi tradizionali. Piuttosto, suggerisce il bando, l'identità collettiva si crea a cavallo tra le pratiche informali del quotidiano e la virtualità dei nuovi mezzi di comunicazione, quasi che la

genericità degli spazi del centro commerciale o delle starbucks trovasse una corrispondenza nella virtualità dello spazio creato dal web o dai telefoni cellulari. Che il tema sia intrigante e di grande attualità lo conferma anche l'elevato numero di studenti che si sono iscritti al concorso: 782 provenienti da 48 diversi Paesi. Le immagini delle proposte migliori, i 10 primi classificati più 40 menzioni d'onore, trovano spazio all'interno delle Artiglierie all’Arsenale, entrando a far parte ufficialmente del percorso espositivo dell’11. Biennale Architettura. Emanuel Giannotti

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To affirm that buildings are the tomb of architecture is a questionable position, possibly even dangerous, but certainly intriguing. Dangerous because one risks neglecting the real world. Intriguing because, in an improvised way, it discards the manner of conceiving and creating architecture. In the words of Betsky, architecture would indeed be that utopic character, always immanent in the project, which continually imagines another, better world. This then becomes a means whereby it is possible to confront the real world, in its concreteness and imminence. Betsky enquires, how would it be otherwise possible to face the infinite repetition of little villas and sheds in the city, or the banality of shopping centres and office buildings which occupy the suburbs? This is the composition of the everyvilles which are becoming the habitual scenery of our daily life. This is the theme of the international competition open to students which, this year, the Architecture Biennale has proclaimed. That the theme is intriguing is confirmed also by the high number of students who have enrolled: 782, coming from 48 countries. The images of the 10 best proposals plus 40 honourable mentions, are being displayed inside the Artiglierie. «Everyville 2008. Comunità oltre il Luogo. Senso civico oltre l’Architettura» Artiglierie, Arsenale

Tema del concorso «Immagina ogni città. Ricorda dove sei cresciuto […]. Forse ci abiti ancora in questa città, oppure ci capiti ogni tanto perché i tuoi stanno lì. Forse non l’hai mai veramente vissuta […]. Oggi i luoghi crescono e scompaiono molto più velocemente come mai nella storia umana. Se non possiamo viverci abbastanza a lungo per farli nostri ed essi non possono svilupparsi all’infinito, che cosa li rende luoghi reali, che creano basi sociali e fisiche della nostra esperienza? Certamente l’architettura non è la risposta, almeno non nel senso tradizionale della parola. È improbabile che i monumenti o le tipologie riconoscibili, come chiese o banche fossero altro che segnaposto o tarde manifestazioni nelle comunità in formazione. È il tessuto, il cambiamento, il decadere e crescere collettivo del costruito, che permette a una collettività di avere consistenza abbastanza a lungo per evocare memorie. Oggi si riflette sul fatto che potremmo creare tali comunità anche virtualmente o a scala globale. Ma che succede se capovolgiamo la domanda e ci chiediamo se le tecniche finora sviluppate nel mondo, al di là di mattoni, pietra, legno acciaio plastica e cemento, possono aiutarci a dare forma a una comunità più effimera, che nasca e sparisca rapidamente?» (Aaron Betsky) 782 iscritti al concorso internazionale online di 48 Paesi: 26 Europa (Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria) 12 Asia (Brunei, Cina, Corea del Sud, Hong Kong, Giappone, India, Israele, Libano, Malesia, Singapore,Tailandia, Taiwan); 8 Americhe (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Stati Uniti), 1 Africa (Sudafrica) e 1 Oceania (Australia).

How can we give Everyville an identity, a coherence, a character and a civic sense? The proposal can be idiosyncratic. It may even be utopian. It should certainly be an evocation of a real place of community where there is right now none and that may be again just a series of fragments in sprawl a decade from, it should be an Everyville of the imagination and of memory, of hope and of fear. Theme of the competition “Imagine every town. Remember where you grew up […]. Maybe you still live in this city, or visit it because your family is there. Maybe you never lived there but grew up in the countryside or in a high-rise. […] These days, such places arise and disappear much more quickly than at any time in human history. If we cannot live there long enough to make them our own, and if they cannot develop over time, what makes them real places that create social and physical foundations for our experience of the world? Certainly architecture is not the answer, at least not in the traditional sense of the word. It is unlikely that monuments or recognizable structures such as churches or banks were ever anything either placeholders or late appearances in the forming of community. It is the texture, the changing, decaying and growing collective of built form that allows a community cohere long enough to evoke memories. These days we wonder whether we can create such communities virtually, or at a global scale. But what if we ask the question the other way around and wonder whether the techniques developed in the world beyond bricks and stone, wood, steel, plastics and concrete, can help us shape a more ephemeral, quicker to rise and faster to disappear, community”. (Aaron Betsky) 782 registered participants from 48 countries: 26 Europe (Austria, Belgium, Czech Republic, Croatia, Finland, France, Georgia, Germany, Greece, Hungary, Ireland, Italy, Lithuania, Netherlands, Norway, Poland, Portugal, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Ukraine, United Kingdom); 12 Asia (Brunei, China, Hong Kong, India, Israel, Japan, Lebanon, Malaysia, Singapore, South Korea, Taiwan, Thailand); 8 Americas (Argentina, Brazil, Canada, Chile, Colombia, Ecuador, Mexico, the United States), 1 Africa (South Africa) and 1 Oceania (Australia).


:leonidoro frank gehry

L’uomo dei sogni The dreammaker

Costruzioni di sapere Building knowledge :e

InterActivCorp Headquarters, New York © 2008 Gehry Partners LLP

Finalmente la Biennale ha deciso di conferire il Leone d'Oro alla carriera al quasi ottuagenario, pluri-medagliato architetto, canadese di origine, ma losangelino di adozione, Frank Owen Gehry. Dopo il massimo riconoscimento per un architetto vivente, il «Pritzker Prize», ricevuto nel 1989, nove anni prima dell'inaugurazione del suo celeberrimo museo Guggenheim a Bilbao, da alcuni definito il più grande monumento di un’intera generazione d’architetti, icona popolare tanto quanto la Sidney Opera House. E dopo la personale al Padiglione degli Stati Uniti alla quinta mostra di Architettura di Venezia, che esibì una ricerca originalissima, uno spirito vivace che fonde sforzo creativo e tecnologie nell'eruzione di una miriade di plastici per la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles; e, nel 1988, la mostra alla Fondazione Masieri del progetto di Casa Schnabel a Brentwood in California, che propose le prime metafore di città microscalata nei padiglioni di un'acropoli privata, figure sottese, più o meno compresse e complesse, a molte successive opere. Il lavoro, la figura di questo architetto che ritiene la sua attività analoga a quella dei molti amici artisti, colpi-

sce ancora. Un’opera, secondo Aaron Betsky, che ha trasformato l'architettura moderna rappresentandone un vero nuovo modello liberandola «dai confini della scatola e dalle costrizioni delle comuni pratiche del costruire». Il primo Gehry usava diversamente la materia, nel suo stato grezzo, non finito, a critica di quella nascente cultura postmodernista, legata alla pelle, come le reti di metallo con le quali avvolgeva i suoi Cabrillo Maritime Museum o il Santa Monica Place negli anni Settanta. È la stessa cultura che oggi gratifica con le sue geniali visioni. La sua carriera ha saputo far leva non su un manierismo di sé, ma sulla ripetizione di una soluzione che, una volta ottenuta attraversando i confini della disciplina, si propone oggi come franchising, tanto che ogni città possa desiderare di avere un'opera della grande archistar. Venezia, per esempio, che lo premia e che aspetta il suo nuovo terminal acqueo per il Marco Polo! Giovanni Vio Consegna «Leone d’Oro alla Carriera» e «Leone d’Oro Speciale» a seguire Inaugurazione Ufficiale 11. Mostra Internazionale di Architettura Padiglione Italia - Sabato 13 settembre ore 17.00

james s. ackerman

The Biennale is awarding the career Leone d'Oro to Frank Owen Gehry, an almost eighty year old architect who has won numerous prizes. Gehry was born in Canada but lives in Los Angeles. His work, and the figure of this architect who affirms that his activity is analogous to that of many of his artist friends, still has the power to impress. According to Aaron Betsky, Gehry's work has transformed modern architecture, representing a genuine new model. Early in his career, Gehry used matter differently: in its raw state, not finished, in criticism of that emerging postmodernist culture, linked to the skin, such as the metal wires with which he enfolded his Cabrillo Maritime Museum or Santa Monica Place in the 1970s. It is the same culture, gratifying with its ingenious visions. Gehry's career has succeeded in insisting, not on mannerism itself, but rather on the repetition of a solution which, once obtained by means of crossing the borders of discipline, is proposed today franchising, so much so that every city may wish to own a work by the super archistar. Venice, for example, is awarding him and is awaiting his new aquatic terminal for Marco Polo Airport.

Ph Peter Eric Arnell

Non fu solamente l’architettura del Palladio, con la sua base razionale e la sua grammatica chiara, a costituirne l’eternità e l’immensa influenza sullo sviluppo dell'architettura del Nord Europa e più tardi del Nord America, ma fu anche la capacità comunicativa dei suoi ‘Quattro Libri’. È chiaro che Palladio non rivelò tutti i suoi segreti nei ‘Quattro libri’. Scrivendoli si proponeva certo di educare, migliorare il livello generale del disegno architettonico. Ma, come tutti i bravi insegnanti (e tutti i maestri con i loro allievi), egli forse sapeva che è meglio lasciare ai discepoli qualcosa che possano scoprire da soli. Nella ricorrenza del 500° anniversario della nascita del Palladio, viene assegnato uno speciale Leone d’oro a uno storico dell’architettura per sottolineare come l’architettura ‘oltre il costruito’ abbia da sempre costituito un elemento fondamentale della cultura e della società. E il Leone non poteva che spettare all’americano James Sloss Ackerman (San Francisco, 1919), decano degli storici dell’architettura del Rinascimento, uno studioso di grande originalità e produttività, un abile scrittore di architettura e un docente che ha guidato molti eminenti studiosi ai loro primi passi. La sua capacità di usare erudizione, un acuto senso dell’osservazione uniti a una sensibilità per l’architettura e una facilità innata di far rivivere i grandi architetti del passato con immediatezza, quasi a farne figure nostre contemporanee, costantemente presenti nella nostra cultura, è forse il maggiore dei risultati conseguiti da Ackerman. La sua opera ha esercitato un’influenza considerevole sia sugli storici dell’architettura, sia sugli architetti. Autore di due monografie fra le più importanti del secolo appena concluso, dedicate a Michelangelo e soprattutto ad Andrea Palladio. Di quest’ultimo è tuttora considerato la migliore introduzione. M.M.

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On the occasion of the 500th anniversary of Palladio's birth, a special Leone d'Oro goes to an architecture historian, a scholar of great originality and productivity, an able writer about architecture and an educator. He is one of the scholars to have created the modern history of architecture, founded on a systematic approach and making use of a critical examination of all written and visual sources. The ability to use erudition, a sharp sense of observation combined with the sensibility for architecture and an innate facility to bring back to life the great architects of the past with immediacy, almost making them our contemporaries and constantly present in our culture, is perhaps the greatest of Ackerman’s achievements. His work has had a considerable influence on both historians of architecture and architects themselves. In his field, he has written two of the most important monographs of the century that has just closed, dedicated to Michelangelo and Andrea Palladio.



Una casa per ciascuno A home for each

Le polemiche sulla partecipazione dell’Italia alle manifestazioni internazionali è sempre viva. A due anni dall’apertura della sede ufficiale del Padiglione Italiano alle Tese delle Vergini all’Arsenale, la sua mostra L’Italia cerca casa vuole anche essere una velata provocazione? Ammetto di non avere colto l’ironia del titolo. Non voglio spingermi su un terreno minato, ma se il Padiglione Italiano deve restare in quello spazio all’Arsenale, allora bisogna abituarsi all’idea che possa essere reinventato di volta in volta. L’allestimento impegnativo di Franco Purini era perfetto per la sua mostra, ma non credo che possa restare lì per sempre. L’alternativa più logica è semplice e radicale, ma l’avevo proposta su «Domus» in tempi non sospetti: demolire il Padiglione Italia e costruire al suo posto un Padiglione Italiano più piccolo. Nel breve periodo si eliminerebbe la confusione, nel lungo periodo se ne avvantaggerebbero le finanze della Biennale. La mostra principale, comunque, è emigrata all’Arsenale e non tornerà indietro. Entrando nel cuore della mostra, dalla 'casa per tutti' alla 'casa per ciascuno'? Si tratta di un gioco di citazioni storiche, anche se credo che senza saperlo la differenza si coglie comunque nel suo significato comune. La Triennale di Milano ha organizzato quest’anno una grande mostra sulla casa dal titolo La casa per tutti.Tuttavia, durante la guerra, tre grandi architetti italiani scrissero un manifesto intitolato La casa per tutti, anzi per ciascuno. Quindi la necessità di concepire l’abitazione sociale in termini diversi era già avvertita nel 1943, almeno dagli architetti più sensibili. Abbiamo fatto una scelta. In tutto questo parlare di casa e di interventi sul disagio abitativo, che case si potrebbero progettare? E dove? Per capirlo abbiamo invitato dodici architetti italiani, abbiamo cercato di informare il pubblico su come stanno le cose oggi in Italia e di coinvolgerlo in un bilancio della nostra eredità del ventesimo secolo, con le sue miserie e i suoi splendori, perché ci sono anche quelli.

Two questions to Prof. Francesco Garofalo, curator of the Italian Pavilion The polemical discussions on Italy's participation in international events are always lively. Two years after the opening of the official site of the Italian Pavilion, is your exposition Housing Italy a veiled provocation? I don't wish to throw myself into a mine field; but if the Italian Pavilion must remain in that place at the Arsenal, well, we must accustom ourselves to the idea that from time to time it may be reinvented. Franco Purini's strenuous labours in setting up the Pavilion were perfect for the exposition; but I don't believe that it can remain there forever. The most logical alternative is simple and radical: to demolish the Padiglione Italia and to build in its place a smaller Padiglione Italiano. In a short time the confusion would be eliminated; eventually the finances of the Biennale would benefit. Entering into the heart of the exposition, from "a house for everyone" to "a house for each"? I confess that this is a game of historical quotes. Milan's Triennale has organized, this year, a large exposition on housing, called “A home for all”. Nevertheless, during the war three great Italian architects wrote a manifesto entitled “A home for all. That is, a home for each". Therefore, already in 1943 the need to conceive social housing in different terms was evident, at least to the most sensitive architects. We have made a choice. In all this talk about housing and intervention in cases of housing difficulties, which homes can be design? And where? In order to understand this, we have invited twelve Italian architects, we have striven to inform the public about how things are in Italy today, to involve it in a balance of our heredity in the twenty first century, with its misery and splendour, because that exists as well.

:padiglioneitaliano arsenale - tese delle vergini

Le visioni dell’abitare The visions of housing :e

Riabitare il centro 2008 © Ian+

L’Architettura come ‘riflessione critica del realizzare’, con il fine progettuale di dare forma alle idee contemporanee sulla vivibilità dell’ambiente umano in un’ottica di sviluppo eco sostenibile. Ciò che interessa oggi maggiormente e che si vuole proporre è il ‘sentirsi a casa propria’ nel mondo, oltre il mero quotidiano e nel rispetto dell’ambiente naturale, attraverso sperimentazioni all’avanguardia con uno sguardo al passato. Visioni soggettive e univoche dell’organizzazione degli spazi del vivere che possono diventare patrimonio collettivo e universale, pur mantenendo l’idea potenziale e intrinseca di essere concepite per il singolo, ovvero per ognuno di noi. Non è il ‘costruire’ fine a se stesso, quanto il modo scelto di rappresentare e di parlare degli edifici ad interessare sia Aaron Betsky, direttore dell’11. Biennale di Architettura, sia Francesco Garofalo, principale curatore del Padiglione Italiano, promosso dalla PARC e Fondazione “Biennale di Venezia”. Vengono presi in esame progetti di sviluppo innestati su tessuti urbani già esistenti, recuperando aree edificabili, in un’epoca contrassegnata dall’instabilità globale determinata dalla bolla immobiliare e dalla crisi americana dei mutui, dalla forte espansione delle periferie delle città, dal disagio generato dall’edilizia popolare e dalla forte domanda di abitazioni a costi più accessibili. La mostra è allestita in due sale: quella ellittica vede

esposti foto, grafici e proiezioni video, mentre quella rettangolare contiene una mappa lunga 70 metri, che racconta l’eredità controversa della casa popolare italiana e delle sue ispirazioni internazionali, approfondendo temi come i quartieri e i grandi edifici, lo spazio pubblico e domestico, i generi e le generazioni. Dal cattivo stato dell’Arte – ritratto del boom edilizio – ai 12 progetti di La casa per ciascuno, che propongono, fra l’altro, il recupero di quartieri di edilizia sociale di Roma e Cagliari, la riconversione residenziale di aree produttive e di insediamenti di comunità straniere immigrate. Gli architetti invitati sono Andrea Branzi, il protagonista dell’Architettura radicale degli anni Sessanta, lo Studio Albori (Milano), da sempre coinvolto nei temi dell’architettura e del paesaggio «con spirito libero, problematico ed empirico» e con un’attenzione alle questioni energetiche ed ambientali, Mario Cucinella (Bologna), fondatore di MCA e collaboratore di Renzo Piano, ma anche Baukuh (Genova), Cliostraat (Torino), Luca Emanueli (Reggio Emilia), Ian+ (Roma), Marco Navarra Nowa (Caltagirone), Italo Rota (Milano), Salottobuono (Venezia), Beniamino Servino (Caserta), Stalker/Osservatorio nomade (Roma). Luisa Turchi «L’Italia cerca casa. 12 Progetti per abitare e riabitare la città» Padiglione Italiano Tese delle Vergini, Arsenale

Architecture as "the critical reflection of creating", with the project goal of giving form to contemporary ideas on "liveability" in the human environment in the sphere of eco-sustainable development. Today, that which most interests us is "feeling at home" in the world, beyond mere daily life, with respect for the natural environment, by way of vanguard experimentation while looking back at the past. Not so much "constructing" as an end in itself, as the mode chosen to represent and speak about the buildings in a way that would interest both Aaron Betsky and Francesco Garofalo, principal organizer of the Italian Pavilion. Taken into consideration are development projects for already existing urban structures, the recovery of areas which may be built upon, in an era characterized by global instability. The exposition is held in two halls: in the elliptic one are on display photographs, graphic designs and video projections, while the rectangular one contains a 70 metre long map, narrating the controversial heritage of Italian "welfare houses" and their international inspiration, delving into themes such as neighbourhoods and large buildings, public and domestic space, genres and generations.

Casa madre © Andrea Branzi

Due domande al Prof. Francesco Garofalo, curatore del Padiglione Italiano.




giardini

Pietre di paragone Comparison stones :e

La Regione del Veneto, dopo l’omaggio a Vedova in occasione della Biennale Arte 2007, dedica a Carlo Scarpa una mostra nel rinato Padiglione Venezia nell’ambito della Biennale Architettura. Carlo Scarpa e l’origine delle cose è un omaggio ad un Architetto, che ha saputo trarre la sua grandezza anche dalla sintesi tra esperienze e culture profondamente diverse tra loro. In Scarpa, architetto ‘sciamano’ come lo ha definito Kurt Foster, l’orizzonte dei progetti viene proiettato oltre una linea di demarcazione tra gli elementi, al di là del limite definito c’è l’apeiron, il cui risultato è una definizione di spazio variabile, dove ciò che non è razionalmente misurabile, subentra a ridefinire armonie sovrapposte e dal carattere molto accentuato, capaci di suscitare intensità profonde nella fruizione dei contenuti stessi. Le ‘mappe d’invenzione’ si trasformano in ‘macchine per il ricordo’, il complesso monumentale Brion è un inno alla vita, oltre la morte; un mondo che si capovolge, mantenendo le sue regole, con in più un’aura quasi magica, che lo rende irresistibilmente attraente, in quanto luogo ‘full of life’. La morte è solo un dato ineludibile, un mero accidente; niente è utilizzato per dare l’idea della non mutabilità, ogni angolo è vitale e in grado di cambiare e Carlo Scarpa, in un piccolo spazio dello stesso cimi-

tero, sembra osservare divertito quanto meravigliato stupore sappia suscitare la sua opera, un monumento alla grandezza delle idee, alla capacità di saperle realizzare, più che un omaggio tradizionale a chi non è più. La combinazione tra elementi diviene motivo architettonico: la crescita delle maree e l’ingresso dell’acqua in un continuo cambio di colori alla Fondazione Querini, piuttosto che il monumento eretto nel 1968, alla Partigiana, simbolo di resistenza alla disgregazione della pietra, con l’acqua e la sua azione corrosiva come elemento fondante dell’opera stessa. Una apparente non codificazione, in cui la natura ed i suoi ritmi occupano una posizione di rilievo e sono determinanti nella definizione stessa dell’opera. La mostra contiene 46 disegni originali di Carlo Scarpa, tra cui l’intera serie per il monumento alla Partigiana ed i prototipi delle sculture Crescita e Contafili, creati da Scarpa per la Biennale d'arte del 1968. Per l’occasione sono state realizzate sequenze di immagini digitali e video interviste di architetti e artisti contemporanei coinvolti nella mostra, fra cui Juan Navarro Baldeweg, Diller Scofidio (+ Renfro) e Umberto Riva. Fabio Marzari «Carlo Scarpa e l’origine delle cose» Padiglione Venezia, Giardini della Biennale

riordino del piano terra e del cortile del palazzo cinquecentesco sede della Fondazione. La realizzazione del progetto rimane l’emblema degli interventi architettonici scarpiani./ Scarpa was contacted by Giuseppe Mazzariol for the remodeling of the ground floor and courtyard of the 16th century building. This project remains the emblem of Scarpa's architectonic interventions.

Tomba Capovilla al cimitero di San Michele in Isola (1943-44)

Ingresso dell'Istituto Universitario di Architettura (1966-78, 1984) Entrando nello spazio non si ha la chiara percezione della morfologia del portale; uscendo, invece, l'occhio ne coglie per intero la forma richiamando per un istante la sua primitiva funzione di soglia./ Entering in the space, one does not have a clear perception of the morphology of the porch. But when one goes out, the eye perceives the entire form, recalling its primitive form of threshold.

Gallerie dell'Accademia (1945-59) A partire dal 1945 iniziano i lavori di riallestimento delle Gallerie. Viene sistemato l'ingresso con un nuovo banco per la vendita dei biglietti e la bussola in legno di quercia, ferro e vetro che si trova nella collocazione originaria. Between 1950 and 1953 was restored the entrance to the Galleries with a new counter for ticket sales and an entry point in oak wood, iron and glass which is found in its original place. Padiglione del libro d'arte ai Giardini della Biennale (1950) Giardino delle Sculture del Padiglione Italia ai Giardini della Biennale Museo Correr (1957-60) L’intento è di riformare allestimenti di tipo ottocentesco secondo nuovi criteri espositivi. Scarpa interviene sulla collocazione delle opere e sull'andamento del percorso di visita, con interventi soprattutto sulle fonti di luce privilegiando la luce naturale./ Scarpa intervened in the placement of the works and in planning the itinerary of the visit, favoring modulated natural light. Padiglione del Venezuela ai Giardini della Biennale (1954-56) Aula Manlio Capitolo,Tribunale Ordinario di Venezia (1955-57)

Rendering allestimento Scandurrastudio

Rendering allestimento Scandurrastudio

The Veneto Region is dedicating an exposition to Carlo Scarpa in the renewed Venice Pavilion: a tribute to an architect who has succeeded in magnificently synthesizing experiences and cultures which are profoundly different from each other. In Scarpa, a "shaman" architect, as Kurt Foster defined him, the horizon of the projects is shifted beyond a line which demarcates the elements, where that which is not rationally measurable takes over and redefines harmonies able to arouse deep intensity in the fruition of the contents themselves. The combination between elements becomes an architectonic motive: the rise of tides, the entry into water in a continuous change of colours at the Querini, rather than the monument erected in 1968, to the Partisan, symbol of resistence to the disintegration of stone, with water and its corrosive action as the basic element of the work itself. The exposition contains 46 original drawings by Carlo Scarpa, among which is the entire series for the monument to the Partisan, as well as the prototypes for the sculptures called Crescita e Contafili, created by Scarpa for the 1968 Art Biennale. For the occasion were created sequences of digital images and video interviews of contemporary architects and artists involved in the exposition.

SCARPA&VENICE

:padiglionevenezia

Aula Magna di Ca’ Foscari (1935-37, 1954-56) Nel 1935 l'Università di Venezia incarica Carlo Scarpa del restauro del palazzo di Ca' Foscari. L'architetto ne disegna gli arredi e allestisce la sala conferenze e l'aula magna. Dopo venti anni Scarpa, nuovamente convocato, trasforma l'aula magna in sala per lezioni./ In 1935, Venice's University commissioned Carlo Scarpa with the restoration of the Ca’ Foscari building. After twenty years Scarpa was recalled to transform the main hall into a classroom.

Showroom Olivetti (1957-58) Adriano Olivetti affida al maestro la sistemazione di un locale nelle Procuratie Vecchie da adibire a showroom./ Adriano Olivetti entrusted to the Venetian Maestro the remodelation of a room in the Procuratie Vecchie. Fondazione Querini Stampalia (1961-63) Castello, 5252 Nel 1961 Carlo Scarpa fu contattato da Giuseppe Mazzariol per il

Casa e studio Scatturin (1962-63)

Casa Balboni (1964-74)

Fondazione Masieri, Palazzo Masieri (1968-73) La famiglia Masieri, in memoria del figlio Angelo, giovane architetto morto prematuramente, aveva affidato nel 1952 a Frank Lloyd Wright il progetto per la realizzazione di una casa dello studente, che non venne approvato a causa del mancato rispetto di alcune norme del regolamento edilizio. Carlo Scarpa viene incaricato del progetto, riprende i disegni di Wright e, lasciando inalterata la facciata, sviluppa l'organizzazione delle camere su tre piani. Initially entrusted to Frank Lloyd Wright, the project left unaltered the façade, which was connected, developing the organization of the students' rooms on three floors.

Ingresso alla facoltà di Lettere e Filosofia (1976-79) Il portale d'ingresso, una lastra in pietra d'Istria ideata da Scarpa, si appoggia a un muro del convento congiunto ortogonalmente alla ricca facciata della chiesa di San Sebastiano. In questo modo Scarpa dà qualità architettonica a un oggetto che ne è privo./The entrance porch, a slab of Istrian stone conceived by Scarpa, is supported by a wall of the convent joined orthogonally to the splendid façade of the church of Saint Sebastian. Foto e informazioni tratte da www.centrocarloscarpa.it



:venews 35

:padiglioninationalpavilions GIARDINI DELLA BIENNALE

AUSTRALIA Abundant Neil Durbach,Vince Frost, Wendy Lewin, Kerstin Thompson, Gary Warner

Abundant, una parola che racchiude la grandezza di un intero continente. Vengono presentati 300 manufatti architettonici, un caleidoscopio di straordinarie, eclettiche ed eccentriche costruzioni che illustrano la straordinaria varietà e diversità dell’architettura in Australia. Un laboratorio permanente di idee che fa emergere il carattere di creatività e di originalità di un’architettura che si misura con spazi infiniti in un cammino di vita di 200 anni. I direttori creativi sono Neil Durbach, Vince Frost, Wendy Lewin, Kerstin Thompson e Gary Warner./ Abundant, a word that embraces the greatness of an entire continent. There will be a presentation of 300 architectonic creations, a kaleidoscope of extraordinary, eclectic and eccentric constructions illustrating the amazing variety and diversity of architecture in Australia. A permanent laboratory of ideas, bringing out the creative, original character of an architecture measured by infinite spaces in a historical course of 200 years.

basi comuni. L’idea di Josef Lackner, ammantata di logica concettuale, quella degli architetti PAUHOF e cioè Michael Hofstätter e Wolfgang Pauzenberger, con la loro idea di un’architettura ‘sociale’ che deve sviluppare un valore aggiunto a lungo termine ed infine il tema del social housing con il modello di Vienna.

Vor der Architektur, that is to say, a manifestation of different opinions on what comes before architecture, starting from the assumption that results can be surprising, even when they spring from a common basis. The idea of Josef Lackner, cloaked in conceptual logic, that of the PAUHOF architects and that of Michael Hofstätter and Wolfgang Pauzenberger, with their idea of a "social" architecture that must develop a long-term added value, and finally the theme of social housing, with Vienna as its model.

BELGIO 1907... After The Party Office Kersten Geers David Van Severen

AUSTRIA Before Architecture. Vor der Architektur Josef Lackner, PAUHOF architekten, Residential Building as Motivation

Vor der Architektur, ovvero una manifestazione di opinioni differenti su ciò che sta prima dell’architettura, partendo dal presupposto che gli esiti possono essere sorprendenti, pur partendo da

Una data, il 1907, per celebrare l’anno in cui il Belgio si dotò di uno spazio proprio alla Biennale di Venezia. Da questa idea Moritz

Küng, curatore del Padiglione, nel 2008 di competenza fiamminga, ne ha tratto 1907… After the party, una riflessione che parte dalla domanda, apparentemente retorica, su come si possa mettere in mostra l’architettura. Il numero 1907 non è solo un anno, è anche il volume in metri cubi del Padiglione. Una scala 1 a 1 per un esplicito richiamo ad uno spazio concreto./ A date, 1907, to celebrate the year in which Belgium was assigned a place at Venice's Biennale. From this idea Moritz Küng, curator of the Belgian Pavilion, has conceived "1907... after the party", a reflection starting with the question, apparently rhetorical, of how to place architecture on display. The number 1907 is not just a year; it is also the pavilion's volume in cubic metres. A one to one scale for an explicit appeal to concrete space.

BRASILE Non-Architects / Interviews

A cura di R. Loeb e grazie a Fundação Bienal de São Paulo, il Padiglione brasiliano propone 100 diverse dichiarazioni personali, tutte di non-architetti, che disegnano altrettanti ‘ritratti’ possibili di tale disciplina: sogni, esperienze, aspirazioni di gente comune che immagina come dovrebbero essere la casa, la strada, l’oggetto, la scuola e molti altri luoghi legati alla vita di tutti i giorni. Out There, quando l’architettura va oltre l’edificio…/ Organized by R. Loeb, and thanks to the Fundação Bienal de Sao Paulo, the Brazilian Pavilion is proposing 100 different personal statements, all by non-architects, who have designed an equal number of possible "portraits" of that discipline: dreams, experiences, aspi-

rations of ordinary people who imagine just how should be the home, the street, objects, schools and many other places linked to daily life. Out There, when architecture extends beyond the building...

CANADA 41° to 66°: Architecture in Canada – Region, Culture, Tectonics Ædifica Architecture + Design, Architects Alliance, Atelier Big City, Marc Boutin Architect, Bregman + Hamann Architects, Busby Perkins + Will, Linda Chapman Architect/Christopher Simmonds Architect, Croft Pelletier architectes, Diamond and Schmitt Architects Inc., Arthur Erickson, Farrow Partnership Architects, Hughes Condon, Marler Architects, Kobayashi + Zedda Architects Ltd., Richard Kroeker, Kuwabara Payne McKenna Blumberg Architects, Brian Lilley Architect, MacKayLyons Sweetapple Architects, Manasc Isaac Architects, Marshall Tittemore Architects, Patkau Architects, Pin/Taylor Architects, Shim-Sutcliffe Architects, Christopher Simmonds Architect, Smith Carter Architects and Engineers, Stantec Architecture Ltd., Syverson Monteyne Architecture

Il padiglione canadese presenta una selezione di edifici contemporanei all’interno di un’area geografica assai vasta che comprende sei diversi distretti. Gli architetti coinvolti hanno preso spunto dalle costruzioni tipiche delle diverse regioni, divenute icone del loro territorio di appartenenza, come gli igloo, le tende e le casette con il tetto di zolle erbose, per creare un sistema di edifici che fosse rispettoso delle tradizioni e della cultura dei luoghi e presentasse i requisiti dell’eco compatibilità e sostenibilità./ The Pavilion presents a selection of contemporary edifices inside a quite vast geographical area, constituting six different districts, with the works of several architects who have learned from the typical construction of the various regions, now icons in the territories to which they belong, such as the igloos, the tepee tents and the sod houses, in order to create a system of buildings respectful of the tradi-

tions and culture of the places, and which would have all ecocompatible/sustainable requisites.

DANIMARCA ecotopedia - walk the talk L’esposizione danese è un importante spunto di riflessione, oltre che un monito rivolto alla comunità internazionale, affinché ci possa essere un proficuo scambio di esperienze e conoscenze sul modo in cui le città possono contribuire in maniera proficua ai cambiamenti climatici globali. Vengono presentate alcune offerte concrete per uno sviluppo possibile, per contribuire a passare dalle semplici parole alla reale condivisione il più ampiamente partecipata di esperienze./ ecotopedia walk the talk is an important reflection-point and an admonition addressed to the international community, in order to stimulate a fruitful exchange of experiences and knowledge of the manner in which cities can contribute abundantly and adapt themselves to global climatic changes. Some concrete offers for feasible development are presented, to contribute toward the passage from mere words to real sharing, the most ample participative form of experience.

EGITTO The Shadow of Geometry Yahia Shawkat, Amr Orensa

Egitto: un amalgama tra valle, deserto e uomo, tra contemporaneo e storico. L'architettura ha sempre rappresentato un vero e proprio messaggio culturale per l'umanità. La mostra si articola in tre settori in relazione tra loro: il passato, l'onnipresente e il futuro. Nelle parole del Commissario Tarek Waly «L'edificio, una trasformazione continua del materia-


:padiglioninationalpavilions le, un'ombra della qualità invisibile. L'architettura è la ragione e la fonte, l'edificio è il risultato e il prodotto»./ Egypt: an amalgam between desert and man, between contemporary and historic. Architecture has always represented a genuine cultural message for humanity. The exposition is articulated in three related sectors: past, omnipresent and future. In the words of Commissioner Tarek Waly, "The building, a continual transformation of material, a shadow of the invisible quality. Architecture is the reason and the source; the building is the result, the product".

ESTONIA Gas Pipe Maarja Kask, Neeme Külm, Ralf Lõoke

In Viale Trento, nodo dei Giardini della Biennale, prende forma Gas Pipe, un atto di arte e architettura critiche, una presa di posizione socio-politica degli artisti estoni. L’installazione ripropone in scala reale una sezione del gasdotto che la Gazprom ha recentemente scelto di collocare tra Russia e Germania. Situata tra i padiglioni di Germania e Russia, l’opera restituisce la distonia tra tecnologia e forza della natura, tra ironia e senso di responsabilità./ In Viale Trento, a key place in the Giardini, Gas Pipe takes form. The installation reproposes, in lifesize scale, a section of the Nord Stream gas duct which Gazprom recently decided to place between Russia and Germany. Located between the German and the Russian Pavilions, the work restores with irony the dystony between technology and the force of nature.

FINLANDIA (PADIGLIONE A. AALTO)

FRANCIA

Store and Share. Museums and Libraries in Finland

José Luís Ser, Fernand Pouillon, Paul Andreu, Claude Parent, Renzo Piano e Richard Rogers, Oscar Niemeyer, Christian De Portzamparc, Jean Renaudie, Jean Nouvel e Jean-Marc Ibos, Massimiliano Fuksas, Frédéric Borel, Philippe Gazeau, Jean-Marc Ibos e Myrto Vitart, Dominique Perrault, Bernard Tschumi, Odile Decq e Benoît Cornette, LabFAC, Dominique Lyon e Pierre Du Besset, Marc Mimram, Zaha Hadid, Dominique Jakob e Brendan McFarlane, LIN (Giulia Andi, Finn Geipel), Frédéric Borel, Jacques Ferrier, Dietmar Feichtinger, Périphériques Architectes, Marc Barani, Plan 01,Atelier Philéas, CAB, Rudy Ricciotti, BFT, X-T.U, François Chochon, Éric Lapierre, Dominique Coulon, Bernard Ropa, Olivier Brénac e Xavier Gonzalez,Yves Arnod e Isabel Hérault, Marjolijn Boudry e Pierre Boudry, Édouard François, Nicolas Michelin,TÉTRARC, Sophie Delhay, Aldric Beckmann e Françoise N’Thépé,Anne Lacaton e JeanPhilippe Vassal,Tryptique, Benjamin Avignon e Saweta Clouet, Bernard Buhler, Duncan Lewis, Gaëlle Hamonic e Jean-Christophe Masson, King Kong, Emmanuel Combarel e Dominique Marrec, Philippe Chiambaretta, Francis Soler, Emmanuelle Marin-Trottin e David Trottin,Anne Demians, SEARC’H, Jacques Moussafir,Anne-Françoise Jumeau, Block, Mathieu Poitevin, Manuelle Gautrand, Bruno Hubert e Michel Roy, Djamel Klouche, FGP, Élodie Nourrigat e Jacques Brion, Stéphane Maupin, Karine Chartier e Thomas Corbasson, Emmanuel Saadi, Ignacio Prego e Jean Bocabeille, Tania Concio

LPR-arkkitehdit Oy (Tiitta Itkonen, Ola Laiho, Assi Sandelin), Airas Arkkitehdit Ky (Timo Airas, Henna Helander), Arkkitehtitoimisto Lahdelma & Mahlamäki Oy (Ilmari Lahdelma), Arkkitehtitoimisto Juhani Pallasmaa Ky (Juhani Pallasmaa), Anttinen Oiva Arkkitehdit (Vesa Oiva, Jussi Kalliopuska), Arkkitehtitoimisto JKMM Oy (Asmo Jaaksi & Teemu Kurkela, Samuli Miettinen, Juhani MäkiJyllilä, Mikko Rossi, Katja Savolainen, Päivi Meuronen), Arkkitehtuuritoimisto Heikkinen – Komonen Oy (Mikko Heikkinen, Markku Komonen), Arkkitehtuuritoimisto Käpy ja Simo Paavilainen Oy (Käpy Paavilainen, Simo Paavilainen)

Nello spazio espositivo disegnato da Alvar Aalto, il curatore del museo di Architettura finlandese Roy Mänttäri rivolge l’attenzione ai musei e alle biblioteche, luoghi simbolo per la conservazione di un patrimonio di memoria condivisa, fruibile in maniera permanente da tutti e base per la cultura, la ricerca e la creatività, elementi fondanti di un tessuto civile organizzato in collettività statale./ In the exposition space designed by Alvar Aalto, the curator of the Museum of Finnish Architecture Roy Mänttäri, brings our attention to museums and libraries, symbolic places for the conservation of a patrimony of shared memories, to be utilized in a permanent manner by everyone; a foundation for culture, research and creativity, elements based on an organized civic structure in state collectivity.

GénéroCité

La generosità in architettura, una creazione rinnovata in grado di andare oltre la qualità architettonica per stabilire concreti legami sociali. Grazie alla collaborazione di un gruppo di architetti denominato French Touch, il commissario Francis Lambert ha selezionato cento progetti, tra proposte e realizzazioni già ultimate, articolate in tre tempi – ieri, oggi e domani – da interpretare come attitudini rispettive a rivisitare, esplorare e progettare. La generosità urbana passa, secondo tale chiave di lettura, attraverso elementi concreti quali gli spazi pubblici, i metri quadrati delle abitazioni, il comfort.

Generosity in architecture, a renewed creation which can go beyond architectonic quality in order to establish concrete social bonds. Thanks to the collaboration of a group of architects denominated "French Touch", Commissioner Francis Lambert has chosen one hundred projects, proposals and already created works, articulated in three moments - yesterday, today and tomorrow - to be interpreted as attitudes respectively toward reexamining, exploring and designing. Urban generosity passes, according to keys of interpretation, through concrete elements such as public spaces, the square metres of a dwelling, comfort.

GERMANIA Updating Germany. Projects For A Better Future Il paradiso, l’antico Eden, è perduto. Lo sguardo va proiettato al futuro, a partire dalle evidenti sfide ambientali che sono già in essere. C’è una ‘strada maestra’ per raggiungere la sostenibilità? Secondo Von Borries e Böttger, l’Update è il primo di una serie di ‘piccoli passi’ verso una politica fatta di evoluzioni individuali, condivise da tutte le parti coinvolte, che possono determinare un grande cambiamento collettivo. Un’autentica vertigine: 100 progetti per ritrovare l’equilibrio globale.

GIAPPONE Extreme Nature: Landscape of Ambiguous Spaces

Junya Ishigami, Hideaki Ohba

Junya Ishigami intorno al Padiglione ha pensato ad un gruppo di piccole serre in scala 1:1. Il presupposto è l'impossibilità di esibire gli edifici attuali in una mostra di architettura, perciò ha preferito progettare e realizzare, con un approccio anche visivo differente, degli spazi effimeri fisici in apparente armonia con ciò che li circonda. Lo spazio del Padiglione, vuoto, si mostra quindi nella sua integrità e bellezza./ Junya Ishigami has envisioned a group of small greenhouses in 1:1 scale for the Pavilion. The presupposition is the impossibility of exhibiting the edifices themselves in an architecture exposition. Thus, he has preferred to design and create, with a visual approach, too, that is different, various ephemeral physical spaces in apparent harmony with their surroundings. The empty space of the pavilion displays itself in its integrity and beauty.

GRAN BRETAGNA Home/Away: Five British Architects Build Housing in Europe

Paradise, the ancient Eden, is lost. The gaze is now projected toward the future, starting with the evident environmental challenges which already exist. Is there a "master road" for reaching sustainability? According to Von Borries and Böttger, Update is the first in a series of "small steps" toward a policy made of individual evolutions, shared by all the parties involved, which can determine a great collective change. Really dizzying: 100 projects in order to rediscover global equilibrium.

De Rijke Marsh Morgan, Tony Fretton, Maccreanor Lavington, Sergison Bates, Witherford Watson Mann

Home/Away, o ‘la questione dell’abitare’ secondo Woodman e i suoi cinque architetti, impegnati ad affrontarne le dinamiche, esplora le radici dell’ossessione britannica per



:padiglioninationalpavilions le case di proprietà e l’effetto a lungo termine delle lobby che privatizzano il settore immobiliare. I ‘fab five’, firme di numerosi alloggi anche all’estero, indagano successi e fallimenti della condizione inglese. Il 13 settembre alle 10.30, il Padiglione ospiterà un dibattito sui temi chiave trattati nell’esposizione./ Home/Away, or "the question of housing", according to Woodman and his five architects committed to confronting these dynamics, explores the roots of British obsession for privately owned houses and the longterm effect of lobbies which privatize the real estate sector. The "fab five", who have designed numerous homes abroad too, are investigating the successes and failures of "the English way". On the 13 September at 10.30 am the Pavilion will host a keynote debate entitled How Lovely is thy dwelling: Building Homes in the 21st Century.

GRECIA Athens by Sound Il Padiglione propone una mappa non visiva di Atene, lo spazio sarà interattivo ovvero presenterà sequenze sonore e visive della città per stimolare i sensi del visitatore cercando di superare l’idea classica di mappa./ Beyond the traditional meaning of a map, the Pavilion presents a non-visual map of Athens.

ISRAELE Additions. Architecture Along a Continuum Romy Achituv,Yoram Amir, Asif Berman, Liran Chechick,Yonatan Cohen,Yoseph Cory, Dan Handel, Oded Kutok, Avri Olschwang, Jonathan Rokem, Jan Tichy,Tom Tlalim,Yanai Toister, Alma Tzur,Tzahi Vazana, Shachaf Zait

La costruzione di aggiunte è divenuta sempre più comune e inevitabile nell'habitat umano, partendo da questo presupposto l'esposizione, che comprende 10 lavori di 15 architetti, urbanisti e artisti di varie discipline, si prefigge l'intento di risvegliare domande di rilievo, aperte, sulla natura dell'architettura ai nostri giorni, a partire da un tentativo di caratterizzare le aggiunte architettoniche in Israele, attraverso parametri sia globali che locali, fino a

considerarle come uno strumento nella progettazione./ The construction of annexes is becoming increasingly common and inevitable in the human habitat. Thus the exposition, composed of 10 works by 15 architects, urban planners and artists of various disciplines, intends to raise important questions on the nature of architecture in our times, starting with an attempt to characterize architectonic annexes in Israel, by way of global and local parameters, to the point of considering them as instruments of planning.

NORVEGIA Architect SVERRE FEHN intuition – reflection – construction Sverre Fehn

Fehn è l'architetto norvegese di maggior spicco: nel 1997 ha ottenuto il Premio Pritzker, il più prestigioso riconoscimento nel campo dell'architettura. Il principale progetto di questa mostra, curata da Eva Madshus, Senior Curator, Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design, è il Padiglione dei Paesi Nordici da lui stesso progettato nel 1962. Sono inoltre esposti 25 progetti, dei quali due terzi realizzati, mentre la restante parte è rimasta sulla carta./ The most noteworthy Norwegian architect : in 1997, he won the Pritzker Prize, the most prestigious recognition in the field of architecture.The main project of this exposition is the Nordic Countries Pavilion, which he himself designed in 1962. In addition, on display are 25 projects, twothirds of which have been put into effect while the other one-third remained on paper.

OLANDA ArchiPhoenix Faculties of Architecture Il 13 maggio 2008 un disastroso incendio ha distrutto la facoltà di Architettura di Delft. Insieme all’edificio sono andati distrutti materiali di ogni genere, compresi modelli originali degli anni trenta di De Stijl.Tutto quello che rimane della ricerca e del lavoro di decenni sono i dati informatici. La facoltà ha ripreso a lavorare, ma senza un posto fisico, al momento si tratta di uno spazio virtuale, da qui la domanda su come e cosa debba

essere una facoltà, un’ArchiFenice in grado di risorgere dalle sue stesse ceneri, ma per fare cosa? Una facoltà di animazione urbana, una facoltà di architettura non richiesta o di non costruzioni… Il Padiglione rappresenta un momento di dibattito aperto, di riflessione corale sul corso dell’architettura e sulla sua capacità di approccio al futuro./ On the 13th of May, 2008, a disastrous fire destroyed the Faculty of Architecture in Delft. Along with the building itself perished all kinds of material, including original models dating back to the 1930s by De Stijl. The Faculty has begun to work again, but without a fixed location. At this time, there is only a virtual space. Hence, the question: this Faculty must arise again, must become an ArchiPhoenix that will rise from its own ashes, but in order to accomplish what? A faculty of urban animation, of architecture which is not requested, of non-construction... The Pavilion represents a moment of open debate, choral reflection on the future of architecture, on its ability to face the future.

POLONIA Hotel Polonia. The Afterlife of Buildings Nicolas Grospierre, Kobas Laksa Che ne sarà di una monumentale biblioteca universitaria quando tutti i libri saranno digitali? Oppure, che farsene di un terminal aeroportuale avveniristico se il costo del petrolio tiene a terra gli aerei? Un padiglione può diventare l'Hotel Polonia, rinascendo a nuovo utilizzo e rispondendo ai bisogni dei visitatori di trovare un letto, decontestualizzandone la sua funzione ed indicandone un uso alternativo.Tra le foto di Nicolas Grospierre ed i collages futuribili di Kobas Laksa./ What would happen to a monumental university library if all the books were digital? What would become of a futuristic airport terminal if the price of petroleum prohibited the flight of the planes? A pavilion may become the Hotel Poland, being reborn for a new use, responding to the needs of visitors to find a bed, taking out of context its function and indicating an alternative utilization of it. Among the photos are those by Nicolas Grospierre and the "futurible" collages by Kobas Laksa.



GIARDINI PADIGLIONE ITALIA Out There: Architecture Beyond Building Masters of the Experiment Experimental Architecture Upload City AUSTRALIA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA DANIMARCA EGITTO ESTONIA FINLANDIA PADIGLIONE A. AALTO FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GRAN BRETAGNA GRECIA ISRAELE NORVEGIA OLANDA POLONIA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA SLOVACCA REPUBBLICA DI COREA ROMANIA RUSSIA SERBIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SVIZZERA UCRAINA UNGHERIA URUGUAY VENEZUELA

ARSENALE CORDERIE Out There: Architecture Beyond Building Hall of Fragments Installations Manifestos

IN CITTÀ / AROUND TOWN

EVENTI COLLATERALI / COLLATERAL EVENTS

1 BULGARIA ex Birreria Dreher Giudecca 800

14 A Gathering Space. Scotland and Venice 2008 Piazzale della Stazione Santa Lucia

2 EX REPUBBLICA JUGOSLAVA E DI MACEDONIA Palazzo Zenobio ex Collegio Armeno Dorsoduro 2596 Fondamenta del Soccorso

15 Architettura Religione Utopia Convento di San Francesco della Vigna Campo San Francesco della Vigna Castello 2786

28 L’universo dell’architetto. Jørn Utzon Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano San Marco, 2842

17 Billboard Project in the city. Patrick Mimran Palazzo Malipiero San Samuele San Marco 3198

4 GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO Ca’ del Duca, Corte del Duca Sforza San Marco 3052 5 IRLANDA Palazzo Giustinian Lolin San Marco 2893

29 Made in Iuav – L’università del design fra ricerca e progetto Arsenale Novissimo Spazio Thetis

18 BornHouse Chiesa di San Stae

6 LETTONIA Riva S. Biagio, Arsenale Castello 2145

19 Check-in Architecture Arsenale Novissimo Tese di San Cristoforo

7 PORTOGALLO Fondaco Marcello, San Marco 3415 (traghetto S. Angelo)

20 Curry Stone Design Prize Circolo Ufficiali Marina Militare Fondamenta dell’Arsenale Castello 2167

8 REPUBBLICA DEL SUDAFRICA Spazio Thetis, Arsenale Novissimo Tesa 109

30 Matthias Schaller “Fratelli d’Italia” Fondazione Giorgio Cini Isola di San Giorgio Maggiore 31 Next-Gene 20: Ao-Di Grand Land Architecture International Project, Taipei Arsenale, C.po della Tana Castello 2126/A

21 Dark City Palazzo delle Prigioni, San Marco Castello 4209

9 REPUBBLICA DI ARMENIA Palazzo Zenobio ex Collegio Armeno Dorsoduro 2596 Fondamenta del Soccorso

22 Fabrica Cultura (Cultura Fabricate): Hong Kong in Venice Arsenale, Campo della Tana Castello 2126

10 REPUBBLICA DI CIPRO Spazio Eventi della Libreria Mondadori, San Marco 1345

32

23 “La Città dell’Uomo”.Verso una città eco-sostenibile: a misura d’uomo Centro Polivalente “A. Nardocci” di ESU – C.u.or.i, Palazzo dei Pompieri, Calle Larga Foscari Dorsoduro 3861

11 REPUBBLICA DI SAN MARINO UNESCO, Palazzo Zorzi Castello 4930 12 REPUBBLICA DI SLOVENIA Galleria A+A, San Samuele San Marco 3073

25 La Sostenibile Leggerezza dell'Essere – La Metafora dello Spazio Palazzo Pesaro Papafava, Calle Racchetta, Cannaregio 3764 25 18 51

14

52

32 Sense of Architecture. Ripensando le “infinite potenzialità”. In omaggio a Luigi Nono Scuola dei Mercanti, Campo della Madonna dell’ Orto Cannaregio 3933 33 Tra audacia e urbanità: la Défense éclaire le Grand Paris Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa Castello 5252 34 Un giardino italiano a Tianjin Arsenale Novissimo Spazio Thetis

24 Lagoon Park Torre Massimiliana, Isola di Sant’Erasmo Laguna nord di Venezia (percorso tra le installazioni)

13 SINGAPORE Istituto Provinciale per l'Infanzia "Santa Maria della Pietà" Castello 3701

ARTIGLIERIE Uneternal City Everyville ARGENTINA CILE CROAZIA ESTONIA MESSICO REPUBBLICA DEL MONTENEGRO COSTA RICA / ECUADOR / EL SALVADOR / PANAMA / PERÙ (Istituto Italo-Latino Americano)

27 Le visioni dell’architetto.Tracce dagli archivi italiani di architettura Arsenale Novissimo Spazio Thetis

16 Arte, architettura, liturgia. Esperienze internazionali a confronto Museo Diocesano D'Arte Sacra Sant’Apollonia, Castello 4312

3 GEORGIA Chiesa di San Gallo, Campo San Gallo San Marco

NOT ONLY BIENNALE

26 Le Corbusier’s Legacy: Local + Global Biblioteca Ospedale San Giovanni e Paolo Campo San Giovanni e Paolo, Castello Palazzo Loredan, Calle dei Cerchieri Dorsoduro

35 “Università Iuav di Venezia. Il futuro della progettazione della Nave e dello Yacht”. Convegno di presentazione del “Master di Architettura della Nave e dello Yacht” Autorità Portuale di Venezia ex Chiesa di Santa Marta, Porto di Venezia

37 Alessandro Mendini e Carlo Poggio Caffè Florian, Piazza S. Marco 38 Andrea Blum. Home on the street Landscape in the palace StART – Palazzo Da Ponte Rio Di San Maurizio, San Marco 2746 39 Building Vitra: New projects ISR Spazio Culturale Svizzero di Venezia Campo S. Agnese, Dorsoduro 810 40 Coming of Age: American Art 1850s to 1950s (Fino al 12 ottobre) 41 Cardazzo. Una nuova visione dell’arte (Dal 31 ottobre 2008 al 9 febbraio 2009) Collezione Peggy Guggenheim Dorsoduro 701 42 Deep Garden Enel Contemporanea Viale dei Giardini Pubblici, Castello 43 Eduard Angeli Venezia Museo Correr, Piazza San Marco 52 44 Farevetro Museo del Vetro Calle Quirizio Da Murano 8 – Murano 45 Un Mondo di Carta Isabelle de Borchgrave incontra Mariano Fortuny 46 George Barbier (1882-1932) La nascita del Dèco Museo Fortuny, San Marco 3958 47 Gaspare Manos. Urbis Museo Diocesano d’Arte Sacra Ex Convento Sant’Apollonia Castello 4312 48 Graalglass Ca' Rezzonico Museo del Settecento veneziano

36 Urbanpromo 2008 Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano San Marco 2842

49

PRIMA TESA DELLE VERGINI ITALIA L’Italia cerca casa

26 15

GIARDINO DELLE VERGINI Towards Paradise di Kathryn Gustafson REPUBBLICA POPOLARE CINESE

45 46 23

33

11 7 16

3

13 47

50 35

9 2

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48 4

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21

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5 26

6

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40 41 39 54 30 1

32


Inaugurazione ufficiale/Official Opening 13 settembre ore 17.30 13 September 5.30 Pm Apertura al pubblico Opening to the public 14 settembre – 23 novembre 14 September – 23 November 10.00 – 18.00/ 10 Am – 6 Pm

51 Marcello Morandini 52 Cesare Laurenti (1854-1936). La Pescheria di Venezia Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna 53 OPEN 11 Lido (Piazzale e Gran Viale S. M. Elisabetta, Via Lepanto, Tempio Votivo, Lungomare G. Marconi, Parco e Hall Hotel Des Bains, Blue Moon, Terrazza e Hall Hotel The Westin Excelsior); Isola di San Servolo

Biglietterie/Ticket Office Giardini e Arsenale

Prezzi dei Biglietti/ Ticket prices Intero/Full price 15 € Ridotto/Concessionary rate 12 € over 65, militari, residenti Comune di Venezia,Touring Club,Venice Card Transport,Venice Card Transport&Culture, CinemaPiù, ACI Studenti/Students e/and under 26 8 € su presentazione di un documento che ne attesti il diritto on presentation of a document entitling the bearer to a reduction Formula Family 35 € 2 adulti/ 2 adults + 2 under 14 Gruppo Adulti/ Adults Group 10 € min. 10 persone prenotazione obbligatoria min. 10 individuals prior booking essential Gruppo Studenti/ Students Group 6 € min. 10 persone prenotazione obbligatoria min. 10 individuals prior booking essential Permanent Pass 40 €

54 TDC2008 Graphic Design Japan Fondazione Giorgio Cini, Sale del Convitto, Isola Di San Giorgio Maggiore 55 Turbulent Topologies di Marcos Novak Fondazione Bevilacqua La Masa Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826 56 ZOOM. Inside the human space Isola di San Servolo

Ingresso Gratuito/Free Entry Fino a 6 anni (inclusi) e accompagnatori di invalidi Up to the age of 6 (inclusive) and adults accompanying disabled visitors Il biglietto è valido per un ingresso alle due sedi espositive (Arsenale e Giardini) e può essere utilizzato per visitare ciascuna sede in giorni separati/ The ticket is valid for one entry to the two exhibition venues (Arsenale and Giardini). Visitors may choose to visit the two venues on separate days

EGITTO

giardini

50 Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008 Palazzo Grassi, San Samuele San Marco 3231

SERBIA AUSTRIA

PADIGLIONE VENEZIA BRASILE

PADIGLIONE ITALIA

POLONIA ROMANIA

UNGHERIA OLANDA

ISRAELE

FINLANDIA

URUGUAY

USA

BELGIO

GRECIA

AUSTRALIA FRANCIA

SPAGNA

R. CECA NORVEGIA R. SLOVACCA

DANIMARCA libreria/bookshop

GRAN BRETAGNA RUSSIA

SVIZZERA

GIAPPONE CANADA

VENEZUELA

>

11. Mostra Internazionale di Architettura Out There: Architecture Beyond Building Venezia, Giardini e Arsenale

:11.mostrainternazionalediarchitettura

INFO 49 Inside. Out Fondazione Claudio Buziol Palazzo Mangili Valmarana Cannaregio 4392

COREA

GERMANIA

ENTRATA ENTRANCE

biglietteria/ticket office

arsenale

44 Il percorso tra le sedi è attrezzato per disabili/ The walk between venues is equipped for disabled people Non sono ammessi animali/ Animals are not admitted S. Erasmo Servizi per il pubblico 24 Services for the public GIARDINI E ARSENALE infopoint, cafeteria, restaurant, bookshop guardaroba gratuito/ Free baggage checkroom

20 42

22 31

8

34

29

Prenotazioni/ Booking Singoli/Individuals Call center: HELLOVENEZIA tel. ph. +39 041 2424 h. 8.30 – 18.30 Gruppi, Itinerari tematici, percorsi educational Groups, Thematic Educational, Itineraries Promozione Pubblico tel./ph. +39 041 5218828 promozione@labiennale.org Informazioni/ Further information www.labiennale.org

MESSICO REPUBBLICA DI MONTENEGRO ARGENTINA

IILA

53

56

tese delle vergini

CROAZIA ESTONIA

Come raggiungere le sedi How to reach the venues Da/ from P.le Roma/Ferrovia: per/ to Arsenale: linee/ lines 1, 41 per/ to Giardini: linee/ lines 1, 2, 41, 51, 61 (solo da/ only from P.le Roma)

S. Servolo

giardino delle vergini

CILE

artiglierie

corderie

biglietteria/ticket office

>

27 19

Educational Visite guidate, itinerari tematici, percorsi didattici, attività di laboratorio Guides tours, thematic educational itineraries, creative workshop min. 10 – max 25 persone, prenotazione obbligatoria, durata media 2 ore min. 10 – max 25 individuals, prior booking essential, average duration 2 hours

ENTRATA ENTRANCE

libreria/bookshop



:venews 43

:padiglioninationalpavilions REPUBBLICA CECA E REPUBBLICA SLOVACCA Sideways

bookbinders' shops and book distributors. It is a city of culture, which on the occasion of the Biennale is also presented as a positive example for knowing how to maintain equilibrium with nature and beauty. It is an ideal crossroads between North and South Korea. In exhibition are its places, its books and the voices of its people.

ROMANIA Bolt zerozero untd (Marcel Bencˇík, Irakli Eristavi, Martin Jancˇok, Silvia Miklusˇová, Pavol ·Silla)

L’installazione pone domande e cerca risposte in ambiti che esulano dall’architettura. Realizzare e soddisfare desideri è interesse di tutti, al di là del milieu sociale ed economico di appartenenza. Forse è possibile acquisire informazioni più realistiche e puntuali sulle nostre abitudini individuali e sulle nostre aspettative analizzando i reali bisogni delle persone. Il Padiglione invita il vistatore a ‘provare’ il cibo (assaggiandolo) e l’architettura./ The installation poses questions and searches for answers in realms of non-architecture. Fulfilling human needs is everyone‘s interest, regardless of his/her social and economic status. Is it possible to gain access to more actual and authentic information on our individual habits, desires, expectations and abilities by analyzing our needs? Sideways invites visitors of Czech and Slovak Pavilion to both test and taste architecture and food.

Klaus Birthler, Stefan Bortnowski, Mariana Celac, Sebastian Ionescu, Serban Sturdza, Iulian Ungureanu, Amur Busuioc, Nicolae Fesa, Ion e Mihai Fesu, Horea Gavris, Mircea Roman,Virgil Scripcariu, Marian Zidaru & Antonio Baghiu, Lucian Corduneanu,Andreea Hangiu, Francina Palade, Ioana Rusu, Doina Sturdza

Il titolo scelto ha significati plurimi e contrastanti e rappresenta un lavoro di architetti, artisti e artigiani. Il verbo to bolt implica chiusure, ma anche passaggio. L’installazione riassume nello specifico la dicotomia tra chiusure nella tradizione ed aperture a carattere globalizzante, soprattutto dopo decenni di oppressione anche a livello sociale ed architettonico. Una terza via possibile tra la tendenza al globale e le peculiarità di uno specifico non ingabbiato nella conservazione fine a se stessa.

REPUBBLICA DI COREA Critical Topic: Pajubookcity as Culturescape Yi, Ki Ung / Hong, Ji Woong / Florian Beigel / Kim,Young Joon / Park, Ki Tai

Situata ad appena 30 km da Seul, questa città dell'editoria ospita più di 200 tra case editrici, stamperie, legatorie e distributori. Una città della cultura che viene presentata in occasione della Biennale anche come positivo esempio per aver saputo mantenere l'equilibrio con la natura e la bellezza, e per essere un ideale crocevia tra il Nord ed il Sud della Corea. In mostra ci sono i luoghi, i libri e le voci della gente./ Located just 30 km from Seoul, this city hosts over 200 publishing houses, printing houses,

The title chosen has diverse, contrasting meanings. It represents the labour of architects, artists and craftsmen. The verb to bolt implies closing, but also passage. The installation specifically indicates the dichotomy between being closed within tradition and opening outward globally, above all after decades of oppression at social and architectonic level too. A third way, possible between global ten-

dencies and the peculiarity of a specific not caged in the conservation of itself.

RUSSIA Chess-Play for Russia Nikolaj Polissky Chess-play RUSSIAN PIECES: Alexander Asadov,Alexey Bavykin, Mikhail Belov,Andrey Bokov, Dmitry Bush, Andrej Chernihov,Yuri Grigorian, Sergej Kiselev, Boris Leviant, Nicolaj Lyzlov,Vladimir Plotkin,Alexander Skokan, Sergej Skuratov, Sergej Tkachenko, Mikhail Filippov, Mikhail Hazanov, Nikita Yavein FOREIGN PIECES: David Adjaye, William Alsop, Erick van Egeraat, Norman Foster, Nilolas Grimshaw, Zaha Hadid, KPF,Tomas Leeser, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Gaetano Pesche, Peter Schweger, Sergej Tchoban, SOM, Rafael Vinoly, Jean Michel Wilmotte, Chris Wilkinson JUDGES: Elena Batyrina, Inteko Shalva Chigirinsky, MDC - Alexej Dobashin, Krost - Vladislav Doronin, Capital Group - Boris Kuzinets, Rose Group - Artem Kuznetsov, Guta Development - Sergej Polonsky, Mirax Group - Alexander Timofeev, MTD Vladimir Zubrilin, Forum Properties Dmitry Zelenov, Donsroj - Juri Zhukov, PIK

L'idea del Padiglione Russo, dichiarata dai curatori G.Revsin e P.Khoroscilov, è quella di offrire una dimostrazione su vasta scala di progetti d'architettura, realizzati nel Paese negli ultimi 5-10 anni, ad opera di artisti russi e stranieri. Per la prima volta nella storia della partecipazione russa alla Biennale, l'architettura viene presentata come un settore reale dell'economia nazionale crescente, avente un significato importante per la comprensione delle possibilità politiche, sociali e creative della pratica architettonica in Russia./ The idea of the Russian Pavilion is to offer a demonstration on vast scale of architectural projects, undertaken in that country by Russian and foreign artists in the last 5-10 years. For the first time in the history of Russia's participation in the Biennale, architecture is being presented as a real sector of the growing national economy, having an important meaning for the comprehension of political, social and creative possibilities of architectonic practice in Russia.



:venews 45

:padiglioninationalpavilions SERBIA wohnlich Jelena Zivancˇevic´,Tatjana Karabegovic´, Mihailo Lujak, Ana Jankovic´, Bratislav Ilic´, Branislav Folic´, Jelena Savic´, Jefto Terzovic´, Marija Milinkovic´,Vladimir Toplicic´, Milica Lopicic´, Marko Marovic´, Nikola Andonov, Nenad -Dokic´, Lidija Jovanovic´, Davor Eresˇ, Ljiljana Cavic´, Hana Drasˇkovic´, Ivan Grcˇic´, Olga Lazarevic, Dubravka Sekulic´, Dunja Predic´, Jelena Mitrovic´, Branko Belacˇevic´, Mirjana Petkovic´, Nenad Simic´, Andreja Miric´

Il tema dell’abitare, il wohnlich, inteso come spazio, la definizione di ciò che è confortevole, il luogo dello stare, messo a confronto con le storie di tutti i giorni, racconti privati, pubblici, la politica, i media, gli eventi, i conflitti. Giovani architetti e studenti di architettura della facoltà di Belgrado uniti in un dialogo, un intervento a più voci su un tema dalle diverse sfaccettature./ The theme of the wohnlich installation explores the relationship between comfortable architectural space and the narratives of everyday, private, public, political, media, event, conflict, dialog, and words space. Presented in an intimate form of architectural discourse by a young generation of architects and architectural students who are all associated to the education process at the University of Belgrade.

SPAGNA Spain From Building To Architecture Without Paper

Carme Pigem, Ramón Vilalta), Victor López Cotelo y Juan Manuel Vargas Funes ARCHITECTURE WITHOUT PAPER Estudio Barozzi Veiga (Fabrizio Barozzi, Alberto Veiga), Coll & Leclerc (Jaime Coll, Judith Leclerc), Antonio Jiménez Torrecillas Arquitecto, CUAC (Javier Castellan, Tomas García), UP Arquitectos (Eduardo Pesquera, Jesús Ulargui), Soto Maroto Solid Arquitectura (Javier Maroto, Álvaro Soto), Dosmasuno Arquitectos (Ignacio Borrego, Nestor Montenegro, Lina Toro), Picado de Blas (Rubén Picado, María José de Blas), Murado & Elvira Arquitectos (Clara Murado, Juan Elvira), Langarita-Navarro (Víctor Navarro, María Langarita), Estudio Motocross (David Díez, Carolina Gambín, Antoine Hertenberger, Luis Úrculo), Colectivo Cuarto y mitad (María Hermoso, Ana Miret, Miguel Paredes, Ruth Vega), Salvadó Tapias (Núria Salvadó Aragones, David Tapias Monne), Suárez Santas Arquitectos (Asier Santas, Luis Suárez), eddea arquitectos (Ignacio Laguillo, Harold Schonegger)

Cinquanta architetti spagnoli, appartenenti a due generazioni, partecipano alla mostra. Da quelli che iniziarono a disegnare la loro opera su carta e con tiralinee a quelli che per il loro lavoro usano solo il computer. Un confronto fra due generazioni in una mostra che si divide in Senza nomi, luoghi e Architettura senza Carta presentando progetti inediti, di professionisti estranei allo star system dell'architettura./ Fifty Spanish architects, belonging to two generations, are participating in the expositon: those who began to design their works on paper, with ruling-pens; those who use only computers. A comparison of two generations presenting never before displayed projects, by professionals outside the star system of architecture.

STATI UNITI D'AMERICA Into the Open: Positioning Practice NO NAME PLACES IMB Arquitectos (Agustín de la Brena Torres, Eduardo Múgica van Herckenrode, Gloria Iriarte Campo), Lluís Clotet e Ignacio Paricio, Juan Navarro Baldeweg, Josep Llinás, RCR Arquitectes (Rafael Aranda,

The Center for Land Use Interpretation, Center for Urban Pedagogy, Estudio Teddy Cruz, Design Corps, Detroit Collaborative Design Center,The Edible Schoolyard, Gans studio,The Heidelberg Project,The

International Center for Urban Ecology, Jonathan Kirschenfeld Associates, Rebar,Ted Smith, Spatial Information Design Lab, Studio 804, Rural Studio

Sedici architetti, presentano le risposte dell’architettura ai temi sociali e ambientali esplorati nella mostra. Il progetto sottolinea la centralità del ruolo dell’architetto nella definizione o ri-definizione di una comunità e nella costruzione del suo ambiente. Un’installazione, video proiezioni, disegni, fotografie e oggetti del paesaggio urbano americano, spazi aperti, parchi, luoghi civici, unità abitative urbane, e altri elementi che esplorano il modo in cui gli architetti affrontano la sfida posta dal design contemporaneo alla creazione di nuovi lavori./ Sixteen architects present architectural answers to the social and environmental themes explored in the exhibition. The project underlines the central role of architecture in the definition or re-definition of a community, and in the construction of its environment. An installation, video projections, designs, photographs and objects from the American urban landscape: open spaces, parks, city places, alternative living areas, and other elements which explore the way that architects face the contemporary design challenge to create new works.

SVIZZERA Explorations: Teaching, Design, Research Laboratoire de la production d'architecture (LAPA), Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), Professor Harry Gugger / Atelier de la conception de l'espace (ALICE), Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), Professor Dieter Dietz / MAS Urban Transformation in Developing Territories (MAS UTDT), Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (ETHZ), Professor Marc Angélil / Gramazio & Kohler, Architektur und Digitale Fabrikation, Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (ETHZ), Professor Fabio Gramazio and Professor Matthias Kohler

UCRAINA The Universal Container. Shelter for God Valentin Rayevsky, group NCA-Fond



:venews 47

:padiglioninationalpavilions UNGHERIA Corpora in Si(gh)te doubleNegatives Architecture (Sota Ichikawa, Max Rheiner, Ákos Maróy, Kaoru Kobata)

L’esposizione è il prodotto di un lavoro di ricerca architettonica e cibernetica del gruppo nippomagiaro-svizzero doubleNegatives, che indaga le interazioni umane con lo spazio fisico. Si tratta di un software che raccoglie una serie di dati da centinaia di sensori - quali tasso di umidità, luce e vento - e li elabora per definire strutture in grado di favorire una sorta di naturale armonia con ciò che le circonda. Il progetto presenta un aspetto tecnico ed uno concettuale; serve ad aiutare la comprensione dello spazio, oltre il normalmente percepito./ The exhibition is the product of the labour of architectonic and cybernetic research by the Japanese-Hungarian-Swiss group doubleNegatives, which investigates human interaction with physical space. This is a software which collects a series of data from hundreds of sensors, light and wind, elaborating this data in order to define structures which can favour a sort of natural harmony with their surroundings. The project presents a technical aspect and a conceptual one. It helps us comprehend space, beyond that which is normally perceived.

ratorio.Tutto questo è finito. Oggi nasce un’altra architettura che va oltre gli edificio. TANGO: Trabajo (lavoro), Antiheiroicidad (antieroicità), Negociación (negoziazione), Goce (godimento), Optimismo (ottimismo)./ In the 20th century the Americas and the Río de la Plata (River Plate) region were a true laboratory of European architecture. Le Corbusier’s trips and then the political asylum of the modern masters coincided with an excellent economic situation of the region. The combination of these elements contributed to the strength of such an unusual laboratory. This is no longer the case. Nowadays, a new architecture is born beyond buildings. TANGO: Task, Antihero, Negotiation, Guess and Optimism.

The exposition covers some key works of Chilean popular architecture which, after having become emblems of diverse local identities, are reproposed in miniature form and created by hand.

VENEZUELA CROAZIA

Venezuela construye una speranza ARSENALE

Out There: Architecture Beyond Building. Lo Spazio Pubblico Urbano di Zara Nikola Basˇic´

ARGENTINA Deseo Artiglierie

URUGUAY What About Tango In Architecture?

CILE I Was There Alejandro Aravena, Eduardo Castillo, Jose Cruz, German del Sol, FAR Frohn & Rojas, Sebastian Irarrazaval, Mathias Klotz,Alberto Mozo, Cecilia Puga, Smiljan Radic

L’America e il Rio de la Plata furono nel XX secolo un autentico laboratorio dell’architettura europea. I viaggi di Le Corbusier e dopo l’asilo politico dei maestri moderni coincisero con l’apogeo economico della regione, evento che rinvigorì questo inedito labo-

di una memoria, essi vengono idealizzati fino a trasformarsi in una sorta di archetipo, in edifici singolari che trascendono le loro funzioni. Un dialogo tra il convenzionale, le regole e la loro assenza, tra le idee e l'immaginario.

Artiglierie La mostra curata dall'architetto Mauricio Pezo ripercorre le icone dell'architettura popolare cilena, che dopo essere state emblema di differenti identità locali, vengono riproposte in un formato miniaturizzato e realizzato a mano. Emerge la persistenza negli edifici

Artiglierie Il lavoro dell'architetto Nikola Basˇic´ che ha lavorato su uno spazio pubblico urbano di Zara, si avvale di un'interpretazione ludica - immateriale nella sua sostanza - di elementi naturali: onde marine ed energia solare, fusi in uno spettacolo sempre nuovo di suoni e immagini. Questo spazio cittadino a margine del nucleo storico urbano di colpo è diventato un luogo di comunicazione, di aggregazione, di meditazione quotidiana, un posto chiave per l'identità urbana, nonché immancabile meta di visitatori che giungono a Zara./ The work of the architect Nikola Basˇic´ has a ludic interpretation, immaterial in its substance, of natural elements: waves of the sea and solar energy, fused into a sound-image spectacle which is always new. This city-space, on the margin of the historic urban nucleus, has become a place for communication, aggregation, daily meditation: a key place for urban identity, as well as an essential goal for visitors who go to Zara.

ESTONIA Gas Pipe Maarja Kask, Neeme Külm, Ralf Lõoke

Artiglierie


:padiglioninationalpavilions ITALIA L’Italia cerca casa. 12 Progetti per abitare e riabitare la Città Studio Albori,Andrea Branzi, Baukuh, Cliostraat, Mario Cucinella, Luca Emanueli, Ian+, Marco Navarra_NOWA, Italo Rota, Salottobuono, Beniamino Servino, Stalker / Osservatorio Nomade

Prima Tesa delle Vergini Al Padiglione Italiano, la mostra L’Italia cerca casa. 12 progetti per abitare e riabitare la Città curata da Francesco Garofalo espone progetti di sviluppo innestati su tessuti urbani già esistenti, recuperando aree edificabili, in un’epoca contrassegnata dall’instabilità globale determinata dalla bolla immobiliare e dalla crisi americana dei mutui, dalla forte espansione delle periferie delle città, dal disagio generato dall’edilizia popolare e dalla forte domanda di abitazioni a costi più accessibili./ The Italian Pavilion hosts Housing Italy. 12 Projects for Inhabiting and Reinhabiting the City, an exhibition organized by Francesco Garofalo. Taken into consideration are development projects for already existing urban structures, the recovery of areas which may be built upon, in an era characterized by global instability.

zione di nuovi edifici, dell'uso di spazi comuni./ Mexico City is in continuous expansion. It needs a redefinition, also in a sustainable social sense. The curator Javier Sanchez has invited 10 professionals between the ages of 34 and 43, all of whom work in the capital, to collectively reinterpret the Colonia Obrera area, a crowded suburb of the city, from the point of view of liveability, traffic, restoration and construction of new buildings, the use of common spaces.

REPUBBLICA DEL MONTENEGRO From Arsenal to Porto Montenegro Artiglierie Goran Radovic´ presenta Porto Montenegro, il progetto di trasformazione di un territorio aspro e controverso raccolto entro i 30 ettari dell’ex Arsenale di Tivat. Un muro alto due metri separa l’area del centro della città, impedendo a quest’ultima un armonico sviluppo urbano. All’insegna del turismo d’eccezione, la vecchia base navale sarà trasformata gradualmente fino a divenire, nel 2011, una prestigiosa marina da 800 posti barca.

MESSICO Living Inhere; 9 obstructions to economic housing inside the city arquitectura 911sc (Saidee Springall+Jose Castillo), Arturo Ortiz Struck- taller territorial de méxico, at103, Dellekamp Arquitectos + Gerardo Asali, FRENTE / Juan Pablo Maza, Mauricio Rocha-taller de arquitectura, Michel Rojkind/ Rojkind Arquitectos, PETER EBNER and friends, PRODUCTORA (Carlos Bedoya, Victor Jaime, Wonne Ickx, Abel Perles), Tatiana Bilbao S.C.

Artiglierie Mexico City è in continua espansione e necessita di una ridefinizione anche sociale sostenibile. Il curatore Javier Sanchez ha invitato 10 studi di professionisti, la cui età varia dai 34 ai 43 anni, operanti tutti nella capitale, a cimentarsi nel ripensare l'area di Colonia Obrera, un popoloso sobborgo della città, dal punto di vista della vivibilità, del traffico, del restauro e costru-

Goran Radovic is presenting Porto Montenegro, a project for the transformation of a rugged, controversial territory inside the 30 hectares of the former Tivat Arsenal. A wall two metres high separates this area from the centre of the city, impeding the harmonious urban development of this latter. In the name of élite tourism, the old naval base will be gradually transformed until becoming, in 2011, a prestigious marina with 800 places for boats.

REPUBBLICA POPOLARE CINESE Generic Architecture: The Chinese Pavilion

EX REPUBBLICA JUGOSLAVA DI MACEDONIA Metamak Cut-Outs

Negotiation (Ge Ming, Liu Jiakun, Li Xinggang, Tong Ming, Liu Kecheng) Daily Growing (Wang Di)

Giardino delle Vergini

ISTITUTO ITALOLATINO AMERICANO America Latina: Vistas y Revistas de un continente COSTA RICA / ECUADOR / EL SALVADOR / PANAMA / PERÙ Artiglierie L’esposizione offre cinque visioni singolari del processo architettonico e urbanistico in atto in alcuni Paesi dell’America Latina. Non è il singolo edificio il protagonista, ma il dialogo progettuale tra le relazioni che si realizzano tra l'architettura, la natura e il paesaggio, tra le tradizioni storico-culturali e gli eventi politici ed economici. Uno sguardo contemporaneo sulle grandi città, sul loro nesso con il patrimonio storico-artistico ed il riuso dello stesso al fine di valorizzarne la memoria storica e culturale./ The exposition offers five singular visions of the current architectonic and urbanistic process in certain Latin American countries. Single buildings are not the protagonists, but rather the design-dialogue between the relationship achieved with architecture, nature and landscapes, historical-cultural traditions and political/econonomical events. A contemporary look at big cities, their relation with the historical-artistic patrimony and the reutilization of the same, toward the evaluation of historical and cultural memories. IN CITTÁ/AROUND TOWN

BULGARIA Bulgaria: Inside the Young Architect + ARCHITECTURE, AEDES, DESET, I/O Architects, MMXX architects, STUDIO PIPEROV,TG – Tania Glebova,VRMM, ZOOMSTUDIO

Ex Birreria Dreher, Giudecca 800

Martin Guleski, Vlatko P. Korobar, Minas Bakalcev, Mitko Hadzi – Pulja, Sasˇa Tasic´, Dimitar Papasterevski, Jovan Ivanovski, Dejan Ivanovski, Ana Ivanovska, Vladimir Deskov, Iskra Anastasova, Vladimir Lekovski, Betim Zeqiri

Palazzo Zenobio ex Collegio Armeno Moorat-Raphael, Dorsoduro 2596, Fondamenta del Soccorso La Repubblica di Macedonia presenta una riflessione corale intorno ad un elemento che è divenuto, suo malgrado, oggetto di arredo urbano: le scatole di cartone, che, dopo aver contenuto oggetti durante il trasporto, quei famosi beni di consumo di cui la nostra società si nutre, vengono lasciati per strada, per essere raccolti e riciclati a nuova vita oppure per fornire un ‘alloggio’ temporaneo a chi vive ai margini. Ne scaturisce un’architettura di cartone, in una città di cartone, dove è possibile collezionare oggetti-ricordo, sempre di cartone./ The Republic of Macedonia presents a choral reflection on an element which has become, in spite of itself, an object of urban decoration: the cardboard box, which, after having contained items during transportation, is thrown away into the street, then recovered and recycled for a new life or which becomes a temporary "accomodation" for those who live on the margins. This is an explosion of cardboard architecture, in a cardboard city, where it is possible to collect memoryobjects... again made of cardboard.

GEORGIA From Ideas to Buildings David Abuladze, Kakha Koridze, George Nonikashvili, David Lezhava, Teimuraz Khojava, Liana Kesanashvili, Giorgi Khojava, Tatishvili Besarion, David Makharoblishvili, George Beridze, Dimitri Mamatsashvili, Irakli Vacheishvili, ARCHIMEDIA (Nino Chigogidze, Kaxaber Popxadze, Lasha Narimanidze, Nino Djgarkava, Nino Bzekalava), Abashidze Nikoloz, Vardanashvili Otari, Levan Chlaidze, Berioanidze Otari, Merab Murghulia, Elene Murghulia,Tengiz Gogolashvili, Kirile Morchiladze, Archil Mikuchadze, Levan Imedashvili

Chiesa di San Gallo Campo San Gallo, San Marco L’11. Mostra Internazionale di Architettura ci offre un’occasione ideale per dialogare e discutere del mondo invisibile, o semplicemente presentarlo. Il processo creativo è ricco di pensieri liberi e di immaginazione, trionfi e fallimenti, gioie e dolori. La missione principale di un artista è l’onesto servizio nella creazione di un ambiente migliore./ The 11th Architecture Biennale gives the best possibility for conversation, discussion or simple presentation of the invisible world. The process of creativity is full of boundless thoughts and imaginations, triumphs and defeats, joys and sorrows. The main mission of an artist is creation of better environment to be in sincere service.“Ars longa, vita brevis est”.

GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO Point of view. 4 questions 44 answers Marie-Claude Beaud, Massimo Carmassi, Jo Coenen, Dietmar Eberle, Ingeborg Flagge, Leon Krier, Guy Rewenig, Rudy Ricciotti, Polaris, Heinz Tesar, Bert Theis

Ca’ del Duca, Corte del Duca Sforza, San Marco 3052

IRLANDA The Lives of Spaces Patrick Lynch & Simon Walker, GCA Gerry Cahill Architects, Dara McGrath in association with Robinson McIlwaine Architects, O’Donnell + Tuomey Architects, Grafton Architects, McCullough Mulvin Architects, Hassett Ducatez


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Architects, dePaor Architects,TAKA

Palazzo Giustinian Lolin, San Marco 2893 Di fronte all’Accademia, il primo piano di Palazzo Giustinian-Lolin ospita il Padiglione irlandese. Facendo da catalizzatore alla selezione dei curatori Weadick e Campbell, le decorazioni tipicamente veneziane delle sale incorniciano il tema delle 9 opere in mostra: il ruolo dello spazio. Immagini e film scorrono, a cavallo tra pubblico e privato, per comprendere e disegnare l’elemento forse più importante per la nostra società./ In front of the Accademia, the first floor of Palazzo Giustinian-Lolin is hosting the Irish Pavilion. As catalyst to the selection of the organizers Weadick and Campbell, the typically Venetian decoration of the halls frames the theme of the 9 works on display: the role of space. Images and films slide by, on the borderline between public and private, in order to comprehend and design that element which, perhaps, is the most important for our society.

LETTONIA Dust Room E¯riks Bozˇis, Reinis Liepin¸sˇ

Riva S. Biagio, Arsenale Castello 2145 Spesso la misura del valore e il parametro di efficienza di tutte le cose è la scala di grandezza. Un’incessante rivalità per realizzare l’edificio più alto, l’areoplano più grande, il ponte più lungo sta determinando la misura del mondo. Ma l’infinitamente piccolo può a sua volta divenire enorme, se solo la prosettiva cambia. In una stanza vuota si vede solo uno strato di polvere, ma guardando al microscopio può avvenire una interessante metamorfosi./ Very often a measure of value and an indicator of efficiency of all things is their scale. An incessant rivalry for the highest building, largest airplane and longest bridge is seizing the world. What can be found in a small empty room? Only a speck of dust, yet examining small objects closely under an electronic microscope, they undergo an interesting metamorphosis.

PORTOGALLO Out Here: Disquieted Architecture Eduardo Souto de Moura, Ângelo de Sousa

Fondaco Marcello, traghetto S. Angelo San Marco 3415 L'inquietudine è una chiave di comprensione per i successi e gli insuccessi portoghesi. Il Padiglione diventa un laboratorio che pensa piuttosto a promuovere i cambiamenti, per guardare al futuro, più che al presente o ad un recente passato, è un programma che serve meglio agli esperimenti architettonici piuttosto che alle retrospettive. L'intento è quindi di materializzare temporaneamente le inquietudini di varia natura presenti nella contraddizione tra out e here./ Restlessness is a key to understanding Portugal's successes and failures. The Pavilion is becoming a laboratory which tends to promote change, to look toward the future, more than at the present or the recent past. It is a program which is more adapted to architectonic experiments than to retrospective thinking. Therefore, the intention is to temporarily materialize the various types of restlessness present in the contradiction between out and here.

REPUBBLICA DEL SUDAFRICA Locating 2010 Spazio Thetis, Arsenale Novissimo, Tesa 109

REPUBBLICA DI ARMENIA Architecture Beyond Century, Architettura Oltre i Secoli

Jim Torossìan, Sargis Sardarìan, Levon Vardanìan, Levon Ghalumìan, Ashot Arshakìan, Narek Sargssìan, Arsen Arustamìan, Karen Harutyunìan,Vardan Harutyunian,

Gurghen Musheghìan, Isahak Nersissìan, Anna Tandilìan,Vaghtang Siradeghìan, Lilit Vardanìan, Ara Avetissìan,Varuzhan Avdalìan, Artyom Aloìan, Arpine’ Gevorgìan, Albert Sokhikìan,Tigran Sahakìan, Lusinè Mamìan, Sedrak Vardanìan, Vardan Vardanìan

Palazzo Zenobio ex Collegio Armeno Moorat-Raphael, Dorsoduro 2596, Fondamenta del Soccorso Nell’esposizione, alcuni esempi di architettura su progetti di architetti armeni dal 1920 ad oggi a dimostrazione del loro particolare approccio alla composizione architetturale in relazione alle persone, all’ambiente, all’edificio oltre che allo spazio e alla storia.

The Armenian Pavilion will present some examples of Armenian architecture designed by architects from the period of 1920 to our present date. The projects show the method of thinking and approach beyond the architectural composition in relation to people environment and building as well as in relation to space and history.

REPUBBLICA DI CIPRO In Cyprus – Relax As Architects – Reinterpret Charis Christodoulou e Aggeliki Zisimopoulou / Socratis Stratis, Maria Loizidou e Riccardo Urbano / Christiana Ioannou e Christos Papastergiou / Demetris Taliotis e Maria Christina Papaleontiou / Christos Georgiou, Alexis Papadopoulos e George Psaltis / Sotiris Polydorou, Olga Pavli,Vasilis Polydorou, Christos Fitillis, Anna Kyprianou, Markos Polydorou e Constantinos Kyprianou / Markella Menikou, Maria Hadjisoteriou, Alessandra Swiny, Adonis Kleanthous, George Hadjichristou e George Souglides / Theoula Evzona, George Kallis, Panayiota Pyla e Christos Hadjichristou

Spazio Eventi della Libreria Mondatori, San Marco 1345

L'Isola di Cipro, essendo per vocazione un luogo di relax e vacanza, ha bandito una gara di idee, in cui è stato chiesto ad architetti e studenti di architettura provenienti da ogni dove, di ripensare e reinterpretare - tra il serio ed il faceto e andando oltre i consueti schemi mentali - uno, o una combinazione di più temi, tra gli otto proposti. I temi riguardano vari aspetti della vita balneare e vacanziera in genere, annessi e connessi con valenza anche architettonica, incentrati sull'Isola. The island of Cyprus is, by vocation, a place for relaxation and vacations. For this reason, it has announced a contest of ideas, in which architects and architecture students from all over the world have been asked to re-think and reinterpret, going beyond the usual mental schemes, one theme or a combination of several, among the eight proposed (between serious and facetious), which are concerned with various aspects of life on the beach and vacations in general, validly connected to architecture on this island.

REPUBBLICA DI SAN MARINO South Out There. Progetti per il Sud del Mondo: Acqua, Igiene e Salute UNESCO, Palazzo Zorzi, Castello 4930 A Palazzo Zorzi una piccola repubblica con grandi idee e progetti internazionali: dall’Heart Surgery Centre Salam realizzato da Emergency in Sudan, o il Watercone di Augustin, ai progetti sperimentali nati durante i laboratori didattici dell’Università degli Studi della RSM e dello IUAV di Venezia, per la depurazione e il trasporto dell’acqua in Africa. Da queste iniziative partono nuovi workshop in loco, compreso atelieRwanda, già attivo a Kigali. At Palazzo Zorzi, a small republic with great ideas and international projects: from the Salam Heart Surgery Centre created by Emergency in Sudan, or Augustin's Watercone, to the experimental projects born during the didactic laboratories of the University of the SMR, and Venice's IUAV, for the purification and transport of water in

Africa. From these initiatives sprung new workshops in loco, including atelieRwanda, already active in Kigali.

REPUBBLICA DI SLOVENIA Ljubljana-Venice, New Urgency For Urban Politics Architecture group Ambient (Edo Ravnikar jr., Majda Kregar, Miha Kerin, Roman Soper, Martin Ravnikar, Smiljan Buzeti) Architecture group Odprti krog (Janko Rozˇic´, Aleksander S. Ostan, Gasˇper Drasˇler, Dusan Moll)

Galleria A+A San Samuele San Marco 3073

SINGAPORE Singapore Supergarden FARMWORK (Peter Sim,Torrance Goh, Choy Ka Fai, Kaw Jon Kher, Soh Ee Shaun), design act (Lee May Anne, Eugene Tan Wei Meng, Celine Zhang Kailin), ReallyArchitecture [re:act] (Yu Sern Hong, Joshua Teo Wei Chiang, Jawn Lim Tze-Hin, Calvin Lim Lip Chee, Koh Kai Li), Mixed Reality Lab, National University of Singapore (Adrian David Cheok)

Istituto Provinciale per l'Infanzia ‘Santa Maria della Pietà’, Castello 3701 SuPERgARdEn è un esperimento di architettura interattiva, dove il lavoro dell'architetto si compensa con quello del pubblico, che ne determina l'influenza. In fondo un giardino può essere molte cose differenti, se lo si guarda dal punto di vista dell'architetto, dell'urbanista, dell'uomo della strada o del turista. La vastità di prospettive favorisce concettualmente e materialmente la trasformazione, l'evoluzione e la crescita di una nuova architettura. È un viatico alla sorpresa, all'inaspettato e allo sviluppo della sensibilità./ SuPERgARdEn is an experiment in interactive architecture, where the architect's labour is compensated by public works which determine its influences. When all is said and done, a garden may be many different things, according to whether we look at it from the point of view of the architect, the urban planner, the man on the street or the tourist.



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:eventicollateralevents A GATHERING SPACE. SCOTLAND AND VENICE 2008 Piazzale della Stazione Santa Lucia Dall’11 settembre al 12 ottobre From 11 September to October 12

La Scozia ha una forte tradizione nella condivisione dei luoghi, piazze e giardini pubblici come espressione di un sentire politico, sociale e individuale. The Gathering Space, progettato da Gareth Hoskins Architects, costituisce un nuovo luogo indimenticabile e unico a Venezia, un punto focale che incoraggia a incontrarsi, fermarsi, guardare, confrontarsi e dialogare in due distinte aree: all’esterno una gradinata, ritrovo informale e casuale, che fa da tetto ad un area coperta interna, un adattabile e riparato spazio che rispecchia le funzioni della tradizionale piazza. Un polo dinamico di eventi, un reale luogo di incontro e dibattito sullo stato dell’architettura contemporanea./The Gathering Space is a memorable new place within Venice - a focal point that encourages people to gather, pause, look, engage and debate in this hub for a dynamic events programme. www.thelighthouse.co.uk www.scottisharchitecture.com

ANDREA PALLADIO AND CONTEMPORARY ARCHITECTS: ZAHA HADID AND PATRIK SCHUMACHER

alla base dei progetti di Andrea Palladio a uno spazio contemporaneo, la cui eleganza e dinamismo si traduce in una forma non lineare, ma ondulata, determinata dagli intervalli musicali. Ne scaturisce un nuovo ordine ‘armonico’ che rispetta le proporzioni classiche ma non è chiuso in una soluzione rigida e unica, un ponte che collega il passato con il futuro./ In occasion of the 500th anniversary of Andrea Palladio’s birth, Zaha Hadid and Patrik Schumacher present Aura, a contemporary translation of Palladio’s harmonic system into a complex genotypic spatial environment.

BILLBOARD PROJECT IN THE CITY. PATRICK MIMRAN

attribuito ogni anno ai progetti di architettura e di design più innovativi e dotati della forza e del potenziale necessari al miglioramento delle nostre vite e del nostro mondo. In mostra i migliori esempi di architectural design, urban design, product design, landscape design, graphic design e industrial design./ The Curry Stone Design Prize is awarded every year to breakthrough design solutions with the power and potential to improve our lives and our world.

www.bornhouse.com

DARK CITY

www.uky.edu/design/currystone

CHECK-IN ARCHITECTURE ARCHITETTURA RELIGIONE UTOPIA Convento di S. Francesco della Vigna, Campo S. Francesco della Vigna Castello 2786 Dal 14 settembre al 23 novembre From September 14 to November 23

Sette pannelli-gigantografie, sette chiese per sette materiali edificatori: è la mostra Credere. Sette triangoli spettacolari, colorati equilateri per sette volumi simbolo: è l’esposizione del progetto del Gasometro-biblioteca. Exhibition Credere: seven maxiblowup panels for seven churches for seven building materials. Installation on the Gasometro of seven spectacular colored equilateral triangles with seven symbolic volumes.

ARTE,ARCHITETTURA, LITURGIA. ESPERIENZE INTERNAZIONALI A CONFRONTO

In occasione dei 500 anni dalla nascita di Andrea Palladio, Zaha Hadid e Patrik Schumacher presentano Aura: un ‘esperimento’ artistico che cerca di trasferire le armoniche proporzioni classiche

www.chiesacattolica.it www.patriarcatovenezia.it

che delle forme architettoniche. A 26 architetti russi e internazionali non è stato chiesto di disegnare un’autentica casa di maternità. Ai partecipanti è stato concesso di presentare qualsiasi oggetto (trovato o disegnato) che corrisponda al nome e all’idea della nascita. Con una condizione auspicabile che l’oggetto in mostra sia comparabile in termini di peso e dimensioni con il peso e le dimensioni di un neonato./ BornHouse, an exhibition bringing together 26 Russian and international architects, focuses on birth – of human beings and of architectural forms.

www.lamalcontenta.com

www.isevenezia.it

Villa Foscari La Malcontenta, Via dei Turisti 9, Malcontenta di Mira (VE) Dal 14 settembre al 23 novembre From September 14 to November 23

the interaction between liturgical art and contemporary languages, on European experiences (Scandinavian countries and Poland) and on the work of protagonists in architecture (Fisac, Fuksas, Riepl Riepl Architekten) and in art (Barcelò, Richter).

Museo Diocesano D'Arte Sacra Sant’Apollonia, San Marco Campo San Francesco della Vigna Castello, 4312 6 e 7 novembre/ November 6 and 7

Un convegno per confrontarsi sulle interazioni fra arte liturgica e linguaggi contemporanei, sulle esperienze europee (Paesi Scandinavi e Polonia) e sull’operare dei protagonisti dell’architettura (Fisac, Fuksas, Riepl Riepl Architekten) e dell’arte (Barcelò, Richter)./ A conference to exchange views on

Palazzo Malipiero San SamueleSan Marco, 3198 Dal 10 settembre al 23 novembre From September 10 to November 23

L’idea del Billboard è semplice: lanciare una discussione sull’arte attraverso frasi lapidarie scritte su enormi pannelli esposti sulla facciata o all’interno di spazi pubblici. Gli edifici che espongono i Billboard dell’artista francese Patrick Mimran diventano parte del processo creativo e di comunicazione e non restano un mero supporto espressivo, offrendo, in questo modo, un’occasione per discutere e capire la realtà che ci circonda. A Palazzo Malipiero in mostra trenta lavori fotografici di Mimran realizzati dal 2001 ad oggi in varie città del mondo./ The exhibition presents 30 photographic works of Patrick Mimran, taken between 2001 and today, that testify the interventions Mimran realized through the Billboard Project on urban architectures. It is curated by Alessandra de Bigontina. www.museoscienza.org

Arsenale Novissimo Tese di San Cristoforo Dal 14 settembre al 23 novembre From September 14 to November 23

Check-in Architecture è un progetto di ricerca partecipativa. Un percorso espositivo che fa il punto sulla ricerca dedicata agli universi urbani europei. Immagini, testimonianze, suoni e video-installazioni a rappresentare l’immaginario, gli sguardi, gli spazi, le persone e le forme di interazione che sono alla base delle nuove generazioni urbane e che Check-in Architecture ha indagato attraverso 300 domande e altrettanti viaggi, 100 a bordo della Mini Clubman, dedicati alla realizzazione di video-documentari di circa tre minuti nei luoghi che stanno segnando l’Europa Contemporanea./ Check-in Architecture is a participative research project. It invites artists, architects, designers and sociologists studying in some European universities to describe our cities through documentary films lasting around 3 minutes. www.checkinarchitecture.com

CURRY STONE DESIGN PRIZE

Chiesa di San Stae Dall’ 11 settembre al 26 ottobre From September 11 to October 26

Circolo Ufficiali Marina Militare, Fondamenta dell’Arsenale Castello, 2167 Dall’11 al 14 settembre From September 11 to 14

BornHouse, il titolo della mostra, è solo una metafora dell’immagine della nascita sia degli esseri umani

Il «Curry Stone Design Prize», promosso da University of Kentucky College of Design, è

BORNHOUSE

Palazzo delle Prigioni, San Marco, Castello, 4209 Dall’ 11 settembre al 23 novembre From September 11 to November 23

La maggior parte delle città, noiose e annoiate durante il giorno, di notte si scatenano. E con esse i loro abitanti che, sfidati, osano sognare utopie. Le città di Taiwan non fanno eccezione. Il design urbano e l’architettura locale generalmente, però, si concentrano sulla vita diurna di una città. Quella notturna è invisibile e anonima. Per questo Dark City è un invito a sei giovani architetti creativi a ripensare la fantasia, il sogno e la voce notturni dei taiwanesi attraverso una serie di opere esclusive, capaci di offrire una ‘rappresentazione spazio-temporale’ della cultura urbana./ This project proposes an idea of “meaning installation.” It is not a work of building, but rather a “pre-building.” It returns space to a “primordial” state before building. It is a space of body, a space of tectonic and illusion. www.ntmofa.gov.tw



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:eventicollateralevents FABRICA CULTURA (CULTURA FABRICATE): HONG KONG IN VENICE

memoria storica./ An analysis of the relationship between manlandscape-habitat and memory from an historical and artistic point of view. Inspired by the “arcology” theory of Paolo Soleri on architecture, this analysis will consider the topics of Man in his domestic and urban reality, Man related to his individual/collective memory, his history. www.esucultura.it

LAGOON PARK Arsenale, Campo della Tana Castello, 2126 Dall’11 settembre al 23 novembre From September 11 to November 23

La mostra intende analizzare l'idea di architettura (specificatamente al contesto di Hong Kong) come immaginario ed espressione culturale, assimilando il concetto di ‘fabrica’ nello spettro degli aspetti culturali e delle pratiche applicate. Partecipano al progetto non solo architetti e design, ma anche fotografi, performers, scrittori e critici, uniti nella condivisione della stessa passione nel promuovere Hong Kong./ This exhibition is to examine the idea of architecture (specifically within the Hong Kong context) as cultural imagination and manifestation as embodied in the concept of ‘fabrica’ in a spectrum of cultural aspects and practices.

Torre Massimiliana, Isola di Sant’Erasmo Laguna Nord di Venezia (percorso tra le installazioni)/ Venice Northern Lagoon (itinerary through the installations) Dal 14 settembre al 31 ottobre From September 14 to October 31

LE CORBUSIER’S LEGACY: LOCAL + GLOBAL

www.parcolagunavenezia.it

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE. LA METAFORA DELLO SPAZIO

LA CITTÀ DELL’UOMO. VERSO UNA CITTÀ ECO-SOSTENIBILE: A MISURA D’UOMO

Una riflessione storico-artistica sul rapporto uomo/territorio/habitat & memoria. Dalle considerazioni ‘arcologiche’ di Paolo Soleri, all'attualità dell’Uomo nel suo territorio, nella sua realtà domestico-cittadina e in rapporto alla sua

www.mudima.net

Lagoon Park propone Shel(l)ter, una conchiglia-rifugio per percepire la laguna, misurandone il suolo liquido./Lagoon Park presents Shel(l)ter, a shell-shelter to sense the lagoon and measure its liquid soil.

www.hkia.net - www.hkadc.org.hk www.venicebiennale.hk

Centro Polivalente “A. Nardocci” di ESU – C.u.or.i, Palazzo dei Pompieri, Calle Larga Foscari Dorsoduro, 3861 Dal 16 settembre al 23 novembre From September 16 to November 23

effetti di rumore, di luce, di colore, in uno spazio che viene attraversato e reso domestico sia in senso fisico che mentale. Sedici artiste hanno ‘contaminato’ con video, installazioni, pittura, fotografie e performance site-specific le stanze dell'antico Palazzo Pesaro Papafava./ The place is not only a physical space, but also a cultural space: to pay attention to the space means to pay attention to the landscape, the context, the territory, and also to the feelings and the multi perceptions that they provoke.

Palazzo Pesaro Papafava, Calle Racchetta, Cannaregio, 3764 Dal 13 settembre al 23 novembre From September 13 to November 23

Alcune tra le più importanti artiste contemporanee si confrontano sull'architettura. La prospettiva è di andare oltre l'ambito puramente disciplinare dell'architettura, di intendere gli elementi in funzione della fisicità materiale, delle dimensioni geometriche, della tattilità, e porre le basi per sottolineare gli

Biblioteca Ospedale San Giovanni e Paolo, C.po San Giovanni e PaoloCastello; Palazzo Loredan Calle dei Cerchieri, Dorsoduro 13 settembre/ September 13

Esplorare la straordinaria carriera e la durevole eredità di Le Corbusier (1887-1965), architetto icona, design, scrittore e artista è l’intento di Le Corbusier. The Art of Architecture, un affascinante programma di eventi promossi a Londra e a Liverpool, Capitale Europea della Cultura 2008. In occasione della Biennale di Venezia,The RIBA Trust e Liverpool promuovono due eventi come lancio a Le Corbusier Season: un laboratorio sul suo progetto per l’ospedale di Venezia e un convegno sulla sua influenza culturale nel mondo./ The RIBA Trust and Liverpool, European Capital of Culture 2008, host two events celebrating the legacy of Le Corbusier: a workshop on his hospital project for Venice; and a seminar on his cultural influence globally more than 40 years since his death. www.architecture.com/lecorbusier



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:eventicollateralevents LE VISIONI DELL’ARCHITETTO.TRACCE DAGLI ARCHIVI ITALIANI DI ARCHITETTURA

dei suoi progetti per edifici, ma anche esempi del suo lavoro come designer di mobili e di oggetti di uso quotidiano, la mostra si propone di illustrare come Utzon abbia sviluppato le sue idee architettoniche./ The exhibition aims at presenting how Utzon developed his architectural ideas. Utzon’s working process and architectural experiments are shown thematically by going across specific projects and into other disciplines. www.louisiana.dk

Arsenale Novissimo Spazio Thetis Dal 14 settembre al 12 ottobre From September 14 to October 12

La condizione di fattibilità di un progetto è il fine ultimo dell’intero iter che dalle prime annotazioni grafiche di un’idea porta, spesso passando per stravolgimenti e correzioni dei propositi iniziali, al corpus degli elaborati esecutivi finali. Esiste tuttavia una dimensione ‘altra’ dell’architettura; è la dimensione utopica, visionaria, immaginifica che non sempre è il contraltare irrealizzabile dell’architettura ‘costruibile’. Un progetto espositivo dell’Associazione Nazionale Archivi Architettura contemporanea, presenta una straordinaria selezione di disegni e materiali d’archivio dell’architettura italiana nel Novecento./ An exhibition on the utopian, visionary, imaginific dimension of the legacy of drawings and materials in the archives of twentieth-century Italian architecture. www.aaa-italia.org

L’UNIVERSO DELL’ARCHITETTO. JØRN UTZON Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano, San Marco, 2842 Dal 10 settembre al 2 novembre From September 10 to November 2

Il famoso architetto Jørn Utzon (nato nel 1918), creatore dell’Opera House di Sydney e Premio Nobel per l’architettura nel 2003, è il soggetto di una grande mostra dedicata alla sua intera opera e organizzata dal Louisiana Museum of Modern Art di Copenhagen. Attraverso modelli, foto, disegni, schizzi preliminari

MADE IN IUAV. L’UNIVERSITÀ DEL DESIGN FRA RICERCA E PROGETTO

Arsenale Novissimo Spazio Thetis Dal 14 settembre al 2 novembre From September 14 to November 2

La giovane realtà del design ‘made in Iuav’ si mostra in un percorso con più di 150 progetti: dai prodotti di utilità sociale, alla comunicazione, ai confini con le altre arti. Una mostra su un’università del design che, fin dalla nascita nel 2001, si è proposta come modello innovativo nel sistema della formazione del design. Una carrellata fra diversi modi di ideare, progettare e realizzare gli oggetti e gli artefatti comunicativi, in un inconsueto accostamento fra i lavori degli studenti, degli ex studenti e quelli dei designer che negli anni sono stati i loro professori a Treviso e Venezia./ The young reality of design “made in Iuav” goes on exhibit in projects by the teacher-designers, students and former students: from socially useful products, to communication, on the edges of other art forms. www.madeiniuav.org www.iuav.it

MATTHIAS SCHALLER ‘FRATELLI D’ITALIA’

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore Dal 13 settembre al 12 ottobre From September 13 to October 12

La mostra Fratelli d’Italia è un progetto fotografico dell’artista tedesco Matthias Schaller, un lavoro concettuale sull’analogia tra ideologia politica e architettura. Prendendo spunto dalle tappe del Viaggio in Italia di Goethe, Schaller ha scelto come filo conduttore lo stile del teatro d’opera all’italiana. I teatri, costruiti prevalentemente in un momento storico in cui si intendeva sottolineare, anche in architettura, l’unità di una nazione appena nata, si configurano come una sorta di icona sotto la quale si celano ancora innumerevoli differenze culturali e umane, e diventano simbolo di un meccanismo di uniformazione architettonica con intenzioni politico-culturali./ An exhibition of photography by German artist Matthias Schaller, a conceptual work on the analogy between political and architectural ideology located in 150 opera theatres scattered through all the regions of Italy. www.cini.it NEXT-GENE 20: AO-DI GRAND LAND ARCHITECTURE INTERNATIONAL. PROJECT,TAIPEI Arsenale, Campo della Tana Castello, 2126/A Dall’11 settembre al 23 novembre From September 11 to November 23

L'architettura è in grado di farci sentire a casa nel mondo moderno offrendoci tutti gli elementi con i quali costruirla. BeyondHouses sono esperimenti e prototipi di una nuova tipologia abitativa./ Architecture can make us at home in the modern world. It can do so most simply by providing us



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:eventicollateralevents with all the elements with which we can build a house. BeyondHouses are experiments and prototypes for a new kind of housing. www.artecommunications.com

SENSE OF ARCHITECTURE. RIPENSANDO LE ‘INFINITE POTENZIALITÀ’. IN OMAGGIO A LUIGI NONO Scuola dei Mercanti, Campo della Madonna dell’Orto Cannaregio, 3933 Dal 12 settembre al 31 ottobre From September 12 to October 31

Spazi delle immagini, spazi del suono e la sfida dell’attraversamento. Sense of Architecture (mostra e piccola accademia, non sospetta di sovversione) si focalizza sulla percezione dei diversi spazi del suono, del cinema, del discorso, della performance, dell’architettura, e sui relativi dispositivi sperimentali (architettura espositiva, architettura teatrale). Spaces of images, spaces of sound and the challenge of crossing over. Sense of Architecture (exhibition and small academy, unsuspected of subversivity) focuses on the perception of different spaces of sound, film, discourse, performance, architecture and the associated experimental dispositifs (exhibition architecture, stage architecture). Eventi collegati/ Connected events: Archivio Luigi Nono, Giudecca, 619-621 Centro tedesco di studi veneziani, Palazzo Barbarigo della Terrazza, San Polo, 2765/a (Calle Corner). www.artimage.at

TRA AUDACIA E URBANITÀ: LA DÉFENSE ÉCLAIRE LE GRAND PARIS Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa Castello, 5252 Dal 13 settembre al 2 novembre From September 13 to November 2

Il progetto partecipa al rinnovamento del quartiere d’affari della Défense per migliorarne la qualità urbana e farne un luogo attrattivo e conviviale. Se le costruzioni o le ristrutturazioni delle torri sono gli elementi marcanti della trasformazione del quartiere, il tratta-

mento dello spazio pubblico ne é la conseguenza maggiore: non si può solo costruire, bisogna anche creare spazi di vita intorno. L’EPAD-Etablissement pour l'Aménagement de la Région de la Défense ha deciso di portare avanti una riflessione generale, sia concettuale che strategica, su cosa significhi urbanità in un quartiere d’affari come la Défense./ The project participates in the renovation of the Défense business district to improve its urban quality and make it an attractive and convivial place to be. www.ladefense.fr

UN GIARDINO ITALIANO A TIANJIN

ZIA. IL FUTURO DELLA PROGETTAZIONE DELLA NAVE E DELLO YACHT. CONVEGNO DI PRESENTAZIONE DEL «MASTER DI ARCHITETTURA DELLA NAVE E DELLO YACHT» Autorità Portuale di Venezia, ex Chiesa di Santa Marta, Porto di Venezia 20 settembre/ September 20

L’Università Iuav di Venezia intende sviluppare la riflessione culturale e scientifica intorno ai temi della progettazione navale e nautica, tenendo conto del contesto lagunare unico e del suo porto. Il master si pone l’obiettivo di formare professionisti con specifiche competenze operative nel design (exterior ed interior), nella progettazione, nella modellizzazione e prototipazione e nella produzione di imbarcazioni da diporto a vela o a motore, navi, yacht./ The University Iuav of Venice intends to develop the cultural and scientific reflection around the themes of naval and marine design, considering the unique lagoon context and its port.

Arsenale Novissimo Spazio Thetis Dal 14 settembre al 23 novembre From September 14 to November 23

www.iuav.it

Tianjin, situata a 100 Km a sudovest di Pechino, è una città storicamente e culturalmente molto legata all’Italia, in quanto sede dell’unica Concessione Italiana in Cina durante la prima metà del secolo scorso. L’esposizione dedicata al progetto di ‘un giardino italiano’ contemporaneo destinato a sorgere su un’area di 6 ettari nella municipalità di Tianjin, espressione della contaminazione culturale tra Italia e Cina, trova attraverso un percorso sensoriale ed emozionale, allestito in tre diversi ambienti nello Spazio Thetis, la sua unità formale nelle linee della Venere di Botticelli./ An exhibition dedicated to the design of a contemporary “Italian garden” inspired by Botticelli’s Venus, now in construction in Tianjin (China), through a sensorial and emotional itinerary installed in the spaces of the Arsenale.

Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano, San Marco, 2842 Dal 12 al 15 novembre From 12 to 15 November

www.minambiente.it

UNIVERSITÀ IUAV DI VENE-

URBANPROMO 2008

Urbanpromo è un evento di marketing urbano e territoriale che si propone di fare crescere la cultura della fattibilità urbanistica, economica e ambientale dei progetti migliorando la qualità dei processi di pianificazione e progettazione e rendendo il mercato più aperto e concorrenziale. Quattro giornate di convegni, incontri, colloqui, presentazioni e mostre./ Urbanpromo, an urban and regional marketing event, promotes debate and dialogue on issues underlying transformation processes, presenting plans and projects that sustain innovation, urban welfare and competitiveness in the territory. www.inu.it www.urbanpromo.it




:notonlybiennale TIEPOLO E 300 ANNI D’ARTE A VENEZIA Dall’ 1 al 30 settembre From 1 to 30 September

100 disegni, dipinti e incisioni di grandi maestri come Gianbattista Tiepolo e Domenico Tiepolo, Tintoretto,Veronese, Palma il Giovane, Jacopo Amigoni, Francesco Simonini, Francesco Guardi, Belotto, Gaspare Diziani, Piazzetta, Zais, presentati dalla galleria Kekko di Zurigo./ 100 designs, paintings and engravings by great masters presented by the Kekko Gallery of Zurich. Tutti i giorni,11-19/ Every day, 11 am-7 pm Schola dell’Arte dei Tiraoro e Battiloro Salizada San Stae, Santa Croce 1980 Tel. +39 320 4080401 studiodalponte.weebly.com

TDC2008 GRAPHIC DESIGN JAPAN. GIAPPONE. L’ESSENZA DELLA BELLEZZA. ARCHITETTURA, ESTETICA, GRAFICA, FOTOGRAFIA, LETTERATURA Inaugurazione 10 settembre Opening 10 September Dal 10 settembre al 9 ottobre From 10 september to 9 October

Con un grande convegno internazionale (10-11 settembre) e una mostra in anteprima, si inaugura il 10 settembre alla Fondazione Giorgio Cini Giappone. L’essenza della bellezza, una serie di eventi dalla calligrafia alle ultime tendenze della fotografia - con un unico filo conduttore: l’estetica del Giappone dalla classicità al contemporaneo. L’itinerario vuole collegare passato e presente di una cultura e una società al centro dell’interesse e della curiosità mondiali, all’avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi linguaggi./ With a large international conference (10-11 September) and an exposition will be inaugurated, on the 10th of September, Japan. The essence f beauty: a series of events, from calligraphy to the latest trends in photography, with a sole connecting thread: the aesthetics of Japan, from classicism until contemporary styles. Fondazione Giorgio Cini – Sale del Convitto-Isola Di San Giorgio Maggiore Tel. +39 041 5289900 - www.cini.it

GRAALGLASS. OTTAVO CONCORSO INTERNAZIONALE DI DESIGN TRIESTE CONTEMPORANEA 2008

ulteriorità di sensi possibili e sa svilupparla in nuovi modi partecipativi e comunicativi.

exposition of pieces designed by Alessandro Mendini for Carlo Poggio and Zerodisegno. Furnituresculpture, able to communicate in a joyous way their practical and emotional components.

MARCELLO MORANDINI ARTE,ARCHITETTURA, DESIGN

Caffè Florian Piazza S. Marco - Tel. +39 041.5205641 www.caffeflorian.com

BUILDING VITRA: NEW PROJECTS BY HERZOG & DE MEURON, SANAA,ALEJANDRO ARAVENA Inaugurazione 10 settembre ore 18 Opening 10 September, 6 pm Dall’11 settembre al 13 ottobre From 11 September to 13 October

Ventuno opere in vetro realizzate da altrettanti designer provenienti da 18 nazioni (Italia, Germania,Turchia e vari paesi mitteleuropei e di area baltica), selezionati nell’ambito dell’Ottava edizione del biennale Concorso Internazionale di Design Trieste Contemporanea e dedicato quest’anno alla simbologia del Sacro Graal./ Twenty one glass creations by the same number of international designers, chosen in the ambit of the eighth edition of the International Design Competition Trieste Contemporanea, dedicated this year to the symbology of the Holy Grail. Ca' Rezzonico Museo del Settecento veneziano Dorsoduro 3136 - Tel. +39 041 2410100 www.museiciviciveneziani.it

RES DERELICTA DALL’ABBANDONO ALL’EMBLEMATICITÀ DEI LUOGHI. VINCENZO CASALI, HARALD GSALLER,ARMANDO LULAJ, BUILT EVENT Inaugurazione 10 settembre ore 18.30 Opening 10 September, 6.30 pm Dall’11 settembre al 12 ottobre From 11 Septemner to 12 October

Res derelicta indicava nel diritto romano lo stato di abbandono di un bene o di una cosa di cui ci si può riappropriare per occupatio e diventa qui una metafora per riflettere sui luoghi di margine, sui residui di ogni organizzazione razionale del territorio e dei processi produttivi. L’arte è una ricerca che coglie di fatto tale apertura, tale

In Roman law, res derelicta indicated the state of abandonment of a property or thing, which could then be re-appropriated for occupatio. Here, it becomes a metaphor for reflection on marginal places. Galleria Contemporaneo Piazzetta Mons. Olivotti 2 (Via Piave) Mestre Tel. +39 041 952010 www.galleriacontemporaneo.it

ALESSANDRO MENDINI E CARLO POGGIO

Inaugurazione 11 settembre ore 19 Opening 11 September, 7 pm Dal 12 al 30 settembre From 12 to 30 September

Il design torna protagonista al Caffè Florian, sede magica di memoria e di dibattito artistico, con una mostra dei pezzi che Alessandro Mendini ha disegnato per Carlo Poggio e Zerodisegno. Mobili scultura capaci di comunicare in maniera gioiosa la loro componente pratica ed emozionale. Mendini ha disegnato una gamma di stilemi pittorici e materici, come lettere colorate di un alfabeto che si posano, in perenne variazione, sui mobili-cassettone, dando vita a nove diverse configurazioni, ciascuna in edizione limitata di nove pezzi, numerati e firmati dall’artista./ Once again, design is the protagonist at Caffè Florian, with an

Inaugurazione 11 settembre Opening 11 September Dal 12 settembre al 16 novembre From 12 September to 16 November

Foto progetto SANAA

Inaugurazione 11 settembre ore 19 Opening 11 September, 7 pm Dal 12 al 30 settembre From 12 to 30 September

I ‘nuovi progetti’ si riferiscono ai cantieri programmati e in corso d'opera nel sito Vitra di Weil am Rhein che, con gli edifici di Nicholas Grimshaw, Frank Gehry, Tadao Ando, Zaha Hadid, Álvaro Siza, costituisce uno dei luoghi emblematici dell'architettura della fine del Ventesimo secolo. Il complesso architettonico e il suo contesto sono stati fatti oggetto di una intensa campagna fotografica ad opera degli autori Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Paola De Pietri. L’esposizione presenta per la prima volta al pubblico una selezione delle stampe fotografiche originali accompagnandole con una documentazione grafica complessiva di entrambi i siti di Weil am Rhein e Birsfelden./ The "new projects" of the Vitra site from Weil am Rhein which, with the buildings by Nicholas Grimshaw, Frank Gehry, Tadao Ando, Zaha Hadid, Alvaro Siza, constitutes one of the emblematic places of architecture at the end of the twentieth century. ISR Spazio Culturale Svizzero di Venezia Campo S.Agnese, Dorsoduro 810 Tel. +39 041 2443863 www.istitutosvizzero.it

A quarant’anni dalla prima presenza veneziana, con una sala personale alla Biennale del 1968, Morandini torna a Venezia: oltre 60 lavori tra opere d’arte, architettura e design documentano trent’anni di lavoro e un percorso complesso, rigoroso, poliedrico, profondamente legato al mondo senza fine delle forme geometriche, della matematica, della percezione visiva con un approccio alla produzione artistica e architettonica olistico, colto, al di fuori dalle mode e dal tempo./ Forty years after the first Venetian exposition, with a personal hall at the 1968 Biennale, Morandi is returning to the Lagoon City: more than 60 works of art, architecture and design, documenting thirty years of creativity. Ca' Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076 Tel. +39 041 5209070 www.museiciviciveneziani.it

CESARE LAURENTI (1854-1936) LA PESCHERIA DI VENEZIA Dall’11 settembre al 9 novembre From 11 September to 9 November

Attingendo dall’archivio Laurenti recentemente acquisito, Ca’ Pesaro espone progetti, bozzetti, schizzi, accompagnati da documentazione fotografica originale, che illustrano la nascita (1908) della Pescheria di Rialto, uno dei segni forti dell’architettura neostorica e dell’urbanistica del primo Novecento a Venezia, ideata dal poliedrico artista Cesare Laurenti./ Projects,


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sketches and studies, accompanied by original photographic documentation, illustrate the birth (in 1908) of the Rialto Fish Market, one of the landmarks of neo-historic architecture and urbanistics of the early twentieth century in Venice, conceived by the manysided artist Cesare Laurenti. Ca' Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076 Tel. +39 041 5209070 www.museiciviciveneziani.it

GENJI MONOGATARI. IL PRINCIPE SPLENDENTE NELLE COLLEZIONI DEL MUSEO D’ARTE ORIENTALE DI VENEZIA Inaugurazione 11 settembre Opening 11 September Dal 12 settembre al 9 novembre From 12 September to 9 November

Nel millenario del primo romanzo nella storia della letteratura di tutti i tempi, scritto in Giappone nel XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu un percorso nelle Collezioni del Museo d’Arte Orientale integrato con biglietto unificato del Museo ne celebra i fasti. Oltre 40 le opere in mostra, provenienti dalle ricche collezioni del museo e normalmente non esposte al pubblico, tutte caratterizzate da motivi decorativi di grande raffinatezza, legati alla figura di Genji, principe galante, di cui il romanzo narra la vita e le intricate vicende sentimentali nell’ambiente di corte dell’epoca. Particolarmente rilevante, un prezioso album in carta dipinta della seconda metà del Seicento, di cui si possono ammirare, in un filmato appositamente elaborato, tutte le illustrazioni riferite ai capitoli del romanzo./ On the thousandth anniversary of the first novel in the history of Japanese literature, written in Kyoto in the 11th century by the court lady Murasaki Shikibu, an itinerary in the Collections of the Oriental Art Museum celebrates the grandeur. Ca' Pesaro Museo d’Arte Orientale di Venezia Santa Croce 2076 Tel. +39 041 5209070 www.museiciviciveneziani.it

ANDREA BLUM. HOME ON THE STREET LANDSCAPE IN THE PALACE Inaugurazione 11 settembre ore 22 Opening 11 September, 10 pm Dall’11 settembre all’1 novembre From 11 September to 1 November

«…Il mio lavoro si colloca a metà strada tra scultura, architettura e design» (Andrea Blum). Home on the street (Casa di strada) è una video-installazione dove l'artista proietta disegni di strutture abitative essenziali, case economiche o piccoli spazi di vita urbana. Utilizzando pareti che si aprono e si chiudono, che salgono, girano e scivolano, sfrutta appieno qualunque spazio come vitale. Landscape in the Palace (Paesaggio nel Palazzo) è un intervento artistico pensato appositamente per il salone delle feste di Palazzo Da Ponte, seconda sede espositiva di stART. L'artista dialoga con il modello architettonico del palazzo veneziano settecentesco utilizzando le spaziature delle pareti come cornice per i suoi disegni./ Home on the street is a video-installation in which the artist projects designs of essential dwelling structures, inexpensive houses or small scenes of urban life. Landscape in the Palace is an artistic intervention specially created for the party room at Palazzo Da Ponte. StART – Palazzo Da Ponte Rio Di San Maurizio, San Marco 2746 Tel. +39 041-522328 www.startcontempo.org

TURBULENT TOPOLOGIES MOSTRA DI MARCOS NOVAK Inaugurazione 12 settembre Opening 12 September Dal 12 settembre al 16 novembre From 12 September to 16 November

Prima personale di Markos Novak (1957, Caracas): oltre che artista e architetto, uno dei maggiori teorici mondiali delle arti nell’epoca del cyberspazio. Una grande installazione interattiva, con la quale Marcos Novak si collega alla sua teoria dell’‘architettura liquida’ sviluppata nei primi anni Novanta. Il titolo della rassegna, Turbulent Topologies, allude a quanto lo spazio vissuto risulti essere un elemento fluido, sempre diverso./ The first

personal exposition by Marcos Novak (1957,Caracas): in addition to being an artist and architect, he is also one of the world's major theoreticians on art in the cyberspace era. Fondazione Bevilacqua La Masa Palazzetto Tito - Dorsoduro 2826 Tel. +39 041 5207797 www.bevilacqualamasa.it

SEEK REFUGE Inaugurazione 12 settembreore 18 Opening 12 September, 6 pm (Accademia di Belle Arti) Inaugurazione 13 settembre ore 16 Opening 13 September, 4 pm (Venezia Village Camping) Dal 13 settembre al 12 novembre From 13 September to 12 November

Andare in campeggio significa crearsi una casa che sia una tenda, un camper o una roulotte, portando con sé parte della propria abitazione. Seek Refuge (dall'inglese cercare rifugio) è un'esposizione di arte contemporanea, un'esperienza di aggregazione basata sulla convivenza con pratiche artistiche all'interno di un campeggio. Una ricerca che si muove sulle coordinate della trasformazione del concetto di abitazione per fondersi in coabitazione tra opere e abituali campeggiatori./ Seek Refuge is a contemporary art exposition, an experience of aggregation based upon sharing artistic practices in a camping ground. A research which moves along the coordinates of the transformation of habitation concepts, which results in the cohabitation of works and habitual campers. Accademia delle Belle Arti di Venezia, Ex Ospedale degli Incurabili, Fondamenta Zattere allo Spirito Santo Tel. +39 041 2413752 www.accave.com Camping Venezia Village Via Orlanda 8/c, Mestre Tel. +39 041 5312828 www.seek-refuge.com

BILL OWENS E GABRIELE BASILICO IN DIALOGO. CITTÀ: UN RACCONTO A DUE VOCI 12 settembre ore 19/12 September, 7 pm

Per la prima volta in Italia, il fotografo americano Bill Owens e il fotografo italiano Gabriele Basilico, presentano insieme materiali visivi dai propri lavori socio–urbanistici



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:notonlybiennale degli anni ’70: i due autori dialogano sul concetto di ‘città’ e sul contesto storico-culturale in cui alcuni dei loro maggiori cicli fotografici si sono sviluppati./ For the first time in Italy, the American photographer Bill Owens and his Italian counterpart Gabriele Basilico present together visual materials from their own social-urbanistic work of the 1970s.

ZOOM. INSIDE THE HUMAN SPACE

Libreria Mondatori San Marco1345 www.libreriamondadorivenezia.it

Inaugurazione 13 settembre ore 19 con LightON Party sul parco dell'Isola (ingresso su invito)/ Opening 13 September, 7 pm with LightON Party, in the island's park (by invitation only) Dal 13 settembre al 23 novembre From 13 September to 23 November

WHO IS PEGGY? 13 settembre ore 12 13 September, 12 am

Presentazione alla stampa della nuova collezione di oggetti disegnata da Fabrica in occasione dei 60 anni della Collezione Peggy Guggenheim./ A presentation to the press of the new collection of objects designed by Fabrica on the occasion of the 60th anniversary of the Peggy Guggenheim Collection. Collezione Peggy Guggenheim Dorsoduro 701 Tel. +39 041 2405411 www.guggenheim-venice.it

GASPARE MANOS. URBIS Inaugurazione 13 settembre ore 12 Opening 13 September Dal 13 al 28 settembre From 13 to 28 September

Antologia di circa 150 lavori che coprono 25 anni, il periodo che va dal 1982 al 2007 del giovane artista veneziano Gaspare Manos. Si tratta di oli, acrilici di medie e grandi dimensioni più una serie di disegni che testimoniano il percorso ideativo di Monos come una sorta di diario di viaggio. Con questa mostra, l'artista si propone di colmare il divario, quasi divorzio, tra pittura e architettura./ An anthology of approximately 150 works spanning over 25 years (19822007) by the young Venetian artist Gaspare Manos. 10.00–18.00 lunedì chiuso 10 am-6pm closed on Mondays Museo Diocesano d’Arte Sacra Ex Convento Sant’Apollonia Castello 4312 Tel. +39 041 5229166 www.museodiocesanovenezia.it

Curata da Raffaele Gavarro, ZOOM. Inside the human space, raccoglie il lavoro di 12 artisti della scena nazionale sulle relazioni tra l'uomo, gli spazi abitativi e quelli urbani in un alternarsi di linguaggi fotografico e video: Alterazioni Video (gruppo formatosi a Milano nel 2004.Vivono tra Milano e New York), Giorgio Barrera (Cagliari 1969.Vive a Milano), Rossella Biscotti (Molfetta 1978.Vive a Rotterdam), Roberto De Paolis (Roma 1980.Vive tra Roma e New York), Paola De Pietri (Reggio Emilia 1960.Vive a Milano), Francesco Jodice (Napoli 1967.Vive a Milano), Domenico Mangano (Palermo 1976, dove vive), Raffaela Mariniello (Napoli 1961, dove vive), Guendalina Salini (Roma 1972, dove vive), Donatella Spaziani (Ceprano 1970.Vive a Frosinone), Paolo Ventura (Milano 1968.Vive a New York), Carlo Zanni (La Spezia 1975.Vive tra Milano e New York)./ Organized by Raffaele Gavarro, ZOOM brings together the work of 12 artists from the national scene; these works are concerned with the relationship between man, dwelling spaces and urban places in photographic language and video. Isola di San Servolo Tel. +39 041 2765001 www.sanservolo.provincia.venezia.it

DEEP GARDEN. ENEL CONTEMPORANEA Dal 13 settembre al 12 dicembre From 13 September to 12 December

Un giardino nascosto, immerso nella Laguna: è il progetto site specific del Gruppo 12 nell’ambito di Enel Contemporanea, una serie di progetti di arte pubblica, con installazioni di artisti internazionali, dedicati al tema dell’energia a cura di Francesco Bonami. L’installazione degli A12 - il progetto Deep Garden -, omaggio a Venezia e alle sue peculiarità architettoniche, si presenta come una stanza a cielo aperto immersa tra le acque della laguna veneziana, accessibile attraverso un pontile e ricoperta da una superficie specchiante esterna.

created by a group of talented young people, with rigorously defined dimensions. The exposition is the final stage of the Design Festival's second edition. Fondazione Claudio Buziol Palazzo Mangili Valmarana Cannaregio 4392 Tel. +39 041 5237467 www.fondazioneclaudiobuziol.org

NOTTURNI VENEZIANI DA LONGHENA A MASSARI. RINNOVAMENTO ARCHITETTONICO E PROBLEMI DELLA COMMITTENZA VENEZIANA TRA SEICENTO E SETTECENTO

is a Venice conceived as a place of the spirit, as space without time, as the allegory of an existential condition: this is the vision of Eduard Angeli (Vienna, 1942), an essential protagonist in the contemporary Austrian art panorama. Museo Correr Piazza San Marco 52 Tel. +39 041 2405211 www.museiciviciveneziani.it

ITALICS.ARTE ITALIANA FRA TRADIZIONE E RIVOLUZIONE 1968-2008

18 settembre ore 21/18 September, 9 pm

A hidden garden, immersed in the Lagoon: this is the site specific project by Gruppo 12 in the ambit of Enel Contemporanea, a series of public art projects, with installations by international artists, dedicated to the theme of energy. Viale dei Giardini Pubblici, Castello www.enel.it/enelcontemporanea

INSIDE. OUT Inaugurazione 14 settembre Opening 14 September Dal 14 settembre al 17 ottobre From 14 September to 17 October

40 installazioni, 40 piccole torri realizzati da un gruppo di giovani creativi. La mostra è l'ultima tappa della seconda edizione del Festival del Design che si è svolto in laguna nei giorni 19 e 20 giugno. Per due giorni i locali della Fondazione Buziol sono stati invasi da 140 studenti, provenienti da tutta Italia, che sotto la guida dell'artista Marcello Chiarenza (scultore, scenografo e regista teatrale) e di uno staff internazionale di docenti e seguendo le indicazioni teoriche di De Lucchi, hanno lavorato sul concetto di cellula abitativa all'interno di vincoli ben definiti: le misure (40x4x250) e il materiale. 40 installations, 40 little towers

Conferenza di Martina Frank con letture di Cecilia La Monaca, nell’ambito dei Notturni d’Arte, incontri fuori orario nei musei e nelle chiese veneziane quest’anno centrati sull’architettura nel cinquecentenario palladiano. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti, possibilità di prenotare./ After hours encounters in the museums and churches of Venice, centered this year upon architecture, on the five hundredth anniversary of Palladio's birth. Ca' Rezzonico Museo del Settecento veneziano Dorsoduro 3136 Tel. +39 041 2410100 www.museiciviciveneziani.it

EDUARD ANGELI VENEZIA Inaugurazione 26 settembre Opening 26 September Dal 26 settembre al 8 dicembre From 26 September to the 8 December

La più recente ricerca espressiva di Eduard Angeli (Vienna, 1942), figura di primo piano nel panorama artistico contemporaneo austriaco. Curata da Giandomenico Romanelli, comprende oltre cinquanta opere su tela e su carta, tra cui molte di grandi dimensioni, realizzate negli ultimi otto anni e incentrate esclusivamente su temi veneziani. Quella di Eduard Angeli è una Venezia intesa come luogo dello spirito, come spazio senza tempo, come allegoria di una condizione esistenziale. Una narrazione sospesa, potentemente simbolica, con la veridicità di un sogno./ This

Dal 27 settembre all’11 gennaio 2009 From 27 September to 11 January 2009

Un viaggio attraverso 40 anni turbolenti nel panorama artistico dell’arte italiana alla ricerca di una risposta nelle opere di grandi maestri, nuovi nomi, artisti dimenticati, sconosciuti o altri trascurati. Un viaggio aperto, un’occasione non tanto di trovare una risposta, quanto forse di sollevare ancor più domande e dubbi. Non è una panoramica tesa a stabilire una netta divisione tra chi è compreso e chi è escluso, ma piuttosto un’esplorazione del perché l’Italia sia sempre stata, per molti anni, una realtà sospesa sulla soglia di un mondo più vasto./ A journey through 40 turbulent years in the panorama of Italian art, in search of an answer in the works of great masters, new names, forgotten, unknown and neglected artists. Palazzo Grassi San Samuele, San Marco 3231 Tel. +39 041 5231680 www.palazzograssi.it

LA POTENZA DEL BENE. IMMAGINI DI SAN MICHELE ARCANGELO NELLA GRANDE ARTE ITALIANA Inaugurazione 29 settembre ore 17 Opening 29 September, 5 pm Dal 29 settembre al 6 gennaio 2009 From 29 September tp 6 January 2009


Venezia tra contemporaneo e tradizione Venice between contemporary and tradition Visite guidate a: Sinagoghe, Museo e Cimitero Ebraico Isola e Basilica di San Giorgio Museo del Manicomio dell’Isola di San Servolo Fondazione e Museo Querini Stampalia Galleria d’Arte Giorgio Cini e alle Mostre: Italics a Palazzo Grassi “Quattro braccia di terra. Il Cimitero Ebraico del Lido” al Museo Ebraico di Venezia Guided visits to: The Sinagogues, the Jewish Museum and Cemetery Island of St. Giorgio and its Basilica Island of St. Servolo and the Museum of Madness Querini Stampalia Foundation and its Exhibition Giorgio Cini’s Art Gallery and to the Exhibitions: Italics at Palazzo Grassi “Quattro braccia di terra. Il Cimitero Ebraico del Lido” at Jewish Museum of Venice

Prenotazioni/Booking: tel. +39 041 5240119 dalla domenica al giovedì dalle 10 alle 17 il venerdì dalle 10 alle 16 Sunday to Thursday from 10 am to 5 pm Friday from 10 am to 4 pm prenotazioni@codesscultura.it

VENEZIA Corso del Popolo, 40 30172 Mestre T. 041 0991100 F. 041 0991120 Campo San Polo, 2120 30125 Venezia T. 041 710200 F. 041 717771 info@codesscultura.it

www.codesscultura.it


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:notonlybiennale La mostra è un ripercorrere nel tempo la storia dell’immagine di San Michele, cui sono dedicati in area italiana molte chiese e molti santuari. L’evento, che vede riunite numerose, imperdibili opere, espressione della grande arte italiana, è un omaggio alla città di Mestre, trasformata per l’occasione nella città dell’angelo grazie ad una serie di iniziative che affiancheranno la grande mostra al Candiani./ The exposition follows the temporal history of images of Saint Michael, to whom are dedicated, in Italy, many churches and sanctuaries. The event, a tribute to the city of Mestre, brings together numerous, priceless works, expressions of great Italian art. Centro Culturale Candiani Piazzale Luigi Candiani 7 - Mestre Tel. +39 041 2386111 www.comune.venezia.it/candiani

GREGOR SCHNEIDER CUBE VENICE Fino al 14 settembre/Until 14 September

Gregor Schneider, da sempre interessato al rapporto tra spazio costruito e individuo, ripropone in un percorso espositivo inedito il progetto presentato alla 51ma Biennale di Venezia Cube Venice 2005; l'opera fu rifiutata dalla direzione de La Biennale in quanto ritenuta pericolosa per le reazioni politiche che avrebbe potuto suscitare. Cube Venice consiste in una grande scultura geometrica nera, senza un ingresso accessibile. La suggestione verso un volume così enigmatico e impenetrabile nasce dalla riflessione sullo spazio della Ka'ba, il luogo simbolo nella Mecca del culto religioso islamico./ The artist is reproposing, in a first-time exposition, the project presented at the 51st Biennial of Venice, in 2005: Cube Venice.

Sartori sono le protagoniste di due nuovi progetti artistici della serie Conservare il futuro, a cura di Chiara Bertola e promosso dalla Fondazione e dalla Regione del Veneto, incentrati sul rapporto fra arte antica e arte contemporanea, tra un passato da tutelare e un futuro da progettare./ Morganti and Sartori, the protagonists of new artistic projects in the series Conservare il futuro. Fondazione Querini Stampalia onlus Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 - Tel. +39 041 2711411 www.querinistampalia.it

MICHELE MARIESCHI (1710-1743) VEDUTE INCISE. MAGNIFICENTIORES SELECTIORESQUE URBIS VENETIARUM PROSPECTUS

Fino al 14 settembre/Until 14 September

Maria Morganti e Mariateresa

Spazi all’aperto di Venezia/Open spaces in Venice: Lido (Piazzale e Gran Viale S. M. Elisabetta,Via Lepanto,Tempio Votivo, Lungomare G. Marconi, Parco e Hall Hotel Des Bains, Blue Moon, Terrazza e Hall Hotel The Westin Excelsior); Isola di San Servolo www.artecommunication.com

FAREVETRO. CREATIVITÀ E TECNICA IN CENTO OPERE IN MOSTRA AL MUSEO

Fino al 22 settembre/Until 22 September

Emerge ora dai cospicui fondi del Gabinetto Stampe e Disegni del Museo Correr la fondamentale opera incisoria di uno dei più importanti vedutisti e paesaggisti veneziani del Settecento, Michele Marieschi (1710-1743)./ From the Correr Museum's prestigious prints and design collection, now on display is the fundamental engraving work of one of the most important 18th century Venetian view and scenery artist, Michele Marieschi. Ca' Rezzonico Museo del Settecento veneziano Dorsoduro 3136 - Tel. +39 041 2410100 www.museiciviciveneziani.it

OPEN 11. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI SCULTURE E INSTALLAZIONI

Fondazione Bevilacqua La Masa Piazza San Marco 71c Tel. +39 041 5237819 www.bevilacqualamasa.it

MARIA MORANTI. DIARIO CROMATICO MARIATERESA SARTORI. IL SUONO DELLA LINGUA

sguardo e rallegrandone l’animo. Sculpture, installations, happenings and performances testify to how much art can burst into the external environment, attracting observers, capturing their attention, gladdening the soul.

Fino al 28 settembre/Until 28 September

Sculture, installazioni, happening e performance a testimonianza di quanto l’arte possa irrompere nell’ambiente esterno per attirare l’osservatore catturandone lo

Una mostra che con oltre settanta dipinti e sculture prende in esame l’arte americana tra il 1850 e il 1950, rivelando i complessi e contraddittori impulsi che nell’arco di un secolo hanno spinto gli artisti d’oltreoceano verso la ricerca di un linguaggio pittorico propriamente americano.

An exposition which, with more than seventy paintings and sculptures, examines American art produced between 1850 and 1950. Collezione Peggy Guggenheim Dorsoduro 701 Tel. +39 041 2405411 www.guggenheim-venice.it

Fino al 30 settembre/Until 30 September

Oltre cento opere, alcune site specific, altre provenienti dalle collezioni ‘storiche’ delle undici aziende (Anfora, DinoRosin Arte Studio, Effe, Formia, Galliano Ferro, Gino Cenedese, Simone Giovanni Cenedese, NasonMoretti, Nuova Biemmeci, S.a.l.i.r, Seguso Viro), che testimoniano in modo spettacolare gli esiti del loro percorso creativo, tecnico e produttivo, restituendone la natura e la specificità linguistica tipicamente muranese./ More than one hundred works, some site specific, some coming from the "historic" collections of eleven companies testifying in a spectacular manner to the successes in their creative, technical and productive careers, bringing back the typically Muranese nature and linguistic characteristics. Museo del Vetro Calle Quirizio Da Murano 8 – Murano Tel. +39 041 739586 www.museiciviciveneziani.it

COMING OF AGE:AMERICAN ART 1850s TO 1950s Fino al 12 ottobre/Until 12 October

UN MONDO DI CARTA ISABELLE DE BORCHGRAVE INCONTRA MARIANO FORTUNY Fino al 30 novembre Until 30 November

Oltre ottanta tra abiti, accessori e trompe-l’oeil realizzati interamente in carta con incredibile perizia e un talento inconfondibile dall’artista belga Isabelle de Borchgrave tratteggiano un insolito percorso nella vita e nel mondo di Fortuny./ More than eighty dresses, accessories and trompel'oeil trace an unusual journey into the life and world of Fortuny. Museo Fortuny - San Marco 3958 (ingresso da/entrance from Campo San Beneto) T. +39 041 5209070 www.museiciviciveneziani.it

GEORGE BARBIER (1882-1932) LA NASCITA DEL DÉCO Fino al 5 gennaio 2009 Until 5 January 2009

Oltre duecento opere tra dipinti, disegni, articoli, pochoir, fotografie, libri, manoscritti, film per la prima mostra dedicata a George Barbier (1882-1932), artista e illustratore di moda, scenografo, protagonista del movimento déco. La mostra

indaga i molteplici aspetti della creatività dell’artista, autore di immagini celeberrime – tra cui la pantera nera simbolo di Cartier – da un lato ricostruendo i diversi contesti della sua produzione, dall’altro mettendoli in relazione con i fermenti artistici e le avanguardie di quegli anni.

More than two hundred works, including paintings, drawings, articles, pochoir, photographs, books, manuscripts and films for the first exposition dedicated to George Barbier (1882-1932), an artist and illustrator of fashion, scenographer, protagonist of the Déco movement. Museo Fortuny - San Marco 3958 (ingresso da/entrance from Campo San Beneto) Tel. +39 041 5209070 www.museiciviciveneziani.it

CARDAZZO. UNA NUOVA VISIONE DELL’ARTE Inaugurazione 31 ottobre Opening 31 October Dal 31 ottobre 2008 al 9 febbraio 2009 From 31 October to 9 February 2009

Curata da Luca Massimo Barbero, la mostra ruota attorno all’eclettica personalità di Carlo Cardazzo, mecenate, collezionista, editore e gallerista veneziano, e ne mette in evidenza la molteplicità degli interessi e la straordinaria attualità del modo di intendere e promuovere l’arte attraverso innovative strategie culturali./ Organized by Luca Massimo Barbero, the exposition revolves around the eclectic personality of Carlo Cardazzo, Venetian sponsor, collector, editor and gallery owner. Collezione Peggy Guggenheim Dorsoduro 701 Tel. +39 041 2405411 www.guggenheim-venice.it


:aroundtheworld ITALY Bergamo GAMEC Pio Manzù. Quando il mondo era moderno

EUROPE Ålesund (NO) KUBE ARTMUSEUM Alvar Aalto Foundation Alvar Aalto. Dimensions wood

1.10_8.02.2009 - www.gamec.it

Bolzano MUSEION Sonic Youth etc: sensational fix 11.10_4.01.2009 - www.museion.it

Firenze VILLA BARDINI Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron Luis Molina-Pantin 24.06_28.09 - www.bardinipeyron.it

Milano TRIENNALE DESIGN MUSEUM Ettore Sottsass La rivista Terrazzo

Torino FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO YOUPrison Riflessioni sulla limitazione di spazio e libertà 12.06_21.10 - www.fondsrr.org Torino 2008 world design capital BASTIONI DELLE PORTE PALATINE Oscar Niemeyer Cento anni 26.06_30.09 www.uia2008torino.org

14.09_02.11 - www.alvaraalto.fi

Amsterdam (NL) ARCAM Stichting Architectuur Centrum Building India 15.11_07.02.09 http://www.arcam.nl/

Antwerp (B) DESINGEL Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa (SANAA) & Walter Niedermayr 16.09_2.11 - www.desingel.be

Rovereto (Tn) MART Eurasia. Dissolvenze geografiche dell’arte

MIAAO Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi Dalle Città dell’Aldilà. Afterville, Divine Design

Torino

Barcellona (E) MACBA Universal Archive. The Condition of the Document and the Modern Photographic Utopia

28.06_16.11 - www.mart.trento.it

04.10_31.12 - www.miaao.org

23.10_06.01.2009 - www.macba.es

25.09_26.10 - www.triennale.it

Siena SMS CONTEMPORANEO SANTA MARIA DELLA SCALA Gordon Matta-Clark 06.06_19.10 www.santamariadellascala.com

Vicenza

Berlin (D)

MUSEO PALLADIO Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio Palladio

BAUHAUS-Archiv Museum of design The Bauhaus Collection. Classic Modern Originals

20.09_06.01.09 www.cisapalladio.org

01.01_30.12 - www.bauhaus.de

Den Haag (NL) STROOM Since we last spoke about monuments 14.09_9.11 - www.stroom.nl

Helsinki (FI) MUSEUM OF FINNISH ARCHITECTURE Living the Modern. Australian Architecture 8.10_30.11 - www.mfa.fi

Humlebæk (DK) LUISIANA MUSEUM OF MODERN ART Sustainable Achitecture Summer 2009 www.louisiana.dk

Londra (UK) RIBA Architecture Gallery Le Corbusier: The Art of Architecture 2.10_18.01.2009 www.architecture.com

Londra (UK) TATE MODERN The Unilever Series: Dominique Gonzalez-Foerster 14.10_13.04.2009

Berlin (D) DAZ Deutsches Architektur Zentrum Media Facades Festival Berlin 2008 Myths and Potentials of Media Architecture and Urban Screens 16.10_12.12 - www.daz.de

TATE BRITAIN Turner Prize 2008 30.09_18.01.2009 www.tate.org.uk

Londra (UK) SERPENTINE GALLERY Serpentine Gallery Pavilion 2008 Designed by Frank Gehry 20.07_19.10 www.serpentinegallery.org

Maribor (SLO) UGM/Maribor Art Gallery S(e)oul scape 04-30.09 - www.ugm.si

Munich (D) ARCHITEKTUR MUSEUM Pinakothek der Moderne Sep Ruf 1908-1982 Modernism with Tradition 31.07_ 05.10 www.architekturmuseum.de/

Orléans (F) FRAC Centre Archilab Europe, architecture strategique 25.10_23.12 www.frac-centre.asso.fr


:venews 69

Pittsburgh (USA) CARNEGIE MUSEUM ART Heinz Architectural Center Worlds Away: New Suburban Landscapes Open from 4.10 - www.cmoa.org

Parigi (F) FONDATION CARTIER César Anthologie par Jean Nouvel 08.07_26.10 www.fondation.cartier.fr

Rotterdam (NL) NAI Netherlands Architecture Institute My Public Space

PALAIS DE TOKYO Everland: the highest hotel in the world fino al/ until December www.palaisdetokyo.com

Parigi (F) CENTRE GEORGES POMPIDOU Dominique Perrault, Architecture 11-22.09 - www.centrepompidou.fr

WORLD

10.07_4.01.2009 - www.sfmoma.org

Seoul (KOREA) Chicago (USA)

New York (USA)

MCA MUSEUM OF CONTEMPORARY ART Jenny Holzer: PROTECT PROTECT

MOMA Home Delivery: Fabricating the Modern Dwelling

25.10_01.02.2009 www.mcachicago.org

New York (USA) P.S.1 ART CENTER Young Architects Program 2008: P.F.1

Stockholm (S) ARKITEKTUR MUSEET 4xBarcelona September-December www.arkitekturmuseet.se

13.07_12.10 www.hammer.ucla.edu

Wien (A) Az W ARCHITEKTURZENTRUM Architektur beginnt im Kopf The Making of Architecture

Minneapolis (USA) WALKER ART CENTER Journeys to Nowhere Selections from the Collection 14.08_07.12 - www.walkerart.org

16.10_2.02.2009 www.azw.at/

San Francisco (USA) SAN FRANCISCO MUSEUM OF MODERN ART (SFMOMA) 246 and Counting: Recent Architecture + Design Acquisitions

14.05_26.10 - http://cca.qc.ca

Los Angeles (USA) HAMMER MUSEUM Between Earth and Heaven: The Architecture of John Lautner

06.06_19.10 - www.nai.nl

Parigi (F)

Montréal (CANADA) CCA CENTRE CANADIEN D’ARCHITECTURE Some Ideas on Living in London and Tokyo by Stephen Taylor and Ryue Nishizawa

20.07_20.10 - www.moma.org

NABI Art Center Connected 07-30.12 - www.nabi.or.kr

Sidney (AUS) MCA MUSEUM OF CONTEMPORARY ART Video Logic 19.08_02.11 - www.mca.com.au

2.06_15.09 - www.ps1.org

New York (USA) COOPER HEWITT NATIONAL DESIGN MUSEUM House Proud: Nineteenth-century Watercolor Interiors from the Thaw Collection 12.08_25.01.2009 http://cooperhewitt.org

Tokyo (JP) SETAGAYA ART MUSEUM Dani Karavan Retrospective From Painting to Space 2.09_21.10 www.setagayaartmuseum.or.jp



:venews 71 a cura di Nicoletta Consentino

:galleries LABORATORIO 2729

GADDO MORPURGO TOM DIXON MARCO ZITO Laboratorio 2729 è uno spazio ideativo ed espositivo di oggetti di arte applicata e di design, autoprodotti in serie limitata o selezionati nel panorama internazionale. Sarà inaugurata l’11 settembre una mostra su Gaddo Morpurgo, architetto e designer. Il 27 settembre sarà la volta di Tom Dixon, artista autodidatta che ha raggiunto la notorietà a 25 anni diventando presto uno dei più noti designer inglesi. Nel 1991 ha lanciato eurolounge, una serie di mobili multifunzionali e partecipato a numerose mostre sul ‘riciclaggio creativo’ e ad esperimenti con materiali insoliti. L'ultima collezione è nostalgica ed essenziale ed annovera Mirror Ball, la sfera di specchi luminosa e Felt, la lampada in tessuto di feltro. Il 21 ottobre sarà inaugurata una mostra con opere del designer Marco Zito. Laboratorio 2729 is a space for ideas and expositions, where you can find objects of applied art and design, self-produced in limited series or chosen in the international panorama. On the 11th of September will be inaugurated an exposition about Gaddo Morpurgo, architect and designer. On the 27th of September, it will be the turn of Tom Dixon, one of the most noteworthy English designers. On the 21st of October will be inaugurated an exhibition of the works of the designer Marco Zito. Laboratorio 2729 Calle Lunga San Barnaba, Dorsoduro 2729 Tel. +39 041 0994306 - www.lab2729.com - info@lab2729.com

IKONA GALLERY

FRANÇOISE CALCAGNO ART STUDIO

CARLO AYMONINO La bella architettura LORENZO CASALI Il Traguardo Dal 10 settembre all’11 ottobre Ikona Gallery presenta la mostra di Carlo Aymonino, storico architetto che ha sempre mirato a realizzare progetti che fossero “effettivi completamenti del luogo urbano”. Dal 15 ottobre al 23 novembre si potranno ammirare le opere del giovane fotografo-videoartista-scultore Lorenzo Casali, incentrate sull’esplorazione del contesto storicoarchitettonico di Rotterdam./ Ikona Gallery presents Carlo Aymonino, the architect who has always striven to create projects which are "effective complements to urban places". From October 15, there will be the works of the young photographer-video artist-sculptor Lorenzo Casali.

VITTORIO BUSTAFFA NICOLA BIONDANI La galleria ospita fino al 21 settembre la mostra-dialogo di Vittorio Bustaffa e Nicola Biondani, in seguito saranno esposti gli assemblaggi materici di Françoise Calcagno che da settembre parteciperà al progetto espositivo itinerante dedicato a Palladio, per FabrikArte. Il 21 ottobre verrà presentato il catalogo dell’artista alla Galleria Fuoricentro di Roma in occasione della sua personale./ The gallery will host the expositiondialogue of Vittorio Bustaffa and Nicola Biondani. Next, the materic assemblages by Françoise Calcagno, who will participate in the itinerant exposition project dedicated to Palladio. On the 21st of October will be presented the artist's catalogue Galleria Fuoricentro in Rome.

Ikona Gallery Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909 Tel./fax +39 041 5289387 ikonavenezia@ikonavenezia.com - mail@ikonavenezia.com

Françoise Calcagno Art Studio Campo del Ghetto Novo 2918 - Tel. +39 041 7792011 www.calcagnoartstudio.com - info@calcagnoartstudio.com

LA GALLERIA DOROTHEA VAN DER KOELEN

Intermezzo Karl-Heinz Adler, Lore Bert, Hellmut Bruch, Daniel Buren, Eduardo Chillida, Heinz Gappmayr, Angela Glajcar, Jens J. Meyer, Francois Morellet, Fabrizio Plessi, Angelika Platen, Jan van Munster, Vera Röhm, Günther Uecker, Lawrence Weiner, Martin Willing: sono 16 artisti, provenienti da 8 diversi Paesi che, in occasione dell’11ma Biennale di

Architettura e fino al 28 novembre, presentano le loro opere caratterizzate da tecniche, dimensioni e materiali molto diversi tra loro. Oltre a dipinti classici, su carta e tela, si potranno ammirare rilievi, stampe, sculture, text works, fotografie, installazioni che utilizzano neon, legno, acciaio, ferro, vetro e plexiglas. Un’antologica della Creatività attraverso le opere di alcuni tra i più importanti rappresentanti dell’arte contemporanea./ The exhibition presents works in different techniques, sizes and materials from 16 artists from 8 countries. Beside the classical paper and canvas you find neon, wood, steel, glass, iron and Plexiglas in paintings, relieves, prints, sculptures, drawings, text works, photographs and works in situ. La Galleria Dorothea van der Koelen Calle Calegheri, San Marco 2566 vicino/near Teatro La Fenice Tel. +39 041 5207415 - www.galerie.vanderkoelen.de

JARACH GALLERY

SOMEWHEN Fino al 15 novembre Until 15 November Gabriele Basilico, Primoz Bizjak, Andrea Botto, Edward Burtynsky, Martina Della Valle, Guido Guidi, Teodoro Lupo, Jürgen Nefzger, Robert Polidori, Jöel Tettamanti: celebrati artisti contemporanei e giovani talenti emergenti del panorama internazionale esporranno insieme alla Jarach Gallery. La mostra, curata da Daniele De Luigi, ruota attorno all’idea di transitorietà come condizione per lo più invisibile, eppure perennemente presente, dell’abitare umano. Le opere in mostra cercano di superare il limite dell’immagine fotografica, legata indissolubilmente alla contemporaneità e compresenza rispetto al proprio oggetto, conducendo il pensiero dello spettatore oltre i confini di ciò che in essa appare.Tutte mostrano un preciso momento nella storia di un determinato luogo, inducendo però la mente ad immaginare il passato o ipotizzare il futuro. L’arte fotografica si assume così il compito di mostrare la natura effimera del carattere e del senso dei luoghi di fronte all’incessante avanzare del tempo, stimolandoci a immaginare altri tempi del loro esistere. Così, ad esempio, le immagini realizzate a Beirut nel 1991 da Gabriele Basilico e quelle di Robert Polidori a New Orleans tra il 2005 e il 2006, testimoniano drammaticamente quanto restava di due città sconvolte da eventi egualmente tragici; Guido Guidi lavora sulla memoria dei luoghi, fingendo disinteresse per le tracce di vita del passato che emergono però silenziosamente e con forza da ambienti perfettamente strutturati; Ed Burtynsky, Primoz Bizjak, Teodoro Lupo e Andrea Botto pre-

stano invece attenzione al mutamento nel momento stesso in cui si manifesta./ The exposition, organized by Daniele De Luigi, revolves around the idea of impermanence as the condition of human habitation which, albeit perennially present, is mostly invisible. The works display a precise moment in the history of a determined place, yet persuade the mind to imagine the past or hypothesize the future. Photographic art thus assumes the task of showing the ephimeral nature of the character and sense of places, facing the incessant progression of time. Thus, for example, the images created in Beirut (1991) by Gabriele Basilico, and those by Robert Polidori in New Orleans between 2005 and 2006, dramatically witness what remained of two cities torn by equally tragic events. Guido Guidi examines the memory of places; Ed Burtynsky, Primoz Bizjak, Teodoro Lupo and Andrea Botto consider the mutation in the moment of manifestation.

Jarach Gallery Campo San Fantin, San Marco 1997 Tel. +39 041 5221938 - Fax +39 041 2778963 www.jarachgallery.com - info@jarachgallery.com



:venews 73

:galleries SPAZIO PONTE DELLE LATTE

DANIELE SCARPA KOS T-SHIRT FANTASMA Fino all’1 ottobre Until 1 October

Una t-shirt fantasma si aggira per le calli veneziane. Rossa, con una faccina sorridente stampata nel mezzo, appare improvvisamente sotto i lampioni e sembra particolarmente attratta dai cartelli dei gelati. È la stessa indossata da quella ragazza che tutte le sere si sofferma davanti ai cancelli chiusi del parco? Daniele Scarpa Kos ha riunito allo Spazio Ponte delle Latte immagini della t-shirt fantasma./A spectre t-shirt is haunting the calli of Venice. It is red, with a little smiling face printed in the middle. It appears in an improvised way under the street lamps, and seems to be particularly attracted to ice cream signs. Is it the same one worn by that girl who, every evening, stands in front of the closed gates of the park? Daniele Scarpa Kos has brought together, at Spazio Ponte delle Latte, images of the phantom t-shirt. Spazio Ponte delle Latte Fondamenta Rio Marin 2427a (lun-sab dalle 21.30 alle 23.30/Mon-Sat from 9.30pm to 11.30pm) Cell. +39 348 2451874 - scarpakos@libero.it

VENICE DESIGN ART GALLERY

ANNALÚ Tales from flying oceans FAROUK HOSNY Personale MIMMO PALADINO Gioielli Nella sede di Calle Vallaresso, a due passi da Piazza San Marco, si potranno ammirare, dal 13 settembre, i gioielli in oro battuto, smalto e brillanti di Mimmo Paladino, opere in cui il maestro riprende le sue forme geometriche ed allegoriche arricchendole d’ironica eleganza e leggera poesia, e, dal 12 settembre, i dipinti astratti di Farouk Hosny, i cui colori ed il cui tratto esprimono passione ed energia, nonché un forte senso di appartenenza all’eredità culturale egiziana. Dall’11 settembre a San Samuele, invece, la giovane Annalù indaga i concetti di metamorfosi, passaggio,

evoluzione, con opere che, utilizzando legno, cemento, resine, metalli, si situano fra pittura e scultura, dominate dall’elemento metaforico della farfalla, sua cifra distintiva./In hammered gold, enamel and diamonds, Mimmo Paladino takes up once again his geometric and allegorical forms. The abstract paintings of Farouk Hosny express, with colours and lines, a strong sense of belonging to the Egyptian cultural heritage. The young Annalù investigates the concepts of metamorphosis, passage, evolution, with works dominated by the metaphorical element of the butterfly, her distinctive symbol.

MAURIZIO GALIMBERTI Venezia 20 settembre-11 ottobre September 20-October 11

Venice Design Art Gallery San Samuele, 3146 S. Marco - Tel. +39 041 5207915 Calle Vallaresso, 1310 S. Marco - Tel. +39 041 5239082

FENICE GALLERY

ARTE E PERLE Perle di vetro d’autore, antiche e moderne, pietre dure e preziose confezionate da Sylvie in modo nuovo, esclusivo, originale, per creare braccialetti e collane che sono vere opere d’arte. Il piccolo spazio espositivo mira ad accostare l’arte del gioiello alle opere dei molti artisti che hanno partecipato alle edizioni (nel 2008 la nona) del premio La Fenice et Des Artistes, organizzato dal vicino Hotel La Fenice. La galleria organizza inoltre mostre di artisti spesso legati a Venezia e all’Italia, rappresentate tramite nuove forme di realismo figurativo coniugato a stili e tecniche diverse. Ed ecco, ad esempio, le tele hip hop di Mario Loprete, le vedute impressioniste di Emanuele

BUGNO ART GALLERY

Biagioni, la coloratissima Venezia di Renato Ambrosi, o ancora le eleganti visioni notturne di Nicola Perucca./ The small exposition space strives to flank jewelry art with the works of the numerous artists who have participated in the editions of the prize La Fenice et Des Artistes. The gallery also organizes expositions of artists who are frequently linked to Venice and Italy: the hip hop paintings of Mario Loprete, the impressionistic views of Emanuele Biagioni, Renato Ambrosi's highly coloured Venice, and Nicola Perucca'a elegant nighttime visions.

Fenice Gallery Calle della Fenice 1947 Tel +39 041 5280623 Cell. +39 338 8293472 (10-12.30 / 16-19) www.lafeniceetdesartistes.com - lafenicegallery@hotmail.it

Torna alla Galleria Bugno Maurizio Galimberti, il fotografo giunto alla ribalta nazionale per il suo modo originale di assemblare ‘mosaici’ con fotografie polaroid. Dopo aver indagato New York nei foto-mosaici esposti l’anno scorso proprio a Venezia nella mostra New York Polaroid, che ebbe un enorme successo, l’artista affronta il tema Venezia con una novantina di nuove opere, tutte racchiuse in un volume edito da Contrasto (leader nella pubblicazione in Italia di libri fotografici) con l'ausilio del critico Giuliana Scimé. La città lagunare era già stata analizzata da Galimberti nel 2004, in occasione della mostra Istantaneo… Venezia Planet… Maurizio Galimberti, presentata alla Galleria Bugno con la prefazione dello storico della fotografia Italo Zannier. Questa volta, però, lo sguardo dell’artista mira a cogliere aspetti molto diversi della città: la visione che emerge dalle nuove opere è molto variegata e si dipana tra l'immagine classica della città storica e quella molto contemporanea in cui si riconosce la Venezia quotidiana, quella vissuta tutti i giorni e che fornisce molti spunti di analisi e di confronto. Oltre che a Venezia, la mostra, con una selezione differente di opere, sarà visibile a Milano allo Spazio Forma dall’1

ottobre e, in seguito, in altre prestigiose gallerie italiane. L'opera Maurizio Galimberti – Venezia é rappresentata in esclusiva dalla Bugno Art Gallery di Venezia e dalla Colombo Arte di Boviso Masciago (MI), le due gallerie storiche del fotografo. In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il nuovo catalogo./ After having investigated New York in the photo-mosaics displayed last year in the exposition New York Polaroid, Maurizio Galimberti now confronts the theme Venezia with ninety new works, all included in one volume edited by Contrasto. In 2004, the artist had already analyzed the Lagoon City, on the occasion of the exposition Istantaneo... Venezia Planet... Maurizio Galimberti. This time, however, the artist's gaze strives to capture very different aspects of the city: the vision which emerges from the new works is quite varied, fluctuating between the classical image of the historical Venice and that highly contemporary one in which we recognize everyday Venice, which provides us with numerous points for analysis and comparison. The exposition will be visible also in Milan, at Spazio Forma, starting on the 1st of October. Subsequently, it will pass to other prestigious Italian galleries. Bugno Art Gallery S. Marco 1996/d Tel. +39 041 5231306 www.bugnoartgallery.it - info@bugnoartgallery.it



:venews 75

:galleries OPERA GALLERY VENEZIA

KEITH HARING Drawings I lavori di Keith Haring (19581990) rispondono alla cultura di strada di New York degli anni 80, esprimendo i concetti universali di nascita, morte, amore, sesso e guerra, usando il primato della linea e la chiarezza del messaggio. L'accessibilità e la resistenza del suo simbolismo visuale sono diventati un universale e riconosciuto linguaggio visivo del XX secolo. Opera Gallery ha una collezione permanente di quadri, sculture e Capolavori internazionali contemporanei comprendenti Chagall, Picasso e Mahieu. /Keith Haring’s work responded to the street culture of New York in the 1980s, by expressing universal concepts of birth, death, love, sex and war, using a primacy of line and directness of message. The accessibility and staying power of his imagery has become a universally recognized visual language of the 20th century. The Opera Gallery has a permanent collection of high-end, international contemporary painting and sculpture and a Masters’ collection including Chagall, Picasso, and Mathieu.

Opera Gallery Venezia San Marco 2288, Via XXII Marzo Tel. +39 041 2770504 www.operagallery.com

ART&FORTE

Attraverso la collaborazione di protagonisti prestigiosi della scena artistica nazionale ed internazionale, Art&fortE organizza l’arte progettando e realizzando tutti i processi di marketing, sviluppo e comunicazione dell’evento, contribuendo a diffondere l’arte e la cultura italiana e interna-

zionale. Molti eventi organizzati in Italia e all’estero hanno riscosso un importante successo di pubblico: nel 2007, la prima edizione di Start dedicata alla valorizzazione dei giovani artisti; nel 2008, le mostre collettive Es – L’autoritratto psicologico, PosSESSO – Corpo e Ossessioni e le personali di artisti affermati come Piergiorgio Baroldi, Giorgio Ramella e Mario Ronca. E per il 2009, è previsto un programma ancora più importante. Art&fortE è tutto questo, in tutte le occasioni, per tutte le iniziative delle quali si occupa./ Art&fortE organizes art by designing, monitoring and creating all the processes of marketing, development and communication of artistic and cultural events. Many are the events organized: the first edition of Start, dedicated to the evaluation of young artists, collective expositions and personal exhibitions by successful artists. And for 2009, an even more important programme is foreseen. Art&fortE www.arteforte.it. http://it.youtube.com/user/ArtefortE

GALLERIA “IL SOTOPORTEGO”

HONORÉ DAUMIER L'arte della litografia nelle caricature di costume Attiva nel cuore di Venezia dal 1969, la Scuola Internazionale di Grafica è oggi una delle più dinamiche e vive istituzioni della città. I suoi programmi abbracciano temi diversi, quali la stampa d’arte, la grafica pubblicitaria, il disegno e la pittura. Grazie al suo spirito di innovazione e ricerca ed alla qualità di programmi, strutture, attrezzature ed insegnanti la Scuola è da anni impegnata in collaborazioni e scambi con prestigiose istituzioni accademiche e museali di tutto il mondo. Inoltra affianca all’attività didattica un

intenso programma di mostre di grafica, pittura e design, una vera e propria galleria – Sotoportego – che ha ospitato e ospita artisti di rinomanza internazionale e giovani emergenti da tutto il mondo. Per rendere omaggio al grande artista francese, in occasione del duecentenario dalla nascita, la Scuola Internazionale di Grafica presenta una selezione di circa 20 interessanti litografie originali, ritagli del quotidiano «Le Charivari», per il quale Daumier lavorò dal 1836 fino al 1860. Non sono le più conosciute caricature politiche, bensì profonde ed ironiche satire di costume, nelle quali Daumier fa rivivere un’epoca, l’800 francese./ In order to pay tribute to the great French artist, on the occasion of the two hundredth anniversary of his birth, the International School of Graphics is presenting a selection of about 20 interesting original lithographs, cuttings from the journal "Le Charivari" for which Daumier worked from 1836 until 1860. Galleria “Il Sotoportego” Scuola Internazionale di Grafica Cannaregio, Calle seconda del Cristo 1798-Tel. +39 041 721.950 www.scuolagrafica.it -info@scuolagrafica.it


continua da/continues from pg. 12

:aaronbetsky naturalmente l’eventuale notorietà e pubblicità raggiunte lo faciliteranno e gli permetteranno di essere così autorevole da convincere un committente anche, per dire, a scoperchiare letteralmente un edificio, aprirlo per liberare lo spazio, come ad esempio Frank Gehry ha fatto spesso nelle sue opere. In altre parole, un architetto dovrebbe raggiungere la condizione di poter dire al cliente che la realizzazione di un certo progetto non gli porterà necessariamente più soldi, anzi, potrebbe costargli di più, non gli darà più spazio o non soddisferà completamente tutte le sue esigenze pratiche, ma produrrà un senso importante: architettura. Dovrebbe inoltre anche essere libero di dire: ecco, il mio progetto per questo sito è quello di non costruire, di lasciarlo così com’è. Recentemente si è parlato di ‘architettura pigra’, ovvero un’architettura non troppo interessata a costruire a tutti i costi, consapevole che a volte è più efficace non agire, non trasformare, oppure più semplicemente creare una cornice attorno a qualcosa che già esiste, in modo da renderla visibile valorizzandola. Carlo Scarpa era un maestro in questo e mi viene in mente anche un famoso edificio di

Adolf Loos a Vienna: ci puoi passare accanto senza notare nulla di particolare e poi, dopo pochi passi, ti fermi e realizzi che qualcosa non quadra, che non tutto è propriamente al suo posto. E così torni indietro e ti accorgi che le finestre sono poste sopra le colonne… Come emerge dall’autobiografia di Le Corbusier, l’architettura almeno per un aspetto non è cambiata: ieri come oggi è fonte di scontri, intreccio tra interessi politici ed economici, opere pubbliche e vizi privati. Non credo che l’architettura susciti più o meno discussioni dell’arte o di qualsiasi altra disciplina. Ma c’è una condizione peculiare che riguarda il modo in cui l’architettura è stata definita sin dal 17mo secolo. E posso anche essere più preciso: nel 1668 Luigi XIV fondò l’Académie des Beaux-Arts in cui venne codificato il ruolo dell’architetto come colui il quale è in grado di tradurre in maniera tridimensionale i bisogni e i desideri dello Stato e più tardi del popolo, o di chi altro detiene il potere. Tuttavia, l’architetto è una persona e come tale ha la convinzione di dover fare un qualcosa in più rispetto alla semplice realizzazione di un edifi-

ph Daniele Ratti

cio, una sorta di mediazione tra creatività, tecnica e manualità interpretando al contempo i desideri della committenza. Risulta perciò davvero difficile definire i confini dell’architettura e si finisce col dibattere se sia più assimilabile all’ingegneria o all’arte. All’interno delle stesse facoltà di architettura ci si chiede se debba essere più ‘umanistica’ o più ‘scientifica’, se sia più mestiere o creazione astratta. Non credo questo sia un tema appassionante in sé, ma esprime tuttavia una sorta di disagio verso il ruolo dell’architetto nella nostra società.

Everyville è un concetto provocatorio nell’era della globalizzazione, quando il progettare a nord, sud, est o ovest non esprime più alcuna specificità. Si irrompe nei luoghi urbani senza produrre interazione. Ora che il concorso è chiuso, ci spiega più diffusamente la sua idea di glocal e qual’è la sua everyville ideale? Ho cercato di delineare il concorso intendendo sottolineare l’idea che il modo più efficace di progettare uno spazio urbano non sia necessariamente quello di inserirvi edifici e aree pubbliche, perché nella realtà non è unicamente attraverso questi elementi che noi sperimentiamo gli spazi e tutto ciò che ci circonda. A volte la percezione può formarsi da elementi diversi quali la vegetazione o la segnaletica; a volte il modo migliore per definire uno spazio può semplicemente essere quello di raccontarlo. Permane invece, anche a giudicare dai progetti inviati per il concorso, l’idea di un’architettura che si esprime principalmente attraverso elementi tradizionali come una piazza o un progetto abitativo. Credo che questo dipenda dal fatto che la società attuale, nel suo complesso, non ritenga importante investire nel tipo di qualità immaginata dagli architetti. Ad esempio è chiaro che la piazza in centro debba essere splendida, ma il vero punto è come investire, in tutti i sensi, economico estetico funzio-

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ted into three dimensional thought the needs and desires of the State, and later the people, or whomever held power. The architect, however, is a person, and as such holds a belief that he or she must do more than simply construct a building. For this reason it’s very difficult to define architecture and one often ends up debating whether it is closer to engineering or art, or if it is scientific or humanistic, a craft or an abstract creation. I don’t think these are very interesting questions in themselves, but are so rather for how they represent a kind of discomfort towards the architect’s role in our society. Everyville: it is a provocative concept in the era of globalization where designing in the north, south, east and west does not evidence specifity! It enters places without seeking interaction. Now that the competition is over, is your idea of global being explained more widely? What is your ideal everyville? For the competition, I tried to make very clear the idea that the most effective way to construct a space is not necessarily by inserting buildings or public areas, because, in reality, it isn’t just through these elements that we experience our surroundings. An idea persists, though - judging by the contest’s entries - that architecture expresses itself primarily through traditional elements, such as a piazza or housing project. I think this is so because, as a society, we aren’t willing to invest in the kind of quality that architects imagine. For example, the piazza should, of course, be beautiful, but the tendency is to wonder what sense it makes to invest in the poor valley nearby. The real problem is the space where people do live, one that is now very socially and environmentally compromised. As this is the current trend, we must begin to look for solutions. If architecture does not participate or contribute to this process, then it will contribute only to the destruction, rather than the construction, of society.

Rome, the Eternal City. How can we link eternity to contemporaneity? What is Rome like today? How should it be in the near future? I hope that this will be answered in the Uneternal exhibition: you will see a large satellite map placed on the floor and you will be able to literally walk over Piazza Navona and then put your foot on the Vatican. But it’s outside the city center that things are happening. There are about six million people or so, and the buildings going up are horrible horrible for the environment, for the people who have to live in them, and for the aesthetic disturbance they create. I don’t think architects can solve all of this, but surely they can begin to indicate how we might find a solution. Increasingly reduced dwelling spaces have resulted in projects for hot air balloons over New York and floating houses in The Netherlands. Considering the reflections of Housing Italy, at the Italian Pavilion, what is your housing model for urban society? Having lived for six years in Holland—where they make the best social housing in the world, I have come to believe that one cannot expect the architect to walk on water, to perform miracles. Recently architects have gotten into trouble because, although they are very fervent about their ideas and honest in their desire to participate in projects, they don’t fully realize that they are given impossible tasks. It is very difficult to create living spaces with very little means and then, with just as little, make them beautiful. We have to invest in people, not just lock them up and throw them out. We need to protect them, shelter them, and connect them to the world. What future is Aaron Betsky designing for Venice? Some of the most interesting aspects of the city result from someone suddenly daring to build something modern. The building


direttore

nale, laggiù nella valle, nelle periferie dei mondi piccoli e grandi. È qui che la gente effettivamente vive. Il vero tema da svolgere è quindi lo spazio dove la gente abita, molto compromesso dal punto di vista ambientale ed anche sociale. Se l’architettura non viene o non si sente coinvolta in questo processo, il contributo che può fornire è verso la distruzione piuttosto che verso la costruzione. Una mostra all'Arsenale sfida l’idea di eternità di Roma. Quale dialettica possibile nel futuro prossimo tra storia inalienabile e contemporaneità? Mi auguro che la migliore risposta a questa domanda si trovi nella mostra stessa, soprattutto per l'approccio con cui abbiamo cercato di affrontare il tema. Si vedrà una grande carta geografica satellitare posizionata sul pavimento, non solo di Roma, ma di tutto il Lazio, e sarà possibile camminare letteralmente in piazza Navona e poi mettere anche un piede in Vaticano. Ma è tutto intorno al centro che si svolge la vita. È diventato ormai impossibile costruire nel centro di Roma e non è neppure auspicabile che lo si faccia ancora. Nel frattempo, attorno a tutta questa magnificenza storica, si assiste ad un’impressionante crescita demografica, sei milioni di persone o giù di lì, con un’esplosione edilizia il più delle volte semplicemente terribile. Per l’impatto ambientale devastante, per le persone che ci devono vivere, per il disturbo estetico che procura. Non credo che un architetto possa risolvere tutto ciò, ma iniziare a indicare una soluzione, questo credo sia più di un obbligo. Gli spazi abitativi sempre più

ridotti hanno portato a progettare mongolfiere sopra New York o case galleggianti in Olanda. Accanto alle riflessioni di Housing Italy nel Padiglione Italiano, quale modello abitativo per la società urbana di questa età? Sono curioso di vedere in che modo verrà affrontato al Padiglione Italia il tema della casa, intesa propriamente come luogo dell’abitare. Avendo vissuto per sei anni in Olanda, che è la nazione dove il social housing è stato sviluppato nella maniera migliore a livello mondiale, ho maturato la convinzione che non si possa, né tantomeno si debba, chiedere all’architettura di camminare sulle acque, di fare miracoli. Gli architetti in un recente passato, presi dall’entusiasmo delle idee e dalla voglia di partecipare ai progetti, non si sono pienamente resi conto che il proprio sincero desiderio cozzava contro i mezzi messi loro a disposizione, andando oltre il loro stesso compito e rendendolo di fatto impossibile. Difficile, infatti, creare spazi abitabili che siano degni di tale nome con dei mezzi quasi inesistenti e ancora più difficile con un ulteriore ‘quasi nulla’ rendere il tutto più apprezzabile, a meno che non si stia parlando de facto di prigioni. Si deve avere la consapevolezza che il contributo dell’architetto, i progetti, le analisi potrebbero trovare compiutezza con poco, se solo gli investimenti rivolti alle persone non fossero indirizzati principalmente a rinchiuderle, arrestarle o a espellerle, ma piuttosto a proteggerle, a fornire loro un riparo, un collegamento con lo spazio circostante. Per Venezia che futuro disegna Aaron Betsky? Alcuni degli aspetti più interessanti della città risalgono a quando improvvisamente si è osato concedere al moderno uno spazio. Ad esempio l’edificio in Campo Manin, forse non molto bello dal punto di vista estetico, ma in grado di segnare una positiva discontinuità nel tessuto urbanistico. Non voglio difendere l’edificio in

sé, ma credo che abbia potuto rappresentare uno stimolo per Venezia per elaborare la propria storia. Vorrei che questa città fosse più aperta. Mi piacerebbe, senza essere giudicato un eretico, veder crescere un palazzo moderno sul Canal Grande! Entrando nel merito più specifico della sua attesissima mostra, ci può indicare un percorso ideale, un filo rosso da seguire nella mappa espositiva? Suggerirei di iniziare il percorso dall’Arsenale; lì, infatti, abbiamo cercato di condensare le idee, le possibilità, le eventuali soluzioni per poi arrivare alle Corderie e alle Artiglierie ed uscire all’esterno. E proprio dove sembra non ci sia più niente da vedere, ci sarà una piacevole sorpresa per tutti. Dopo essersi ben ritemprati, ci si può recare ai Giardini dove abbiamo realizzato un percorso intrigante e, ci auguriamo, originale, fino al Padiglione Italia e, ovviamente, attraverso tutti i Padiglioni nazionali. Com’è la casa di Aaron Betsky? È una casa bellissima. In quasi ogni luogo nel mondo c’è stato un architetto modernista negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 che ha progettato sostanzialmente solo soluzioni abitative. A Cincinnati c’era un ‘certo’ Carl Strauss che ha disegnato delle case davvero interessanti; la nostra è stata progettata nel 1956 e si trova nel mezzo della città, ma ben nascosta da due ettari di foresta che la cingono. E ci sono vetrate aperte sul verde e pavimenti di legno e mattoni, come fosse una piccola oasi. È fantastica! Fa molto America l’idea di vivere a contatto con la natura usufruendo del massimo delle nuove tecnologie. Tecnologia all’avanguardia, ma anche cervi, tacchini, una volpe e due gufi. Un Eden: l’autostrada poco distante, uno zoo lì vicino ed in 15 minuti arrivo al lavoro… «Il faut coltiver notre jardin»… absolutely!

di Marisa Santin e Fabio Marzari

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in Campo Manin, for example, might not be very beautiful from an aesthetic point of view, but it succeeds in creating a new sense of the urban fabric; it could act as a stimulus for Venice in elaborating its history. I don’t want to sound like a heretic, but I’d love to see a modern palazzo on the Grand Canal!

Speaking about the merits of your exposition, can you indicate to us an ideal itinerary, a connecting thread for not missing the main points of your thought? I would recommend starting at the Arsenale, where we have tried to condense many ideas, possibilities, and solutions. After passing through the Corderie and Artiglierie and going outside, just when it seems like there’s nothing more to see, there will be a lovely surprise for everyone. After they’re refreshed they can head over to the Giardini where we hope to have produced a pleasant and original itinerary to the Italian Pavilion and, of course, to the many other country pavilions. What is Aaron Betsky's house like? It’s a beautiful house. In almost all cities in the world there was a good modernist architect in the ‘50s, ‘60s, and ‘70s who built mainly houses. In Cincinnati “there was a man named” Carl Strauss who designed very lovely homes. Ours was designed in 1956 and is in the middle of the city, but hidden away by two hectares of forest around it. It is all glass to the forest and has brick floors and wood, like a small oasis. It’s fantastic! The idea of living among nature while having all the modern technology is very American. We have technology, but we also have deer, turkeys, a fox, and two owls. It’s an Eden, apart from the nearby highway and zoo, but it takes me fifteen minutes to get to work… “Il faut coltiver notre jardin”… absolutely! [tr. M.Scheu]

guida a cura di :venews magazine-guida di venezia e del veneto Supplemento al periodico Venezia News n. 128 Settembre 2008 - Anno XII Aut. del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996 Venezia, 25 agosto 2008

Direzione editoriale Massimo Bran Direzione organizzativa Paola Marchetti Relazioni esterne e coordinamento editoriale Mariachiara Marzari Responsabile di redazione Alberto Zava Segreteria di redazione Alessandra Frontini Grafica Beppo Zuccheri Segreteria amministrativa Roxana Urquizo Prado Promozione e progetti speciali Marisa Santin Distribuzione Michele Negrisolo

Coordinamento redazionale Guida Biennale Architettura Marisa Santin, Mariachiara Marzari Hanno collaborato Marisa Chelodi, Nicoletta Consentino, Emanuel Giannotti, Fabio Marzari, Luisa Turchi, Giovanni Vio Traduzioni Maria Fasolo, Molly Scheu, Gabriella Tonoli Si ringraziano Cristiana Costanzo, Andra Goffo e tutto lo staff dell’ufficio stampa Biennale Architettura

Guida spirituale “Il più grande”, Muhammad Alì Recapito redazionale Dorsoduro 3297/a - 30123 Venezia tel. 041-2410133/fax 041-2417357 <redazione@venezianews.it> Stampa Grafiche Marini Via Nobel, 4 Villorba (Tv)

Foto di copertina Feedback Vibration City © Coop Himmelb(l)au © Edizioni Venezia News di M. Bran





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