Santuario Madonna della Corona
La Voce del Santuario nella Roccia
giugno/agosto 2011 n째3 Rivista del Santuario Madonna della Corona - Bimestrale - anno XLV - Ferrara diGiugno/Agosto Monte Baldo (VR) Rivista del Santuario Madonna della Corona 1
Rivista del Santuario
Madonna della Corona
Sommario Saluto del Rettore
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Benedizione 1a Stazione della Via Crucis
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Atti Convegni 2009-2010
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Il Seminario di Verona
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BIMESTRALE DI STORIA LOCALE E INFORMAZIONE RELIGIOSA
Anno XLV N. 2 Aprile/Maggio 2011 Registrazione n. 198 Tribunale di Verona, 16 marzo 1995 “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 NE/VR. Editore “Opera Diocesana San Pietro Martire per la preservazione della fede” - Direzione, redazione e amministrazione: Santuario «Madonna della Corona» - 37020 Ferrara di Monte Baldo - Verona - Tel. 045 7220014 Direttore responsabile: Mons. Bruno Fasani
50° di Sacerdozio
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Via Matris
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Per non dimenticare
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In pellegrinaggio
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La Madonna Pellegrina
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Cronaca e attività del Santuario
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Programma
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Direttore: Mons. Pietro Maroldi realizzazione e stampa: EDIZIONI STIMMGRAF srl v. Monte Comun 68, SAN GIOVANNI LUPATOTO (VR) Tel. 045.8778541 Tel. e fax (+39) 045 7220014 www.madonnadellacorona.it info@madonnadellacorona.it ABBONAMENTO: Annuale......................................................... € 10,00 Sostenitore..................................................... € 15,00 Con iscrizione alla Corona di Messe........................................... € 25,00 Con iscrizione perpetua alla Corona di Messe..................................... € 250,00
Indirizzo della Direzione del Santuario: Rettore Santuario Madonna della Corona 37020 Ferrara di M. B. (Verona) Tel. e fax 045 7220014 C.C.P. 14193361 INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI EFFETTUATO PRESSO LA RETTORIA DEL SANTUARIO MADONNA DELLA CORONA P.I. 00108330234 IN OTTEMPERANZA AL TESTO UNICO SULLA PRIVACY Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 informiamo che i dati personali degli abbonati e degli altri soggetti interessati alla Rivista del Santuario Madonna della Corona sono utilizzati esclusivamente ai fini di conservazione e di spedizione in abbonamento della rivista stessa. Tali dati sono trattati con modalità cartacee ed elettroniche. I dati richiesti, strettamente necessari all’erogazione del servizio, non vengono trasferiti, venduti o ceduti a terzi diversi da quelli indicati di seguito: Edizione, Opera Diocesana S. Pietro Martire per la preservazione della fede - P.I. 02231730231; stampa EDIZIONI STIMMGRAF srl v. Monte Comun 68, SAN GIOVANNI LUPATOTO (VR). La Direzione del Santuario ha adottato tutte le misure di sicurezza idonee a tutelare i dati, incluso il Documento Programmatico sulla Sicurezza, con data certa 20 marzo 2006, nel quale sono descritte le procedure che gli incaricati devono seguire per garantire la riservatezza dei dati stessi. Titolare del trattamento dei dati è la Rettoria del Santuario Madonna della Corona. Responsabile del trattamento dei dati è il Rettore Mons. Pietro Maroldi. Chiunque sia legittimato a farlo può in ogni momento esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 e cioè ottenere origine, aggiornamento, correzione, integrazione, cancellazione, trasformazione in forma anonima e blocco dei dati trattati in violazione di legge inviando un fax al numero (+39) 045 7220014 o una raccomandata A/R a: Rettoria Santuario Madonna della Corona loc. Spiazzi 37020 Ferrara di Monte Baldo (VR).
Prima di copertina: la Pietà della Corona a Grezzana (Diocesi di Verona) Ultima di copertina: vetrata in Basilica di Raffaele Bonente
Saluto del Rettore
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ari amici e lettori della rivista “La Voce del Santuario nella Roccia” e devoti della Madonna della Corona
questo numero abbraccia i mesi di giugno, luglio e agosto. Sono mesi in cui il Santuario vede giungere molti pellegrini, sia dal Sentiero della Speranza che sale da Brentino, sia in comitive, sia in gruppi di famiglie o di amici che, salendo sul monte Baldo, vengono a salutare Maria e a invocare la sua protezione. Anche dal lago di Garda giungono comitive di turisti italiani e stranieri. Il Santuario offre spazi e tempi di silenzio, di preghiera, di contemplazione delle bellezze del creato per elevare lo spirito al Creatore. Maria, l’Addolorata, accoglie le ansie e le sofferenze di tutti coloro che confidano nella sua potente intercessione, per ottenere il suo aiuto, per portare con fede e coraggio le croci della vita. Il sabato 4 giugno festeggeremo l’anniversario della consacrazione della Basilica e terremo anche l’incontro con le famiglie di “Tuo Figlio Vive”. Mercoledì 29 giugno il Vescovo di Verona S.E. Mons. Giuseppe Zenti, alle ore 10,00 benedirà la seconda stazione della Via Crucis in bronzo e alle 10,30 celebrerà la Santa Messa con i sacerdoti che festeggiano i 50 anni di sacerdozio e altri che sono stati consacrati il 29 giugno. Nel mese di luglio non sono previste particolari celebrazioni. Alle Messe feriali delle 10,30 e delle 15,30 si aggiunge, fino alla fine di agosto, la Messa delle 17,00. Sabato 6 agosto inizieremo la Novena all’Assunta.
di Mons. Pietro Maroldi Rettore del Santuario
Il rosario sarà recitato alle ore 10 e alle 15 e durante le Messe mediteremo su alcuni misteri del Rosario. Domenica 14 agosto alle 21,00 dal P.zzale Giovanni Paolo II° (davanti la Residenza Stella Alpina) partirà la solenne Processione con la statua della Madonna, fino al Santuario dove il Vescovo presiederà la concelebrazione della S.Messa. L’Assunzione di Maria al Cielo, da moltissimi anni, viene celebrata con particolare solennità al Santuario, per invitare tutti i pellegrini che salgono tra le rocce del monte Baldo, a innalzare lo sguardo al Cielo, dove Maria è stata assunta con tutta la sua persona: anima e corpo. Nella proclamazione del Dogma dell’Assunzione di Maria al Cielo, il Papa Pio XII° scriveva: “ Vi è da sperare che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria, abbiano a persuadersi sempre più del valore della vita umana, se è dedita totalmente alla esecuzione della volontà del Padre Celeste e al bene degli altri; che, mentre il materialismo, e la corruzione dei costumi da esso derivata, minacciano di sommergere ogni virtù e di fare scempio di vite umane, suscitando guerre, sia posto dinanzi agli occhi di tutti, in modo luminosissimo, a quale eccelso scopo le anime e i corpi siano destinati; che infine, la fede nella corporea Assunzione di Maria al Cielo, renda più ferma e più operante la fede nella nostra risurrezione”.
Molti vorrebbero che la religiosità fosse esclusa dalla vita sociale
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Giugno/Agosto
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Saluto del Rettore Le speranze che il Papa nutriva, quando il 1° novembre 1950, proclamava il Dogma, sono le speranze che la Chiesa conserva anche oggi: la difesa del valore della vita umana, della sua dignità, del suo fine ultimo, che è la partecipazione alla stessa vita divina, anche con il corpo risorto, per tutta l’eternità. Pio XII° segnalava le cause della decadenza morale nella vita sociale e personale: “il materialismo e la corruzione dei costumi da esso derivata”. Purtroppo la situazione di oggi non è migliore, anzi, rispetto al 1950, è peggiorata. E’ diffuso il relativismo morale: ciascuno si fa le proprie regole di vita e giudica il bene e il male secondo la propria coscienza individuale. Nelle espressioni religiose è diffuso il “fai da te”, seguendo spesso i propri sentimenti e le proprie esigenze. Molti vorrebbero
LA MADONNA DELLA CORONA PELLEGRINA NELLE PARROCCHIE
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’ ripresa quest’anno il pellegrinaggio della statua della “Pietà” da secoli venerata al Santuario Madonna della Corona. Dal mercoledì delle Ceneri alla 1° domenica di Quaresima è rimasta nella chiesa di Grezzana e dal mercoledì 23 marzo alla domenica 27 marzo è rimasta nel Duomo di Legnago. In entrambe le parrocchie c’è stato un grande afflusso di fedeli, provenienti anche dalle parrocchie vicine. Maria Addolorata chiama alla preghiera e presenta sulle sue ginocchia, il Figlio di Dio e figlio suo, morto in croce per la salvezza del mondo. Maria accoglie tra le sue braccia tutti i suoi figli: fanciulli e giovani, genitori e nonni, ammalati e afflitti dalle varie prove della
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che la religiosità fosse esclusa dalla vita sociale. E’ anche vero che la Corte Europea ha deciso di lasciare i crocifissi negli ambienti pubblici, e la voce del Papa e dei Vescovi è da molti ascoltata, e le associazioni cristiane di volontariato operano con generosità in tanti settori della sofferenza, e i missionari religiosi e laici annunciano con coraggio il Vangelo in tante parti del mondo, anche a rischio della vita. Se da una parte si vedono le opere del Maligno, dall’altra si vede crescere il Regno di Dio. Maria assunta in Cielo partecipa con Gesù alla lotta tra il Bene e il Male, Solo alla fine saranno separati per sempre. Il Rettore Mons. Pietro Maroldi
vita. Nella parrocchia di Grezzana la sua presenza è stata accompagnata dalla predicazione di don Rino Massella che ha aiutato la comunità a iniziare con fervore la Santa Quaresima. Nella parrocchia del Duomo di Legnago è stata sottolineata la preghiera per le vocazioni e il Seminario, anche in preparazione all’ordinazione sacerdotale del diacono Luca Alberini. La statua della Madonna è arrivata in barca sull’Adige, portata dai militari e accolta dal Vescovo Mons. Giuseppe Zenti. Poi gli Alpini e i militari l’hanno portata in processione, con tanti fedeli, fino al Duomo. Il Vescovo ha presieduto la concelebrazione con i Sacerdoti della parrocchia, il Vicario foraneo, i Monsignori: Silvano Mantovani, Alessandro Benini, Renzo Piccinato e il
rettore del Santuario. La Corale S.Martino ha animato la Messa. Durante i giorni di permanenza della “Pietà” si sono svolte varie celebrazioni, ma soprattutto tanta gente ha sostato in preghiera prolungata davanti all’Immagine Sacra. La Messa conclusiva di domenica è stata presieduta dal Rettore del Seminario Mons. Gianluigi Cottarelli. Lunedì mattina ha visitato anche la Casa di Riposo per poi tornare al Santuario. Le due belle esperienze di Grezzana e di Legnago potrebbero essere d’esempio per altre parrocchie. I periodi più indicati per il pellegrinaggio dell’Immagine Sacra penso siano l’Avvento e la Quaresima, però non sono esclusi altri momenti che potrebbero essere significativi per le comunità parrocchiali. Il Rettore del Santuario
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Dalla Storia del Santuario
Benedizione 1a Stazione della Via Crucis
Sabato 2 aprile alle ore 16, Mons. Callisto Barbolan, Vicario Episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Verona, ha benedetto la 1° Stazione della Via Crucis, di bronzo, che scende lungo la strada, dal piazzale Giovanni Paolo II°, dove si trova la Residenza Stella Alpina, fino alla piazzetta prima della galleria. Delle 15 Stazioni, nove erano state realizzate negli anni ‘80 e ’90. Dal ’95 i lavori si erano fermati per mancanza di fondi. Nel 2010 una coppia di fratelli ha fatto un dono generoso al santuario per continuare la costruzione della Via Crucis con la 1° e 2° stazione. La 2° sarà inaugurata dal Vescovo: mons. Giuseppe Zenti il 29 giugno 2011. La 1° Stazione è composta dalle statue di Pilato e di Gesù
e dalla bacinella dell’acqua che Pilano ha usato per lavarsi le mani come segno della sua innocenza per il sangue del “Giusto”. Pilato ha il braccio sinistro steso verso Gesù per presentarlo alla folla con le parole:”Ecco l’Uomo”. Sperava che la folla vedendolo sfigurato dopo la flagellazione, avesse piètà di lui. La folla invece, aizzata dai sommi sacerdoti, ha chiesto la liberazione di Barabba e la crocefissione di Gesù. Nella mano destra, piagata dietro la schiena, Pilato tiene il rotolo della sentenza di condanna. Gesù è piegato in avanti in atteggiamento di umile sottomissione e di silenziosa accettazione della volontà degli
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uomini che, senza saperlo, danno compimento alle antiche profezie e al progetto del Padre per la salvezza dell’umanità. Egli è l’Agnello di Dio venuto a togliere il peccato del mondo. La composizione statuaria esprime bene il momento storico vissuto da Gesù e da Pilato e che ha dato inizio al cammino di Gesù verso il Calvario, dove ha consumato il sacrifico della sua vita per amore del Padre e dell’umanità. Alla benedizione della 1° Stazione era presente il Gruppo del Sabato che tutte le settimane sale da Brentino al Santuario a piedi e tante altre persone che hanno percorso il cammino della Via Crucis e hanno poi partecipato alla Messa delle 17 nella Basilica. Giugno/Agosto
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Dalla storia del Santuario
Atti Convegni 2009 - 2010
Un rilevante evento, religioso e culturale a un tempo, avrà luogo alla Corona, presso la Residenza Stella Alpina, il prossimo sabato 21 maggio, con inizio alle ore 15. Si tratta della presentazione del volume che raccoglie gli Atti dei due convegni di studio svoltisi presso il Santuario della Madonna della Corona il 9 maggio 2009 e l’8 maggio 2010, dedicati a due distinte tematiche: il Santuario nella letteratura e l’arte nel Santuario. Tali convegni, organizzati dalla Rettoria del Santuario in collaborazione con il Comune di Ferrara M.B., si sono inseriti in quel cammino, tornato attuale, di riscoperta del linguaggio dell’arte e della bellezza quale approccio al Sacro: via per riumanizzare il mondo, per restituire il giusto rilievo alle componenti spirituali ed estetiche dell’anima ed aiutare l’uomo contemporaneo a superare la banalità del quotidiano riscoprendo la propria vocazione alla bellezza, alla verità, all’eternità. L’interesse dell’opera deriva dalla novità degli argomenti e dall’elevata preparazione e competenza dei relatori, che hanno saputo trattarli in modo originale; l’opera costituisce un prezioso arricchimento della già nutrita bibliografia sul Santuario. Il tema del Santuario nella letteratura è stato sviluppato in tre relazioni. La prima, svolta dal prof. Ettore Curi, storico della scienza e segretario dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, ha passato in rassegna gli innumerevoli botanici, naturalisti e
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scienziati in genere che si sono occupati nei secoli di quel particolarissimo angolo di natura sospeso tra le rocce che è l’area del Santuario; tra essi in particolare ha illustrato le figure e gli scritti di Calzolari, Pona e Pollini. Il prof. Michele Gragnato, invece, già presidente del cenacolo di poesia dialettale di Verona, ha passato in rassegna gli innumerevoli poeti che hanno cantato in vernacolo il loro omaggio e la loro devozione alla Madonna della Corona, soffermandosi in particolare sui grandi Berto Barbarani e Tolo da Re. Infine il prof. Vasco Senatore Gondola, membro egli pure dell’Accademia veronese, ha riproposto una lunga serie di scrittori che, ora in latino ora in italiano, hanno dedicato la loro attenzione al Santuario a partire dal Seicento fino ai nostri giorni; ha riproposto i particolare i versi latini dei celebri scrittori settecenteschi G.B. Toblini e Paolo Gagliardi, quelli in italiano del linguista Cesari, dei letterati Marinelli, Gaiter, Bresciani fino a giungere anche ad illustri giornalisti novecenteschi. Più numerose le relazioni proposte nel secondo convegno dedicato ad illustrare le opere d’arte presenti al Santuario. Il giovane e valente studioso veronese Mattia Vinco, attivo presso l’Università di Padova e in ambiente fiorentino, ha svolto una approfondita analisi in particolare dell’immagine su roccia della Madonna con Bambino risalente al XIII-XIV secolo, facendo un raffronto con immagini sacre coeve, e della
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Dalla storia del Santuario Pietà o “Vesperbild” del 1432, principale oggetto di venerazione presso il Santuario ad essa dedicato, per la quale ha pure condotto un’interessantissima serie di raffronti con opere analoghe esistenti in Italia. Il dott. Enrico Maria Guzzo, conservatore del Museo Canonicale di Verona ed autore di innumerevoli studi di storia dell’arte, si è invece soffermato su molte preziose opere pittoriche sei-settecentesche presenti al Santuario, tra cui alcuni dipinti di G.B. Lanceni ed in particolare il prezioso ex voto di Antonio Balestra “Cristo alla colonna”. La professoressa Giovanna Baldissin Molli, docente universitaria a Padova, si è invece soffermata a trattare il “difficile caso” del tabernacolo del Santuario della Corona, svolgendo dapprima un’ampia carrellata su tabernacoli e cibori italiani per soffermarsi poi sul tabernacolo della Corona “moderna interpretazione di parti provenienti da un apparato dismesso già sull’altare di San Paolo in Campo Marzio di Verona”. Mons. Dario Cervato, lo storico ufficiale del Santuario, autore della recente monumentale monografia ad esso dedicata, ha svolto un’accurata analisi del patrimonio di oggetti sacri conservati presso il Santuario, sulla base degli inventari e “ordinata” delle visite pastorali. La giovane dottoressa Lucia Marconi ha presentato un’ampia e attenta analisi delle suggestive opere
scultoree che il noto artista veronese Ugo Zannoni, autore in particolare della famosa statua di Dante a Verona, realizzò per il santuario nel primo Novecento. L’architetto e scultore Raffaele Bonente, autore di innumerevoli opere realizzate nel “rinnovato” Santuario a partire dal 1974, ha partecipato al convegno illustrando in particolare l’ispirazione e le modalità esecutive che lo hanno guidato nella realizzazione delle opere presenti nell’area presbiteriale . Il rettore mons. Pietro Maroldi ha partecipato ai lavori del convegno con un contributo dedicato all’illustrazione delle formelle bronzee poste sulla facciata della basilica, illustranti scene evangeliche ed eseguite nel 1978 dallo scultore veronese Giovanni Cavalleri. Infine la professoressa Daniela Zumiani, docente presso l’Università di Verona, ha svolto un’ampia relazione sulle vicende architettoniche dell’edificio del Santuario nei secoli, prendendo le mosse dalla quattrocentesca carta detta dell’Almagià, per giungere alle trasformazioni di fine Ottocento dovute agli ingegneri Giuseppe Manganotti e Emilio Paor, soffermarsi sugli sugli interventi di Francesco Banterle del 1946, concludendo con un’analisi del nuovo assetto dato al Santuario nel 1975 dall’architetto Guido Tisato. Il volume degli Atti, curato da V.S.Gondola, è edito dalla Stimmgraf di Verona.
Giovan Battista LANCENI (Lanzeni, Lanzani). - Nacque a Verona nel 1659 da Giacomo di Pietro, lavorante di filatoio e Francesca Simbenati. La madre era sorella di Bernardino, anch’egli lavorante di filatoio e padre di Giovanni Antonio, pittore e monaco a S. Zeno. La critica più recente lo dipinge come un artista di cultura tardobarocca (La pittura nel Veneto…), di “sicuro mestiere” (Guzzo, 1984), in grado di rispondere alle numerose richieste della committenza in un momento di grande fervore nel rinnovamento architettonico e decorativo delle chiese veronesi.
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Il Seminario di Verona
Il Signore è il mio Pastore non manco di nulla
Novelli Sacerdoti
Questa è la frase presa dal salmo 22 che ci accompagna verso la nostra ordinazione presbiterale. Quando c’è il Signore non c’è bisogno di nient’altro: Dio è tutto! (ci piace ricordare le paole di S. Teresa di Gesù: “Chi ha Dio non manca di nulla. Dio solo basta”). Siamo i sei giovani del seminario di Verona che il prossimo 14 maggio, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Giuseppe Zenti saremo ordinati preti nella chiesa Cattedrale. È con grande gioia che attendiamo questo giorno, grati al Signore che ha voluto farci questo dono, grati alle nostre famiglie e alle comunità parrocchiali che ci hanno accompagnati ed anche alla Chiesa che, attraverso il seminario con i suoi educatori, si è presa cura di noi e ci ha formato per sei anni! A tutti va il nostro GRAZIE! Ci presentiamo brevemente: don Luca Albertini, 33 anni, della parrocchia di Belfiore e attualmente in servizio presso la comunità di Legnago; don Zeno Carra 25 anni, della parrocchia di Poiano e attualmente in servizio a Cerea; don Manuel Magalini, 25 anni di Pradelle di Nogarole Rocca, in servizio a Caselle di Sommacampagna; don Thi Nguyen Anh, 37 anni, vietnamita e ospite presso la comunità parrocchiale di Parona; don Alessandro Turrina, 35 anni, dalla parrocchia di Rizza, in servizio a Colombare di Sirmione; ed infine don Matteo Zandonà da Vestenanova e mandato a prestare servizio nella comunità parrocchiale di Bardolino. In questi ultimi otto mesi abbiamo vissuto un’esperienza di servizio pastorale come diaconi; ci siamo cimentati con la realtà per vedere e capire quali sono le esigenze di una parrocchia ma soprattutto per metterci a servizio della gente e testimoniare loro con la nostra vita e con il nostro operare quanto è grande l’amore di Dio che si
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prende cura di tutto il gregge. Importante è stato il poter vivere in una canonica con altri sacerdoti, il cominciare a vivere una fraternità sacerdotale condividendo, oltre che agli spazi anche le meditazioni, le situazioni incontrate e le esperienze vissute. Ora è arrivato il momento di giocarci totalmente, di donare la nostra vita, di spendersi gratuitamente per i fratelli, di cominciare a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti durante gli anni di formazione, di provare a coinvolgere persone nella pastorale… magari inventando formule nuove…ma siamo convinti che tutto questo potrà funzionare solo se saremo in grado di testimoniare con la vita il Vangelo; se sapremo instaurare relazioni vere e profonde; se sapremo essere uomini di Dio e di preghiera. Chiediamo a Maria di accompagnarci nel nostro cammino per essere veramente come Cristo Pastore che si prende cura del gregge ed ha un occhio di riguardo per le pecorelle smarrite, per chi è in difficoltà o magari lontano. Chiediamo anche a tutti voi di custodirci con la preghiera nel nostro ministero, che non è sempre facile, per essere dei santi preti (diceva la beata Chiara Luce Badano: “Sarò Santa Se Sono Santa Subito!”. Possiamo anche noi, come Chiara, vivere tutti i giorni da santi). Vi invitiamo poi a pregare per le vocazioni di particolare consacrazione, perché altri giovani sappiano fare scelte coraggiose, che vanno contro corrente, che non pensano egoisticamente solo a se stessi ma che si donino a tutti. Il mondo a bisogno di tanti giovani che vadano controcorrente rispetto a questa società, per essere luce che illumina e sale che da sapore a tutte le cose. Grazie Signore che continui a chiamare, grazie che ci hai chiamati…”usaci come matite nella tua mano” per compiere i tuoi progetti (Beata madre Teresa).
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Il Seminario di Verona
Il 1°maggio sarà quest’anno un giorno di una densità particolare per la Chiesa universale perché oltre ad essere la domenica “in Albis deponendis” e quindi legata da papa Giovanni Paolo II alla devozione alla Divina Misericordia si celebrerà la beatificazione di quest’ultimo a solo sei anni dalla morte. Nel pomeriggio la Chiesa di Verona avrà la gioia di inserirlo come beato nelle litanie che verranno cantate nella liturgia di ordinazione diaconale. Quest’anno sono dieci i giovani che, alle 16.00, in cattedrale, riceveranno, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Giuseppe Zenti, il sacro ordine del diaconato. Degli ordinandi nove appartengono al Seminario vescovile: Federico Boni della parrocchia di Affi, Stefano Breda presentato dall’associazione pubblica di fedeli dei Ricostruttori nella preghiera, Carlo Dalla Verde della parrocchia
di Caselle di Sommacampagna, Paolo Giovannelli della parrocchia di S. Lucia Extra, Andrea Mattuzzi della parrocchia di Tregnago, Paolo Pasetto della parrocchia di Fittà, Tommaso Tuan Phan Quoc di origine vietnamita e residente nella parrocchia di Porto S. Pancrazio, Marco Turri della parrocchia di Lugagnano, Daniele Zambaldo della parrocchia di Costeggiola, mentre uno fa parte della Congregazione di S. Giovanni Battista Precursore: Baiju Silva. Quella che stanno per compiere è una scelta che li
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impegna per sempre e, come dono di Dio, si innesta nell’unica vocazione battesimale. «Diventare diacono significa riconoscere nel servizio il modo con cui Gesù ha rivelato agli uomini l’amore del Padre e farne il proprio stile di vita» ci dice Carlo e, continuando, afferma: «E’ proprio nel dono che Gesù ha fatto di sé «assumendo la condizione di servo» (Fil 2,5) che trova significato il ministero diaconale. L’ordinazione si costituisce come il momento centrale in cui vengono affermati da una parte il proprio consegnarsi al Signore, dall’altra mediante l’imposizione delle mani da parte del Vescovo la definitività del dono dello Spirito per una conformazione al Cristo servo. Ciò si esprime concretamente attraverso le promesse di celibato e di obbedienza. Sono due dimensioni fondamentali in quanto permettono di alimentare quello spazio di donazione che permette di essere segno sacramentale dell’amore di Cristo. Unito a queste c’è l’impegno a pregare con la “liturgia delle ore” per la Chiesa e con la Chiesa prendendosi a cuore e p o r t a n d o davanti al Signore le situazioni della gente». Quindi il diacono è colui che si mette a servizio in vista di una buona relazione tra i fratelli e dei fratelli con Dio, in un’ ottica di comunione. Una comunione che passa attraverso segni concreti e servizi propri: «Comunemente si è soliti vedere il diacono come un prete incompleto, ma in realtà è uno specifico ministero» ci ricorda Marco «La sua specificità è rendere visibile il servizio nella Chiesa, sull’esempio di Cristo servo. Quindi il diacono è prima di tutto la persona che serve. Il primo servizio nella Chiesa è quello rivolto alla Parola, espresso Giugno/Agosto
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Il Seminario di Verona liturgicamente nel proclamare e spiegare il Vangelo. Servire la Parola è riconoscerla come guida nella propria vita, mettendosi in ascolto di quello che il Signore indica per conformarsi a lui e annunciare il suo messaggio di speranza agli altri. Il diacono affianca il celebrante nella celebrazione eucaristica, per testimoniare il mettersi al servizio di Cristo che si dona, ma allo stesso tempo, come ministro della comunione, ricorda che è dall’Eucaristia che scaturisce nella Chiesa il servizio al prossimo. I diaconi sono chiamati a compiere il bene della comunità cristiana, in particolare verso i più poveri, indicando quel Signore Gesù che ha servito l’umanità donando se stesso». Un’immagine che descrive bene questa duplice caratterizzazione del ministero diaconale nella liturgia e nella carità è quella espressa in modo efficace da don Tonino Bello nell’accostamento di “stola e grembiule”. Questi due strumenti devono sempre essere abbinati perché il proprio ministero sia vero e fecondo. A questo dinamismo si presta particolare attenzione durante il cammino formativo nel tempo del seminario maggiore. Questo luogo è, come sottolinea Federico: «la grande famiglia in cui si vede crescere e maturare la consapevolezza della propria vocazione purificandone e rafforzandone le motivazioni. L’esperienza del Seminario è perciò di fondamentale importanza in quanto stimolo costante alla disponibilità e al servizio
generoso, atteggiamenti che il diacono deve assumere come stile di vita. La comunità inoltre aiuta a sentirsi parte di una fraternità più grande, che raccoglie quanti scelgono di donare tutta la propria vita al Signore per il servizio pastorale ai fratelli». Nel cammino formativo però non c’è solo la comunità del seminario ma sono presenti anche le famiglie e le parrocchie infatti: «la proposta che si riceve ogni giorno dalla comunità del Seminario raccoglie in sé e porta a maturazione ciò che è stato seminato prima di tutto dai genitori, nelle proprie famiglie: una fede autentica e semplice, vissuta concretamente nella fedeltà delle piccole e grandi scelte quotidiane. In secondo luogo dalle nostre comunità parrocchiali di origine in cui si sono mossi i primi passi di una fede che diventa comunione e servizio ai fratelli». Nel porsi di fronte alla comunità cui si è chiamati ad assumere un ministero stabile Andrea vede fondamentali due atteggiamenti: «la preghiera e lo spirito di servizio sono condizioni necessarie per crescere nella fede in Cristo insieme alla comunità cui si è inviati. Dopo anni di formazione e di studio in Seminario, non si portano in tasca particolari ricette pastorali o nuove iniziative per avvicinare i giovani, ma si sente il desiderio di essere semplici strumenti nelle mani di Dio perché Lui possa agire attraverso di noi». Carlo Dalla Verde
Ordinazioni 1961
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Anniversari
Eravamo partiti a cura di don Sergio Marcazzani
Siamo stati ordinati Sacerdoti Diocesani in 16, con altri di Istituti Religiosi; la maggior parte in Cattedrale il 29 giugno 1961; alcuni sono stati ordinati nelle loro parrocchie qualche giorno dopo. Il Vescovo, Mons. Giuseppe Carraro, sperava di favorire le vocazioni al sacerdozio anche ordinando i novelli preti nelle loro parrocchie. Dobbiamo ringraziare il Signore perché nella nostra classe non ci sono state defezioni dal sacerdozio. Tre hanno fatto esperienze di missione: don Giulio Battistella, don Sergio Marcazzani e don Zeno Carazzolo, che è ancora in Uruguai. Alcuni siamo stati educatori in Seminario, tutti (tranne don Guido) siamo stati in parrocchia come cooperatori, o parroci. Due sono stati segretari di Vescovi. Don Guido Todeschini è il fondatore di Telepace e Moderatore del Cenacolo “ Maria Stella dell’Evangelizzazione”. Cinque sono già stati chiamati alla vita eterna: Don Floriano Giarola, don Sergio Lusenti, don Silvio Fin, don Dario Morandini, don Luigi Cavallini. Speriamo di poterci trovare tutti con il Vescovo al Santuario della Corona
Il 12 ottobre 1948 con un pullman che oggi definiremmo “antidiluviano”, da Verona verso Roverè presso la “villa estiva” del seminario diventata nel dopoguerra la sede permanente delle prime classi. Eravamo oltre sessanta alla prima media, in pantaloncini corti presto sostituiti con quelli lunghi più consoni al nuovo tipo di vita. Di tanto in tanto qualcuno si staccava ed altri si aggiungevano, ognuno alla ricerca del proprio “progetto di vita”, fino ad approdare in sedici al giugno 1961, quando l’imposizione della mani del compianto Vescovo Giuseppe Carraro ci costituiva suoi collaboratori nell’Ordine del Presbiterato. Proprio allora è cominciata la meravigliosa avventura che ora ci porta a spegnere la cinquantesima candelina. Non siamo stati solo un gruppo, ma soprattutto una famiglia; pur nella diversità dei servizi, varie volte all’anno ci siamo sempre incontrati per rianimarci insieme e dare vita ad una vera e profonda comunione; l’avere tra noi alcuni in servizio come “fidei donum” in Africa o America latina non ha rallentato la nostra unione, e quando i primi cinque hanno raggiunto la Gerusalemme celeste, il nostro legame si è ulteriormente rafforzato. Siamo preti semplici, ma ( scusate l’immodestia ) che hanno inciso profondamente nel cuore delle persone di cui sono stati messi al servizio: non siamo preti “intellettuali” con tanto di gradi accademici, ma siamo prevalentemente “ pastori “ impegnati nei campi più diversi: dalle comunicazioni sociali, alla missione ad gentes; dalla formazione in Seminario, alla cura della segreteria personale del Vescovo padre del nostro sacerdozio, e finalmente al servizio pastorale in parrocchia come promotori di comunione e di corresponsabilità nell’annuncio del Vangelo a tutti. Ecco la fotografia dei preti veronesi ordinati nel 1961: cinquant’anni di ministero presbiterale, vissuti con una spiritualità semplice e molto ordinaria ma sempre illuminata dalla Parola di Dio trasformata in vita, attenti alle tante forme di povertà che la nostra società esprime ogni giorno più drammaticamente. Cinquant’anni di presenza, spesso silenziosa ma sempre convinta e cordiale, in tutte le attività che le singole comunità sapevano esprimere; una presenza comunque che sempre animava tutti ad assumersi responsabilità da veri adulti nella fede, valorizzando i fedeli laici per l’animazione cristiana delle comunità civili in cui insieme operavamo. Finchè la Provvidenza vorrà, resta questo il nostro programma di vita.
(da sinistra ) don Ennio Scarsini, don Sergio Lusenti, don Luciano Ugolini, don Ottavio Birtele, don Floriano Giarola, don Sergio Marcazzani, don Pietro Maroldi, don Antonio Peroni, don Tarcisio Turco, don Zeno Carazzolo, don Silvio Fin, don Giuseppe Vantini, don Dario Morandini, don Giulio Battistella don Guido Todeschini, don Luigi Cavallini, Vescovo: Mons Giuseppe Carraro, Rettore: Mons Ottavio Caurla, Padre Spirituale: don Giuseppe Fantoni
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quinta Stazione
Maria e Giovanni ai piedi della Croce
Via Matris
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a scena che contempliamo è veramente carica di commozione. Il profeta Geremia aveva scritto nelle Lamentazioni ( 1,12 ): “Voi tutti che passate per la via considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore”. Il profeta esprimeva il dolore di Gerusalemme che era stata distrutta dai nemici, ma le sue parole possiamo applicarle al dolore di Gesù sulla croce e al dolore di Maria e di Giovanni ai piedi della croce. Quelle tre persone: Gesù, Maria, Giovanni rappresentano tutta l’umanità che fin dalle origini è accompagnata dalla sofferenza. In Gesù che sta soffrendo atrocemente, inchiodato sulla croce, c’è il simbolo di tutti i dolori fisici e morali degli uomini che sono conseguenza dei peccati di tutti gli
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uomini: da Adamo fino agli ultimi uomini che abiteranno questa terra e che saranno colti all’improvviso da una catastrofe universale che porrà fine a questo mondo. Tutti i dolori degli uomini sono presenti nel Crocifisso: per i tradimenti, per l’abbandono degli amici, per le ingiuste condanne, per le umiliazioni e le torture, per i calcoli politici e gli abusi di potere e per le ideologie religiose. In Maria, ai piedi della Croce, vediamo presente il dolore di tutte le mamme che vedono i propri figli uccisi dalla cattiveria umana e di tutte le madri che vogliono star vicine ai figli che soffrono perché pensano di consolarli con la loro presenza. In Giovanni, il discepolo che Gesù amava, vediamo presente il dolore degli amici che partecipano al dolore
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Quinto Dolore di Maria di chi li ha amati con cuore puro, fino a dare la vita per loro., e vediamo anche il desiderio del discepolo di apprendere dal maestro l’ultima lezione, la più difficile Maria e Giovanni ai piedi della Croce (Formella di Ugo Zannoni)
da imparare: quella di morire per donare la vita. Giovanni è stato il testimone dell’amore del cuore di Gesù, che ha voluto essere trafitto dalla lancia del soldato, per far uscire l’ultimo fiotto di sangue e acqua: simbolo del Battesimo e dell’Eucaristia: i Sacramenti della Chiesa che danno agli uomini la vita nuova: la vita divina. Il Salvatore del mondo, prima di morire e dare la sua vita per riconciliare al padre l’intera umanità, ha voluto darci come Madre la sua stessa Madre. Gesù disse alla Madre: “Donna, ecco tuo figlio”, e poi disse a Giovanni: “Figlio, ecco tua Madre”. In quel momento Giovanni rappresentava tutti i discepoli di Gesù, cioè tutti noi. Maria è diventata nostra Madre ai piedi della croce: ci
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ha generati nel dolore. Diciamo ogni giorno il nostro “grazie” a Gesù che ci ha donato la sua Madre SS., ma dobbiamo dire “grazie” anche a Maria che ci ha accolti con amore. S.Bernardo, commentando questo fatto, rivolgendosi a Maria, dice: “Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Figlio di Dio,, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l’ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro? Non meravigliatevi fratelli quando si dice che Maria è stata martire nello spirito.” Maria è ora assunta nella gloria di Dio, anche con il suo corpo risorto da morte, e dal Cielo continua la sua missione di Madre della Chiesa e di collaboratrice del suo Figlio Gesù per la salvezza di tutti gli uomini. Maria continua a pregare per noi peccatori. Glielo chiediamo continuamente nella preghiera dell’”Ave”: “ Prega per noi pe4ccatori adesso e nell’ora della nostra morte”. Inoltre Maria offre continuamente a Dio il sacrificio del suo Figlio insieme a tutta la Chiesa. Maria è la Madre della Chiesa e quindi è perennemente unita alla Chiesa in tutta la sua missione e in particolare nel sacrifico della Messa. Ogni volta che partecipiamo alla Messa, siamo chiamati a unirci al sacrificio di Gesù e crediamo che Maria è presente, unita al sacrificio del Figlio, come ai piedi della croce. Oggi Gesù dice a noi: “Figlio, ecco tua madre”. Ci invita ad accogliere Maria come madre nostra. se vogliamo essere veri figli di Maria dobbiamo ascoltarla. Ci dice le stesse parole che ha rivolto ai servi, alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà.” Cioè: “Obbedite a Gesù, seguite i suoi esempi, mettete in pratica i suoi comandamenti”. Come tutte le mamme, Maria ci insegna più con l’esempio che con tante parole. Maria ci da esempi di umiltà, di fede, di carità, di obbedienza, di ascolto della Parola di Dio, di prudenza, di preghiera, di verginità, di povertà. Chiediamo nella preghiera la grazia di ascoltare sempre la mamma del Cielo e di imitare i suoi esempi per essere suoi figli. Mons. Pietro Maroldi Giugno/Agosto
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Per non dimenticare
Tuo figlio vive
Al Santuario Madonna della Corona si terrà il nuovo incontro del gruppo di mons. Giovanni Ottaviani
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Il Rettore del Santuario della Corona, Mons. Pietro Maroldi, mi ha chiesto di presentare brevemente la vita e l’attività del gruppo Tuo Figlio Vive per i lettori di questa rivista mariana, in vista del prossimo incontro dei genitori che aderiscono al suddetto gruppo, che si terrà alla Madonna della Corona sabato 4 giugno prossimo dalle 10.00 alle 15.30. Ho accolto volentieri l’invito, cogliendo in esso un’occasione sia per richiamare al cuore e alla mente i bei momenti trascorsi al Santuario come Rettore (20052008), sia per rafforzare i vincoli di amicizia con le numerose famiglie che da anni partecipano alle attività del movimento Tuo Figlio Vive.
L’iniziativa è nata sotto lo sguardo materno della Madonna Addolorata nel periodo in cui ho svolto il ministero pastorale al Santuario, affidato alla mia responsabilità dall’allora Vescovo di Verona S. E. Padre Flavio Roberto Carraro. Nominandomi Rettore, il Presule mi chiese di creare un Centro di spiritualità e di cultura mariana e di avere una particolare cura caritativa verso i pellegrini più poveri e bisognosi. Fin dai primi mesi di servizio, ho avuto modo di constatare il flusso continuo di fedeli che salivano alla Corona per sostare in preghiera davanti alla statua della Madonna. Tra questi ho notato la costante presenza di genitori in lutto per la morte di un figlio. Non sono sfuggiti alla mia attenzione pastorale. Li ho incrociati mentre giravano da un luogo all’altro del Santuario in cerca di conforto, li ho visti lasciare nelle apposite bacheche la foto del loro caro congiunto, come atto di affidamento a Maria, li ho osservati a meditare ed a piangere negli angoli meno frequentati del Santuario, li ho ascoltati e incoraggiati. Davanti a questa realtà cosa fare? Era sufficiente offrire loro una parola di conforto cristiano o si poteva osare qualcosa di più specifico? La chiesa di Verona, che attraverso il suo Santuario Mariano avvicinava persone colpite da quel tipo di sofferenza, in che modo poteva testimoniare la tenerezza di Dio e parlare al cuore di questi fratelli e sorelle, aprendoli alla speranza cristiana? Tali interrogativi avevano bisogno di una risposta, che è stata elaborata nella preghiera, alla luce del Vangelo e con il confronto e la collaborazione delle religiose che ancora oggi prestano un prezioso servizio al Santuario.
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Per non dimenticare Si pensò che il primo passo da compiere fosse quello di riunire, in un momento celebrativo comunitario, le mamme e i papà in lutto per un figlio. Venne fissato sabato 16 settembre 2006, giorno suc-cessivo alla memoria liturgica dell’Addolorata. Quella mattina, contro ogni aspettativa, la Chiesa del Santuario si riempì di famiglie. Fu una celebrazione toccante che segnò l’inizio di quello che oggi è il movimento Tuo Figlio vive. Da subito, i presenti espressero il desiderio di ripetere l’esperienza, avvertendo un certo beneficio spirituale. Negli anni successivi gli incontri non solo si moltiplicarono, ma si prolunga-rono con momenti di fraternità e di condivisione presso le sale della Residenza Stella Alpina, struttura di accoglienza del Santuario. Ad ogni appuntamento le presenze aumentavano. Così in pochi anni il gruppo raggiunse più di 400 iscritti, provenienti soprattutto dal Triveneto, ma anche dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Centro Italia. Tra le famiglie partecipanti ai raduni sono nati dei legami di amicizia molto profondi e un forte desiderio di stare insieme, in modo semplice e fraterno. Per questo, il gruppo ha proseguito il suo cammino, anche quando, nel settembre 2008, in obbedienza al Vescovo Mons. Giuseppe Zenti, ho lasciato l’ufficio di Rettore per assumere la responsabilità della Parrocchia di Bardolino, dove sono tuttora Parroco. Attualmente, gli incontri di Tuo Figlio Vive sono a cadenza trimestrale, precisamente in giugno e settembre al Santuario della Madonna della Corona (Spiazzi –Vr), in dicembre e marzo nella Parrocchia a Bardolino (Lago di Garda – Vr). Tutti gli iscritti sono sempre invitati personalmente tramite una lettera che riporta, tra l’altro, anche
notizie del gruppo e informazioni sulle attività. In questo momento in programma c’è il pellegrinaggio a Roma dal 17 al 19 maggio, con Udienza del Santo Padre, preghiera alla tomba del Beato Giovanni Paolo II e visita alle Basiliche Maggiori. In fase di progettazione c’è la costruzione di un sito del gruppo, ma…i tempi non sembrano ancora maturi. Nel rispetto delle varie storie e sensibilità, l’iniziativa Tuo Figlio Vive si prefigge di dare serenità alle persone, di toglierle dallo loro solitudine interiore e, spesso anche fisica, di farle sentire parte di una comunità, che è la Chiesa, di renderle attente e premurose ai bisogni degli altri, di aiutarle ad elaborare il lutto con l’aiuto del Signore e dei fratelli nella fede. Con Tuo Figlio Vive, ognuno diventa il Cireneo per il fratello che gli sta accanto e che fatica a portare la sua croce. E’ una piccola e umile scuola dove si impara l’arte evangelica di condividere gli uni i pesi degli altri. E Gesù ne è il modello e il punto di attrazione.
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Sabato 4 giugno
Ore 10.00 Ritrovo al Santuario Madonna della Corona Ore 10.30 S. Messa Ore 12.30 Pranzo alla Stella lpina (previa prenotazione)
Ore 15.00 Momento conclusivo nella sala conferenze della Stella Alpina (Coloro che non sono iscritti al gruppo Tuo Figlio Vive e desiderano partecipare al pranzo, sono pregati di fare la prenotazione alla Stella Alpina – tel. 045.6247082, precisando di aderire all’iniziativa di Tuo Figlio Vive)
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In pellegrinaggio
di Umberto Paiola
Il “cammino di fede” di Maria L’itinerario umano/esistenziale di Maria è stato uno straordinario “cammino di fede” fino all’“ora”, prestabilita da Dio e certamente conosciuta dal Figlio.
“I pellegrinaggi” di Maria
Soffermiamoci, con brevi riflessioni, sulle tappe più significative del pellegrinaggio umano e spirituale di Maria, rievocato anche dalla pratica devozionale de “La Via della Madre”. Il primo viaggio citato da Luca è quello effettuato per recarsi da Nàzaret presso la parente Elisabetta: «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda» (Lc 1, 39). Per lo più siamo abituati a ricorrere a Maria, ad andare verso di lei per supplicarla. Non dimentichiamo un particolare aspetto. Maria si muove e si mette in cammino per prima: verso la casa di Elisabetta, verso Betlemme per donare all’umanità il figlio Salvatore,
antagonista Gesù. Dietro ispirazione divina («Prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto» [Mt 2, 13a]), Maria è costretta ad un improvviso espatrio clandestino in Egitto, con lo sposo e il bambino. Giustamente nel rosario meditiamo e preghiamo con riferimento al “dolore” provato soprattutto da Maria durante quella fuga imprevista, con l’incognita di un futuro incerto e poco chiaro. L’unico atteggiamento da assumere con certezza era fidarsi di Dio. Perciò dovremmo lasciare da parte i numerosi dettagli (desunti dalle narrazioni apocrife) tendenti ad evidenziare gli eventi prodigiosi che avrebbero accompagnato e protetto la famiglia di Nàzaret in fuga verso l’Egitto. Il pellegrinaggio a Gerusalemme con Gesù dodicenne è il più conosciuto e collegato al dettaglio, non secondario, del “progettato” smarrimento da
La Fuga in Egitto (tempera su tavola, 1500-1510, di Vittore Carpaccio)
verso gli sposi di Cana, verso la comunità cristiana nascente. Questo ci insegna che, come viandanti sulla terra e pellegrini ad un santuario, dobbiamo non solo essere preoccupati di andare a chiedere una grazia ma in particolare, imitando Maria, andare verso gli altri. Durante il viaggio a Betlemme Maria mette al mondo Gesù. Quindi si reca al tempio di Gerusalemme per la presentazione del figlio al Signore. Qui Simeone, uomo ispirato da Dio, preannuncia un futuro di sofferenza per il figlio e per la madre: in particolare durante il triennio della vita pubblica, le opposizioni e le contestazioni, il rifiuto e l’odio nei confronti del figlio si abbatterono in crescendo sul suo animo come colpi di “spada” o di pietra. Erode decide la morte di tutti i bambini nel territorio di Betlemme, al fine di eliminare anche il presunto
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Maria sulla via del Calvario (lunetta sul portale del santuario: bassorilievo, 1919, di Ugo Zannoni)
parte di Gesù. Il viaggio/pellegrinaggio si colorò di imprevisti, di pronunciamenti programmatici, di riflessione sul senso del camminare in sintonia con il figlio. Non si dimentichi che il “rimprovero” della madre al figlio (dettaglio facilmente riconducibile alle attuali situazioni familiari, segnate anche da incomprensioni e tensioni) si conclude con un atteggiamento di Maria ancor più esemplare per tutte le mamme e i genitori d’oggi: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2, 51b) e le meditava.
A Gerusalemme per la “nuova” Pasqua
Questo è stato il vero pellegrinaggio “in salita”, che l’ha resa madre di tutta l’umanità e di ogni pellegrino. È già stato precisato che il pellegrinaggio a Gerusalemme per tre grandi feste, in particolare per la Pasqua, era obbligatorio per gli uomini. Se Luca
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In pellegrinaggio ci tiene a precisare che «i suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua» (Lc 2, 41), significa che Maria lo faceva per profonda devozione e per amore a Giuseppe. È un aspetto importante e significativo della sua partecipazione alla spiritualità del popolo. La Vergine, in quanto non benestante, poteva presentare solo l’offerta dei poveri, ma nel suo animo viveva intensamente l’atteggiamento dell’immolazione pasquale. Lei conosceva il senso degli annunci dei profeti, la spiritualità del pellegrinaggio verso il tempio, emblema della presenza di Dio tra il suo popolo. E gradualmente approfondiva il mistero del Figlio, quale «tempio vivo» nel quale stava per compiersi l’adorazione e l’offerta più perfetta al Padre. «Faccio sempre le cose che sono gradite al Padre mio» (Gv 8, 29b). Nel tempio i sacerdoti presiedevano i riti della settimana degli Azzimi, specialmente i sacrifici degli agnelli e l’Hallel (i salmi 113-117), per commemorare e rivivere l’esperienza dell’esodo, per meditare sulla condizione di nomadi, di viaggiatori e pellegrini. La sosta del pellegrinaggio “rituale” nell’atrio del tempio era vissuta dal popolo e da Maria come richiamo a riprendere il cammino nella vita e verso la Città eterna. Né si può dimenticare che qualche volta Maria si sia incamminata sulle strade della Palestina per rintracciare il figlio impegnato nella predicazione della salvezza. Se Maria ha sempre condiviso la missione del figlio e rispettato il suo camminare, lontano da lei, per «occuparsi delle cose del Padre suo» (Lc 2, 49b), in questa circostanza giunse a Gerusalemme per vivere in pienezza la sua Pasqua. È molto probabile che Gesù l’abbia preventivamente messa a conoscenza di questo unico e sommo Evento. Anche lei, pur impegnata – come a Cana – nella sala dei preparativi e del servizio della Cena pasquale, cominciò a convergere verso l’“ora” del figlio e a percorrere, il giorno dopo, la strada del Calvario. Giovanni precisa che la madre «stava» lì, sul culmine della mèta salvifica (il Calvario), non per una sosta di riposo ma per una partecipazione intensa all’offerta del figlio: e non “distrutta” dal dolore, ma come Madre e Donna, che “nel” dolore contribuisce alla nascita/risurrezione della nuova umanità. Prima che Maria entrasse in un silenzio, custode discreto delle meraviglie che Dio compì in lei, Luca ci informa che ancora una volta anche lei «salì nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi» (cfr. At 1, 13a) per incamminarsi, con il gruppo dei
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discepoli e dei primi credenti, verso il giorno del dono dello Spirito pentecostale. E così iniziò l’ultima fase del suo pellegrinaggio terreno: ovunque fosse (a Gerusalemme, in altre località della Palestina, ad Efeso), cercava di essere di incitamento e di sostegno al cammino delle prime comunità cristiane.
La «peregrinazione della fede»
Quanti viaggi! Si può dedurre che Maria sia stata anche una buona camminatrice e dal fisico robusto. Ma l’aspetto, che ha qualificato tutta la vicenda umana di Maria, è un altro: la sua è stata una esistenza tutta vissuta come “cammino” nella fede e nella fedeltà, nonostante le prove e in mezzo ad esse, un impegno faticoso e gioioso per attuare un esigente itinerario di crescita e maturazione spirituale. Maria era pervasa della spiritualità dell’AT e sapeva che fare un pellegrinaggio al tempio non significava solo “fare un viaggio” per pregare Dio. Essenzialmente era fare un viaggio al tempio, considerato luogo privilegiato della presenza del Signore, «presentarsi a lui», sentirsi gratificato della sua presenza, rinnovare l’impegno di «camminare alla sua presenza» (Gen 17, 1) con una retta condotta di vita. Maria ha riassunto in se stessa tutti i sentimenti e le speranze del popolo di Israele in cerca della terra promessa, in cammino verso l’incontro con il Messia/Salvatore. Ma in Maria i pellegrinaggi acquistavano un significato più profondo: camminare decisamente verso la piena realizzazione del progetto di Dio. «Anche la Beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove – non senza un disegno divino – se ne stette soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo generoso al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata» (Concilio Vaticano II, Costituzione sulla Chiesa, LG 58). Affermazioni fondamentali e straordinarie del magistero ecclesiale: la fede di Maria, manifestatasi in particolare con il “sì” dell’annunciazione, è proseguita per tutta la vita come un continuo “pellegrinaggio di fede e nella fede” fino ad accettare con piena adesione «le cose del Padre» e l’offerta sacrificale del proprio figlio. Maria camminò progressivamente nell’esperienza della fede e della fedeltà, cercando di approfondire il senso del preannuncio di Simeone e l’ora alla quale accennò Gesù a Cana di Galilea. Stupendo insegnamento per noi! (3 – continua nel prossimo numero: Sant’Elena, Eteria ed altri) Giugno/Agosto
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La Madonna Pellegrina a Legnago e a Grezzana
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a gioia di un parroco è la crescita della fede dei suoi fedeli. Nessuno misura la fede ma si può vedere il cambiamento che porta nella vita di tanta gente. La visita della statua della Madonna della Corona, arrivata a Legnago la sera di mercoledì 23 marzo in barca sull’Adige, è stato un evento che ha donato vari motivi di gratitudine. Il primo è quello di aver notato che Dio c’è perché è all’opera. Tutta la gente che è accorsa fino al 27 marzo sera, è stata portata lì dall’attrattiva di Infinito che porta con sé. Non sono le nostre parole che normalmente affascinano ma i fatti, come il dono della Redenzione attraverso la morte e Risurrezione di Cristo. Quando Cristo è presentato come un fatto contemporaneo, allora la gente gli va incontro perché ha bisogno di sentire la carezza del Nazzareno,la carezza della Madre di Gesù.
Un secondo grazie è dovuto al fatto che si è vista la grande dignità della fede che è in grado di creare unità nel popolo cristiano più di quanto lo possa fare una pastorale fondata solo su iniziative fine a se stesse. Il primo bene che possiamo proporre sempre, per contribuire ad una umanità diversa, è aiutare le persone ad accogliere Cristo, in modo che come ha detto Benedetto XVI l’intelligenza della fede diventi intelligenza della realtà. Un grazie per tutto ciò a Dio che non finisce mai di prendere l’iniziativa nei nostri confronti. Un grazie al rettore del Santuario della Corona per averci dato questa opportunità. E una preghiera la assicuriamo per il Seminario Diocesano perchè non manchino operai nella vigna del Signore. don Lucio Benedetti
fedeli di Legnago davanti alla Madonna
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la Madonna della Corona a Legnago
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a devozione alla Madonna della Corona è sempre stata molto viva in Lessinia e nella Valpantena. Molti sono i fedeli che ogni anno raggiungono il suo Santuario in vari modi, ma soprattutto a piedi, attraverso i vecchi sentieri della montagna. Quest’anno la Parrocchia di Grezzana ha voluto portare nella propria Chiesa la statua della Madonna della Corona, perché tutti, compresi anziani ed ammalati, potessero più facilmente venerarLa. La venerata Immagine è giunta in Parrocchia il mercoledì delle Ceneri e si è fermata fino alla prima domenica di quaresima. La sua presenza è stata un dono e una benedizione per tutta la popolazione, che è accorsa numerosa anche dalle zone vicine a pregarLa e venerarLa. Particolare importanza ha avuto la giornata della Famiglia, con il rinnovo delle promesse
matrimoniali di oltre 130 coppie di sposi. La giornata dell’ammalato poi ha visto una grossa affluenza di fedeli sani ed ammalati da tutta la vallata e dalle colline circostanti, per ricevere l’unzione degli infermi. Ha guidato tutti gli incontri, con una predicazione sempre agganciata alla Parola di Dio e molto apprezzata dai fedeli, don Rino Massella cappellano provinciale degli Alpini. La Parrocchia ringrazia il Rettore del Santuario per aver concesso la statua della Madonna e si impegna a restituire la visita durante la prossima estate. Un bambino ha lasciato scritto un breve, ma significativo messaggio:”Grazie Madonna della Corona che sei venuta a trovarci. Proteggi sempre i nostri cuori e le nostre Famiglie e ricordati di noi anche quando sarai a Spiazzi”. don Giuseppe Andriolo
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Cronaca e attività del Santuario
Pellegrinaggi
Pellegrini alla Corona
50° di matrimonio coniugi Riolfi
alunni II media dell’Ist. Stimmate (VR)
60° di matrimonio di Battistoni Bortolo e Benvenuta
amici degli alpini di Pedernello (TV)
12.12 – gruppo di Trento gruppo di fidanzati di S.Massimo (VR) 16.12 – CAI d’Argento con Mons. A.Veggio 25.12 – molti fedeli per la Messa di Mezzanotte 28.12 – gruppo dal vicentino sacerdoti del Seminario di Venezia chierichetti di Cavaion Veronese gruppo di giovani e ragazzi di Zevio (VR) 02.01 –1° anniv. di Matrimonio di Elena e Carlo - S.Giov.Lupatoto (VR) 03.01 – gruppo di giovani di Bardolino (VR) gruppo di giovani di Zevio (VR) 05.01 – gruppo di ragazzi di Caselle di Sommacampagna (VR) gruppo di ragazze da camposcuola – Suore della Misericordia
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08.01 – gruppo di adolescenti di Garda e Bardolino (VR) 09.01 – gruppo di capi Scout di Cadoneghe (VR) 23.01 – molti fedeli per l’anniversario della morte di Mons. Piergiorgio Formenti 02.02 – molti fedeli per la Festa della Presentazione del Signore 11.02 – gruppo di Preti di Lignano (UD) 13.02 – gruppo Scout Verona 9 19.02 – gruppo Scout di Asola (MN) 05.03 – gruppo di cugini del Trentino 05.03 – Ragazzi cresimandi parrocchia di S.Marco (VR) 06.03 – gruppo di Siena e Arezzo 08.03 – parrocchia di Mansuè di Vittorio Veneto (TV)
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Cronaca e attività del Santuario
Pellegrinaggi
ass. Pellegrini di Verona e Trento
coppie di sposi da Cornedo Vicentino
Corale Cantarana (VE)
gruppo di Colognola ai Colli
gruppo di mamme della Vald’Adige
gruppo di amici del lunedì
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Cronaca e attività del Santuario 12.03 – gruppo di fedeli con sacerdoti di Brescia e loro Vescovo 13.03 – Cresimandi con genitori di Cerea (VR) 17.03 – Parr. di Cossirano Cossine (BS) Parr. di Pergine (TN) 19.03 – Gruppo della Parrocchia di Prun (VR) Gruppo della Parr. di S.Domenico Savio, Verona Gruppo del Collegio Arcivescovile di Trento Gruppo del Movimento Apostolico Ciechi di Verona 20.03 – Gruppo dell’Associazione Pellegrini a piedi di VR e TN Gruppo di Bolzano con cappellano delle Suore di S.Vincenzo 22.03 – Cooperativa “Il Ponte” di Rovereto (TN) 24.03 – Parr. “La Valle” di Val Badia (BZ) 25.03 – Gruppo di mamme della Val d’Adige 26.03 – Parr. di S.Lorenzo di Orero –Serra Riccò (GE) Istituto S.Giuseppe di Bologna 27.03 – Gruppo del CAI di Verona a piedi da Brentino Gruppo di preghiera di Meda (MI) 28.03 – Gruppo di Amici del Lunedì – Verona 29.03 – 60° di matrimonio di Battistoni Bortolo e
Pellegrinaggi Benvenuta – Brenzone (VR) 30.03 – Gruppo di Colognola ai Colli (VR) 01.04 – Coppie di sposi da Cornedo Vicentino 02.04 – S.E. Mons Giuseppe Pellegrini – Vescovo di Pordenone e Concordia con i familiari Gruppo da Mantova per un ritiro spirituale 03.04 – Corale Cantarana – Venezia 50° di matrimonio di Riolfi Giuseppe e Erina gruppo di pellegrini di Cavriana, Guidizzolo, Solferino (MN) 05.04 – Cresimati di Lugagnano con genitori e catechisti – Verona 06.04 – Amici degli Alpini di Padernello di Paese (TV) Gruppo di Pensionati Artigiani di Vicenza 07.04 – Gruppo di Piacenza Gruppo Associazione Auser – Bolzano 08.04 – Coppie di sposi: 50° di Renzo e Luigina – 39° di Giuseppe e M.Luigia Alunni di 2° media dell’Istituto Stimmate di Verona 09.04 – Gruppo di terza età di Chieti Gruppi da Como Gruppo di S.Agata di Carpi – Modena Anziani Parr. Ss. Capitanio e Gerosa Brescia
Cresimandi di Cerea con genitori
Cresimati di Lugagnano (VR)
grp. di Sant’Agata di Carpi (MO)
parr. S.Lorenzo Serra Riccò (GE)
parrocchia La Valle di val Badia
pensionanti artigiani di Magré (VI)
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Orario feriale Sante Messe Da aprile a ottobre: ore 10.30 - 15.30 (nei mesi di luglio e agosto anche alle ore 17.00) Da novembre a marzo: ore 10.30 eccetto il giovedì ore 15.30 Al sabato, in ogni periodo dell’anno, la S. Messa al pomeriggio è solo alle ore 17.00 ed è festiva Il nuovo Vescovo di Pordenone e Concordia con parenti e amici
09.04 – Gruppo di Polacchi 10.04 – Ass. Naz. Finanzieri d’Italia di Muggia- Trieste 11.04 – Gruppo di fedeli dal Brasile 13.04 – Gruppo del CAI di Moena - Trento
gruppo di studenti dalla California
Orario festivo Sante Messe Da maggio a ottobre: ore 8.30 - 9.30 - 10.30 - 12.00 15.30 - 16.30 - 18.00 Da novembre a marzo: ore 10.30 - 15.30 Aprile: ore 10.30 - 12.00 - 15.30 - 16.30
Il Santuario è aperto Da novembre a marzo: dalle ore 8.00 alle ore 18.00 Da aprile a ottobre: dalle ore 7.00 alle ore 19.30
Altre celebrazioni Ogni domenica ore 15.00 “Recita del Santo Rosario”
La RESIDENZA “STELLA ALPINA” a mt. 150 da Spiazzi, di proprietà del Santuario, è aperta da marzo a novembre con servizio di ristorante, bar e albergo Tel. 045 6247082 - Fax 045 7220090 info@stellaalpinahotel.it
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Giugno/Agosto
Rivista del Santuario Madonna della Corona
Programma prossime celebrazioni Calendario delle Celebrazioni di Giugno e Agosto 2011 Sabato 4 giugno Ricorre il 33° anniversario della consacrazione della Basilica e incontro della Associazione “Tuo Figlio Vive”, ore 10,00 ritrovo e alle 10,30 S. Messa: presiederà Mons. Giovanni Ottaviani
Giovedì 9 giugno Ritiro spirituale per tutti i sacerdoti della Diocesi di Verona
Mercoledi’ 29 giugno S.E.Mons Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona, alle ore 10, benedirà la 2° Stazione della Via Crucis situata lungo la strada che scende al Santuario. Alle 10,30 presiederà la S.Messa con i sacerdoti che celebrano il 50° anniversario di ordinazione.
6 agosto – L’annunciazione dell’Angelo a Maria 7 agosto – La visitazione di Maria a Elisabetta 8 agosto – La nascita di Gesù in Betlemme 9 agosto – La presentazione di Gesù al Tempio 10 agosto – Il ritrovamento di Gesù al Tempio 11 agosto – Maria alle nozze di Cana 12 agosto – Maria ai piedi della Croce 13 agosto – Maria nel Cenacolo alla Pentecoste 14 agosto – Maria assunta in Cielo
Domenica 14 agosto: Veglia Mariana Alle ore 21 dal P.zzale Giovanni Paolo II° partirà la processione che scenderà lungo la strada del Santuario e terminerà con la Messa presieduta dal Vescovo.
Sabato 6 agosto
Lunedi’ 15 agosto: Solennita’ dell’assunzione
Inizio della Novena all’Assunta. Durante le Messe feriali delle 10,30 -15,30 -17, mediteremo su alcuni misteri del Rosario.
Ss. Messe alle ore 8,30 – 9,30 – 10,30 – 12,00 15,30 – 16,30 – 18,00 S.Rosario alle 15,00
Rivista del Santuario Madonna della Corona
Giugno/Agosto
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Rivista del Santuario • Giugno/Agosto 2011
Madonna della Corona
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