Alle porte della magia 5A

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Federica Bartoletti Cristina Pansolli

a l l e d e t r Alle po

Magia ★

LIBRO DEI LINGUAGGI

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• lettura e scrittura creativa • linguaggi espressivi e musica • cittadinanza e costituzione

a cura di V. Grandinetti • L. Pepe


Indice 6

Spalanca le porte... della magia! presentazione dei generi testuali

UNITÀ 1 • PAGINE DI FINE ESTATE 8 9 10 11 12 14 16

Giochi di fine estate Bernadette La prima delle mie felicità Ritorno a casa Avventura a lieto fine L’estate passata in città

in prima persona in terza persona in prima persona in prima persona in terza persona in terza persona

Tempo di... fine estate

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alternanza delle stagioni fra tradizioni ed esperienze 48

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PORTA DEL MAESTRALE

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI 20 22 24 24 25 26 28 30 32

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RI... PASSANDO • il testo narrativo Il venditore di frasi gentili AUTOBIOGRAFIA gli scrittori raccontano... Lezioni private Lezioni di canto gli scrittori raccontano... Ricordi d’infanzia gli scrittori raccontano... Un’utile lezione gli scrittori raccontano... Il Purim gli scrittori raccontano... Il furto gli scrittori raccontano... La mia amica Zazà gli scrittori raccontano...

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Accadde un giorno gli scrittori raccontano... PAGINE PER SCRIVERE • produzione Dentro l’autobiografia Altre feste, altre storie! PAGINE PER SCRIVERE • produzione Incipit! Personaggio diverso, amicizia nuova! DIARIO DI VIAGGIO La tempesta Appunti di viaggio Verso il Nord STRADA FACENDO verificare le conoscenze autobiografia, diario di viaggio PAGINE PER... SCRIVERE UNA CRONACA Viva i mimi!

Tempo di... autunno Alternanza delle stagioni fra tradizioni ed esperienze RACCONTO UMORISTICO Il gatto che restava indietro Abbasso... che cosa? Che cosa tolgo? Scorpioni a pranzo PAGINE PER SCRIVERE • produzione Scrivere testi umoristici RACCONTO POLIZIESCO Il mistero della Rue Morgue Furto sulla nave Un «colpo» tecnologico!

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI 66 68 70

RACCONTO EPICO I protagonisti dell’epica Ettore e Andromaca Il ritorno di Odisseo


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L’arrivo di Enea nel Lazio La spada nella roccia PAGINE PER... ASCOLTARE BENE Ascoltare per comprendere e ricordare RI... PASSANDO • la leggenda Il ponte di Pavia Perché le Dolomiti sono bianche e luminose Romolo e Remo Le origini di Roma La Puglia e il suo vino Dedalo e la Sardegna STRADA FACENDO verificare le conoscenze racconto umoristico, racconto poliziesco, racconto epico, leggenda RACCONTO DI FANTASCIENZA Viaggio nello spazio Il mio amico robot Alla ricerca del passato Missione Terra! Uno zoo straordinario Altri mondi

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Tempo di... inverno

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Alternanza delle stagioni fra tradizioni ed esperienze STRADA FACENDO verificare le conoscenze racconto di fantascienza

Giungla d’asfalto Canzone magica per il bel tempo poesie di ieri Mattino Gabbiani poesie di ieri Ritratto della mia bambina poesie di ieri Uccellino mattiniero poesie di ieri PAGINE PER... CAPIRE LE POESIE Dalla poesia alla parafrasi poesie di ieri Il tuono Di tempo in tempo poesie di oggi Aria di neve poesie di oggi Vorrei tanto trovare poesie di oggi Lo sguardo del gatto poesie di oggi Le vedo al laghetto poesie di oggi Pace poesie di oggi Lo so, lo so poesie di oggi Canzone magica per la caccia poesie dal mondo Ninna nanna poesie dal mondo Canti della creazione poesie dal mondo Quando matura la papaia poesie dal mondo PAGINE PER SCRIVERE • produzione Esperienze... poetiche Il terreno tematico della poesia PAGINE PER SCRIVERE • produzione Poesie che descrivono Esercitati a creare...

UNITÀ 5 • TESTI POETICI 120 121 122 123 124

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PORTA RIMAPERTA

UNITÀ 4 • TESTI POETICI 96

UN MONDO DI POESIE Mare

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POESIE DA GUSTARE! natura, emozioni Canzone d’autunno Paesaggio • I pesciolini natura, emozioni Prigioniero in una stanza • Paura • Nostalgia natura, emozioni Un bambino al fiume • Canzone per gli altri poesie per gli altri PAGINE PER... PARLARE CON LE CANZONI Far poesia con le canzoni Il vecchio e il bambino STRADA FACENDO verificare le conoscenze testo poetico

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PORTA DEL COSÌ COM’È

156 PAGINE PER SCRIVERE • produzione Descrivere emozioni e atmosfere 158 PAGINE PER SCRIVERE • produzione Il «tuo» testo descrittivo 160 Tempo di... primavera Alternanza delle stagioni fra tradizioni ed esperienze 162 STRADA FACENDO verificare le conoscenze testo descrittivo

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI 130 RI... PASSANDO • il testo descrittivo Un bel castello 131 OSSERVARE PER DESCRIVERE 132 Un concerto di suoni e rumori 133 Gli odori di Parigi 134 L’isola dei delfini blu 135 Le mareggiate 136 L’Uomo dalle Cetonie 138 Willy Wonka 139 La nonna 140 Un cane da amare 141 Brutto e simpatico 142 La villa rosa fragola 143 La fattoria sulla collina 144 Paesaggio 145 Volando tra le nubi 146 Nel bosco 147 CRESCERE! • cittadinanza Con gli occhi delle emozioni 148 PARTI DESCRITTIVE Che noia, la pioggia! 149 PAGINE PER... DESCRIVERE Descrivere con la poesia Descrivere con la pittura Descrivere con la fotografia Descrivere con il fumetto

152 UNITÀ 7 LINGUAGGI A CONFRONTO Batte la luna soavemente poesia La luna racconto 154 Notte stellata dipinto Stelle poesia 155 Primavera dipinto Il biancospino poesia

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PORTA CIRIBÈ

UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173

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NEL MONDO DEI GIORNALI Tutti in edicola! Le fonti delle notizie La cronaca La prima pagina del quotidiano Attenti al... taglio! La grammatica del titolo Titoli: il «fuoco» delle notizie! Dentro la notizia PAGINE PER... DIVENTARE GIORNALISTI Come in una redazione PARLIAMO DI TV Saper scegliere Con la TV... è tutta un’altra storia! Un gioco nuovo OCCHIO ALLA PUBBLICITÀ! Schiuma da bagno: felicità? Il linguaggio della pubblicità A colpi di spot! PAGINE PER... RIFLETTERE Facciamo il punto sulla pubblicità! Dentro il messaggio


UNITÀ 9 • TESTI ARGOMENTATIVI 186

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ARGOMENTI PER DISCUTERE Libri da amare Animali in casa? Salviamogli la pelle Una «buona» pubblicità CRESCERE! • cittadinanza Un nuovo spot CRESCERE! • cittadinanza Osservare, riflettere, crescere STRADA FACENDO verificare le conoscenze testi informativi, persuasivi, argomentativi

204 Il burraio il racconto 205 Personaggi nei ritratti il dipinto di Hans Holbein il Giovane 206 Particolari a sbalzo la tecnica: sbalzo 207 Il sogno di Giulia il racconto 208 Il messaggio di un dipinto il dipinto di Piero della Francesca 209 E se fosse un mosaico? la tecnica: mosaico 210 PAGINE PER SCRIVERE • produzione Dal dipinto al racconto Adesso... scrivi! Scopri i personaggi! 213 STRADA FACENDO verificare le conoscenze testo visivo

PORTA MIRALÀ

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI 194 La minestra di polenta il racconto 195 Tutti al banchetto! il dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio 196 Applica le tecniche! la tecnica: chiaroscuro 197 Fauno, amico degli dèi il racconto 198 Emozioni in un dipinto il dipinto di Sandro Botticelli 199 Effetti splendenti! la tecnica: tempere 200 Guidoriccio va alla guerra il racconto 201 Un mondo di cavalieri il dipinto di Simone Martini 202 Scoprire e leggere il ritmo la tecnica: motivi ritmici 203 Importanti particolari la tecnica: motivi ritmici

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PORTA SENTIUNPO’

UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225

I gesti suono Gli ostinati ritmici Cantare a due voci Lo spartito... a due voci! Che cosa c’è per pranzo? I canti dei popoli Malbrough La canzone si trasforma La natura nella musica Il modo di sentire! Compagni di scuola

226 Tempo di... inizio estate Alternanza delle stagioni fra tradizioni ed esperienze 228 Tempo di saluti!

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Spalanca le porte... Eccoci in quinta! Mi riconosci? Sono Kia e ti accompagnerò in un nuovo viaggio nel meraviglioso mondo della lettura. Apri le Porte Magiche... altre sorprese ti aspettano!

Dietro la PORTA DEL MAESTRALE soffia il vento del raccontare!

TESTI NARRATIVI • • • • • • •

Racconti autobiografici Lettere Diari di viaggio Racconti umoristici Racconti polizieschi Racconti epici Racconti di fantascienza

Dietro la PORTA RIMAPERTA... parole e versi in libertà!

TESTI POETICI • Poesie di ieri e di oggi • Poesie di tanti popoli • Poesie da gustare

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... della Magia! Apri la PORTA DEL COSÌ COM’È... scoprirai il mondo intorno a te!

TESTI DESCRITTIVI • Descrizioni per arricchire racconti, per emozionarsi • Descrizioni soggettive e oggettive

Oltre la PORTA CIRIBÈ... troverai le risposte ai tuoi perché!

TESTI INFORMATIVI E ARGOMENTATIVI • Giornali e pubblicità • Argomenti per riflettere e discutere

Dietro la PORTA MIRALÀ... lineee, colori e forme in quantità!

TESTI VISIVI • Storie e racconti che escono dai quadri

Dietro la PORTA SENTIUNPO’... la musica parte... dal DO! • Percorso musicale per ascoltare, cantare, giocare

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Giochi di fine estate L’estate finì all’improvviso. Nei campi lungo la strada c’era un appezzamento di terreno, coltivato a granturco, del tipo che serve a sfamare le mucche da latte durante l’inverno e cresce fino a raggiungere dimensioni gigantesche. Molte piante erano alte anche più di due metri e, dal nostro punto di vista di bambini, compreso tra il metro e venti e il metro e mezzo, a mano a mano che i gambi crescevano sempre più alti, il campo diventava una giungla verde e invitante. Stando stesi a terra era possibile vedere attraverso le file di piante, perché le foglie iniziavano solo a un’altezza di una trentina di centimetri ma, alzandosi in piedi, non si riusciva a vedere niente e quello diventava il luogo perfetto per giocare a nascondino, o alle imboscate. Oppure, come diceva Harris: – È ora della guerra delle pannocchie! Le pannocchie non erano ancora mature; in quel periodo dell’anno si erano però ingrandite a sufficienza da poter servire come missili da quasi mezzo chilo; se venivano tirate in maniera corretta, con uno scatto del polso, erano in grado di far finire a terra una persona. Quel pomeriggio di fine estate cominciò così la nostra ultima guerra delle pannocchie. La luce filtrava in mezzo alle piante e lanciava un chiarore verde che faceva venire voglia di camminare piano e parlare a bassa voce. Ci demmo la caccia attraverso il granturco lanciandoci pannocchie, finché, a un tratto, non riuscimmo più a correre e ci lasciammo cadere entrambi a terra, ridendo, tra il granturco che costeggiava la strada. Gary Paulsen, La mia indimenticabile estate con Harris, Il Battello a Vapore

T

u in gioco!

• Qual è la tua opinione riguardo al gioco inventato dai due bambini? È divertente o pericoloso? Parlane in classe. • Quale altro gioco proporresti ai due bambini? Rispondi sul quaderno e commenta in classe.

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Chiave di lettura

IN PRIMA PERSONA Ricordi? L’autore può raccontare i fatti in prima persona, come narratore interno, oppure in terza persona, come narratore esterno alla storia. • L’autore di questo racconto scrive: in prima persona.

come narratore esterno.

in terza persona.

come narratore interno.

UNITÀ 1 • PAGINE DI FINE ESTATE


Bernadette tore a Le giornate estive divennero troppo calde per giocare, così i z n e evid Arthur e Moira lavoravano al recinto per la scrofa scrofa: la femmina del maiale. Bernadette solo la mattina presto. Di pomeriggio si rifugiavano nella frescura della stalla. Una domenica mattina, Arthur e Moira terminarono il recinto. Si sedettero sotto il grande albero e sorrisero, i visi striati di sudore e sporcizia. Il recinto era grande e luminoso, con un cancello chiuso da una pesante catena che zio Wrisby li aveva aiutati a sistemare. Zia Elda e zio Wrisby portarono loro succo di frutta e biscotti caldi. Zio Wrisby, già quasi pronto per andare in chiesa, indossava un paio di pantaloni neri con bretelle nere, sopra una camicia bianca pulita, ma era a piedi nudi. Andò a prendere Bernadette mentre zia Elda ammirava il recinto. Zio Wrisby aprì la porta e diede una spintarella d’incoraggiamento a Bernadette. La scrofa fissò la rigogliosa erba verde e il riparo ombroso in fondo al recinto, poi indietreggiò e tornò al suo vecchio posto nel porcile. Arthur e Moira si puntellarono contro il fondoschiena di Bernadette e spinsero. Ma Bernadette rifiutò di muoversi anche solo di un millimetro. Zio Wrisby andò in fondo al recinto e cantò ma la scrofa lo fissò sospettosa e rimase immobile. Zia Elda preparò il suo pastone più invitante e Arthur zappò in un punto ombroso del recinto versandovi secchiate d’acqua per creare un fango fresco e morbido. Ma alla scrofa non interessava il nuovo recinto. Guardò Arthur con espressione placida e ritornò lentamente nel porcile. Patricia Mac Lachlan, Un’estate particolare, Mondadori

Chiave di lettura RIASSUMERE

Ricordi? Riassumere significa raccontare in breve, con l’aiuto delle sequenze. • Trova nel racconto le sequenze indicate e riassumi sul quaderno completandole. 1 A causa del caldo, Arthur e Moira... 4 La scrofa, però,... 2 Il recinto, grande e luminoso,... 5 Tutti cercarono di... 3 Zio Wrisby... 6 Ma a Bernadette...

Esperienze

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La prima delle mie felicità

atore i z n e d evi faraone: uccelli domestici o selvatici, con piumaggio grigio screziato, testa e parte del collo nude. corbezzolo: arbusto sempreverde con foglie lunghe e seghettate e bacche tondeggianti commestibili. corniolo: arbusto delle zone montane dell’Europa e dell’America settentrionale, alto da 2 a 5 m, con foglie ovali, fiori gialli e frutti rossi.

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La prima delle mie felicità era quella di sorprendere, al mattino presto, il risveglio delle praterie; con un libro in mano, uscivo dalla casa addormentata e spingevo la cancellata; impossibile sedersi sull’erba zuppa di bianca rugiada. Camminavo sul viale, lungo il prato di alberi pregiati che il nonno chiamava «il parco panoramico»; leggevo, camminando pian piano, e sentivo contro la pelle la freschezza dell’aria farsi più dolce. Il faggio violaceo, i cedri azzurri, i pioppi argentati brillavano di un nuovo splendore, come in un’alba del paradiso. Dopo le effusioni familiari e la prima colazione, mi sedevo sotto il pergolato, davanti a un tavolo di ferro, e facevo i miei «compiti delle vacanze». Mi piacevano quei momenti in cui, falsamente impegnata in un compito facile, mi abbandonavo ai rumori dell’estate: il ronzio delle vespe, il chiocciolio delle faraone, il profumo dei fiori, si mescolavano agli odori di caramella e cioccolato che mi arrivavano a sbuffi dalla cucina; sul mio quaderno danzavano cerchi di sole. Ogni cosa, e me stessa, avevamo il nostro giusto posto, qui, ora e sempre. Nel pomeriggio, di solito partivo per una passeggiata con mia sorella; graffiandoci gambe e braccia su rovi e cespugli, esploravamo per chilometri intorno i castagneti. Facevamo grandi scoperte: stagni, una cascata, certi massi di granito grigio, ai quali davamo la scalata. Strada facendo, mangiavamo le nocciole o le more di siepe, le corbezzole, le corniole, l’uvaspina; assaggiavamo le mele di tutti i meli. Simone De Beauvoir, Le belle immagini, Einaudi

Chiave di lettura

NARRATORE E PROTAGONISTA In un racconto in prima persona, come questo, autore e narratore interno coincidono, sono la stessa persona. • Rispondi sul quaderno. – Dove si trova l’autrice e narratrice? Che cosa vede al mattino? – Che cosa può udire? – Quali sono le sensazioni che prova? – Quali sapori fanno parte delle sue mattinate estive?

UNITÀ 1 • PAGINE DI FINE ESTATE


Ritorno a casa «Si torna a casa, Valentina» mi ha detto Stefi, mentre la nostra nave usciva da porto Torres e puntava verso Genova. Eh, già, si tornava a casa. Avevo visto luoghi da sogno e assistito a spettacoli inimmaginabili. Era stato bello conoscere tanta gente, percorrere tante piazze, immergersi nei boschi, scivolare sui laghi, indugiare nelle chiese, soffermarsi nei musei… sentivo di tornare a casa molto diversa da com’ero partita. Mi ero fatta una nuova idea della bellezza, avevo conosciuto più a fondo la storia delle città, incontrato persone che avevano saputo parlarmi con sincerità di se stesse. Anch’io credo di aver lasciato dappertutto un po’ di me stessa, perché ho viaggiato con la mia storia e i miei ricordi. Adesso so che cos’è la geografia. Non è solo un insieme di dati e nomi, ma un intreccio di storie e di vite che animano un quartiere, un paesino di montagna, una caletta tra gli scogli, la foce di un fiume... Quante cose avevo da raccontare a mio fratello, ai miei genitori, ai miei compagni e ai miei insegnanti! Il mare era calmo, la nave scivolava tranquilla e mi sono appostata a prua per scorgere, appena possibile, la costa ligure. Poi avremmo attraversato le montagne, saremmo entrate in Piemonte e, infine, ... Torino! Ho pensato che è bello viaggiare e conoscere tante cose nuove. Ma è anche bello, anzi bellissimo, tornare a casa. Angelo Petrosino, Il viaggio in Italia di Valentina, Piemme Junior

tore a i z n e evid Una caletta è: una piccola spiaggia. un particolare tipo di barca a vela.

P

una rete da pesca.

rova tu! • Viaggiare, dice Valentina, è conoscere tante cose nuove. A te sembra di aver imparato qualcosa di nuovo dai viaggi compiuti quest’estate? Racconta.

Riflessione sulla lingua Esegui l’analisi grammaticale delle frasi evidenziate nel testo.

Esperienze

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Avventura a lieto fine I fratelli Bongiò, Gaia, Paolo, Maddalena e Maria Erba, attendevano con ansia l’arrivo dei cugini per trascorrere le vacanze estive. Filippo era il cugino maggiore, un infaticabile inventore di giochi divertenti. Poi c’era Carlotta, grassottella e pacifica, che amava la quiete ma veniva sempre trascinata in avventure incredibili dal fratello. Infine Alberto, il più piccolo, era un grande appassionato di animali e piante. Quando giunsero a casa Bongiò, l’atmosfera era davvero alle stelle: non era passata neppure un’ora dal loro arrivo che era già stato stabilito di formare tutti insieme una banda a cui fu dato il magico nome di «il prato arancione». Naturalmente bisognava subito pensare alla prima grande impresa e quindi fu proposta una gita a una delle isole del fiume che attraversava la città. I ragazzi prepararono cesti, coperte, ombrelli e li caricarono su una barchetta; si dovettero fare addirittura due viaggi, per raggiungere l’isola, tanta era la roba da scaricare. Una volta arrivati, subito si pensò alla merenda e tutti si misero in movimento: coperte che venivano stese, panieri rovesciati, panini distribuiti. Finita la merenda, fu il momento del nascondino, poi si arrampicarono sugli alberi, fecero capriole e salti, una gara di corsa e, quando esausti si ributtarono a sedere sulle coperte, si accorsero all’improvviso che il cielo si era fatto nero e si era levato il vento. Sembrava persino che il fiume urlasse a causa delle sue onde ingrossate.

Chiave di lettura IN TERZA PERSONA L’autore di questo racconto scrive: in prima persona. come narratore esterno. in terza persona. come narratore interno.

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UNITÀ 1 • PAGINE DI FINE ESTATE

e ziator n e d i ev • Spiega oralmente il significato delle parti evidenziate nel testo. • Scrivi sul quaderno altri significati di rombo.


I ragazzi, un po’ preoccupati, si misero a raccogliere in fretta la roba, prima che piovesse, ma, quando arrivarono alla barca, questa non c’era più: era stata trascinata via dalla corrente. – Dobbiamo cercarci un rifugio finché non verranno a prenderci – disse Filippo. Intanto Carlotta e Maddalena piagnucolavano. Cominciò a piovere, sempre più forte. Alberto aveva legato a quattro alberi le coperte per farne una tettoia. I ragazzi rimasero a lungo abbracciati l’uno all’altro. Intanto continuava a piovere e il freddo s’insinuava nelle ossa. Nessuno parlava. Il rombo del fiume era sempre più forte e, di tanto in tanto, i lampi accendevano bagliori sulle colline. Passarono molte ore finché, da lontano, molto lontano, si sentì un grido: – Oh-e! Oh-e! – Ci sono! Ci cercano! – gridarono i bambini in coro. La luce di un faro dalla riva si fermò su di loro. Poco dopo un motoscafo raggiunse l’isola: vennero lanciate delle corde, i vigili del fuoco scesero dal motoscafo insieme a papà Bongiò. Il padre guardò i ragazzi, fece per sgridarli ma, alla fine, li abbracciò. La grande avventura si concluse a casa davanti ad una bella crostata di fragole! Donatella Bindi Mondaini, Il prato arancione, Edizioni E. Elle

P

rova tu! • Se il papà non li avesse raggiunti, come avrebbero risolto la situazione i ragazzi? Prova a cambiare, sul quaderno, il finale del racconto: «Ma, quando arrivarono alla barca, questa non c’era più: era stata trascinata via dalla corrente. I ragazzi...». • Hai mai vissuto un’esperienza in cui ti sei sentito solo e impaurito? Racconta.

Riflessione sulla lingua Sottolinea, nel brano: in rosso le preposizioni semplici, in blu quelle articolate.

Esperienze

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L’estate passata in città La gente per undici mesi l’anno amava la città: i grattacieli, i distributori di sigarette, i cinema a schermo panoramico, tutti motivi d’indiscutibile attrattiva. L’unico abitante cui non si poteva attribuire questo sentimento con certezza era Marcovaldo. A un certo punto dell’anno cominciava il mese di agosto. Ed ecco, si assisteva a un cambiamento di sentimenti generale: la gente non desiderava altro che andarsene al più presto e, a furia di riempire treni e ingorgare autostrade, al 15 del mese se n’erano andati proprio tutti. Tranne uno. Marcovaldo era l’unico abitante a non lasciare la città. Una mattina uscì a camminare per il centro. S’aprivano larghe e interminabili le vie, vuote di macchine e deserte; nelle facciate delle case le saracinesche erano abbassate e le stecche delle persiane erano chiuse. Per tutto l’anno Marcovaldo aveva sognato di poter usare le strade come strade, cioè camminandoci nel mezzo: ora poteva farlo e poteva anche passare con il semaforo che indicava rosso e attraversare in diagonale e fermarsi nel centro delle piazze. Ma capì che il piacere non era tanto fare cose insolite, quanto vedere tutto in un altro modo: le vie come fondovalle o letti di fiume in secca, le case come blocchi di montagne scoscese o pareti di scogliera.

Chiave di lettura

TIPI DI SEQUENZE Le sequenze di un racconto possono essere: narrative (presentano fatti e personaggi), descrittive (descrivono ambienti, personaggi, emozioni), riflessive (riportano opinioni e impressioni del narratore o dei personaggi), dialogate (riportano dialoghi tra personaggi). • Con l’aiuto dell’insegnante, evidenzia le sequenze di cui è formato il racconto; • Segna le scelte corrette. – In questo racconto prevalgono:

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sequenze narrative.

sequenze descrittive.

sequenze riflessive.

sequenze dialogate.

UNITÀ 1 • PAGINE DI FINE ESTATE


Si sarebbe detto che, appena disertata dagli uomini, la città fosse caduta in balia di abitatori fino a ieri nascosti, che ora prendevano il sopravvento: la passeggiata di Marcovaldo seguiva per poco l’itinerario di una fila di formiche, poi si lasciava sviare dal volo di uno scarabeo smarrito, poi indugiava accompagnando il sinuoso incedere di un lombrico. Non erano solo gli animali a invadere il campo: Marcovaldo scopriva che alle edicole dei giornali, sul lato Nord, si forma un sottile strato di muffa, e che gli alberelli in vaso davanti ai ristoranti si sforzano di spingere le loro foglie fuori dalla cornice d’ombra del marciapiede. Così, dimenticando la funzione dei marciapiedi e delle strisce bianche, Marcovaldo percorreva le vie con zig-zag da farfalla. Era l’unico momento, durante tutto l’anno, in cui Marcovaldo si sentiva davvero a suo agio in città e pensava con tristezza a quando tutta la gente sarebbe rientrata dalle vacanze: la folla, la coda delle automobili, il traffico, i rumori, avrebbero sicuramente cambiato l’aspetto della città, e Marcovaldo l’avrebbe sentita meno sua. Italo Calvino, Marcovaldo, Einaudi

atore i z n e d evi • Analizza le seguenti parole del brano. Poi... – Colora in blu il quadratino se le usi quotidianamente. – Colora in verde il quadratino se ne conosci il significato. – Colora in rosso il quadratino se ti sono sconosciute. attrattiva

attribuire

sviare

indugiava

sinuoso

incedere

• Ricerca il significato delle parole che non conosci e scrivilo sul quaderno. • Spiega oralmente le parole che conosci e che fanno parte della tua realtà quotidiana.

Esperienze

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Tempo di... i … ricord

La conchiglia marina O conchiglia marina, figlia della pietra e del mare biancheggiante, tu meravigli la mente dei fanciulli. Alceo

Il mare in burrasca Il mare vuol sollevare il suo coperchio. Giganti di corallo spingono con la schiena. E nelle grotte d’oro le sirene tentano una canzone che addormenti l’acqua. Federico García Lorca

M’hanno portato una conchiglia M’hanno portato una conchiglia Dentro le canta un mar di mappa. Il cuore mi si riempie d’acqua con pesciolini d’ambra e d’argento. M’hanno portato una conchiglia. Federico García Lorca

Il mare Il mare è tutto azzurro. Il mare è tutto calmo. Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo. Sandro Penna

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... fine estate ari l o c i t r a ip … sapor Porta l’estate con te! Quanti di voi sono stati in vacanza nel sud dell’Italia o ci vivono? Anche lì i sapori sono tanti e particolari. Durante l’estate maturano i peperoncini: sono frutti di una pianta annuale che vengono raccolti in questa stagione. La pianta del peperoncino è coltivabile anche in vaso e puoi portarla a casa tua. Richiede una buona esposizione al sole. I suoi frutti si usano freschi oppure essiccati e sono adatti per insaporire conserve, sughi e verdure. Dove e come hai trascorso le vacanze? Racconta.

… emozion i e fantasia L’origine delle stagioni L’estate stava finendo. Il sole era tiepido, l’aria dolce e invitante. La giovane Persefone stava cogliendo fiori in un prato. A un tratto, la Terra si spalancò e Ade, il re dei morti, uscì fuori dell’abisso e la rapì per farla diventare sua sposa e regina del tenebroso mondo sotterraneo. Demetra, dea dei raccolti e madre di Persefone, cercò disperata la figlia per terra e per mare... L’estate, intanto, scoloriva nell’autunno. L’aria si faceva più fredda e una lieve nebbiolina indugiava lassù, come dentro una nuvola. (Continua a pagina 51)

Volta la pagina e scopri altre atmosfere di fine estate!

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lgia a t s o n e oni i z o m e … Nella bella stagione Nella bella stagione era naturale che si viaggiasse di più. A un certo punto della strada si vedeva, su un costone, il prato dei papaveri. Un campetto incolto, sassoso, fiammeggiante di papaveri nella luce del mattino. Papà si arrampicava fin lassù e coglieva un mazzo di papaveri per me; i papaveri erano stati una passione molto antica. Da piccolina li chiamavo «ci-uc-ci». Provavo, nel vederli come un’esaltazione, fremevo tutta. Papà trattava con rispetto quel genere di passioni di me bambina: non mi prendeva in giro. Lalla Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi

Settembre Molto chiare si vedono le cose. Puoi contare ogni foglia sui platani. Lungo il parco di settembre l’autobus già ne porta via qualcuna. Ad uno ad uno tornano gli ultimi mesi, e l’ansia, le mattine, le attese e le piogge. Franco Fortini

L’estate finisce, ma ancora sono vivi i ricordi delle giornate appena passate: le vacanze, le passeggiate, i giochi... Ora, sui banchi di scuola, hai fogli e colori: disegna il momento più bello della tua estate e scrivi una lettera alla bella stagione ormai alle porte, come se fosse un’amica che ti ha regalato giornate un po’ magiche.

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Testi narrativi

P

O RT A

E L A R DEL T MAES

Dietro la PORTA DEL MAESTRALE soffia il vento del raccontare!

AUTOBIOGRAFIE DIARI DI VIAGGIO RACCONTI UMORISTICI Apri la porta del Maestrale! Troverai...

RACCONTI POLIZIESCHI RACCONTI EPICI LEGGENDE RACCONTI DI FANTASCIENZA

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Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...pas

Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando

N DO A S AS P . . . I R

Vi ricordate quali sono le caratteristiche di un TESTO NARRATIVO?

Può essere lungo oppure breve, ma ha sempre un inizio, uno sviluppo e una conclusione! Il racconto può svolgersi in un tempo presente, passato o futuro!

… che si muovono in luoghi e ambienti reali o fantastici! Ci sono personaggi principali (protagonisti) e secondari...

Bravi, ottima memoria! Aggiungo solo che ogni racconto può essere diviso in sequenze collegate tra loro in modo coerente; ricordate inoltre che gli avvenimenti possono essere narrati in ordine cronologico oppure secondo un intreccio formato da anticipazioni e flashback. Quindi, l’ordine iniziale (inizio, sviluppo, conclusione) può cambiare di volta in volta!

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Obiettivi specifici: verificare le preconoscenze (testo narrativo).

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Ne offriva ogni giorno, in continuazione, come un albero che non smette mai di fiorire, e di quei fiori offriva sempre quello più adatto e gradito. Solo che Giannino non offriva in omaggio rose o mughetti, ma parole tanto delicate da sembrare altrettanti petali che componevano una frase più gentile di qualsiasi fiore. Girava per la città portando nel cuore una serra fiorita di frasi gentili, sempre pronto ad offrirne una a chi ne avesse bisogno. Bastava dargli pochi centesimi per sentirsi dire qualcosa di sorprendente e delizioso: uno era triste per un rimprovero ingiusto? Era andato male a scuola? Aveva avuto una delusione d’amore? Giannino aveva una frase pronta per tutti. Le soddisfazioni maggiori le dava nei parchi alle coppie degli innamorati che passeggiavano o sedevano abbracciati sulle panchine. I ragazzi timidi che non sapevano fare i complimenti, con 50 centesimi potevano offrirne alla loro compagna di bellissimi, come si offrono delle rose. Per via dello strano mestiere che faceva, Giannino divenne famoso e le sue frasi più belle cominciarono a circolare in tutta la città. Insomma, grazie a lui la gente cominciò a rivolgersi la parola con amore e poetica gentilezza. Per questo, a poco a poco, il suo mestiere finì: nessuno aveva più bisogno di ascoltare o farsi suggerire frasi gentili, ormai le udiva ovunque e aveva imparato a dirle da sé. Ma Giannino, contento di sentire ovunque poesia e gentilezza, non si dispiacque di restare disoccupato. Anche perché, in segno di gratitudine, il Consiglio comunale, a nome di tutta la cittadinanza, gli assegnò una discreta pensione. Marcello Argilli, Una storia al giorno, De Agostini

E

ntra nel testo • Individua nel testo: inizio, sviluppo, conclusione, poi evidenziali nella barra a lato con i colori giusti. • Rintraccia gli elementi caratterizzanti il testo narrativo: quali sono i personaggi? E dove si svolge la storia?

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Il venditore di frasi gentili


Chiave di lettura

AUTOBIOGRAFIA

È il racconto, scritto in prima persona dall’autore protagonista, di fatti ed esperienze della propria vita che egli ritiene significativi. Il termine autobiografia, infatti, deriva da tre parole della lingua greca: autòs, «se stesso», biòs, «vita» e gràpho, «scrivo».

Pranzi in famiglia Il testo è scritto in prima persona dall’autore protagonista.

I fatti raccontati sono lontani nel tempo.

Ci sono riflessioni personali.

Ho molti ricordi di pranzi in famiglia nei periodi festivi e, in particolare, di due personaggi della mia famiglia materna, le zie Evina e Pitti, due fatine pasticcione che sarebbero piaciute a Walt Disney. Le vedevo spesso, a casa della nonna, durante i pranzi natalizi. La zia Pitti mangiava e parlava, parlava e mangiava, un po’ come le galline che piluccano per ore nel cortile. Solo che le galline a volte si zittiscono, la zia Pitti mai. Quanto a zia Evina, lei proprio non sopportava gli odori. Una volta, alla vigilia di Capodanno, la nonna le chiese di imbucare una lettera e di comprare una fettina di gorgonzola da aggiungere a non so quale pietanza. Sarà stato perché detestava il gorgonzola, o semplicemente perché la sua distrazione raggiungeva livelli catastrofici, fatto sta che zia Evina se ne tornò a casa senza il formaggio. «In fondo era una fetta così sottile... » si era giustificata. Queste cose sono tutte vere, non riuscirei a parlare di fatti che non i sono accaduti realmente! Bei ricordi: così saporiti che ancora adesso mi lecco le labbra e mi commuovo un po’. «Popotus»

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rova tu! • Nella tua famiglia c’è una persona un po’ speciale a cui sei particolarmente affezionata, affezionato? Racconta sul quaderno.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Gli scrittor i raccontan o...

Lezioni private Io non andavo a scuola, benché fossi nell’età di andarci; perché mio padre diceva che a scuola si prendono i microbi. Anche i miei fratelli avevano fatto le elementari in casa, con maestre, per la stessa ragione. A me, dava lezione mia madre. Io non capivo l’aritmetica; e non riuscivo a imparare la tavola pitagorica. Mia madre si sgolava. Prendeva dal giardino dei sassi e li allineava sul tavolo, oppure prendeva delle caramelle. In casa nostra non si faceva consumo di caramelle, perché mio padre diceva che rovinano i denti; e non c’era mai cioccolata, o altri dolci da mangiare, perché era proibito mangiare «fuori pasto». Gli unici dolci che si mangiavano, però sempre a tavola, erano certe frittelle chiamate «gli smarren», che aveva insegnato non so che cuoca tedesca; sembra fossero economiche e se ne mangiava così spesso che non le potevamo più soffrire. Le caramelle, mia madre le comprava soltanto per insegnarci l’aritmetica. Ma a me quell’aritmetica, legata ai sassi e alle caramelle, ripugnava ancora di più. Insegnandomi la geografia, mia madre mi raccontava di tutti i paesi in cui era stato mio padre da giovane. Era stato in India, dove s’era preso il colera, e, credo, la febbre gialla; ed era stato in Germania e in Olanda. Era stato poi anche nello Spitzberg, per i suoi studi di biologia, ed era entrato dentro al cranio della balena: c’erano in casa nostra molte fotografie di mio padre con le balene; e mia madre me le mostrava, ma mi lasciavano un po’ delusa, perché erano fotografie sfuocate, e mio padre non appariva che al fondo, una minuscola ombra; e della balena non si vedeva né il muso, né la coda; si vedeva soltanto una specie di collina seghettata, grigia e nebbiosa. La balena era quella. Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi

E

ntra nel testo • Che tipo di educazione ha ricevuto la scrittrice dai suoi genitori? Un’educazione severa, con molti divieti. Un’educazione permissiva. • Quali sono le parti nel brano che lo fanno capire? Sottolineale.

C R E S CE R

E!

Gli affetti • Studiando a casa la scrittrice non aveva compagni con cui condividere la vita della scuola. A te sarebbe piaciuto studiare a casa, da solo? Parlane con i compagni e con l’insegnante.

Autobiografie

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o... i raccontan Gli scrittor

Lezioni di canto

Un giorno, quando avevo circa dieci anni, papà pensò di farmi imparare la musica. Io non avevo orecchio ma papà non era uomo da prendere in considerazione questa circostanza: considerava i figli come materiale grezzo, che il padre ha il diritto di plasmare. Quando gli dissi che non sapevo cantare, mi rispose di non dire sciocchezze, si sedette al piano, si schiarì la gola, e cantò: do, re, mi... Cantò con gusto e ripeté l’esercizio ad alta e a bassa voce. Poi si rivolse a me e invitandomi a cantare le note, mentre lui mi accompagnava al pianoforte. Papà suonò la prima nota, io non sapevo bene ciò che dovevo fare, ma cominciai a caso e cantai ad alta voce. – No, no, no! – disse papà disgustato. Tentammo parecchie volte ancora. Poco dopo compresi che avrei dovuto intonare in qualche modo la mia voce alle note del pianoforte ma non avevo la minima idea di come si potesse fare. Mamma entrò nella stanza mentre papà batteva ostinatamente sui tasti: – La minestra è in tavola – disse ridacchiando. Papà si alzò di scatto. Credo che, in cuor suo, si sentisse sollevato per questa interruzione che gli permetteva di smettere senza sentirsi vinto. La cena fu un vero conforto perché eravamo sfiniti. Dopo cena, quando andai a salutarlo, mi sorrise bonariamente, poi mi diede un colpetto affettuoso sulla spalla e io andai a dormire. Clarence Day, Vita col padre, Mondadori

atore i z n e d evi

Chiave di lettura STATI D’ANIMO L’autore narra un episodio che è rimasto impresso nella sua memoria e rinnova gli stati d’animo provati. • Individua ed evidenzia nel testo le riflessioni personali riportate dall’autore.

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• L’espressione non avevo orecchio significa che lo scrittore: aveva problemi di udito. non era particolarmente portato per la musica. • Cerca sul vocabolario il significato di plasmare. Poi scrivilo sui puntini. ...................................................................... ...................................................................... • Scrivi sul quaderno una frase che contenga il verbo plasmare, poi confrontala in classe.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


o... i raccontan Gli scrittor

Vai alla pagina 6 dell’Atlante dei linguaggi!

Ricordi d’infanzia

Una sera, in casa del nonno Gianduia, eravamo tutti intorno al focolare della grande cucina. Quattro dei miei zii, figli del nonno, erano ancora ragazzi: Gianfranco, solo otto mesi più di me, Gigliola, due anni di più, Graziella, cinque anni, Danilo, otto anni. Allora io frequentavo la scuola elementare. Uno di questi zii raccontava una fiaba dal sapore popolare, ricca di suggestioni e io ascoltavo incantato, letteralmente a bocca aperta e con gli occhi lucidi e sbarrati. A un certo punto, Gigliola, la zia monella che si divertiva a farmi gli scherzi, di scatto m’infilò un dito nella bocca spalancata. Io ebbi un sussulto, come se mi svegliassi di soprassalto, mentre gli altri si sbellicavano dalle risa. Gianfranco aveva l’abitudine di rosicchiare qualche calcinaccio nero di fumo, staccato dalla cappa del camino. Una volta me ne offrì uno, perché lo assaggiassi. Appena lo ebbi messo in bocca, sentii un sapore amaro e sgradevole e lo sputai con disgusto. Spesso mi chiedevo perché a lui piacesse quella porcheria. Paolo Lasagni, Casanuova e il suo popolo, Lalli Editore

Riflessione sulla lingua Il brano è ricco di aggettivi: individuali, scrivili sul quaderno e indica di che tipo sono (qualificativi, determinativi...).

P

rova tu! • Ti è mai capitato di vivere, in famiglia, una situazione particolarmente buffa? Racconta.

Autobiografie

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o... i raccontan Gli scrittor

Un’utile lezione Nel quartiere dove abitavo c’erano bambini che andavano a scuola e, nel pomeriggio, tornando a casa, si fermavano a giocare lasciando i libri sul marciapiede; io mi mettevo a sfogliarli e a far domande su quell’imbarazzante faccenda della carta stampata. Quando ebbi imparato a riconoscere certe parole, dissi alla mamma che volevo imparare a leggere ed ella mi incoraggiò ma disse che non aveva tempo per insegnarmi. Presto fui in grado di avanzare piano piano nella lettura, attraverso la maggior parte dei libri che mi capitavano fra le mani. Andava nascendo in me una divorante curiosità di conoscere tutto e, quando la mamma tornava dopo una lunga giornata di lavoro, io la interrogavo con insistenza su ciò che aveva visto e udito per le strade. Spesso era così stanca che si rifiutava di rispondere. Una fredda mattina, la mamma mi svegliò e mi disse che, poiché in casa non c’era carbone, ella avrebbe portato mio fratello con sé al lavoro e che io dovevo restare a letto fino a quando non fosse stato portato il carbone che ella aveva ordinato. Per pagarlo lasciava un biglietto e del denaro sotto lo zoccolo del comò.

E

ntra nel testo • Rileggi con attenzione l’autobiografia, poi individua e sottolinea con colori diversi le sequenze di cui ti forniamo i titoletti:

La scoperta della lettura La lezione del carbonaio La felicità di imparare La mamma insegna al suo bambino

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Chiave di lettura PRIMI RICORDI Spesso un’autobiografia inizia con i primi ricordi d’infanzia. • Se tu dovessi scrivere una tua autobiografia, da quale episodio cominceresti? Raccontalo sul quaderno.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Mi riaddormentai e fui risvegliato dal campanello della porta. Andai ad aprire, feci entrare il carbonaio, e gli diedi denaro e biglietto. Egli portò dentro il carbone, poi mi chiese se avevo freddo. – Sì – risposi rabbrividendo. Egli accese il fuoco, poi si sedette e mi guardò. – Quanto ti devo dare di resto? – mi domandò. – Non lo so – dissi. – Vergogna – esclamò lui. – Non sei capace di contare? – No signore – risposi. – Sta a sentire e ripeti con me – replicò lui. Contò fino a dieci e io ascoltai attentamente, poi mi disse di contare da solo, e lo feci. Allora mi fece imparare a memoria le parole venti, trenta, quaranta, eccetera, poi mi disse di aggiungere uno, due, tre, e così via. Nello spazio di un’ora avevo già imparato a contare fino a cento e fui al colmo della gioia. Il carbonaio se n’era andato da un pezzo e io continuavo a danzare sul letto, in camicia da notte, contando e ricontando fino a cento, nel timore che, se non avessi continuato a ripetere i numeri, li avrei dimenticati. Quando la sera la mamma tornò dal lavoro, la obbligai a starsene zitta ad ascoltarmi mentre contavo fino a cento. Dopo questo, ella mi insegnò a leggere e mi raccontò delle storie. La domenica leggevo i giornali sotto la guida della mamma che mi sillabava le parole. Richard Wright, Ragazzo nero, Einaudi

T

u in gioco!

• Il protagonista della storia non va a scuola, perché troppo povero per potersi permettere un’istruzione. Tuttavia è animato da un forte desiderio di conoscere e imparare. – Che cosa significa, per lui, «conoscere e imparare»? Conquistare qualcosa. – Che cosa significa per te?

Sentirsi grandi.

Sentirsi importanti.

Sapere tante cose. Scoprire notizie interessanti. Specializzarsi in qualcosa. • Dopo aver riflettuto singolarmente, scambiatevi i pareri in classe e discutete; poi dividetevi in gruppi e mettete per scritto le impressioni emerse del dibattito.

Autobiografie

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o... i raccontan Gli scrittor

Il Purim

Riflessione sulla lingua • Sul quaderno, fai l’analisi grammaticale delle forme verbali che sono evidenziate nel testo. • Completa la sintesi del racconto inserendo negli spazi i seguenti connettivi logici: mentre • perciò • però • ma • quando Lo scrittore racconta cosa succedeva ......... la sua famiglia celebrava il Purim, una festa ebrea simile al nostro Carnevale. ......... i piccoli rimanevano a letto, i grandi si travestivano e festeggiavano. A volte i genitori si travestivano e facevano divertire i bambini; una notte, ......... lo scrittore ricorda di non essersi divertito affatto, ......... di aver preso una grande paura: il padre, travestito da lupo mannaro, lo aveva svegliato e spaventato. ......... il bambino per molte notti fece terribili incubi.

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La festa che noi bambini sentivamo con maggiore intensità, benché fossimo troppo piccoli per prendervi realmente parte, era il Purim. Era una festa che commemorava gioiosamente la liberazione degli ebrei da Hamàn, un malvagio persecutore. I grandi si travestivano e uscivano, dalla strada si udiva un gran vociare; in casa comparivano le maschere: io non sapevo chi fossero, era proprio come nelle fiabe. La notte i genitori restavano fuori a lungo a far festa e l’eccitazione generale si trasmetteva anche a noi bambini: nel mio lettino restavo sveglio a lungo, l’orecchio teso in ascolto. Qualche volta papà e mamma ci comparivano davanti mascherati e poi si facevano riconoscere: quello era un divertimento straordinario, ma ancor più mi piaceva quando non sapevo che erano loro. Una notte, mi ero finalmente addormentato, quando fui risvegliato da un lupo gigantesco che si chinava sul mio lettino Ansimava terribilmente e dalla bocca gli usciva una lunga lingua rossa. Mi misi a strillare con quanta voce avevo in corpo: «Il lupo, il lupo!» ma nessuno mi sentiva e veniva da me, io urlavo sempre più forte, piangendo disperato. A un certo punto sbucò fuori una mano, afferrò le orecchie del lupo e gli tirò giù la testa.

Chiave di lettura TEMPO VERBALE Il tempo verbale di un’autobiografia è il passato (prossimo, remoto, trapassato).

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Dietro la maschera del lupo c’era il papà che rideva. Io continuai a urlare: «Il lupo, il lupo!» e volevo che il papà lo cacciasse via. Lui, allora, mi mostrò la maschera che aveva in mano, ma io non gli credetti; mi disse più e più volte: «Ma non vedi che sono io, non era un lupo vero», eppure io non riuscivo a calmarmi e continuavo a singhiozzare. Fu così che la storia del lupo mannaro divenne realtà. La mamma rinfacciò a mio padre quella sua incurabile passione per le mascherate. Recitare gli piaceva moltissimo, più di ogni altra cosa, e durante la festa del Purim, così raccontava la mamma, il papà era veramente scatenato! Lo spavento del lupo durò a lungo. Per notti e notti feci dei brutti sogni e svegliai i miei genitori, poiché dormivo nella loro camera. Il papà cercava di tranquillizzarmi e, poco a poco, cercava di farmi riaddormentare, ma ecco che poi, in sogno, il lupo riappariva. Ci volle parecchio tempo prima che me ne liberassi del tutto. Da quel momento fui considerato un bambino piuttosto impressionabile, di cui non bisognava eccitare troppo la fantasia; la conseguenza fu che, per mesi e mesi, mi sentii raccontare soltanto storie noiosissime di cui non ricordo più assolutamente niente. Elias Canetti, La lingua salvata, Biblioteca Adelphi

E

ntra nel testo • Rispondi sul quaderno: quali informazioni vengono date all’inizio? Quali nello sviluppo? Quali nella conclusione?

Autobiografie

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o... i raccontan Gli scrittor

Il furto Mia madre non era in salotto e in cucina c’era solo la donna di servizio. Decisi di salire da mio padre, al cui studio si arrivava per una stretta scaletta. L’odore dello studio paterno mi venne incontro noto, consueto; odore di libri e inchiostro, alleggerito dall’aria azzurra che veniva da finestre semiaperte, tende candide, un filo di profumo di acqua di Colonia e, sulla scrivania, una mela. Tossii per annunciare la mia presenza e non ricevendo risposta, chiamai a voce bassa: «Papà!». Tutto rimase in silenzio, i molti libri tacevano alle pareti, un battente della finestra si muoveva leggermente nel vento gettando un frettoloso gioco di sole sul pavimento. Poi, di soppiatto, a passo leggero, andai nella sua camera da letto. Respirai l’aria paterna nella chiara frescura della stanza. Mentre stavo per andarmene, aprii per gioco un cassetto e gettai un rapido sguardo nello spiraglio aperto. Oh, ci fossero stati calzini, o camicie, o vecchi giornali! Ma lì c’era solo la tentazione e, con la rapidità del lampo, le mani cominciarono a tremarmi e il cuore a battermi furiosamente. In una ciotola indiana di rafia intrecciata vidi qualcosa di sorprendente, invitante: un’intera collana di fichi secchi imbiancati da una velatura di zucchero! La presi in mano, era meravigliosamente pesante. Poi ne tolsi due, tre fichi, ne misi uno in bocca e altri in tasca.

P

rova tu! • Che cosa sarebbe successo se il bambino avesse trovato il padre nella sua stanza? Immagina e racconta sul quaderno un altro possibile svolgimento della storia.

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T

u in gioco!

• Per quale motivo il bambino prende i fichi? Si annoia.

Vuole fare un dispetto al padre.

Ha fame. È goloso. • Quali sentimenti prova il bambino nei confronti del padre? Antipatia.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI

Curiosità e timore.

Indifferenza.


Staccai altri tre, quattro fichi dall’anello che ne fu appena alleggerito e poi qualcuno ancora e, quando ne ebbi colme le tasche e più della metà della collana fu sparita, riaccomodai i fichi rimasti intorno alla collana leggermente appiccicosa, così che pareva ne mancassero di meno. Poi, colto da un improvviso spavento, richiusi di colpo il cassetto e corsi via, giù per la scaletta e in camera mia, dove mi fermai appoggiandomi al mio piccolo scrittoio, con le ginocchia che mi si piegavano, lottando per riprendere fiato. Poco dopo suonò la campana del pranzo. Con la testa vuota, pieno di nausea, e di colpo ritornato alla realtà, cacciai i fichi nello scaffale della libreria, li nascosi dietro i libri e andai a tavola. Davanti alla porta della sala da pranzo mi accorsi di avere le mani appiccicose. Le lavai in cucina. In sala trovai tutti già in attesa intorno alla tavola. Accanto a me sedevano le mie sorelle, di fronte ai genitori, limpide, allegre e senza vergogna; solo io ero un misero delinquente in mezzo a loro, con il gusto dei fichi ancora in bocca. Di sopra avevo richiuso la porta della camera da letto? E il cassetto? Ora mi sarei fatto tagliare le mani se con ciò i fichi avessero potuto tornare al loro posto nel cassetto. Decisi di gettarli via, di portarli a scuola, di regalarli. Liberarmene, non doverli più rivedere! Hermann Hesse, Il coraggio di ogni giorno, Mondadori

Chiave di lettura

ORDINE DELLA NARRAZIONE Ricordi? In un racconto, i fatti possono seguire un ordine cronologico (prima, durante, dopo, infine) o un intreccio (l’ordine deciso dal narratore, per esempio quello di partire dalla conclusione, per poi presentare come e perché si è verificata). • I fatti del racconto sono narrati secondo quale ordine? • Scrivi sul quaderno un elenco che metta in evidenza l’ordine degli eventi, seguendo la traccia: 1 Il bambino sale nello studio del padre. 2 Il bambino si accorge di essere solo. 3 Il bambino si reca nella camera da letto del padre. 4 ... 5 ... 6 ...

Autobiografie

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Vai alle pagine 1, 2, 3, 4, 5 dell’Atlante dei linguaggi!

Gli scrittor i raccontan o...

La mia amica Zazà

Una fotografia di Simone de Beauvoir, l’autrice dell’autobiografia.

Riflessione sulla lingua Nel testo compaiono molti indicatori temporali, che ci permettono di collocare la vicenda nel tempo: individuali e sottolineali.

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Il giorno in cui entrai in quinta elementare, il posto accanto al mio era occupato da una bambina nuova: una brunetta dai capelli corti. Si chiamavano Elizabeth Mabille e aveva la mia età. I suoi studi, cominciati in famiglia, erano stati interrotti da un grave incidente: in campagna, mentre stavano cuocendo le patate, le si era appiccato il fuoco all’abito: aveva riportato un’ustione di terzo grado alla coscia che l’aveva fatta urlare per notti e notti. Era dovuta restare a letto per un anno intero; sotto la gonna pieghettata, la carne era ancora tutta raggrinzita. A me non era accaduto mai nulla di simile. La mia nuova compagna mi parve subito un personaggio speciale. Presto ci chiamarono «le due inseparabili». Elizabeth ed io fummo autorizzate ad andare a giocare l’una in casa dell’altra. La prima volta che andai a casa sua, mia sorella mi accompagnò e restammo tutte e due sbalordite: Elizabeth, che in famiglia chiamavano Zazà, aveva una sorella e un fratello più grandi e sei, tra fratelli e sorelle, più piccoli di lei, oltre ad una moltitudine di cugini e di piccoli amici. Correvano, saltavano, si picchiavano, si arrampicavano sui tavoli, rovesciavano i mobili, gridando. Alla fine del pomeriggio, la signora Mabille entrava nel salotto, rimetteva in piedi una sedia, asciugava sorridendo una fronte sudata; io mi stupivo della sua indifferenza ai bernoccoli, alle macchie, ai piatti rotti: non si arrabbiava mai.

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente alle domande. – Come si chiama l’amica della scrittrice? – Come viene chiamata in casa? – Quale incidente le è accaduto? – Quanti fratelli ha? – Che cosa piace fare alle due amiche?

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Non mi piacevano molto quei giochi forsennati e, spesso, anche Zazà se ne stancava. Allora andavamo a rifugiarci nello studio del signor Mabille e là, lontane dal tumulto, ci mettevano a parlare. Era un piacere nuovo. Con Zazà facevo vere e proprie conversazioni, come papà con la mamma, la sera. Parlavamo dei nostri studi, delle letture, delle compagne, dei professori, di ciò che sapevamo del mondo: mai di noi stesse. A Zazà piacevano i libri e lo studio al pari di me; in più, era dotata di una quantità di capacità che a me mancavano. A volte, quando arrivavo a casa sua, la trovavo occupata a confezionare dei biscotti al caramello: infilzava con un uncinetto spicchi d’arancia, datteri, prugne e li immergeva in una casseruola dove cuoceva uno sciroppo che odorava di aceto caldo. I suoi canditi sembravano usciti da una confetteria. Prese alcune lezioni di piano con me ma, ben presto, mi passò avanti. Benché mingherlina, sapeva fare mille prodezze ginnastiche. In ogni circostanza dava prova di una disinvoltura che mi stupiva.

Chiave di lettura PERSONAGGI REALI I personaggi che compaiono in un testo autobiografico sono reali e hanno fatto parte della vita di chi scrive. • Zazà, l’amica dell’autrice, occupa un ruolo molto importante nel racconto. Tracciane un breve profilo, descrivendola sul quaderno nelle sue principali caratteristiche. • Quali altri personaggi compaiono nel racconto? Che cosa puoi dire di loro?

Simone de Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene, Einaudi

C R E S CE R

E!

Gli affetti • In questo brano si ricorda un bel rapporto di amicizia. Che cos’è l’amicizia, per te? Quali caratteristiche ti aspetti di trovare in un’amica o in un amico? Rifletti e racconta.

Autobiografie

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o... i raccontan Gli scrittor

Accadde un giorno La signorina Gamma, la mia insegnante, diceva che avevo bisogno di tagliarmi i capelli, mia madre diceva che avevo bisogno di tagliarmi i capelli, mio fratello Kriktor diceva che avevo bisogno di tagliarmi i capelli; tutti volevano che andassi a tagliarmi i capelli. Il mondo non mi permetteva di avere una testa così grossa di capelli. Troppi capelli neri, troppi, diceva il mondo. La signorina Gamma diventava ogni giorno più feroce in proposito. Un giorno disse: – Non faccio nomi ma, se un certo giovanotto di questa classe non va a tagliarsi i capelli, uno di questi giorni, finisce che va in collegio. Non faceva nomi. Però mi guardava. Ero contento che tutti ce l’avessero con me per i miei capelli ma, un giorno, un passero cercò di farsi il nido sulla mia testa; così corsi da un barbiere. Dormivo sull’erba ai piedi del noce sul nostro cortile quando un passero volò giù dall’albero e cominciò a rimestare nei miei capelli. Era una tiepida giornata d’inverno e il mondo dormiva. Tutto era fermo e tranquillo nel mondo. Nessuno andava attorno in automobile e non si udiva altro che il ronzio caldo e fresco, malinconico e gioioso della realtà terrestre. Era splendido avere una piccola casa nel mondo, col portico davanti, spazioso e pieno d’ombra per i lunghi pomeriggi d’estate... Era strano e miracoloso essere vivo. Ero contento che il mondo esistesse e che potessi, così, esistere anch’io.

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente alle domande. – Perché tutti dicono al ragazzo di tagliarsi i capelli? – Perché lui non vuole tagliarli? – Che cosa gli capita un giorno mentre è sdraiato sotto un albero? – Allora quale decisione prende?

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Chiave di lettura DETTAGLI L’autore ha scelto di raccontare un episodio significativo della sua vita e lo ha descritto nel dettaglio, inserendo informazioni su luoghi e ambienti e riflessioni personali. • Individuane alcune e sottolineale.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Cullato da questi pensieri mi addormentai. Fu allora che il passero volò giù dall’albero sul mio capo, e cominciò a fabbricarsi un nido nei miei capelli. Io mi svegliai. Aprii gli occhi ma non mi mossi. Non sapevo di avere un passero nei capelli e me ne accorsi solo quando si mise a cantare. Mai prima, in tutta la mia esistenza, avevo udito il verso di un uccello così distintamente, e quello che udii fu straordinario e nuovo, e allo stesso tempo naturalissimo e vecchio. Per un momento, mentre ero ancora mezzo addormentato, tutto mi parve perfettamente naturale: il passero tra i capelli e il suo parlarmi. Poi mi resi conto che la cosa non poteva andare: era contro natura che un piccolo passero si facesse il nido nei miei capelli! Così saltai in piedi e corsi in città, mentre il passero, spaventato a dovere, volò lontano. Il mondo aveva ragione. La signorina Gamma aveva ragione. Mio fratello Kriktor aveva ragione. Bisognava che mi tagliassi i capelli, così nessun passero avrebbe più cercato di farsi il nido sulla mia testa. William Saroyan, Il mio cuore sugli altipiani, Mursia

P

rova tu! • Immagina un finale diverso per la vicenda descritta, partendo dal momento in cui il protagonista si sveglia. Segui la traccia e continua sul quaderno. Mi svegliai. Aprii gli occhi ma non mi mossi. A un certo punto...

Autobiografie

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PAGINE PER SCRIVERE Dentro l’autobiografia! Nel racconto autobiografico Il Purim (pagine 28-29) lo scrittore ricorda i festeggiamenti in occasione di una festa tradizionale ebrea. Vi sono coinvolti, anche se in modi diversi, grandi e piccoli.

Analizza il racconto... • Rileggi attentamente il racconto, poi rispondi sui puntini. – Che cosa facevano i grandi in occasione del Purim? ................................................................................................................................................................... – Come si comportano i genitori dell’autore? ................................................................................................................................................................... – Che cosa facevano i bambini in occasione del Purim? ................................................................................................................................................................... – Che cosa accade all’autore bambino, in occasione della festività? ................................................................................................................................................................... – Quali sono le sue reazioni? ................................................................................................................................................................... – Quali conseguenze ha avuto l’accaduto su di lui? ...................................................................................................................................................................

Rifletti sulle tue esperienze... • C’è una particolare festività che ha coinvolto te e la tua famiglia e che ricordi per qualche episodio memorabile?

RICORDA! Per scrivere il tuo racconto, puoi seguire le domande guida per la comprensione del brano riportate sopra! Il tuo testo deve essere scritto al tempo passato e deve contenere tutti gli elementi del testo autobiografico.

Buon lavoro!

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Altre feste, altre storie! Seguendo gli spunti e le tracce, presentati sotto, immedesimati in un personaggio e costruisci uno o più racconti autobiografici!

SPUNTI 1 Era la festività di... Io e la mia famiglia/i miei amici eravamo soliti festeggiare così: ... Ci divertivamo a... L’atmosfera che si respirava era... Io mi sentivo...

2 Qualche volta capitava che... Ma la maggior parte delle volte... Era davvero divertente!

3 Anche questa volta ci preparammo... ma non mi sarei mai immaginata / immaginato che... Infatti successe qualcosa di diverso e inaspettato...

4 La mia prima reazione fu quella di... Qualcuno, come me, ... Gli altri, invece, ...

5 Nel trambusto generale tutti..., ma, ben presto, ci accorgemmo che/qualcuno si accorse che... e tutto si risolse... Fu così che...

TRACCE Traccia A In occasione del Natale, la mia famiglia si scatenava: addobbi, tombolate, regali a non finire. Quell’anno, però, papà esagerò e …

Traccia B Fu proprio un Carnevale straordinario quell’anno: l’intera famiglia mia e di Eleonora decise di travestirsi. Ma nessuno aveva fatto i conti con la fantasia del nonno, che...

Traccia C Anche quell’anno, a Pasqua, nel giardino dei miei cugini, Elena e Giulio, si svolgeva la tradizionale caccia alle uova. Ogni famigliare ne aveva nascosta una speciale, ma mai come quella della nonna, che Giulio scovò dietro ad un cespuglio. Dentro c’era...

Traccia D Da qualche anno io e i miei amici festeggiavamo Halloween, proprio come i bambini anglosassoni, e bussavamo alle porte dei vicini chiedendo: – Dolcetto o scherzetto? Quando arrivarono davanti alla porta di nonna Eliana, con grande sorpresa, ci trovammo davanti...

Obiettivi specifici: scrivere testi autobiografici.

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PAGINE PER SCRIVERE Incipit! La frase iniziale di un racconto prende il nome di incipit, una parola latina che significa «comincia». Prova a inventare un inizio diverso che, comunque non cambi la vicenda, per il racconto autobiografico La mia amica Zazà (pagine 32-33). Per esempio... Primo giorno della quinta elementare. Arrivo a scuola trafelata, mi siedo al mio posto e... che sorpresa! Mi accorgo che, vicino a me, ...

Oppure... È la mattina del primo giorno di scuola. Quest’anno sono in quinta! Una volta arrivata in classe...

Adesso inventa tanti incipit! • Immagina di essere uno scrittore, a cui viene dato l’incarico di scrivere alcuni racconti di argomento diverso. Come le inizieresti? Inventa un incipit per ognuna di queste proposte, scrivilo sul quaderno e confronta in classe il tuo lavoro.

Racconto Racconto Racconto Racconto

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di animali d’amore assurdo fantastico

Diario di viaggio Racconto del brivido Racconto comico Racconto realistico


Personaggio diverso, amicizia nuova! Nel racconto autobiografico La mia amica Zazà si racconta di una grande amicizia nata da un incontro casuale sui banchi di scuola. Leggi lo schema.

c ist chi er io s

1.

severo l volto a d o a ic . bin malincon m a o’ a bun p n .. u e

m

o li g n 3 ... un bambino co so i orr s n furbi e u

o.

gra e ma a t l aa vallo. bin a di ca m a od a b nga c n .. u lu a bionda 5 . una ambin grandi b n a occh ia n co co . un li. 2 ..

Il giorno in cui entrai in quinta elementare, il posto accanto al mio era occupato da...

4 ... da un b ll’e am sp b res ino grassottello sio ne si mpatica.

• Scegli una delle proposte, completa brevemente la seguente traccia, poi sviluppala sul quaderno, inventando una nuova storia di amicizia tra te e il compagno di banco che hai scelto. Si chiamava ......................................................................... e ................................................................. La prima volta che andai a casa sua ....................................................................................................... ................................................................................................................................................................... La sua famiglia era composta da ............................................................................................................ ................................................................................................................................................................... Insieme ci piaceva molto giocare a ......................................................................................................... ................................................................................................................................................................... A lui/A lei riusciva particolarmente bene ................................................................................................. ................................................................................................................................................................... In particolare, sapeva fare ........................................................................................................................ ................................................................................................................................................................... Una volta vivemmo una fantastica avventura insieme ............................................................................. ...................................................................................................................................................................

Obiettivi specifici: scrivere incipit per sviluppare testi autobiografici.

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Chiave di lettura

DIARIO DI VIAGGIO

Il diario di viaggio, o giornale di bordo (quando si riferisce ad un viaggio intrapreso con un mezzo di trasporto), è il racconto autobiografico, reale, delle vicende vissute dall’autore. I fatti sono narrati in prima persona, secondo il loro ordine cronologico, giorno dopo giorno, preceduti dall’indicazione della data.

Per quale scopo si scrive un diario di viaggio?

Le motivazioni possono essere molteplici: un diario di viaggio può essere scritto a scopo personale, per fermare nel tempo i momenti emozionanti trascorsi; per studio o ricerca (scientifica, storica, geografica...) oppure per essere divulgato e pubblicato. Vorrei sapere qualcosa di più su personaggi, tempi e luoghi...

I personaggi sono i compagni di avventura di chi scrive o le persone incontrate durante il viaggio; il tempo in cui si svolge il racconto è il periodo in cui si svolge l’esperienza del viaggio; i luoghi sono quelli visitati e scoperti durante l’impresa, di solito descritti con molti particolari, come se l’autore volesse «farli vedere» al lettore.

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Vediamo adesso più da vicino le caratteristiche del diario di viaggio, leggendo una pagina del diario del capitano Robert Scott, che raggiunse il Polo Sud, con alcuni compagni, nel gennaio del 1912.

Domenica, 11 marzo Quando siamo ripartiti, stamani, il cielo era completamente coperto. Non vedevamo nulla; smarrita la pista; senza dubbio avevano deviato da allora; poco più di tre miglia in mattinata: un’avanzata terribilmente difficile, come avevamo previsto. Abbiamo viveri per sette giorni e questa sera dovremmo arrivare a cinquantacinque miglia dal Campo Tonnellata. Nel frattempo la cattiva stagione avanza rapidamente. Rabbrividisco pensando a ciò che sarà domani. Evitiamo il congelamento con sforzi enormi. Non avrei mai supposto che le temperature potessero essere tanto basse e con un simile vento, in questa stagione. Fuori dalla tenda il freddo è veramente spaventoso.

Indicazione della data, che consente la collocazione nel tempo dell’evento. Indicazione temporale: i fatti sono accaduti da poco.

Indicazione spaziale: l’autore fa riferimento ai luoghi. Uso del tempo presente indicativo.

Sentimenti, emozioni, riflessioni personali. Uso della prima persona.

Autori vari, L’esplorazione dell’Antartide, Giunti

Diari di viaggio

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La tempesta tempospazionatura Karen Hesse, l’autrice del diario, si è ispirata alle vicende di una sua zia che giunse negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni razziali. Mettendosi nei panni della protagonista dodicenne, Rifka Nebrot, una ragazzina ebrea russa, racconta in prima persona il viaggio fatto, insieme alla famiglia, verso l’America. La storia di Rifka ha il sapore della verità e costituisce un importante messaggio contro l’intolleranza e ogni forma di razzismo.

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21 settembre 1920, Oceano Atlantico Ci siamo ritrovati nel cuore di un’orribile tempesta e, per poco, non sono stata scaraventata in acqua dalla furia delle onde. Io sono viva, viva, per fortuna! Ma, purtroppo, qualcuno non ce l’ha fatta. Quando sono salita a bordo, la nostra nave mi sembrava robusta e resistente. E invece è stato un miracolo se non è scomparsa negli abissi dell’oceano. La tempesta ci ha sorpresi nel sonno. Mi sono alzata e mi sono vestita in fretta. Mi tremavano le mani, mentre mi mettevo il fazzoletto in testa. Ho aperto la porta della cabina e ho visto il cielo: anche se era notte fonda, era di uno strano colore giallo pallido, come un vecchio rottame rugginoso. Mi sono appoggiata alle pareti, ma facevo fatica a tenermi in piedi, perché la nave oscillava paurosamente. Raggiungere il ponte sembrava praticamente impossibile. Per ben due volte ho perso l’equilibrio e sono caduta a terra. Poi finalmente l’ho raggiunto. Là regnava una confusione indescrivibile. Non pioveva, ma il vento soffiava forte. Il mare, che fino al giorno precedente sembrava piatto e tranquillo, ruggiva come un branco di belve affamate, con le fauci spalancate, pronto a inghiottire qualunque cosa, e si schiantava contro le fiancate della nave.

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


I marinai correvano avanti e indietro, in quella luce lugubre e giallastra. Gridavano forte, perché il vento copriva le voci. A un certo punto una massa d’acqua immensa, quasi un muro d’acqua, si è abbattuta su di me, si è rovesciata sulla mia testa con violenza inaudita e io mi sono ritrovata a terra, sul ponte. Con fatica, sono riuscita a scendere nella stiva, dove c’erano gli altri passeggeri, uno accanto all’altro, stretti come sardine. Per trentasei ore non abbiano fatto altro che piangere e tremare dalla paura e dallo sconforto, finché la nave non ha smesso di oscillare paurosamente. Finalmente hanno aperto il portello e siamo saliti all’esterno. Il ponte non esisteva praticamente più perché la furia dell’acqua aveva spazzato via ogni cosa. Ho visto il pianoforte della sala bar in mille pezzi: era andato a sbattere contro una parete. Le poltrone avevano fatto la stessa fine. Per terra c’erano tanti mucchietti di legno e metallo, non era rimasto altro. Adesso sono qui, seduta nella mia cabina, e aspetto. Hanno inviato l’SOS, perché la nave non ce la fa a ripartire. Il rombo dei motori è come il battito del mio cuore..

Chiave di lettura DIARIO E STATI D’ANIMO Nel diario di viaggio, l’autore esprime i propri stati d’animo e le emozioni vissute. • Rintraccia nel testo le espressioni relative agli stati d’animo della protagonista, riassunti qui di seguito, poi sottolineali con colori corrispondenti. Riflettendo sul pericolo scampato, la bambina prova sollievo per essere sopravvissuta e tristezza per chi non ce l’ha fatta Arriva la burrasca: la bambina è sorpresa e tremante. Nella stiva, insieme agli altri passeggeri, la bambina è sconfortata e spaventata.

Karen Hesse, Rifka va in America, Mondadori

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente. – Com’è, secondo la bambina, la nave su cui si è imbarcata? – In quale momento della giornata arriva la tempesta? – Com’è l’aspetto del mare in tempesta? – Dove si rifugia la bambina? – Quali sono le conseguenze della burrasca? – Come si sente Rifka mentre aspetta i soccorsi?

Diari di viaggio

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Vai alle pagine 7, 8, 9 dell’Atlante dei linguaggi!

Appunti di viaggio tempospazionatura La taiga è la vegetazione tipica delle zone fredde, come Siberia e Canada. È costituita soprattutto da conifere e betulle. Lo yak è un grosso mammifero ruminante originario degli altipiani del Tibet.

Alvaro Masseini è un insegnante di Storia a Prato che, nel tempo libero, viaggia in terre lontane per coltivare la sua passione: la «pesca a mosca», chiamata così per la forma particolare delle esche. In queste pagine di diario l’autore descrive il suo viaggio verso l’Alaska, lungo la famosa e antica linea ferroviaria, la Transiberiana, che collega l’Europa all’Asia. 20 luglio, Ulaan Bataar Il treno è un buon mezzo di trasporto, ci si riposa, si può leggere, si può dormire, conversare o ci si può distrarre osservando il paesaggio e pensando ai fatti propri. Si può anche scrivere, soprattutto se è confortevole come questo vagone che ha anche un tavolino di legno vicino al finestrino. Una volta arrivato in Alaska, non saranno molti i momenti vuoti in cui potrò annotare fatti ed emozioni, quindi ne approfitto qui, al caldo, protetto da spessi vetri. L’altipiano ormai un po’ lo conosco, alzerò gli occhi a osservare il paesaggio quando ci avvicineremo alla taiga siberiana. Viaggio in terza classe con abitanti locali: uomini e animali, per i quali la Transiberiana non è il mitico treno dell’alta società che, già nel 1912, da Parigi portava a Vladivostok, ma un valido mezzo di trasporto per superare grandi distanze in terre che hanno scarsa viabilità. Fortunatamente il vagone non è affollato e così posso subito appuntare alcune cose sul taccuino di buona carta e rilegato in cuoio da un bravo artigiano delle mie parti, che mi ha regalato Sandra.

Riflessione sulla lingua • Cerchia in verde tutti i complementi indiretti presenti nel brano.

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


21 luglio, Mongolia La cena è stata serviva: un gradevole stufato di yak e un’insalatina di cavolo. Si varca il confine con la Russia, pieno di boschi ma è già scuro e solo domani sarà possibile vedere qualcosa. Lo scompartimento è semivuoto, le poche persone sono locali e parlano in russo o in mongolo ed è proprio difficile entrare in comunicazione, aldilà dei gesti gentili e dei sorrisi appena abbozzati quando gli occhi si incontrano. Ho lasciato l’Italia già da una ventina di giorni e viaggiare mi piace, non mi stanca, anzi mi dà energie.

24 luglio, Skovorodino La boscaglia è infinita e il treno che l’attraversa la taglia in due con un solco netto. Continua a piovere e il paesaggio, tutto avvolto in una nebbiolina a mezz’aria, non lascia intravedere niente, oltre il muro verde di pini e abeti che ci fanno da sponda. Unica consolazione è che, tra due giorni, sarò al porto di Vladivostok e da lì cercherò un passaggio per l’Alaska. Senza possibilità di intrattenere una conversazione decente, senza scendere a terra per rendermi conto di quanto mi circonda, il viaggio comincia a pesarmi. Alvaro Masseini, Inseguendo il sole, Edizioni Angolo Manzoni

Chiave di lettura ELEMENTI DEL DIARIO PERSONALE In un diario personale si possono ritrovare questi elementi: Indicazioni temporali, uso del presente indicativo. Sentimenti, emozioni, riflessioni personali. Uso della prima persona. Indicazioni spaziali: l’autore fa riferimento ai luoghi. Indicazione della data, che consente la collocazione dell’evento nel tempo. • Rintracciali e sottolineali con i colori corrispondenti.

Diari di viaggio

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Verso il Nord Durante il giro del mondo a vela senza scalo, a bordo del Naïla, Alain Kalita ha rischiato di sparire in mezzo all’oceano ma, come gli eroi dei suoi sogni giovanili, è riuscito nell’impresa ed è tornato in porto per raccontare la sua avventura. Ecco una pagina del suo diario di bordo. Martedì, 31 gennaio 1995 Sono passati dieci giorni e la progressione verso nord è stata abbastanza regolare, aiutata da un forte vento da sud; il Naïla è riuscito a percorrere anche centodieci miglia nelle ultime ventiquattr’ore. Oggi il cielo è coperto, lunghe alghe galleggiano, un po’ dappertutto, sulla superficie dell’oceano. Un capodoglio è venuto poc’anzi a soffiare a qualche metro dalla barca. Mi era sembrato anche di sentire delle voci, ho cercato a lungo prima di scoprire la testa di una foca, subito sparita sott’acqua. C’è una grande quantità di uccelli da queste parti: sono riapparsi gli albatri e i «colombi del Capo». Ho la brutta sensazione che il vento potrebbe tornare a soffiare da nord. Sta per calare la notte, dovrei preparare la cena ma non ne ho proprio voglia; desidero solo dormire, per non pensare più alla barca e al tempo che ho perso in riparazioni inutili. È l’una del pomeriggio, il vento da nord è rinforzato, il mio presentimento era giusto. Il mare comincia a essere agitato, ma non è proprio il caso di mettersi in fuga. Mi è costato talmente avanzare di qualche miglio verso nord!

P

Alain Kalita, Sono nato due volte, Mursia

rova tu! • Il viaggio del marinaio prosegue: immagina di essere tu al suo posto. Che cosa succederà durante i giorni successivi? Continua sul quaderno il racconto, seguendo la traccia. Sabato, 4 febbraio 1995 Il sole tramonta, il mare cambia aspetto. Nuvoloni neri si addensano in cielo, il vento comincia a soffiare. A un certo punto... Non mi perdo d’animo, in lontananza vedo la costa: un piccolo porto, gruppi di case e... A mano a mano che mi addentro nella baia il vento cala. Una volta ormeggiata la barca scendo a terra: si vedono...

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e... ...colora l’affermazione esatta! In un’AUTOBIOGRAFIA i fatti sono narrati... in prima persona.

in terza persona.

L’autore del testo autobiografico è... qualcuno che è stato testimone dei fatti narrati.

Nell’autobiografia, i fatti narrati...

colui che ha vissuto i fatti narrati.

sono accaduti realmente.

sono inventati. Il DIARIO DI VIAGGIO è... un racconto autobiografico.

una raccolta giornaliera di appunti di viaggio.

sono immaginati dal’autore.

Nel diario di viaggio i luoghi...

sono visitati, scoperti dall’autore.

BRAVO! BRAVA! Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite (autobiografia e diario di viaggio).

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PAGINE PER...

SCRIVERE UNA CRONACA Una cronaca è il racconto fedele di fatti realmente accaduti o di esperienze, scritta da chi ne è stato protagonista o testimone e presentato in ordine cronologico. Le pagine di un diario di viaggio possono essere considerate la cronaca di fatti e situazioni accaduti a chi scrive.

Cronaca in prima persona Leggi la cronaca di un fatto davvero insolito per chi scrive!

Io, pilota... passeggero È riportato un fatto realmente accaduto.

Chi scrive lo fa in prima persona ed è anche protagonista.

Compaiono impressioni personali.

Anche oggi sono appena salito a bordo dell’aereo. Anche oggi sto per iniziare un viaggio in volo di dodici ore; la giornata mi sembra uguale a tante altre... Stiamo per decollare, come al solito, gli assistenti di volo distribuiscono giornali, spiegano come comportarsi in caso di emergenza, controllano che tutto sia pronto per il decollo. Mi sento strano perché oggi, per me, è diverso. Eccola qua la differenza: me ne sto seduto dall’altra parte della porta blindata, in mezzo agli altri passeggeri, non indosso la divisa e, per tutta la durata del viaggio, la mia vita sarà affidata a quei colleghi «davanti», seduti in cabina di pilotaggio. Non so chi siano ma è solo questione di minuti; ho già provveduto a segnalare la mia presenza e, appena ce ne sarà il tempo, qualcuno verrà a chiamarmi per condurmi a conoscere i piloti. «I viaggi di Repubblica»

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Cronaca in terza persona

Leggi un’altra cronaca su un fatto che potrebbe esserti familiare...

Viva i mimi! La settimana scorsa i bambini di classe quinta della scuola hanno fatto un’uscita didattica davvero entusiasmante: accompagnati dalle insegnanti, si sono recati al campetto vicino alla scuola per assistere a uno spettacolo di mimi. Gli artisti erano davvero bravi! Hanno iniziato rappresentando una fiaba molto nota, La Bella e la Bestia: accompagnati da una piccola orchestra di sottofondo, hanno saputo coinvolgere così tanto gli alunni che gli applausi scrosciavano incontenibili, tra una scena e l’altra. Lo spettacolo si è concluso con un gioco divertentissimo: i mimi hanno chiesto ai bambini di indovinare gli animali che interpretavano con i movimenti del corpo. L’entusiasmo è salito alle stelle quando Rachid, un ragazzino arrivato da poco dal Marocco, ha urlato felice: – Cammello!!! Gli artisti poi, accompagnati da una folla festante, sono stati ospitati nella palestra della scuola per i saluti, accompagnati da numerosi brindisi a base di aranciata e un delizioso spuntino con torte di frutta. • Scrivi anche tu, in terza persona, la cronaca di un fatto o di un’esperienza interessante che hai vissuto a scuola o in famiglia. • Riscrivi in terza persona la cronaca della pagina precedente. Potresti iniziare così: Anche oggi, come tutti i giorni, il pilota appena salito a bordo dell’aereo... Immagina e inventa anche alcuni dialoghi, per esempio con qualche passeggero. • Questo tipo di testo narrativo è molto usato nel giornalismo, come scoprirai da pagina 164 a pagina 173 del tuo libro! Svolgi quest’ultima attività, come «assaggio» della cronaca giornalistica! Riordina le frasi di questo articolo di cronaca, tratto da «La Repubblica», numerando i quadratini. Poi collegale sul quaderno con le parole adatte in modo da ricostruire la cronaca. Si è pensato di sguinzagliare in città un predatore. Milano è stata invasa da un esercito di zanzare. Il predatore è il pipistrello, capace d’ingoiare mille insetti al giorno. Domenico Zampiglione ha tentato ogni tipo di soluzione. Domenico Zampiglione è l’assessore all’ambiente. Si sta pensando anche di favorire la riproduzione di quegli animali che si nutrono di zanzare. Lo studio riguarda la riproduzione controllata di rondini e pipistrelli. L’Università di Scienze ambientali ha consegnato uno studio all’assessore.

Obiettivi specifici: riconoscere e analizzare una cronaca in prima e in terza persona.

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Tempo di... ano z n a d e ch … foglie Foglie È discesa la sera, è una musica il vento, si apprestano le foglie, le molte foglie, al ballo: è il loro carnevale. Istvan Gyuila Gyorgy

oni i z o m …e Mattino d’autunno Che dolcezza infantile nella mattinata tranquilla! C’è il sole tra le foglie gialle e i ragni tendono fra i rami le loro strade di seta. Federico García Lorca

Autunno Lucente la luna sulla collina; profumo di foglie cadute. Ryunosuke Akutagawa

… caldi col ori Mattine autunnali Sono più miti le mattine e più scure diventano le noci e le bacche hanno un viso più rotondo, la rosa non è più nella città. L’acero indossa una sciarpa più gaia, e la campagna una gonna scarlatta. Ed anch’io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello. Emily Dickinson

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… autunno e colori a v u , e n g a t s a c i, c … no Autunno: tempo di funghi, ma anche di noci, castagne … Ecco una buona e semplice ricetta toscana tipicamente autunnale: il castagnaccio. Ingredienti • • • • • • • •

150 gr. di farina di castagne; 2 cucchiai d’olio; 1 bicchiere d’acqua; 2 cucchiai di pinoli; 1 cucchiaio di uvetta sultanina; qualche gheriglio di noce; pochi aghi di rosmarino; un pizzico di sale. Preparazione Stempera la farina con l’acqua, fino a ottenere una pastella non troppo densa. Aggiungi l’olio e il sale e versa il tutto in una tortiera unta d’olio. Decora la superficie con i pinoli, l’uvetta, i gherigli di noce e gli aghi di rosmarino. Versa un filo d’olio e cuoci in forno ben caldo per 45 minuti. Cospargi con zucchero e... buon appetito!

... emozioni e fantasia L’origine delle stagioni Persefone non si trovava. Demetra sentiva nel cuore preoccupazione e dolore, ma non si dava per vinta. Intanto le giornate si accorciavano e l’aria sembrava più tiepida. Demetra andò nel bosco e chiese agli alberi, così alti e imponenti, se da lassù avessero visto qualcosa che potesse aiutarla. Niente, gli alberi non sapevano niente. Allora Demetra si arrabbiò. – Bene – disse. – Se non volete aiutarmi, per punirvi vi farò perdere le foglie! Le foglie, sentite queste parole, diventarono rosse di rabbia. Ma non ci fu niente da fare. Quando il vento cominciò a soffiare tra i rami, le foglie si staccarono tristemente e, dopo un breve ballo, caddero a terra. (Continua a pagina 93)

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Chiave di lettura

RACCONTI UMORISTICI

I racconti umoristici hanno lo scopo di divertire esagerando situazioni comuni al punto da farle sembrare quasi incredibili oppure presentando situazioni assurde, equivoci e contrattempi. I personaggi hanno comportamenti inadatti, strani; a volte rispecchiano, esagerandoli, difetti comuni a tutti.

Il gatto che restava indietro Spesso la tecnica umoristica si basa sugli equivoci, cioè sull’interpretazione errata dei significati di parole ed espressioni. • Quali sono gli equivoci che trovi nel racconto?

Fanno divertire anche le battute, cioè i dialoghi che evidenziano le reazioni dei personaggi e l’assurdità di una situazione. • Sottolineale nel testo.

Il signor Veneranda entrò nel negozio dell’orologiaio. – Scusi – disse, mettendo un gatto sul banco – vuol vedere che cos’ha? Resta sempre indietro. – Come, come? – balbettò l’orologiaio, che credeva di non aver capito. – Ho detto – ripeté il signor Veneranda – se vuol vedere che cos’ha, perché resta indietro. – Resta indietro?? – Sì, resta indietro. Quante volte glielo devo dire? – Io non capisco che cosa vuole da me – balbettò l’orologiaio. – Io posso guardare l’orologio, non il gatto. – Non può guardare il gatto? – chiese il signor Veneranda meravigliato. – Certo che non posso! – Ah, questa è bella! – esclamò il signor Veneranda. – Lei non può guardare il gatto. È la prima volta che conosco una persona che non può guardare i gatti. Le fa male agli occhi guardare i gatti? – Io non... – balbettò l’orologiaio che non sapeva più che cosa dire. – Be’, allora mi scusi tanto. – Io non lo sapevo proprio. E s’allontanò tranquillamente col suo gatto in braccio. Carlo Manzoni, Cinquanta scontri con il signor Veneranda, Rizzoli

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Abbasso... che cosa? Uno scolaro faceva le divisioni. – Il tre nel tredici sta quattro volte con l’avanzo di uno. Scrivo quattro al quoto. Tre per quattro dodici, al tredici uno. Abbasso il nove... – Ah no! – gridò a questo punto il nove. – Come? – domandò lo scolaro. – Tu ce l’hai con me. Perché hai gridato «abbasso il nove»? Che cosa ti ho fatto di male? Sono forse un nemico pubblico? – Ma io... – Ah, lo immagino bene, avrai la scusa pronta. Ma a me non va giù lo stesso. Grida «abbasso il brodo di dadi», «abbasso lo sceriffo», magari anche «abbasso l’aria fritta», ma perché proprio «abbasso il nove»? – Scusi, ma veramente... – Non interrompere, è cattiva educazione. Sono una semplice cifra, e qualsiasi numero di due cifre mi può mangiare il risotto in testa, ma anch’io ho la mia dignità e voglio essere rispettato. Prima di tutto dai bambini. Insomma, abbassa il tuo naso, se vuoi, ma lascia stare me. Confuso e intimidito, lo scolaro non abbassò il nove, sbagliò la divisione e si prese un brutto voto. Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi

E

ntra nel testo • Quali sono gli elementi caratteristici presenti in questo testo umoristico? – Lo scolaro è un personaggio: – Il nove è:

reale.

– La situazione è:

reale.

fantastico.

fantastico. comica.

inverosimile.

reale.

– Le parole usate nel brano creano: buffi malintesi. dialoghi chiari e comprensibili • Lo scopo del racconto è quello di far ridere: tu ti sei divertito? Perché?

Racconti umoristici

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Vai alle pagine 10, 11, 12, 13 dell’Atlante dei linguaggi!

Che cosa tolgo? Due infermieri entrarono in sala operatoria con il paziente da operare. Dopo un po’ entrò il celebre chirurgo. – Bisturi! Un’infermiera si affrettò a ubbidire e il celebre chirurgo aprì il ventre del paziente, ma rimase pensieroso e chiese al suo assistente: – Senta, Martinez, cosa dobbiamo togliere a questo signore? – Non glielo posso assicurare, ma... mi sembra di ricordare che fosse qualcosa che finiva in «accio»... – In «accio»? – ripeté il celebre chirurgo. – È troppo vago. Potrebbe essere il braccio, il polpaccio, lo straccio, il laccio... E poi, perché questo signore dovrebbe chiedere a noi di togliergli il laccio? Guardò il viso del paziente. – Intanto gli togliamo i baffi. Starà sempre meglio. – E se domandassimo a casa sua? – suggerì l’assistente. – Probabilmente la famiglia saprà ciò che dobbiamo togliergli. – Niente male, l’idea – disse il chirurgo, e andò al telefono. – Signora Ramirez? Sono il dottor Ruibafiez. – Sono io. È successo qualcosa a mio marito? – No, no, niente, non si allarmi. L’ho chiamata per domandarle se ricorda che cosa dobbiamo togliere a suo marito. – Davvero non lo so. Ho sentito dire qualcosa che finiva in «etto». – Non sarà stato un «peletto»? – No, quello avrei potuto toglierglielo io. – Un calletto? – No, non era nemmeno un calletto.

Chiave di lettura FATTI INATTESI Una situazione normale può diventare comica perché accade un fatto inatteso o per il comportamento inadeguato dei personaggi. • Qual è la situazione normale? Che cosa la trasforma in comica?

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


– Aspetti, ora le dico tutto ciò che finisce in «etto»: petto, gambaletto, setto, letto, occhietto... – No, non era niente di tutto ciò. – Allora, che gli leviamo? – Gli tolga ciò che vuole. Non mi piace immischiarmi nelle cose di mio marito. Poi mi dice: hai visto qui... hai visto là... – Va bene, signora. Grazie di tutto. Quando il celebre chirurgo rientrò in sala chirurgica, il malato si era svegliato. – Niente – disse il chirurgo. – Sua moglie non sa niente. Guardò il malato, poi continuò: – Scusi, lei si ricorda cosa le dobbiamo togliere? E il paziente rispose: – Non credo che dovessero togliermi qualcosa. Io sono venuto a riparare la luce. Ma giacché sto qui, mi faccia il piacere di darmi qualche punto alla pancia che mi si è scucita. Antonio de Lara, in Umoristi del Novecento, Garzanti

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente. – L’inizio del racconto presenta una situazione normale: quale? – Lo svolgimento descrive comportamenti inadeguati nei confronti della situazione da affrontare: quali? – La conclusione offre un imprevisto: che cosa succede? – Con quale battuta assurda si chiude il racconto? • Sottolinea le battute che ti hanno maggiormente divertito.

Racconti umoristici

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Scorpioni a pranzo Gerald Durrel è stato uno zoologo, esploratore e scrittore britannico. I suoi racconti sono un misto di autobiografia e zoologia: sono scritti, infatti, con umorismo e basati sulle sue esperienze personali. Nel suo libro, La mia famiglia e altri animali, da cui è tratto questo brano, racconta i cinque anni trascorsi nell’isola greca di Corfù. Stai per leggere un episodio avvenuto quando aveva dieci anni e ospitava in casa animali di ogni tipo che, a volte, sconvolgevano la quiete famigliare. Avevo dieci anni ed ero sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da scoprire. Un giorno trovai nel muro un grosso scorpione femmina che aveva aggrappati sul dorso una decina di piccoli. Estasiato, decisi di portarmeli tutti a casa. Con cura infinita riuscii a introdurre madre e figliolanza in una scatola di fiammiferi. Non ebbi il tempo di portare la scatola in camera mia perché il pranzo era già in tavola; allora l’appoggiai distrattamente sulla mensola del camino. Durante il pranzo, ascoltando i discorsi degli altri e giocherellando con il cibo che avevo nel piatto, mi dimenticai completamente dei miei poveri prigionieri. Finito il pranzo, mio fratello Larry andò ad accendere il camino e aprì la scatola di fiammiferi: lo scorpione femmina, che non aveva cattive intenzioni ma era solo seccata di stare rinchiusa, colse la prima occasione per darsi alla fuga.

Chiave di lettura IDENTIKIT DELL’UMORISMO • Costruisci l’identikit di questo racconto umoristico: completa e segna le scelte corrette. – il racconto è scritto in ............ persona. – La situazione è:

insolita.

– Secondo te il racconto: – Il ritmo della narrazione è:

sorprendente.

esagera la realtà. concitato.

dalle reazioni dei personaggi di fronte a una situazione imprevista.

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI

è del tutto reale.

lento.

– L’effetto umoristico è dato:

dalla descrizione della situazione.

buffa.


Sgambettò veloce sulla mano di Larry. Qui si fermò, col pungiglione ricurvo all’insù in posizione di allerta. Da quel momento le cose precipitarono in un’indescrivibile confusione. Larry ruggì di terrore, Lugaretzia, la cameriera, si lasciò scappare un piatto dalle mani e il cane Roge uscì di sotto il tavolo abbaiando come impazzito. Con uno scatto della mano, Larry fece volare lo sventurato scorpione sul tavolo e quello cadde tra Leslie e Margo, le mie sorelle, disseminando i piccoli come coriandoli. Poi si diresse verso Leslie... Leslie rovesciò la sedia e sventolò disperatamente il tovagliolo, facendo rotolare lo scorpione verso Margo che, immediatamente, lanciò un urlo assordante. Mamma, sconcertata da questo improvviso passaggio dalla pace al caos, si mise gli occhiali e scrutò il tavolo. In quel momento, Margo, per fermare l’avanzata dello scorpione, gli scagliò addosso un bicchiere d’acqua. La doccia prese in pieno mamma. A colpi di piatto, Leslie aveva scaraventato lo scorpione sul pavimento, mentre i piccoli si aggiravano freneticamente sulla tovaglia. Roger correva intorno alla stanza, abbaiando come un matto. Nessuno gli aveva spiegato la situazione, così era convinto che la famiglia fosse stata aggredita e che lui dovesse difenderla: visto che nella stanza l’unica estranea era Lugaretzia, concluse che lei era la responsabile e le morse una caviglia. Intanto, tutti i piccoli scorpioni si erano nascosti sotto i vari piatti e stoviglie. Mentre gli altri, frementi di sdegno e di paura, si ritiravano in salotto, passai mezz’ora a radunare i piccoli, a raccogliergli con un cucchiaio da tè rova tu! e a rimetterli sul dorso della madre. • Quali sono le reazioni dei vari personaggi? Poi li portai fuori in un piattino e, Descrivile sul quaderno in una tabella come questa. con immensa riluttanza, li lasciai personaggi reazioni liberi sul muro del giardino. ........................................ Larry Roger e io passammo il pomerig........................................ Lugaretzia gio sulla collina, perché mi parve ........................................ Leslie prudente lasciare che la famiglia ........................................ Margo si riposasse un po’ prima di rive........................................ mamma dermi.. ........................................ Roger

P

Gerald Durrel, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

scorpione mamma scorpioni piccoli

........................................ ........................................

Racconti umoristici

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PAGINE PER SCRIVERE Scrivere testi umoristici Un racconto umoristico ha lo scopo di far divertire, far sorridere, suscitare buonumore. Segui le indicazioni, raccogli le idee e organizza il tuo testo umoristico.

GLI «STRUMENTI» PER FAR SORRIDERE I personaggi Ricorda! Si comportano in modo strano, hanno caratteristiche esagerate, possono essere distratti, pasticcioni, ridicoli...

La vicenda Devi pensare a una vicenda con... situazioni assurde, oppure esagerate. Ricordati di utilizzare la tecnica del rovesciamento di situazioni e ruoli. Usa un linguaggio ricco di: – doppi sensi, parole che si possono fraintendere perché hanno un doppio significato; –modi di dire; –battute spiritose; –colmi, per esempio: qual è il colmo per un fotografo? Mettere a fuoco un ghiacciaio!

La conclusione Concludi la storia con una battuta spiritosa, ma anche significativa! Il rovesciamento di situazione consiste nel presentare una situazione contraria a quella che ci si aspetta. Il rovesciamento di ruoli presenta il comportamento di un personaggio opposto a quello che ci si aspetta.

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Utilizzando le informazioni ricevute e riflettendo sugli ingredienti necessari, scrivi sul quaderno un breve testo umoristico osservando la situazione illustrata.

Racconta e descrivi... • i comportamenti inadeguati dei personaggi; • il contrasto tra la seria intenzione dei due a preparare gli spaghetti al sugo e il risultato tragico dell’impresa; • il «comportamento» della pasta (che sembra ribellarsi, «esce» dalla pentola, «si rifugia» sul piano di lavoro...), del sugo (che «fugge» dappertutto, tra alti schizzi...), dell’olio che..., dell’acqua che... • gli stati d’animo e le reazioni dei personaggi.

Frasi guida Nel tuo racconto, potresti utilizzare queste frasi...

Il mio amico Andrea dice che la pasta va cotta con molta acqua e così... – Non mi distrarre! – esclama Andrea e così io mi allontano prudentemente dal barattolo del sugo che... Le gocce dell’olio s’innalzano seccate e noi ci rifugiamo... – Presto, dammi il colino! – urlai. Gli spaghetti finirono il loro volo adagiandosi sul lavandino. L’acqua decise di mostrarci quanto era brava a trasformarsi in una schiumante cascata. Eravamo troppo stanchi e sfiniti per ripulire tutto. Guardammo la cucina devastata e decidemmo...

Obiettivi specifici: scrivere testi umoristici sulla base di una traccia.

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Vai alle pagine 14, 15, 16 dell’Atlante dei linguaggi!

Chiave di lettura

RACCONTI POLIZIESCHI

Il racconto poliziesco, o racconto giallo (dal colore della copertina del primo romanzo di questo genere, pubblicato dalle edizioni Mondadori), presenta: un enigma, cioè un mistero, un caso da risolvere (un furto, una sparizione, un omicidio...); una serie di indizi su cui si basano le indagini; la soluzione dell’enigma, a cui si giunge grazie all’intuito e alla capacità di ragionamento di un investigatore (o detective).

Il mistero della Rue Morgue All’inizio, l’investigatore si limita a esaminare gli indizi presenti sulla scena del crimine.

A Parigi, al quarto piano di una casa in Rue Morgue, due donne sono state trovate morte; intorno regna il disordine, ma nulla è stato rubato. Auguste Dupin, investigatore dotato di eccezionale capacità di analisi, si occupa del caso. Il narratore è il suo amico e assistente. Ci recammo subito in Rue Morgue. Prima di entrare, Dupin volle esaminare il retro della casa e annotò ogni dettaglio con la massima precisione. Poi salimmo nella stanza del delitto. Il mio amico si guardò intorno con attenzione... – Vedi – mi disse il giorno seguente – la prima cosa che dobbiamo scoprire è come gli assassini sono riusciti a fuggire. Entrambe le porte della stanza erano chiuse a chiave dall’interno. Ci sono due finestre nella stanza che sono state trovate chiuse. È logico che, se qualcuno uscisse da quelle finestre, non potrebbe assolutamente richiuderle. Ho trovato una piccola molla, vicino a una delle due, l’ho fatta scattare e, scattando, ha nuovamente sprangato la finestra automaticamente. L’altra finestra, invece, non ha lo stesso meccanismo. Quindi gli assassini devono essere fuggiti dalla prima finestra, quella sopra il letto. È chiaro che, disponendo di forza e coraggio eccezionali, si può anche raggiungere la finestra con una corda, aggrappandosi, poi, alla persiana.

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


Chiesi a Dupin che cosa può spingere un delinquente a gettare all’aria la stanza, per poi abbandonare gli oggetti d’oro sul pavimento. – Rifletti sugli indizi raccolti... – mi rispose – Il disordine, l’incredibile agilità dell’assassino, la sua forza sovrumana: che cosa ne deduci? Rabbrividii e risposi: – Dev’essere un pazzo, senza dubbio... – La tua idea non è del tutto sbagliata – riprese Dupin mostrandomi un ciuffo di capelli che aveva trovato nella stanza. Rimasi senza fiato e mormorai: – Non sono capelli umani... – Guarda un’altra cosa – disse il mio amico facendomi osservare quella che poteva sembrare un’impronta. – Prova sovrapporci la tua mano... Provai ma non ci riuscii. Esclamai: – Non è un’impronta umana! – Bene! – esclamò Dupin porgendomi un libro aperto alla descrizione delle caratteristiche e delle abitudini di vita dell’orango che vive nell’India orientale: era la descrizione esatta dell’assassino della Rue Morgue! – Le impronte e il ciuffo di peli concordano perfettamente con la descrizione! L’indomani, Dupin fece pubblicare sul giornale un articolo che diceva:

Nello svolgimento si descrivono l’investigazione e la ricerca del colpevole. Il ragionamento, basato sull’analisi degli indizi, è fondamentale per ricostruire i fatti.

I colpi di scena aiutano a sciogliere l’enigma. L’investigatore non rivela subito la soluzione provocando nel lettore uno stato di tensione, di suspense.

Catturato al Bois de Boulogne un enorme orango proveniente dal Borneo. Il proprietario, che è un marinaio di una nave maltese, potrà riavere l’animale dopo aver rimborsato le spese per la cattura.

Volta la pagina!

Racconti polizieschi

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– Come sai che è un marinaio maltese? – chiesi. – Non lo so con certezza. Ma questo pezzetto di corda, raccolto sotto la finestra di casa, è annodato nel modo tipico dei marinai maltesi. Se ho visto giusto, il proprietario verrà a reclamare il suo orango. Il mio amico, come al solito, aveva ragione. Un marinaio rispose all’appello e raccontò che aveva portato l’orango a Parigi e lo aveva chiuso nel suo appartamento, in attesa di venderlo. Una sera, tornando a casa, l’aveva visto balzare in strada e l’aveva inseguito fino alla casa di Rue Morgue. L’animale si era arrampicato lungo la corda del parafulmine, fino al quarto piano e, con incredibile agilità, aveva afferrato la persiana ed era balzato nella stanza. Le grida delle due donne l’avevano spaventato al punto che le aveva uccise. Dupin dedusse che la scimmia doveva essere scappata poco prima che fosse sfondata la porta e, passando attraverso la finestra, doveva essersela chiusa alle spalle. Alcuni giorni dopo l’orango fu catturato. Edgar Allan Poe, I delitti della Rue Morgue, Mondadori

E

ntra nel testo • Come giunge Dupin alla soluzione del caso? Completa sul quaderno una tabella come questa. elementi raccolti

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deduzioni di Dupin

disordine

........................................

agilità e forza

........................................

ciuffo di capelli

........................................

impronte

........................................

UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI

La conclusione presenta la soluzione del caso.


Furto sulla nave L’ispettore Martin trascorre le vacanze in crociera su una nave.

Una mattina, il comandante della nave lo avvicina preoccupato.

DOVETE AIUTARMI, ISPETTORE! A BORDO C’È UN LADRO CHE SVALIGIA LE CABINE DEI PASSEGGERI. HO AUMENTATO LA SORVEGLIANZA MA I FURTI CONTINUANO!

Quella sera, mentre tutti sono a cena, Martin ispeziona la nave e vede...

L’ispettore si nasconde e la donna apre la porta della cabina.

PERBACCO, QUELLA È LA MIA CABINA!

AL LAVORO, ADESSO! È FACILE COME RUBARE LE CARAMELLE A UN BAMBINO!

È STATO UN ALTRO IL SUO ERRORE!

Chiave di lettura OSSERVARE E RAGIONARE • A quale errore si riferisce l’ispettore Martin? Osserva, deduci e rispondi. Poi verifica l’esattezza della tua risposta leggendo la soluzione, scritta capovolta qui sotto. La donna ha bussato, prima di entrare in cabina. Se davvero credeva di entrare nella propria cabina non l’avrebbe fatto! Evidentemente, così facendo, voleva accertarsi che dentro non ci fosse nessuno.

CIELO! MI HA SPAVENTATA! MA È VERO, CHE SCIOCCA! HO SBAGLIATO CABINA, CREDEVO FOSSE LA MIA...

FERMA! CHE COSA FA NELLA MIA CABINA?

«La Settimana Enigmistica»

Racconti polizieschi

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Un «colpo» tecnologico! Grosso colpo a Virtual City! Qualcuno si è introdotto nei Laboratori della Lemon Technology, un modernissimo centro di ricerca dove si studiano sistemi di intelligenza artificiale, portando via riservatissimi materiali informatici. Le sorelle Melissa e Ofelia Redsun, abili investigatrici, indagano...

Jo Gibbon Abilissimo pirata informatico. L’elettronica sembra il suo unico interesse. Quando lavora al computer dimentica perfino di mangiare.

Elisa Zeta Grande esperta di elettronica e di arti marziali. Ha un’altra passione: le margherite. Dovunque vada, ne porta sempre una con sé.

– Il ladro sapeva il fatto suo... – commenta preoccupata Melissa. – Prima ha neutralizzato i sistemi d’allarme, poi si è introdotto nei Laboratori calandosi dal condotto dell’aria condizionata. – Le telecamere interne sono state neutralizzate con un falso segnale e non ci sono impronte – interviene Ofelia, mentre scatta alcune foto in uno dei laboratori, completamente a soqquadro. – Una cosa è certa: chi ha fatto il colpo è un vero professionista – conclude Melissa. Dopo un’attenta ricognizione, le sorelle si recano alla Centrale di Polizia: una ricerca negli archivi potrebbe essere utile, dal momento che ladri così specializzati non sono molti! Attraverso il computer della Centrale, Melissa si collega con la banca dati: immette alcune informazioni e ottiene subito le prime risposte. – Guarda, Ofelia! – esclama – Sembra che ci siano solo tre specialisti in questo genere di furti. Sul video scorrono le schede con le immagini dei tre possibili sospettati.

Mike Truman Un altro geniale pirata informatico. Ha un’unica debolezza: le caramelle alla menta di cui è golosissimo. Ne mangia in gran quantità.

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UNITÀ 2 • TESTI NARRATIVI REALISTICI


La ricerca ha preso poco tempo. Adesso le due sorelle devono far lavorare il cervello mettendo insieme le informazioni, ottenute dalla banca dati, con i pochi indizi recuperati nel laboratorio della Lemon Technology. Ofelia studia attentamente la foto scattata sulla scena del crimine. – Noti qualcosa di strano? – le chiede Melissa. – Guarda anche tu – esclama Ofelia porgendo la foto alla sorella. Melissa osserva con attenzione, poi si sofferma su qualcosa... Il suo sguardo si illumina. Guarda la sorella. Entrambe sorridono: ebbene sì! Il colpevole ha lasciato una traccia e adesso sanno di chi si tratta! «L’enigmistica di Minni & company»

Chiave di lettura

INDIZI • Osserva e leggi le schede dei sospettati e la foto scattata da Ofelia, scopri l’indizio e prova a risolvere il caso. Poi verifica l’esattezza della tua risposta leggendo la soluzione, scritta capovolta qui sotto.

tore a i z n e evid • Segna la definizione corretta: neutralizzato:

reso inutile.

distrutto.

a soqquadro:

in grande disordine. in grande ordine.

ricognizione:

esplorazione.

audizione.

banca dati: centro specializzato nella raccolta di informazioni.

Racconti polizieschi

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Se hai osservato con attenzione, avrai notato una margherita che spunta sotto una sedia. Questa è la prova che la colpevole è Elisa Zeta. Infatti, gli altri fiori sparsi sul pavimento, accanto al vaso in frantumi, sono tutte rose.


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Chiave di lettura

RACCONTI EPICI

I racconti epici narrano le imprese degli antichi eroi, personaggi straordinari, dotati di grande valore. La parola epica deriva dal greco épos, «racconto di imprese eroiche». I poemi epici furono tramandati a voce, per generazioni, finché furono messi per scritto e si diffusero nel mondo. I più famosi poemi epici del mondo greco sono l’Iliade e l’Odissea, entrambi attribuiti a Omero che cantava le imprese di dèi ed eroi presso le corti dei principi, accompagnandosi con la cetra. Il più famoso poema del mondo latino è l’Eneide, scritto da Virgilio. Leggi le prime righe dei poemi, aiutandoti con le note.

L’Iliade narra le ultime vicende di Ilio (antico nome della città di Troia), impegnata a difendersi dall’assedio dei Greci (Achei), durato dieci anni. Il protagonista più importante è Achille, l’eroe guerriero greco, forte e coraggioso, crudele e generoso. Cantami, o diva1, del Pelide2 Achille, l’ira funesta3, che infiniti addusse4 lutti agli Achei...

1 DIVA: la dea Calliope, una delle nove muse, figlie di Zeus, protettrici delle arti. 2 PELIDE: figlio di Peleo. 3 L’IRA FUNESTA: la collera che porta morte e distruzione. 4 ADDUSSE: provocò.

L’Odissea, «storia di Odisseo», racconta il viaggio di ritorno in patria di Odisseo, nome greco di Ulisse, re di Itaca, uno degli eroi della guerra di Troia. L’uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa1, che a lungo errò2 dopo ch’ebbe distrutto la rocca3 sacra di Troia...

1 MUSA: la dea Clio, una delle nove muse, figlie di Zeus, protettrici delle arti. 2 ERRÒ: vagò attraverso i mari. 3 ROCCA: la parte alta della città.

L’Eneide, «storia di Enea», racconta il viaggio del principe troiano Enea che, fuggito dalla città, conquistata dai Greci, cerca sulle rive del Mediterraneo una terra dove fondare un nuovo regno (sarà quello di Roma). Canto le armi e l'eroe1, che per primo dalle spiagge di Troia, profugo2 a causa del Fato3, venne in Italia alle coste Lavinie4...

1 LE ARMI E L’EROE: le imprese di guerra e l’eroe che le ha compiute (Enea). 2 PROFUGO: costretto ad abbandonare il suo paese. 3 FATO: è il destino. 4 LAVINIE: del Lazio.

I poemi epici si aprono con l’invocazione alla Musa, dea protettrice della poesia, perché aiuti a ricordare e a narrare i fatti nel modo migliore.

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


I protagonisti dell’epica Figlio della dea Teti e di un uomo, Peleo, Achille non è immortale come la madre. Per questo Zeus concede a Teti di renderlo invulnerabile immergendolo nel fiume Stige; la dea regge il piccolo Achille tenendolo per il tallone che, rimanendo fuori dall’acqua, diventa l’unico punto vulnerabile del suo corpo. Ulisse è un eroe coraggioso, forte e molto astuto: è lui, infatti, a escogitare l’inganno del cavallo di legno, grazie al quale gli Achei espugnano Troia. Poseidone, dio del mare e protettore di Troia, giura vendetta e lo fa naufragare mentre cerca di tornare alla sua isola, Itaca. Durante i dieci lunghi anni di viaggio, lo costringe a vagare tra avventure e pericoli. Solo la protezione della dea Atena e il suo coraggio consentono a Ulisse di tornare finalmente in patria, dove lo attendono la moglie Penelope e il figlio Telemaco. Enea è l’eroe che porta in salvo i Troiani superstiti e trova una nuova patria al di là del mare. Enea odia la guerra, anche se è costretto a combattere contro i nemici. La dea Venere, sua madre, lo protegge e lo aiuta, mentre la dea Giunone, nemica dei Troiani, lo perseguita con ogni mezzo. Quando finalmente Enea, giunto nel Lazio, sposa Lavinia, dai suoi discendenti nascerà Romolo, futuro fondatore di Roma.

Chiave di lettura

L’EROE L’eroe del testo epico è forte e coraggioso: incarna i valori della civiltà che lo ha creato; le sue imprese sono sempre eccezionali e sono spesso guidate, oppure ostacolate dagli dèi. • Per quale dei tre eroi provi maggior simpatia? Perché?

Racconti epici

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Ettore e Andromaca Leggerai adesso la versione in prosa («tradotta» in racconto) di alcuni versi di Omero in cui si narra del triste e dolce incontro tra Ettore, comandante dei Troiani, e sua moglie Andromaca, che teme per la sorte del marito. Il valoroso Ettore ha lasciato per un attimo il campo di battaglia per dare l’ultimo saluto alla moglie e al figlio, forse consapevole della morte che lo attende. L’eroe troiano, infatti, morirà in duello per mano di Achille.

tempospazionatura Le Porte Scee erano le porte della città di Troia; Priamo era il re della città e padre di Ettore.

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Lasciata la madre, Ettore raggiunse di corsa la sua bella casa. Ma Andromaca non c’era. La fedele serva gli disse: – È andata alle porte Scee, con due schiave, la balia e il bambino, perché ha sentito che la battaglia diventa sempre più terribile: è in grande pena per te! Ettore corse per raggiungerla. Ed ecco, la sua sposa gli veniva incontro: dietro veniva la balia, che reggeva il bambino, il figlio d’Ettore, amato, bello come una stella... Egli guardò il suo bambino e sorrise. Ma Andromaca piangeva, gli corse vicino e gli disse: – Il tuo coraggio ti ucciderà! Tu non hai compassione del bambino, e nemmeno di me, che rimarrò presto vedova, perché gli Achei ti uccideranno, gettandosi sopra di te. Oh, meglio allora per me scendere sotto terra, perché non mi resta più niente senza di te. Tu lo sai, Achille ha già distrutto la mia bella città, Tebe, dalle alte mura … – Donna – interruppe Ettore – ho nel cuore un presentimento molto triste: anche Troia cadrà, con il re Priamo e tutta la sua gente... – Ettore, tu sei per me padre e madre e fratello, tu se il mio sposo fiorente; ah, dunque, abbi pietà, rimani qui sulla torre, non fare orfano tuo figlio, vedova la tua sposa...

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


E allora Ettore grande, con il suo elmo abbagliante, le disse: – Donna, anch’io, sì, penso a questo; ma ho troppa vergogna se resto come un vile lontano dalla guerra. Né lo vuole il mio cuore, perché ho imparato a esser sempre forte, a combattere fra i Troiani, procurando gloria al padre e a me stesso. Io so bene questo dentro l’anima e il cuore: verrà giorno che Ilio sacra sarà distrutta, con Priamo e la sua gente: ma il dolore più grande lo avrò per te, perché qualche acheo ti trascinerà via piangente, togliendoti la libertà: allora, triste destino sarà su di te... E dirà qualcuno che ti vedrà lacrimosa: «Ecco la sposa d’Ettore, il più forte a combattere fra i Troiani domatori di cavalli, quando lottavano per Ilio!»... E sarà dolore nuovo per te. Ma spero di poter morire prima di udire il tuo pianto! Così dicendo, il nobile Ettore tese al figlio le braccia: ma il bambino si piegò indietro con un grido, spaventato dall’aspetto del padre, dal cimiero chiomato, che vedeva ondeggiare terribile in cima all’elmo. Allora il padre sorrise e si tolse l’elmo; poi baciò il caro figlio, lo sollevò fra le braccia, e supplicò così Zeus e gli altri dei: – Zeus e voi, dèi tutti, fate che questo mio figlio cresca pieno di forze e possa regnare, un giorno, su Ilio. E che tutti dicano di lui, quando tornerà vittorioso dal combattimento: «È molto più forte del padre!». Dopo aver pronunciato queste parole, mise in braccio alla sposa il figlio e riprese l’elmo; Andromaca tornò verso casa ma voltandosi indietro più volte e versando molte lacrime.

E

tore a i z n e evid cimiero chiomato: ornamento che i guerrieri portavano sopra l’elmo a scopo distintivo o ornamentale.

ntra nel testo • L’autore fa un ritratto chiaro e preciso di Ettore: quali caratteristiche lo rendono un eroe? L’amore per la famiglia.

Il coraggio nell’affrontare la battaglia.

Il timore della sconfitta. Il senso del dovere. • L’autore vuole suscitare nel lettore... Completa oralmente. Gioia perché... Tristezza perché... Dolore perché...

Racconti epici

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Il ritorno di Odisseo Odisseo, Ulisse, è tornato a Itaca. La dea Atena, sua protettrice, gli ha fatto assumere le sembianza di un mendicante perché lui possa introdursi nella reggia e valutare la situazione che si è creata, durante la sua lunga assenza, senza che nessuno lo possa riconoscere. In cuor suo, però, la moglie Penelope sa che quell’uomo, vecchio e stanco, è il suo sposo Odisseo...

tempospazionatura Telemaco è il figlio di Odisseo e Penelope e aiuta il padre a cacciare dalla reggia di Itaca i nemici che, approfittando della sua lunga assenza, volevano prendere il suo posto e regnare su Itaca. Atena è la dea greca delle arti, delle scienze e della giustizia, ed è anche divinità guerriera. Era venerata specialmente nella città di Atene, che da lei prende il nome.

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Penelope scende la scala con il cuore sconvolto: che cosa deve fare? Precipitarsi subito al collo del marito, finalmente tornato, o metterlo alla prova? Lei è sicura che quell’uomo è Odisseo, nello stesso tempo, però, teme di accogliere un simulatore che la inganni. Eccolo là, seduto vicino al focolare, ancora coperto di stracci. Penelope lo guarda, ancora incerta. – Madre mia – esclama Telemaco – sei crudele. Come puoi resistere e stare così fredda davanti al tuo sposo finalmente tornato? – Figlio mio, sono stordita. Non ho ancora il coraggio di parlargli e quasi nemmeno di guardarlo. Ma se è lui davvero, ho un mezzo segreto, noto a lui e me soltanto, per riconoscerlo. – Tua madre ha ragione, Telemaco – interviene Odisseo. – Come può riconoscermi così lacero e sporco? Tra poco mi riconoscerà. Tu, intanto, vestiti a festa e invita le donne di casa ad adornarsi: chiamate il cantore e iniziate una danza gioiosa. Odisseo si lavò, si vestì. Accanto a lui venne Atena, che gli rese il suo aspetto gagliardo, anzi lo fece più bello: era maestoso come un dio, quando tornò a sedersi di fronte alla sua sposa.

Chiave di lettura GLI DÈI Spesso, nei racconti epici, gli dèi intervengono per modificare il destino degli uomini. • Qui è la dea Atena a manifestare a Odisseo la sua presenza. In che modo? Perché?

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Penelope era rimasta là, muta, rigida come una statua. – Sei dura davvero come la pietra! – le disse Odisseo. – Dove si troverà mai un’altra donna che non getta le braccia al collo del marito, tornato dopo vent’anni a casa sua? Euriclea, mia buona balia, – aggiunse – fammi preparare un letto. Sono proprio stanco. – Sì – disse allora con voce sicura Penelope. – Fa’ portare qui il suo letto... – Il mio letto! – Odisseo urlò adirato. – Donna, ma chi l’ha cambiato? Chi può muoverlo fra i mortali? Nessuno potrebbe muovere il mio letto, se è rimasto come l’ho fatto io. Tu lo sai, quel letto ha un piede costruito dal ceppo di un ulivo, che ho tagliato, ma lasciandolo radicato profondamente nel terreno. Era la prova che Penelope voleva. La sua risposta fu un pianto dirotto; si gettò tra le braccia del marito: lei sola e Odisseo sapevano il segreto del letto!

tore a i z n e evid • Sai chi è la balia? Nei poemi epici è una figura che ricorre spesso. Svolgi una piccola ricerca!

Rosa Calzecchi Onesti, Storie di Re Odisseo, Piccoli

C

apito tutto?

• Segna le scelte corrette. – Perché Penelope non abbraccia subito il marito tornato dopo anni di disavventure? Perché inizialmente non lo riconosce. Perché vuole essere sicura che sia proprio lui, mettendolo alla prova. Perché è adirata con lui. – In che modo Penelope riesce a capire che l’uomo che le sta di fronte è proprio Ulisse? Gli rivolge molte domande. Lo mette alla prova per vedere se conosce un segreto particolare. Lo guarda attentamente per riconoscerlo dall’aspetto. – Come reagisce, infine, Penelope? Rimane impassibile e accoglie Ulisse con freddezza. Ancora non si fida e teme che quell’uomo non sia suo marito. Piange di gioia e corre ad abbracciare il marito.

Racconti epici

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L’arrivo di Enea nel Lazio Quando fu quieto il mare, sotto la luna bianca, la flotta riprese il viaggio lungo la costa circea. E al mattino, i Troiani giunsero davanti a un vasto bosco, dove le acque del Tevere, svelte, correvano al mare. Ed Enea diede ordine di puntare alla riva: quiete le navi entrarono nell’acqua bionda del fiume. Enea, Iulo e i Troiani, sbarcati nella foresta, si preparavano un pasto: misero frutti e vivande sopra le larghe focacce e, per la fame, mangiarono anche quei piatti di grano. – Ehi, ci mangiamo le mense! – disse ridendo Iulo. A queste parole, Enea ricordò quando Anchise aveva detto: «Quando vi mangerete le mense, avrete trovato la sede, la terra del tuo destino! Lì finiranno i tuoi mali, e fonderai una città!». Così, ornate le tempie con rami frondosi, Enea invocò il genio di quel luogo, e la Terra, Le Ninfe e i Fiumi e la Notte, Giove e la madre Frigia, e i suoi due genitori. Giove, come risposta, rimbombò con i tuoni e un forte raggio dorato illuminò le nuvole. Così, gioiosi, i Troiani seppero che era quella la loro terra futura. Roberto Piumini, La storia di Enea, NER

Chiave di lettura tempospazionatura La costa circea si trova sul Mar Tirreno, di fronte al Circeo, un promontorio del Lazio. Iulo è il figlio di Enea, chiamato anche Ascanio; Anchise è un principe troiano, padre di Enea. Nella religione romana, il genio era uno spirito protettore della famiglia o di luoghi; le Ninfe erano divinità minori, figlie di Giove.

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PREMONIZIONI Spesso, nei racconti epici, si narra di premonizioni, ovvero profezie. • Che cosa era stato predetto a Enea? Da chi?

E

ntra nel testo • Rispondi oralmente. – Come si manifesta la presenza degli dèi in questo brano? Che cosa fa Giove per dimostrare la sua benevolenza nei confronti di Enea e dei suoi compagni? – Perché Enea invoca il genio del luogo, la Terra, le Ninfe...?

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


La spada nella roccia Figlio del re Uther Pendragon, Artù ignora le sue origini e cresce presso il cavaliere Antor, al quale è stato affidato dal Mago Merlino. La vigilia di Natale, tutti i baroni del regno di Logres andarono a Londra. C’era anche Antor con i figli Keu e Artù. All’uscita dalla messa di mezzanotte risuonarono grida di stupore: una grande pietra si trovava nel centro della piazza e sorreggeva un incudine di ferro in cui era infissa una spada. Vi erano scritte queste parole in lettere d’oro: «Colui che estrarrà questa spada sarà eletto Re per volontà di Dio». Tutti vollero provare, ma nessuno riuscì a muovere la spada. Keu chiamò il fratello e gli disse: – Va’ al nostro alloggio a prendermi la spada. Artù era un adolescente di sedici anni, grande e bello, amabile e servizievole. Andò verso l’alloggio, ma non trovò nessuna spada. Stava tornando quando, passando davanti alla chiesa, vide la spada nella roccia. S’avvicinò e prese la spada senza alcuna fatica. Così la portò al fratello dicendo: – Non sono riuscito a trovare la tua spada, ma ti ho portato quella dell’incudine. Keu la prese, senza pronunziar parola, e cercò il padre. – Signore – gli disse. – Io sarò re: ecco la spada della pietra. Ma Antor capì e gli fece confessare la verità. Poi chiamò Artù, gli rivelò la verità sulle sue origini e gli ordinò di rimettere la spada al suo posto. A sera, quando tutti i baroni erano presenti, chiese che anche il figlio più giovane facesse la prova. Artù sfilò senza fatica la spada e così fu consacrato l’eletto da Dio. Jacques Boulenger, I romanzi della Tavola Rotonda, Mondadori

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente. – Che cosa rivela Antor ad Artù? – Che cosa succede di straordinario nel racconto? – Conosci la storia di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda? Parlane in classe.

Chiave di lettura CICLO BRETONE Il Ciclo Bretone è una raccolta di vicende d’amore e d’avventura di origine antichissima. Comprende testi in poesia, secondo la tradizione epica, e altri in prosa. Le storie hanno intrecci lunghi, come quella che narra le avventure dei cavalieri di re Artù, leggendario sovrano del Galles, dell’Inghilterra meridionale e della Bretagna.

Racconti epici

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PAGINE PER...

ASCOLTARE BENE Ascoltare per comprendere e ricordare Quali sono gli accorgimenti indispensabili per ascoltare, comprendere al meglio e ricordare bene quello che si è ascoltato? Leggi i suggerimenti!

CONCENTRAZIONE Occorre raggiungere un buon livello di concentrazione, cercando di «sgombrare la mente» da ogni altro pensiero che può compromettere l’attenzione.

ASCOLTARE, SEGUIRE E OSSERVARE Mentre si ascolta, bisogna seguire il tono della voce, osservare la mimica del viso e la gestualità di chi parla.

VISUALIZZARE Bisogna anche cercare di vedere con la mente ciò che è raccontato, letto o descritto.

ATTIVARE LA MENTE Durante l’ascolto, occorre porsi domande, fare ipotesi e previsioni, cioè cercare di ascoltare in modo attivo.

Ascolta dalla voce dell’insegnante L’uovo cosmico, un racconto che si trova sulla Guida!

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Hai ascoltato bene? Verificalo adesso!

I PARTICOLARI da 0 a 7 punti • In ciascuna delle seguenti affermazioni c’è un errore. Sottolinea ciò che è sbagliato e correggi sul quaderno: 1 All’inizio del tempo il caos aveva la forma di un grosso uovo di struzzo. 2 Un giorno l’uovo si ruppe a causa di una caduta. 3 Una leggenda narra che, da ciascuna parte del corpo di P’an-ku, nacque una città. 4 Un’altra leggenda narra che P’an-ku attraversò il mare con una zattera.

OCCHIO ALLA PAROLA da 0 a 12 punti • Completa la sintesi del racconto, inserendo le parole che mancano (scrivile, in ordine, sul quaderno). All’inizio del tempo, il ... aveva la forma di un uovo di gallina. Nell’uovo c’erano Yin e Yang, due forze ... . Un giorno, le energie contrastanti ... l’uovo. Si formarono cielo e terra, e fra questi due elementi c’era P’an-ku, primo

...

.

Alcuni narrano che, stanco del duro lavoro, P’an-ku si ... in tanti pezzi. Da quei pezzi si formò la terra; le ... di P’an-ku diedero origine al genere ... . Altri marrano che P’an-ku plasmò l’universo con il suo mantello e il suo ... . Dopo aver trasmesso agli uomini la propria

...

...

per sempre.

SCEGLI LA FRASE GIUSTA! da 0 a 6 punti • Segna le frasi giuste. – La leggenda ci racconta che: All’inizio dei tempi, due forze opposte, Yin e Yang, erano contenute all’interno di un grosso uovo di gallina. P’an-ku era un grosso dinosauro che si trovò per caso vicino all’uovo quando questo esplose. Ogni giorno P’an-ku cresceva e colmava la distanza che c’era tra terra e cielo. Sulla vita di P’an-ku si conosce una sola leggenda. P’an-ku distrusse l’universo con il suo martello e il suo scalpello.

Con l’aiuto dell’insegnante, controlla le tue risposte: quanti punti hai totalizzato?

fino a 8 punti

scarsa capacità di ascolto, allenati di più!

fino a 20 punti

media capacità di ascolto, non sei lontano dalla meta!

fino a 26 punti

ottima capacità di ascolto, continua così!

Obiettivi specifici: attivare strategie di ascolto per la comprensione e la rielaborazione di testi.

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N DO A S AS P . . . I R

Le leggende

La parola leggenda deriva dal latino legenda, «cosa da leggere», «cosa degna di essere letta». Nate dalla fantasia degli uomini, le leggende tentano di spiegare una particolare caratteristica di animali e piante o di elementi geografici (monti, fiumi, laghi...). Tramandate a voce, di generazione in generazione, le leggende fanno parte del patrimonio culturale dei popoli.

Il ponte di Pavia A Pavia, una sera lontana nel tempo, i fedeli dovevano traghettare il fiume per recarsi alla messa di mezzanotte. Era la vigilia di Natale. La città era avvolta in un gran nebbione e i barcaioli non riuscivano a far presto. A un tratto ecco farsi avanti un uomo vestito di rosso, che così parlò ai presenti: – Se volete, posso farvi all’istante un ponte, ma dovete accettare un patto. – Quale?– domandarono i barcaioli. – Che mi sia consegnato il primo essere che vi passerà. Nascosto fra la folla c’era l’arcangelo San Michele che rispose: – Comincia a fare il ponte, poi si vedrà. Accetto il patto. L’altro, che era il diavolo, tracciò a terra dei segni e subito apparve il ponte. Il diavolo si preparò a ricevere quanto era stato pattuito, ma l’arcangelo suggerì di far passare per primo un montone e così fu fatto. Furioso per essere stato beffato, il diavolo scatenò una furiosa tempesta per distruggere il ponte, ma la costruzione resistette e a lui non restò che scappare davanti alle preghiere recitate dai Pavesi. Più tardi, in segno di riconoscimento, essi edificarono sull’arcata centrale del ponte una chiesetta che dedicarono al santo dei fiumi. Lidia Beduschi, Leggende e racconti popolari della Lombardia, Lucarini

Talvolta le leggende spiegano in modo fantastico anche l’origine di un elemento antropico (fatto dall’uomo) del paesaggio. – Quale, in questo caso?

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Com’è tipico delle leggende, anche qui fantasia e realtà si mescolano insieme. – Quali sono gli elementi reali? – Quali quelli fantastici?

Obiettivi specifici: verificare le preconoscenze (leggenda).

Non è sempre facile distinguere la leggenda dal mito, perché hanno elementi in comune. Però, mentre i miti sono l’espressione di un intero popolo, le leggende si riferiscono di più a realtà e a tradizioni locali.

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Leggenda popolare dell’Italia settentrionale Prima di essere bianche e luminose, le Dolomiti erano montagne nere come le altre. In quel tempo un monarca regnava in quella regione e aveva un unico figlio, che passava le notti a contemplare la luna. Il suo regno, in mezzo a quelle cupe montagne, gli sembrava inabitabile. Chissà come doveva essere bello il paesaggio sulla luna, se a vederlo da lontano pareva tutto d’argento! Una notte il principe sognò una giovane bellissima, vestita di un manto d’argento, con un viso straordinariamente luminoso. In mano portava fiori strani, d’argento anch’essi. Era la figlia del re della luna. Sperando di rivederla, salì un monte. Lassù incontrò due vecchietti, che gli rivelarono di essere abitanti della luna. Stavano per ripartire verso l’astro, e lui decise di seguirli. Arrivò così in un paese meraviglioso, dove tutto era luminoso come l’argento. Nel palazzo del Re ritrovò la fanciulla del sogno e decise di chiederla in moglie. Il Re temeva che la figlia soffrisse, fra le nere montagne della Terra, ma lei promise di renderle luminose seminandoci i loro fiori, quelli che noi ora chiamiamo stelle alpine. Così i due giovani si sposarono e andarono nel regno del principe. Ma la principessa, che aveva nostalgia della sua terra lunare, ci tornò e il principe, disperato, chiese aiuto al popolo dei nani. Essi si sparsero sulle montagne, presero i raggi della luna, come fossero fili di seta, e li usarono per avvolgere le cime. Il paesaggio emanò una splendida luce argentea e la principessa ritornò, felice, dal suo sposo. Da allora, le Dolomiti sono uniche al mondo per la loro luminosità. Autori vari, Enciclopedia della fiaba, Principato

E

ntra nel testo ... per ricordare! • Qual è lo scopo di questa leggenda? Spiegare l’origine delle montagne. Dare una spiegazione fantastica a un fenomeno naturale. Descrivere le Dolomiti.

Leggende

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Perché le Dolomiti sono bianche e luminose


Romolo e Remo Leggenda popolare dell’Italia centrale Circa tremila anni fa, alcune navi giunsero in vista di una terra sconosciuta dove scorreva un fiume maestoso. Gli uomini sbarcarono. Erano Troiani, reduci dall’incendio della loro città, e il loro capo era Enea, valorosissimo guerriero. In quella terra vivevano i Latini e il loro re, il saggio Latino, li accolse con benevolenza, diede loro ospitalità e, dopo qualche tempo, diede in sposa ad Enea sua figlia, Lavinia. Enea fondò una città, Lavinium, in onore della sposa, e suo figlio Ascanio fondò a sua volta la città di Albalonga. Molti e molti anni dopo la morte di Ascanio, divenne re di Albalonga il buon Numitore. Egli aveva, però, un fratello malvagio e invidioso, di nome Amulio, il quale avrebbe voluto regnare. Per raggiungere il suo scopo, fece imprigionare Numitore e costrinse Rea Silvia, la figlia di lui, a farsi sacerdotessa. Amulio poteva ormai sentirsi sicuro e tranquillo, ma il dio Marte mandò a Rea Silvia due gemelli, Romolo e Remo. Amulio, adirato, ordinò che venissero uccisi. Ma il servo, incaricato del crudele compito, non ebbe il coraggio di commettere un delitto così grave: pose, invece, i due gemelli in una cesta di vimini e li abbandonò sulle acque del Tevere, con la speranza che qualcuno li salvasse. Li trovò una lupa che li allattò insieme ai suoi cuccioli...

Chiave di lettura

L’EROE ENEA Ricordi? Nelle pagine del tuo libro hai già conosciuto Enea. • Chi era? Secondo te, questa leggenda si ispira all’Eneide? Perché?

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Le origini di Roma Leggenda popolare dell’Italia centrale Vicino alle rive del Tevere, in una povera capanna, abitavano un vecchio pastore e sua moglie: Faustolo e Laurenzia. Una sera Faustolo sedeva stanco sulla porta della capanna mentre Laurenzia preparava lo scarso cibo serale. All’improvviso, dal bosco, sentirono un fruscio, e laggiù, verso il fiume, un’ombra scura scivolò fino alla riva... Faustolo pensò di andare a vedere cosa fosse successo, disse alla moglie d’aspettarlo e avanzò cauto verso la riva del Tevere. Per le piogge recenti, il fiume era straripato nei campi ed il terreno era cosparso di larghe pozze d’acqua. In una di quelle pozze, ai piedi di un albero, Fàustolo vide una lupa enorme, sdraiata su un fianco, e due bambini che si nutrivano del suo latte. Credeva di sognare. Si ritirò pian piano e tornò alla capanna dove raccontò tutto alla moglie incredula, poi la trascinò fuori verso il fiume. Vicino alla pozza la lupa non c’era più e i due presero i bambini che, poco dopo, riposavano al caldo, nella capanna di Faustolo e Laurenzia dove crebbero presto. In pochi anni diventarono due ragazzi forti. Faustolo li aveva chiamati Romolo e Remo; ed essi lo rispettavano come un padre. La leggenda racconta che un giorno essi conobbero la loro storia e ritornarono ad Albalonga, punirono il crudele Amulio e liberarono il nonno Numitore. Lasciarono poi Albalonga e si recarono sulla riva del Tevere per fondare una nuova città. Per darle un nome, decisero di osservare il volo degli uccelli. Chi ne avesse visti di più, avrebbe dato il proprio nome alla nuova città. La fortuna favorì Romolo, il quale prese un aratro e, sul colle Palatino, tracciò un solco per segnare il confine della città che da lui fu chiamata Roma.

C

apito tutto?

• I Romani crearono mole leggende per nobilitare le proprie origini e la propria storia. Che cosa vuole spiegare, infatti, la leggenda?

P

rova tu! • Inventa una leggenda che spieghi l’origine del luogo in cui vivi. Nel racconto puoi inserire un personaggio storico, un personaggio mitologico, un animale con particolari poteri.

Leggende

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La Puglia e il suo vino Leggenda popolare dell’Italia meridionale

In alto: Bacco in un mosaico. Sotto: Le Baccanti in un affresco.

tore a i z n e evid cammei: pietre dure lavorate a tutto tondo o a rilievo, utilizzando i vari strati della pietra e la differenziazione dei loro colori.

Le anfore preziose, venute alla luce negli scavi del Tarantino, e i cammei con la figura di Bacco, testimoniano quale importanza abbia avuto, anche nel passato, per questo popolo, la ricchezza vinicola che ha reso la regione famosa nell’antichità. Quando il giovane dio Bacco approdò in Puglia, con il suo corteo di Fauni e di Baccanti, navigando dalle coste della magna Grecia, vi trovò solo campi sassosi, dove cresceva una vegetazione scarsa e stentata. – Che strana terra! – esclamò seccatissimo. E, con il calzare dorato, fece saltare lontano i sassi aridi e la terra arsa e bruciata dal sole. – Ma guarda un po’! – esclamò poi meravigliato – Qui, almeno, c’è un ramoscello ancora verde! Deve essere resistente, se non è seccato in questa terra inospitale. Lo raccolse pensoso: – Salviamo almeno questo – decise. E, scavata una buchetta nel terreno, ve lo piantò. Poi andò a cercare un po’ d’acqua, per innaffiarlo e per ammorbidire il terreno intorno alla pianta. Ma, quando tornò, un vento impetuoso, in quella zona senz’alberi, aveva già abbattuto il ramoscello e lo aveva portato lontano. – Per Giove! – gridò sdegnato il dio. – Qui bisogna subito correre ai ripari! Cercò un sostegno, ma non vi erano che sassi: non un bastoncino, non una canna...

tempospazionatura I Fauni erano divinità romane dei boschi, protettrici della pastorizia. Le Baccanti erano le creature che accompagnavano Bacco e che, durante le feste, danzavano allegramente, ornate di edera.

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Qua e là, sparsi tra le pietre, biancheggiavano solo ossi di animali divorati dai lupi. Ne scelse tre e ne fece sostegno alla piantina. Erano un osso di leone, uno di scimmia e uno di maiale. Poi Bacco riprese il viaggio attraverso il mondo. Nel frattempo, il ramoscello crebbe e diede bellissimi grappoli. Ma la pianta aveva assorbito le caratteristiche dei tre ossi che l’avevano sostenuta. Gli uomini se ne accorsero quando spremettero l’uva e assaggiarono l’ottimo vino che avevano ottenuto. Infatti, la prima coppa li rendeva coraggiosi come il leone, la seconda allegri e scherzosi come la scimmia, ma la terza, ahimé, li faceva somigliare terribilmente al maiale. Così i Pugliesi spiegano ai forestieri le caratteristiche e i pericoli dei loro fortissimi vini. Le regioni d’Italia, AMZ Editore

Chiave di lettura REALTÀ E FANTASIA Nella leggenda si mescolano spesso elementi reali e fantastici (personaggi, luoghi, tempi). • Quali, tra le seguenti affermazioni, sono vere V e quali false F? VF – La Magna Grecia è un luogo realmente esistito. – Bacco è un personaggio storico. VF – Il vino pugliese è pregiato. VF – Fauni e Baccanti sono personaggi mitologici. VF

C

apito tutto?

• Che cosa vuole spiegare questa leggenda? Gli effetti che il vino pugliese può avere su chi lo beve. Le ottime qualità e le caratteristiche di quel vino. Il vino fa stare male.

Leggende

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Dedalo e la Sardegna Leggenda popolare sarda Minosse, mitico re di Creta, figlio di Zeus, secondo la tradizione, fece costruire dal suo architetto, Dedalo, un labirinto per rinchiudervi il Minotauro, un mostro con testa di toro e corpo di uomo. La leggenda racconta che, in seguito, Minosse imprigionò nel labirinto Dedalo e suo figlio Icaro. Essi riuscirono, però, a fuggire costruendo ali di cera; ma le ali di Icaro, che si era avvicinato troppo al sole, si sciolsero, così lui precipitò e morì. Dedalo, fuggito da Creta per sottrarsi all’ira di Minosse, sorvolava il mare, sorretto dalle ali di cera, alla ricerca di un’isola di cui gli avevano parlato i marinai cretesi e, all’improvviso, la riconobbe. Allora scese atterrando in un bosco, dove i pastori ospitali lo accolsero ed onorarono. Lì rimase fino a che il vento freddo dell’autunno spogliò le querce degli alti pascoli e la sua pena, per la recente perdita del figlio Icaro, si affievolì. Anche i pastori, suoi amici, emigravano verso le terre più miti del sud e allora Dedalo, prima di lasciarli, volle far loro un dono. In una radura segreta, sovrapponendo pietra su pietra con un’inclinazione e con un ritmo inconsueti, cominciò a legare saldamente i sassi, ma senza far uso di alcuna calce. Li bilanciava con la sua arte e li distribuiva con la sua fantasia, costruendo un edificio mai visto fino a quel giorno. Così inventò i nuraghi e li donò ai sardi per la loro calorosa ospitalità, perché essi potessero avere una casa e anche una fortezza.

tempospazionatura La leggenda interpreta, in chiave fantastica, una verità storica: l’influsso della civiltà egea che, sviluppatasi in Grecia, a Creta e nelle isole del mar Egeo, raggiunse anche le sponde della Sardegna, grazie alle navi cretesi e micenee che transitavano per i commerci. • Svolgi una ricerca sull’artigianato artistico e l’architettura monumentale (nuraghi, templi e tombe) che testimoniano la civiltà egea.

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e...

segna le scelte corrette!

Il RACCONTO UMORISTICO presenta situazioni: fantastiche o realistiche. solo fantastiche o solo realistiche. • I fatti narrati sono arricchiti da:

La LEGGENDA: Spiega in modo fantastico particolarità di luoghi e tradizioni locali.

battute spiritose o sorprendenti. biografie dei personaggi. • Il suo scopo è quello di:

Presenta personaggi reali e / o fantastici.

evidenziare difetti e abitudini comuni.

Presenta solo personaggi reali.

far conoscere personaggi importanti.

Racconta fatti che si svolgono in tempi imprecisati. Racconta fatti che si svolgeranno in un lontano futuro.

Il RACCONTO EPICO narra le gesta straordinarie di: Il RACCONTO POLIZIESCO presenta

dèi ed eroi.

situazioni assurde, fantastiche.

personaggi valorosi.

casi da risolvere attraverso la raccolta di indizi e il ragionamento.

fate e principi.

personaggi fantastici personaggi realistici

BRAVO! BRAVA! Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite sui testi narrativi (racconti umoristici, racconti polizieschi, leggende, racconti epici).

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Chiave di lettura

RACCONTI DI FANTASCIENZA

I racconti di fantascienza presentano vicende fantastiche mescolate a dati scientifici e tecnologici. Le vicende sono in genere ambientate nel futuro, su altre galassie o in luoghi creati artificialmente; oppure nel passato, raggiunto attraverso prodigiose macchine del tempo. I personaggi sono uomini, alieni, robot...

Viaggio nello spazio Spesso i protagonisti compiono viaggi su altri pianeti. Possono essere terrestri (scienziati o tecnici) ma anche bambini (come Nick).

Gli extraterrestri, o alieni, compaiono spesso nella fantascienza: possono essere mostruosi e pericolosi o simpatici e gentili.

I racconti sono quasi sempre ambientati nel futuro, in cui il progresso scientifico e tecnologico rende possibili grandi invenzioni, come macchine straordinarie e robot intelligenti.

L’astronave si avvicinava al nuovo pianeta che, sotto di loro, apparve come un mondo arancione, sospeso tra le nebbie, che sembrava evaporare nella luce del sole. – È un ambiente completamente diverso dal nostro – disse il padre a Nick. L’astronave atterrò. Guardando dal finestrino, Nick vide, al bordo della pista, un alieno che sembrava aspettarli. Il cuore gli galoppava nel petto: l’extraterrestre aveva il corpo tondo come un barattolo e un muso ampio e mite, dall’espressione decisamente amichevole. Mentre il portellone dell’astronave si apriva, la creatura avanzò verso di loro, dondolando goffamente. «Finora, tutto bene» pensò Nick tra sé. Quell’essere non gli sembrava pericoloso. Insieme a suo padre, finalmente, mise piede sul suolo polveroso della pista d’atterraggio. Pochi minuti dopo, con un gran boato, l’astronave volò di nuovo verso il cielo. Nick la osservò aspettando che svanisse nell’aria e che lo strepitio dei motori si spegnesse nel silenzio. Poi si girò verso l’alieno, che li accolse con un sorriso gentile: – Benvenuti sul nostro pianeta. Vi auguriamo una buona vacanza! Nick si sentiva stranamente contento: stava per vivere l’avventura più emozionante della sua vita. Philip K. Dick, Nick e il glimmung, Mondadori

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Il mio amico robot – … Novantotto, novantanove, cento! – Gloria riabbassò le braccia paffute, con le quali si era schermata gli occhi, e restò immobile per un attimo. Poi si allontanò dall’albero a cui era appoggiata, cercando di guardare contemporaneamente in tutte le direzioni. Girò il capo, per controllare un folto cespuglio alla sua destra, poi arretrò ancora, per poter frugare con lo sguardo negli angoli meno illuminati. Il silenzio era profondo. – Scommetto che è rientrato in casa! – brontolò. – Eppure gli ho detto mille volte che non è leale! Strinse le labbra e si avviò a passo deciso verso la casa che sorgeva al di là dalla strada. Udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l’albero. – Aspetta, Robbie! – gridò scoraggiata. – Non è leale! Avevi promesso che non avresti cominciato a correre finché non ti avessi trovato! I suoi piedi non potevano reggere il ritmo dei passi di Robbie. Ma, a tre metri dalla meta, Robbie rallentò di colpo l’andatura, si limitò ad avanzare strascicando i piedi: così Gloria gli sfrecciò davanti e toccò l’albero che segnava il traguardo. – Ora tocca a me nascondermi! – esclamò la bambina. Robbie annuì con il capo, un parallelepipedo dagli spigoli arrotondati, innestato, per mezzo di un giunto corto e flessibile, sul parallelepipedo più grande che era il torso. Poi si appoggiò con la faccia contro l’albero. Una sottile pellicola metallica calò sugli occhi lucenti e dal suo corpo uscì un ticchettio regolare e risonante. – Non guardare... E non saltare qualche numero! Altrimenti ti spengo! – lo ammonì Gloria che corse velocemente a nascondersi..

E

ntra nel testo • Il brano presenta un robot davvero speciale: che cosa lo rende diverso da quelli che puoi trovare nei negozi di giocattoli? • Quali elementi rendono fantascientifico il brano? Gloria gioca con Robbie. Il robot si comporta come una persona. .................

C R E S CE R

E!

Le emozioni • Secondo te, Robbie prova emozioni tipiche dell’uomo? Quali? • Ti piacerebbe avere un amico come Robbie? Perché?

Isaac Asimov, Io robot, Bompiani

Racconti di fantascienza

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Alla ricerca del passato – Ehi, riesco a leggerla! È scritta nella nostra lingua... La lingua era proprio quella conosciuta dai robot ed era su quel pianeta dimenticato che girava attorno a un insignificante sole nell’angolo più remoto dell’universo! Otto sentì che un enorme flusso di corrente gli si scaricava nel cervello: avevano scoperto il loro passato, avevano trovato i loro antenati, le loro origini. Tutte le altre prove potevano essere discusse, ma non questa. Gli antenati, quelli che erano esistiti prima, avevano lavorato per creare un mondo migliore a beneficio di discendenti misteriosi. I loro antenati erano stati la macchina, la leva, la ruota o un’altra forma di vita completamente diversa? C’era stato qualcuno che aveva preceduto le macchine? I robot si erano fermati davanti a una targa metallica spessa parecchi centimetri e sostenuta da solidi pilastri. Sulla targa c’erano incise queste parole: Ora l’uomo muore. Un batteriòfago da mutazione, resistente oltre i limiti delle possibilità umane, distrugge tutte le cellule organiche, anche quelle dei cadaveri. Sulla Terra non c’è speranza di salvezza. Domani partiremo con il primo razzo verso Marte; l’astronave sarà guidata dai robot Thoradson. Forse riusciremo di nuovo a vivere. Forse dovremo morire... Partiremo, e che Dio sia con noi!

tempospazionatura Il batteriòfago è un virus che infetta e distrugge i batteri, microrganismi che svolgono importanti funzioni per la vita, per esempio la produzione di antibiotici; i virus sono elementi, invisibili anche al microscopio, che vivono all’interno e a spese di una cellula ospite.

E

ntra nel testo • I robot stanno cercando:

le loro origini.

• Il pianeta dimenticato è: • Essi scoprono:

Marte.

la Terra.

che sono stati costruiti e resi intelligenti dall’uomo. che l’uomo avrebbe voluto sfruttarli.

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altri pianeti.

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


– Uomo... – mormorò Sette – Che cosa significa? – Forse – rispose Otto – è la forma di vita che ci ha creati. Sette fissò la targa di metallo, leggendo a una a una le lettere incise. – Credo che tu abbia ragione! – concluse. – Vedi, usavano la parola «robot». Nella sua voce un’improvvisa espressione di disgusto si mescolò alla meraviglia. – Un organismo... Un animale... Eppure ci hanno creati loro, per usarci come schiavi: guidavano la loro astronave per mezzo dei robot. – Ecco perché non riuscivamo a trovare l’anello di congiunzione fra noi e le macchine! – esclamò Nove. – Essi svilupparono le macchine e le usarono fornendole di intelligenza. Questo deve essere accaduto assai tardi, nel corso della loro storia, perché ne costruirono pochissime. O, forse, avevano paura: è difficile saperlo... Ma certamente furono i nostri antenati. Alfred E. Van Vogt, Destinazione Universo, Editore Nord

ra u t t e l i d e v a i h C IL MESSAGGIO DELLA FANTASCIENZA Spesso un racconto di fantascienza offre messaggi per riflettere. • Scegli, segna o scrivi il messaggio trasmesso dal testo. Spesso l’uomo, nel suo desiderio assoluto di progresso, non si rende conto di danneggiare sé stesso. I robot sono nemici dell’uomo. ............................................................................

Racconti di fantascienza

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Vai alle pagine 20, 21, 22, 23 dell’Atlante dei linguaggi!

Missione Terra!

Riflessione sulla lingua Cerchia in rosso i verbi transitivi e in blu i verbi intransitivi. Poi analizzali sul quaderno: atterrò • dormiva • aveva visto • sporgeva • inciampare.

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L’astronave proveniente dal cielo stellato atterrò, non vista, sulla Terra, alle ore 3.15 della notte. Anzi, per la precisione, atterrò sul balcone di casa del signor Rossi, che se la dormiva della grossa. XYZ-23 aprì il portello dell’astronave, con una delle sue quattro mani, e scese lungo la scaletta, sulle sue quattro gambe, stando bene attento a non inciampare. Il piccolo alieno era stato mandato in ispezione sulla Terra e si accingeva a compiere la sua missione. Trovò una finestra aperta e si lasciò scivolare dentro la stanza. Era finito nel bagno e da lì cominciò a esplorare la casa. Grazie alla sua vista a raggi infrarossi, si muoveva perfettamente anche al buio, tuttavia era piuttosto disorientato perché non aveva mai visto tanti oggetti strani e minacciosi. Davanti a lui stava un grosso recipiente bianco che aveva un piccolo foro sul fondo, chiuso da un tappo di gomma. XYZ-23 provò a mordicchiare la gomma del tappo e la trovò appetitosa: strano che si usassero certe leccornie per tappare i buchi! Dal muro, sopra il grande recipiente, sporgeva un tubo di ferro con due grandi manopole, una con un coperchietto blu e una con un coperchietto rosso. Più in alto c’era una specie di cornetta del telefono, da cui cadeva a intermittenza una goccia d’acqua. Incuriosito, il piccolo extraterrestre toccò e ritoccò una delle due manopole, quella con il coperchietto rosso, finché una pioggia d’acqua bollente, proveniente dal «telefono» sopra di lui, lo investì e lo scottò. XYZ-23 emise un fischio, impaurito, e girò subito la manopola rossa. La pioggia cessò.

UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Si guardò attorno e vide un altro oggetto interessante da esplorare: si trattava di un recipiente, che era bucato come il primo, ma più piccolo e sistemato più in alto. L’extraterrestre ci si arrampicò sopra e trovò anche lì tubi e manopole rosse e blu. Stavolta si guardò bene dal toccarle. Sopra il recipiente, attaccato al muro, c’era uno strano vetro: sembrava una finestra, ma non si vedeva il cielo fuori; l’unica cosa che appariva sul vetro era un esserino verdognolo con antenne, naso a trombetta, quattro braccia, quattro gambe e con l’aria spaventata. XYZ-23 pensò di non essere solo, poi capì che nella strana finestra stava vedendo sé stesso. Su un ripiano, vicino al vetro-finestra, c’erano diverse cose interessanti, tra le quali una stecca di plastica, da cui sporgevano tanti denti uguali, e un attrezzo che gli ricordava la sua piccola pistola a raggi gamma. «Questa è sicuramente un’arma!» pensò XYZ-23, molto soddisfatto della sua scoperta. Impugnò la pistola e, nel farlo, spostò un interruttore: un potente getto d’aria calda lo investì facendogli rizzare le antenne sulla testa. Stefano Bordiglioni, Guerra alla grande melanzana, Einaudi

Chiave di lettura ELEMENTI DELLA FANTASCIENZA • Quali elementi tipici del racconto di fantascienza trovi in questo brano? Mostri crudeli e spaventosi. Protagonisti extraterrestri buffi e simpatici. Astronavi provenienti da altri pianeti. Dati scientifici e tecnologici. Il tempo futuro in cui i fatti si svolgono. Un incontro ravvicinato tra umani e alieni.

C

apito tutto?

• Che cos’è il grosso recipiente bianco che XYZ-23 vede appena entrato nel bagno della casa? E il secondo recipiente, simile al primo ma più alto e più piccolo? E l’attrezzo che lui ritiene un’arma?

P

rova tu! • Prova a immaginare di entrare nell’abitazione di un extraterrestre: quali strani oggetti troveresti? Inventa e racconta.

Racconti di fantascienza

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Uno zoo straordinario L’argentea astronave del professor Hugo atterrò tra le familiari e frastagliate rocce di Kaan: a uno a uno, i suoi passeggeri, i ragni-cavallo, sgusciarono via dalle gabbie e schizzarono in cento direzioni diverse, raggiungendo le loro case tra le rocce. In una di queste, la creatura-lei fu ben felice di rivedere il compagno e il loro figlioletto. Salutandoli nel linguaggio tipico di Kaan, corse ad abbracciarli. – Quanto tempo! Allora, è stato bello? La creatura-lui annuì: – Magnifico! Specialmente il nostro piccolo si è divertito un sacco! Abbiamo visitato otto mondi e visto molte cose! Il piccolo galoppò allegro nella caverna, inerpicandosi sulle pareti. – Il posto chiamato Terra è stato il migliore di tutti! Le creature che ci abitano portano indumenti sulla pelle e camminano su due zampe! – Ma era pericoloso? – Chiese la creatura-lei. – No – rispose il compagno. – Ci sono sbarre robuste per proteggerci da loro. La prossima volta devi venire anche tu, cara! – Oh, sì! – annuì il piccolo – È stato il miglior zoo in assoluto! Edward D. Hoc, Zoo, in Storie di giovani alieni, a cura di Isaac Asimov, Mondadori

Chiave di lettura PUNTI DI VISTA INSOLITI Una caratteristica dei racconti di fantascienza è la presentazione di opinioni e punti di vista insoliti, sorprendenti. • I protagonisti di questo racconto sono:

esseri umani.

alieni.

• Il loro punto di vista riguarda: esseri umani. alieni. • Immagina di vivere nel futuro e di avere l’occasione di visitare il pianeta Kaan: quale sarebbe il tuo punto di vista riguardo ai suoi abitanti?

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UNITÀ 3 • TESTI NARRATIVI FANTASTICI


Altri mondi Al tramonto di un sole diverso dal nostro, i piccoli di Fisfin si avviavano a scuola. Si sedevano in cerchio intorno al maestro, il vecchio Cos, aspettando in silenzio che l’ultimo raggio sparisse dietro le montagne. Allora Cos cominciava a raccontare. Cos era il cosmonauta più vecchio di Fisfin. Aveva viaggiato per l’universo in lungo e in largo. Aveva sfidato imprese ritenute impossibili e aveva conosciuto altri abitanti dello spazio. Ora, passato il tempo dell’avventura e sopraggiunta l’età dei ricordi, Cos raccontava ai piccoli fisfini i segreti dello spazio e accontentava le loro curiosità rispondendo alle loro domande. Cercava soprattutto di insinuare in loro nuove curiosità, preparandoli così al loro futuro di viaggiatori. Il tempo passava, i fisfini crescevano e i loro sogni diventavano più grandi, ma era ancora lontano il momento della partenza. Dovevano studiare, imparare a leggere mappe, conoscere i venti, i sistemi planetari, i diversi oggetti volanti; dovevano ripetere le formule magiche e approfondire le conoscenze di misterica e trasformazionistica. Seduta accanto a Cos c’era sempre Catapulta, la piccola futura astronauta. Ascoltava, ripeteva, imparava, spinta dal desiderio di fare presto, prima degli altri. Non vedeva l’ora di partire verso la meta che più di tutte la incuriosiva, il pianeta Terra. «La Terra... come sarà? E come saranno i Terrestri?» pensava Catapulta. Il maestro li aveva incontrati in uno dei suoi viaggi e li aveva descritti come festosi, un po’ confusionari, con i capelli tutti di un colore e il naso con due sole narici. Anna Sarfatti, Capitombolo sulla Terra, Giunti

E

ntra nel testo • Nel testo sono presenti due parole strane, inventate dall’autrice: quali sono? Sapresti dire che cosa vogliono significare? Formula le tue ipotesi e confrontale in classe.

P

rova tu! • Per i bambini di Fisfin è strano pensare che i loro coetanei terrestri abbiano i capelli tutti di un solo colore e il naso con due narici. Questo può farti immaginare il loro aspetto: descrivilo.

Racconti di fantascienza

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Tempo di... o … ripos Ritorno dell’inverno Come un fanciullo che da un lungo viaggio stanco ritorna al paese natio, e dorme e si riposa, così tranquillo, placido e sereno è l’inverno che torna.

… neve

Ishikawa

Neve Neve, se ti penso mia come diventi lieve sul mio cappello. Matsuo Basho

… attesa Nessun fiore è nato Fili neri di tronchi, fili neri di nubi sul cielo rosso e questa prima erba, chiara, libera dalla neve, fa pensare alla primavera e guardare se ad una svolta nascono le primule. Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri, la nebbia addormenta i fossati, un lento pallore devasta i colori del cielo. Scende la notte, nessun fiore è nato. Antonia Pozzi

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... inverno … sorbetti nelle isole d’Itali a Prima si mangia con gli occhi, poi ci si accorge che la cucina siciliana soddisfa il gusto, l’olfatto e perfino il tatto. Insomma, sembra inventata per soddisfare tutti i sensi: basta pensare ai fruttini di marzapane o ai sorbetti al profumo di fiori. Furono gli Arabi, golosissimi per natura, a inventare il famoso sorbetto: usavano la neve dell’Etna arricchita di succhi di agrumi. Comunque, tra la frutta invernale, sono proprio gli agrumi (arance, mandarini, limoni, pompelmi) i più tipici. Giungono nelle fredde regioni d’Italia dalle regioni più calde per portare il loro contributo di vitamina C. Per i bambini, il succo d’arancia è una preziosa fonte di salute.

tasia n a f e i n o i z … emo L’origine delle stagioni Un giorno, finalmente, il Sole rivelò a Demetra la verità sulla sorte della fanciulla. Allora il dolore si trasformò in collera: Demetra tenne nascosti dentro il terreno i semi delle piante, giurando di non farli più germogliare finché Persefone non le fosse stata restituita. Gli uomini sarebbero morti di fame e la Terra sarebbe rimasta arida e spoglia. (Continua a pagina 161)

93


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e... colora l’affermazione esatta!

Il RACCONTO DI FANTASCIENZA presenta situazioni fantastiche e... I protagonisti possono essere... dati reali, legati a esperienze quotidiane.

dati scientifici e tecnologici.

fantastici.

terrestri. extraterrestri. La vicenda può svolgersi in vari luoghi:

la Terra.

su altri pianeti.

gli spazi interplanetari.

in località storiche. Il tempo può essere: il presente. il futuro.

BRAVO! BRAVA! 94

Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite sui testi narrativi (fantascienza).


Testi poetici Dietro la Porta Rimaperta troverai...

Apri la porta e scoprilo tu!

PO RT A POESIE DI IERI ... come l’eco di un tempo lontano

A T R RIMAAPE

POESIE DI ALTRI MONDI ... come messaggi di amicizia e fratellanza fra popoli

POESIE DI OGGI ... come compagne della nostra vita

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Chiave di lettura UN MONDO DI POESIE Leggerai: poesie di ieri, composte da autori vissuti nel secolo scorso; poesie di oggi, composte da autori contemporanei; poesie dei popoli: canti, filastrocche, rime di mondi lontani. Gusterai atmosfere «magiche», proverai emozioni diverse, potrai riflettere e confrontarti.

ri Poesie di ie

• Gli elementi che ti fanno capire che questa è una poesia di ieri sono: i luoghi descritti. le parole usate.

atore i z n e d evi meni: porti. palpito: fremito di emozione.

Mare M’affaccio alla finestra e vedo il mare. Vanno le stelle, tremolano l’onde. Vedo stelle passare, onde passare: Un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l’acqua, alita il vento: Sul mare è apparso un bel ponte d’argento. Ponte gettato sui laghi sereni, Per chi dunque sei fatto e dove meni? Giovanni Pascoli, Myricae, Mondadori

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UNITÀ 4 • TESTI POETICI


gi Poesie di og

Giungla d’asfalto Vagano nella notte vasti gli autobus, anime in pena, scrigni di luce pallida, tremanti, vuoti, utili. Soltanto a chi è lontano, avanti e indietro. Sempre legati ad una linea di dolore. E lasciano salire ad ogni sosta un sospiro che sembra una preghiera.

• Da che cosa s’intuisce chiaramente che questa è una poesia di oggi e racconta una realtà a noi vicina nel tempo? Dagli oggetti descritti. Dagli aggettivi usati. • Che tipo di parole usa il poeta? Incomprensibili e lontane. Appartenenti al linguaggio quotidiano.

Valerio Magrelli, Disamori, in Nature e venature, Mondadori

opoli Poesie di p

Canzone magica per il bel tempo ... E a che cosa penso quando vado girando per il paese? Ai buoi muschiati che si accucciano come pietre nella pianura. Alle renne selvagge che alzano i loro rami ben al di sopra delle montagne. È alla caccia grossa che penso quando vado girando per il paese. Ajai jai jai jai. Canti eschimesi, Edizioni Avanti!

• Che cosa ti aiuta a capire che questa poesia appartiene alla tradizione di un popolo lontano da noi? Parlane in classe!

Poesie di ieri e di oggi

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ri Poesie di ie

Mattino Che infantile dolcezza nel mattino quieto! Gli alberi protendono le loro braccia a terra. Un soffio tremulo ricopre le sementi e i ragni distendono le loro strade di seta, raggi sul cristallo dell’aria. Nel viale una fonte recita il suo canto fra l’erba. Federico García Lorca, Poesie, Guanda

Chiave di lettura PERSONIFICAZIONE E METAFORA Ricordi? La personificazione consiste nell’attribuire a elementi della realtà caratteristiche, azioni umane. La metafora è una «similitudine abbreviata»: il poeta accosta due elementi confrontandoli tra loro e creando un’immagine emozionante, in cui uno diventa, è l’altro. • Con l’aiuto dell’insegnante, spiega sul quaderno le personificazioni e le metafore create dal poeta! – Gli alberi protendono le loro braccia – Un soffio tremulo ricopre le sementi – I ragni distendono le loro strade di seta – Il cristallo dell’aria – Una fonte recita il suo canto fra l’erba.

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UNITÀ 4 • TESTI POETICI


Poesie di ie ri

Gabbiani Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io sono come loro, in perpetuo volo. La vita la sfioro com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch’essi amo la quiete, la gran quiete marina. Ma il mio destino è vivere balenando in burrasca. Vincenzo Cardarelli, Poesie, Mondadori

T

u in gioco!

• Come considera la sua vita, secondo te? Tranquilla. Allegra. Inquieta. • A chi si paragona? • Su che cosa riflette, dunque, il poeta? Qual è l’argomento della poesia? I gabbiani sono liberi e spensierati. La vita del poeta è inquieta, senza un momento di pace. Il poeta vorrebbe vivere in una tranquilla località marina.

ra u t t e l i d e v a i h C LA METAFORA L’espressione vivere balenando in burrasca, cioè come un lampo durante il temporale, è una metafora: il poeta, attraverso l’immagine del lampo, e del temporale, esprime un paragone abbreviato con la propria vita (il mio destino).

Poesie di ieri e di oggi

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ri Poesie di ie

Ritratto della mia bambina La mia bambina con la palla in mano, con gli occhi grandi color del cielo, e dell’estiva vesticciola: «Babbo» Mi disse «Voglio uscire oggi con te». Ed io pensavo: di tante parvenze che s’ammirano al mondo, io ben so a quali posso la mia bambina assomigliare. Certo alla schiuma, alla marina schiuma che sull’onde biancheggia, a quella scia ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde; anche alle nubi, insensibili nubi che si fanno e si disfanno in chiaro cielo; e ad altre cose leggere e vaganti. Umberto Saba, Poesie, Mondadori

Chiave di lettura

T

u in gioco!

• Nella poesia ci sono parole ed espressioni che evocano colori. Quali sono? Sottolineale. • E tu, come immagini la bambina? Fanne un ritratto sul quaderno, utilizzando anche i colori che il poeta ti suggerisce.

100

UNITÀ 4 • TESTI POETICI

PARAGONI Il poeta scrive che... Fra tante immagini passeggere (parvenze) che si possono ammirare nel mondo, io so bene a quali paragonare (assomigliare) la mia bambina. • A che cosa paragona la figlia? Per farlo, quali immagini «prende in prestito» dalla natura? Leggi attentamente la poesia. Riesci a individuare i tre elementi della natura a cui il poeta paragona la figlia? 1 ..................................................................... 2 ..................................................................... 3 .....................................................................


Poesie di ie ri

Uccellino mattiniero All’alba l’uccellino è impazzito, è come matto. Si strappa dal ramo, si rovescia contro terra, vola dal melo fino al ciliegio in fiore. Fulmine minuscolo di grigio e rosa. Strillando che spunta il sole, svolazza sull’ippocastano e trilla la parola «sole», cinguetta la parola «spunta». Si dondola sui rami come su una barca verde E becca il silenzio del mattino trinato di pioggia. Fisso a un incendio color di albicocca tra le nubi, capitombola dall’ippocastano in un cespuglio sotto il balcone e strilla con tutto il suo fiato, con esuberante gioia: Di nuovo è spuntato il sole! Non l’ha divorato nessuno!! Maria Pawlikoskwa Janorzewska, Poeti polacchi contemporanei, Silva Editore

T

u in gioco!

• I poeti creano immagini emozionanti usando espressioni efficaci, di grande effetto. Prova a spiegarle tu! – Fulmine minuscolo di grigio e rosa. L’uccellino, con le piume di colore grigio e rosa, vola così velocemente che sembra un fulmine. – Mattino trinato di pioggia. ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

– Incendio color di albicocca. ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ • Quante parole ha usato il poeta per descrivere le immagini? E tu, quante ne hai usate? • Confronta il tuo lavoro in classe!

Poesie di ieri e di oggi

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PAGINE PER...

CAPIRE LE POESIE Dalla poesia alla parafrasi Leggi con molta attenzione questa poesia. Osserva anche la fotografia.

Andiamo d’inverno... Andiamo d’inverno in mezzo al bosco. Il bosco intorno è bianco e silenzioso. Un abbraccio caldo e cieco ci chiude. Ci sciogliamo lenti dal sogno con gli occhi aperti smarriti. Vediamo intorno senza fine il bosco, gli alberi dolorosi, il cielo freddo, la neve perdutamente uguale. Lalla Romano, Poesie, Einaudi Per capire una poesia, è utile seguire alcune strategie. Eccole...

1

Sostituire le parole più difficili con altre più vicine alla nostra esperienza.

4

Dire con più parole quello che è stato detto con poche parole.

2

Aiutarsi con il vocabolario o con il dizionario dei sinonimi.

5

Spiegare le espressioni poetiche in cui si concentrano tanti significati.

6 Cambiare l’ordine delle parole.

Quando utilizzi queste strategie, fai la parafrasi, cioè trasformi la poesia in prosa.

102

3

Mettere prima il soggetto, poi il verbo, infine i complementi.


Iniziamo insieme! Passeggiando nel bosco innevato, la poetessa si sente avvolta in un abbraccio caldo e cieco. Pensaci un po’: a te è mai capitato, ricevendo un abbraccio, di sentirti protetto, tanto da abbandonarti ad occhi chiusi al calore di questa sensazione? • Adesso continua tu, scegliendo la risposta giusta. Ci sciogliamo lenti dal sogno... La poetessa: si sta risvegliando con fatica da un sogno. ha sognato di essere legata a un albero di un bosco. Con gli occhi aperti smarriti... La poetessa: si è persa nel bosco. si guarda intorno un po’ confusa come se si fosse appena svegliata. Gli alberi dolorosi... Gli alberi del bosco: provano dolore. danno una sensazione di tristezza, di dolore.

Come un racconto Quando fai la parafrasi, la poesia si trasforma e diventa un racconto, perdendo la sua struttura. Leggi l’intera parafrasi della poesia della pagina precedente. È inverno. Camminiamo in mezzo ad un bosco pieno di neve, bianco e silenzioso. È come stare nel calore di un abbraccio, a occhi chiusi. Lentamente ci guardiamo intorno, un po’ confusi, e vediamo il bosco, così grande che sembra non finire mai. Gli alberi, spogli, sembrano tristi, come addolorati da qualcosa. Il cielo, bianco, sembra freddo. Dovunque guardiamo, vediamo neve. • Confronta la parafrasi con il testo poetico. Rispetto alla poesia, nella parafrasi... – L’ordine delle parole è stato cambiato? Sì.

No.

– È stato spiegato con tante parole quello che prima veniva detto con poche parole? Sì. No. – Le parole difficili sono state sostituite con altre più facili? Sì.

No.

Obiettivi specifici: conoscere e applicare strategie per scrivere la parafrasi.

103


Vai alle pagine 24, 25, 26 dell’Atlante dei linguaggi! Poesie di ie ri

Il tuono E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d’arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto si udì di madre, e il moto di una culla. Giovanni Pascoli, Poesie, Mondadori

C

apito tutto?

• Collega con una freccia ogni espressione con il suo significato. fragor arduo dirupo rotolò cupo rimareggiò rinfranto vanì

precipizio pericoloso rumore assordante svanì fece un rumore simile all’onda marina. fece un rumore simile a qualcosa che rotola.

Chiave di lettura PAROLE ONOMATOPEICHE La poesia è ricca di parole onomatopeiche. Ricordi? Sono parole che riproducono i suoni e rumori della realtà, in questo caso del tuono. • Individua nei versi le parole onomatopeiche e sottolineale.

104

UNITÀ 4 • TESTI POETICI

P

rova tu! • La poesia può essere divisa in due parti. Nella prima sentiamo il rumore del tuono con tutto il suo fragore, nella seconda soltanto il canto di una mamma e il movimento della culla: evidenzia, in due colori diversi, le due parti. • Come titoleresti la prima parte? E la seconda? Confronta i tuoi titoli in classe.


Poesie di og gi

Di tempo in tempo Di tempo in tempo torna il temporale. Gran grigio in alto, sciami di vento frugano in fretta le foglie. Nelle caverne dell’aria scattano fiamme e urlano pigri immensi petardi. Piove violentemente. Poi il mondo fresco cambia in fretta bandiera. Spuntano aerei azzurri dalle montagne. E con un fischio pazzo appare il sole. Roberto Piumini, Io mi ricordo…, Edizioni EL

T

u in gioco!

• Rileggi la poesia nella pagina precedente. Come ricorderai, si parlava del tuono: in che modo il poeta descriveva il suono del tuono? In che modo il poeta, autore di questa poesia, descrive il tuono? • La poesia, come quella precedente, è divisa in due parti. Individuale, poi, sul quaderno, descrivi con parole tue quello che «vede» il poeta nel primo e nel secondo momento.

Chiave di lettura ALLITTERAZIONI Nella parte iniziale della poesia, evidenziate in rosso, ci sono alcune allitterazioni. Ricordi? Sono ripetizioni, in parole diverse, di stesse lettere o di gruppi di lettere. • Seguendo l’esempio dei primi due versi, evidenzia le allitterazioni, via via che le individui.

Poesie di ieri e di oggi

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gi Poesie di og

Aria di neve Greve e stanca una piccola foschia si avventa lieve sulla città. Parallela a un aeroplano una fredda e secca aria che ha voglia di nevicare. Filippo Bartucci, anni 8, in Bambini in rima, Editrice Piccoli

Chiave di lettura PERSONIFICAZIONI Ricordi? Quando un poeta attribuisce a oggetti, animali o fenomeni naturali caratteristiche e azioni umane, utilizza la tecnica della personificazione. Ecco un esempio.

Bussò il vento, come un uomo stanco. Ed io garbata «Entra» gli risposi con ferma voce. E allora egli rapido entrò nella mia camera. Emily Dickinson, Poesie, Guanda

• Individua le personificazioni contenute nella poesia L’aria. Poi ricopiale sul quaderno scrivendo sotto ciascuna le caratteristiche che il poeta «personifica».

106

UNITÀ 4 • TESTI POETICI


Poesie di og gi

Vorrei tanto trovare Vorrei tanto trovare una cosa bella da amare: essere frizzante come una coppa di spumante, allegra come un petardo, un’impazzita palla di biliardo. Vorrei tanto trovare una cosa bella da amare, che non rallegri me solamente, ma tutta la gente. Cerchiamola insieme: chi viene? Marcello Argilli, Ciao Andrea, Mondadori

P

rova tu! • Scrivi una poesia utilizzando la tecnica della ripetizione di Vorrei tanto trovare. Se preferisci, puoi ripetere solo Vorrei tanto oppure Vorrei. Ecco uno spunto.

Vorrei tanto trovare Un gioco da inventare Vorrei tanto trovare Qualcosa da fare Vorrei tanto trovare ............................................................................

Vorrei tanto trovare ............................................................................

Vorrei tanto trovare

Chiave di lettura RIPETIZIONI Nella poesia ci sono alcune ripetizioni. Ricordi? Sono frasi o parole ripetute nei versi, volute dal poeta per dare maggior importanza al messaggio che vuole comunicare. • Sottolineale, poi rispondi: qual è il messaggio che il poeta ha voluto trasmettere, anche attraverso le ripetizioni?

............................................................................

Poesie di ieri e di oggi

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gi Poesie di og

Lo sguardo del gatto Il gatto, apparve dal fondo del giardino leccò un po’ dalla ciotola, poi sedette immobile, lo sguardo diritto fisso, le sue pupille nelle mie pupille, senza ringraziare né chiedere, solo guardare. Ed io fui intera nelle sue pupille, interamente dentro quello sguardo, senza giudizio, senza attesa, quietamente fui. Donatella Bisutti, poesia inedita

Chiave di lettura LA METONIMIA L’autrice utilizza una tecnica poetica chiamata metonimia: parlando dello sguardo del gatto, in realtà, presenta il gatto e le sue caratteristiche. La metonimia, infatti, consiste nel sostituire una parola dal significato più esteso con un’altra dal significato più ristretto (sguardo). Lo sguardo del gatto non ringrazia né chiede, né giudica, né attende: è semplicemente quieto, tranquillo, scrive l’autrice. In realtà le caratteristiche dello sguardo sono le caratteristiche del gatto stesso: orgoglioso, sornione, misterioso. • Collega con una freccia ogni metonimia al suo significato. Si guadagna il pane con il sudore della fronte. Sei proprio una buona forchetta! Quel vecchio legno era molto comodo.

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UNITÀ 4 • TESTI POETICI

sgabello. una persona laboriosa. una persona di buon appetito.


gi Poesie di og

Le vedo al laghetto Le vedo al laghetto di Villa Pamphili, tra un lieve scuoter di piume e d’ali e schizzi d’acqua e impeti gioiosi, stringere fili d’erba nel becco beate. E senza voli o tanti sogni per la testa consumare la vita bella e naturale. A diletto dei loro occhi l’azzurro e il verde del canneto e una sola attesa l’arrivo di un uomo col cibo del giorno. Ah! Potessi io essere una candida oca! Gabriella Sica, Poesie per le oche, Mondadori

C

apito tutto?

• Segna le tue scelte, poi confrontale in classe. – Qual è il tema, cioè l’argomento della poesia? L’osservazione della vita semplice delle oche. La riflessione sullo schiamazzo e la confusione prodotti dalle oche. – Quali riflessioni ed emozioni si esprimono nella poesia? Le oche sono rumorose e agitate. Le oche vivono una vita priva di preoccupazioni, immerse nella natura. Le oche mangiano solitamente erba e, a volte, il cibo portato dall’uomo. Le oche sono animali poco intelligenti. La vita delle oche è invidiabile, perché placida e tranquilla.

ra u t t e l i d e v a i h C VERSI SCIOLTI Quando un poeta compone senza utilizzare strofe e rime, scrive in versi sciolti. Questa poesia è un esempio di versi sciolti.

Riflessione sulla lingua • Le parole più usate sono nomi, aggettivi o verbi? Per rispondere correttamente, sottolinea in colori diversi ciascuna categoria.

Poesie di oggi

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Vai alle pagine 27, 28, 29 dell’Atlante dei linguaggi! Poesie di og gi

Pace Parlami, amico ascolta ciò che dico se non mi parli il cielo resta tagliato in due e le parole amare, mie e tue poi diventano un mare che non sappiamo più attraversare. Ma se prima che tutto si rovini ci sediamo vicini e ne parliamo insieme allora le parole sono un seme che poi diventa un bosco dove mi riconosci e io ti riconosco e senti ciò che dico ci pensi e se ti piace tu ritorni mio amico. E questa qui è la pace. Bruno Tognolini, poesia inedita

Chiave di lettura RIMA Ricordi? I versi di una poesia sono in rima tra loro quando le parole finali di ciascuno «suonano» allo stesso modo. Leggi ad alta voce questa poesia per sentire meglio la musicalità data dalla rima! • Individua ed evidenzia tutte le rime baciate, come quella che trovi all’inizio (amico /dico). • La rima che trovi negli ultimi quattro versi della poesia è: baciata. alternata. Ricordi perché si chiama così? Sapresti spiegarlo con parole tue?

110

UNITÀ 4 • TESTI POETICI


Poesie di og gi

Lo so, lo so Lo so, lo so. È stato quello che ho visto, quasi all’inizio della mia memoria, dopo pranzo, un’estate appena fuori dall’ombra delle stanze dove sulle poltrone e sui divani letto i miei parenti dormivano: l’attenzione fermissima dei pini e degli ulivi, l’abbaglio calmo del mare fino alle isole, ai monti azzurri là in fondo, e in mezzo al golfo, larga, liscia, la pista di una corrente e lì sotto la spiaggia cotta dal sole, le barche tirate a riva. La bella vista. Umberto Fiori, in La strada delle parole, Mondadori

Chiave di lettura L’ENJAMBEMENT Sai già che ogni riga di una poesia si chiama verso; molto spesso la fine di una frase coincide con la fine di un verso. In alcuni casi, però le frasi vengono spezzate, cominciano in un verso e si prolungano in quello successivo. Questa tecnica si chiama enjambement, una parola francese che significa «scavalcamento» e ha l’effetto di ampliare, dilatare la lunghezza del verso stesso. • Nella poesia sono evidenziati, in colori diversi e con le frecce, tutte le espressioni spezzate: ricopiale, scrivendo le parole di seguito. • Leggi ad alta voce i versi: alla fine di ogni verso fai una pausa; se c’è un enjambement, fallo sentire con una pausa brevissima.

Poesie di ieri e di oggi

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ondo Poesie dal m

Canzone magica per la caccia Renna orgogliosa alta sulle gambe dalle grandi orecchie dal duro pelame sul collo non fuggire davanti a me. Se ti ucciderò offrirò doni assai belli alla tua anima, alla tua anima...

P

Ho bisogno di pelle per le mie scarpe ho bisogno di grasso per il mio lume vieni contenta vieni sempre contenta di qui di qui...

rova tu! • Scrivi una nuova poesia sul quaderno, utilizzando la struttura di quella letta. Pensa ad un animale vicino a te. Per esempio... Cane fedele .................................................................................................... .................................................................................................... Gioca insieme a me Se ascolterai ciò che ti dico .................................................................................................... .................................................................................................... Ho bisogno di te per... Ho bisogno di te per... Vieni qui ..................................................................................... Vieni qui .....................................................................................

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UNITÀ 4 • TESTI POETICI

Poesia eschimese

T

u in gioco!

• Un ingrediente importante dall’antica poesia eschimese è il rapporto dell’uomo con la natura: come ti sembra l’atteggiamento del cacciatore che si rivolge alla renna con questo canto propiziatorio? Rispettoso e delicato. Poco attento e superficiale. Brusco e violento. • Sottolinea tutti i termini che dimostrano l’attenzione e il rispetto del cacciatore per la sua preda.


Poesie dal m ondo

Ninna nanna Tua mamma è andata nella boscaglia a cercare le giuggiole... – Oh bayna! Oh bayna! Zitto. Non piangere! Ne ha trovata una sola. L’ha mangiata sulla strada di casa. E il nocciolo l’ha buttato nel fiume. Zitto. Non piangere! Ninna nanna della Mauritania, in All’ombra del baobab, Mondadori

tore a i z n e evid giuggiole: frutti della pianta del giuggiolo, tra il rosso e il giallo, di forma simile all’oliva, usati per marmellate e conserve.

E

ntra nel testo • Rintraccia nella poesia tutte le espressioni rivolte al bambino: quali ti sembrano insolite o prive di senso? Quale sarà il loro scopo? Parlane in classe.

Chiave di lettura MESSAGGI Come molte altre poesie, anche il testo di questa ninna nanna comunica un messaggio su cui riflettere. • Secondo te questo canto ha lo scopo di comunicare: un messaggio di pace. il fatto che i bambini dell’Africa hanno poco cibo. serenità a un bambino piccolo che sta per addormentarsi.

Poesie dei popoli

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Vai alle pagine 30, 31, 32 dell’Atlante dei linguaggi! Poesie dal m ondo

Canti della creazione Il Mago della Terra crea questo mondo. Vedi cosa può fare! Il Mago della Terra fa le montagne. Attento a cosa ha da dire! Egli è colui che fa gli altopiani. Attento a che cosa ha da dire! Il Mago della Terra crea questo mondo. Il Mago della Terra fa le montagne. Le fa più grandi, più grandi! Canti degli Indiani d’America, Newton Compton

Chiave di lettura PAROLE CHIAVE E STRUTTURA Le ripetizioni di parole o frasi, oltre che a dare più importanza al messaggio poetico, sono parole chiave per definire la struttura di una poesia. • Nel canto compare una parola chiave: quale? Sottolineala. • Scrivi una poesia sul quaderno, utilizzando la struttura di quella letta. Per esempio... La fata del mare ....................................................................... Guarda dove può arrivare! .................................................................................................... .................................................................................................... La fata del mare ....................................................................... Ascolta le sue parole! ........................................................................................

C

apito tutto?

• Chi è il Mago della Terra?

La fata del mare ..........................................................

Una divinità.

La fata del mare ......................................................

Un animale sacro. Il vento.

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UNITÀ 4 • TESTI POETICI


Poesie dal m ondo

Quando matura la papaia Quando matura la papaia c’è uno che va sull’albero con il raccoglitore. Quando arriva in cima si rompe il ramo dopo questa fortuna cercatene un altro. Svegliati bambina andiamo a raccogliere la papaia. Porta il tuo raccoglitore e prendiamo la frutta matura. Ma quando sono in cima l’albero si mette a ballare aggrappati bene bambina perché anche tu puoi cadere. Vinicio Ongini, Io sono filippino, Sinnos Editrice

T

u in gioco!

• Hai appena letto il testo di una canzone filippina cantata in occasione della raccolta della papaia. Leggi adesso questa canzone della tradizione italiana che parla del lavoro dei campi, poi rispondi: quale delle due canzoni preferisci? Perché? Parlane in classe.

La vendemmia Svegliatevi dal sonno dormiglioni, che giunta l’è per noi la gran giornata. E s’ha mangià di polli e di piccioni e ber del vin che vien dalla campagna. E la Menica con il cembalo la furlana suonerà. Viva la Lola!

tempospazionatura Per la raccolta della papaia nelle Filippine si usa il buslo, che nella poesia è tradotto con la parola raccoglitore: è un lungo bastone di bambù con attaccato un cestino dove far cadere la frutta. La furlana è la musica che accompagna un’antica danza friulana che si balla in gruppi di due o quattro persone.

Poesie dei popoli

115


PAGINE PER SCRIVERE Esperienze... poetiche La poesia Lo so, lo so, a pagina 111, riesce a «dipingere» un momento della vita del poeta, un ricordo d’infanzia che torna alla memoria con chiarezza. Nella poesia, infatti, si possono distinguere due momenti: quello del riposo pomeridiano della famiglia e quello in cui... (Continua tu e spiega!) Anche tu puoi provare a descrivere con parole poetiche un momento della tua vita, presente o passata. Segui i suggerimenti!

AFFIDATI ALL’ESPERIENZA

RICORRI ALLA MEMORIA

• Vuoi comporre una poesia che descriva un momento, un fenomeno atmosferico? • Guardati intorno... Puoi osservare i cambiamenti stagionali dell’ambiente: colori, odori, variazioni di temperatura, suoni e rumori, effetti che producono nella vita dell’uomo…

• Che cosa ricordi? Vuoi che la tua poesia racconti un episodio preciso della tua vita? Ripercorri il tuo passato e, una volta individuato il tema della poesia, concentrati e ricorda... – Quale atmosfera c’era? – Che cosa vedevi intorno a te? – Quali erano le tue sensazioni? – C’era qualcuno che condivideva il momento con te?

Scrivi le tue idee su un foglio, in libertà, senza preoccuparti di dare una forma precisa ai tuoi pensieri. Una volta preparato il tuo materiale poetico, sarai pronta/pronto per rielaborare e comporre!

116


Il terreno tematico della poesia Nella poesia di pagina 111 ci sono temi generali, cioè significati d’insieme che si comprendono dopo una lettura attenta. Leggi e completa lo schema. Il poeta comunica... Il poeta ci parla di

Estate, stanze ombrose, divani letto, riposo.

Silenzio, pace.

Il poeta ci parla di

Alberi fermi, mare calmo, spiaggia assolata, barche a riva.

..................................

Il poeta comunica...

Prima di iniziare a comporre, rifletti sempre su quale vuoi che sia il tema della tua poesia. Allenati a trovare immagini inerenti a queste aree tematiche, e poi scegline altre! vita

fiore che sboccia, bambino che cammina, risate, ...............................................................................

malinconia

sole che tramonta, treno che parte, ...............................................................................

felicitĂ

farfalle, amici che cantano in gruppo, ...............................................................................

Adesso puoi provare ad applicare alla tua poesia quello che hai imparato: buon lavoro!

Obiettivi specifici: acquisire strategie per scrivere testi poetici.

117


PAGINE PER SCRIVERE Poesie che descrivono Rileggi Ritratto della mia bambina, a pagina 100: secondo te, questa poesia è di tipo riflessivo, descrittivo o narrativo? Un testo poetico, oltre a creare immagini suggestive, può anche essere un particolare testo descrittivo: con la poesia, infatti, si possono descrivere persone, animali, ambienti, oggetti. • Seguendo la traccia del poeta, prova a inventare una descrizione in rima.

Il mio cagnolino con le zampe bianche la coda dritta e ............. mi seguiva, ed io pensavo: di tante parvenze che s’ammirano al mondo, io ben so a quali posso il mio cagnolino assomigliare. Certo a ............................ E ad altre cose piccole e ............

• Adesso scegli uno dei suggerimenti e componi, seguendo la traccia, un’altra poesia di tipo descrittivo.

1

2

3

La mia casa con le ampie

Quel vecchio tavolo

Il mio amico Pietro

finestre

Con le zampe corte

con un libro in mano

col tetto verde e .................

Con un cassetto rosso

Con un sorriso grande

............................................

fiammante ..........................

come il mare .......................

............................................

............................................

............................................

............................................

............................................

............................................

118


Esercitati a creare... IMMAGINI POETICHE PER DESCRIVERE Le immagini poetiche regalano alle descrizioni un tocco di magia in più: ogni poesia può prendere in prestito immagini dalla natura ed utilizzarle. Nell’ultimo verso della poesia, a pagina 100, il poeta paragona la sua bambina a cose leggere e vaganti. • Fai un elenco di quelle che secondo te possono essere cose leggere e quasi inafferrabili, cioè difficili da prendere al volo. Per esempio: piume portate dal vento; farfalle che volano leggere e si posano qua e là; fiocchi di neve; gocce di ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................. Continua tu!

RIBALTA LA PROSPETTIVA! Immagina di descrivere una persona buffa, allegra. Quali immagini prenderesti in prestito? Leggi l’esempio e poi continua tu sul quaderno.

Prova adesso ad associare immagini descrittive a una persona lenta e pesante. Segui l’esempio.

L’omino poteva assomigliare ad una palla colorata; la sua faccia era tonda come un uovo e la sua risata sembrava un’esplosione di fuochi di artificio...

Camminava trascinando i piedi e ...

Obiettivi specifici: scrivere testi poetici dando risalto a immagini descrittive.

Prova a descrivere con immagini adatte un animale piccolo e veloce.

Il pesciolino... La lucertola...

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Poesie da gustare Chiave di lettura LETTURA ESPRESSIVA DELLA POESIA La lettura ad alta voce e con espressività di una poesia dà il giusto risalto all’effetto sonoro e trasmette, a chi ascolta, l’atmosfera che il poeta ha saputo creare. Ecco le «regole d’oro» per leggere con espressività una poesia: 1 fai una prima lettura silenziosa, per familiarizzare con parole ed espressioni da far risaltare con la voce; 2 regola il respiro, e quindi le pause, sulla lunghezza del verso (sai già che un verso può completarsi nelle prime parole del successivo). 3 varia il tono della voce per dare risalto a ciò che il poeta esprime.

In queste pagine troverai alcune poesie arricchite da immagini, che ti aiuteranno a entrare ancora più a fondo nel magico mondo in cui le parole creano grandi emozioni. Leggile come vuoi tu, in modo silenzioso o ad alta voce, ma sempre per il gusto di leggere!

Canzone d’autunno Per un sentiero d’oro vanno i merli... Dove? Per un sentiero d’oro van le cose... Dove? Per un sentiero d’oro io vado... Dove? Autunno, dove? Dove, uccelli e fiori? Juan Ramon Jimenez, Poesie, Guanda

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UNITÀ 5 • POESIE DA GUSTARE


Paesaggio Ci sarà la luna ce ne sta già un po’. Eccola che pende piena nell’aria. È Dio, probabilmente, che con un meraviglioso cucchiaio d’argento rimesta la zuppa di pesce alle stelle. Vladimir Majakvskij, Poesie, Garzanti

I pesciolini I pesciolini se la godono nel mare. Briose scheggioline di vita, le loro piccole vite sono festa per loro nel mare. D. H. Lawrence, Tutte le poesie, Mondadori

Natura, emozioni

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Prigioniero in una stanza Prigioniero in una stanza grande pericolo nessuna uscita. Ecco: una finestra aperta, in alto, staccarsi: io volo libero, ma piove sottile, piove sottile. E piove, piove… piove. Paul Klee, Poesie, Guanda

Paura Nel mio cuor dubitoso sento bene una voce che mi dice: «Veramente potresti essere felice». Lo potrei ma non oso. Umberto Saba, da «Almanacco dello Specchio, n. 2», Mondadori

Nostalgia Questo chiaro di luna è così bianco lo guardo dal mio letto: forse è caduta – io penso – la rugiada. Guardo fisso alla luna e gli occhi si chiudono lentamente sul desiderio di casa mia. Poesia cinese

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UNITÀ 5 • TESTI POETICI


Attimo Cantan stormi di uccelli il bosco ne risuona: scappa al fiume un bambino di contadini, sporco. Splende caldo anche il sole e l’aria si arroventa; neanche un’esile nube si può vedere in cielo. Il bambino si scalda, si stende sulla riva, sulla rena si rotola. Scaglia un sasso ben piatto che rimbalzi sul fiume e se ne va fischiando. Attila Jozef, Poesie, Lerici

Canzone per gli altri Tutte le canzoni nascono per l’uomo in mezzo ad un gran deserto: ora sorgono come un singhiozzo dal profondo del cuore in pena, ora come un ridere gaio scaturito dalla gioia che non si può sentire per la vita e la bellezza del mondo. Senza che sappiamo come sorgono col respiro parole e toni che non sono dei discorsi di tutti i giorni. E diventano cosa propria di chi sa cantarli per gli altri. Canto eschimese

Poesie per gli altri

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PAGINE PER...

PARLARE CON LE CANZONI Far poesia con le canzoni Anche scrivere canzoni è un modo per fare poesia. Ogni canzone, infatti, comunica qualcosa, sia con la melodia che con le parole. I messaggi contenuti nei testi dei cantautori di oggi hanno la possibilità di raggiungere molte persone, di far riflettere, di spiegare temi importanti, di emozionare. Vediamo insieme qualche esempio.

Questo mondo è impazzito e non si può fermare. Popolato da un unico mito che è il potere. Popolato da gente che lotta contro il tempo. E in questo enorme e indaffarato niente non ha più scampo. Se ci fosse un uomo rinvigorito e forte forte nel veder chiara e sorridente la sua oscura realtà del presente... Allora si potrebbe immaginare... Un individuo tutto da inventare in continuo movimento. Con la certezza che in un futuro non lontano al centro della vita ci sia di nuovo l’uomo. Giorgo Gaber, La libertà non è star sopra un albero, Einaudi

• Con l’espressione enorme e indaffarato niente, il cantautore vuol dire che: Nel mondo ci sono sempre pochissime cose da fare. L’uomo di oggi è indaffarato e impegnato, ma in maniera inutile, vuota. • Sottolinea e commenta sul quaderno il verso che ti è sembrato maggiormente significativo, spiegando il perché della tua scelta. Poi discutine in classe. • Qual è il messaggio che il cantautore vuole trasmettere? Dividetevi in piccoli gruppi e trascrivete le vostre riflessioni.

124


Leggiamo insieme il testo di un’altra canzone.

Fratelli? Partire insieme ed esser tanti la luce e quella là davanti per settimane e settimane dividi il vino, spezza il pane e dove andiamo cosa importa più siamo e più la strada è corta… Amore, il mondo è solo amore siamo diversi di colore ma cosa importa se non è diverso il cuore. Ma il viaggio è lungo e il giorno viene, c’è chi si chiede: «Mi conviene?».

L’amore muore e dove muore non è che nasca sempre un fiore l’amore muore e dove muore c’è dolore. Ragazzo passami da bere, li metto tutti nel bicchiere le loro facce, i loro dèi, le bandiere, e cantavamo una canzone, la cantavamo tutti insieme ma passa il tempo, brucia il sole chi le ricorda più le parole?

Roberto Vecchioni, Trovarti, amarti, giocare il tempo, Einaudi

• Qual è il messaggio dell’autore? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante.

PAROLE E MUSICA! Ecco alcuni suggerimenti per un lavoro in parole e musica. 1 Dividetevi in gruppi, e procuratevi alcune basi musicali. Ogni gruppo si accorda su un tema (per esempio, la pace, l’amicizia...). 2 I componenti del gruppo, in ascolto musica, annotano su un foglio idee, emozioni, immagini suscitate dalla melodia. Questo deve avvenire di getto, spontaneamente, senza riflettere troppo. 3 Il materiale prodotto sarà raccolto e rielaborato sulla base del tema scelto dal gruppo, del messaggio che si vuole comunicare e della melodia scelta. 4 Poi, ogni gruppo canta davanti alla classe la propria canzone. 5 Infine, si raccolgono pareri e commenti sul lavoro svolto. Sarà premiata la canzone più bella e il verso più significativo.

Obiettivi specifici: scrivere testi poetici ascoltando brani musicali e recitarli.

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Il vecchio e il bambino Questo è il testo di una canzone, scritta dal cantautor e Francesco Guccini, che è anche un efficace messaggio rivolto a tutti noi, abitanti del mondo... Un vecchio e un bambino si presero per mano e andarono insieme incontro alla sera; la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera. L’immensa pianura sembrava arrivare fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare e tutto d’intorno non c’era nessuno solo il tetro contorno di torri e di fumo. E il vecchio diceva, guardando lontano, immagina questo coperto di grano immagina i frutti, immagina i fiori e pensa alle voci, e pensa ai colori, e in questa pianura, fin dove si perde, crescevano gli alberi e tutto era verde cadeva la pioggia, segnavano i soli il ritmo dell’uomo e delle stagioni. Il bimbo ristette, lo sguardo era triste e gli occhi guardavano cose mai viste. E poi disse al vecchio, con voce sognante, mi piaccion le fiabe, raccontane altre. Francesco Guccini, Radici, Edizioni musicali La Voce del Padrone

T

u in gioco!

• Com’è il paesaggio in cui si trovano il vecchio e il bambino? Com’era, un tempo? • Perché il bambino crede che il vecchio stia raccontando una fiaba? • Quale messaggio trasmette il testo della canzone? Discutine in classe.

126

UNITÀ 5 • TESTI POETICI DA CANTARE


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e...

...colora l’affermazione esatta!

Le parole onomatopeiche sono... parole che ricordano suoni e rumori.

Quest’espressione i rami degli alberi sono come braccia protese è...

parole che si trovano sempre all’inizio di un verso.

una similitudine.

una metafora.

Le ripetizioni...

permettono di comprendere meglio il significato della poesia.

ricorrono per rinforzare, ribadire il tema della poesia.

Quando il verso di una poesia prosegue nel verso successivo si ha...

un’allitterazione. un enjambement.

BRAVO! BRAVA! Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite (testi poetici).

127


Testi descrittivi

P

O RT A

DEL COSÌ C

È ’ OM

Apri la PORTA DEL COSÌ COM’È, e vivi le emozioni dei testi descrittivi! Lasciati guidare dalle parole che descrivono atmosfere ed emozioni

Assapora e «vivi»... LUOGHI FANTASTICI LUOGHI REALI

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Prendi la chiave e apri la porta!


Goditi lo spettacolo straordinario offerto dagli ELEMENTI DEL PAESAGGIO

Gusta il piacere d’incontrare PERSONAGGI MISTERIOSI e FANTASTICI PERSONAGGI REALI ANIMALI

Scopri... ... la bellezza di un RACCONTO attraverso le sue PARTI DESCRITTIVE ... i tanti MODI PER DESCRIVERE!

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Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando

Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando

Il testo descrittivo Ricordate? Descrivere significa rappresentare o ricostruire con le parole, ciò che si osserva indicandone le caratteristiche. Per un’osservazione attenta e precisa si devono utilizzare i cinque sensi che ci forniscono i dati sensoriali. In una descrizione, molto importante è il linguaggio formato di termini ed espressioni precisi ed efficaci, adeguati a ciò che si descrive e a ciò che si vuole comunicare descrivendo (per esempio, emozioni e opinioni personali). Quindi... come deve essere una descrizione efficace?

precisa, perché deve corrispondere fedelmente all’oggetto reale osservato.

dettagliata, perché deve saper riferire con cura i particolari più curiosi della realtà che descrive.

di tipo informativo, perché deve utilizzare correttamente la nomenclatura, cioè i termini utili per la descrizione.

completa perché deve registrare tutti gli aspetti dell’oggetto osservato.

Tutto può essere descritto: l’importante è saper cogliere nell’oggetto osservato tutte le sue caratteristiche come se si guardasse con una lente d’ingrandimento.

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Obiettivi specifici: verificare le preconoscenze (testo descrittivo).

Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando

Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando • Ri...passando

N DO A S AS P . . . I R


ORDINE DESCRITTIVO ra u t t e l i d e v a i h C Più una descrizione è precisa e ricca di particolari, più riusciamo a immaginare ciò che è descritto. In questo testo, l’autore segue un preciso ordine descrittivo che rende la descrizione dettagliata e completa.

Un bel castello La sirenetta vide davanti a sé, in lontananza, alte montagne azzurre sulle cui cime splendeva la neve; in basso la costa era coperta da foreste verdi. Il mare formava una piccola Come appare la terraferma da lontano? baia quieta, fino alla scogliera di sabbia fine e bianca. La sirenetta si diresse nuotando verso il castello del principe. Questo era di una rilucente pietra gialla e aveva grandi scalinate di marmo, una delle quali scendeva al giardino. Smaglianti cupole d’oro s’alzavano dal tetto e, tra le colonne che circondavano la reggia, le statue di marmo sembravano vive.

Come appare la terraferma da vicino?

Attraverso i vetri trasparenti delle ampie finestre si scorgevano sale bellissime con tendaggi di seta pura e tappeti preziosi, con le grandi pareti affrescate. Nel mezzo del salone più bello lo zampillo altissimo di una fontana arrivava fino al soffitto.

Come appare il castello dall’esterno?

Una sera la Sirenetta andò al ballo al castello. Dentro, le pareti e il soffitto della sala da ballo erano di cristallo spesso e trasparente. Migliaia di conchiglie giganti, rosee o verdi come l’erba, stavano allineate ai due lati: erano accese di un fuoco azzurro, fiammeggiante, che rischiarava la sala. Nel mezzo della sala scorreva un largo fiume e sull’acqua danzavano i delfini... Hans C. Andersen, Le più belle fiabe di Andersen, Mondadori

Come appare il castello dall’interno?

E

ntra nel testo • Rispondi oralmente alle domande sotto ogni disegno. • Riconosci e sottolinea gli indicatori spaziali.

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

131


Vai alle pagine 33, 34, 35, 36 dell’Atlante dei linguaggi!

Un concerto di suoni e rumori Elias, il protagonista del testo che stai per leggere, ha un udito eccezionale, superiore a quello di ogni altro essere vivente... Si fermava ogni tanto ad ascoltare il suono sibilante della neve rappresa che scivolava dappertutto giù dai rami. Con un gesto d’infantile esuberanza, affondò nella neve la grosse scarpe ingombranti. La crosta ghiacciata saltò in mille pezzi, turbinando come una cascata di scintille, in una festa di suoni e bisbigli quali Elias non aveva mai udito prima. Persino il suono meraviglioso dei fiocchi durante la prima nevicata non era più nulla in confronto a quel concerto superbo... Si aprì al suo orecchio uno scenario di grida e chiacchiericci, strilli e mormorii, canti e gemiti, urla sgangherate e schiamazzi volgari, pianti, sospiri e schioccare di labbra. Venne poi il concerto indescrivibile della vita animale: il muggire delle mandrie e il belare delle greggi, lo sbuffare e il nitrire dei cavalli, il leccare sale della selvaggina e lo schioccare delle code, il grugnire e il voltolarsi dei maiali, e poi squittii e pigolii, miagolii e latrati, le voci goffe o stridule degli animali da cortile, cinguettii e battiti d’ali, un raspare di zampe... E poi scenari più lontani e abissali: i mostri delle profondità marine, il canto dei delfini, i lamenti grandiosi delle balene, gli accordi misteriosi dei grandi branchi di pesci, il sibilo dell’acqua succhiata dal sole... Robert Schneider, Le voci del mondo, Einaudi

Chiave di lettura tore a i z n e evid • Con l’aiuto del vocabolario, cerca le definizioni delle parole evidenziate. Poi scrivi sul quaderno una frase per ogni parola. Infine confronta in classe il tuo lavoro.

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DATI SENSORIALI In un testo descrittivo possono prevalere solo alcuni dati sensoriali, i «più adatti» a cogliere i particolari dell’oggetto descritto. Quale dato sensoriale prevale in questa descrizione? Descrivi sul quaderno un ambiente che conosci bene utilizzando uno o alcuni dati sensoriali che ritieni più adatto/ più adatti a presentarlo.

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI


Gli odori di Parigi Tanto tempo fa, nella città regnava un puzzo poco immaginabile per noi moderni. Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di cibo vecchio, le scale di legno marcio, le cucine di cavolo e di grasso di montone. Nelle stanze c’era odore di polvere e dai camini veniva puzzo di zolfo. Anche la gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati. Perfino i corpi, quando non erano più tanto giovani, odoravano di formaggio vecchio e latte acido. Puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c’era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l’apprendista come la moglie del maestro. Puzzava tutta la nobiltà, persino il re aveva l’odore di un animale feroce e la regina quello di una capra, sia d’estate che d’inverno. Infatti, nel diciottesimo secolo, non era stato ancora posto alcun limite all’azione dei batteri, e così non v’era manifestazione di vita che non fosse accompagnata dal cattivo odore. Peter Süskind, Il profumo, Tea

C P

apito tutto?

• Di quale organo di senso si serve l’autore per descrivere? • In quale epoca è ambientato il testo?

rova tu! • Descrivi sul quaderno lo steso ambiente ma ricco di profumi. Segui questo spunto. Le strade odoravano di..., i cortili interni di..., le scale di... Dalle cucine veniva un profumo di... Tutti profumavano, anche il contadino... • Ti suggeriamo qualche parola: aroma, fragranza, essenza, olezzo, odore delicato e gradevole, inebriante. Puoi aggiungerne altre con l’uso del vocabolario!

E

ntra nel testo • Con l’aiuto dell’insegnante, spiega il significato della frase evidenziata.

Osservare per descrivere

133


L’isola dei delfini blu La nostra isola è lunga due leghe e larga una e, se voi poteste osservarla dalla vetta di una delle sue montagne centrali, vi accorgereste che assomiglia a un grosso delfino, specie per la forma e anche per la lucentezza e lo splendore che emana dalle sue rive. La coda dell’isola è rivolta a levante e il muso a ponente; le pinne appaiono formate dalle rocciose scogliere che sporgono lungo le rive. Il villaggio è situato a levante delle colline, sopra un grande altopiano vicino alla Baia del Corallo. Scott O’Dell, L’isola dei delfini blu, Giunti

Chiave di lettura DESCRIZIONE OGGETTIVA Questa è una descrizione oggettiva: l’autore descrive il luogo così com’è, senza aggiungere considerazioni e opinioni personali.

T

u in gioco!

Spesso si ha la tendenza a descrivere tralasciando i particolari: anche tu, quando descrivi, non ti soffermi troppo sui particolari? • Prova a osservare attentamente l’immagine, descrivendola oggettivamente. Qual è il punto di vista di chi la osserva? Dalla costa. Dal mare. Dall’alto. Dal basso. • Continua a descrivere sul quaderno l’isola rappresentata nella fotografia cercando di arricchire di particolari la tua descrizione. Poi confrontala in classe.

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UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

e ziator n e d i ev lega: unità di lunghezza a lungo diffusa in Europa ed in America latina, anche se non è più un'unità ufficiale in nessuna nazione. Esprime la distanza che una persona, o un cavallo, può percorrere in un'ora di tempo (solitamente circa 5 chilometri).


Le mareggiate Quando ero sulla spiaggia, e c’era la mareggiata, vedevo arrivare all’orizzonte le ondate piene di ferocia; mi parevano alte come colline. Erano verdastre, frastagliate di spuma bianca che si muoveva come animali in fuga. Le onde facevano un rumore enorme, come una grande ruota che girava; la spuma si stendeva sulla spiaggia come un tappeto, il tappeto più bello e prezioso che avessi mai visto. A un tratto, un’onda più grande e cattiva sorgeva all’improvviso, ingrandiva; mentre scappavo impaurito, sentivo il colpo sulla schiena, poi l’acqua che grondava. Appena la mareggiata rallentava, il vento cominciava a cadere e la bellissima spuma si ritirava; allora io passeggiavo sulla spiaggia. C’era una gran quantità di alghe e rottami lasciata sulla spiaggia dalle onde. Così il mare aveva riversato i suoi tesori: tronchi d’albero, legni coperti di un’erba verde e sottile, incrostati di piccole conchiglie. C’erano conchiglie intere o rotte, ossi di seppia, stelle di mare, alle quali quasi sempre mancavano uno o due braccia, ricci di mare che avevano ancora le spine e altri nudi, come piccole teste d’uomo calve. Io percorrevo felice la spiaggia, camminando lentamente; ogni tanto mi fermavo, smuovevo un’alga col piede cercando con gli occhi altri tesori del mare. Vittorio G. Rossi, Calme di luglio, Mondadori

Chiave di lettura DESCRIZIONE SOGGETTIVA Questa è una descrizione soggettiva: l’autore, descrivendo, esprime anche le sue impressioni e le sue emozioni. • Che cosa prova, di fronte alla mareggiata? Ammirazione. Felicità. Nostalgia

E

ntra nel testo Chi scrive, può scegliere di farlo in prima persona, riferendo esperienze personali o mettendosi nei panni del protagonista, oppure in terza persona, all’esterno della vicenda. • Questo testo e quello nella pagina precedente sono scritti: in prima persona.

in terza persona.

Osservare per descrivere

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L’Uomo dalle Cetonie atore i z n e d evi zufolo: rustico strumento a fiato costituito da un cilindro cavo di legno, con uno o più fori per modulare il suono e un taglio trasversale all’imboccatura. vacuo: vuoto, privo, mancante. cataratta: perdita o diminuzione della trasparenza del cristallino dell’occhio.

136

Forse uno dei personaggi più misteriosi e affascinanti che incontrai nelle mie passeggiate fu l’Uomo dalle Cetonie. Aveva in sé qualcosa di fiabesco a cui era impossibile resistere, e io aspettavo sempre con impazienza i nostri rari incontri. Lo vidi, la prima volta, lungo un’alta strada solitaria che portava a uno dei lontani villaggi sulla montagna. Molto prima che riuscissi a vederlo, potei sentirlo perché con uno zufolo da pastore stava suonando una melodia spumeggiante, interrompendosi ogni tanto per cantare qualche parola con una strana voce nasale. Quando comparve alla svolta, Roger e io ci fermammo a guardarlo stupefatti. Aveva una faccia aguzza, da volpe, con due grandi occhi a mandorla, di un marrone così scuro da sembrare neri. Quegli occhi avevano uno sguardo vacuo, misterioso, e una specie di velatura come quella che si vede sulle susine, un appannamento perlaceo, quasi come una cataratta. Era un uomo piccolo e snello; la magrezza del collo e dei polsi dimostrava una prolungata denutrizione. Aveva un vestito fantastico e sulla testa un cappello informe con una larghissima tesa floscia. Una volta doveva essere stato verde bottiglia ma adesso era tutto sporco, pieno di macchie. Dal nastro sporgeva una sventolante foresta di penne: penne di gallo, penne di upupa, penne di gufo, di martin pescatore e una grossa penna d’un bianco sporco che poteva anche essere di cigno.

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI


La sua camicia era logora e sfilacciata e, intorno al collo, gli penzolava un’enorme cravatta di raso d’un azzurro strabiliante. La giacca era scura e informe, con varie toppe di diversi colori; sulla manica, un pezzo di stoffa bianca con un disegno di boccioli di rosa; sulla spalla, una toppa triangolare color rosso vino, a puntolini bianchi. Le tasche erano così rigonfie che il contenuto rischiava sempre di cader fuori: pettini, palloncini, santini coloratissimi, serpenti, cammelli, cani e cavalli ricavati dal legno d’olivo, specchietti da pochi soldi, fazzoletti e certi lunghi panini ritorti cosparsi di semi aromatici. I calzoni, rappezzati come la giacca, ricadevano mollemente su un paio di rosse scarpe di cuoio con la punta ricurva, adorne di un grosso pompon bianco e nero. Questo personaggio straordinario portava sul dorso alcune gabbie di bambù, piene di piccioni e pulcini. Con una mano si teneva lo zufolo davanti alla bocca e con l’altra reggeva dei nastri di cotone, a ognuno dei quali era legata una cetonia, grossa quanto una mandorla, d’un verde dorato che scintillava al sole; tutte gli volavano intorno al cappello con un cupo ronzio, cercando di liberarsi dal filo stretto legato intorno al loro corpo. Ogni tanto, stanca di quell’inutile volare in circolo, una di loro si posava un istante sul suo cappello, per poi rituffarsi in quell’interminabile giostra. Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

E

ntra nel testo

tempospazionatura Conosci l’upupa e il martin pescatore? Sono due bellissimi uccelli: fai una piccola ricerca e scopri come sono fatti. La cetonia è un insetto affascinante: fa parte dei Coleotteri ed è detto anche «moscon d’oro» per i suoi magnifici riflessi verde-dorati. Lo puoi osservare spesso sulle rose.

T

u in gioco!

• Chi potrebbe essere l’Uomo delle Cetonie? Un artista di strada? Uno scienziato travestito? Formula le tue ipotesi, insieme ai compagni.

P

rova tu! • Racconta sul quaderno il tuo incontro con un personaggio stravagante. Per esempio, la Donna dei Fiori, il Bambino del computer... Immaginalo con tutti i particolari e descrivilo. Poi confronta il tuo lavoro in classe.

• Ricordi chi era Roger? L’hai incontrato in un racconto precedente, scritto dallo stesso autore... Ritrovalo nel libro! • Nella descrizione prevalgono caratteristiche: fisiche. comportamentali. dell’abbigliamento. • L’atteggiamento dell’autore verso la persona descritta è di: ammirazione.

indifferenza.

simpatia.

affetto.

Osservare per descrivere

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Willy Wonka Il signor Willy Wonka era apparso tutto solo dietro il cancello della fabbrica. Che ometto straordinario! Portava una tuba nera in testa. Indossava una giacca a coda di rondine di un bellissimo velluto color prugna. I pantaloni erano verde bottiglia. I guanti grigio perla. In una mano teneva un bel bastone da passeggio dal manico d’oro. Una piccola, elegante barba a pizzetto gli ricopriva il mento. Gli occhi erano di una luminosità meravigliosa. Sem-bravano continuamente sfavillanti e scintillanti. L’allegria e il riso gl’illuminavano il volto. Che aspetto vivace! Appariva così sveglio e pieno di vita! Continuava a fare piccoli scatti con la testa, ammiccando di qua e di là, e cercando di afferrare tutto con gli occhietti vispi e luminosi. La vivacità dei movimenti lo rendeva simile a un vecchio scoiattolo furbo che guizza da un albero all’altro. Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani

T

u in gioco!

• Osserva ora l’autoritratto del pittore Giovanni Fattori. Prova a rilevare al primo sguardo i particolari del dipinto. Da quale dettaglio incominceresti la tua descrizione?

Chiave di lettura «TRUCCHI» PER DESCRIVERE Per catturare l’attenzione del lettore, l’autore descrive l’aspetto del personaggio andando sempre a capo tra una frase e l’altra. • Prova a fare il ritratto di Willy Wonka seguendo la traccia offerta dall’autore e aggiungendo quei particolari che la tua immaginazione ti suggerisce.

E 138

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

ntra nel testo • Il signor Willy Wonka è presentato come un ometto straordinario. Secondo te, che cosa lo rende così straordinario?


La nonna Di solito, durante la villeggiatura in montagna, veniva mia nonna, la madre di mio padre. Non abitava con noi, ma in un albergo in paese. Andavamo a trovarla ed era là, seduta sul piazzale dell’albergo, sotto l’ombrellone; era piccola, con minuscoli piedi calzati di stivaletti neri a piccolissimi bottoncini; era fiera di quei piccoli piedi, che spuntavano sotto la gonna, ed era fiera della sua testa di capelli candidi, crespi, pettinati in un alto casco rigonfio. Mio padre la portava «un po’ a camminare». Andavamo per le vie maestre, perché lei era vecchia, e non poteva praticare i sentieri, soprattutto con quegli stivaletti a piccoli tacchi. Mio padre camminava con i suoi passi lunghi, mani alla schiena e pipa in bocca, lei dietro, con la sua veste frusciante. In passato, mia nonna era stata molto ricca e aveva ancora una bella casa, con mobili indiani e cinesi e tappeti turchi, perché mio nonno era stato un collezionista di oggetti preziosi. Diceva di essere stata una giovane bellissima, la seconda bella ragazza di Pisa. La prima era una certa Virginia Del Vecchio, sua amica. Quando venne a Pisa un certo signor Segrè, volle conoscere la più bella ragazza della città, per chiederla in matrimonio. Virginia non accettò di sposarlo. Gli presentarono allora mia nonna, ma anche lei lo rifiutò, dicendo che non prendeva «gli avanzi di Virginia». Si sposò poi con mio nonno, il nonno Michele: un uomo che doveva essere dolce e mite.

P

rova tu! • Osserva attentamente questo dipinto: a cosa ti fa pensare? Descrivilo in modo soggettivo, esprimendo le emozioni che suscita in te..

Natalia Ginzburg, Lessico familiare, Einaudi

E

ntra nel testo • La descrizione della nonna mette in evidenza le sue caratteristiche fisiche, ma non solo: che cosa si intuisce riguardo al suo carattere? È fiera e forte. È dolce e mite. Spiega la tua scelta (o le tue scelte).

È orgogliosa.

Osservare per descrivere

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Un cane da amare

ore t a i z n evide botolo: cane piccolo e tozzo.

E

ntra nel testo • La nonna ricorda alla nipote un episodio vissuto insieme: quale? Che cosa ti fa capire che è stata contenta della scelta della nipote? • Com’è Buck? Quali elementi lo rendono «orrendo», secondo l’addetta al canile? • Secondo te, quali particolari colpiscono la bambina? • La descrizione è soggettiva o oggettiva? Perché?

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UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

Ricordi? Abbiamo discusso a lungo, alla fine ci siamo messe d’accordo per un cane. La notte prima di andare a prenderlo non hai chiuso occhio. Alle sette avevi già fatto colazione, ti eri vestita e lavata. Alle otto e mezza eravamo davanti all’ingresso del canile ancora chiuso. Tu, guardando tra le grate, dicevi: «Come saprò qual è il mio?». C’era molta ansia nella tua voce. Mentre l’addetta al canile ti mostrava gli esemplari più belli, tu procedevi senza ascoltarla. Buck l’abbiamo incontrato il terzo giorno: stava in uno dei box sul retro, quelli per i cani convalescenti. «Quello!», hai esclamato indicandolo. «Voglio quel cane lì». Ricordi la faccia esterrefatta della donna? Non riusciva a capire come tu volessi proprio quel botolo orrendo. Già, perché Buck era piccolo di taglia ma nella sua piccolezza racchiudeva quasi tutte le razze del mondo. La testa da lupo, le orecchie morbide e basse da cane da caccia, le zampe slanciate quanto quelle di un bassotto, la coda spumeggiante di un volpino e il manto nero di un dobermann. Quando siamo andate a firmare le carte, l’impiegata ci ha raccontato la sua storia. Era stato lanciato fuori da un’auto in corsa all’inizio dell’estate. Nel volo si era ferito una zampa posteriore che ora pendeva come morta. Buck adesso è qui, al mio fianco. Mi commuovo a guardarlo: è come se qui ci fosse quella parte di te che più amo, quella che, tanti anni fa, tra i duecento ospiti del ricovero, ha saputo scegliere il più infelice e brutto. Susanna Tamaro, Va’ dove ti porta il cuore, Baldini&Castoldi


Brutto e simpatico Boc era un uromastice, un esemplare di lucertola particolarmente brutto, eppure la sua personalità vivace lo rendeva molto gradevole. Aveva la testa arrotondata, il corpo grasso e piatto e una pesante coda ricoperta di aculei corti e aguzzi. Boc amava le bocche di leone: bastava che scorgesse qualcuno avvicinarsi alla Casa dei Rettili con qualcosa di giallo in mano che si precipitava a raspare freneticamente il vetro della gabbia, allungando il collo e spalancando la bocca come un bambino che aspetti la caramella. Di tutte le lucertole che ho conosciuto, Boc era l’unico che sapesse davvero giocare. Se, quando era sdraiato sulla sabbia, facevi scivolare la mano verso di lui, Boc osservava con gli occhi che brillavano e la testa reclinata, poi, non appena la mano era abbastanza vicina, improvvisamente sferzava l’aria con la coda, ti dava un colpetto e correva in una nuova posizione, da dove pretendeva che si ricominciasse da capo. Gerald Durrel, Storie del mio zoo, Bompiani

Chiave di lettura TAPPE PER DESCRIVERE Ricordi? L’oggetto di una descrizione è presentato secondo un certo ordine descrittivo, formato da «tappe» precise. • Leggi quali sono, ritrovale nella descrizione testo, poi lavora sul libro e sul quaderno. – Una prima occhiata: com’è, a prima vista, Boc? – Caratteristiche esteriori: perché Boc è brutto? Descrivilo sul quaderno. – Caratteristiche di comportamento: Boc è simpatico: perché? Trova nel testo la frase che lo spiega e sottolineala. – Significato del testo: attraverso la descrizione, l’autore vuole farci capire ciò che egli stesso prova per Boc: simpatia.

antipatia.

Quindi la descrizione è:

soggettiva.

oggettiva.

atore i z n e d evi uromastice: rettile con coda provvista di robuste spine, diffuso nelle zone desertiche e semidesertiche di Africa settentrionale e Asia meridionale. bocca di leone: piccola pianta dai fiori profumati, gialli, rossi o rosa. Cresce nella regione mediterranea e la corolla, formata da due parti sporgenti, ricorda la bocca di un leone.

Osservare per descrivere

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La villa rosa fragola La villa era piccola e quadrata e si ergeva nel suo minuscolo giardino con un’aria di rosea risolutezza. La vernice delle persiane, in certi punti un po’ screpolata e piena di bolle, sotto il sole si era sbiadita in un delicato color verde pallido. Il giardino, circondato da un’alta siepe di fucsie, era cosparso di aiuole, che formavano complicati disegni geometrici ed erano contornate da sassi lisci e bianchi. I sentieri di ciottoli bianchi, larghi a malapena quanto un rastrello, serpeggiavano intorno ad aiuole non più ampie di un grosso cappello di paglia, a forma di stella, a mezza luna, triangolari, rotonde, tutte straripanti di una massa incolta di fiori selvatici. La buganvillea, che copriva rigogliosa il balconcino sulla facciata, era tutta adorna, come per una festa di carnevale, dei suoi violacei fiori a forma di lanterna. Nell’ombra della siepe di fucsie tremavano ansiose migliaia di corolle che sembravano ballerine. L’aria calda era ricca del profumo di centinaia di fiori morenti, e colma del lieve e carezzevole ronzio degli insetti. Al primo sguardo, subito desiderammo vivere in quel posto. Era come se la villa attendesse il nostro arrivo. Sentimmo di essere arrivati a casa. Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

tore a i z n e evid risolutezza: fermezza, decisione. fucsie: piante dai fiori pendenti, di colore rosso-viola, amanti dell’ombra. buganvillea: pianta ornamentale dai fiori rossi, rosati o viola.

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E

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

ntra nel testo • La descrizione procede con un preciso ordine: dalla visione d’insieme (la villa) ai particolari (i fiori). L’autore descrive utilizzando i dati sensoriali (dati visivi, olfattivi, tattili...): quali prevalgono? Sottolineali nel testo in colori diversi. • Quali emozioni prova l’autore, alla vista della villa?


La fattoria sulla collina In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo. La posizione geografica e l’altezza contribuivano a creare un paesaggio unico al mondo. I colori, asciutti e arsi, parevano colori di terracotta. Gli alberi avevano un fogliame delicato e leggero e si stendevano in strati orizzontali; così, alti e solitari, avevano l’aspetto delle palme, o di navi attrezzate e pronte a partire. Nelle grandi pianure crescevano sparsi i vecchi spineti nudi e torti, l’erba aveva l’odore pungente del timo e del mirto delle paludi: in certi punti l’odore era così forte da far dolere le narici. Tutti i fiori che sbocciavano sui prati o fra i rampicanti e le liane della foresta, erano piccolini come quelli dei bassipiani; soltanto all’inizio delle grandi piogge spuntavano gigli monumentali, dal profumo pesante. Il respiro del panorama era immenso. Ogni cosa dava un senso di grandezza, di libertà, di nobiltà suprema. Il tratto più caratteristico del paesaggio e della vita, lassù, era l’aria. Il cielo era di solito celeste pallido o violetto, solcato da nubi maestose, in continuo mutamento. Nel pieno del giorno l’aria, in alto, era viva come una fiamma: scintillava, ondeggiava e splendeva come acqua che scorre, specchiando e raddoppiando tutti gli oggetti, creando grandi miraggi. Lassù si respirava bene, si sorbiva coraggio di vita e leggerezza di cuore. Karen Blixen, La mia Africa, Feltrinelli

Chiave di lettura ELEMENTI DI UNA DESCRIZIONE La scelta accurata degli aggettivi, l’utilizzo di similitudini e personificazioni, la presentazione di commenti e impressioni personali rendono più viva e coinvolgente la descrizione, facendola sembrare reale come un’istantanea. • Rileggi più volte questo ritratto di un ambiente un po’ speciale e cerca di rilevare le atmosfere, gli odori, le immagini, i paragoni e le impressioni dell’autrice.

tempospazionatura Gli altipiani del Ngong si trovano in Africa, nello stato del Kenya. L’Africa è il secondo continente del globo per estensione, dopo l’Asia.

Osservare per descrivere

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Paesaggio Faceva il tempo peggiore che si potesse immaginare. Un aspro vento impetuoso trascinava lembi di nuvole, neri come fiocchi di fuliggine. D’un tratto cominciò a cadere la neve. In un istante l’aria si velò di un lenzuolo bianco, la terra si coprì d’una coperta bianca. Ma, altrettanto rapidamente, la coperta si consumò, scomparve ed emerse nuovamente la terra. Le nubi si aprivano come se in alto, per ventilare il cielo, spalancassero finestre da cui traspariva un freddo biancore. Dalla terra, immobile nelle pozzanghere, l’acqua rispondeva con finestre lucenti. Le gocce di pioggia restavano appese fitte fitte, una vicina all’altra, ai cavi del telefono e li facevano somigliare a fili di perle. Ogni cosa se ne stava al suo posto: la montagna, il bosco, il burrone. Il boschetto, più in basso, aveva appena cominciato a rinverdire, qualche ciliegio selvatico era fiorito, anche se il giovane bosco era ancora quasi spoglio, come d’inverno. Solo nei germogli s’intravedeva la vita. I primi annunci della primavera. Disgelo. La natura sbadigliando, si stiracchiava, voltandosi sull’altro fianco e riaddormentandosi. Boris Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli

ra u t t e l i d e v a i h C INDICATORI SPAZIALI Nel descrivere un paesaggio si utilizzano gli indicatori spaziali (in basso, in alto, in lontananza...). • Individua quelli presenti nel brano e sottolineali. • Rileggi il testo e completa sul quaderno lo schema per individuare le caratteristiche descrittive.

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Il vento

...........................................................

Le nuvole

..........................................................

Le gocce di pioggia

..........................................................

Il sole

..........................................................

La natura

............................................................

UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI


Volando tra le nubi Oh, ecco un’idea: volare! Senza perdere un minuto, telefonai alla più vicina agenzia e prenotai un posto, quindi mi presentai per tempo all’aeroporto e salii felice e contento. Fu una buona idea. Scoprii, dall’alto, boschi, campi, colline, fiumi, superfici incantevolmente colorate di rosa. Le città, le fabbriche, le stazioni, le architetture di lamiera ondulata occupavano una minima parte del territorio e questa scoperta mi procurò una gioia infinita. La terra, in basso, mi guardava con miti, azzurri occhi di laghi e con nastri fluviali che luccicavano fino al cielo, uno sguardo meraviglioso e sereno. All’orizzonte, molti colori delicati si confondevano l’uno nell’altro ed era come un mutevole concerto in cui non si poteva distinguere che cosa fosse cielo, nube, montagna, città o acqua. In lontananza si estendeva lo splendente suolo sabbioso, attraversato da boschi, e questo paesaggio non pareva preoccuparsi della città né delle minuscole linee ferroviarie che qua e là si insinuavano nel suo ordito, né di tecnica, denaro o politica. Bastava interporre soltanto qualche centinaio di metri di aria fra sé stessi e la terra, fra sé stessi e il ventesimo secolo, per sentirsi sereni: non si sapeva più nulla di miserie, di guerra, di volgarità. Hermann Hesse, Il viandante, Mondadori

T

u in gioco!

• Nel descrivere il paesaggio, l’autore si lascia trasportare dalle emozioni: quali? Commenta insieme ai compagni e con l’aiuto dell’insegnante la frase evidenziata. • Tu hai mai viaggiato in aereo? Quali sensazioni hai provato? Come ti appariva il paesaggio visto da lassù? Se non l’hai mai fatto, prova a immaginarlo e racconta.

Osservare per descrivere

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Nel bosco Nel bosco, Danilo provava un’attrazione irresistibile e un vago senso di timore. Da una parte e dall’altra del sentiero il nero della notte avvolgeva le piante; brusii misteriosi giungevano da tutti i lati. Era agghiacciato dalla paura ma con gli occhi non poteva fare a meno di scrutare nel folto del bosco: il desiderio di vedere e di sapere era più forte della paura. Paurosi ricordi di orchi giganteschi e streghe ghignanti gli facevano inconsciamente accelerare l’andatura. Si diceva: «Fermati, Dan, ragiona, non c’è bisogno di aver paura... E di che, poi? Dei briganti? E che cosa ci starebbero a fare i briganti di notte, nei boschi? Animali feroci non ce ne sono, quindi...». Cercava di ragionare, si calmava un po’, ma non è che la paura se ne andasse proprio così, come con un colpo di bacchetta magica; persisteva in forma più lieve, ma c’era sempre. Tutto quello che di giorno era chiaro, col buio diveniva misterioso. Carmen P. Morrone, Scappa Bouc, scappa!, Rizzoli

T

u in gioco!

• Il buio fa apparire le cose sotto un altro aspetto. Il trovarsi in un bosco accentua la sensazione di paura provata da Danilo. Anche i rumori diventano misteriosi. Descrivi la tua casa di notte, quando nell’oscurità tutto sembra diverso, mettendo in evidenza le tue sensazioni.

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UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

tore a i z n e evid • Un’attrazione irresistibile è: un interesse a cui non si può resistere. una paura invincibile. un desiderio che non si può realizzare.


CR ES

CE R E

Con gli occhi delle emozioni Possiamo guardare persone o luoghi anche con la mente e con il cuore: le nostre emozioni, spesso, ci fanno vedere le cose con occhi diversi. Leggi l’esperienza di una bambina, Anna.

Anna camminò per i prati ripensando a ciò che era accaduto. Il sole bruciava. L’erba e le piante erano così gialle e rinsecchite che sembravano aver rinunciato a crescere. Agli occhi di Anna, tutto era cambiato. La terra non le sembrava più allegramente baciata dalla luce del sole, ma era triste e desolata, assetata di pioggia. Nuvole scure di insetti ronzavano nell’aria, interrompendo il silenzio con il loro brusio fastidioso. Anna si sentiva sola e abbandonata. La terra assetata sembrava in collera con lei. Le farfalle le sfuggivano, nessuna voleva più esserle amica. A un tratto una vespa le si posò sul braccio e la punse. La colpa di tutto ciò che accadeva era sua: era stata cattiva e aveva dato un grande dolore alla sua amica più cara. Hannelore Valencak, Il tesoro del vecchio mulino, Piemme

• Insieme ai compagni, commenta l’esperienza che Anna vive, con l’aiuto delle seguenti domande guida. – Quali sensazioni prova Anna? – La descrizione del paesaggio rispecchia il suo stato d’animo? Sottolinea le parti del testo che, secondo te, rispecchiano meglio le emozioni di Anna. • A te è mai capitato di muoverti in un ambiente guardandolo con gli occhi delle tue emozioni? Racconta!

CITTADINANZA E COSTITUZIONE: riconoscere le proprie emozioni nella percezione del mondo esterno.

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Chiave di lettura PARTI DESCRITTIVE All’interno di un racconto, le parti descrittive servono per arricchire la narrazione perché creano atmosfere particolari, raccontano emozioni e stati d’animo, caratterizzano luoghi e ambienti.

Che noia, la pioggia! È una pioggia strana che quasi non fa rumore, e che disegna contro i vetri della finestra tante piccole righe verticali, sottili come aghi, lucide come argento. Gli aghi d’argento non hanno mai fine e scendono, con un ritmo monotono che sa d’eterno. Paola si guarda intorno e pensa che ci mancava solo la pioggia per rovinare completamente la domenica. Peggio di così proprio non potrebbe andare. Che fare? Paola sbuffa, indispettita. Bighellona un po’ per la casa, su e giù per il corridoio, poi si decide ed entra nella camera del nonno. La stanza sembra un piccolo museo o, meglio, un negozietto di antiquariato, con il macinino da caffè, la stadera arrugginita, il pestello in bronzo. Sul letto c’è una coperta bordata di nappe ormai sfilacciata, vecchia di almeno cinquant’anni, e la trapunta di un colore stinto. Anche l’aria sa di vecchio, nella stanza. Un odore di cose antiche che fa viaggiare nel tempo con la fantasia. Paola chiude gli occhi e respira profondamente: lì dentro si sente proprio come in un rifugio. Quante storie ha ascoltato, seduta su quel letto! E quante canzoni hanno cantato insieme, lei e il nonno! Le canzoni degli alpini, qualche aria di operetta e perfino qualche canzonaccia da osteria! Anna Lavatelli, Paola non è matta, Piemme

C

apito tutto?

• Rispondi oralmente. – Com’è la pioggia descritta? – Come si sente Paola, guardandola? – Che cosa fa, per non annoiarsi? – Com’è la stanza del nonno? – Quali ricordi e quali emozioni nascono in Paola guardandosi intorno e sentendo odori a lei familiari?

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UNITÀ 6 • TESTI DESCRITTIVI

atore i z n e d evi stadera: bilancia costituita da un solo piatto e un lungo braccio graduato sul quale scorre un peso. nappe: fiocchi formati da mazzetti di fili, usati come ornamento di tende e coperte.


PAGINE PER...

DESCRIVERE

Descrivere con la poesia Un poeta sa cogliere dalla natura particolari anche minimi e sa riconoscere «informazioni» nascoste dentro i colori, le forme, i profumi, i rumori. Sa accostare tra loro quelle informazioni trovando somiglianze e messaggi che poi traduce in parole. Verifica subito quanto hai appena letto! Gusta questa poesia.

Tramonto Oggi alla fine del giorno il tramonto posò le sue perle ed io le ho nascoste come una collana senza filo dentro il cuore. Nel silenzio il cigno dorme sulla riva deserta del fiume e questo tramonto attraverso il cielo luminoso di stelle è venuto a toccare la mia umile fronte: sopra queste acque tacite e calme ha iniziato la traversata tra astri e stelle. Ha steso il suo manto d’oro sulla soglia della notte che dorma tranquilla... Rabindranath Tagore

• Che cosa descrive il poeta? La descrizione poetica è soggettiva oppure oggettiva? • Osserva l’immagine di un tramonto e cerca di vedere, attraverso gli occhi del poeta, le sue perle, il suo manto d’oro.

Volta la pagina e scopri altri modi di descrivere!

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Descrivere con la pittura Anche un pittore riesce a cogliere messaggi nascosti nella realtà e a descriverli con i colori della sua tavolozza. Un’opera d’arte, infatti, è un testo visivo importante, non solo per la sua bellezza, ma anche per ciò che riesce a comunicare. • Che cosa vedi? Com’è il colore dell’acqua? • Come ti appaiono le ninfee dipinte? Irreali. Delicate. Leggere. • Quali emozioni suscita in te il dipinto?

Dipinto Ninfee di Claude Monet

Claude Monet, Ninfee, 1917

Descrivere con la fotografia La fotografia è un testo visivo che descrive oggettivamente: mostra l’oggetto della descrizione così com’è nella realtà. • Quali somiglianze noti tra il dipinto e la fotografia? Quali differenze? • Se tu dovessi creare un testo visivo in cui descrivere fiori, quali di queste due tecniche sceglieresti? Perché?

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Descrivere con il fumetto Il linguaggio dei fumetti mette in evidenza le caratteristiche più particolari e accattivanti di un determinato personaggio. Ecco un cagnolino celebre! Si tratta di Snoopy, nato dalla fantasia dell’illustratore statunitense Charles M. Schulz (1922-2000). Snoopy è il personaggio della sua celebre «striscia» a fumetti Peanuts, «noccioline» o «personcine». È un bracchetto (razza più nota oggi con il nome inglese di beagle) e appartiene a un bambino, Charlie Brown. Essendo un cane, non può parlare, ma pensa tantissimo e Charlie Brown riesce sempre a intuire i suoi pensieri e le sue idee... • Come appare nell’immagine, Snoopy? Indifferente. Rilassato. Pensieroso. • Che cosa ti fa sorridere, nella sua posizione? Il nasone che poggia per terra. Il codino vigile. Le zampette che sembrano braccia e gambe umane. • Che cosa ti comunica l’immagine? Parlane in classe!

Charles Schulz è riuscito a descrivere con le immagini gli ambienti in cui i suoi personaggi si muovono e i sentimenti che provano. • Osserva l’immagine, rispondi oralmente e commenta le tue scelte in classe. – Secondo te, l’ambiente naturale evidenzia gli stati d’animo di Snoopy e Charlie Brown? – Che cosa traspare dalla scena rappresentata? Un senso di pace e di amicizia. Un senso di tristezza e di malinconia. – Nell’insieme, la scena comunica: ottimismo. gioia. tenerezza. tristezza.

Obiettivi specifici: sviluppare capacità di descrizione attraverso l’osservazione di dipinti, fotografie e fumetti.

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Chiave di lettura

LINGUAGGI A CONFRONTO

Stai per gustare due tipi di linguaggio: il linguaggio scritto e il linguaggio visivo. Potrai confrontare la descrizione di uno stesso elemento, fatta dall’uno e dall’altro, ed esprimere le tue riflessioni.

Poesia

Batte la luna soavemente Batte la luna soavemente al di là dei vetri, sul mio vaso di primule: senza volerlo la penso come una gran primula anch’essa stupita, sola, nel prato azzurro del cielo. Antonia Pozzi

Dipinto

T Edvard Munch, Chiaro di luna, 1895

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UNITÀ 7 • TESTI DESCRITTIVI

u in gioco!

• Leggi la poesia lentamente, poi prova a chiudere gli occhi: le parole della poetessa hanno suscitato in te l’immagine della luna? Come la vedi? Racconta. • Ora osserva il dipinto: la luna si riflette nell’acqua e sembra spezzettarsi in mille frammenti danzanti. Questa immagine è descrittiva? Perché? Quale differenza trovi tra i due testi? Quali somiglianze?


Racconto

La luna Nessuno guarda la luna di pomeriggio, quando è ancora un’ombra biancastra che affiora dall’azzurro intenso del cielo, carico di luce solare. È così fragile, allora, pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto, come un arco di falce, e il resto è ancora imbevuto di celeste. È come una pastiglia quasi disciolta, solo che qui il cerchio bianco non si sta disfacendo ma condensando. In questa fase il cielo è ancora così compatto che non si può essere sicuri se davvero, dalla sua superficie, si possa staccare quella forma rotonda e biancheggiante. Trascorse alcune ore, mentre l’azzurro del cielo sfuma progressivamente verso il pervinca, verso il viola, poi verso il cenerognolo e il grigio, il biancore della luna viene fuori più deciso: la luce, prima diffusa, si concentra tutta, definendo nettamente la sua rotondità. La luna, fra i corpi celesti, è il più mutevole e il più regolare nelle sue abitudini: non manca mai agli appuntamenti ma, se la lasci in un posto, la ritrovi sempre altrove, se ricordi la sua faccia voltata in un certo modo, ecco che ha già cambiato posa. Intanto il cielo, dietro, è diventato nero: è notte, le stelle si sono accese, la luna è diventata un grande specchio abbagliante che taglia l’oscurità. Chi riconoscerebbe, in lei, quella di qualche ora fa? Ora è un lago di lucentezza che sprigiona raggi tutt’intorno e riversa nel buio un cerchio luminoso di freddo argento. La sua luce bianca illumina le strade ai nottambuli. Non c’è dubbio che, quella che ora comincia, è una splendida notte di plenilunio d’inverno.

e ziator n e d i ev • In una notte di plenilunio la luna è: piena. uno spicchio.

Italo Calvino, Palomar, Mondadori

P

rova tu! • L’autore del brano usa le parole come il pittore ha usato il pennello: aggettivi al posto dei colori, similitudini al posto degli elementi dipinti. Le parole contengono piccoli segreti proprio come i colori: suscitano emozioni. Leggendo ti nasce il desiderio di dipingere la luna e il cielo descritti? Prova a farlo! • Osservando l’immagine, sapresti trasformarla in parole scrivendo un breve testo descrittivo? Potresti cominciare così: Era notte. La luna dominava in un cielo il cui colore si rifletteva sulle acque calme del mare...

Linguaggi a confronto

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Dipinto

Notte stellata

Vincent Van Gogh, Notte stellata sul Rodano, 1888 Poesia

Stelle Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle. Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo. Giuseppe Ungaretti

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UNITÀ 7 • TESTI DESCRITTIVI

T

u in gioco!

• Come sono le stelle del dipinto? Quali emozioni ti trasmettono? • Chiudi gli occhi, dopo aver letto la poesia: come ti appaiono le stelle descritte dal poeta? Quali sensazioni suscitano in te? • Metti a confronto le diverse emozioni: qual è più forte? Perché?


Dipinto

Primavera

T

u in gioco!

• Osserva bene il dipinto. Immagina... Che cosa succederebbe se tu ci entrassi? Completa. – Se potessi annusare l’aria: ................................................................................ – Se potessi toccare i fiori leggermente: ................................................................................ – Se potessi ascoltare i rumori intorno a te: ................................................................................ – Se potessi osservare da vicino tutti i particolari: ................................................................................

Poesia

Il biancospino Di marzo per via della fontana la siepe s’è svegliata tutta bianca, ma non è neve, quella: è il biancospino tremulo ai primi soffi del mattino. Umberto Saba

P

rova tu! • Descrivi qualcosa che ti è caro (un animale, una persona, un ambiente o anche un’emozione) in poesia o attraverso un dipinto ad acquerello o a tempera.

Chiave di lettura PITTURA E POESIA La pittura e la poesia sono due forme d’arte e rappresentano due modi emozionanti di descrivere. • Se potessi scegliere, preferiresti essere un pittore o un poeta? Perché? • Quale delle due ti sembra che descriva meglio paesaggi, emozioni, storie, persone? Oppure pensi che entrambe riescano benissimo a creare descrizioni efficaci? Parlane in classe.

Linguaggi a confronto

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PAGINE PER SCRIVERE Descrivere emozioni e atmosfere In una situazione Per descrivere una situazione è importante evidenziarne l’atmosfera e gli stati d’animo che provi: se sei tranquilla, tranquillo, le cose intorno a te ti appariranno limpide, quasi gioiose; se, invece, sei triste o provi malinconia, le stesse cose appariranno grigie, tristi. • Osserva l’immagine e leggi i testi. Poi collega ogni stato d’animo al testo che meglio lo descrive colorando il riquadro giusto.

Era già buio. Leo affrettava il passo per uscire al più presto dal bosco. Sentiva il vento ululare alle sue spalle. Gli alberi sembravano creature minacciose che si muovevano piano, quasi cercando di afferrarlo...

gioia

paura

serenità

Gli alberi, di notte, sembravano giganti buoni, pronti ad abbracciare chi passava per il bosco. Leo si sentiva cullato dal vento che sembrava aiutarlo ad avanzare spedito...

gioia

paura

serenità

gioia

paura

serenità

Finalmente Leo era arrivato nel bosco. I grandi alberi sembravano venirgli incontro come giganti birichini ridendo con la voce del vento. Era una festa di rumori e lo spicchio della luna gli sembrava un grande sorriso nel cielo...

• Adesso prova tu! Immagina di trovarti nel luogo descritto dall’immagine. Com’è l’ambiente intorno a te? Che cosa provi? Che cosa pensi? Racconta e descrivi. ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

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Davanti a un’immagine

Wassily Kandinsky, Mosca, 1916

Il dipinto mostra un paesaggio straordinario, quasi fantastico. Prova a descriverlo mettendo in evidenza le emozioni che suscita in te. Per arricchire e rendere più efficace la descrizione, utilizza: aggettivi, paragoni, metafore, personificazioni, parole onomatopeiche. Ecco come puoi procedere: – i raggi del sole: luminosi, caldi, splendenti, ... – l’atmosfera del paesaggio sembra: magica, gioiosa, fantastica, ... – il vento soffia come un flauto magico: il vento è un flauto magico... – le alte case alte: toccano il cielo... – i versi degli uccellini: il cinguettio degli uccellini... – Osservando il dipinto provi: serenità.

paura.

inquietudine.

................

• Adesso mettiti alla prova trasformando in un testo ciò che hai scoperto! ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

Obiettivi specifici: acquisire strategie per descrivere ambienti e stati d’animo.

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PAGINE PER SCRIVERE Il «tuo» testo descrittivo Descrivi una situazione Ora hai gli strumenti adatti per scrivere tu un testo descrittivo! Segui i suggerimenti, raccogli le idee e racconta ciò che vedi descrivendo via via i personaggi, le situazioni, gli stati d’animo.

Bambini! State calmi!

INIZIO • Presenta la situazione (una gita scolastica) descrivendo: – che cosa sta succedendo; – in quale momento della giornata; – gli stati d’animo dei personaggi.

Che bello! Partiamo! Ciao! Credevo non venissi! Hai portato la macchina foto?

SVOLGIMENTO • Racconta i fatti descrivendo: – l’ambiente; – i comportamenti dei compagni e il tuo; – gli stati d’animo; – le tue impressioni.

CONCLUSIONE Non mi sono mai divertita tanto! È stata una giornata super!

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Allora... tutto bene?

• Racconta la fine della situazione descrivendo: – le tue impressioni; – il tuo stato d’animo e quello dei tuoi compagni.


Descrivi un’immagine Leggi il testo, tuffati nell’immagine! Poi completalo sul quaderno seguendo i suggerimenti.

Giulia e il papà partirono presto per andare al mare. Erano in viaggio da qualche ora quando, davanti al parabrezza, si spalancò la distesa celeste del mare. – Il mio mare! – gridò la bambina. – Com’è bello! Sento già l’aria salata! Adesso la strada proseguiva lungo la riva e il sole era più caldo e lucente. Si vedevano file di ombrelloni colorati, in lontananza scivolavano vele bianche. Un’ora più tardi la strada girò in mezzo alle colline gialle di sole e, poco dopo, davanti a un mare blu come le genziane. Erano arrivati. In casa, Giulia spalancò la finestra sul porto: tutto si riempì di luce. • Che cosa vede la bambina dopo aver aperto la finestra? Descrivi il paesaggio osservando i colori, le luci, le linee. Ricorda: descrivere è come fotografare con le parole utilizzando i nostri sensi... più uno! • Quale può essere il «sesto senso» da utilizzare per descrivere l’immagine? La fantasia.

Le emozioni.

Il pensiero.

Gli stati d’animo.

Obiettivi specifici: descrivere ambienti, situazioni e stati d’animo.

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Tempo di... iore f n i i r e … alb Ciliegio in fiore In marzo ti incammini verso la luna. Lascia qui la tua ombra. Le praterie diventano irreali. Piovono uccelli bianchi. Federico García Lorca

… rondini Dolce primavera Io canto te, o dolce primavera, giovinezza del mondo; con le tue rondini che arrivano dal mare un mattino di marzo; con il tuo timido sereno di violette, lungo i fossi; con i tuoi brevi crepuscoli di peschi. Corrado Covoni

… sorprese Desiderio di primavera Sarà un cielo chiaro. S’apriranno le strade sul colle di pietra. I fiori spruzzati di colore alle fontane occhieggeranno come donne divertite. Le scale le terrazze le rondini canteranno nel sole. Cesare Pavese

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… primavera … buona cucina nell’Italia del nord Si sa che è rosso e che a Treviso è speciale; si mangia cotto o crudo. Con il radicchio, che nasce a primavera, si prepara un ottimo risotto, prendendo le sue punte e le foglie esterne. Si lavano, si tagliano a pezzetti e si mettono in pentola con olio e uno spicchio d’aglio. Si bagna poi con vino e si fa cuocere per 10 minuti. A questo punto si aggiunge il riso e si fa cuocere pian piano unendo il brodo necessario. Quando è cotto, si aggiunge un po’ di parmigiano grattugiato e… il piatto è pronto!

… viole Timida, dolce profumata: la violetta annuncia la primavera.

… emozion i e fantasia L’origine delle stagioni Fu così che il padre di tutti gli dei, Zeus, decise di intervenire. Stabilì che, da allora in poi, Persefone avrebbe passato due terzi dell’anno con la madre e un terzo con il marito. Demetra, felice, potè così riabbracciare la figlia e tanta fu la gioia che fece spuntare, in grande abbondanza, il grano dalle zolle dei campi arati e fece germogliare i semi di tutte le altre piante, trasformando la Terra in un bellissimo giardino fiorito. (Continua a pagina 215).

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Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e... completa

Colora i testi e completa!

La descrizione ha lo scopo di far conoscere a chi legge o ascolta... persone. .............................. .............................. ambienti e atmosfere fantastiche.

luoghi. emozioni e stati d’animo.

La descrizione può essere...

soggettiva. ..............................

Si può descrivere anche con... la pittura. la poesia.

..............................

BRAVO! BRAVA! 162

Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite (testi descrittivi).

..............................


Informarsi e riflettere

Informati e impara a discutere!

PO RTA IRIBÈ C Oltre la PORTA CIRIBÈ troverai le risposte ai tuoi perché! Leggerai... TESTI INFORMATIVI giornali radio e televisione pubblicità

TESTI ARGOMENTATIVI opinioni e spunti per discuteresu temi di grande attualità

Giornali, radio, TV e Internet raggiungono tutte le persone del mondo! Sono, infatti, mezzi d’informazione di massa, in inglese mass media. Informati sempre con la guida di un adulto!

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Vai alle pagine 37, 38, 39 dell’Atlante dei linguaggi!

Chiave di lettura

NEL MONDO DEI GIORNALI

Leggere il giornale significa informarci su ciò che accade intorno a noi e nel mondo; serve a riflettere sui fatti per formarsi un’opinione personale.

Vorrei imparare a costruire un giornale, insieme ai miei compagni... Mi piacerebbe scoprire da vicino il mondo del giornalismo!

Prima devi capire com’è strutturato un giornale, e come si chiamano le parti che lo compongono! Per esempio, strillo, civetta, sommario...

Che nomi strani! Sembrano parole in codice!

A noi piacerebbe costruire un giornalino ricco di foto e disegni con vari consigli su cucina, moda, notizie su animali e anche una rubrica di posta!

E invece sono termini tecnici, appartengono al linguaggio giornalistico e si riferiscono ad alcune parti del quotidiano, un tipo di giornale che esce ogni giorno!

Allora il vostro lavoro sarà come una rivista settimanale, chiamata così perché esce ogni sette giorni e approfondisce vari argomenti, con articoli e documentazioni fotografiche!

C’è molto altro da imparare nel mondo dei giornali! Andiamo per ordine e cominciamo a scoprire diversi tipi di giornali!

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI


Tutti in edicola! QUOTIDIANO Esce ogni giorno (la parola quotidiano deriva dal latino cotidie, «ogni giorno»); riporta notizie di politica ed economia, italiana ed estera, avvenimenti accaduti, sport, cultura, commenti e opinioni di giornalisti importanti. È disponibile in formato standard o tabloid, di dimensioni più piccole.

SETTIMANALE Esce una volta la settimana. Presenta approfondimenti su politica e cultura italiana ed estera, inchieste, sondaggi d’attualità e reportage fotografici.

MENSILE Esce una volta al mese: si chiama anche rivista specializzata perché presenta argomenti specifici, come ecologia, ultime scoperte scientifiche, storia, ambiente...

SUPPLEMENTO Esce una volta la settimana, allegato ai principali quotidiani. Ha le caratteristiche del settimanale.

atore i z n e d evi sondaggio: indagine statistica compiuta su un campione della popolazione al fine di rilevare opinioni e reazioni su argomenti vari, specialmente di carattere sociale o politico. reportage: servizio giornalistico realizzato da un cronista, da un corrispondente o da un inviato speciale. Può essere anche un servizio costituito da fotografie ed eseguito da un fotoreporter.

S

copri!

• Fai una piccola intervista al tuo edicolante... – Quali sono i quotidiani che escono con il formato tradizionale? Quali con il formato tabloid? – Qual è il tipo di rivista settimanale più venduta? Quale la rivista mensile più acquistata? – Quali sono i giornali acquistati soprattutto dai bambini?

Il giornale

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Le fonti delle notizie Le fonti delle notizie permettono al giornale di informare quotidianamente la gente sui fatti che accadono contemporaneamente in tutte le parti del mondo. Vediamo quali sono le principali fonti. CRONISTI S’informano in tempo reale presso tribunali, questure e ospedali sui fatti accaduti per darne notizia ai lettori.

INVIATI SPECIALI Sono giornalisti che, inviati nei luoghi in cui stanno avvenendo fatti di grande importanza, raccolgono notizie e interviste che poi trasmettono, sotto forma di articolo, alla sede dei giornali presso cui lavorano.

UFFICI STAMPA Sono agenzie di informazione che si trovano, per esempio, presso la Presidenza della Repubblica, le sedi delle regioni o dei partiti. Attraverso conferenze stampa possono informare su manifestazioni o iniziative (distribuendo ai giornalisti materiale informativo).

AGENZIE DI STAMPA Si trovano in tutto il mondo; il loro compito è quello di trasmettere notizie, dispacci, ai giornali, alla radio, alla televisione, via Internet. La più grande agenzia di stampa italiana è l’ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata).

CORRISPONDENTI Sono giornalisti residenti in città italiane ed estere, da cui inviano notizie alle sedi dei giornali.

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI


Vai alle pagine 37, 38, 39 dell’Atlante dei linguaggi!

La cronaca Proviamo a lavorare come veri giornalisti! Leggiamo il dispaccio riportato sotto, dall’agenzia ANSA di Washington e analizziamolo secondo la regola giornalistica inglese delle 5W, per rintracciare tutte le informazioni: WHO? (di chi/di che cosa si parla)? WHAT? (che cosa è successo?) WHY? (perché è successo?) WHERE? (dove è successo?) WHEN? (quando è successo?)

di chi /di che cosa si parla?

Terremoto, forte scossa in Kenya

quando è successo?

A Nairobi evacuati i principali edifici del centro (ANSA) – Washington, 5 dic. – Una forte scossa di terremoto tra il sesto e il settimo grado Richter è stata registrata nell’Africa orientale. A Nairobi, la capitale del Kenya, i principali edifici del centro della città sono stati evacuati. Nessun danno alle persone o alle cose, stando a quanto diffuso dalle radio e televisioni keniane. I media keniani riferiscono che la scossa è stata avvertita anche in Uganda e Tanzania.

perché?

dove è successo?

che cosa è successo?

© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati, 2005-12-05 15:39

P

rova tu! • Dividetevi in gruppi. Utilizzando i dati ricavati dalla notizia ANSA ogni gruppo provi a scrivere un articolo, pensando di doverlo pubblicare su un quotidiano. Cercate di capire anche se ci sono informazioni (particolari, riflessioni, interviste...). • Infine, confrontate gli articoli prodotti. Buon lavoro!

Il giornale

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La prima pagina del quotidiano La prima pagina è la pagina di presentazione di un quotidiano, una «vetrina» importantissima perché deve catturare l’attenzione dei lettori offrendo loro una panoramica di quanto troveranno nelle pagine interne.

manchette (parola francese, si legge manscet e significa «nota marginale»): è un riquadro pubblicitario o brevissimo richiamo ai contenuti degli articoli interni.

testata: nella parte alta, riporta il titolo del giornale e altre informazioni. Per esempio: prezzo e numero del giornale, data, anno di fondazione, il sito Internet. fondo: articolo scritto dal direttore o da un importante collaboratore del giornale, che commenta un argomento di fondo, un fatto di rilievo fondamentale nella giornata.

Taglio alto, medio, basso: in linguaggio giornalistico indicano la posizione occupata da ciascun articolo nella prima pagina.

S

copri!

• Acquista un quotidiano e osserva la prima pagina: ricerca le varie parti che la compongono e scrivi con un pennarello i nomi; ritaglia ogni parte e ricomponi la pagina.

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI

apertura: è l’articolo che informa sull’argomento di fondo; si trova nella parte più alta della pagina, spesso completato da fotografie e didascalie (spiegazioni).

spalla: è l’articolo a destra dell’apertura. Presenta una notizia interessante e, a volte, può essere una fotografia completata da una didascalia che riassume le informazioni più importanti e rimanda la lettura a una pagina interna di cui indica il numero.

Colonna: è ciascuna delle sezioni verticali di una pagina stampata.

Civette (o strilli), sommari: sono anticipazioni su notizie di spicco trattate all’interno.

In un giornale le notizie più importanti si trovano nella parte alta perché l’impaginazione tiene conto del punto focale, su cui si concentra l’attenzione del lettore, collocato in alto, tra la parte sinistra e il centro della pagina.


Attenti al... taglio! Orizzontalmente, la pagina di giornale si divide in tre parti, dette tagli, di importanza decrescente, dall’alto verso il basso. In taglio alto si concentrano le notizie più rilevanti, che devono catturare l’attenzione del lettore; in taglio medio si presentano notizie di media importanza; in taglio basso le notizie di minor rilievo.

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T

u in gioco!

• Ecco un’altra prima pagina. Osservala attentamente, confrontala con le informazioni che trovi alla pagina precedente e inserisci nei riquadri i nomi delle parti che compongono la prima pagina:

testata • manchette • spalla • fondo • strillo • sommario • civetta • apertura • Poi evidenzia, in tre colori diversi: il taglio alto, il taglio medio, il taglio basso.

Il giornale

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La grammatica del titolo Il titolo è una parte essenziale del giornale: è un piccolo testo, che contiene tutti gli elementi della notizia. Deve comunicare con immediatezza, deve essere incisivo, e deve fornire la... chiave di lettura dell’articolo a cui si riferisce. La grammatica del titolo non segue le regole della sintassi ma una scrittura ad effetto, che si basa su frasi spesso prive di predicati verbali.

Un titolo è formato da più frasi, ciascuna delle quali ha un nome e uno scopo preciso.

Da una settimana un’ondata di maltempo ha investito l’Italia.

Neve e gelo, il Grande freddo di Natale Dal Piemonte alla Sicilia, burrasche in mare, neve sull’Etna Condizioni di maltempo eccezionali: come una nuova glaciazione, per i meteorologi

occhiello: posto sopra il titolo, introduce l’argomento del titolo.

titolo: in caratteri grandi, costituito da una frase efficace che presenta il contenuto dell’articolo.

sommario: anticipa in poche righe i contenuti più importanti.

catenaccio: quando c’è, si trova sotto il sommario e riporta una parte del contenuto dell’articolo.

Leggiamo insieme alcuni titoli e le spiegazioni corrispondenti.

Colpo d’oro da 20 minuti Gol fantasma ed è polemica Targhe alterne da venerdì?

P

In venti minuti è stato compiuto un furto molto redditizio. Un gol dubbio, concesso dall’arbitro, ha scatenato proteste e polemiche. È probabile che da venerdì le macchine dovranno circolare a targhe alterne.

rova tu! • Inventa e scrivi titoli ad effetto sui seguenti argomenti: – Si annuncia un fine settimana di pioggia e neve. – Gli italiani si rivelano un popolo di buongustai: gli alimenti preferiti sono pasta, carne e verdure. – Si è inaugurata a Milano una mostra di quadri del grande pittore Caravaggio. – I bambini di una scuola fiorentina a passeggio con gli anziani per «la giornata del nonno e del bambino». – Allo zoo di Pechino, quest’anno, sono nati cinque nuovi esemplari di panda

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI


Titoli: il «fuoco» delle notizie! Un bravo giornalista sa che il titolo può dare risalto ad un aspetto importante della notizia. Seguendo la regola delle cinque W, di cui abbiamo parlato in precedenza, è possibile focalizzare l’attenzione del lettore, di volta in volta, su uno degli aspetti, evidenziandolo all’inizio del titolo stesso. Possiamo quindi riconoscere:

Il fatto: titoli focalizzati su WHAT? (che cosa è successo?)

Forti nubifragi da tre giorni sulla Sicilia Il protagonista: titoli focalizzati su WHO? (di chi, di che cosa si parla?)

Nonna scolara sui banchi a ottant’anni Il luogo: titoli focalizzati su WHERE? (dove è successo?)

Firenze, si è alzato il livello dell’Arno Il tempo: titoli focalizzati su WHEN? (quando è successo?)

Mercoledì Juve a San Siro con l’Inter Le cause: titoli focalizzati su WHY? (perché è successo?)

Troppo smog, milanesi in piazza

P

rova tu! • Con l’aiuto dell’insegnante, procuratevi alcuni quotidiani. Poi, in piccoli gruppi, rintracciate ed evidenziate con i colori degli esempi i diversi tipi di titoli. Infine realizzate alcuni cartelloni raggruppando per colore e argomento (che cosa?, chi?, dove?, quando?, perché?) i risultati del vostro lavoro.

Il giornale

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Dentro la notizia Se immaginiamo il giornale come la cucina di un grande ristorante, dobbiamo pensare alla notizia come all’ingrediente fondamentale: è notizia tutto ciò che accade nel mondo, è notizia tutto ciò che è nuovo. Sui tavoli delle redazioni dei giornali arrivano ogni giorno migliaia di notizie, che il giornalista deve scegliere, valutare, riferire con il linguaggio adatto.

È DAVVERO UN FATTO RILEVANTE, UNA NOVITÀ?

È UNA NOTIZIA CHE «ENTRA» NELLA VITA DELLA GENTE, CHE RIGUARDA UN PO’ TUTTI?

È UN FATTO CHE PUÒ SCATENARE UN GRANDE INTERESSE NEI LETTORI?

È UN FATTO CHE SUSCITA EMOZIONI?

È UNA NOTIZIA VICINA ALLA REALTÀ GEOGRAFICA DEL MIO PAESE?

I colori della cronaca! Nel linguaggio giornalistico, i diversi tipi di cronaca sono identificati da colori... – cronaca nera: informa su crimini e fatti misteriosi. – cronaca rosa: informa con notizie e pettegolezzi su personaggi famosi. – cronaca bianca: informa sull’attività politica.

P

rova tu! • Procuratevi un quotidiano del giorno e dividetevi in gruppi. – Con l’aiuto dell’insegnante, scegliete un articolo diverso per ogni gruppo. – Ciascun gruppo analizzerà il testo cercando di riconoscere di quale tipo di cronaca si tratti. – Infine valuterà l’articolo usando le cinque domande che si pone il giornalista dell’illustrazione.

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI


PAGINE PER...

DIVENTARE GIORNALISTI Come in una redazione Dividetevi in gruppi, proprio come se vi trovaste in una vera redazione giornalistica ed esercitatevi alla scuola di giornalismo!

PRIMA DI TUTTO... – Procuratevi un quotidiano, che sarà il vostro strumento di lavoro. – Individuate e ritagliate su ogni prima pagina del giornale: testata, manchette, spalla, fondo, strillo, sommario, civetta, apertura. – Incollate le parti su un cartellone, trovando per ogni pezzo la giusta collocazione. – Successivamente individuate la notizia del giorno: come viene messa in rilievo? (Titoli particolari? Presenza di fotografie? Altro?).

PER ENTRARE DENTRO UNA NOTIZIA – Ciascun gruppo sceglie un articolo di qualsiasi tipo dal giornale del giorno, e verifica se l’articolo rispetta la regola delle cinque W. – Poi realizza un breve riassunto dell’articolo scelto.

PER IMPARARE A SCRIVERE TITOLI A EFFETTO – L’insegnante distribuisce a ogni gruppo due articoli senza titolo, occhiello e sommario. – I gruppi dovranno pensare e scrivere i titoli per gli articoli, che verranno poi confrontati con i reali titoli del giornale. Sarà divertente vedere quale gruppo è riuscito ad avvicinarsi di più! – In un secondo momento, servendosi di un quotidiano, ogni gruppo individua alcuni titoli suggestivi e prova a spiegarli alla classe.

Obiettivi specifici: familiarizzare con il linguaggio giornalistico (analisi di articoli di cronaca).

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Chiave di lettura

PARLIAMO DI TV

Sai già che la televisione, come il giornale, la radio e Internet, fa parte dei mass media, i mezzi d’informazione di massa. Attenzione, però! Dobbiamo imparare a scegliere, tra gli innumerevoli programmi trasmessi, quelli validi davvero per la nostra vita!

Saper scegliere

ore t a i z n evide zapping: rapido passaggio da un canale televisivo all’altro, effettuato col telecomando, per visionare i diversi programmi.

T

u in gioco!

• Colora con il verde gli aspetti positivi della televisione e in rosso quelli negativi. Poi confronta e commenta in classe le tue scelte: intrattiene e diverte. ruba ai bambini ore preziose per giocare insieme. dà informazioni e messaggi. mostra scene violente. offre la visione diretta di avvenimenti. spesso è preferibile a un buon libro.

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UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI

Tutto ebbe inizio con una discussione sui bambini e la televisione. La mamma diceva, come sempre, che, per guardare la TV, bisogna essere selettivi. Ed essere selettivi vuol dire scegliere, senza guardare tutto quel che capita, magari restando davanti allo schermo per pomeriggi interi. Titti, invece, sosteneva che i bambini guardano tutto quel che capita e che, in questo, non c’era nulla di male! La mamma allora dichiarò che le regole erano chiare: – Quando in un film c’è gente che impugna armi, oppure urla «Aiuto! Aiuto!» è ora di cambiare canale! Punto e basta! Che modi! La povera Titti mise su il suo celebre «muso lungo» e cominciò a fare lo zapping con il telecomando. Niente da fare! Prima un film: donna derubata dal postino invoca pietà urlando. – Cambia canale! Poi il telegiornale, con lo scoppio dell’ennesima bomba nell’ennesimo attentato. – Cambia canale! Ecco i cartoni animati, con il vampiro che succhia lo sciroppo d’amarena dal collo della bella addormentata. – Cambia canale! Titti, sconfitta, abbandonò il telecomando. Sara Martelletti, Balla, balla ballerina, Edizioni E. Elle


Con la TV e’ tutta un’altra... storia! ALLORA... QUEL GIORNO GIULIO CESARE DISSE AI SUOI GENERALI...

BROUHAH BROUHAH

BROUHAH BROUHAH BROUHAH BROUHAH

BROUHAH BROUHAH

UHM...

HAHAHA BLABLABLA TROPPO BELLO! CHE RISATE!

BROUHAH BROUHAH

CRIIII... CRIIII

DUNQUE, QUEL GIORNO GIULIO CESARE DISSE AI SUOI GENERALI...

Da «Focus Junior»

T

u in gioco!

• Gli alunni, all’inizio della lezione, non ascoltano l’insegnante, alla fine sì. Perché? Quale riflessione suscita la storia a fumetti?

La televisione

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Un gioco nuovo C’era una volta un bambino che non aveva la televisione. La mattina del venerdì andava a scuola e tutti i suoi compagni parlavano del telefilm della sera prima. Tutti l’avevano visto, tranne lui. Dal terrazzo buio, su cui si aggirava la sera prima di dormire, il bambino poteva vedere i televisori accesi che diffondevano la loro luce in tutte le case. E da tutte le finestre venivano gli stessi suoni. Allora pensò: «Forse, se sto molto attento, potrò seguire il film dai suoni, anche senza vederlo. Il giovedì sera, alle nove, si affacciò alla finestra e si mise in ascolto. Era una sera d’estate, apparentemente silenziosa. Sembrava che ci fosse anche un cri cri di grilli nell’aria, ma non era che il suono di un filo elettrico; il bambino lo sapeva, ma gli bastava volere che fosse un grillo. Forse era un grillo davvero; sta a vedere che alla televisione davano proprio un film in cui c’entravano i grilli! Il bambino senza televisione si fece più attento. Sentì allora il pianto di un bimbo e tanti altri rumori che salivano dal buio: un’automobile che usciva dal box, il ticchettio di una macchina da scrivere, l’uggiolare di un cane, una risata felice. Pensando a quei suoni immaginò la storia e il giorno dopo, a scuola, disse con noncuranza: – Bello il film di ieri sera, eh? – Già, ne parlavamo adesso – risposero i compagni un po’ stupiti. – È la storia di un bambino che voleva un grillo, tutto per sé, ma in città è difficile trovarne e il bambino, che piangeva sempre, si ammalò. La mamma, allora, prese l’auto e lo portò in campagna mentre il papà, che era giornalista, ogni notte si metteva alla macchina da scrivere e batteva, batteva sui tasti, solo in casa. Poi al bambino regalano un cane; lui ne fu così felice che guarì. – Ma il nostro film era il solito western; il tuo, dove l’hai visto? – Dalla mia finestra – balbettò il bambino senza televisione.

atore i z n e d evi • Segna le definizioni corrette. aggirarsi: girare su se stessi.

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andare in qua e là, vagare

diffondersi:

estendersi, spargersi intorno.

uggiolare:

il guaire lamentoso di un cane.

UNITÀ 8 • TESTI INFORMATIVI

confondere le idee annoiarsi.


Capì allora che aveva imparato a sentire i rumori della sera: il pianto del bambino della vicina; il rumore dell’automobile che rientrava in qualche misterioso garage; le macchine da scrivere dei giornalisti che lavoravano vicino a lui; l’uggiolare di un cane; la risata di qualche persona felice. Ogni notte giungevano rumori diversi. Così inventò un gioco per i suoi compagni. Venivano a turno sulla sua terrazza. Ascoltavano nel buio i suoni della sera e poi si raccontavano bellissime storie. Donatella Ziliotto, Il mondo alla rovescia, ERI

tempospazionatura Con il passare del tempo tutto cambia: prima i giornalisti usavano la macchina da scrivere. E adesso? Tanto tempo fa c’erano bambini che non avevano il televisore. E adesso? Conosci qualcuno che ne sa fare a meno?

T

u in gioco!

• Com’è il tuo rapporto con la televisione? Segna o esprimi le tue scelte e rispondi sul quaderno. Poi discutile e commentale in classe con l’insegnante e i compagni. – Quanto tempo passi davanti alla televisione? – Quali programmi preferisci? Cartoni animati. Film. – Quando guardi la televisione?

Programmi sportivi.

Al mattino, prima della scuola. – Con chi la guardi? – Perché guardi la TV? • Perché non sai cos’altro fare.

Nel pomeriggio.

Documentari

.................

La sera.

Perché c’è qualcosa che ti interessa particolarmente. Perché per te la TV è come un’amica. ......................................................................................... – La pubblicità ti piace? Perché? – Secondo te, la televisione stimola la fantasia? Perché? – Tu credi che la televisione sia: indispensabile.

utile.

dannosa.

.........................

Spegni la TV e ascolta, con i tuoi amici, suoni e rumori del luogo in cui vivi, poi... inventa tante storie!

La televisione

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Vai alla pagina 40 dell’Atlante dei linguaggi!

Chiave di lettura

OCCHIO ALLA PUBBLICITÀ!

La pubblicità è un testo persuasivo: ha lo scopo di convincere le persone a fare o compare qualcosa. La pubblicità è presente in televisione, sui cartelloni nelle strade, nei giornali. Il messaggio pubblicitario deve colpire l’attenzione e, per questo, sfrutta sapientemente parole, immagini e motivi musicali di sottofondo. In particolare l’immagine pubblicitaria (paesaggi, interni di abitazioni, personaggi accattivanti...) è nitida, gradevole e colorata per attirare lo sguardo.

BIOFRUTTA

MARCHIO

COOPERATIVA

SLOGAN

BREVE TESTO che chiarisce lo slogan

La frutta è indispensabile per la nostra salute. Meglio se arriva sulla tua tavola dall’agricoltura biologica. BIOFRUTTA COOPERATIVA garantisce che la frutta delle sue coltivazioni non è stata trattata con concimi chimici.

Lo slogan è una formula di saluto rivolta alla vita. Perché? Perché, per attirare l’attenzione, i copywriter (i pubblicitari che creano gli slogan) creano accostamenti insoliti di parole. Osserva:

BUONGIORNO

VITA!

Leggendo questa parola si dà per scontato che essa sia seguita dal nome di qualcuno (per esempio: buongiorno, bambino!).

La parola che la segue, invece, è insolita, imprevedibile.

Quindi attira l’attenzione e si fa ricordare facilmente.

Il messaggio pubblicitario ha lo scopo di far conoscere i pregi di un prodotto per convincere il consumatore ad acquistarlo.

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UNITÀ 8 • TESTI PERSUASIVI


Schiuma da bagno: felicità? C’era una volta un uomo che guardava sempre la pubblicità alla televisione e poi comprava tutto quello che vedeva reclamizzare. Un giorno una bellissima ragazza mostrò una nuova schiuma da bagno, dicendo che, acquistando quella schiuma, si diventava sani e felici. L’uomo ne comprò subito tre confezioni giganti perché voleva diventare sano e felice di colpo. Poi versò il contenuto di un intero flacone nella vasca da bagno piena d’acqua e s’immerse in una bella schiuma rosa. Cominciò a sguazzare e la schiuma cresceva, seguitò a sguazzare e la schiuma saliva sempre più. Trascorsi pochi secondi, l’uomo si trovò immerso fino al naso in una nuvola di schiuma. Ansimò, annaspò, batté l’aria attorno con le braccia, ma la faccenda si faceva sempre più seria. La schiuma cresceva e cresceva, ormai era arrivata fino al soffitto e l’uomo riusciva a stento a tener fuori la testa. Salute e felicità gli sembravano molto lontane, vedeva solo rosa dappertutto, aveva naso e orecchie otturati! – Basta! Basta! – gridava, ma la schiuma gli andò per traverso e cominciò a tossire disperatamente. Allora accorsero moglie e figli, spaventati, e lo videro remare a più non posso con braccia e gambe sulla nuvola rosa che intanto si spandeva per tutta la casa. Ursula Wölfel, Storie un po’ matte, NER

E

DISEGNO

ntra nel testo • Perché la schiuma da bagno è pubblicizzata da una ragazza bellissima? Perché lei dà un’immagine di salute e felicità. Perché la schiuma da bagno è per sole donne. • Quali pregi del prodotto vengono reclamizzati? Il suo utilizzo, che rende sani e felici. La schiuma rosa, che è rilassante. • L’uomo del racconto, alla fine, è felice? Perché?

Chiave di lettura

SCOPO DI UN MESSAGGIO PUBBLICITARIO Lo scopo di un messaggio pubblicitario può essere: – evidente: il prodotto è reclamizzato apertamente; – sottinteso: si cerca di convincere l’utente attraverso immagini, informazioni più o meno dirette, giochi di parole... • In questo caso, lo scopo è evidente o sottinteso? Perché?

La pubblicità

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Il linguaggio della pubblicità Quando vuoi convincere qualcuno a fare qualcosa per noi oppure a darti qualcosa (per esempio, quando vuoi che i tuoi genitori ti comprino un gioco utilizzi le parole più adatte per ottenerla. Anche la pubblicità di un prodotto utilizza il linguaggio più adatto al target, cioè alla fascia dei destinatari.

PER TUO FIGLIO CHE CRESCE!

Dentisan junior

La bocca di tuo figlio è più sensibile della tua. Dentisan è nato dalla ricerca più qualificata per la salute dei denti del tuo bambino.

Target e linguaggio • Completa oralmente. – Questa pubblicità propone... – Lo slogan è: ... • Segna le scelte corrette. – Lo slogan si rivolge: ai bambini. ai genitori. – Il target è: un pubblico di adulti.

Dentisan

ALLA SALUTE DEI DENTI!

un pubblico di bambini. – L’immagine dei bambini vuole: ispirare tenerezza. comunicare ansia.

Una lettera in gioco • Leggi lo slogan: che cosa noti nel verso del pulcino? Una lettera insolita (BIO, al posto di PIO). Un errore ortografico. • Secondo te, perché nello slogan si «gioca» con la lettera B? Per attirare l’attenzione attraverso un’espressione curiosa, insolita. Per divertire i bambini.

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UNITÀ 8 • TESTI PERSUASIVI


Suoni di parole

Una parola, più significati

• Rileggi attentamente: neri / pensieri / occhi / ricocchi: che cosa noti?

• Rileggi attentamente: con i fiocchi. Che cosa indica la parola fiocchi?

Le coppie di parole sono in rima.

Qualcosa di speciale.

I suoni delle parole colpiscono l’attenzione e divertono.

La forma dei biscotti, che è un fiocco.

Le parole sono sgradevoli.

Che si mangiano i biscotti solo se si ha un fiocco in testa.

T

u in gioco!

• Osserva queste altre pubblicità. Poi completa l’identikit di ognuna. Tipo di prodotto: ................... ............................................... Target: ................................... Elementi convincenti: ........... ............................................... ............................................... ............................................... Tipo di prodotto: ................... ............................................... Target: ................................... Elementi convincenti: ........... ............................................... ............................................... ...............................................

La pubblicità

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A colpi di spot! Cresciamo con la pubblicità, la vediamo sui muri, nei giornali; la troviamo su volantini, la ascoltiamo alla radio e, soprattutto, ne siamo bersagliati alla TV dove, sul più bello, interrompe un film e, se per caso ci allontaniamo, ci raggiunge con il volume più alto del normale... Lo spazio pubblicitario televisivo, che interrompe per qualche minuto i programmi, si chiama spot.

Le immagini Nella pubblicità televisiva i personaggi che reclamizzano un prodotto sono sempre belli, giovani, in forma, eleganti, sorridenti, sembrano felici. Questo perché si vuole convincere lo spettatore che, acquistando il prodotto, diventerà come loro! Spesso sono utilizzati anche animali e, a seconda del prodotto a cui sono associati, possono essere cuccioli, che ispirano tenerezza, oppure animali forti e aggressivi, come simboli di potenza e di forza...

Le parole Insieme alle immagini, danno origine a brevi storie. Il nome del prodotto è sempre ben evidenziato, in caratteri grandi e accostato alla confezione del prodotto, in modo che resti impresso nella memoria. Spesso gli slogan sono formati da parole insolite, curiose oppure da neologismi (parole nuove), proprio per attirare l’attenzione ed essere ricordato più facilmente.

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UNITÀ 8 • TESTI PERSUASIVI


I suoni La musica è un elemento molto importante nella pubblicità televisiva: un breve motivo, molto orecchiabile, chiamato jingle, richiama l’attenzione dello spettatore e rimane impresso in memoria, anche dopo la fine dello spot. A volte si utilizzano frammenti di musica classica, molto noti al pubblico, che introducono la scena e si dissolvono quando inizia il parlato.

Pubblicità = consumismo La pubblicità dà origine al consumismo, la tendenza ad allargare il consumo e, quindi, l’acquisto di prodotti ritenuti, quasi sempre a torto, necessari alla vita quotidiana. Poiché la pubblicità è molto dispendiosa, l’industria ne recupera i costi aumentando i prezzi del prodotto.

T

u in gioco!

• Tutti insieme, con la guida dell’insegnante: – trovate ed elencate alcuni nomi che vi sembrano particolarmente significativi e appropriati al prodotto a cui si riferiscono; – registrate alcuni spot e analizzateli: quali vi colpiscono maggiormente? Perché? Su che cosa richiamano l’attenzione? Riflettete seguendo la traccia seguente. Su bisogni ed esigenze. (Quali?) Sul desiderio di fare qualcosa. (Che cosa?)

tore a i z n e evid spot: parola inglese che significa «puntino, chiazza». È utilizzato per indicare un breve filmato pubblicitario.

Sul desiderio di possedere qualcosa. (Che cosa? Per farne cosa?)

La pubblicità

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PAGINE PER...

RIFLETTERE

Facciamo il punto sulla pubblicità! Ricordi quello che è stato detto nelle pagine precedenti sugli scopi del messaggio pubblicitario? Osserva e leggi lo schema riassuntivo.

LA PUBBLICITÀ trasmette messaggi

informa

promette

... anche tu, il migliore amico per lui!

Col casco... non casco!

Con SNELLY, tutti belli!

............................................

............................................

............................................

convince

attira

Mare da sogno, famiglia felice!

Con CARTA AMICIZIA, addio solitudine!

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............................................

• Prova a inventare un altro slogan per ognuna delle immagini dello schema e scrivilo sui puntini. Ricorda! Per analizzare e «smascherare» un messaggio pubblicitario è necessario cercarne il messaggio sottinteso, implicito, cioè quello che sta dietro l’immagine. Dobbiamo quindi domandarci: che cosa vuole comunicare davvero, questa pubblicità? Che cosa vuol farci credere?

184

Obiettivi specifici: analizzare messaggi pubblicitari e coglierne gli scopi.


Dentro il messaggio Per una «lettura» efficace della pubblicità è importante fare attenzione allo slogan.

Palloni Leoni... e sei il re del goal! In questo caso il messaggio suggerito dallo slogan associato all’immagine è: «compra i palloni di marca Leoni e sarai il più potente in campo, come un leone, che è considerato il re della foresta». La rima (palloni/leoni), inoltre, rende la marca facile da ricordare.

• Osserva i tre messaggi pubblicitari e analizzali, rispondendo alle domande insieme ai compagni e con la guida dell’insegnante.

Biscoboom: biscotti ai cereali per una vitalità… esplosiva!

Crema Dolcelatte: la protegge come faresti tu!

• C’è un messaggio evidente in ogni slogan? • C’è un messaggio sottinteso?

Sì.

Sì.

I problemi ti tengono sulle spine? Con Tisana Relax una vita di nuovo in rosa!

No.

No.

• Che cosa accade a chi consuma il prodotto? ..................................... • I nomi dei prodotti possono far parte del messaggio?

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Vai alle pagine 41 e 42 dell’Atlante dei linguaggi!

Chiave di lettura ARGOMENTI PER DISCUTERE In un testo argomentativo si esprime una tesi (affermazione, opinione) su un determinato argomento e si cerca di dimostrare la sua validità con argomenti (ragionamenti) convincenti e con esempi significativi.

Libri da amare La tesi da dimostrare riguarda: l’importanza della lettura. la qualità della lettura. Condividi gli argomenti a sostegno della tesi?

La conclusione riprende la tesi. – L’autore del testo è riuscito a convincerti?

Tutti i libri sono magici. Pensateci un po’. Un tale, lo scrittore, prende le cose della sua vita: emozioni, immagini, colori, suoni, sapori, ricordi, sogni, pensieri, insomma, e li mette in parole. Le parole sono tante, ma non sono infinite. Si trovano tutte, o quasi, nel dizionario. Lo scrittore le trova tutte e fa in modo che quelle parole sembrino uniche. È una grande magia: ma la magia più grande non è questa. Arriva un lettore, apre il libro e legge; prende con gli occhi le parole e le libera nella sua memoria: ed ecco che tutte le cose della sua vita (emozioni, immagini, colori, suoni, sapori, ricordi, sogni, pensieri, insomma) tornano a vivere in un «teatro» nuovo. Stuzzicata dalle parole, la sua mente immagina, costruisce figure, paesaggi, personaggi, interi film, intere vicende. Ma, siccome la tua vita, la tua memoria, è diversa da quella dello scrittore, da quella di qualsiasi altro lettore al mondo, quello che immagini è completamente nuovo, originale. Dalle stesse parole, moltiplicate dalla memoria dei lettori, nascono mondi diversi, unici e irripetibili. Ogni pagina che leggi, ogni frase, crea una realtà che non esisteva prima e che entra a far parte, per sempre, della tua realtà. Se questa non è una grandissima magia, allora che cos’è? Ama i libri che leggi. Non contengono solo cose altrui: contengono te. Roberto Piumini, Maga Martina butta all’aria la scuola, Editrice Sonda

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UNITÀ 9 • TESTI ARGOMENTATIVI


Animali in casa? «Mamma, lo portiamo a casa?». Quante volte avrai chiesto anche tu alla mamma o al papà di poter tenere un animale in casa! In Italia gli animali domestici, soprattutto i cani e i gatti, sono milioni. Si tratta di un vero esercito che richiede cure e attenzioni continue. Sì, perché i nostri amici hanno voglia di tenerezza, compagnia e complicità. In cambio assicurano una tale carica di gratitudine e di affetto da «far pendere decisamente la bilancia dalla loro parte». È importante, quindi, rispettare i nostri amici. Sembra facile, e forse lo è. Purché il nostro impegno, assunto nel momento in cui il cucciolo ha varcato la soglia di casa, non s’interrompa mai. Neppure d’estate, tempo di abbandoni. Eppure, soluzioni per chi va in vacanza e non sa dove lasciare Micio o Fido ce ne sono. E neppure troppo costose. Dai volontari (che per qualche euro passano ogni giorno a cambiare la cassetta del gatto e a dargli cibo e acqua) ai negozi di animali, che spesso propongono soggiorni in pensione a prezzi accessibili (se si fa questa scelta, è bene accertarsi personalmente che le gabbie siano sufficientemente grandi e che siano previsti momenti in cui gli animali possano «sgranchirsi le zampe»). E, se proprio non si vuol spendere niente, ci si può mettere d’accordo con gli amici per fare i turni: per 15 giorni mi occupo io del tuo cane, per altri 15 lo fai tu per me. «Club magazine news»

E

ntra nel testo • Riconosci ed evidenzia la tesi e gli argomenti a sostegno della tesi. • Condividi la tesi esposta? Aggiungeresti altri argomenti a suo sostegno? Quali? Discutine in classe.

Argomenti per discutere

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Salviamogli la pelle L’Unione Europea dichiara guerra al commercio di pellicce ricavate da cani e gatti. Una decisione presa in base a una constatazione drammatica: – Ci sono ormai le prove che queste pellicce circolano in Europa, spesso non dichiarate e spacciate per sintetiche – ha dichiarato il responsabile europeo. Imputato numero uno la Cina, paese dal quale arriva la maggior parte delle pellicce ricavate dagli animali domestici più amati del mondo. Quando il divieto dell’Unione Europea sarà in vigore, si dovrà combattere il problema principale la difficoltà di riconoscerle, visto che quasi sempre vengono nascoste dai trafficanti attraverso un ingegnoso sistema di etichettatura. La UE denuncia: – È stato dimostrato che oggi le pellicce vengono immesse nel mercato europeo perché fatte passare per sintetiche o provenienti da altri animali –. E, per avere un’idea delle dimensioni del commercio, basta leggere i dati diffusi dalla LAV (Lega Antivivisezione), secondo cui ogni anno solo in Cina, Thailandia, Filippine e Corea vengono uccisi due milioni di animali, tra cani e gatti. Un vero e proprio sterminio che indirettamente fa capire quante sono le pellicce in arrivo dall’Estremo Oriente: per un capo si uccidono dai 10 ai 12 cani (cifra che cresce se vengono usati i cuccioli) oppure 24 gatti. Le loro pelli vengono usate anche per la produzione dei beni più disparati: cappelli, guanti, colli, giocattoli per bambini e orsacchiotti. «La Repubblica»

T

u in gioco!

• Questo è un articolo di quotidiano che si propone di dare una notizia e di far riflettere su un argomento importante: quale? Qual è la tesi? Quali le argomentazioni? • Tu che cosa pensi del problema denunciato? Che cosa possono fare i bambini per aiutare a «salvare la pelle» di cani e gatti? Discutine in classe con l’insegnante e i tuoi compagni.

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UNITÀ 9 • TESTI ARGOMENTATIVI


Vai alla pagina 43 dell’Atlante dei linguaggi!

Una «buona» pubblicità! Qualcuno, dunque, si muove per «salvare la pelle» a cani e gatti! Non solo con una serie di iniziative pubblicate sui quotidiani ma anche attraverso una buona pubblicità, capace di sensibilizzare le persone sul problema! Osserva il manifesto pubblicitario. • Lo slogan dice: Io non sono una pelliccia Che cosa segnala e denuncia? (Osserva anche la parola scritta più in grande...) ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................ • Secondo te, il manifesto esprime lo stesso messaggio del brano? Parlane in classe!

Chiave di lettura PUBBLICITÀ PROGRESSO Il manifesto fa parte della Pubblicità Progresso che può essere considerata un ottimo testo argomentativo per sensibilizzare le persone su questioni di grande attualità.

T

u in gioco!

• Prova anche tu a scrivere un testo argomentativo. Ecco come devi procedere. 1 Presenta un problema di attualità, legato alla tua esperienza personale, per esempio: il rapporto tra maschi e femmine, i compiti a casa (sono troppi?), il tempo libero (è poco?)... 2 Esprimi una tesi, cioè quello che vuoi dimostrare. 3 Presenta argomentazioni ed esempi a favore della tesi e, se ti è possibile, anche argomentazioni contrarie alla tua tesi. 4 Arriva alla conclusione in cui affermi la validità della tesi iniziale, oppure modifichi in parte le tue argomentazioni riprendendo quelle che ritieni accettabili.

Argomenti per discutere

189


Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme

CR

E! R E ES C

Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insiem

Un nuovo spot Questo testo, dal titolo significativo, si trova in Internet. Si tratta della pubblicità di uno specialissimo «prodotto». Leggi con molta attenzione e rifletti! In questo spot non ci sono bambini, né donne bellissime, né innamorati, né baci, né famigliole che fanno colazione. Non ci sono effetti speciali, né personaggi famosi. Perché questo spot serve per vendere un prodotto che nessuno ha bisogno di essere convinto a comprare. Si tratta di un prodotto che oggi non è quasi più in distribuzione. Non ha marca, non ha slogan e non fa promozioni del tipo «prendi 3, paghi 2». Questo prodotto si chiama PACE. Dato che non puoi comprarla, fai in questo modo: prendi un po’ di quella pace rimasta in casa tua e usala per la strada, in mezzo traffico, in ufficio, a scuola, nella fila alla posta, nel campo da calcio. Perché la pace è un prodotto interessante: più la si usa e più cresce. E, se tutto il mondo la userà, forse arriverà il giorno in cui non ci sarà più bisogno di uno spot... per vendere la pace.

• Secondo te, che cosa può fare un bambino per diffondere la pace? Sottolinea nel testo le frasi più significative e discutine in classe! CITTADINANZA E COSTITUZIONE: essere consapevoli del valore della pace; attivare atteggiamenti di interesse e responsabilità su aspetti problematici della realtà.

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Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme


me • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme

Ecco alcune importanti informazioni sulla Pubblicità Progresso, tratte dal sito Internet della Fondazione stessa...

Attiva dal 1971, la Pubblicità Progresso è diventata sinonimo di pubblicità sociale. La Fondazione Pubblicità Progresso è un organismo istituzionale senza fini di lucro. Il suo scopo è di contribuire alla soluzione di problemi morali, civili ed educativi della comunità, ponendo la comunicazione al servizio della collettività.

• Insieme ai compagni e con la guida dell’insegnante, spiega e commenta il breve testo. Poi osserva attentamente queste Pubblicità Progresso.

• Su quali problemi vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica? • Quali sono le tue opinioni al riguardo? Discutine in classe, poi scegli uno dei due problemi e scrivi un testo argomentativo. Infine confronta e commenta in classe ciò che hai scritto. (La traccia per svolgere il testo argomentativo è a pagina 189.)

• Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme

191

Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme • Vivere insieme

Osservare, riflettere, crescere


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e

...segna l’affermazione esatta!

I MASS MEDIA ci informano su ciò che accade nel mondo. Sono chiamati anche mezzi di: diffusione. comunicazione. Comprendono: giornali.

regole di comportamento.

televisione. pubblicità.

radio.

Il MESSAGGIO PUBBLICITARIO è un tipo di testo: informativo.

persuasivo.

regolativo.

Ha lo scopo di: informare.

informare per convincere. Il TESTO ARGOMENTATIVO è scritto per: presentare un problema e le soluzioni possibili. informare su eventi di grande importanza. diffondere regole di comportamento.

BRAVO! BRAVA! 192

Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite (mass media, pubblicità, testi argomentativi).


Testi visivi

PO RT A

MIRALÀ

Apri la PORTA MIRALÀ e scopri i TESTI VISIVI con le loro storie segrete!

Dietro la PORTA MIRALÀ... COLORI e forme in quantità! Guidoriccio va alla guerra La minestra di polenta Fauno, amico degli dèi

Il burraio

Il sogno di Giulia

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Leggi il racconto e osserva il dipinto!

La minestra di polenta

L’autore del dipinto è il pittore Pieter Bruegel il Vecchio (1525-1569). Il suo luogo di nascita fu, probabilmente un paese tra Olanda e Belgio. Viaggiò molto in Europa e morì in Belgio, a Bruxelles. I suoi dipinti ritraggono spesso contadini, ma anche scene di battaglia e storie di animali, spesso con caratteristiche fantastiche.

194

Pietrino aveva un berretto rosso e una gran fame. Quel giorno era il compleanno del nonno, un omone vestito di velluto nero, con la barba rossa, che portava sempre al fianco uno spadone per infilzare i chicchi di granturco. E c’era la polenta. Nella sala c’erano un gran vociare e un brusio leggero, come una musica. Il nonno, seduto a capotavola, ascoltava distratto i discorsi noiosi di una sua amica e intanto teneva d’occhio i piatti fumanti che sparivano ad uno ad uno. Chissà perché lo servivano sempre per ultimo! Pietrino, invece, i suoi due piatti di minestra di polenta, quella fatta con un po’ di farina gialla e un po’ di burro, se li era già presi da solo, rubandoli dal vassoio che Frangetta e Cucchiaioni, i due cuochi, portavano agli invitati: aveva mangiato proprio di gusto quella minestra deliziosa! – Ne vuoi ancora? – gli chiese Paolone, il cugino maggiore, riempiendo una brocca d’acqua. Pietrino, ormai sazio, riusciva a malapena a tenere aperti gli occhi e intanto pensava al suo nuovo berretto con la piuma ad occhio di pavone. La zia Anna lo guardava sorridendo. La zia Anna era molto brava a fare la torta di mandorle e a riconoscere i funghi commestibili da quelli velenosi, e aveva regalato a Pietrino il coltellino per sbucciare le patate, quello che lui usava per fabbricare zufoli da un rametto di frassino, spade intarsiate e fionde con le forcelle di salice. «Aaaahhhh… Che sonno!» Pietrino, dopo un grande sbadiglio, appoggiò la testa sul braccio e si addormentò.

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI

Giovanni Gandini, La minestra di polenta, Vallardi


Tutti al banchetto!

Pieter Bruegel Il Vecchio, Il banchetto nuziale, 1567, cm 114 x 163, Vienna, Kunsthistorisches Museum

• Osserva il dipinto: il pittore ha rappresentato un banchetto in epoca medievale: a quale ceto sociale ti sembrano appartenere i partecipanti? A quello dei nobili. A quello dei contadini. • Da che cosa lo puoi notare, oltre che dall’abbigliamento degli invitati? Osserva bene, poi completa oralmente. elaborato. – Dal cibo servito, che è: semplice. – Dall’ambiente, che è: una sala arredata con lusso. • Secondo te il pittore:

una grande stanza arredata con semplicità.

ha voluto mostrare una scena di vita quotidiana nel suo insieme. ha voluto ritrarre soprattutto il lavoro dei cuochi. ha voluto dare un rilievo particolare ad alcuni personaggi. (Quali?)

S

copri!

• Nel racconto sono nominati alcuni personaggi che potrebbero appartenere alla scena rappresentata. Rintraccia nel dipinto: Pietrino, il protagonista • il nonno • i cuochi Frangetta e Cucchiaioni • il cugino Paolone • la zia Anna

Volta la pagina e diventa artista!

Analisi dell’immagine

195


Applica le tecniche!

Chiaroscuro Anche saper copiare è arte: tutti i grandi pittori hanno iniziato imitando gli stili di altri, prima di costruirsene uno proprio. Osserva bene il particolare molto ingrandito del dipinto che ritrae il bambino, e prova a riprodurlo!

CHE COSA TI OCCORRE un foglio ruvido da disegno • lapis • matite colorate morbide • matita carboncino per sfumare

1 Con la matita, traccia il disegno, seguendo con occhio attento le caratteristiche del soggetto che stai ritraendo.

196

2 Riempi gli spazi colorando: ricorda che le matite si possono sfumare e mischiare tra loro, proprio come tempere!

3 Quando avrai ultimato tutti i particolari, scurisci con l’aiuto del carboncino, per realizzare gli effetti di chiaroscuro.

Obiettivi: applicare la tecnica del chiaroscuro per realizzare un’opera artistica.


Leggi il racconto e osserva il dipinto!

Fauno, amico degli dèi

T

u in gioco!

• Scegli nell’elenco, la caratteristica più adatta a Mirto, Marte, e Venere, poi colora correttamente i quadratini: tranquillità, irritabilità, vivacità.

L’autore del dipinto è il pittore Sandro Filipepi, detto Botticelli (Firenze, 1445-1505). Fu un grande pittore del Rinascimento. I suoi dipinti raffigurano creature belle e delicate, dai volti e dai corpi perfetti: per lui la vera bellezza era la perfezione.

A quel tempo ero amico degli dèi o, forse, gli dèi non mi vedevano nemmeno. Ma io correvo sempre loro intorno, badando di non pestare con i miei duri zoccoletti le lunghe dita dei loro piedi. Marte, dio della guerra, e Venere, dea della bellezza, amavano riposarsi insieme su prati erbosi. Mi tenevo alla larga da Marte quando era sveglio, perché era violento ed esagerato; solo quando Venere lo fissava con i suoi occhi fermi in lui spariva ogni crudeltà, violenza e tirannia. Quando Marte si addormentava rimaneva così, abbandonato, con la bocca socchiusa e i piccoli denti bianchi in mostra, e non si svegliava nemmeno se gli si soffiava nelle orecchie attraverso una conchiglia. Allora noi faunetti, piccoli esseri pelosi con orecchie a punta, piccole corna e zampe di capra, ci avvicinavamo e gli rubavamo le armi: uno si metteva in testa l’elmo che gli arrivava alle spalle, mio fratello indossava la corazza, io cercavo di sollevare la spada. «Metti giù, Mirto», mi diceva Venere, senza muovere le labbra. Mi aveva chiamato così perché andava pazza per i mirti, piante profumatissime che crescevano in boschetti scuri tra i cipressi e gli ulivi. Si diceva che Marte e Venere avessero avuto tre figli: due, violenti come il padre, che si chiamavano Paura e Spavento, e uno bellino, con i riccioli biondi, che si chiamava Amore; quando con la sua freccia colpiva un uomo, quello si innamorava all’istante della prima persona che gli capitava davanti. Del resto, non sono affatto sicuro che la storia di Marte e Venere fosse vera: all’Olimpo se ne dicevano tante! Donatella Ziliotto, La primavera di un fauno, Vallardi

Volta la pagina, entra nel dipinto!

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI

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Emozioni in un dipinto

Sandro Botticelli, Venere e Marte, 1483, tempera, cm 69 x 173, Londra, National Gallery

• Osserva il dipinto, segna le tue scelte e rispondi oralmente. – Che cosa ti comunica la scena raffigurata? Tensione. Serenità. – Qual è, secondo te, la parte che il pittore desiderava mettere in rilievo? La parte dipinta con colori più chiari, raffigurante Venere e Marte La parte dipinta con colori più scuri, in cui si vedono i piccoli fauni che giocano.

Ricordi? La fonte, cioè la «carta d’identità» di un’opera d’arte, indica: il nome dell’artista, il titolo dell’opera, la data di realizzazione, le misure del dipinto, la città e il nome del museo in cui è conservata l’opera.

S

copri!

Aguzza la vista! Sai individuare rapidamente dove si trova il dettaglio qui a lato?

• Quali frasi del racconto ti sembrano più adatte a spiegare la scena rappresentata nel dipinto? Scrivine una accanto a ogni personaggio. Venere .................................................................................

Un’attenzione particolare meritano le caratteristiche del panneggio, ovvero le pieghe del ricco vestito, che sembrano attraversate dalla luce: per riprodurle in maniera così precisa, i pittori si aiutavano bagnando stoffe e copiandone l’effetto luminoso.

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Analisi dell’immagine

Marte ................................................................................. Fauni .................................................................................


Effetti splendenti! Preparare tempere Nel Rinascimento, i pittori preparavano la tempera da soli, mischiando il colore in polvere con... l’uovo. Così facendo ottenevano tinte luminose, splendenti e durevoli nel tempo. Pensa che dipinti come quello che ti abbiamo presentato sono «vecchi» di centinaia di anni, eppure li ammiriamo ancora nel loro splendore! Segui le istruzioni e prepara tu veri colori artigianali. CHE COSA TI OCCORRE un uovo • gessetti colorati • una spatola un piccola ciotola • un pennello alcuni piattini di carta

COME DEVI PROCEDERE

1 Rompi l’uovo e dividi il tuorlo dalla chiara, facendo attenzione a conservare il tuorlo intero.

2 Tieni il tuorlo fra i palmi delle mani messe a cucchiaio, finché non si forma una pellicola bianca: rompila con un lieve pizzicotto e fai fuoriuscire il tuorlo nella ciotola.

3 Con l’aiuto della spatola sbriciola i gessetti, preleva una piccola quantità di uovo, mischialo ai gessi e crea i tuoi colori.

Ricalca il particolare del quadro a fianco e fotocopialo ingrandendolo. Scegli i tuoi colori all’uovo, e dipingi il piccolo fauno!

Obiettivi: applicare la tecnica della tempera per realizzare un’opera artistica.

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Leggi il racconto e osserva il dipinto!

Guidoriccio va alla guerra Guardate com’era elegante Guidoriccio da Fogliano! Sotto il mantello aveva l’armatura da guerra che si usava in quel tempo lontano, tanti secoli fa: dal mantello si vede venire fuori lo schiniere, una specie di stivale metallico, con lo sperone. Sopra lo schiniere c’è una rotula metallica, che permette alla gamba di muoversi. Guidoriccio porta l’asta e la spada e, sopra l’armatura, ha un mantello a rombi neri e foglie verdi, come la gualdrappa del cavallo. Guidoriccio era una persona seria, tanto seria che lo avevano nominato generale comandante di un esercito, e gli avevano dato l’incarico di conquistare due fortezze vicino alla città. E lui era tutto contento di questo incarico: se ci fosse riuscito sarebbe diventato celebre, e gli avrebbero aumentato lo stipendio. I suoi soldati, invece, non si divertivano per niente all’idea di andare in guerra e preferivano starsene in pace, a casa. Ma Guidoriccio li aveva convinti dicendo loro: – Andiamo a fare una scampagnata! Era uscito dalle mura, e i soldati dietro, con le lance, le picche, e tutto l’occorrente per uno spuntino sull’erba. Alla fine i valorosi soldati di Guidoriccio conquistarono le due fortezze: presto, sui castelli conquistati sventolarono, accanto alla bandiera bianco-nera della città, quella di Guidoriccio da Fogliano, che aveva i rombi neri e le foglie verdi, come il suo mantello e la gualdrappa del cavallo. Gian Luigi Falabrino, Guidoriccio andò alla guerra, Vallardi

tore a i z n e evid gualdrappa: ricco drappo che si mette sotto la sella del cavallo per ricoprirne la groppa.

200

L’autore del dipinto è Simone Martini (Siena,1284 – Avignone, 1344), un grande pittore dell’ultimo periodo del Medioevo, famoso per aver dipinto soprattutto immagini religiose (in particolare, sono famose le sue Madonne, chiamate anche «Maestà»), ma anche abile e attento osservatore, nel ritrarre scene e personaggi di vita reale.

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI


Un mondo di cavalieri

Simone Martini, Guidoriccio da Fogliano, 1328, cm 340 x 968, Siena, affresco nella Sala del Mappamodo del Palazzo comunale

• Il dipinto celebra una vittoria militare. Rintraccia nel particolare tutti i dettagli che mettono in evidenza il valore e l’importanza del comandante Guidoriccio: ...................................................................................................................................................................................... • Il pittore ha dipinto il cavaliere nel centro. Sì. Questo gli dà importanza maggiore?

No. Perché?

...................................................................................................................................................................................... • Osservando il dipinto, si nota che Guidoriccio è l’unica persona presente. Secondo te, il pittore: Ha dimenticato di dipingere gli altri soldati. Ha voluto dare assoluto rilievo alla figura di Guidoriccio. Ha voluto farci capire che i nemici erano impauriti e codardi.

S

copri!

• In base a quanto vedi nel dipinto, prova a scrivere sul quaderno una conclusione diversa del racconto. Segui la traccia. Le due fortezze svettavano su due colline spoglie di vegetazione. Il cielo era... Il comandante, Guidoriccio, cavalcò trionfalmente sulla strada tra i due imponenti edifici e, inatanto, pensava... Il suo cavallo avanzava... Più indietro, i soldati...

Volta la pagina, lavora e crea!

Analisi dell’immagine

201


Scoprire e leggere il ritmo Creare motivi ritmici Il ritmo non è solo tipico delle arti visive, come la pittura e la scultura, ma esiste anche nella musica, nella poesia e, soprattutto, in natura!

• Osserva questo fiore: i suoi petali ti sembrano disposti secondo un ordine casuale o in precisa successione? ........................................................................................................... • Ricordi qualche altra cosa, presente in natura, caratterizzata da una regolarità ritmica? ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... Quando il nostro occhio osserva una sequenza ritmata, non sta fermo, ma si sposta con regolarità, seguendo la successione delle figure. Se scorri velocemente da sinistra a destra e viceversa l’immagine dei burattini, ti sembrerà di vederli muovere!

• Dividetevi in gruppi, e ritagliate da alcune riviste immagini che contengano motivi ritmici, poi confrontatele.

• Osserva questa vetrata: quali sono i motivi che si ripetono, e che contribuiscono a creare il ritmo? Individuali e scrivili sui puntini. ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... • Disegna su un foglio alcuni motivi ritmici, alternando forme di colori diversi e di svariate grandezze: ricorda che la sequenza ritmica deve ripetersi più volte!

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Obiettivi: comprendere le sequenze ritmiche nel linguaggio visivo.


Importanti particolari Il condottiero Guidoriccio è posto su uno sfondo roccioso dai colori anonimi, e su questo spicca, con il suo ricco ed elegante abito: questo è uno dei modi che il pittore usa per mostrarne l’importanza. Per il vestito, che comprende anche la gualdrappa del cavallo e che diventa tutt’uno con il cavaliere, il pittore usa i toni dell’oro, del bronzo, del verde, e il motivo della foglia e dei rombi, con i quali realizza un ritmo.

Inventa un nuovo mantello e una nuova gualdrappa per Guidoriccio e il suo cavallo! • Fotocopia l’immagine qui a lato e, se vuoi, ingrandiscila. • Decorala con i motivi che ti sembrano più adatti. • Per farlo, scegli un nuovo motivo da ripetere secondo il ritmo. • Usa la tecnica di coloritura che preferisci.

Osserva questi esempi di motivi ritmici: ti aiuteranno a decorare Guidoriccio e il suo cavallo. Non dimenticare che la veste del cavaliere deve essere molto ricca e variopinta, per far risaltare il personaggio e contrapporlo al paesaggio.

Obiettivi: riconoscere e riprodurre motivi ritmici.

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Vai alle pagine 46, 47, 48 dell’Atlante dei linguaggi!

Leggi il racconto e osserva il dipinto!

Il burraio

atore i z n e d evi basco: berretto di panno senza falde né visiera, portato per lo più inclinato sull’orecchio. damaschi: pregiati tessuti di seta, lavorati in modo che il disegno al diritto si presenti lucido su fondo opaco e al rovescio appaia opaco su fondo lucido. sbuffi: rigonfiamenti o arricciature vistose della parte di un abito.

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Mio cugino Raffaele portava sempre un basco rosso come un pomodoro. Lo portava sempre di traverso. Sua moglie, Mietta, nascondeva i lunghi capelli sotto uno straccio e, quando aveva finito di lavorare in casa si metteva un filo di perle al collo, il vestito rosso con la camicetta ricamata, e se ne stava lì buona e un po’ pallida. Raffaele faceva il burraio ed era molto ricco. Quando ancora non era diventato ricco gli rubavamo interi panetti di burro per usarli come mattoni: a volte costruivamo dei veri castelli con portoni e finestre e, quando il burro cominciava a squagliarsi, scappavamo via. Ma Raffaele non era il solo a vendere burro lì da noi: lo facevano un po’ tutti perché, con i guadagni ricavati dalla vendita, si potevano ottenere i vestiti più belli e costosi, i damaschi e le sete e gli anelli e le piume. C’era anche chi esagerava, come nonno Ottavone che, ogni domenica, sul panciotto e sulle maniche del suo abito di porpora e oro metteva tanti pezzettini di burro fresco che si confondevano con gli sbuffi della camicia! Anche a me la domenica piaceva vestirmi elegante tanto da sembrare un principe, nonostante fossi solo un bambino: m’intrufolavo spesso a casa di mio cugino, vestito con una piuma di cicogna sul cappello, la pelliccia bianca di orso e il panciotto rosso e mi aggiravo per le stanze con aria seria, anche se di sicuro sembravo molto buffo! Giovanni Gandini, Il mistero della scatola fotografica, Vallardi

L’autore dei tre ritratti è Hans Holbein il Giovane (1497-1543), un pittore e incisore tedesco, che dipinse dapprima a Basilea (Svizzera) e poi in Inghilterra alla corte di Enrico VIII.

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI


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Personaggi nei ritratti

1

2

Ritratto di Jacob Meyer, 1516, cm 55, 5 x 65,5, Museo di Basilea

Ritratto di Dorothea Meyer, 1516, cm 38,5 x 31, Museo di Basilea

• Osserva attentamente i ritratti dei tre personaggi. Secondo te sono: benestanti. poveri. Quali particolari te lo fanno capire? • Come sono le loro espressioni? Tristi.

Allegre.

Severe.

• Il personaggio del ritratto 3 è un bambino e la scritta in latino, posta sul dipinto, c’informa che ha sei anni d’età: ti sembra più grande o più piccolo di un bambino di sei anni? Perché?

3 Ritratto di Edoardo VI d’Inghilterra a sei anni, 1543, diametro cm 32,4, New York, Metropolitan Museum

• Scrivi sui puntini i nomi dei personaggi del racconto che ti sembrano corrispondere ai ritratti: 1 ......................................

................................. .................................

2 ......................................

................................. .................................

3 ......................................

................................. .................................

• Che cosa potrebbero pensare i tre personaggi? Aiutandoti con quanto è narrato, scrivilo nei fumetti vuoti, poi confrontalo in classe.

Volta la pagina, lavora e crea!

Analisi dell’immagine

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Particolari a sbalzo Tecnica dello sbalzo Concentriamoci sugli sfondi dei ritratti 1 e 2: l’ambiente che si vede nel disegno testimonia la ricchezza dei coniugi. Ci sono infatti motivi ornamentali e fregi dorati sulle costruzioni che sono dipinte dietro alle figure. La tecnica dello sbalzo può rappresentare molto bene la ricchezza di queste decorazioni. Consiste nell’ottenere forme e figure in rilievo, incidendo, picchiettando, lavorando una sottile lamina di alluminio o rame servendosi di vari tipi di strumenti. Prova tu, con la guida di un adulto!

CHE COSA TI OCCORRE una lastra sottile di rame o alluminio • un lapis • un panno morbido chiodi, cacciavite, pezzi di legno, e altri strumenti per incidere COME DEVI PROCEDERE

1 Prendi il lamierino e appoggialo sopra una superficie morbida.

2 Disegna un motivo ornamentale, ispirandoti a quelli che vedi nei particolari riportati sopra.

Ecco l’effetto finale!

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Obiettivi: applicare la tecnica dello sbalzo per realizzare un’opera artistica.

3 Con gli strumenti indicati, incidi la lamiera per imprimere le forme del tuo motivo, e renderlo tridimensionale.


Leggi il racconto e osserva il dipinto!

Il sogno di Giulia

T

u in gioco!

• Hai avuto un’esperienza simile a quella di Giulia o ti piacerebbe farla? Perché?

Quella notte Giulia si svegliò di soprassalto. Aveva fatto un bel sogno ma non lo ricordava. La nonna le aveva detto, una volta, che i sogni sono come le comete: bisogna afferrarne la coda luminosa e non lasciarli andare via, fino al mattino successivo... Ebbe un’idea. Si alzò e, senza fare chiasso, andò nello studio del padre e prese un grande libro pieno di belle figure. Lo aprì alla luce della luna e trovò subito quello che cercava. Vide lo stesso color oro attorno a una donna altissima col volto severo e un po’ triste; teneva aperte le braccia in modo che il suo mantello verde scendesse a terra come un ventaglio. Sotto di lei c’erano otto persone, in ginocchio. Pregavano, forse. Giulia pensò che la signora, così alta ed elegante, somigliava molto alla sua nonna. Le venne da chiederle qualcosa, poi pensò che le figure dipinte non parlano! Ma si ricordò che il suo papà diceva spesso: «I quadri parlano...». Allora sussurrò: «Nonna, puoi dirmi come posso riprendere il mio sogno? ». Con grande sorpresa, la signora mosse le labbra: «Giulia, abbi pazienza, vedrai che il tuo sogno tornerà a farti visita. Vedi? Le persone che sono inginocchiate attorno a me e che io proteggo con il mio mantello, cercano qualcosa con gli occhi. Forse un sogno, anche loro». «Sono tanti quelli che vogliono riprendere i loro sogni?» chiese Giulia. «Sono tantissimi e, a volte, qualcuno ci riesce» rispose la signora con il mantello verde, sorridendo. Anche Giulia sorrise e chiuse il libro, dopo aver salutato la bella signora che proteggeva col mantello la gente che sperava in silenzio. Pier Mario Fasanotti, Un sogno di tutti i colori, Vallardi

L’autore del dipinto è Piero della Francesca (Arezzo, 1420 circa – Arezzo, 1492). Lavorò in molte corti d’Italia. Imparò la prospettiva, applicandola nei dipinti, e sperimentò molte idee pittoriche.

Volta la pagina, entra nel dipinto!

UNITÀ 10 • TESTI VISIVI

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Il messaggio di un dipinto • Il dipinto appartiene alla categoria dell’arte sacra, della quale fanno parte i soggetti religiosi. – Quale tipo di messaggio vuol comunicare il poeta raffigurando la Madonna più grande delle altre figure? ....................................................................................... ....................................................................................... – Maria compie un movimento particolare, cioè allarga il mantello. Che cosa comunica il suo gesto? ....................................................................................... – Secondo te, perché, per lo sfondo, viene usato l’oro? Per dare più importanza alla figura di Maria. Per dare luminosità maggiore al quadro. – Il pittore usa tre colori principali. Se, osservando il dipinto, socchiudi gli occhi, diventa facile riconoscerli. Sai dire quali sono?

Piero della Francesca, Madonna della misericordia, tavola del Polittico della misericordia, 1483, cm 852 x 768 Sansepolcro, Pinacoteca Comunale

S

copri!

• Dopo aver letto il racconto, quali emozioni provi di fronte al dipinto? ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ • Secondo la tradizione, l'uomo vicino alla figura con il cappello, con gli occhi girati verso la Vergine, è un autoritratto del pittore: secondo te, perché l’artista ha voluto ritrarre sé stesso nell’opera? ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ Confronta in classe la tua opinione.

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Analisi dell’immagine


E se fosse un mosaico? Tecnica del mosaico Il dipinto si presta bene a essere riprodotto con la tecnica del mosaico: i personaggi campeggiano sullo sfondo oro, simbolo della luce divina, ben distinti tra loro. La tecnica del mosaico si basa sull’utilizzo di piccole tessere di vetro, di terracotta, di carta..., incollate una accanto all’altra a creare efficaci effetti di colore. CHE COSA TI OCCORRE foglio di cartone spesso • pennello a punta larga • colla forbici • matite colorate • fogli di carta di vari colori

COME DEVI PROCEDERE

1 In piccoli gruppi, riproducete sul cartone il quadro a linee generali, riportando solo la sagoma della Madonna.

2 Preparate tante tessere di carta colorata in diverse tonalità di colore. Dividetele in piccoli contenitori, a seconda del colore.

3 Evidenziate a matita sul disegno i chiaroscuri, cioè i punti in cui il colore è più chiaro o più scuro.

4 Spennellate di colla, di volta in volta, piccole parti della superficie, e incollate le tessere seguendo le sfumature e i colori del dipinto.

Potete utilizzare carta dorata da regalo, da alternare alla carta da collage, per creare effetti dorati ancora più sorprendenti!

Obiettivi: applicare la tecnica del mosaico per realizzare un’opera artistica.

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PAGINE PER SCRIVERE Dal dipinto al racconto Come avrai notato nell’unità sui testi visivi, ogni dipinto crea lo spunto per un racconto, nato dalla fantasia di un autore che si è ispirato proprio al soggetto raffigurato. In ogni dipinto, infatti, sono già scritte mille storie e, con un po’ di attenzione, riuscirai a «tirarle fuori»! Segui i suggerimenti 1 Osserva l’opera nel suo insieme Il colpo d’occhio può esserti utile per individuare l’ambiente in cui la scena è rappresentata e l’atmosfera in cui è immersa.

2 Individua i personaggi Ci sono personaggi principali, in primo piano? Riesci a individuare quelli secondari, in secondo piano?

3 Rintraccia il protagonista della tua storia Chi è? Che cosa ti colpisce di lui? Che cosa fa nell’ambiente in cui si trova? Quali potrebbero essere i legami con le persone che lo circondano? Che cosa potrebbe pensare?

4 Cerca il particolare nascosto Se aguzzi la vista, puoi notare qualcosa che inizialmente ti era sfuggito. L’espressione di un volto, un personaggio in disparte, un oggetto misterioso.

5 Poniti domande Il racconto nascosto in un dipinto ti mostra una situazione nell’attimo in cui la vedi, ma tu puoi immaginare... • Che cos’era successo poco prima? • Che cosa potrebbe succedere dopo? • Che cosa sta per succedere?

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Adesso... scrivi! Hai tutti gli elementi per scrivere il racconto... del dipinto! Osserva l’opera e, seguendo la traccia sul «foglietto», scrivi sul quaderno una storia: fantastica, realistica, comica... Non c’è limite alla fantasia! Quella mattina, nella sala della reggia il famoso pittore dipingeva i ritratti della famiglia reale. La piccola principessa era più capricciosa del solito...

Diego Velázquez, Las Meninas, 1656, cm 318 x 276 Madrid, Museo del Prado

Volta la pagina e diventa artista!

Obiettivi specifici: acquisire strategie di analisi di un testo visivo per scrivere un racconto.

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Scopri i personaggi! Hai imparato a scrivere una storia osservando un dipinto che raffigura anche i personaggi. Adesso ti trovi davanti a un altro dipinto in cui i personaggi mancano. Osservalo con attenzione, segui le domande guida e lasciati portare dall’immaginazione.

Emil Nolde, Mare luminoso, 1897 circa, cm 66 x 86, Seebüll, (Germania), Fondazione Ada ed Emil Nolde

1 Descrivi l’ambiente Che cosa rappresenta l’immagine? Che cosa vedi in primo piano (in basso)? Che cosa sono le macchie nere sulla destra del dipinto? Quali sono i colori predominanti? 2 Immagina di entrare nel dipinto In quale parte vorresti essere? Tra le nuvole gialle, come un gabbiano? Fra le onde, come un pesce? A bordo di una zattera? Oppure... 3 Inventa la tua storia Quali elementi e personaggi potrebbero far parte del dipinto? Immagina una zattera all’orizzonte: chi ci sarà sopra? Verso dove andrà? In primo piano sta avanzando un vascello nero: rappresenterà un pericolo per chi è sulla zattera? Oppure, al contrario... Racconta la tua storia e confrontala in classe!

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Obiettivi specifici: acquisire strategie di analisi di un testo visivo per scrivere un racconto.


Strada facendo Che cosa hai imparato in questa unità? Segui il percorso e...

... colora l’affermazione esatta! (Torna alle pagine precedenti, se non ricordi qualcosa!)

La didascalia (fonte) sotto un dipinto ci permette di avere...

informazioni e curiosità sulla vita dell’artista.

Fanno parte della categoria arte sacra...

i soggetti religiosi.

informazioni essenziali sull’opera d’arte.

opere d’arte preziose e molto delicate. Quando un pittore vuole dare particolare importanza a un personaggio, lo raffigura... in alto, a sinistra del dipinto.

al centro del dipinto, in primo piano.

Nelle arti visive il ritmo è... un motivo che si ripete. una particolare tecnica di coloritura.

BRAVO! BRAVA! Obiettivi specifici: verificare le conoscenze acquisite (testi visivi).

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TA SENTI R UN PO P

O

Anche quest’anno la PORTA SENTIUNPO’ ti propone giochi e attività per entrare nel mondo della musica! Ripasseremo le canzoni delle PORTE MAGICHE: le ricordi ancora? Ti accorgerai che alcune sono un po’ cambiate, le troverai arricchite di nuovi effetti sonori e sarà bello scoprire le differenze! Preparati ad aprire la PORTA SENTIUNPO’! Prima, però, scopri che cosa ricordi!

• Che cos’è il testo qui sopra? Un pentagramma.

Uno spartito.

• Ricordi come devi respirare, per cantare bene? Con la pancia.

Con il collo.

Ricordi come inizia la canzone della PORTA SENTIUNPO’? Rinfresca la memoria, ascolta il CD e canta!

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UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


I gesti suono Ricordi che cosa sono i gesti suono? Ecco quelli più conosciuti... Schioccare le dita D

Battere le mani M

Battere le mani sulle ginocchia G

Battere i piedi in terra P

Spiega perché, secondo te, si chiamano gesti suono!

Esegui la successione ritmica numerata in rosso, che trovi nel box azzurro, con i gesti suono! Prima utilizza un gesto suono alla volta, com’è indicato all’inizio delle righe (solo schiocco delle dita, solo battito di mani e così via). Nella quinta riga, l’esercizio si fa più difficile perché devi alternare i gesti suono. Ricordi i nomi dei simboli ritmici (TA e TIT-TI)? Osserva lo spartito e ripetili mentalmente per aiutarti nell’esecuzione!

1

D

D_D

D

D

D

D

D_D

D

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D

D

D

2

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M

M

M

M

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M

M_M

M

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3

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G

G_G

G

G

G

4

P

P_P

P

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P

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P

5

D

M_M

G

G

P

P

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M

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M

D

P

Poi... Adesso formate tre gruppi: il primo gruppo batte le mani, il secondo batte le mani sulle gambe e il terzo batte i piedi. In un primo momento ciascun gruppo esegue da solo, poi potrete giocare a fare tutto contemporaneamente!

Nel mondo di suoni e musica

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Gli ostinati ritmici Giocare a ripetere

Ricordi? Il testo della canzone della PORTA COSÌ COM’È è un brano pieno di ritmo. Ascolta il CD e cantalo una prima volta con i compagni. Giochiamo insieme! La classe si divide in gruppi: ogni gruppo canterà il pezzetto indicato. Segui le indicazioni, ricorda di scandire bene le parole e tieni un bel ritmo!

Primo gruppo Il mondo intorno a te! Il mondo intorno a te! Cose, persone, paesaggi animali oppure solo sogni, mille mondi immaginari... Descrivi ciò che vedi, osserva fino in fondo. Se apri questa porta scoprirai qual è il tuo mondo. Così com’è il mondo intorno a te! Così com’è il mondo intorno a te!

Secondo gruppo Cose, persone, paesaggi, animali (ripetere più volte)

Terzo gruppo Se apri questa porta (ripetere più volte)

Quarto gruppo Così com’è il mondo intorno a te! (ripetere più volte)

• Ciascun gruppo ripete la sua frase più volte, finché il primo gruppo non ha cantato tutta la canzone, dall’inizio alla fine. • Il gioco potrà anche essere più lungo e vario: inizia il secondo gruppo, poi, dopo un po’, gli si sovrappone il terzo, poi il quarto, infine il primo inizia a cantare... • Invece di cantare, uno dei gruppi potrebbe intervenire con gesti suono.

I giochi che hai eseguito con la voce e con i gesti suono si chiamano ostinati ritmici. Quando un ritmo, una breve melodia, un gesto o un movimento sono ripetuti più volte, in modo identico, si forma un ostinato ritmico.

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UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


Cantare a due voci Proviamo adesso ad arricchire una canzone conosciuta affiancando una nuova melodia al motivo consueto. Segui questo percorso... 1 Ascolta la canzone della PORTA RIMAPERTA e cantala una prima volta insieme ai compagni. 2 Ascolta la nuova melodia tante volte, fino a impararla bene. 3 Formate due gruppi: un gruppo canta la canzone, l’altro canta la nuova melodia.

Ecco la canzone e la nuova melodia...

Le parole della prima voce La mia porta puoi aprire! Che succederà? Tante cose da scoprire, versi in libertà! Ci son le poesie, pensieri ed emozioni, giochi di parole, la mia mente al sole... Io Rimaperta son!

Le parole della seconda voce qui inizia la seconda voce...

La mia porta, Che succederà? Puoi aprire versi in libertà! Ci son le poesie, pensieri ed emozioni, giochi di parole, la mia mente al sole... Din don dan!

Che cosa osservi nella nuova canzone a due voci? Se hai fatto attenzione avrai notato che nei punti in cui una melodia sale, l’altra scende e viceversa. Inoltre, nella seconda voce, alcune frasi sono leggermente spostate nel tempo, come se si rincorressero: questo per dare un risultato d’insieme molto gradevole. Anche a te ha fatto questo effetto? Ti piace questa nuova versione?

La seconda voce ti ricorda qualche altra canzone? Ascolta la canzone della PORTA RIMAPERTA sul CD e segui sullo spartito della pagina seguente le parole e la musica!

Nel mondo di suoni e musica

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Lo spartito... a due voci!

rtito Leggi lo spa

In questo spartito, puoi vedere la scrittura a due voci della canzone: la prima voce si trova sopra e la seconda è sotto. Come puoi notare, i righi musicali sono collegati a coppie, da una parentesi graffa {: questo vuol dire che le due voci sono da cantare contemporaneamente. Osserva lo spartito all’inizio e segna il punto in cui la seconda voce parte leggermente in ritardo rispetto alla prima. li Consigli uti

Perché la tua voce abbia una modulazione gentile e corretta, ricorda i consigli dello scorso anno riguardo alla respirazione, alla posizione del tuo corpo, all’apertura della bocca e al sentire la tua voce libera e leggera, non prigioniera nella gola!

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UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


Che cosa c’è per pranzo? Ricordi il dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, Banchetto nuziale? Osservando la scena e le espressioni dei commensali vengono in mente piatti strani e ricette strampalate! Perché allora non inventare una canzone divertente sul cibo? In buona parte è già stata scritta ma ti invitiamo a proseguire il lavoro: ascolta il CD, canta e inventa!

TITOLO RITORNELLO STROFA

COSA C’È PER PRANZO? Banchetto per gli sposi, tutto è pronto ormai... Che cosa mangeremo, presto mi dirai! Polenta e spezzatino, fagioli a volontà. Bicchieri di buon vino, la pancia scoppierà! Banchetto per gli sposi... Quintali di gelato, croccante e marzapane, sei litri di frullato, sorbetto a damigiane| Banchetto per gli sposi... Strampuzzi e vindachine, profini e gustampane, crompotti e magnifine, sirbani con come armane! Banchetto per gli sposi... .................................................................................... .................................................................................... Banchetto per gli sposi... .................................................................................... ....................................................................................

Adesso tocca a te! Inventa le strofe che mancano!

Nel mondo di suoni e musica

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I canti dei popoli Ecco un semplice canto, che proviene dalla tradizione popolare, dal titolo The river she is flowing. È un antico canto pellerossa, proposto in lingua inglese; l’argomento è il fiume che scorre portando fino al mare la vita e le storie delle persone. Il fiume è anche la madre, rappresenta, cioè, Madre Natura, di cui siamo figli e nel cui grembo vogliamo tornare.

The river she is flowing, flowing and growing. The river she is flowing, down to the sea. Mother, carry me Your child I will always be. Mother, carry me down to the sea.

I canti popolari hanno, di solito, una melodia semplice ma possono essere formati da molte strofe. Raccontano storie, miti e tradizioni del luogo di provenienza. Spesso sono raccolti in un luogo e portati lontano dal Paese di d’origine, subendo variazioni: così si possono avere tante versioni dello stesso canto, con piccole modifiche nella melodia e nel testo.

rtito. Ascolta il CD e segui lo spa

Chiedi aiuto all’insegnante di inglese e traduci la canzone. Quale titolo le daresti? Confronta in classe la tua scelta!

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UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


Malbrough Il cavalier Guidoriccio, che trovi a pagina 201 del libro, fa venire in mente una bella canzone francese, molto antica, dedicata a Malbrough, un altro cavaliere caduto in battaglia. . È una canzone formata da moltissime strofe (noi, in questa pagina, ne utilizzeremo solo cinque). Per comprenderne il significato, leggi la traduzione. L’ascolto del CD ti aiuterà nella pronuncia.

Malbrough 1 Malbrough s’en va-t-en guerre, mironton, mironton, mirontaine, Malbrough s’en va-t-en guerre, ne sait quand reviendra. 2 Il reviendra z-à Pàques... Ou à la Trinité. 3 La Trinité se passe... Malbrough ne revient pas. 4 Malbrough est mort en guerre... Est mort et enterré. 5 On a planté des roses... autour de son tombeau.

Malbrough (traduzione) 1 Malbrough va alla guerra, mironton, mironton, mirontaine, Malbrough va alla guerra, chissà quando ritornerà. 2 Tornerà per Pasqua... O alla Trinità. 3 La Trinità è trascorsa... Malbrough non è tornato. 4 Malbrough è morto in guerra... è morto e seppellito. 5 Hanno piantato delle rose... presso la sua tomba.

Ascolta la canzone di Malbrough sul CD!

Nel mondo di suoni e musica

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La canzone si trasforma Ecco alcune proposte per utilizzare in modo nuovo e divertente la canzone di Malbrough!

1 CANTARE DA SOLI O IN COMPAGNIA Un gruppo di ragazzi canta le strofe pari, un altro gruppo canta quelle dispari. Oppure un solista canta il primo verso di ogni strofa e tutti gli altri il secondo verso...

2 COME I CANTASTORIE Si possono disegnare le illustrazioni di ciascuna strofa, in modo da formare un grande cartellone da appendere in classe. I ragazzi, a turno, cantano la strofa corrispondente all’immagine, un po’ come i vecchi cantastorie.

3 A TEATRO! Si possono realizzare semplici movimenti o coreografie, per sottolineare per sottolineare i momenti più importanti: la festa per la partenza del cavaliere, l’attesa della moglie, la cerimonia della sepoltura. Questi movimenti potranno essere realizzati durante la canzone o anche come intermezzo tra una strofa e l’altra.

4 SUONI E RUMORI Si può costruire una partitura d’ambiente ricostruendo il mondo sonoro degli ambienti della canzone. Per esempio i suoni e i rumori della battaglia, le voci e i suoni del castello, una serie di frasi evocative da recitare, oppure anche le stesse strofe della canzone, raccontate anziché cantate.

222

UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


La natura nella musica Questa pagina è dedicata all’ascolto musicale. Ti guideremo, in particolare, nell’ascolto di una parte del poema sinfonico Ma Vlast (La mia Patria), del compositore moldavo Bedrich Smetana (1824-1884), dedicato al fiume Moldava, che è il fiume nazionale boemo. Smetana ne descrive il paesaggio, i suoni e le emozioni che suscita lungo il suo percorso. LA PREMESSA Nel brano vi è un tema unificante, che ritorna più volte, e che è tratto da un antico canto di pellegrini. Questo tema musicale, che ricorda forse la Promenade dei Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, su cui hai lavorato in quarta, ci dice che il cammino del viandante nella sua terra è un po’ come il cammino dell’uomo nella vita. Il cammino dell’uomo, accanto a quello del fiume, proprio come il canto dei Pellerossa...

GLI EPISODI Ascolta con attenzione la musica della Moldava: in alcuni momenti essa ti potrà suggerire situazioni precise. Prova a individuare i momenti in cui il compositore vuole descrivere...

• La sorgente • Il cammino del fiume • La caccia nei boschi • La festa di nozze dei contadini • La pianura di notte • Le cascate • L’attraversamento della città di Praga • L’addio

Ascolta il CD! Forse non sai che i compositori di musica hanno sempre dedicato molta attenzione all’ascolto e alla descrizione della natura, così ricca di suoni ed emozioni. Anche gli stessi strumenti musicali sono legati al mondo naturale: nascono, infatti, per imitare suoni naturali e, in buona parte, sono fatti con materiali naturali, come il legno, le pietre, le pelli di animali...

Nel mondo di suoni e musica

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Il modo di sentire! Questa pagina ti guiderà nell’ascolto di tre melodie molto affini tra loro. Come avrai modo di sentire, le canzoni esprimono tre differenti modalità espressive, cioè vogliono raccontare, con il testo e la melodia, tre diversi modi di sentire.

Ascolta le canzoni, leggi bene le parole e assegna, in fondo a ciascun brano, l’aggettivo corrispondente, scegliendolo tra questi: gioioso • malinconico • appassionato

Questa melodia ti racconterà tante belle storie del tempo che fu. Storie malinconiche, dolci, un poco tristi, storie di uomini che non ci sono più. ...................................

Sento il mondo intorno a me, tutto vibra e pulsa già: è la forza della natura, la passione che muove ogni cosa. ...................................

Quanta allegria sento in me, sono gioioso ecco perché: ci sono tanti amici, pronti per giocare, tante giornate liete, tutto da scoprire! .................................

Scrivi tante parole legate alle situazioni espressive che hai trovato nelle canzoni.

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Ascolta il CD!

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UNITÀ 11 • PERCORSO MUSICALE


Compagni di scuola La scuola sta per finire...

LE VACANZE SONO BELLE MA QUEST’ANNO PROVO ANCHE UN PO’ DI TRISTEZZA...

ABBIAMO PASSATO CINQUE ANNI INSIEME E I COMPAGNI MI MANCHERANNO...

CHISSÀ COME SARÀ IL PROSSIMO ANNO NELLA NUOVA SCUOLA! HO UN PO’ DI PAURA...

A ME MANCHERANNO ANCHE GLI INSEGNANTI!

CHE NE DITE DI CANTARE INSIEME? POTREBBE AIUTARE A SCACCIARE PAURE E MALINCONIE!

Ascolta il CD e canta con noi!

Compagni di scuola, compagni di viaggio di giochi, litigi, sorrisi e canzoni. se sono cresciuto e cambiato negli anni è grazie a voi tutti, perché siete amici. Ridere, sorridere, passare il tempo insieme correre, rincorrere, giocare tutti in cerchio scrivere, riflettere, le cose da imparare leggere, conoscere, il mondo da scoprire. Compagni di scuola...

Nel mondo di suoni e musica

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Tempo di... le o i c c u l … Lucciola Un tenue lume scintillando nuota. Lì volteggia una lucciola con ali lievi fragili; nelle tenebre luccica perché ha tanta paura di restare ignota. Yu Che-Nan

… vacanze Nel cielo d’estate Un tuffo nel cielo d’estate. L’uccello ritrova la gioia perduta tra i campi pieni di sole e di chicchi di grano maturo. Il bimbo ora pensa a giocare. È tempo di correre al mare. Antonio Russo

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… pigri ris vegli Estate Distesa estate, stagione dai densi climi, dei grandi mattini, dell’albe senza rumore, ci si sveglia come in un acquario... Nessuna promessa terrena può dar pace al mio cuore, quanto la certezza del sole che dal tuo cielo trabocca... Vincenzo Cardarelli


... inizio estate … natura Temporali estivi L’estate è la stagione dei temporali improvvisi. Se volete sapere quanto è lontano un temporale, fate attenzione all’intervallo di tempo che passa tra il fulmine e il tuono: se è breve, il temporale è nei dintorni; se è lungo, allora vuol dire che il temporale è ancora lontano.

tornei e e r t s o i g … La Giostra del Saracino La prima domenica di agosto, ad Ascoli Piceno, si svolge la Giostra della Quintana. È una gara che ha origini antichissime, risale, infatti, alle giostre e ai tornei dell’Europa medievale. Consiste nel cercare di colpire uno scudo retto da un fantoccio girevole, il cosiddetto Saracino, che rappresenta un guerriero saraceno, cioè il pirata arabo o turco che, nel Medioevo, era una minaccia costante e imprevedibile per le popolazioni che si affacciavano sul Mediterraneo. La difficoltà sta nel fatto che il fantoccio regge, dalla parte opposta dello scudo, una mazza, con la quale può colpire il cavaliere e sbalzarlo di sella.

asia … emozioni e fant L’origine delle stagioni Da allora, sulla Terra, si alternano le stagioni: l’autunno con i suoi colori caldi e dorati, l’inverno con la magia del silenzio e il candore della neve, la primavera con merletti fioriti sulle siepi e mille fiori che occhieggiano nei campi e poi l’estate con il suo bel sole caldo, le spighe mature, i frutti succosi. J. Gorge Frazet, Il ramo d’oro, Bollati Boringhieri

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Tempo di saluti! È l’ultimo giorno di scuola. Non solo: è l’ultimo giorno nella scuola elementare. È tempo di saluti, di pensieri affettuosi, di un po’ di tristezza mista a tanta emozione... Via, facciamo una festa con tanti sorrisi e... niente lacrime!

iali c e p s e h dedic

allegri bigliettini

Alla mia migliore amica ... T.V.T.B. Non ti dimenticherò mai! Ciao, non perdiamoci di vista!

un pranzo insieme Perché non preparare qualcosa di speciale? Magari con l’aiuto delle mamme! Cerca ricette della tua regione, usando frutti tipici di questa stagione e della tua terra!

aestre m e l r e era p una lett

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