Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
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Marzo - Aprile 2017 - Anno XVIII n. 2
cari amici
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Luciano Temperilli
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ari Amici, questo numero vi arriverà, spero, nel mezzo del cammino quaresimale in cui siamo invitati a riscoprire (cfr. messaggio di papa) il dono dell’altro ed il dono della Parola che dà senso al vero rapporto con il nostro prossimo. Il cammino quaresimale si incrocia con l’altro cammino quello che i laici passionisti fanno con la nuova provincia religiosa MAPRAES. Nel mese di aprile infatti, immediatamente dopo Pasqua ci sarà l’Assemblea dei laici passionisti a Mascalucia, per organizzare un coordinamento dei vari gruppi che si rifanno alla spiritualità passionista. La lettera del provinciale P. Vaninetti, a pag. 3, chiarisce alcuni dubbi che si potrebbero avere in questo cammino. Il CE, nell’incontro il 17 febbraio, ha stabilito i nomi dei nostri partecipanti in numero di 10 (3 sacerdoti e 7 laici) secondo l’indicazione avuta dalla Commissione preparatoria. Si stanno contattando perché è un bell’impegno. Preghiamo perché questo cammino che ci coinvolge ci aiuti a camminare sempre secondo lo spirito di S. Paolo della Croce. Intanto le nostre fraternità seguitano a camminare. La parte finale della rivista narra di incontri, consacrazioni, perigrinatio crucis. Esorto tutti ad inviare notizie e foto, possibilmente con spiegazione sotto ogni singola foto. Così come, attraverso la rivista, seguitano le catechesi sull’Evangelii gaudium del P. Ciro, e le meditazioni sulla passione e risurrezione del Signore, del P. Roberto. Ho chiesto poi al P. Tito di farci il dono di una serie di articoli su S. Gemma Galgani, protettrice dei laici passionisti, in modo da sentirla sempre più come amica nel nostro cammino spirituale perché in lei l’amore si trasforma nell’Amato, desiderio che la nostra santa mistica vive nella sua carne. Ho riportato ancora delle belle testimonianze sul P. Alberto che non erano entrate nel numero precedente. Siamo sempre lieti, di una memoria grata, per il dono ricevuto del nostro P. Alberto che è stato un segno della presenza di Dio nella nostra vita. Nelle ultime pagine la memoria di chi ci ha lasciato e vive nel regno di Dio. A tutti arrivi l’augurio di una Buona Pasqua, la Pasqua di Gesù che mentre ci fa godere dei segni della resurrezione nella nostra vita, ci ricorda che siamo in cammino e che, la nostra patria è nei cieli. Questa speranza ci aiuti a dare importanza ai nostri giorni, soprattutto a quelli che assomigliano tanto ai giorni del Cristo abbandonato, quando si vorrebbe lasciar tutto, quando la fatica e la delusione sembrano rendano inutili i nostri giorni e senza senso la nostra vita. Questi non vogliono essere pensieri depressivi, ma vengono spontanei per i giorni che stiamo vivendo in cui si parla di suicidio assistito e di eutanasia, come se la vita si giocasse solo nei nostri giorni terreni e la morte fosse solo una scelta per andarsene quanto prima per non disturbare quelli che hanno le loro cose da fare. Questo sia detto con profondo rispetto per tutti e anche per noi perché non sapremmo mai come ci potremmo comportare se messi in certe situazioni, quale sarebbe il peso della nostra fragilità e della nostra solitudine nel dolore. Queste situazioni e questi pensieri ci sostengano nella preghiera e nell’azione perché, pare! che l’amore faccia veramente miracoli in questi casi. Un articolo su Avvenire del 9 febbraio parla di “felicità scandalosa” perché si riferisce a persone totalmente paralizzate, ma accudite, curate, fatte partecipi della vita familiare che alla domanda “sei felice” hanno risposto sì, a loro modo. L’articolista concludeva: “e se fosse la scienza più sofisticata a confermarci un sapore antico, che vale sempre la pena vivere, quando si sente di essere importanti per qualcuno, quando ci si sente amati?”. Lasciarsi coinvolgere dalla Pasqua può significare allora lasciarsi coinvolgere dalla gioia della vita, oggi e sempre, per noi e per gli altri. La gioia del Vangelo è la gioia della Pasqua. Un affettuoso: Buona Pasqua a tutti gli Amici.
LETTEra DEL PrOViNciaLE Luigi Vaninetti carissimi Laici passionisti e loro assistenti religiosi, mi è stato chiesto un chiarimento sull’attuale situazione del Laicato Passionista, a seguito dell’unione delle Province italiane e in attesa della celebrazione dell’Assemblea Generale del nostro Laicato che si terrà dal 23 al 25 aprile 2017. In particolare il problema riguarda la situazione italiana, dove anni fa si è dato inizio e adesione a un grande Movimento Laicale passionista, con Statuto, iter formativo e depositi comuni, ma che in pratica poi non ha impedito che al suo interno convivessero alcuni gruppi che avevano maturato altri Statuti, iter formativi e depositi propri, regolarmente approvati dalla legittima autorità. Ora alcuni si domandano come sono da considerarsi e che valore essi abbiano ancora, dopo l’inizio dell’unica Provincia della Presentazione di Maria al Tempio (MAPRAES) e dei suoi nuovi Regolamenti Provinciali che al n. 19/b hanno stabilito: “ Spetta all’Autorità provinciale promuovere e riconoscere i laici passionisti che chiedono, sia singolarmente che in gruppo, di essere associati alla nostra Famiglia religiosa, approvarne gli Statuti e nominarne gli assistenti spirituali ai vari livelli, secondo quanto previsto dai medesimi Statuti”. Ho ascoltato e consultato anche l’Equipe mista, religiosi e laici, incaricata a riflettere sulla programmazione del Capitolo riguardo ai Laici e che sta preparando la prossima Assemblea provinciale dei Laici della Provincia. Pertanto al fine di una chiarezza necessaria in vista dell'Assemblea stessa di aprile prossimo, stabiliamo quanto segue: I Gruppi, definiti e regolati da statuti propri e caratterizzati da uno specifico iter formativo, sono da ritenersi tra di loro distinti. Gli stessi e le eventuali loro sottosezioni, portino avanti in serenità l’attuale propria organizzazione (Statuto, iter formativo e depositi), fino a ulteriori dichiarazioni esplicite da parte dell’Autorità provinciale. Eventuali depositi comuni (vedi Movimento Laicale Passionista nazionale) rimangono per ora confermati, in attesa di ulteriori indicazioni. chiedo però a tutti i Gruppi di vivere questo tempo come un periodo di presa di coscienza sull’opportunità, anzi necessità di un passaggio verso il nuovo e chiedo, perciò, che tutti i Gruppi rispondano, entro il 10 gennaio 2017, al Questionario inviato dall’Equipe allargata (Laici e religiosi), in modo da preparare al meglio l’assemblea stessa. Augurando un felice sereno Anno nuovo, auspico che il 2017 sia occasione di un rilancio del Laicato passionista nella nostra nuova Provincia religiosa, favorito da reciproca cordialità tra religiosi e laici e indispensabile per rispondere alle nuove situazioni ecclesiali e di evangelizzazione. Fraternamente nel Signore. San Gabriele dell’addolorata, 4 Gennaio 2017
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iL BENE TENDE a cOmUNicarSi
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commento a “Evangelii Gaudium” n. 9
Ciro Benedettini
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l bene tende a comunicarsi. Il bene tende sempre a comunicarsi”. Il numero 9 della Evangelii gaudium inizia con questo lapidario detto classico. Il bene è espansivo, comunicativo, diffusivo, fecondo. “Il bene attecchisce e si sviluppa”, osserva il Papa. Purtroppo ad attecchire e svilupparsi non è solo il bene. Anche il male è attraente e si espande. E a differenza del bene, fa un gran rumore per cui non si può non notarlo. Lo dice anche il proverbio: Fa più rumore un singolo albero che cade che una intera foresta che cresce. E la tentazione di molti è credere più allo schianto dell’albero che cade piuttosto che al silenzioso crescere di migliaia e migliaia di alberi della foresta. Anche perché, ed è sempre stato così, e lo è ancora più in un‘epoca mediatica come la nostra, il fragore dell’albero che cade è ripreso e ridiffuso, moltiplicato in intensità e ripetizione da una moltitudine di media. Chi studia giornalismo conosce questo aforisma assurdo: Bad news is good news: Una cattiva notizia è una buona notizia… “Buona” per un giornale perché di sicuro effetto sui lettori e garanzia di vendite. Il male si presta a diventare notizia di successo più del bene (basta guardare un telegiornale!). E questo porta molti a credere che il male sia maggioritario, prevalente, quasi invincibile. Non è così per fortuna: il silenzioso crescere della foresta è di gran lunga preponderante e più potente dello schianto dell’albero che crolla. Nonostante le apparenze c’è molto più bene che male nella nostra società. Nonostante le apparenze! E per questo non dobbiamo mai scoraggiarci di fare il bene, anche se a volte il bene che facciamo sembra improduttivo, addirittura perdente. L’esempio più convincente per il cristiano è quello di Gesù Cristo in Croce. Quello che appariva agli occhi dei suoi nemici come la loro più grande vittoria, la sconfitta definitiva e nel modo più umiliante possibile di Gesù, si è tramutata nella loro più disastrosa disfatta: Gesù è risorto e ci ha dato la certezza che il bene, l’amore non è mai inutile e improduttivo, ma sempre fecondo e produttore di vita nuova. Nel numero 9 della Esortazione il Papa ci ricorda anche in che consiste in definitiva il bene: il bene non è altro che amare; è sinonimo di amore. In fondo, fare il bene è una forma di amore verso il prossimo, anzi il bene si misura sul metro della sensibilità e capacità di aiutare il prossimo. Commenta il Papa: “chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene”. In modo ancora più chiaro il Papa afferma che non solo il bene è amare, ma che è partecipare all’amore di Gesù Cristo per l’umanità, è un cooperare con Lui alla salvezza nostra e degli altri. E’ prestare la nostra persona a Gesù Cristo perché Egli possa continuare, attraverso noi, ad amare, curare, benedire, salvare... “L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14), dice S. Paolo apostolo. Con il battesimo siamo diventati figli adottivi di Dio, fratelli di Gesù Cristo e lo Spirito Santo ci immette nello stile di vita, il modo di fare del Fratello maggiore, Gesù Cristo. Per questo l’amore di Gesù Cristo ci possiede, ci coinvolge nella sua missione, ci spinge, ci mette premura. S. Paolo della Croce era come divorato dall’amore di Cristo e diceva: “Quanto vorrei che la passione di Gesù facesse breccia nel cuore di tutti”. E ancora: “Vorrei se fosse possibile attaccare fuoco a tutto il mondo. Vorrei avere tanto fuoco di carità da bruciare chi mi passa vicino (...), anzi tutto il mondo”. L’amore per il prossimo è onnicomprensivo, tocca tutti gli aspetti della vita, ma in modo particolare riguarda la realizzazione totale della persona, cioè la salvezza. Per questo il Papa aggiunge una seconda citazione di S. Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). Il bene maggiore che posso fare al prossimo è aiutarlo a conoscere Gesù Cristo, il Salvatore, e a vivere da Figlio di Dio. Sono un cristiano fallito se non annuncio con la vita e con le parole la “buona notizia” dell’amore di Dio per ognuno di noi.
La FEDE E’ Far mEmOria
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commento a “Evangelii Gaudium” n. 10
Ciro Benedettini
La memoria è una dimensione della nostra fede,
afferma Papa Francesco al n° 10 della Evangelii gaudium. La fede è far memoria. Può sembrare un’affermazione oscura. Diventa chiara se solo si pensa che il cristianesimo è una religione “storica”, e cioè che Dio non si è limitato a creare il mondo per abbandonarlo poi al suo destino, Lui da una parte nella sua beata solitudine e noi dall’altra a tribolare sulla Terra. Dio conserva la sua creazione e in particolare segue con amore le vicende dell’uomo, la creatura che ha creato a “sua immagine e somiglianza” e che ha nominato suo fiduciario sulla Terra. Dio non rimane isolato nella sua autosufficienza e felicità, ma vuole far partecipare l’uomo alla sua vita, e per questo interviene nella sua storia, offrendo all’uomo la sua amicizia, nel rispetto della sua libertà. La Sacra Scrittura narra dell’Alleanza che Dio ha stabilito, come se l’uomo fosse un partner paritario, con Noè, poi con Abramo, con Mosé. L’inserimento di Dio nella nostra storia raggiunge una modalità sorprendente e inimmaginabile quando Gesù Cristo, Figlio di Dio, seconda persona della Trinità, Dio stesso, si incarna, diventa uno di noi, nascendo da Maria, una delle nostre donne. Con l’incarnazione la storia di Dio si intreccia e si confonde con la storia dell’uomo. Come prova e garanzia dell’Alleanza definitiva di Dio con l’umanità Gesù Cristo offre la sua vita sulla croce, come aveva predetto: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). La nostra fede nasce e si nutre del ricordo di questi interventi salvifici di Dio nella storia e li celebra nella liturgia. Ogni domenica partecipiamo alla “mensa della Parola” (che narra l’azione di Dio nella nostra storia) e la “mensa del pane e del vino” che ci immette nella vita divina. Esemplare a riguardo è la veglia pasquale del sabato santo: dopo la cerimonia del fuoco e il canto dell’Exultet, l’assemblea si prepara alla Risurrezione facendo memoria della storia della salvezza, cioè degli interventi di Dio nella storia dell’uomo, attraverso la lettura della Parola di Dio. La liturgia non è pura memoria o commemorazione storica, un semplice riandare ad un evento del passato come quando ne rileggiamo la rievocazione in un libro o davanti ad una fotografia. La liturgia è “memoriale”, cioè un ricordo che non solo rievoca, ma attualizza sacramentalmente l’evento nella sua portata salvifica e ne redistribuisce i benefici spirituali. Questo avviene in tutti i sacramenti, ma soprattutto nell’Eucarestia. Dunque la memoria è parte integrale della fede. Il Papa al n° 10 si riferisce non solo alla memoria liturgica ma alla memoria in generale nella nostra vita di fede. Cita gli apostoli che “mai dimenticarono il momento in cui Gesù toccò loro il cuore: «Erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,39). C’è una storia della salvezza universale e una storia della salvezza personale che passa anche attraverso le persone che ci hanno aiutato e guidato nella nostra crescita di fede: i genitori, i nonni, i catechisti, i sacerdoti… «Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio» (Eb 13,7). Più volte nei suoi discorsi Papa Francesco ricorda il ruolo nella sua vita di fede dei suoi genitori e in particolare di “nonna Rosa”. Cita il ruolo di quel sacerdote dal quale si sentì spinto a confessarsi nella chiesa in cui era entrato casualmente, uscendone con l’intenzione di farsi Gesuita. C’è una storia della salvezza personale che nasce dell’incontro con tante persone che hanno contribuito al nostro cammino di fede e di cui è bene far memoria, sul modello dei salmi, per esempio i salmi 105, 136, ecc… “il credente è fondamentalmente “uno che fa memoria”, sintetizza Papa Francesco. Gli Amici di Gesù Crocifisso lo sanno bene. La loro consacrazione alla Passione di Gesù, sul modello del voto dei Passionisti consacrati, comporta “fare grata memoria della Passione di nostro Signore Gesù cristo”: nella liturgia innanzitutto e nella vita quotidiana di pietà.
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mEDiTiamO SUL miSTEri PaSQUaLE La cONTEmPLaziONE DEL riSOrTO E L’aNNUNciO Di SaLVEzza (a 13,26-31) T
Roberto Cecconi
C arissimi, in questo numero ci soffermiamo sul discorso che Paolo tiene in sinagoga ad Antiochia di Pisìdia, nell’attuale Turchia. L’annuncio dell’Apostolo è incentrato su Gesù che, non essendo stato riconosciuto come il
Salvatore, è stato condannato alla pena capitale. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti: Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l’hanno riconosciuto e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso. Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo. il contesto in cui è collocato il discorso Siamo nel quadro del primo viaggio missionario di S. Paolo apostolo, che si è svolto a Cipro e nella parte meridionale dell’Asia Minore (At 13,1-14,28). In questo suo peregrinare, Paolo è accompagnato da Barnaba e Giovanni, detto Marco (cf. At 12,12). Quest’ultimo decide di abbandonare la comitiva a Perge di Panfilia (At 13,13), ossia quando, lasciata l’isola di Cipro, i tre missionari sbarcano sulla costa meridionale dell’Asia Minore. Non si sa bene perché Giovanni Marco decida di non proseguire l’attività apostolica in compagnia di Paolo e Barnaba. Qualcuno ipotizza che – essendo ancora un giovane di poca esperienza – si sia spaventato di fronte alle fatiche apostoliche che gli si stavano prospettando dinanzi; altri pensano che non abbia condiviso la linea degli altri due missionari, orientata ad una forte apertura nei confronti dei pagani. Ad ogni modo, è bene sapere che successivamente Giovanni Marco si riconcilierà con Paolo e tornerà ad essere un suo collaboratore (cf. Fm 23s; Col 4,10; 2Tm 4,11). Secondo la tradizione, questo personaggio sarà poi l’autore del vangelo più antico che possediamo, quello secondo Marco. Ma torniamo al racconto di Atti: Lasciati soli, Paolo e Barnaba proseguono il loro cammino e giungono ad Antiochia di Pisìdia (At 13,14). Come di consueto, rivolgono la loro parola prima di tutto ai Giudei. Si recano dunque in sinagoga e, dopo aver ascoltato le letture bibliche – tratte dal Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia) e dai Profeti –, Paolo prende la parola e, partendo dai patriarchi, ripercorre tutta la storia del popolo d’Israele fino a Gesù, il Salvatore promesso (At 13,23). il kerygma cristologico di Paolo Giunto a questo punto, l’Apostolo, rivolgendosi ai presenti con le espressioni «fratelli», «figli della stirpe di Abramo», cerca di abbattere eventuali barriere e tenta di stabilire un clima che faciliti il loro ascolto. La ricezione della parola di salvezza viene infatti favorita da un contesto umano favorevole. Da segnalare che Paolo si rivolge anche ai «timorati di Dio». Si tratta di pagani che, pur non praticando pienamente i precetti della religiosità giudaica, mostravano interesse e simpatia per l’ebraismo. Sin dall’inizio, dunque, l’Apostolo lascia intendere che il messaggio incentrato sul Cristo è per tutti i popoli. Annunciando la passione di Gesù, Paolo menziona, come principali responsabili, gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi (At 13,27). Questo dato è degno di nota. L’Apostolo, infatti, mostra di essere ben lontano dal ritenere tutti i Giudei responsabili della morte di Nostro Signore. La colpevolezza dei personaggi in questione viene comunque fortemente sottolineata: «“pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso”» (At 13,28). L’agire iniquo degli uomini permette, loro malgrado, il compimento del progetto di Dio: «“Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui…”» (At 13,29). All’agire malvagio degli uomini, si contrappone quello di Dio. Egli risuscita il Figlio suo dai morti, il quale, una volta apparso ai suoi discepoli, li invia presso il popolo in qualità di testimoni (cf. At 13,30s). La Buona Notizia In Gesù, le Scritture profetiche, lungi dal restare lettera morta, diventano evento che si cala nella nostra storia comunicandole la salvezza. In modo particolare, nella risurrezione del Signore, l’uomo prende coscienza di non essere mai dimenticato da Dio; neanche quando, nella morte, ogni speranza sembrerebbe essere svanita. robi.cp@libero.it
GEmma GaLGaNi PaTrONa DEL mOVimENTO LaicaLE PaSSiONiSTa
Figura straordinaria, esempio di santità collocata tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. E’ la prima mistica stimmatizzata del cosiddetto “secolo breve”. Gemma, è una santa laica che appartiene alla Famiglia passionista a pieno titolo. Fu laica nel mondo, pur languendo dal desiderio di divenire monaca passionista (lei stessa predisse la costruzione del monastero, poi divenuto suo santuario, in Lucca, fuori Porta Elisa. Appartiene a quella schiera di santi annoverati nella mistica oggettiva, ossia nutrita dalla Parola di Dio e dai sacramenti. E’ una mistica della croce perché del crocifisso e della sua esperienza sacrificale amorosa, ne portò sul suo corpo e nell’anima tutti i segni proprio come Gesù: sudore di sangue, flagellazione, insulti, sputi e derisione, incoronazione di spine, la pene della crocifissione, l’agonia terribile vissuta nel più grande abbandono di tutti, la sete inestinguibile, le stimmate. La sua vita, si svolse durante il pontificato di Leone XIII, equivalente più o meno ai suoi venticinque anni. Tra l’Ottocento e il Novecento, secoli tra i più ricchi e convulsi della civiltà occidentale, segnati progressivamente dalla laicizzazione, l’annosa questione romana, il drammatico pontificato di Pio IX, l’anticlericalismo, l’affermarsi della Massoneria che incitava all’odio per la Chiesa. Gemma visse quasi sempre a Lucca, la città del Volto Santo. Non sembra fosse molto informata delle tristi vicende della Chiesa in Italia, perché non si interessava di politica, ma intuiva chiaramente le necessità di innumerevoli anime, ardeva per la propagazione della fede, si era offerta vittima per i peccatori, seguiva i missionari, collaborando con la preghiera e il suo quotidiano martirio. Con il diffondersi della secolarizzazione in Italia e nel mondo occidentale, questa, subì una difficile ripresa della vita cattolica. I cattolici si impegnarono a fondo nella vita sociale, soprattutto nel settore dell’attività caritativa. Tra gli istituti femminili che incrociarono la vita di Gemma, si ricordano le Ministre degli infermi dette familiarmente le suore barbantine (dal nome della beata loro fondatrice Domenica Brun Barbantini. Frequentò le scuole delle Oblate dello Spirito Santo, fondate dalla beata Elena Guerra, chiamate familiarmete Zitine. La Lucca della Galgani visse una situazione sociale abbastanza pacifica pur non essendo estranea alla lotta politica, ma si contraddistingueva per una radicata religiosità e frequenza dei sacramenti, non altrettanto diffuse in altre città della Toscana. Dal punto di vista religioso, la città respirava un clima di intensa devozione a Cristo e alla Vergine; a quest’ultima erano dedicate varie forme di culto. Più importante e più sentita la devozione a Gesù, che crocifisso e risorto, è presente nella santissima eucaristia. L’adorazione eucaristica occupò un posto rilevante, sia per quel che riguardò la partecipazione alla santa messa come pure nel culto eucaristico, che si concretizzò nell’adorazione delle così dette Quarantore, forma di adorazione eucaristica sorta nel 1527 ad opera del sacerdote Antonio Bellotti. Cristo Gesù presente nell’eucaristia, fu per Gemma il ‘tutto’, a cui in qualsiasi momento si rivolse. Per comprendere Gemma non si può assolutamente prescindere dalla centralità nella sua vita dell’eucaristia. In tale contesto eucaristico si inserisce l’intensa spiritualità concentrata nella devozione al Sacro Cuore di Gesù, spiritualità nata in Francia dopo le apparizioni di Paray-le-Monial e molto sentita e consolidata anche in Italia, come antidoto al giansenismo, sempre ricorrente nella vita spirituale di questo periodo ed anche in seguito alle varie forme di apostasia dalla fede, la lotta anticattolica e la massoneria. Monsignor Giovanni Volpi, confessore e direttore spirituale di Gemma incentrava tutto il suo magistero spirituale sull’amore al Sacro Cuore con il conseguente bisogno della riparazione per i peccati che affliggevano lo stesso cuore appassionato del Redentore. Durante la sua breve ma intensa esistenza, Gemma Galgani, non solo visse la passione su di sé, ma sperimentò visioni, rivelazioni e colloqui con Gesù, centro e culmine di tutta la sua vita, la Madonna, il suo Angelo custode, san Paolo della Croce, san Gabriele dell’Addolorata, le sante anime del purgatorio e il diavolo; creatura che pur nella sua folle nefandezza, è sempre e comunque sottomessa al potere e al servizio del Signore, che la tentò, perseguitò e vessò continuamente fino alla fine della sua breve esistenza. tpkoala@gmail.com
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SInteSI del MeSSAggIo del SAnto pAdre frAnceSco per lA quAreSIMA la parola è un dono. l’altro è un dono
Cari fratelli e sorelle, …il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. …La Quaresima è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Alla base di tutto c’è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. In particolare, qui vorrei soffermarmi sulla parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31). 1. L’altro è un dono La parabola comincia presentando i due personaggi principali, ma è il povero che viene descritto in maniera più dettagliata: egli si trova in una condizione disperata e non ha la forza di risollevarsi…Il quadro dunque è cupo, e l’uomo degradato e umiliato. La scena risulta ancora più drammatica se si considera che il povero si chiama Lazzaro: un nome carico di promesse, che alla lettera significa «Dio aiuta». Perciò questo personaggio non è anonimo, ha tratti ben precisi e si presenta come un individuo a cui associare una storia personale. …Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto... La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole. Ma per poter fare questo è necessario prendere sul serio anche quanto il Vangelo ci rivela a proposito dell’uomo ricco. 2. il peccato ci acceca La parabola è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco (cfr v. 19). Questo personaggio… non ha un nome, è qualificato solo come “ricco”. La sua opulenza si manifesta negli abiti che indossa, di un lusso esagerato. ...la ricchezza di quest’uomo è eccessiva, anche perché esibita ogni giorno, in modo abitudinario: «Ogni giorno si dava a lauti banchetti» (v. 19). In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato, che si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia. Dice l’apostolo Paolo che «l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10) ... Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 55). ...La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore… Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia... Per l’uomo corrotto dall’amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell’attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità…Guardando questo personaggio, si comprende perché il Vangelo sia così netto nel condannare l’amore per il denaro: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro”. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). 3. La Parola è un dono Il sacerdote, imponendo le ceneri sul capo, ripete le parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai». Il ricco e il povero, infatti, muoiono entrambi... I due personaggi scoprono improvvisamente che «non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via» (1 Tm 6,7). Anche il nostro sguardo si apre all’aldilà, dove il ricco ha un lungo dialogo con Abramo, che chiama «padre» (Lc 16,24.27), dimostrando di far parte del popolo di Dio. …Però nella sua vita non c’era posto per Dio, l’unico suo dio essendo lui stesso. Solo tra i tormenti dell’aldilà il ricco riconosce Lazzaro e vorrebbe che il povero alleviasse le sue sofferenze con un po’ di acqua. I gesti richiesti a Lazzaro sono simili a quelli che avrebbe potuto fare il ricco e che non ha mai compiuto. Abramo… gli spiega… che nell’aldilà si ristabilisce una certa equità e i mali della vita vengono bilanciati dal bene. La parabola si protrae e così presenta un messaggio per tutti i cristiani. Infatti il ricco, che ha dei fratelli ancora in vita, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro da loro per ammonirli; ma Abramo risponde: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro» (v. 29). E di fronte all’obiezione del ricco, aggiunge: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti» (v. 31). In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello… Dal Vaticano, 18 ottobre 2016 Festa di San Luca Evangelista
rIcordAndo p. Alberto
UNA GIORNATA SPECIALE Domenica 18 dicembre 2016 abbiamo trascorso una giornata con gli Amici di Gesù Crocifisso a Morrovalle, ospitati dei Padri Passionisti, in cui abbiamo fatto memoria del nostro fondatore Padre Alberto. Ringrazio Dio e Padre Luciano per quanto si è adoperato perché noi potessimo continuare a conoscere una persona a noi così tanto cara. Continuare a conoscere… Sì perché abbiamo avuto modo di completare quell'immagine che ognuno di noi già aveva di lui. Quello che mi ha lasciato questo bellissimo incontro è stata l'idea di una vita vissuta intensamente e con l'unico pensiero e di portare tutti verso Cristo. LA FEDELTÀ DI UN AMORE UMILE! Di tutte le testimonianze queste tre parole mi risuonano ancora in mente come un programma e uno stile di vita. Fedeltà ad una vocazione, ad un impegno, prima di tutto verso Cristo e poi verso gli altri, il prossimo, a Padre Alberto tanto caro, svolto con caparbietà, perseveranza e lungimiranza. Un amore immenso e totale a Gesù Crocifisso, ai crocifissi, ai laici, alle famiglie, che ha sempre curato con molta dedizione. Umile! La sua qualità, secondo me, più visibile. Un'umiltà operosa e instancabile ma nel silenzio. Dalle varie testimonianze, tutte molto significative, traspare una persona che ha sempre lavorato con mitezza ma con determinazione per collaborare al Regno di Dio. Ringrazio Padre Tito, Padre Daniele, Don Ennio, Margherita, Pio, Piera, Marika ed Olga che sono state voci preziose che ci hanno fatto emozionare entrando a volte nei pensieri di P. Alberto. In ultimo ma non ultimo grazie a P. Luciano che ci hai dato l'occasione di trascorrere una giornata insieme nella gioia e in armonia. Grazie alla Sonia fraternità di Morrovalle del servizio impeccabile!
TESTIMONIANZE Ho un’immagine di padre Alberto è quella che ho sempre incontrato da quando l’ho conosciuto, hai presente un padre che ti aspetta sull’ uscio di casa con un sorriso? Ecco, questo è lui per me. Un padre che ti aspetta sempre. Un padre che ti rasserena sempre. Un padre che un giorno mi ha abbracciata per consolarmi in un grande dolore e che mi sembrava l’abbraccio di Dio. Fede speranza carità e fortezza sono l’esempio che mi ha lasciato. E una frase che mai dimenticherò: Cari siamo tutti cari. Letizia Pur non avendo potuto partecipare alla Giornata di Commemorazione celebrata il 18 dicembre 2016 per ricordare il nostro aff.mo Padre Alberto, Padre Fondatore degli AGC, desidero anche personalmente esprimere quanto è nel mio cuore dopo tanti anni trascorsi sotto la sua direzione spirituale. Era l’anno duemila quando il Signore volle che conoscessi l’amato Padre. Non fui io a cercarlo ma fu lui che, attraverso le Strade Misteriose del Signore, venuto in Abruzzo in missione ed esattamente nel Santuario del Beato Nunzio a Pescosansonesco ( PE ) ebbe modo di avere degli indirizzi di persone che volessero iscriversi agli AGC per seguire il Carisma di San Paolo della Croce. Devo dire in verità che alla sua prima richiesta di voler pregare alle ore 15.00, ora della morte di Gesù, non mi trovò entusiasta. Questa lettera non ebbe da me risposta. Solo alcuni mesi dopo con un certo rimorso nel cuore mi decisi di rispondere. Non vi dico la gioia di padre Alberto che mi diede risposta sulla nostra Rivista. Piano piano , iniziando con pochissime persone, il numero degli iscritti aumentò e ad un certo punto sentii il bisogno di invitare Padre Alberto a Roccaraso perché venisse a conoscere il nuovo Gruppo nascente. Sulle prime il Padre non si rese disponibile. Dopo varie nostre richieste finalmente venne a Roccaraso. Dopo quella volta le sue visite si fecero sempre più frequenti e per due volte all’anno, primavera ed autunno, non è mai mancato nel nostro paese. Ormai anche le pietre delle nostre contrade, si fa per dire, lo conoscevano. I Gruppi crescevano ed i suoi amici prediletti erano i malati che insieme andavamo a visitare. Essi parlavano volentieri con lui poi si confessavano e ricevevano la SS.ma Eucarestia. Notavo con quanta delicatezza e tatto si adoperava per tutti rassicurandoli che al suo ritorno sarebbe tornato a salutarli. Mai mancava alle sue promesse. Piera, la nostra
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Presidente, mi raccomandava di non farlo stancare troppo. Ma Padre Alberto, con il suo sorriso e la sua bontà, andava avanti con grande capacità di ascolto e grande carità. Dotato certamente dallo Spirito Santo del dono del Consiglio, ha guidato quanti si sono a lui affidati ed a lui ricorrevano per qualsiasi problema. Come non ricordare queste cose? Negli ultimi anni suo compagno di missione è stato Padre Bruno che lo ha sempre accompagnato condividendo con lui tante opere buone. …Grazie di tutto Padre Bruno. La nostra Fede ci dice che Tu caro Padre Alberto sei in Paradiso dove non solo vivi nella Luce di Dio ma hai anche incontrato San Paolo della Croce il nostro Santo ed amato Padre Fondatore e tutti i Santi del Paradiso, hai incontrato tutti gli Amici da te preparati per il Grande Convito Celeste. Questo è di grande gioia per noi perché’ sappiamo che le tue e le preghiere di tutti i Santi ci proteggono per continuare il nostro cammino come Testimoni di Gesù Crocifisso e Risorto e della Sua Santissima Madre Maria. Grazie Padre Alberto. riccardo P. Alberto, un sacerdote con la S maiuscola, come si dice in gergo per indicare una persona eccezionale come ce ne sono pochi! Vederlo incuteva riservatezza: si aveva timore di disturbarlo, ma si scopriva che nel dialogo ascoltava, era interessato e disponibile, senza considerare il fattore tempo. Non invadeva le "resistenze " della persona che aveva davanti anzi, andava oltre e dava le risposte necessarie senza che avesse formulato la domanda. Il solo vederlo infondeva serenità e la voglia di essere una brava cristiana. Le sue catechesi e le sue omelie giungevano al cuore e si aveva la sensazione che Dio fosse sceso nel cuore, lo sentivi vivo e sembrava di volare, pronti ad affrontare le difficoltà di questa vita terrena. Per me i ritiri erano così vivi! Prendo l'occasione per ricordare un episodio accaduto pochi anni fa. Eravamo a Morrovalle per l'incontro mensile degli AGC. Era tornata, dopo diverso tempo, una donna anziana. Durante la catechesi si sentì male e svenne! Fu soccorsa dal responsabile. Adagiata in terra si era in attesa del suo rinvenimento. Ma non avveniva! Il tempo passava, non accadeva niente. Intanto il suo pallore aumentava. P. Alberto rimase sulla cattedra guardando ed aspettando. La donna, oltre a diventare sempre più pallida, aveva le unghie delle mani che avevano assunto un colorito viola. Pensavo che P. Alberto dovesse muoversi e decidersi. Il responsabile del gruppo chiamò l'ambulanza. Finalmente P. Alberto percorse il corridoio della sala e raggiunse la donna che era rimasta come descritto sopra. Poi... Per me il miracolo! Dopo poco minuti le unghie non erano più viola, il pallore si attenuò e riprese i sensi. L'ambulanza finalmente giunse e la portò all'ospedale. marvi Se dovessi soffermarmi un attimo e guardare indietro la mia vita sino a quel momento, come fosse un film, affermerei con stupore e piacere che la mano di Dio non mi ha mai abbandonata. Tutto sembra avere un filo conduttore. Seppur a volte abbia fatto scelte sbagliate, allungando i tempi ed il percorso, Lui è sempre stato pronto a riportarmi sulla retta via. Come tutti ho avuto alti e bassi, vissuto momenti belli e meno belli, ma c’è stato un evento traumatico durante la mia adolescenza che mi ha portato ad una grandissima sofferenza. Evento che mi ha segnato profondamente nel carattere, nel rapporto con gli altri e nel rapporto con me stessa. Ancora oggi mi porto dietro le conseguenze. Ho vissuto il mio inferno sulla Terra. Entrai in gran lotta con il Signore, ero arrabbiatissima con lui; sentivo di non meritare tutto quello che mi stava accadendo. Di giorno mascheravo, dovevo mascherare, ma la sera nel mio letto piangevo, ci litigavo, mi arrabbiavo e poi, non so nemmeno io da dove prendessi la forza, gli chiedevo delle cose. A distanza di anni posso affermare che forse non ho mai pregato con tutto il mio cuore e con tutte le mie forze come in quelle sere di lotta. Il termine sofferenza umanamente viene associato ad un qualcosa di negativo, ti senti morire dentro, nell’anima, ma se sei toccato dalla Grazia del Signore la sofferenza si trasforma in una grande occasione di crescita e di resurrezione. È quello che rappresenta in fondo la Croce, non uno strumento di morte ma albero della Vita, dalla morte alla Resurrezione. Non nego che il pensiero di una nuova sofferenza per una qualsiasi cosa mi spaventa, ma l’accetterei diversamente. Io sono all'albore del mio percorso, mi sento ancora molto piccola nella fede...credo che non mi sentirò mai arrivata, sempre imperfetta, sempre mi mancherà qualcosa. Io non so dove il Signore mi vorrà condurre. A Lui consegno le pagine della mia vita. L'unica certezza che ho in cuor mio è che mi chiama al Suo servizio. In questo momento questo si traduce in AGC di Bari a cui vorrei dire il mio grazie a Don Giovanni, alla responsabile Prudenza e a tutta la Fraternità per avermi accolta già da diverso tempo ed aiutata a crescere. Non ho conosciuto personalmente padre Alberto Pierangioli ma sono certa che benedice il mio cammino. Se AGC esprime la spiritualità della passione attingendo esempio, forza dal fondatore e soprattutto Amore, allora non ho avuto l’onore di conoscere un uomo di Dio, un santo donato a noi laici di “Amici di Gesù Crocifisso”. Grazie padre Alberto. rosa De mola
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La TUa cHiamaTa Eri poco più di un bambino quando lasciasti tutto per andare, il Signore ti aveva chiamato e tu rispondesti pur non sapendo ancora dove. Lui ti indicò una strada da percorrere e tu la imboccasti, la collina del tuo paese un mattino ti vide partire, una valigia e via… La tua Montepagano, la chiesa con il suo fonte battesimale sono ancora nel tuo cuore, devi tutto a quel lontano giorno i cui diventasti figlio di Dio: in quel momento si accese una piccola fiammella, man mano quella luce ha illuminato tutta la tua vita! La tua missione ti ha portato in tanti luoghi: diversi e lontani, hai conosciuto tante persone ma per tutti e ognuno hai avuto sempre parole “uniche”! La tua vita è una immensa distesa di amore, quello stesso amore che insegni a chiunque incontri sulla tua strada, a chiunque percorre questo cammino di santità con gli Amici di Gesù Crocifisso (e non solo!) Il Signore ti ha donato un amore smisurato per tutti, umiltà infinita da portare come esempio, dolcezza immensa e carisma straordinario per poter meglio essere nostro buon pastore e noi tutte pecorelle che cerchiamo di seguirti anche se a volte ci perdiamo o rimaniamo indietro… Mi insegni l’amore incondizionato per nostro Padre e per i nostri fratelli, con semplicità e profondità unica…e io vorrei tanto imitarti!!! Per me non sei una delle tante gocce d’amore nel mare, ma semplicemente sei un fiume in piena d’amore!! Non sei solo una matita nelle mani di Dio ma è Dio stesso che si manifesta con la tua stessa vita!!! Olga
coMMeMorAZIone Solenne dellA pASSIone
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MeSSA dellA pASSIone del 24-02-2017 e benedIZIone delle crocI dellA peregrInAtIo.
chIeSA dI S. gAbrIele cIVItAnoVA MArche
Durante la bellissima celebrazione, il padre Provinciale P. Luigi Vaninetti ci ha fatto una catechesi toccante: “Contemplando la croce, possiamo ricostruire l’immagine di Dio.” Meditare la Passione ci dice che Gesù è entrato nella nostra storia, ha detto sì a Dio per la grande passione per l’umanità! Ci ha insegnato che solo una vita donata è una vita salvata! La croce è il frutto del male, di cattiveria, di tradimenti. Dalla potenza del male noi non ci liberiamo senza Gesù perché Lui lo ha preso su di sé proprio per liberare noi. Ora grazie a Lui il male non è la fine di tutto perché non prevarrà. Olga costanzo, fraternità di civitanova FRATERNITA’ DI GIULIANOVA Il giorno 24 febbraio, venerdì prima delle Ceneri, come tutti gli anni, nella Chiesa dedicata a San Gabriele dell'Addolorata di Giulianova abbiamo celebrato la festa della Passione di Gesù, tanto desiderata e voluta da San Paolo della Croce. La Santa Messa è stata officiata da don Alex. Le letture passiologiche scelte sono state belle e spronanti per meditare le sofferenze patite da Gesù fino alla morte di Croce, per amor nostro. Facciamo grata memoria della morte, risurrezione e glorificazione di Gesù che ci ha liberati da tutti i peccati ed intercede per noi presso il Padre buono e misericordioso. È il nostro difensore per sempre. Alla fine della messa don Alex ha benedetto i due Crocifissi che, durante il periodo quaresimale, porteremo nelle famiglie desiderose di accoglierli e pregare insieme a noi. Tenendo impresse nel cuore e nella mente le parole di San Paolo della Croce: " LA PASSIONE DI GESÙ E LA PIÙ GRANDE E STUPENDA OPERA DEL DIVINO AMORE" invochiamo lo Spirito Santo affinché la Peregrinatio Crucis porti tanti frutti a noi ed alle famiglie che ci accoglieranno. Grazie Signore Gesù! CONSACRAZIONI AGC - Giulianova 13 novembre 2016 Domenica 13 novembre, giornata speciale per la nostra fraternità. Al mattino abbiamo iniziato con la recita delle Lodi. Padre Francesco ci ha ricordato che ogni “amico” deve mettere al centro della propria vita Gesù Crocifisso, vivendo la consacrazione battesimale e la spiritualità dell’amore secondo gli insegnamenti di S. Paolo della Croce. Da adulti consapevoli, scegliamo di aderire pienamente al Signore affermando il nostro SI davanti all’assemblea. Il pomeriggio ci siamo ritrovati per l’Adorazione Eucaristica, preparata e guidata da Padre Federico e successivamente per una Santa Messa celebrata sempre da Padre Francesco e concelebrata dal nostro parroco Don Ennio, da Don Ruggero e Padre Vito. Padre Francesco ha sottolineato l’importanza di un cammino spirituale dove Gesù è Maestro di vita e riesce con la Sua infinita Misericordia a donare gioia e serenità nonostante le difficoltà. “Di cosa ci preoccupiamo se il Signore è con noi?” Maria, Carlo, Dante e Vincenzo hanno detto a Gesù: ECCOMI, per la prima volta. Tiziana e Domenica hanno rinnovato la promessa già fatta l’anno scorso. E’ stata una celebrazione veramente straordinaria, sui volti dei consacrandi traspariva quella gioia che solo il Signore può donare! Ci sono stati momenti di grandi emozioni: con Vincenzo anche la moglie Maria ha voluto condividere questa gioia insieme ai loro due bambini e questa immagine ci ha riportato alla mente la famiglia di Nazareth e la bellezza della famiglia . La consacrazione di Carlo e Tiziana ci hanno fatto gioire perché la coppia che cammina insieme è un dono immenso e ce lo ricordava spesso Padre Alberto! Così la testimonianza della nostra sorella Rita, nella fraternità fin dall’inizio (circa 15 anni); ella ha ricordato come il Signore attraverso questo percorso l’ha guidata e aiutata in tantissime prove che la vita le ha riservato. La figura di Padre Alberto per lei è stata fondamentale: è stato un padre, un amico e un confidente.
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Sono intervenuti numerosi fratelli e sorelle delle fraternità di S. Nicolò e di Molviano. Abbiamo concluso questa indimenticabile giornata con un abbondante agape, con infinita gioia e in grande unione fraterna consapevoli che lo spirito di Padre Alberto aleggiasse su tutti noi! Grazie Signore Gesù! Lode e onore a Te per questo giorno e per averci donato Padre Francesco come nostra nuova guida. Olga Erasmi RIFLESSIONI NEL RITIRO DI PADRE FRANCESCO Cosa fanno gli Amici di Gesù Crocifisso? Meditano il Crocifisso e stanno vicino ai crocifissi. L’importante nella meditazione è il silenzio interiore ed esteriore, cioè l’abitudine a vivere dei momenti di silenzio mettendo a tacere tutte le altre voci. Quando preghiamo è Gesù che deve parlare al nostro cuore. Il solo fare silenzio in noi è già preghiera. La povertà interiore, è la povertà di chi dice “Signore ho bisogno di te!”. lo. L’amore ci possiede. Se l’amore non ci possiede non possiamo camminare con Lui. È Lui che ci spinge ad amar ghie“Signore, devi essere tu a camminare con me. Fammi sentire il tuo amore”. Questa deve essere la nostra pre ra! Con il Battesimo siamo diventati creature nuove. Ma io adesso vivo da risorto? Da figlio di Dio? Signore, perdonami per quello che ho fatto, riconciliami, fammi stare con Te. Oggi ci viene chiesta la conversione, oggi dobbiamo dire il nostro sì. San Paolo dice che, diventate creature nuove e riconciliati con Dio, dobbiamo trasmettere agli altri questa gioia. Preghiamo in maniera specifica per ogni fratello: “Signore, voglio portarti agli altri, Signore ti prego per questo mio figlio perché tu possa convertire il suo cuore”. L’Amico di Gesù vive e condivide il carisma passionista in forza del Battesimo. Lasciatevi riconciliare, lasciate che Gesù entri nel vostro cuore, lasciatevi possedere dall’amore. Abbandonatevi al suo amore, lasciatevi portare dalla fraternità! Signore so che tu mi libererai dai miei peccati! Fare memoria della passione di Gesù che vuol dire? Memoria del figlio che diventa umano. Lui distrugge il peccato nella sua umanità. Noi passionisti nel fare memoria guarderemo tutta la vita di Gesù, dalla incarnazione alla morte, perché tutta la vita di Gesù è stata una umiliazione, un abbassamento. “Signore, ma quanto hai sofferto per me!”. La croce è la massima espressione dell’abbassamento (amore) di Gesù,e inizia già dalla nascita. Facciamo memoria dell’amore noi passionisti, amiamo e soffriamo. Io mi dono all’altro anche se non mi capisce. Chi ama soffre, soffre per l’altro! Un continuo amore verso tutti, allarghiamo il nostro cuore! È importante sentirci scelti da Dio, e se sentiamo di essere scelti, ci sentiamo amati da Lui e riusciamo ad amare anche gli altri. Ma se non prepariamo la mente e il cuore come facciamo ad accogliere Gesù? Passione è uguale ad amore, noi passionisti facciamo memoria dell’amore di Gesù! Giulia Di Pompeo LA MIA PRIMA CONSACRAZIONE Carissimi Amici, domenica 13 novembre ho fatto la mia prima Consacrazione. Non posso descrivere l’emozione che ho provato, una gioia immensa nel cuore: non pensavo e non me lo aspettavo. Ora sono contenta, avevo tanti dubbi per i grandi problemi che ho e non mi sentivo pronta, ma penso che Padre Alberto da lassù mi abbia spinto a prendere la decisione giusta.Grazie a questo cammino che sto facendo ora sono in grado di affrontare la vita diversamente e riesco a portare le mie croci con amore e fede affidandomi a Dio. Ora dico: Signore Gesù io mi metto nelle Tue mani, mi abbandono al Tuo cuore, chiudo gli occhi della mia anima e dico “aiutami Tu”. Un grazie a Padre Francesco dei suoi consigli e a Pio che rappresenta la colonna degli Amici. Un grande abbraccio a tutti. maria monti
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cONSacraziONi, cHE Si SONO TENUTE a mOrrOVaLLE 13 novembre, di Barbara Mazzoli ed Egilda Scarpetta.
CONSACRAZIONI NELLA FRATERNITA’ DI SAN NICOLO’ Sabato 29-10-2016, nella fraternità di S.Nicolò a Tordino, si sono svolte le prime consacrazioni a Gesù Crocifisso di cinque sorelle tra cui una coppia, cinque sorelle hanno fatto il terzo rinnovo. Tutto è iniziato nel pomeriggio, verso le sedici ci siamo ritrovati nella chiesa parrocchiale di S. Francesco e con alcune sorelle abbiamo preparato la chiesa, poco dopo ci ha raggiunto Padre Lorenzo Baldella il quale dopo un po' di prove con i consacrandi ci ha tenuto una breve ma interessante catechesi. A seguire c'è stata l'adorazione Eucaristica con la partecipazione delle suore catechiste della nostra parrocchia e il rosario guidato da noi. Alle 18,30 è iniziata la Santa Messa presieduta dal nostro parroco Don Giovanni D'Annunzio ed ha concelebrato con lui Padre Lorenzo. La parte riguardante la consacrazione dei nostri fratelli è stata svolta tutta da Padre Lorenzo aiutato dal nostro Presidente Nazionale Pio Calvarese. riPOSaNO NELLa PacE Dopo anni di sofferenza offerta al Signore, sostenuta dalla sua fervente fede e circondata dall'amore dei suoi familiari, si è spenta il 03/02/2017 FRATINI Lina di Giulianova. Amica di Gesù Crocifisso fin dalla nascita della nostra fraternità 26 gennaio 2003, donna, moglie, madre e nonna esemplare, di grande fede e di continua preghiera, vivace e piena di iniziative è stata un "FARO" per il cammino della fraternità. innamorata di Gesù Crocifisso, morto e risorto, ha praticato il suo apostolato fino a quando le condizioni di salute glielo hanno consentito. Iscritta all'associazione AVULLS, è stata volontaria presso l'Ospedale Civile di Giulianova, ma soprattutto, ha condotto la Peregrinatio Crucis nel periodo quaresimale. Insieme ad un gruppetto di sorelle portava il Crocifisso presso le famiglie che lo richiedevano, pregava con loro meditando la parola di Dio. Questo ha portato molti frutti, perché pregare uniti davanti al Crocifisso diventa amicizia anche con persone che non si conoscono abbastanza. Si cresce nell'amore e nella fede. Io sono un esempio di tutto questo: al termine di un incontro, a cui ero stata invitata, Lina si volse verso di me e con un dolce sorriso ed uno sguardo luminoso mi disse “Perché non ti unisci a noi! Vieni ai nostri incontri, ascolta e poi...". Oggi sono una consacrata perpetua felice. Olga crucitti
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Il 6/11/2016, BALDO PERETTI, della fraternità di Civitanova, ha lasciato questa terra. Fedele Amico di Gesù Crocifisso, consacrato perpetuo fin dall'anno 2000. Sempre presente agli incontri di fraternità ed ai ritiri mensili, finché la salute glielo ha permesso. Di carattere mite, svolgeva la sua opera di volontariato in ospedale insieme a sua moglie, sempre sorridente e affettuosa premura verso i fratelli sofferenti. Ora è fra le braccia di Gesù e sicuramente, insieme a P. Alberto pregherà per tutti noi. Piera Fraternità di civitanova
UNa SUa TESTimONiaNza PUBBLicaTa NEL LiBrO “SarETE miEi TESTimONi” Come ogni cristiano, ho incontrato il Signore la prima volta con il Battesimo. Certo, allora io non potevo comprendere; altri hanno agito per me; altri hanno preso in custodia questo dono: i miei genitori per primi, che mi hanno trasmesso la loro grande fede; ricordo quando da bambino, mia madre la domenica pomeriggio mi prendeva e mi metteva sulle sue spalle e insieme ai miei fratelli, attraverso i campi, ci recavamo sopra una collina, da dove si vedeva la Basilica della Madonna di Loreto; facevamo le preghiere insieme e poi lei lasciava dei fiori sotto una quercia. Poi si cresce, la vita cambia, si va avanti, ma i bei ricordi non si dimenticano mai; Dio ci segue, non ci abbandona. Certo, durante il cammino ci si può perdere, i momenti bui non mancano, ma c’era anche mia madre accanto a me, che mi riprendeva, mi aiutava e sono arrivato fin qui. Ho conosciuto poi il Rinnovamento e gli “Amici di Gesù Crocifisso”. Venendo ad uno dei primi incontri, un amico mi disse che ci sarebbe stato da capire il significato della sofferenza. È vero! Soffrire non piace a nessuno. Ma la sofferenza fa parte della vita. Guardare in Alto, fissare il Crocifisso e pensare alla sua sofferenza e a quelle del mondo, aiuta molto. Venendo agli incontri degli Amici ho scoperto la gioia della risurrezione. Ora sono al terzo anno del mio impegno e rinnovo con piacere la consacrazione a Gesù Crocifisso, anche se richiede impegno non indifferente, coerenza, costanza e fedeltà. Ripenso alla sua ultima catechesi in cui ci ha spiegato che noi siamo popolo scelto da Dio e a Lui consacrato: credo che noi non riflettiamo mai abbastanza sul fatto che apparteniamo a Dio: c’è da diventare pazzi di gioia e c’è da scomparire. Io che cosa posso fare per ricambiare il suo Amore? Grazie, Signore, che hai pensato pure a me Ubaldo Peretti
Gruppo di Rimini al ritiro di Morrovalle
Il 19 Maggio ore 21,15, come tutti gli anni, ci ritroviamo a Loreto presso il convento delle Monache Passioniste, che ci accolgono sempre molto volentieri, per una Veglia di preghiera in onore di S. Gemma Galgani protettrice dei laici passionisti davanti al SS. Sacramento. Animano l'Adorazione: le Monache Passioniste, il Movimento Amici di Gesù Crocifisso, il Coro S. Gabriele di Civitanova M. Presiede P. Piergiorgio Bartoli C. P. superiore del convento passionista di Morrovalle
rItIrI 2017 “ EVaNGELii GaUDiUm “ riTiri mENSiLi 2017 8 GENNaiO • 5 FEBBraiO • 5 marzO • 2 aPriLE • 7 maGGiO • 11 GiUGNO
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2 LUGLiO 9/13 aGOSTO
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15/19 aGOSTO ESErcizi SPiriTUaLi PEr FamiGLiE madonna della Stella 10 SETTEmBrE 8 OTTOBrE 5 NOVEmBrE 10 DicEmBrE
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GiOrNaTa Di SPiriTUaLiTà ESErcizi SPiriTUaLi PEr TUTTi S.Gabriele
mEDiTaziONi mENSiLi 2017 • gennaio N. 2 La Passione Trinitaria • febbraio N. 7 il Servo del Signore: l’Uomo dei dolori • marzo N.12 il chicco di frumento • aprile N.17 L’unzione di Betania • maggio N.47 Le pie donne • giugno N.28 L’angelo dell’agonia ed il sudore di sangue • luglio N.32 Gesù davanti ad anna: lo schiaffo • agosto N.43 Ecco il vostro rE • settembre N.68 La Passione di Gesù continua • ottobre N.48 Si prepara la Vittima • novembre N.67 Partecipare alla Passione di Gesù • dicembre N.62 Le Piaghe Gloriose
SOMMARIO 2. P. Luciano 3. P. Luigi Vaninetti 4. P. ciro Benedettini 5. P. ciro Benedettini 6. P. roberto cecconi 7. P. Tito zecca 8. 9. Vari 12. 14.
Marzo - Aprile 2017 – Anno XVIII n. 2 Autor. trib. di Mc n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. post. d.353/2003 (l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, dcb Macerata. editoriale eco srl - c. c. p. 11558624 dir. tonino taccone – red. p. l. temperilli Mad. d. Stella 06036 pg – 3336998356 lucianocpagc@gmail.com http://www.amicidigesucrocifisso.org
cari amici Lettera del Provinciale il bene tende a comunicarsi La fede è fare memoria meditiamo sul mistero Pasquale Santa Gemma Galgani patrona del mLP messaggio del santo Padre per la quaresima ricordando P. alberto commemorazione Solenne della Passione riposo nella pace