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ASSIMP INFORMA Anno 17 - N° 4 Luglio - Agosto 2013 - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Verona - Euro 2.50
Kogit: Assimp lancia la Rete d’impresa dell’edilizia di Verona IL VICEPRESI DENTE ASSIMP ENRICO BONI
VINCE IL PREMIO SALGARI PER LA NARRATIVA D'AVVENTURA
AI FRATI DI SAN BERNARDINO LA
XIX EDIZIONE DEL "V OLTO
DELLA SOLIDARIETÀ "
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ATTUALITÀ
NASCE A VERONA LA PRIMA RETE D’IMPRESE DELL’EDILIZIA Presieduta dall'architetto Apostoli, la nuova società si chiama Kogit ed è partita fra alcuni soci Assimp. Allargata anche a presenze esterne, il primo test operativo sarà in Kuwait
i fa presto a dire Rete. In questo periodo di permanente crisi economica, sono in tanti a ricorrere alla parola magica che sembra sconfiggere la stagnazione. La formula della Rete d’impresa è, in effetti, da più parti invocata come la ricetta anticrisi, con l’idea che la collaborazione fra imprese possa aiutare ad andare avanti. Questo concetto è effettivamente alla base della novità, ma sono in pochi ancora ad aver capito che la vera formula non consiste nella mera raccolta di adesioni, magari fra aziende della stessa tipologia (cosiddetta Rete orizzontale). La recente normativa ha inoltre dotato questi soggetti di personalità giuridica, il che significa che si possono creare degli “agglomerati” di imprese che rappresentano un unico interlocutore al cui interno si trovano varie specializzazioni. Ed è proprio ciò che è appena avvenuto in ambito Assimp, con la creazione di Kogit rd'i presieduta dall'architetto Alberto Apostoli, la prima Rete verticale a Verona che agisce nel settore dell'edilizia e delle costruzioni. Con la sottoscrizione dell'atto notarile, le aziende associate hanno dato vita ad un contratto di Rete per realizzare opere architettoniche chiavi in mano complete di impianti e relativi arredamenti. L'ambito in cui agirà Kogit è molto vasto e comprende, oltre all'Europa, anche il Medio Oriente, il Brasile, l'Africa e America. Sentiamo quindi dal socio Assimp, Apostoli, in cosa consiste la novità che è fresca di firma.
S
Architetto, lei dunque è a capo di un nuovo soggetto. Come lo definirebbe?
«E' una azienda a tutti gli effetti, ma non è né una srl né una spa. E' appunto una rete d'imprese, che con una immagine potremmo chiamare una 'società
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diffusa'. Significa che è un soggetto dotato di capitale sociale, governance, organismi di controllo come una qualsiasi società, ma in più ha al suo interno tutte le numerose competenze di cui ogni socio è portatore».
In pratica, una unione di imprese?
«No, non siamo un insieme di aziende, come erroneamente si pensa la Rete. Siamo una società in cui ogni socio è presente con la sua Business unit. Si capisce quindi come la strutturazione sia più complessa. Il retista non è un semplice socio di capitali ma il referente di una precisa area». In cosa consiste la novità? «Nella Business unit. Questa è la formula innovativa per cui praticamente Kogit ha già al suo interno molte divisioni specializzate, ma al cliente ci presentiamo con la forza costituita dall'insieme dei fatturati, dei dipendenti, delle referenze di tutte le aziende socie».
Ed è Kogit che farà le prossime opere architettoniche?
«La società Kogit si occuperà di alcuni aspetti, diciamo così preliminari. Si occuperà della parte commerciale, promozionale, organizzazione eventi, relazioni esterne, fino allo studio di fattibilità degli interventi».
E dopo?
«Poi vengono costituite le società consortili a seconda del paese in cui si opera. Le società sono composte dai retisti ma anche da altre società, ad esempio il caso più classico sono le aziende locali per la manodopera. La forma consortile può anche essere sostituita da una cooperativa. In altre parole, si agisce con le modalità operative dei general contractor. Una modalità che nel mondo è sfruttata ampiamente da
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nazioni come Francia e Germania».
Ci sono allora buone prospettive all'orizzonte?
«la crisi che attanaglia il nostro Paese indurrebbe al pessimismo. La nostra intuizione nel costituire la Rete è stata proprio questa: nel mondo il lavoro c'è e ci sono zone in grande sviluppo. E' proprio questo scenario che rende indispensabile la nuova formula, anche in considerazione del fatto che molte imprese italiane e veronesi sono realtà straordinarie in quanto
CHI
È L'ARCHITETTO
a innovazione di prodotto, che sul mercato interno non trovano sbocchi».
Vi affacciate su un mercato internazionale che però vede già altri player similari. Non rischiate di arrivare tardi?
ALBERTO APOSTOLI
Lo studio Alberto Apostoli è nato nel 1997 per integrare e coordinare in maniera strutturata, creativa ed efficiente i diversi servizi di progettazione e consulenza specialistica. Svolge quindi un'attività di project management per garantire un'accurata pianificazione dei lavori e la coordinazione globale del progetto. La specializzazione è mirata al settore alberghiero, wellness, negozi, uffici e residenziale. Occupa stabilmente 30 professionisti tra architetti, ingegneri, inte-
rior e product designer e alcune figure di marketing. Fra le collaborazioni di Alberto Apostoli non va dimenticata quella con Jacuzzi, il noto brand leader nel wellness. La sede dello studio è a San Giovanni Lupatoto ma il suo lavoro si svolge molto all'estero, le ultime importanti realizzazioni sono state in il Kazakistan, Russia e Cina. La sua presenza nella Rete Kogit avviene attraverso una società del gruppo.
«Oggi il mercato chiede sempre più appalti integrati e vuole la consegna chiavi in mano. Per raggiungere il business internazionale bisogna approcciarsi così, altri già lo fanno ma noi arriviamo con un quid in più. Kogit proporrà la gestione manageriale del cantiere come sanno fare tedeschi o anglosassoni, ma aggiungiamo la creatività italiana e la progettualità che ancora ha tanto appeal nel mondo».
Kogit è già pronta per essere operativa?
«Dal punto di vista amministrativo sì. Kogit ha la totale operatività di azienda e ha tutti gli organismi decisionali. C’è il cda, il
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comitato tecnico e il revisore dei conti. Inoltre, abbiamo anche la partnership ufficiale con il Banco Popolare per fornire le garanzie bancarie attraverso la loro presenza internazionale».
Qual è l’obiettivo nel breve periodo?
«Intanto vogliamo considerarci in fase di start up e continuare nel lavoro di aggregazione dei soggetti fino a fine anno. Vogliamo arrivare a circa 40 presenze e ad oggi siamo a più della metà. Questo non esclude di fare già i primi passi concreti. Ad inizio novembre, sarò in Kuwait per un progetto che si sta sviluppando, a questo tavolo porterò Kogit e tutti i suoi aderenti».
In pratica, quindi, ogni retista può portare lavoro a Kogit.
«Le singole aziende continuano ad agire sui propri mercati e perseguendo i propri business. Continuando a fare il proprio mesterei, hanno una marcia in più da utilizzare ed è cioè la Rete a cui fare ricorso per accedere a occasioni che da sole magari non avrebbero potuto sfruttare. Con le mie società, io sono sul mercato estero dal 2005 e vedo molte realtà promettenti per possibilità di sviluppo. Occasioni che finora sono state colte appieno solo dalle società con forza commerciale e organizzativa più elevata rispetto alle media dimensione italiana. La Rete che abbiamo appena fatto a Verona porta in Italia una modalità che nel resto del mondo è già futuro».
Ci sono altri incentivi per le aziende?
«Diciamo che ne vedo almeno altri due. Il primo è che la singola azienda che porta la commessa in Kogit ottiene la percentuale sul valore dell’intero lavoro».
E il secondo?
«Che grazie a Kogit si possono potenzialmente raggiungere tutti i mercati del Terzo mondo, oggi in
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grande espansione, dove l’italianità ha un forte valore. Viceversa, le aziende di dimensioni medio-piccole non ce la farebbero. Possiamo dire che tranne Cina e Germania, mercati per noi molto difficili da penetrare, sarà possibile fare opere di architettura ovunque».
Architetto Apostoli, diciamo la verità, l’organizzazione non è mai stata il punto di forza dell’Italia. Come pensate di ovviare?
«Ci abbiamo già pensato e la soluzione sta nei giovani. Il valore aggiunto su cui la nostra Rete potrà contare sono i profili dei nostri giovani che hanno studiato all’estero e che quindi hanno acquisito competenze organizzative, ma che allo stesso tempo sono pronti per tornare in Italia. Il nostro Paese finora ha assistito all’esodo contrario, bisogna cominciare a far invertire la tendenza, diventando attrattivi per le professionalità emergenti».
LA RETE
IN PILLOLE
La Rete d'imprese Kogit è stata creata inizialmente fra alcuni soci Assimp, estendendone successivamente l'adesione anche a soggetti esterni di affermata esperienza e competenza. Ha collaborato al coordinamento anche la responsabile delle relazione esterne Assimp, Tiziana Pighi. Obiettivo. Collaborare in forme ed ambiti predeterminati attinenti l'esercizio delle rispettive attività di impresa, incrementando le proprie capacità concorrenziali nonché di penetrazione sia nel mercato nazionale che in quello internazionale, per la realizzazione di opere edili ed architettoniche "chiavi in mano" complete di impianti e relativi arredamenti. La Rete non ha scopo di lucro diretto, ma ha il prevalente compito di dare vita ad una sinergia che, sulla base di programmi condivisi, permetterà a ciascuna Impresa di conseguire una migliore visibilità nonché un'intensificazione della propria attività.
Organi della Rete. Assemblea delle Imprese; Consiglio di Amministrazione; Presidente e Vicepresidente della Rete; Revisore Contabile. Fondo patrimoniale. Al fine di costituire un Fondo Patrimoniale Comune, ciascuna Impresa si obbliga ad effettuare, contestualmente alla stipula del contratto, un versamento mediante assegno circolare. Consulenti. La Rete si avvale del contributo di studi professionali. Ecco quelli già individuati: dottor Raffaele Massalongo e la dottoressa Francesca Agostinelli per la parte legale insieme agli avvocati Riccardo Tedeschi e Paolo Franceschini dello Studio Verona Legal; il dottor Roberto Filippello dello Studio Firma per la parte fiscale. Programma di Rete. Sono state stabilite le attività comuni che le imprese si impegnano a svolgere al fine di perseguire l'obiettivo generale.