Suffer Music Magazine #22

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SOMMARIO#22 8

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EMMURE

CREEPER

VIOLENTSOHO

Gli Emmure non sono inclini alle posizioni comode e anche con "Headsight" non mancheranno di suscitare polemiche. Abbiamo contattato l'esagitato Frankie Palmeri per una esclusiva e niente affatto scontata intervista!

Nuova vita per gli inglesi Creeper, band arrivata al limte del collasso ma che è riuscita a reinventarsi con l'ottimo nuovo album "Sex, Death & the Infinite Void" in uscita a fine Luglio per Roadrunner Records.

La band di Brisbane ci ha regalato con "Everything is A-OK" un ottimo concentrato di alternative rock anni '90. Non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di intervistare la band in questo periodo di lockdown forzato.

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THENEVERLYBOYS

SHARPTOOTH

SPECIALEWHITEPONY

David Sitek e Daniel Ledinsky hanno unito gli sforzi per questo nuovo progetto denominato The Neverly Boys, un interessante esperimento rock ad ampio raggio fresco di recente debutto con l'interessante "Dark Side Of Everything".

La band hardcore più hot del momento! Gli Sharptooth danno alle stampe un secondo lavoro clamoroso per Pure Noise Records e la redazione di Suffer Music Mag scommette tutto su questa eccitante e pericolossima band!

"White Pony" compie vent'anni e la redazione di Suffer Music Mag "rilegge" questo disco fondamentale per la carriera diei Deftones in uno speciale tutto da leggere.

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RECENSIONI

#BLACKLIVESMATTER

LABELPROFILE

Tantissimi recensioni anche nel numero: #22: questo mese troviamo tra gli altri il ritorno dei Ghost Inside, le conferme di Vampire, Strike Anywhere e Lamb of God e molto altro!

Le rivolte americane non hanno lasciato indifferente la redazione di Suffer Music Mag e in questo speciale abbiamo voluto raccogliere le testimonianze della nostra scena musicale in supporto al movimento Black Lives Matter.

Questo mese andiamo ad approfondire la conoscienza di Antigony Records, italianissima label che è diventata nel corso degli anni il punto di riferimento per i tanti amanti del genere post rock e non solo.

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CREDITS#22- LUGLIO2020 Foundedby: DavidePerl etti [DAP], Eros Pasi [EP] Hannocol l aboratoinquestonumero: DavidePerl etti [DAP], Marco"El Frez" Fresia[MF], LucaMal inverni [LM], LucaAl banese[LA], BeppeBianchi [BW], Emanuel aGiurano[EG], MatteoBosonetto[MB] Cover Il l ustrationbyMNK FotoCredits: SamBeck (EmmureLive), JasonMageau(EmmurePag6&7), Ol iver Fitzgeral d(Sharptoothl ive), James MinchinIII (Deftones - Special e W hitePony), IanLaidl aw(Viol ent Soho), Daniel Fal k (Vampire), Emanuel aGiurano(Deftones Live, ManifestazioneBl ack Lives Matter Mil ano) Dovenonspecificato, fotoel oghi del l ebandsonofornitedirettamentedal abel epromotionagency Grafica& Impaginazione: Suffer Music MagCrew(Layout Grafico), LeandroCaval canteDexter (Skul l & Skel etonLogo) Props to: W arner Music, Roadrunner Records, CenturyMedia, Spin- Go!, Pr Lodge, NeeceeAgency, Kinda, Press This Music PR, CZ! Promotions, Indiebox Music, Epidemic Records, This Is Core, Atomic Stuff Promotions, Earshot Media, SorryMom!, Ja.LaMediaActivities, PromoCerberus, Conza Press, AstarteAgency, Against PR, ACvrsePress, Hoodooh, PetoyePress, Digipur, ERBooking&Promotion, DeltaPromotion, GordeonMusic

#fuckcovid19 #bl ackl ivematters #noj usticenopeace

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Osi amanoosi odiano... gl i Emmure, omegl ioFrankie Pal meri, nonamal emezze misureeconil nuovissimo al bum"Headsight" affronta per l 'ennesimavoltail mondo interoconl asua personal itĂ pol emicaesenza pel i sul l al ingua. Graziead unarinnovata"tranquil l ita'" datadaunal ine- up final mente(pare...) stabil e, abbiamocontattatoFrankie per unaintervistaatutto tondosul mondoEmmurein questocompl icatoinizio 2020! [DAP]

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EM M URE [8] Hindsight

(Sharptone Records) Forse un briciolo di chiarezza sul conto degli Emmure lo possiamo trovare nell'iniziale "Finally Understanding Nothing", brano che ci dice più o meno esplicitamente che per la band capitanata da Frankie Palmeri non abbiamo a disposizione particolari appigli per comprendere la direzione, musicale e "concettuale", di una delle band più criticate e controverse degli ultimi anni. Tra scorie numetal (i Limp Bizkit in versione ultra heavy rimangono uno dei punti di riferimento degli Emmure), furia deathcore, una spiccata vena sintetica annegata tra urla e ritmiche sincopate, gli Emmure inanellano una serie di brani che non lasciano troppo spazio a ragionamenti raffinati: l'impatto sonoro e ritmico della band sembra essere l'aspetto principale di un disco che gioca molto tra vuoti e pieni, affrontando l'ascoltatore come, sappiamo sia una metafora stra usata ma è dannatamente calzante per "Headsight", come il gatto con il topo. Se i singoli "Pig?s Ear", "Gypsy Disco" e "Uncontrollable Descent" danno

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ai fan degli Emure assolutamente quello che si aspettano, è in un brano più sfuggente come nella mistica "203" (dove troviamo un Frankie stranamente e inaspettatamente spirituale) o nella inedita veste di "White Zombie estremi" di "Thunder Mouth" che la band riesce a sorprendere, regalando varietà e longevità ad un disco dall'impatto fisico predominante. La sciocca filastrocca di "I've Scene God", dove i nomi di band snoccialati sembrano essere più una citazione divertita che una ricerca del feud nudo e crudo, riporta il tutto su binari più consueti e su sentieri già battuti. In definitiva "Headsight" ci restituisce una band dalla line-up finalmente (si spera) stabile e affiatata (in questo senso è un peccato che il talentuoso Joshua Travis, ex Tony Danza Tapdance Extravaganza, sembri quasi castrato in un ruolo un po' statico e senza "licenza" di esprimersi a pieno) e con un disco dall'impatto micidiale. Da amare o da odiare... come al solito senza mezze misure! [DAP]

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Ciao Fr ankie, pr ima di tutto benvenuto su Suffer M usicM ag! Come va? Com'è il mor ale in casa Emmure in questi gior ni? (Frankie) Ciao! Sembra che in questo periodo stia andando tutto di merda: tutti quanti descriverebbero la situazione attuale in questo modo. Quest'anno lo possiamo buttare nel cesso a causa di tutto ciò che sta accadendo nel mondo. Il lato positivo è che tutti noi siamo entusiasti del nuovo album che sarà disponibile a breve (l'intervista si è svolta a metà Giugno ndA) e tutti i nostri fan potranno ascoltarlo, nel mentre proviamo ad adattarci ai cambiamenti che stanno avvenendo intorno a noi. I l nuovo album, " Hindsight" uscir à a breve e come detto in un per iodo piuttosto denso e schizofrenico, tr a la pandemia e le recenti r ivolte causate dalla mor te di Geor ge Floyd. Come stai vivendo questo momento? (Frankie) Beh, spero che la nostra musica sia in grado di portare un certo livello di gioia o distrazione alle persone in un momento così carico di problemi e incertezza. Personalmente, in questo momento storico, mi ritengo un osservatore. Speriamo di trovare delle soluzioni e un modo per recuperare prima o poi da tutto questo caos. A proposito del titolo del disco, qual è il motivo che ti ha por tato a scegliere " Hindsight" (tr aducibile come " il senno di poi" ndA)?

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(Frankie) Non avevo in programma di intitolare l'album "HINDSIGHT", però mentre procedevamo con la scrittura delle canzoni mi sono accorto che le cose diventavano sempre più "scure", nei toni e nelle tematiche. Tralasciando per un attimo l'elemento promozionale dell'album, che esce in questo drammatico 2020, mi sentivo che fosse un titolo intelligente che non solo capitalizza su questo fatto, ma incarna anche l'atmosfera generale del disco. C'è quindi un tema che fa da filo conduttore? I n gener ale come è stato composto " Hindsight" ? (Frankie) Devo essere onesto, a livello personale mi sono sentito estremamente impreparato nell'approcciarmi a questo album. È difficile raccogliere la giusta quantità di dolore e sofferenza, che per me era un carburante necessario per dare un seguito adeguato al nostro precedente album, "Look At Yourself". La vita aveva iniziato a diventare piuttosto positiva e piacevole. Con questo nuovo album volevo portare un'atmosfera più ottimista ma allo stesso tempo mantenere il nostro mood aggressivo, in modo da riflettere lo stato di tranquillità e benessere generale che la band stava finalmente raggiungendo; in qualche frangente l'album raggiunge questo scopo che mi ero prefissato a inizio lavori. Quando invece il processo di scrittura e registrazione ha iniziato a mostrare dei segnali di

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tensione e sono venuti fuori questi toni più oscuri che ti dicevo prima, allora ha iniziato a prendere il sopravvento questo nuovo feeling, ho cambiato approccio dovendo scavare molto in profondità per trovare le emozioni corrette per quello che sarebbe diventato "HINDSIGHT". Come hai trovato la reazione sia dei fan che della cr itica per i pr imi br ani estr atti da " Hindsight" ? (Frankie) Ho visto reazioni diverse, tra due estremi. Per alcune persone quello che hanno ascoltato non è materiale abbastanza pesante, per altre al contrario sono la cosa più pesante di sempre. Ho letto recensioni positive e negative. In entrambi i casi non provo emozioni particolari, non la prendo mai sul personale. Sono felice che almeno la musica sia divisiva. Voglio che le persone discutano su ciò che stanno ascoltando. Per me è molto meglio, a lungo termine è un qualcosa di positivo per una band, devi far parlare le persone. I n questo senso cosa ti ha por tato a scegliere r ispettivamente " Pig?s Ear " , " Gypsy Disco" e " Uncontrollable Descent" come pr imi estr atti dell'album? (Frankie) Le ho scelte perché solo tra le canzoni di cui eravamo davvero appassionati e che ritenevamo fossero globalmente una buona rappresentazione dell'album. Inoltre, abbiamo pensato che quelle canzoni sarebbero state "tradotte" dal vivo molto


più velocemente rispetto ad altre tracce presenti nella tracklist. Questo ragionamento ovviamente l'abbiamo fatto nel momento in cui stavamo programmando di andare in tour e di poter suonarle live... Cosa ne pensi del genere deathcore? Negli anni questo ter mine è sempre stato associato agli Emmure, ma onestamente ci sembr a quanto meno r iduttivo? (Frankie) Secondo me siamo una band alla quale puoi appiccicare qualsiasi etichetta. Penso che gli EMMURE siano stati spesso inclusi nel calderone deathcore perché molti dei nostri ?pari? e colleghi stavano arrivando nello stesso momento in cui noi stavamo esplorando quelle sonorità. Band come WhiteChapel e Suicide Silence sono usciti in contemporanea con noi, e venivano ascoltati da molti fan in comune con i nostri.

qualcosa del genere. Inoltre la nostra musica è praticamente priva di qualsiasi tipo di strumentazione death metal. In breve, non mi interessa davvero come veniamo etichettati. Non importa davvero, perché ogni etichetta non penso sia accurata. Dopo tutti questi anni quale pensi sia la lezione più preziosa che ti ha insegnato l?avventur a Emmure? (Frankie) È difficile riassumere ciò che ho imparato in questi anni, semplicemente perché sto ancora imparando cose nuove. La cosa più importante che posso trasmettere è però quella di cercare sempre di ridurre la sofferenza degli altri ed imparare dagli errori passati. Di recente hai aper to un account Patreon r ivolta ai vostr i fan: puoi dirci perché hai scelto di apr ire questo canale

Quindi, anche se non credo davvero che possiamo essere considerati puramente "deathcore", che per me è più incentrata su beat e batteria di tipo death metal, chitarra e voce, un atteggiamento orientato verso una ritmica martellante, posso capire però perché molto spesso siamo stati associati a questo genere.

(Frankie) Esibirsi dal vivo come musicista in giro per il mondo a tempo pieno era ed è la mia principale fonte di reddito. Ovviamente a causa del Covid-19, abbiamo dovuto pensare a nuovi modi di interagire con i nostri fan e mantenere comunque un qualche tipo di vita "attiva".

Non penso che gli EMMURE siano mai stati una band deathcore: posso avere una voce aggressiva, ma non mi considero un cantante "deathmetal" o

Le piattaforme basate su abbonamento saranno molto probabilmente il futuro di tutti gli artisti indipendenti di successo che vogliono vedere prosperare e dare un senso alla propria produzione.

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Siamo davvero grati di avere una fanbase così dedicata che vuole supportarci con ogni mezzo necessario. In questo senso mi sento molto fortunato e non lo do per scontato! C'è qualcuno con cui ti piacerebbe collabor are a questo punto della tua car r ier a? Qualcosa featur ing che è r imasto nella tua lista dei desider i? (Frankie) Mi piacerebbe scrivere un album metal con Aphex Twin. Trovo che sia incredibile che nessuno abbia mai collaborato con lui in un disco dalle sonorità aggressive e metal! Voglio essere la prima persona a collaborare con lui in questo senso. Cosa è previsto per la seconda par te del 2020, ovviamente sper ando di trovare un equilibr io con tutto ciò che sta accadendo? (Frankie) Ho smesso di pensare al futuro. Non ho un pensiero profondo da condividere con te, ma per dirla semplicemente, ormai prendo quello mi da la vita giorno per giorno. Gr azie Fr ankie! I n chiusur a di inter vista, hai qualche parola finale per i vostr i fan italiani? (Frankie) Grazie a tutti per il vostro sostegno. Se stai leggendo, cerca di stare bene. Se non stai leggendo questa intervista, ce la vedremo faccia a faccia!

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R E P E E R C

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DobbiamoattenderefineLugl ioper l 'uscita ufficial edi "Sex, Death& theInfiniteVoid", secondoal bumdei Creeper, natodopounperiodo turbol entoechehaportatoquasi al l o sciogl imentol abandingl ese. Abbiamocontattato unparticol armentegioiosoW il l Goul dper una bel l achiacchieratasututtoquel l oche riguardaquestonuovoesorprendentel avoro, ascoltatoinanteprimadal l aredazionedi SufferMusicMag. [DAP]

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Ciao Will, come stai?

e divertenti

(Will) Molto bene grazie! Oggi è una bellissima giornata di sole qui a Manchester. L'unica cosa è che il sole lo posso vedere solo dalla finestra! (ride ndA). La situazione è assurda, ma piano piano ne stiamo venendo fuori. Non dobbiamo abbatterci, cerchiamo di rimanere positivi perché è l'unico modo che abbiamo per uscire da questa difficilissima situazione.

A proposito di singoli br ani, ho trovato un paio di episodi davvero interessanti, uno r isponde al nome di " Par adise" ...

Questa situazione ha por tato anche ad un r itar do dell'uscita di " Sex, Death & The I nfinite Void" , album che devo dire ho ascoltato in antepr ima e pur essendo diver so dal vostro mater iale precedente l'ho trovato davvero valido e anche sor prendente. Facciamo per ò un passo indietro: cosa è successo in " casa" Creeper in questi anni e cosa vi ha por tato a compor re questo disco? (Will) Sì, il ritardo dell'uscita è il minore dei mali, anche se è brutto avere un lavoro al quale hai lavorato tantissimo e doverlo posticipare e non avere subito la reazione diretta dei tuoi fan! Anche perché come dicevi il disco è molto diverso rispetto al nostro debutto, anche se vedo una linea diretta tra i due dischi, l'uno è figlio dell'altro. In generale questo disco è nato in un periodo molto complicato, forse è stata una reazione a tutta una serie di tensioni che gravitavano attorno alla band. A livello personale ho concluso una relazione molto importante e ci sono state altri accadimenti nella mia famiglia poco piacevoli, è la vita. Come band eravamo al collasso... avevamo bisogno di un break perché eravamo al limite dell'esplosione: la stampa continuava a metterci pressione e come band praticamente suonavamo solo su palchi enormi senza darci la possibilità di capire cosa stesse succedendo.

(Will) Come canzone l'idea era quella di scrivere un brano d'amore ma in versione apocalittica, penso che il "vibe" californiano ci abbia portato però a metterci dentro delle sonorità alla Chris Isaak (ride ndA). C'è questo andamento positivo e romantico certo, però secondo me se gratti la superficie senti che si parla di un amore non proprio positivo. Il classico gioco dei contrasti insomma, è uno dei brani con più livelli di lettura ed è stato decisamente influenzato dalla "way of life" americana. L 'altro br ano è " Napalm Gir ls" , che suona molto gar age e veloce. (Will) Sì, è molto britannico. Un brano "piovoso" che ricorda la nostra Inghilterra (ride ndA). Con il primo disco ci avevano etichettati come pop-punk o garage-punk, in realtà nessuna definizione mi sembra calzante e questo disco lo dimostra a pieno. "Napalm Girls" riprende parzialmente quelle sonorità perché comunque fanno parte del nostro background, e comunque è un brano dannatamente divertente da suonare!

" Bor n Cold" potrebbe essere quindi dichiar azione della r inascita della band?

la

(Will) Sì, mi piace pensarla così. Suona nuova ma al tempo stesso riprende i "vecchi" Creeper, è un buon modo per ripartire da capo senza cancellare il nostro passato. Il disco è una raccolta di storie molto crude, parla di amori peccaminosi, alcolismo, depressione, serate selvagge. C'è molta decadenza, però narrate da un punto di vista romantico, penso che l'esperienza a Los Angeles abbiamo in un certo modo caratterizzato queste atmosfere decadenti. Qualche episodio invece è molto amaro e realista, però ci sono anche un paio di brani un po' più facili

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Ti sento molto positivo e visto quanto vi è capitato negli anni passati è senz'altro d'ispir azione e motivante, mi immagino anche per i vostr i tanti fan, spesso molto giovani, che possono r ifugiar si nella vostr a musica per avere del confor to. (Will) È bello sentirtelo dire perché è un messaggio che voglio assolutamente portare avanti e condividere con i nostri ascoltatori: non è un mistero che nel corso degli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare situazioni molto dolorose che ci hanno portato al limite e a volte pure oltre. La salute mentale, il suicidio, il rapporto che si ha con sé stessi e le altre persone... tutti argomenti che sentiamo molto vicini e che abbiamo in gran parte sperimentato direttamente sulla nostra pelle. La maggior parte delle nostre canzoni trattano di questi argomenti, e il sapere che qualche nostro ascoltatore possa trarre la forza o una sorta di ispirazione per superare le difficoltà di ogni giorno mi riempie di orgoglio. Sì, mi sento molto positivo in questo periodo. L a pr ima volta che ti abbiamo inter vistato suonavate a M ilano di spalla ai Neck Deep, ti r icor di qualcosa di quella data?

Da qui il break di quasi un anno. (Will) Esatto, avevamo bisogno di staccare, ne andava della nostra salute mentale. Purtroppo però non è bastato perché le scorie di quel periodo le abbiamo dovute scontare per molti mesi: quando stavamo iniziando a vedere la luce e ad avere ancora la voglia di suonare insieme Ian (Miles, chitarrista ndA) è crollato ed ha avuto un esaurimento. Proprio quando stavamo pianificando il nuovo disco e facevo avanti e indietro da Los Angeles dove avevamo iniziato i lavori. A quel punto anch'io ho avuto un paio di attacchi di panico tremendi, ad un certo punto mi ricordo questa immagine: io in ospedale con una chitarra acustica. Mi viene da ridere adesso a ripensarci ma era tutto così triste e alienante in quel momento: ero ad Hollywood, un posto dove supponi di essere felice, ma mi sentivo dannatamente solo e senza una meta. Per fortuna piano piano le cose sono migliorate, Ian si faceva sentire al telefono e abbiamo iniziato tutti quanti a tornare ad essere più positivi, un vero punto di svolta.

di autocommiserazione, sarebbe davvero pericoloso! Tutti noi ci siamo concentrati su quello che ci riesce meglio, e al 99% ha a che fare con i Creeper in un modo o nell'altro. Abbiamo lanciato un videogame online, che è molto divertente. Hannah (Greenwood, tastierista ndA) ha riletto i nostri brani riarrangiandoli solo per tastiera, ed è stato molto strano ascoltare questi brani in una versione così diversa ma personale. Abbiamo poi lanciato una serie di serate tipo "movie club" con i nostri fan, un modo per creare empatia e superare insieme questo momento. Personalmente poi ho lanciato una salsa piccante per il barbecue, la Angel Blood!

Dopo la pausa vi siete presentati live con il moniker " Fugitives of Heaven" , cosa hai provato a calcare di nuovo il palco dopo quel per iodo così tur bolento? (Will) Ero fottutamente terrorizzato, scrivilo in grande (ride ndA)! Per fortuna sono bastati i primi cinque secondi sul palco per capire che forse il peggio era alle spalle, che tutti i pezzi finalmente erano al proprio posto. Abbiamo scelto quel nome dal testo di "Cyanide", uno dei nuovi brani: volevamo staccare con il passato e presentarci da zero anche se era ovvio che eravamo noi, i Creeper. Però in quel momento ci sembrava corretto presentarci anche con un nuovo nome. Non so se è stata una buona idea ma in quel momento ci sembrava giusto così, e comunque alla fine tutti sapevano chi c'era sul palco, non era poi questo grande mistero (ride ndA). Ar r ivando al presente, in questo per iodo di stop for zato dai live ovviamente anche la promozione del disco è stata r allentata, senza contare ovviamente che avete deciso di posticipare l'uscita del disco. Non siete per ò stati con le mani in mano per ò... (Will) Trovo che sia importantissimo in un periodo come questo non sedersi, non indulgere in una sorta

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(Will) Sì sì, mi ricordo! Beh era una giornata primaverile molto bella e faceva caldo, da inglese queste cose me le ricordo bene (ride ndA). Mi ricordo che eravamo andati a mangiare vicino al locale e poi siamo andati a fare un giro e poi tra una cosa e l'altra eravamo fottutamente in ritardo, siamo tornati di corsa al locale che era in mezzo ad un parco molto bello (il Legend Club, ndA) per il soundcheck e mi sono trovato completamente ricoperto di sudore. Non volevo fare l'intervista in modalità "puzzone" e mi sa che vi ho fatto aspettare per farmi una doccia! Scusatemi (ride ndA). Gran concerto comunque! Una cur iosità, quando ovviamente potrete tor nare on stage come sar à composta la setlist? Solo mater iale nuovo o suonerete comunque qualche br ano da " Eter nity, I n Your Ar ms?? (Will) Suoneremo brani da entrambi i dischi. Magari i primi tempi qualche cosa in più da "Sex, Death & The Infinite Void" ma non rinneghiamo di certo il nostro primo disco anche se in certi periodi abbiamo avuto... diciamo un rapporto conflittuale! Gr azie Will per la disponibilità, vuoi lasciarci un ultimo messaggio? (Will) Godetevi l'estate che sta arrivando, sempre in sicurezza. Speriamo che il peggio sia passato, ci meritiamo tutti un periodo di maggior serenità. E quando sarà possibile vogliamo vedervi tutti sotto il palco. Appena sarà disponibile ascoltate "Sex, Death & The Infinite Void" e fateci sapere cosa ne pensate, ci teniamo molto.


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VI OLENT SOHO

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I Viol ent Sohosonocresciuti ediscodopo discosonoriusciti acreareunpersonal estil e prendendoapienemani dal grunge, punk anni '90 ecol l egerock. Il quintoottimoal bum "Everythingis A- OK" èstatol ospuntoper fareunapiacevol echiacchierataconLuke. Boerdam,l eader del l abandaustral iana. [LM]

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Ciao L uke, come va? Cosa state facendo in questo momento? (Luke) Beh, a dire il vero è difficile ammetterlo ma non c'è molto da fare. Voglio dire, stiamo lavorando su alcune cose ma sai, siamo ancora sotto gli effetti della pandemia, quindi siamo piuttosto limitati in quello che possiamo fare. Siamo però finalmente riusciti a tornare nuovamente a provare insieme; per un po' non ci siamo nemmeno potuti incontrare anche solo per fare quattro chiacchiere, quindi è stato bello vederci in carne e ossa suonare insieme. Viviamo un periodo davvero strano, è una situazione di merda che piano piano sembra migliorare. Sono sicuro che siamo tutti sulla stessa barca. Cer tamente. Par liamo di " Ever ything is A-OK " . Pr ima di tutto, come vi è venuto in mente questo titolo? (Luke) Il titolo è tratto dal testo della traccia di chiusura dell'album. Penso che si adatti perfettamente alla copertina dell'album, entrambi si riferiscono ad un tipo specifico di dialettica tipica della classe media o benestante, che ama preoccuparsi o discutere di determinati problemi o argomenti senza però averne avuto a che fare. È davvero strabiliante che stiamo solamente adesso, nel 2020, approcciando discorsi su giustizia razziale, fragilità economica, cambiamenti climatici ecc...

(Luke) Un bel po' di rock classico e indie rock in generale. C'è sicuramente un grande richiamo all'indie rock degli anni 90/00. Ognuno di noi ascolta ossessivamente band come Pavement o Built To Spill, quindi c'è sicuramente quel sapore rock americano e college rock, ma anche un sacco di Neil Young e Crazy Horse o anche degli Stones o Dylan. Penso che più il nostro suono si sviluppa e più ci piace suonare frammenti di concetti musicali diversi in una sorta immagine più ampia, una operazione quasi di recupero storico. Per me questo disco suona come se il 21° secolo stesse fottendo con il 20°, la costante ricerca di riprendere dei vecchi concetti unendoli con altri più recenti. È il nostro "marchio" di concettualismo post post-moderno. Tutto questo vi potrà suonare probabilmente strano ma mi diverto a pensarla in questo modo, è proprio come funziona il mio cervello, quindi mi scuso (ride nda). Quale tr accia del disco è la più impor tante per te e perché?

L'idea per questo album non è nata da un qualcosa che avevamo immaginato prima di iniziare a comporre, piuttosto l'idea di scrivere e creare un album in generale è ciò che l'ha ispirato. Il nostro scopo era semplicemente quello di scrivere ottime canzoni. L'idea dietro "Everything is A-Ok" è nata riascoltando tutte queste canzoni insieme, il "messaggio" del disco si è formato in questo modo. Come sempre nei vostr i album sono presente var ie influenze (dal punk al gr unge) che per sonalizzate e fate vostre, per questo disco in par ticolare quali pensate siano state le influenze maggior i?

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(Luke) La musica a modo suo sopravviverà sempre a questi momenti, perché la musica che va oltre il bene materiale, è più grande di quanto qualsiasi industria possa provare a inquadrarla. Noi musicisti sopravvivremo facilmente a tutto questo e saremo qui per raccontarne la storia a tempo debito. Sappiamo se necessario come sopravvivere, sappiamo come raschiare il barile. Possiamo sopportarlo. L'industria musicale a modo suo è sempre in un continuo stato di cambiamento e se alcuni giganti di oggi soffrono e collassano sotto il peso del loro monopolio, così sia. I musicisti nel complesso sono indifferenti all'industria perché ne sono stati sfruttati sin dall'inizio. Piani per il futuro? Dato questo ar resto for zato avete qualche piano o idea par ticolare per ingannare l'attesa?

Com'è la vita a Br isbane, sia la vita di tutti i gior ni che la scena musicale? (Luke) È una città davvero meravigliosa, costruita attorno a un fiume tortuoso che chiamiamo "Il serpente marrone". Abbiamo un bel clima caldo e in generale la gente è felice e accogliente. La cosa strana, in contrasto con quanto ti ho appena detto, è che abbiamo un sacco di sentimento conservatore e questo ha spesso alimentato e stimolato la comunità punk rock.

sua

(Luke) Tendiamo a concepire i nostri album secondo un metodo abbastanza tradizionale. Nulla è preventivato, piuttosto l'album è una raccolta di canzoni scritte in un certo periodo di tempo e che si uniscono in modo tale che abbia senso presentarle all'interno di un unico concept.

M entre la pandemia di coronavir us imper ver sa, il futuro dell'industr ia musicale appare alquanto incer to, vi preoccupa questa situazione?

(Luke) Purtroppo per la band nulla di particolare, un po' di promozione e poco d'altro. Per il resto non sono la persona più adatta nel risponderti ma suggerirei alle persone di leggere, meditare ed esercitarsi quando e dove possono. Non fatevi pressione però! Personalmente ho giocato a moltissimi videogiochi e mi sono fatto un binge della serie tv dei Sopranos. In generale il mio consiglio è di cercare di rimanere in buona salute mentale e ricordate che non è colpa vostra se quest'anno fa schifo.

Sono argomenti che sfidano il nostro senso di privilegio, e siamo appena alla punta dell'iceberg. È come se esistesse una "forza necessaria" che tenga questi argomenti sullo sfondo della narrazione sociale, rimandando quella che sembra una tragedia imminente. Di tanto in tanto fa capolino, ma l'australiano della classe media è molto più propenso a sopportare la banalità di una giornata di sole con lo stesso livello di preoccupazione o indifferenza che impongono queste altre questioni più grandi o più difficili da trattare. Questo è il problema, l'inazione e la conformità passiva che rinverdisce il mito del "Hey, va tutto bene". Dal punto di vista della realizzazione, come è nato?

certo senso si è avverato.

(Luke) La traccia di chiusura ("A-Ok" ndA) è il pezzo che per me adesso ha il maggior significato perché racchiude tutto il concept dell'album; per me è diventata qualcosa di molto importante e ha funzionato come una sorta di promemoria per non abbandonare certi discorsi. È personale, ma penso che anche per molti ascoltatori avrà lo stesso significato. Siete ar r ivati al tr aguar do dell'album numero cinque: lo vedi come un obiettivo o solo un altro passo? (Luke) Ho questo vecchio e divertente ricordo di tutti noi seduti a casa dei genitori di Luke Henery (bassista ndA) dopo una delle nostre prime esibizioni come band, mi sembra verso la fine del 2002. Stavamo ascoltando una registrazione di una delle nostre prime canzoni su una cassetta che qualche nostro amico ci aveva dato e mi ricordo di aver detto agli altri ragazzi "il nostro quinto album spaccherà!". All'epoca era uno scherzo, ma in un

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Il Queensland in precedenza operava sotto un governo dall'identità piuttosto fascista, questo tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni novanta, tutto questo ha amplificato questa idea di scontro culturale che esiste nel mondo artistico, quindi anche nella musica, di Brisbane. Però questo aspetto antagonista nella comunità musicale sembra lentamente svanire, man mano che le industrie creative hanno guadagnato più di un punto d'appoggio all'interno della città, quindi penso che oggi più che mai la comunità musicale di Brisbane debba studiare se stessa, riprendere le idee sulle lotte del passato e ricordare valori che animavano le band punk degli anni '70 e '80. Gr azie per la disponibilità, bella sper anza di veder ti vivere qui presto in Europa, hai un messaggio da lasciare ai nostr i lettor i? (Luke) State al sicuro e ci vediamo presto dalle vostre parti!


Ciao Diego! " R2Go" è stato registr ato tr a la fine del 2019 e l?inizio del 2020 e contiene br ani nuovi e alcuni più datati. Ascoltando il disco sia ha l'impressione che sia davvero attuale vista la sua atmosfer a molto intima e a tr atti oscur a e dar k. Come è nato il disco? (Diego) Ciao SufferMag! Si, la registrazione del disco in realtà è iniziata l'estate scorsa presso il Trai Studio di Fabio Intraina (Inzago), che è da sempre il mio studio di riferimento. Poi però mi sono reso conto che per questo lavoro avevo necessità di modi e tempi differenti dal solito (considera che il mio disco precedente, Winter Session, è stato registrato in tre giorni); quindi ho pensato di allestire un piccolo home studio e ho ripreso a registrare il disco da capo, durante l'inverno. I brani invece sono frutto di un'ondata compositiva abbastanza rapida ad inizio 2019, a parte un paio di pezzi che tenevo nel cassetto da un po' più di tempo. I n " I t?s Prefer able Not To Tr avel With A Deadman" hai salutato l'esper ienza come " Deadman" , percor so già iniziato con il precedente lavoro intitolato " Winter Session" : in questa tua nuova fase ar tistica cosa vuoi tr asmettere e quali ter r itor i sonor i hai voluto esplor are? (Diego) "It?s Preferable Not To Travel With A Deadman" ha proprio la volontà di essere un vero e proprio funerale del ''Deadman'' inteso come la mia precedente attività da OneManBand stoner blues. Quello che sto cercando di fare è un percorso in avanti nella scrittura dei testi (cosa che onestamente prima di Winter Session prendevo spesso molto superficialmente), e allo stesso tempo un tentativo di riprendere parte della strada intrapresa verso la

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fine degli anni '90 con un trio di ''folk psichedelico'' di cui ero bassista/rumorista synth, i Folkenublo. I l disco suona molto caldo, un sound " r icco" e molto definito. Dal punto di vista degli ar r angiamenti e della scelta dei suoni ho trovato interessante le atmosfere di br ani come " Get Out Your Voice" , " The L ast Hear t Beat" . I n gener ale, par tendo dalla ?scheletro? o idea della canzone, come hai lavor ato in fase di ar r angiamento? (Diego) Normalmente quando scrivo un pezzo penso al fatto che l'ossatura debba sostenersi senza bisogno di altro che non siano chitarra e voce, visto che il 99% dei concerti poi li andrò a fare da solo. La questione dell'arrangiamento è stata proprio quella che mi ha indotto a registrarmelo da solo, dal momento in cui mi son reso conto che il procedimento sarebbe stato più lungo del solito. Pur avendo bene in mente da subito il sound generale che avevo intenzione di dare ai pezzi, ho letteralmente provato le parti degli altri strumenti in corsa, durante le registrazioni. In questo senso l'aiuto di Alessio Capatti (Mexican Chili Funeral Party, Treccani, Gordo ecc), che ha suonato tutte le parti di pianoforte e piano elettrico, è stato fondamentale per completare e migliorare moltissimo il suono del disco. " M r. Choppy" è un br ano che al pr imo ascolto sembr a staccar si nettamente dalle atmosfere del disco, leggendo il testo e ascolto dopo ascolto invece r ientr a per fettamente nel " concept" . Com'è nato questo br ano? (Diego) Avevo in mente da un po' di tempo di scrivere una canzone per bambini in stile country, e

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ho cominciato a pensare a questo personaggio: un boscaiolo molto classico, enorme e bonario, Mr. Choppy, che evocato con un piccolo incantesimo (quasi come se fosse un Candyman buono) da un bimbo in difficoltà, accorresse in aiuto del piccolo malcapitato con la sua grande ascia e un enorme sorriso. Questa questione della ?scintillante accetta? però mi stuzzicava scenari più horror e splatter, e in qualche modo sono riuscito a coniugare le due cose. L 'idea di inser ire nell'album la cover di " Stayin? Alive" degli immor tali BeeGees invece da dove ti è venuta? (Diego) Non ho mai suonato cover in senso letterario del termine, pur avendo fatto molte pesantissime rivisitazioni (anche ben oltre il limite della profanazione di brani classici), ma per questo disco volevo inserirne una. Inizialmente avevo preparato ''Goonies 'r good enough'' di Cindy Lauper, ma una notte a fine marzo, ho visto un documentario sui BeeGees, band che tolti i singoli conoscevo poco niente, che mi ha molto colpito. Per pura curiosità sono andato a leggermi il testo di SA e in qualche modo mi è sembrato molto oscuro, quindi la mattina dopo l'ho provata per qualche ora e il giorno stesso l'ho registrata e ho deciso di includerla in R2Go. L a situazione di pandemia ha str avolto ovviamente molti piani: per " R2Go" hai pensato ad un " cofanetto digitale" che anticipa quella fisica, includendo un video dove suoni i br ani del disco solo chitar r a (o ukulele) e voce facendo una sor ta di tr ack-by-tr ack dell'album. Ti sei trovato a tuo agio nello spiegare e a dare il significato dei br ani a chi ti ascolta?



the neverly boys Quando due ar tisti come David Sitek (membro dei Tv on The Radio e producer di fama con un CV immenso ed eclettico, dai L iar s a Beyoncé) e Daniel L edinsky (produttore svedese famoso per la hit sovver siva " Donald Tr ump M akes M e Wanna Smoke Cr ack" ) si incontr ano è quanto meno d'obbligo dr izzare le antenne e approfondire il discor so: nella fattispecie gli sfor zi dei due ar tisti sono convogliati nel progetto The Never ly Boys, fresco di debutto dell'interessante e cinematogr afico " Dar k Side Of Ever ything" . [L M ] Ciao David come stai? Cosa state combinando in questo momento? (Dave) Ciao! Facciamo del nostro meglio, nonostante la stupidità congenita del nostro governo. Musicalmente invece stiamo concludendo il nostro secondo album! Ottimo! Per pr ima cosa congr atulazioni per " Dar k Side Of Ever ything" , un album molto interessante! Come è stato concepito e qual è stata la molla che vi ha fatto desider are di mettere in pista questo progetto? (Dave) In modo molto semplice: siamo entrambi songwriter e produttori di altri artisti e dopo tanti anni di attività abbiamo notato che stavamo tenendo per noi alcune canzoni. L'idea di mettere queste canzoni su disco ci è parsa davvero naturale. I n " Dar k Side Of Ever ything" convivono molte anime musicali, quanto è stato difficile trovare

un filo conduttore per dare un " senso or ganico" all'intero album?

sfondasse il nostro inconscio e che componessimo un brano di questo tipo.

(Dave) Il filo conduttore è dato dalle tematiche trattate in tutti i brani: riflettere sul passare del tempo, l'ansia condivisa della vita moderna, il desiderio di scappare, il riconoscimento della bellezza spontanea ed esplosiva, ecc ...

Cosa avete por tato in questo progetto dalle vostre esper ienze ar tistiche, sia come produttor i/autor i che come membr i di band?

" Dar k Side Of Ever ything" è un titolo molto pessimista ma in gener ale, almeno musicalmente, l'album ha un'andatur a r assicur ante e un'atmosfer a molto r arefatta: a cosa si r ifer isce il titolo? (Dave) In superficie è un gioco di parole, ma siamo sinceri nel nostro amore per l'ignoto... e il nostro desiderio di far luce su di esso. " Bur n Hollywood Bur n" è un ottimo modo per iniziare l'album. Pensi che r appresenti l'umore dell'intero lavoro? (Dave) Suppongo che molte persone non ascoltino album interi al giorno d'oggi, noi in realtà lo facciamo e il nostro manager Dino aveva sempre detto che questo brano era il perfetto biglietto d'ingresso per il nostro mondo. Gli crediamo. Con " Never Come Down" invece ci troviamo di fronte al tuo lato più psichedelico, come è nata questa canzone? (Dave) Abbiamo da sempre un'anima psichedelica. Era solo una questione di tempo prima che

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(Dave) Droghe, dubbi, vite al limite. Siamo esseri molto curiosi ... usiamo la musica come veicolo esplorativo. Come stai vivendo questo par ticolare per iodo, tr a pandemia e così tante tensioni sociali? (Dave) Sembra che in questi giorni stiamo vivendo esattamente il titolo dell'album... anche se abbiamo scelto di chiamare l'album in questo modo l'anno scorso... Suppongo che se la carriera musicale non avrà un seguito potremmo riciclarci come indovini in un circo itinerante! Qual è il prossimo passo per i Never ly Boys? cosa stai pianificando per i prossimi mesi? (Dave) Siamo dei terribili veggenti e il mondo si è impegnato in modo massiccio nel metterci i bastoni tra le ruote... quindi chi lo sa?! Stiamo lavorando su delle nuove idee come ti dicevo prima, l'intenzione è di avere un nuovo disco pronto a breve, questo è l'unica cosa certa. Gr azie Davide, hai qualche ultima parola per i nostr i lettor i? (Dave) Va bene essere insicuri se ci sono amici intorno al fuoco!

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Laredazionedi Suffer Music Magazinepuntatuttosugl i Sharptooth! Labanddi Baltimorahadatoal l estampeper PureNoiseRecords un ottimosecondoal bum,unaprovadi forzaedi intel l igenzachemerita tuttal anostraattenzione. Abbiamocontattatotel efonicamentel a frontwomanLaurenKashanper unaintervistaescl usivaapochi giorni dal l arel easedatedi "Transitional Form". [DAP]

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Ciao L auren, benvenuta sulle pagine di Suffer M usic M agazine! Come vanno le cose?

l'idea anche per il testo, su quanto le persone si aspettano sempre la stessa cosa dal prossimo in una sorta di "stagnamento": non capisco questa cosa di "stare fermi", di non rischiare mai, di fermarsi sempre su cose ben salde e conosciute. La vita è in continuo movimento, sempre! È un po' il significato dell'intero album, evolversi e cercare sempre di migliorarsi per quanto possibile.

(Lauren) Ciao a te! Direi bene dai, anche se non poter andare in tour ci mette i bastoni fra le ruote. Ma con tutto quello che sta succedendo non possiamo certo lamentarci. Abbiamo ascoltato " Tr ansitional For ms" ed è davvero un gr ande passo avanti ed un ottimo album. Esce in per iodo molto tur bolento e r icco di contr addizioni... (Lauren) È pazzesco, il 2020 sembra completamente fuori controllo. Per quanto riguarda la pandemia non so davvero cosa dirti, per la faccenda delle rivolte il tutto era ampiamente prevedibile, la situazione ribolliva e aspettava solo di esplodere, nel primo disco abbiamo scritto un pezzo sulla brutalità della polizia ("Give Em' Hell Kid" ndA), è una cosa che ci fa ribollire il sangue. Spero che porti a qualcosa di buono, il movimento mi sembra abbia molto da dire. E in tutto questo abbiamo un disco da promuovere e del quale siamo fottutamente fieri. Ar r iviamo infatti a par lare all'album vero e propr io, " Tr ansitional For ms" : innanzitutto, come mai avete scelto questo titolo? (Lauren) Questo disco è molto più pesante e oscuro del suo predecessore, credo si possa parlare davvero di una maturazione significativa del nostro sound. Il titolo del disco rispecchia questa "evoluzione" giocando con il termine utilizzato in biologia, ci sembrava perfetto per le canzoni presenti su questo disco e per la nostra evoluzione come band. Dal punto di vista compositivo come è nato " Tr ansitional For ms" ? (Lauren) Non è stato un album scritto di getto, ci abbiamo messo molto a comporre le canzoni che poi sono finite sul disco. Ci sono stati un sacco di "avanti e indietro", un pezzo andava bene e un altro no: ogni canzone è stata decisamente rivista e corretta un milione di volte! Non è stato un disco scritto di pancia, è stato molto ragionato... ad un certo punto pensavo che non lo avremmo mai completato. Da come descr ivi il processo non mi sembr a sia stato un album " facile" da scr ivere. (Lauren) No, tutt'altro! Sentivamo molta pressione. Sai, "Clever Girl" non era stato nemmeno concepito come un album, era un insieme di canzoni che poi sono diventate un disco e che siamo riusciti a pubblicare. È stato un album sicuramente più facile da comporre perché non avevamo pressione, ora invece l'abbiamo, soprattutto verso noi stessi eravamo dannatamente esigenti. "Transitional Forms" è nato in questo contesto, per questo suona così... Nervoso? Aggressivo? Sicuramente carico e più variegato rispetto a "Clever Girl". I l pr imo singolo estr atto dal singolo è " Say Nothing (I n the Absence of Content)" e per il quale avete gir ato un video molto diver tente: come è nata l'idea del video e ovviamente qual è il messaggio del br ano? (Lauren) È nato da un sentimento di frustrazione

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"Il grigio" del titolo significa anche che non tutto è bianco o nero, nessuna situazione è buona o cattiva. Di questo parla la canzone, nella vita ci sono varie sfumature, e forse è proprio il suo bello. Quali sono le tue aspettative r iguar do quest'album vista la pressione che dicevi avete avuto in fase di scr ittur a?

riguardo la scena hardcore. Negli ultimi anni abbiamo visto tante band professarsi hardcore ma che poi non prendevano mai posizione su argomenti importanti dimenticandosi forse che non si tratta solo di un genere musicale, ma di una filosofia di vita. Forse sono un po' radicale in questo, ma mi sembra che in tanti abbiamo perso di vista la forza politica della musica hardcore, abbiamo dimenticato le radici di questa scena. Il brano è tra il polemico e l'ironico, non volevo fare una predica noiosa, però era un messaggio che volevo assolutamente far arrivare forte e chiaro. A volte è facile pensare che sia meglio stare zitti piuttosto che dire qualcosa di importante o di esporti, almeno lasci il dubbio nei tuoi ascoltatori. Anche il video è molto ironico pur mantenendosi polemico, è stato divertente girarlo e il risultato finale è assolutamente come ce lo eravamo immaginati. L a tua par te vocale in " The Gr ay" è davvero fenomenale, come è nato questo br ano? (Lauren) Sai che è il mio brano preferito del disco? Vuol dire che abbiamo buon gusto! (Lauren) Già! Beh è una canzone particolare, perché la vedo come una sorta di "turning point" dell'intero album e anche della nostra carriera, anche se è ancora abbastanza breve. Musicalmente è nata da un vecchio demo lasciato lì a marcire, l'abbiamo ripreso e abbiamo iniziato a giocare con il riff portante della canzone e sopra ho abbozzato delle linee vocali. Non riuscivo a trovare una quadratura, non mi sembrava mai abbastanza buona la linea vocale che provavo a cantare sopra la parte strumentale. E quindi abbiamo accantonato ancora una volta il brano. Improvvisamente mi è venuta in mente una melodia, ho ripreso i demo e provato a registrarlo e boom! L'unico problema, se così si può dire, è che la mia parte è poco ortodossa rispetto a quello che i fan potrebbero aspettarsi... però ho pensato che fosse comunque buona e un modo per uscire dalla comfort zone. E pensando a questo mi è venuta

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(Lauren) Già vederlo pubblicare è un grosso sollievo (ride nA). Davvero, questa era la mia più grande aspetattiva, per il resto ogni disco che scriviamo è principalmente per noi, e se ne siamo soddisfatti penso che l'obiettivo sia stato raggiunto. Ho sentito i primi feedback e quasi tutti sono positivi e questo è un bel segnale ma davvero, viviamo anche come band un giorno alla volta. Avete in mente qualcosa di par ticolare per la seconda par te del 2020? (Lauren) Nessuno può dirlo. È frustrante ma dobbiamo accertarlo. Speriamo che tutti stiano bene e che la situazioni migliori in modo da poterci permettere di suonare dal vivo. Per il momento penso che scriveremo del nuovo materiale e che sicuramente gireremo un nuovo video in supporto all'album. Una domanda più per sonale: per molte r agazze e donne della scena punk e har dcore sei una sor ta di punto di r ifer imento, quasi un modello. Ti mette pressione essere vista in questo modo da una par te della tua fanbase? (Lauren) Sì, tantissima (ride ndA)! È una cosa bella ma mi mette molta pressione perché alla fine sono una ragazza come tante. Però se posso dare fiducia trasmettere un messaggio positivo a qualche ragazza più giovane che mi ascolta mi riempie di orgoglio. E ovviamente pressione... Essendo anche una delle poche cantanti della scena hardcore la cosa mi mette ancora più in soggezione, però è una cosa positiva, ho un ruolo importante e come ti dicevo prima non mi tiro di certo indietro. Ti è capitata una situazione par ticolare o ti r icor di un episodio dove hai percepito questo r uolo? (Lauren) Ho ricevuto diversi messaggi sui social, molto belli e positivi. Un episodio particolare? Mi ricordo una volta, durante un concerto, ho incrociato lo sguardo con una ragazza molto giovane nel pubblico: urlava il testo, mi è sembrata felice, è stata una bella sensazione. Non so perché mi ricordo in particolare di quella ragazza, ma è un bel ricordo. Gr azie L auren, vuoi aggiungere qualcosa? (Lauren) Grazie per questa intervista e speriamo di vederci presto on stage, incrociamo le dita!



Tempodi cel ebrazioni incasaDeftones chefesteggianoinquesti giorni il ventennal edi "W hitePony", al bumchehadatounasvolta al l acarrieradel l abanddi Sacramento. Per l 'occasionel abandha l anciatounaseriedi "conferenze" virtual i conl astampadi tuttoil mondodoveChino, Frank edAbehannoparl atodel l 'anniversariodi "W hitePony" edi moltoaltro. Laredazionedi Suffer c'eraehacolto l apal l aal bal zoper regal arvi unospecial esui Deftones esul suo al bumpiĂšiconico. [DAP]

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Speciale WHITE PONY

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UNFOL L OW THE L EADER Il 28 Ottobre 1997 la band di Sacramento da alle stampe il fortunato "Around The Fur", trascinato dai singoli "My Own Summer (Shove It)" e dal super classico "Be Quiet and Drive (Far Away)", brani che fanno breccia nella MTV Generation ormai orientata verso le sonorità numetal e crossover. Brani come "Mascara" e "MX" iniziano a mostrare un volto più intimo e "dark" della band di Sacramento mentre l'endorsment di Max Cavalera nella concitata "Head Up" (dal quale verrà tratto il moniker dei Soulfly, primo passo post Sepultura del carismatico Max) fa felici i fan più legati al metal dei Deftones. L'orgia numetal arriverà al suo apice con "Follow the Leader", terzo album in studio degli amici/rivali KoRn pubblicato nell'agosto 1998 e che sdoganerà definitivamente il genere alle masse grazie anche ad un singolo da paura come "Got The Life".

trascorso metà del tempo a lavorare a Sausalito, vivendo su case galleggianti là fuori. Ogni giorno è stata praticamente un'avventura". BL ACK STAL L I ON Si vociferava da tempo della pubblicazione di una sorta di compendio a "White Pony" chiamato appunto "Black Stallion", e le prime voci di un album contenente b-side e remix approdarono alle oreccchie di stampa e fan già all'indomomani della pubblicazione dell'album. Queste voci sono andate via via scemando con il tempo, ma proprio durante la conferenza Chino ha finalmente rivelato che questo disco sembra poter finalmente vedere la luce sotto forma di un bonus LP nella ristampa di "White Pony" prevista per fine anno. A riguardo sembra

perché finalmente venti anno dopo DJ Shadow è coinvolto nel progetto". La riedizione di "White Pony" sarà anche l'occasione di "sistemare" la tracklist del disco, eliminando l'iniziale "Back To School (Mini Maggit)" e lasciando l'onore e l'onere di open track del disco a "Feiticeira". Non è un mistero infatti che la label avesse fatto pressioni per poter avere un potenziale singolo utilizzando il chorus della conclusiva "Pink Maggit", ritenuto particolarmente accattivante e "commerciabile". "Nella riedizione del disco vogliamo proporre quella che era la nostra idea originale di tracklist, non che mi dispiaccia avere quel brano nel disco, però non era la nostra visione." Chino spiega come è stato creato il famoso

Il desiderio dei Deftones di affrancarsi dal "circo" numetal, nonostante le tante affinità e convergenze, non è più un mistero. Le cover di Duran Duran e Depeche Mode pubblicate in tributi ad hoc, l'amore mai nascosto per i Cure e una sensibilità sicuramente più raffinata rispetto al "machismo" di certi gruppi nati sull'onda del successo del genere, porta i Deftones a rinchiudersi in sè stessi e pianificare le prossime mosse. La prima "mossa" di questa nuova direzione artistica viene anticipata dalla comunicazione dell'ingresso in pianta stabile di Frank Delgado, DJ già collaboratore della band in "Around The Fur" e nelle date live di supporto al disco: la scelta si rivelerà determinante per modellare il sound di "White Pony" visto che l'operato di Frank regalerà atmosfere uniche a molti brani presenti su disco, dando anche una accezione diversa al ruolo di DJ in seno alle band di estrazione crossover che avevamo come punto di riferimento DJ Lethal dei Limp Bizkit. L'approccio riflessivo e atmosferico di Frank non ha infatti nulla a che spartire con il suo alter ego in seno alla band della Florida. La produzione del disco era stata affidata all'amico di lunga data Terry Date ("È un amico vero, dobbiamo molto a Terry", ha dichiarato Chino, "ha sempre saputo tirare fuori il meglio da noi") nonostante a inizio lavori i nomi in ballo fossero altri, tra i quali figurava addirittura Re Mida Rick Rubin. Il lavoro alla console di Terry è stata determinante proprio per far esprimere al meglio i Deftones grazie alla confidenza che si era creata nel corso degli anni tra l'esperto producer e la band, impegnato anche a dare un freno alle imponenti sessioni di gioco a "Tony Hawk's" alla quali i ragazzi di Sacramento non si tiravano mai indietro. Il batterista Abe Cunningham ha commentato così l'esperienza di lavoro: "È come un viaggio senza limiti, al galoppo! Più ascolti l'album e più trovi nuove sfaccettature. Riascoltarlo adesso mi fa venire in mente tanti piccoli episodi legati alla registrazione". Anche Chino dice la sua su quanto ha rappresentato questo disco per la band, "Un vero e proprio turning point avvenuto in modo assolutamente naturale. Abbiamo dato il massimo, senza freni inibitori. 'White Pony' era il disco che ci rappresentava a pieno, non quello che stampa e fan della band potevano aspettarsi in quel preciso momento!" "Avevo probabilmente 26 anni quando registrammo White Pony", afferma Chino Moreno, "ero giovane e pieno di vita. Quel disco rispecchia praticamente quel tempo. Eravamo piuttosto selvaggi. Abbiamo

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confermata la presenza come remixer, in un non meglio precisato brano, niente meno che di DJ Shadow. Il primo incontro con il famoso DJ viene descritto in modo divertito da Frank Delgado, "stavo aprendo come DJ la sua serata al Cattle Club, ad un certo punto Chino ed io gli siamo andati incontro e ci siamo presentati come Deftones e che avevamo intenzione di fargli remixare il nostro album. Alla sua domanda se fossimo un gruppo ska non gli abbiamo risposto, ma si è detto comunque disponibile a collaborare chiedendoci di mandargli l'album così da poterlo ascoltare e lavorarci su". Ma l'epilogo dell'incontro è quanto meno divertente... "Il problema era che in quel momento non avevamo scritto nemmeno un brano del disco! È divertente pensarci adesso, anche

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singolo che vede la band nel video annesso imperversare in una classica high school americana e concludere con un concerto nella palestra della scuola, "un manager della label continuava a dirmi che il chorus di 'Pink Maggit' gli sembrava sprecato e che sarebbe stato un singolo perfetto in un contesto più veloce. Gli ho risposto che per me non aveva senso ma che saremmo comunque riusciti a scrivere un brano in poco tempo e così è stato fatto. È stato quasi un esercizio, per noi scrivere un pezzo rap rock come 'Back To School' è stato quasi una routine". Il resto è storia: "Back To School (Mini Maggit)" è diventato un singolo di successo tanto da convincere la label a ripubblicare "White Pony" (con copertina bianca, la quarta versione del disco) inserendo come open track proprio il nuovo brano.


Riguardo le varie versioni di "White Pony" è importante aprire una parentesi: la versione "originale", con la copertina grigia, prevedeva la tracklist standard senza bonus track di sorta. In contemporanea furono pubblicate due versioni dalla tracklist identica, contenente come bonus track in coda l'inedito "The Boy's Republic", ma con jewel case di due colori, uno rosso e uno nero. L'ultima versione, prima della ristampa prevista per fine anno, è la già citata edizione con copertina bianca e con l'inserimento come prima traccia di "Back To School (Mini Maggit)". WHI TE PONY Andando ad analizzare oggi "White Pony" la prima cosa che viene in mente è che suona attuale anche ai

nostri giorni, sia come sonorità che come singoli brani. Insomma, anche nel 2020 "funziona" e non si ha mai quella brutta sensazione di ascoltare qualcosa proveniente da un periodo specifico. E visti gli obiettivi prefissati della band, di uscire appunto dal calderone nu (e quanti dischi di quel genere sono invecchiati male...), possiamo dire che anche in questo senso "White Pony" vince la prova del tempo. Il titolo del disco, termine in slang per indicare la cocaina (ma il buon Chino giocando con le parole aggiunge malizioso "non avete mai sentito dire che sognare un pony bianco significa fare un sogno erotico?"), ben ci introduce alla prima track del disco, l'opener "Feiticeira" dall'incedere bizzarro e dal testo come al solito criptico ispirata da una esperienza non meglio precisata con la polizia

brasiliana! La seconda traccia risponde al nome di "Digital Bath", brano oscuro e intrigante che definisce il rinnovato mood dei Deftones, all'inseguimento di umori elettronici con esplosioni rock dove Chino ci regala una sua bizzarra ben poco comune fantasia erotica. La successiva "Elite" ci riporta su territori heavy, tanto da far vincere alla band un Grammy: a proposito della vittoria Abe ricorda "eravamo in piedi sugli spalti ma tutti gli artisti che stavano vincendo erano seduti di sotto, in platea. Ci siamo detti 'non abbiamo chance di vincere, però è bello essere qui'. Poi hanno chiamato il nostro nome ... e abbiamo finito per saltare giù dagli spalti. La sicurezza ci guardava come per dire ' ma che diavolo fate?! È stato piuttosto surreale". Nel classico gioco di

chiaro/scuro la traccia seguente prevede una melodia cristallina, per una delle canzoni più romantiche mai composte dai Deftones: "Rx Queen" si avvale di Scott Weiland degli Stone Temple Pilots come guest non accreditato e, in termini più o meno vaghi, come "vocal coach" di Chino. A riportare le cose su ambiti più veloci trova posto in tracklist la divertente ed easy "Street Carp", preludio al primo vero "massiccio" contributo di Frank Delgado a "White Pony", la delicata ed elettronica "Teenager" che aveva fatto storcere il naso ai fan più duri e puri della band. Alla traccia numero sette arriva il primo capolavoro dell'album, "Knife Prty", un brano drammatico e sensuale che prevede come guest in una straziante e trascinante performance l'attrice Rodleen Getsic. Il

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brano nasce da una esperienza vissuta in prima persona da Abe riguardante coltelli (ovviamente...) e un party (altro tema ricorrente del disco) che degenera in non ben precisati rituali. Proprio la performance di Abe, insieme al trascinante duetto vocale di Chino e Rodleen, regala una marcia in più al brano, grazie anche all'utilizzo di cuffie create appositamente dal drummer, "mi sono creato delle cuffie isolanti con del materiale che avevo recuperato, praticamente il meccanismo è quello che trovi adesso nelle cuffie che vengono utilizzate nei poligoni: completamente isolanti". La "facile" e diretta "Korea" ci porta alla iconica "Passenger" che vede ovviamente come guest Maynard James Keenan, un viaggio sonoro nato per caso. "Fu del tutto casuale!", esordisce Chino, "stavamo registrando in questo piccolo posto chiamato Mates dove tuttora a volte proviamo. Maynard è entrato in studio, così, apparso dal nulla! Stavamo provando una demo di 'Digital Bath' e Maynard era lì seduto con noi, guidandoci senza dire nulla! Mesi dopo, tornati a casa, ero andato ad un concerto degli A Perfect Circle e dopo lo show ho dato un passaggio a casa a Maynard, a San Francisco. Ci hanno anche fermato e dato una multa! Il giorno dopo è venuto in sala prove e stavamo suonando "Change", e non chiedermi perché ma anche in questo caso sento che ci ha guidati verso il risultato finale. Per 'Passenger' invece eravamo in studio a Los Angeles" ricorda Chino, "un riff tirava l'altro e Maynard è venuto a farci visita, questa volta ha preso il microfono ed è nato il brano! Tutto molto naturale, incredibile!". Arriviamo verso la conclusione dell'album dove trova spazio il singolo più famoso di "White Pony", quella "Change (In the House of Flies)" dalle atmosfere crepuscolari e dalle forte influenze "dark" che si riflettono anche in un video decadente e molto eighties. Il brano viene descritto da Chino come la perfetta fusione di tutte le influenze dell'album, "Il modo in cui si 'fondono' le chitarre, il modo in cui Terry l'ha prodotta, il tocco inquietante che da Frank... 'Change' ha tutto quello che i Deftones hanno sempre cercato di ottenere. È probabilmente una delle mie canzoni preferite. So che è probabilmente la canzone più popolare del disco, e penso che ci sia una ragione per questo". Proprio in merito alle parti di chitarra è interessante rileggere le dinamiche tra Chino e Stef Carpenter, chitarrista e anima metallara dei Deftones, e delle divergenze e tensioni artistiche che hanno portato a confronti piuttosto accesi in seno alla band. "Stavo solo imparando a suonare la chitarra", afferma Chino, ?Ricordo che guardavo Stef suonare, osservando le sue mani sulla tastiera, capendo le cose. Inizialmente non penso che l'idea fosse quella di suonare sul disco. Ma ricordo che Stef mi disse chiaro e tondo: 'Amico, se suonerai nei demo allora suoni nel disco. Ed io ero tipo, 'Oh, okaaaay ... se per te va bene. A dirla tutta però non penso che ne sia stato troppo felice!". La già citata "Pink Maggit" rappresenta la degna e trasognante conclusione di un album che, senza paura, ci sentiamo di definire come un vero e proprio capolavoro e che fonde alla perfezione le personalità di Chino, Stef, Abe, Frank e del compianto Chi. "White Pony" si può fregiare anche di un curioso primato: è il primo disco dei Deftones ad essere stato condiviso tramite piattaforme file sharing prima della sua pubblicazione!

Si ringraziano Warner e A.M.Morandi & M.Zonelli

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RECENSIONI THE GHOST I NSI DE [8.5]

TAK E OFFENCE [6]

The Ghost Inside

Cause & Effect

(Epitaph Records) Il 19 novembre 2015 la vita dei The Ghost Inside è cambiata radicalmente. Da quel maledetto giorno i californiani hanno dovuto affrontare una sfida dopo l?altra, sia dal punto di vista fisico che mentale, tanto che in pochi avremmo scommesso su un loro ritorno al 100%. Invece loro non hanno mai mollato, hanno sempre risposto colpo su colpo mostrando una positività incredibile, cercando anzi di ricavare da questa situazione nuova linfa e nuovi insegnamenti per il futuro della band. Probabilmente proprio grazie a tutto questo oggi possiamo godere di The Ghost Inside, il nuovo inizio dei TGI, che non solo ci presenta una band che non ha perso un grammo della propria classe, ma anche una band più forte ed ispirata di prima. Fin dall?opener "1333" Virgil e soci riprendono il percorso interrotto con "Dear Youth", snocciolando undici tracce di hardcore metallico e melodico in puro Ghost Inside Style, quello che in tanti hanno imitato ma nessuno ha mai saputo fare come loro. Riff, lyrics, breakdown, tutto perfetto, tutto come dovrebbe essere, tutto come speravamo. Probabilmente l?unica cosa da dire è che i The Ghost Inside sono tornati con un disco pazzesco, niente di più niente di meno. Bentornati. [BW]

(Pure Noise) Dopo il ritorno con "Keep An Eye Out" i californiani Take Offence ci regalano una "coda" con questo EP contenente tre outtakes tratte proprio da quelle sessioni di registrazione: la titletrack è molto cruda e old school, molto cadenzata e ruvida nel suo incedere diretto e senza fronzoli. Molto più elaborata invece "Dousing the Flames", brano che ci regala un arrangiamento più elaborato e diversi stop& go. Sono solo tre i brani proposti in questo EP ma non ci troviamo di certo davanti a del materiale di scarto e anzi, suonano come un ottima appendice a "Keep An Eye Out". [DAP]

Hands"). Questa rinnovata fruibilità della proposta dei Protest The Hero influenza senz'altro positivamente il risultato finale grazie anche ad un concept avvincente (molti brani sono stati ispirati dalla figura di Amelia Earhart, pioniera dell'aviazione americana e prima donna ad aver attraversato l'Oceano Atlantico in solitaria) e una manciata di brani che funzioneranno molto bene anche estrapolati dalla tracklist (vedi ad esempio "The Canary", soprannome dato al biplano utilizzato da Amelia). Avvincente ed emozionante, "Palimpsest" è un gran ritorno sulle scene che non affoga la passione nella tecnica fine a se stessa, problema principale della maggior parte delle uscite di questo genere. [DAP]

M AK E THEM SUFFER [7] How To Survive a Funeral

PROTEST THE HERO [7.5] Palimpsest

HANK VON HEL L [6.5] Dead

(Columbia) È dannatamente difficile scindere l'operato di Hank Von Hell con quello dei Turbonegro, e ascoltare il secondo lavoro solista del frontman norvegese non sfugge a questa considerazione. Ascoltando "Dead" ci troviamo di fronte ad un buon disco rock che poco ha a che fare con il death punk dei Turbonegro, se non qualche sporadico

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richiamo alle sonorità più crude e oscure ("Forever Animal") e l'istrionica verve buffonesca di Hank ('Danger Danger!') che in modo beffardo fa capolino qua e là. Se non ci si fa condizionare dal pesante background di Hank allora 'Dead' diventa davvero godibile, soprattutto negli episodi più diretti e divertenti, vedi la titletrack o "Crown" con il featuring di Guernica Mancini delle svedesi Thundermother. La produzione di Tom Dalgety, già all'opera ad esempio con i Ghost, fa capire come Hank stia scoprendo i piaceri dei suoni levigati e puliti, in netta contrapposizione con il suo (recente) passato. "Dead" diverte e convince nella sua essenza puramente rock, ma per tutti i nostri lettori che hanno già saggiato i piaceri del death-punk ho paura che non sia abbastanza...[LM]

(Spinefarm Records) Con l'ambizioso "Volition" i Protest The Hero hanno dato alla luce un lavoro che ha fatto girare vorticosamente il nome dei canadesi tra i tanti amanti del sottogenere progressive-metalcore, fama parzialmente messa in naftalina con il successivo "Pacific Myth". "Palimpsest" riprende dopo quattro anni le file del discorso con un disco affascinante, come sempre, e dalle molteplici sfaccettature. I problemi alla voce del cantante Rody Walker sembrano ormai alle spalle e anche in "Palimpsest" la componente tecnica di tutti i membri della band sembra spinta ai massimi livelli. L'aspetto che rende più fruibile "Palimpsest" è una certa scorrevolezza di fondo anche nei brani più complicati e dagli arrangiamenti arzigogolati tipici della band (vedi "From The Sky" o "All

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(Rise Records) Pur mantenendo come punto di riferimento il metalcore cafone "alla Bleeding Through", nella loro carriera gli australiani Make Them Suffer hanno sempre cercato di arricchire la propria proposta. Tra synth, strizzate d?occhio al deathcore ed alle ritmiche djent, ogni disco regalava qualche soluzione nuova in grado di sorprendere e mantenere vivo l?interesse durante l?ascolto. Fortunatamente anche "How To Survive A Funeral" segue i suoi predecessori. Come? In primis con delle canzoni più dirette e "snelle", poi, dando tanto spazio alla new entry Booka Nile non solo come tastierista ma più che altro come seconda voce. Spesso infatti è lei a fare la parte della protagonista nei ritornelli melodici. Il risultato, grazie anche ad una produzione perfetta per il genere, è un disco cafone e ruffiano al punto giusto, ottimo per scapocciare nelle serate estive. [BW]


VAM PI RE [7] Rex

(Century Media) La scena di Göteborg non smentisce la propria fama e i "misteriosi" Vampire rinverdiscono una tradizione che dura ormai da decenni. I Vampire con questo "Rex" danno una ulteriore spinta al loro sound death/black con forti componenti classic metal, una proposta ricca ed avvincente che ha nella creazione di atmosfere violenti e drammatiche il suo forte. La rabbia degli esordi si fa più sfumata, andando a parare ora in una sorta di sentimento di inquietudine piuttosto che sulla violenza tout court: proprio in episodi come "Moloch" e "Melek-Taus" troviamo la perfetta unione tra l'incedere "di forza" e soluzioni più elaborate ed avvolgenti. "Rex" è un disco che non smette di crescere, ascolto dopo ascolto. [DAP]

decisamente sulla mappa delle realtà più interessanti della scena metalcore mondiale. Mezzora di metalcore cupo e violento, nei testi e nella musica, contaminato da grind e black e che si lascia ispirare da quanto fatto da band come Nails. ?Splinters From An Ever-Changing Face? è un flusso continuo di riff e breackdown, che anche nei rallentamenti non ti lascia respirare ma ti porta verso l?abisso. Promossi senza alcun dubbio. [BW]

SHARPTOOTH [8] Transitional Forms

END [7.5] Splinters From An Ever-Changing Face

(Closed Casket Activities) Di ?supergruppi? nella musica ce ne sono stati tanti e molti alla prova del nove hanno deluso. Gli End (from New Jersey) rientrano anche loro nella categoria ?supergruppo?, vista la presenza in formazione di membri o ex membri di Dillinger Escape Plan, Counterpats, Fit For An Autopsy e Misery Signals. Fortunatamente invece non appartengono alla categoria dei supergruppi che deludono. Se l?EP del 2017 aveva incuriosito, questo esordio sulla lunga distanza li mette

(Pure Noise Records) Se "Clever Girl" rappresentava un antipasto del potenziale degli Sharptooth beh, "Transitional Forms" ci mostra in tutta la sua spietata e lucida aggressione quello che la band capitanata da Lauren Kashan può portare a termine. Anticipato dal beffardo video del singolo "Say Nothing (In The Absence Of Content)", questo secondo disco sulla lunga distanza porta gli americani ad alzare l'asticella della qualità, della ricercatezza e della brutalità! Se l'incedere tritaossa di "The Southern Strategy" mostra il lato hardcore più duro e puro degli Sharptooth, è in brani più elaborati come "153", dal dissennato attacco di chitarra, o nella stilosa "The Gray" (oltre ad un testo profondo ed intelligente che tante band si sognano di scrivere...), dove Lauren mostra di saperci fare anche dal punto di vista melodico, che la band mostra davvero il meglio del proprio repertorio. Il rallentamento sistematico e pericolosissimo di "M.P.D.B (Manic Pixie Dream Bitch)" ci regala un ulteriore sfaccettatura di una band ricca di

contenuti, musicali e tematici, che a questo punto sarebbe un peccato mortale sottovalutare. [DAP]

TRASH TAL K [8.5] Squalor

(Thrash Talk Collective) Se devo pensare alla band più riottosa degli ultimi anni onestamente non posso far altro che pensare ai Trash Talk. Subito dopo penso che nel corso di sei anni i nostri riescono a mettere su a malapena cinque pezzi e che vorrei veramente cercare di capire cosa gli passa in quelle teste matte! Capiamoci, ci troviamo di fronte a cinque pezzi di un livello esagerato, coadiuvati dal mega produttore Kenny Beats, un nome che, nel mondo dell?Hip Hop americano è pari a quello di una qualsiasi divinità a scelta vostra a seconda delle varie convinzioni religiose. Gli otto minuti di durata passano talmente in fretta che il primo ascolto è seguito immediatamente da altri quattro. Devastanti, veloci, incazzati. I Trash Talk sono l?esatta rappresentazione musicale di un incontro musicale tra un amante del dolore e un pugile professionista: alla fine non ti senti più un solo muscolo dai pugni che hai preso, ma non vedi l?ora che tutto ricominci. Dateci un album, maledetti! [MF]

BL EEDI NG EYES [7.5] Golgotha

(Go Down Records) ?Golgotha? è una messa sludge, melmosa e lenta, umida e sudata tra vangeli apocrifi e

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riff pesanti come dei macigni. Il distacco spirituale della nostra società è la tematica principale di questa nuova fatica dei Bleeding Eyes. Una produzione scarna e minimale, quasi live, la voce in parte recitata e in parte cantate e urlata, creano l?atmosfera decadente e asfissiante che viene rimandata anche dalla bellissima foto di copertina, raffigurante la devastazione della foresta alpina rimasta al seguito del passaggio della tempesta Vaia del 2018. Non sono onestamente un grande fan della voce recitata riproposta per molte tracce, ma devo dire che nel contesto di questo ?Golgotha? il risultato finale è coerente. Mi sarei aspettato qualcosa di più dalla produzione, con suoni più devastanti e meno ortodossi, ma questo è il mio personalissimo parere. ?Golgotha? è sicuramente un album che, nel genere, potrà tranquillamente dire la sua senza aver paura del confronto con nessuno. Bel ritorno. [MF]

BAD COP BAD COP [7] The Ride

(Fat Wreck Chords) Il punk rock delle Bad Cop Bad Cop (e in questi giorni mai moniker potrebbe suonare più attuale!) non perde di smalto in questo nuovo lavoro intitolato "The Ride", disco che esce sotto l'ala protettiva di Fat Mike e della sua Fat Wreck Chords Records. La verve politica delle quattro fanciulle non si smorza, e brani come "Certain Kind of Monster" e "Pursuit of Liberty" rincarano la dose verso l'operato nefasto di chi risiede alla Casa Bianca. La venatura più personale dell'album è però l'aspetto più interessante di questa uscita, in special modo nell'autobiografica "Breastless", che racconta la battaglia contro il cancro al seno combattuta da Stacey Dee, e in "Single Girl", sincera ode alla forza e al coraggio femminile. Una piacevole conferma per una band che piano piano sta facendosi varco negli ascolti e nelle preferenze di tanti punkers americani ed europei. E concluso il lockdown concertistico non vediamo l'ora di vederle live dalle nostre parti! [LM]

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L AM B OF GOD [8] Lamb Of God

(Nuclear Blast) Son passati ben cinque anni dall?ultimo album, un arco di tempo insolito per una band importante e prolifica come i Lamb Of God. Certo, nel mezzo c?è stata anche la raccolta di cover sotto il moniker originario di Burn The Priest, ma quello che aspettavamo maggiormente era un seguito del precedente, splendido, lavoro. A maggior ragione dopo l?uscita dalla band di Chris Adler, da molti ritenuto uno dei migliori batteristi in circolazione, sostituito da Art Cruz, un ragazzo che in sostanza fino a qualche tempo fa era uno dei più grandi ammiratori della band e che di colpo si ritrova ad occupare una posizione che definire scottante è dire poco. Si arriva quindi a questa ottava fatica, che prende il titolo dal nome stesso della band: una scelta particolare dopo trent?anni di carriera, ma che in fin dei conti rappresenta una sorta di nuovo inizio, sia per il nuovo entrato e che per lo stesso Randy Blythe, che libero finalmente da qualsiasi peso accumulato negli anni precedenti sfodera una prestazione enorme. Musicalmente lo spartito non si scosta dal solito, il groove recita sempre la parte principale, accompagnato da una produzione molto pulita (forse pure un po? troppo a dirla tutta), che probabilmente, visto anche il cambio di formazione, pone l?accento maggiormente sul lavoro di Morton e del più giovane dei fratelli Adler. La prova delle asce è difficilmente criticabile e accompagna il frontman dall?inizio alla fine del disco in maniera perfetta. Sicuramente non raggiungiamo i picchi di "Sacrament" o "Ashes Of The Wake", ma lo standard rimane altissimo: la tripletta iniziale rappresentata da Memento Mori, Checkmate e Gears è quasi stordente, e spiana la strada a due featuring che calzano a pennello in questo lavoro. "Poison Dream" vede la partecipazione di Prezzemolino Jamey Jasta, in un brano che si apre con un riff assolutamente slayerano, mentre nella successiva bordata thrash a nome "Routes" Chuck Billy dei Testament ci sguazza

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perfettamente. L?album si chiude poi con due dei pezzi che convincono maggiormente per varietà, specialmente "Bloodshot Eyes" con quell?utilizzo di un cantato pulito che ormai Randy padroneggia alla grande. In tutto ciò, come si comporta il nuovo batterista? Come se facesse parte della band da sempre, diciamolo chiaramente. Il peso della responsabilità non lo schiaccia e, senza risultare troppo distante dallo stile di Adler, porta a casa il risultato pieno. Insomma, bentornati Lamb Of God, in attesa di poterci spaccare le ginocchia dal vivo con tutto questo materiale nuovo dal vivo. [LA]

FAL HENA [8] Insaniam Convertunt

(Hidden Marly Production) Torino, la città oscura per antonomasia, dà alla luce il disco di esordio dei Falhena, band black metal nata da qualche mese che, ad inizio 2020, ha pubblicato per Hidden Marly Production, etichetta giapponese, questo ?Insaniam Convertunt?. Per quanto non ami particolarmente gli album con titoli in latino (che non si chiamino ?De Mysteriis Dom Sathanas?) devo ammettere che, questo primo lavoro della band torinese, è veramente un ottimo album. Produzione e composizione di un livello altissimo, parti devastanti di blast beat si accompagnano a

melodie e riff sofisticati e precisi. Si sentono chiaramente reminiscenze di Dark Funeral, Immortal e Dissection con parti decisamente più personali, soprattutto nelle parti melodiche che armonizzano l?intera produzione. Una delle migliori uscite nel genere di quest?anno. [MF]

I NFANT I SL AND [8.5] Beneath

RI SE OF THE NORTHSTAR [7] Live In Paris

(Nuclear Blast) Il combo francese pare inarrestabile nella sua ascesa nella scena crossover-metal mondiale grazie ad una integerrima etica DIY (nonostante il deal con Nuclear Blast), ottimi dischi (l'ultimo il sorprendente "The Legacy Of Shi") e live show infuocati. Il lockdown imperante non ci permette ancora di assistere ad un live in carne e ossa ma i ROTN ci regalano un piccolo antipasto di quanto i loro show possano essere incendiari ed elettrizzanti. I sei pezzi proposti non si avvalgono di una registrazione ultra professionale ma al contrario ci restituiscono uno spaccato grezzo e schietto di quanta energia i ROTN possano sprigionare su un palco, con picchi di adrenalina garantiti dalle ottime "Here Comes the Boom" e "Nekketsu" e l'inno "Samurai Spirit". In coda agli estratti live troviamo la bonus track dell'edizione giapponese di "The Legacy Of Shi", la contundente "Sayonara", piccolo regalo che giustifica l'ascolto di un EP non fondamentale ma intrigante. Tra un richiamo all'immaginario manga giapponese, un forte background numetal e influenze metal e slayeriane, i Rise Of The Northstar non tradiscono le aspettative anche con una uscita così estemporanea e per soli completisti della band. [DAP]

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(Dog Knights Productions) Se lo screamo è un genere prevalentemente rimasto fermo negli anni '90/'00, gli Infant Island arrivano a zittirci tutti e a capovolgere la situazione mettendoci sul piatto un disco veramente bello. Nove brani per ventisei minuti, non un momento di stop e i pochi momenti di pace presenti sono destinati a parti rumoristiche di atmosfera che armonizzano e completano il disco. Stop and go, sfuriate acide e melodie emozionali e una parte vocale devastante e senza limiti che urla fuori un disagio viscerale annichilente. Rimandi ad Orchid, Portraits Of Past, Swing Kids e City of Caterpillar mixati con i più recenti Touchè Amore, Birds In Row e Dangers. Davvero un bel disco e un?ottima band. [MF]

HEL I K ON [7] Myth & Legend

(Ad Noctem Records) A tre anni dal primo lavoro in studio approdano al debutto su lunga distanza i bresciani Helikon con questo convincente "Myth & Legend". L'amore per il thrash metal della "golden era" trasuda da tutti i pori e la grande perizia tecnica e gusto per gli arrangiamenti esplode in brani incalzanti e arrembanti come "Prince Of The Night". A volte gli Helikon si perdono un po' in strutture arzigogolate e "pesanti" da digerire (vedi "Ophelia") ma in generale il risultato viene portato a casa. [LM]


DAGGERS [8.5] Neon Noir Erotica

(Throatruiner Records / Holy Roar) Ci ho messo qualche ascolto a capire questo nuovo lavoro dei Daggers. Per chi non li conoscesse, i Daggers sono una band belga con componenti di svariate altre band decisamente conosciute nell?ambiente post punk o comunque alternative (sono un disastro con i generi). Informazioni di riferimento a parte, proprio mentre stavo per cestinare il progetto, ecco che come la luce divina che illuminò Jack e Elwood, mi si è illuminato ogni lembo cerebrale. ?Neon Noir Erotica? è un disco per nulla scontato, che prende la new wave punk rock dei Idles e il marciume dei Planes Mistaken For Stars, mette tutto insieme e tira fuori una roba più unica che rara. Tanto che vi troverete a non poterne più fare a meno e ad ascoltare questi dodici brani, in cui è difficile individuare un prevaricatore, in loop continuo. Non so se si può parlare veramente di capolavoro, non è sicuramente un disco adatto a qualunque momento emotivo, ma sicuramente un disco talmente particolare da essere annoverato tra i migliori dieci dischi dell?anno. [MF]

local. Come tutti i dischi di esordio, questo GRWYSGYMTJ mette in campo una marea infinita di elementi che spaziano all?interno di uno stesso genere, in attesa che la band prenda una direzione ben definita. E qui si sente tutto il background dei tre e si passa dai Fugazi (prima band che mi è passata per il cervello ascoltando i Jowday, soprattutto in ?Adani/Ambition?), Husker Dü, Melvins per poi tornare sui nostri lidi con I Fine Before You Came di ?It All started In Malibu? toccando addirittura una parte di quello screamo italico anni ?90 che amavo tantissimo e, qui lo dico e qui lo nego, io ci ho sentito anche un po?di new wave alla Siouxsie and The Banshees. Un sacco di referenze che mi hanno fatto apprezzare il disco sin dal primo ascolto. Una volta trovata una direzione univoca nel loro lavoro e nella loro ispirazione, sono sicuro, che avremo delle belle e ottime sorprese dai Jowday. Dategli sti soldi, per dio. [MF]

OVERTURE [6] Galèr ie

OL D M AN GL OOM [8] Seminar VIII: light of Meaning

(Profound Lore) Se un giorno proponessero un sondaggio per votare la band più matta di tutte, non avrei alcun dubbio su chi votare. Gli Old Man Gloom escono a pochi mesi di distanza con due dischi decisamente diversi e scollegati tra di loro (non starei neanche a nominare il fatto che prima è uscito il "capito IX" e poi il "capitolo VIII" dato che potrebbero tranquillamente aver attivato un conto alla rovescia). Mentre "Seminar IX" è un disco diretto e più digeribile, questo "Seminar VIII" punta più sulla parte noise della band, proponendo pezzi di intensità diverse, più dilatati, intermezzi più ambient e rumoristici. Gli Old Man Gloom producono musica di livello per tutti i gusti quindi, mantenendo sempre uno standard di difficile raggiungimento. Personalmente, questo "seminario n° 8" mi attira meno del suo precedente con numerazione più alta, ma tant?è, stiamo parlando degli Old Man Gloom, possiamo veramente giudicarli negativamente? [MF]

THE NEVERLY BOYS [6.5] Dark Side Of Everything

JOWDAY [7.5] 7 Good Reasons Why You Should Give Your Money To Jowday

(VV.AA.) Come un fulmine a ciel sereno, a fine 2019/inizio 2020 è uscito il disco di esordio dei Jowday, neo band con membri di stanza a Torino e con origini nella ?La Spezia Punk rock? e radici in varie altre band

(Noize Hills Records) Galèrie è l?EP d?esordio degli alessandrini Overture, quartetto rap, che con queste sei tracce si presenta ufficialmente al mondo. La base di partenza come detto è il rap, ma i ragazzi si dimostrano aperti alla sperimentazione, sviluppando in ogni brano sonorità diverse, riuscendo ad incuriosire. Decisamente positiva anche la prestazione vocale, sia per i testi che per la metrica messa in campo, già oggi superiore a tanti "fenomeni rap da social network". Un buon punto di partenza per gli Overture. [BW]

per altri artisti, ma non ritenuti adatti per il loro mood più oscuro e personale. "Dark Side Of Everything" ha un forte respiro cinematografico e si nota come il duo abbiamo voluto dare molta enfasi alle atmosfere rarefatte e oscure sì, ma con un certo andamento rilassante e rassicurante. In questo senso l'immediatezza dei possibili singoli "Without You" e "Misery", più melodici ed "easy", pur essendo ottimi pezzi quasi stonano in un contesto così raffinato e ricercato. Un disco di "debutto" intrigante e avvolgente, chissà cosa avranno in serbo per il secondo disco che, come anticipatoci nell'intervista che potete leggere su questo numero, è già in lavorazione. [LM]

STRI K E ANYWHERE [6.5] Nightmares of the West

(Pure Noise Records) Probabilmente non è un caso che il primo materiale edito a nome Strike Anywhere da dieci anni a questa parte arrivi proprio in un momento storico così particolare: la verve politica della band esplode ovviamente anche in questo EP di sette pezzi (sei originali più cover dei londinesi Blocko in ricordo del batterista suicidatosi nel 2019), presentando anche una rinnovato ottimismo che si riflette in brani come "The Bells", "Imperium Of Waste" ma soprattutto nella conclusiva "We Make the Road by Walking". Dobbiamo per forza accontentarci di pochi brani ma siamo sicuri che faranno parte della nostra colonna sonora di questa estate 2020. [LM]

(Alchemy Recordings) Dopo aver lavorato come producer per altri artisti, anche dal nome altisonante, Dave Sitek (già attivo con i Tv On The Radio) e Daniel Ledinsky (cantante e producer svedese rilocato a Los Angeles) uniscono le forze per questo nuovo progetto denominato The Neverly Boys dove trovano spazio tutti i brani, composti appunto

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DEECRACK S [7] ...Can't Get it Right

un disco caldo e appassionato. Altro bel colpo per la label svedese Icons Creating Evil Art che sembra azzeccare tutte le scelte! [LM]

THE THREE STI GM ATA [8] The Quarantine Tapes

(Striped Records) Gustoso sette pollici per gli austriaci DeeCracks che ci regalano quattro brani in questa uscita da collezione: nel "side A" troviamo due brani inediti, le cadenzate e ben ponderate "Just Wanna Play" e "Don?t Take It Out On Me" mentre nel secondo lato sono presenti la già nota "Caroline" in una nuova versione e la cover "Killed By Death" (Head). Oltre all'aspetto meramente collezionistico, solo 500 le copie disponibili in due colorazioni, "...Can't Get it Right" è un buon modo per conoscere la band austriaca che si inserisce a pieno diritto tra le migliori realtà Ramones-like europee. [DAP]

HANNAH AL DRI DGE [7.5] Live in Black and White

L UCYNI NE [6.5] Amor Venenat (DIY) In un momento drammatico come quello vissuto sul pianeta terra, i lavori come quello di The Three Stigmata, neo progetto drone solista con base nel bel paese, sono una manna che viene dal cielo, necessaria a riunificare emozioni e sensazioni, a farci capire che lo sconforto che proviamo è comune e, di conseguenza, sentirci meno soli. Oltre alla componente melanconica e di puro sentimento, dietro al progetto in questione c?è una coscienza, una direzione ben definita, un obiettivo chiaro e nitido: la dematerializzazione di tutto quanto esiste e la ricomposizione della materia nel suono. "The Quarantine Tapes" è la ricomposizione solida e melmosa di tutte le sensazioni di ostruzione e soffocamento provate e sentite nelle nostre mura di casa, diventate celle per un periodo che, inizialmente, sembrava non dover finire mai. Ascoltatevelo e godetevelo tutto. [MF]

RI SE ABOVE DEAD [7.5] Ulro (Icons Creating Evil Art) Per il primo live album in carriera Hannah Aldridge si affida alle soluzioni acustiche e si concede la registrazione di un ottimo show registrato in quel di Londra. Le radici country e southern di Hannah emergono in tutti i brani presenti nella setlist ma la sensibilità rock che traspare in quasi ogni brani (t in "Howling Bones" e "Aftermath") ben si sposa con il background dell'artista dell'Alabama. Notevole la titletrack ("Black and White"), emozionante il duetto con il padre in "Lie Like You Love Me" (Walt Aldridge è un apprezzato cantante country) e toccante la graffiante e polverosa "Born to Be Broken", tre episodi che emergono in

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nell'arco delle sei composizioni proposte i milanesi mostrano entrambi i lati della loro proposta completamente strumentale, ossia la grande capacità di creare atmosfere oniriche e "spaziali" (caratteristica molto interessante) coniugandole con ben calibrate bordate più decise ed heavy. La circolarità della struttura portante di "Hardship of Joy" e la tumultuosa "Dreams of Leutha" spiccano in una tracklist calibrata e dalla produzione molto definita e potente. Senza mai eccedere e senza sbavature i Rise Above Dead hanno dato alle stampe un nuovo avvicente episodio della loro carriera per una delle realtà di genere più interessanti attualmente in circolazione. [DAP]

(Moment of Collapse / Shove) Dietro il solito splendido lavoro del collettivo Solo Macello, autore della copertina di "Ulro", troviamo i Rise Above Dead più in forma che mai:

(Inverse Records) Lavoro molto denso e ricco di contenuti questo debutto per la finlandese Inverse Records dei Lucynine, studio project ideato dal polistrumentista torinese Sergio Bertani che in tredici brani, per 67 minuti di durata, ci racconta un viaggio tra l'onirico e il reale nel mondo dei rapporti amorosi, tra lussuria e sofferenza e tutto quello che ci passa in mezzo. Musicalmente troviamo davvero molta carne al fuoco, dall'approccio simil black dell'opener "Family" al viaggio nelle pieghe post-metal di "Vetyver 717", dall'industrial wave di "Apostasia" alla celebrale suite avantgarde di "Everyone I Love Is Dead". Ad impreziosire il lavoro troviamo la presenza di interventi vocali di quattro attori e doppiatori (Grazia Migneco, Gianna Coletti, Claudia Lawrence e Dario Penne) che contestualizzano la storia narrata in "Amor Venenat" e in generale una cura nei particolari che fa fare un bel salto in alto a questo album. Ci troviamo quindi di fronte ad un?opera tanto variegata quanto ambiziosa, tra picchi di ricercatezza e immediatezza improvvisa: probabilmente serviranno più ascolti per entrare nell' "ottica" del progetto, ma una volta superato il primo scoglio della "difficoltà" della proposta, il godimento sarà garantito. [DAP]

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EGO K I L L TAL ENT [6.5] The Dance

(BMG) In attesa di pubblicare il secondo album di inediti i brasiliani Ego Kill Talent ci danno una gustosa anticipazione con un singolo contenente tre brani: se "NOW!" ci racconta del grande amore verso i Foo Fighters con un perfetto anthem alternative rock con "Lifeporn" vengono alla mente le melodie cristalline e l'hard rock dei migliori Alter Bridge regalandoci il brano migliore del lotto. Chiude il singolo "The Call", altro solido episodio alternative rock. La grande esperienza della band, già segnalata dal magazine inglese Kerrang! come una delle realtà underground più interessanti in ambito alternative, non tradisce le aspettative nell'attesa di un secondo disco che potrebbe regalarci diverse soddisfazioni. [LM]

23 AND BEYOND THE I NFI NI TE [6] Elevation To The Misery

(Dirty Beach/All Will Be Well Records) Sono convinto che la band campana dal vivo possa davvero rappresentare una esperinza molto particolare, peccato che al momento possiamo goderci l'operato dei "23..." solo su disco perché mi avrebbe fatto davvero piacere poter ascoltare in tutta la sua sfrontatezza garage-psych un brano come "Playhouse" o una "Pendejo" dalle ritmiche oblique e sporche. La produzione non sembra scintillante ma per il genere proposto possiamo anche chiudere un occhio. Band e disco interessante. [LM]


ATWOOD [6] Ghost

saranno diventati un nome rilevante o meno, ma sicuramente sono da tenere d?occhio, specie in un momento come questo, in cui di musica che ci faccia scapocciare senza troppi pensieri ne abbiamo parecchio bisogno. [LA]

CONSUM ER [7] Consumer

(DIY) "Ghost" è il nuovo singolo dei milanesi Atwood, che anticipa l?EP di prossima pubblicazione. Il brano lo potremmo definire alternative rock/pop, visto il perfetto mix tra synth, distorsioni ed elettronica che ben si sposa con le melodie vocali proposte Alice e con un ritornello ruffiano al punto giusto. Certo un solo pezzo è poco per un giudizio completo, per quello aspettiamo l?EP, però come biglietto da visita non è male. [BW]

WAVES L I K E WAL L S [6.5] Waves Like Walls

(Mother Ship Records) Direttamente da Catania, con membri di svariate altre band, si presentano con questo primo EP, i Consumer. Un misto di sludge, Doom e death metal oscuro come una notte senza luna in Transilvania. Tre pezzi per un totale di 25 minuti circa, al limite dell?EP, conditi di riff taglienti, cambi tempo e rallentamenti micidiali, atmosfere oscure, misantrope e sulfuree. Davvero un attacco diretto alla felicità di chi passa sulla loro strada. Per quanto buone e interessanti siano le idee del trio nostrano, non mi ha molto appassionato la produzione che, a mio personale avviso, un po' penalizza il buon lavoro compositivo della band. La band è comunque solida come una roccia e prevedo destabilizzanti scosse telluriche nella versione live. Avanti tutta. [MF]

momenti più evocativi e atmosferici (la scena black americana, ricca di band che uniscono appunto black a soluzioni post-core o showgaze) con tanto di rallentamenti ad hoc al limite del doom. La partenza di "Esse" ci restituisce una rabbia primordiale incanalata in blastbeat "bestiali" e ad una ferocia invidiabile smorzata da una improvvisa calma apparante in una classica dicotomia violenza/parte atmosferica che funziona dannatamente bene e che traccia il sentiero anche per i seguenti brani presenti in tracklist. Disco nero come la pece e bollente come una eruzione dell'Etna! [DAP]

GRI FT [8] Budet

NEW FOUND GL ORY [6.5] Forever and Ever X Infinity

(Hopeless Records) Decimo album per i New Found Glory, band che ovviamente non ha bisogno di presentazioni e che con "Forever and Ever X Infinity" dà alle stampe la solita e solida sventagliata pop-punk che, senza troppi scossoni, si fa ascoltare con grande piacere. Al netto di qualche episodio più deciso come un'ottima "Himalaya" con scorie post-core, sono i classici brani melodici e pop-punk come "Scarier Than Jason Voorhees At A Campsite" o "Greatest Of All Time" (aka GOAT per gli amici) che ci fanno strizzare l'occhio a questi vecchi volponi americani. Sempre la solita minestra dirà qualcuno, ma se è buona che bisogno c'è di cambiare ricetta? [LM]

RUN THE JEWEL S [7] RTJ4

FORDOM TH [7.5] (DIY) Dopo una serie quasi interminabile di EP arrivano al primo lavoro alla lunga distanza i tedeschi Waves Like Walls. La band di Ingolstadt, attiva dal 2012, dimostra che in questi anni ha avuto modo di rodare al meglio la propria proposta musicale, che sicuramente non spicca per originalità, ma quello che propone lo fa in maniera convincente. Le coordinate sono quelle dei primi Parkway Drive o dei redividi The Ghost Inside: ritmi serrati, largo uso della melodia e numerosi breakdown. Il primo aggettivo che viene in mente per descrivere, ad esempio, un brano come "Chainbreaker" è compatto. La tracklist non presenta grossi sussulti ma neanche tempi morti, e scorre via veloce come i convincenti stop?n?go dettati dal batterista Tobias Ernst, vero direttore d?orchestra del combo teutonico. Non sappiamo dirvi con certezza se tra cinque o sei anni

Is, Qui Mortem Audit

(Auric Records) Secondo lavoro per i blackster catanesi Fordomth che dopo un cambio di line-up sono pronti a presentarci in tutta la sua nera bellezza "Is, Qui Mortem Audit", disco ad ampio respiro che ci trascina in un sulfureo turbino di black metal spietato e sparato a mille condito da

(Nordvis) Grift aka Erik Gärdefors torna sulle scene con dopo tre anni con un nuovo full length di sei brani per una durata di 41 minuti. "Budet" è l?esatta continuazione del precedente "Arvet": un album grigio, pieno di disperazione lancinante. In un periodo in cui la musica folk nordica sta scalando le classifiche e diverntanto sempre più mainstream, Grift riesce a mantenere una naturalezza e un?onestà davvero prepotente. "Budet", che tradotto dallo svedese significa ?offerta?, è una escalation di tristezza che scava senza fine nell?animo dell?ascoltatore. Un album difficile, ostico, con una produzione particolare e di difficile comprensione e assimilazione. Un album a cui bisogna, in un certo qual modo, fare la corte per riuscire ad apprezzarne l?intensità e iniziare ad amare. Alla fine ne varrà sicuramente la pena. [MF]

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(Jewel Runners) Killer Mike ed El-P giocano d'anticipo rendendo disponibile "RTJ4" con formula economica "up to you" (e cioè se vuoi lo scarichi gratis) due mesi prima della data effettiva di pubblicazione. "RTJ4" esordisce con la sfacciata "Ooh LA LA" (con Dj Premier agli scratch) e mostra subito come il flow del duo sia stato alimentato al meglio dalle tensioni generate in questo periodo, anche "mascherando" il tutto dietro una curiosa hit estiva. Zach De La Rocha e Josh Homme (per quest'ultimo ottima "Pulling The Pin") gettano il ponte con la scena rock senza svilire l'approccio old school del duo statunitense. [DAP]

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#BLACKLIVESMATTER Lacomunitàmusical ehareagitoinmodofermoeinequivocabil eal l amortedi GeorgeFl oyd, scoperchiandounmal esserecheci riportaal l a"guerracivil e" di Los Angel es del nonppoi così l ontano'92. Abbiamovol utoraccogl iereinquestepagine, inunasortadi bacheca, i post più rappresentativi postati inquesti giorni dabandemusicisti del l anostrascena! #noj usticenopeace

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#bl ack l i v esmatter - M i l ano

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Questo mese per la sezione " label profile" abbiamo approfondito la conoscenza con Antigony Recor ds, etichetta molto attiva che si sta r itagliando nel cor so di questi anni la nomea di label post-rock per eccellenza. Abbiamo contattato i due propr ietar i, Alex e Fr ancesco, per una chicchier ata a tutto tondo su quanto gir a intor no al mondo Antigony. [DAP]

Benvenuti sulle nostre pagine! dall'inizio, come è nata Antigony?

Par tiamo

(Alex) Antigony è nata nel 2015 ad Ancona, da un? idea mia e di Francesco: ci siamo conosciuti nell? ambiente musicale mentre frequentavo l'università ad Ancona. In precedenza lavoravo per Indelirium Records e To React Records mentre Francesco gestiva una agenzia di booking, la Mosh& Cik! Booking Agency. Ci siamo conosciuti e abbiamo deciso di collaborare per un nuovo progetto che poi è diventato proprio Antigony. Sin dall'inizio abbiamo deciso di suddividere Antigony in due parti: da un lato c'è l'etichetta mentre dall'altro l'agenzia di booking come Antigony Agency. Chiaramente poi ci confrontiamo su entrambi gli aspetti che riguardano Antigony. Una domanda ad ampio r aggio: cosa vuol dire per voi gestire una etichetta e una realtà di questo tipo nel contesto del music business di questi ultimi anni? (Francesco) Diciamo che la situazione si evolve praticamente ogni sei mesi, la musica negli ultimi anni sta subendo dei cambiamenti molto veloci. Noi veniamo da una mentalità old school e da quando siamo partiti abbiamo sempre voluto avere una impronta più internazionale che italiana. Essere un po? la mosca bianca per differenziarci dalle altre realtà. La decisione di fare questo di lavoro è nata per entrambi perché la musica è sempre stata la colonna sonora della nostra vita. Personalmente ho sempre suonato e dopo aver smesso non potevo vivere senza, avevo quindi iniziato ad occuparmi di booking. Per Alex vale lo stesso discorso, non essendo direttamente musicista ma avendo comunque costantemente la musica come colonna sonora della sua vita. Ci siamo buttati in questa avventura fondamentalmente per la passione che abbiamo in questo ambiente, la voglia di dare la possibilità un po? a tutte le band, indipendentemente se grande o piccola, di fare uscire della buona musica. La mentalità è quella di partire dalla base, in modo semplice, senza parlare di numeri o business, anche se ovviamente ci confrontiamo con il mercato

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attuale che non è più fatto dall'andare al negozio di musica e magari trovare il commesso che ti consiglia una band, ma invece è composta da tutti gli strumenti tecnologici che ti ?sparano? la musica quotidianamente. Siete molto attivi infatti sia per quanto r iguar da il suppor to fisico sia dal punto di vista del digitale, sopr attutto su piattafor me come Bandcamp. Come vi approcciate da questo punto di vista? (Francesco) Cerchiamo di dare importanza a entrambi i formati. Ovviamente ci sono ancora i collezionisti come noi che amano spendere soldi per l'oggetto fisico, a cui piace l'odore della carta della copertina e cose così. D'altro canto bisogna dare importanza a quella grossa fetta di ascoltatori che, io dico purtroppo essendo appunto vecchia scuola, va verso lo streaming. Attualmente non avendo un sito ufficiale, come punto di vendita unico usiamo Bandcamp, come una sorta di ?porta? verso l'esterno, sia per vendere i dischi fisici sia per l?ascolto via streaming. Siamo presenti anche da poco tempo su Discogs, per tutti i collezionisti del fisico. (Alex) Chiaramente non possiamo fare solo un discorso di piacere personale, essendo una etichetta dobbiamo confrontarci con la situazione del mercato. Il digitale va per la maggiore, e il modo di fruire la musica è cambiata completamente. Ci sono per fortuna tanti appassionati di vinili e cd, tra i quali noi stessi, e vogliamo portare avanti anche il discorso del fisico. Come percentuale come quantificate Antigony la par te digitale e la par te fisica?

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(Alex) Il digitale va per la maggiore e anche le band basano molto il loro "successo" su quelli che sono gli ascolti su streaming: è senz'altro la parte più rilevante. Per fortuna un formato non esclude l'altro. Con il nostro primo disco abbiamo fatto sold out con il fisico, ma raccolto anche tanti ascolti in streaming.Abbiamo pubblicato anche una ristampa, parlo di ?Tales? dei The Chasing Monster. Probabilmente il futuro sarà sempre più verso il digitale, però il supporto fisico regge ancora, anche con la riscoperta del vinile.

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(Francesco) In aggiunta a quello che ha già detto Alex, come etichetta, essendoci dedicati a delle sonorità post-rock, abbiamo la fortuna che l'ascoltatore medio del genere è una persona che vuole avere in mano il supporto fisico, al 90% il vinile. Qual è la molla che vi fa scegliere di collabor are con una band? (Alex) In realtà il discorso è molto semplice: se una band "gasa" entrambi allora è una band per Antigony. Come puoi immaginare ci sono tante band che ci contattano, ma se non scatta la scintilla per entrambi difficilmente si inizierà una collaborazione. Quindi, partendo da una mail ricevuta o da una nostra ricerca, una volta che un disco piace a entrambi siamo i primi convinti a lavorare con una band. Non siamo mai stati una etichetta che fa quantità, in questi anni abbiamo preferito lavorare con band selezionate, il cui disco ci piacesse sin da subito. Band con le quali si può instaurare un rapporto personale, oltre che lavorativo. I n questi anni quale band vi ha dato le maggior i soddisfazione, par lando sia dal punto di vista ar tistico e di vendite ma anche di r appor to umano? (Francesco) Pur non facendo preferenze chiaramente tra le band della famiglia, dato che a prescindere dall'etichetta l'importante è sempre creare un buon rapporto e tutti i gruppi con i quali collaboriamo sono per noi uguali, ti dico i The Chasing Monster: quando li abbiamo scoperti nel 2016 non avevano mai suonato live, il primo concerto l'hanno fatto a Roma al Traffic di supporto ai Devil Sold His Soul nel loro ultimo tour europeo che in realtà era un mini tour italiano che è stato anche il biglietto di presentazione di Antigony Agency. Dopo averli ascoltati ho chiamato subito Alex perché dovevamo assolutamente collaborare. Abbiamo pubblicato tre dischi a partire da "Tales", la sua ristampa ed "Errant", che abbiamo anche stampato in vinile in due versioni. Sono stati la nostra soddisfazione maggiore perché anche professionalmente, con e insieme a loro, siamo riusciti a raggiungere livelli molto interessanti: ad esempio hanno suonato come loro terza data in assoluto al Dunk!, Festival Post-Rock europeo più importante in assoluto. A livello di vendite anche


tutt'oggi stanno andando benissimo, anche come streaming, e a livello umano siamo molto amici. Nel cor so degli anni siete vir ati sempre di più ver so le sonor ità post-rock, come mai questa scelta, oltre al fatto ovviamente che siete appassionati di questo genere? (Alex) Negli anni abbiamo deciso di spostarci in territori musicali più post-rock perché abbiamo notato che l'ascoltatore medio è molto appassionato e segue ed ascolta le uscite di questo genere indipendentemente dalle mode del momento. Non è una passione dettata dalla situazione del momento come per altri generi. Come dicevamo prima, la musica si muove molto velocemente negli ultimi anni, può succedere che un disco o una certa uscita di un determinato anno, già qualche mese dopo sia meno appetibile. Inoltre abbiamo deciso di orientarci sul post-rock anche perché c'è un seguito a livello europeo maggiore ed è un genere seguito da fan molto preparati. Io sono cresciuto con il Metal, il Nu-Metal prima, il Metalcore, mi sono passati davanti tanti generi

proponi un gruppo di genere metal hai una certa reazione e un determinato ambito. Se proponi un gruppo post-rock invece ottieni un approccio diverso perché genera più curiosità essendo un genere molto ampio. Par liamo or a del futuro: avete appena comunicato la fir ma con i milanesi Threesteptotheocean, cosa bolle in pentola in

casa Antigony per l?immediato futuro? (Alex) Entro l'anno annunceremo la nostra prima band estera, di cui non possiamo dire ovviamente il nome per il momento. Sicuramente l'idea è di avere altre band estere. Abbiamo appena annunciato la collaborazione con la label giapponese Tokyo Jupiter, sia come distribuzione che come co-produzione, e a breve ne annunceremo di altre che ci supporteranno su territori extraeuropei. Dopo aver creato le basi in Italia il nostro obiettivo è crescere a livello europeo, sia come etichetta che come booking. I n quest?ottica quali difficoltà o differenze prevedete di incontr are tr a la realtà italiana e quella ester a?

diversi, ma sia io che Francesco siamo appassionati di post-rock. In principio ci era venuta l'idea di mantenere due binari paralleli per Antigony, uno più metal e l'altro post-rock, alla lunga ci siamo più orientati sul secondo. (Francesco) Ci siamo orientati anche per una questione di concorrenza: ci siamo resi conti che in Italia, anche per quanto riguarda il booking, se

(Francesco) In base alla nostra esperienza, come booking in particolare, ?andare fuori? è più facile. C'è un modo differente nel percepire certe attività, a livello di booking vedo proprio un abisso nel chiudere una data in Italia o all'estero. C'è un approccio diverso e un maggior rispetto per quella che è la figura dell?agente che gestisce le date di una band e che dovrebbe essere il referente per tutto quello che gira intorno alla data, ma in Italia non sempre è così. Ti faccio un esempio: all'estero non succede mai che un locale chiami direttamente una band per chiudere una data, passa sempre dalla agenzia di booking che la rappresenta. Questo diverso approccio lo vediamo anche già con la band estera con la quale abbiamo firmato, alcune cose sono molto semplici, si riesce a chiudere un contratto con una videochiamata. A livello di fatica vedo meno lavoro e più risultati.

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Questo per iodo che ci ha visto nel bel mezzo di una pandemia invece cosa ha compor tato? (Francesco) A livello booking siamo completamente fermi, ci stiamo concentrando sull'etichetta. Quotidianamente mi interfaccio con i colleghi esteri, promoter ecc... per capire cosa fare. Abbiamo fatto un discorso alle nostre band, facendogli capire che lavorare per chiudere delle data a Settembre o Ottobre non ha molto senso, perché il rischio di vedersi annullare la data all'ultimo minuto è ancora molto alta. Meglio programmare qualcosa l'anno prossimo e concentrarsi ora sulla promozione. Stando a casa la gente usa molto di più i social e i servizi streaming, abbiamo quindi spostato le forze sull'etichetta e approfondendo certi discorsi. Antigony è una "macchina" che ci piace tenere aggiornata. Come booking sto lavorando al 2021, qualche tour europeo tra marzo e settembre, tutto traslato di un anno. (Alex) Ci siamo dedicati alla ricerca di band ed abbiamo implementato una serie di servizi per aggiornarci, lato Agency è rimandato tutto all'anno prossimo . Domanda a br uciapelo: la band dei sogni che vor reste far uscire sotto Antigony? (Alex) Per quanto riguarda il post-rock God Is An Astronaut, un sogno personale. (Francesco) Per me è un po' più difficile, mi vengono in mente talmente tante band... per una questione storica, visto che sono una delle prime band che ho conosciuto nel genere, dico The Appleseed Cast. Gr azie mille per la chiacchier ata, volete lasciare un ultimo messaggio ai nostr i lettor i? (Alex) Seguite le nostre pagine social per rimanere aggiornati sulle nostre uscite. Abbiamo tanti programmi, nuove band da annunciare. Se siete amanti del "post" in generale in Antigony troverete sicuramente qualcosa di interessante! (Francesco) Facciamo questo lavoro per dare ai fan musica di qualità, che trasmetta qualcosa, non solo un sottofondo ma che possa farvi emozionare . Se cercate questo nella musica, Antigony è un'ottima scelta.

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