Suffer Music Magazine #23

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SOMMARIO#23 7

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INHEARTSWAKE

PVRIS

BLUESPILLS

Il sorprendente "Kaliyuga" potrebbe davvero lanciare in alto gli australiani In Hearts Wake: meno cerebrali e più "di pancia", i ragazzi di Byron Bay hanno dato alle stampe un album immediato e fresco, un ottimo episodio di alternative metal!

Il pluririmandato "Use Me" mostra un lato più pop e accessibile dei Pvris , non meno intrigante e conturbante rispetto la recente passato. Abbiamo contattato Lynn Gunn per una esclusiva intervista per i nostri lettori.

Non smette di stupire la band svedese che con "Holy Moly!" si dimostra matura e pienamente in grado di ricreare le sonorità seventies (rock, blues e soul) suonando comunque moderna e contemporanea. Potevamo non intervistare i Blues Pills?

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AVATAR

IMPERIALTRIUMPHANT

BLEEDINGEYES

Il geniale gruppo svedese cambia approccio con il nuovo album "Hunter Gatherer", puntando maggiormente sul lato heavy piuttosto che sulle soluzioni più colte e teatrali. Pronti per un nuovo viaggio?

C'è un gruppo in circolazione più pazzo e incredibile degli Imperial Triumphant? Il loro black metal colto e imbastardito da influenze jazz non lascia prigiornieri, provare per credere!

Graditissimo ritorno per la band veneta che con "Golgotha", edito per Go Down Records, torna in pista con grinta e con tante idee interessanti. Genuino e "grezzo" il giusto, siamo sicuri che "Golgotha" allieterà le vostre bollenti giornate estive.

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FORDOMTH

VERMILIA

MR.CHIPIG- SNFU

Black metal e non solo per i siciliani Fordomth che abbiamo contattato per una lunga e interessantissima chiacchierata: segnatevi il nome di questa band perché ci troviamo di fronte ad una delle uscite estreme più interessanti di questo 2020.

Misteriosa, conturbante e disturbante: la proposta musicale dell'artista finlandese Vermilia non lascia prigionieri e non potevamo non contattarla per una intervista esclusiva!

Nel mese di Luglio ci ha lasciato Mr. Chi Pig dei seminali SNFU: abbiamo chiesto ad Alessio Marchetti dei Rope di condividere con i nostri lettori un ricordo del leggendario frontman canadese. Rip Mr Chi Pig!

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RECENSIONI

BOOKS

LIVEREPORT

Anche questo mese la solita vagonata di recensioni, con tanto spazio alla realtà italiana per un mese di Agosto particolarmente ricco di uscite!

Estate, periodo di letture sotto l'ombrellone! Questo mese vi presentiamo due libri diversi ma ugualmente interessante: una disanima sulla vita e le opere di Jay-Z e "No Control", uno sguardo sulle origini dell'hardcore punk californiano a cura di Federico Guglielmi.

In periodo di live streaming abbiamo provato ad "assaggiare" la soluzione proposta dai Suicide Silence partecipando alla data parigina del "Virtual World Tour"! Come è andata? Scopritelo nel nostro esclusivo live report.

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PORTFOLIO

LABELPROFILE

In coda al numero come sempre una selezione di foto e ritratti a cura dei migliori fotografi in circolazione, check it ;)

Per la rubrica Lablel Profile abbiamo contattato K, responsabile di Ammonia Records, per una piacevole chiacchierata sulla storia dell'etichetta, lo stato di salute del music biz ed interessanti progetti futuri.

CREDITS#23- AGOSTO2020 Foundedby: DavidePerl etti [DAP], Eros Pasi [EP] Hannocol l aboratoinquestonumero: DavidePerl etti [DAP], Marco"El Frez" Fresia[MF], LucaMal inverni [LM], LucaAl banese[LA], BeppeBianchi [BW], Emanuel aGiurano[EG], MatteoBosonetto[MB], Al essioMarchetti [AM] FotoCredits: SashaSamsonova(Pvris), BenjaminGoss (Bl ues Pil l s), JohanCarl én(Avatar), Jens Rydén(Necrophobic), AndyJul ia(Al cest) Dovenonspecificato, fotoel oghi del l ebandsonofornitedirettamentedal abel epromotionagency Grafica& Impaginazione: Suffer Music MagCrew(Layout Grafico), LeandroCaval canteDexter (Skul l & Skel etonLogo) Props to: W arner Music, Roadrunner Records, CenturyMedia, Spin- Go!, Pr Lodge, NeeceeAgency, Kinda, Press This Music PR, CZ! Promotions, Indiebox Music, Epidemic Records, This Is Core, Atomic Stuff Promotions, Earshot Media, SorryMom!, Ja.LaMediaActivities, PromoCerberus, Conza Press, AstarteAgency, Against PR, ACvrsePress, Hoodooh, PetoyePress, Digipur, ERBooking&Promotion, Mani InFacciaPromotion, DeltaPromotion, GordeonMusic

#fuckcovid19 #bl ackl ivematters #noj usticenopeace

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in hearts w ak e

Sevi dicessimoche"Kal iyuga" degl i InHearts W akeci hadavvero sorpreso? Labandaustral ianahadatounasferzataal propriosound, al l eggerendol acomponentetecnicaedonandoimmediatezzae urgenzaadunal bumchecol piscedrittoal cuore. Di seguito l 'intervistaal bassistaKyl eErich, giustamenteentusiastadi un al bumtrai migl iori incampoalternativemetal di questocompl icato 2020.

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Ciao K yle! Come stai vivendo questo per iodo che anticipa l'uscita di " K aliyuga" ? (Kyle) Sono abbastanza impegnato al momento con la promozione die "Kaliyuga, manca poco meno di un mese dalla sua uscita (l'intervista si è svolta a inizio Luglio ndA). Abbiamo avuto molti periodi di inattività, come la maggior parte dei musicisti ovviamente, cerchiamo di svolgere le nostre cose quotidiane e fare del nostro meglio per sopravvivere al 2020!

pandemia di Covid-19 ma dur ante l'emer genza degli incendi che hanno colpito USA e Austr alia, suona davvero attuale dato i problemi tr attati.

Puoi spiegarci il concetto alla base della cover e chi è l'ar tista?

(Kyle) La scrittura di "Kaliyuga" è avvenuta proprio durante gli incendi che hanno colpito quella zona dove Jake viveva: nel frattempo abbiamo avuto incendi boschivi che sono durati settimane e hanno devastato una grandissima quantità di territorio australiano. Ciò ha ispirato molto il contenuto lirico del disco. Il Covid-19 non aveva ancora colpito, ma rileggendo adesso il tutto, sembrava davvero che il mondo ci stesse dicendo qualcosa già verso la fine del 2019...

(Kyle) Gli antichi indù descrivono il "Kaliyuga" come un momento di disconnessione, materialismo, malattia e distruzione. La Dea in copertina tiene in mano i numerosi vizi dell'umanità e ci indica che dobbiamo andare avanti per passare da Kaliyuga alla successiva fase di golden age del mondo. Jake (Taylor, cantante ndA) si è occupata della parte creativo dell'artwork, è stato ispirato dalla band di suo padre, i "Mass Appeal" e da una delle copertine di un loro album. Il fotografo del soggetto è Daniel Anderson e Kevin Moore ha editato il tutto.

(Kyle) Cerco di non avere troppe aspettative su ciò che i nostri fan penseranno, non puoi davvero farti trascinare da quel vortice mentale e chiederti se il tuo lavoro piacerà ad altre persone. Nel dirti questo, devo anche ammettere che sono estremamente orgoglioso di questo disco. Credo fermamente che sia il nostro lavoro più "diversificato" fino ad oggi. Alcune canzoni suoneranno familiari ai nostri fan mentre altre porteranno quello che, ritengo, sia un gradito cambiamento.

Jamie Hails dei Polar is è ospite in " Hellbr inger " , una canzone molto potente: come è nata questa collabor azione?

" K aliyuga" è il vostro quinto album, guar dandoti indietro cosa ti r icor di dei pr imi passi nel mondo della musica?

(Kyle) Con Jamie e i Polaris abbiamo girato in tour parecchie volte nel corso degli anni e siamo diventati buoni amici. Abbiamo sempre adorato far apparire i nostri amici in tutti i nostri album, penso che renda la parte molto più speciale quando conosci la persona che canta come featuring.

Com'è stato composto l'album? Dopo diver si ascolti mi sembr a davvero il vostro album più completo e str atificato, propr io come dici tu.

Per r idur re al minimo l'impatto ambientale, per questo disco avete utilizzato mater iali r iciclati per creare il " prodotto fisico" : pensi che in futuro ci sia la possibilità di uscire solo in for mato digitale?

(Kyle) Ricordo il momento in cui decidemmo di registrare il nostro primo disco, "Divination", in America, quindi molto lontano da casa. All'epoca mi sembrava una cosa così "grande", la maggior parte di noi non era mai stata all'estero e sembrava che fossimo pronti a dare tutto per trasformare questo sogno in realtà. Sono contento di averlo fatto perché abbiamo spaccato registrando quel disco.

" K aliyuga" uscir à a inizio Agosto, quali sono le tue aspettative a r iguar do?

(Kyle) È stato divertente, considerando tra l'altro che eravamo tutti lontani e che non siamo mai stati assieme mentre scrivevamo. Jake ha vissuto a Los Angeles per la gran parte del processo di scrittura, gli spedivamo idee e/o canzoni e lui ci dava dei feedback mentre a sua volta ci inviava canzoni su cui aveva lavorato insieme al nostro produttore di lunga data, Josh Schroeder. Sebbene fossimo separati, ci è sembrato che la collaborazione tra di noi sia stata determinante, è un disco molto corale. " K aliyuga"

è stato registr ato pr ima della

(Kyle) Penso che il digitale abbia già preso il sopravvento, considerando che per la maggior parte dei musicisti le vendite fisiche provengono dal vinile, che è un po' trattato come un oggetto da collezione e non un vero e proprio "prodotto" musicale, in questo senso penso che siamo già rivolti completamente verso il digitale. L a coper tina di " K aliyuga" penso sia la migliore r appresentazione del " messaggio" dell'album.

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Quali sono i vostr i piani per la seconda par te di questo davvero pazzo e imprevedibile 2020? (Kyle) Al momento è molto difficile pianificare qualsiasi cosa con un orizzonte di più di qualche settimana di anticipo. Per ora ci stiamo solo concentrando su "Kaliyuga". Gr azie K yle! Hai qualche ultima parola per i nostr i lettor i? (Kyle) "Kaliyuga" esce il 7 agosto e spero che vi divertirete ad ascoltarlo tanto quanto ci siamo divertiti a scriverlo!

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Sonotanti i cambiamenti incasaPvris eil nuovoal bum"Use Me"raccontaproprioquestoperiododi transizioneinundiscoche sorprenderĂ i fandi l ungadatadel l aband. SMMhacontattatoLynn Gunnper unaintervistaescl usivasuquestanuovafaticaanomePvris inuscitaafineAgosto.

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Sentol apressionedi faredel miomegl iointutti gl i aspetti del l amiavita... Sentol apressionedi essereunascrittrice migl iore, unproduttoremigl iore, unartistamigl iore, una personamigl iore. [LynnGunn]

Ciao Lynn! Benvenuta sulle pagine di SM M . Come va?

aspettative esterne, questo approccio mi è sembrato estremamente libero e quindi molto "comodo".

(Lynn) Ciao! Sto scrivendo molto in questo periodo e mi sto preparando per l'uscita dell'album!

Pensi che il tuo tr asfer imento a L os Angeles abbia influenzato il r isultato finale dell'album?

Ho ascoltato " Use M e" e l'ho trovato molto interessante e diver so da quello che ci si poteva aspettare: come è stato concepito l'album? E da cosa è stato ispir ato?

(Lynn) Non credo ... ma ha sicuramente aiutato a lavorare più frequentemente con i miei collaboratori e ad avere un migliore equilibrio lavoro / vita personale durante le fasi di scritutra dei brani. Quindi, se mai ha contribuito in qualcosa, penso sia in questo aspetto.

(Lynn) "Use Me" è stato comnposto negli ultimi tre anni e lo possiamo considerare come una raccolta di diverse collaborazioni! È stato ispirato dalla mia vita in quel preciso momento; problemi di salute, angoscia, lavorare sul superare alcuni blocchi personali attraverso una fase di crescita ed elaborando poi il tutto. Avevi anticipato che per " Use me" ti stavi muovendo in una nuova direzione più pop e in effetti il disco suona molto più di facile lettur a anche se non mancano episodi più cupi, quali sono state le reazioni alle pr ime anticipazioni? (Lynn) Direi fin qui tutto bene. La maggior parte dei nostri fan ha gusti musicali piuttosto diversificati e non è troppo chiusa ai cambiamenti e/o evoluzioni. I nostri fan si sono aperti al nuovo sound e l'ho visto come un incoraggiamento! ... ma non faccio troppa attenzione ai commenti, altrimenti sarei troppo stressata, posso perdere facilmente la concentrazione (ride ndA).

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Qual è la canzone di " Use M e" che ascolti r ipetutamente in questo momento? (Lynn) "Use Me". Abbiamo collaborato con un artista fantastico su quella canzone e che non abbiamo ancora annunciato... la sto ascoltata molto in questo periodo! Se dovessi usare una sola fr ase per descr ivere " Use M e" , quale sarebbe e perché? (Lynn) Un album pieno di ogni sorta di sapori diversi. " Dead Weight" , sia come suoni che testo, sembr a r appresentare bene il mood dell'album, sei d'accor do? (Lynn) Sicuramente, e penso che catturi l'essenza di gran parte dell'album, sì!

Pensi di essere uscito dalla tua zona di comfor t per " Use M e" ? E in che modo?

Tr a l'altro il video della canzone è stato registr ato qui a M ilano: come è andata e cosa r icor di di questa esper ienza?

(Lynn) Non mi sento come se fossi uscita dalla mia comfort zone, semmai sono stata in grado di "entrarci". Volevo realizzare questo album con zero riserve o preoccupazioni verso le opinioni o le

(Lynn) Sì! Ho girato il video con Yhellow a Milano proprio nel bel mezzo del nostro tour da headliner in Europa. Avevamo appena suonato uno spettacolo a Parigi e ho dovuto scendere dal palco e prendere un

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taxi al volo per raggiungere un hotel dell'aeroporto. Mi sono svegliata alle 4 del mattino e ho preso un volo delle 7 da Parigi a Milano, sono atterrata e ho preso un taxi per raggiungere direttamente lo studio per le riprese video. Abbiamo girato il video durante tutto il giorno, il set era di base a Milano e la troupe è stata fantastica e ha lavorato davvero duramente! Non appena abbiamo concluso il video ho preso subito un volo per raggiungere gli altri per lo show successivo che avevamo sempre in Francia! Senti la pressione di fare meglio della tua musica precedente? (Lynn) Sento la pressione di fare del mio meglio in tutti gli aspetti della mia vita... Sento la pressione di essere una scrittrice migliore, un produttore migliore, un artista migliore, una persona migliore, ecc. Cerca sempre di crescere e mantenere intatta la mia integrità / ispirazione! Come r iassumeresti la car r ier a dei PVRI S fino ad oggi? (Lynn) Un viaggio selvaggio, di successo ma anche molto accidentato, un viaggio che però non cambierei per nulla al mondo. Ho appena iniziato, questi sono stati solo i primi capitoli. E quali sono i tuoi progetti per il resto del 2020? (Lynn) Continua a lavorare su nuova musica! Spero che a nome Pvris possa uscire subito altra musica dopo la pubblicazione di "Use Me". Gr azie Lynn! Hai un ultimo messaggio per i nostr i lettor i? (Lynn) Ringrazio tutti quanti hanno letto questa intervista!


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"HolyMoly!" dei Bl ues Pil l s nonnevuol esaperedi usciredal nostrol ettore!!! Il nuovoal bumdel l abandsvedesefonde perfettamentel 'hardrock dei seventies contuttaunaseriedi infl uenze(dal bl ues al soul ) chel i rendeunaentitĂ unicanel panoramarock odierno. Abbiamocontattatotel efonicamenteil bassistastatunitenseZack Andersonper fareil puntodel l a situazioneincasaBl ues Pil l s al l avigil iadel l apubbl icazione ufficial edi questoottimol avoro!

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Ciao Zack, benvenuto sulle nostre pagine. Come vanno le cose dalle vostre par ti?

strano senso di nostalgia quando visiti per la prima volta un posto che ti sembra familiare.

(Zack) Ciao! Le cose sono un po' rallentate come puoi immaginare, tra l'atro abitiamo ormai da qualche tempo in città diverse, quindi ci si organizza molto via internet come puoi immaginare. Però non ci lamentiamo, abbiamo un album pronto da farvi ascoltare e siamo molto eccitati a riguardo.

I l disco ha diver si piani di lettur a, da una par te ci sono inni rock potentissimi come " L ow Road" , dall'altr a br ani più malinconici, a tr atti quasi commoventi, come " Califor nia" : come r isucite a coniugare queste due anime in modo pressoché per fetto?

?Holy M oly!" infatti è quasi pronto per ar r ivare nei negozi, fisici e digitali, dopo essere stato posticipato di qualche mese. M i immagino sia una situazione fr ustr ante, visto anche che non potete nemmeno ingannare l'attesa dell'uscita suonando live.

(Zack) Non posso rivelarti il nostro segreto (ride ndA)! In realtà è tutto piuttosto naturale, amiamo molto sia le sonorità hard rock che quelle più malinconiche e in questo disco penso che il tutto si fondi alla perfezione. Non vedo l'ora di suonare questi brani dal vivo, secondo me si completano perché mostra proprio tutto il range delle nostre emozioni e sensibilità, sia come musicisti che come persone.

(Zack) Esatto, è una bella seccatura ma non possiamo farci niente e alla fine è meglio così: il cd uscirà nel mese di Agosto e speriamo che per la promozione sia un fattore positivo. Ovviamente dal punto di vista live come dicevi non abbiamo molte speranze, purtroppo per quest'anno ho paura che sarà tutto fermo. Faremo qualcosa sempre attraverso la rete, non sarà la stessa cosa ma la tecnologia è o non è qualcosa che deve aiutare gli essere umani (ride ndA)?

Per molti r appresentate l'incar nazione per fetta dei gr uppi degli anni sessanta/settanta r ilette con le sonor ità del nuovo millennio, ti piace questa definizione o la trovi limitante in qualche modo?

Ok, par liamo del disco vero e propr io: come è stato composto? Tr a l'altro ar r iva a quattro anni di distanza da " L ady I n Gold" , disco molto acclamato da stampa e pubblico: avete avver tito la pressione?

(Zack) Non direi che è cambiato il nostro approccio alla scrittura anzi, abbiamo consolidato il nostro metodo con "Holy Moly!": di solito ognuno scrive le proprie parti e ciclicamente ci chiamiamo per confrontarci su queste idee. È un approccio molto funzionale per noi, sia per la logistica sia perché così possiamo sentirci liberi di comporre in qualsiasi momenti ci sia l'ispirazione. Trovarsi per forza in uno studio per "tirare fuori" una canzone non ha mai fatto al caso nostro, tranne per rari casi. Poi ovvio, ci sono delle eccezioni: in studio sono nati un paio di brani molto validi. Però in generale il nostro approccio è questo. E per i testi invece? (Zack) I testi dei solito li scriviamo io ed Elin, per questo disco ci sono tante "storie" interessanti. Ad esempio "California", un brano che parla di uno

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(Zack) Nessuno di noi sarebbe in grado di tenere testa al pubblico, siamo tutti molto riservati e a dirla tutta siamo contentissimi che Elin si prenda tutte luci e le attenzioni (ride ndA). Siamo molto contenti di stare un passo indietro, e lei è fenomenale per come tiene il palco. Quindi va benissimo così e non c'è assolutamente nessuna gelosia tra di noi. Per quanto riguarda le dinamiche di gruppo niente di particolare, ci rispettiamo molto tra di noi perché siamo di base amici e persone molto pacifiche. Non abbiamo atteggiamenti da macho o cazzate simili, siamo molto easy da quel punto di vista e cerchiamo di andare in tour con band con il nostro approccio.

(Zack) È un fatto di cultura penso: la società svedese è molto attratta da un lato alla cultura americana e dall'altra dalle arti e dalla musica in particolare. Sin da giovanissimi, e parlo anche del sistema scolsastico, si è spesso incoraggiati a suonare qualche strumento, la passione personale poi ti fa andare avanti o meno. Io sono cresciuto negli USA e quindi questa differenza l'ho percepita molto chiaramente quando mi sono trasferito in Svezia per formare i Blues Pills, sono stato letteralmente attorniato da ottimi musicisti e da un background clamorosamente vivo per poter mettere in piedi una band e iniziare una carriera nella musica. Poi gli inverni sono molto freddi, bisogna passare il tempo in casa, o al bar, o in studio di registrazione (ride ndA).

(Zack) Niente di particolare, suona bene e si ricorda subito! Non c'è nessun significato particolare. A volte ci piace divertirci con queste cose non-sense, vogliamo sfatare il fatto che al nord non ci sia il senso dell'umorismo e che siamo tutti seri e tristi.

Non avete quindi cambiato approccio per quanto r iguar da la scr ittur a?

Elin è davvero per fetta come frontwoman, vi sentite mai intimiditi di fronte al suo car ima? Come sono le dinamiche all'inter no della band?

Nell'immaginar io collettivo la Svezia è il paese per antonomasia per il rock e il metal, ma anche per la musica in gener ale. Come mai secondo te?

Cer tamente. Par lando di " Holy M oly!" , per pr ima cosa: cosa vuol dire il titolo?

(Zack) No, nessuna pressione anche se ovviamente ci fa piacere avere avuto tanti riscontri positivi. Diffida da chi ti dice che non ascolta le critiche e che non legge le recensioni, mente sapendo di mentire! Il disco è nato in modo piuttosto naturale dopo un piccolo break che siamo presi dopo il ciclo di vita di "Lady In Gold": avevamo bisogno di uno stacco per ripartire con rinnovata energia. Appena abbiamo iniziato a tirare giù qualche idea avevo già compreso che sarebbe stato un album molto interessante.

sia una bella consuetudine, anche per i nostri fan. Diciamo che spero davvero di poterlo pubblicare perché vorrebbe dire che siamo finalmente tornati alla normalità e con la possibilità di suonare dal vivo. Incrociamo le dita.

Vista la situazione attuale cosa prevede il resto del 2020 per i Blues Pills? (Zack) Limitante no, anche perché alla fine non diamo molto peso alle etichette. Siamo stati influenzati da molti gruppi degli anni sessanta e settanta, sia rock che non. Ad esempio una nostra grossa influenza sono gli Earth, Wind & Fire e anche tanta musica soul. Mi piace il fatto che nessuno per ora ci ha bollato come gruppo "vecchio" o revisionista, come dici tu mi piace pensare che rileggiamo le nostre influenze con il sound e le possibilità che ci danno le nuove tecnologie. Come da vostr a consuetudine possiamo aspettarci, quando sar à possibile, una uscita live di " Holy M oly!" ? (Zack) Per prima cosa speriamo di tornare a suonare live, altrimenti la vedo molta dura pubblicare un disco dal vivo (ride ndA). Penso di sì perché è una cosa che ci piace, mostra il lato più selvaggio e ruvido della nostra musica ma non solo: dal vivo vengono fuori sfaccettature diverse delle varie canzoni che poi finiscono sul disco, quindi è una cosa che ci piace molto proporre. Magari non lo faremo per sempre, ma finché sarà possibile penso

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(Zack) Tanta promozione per l'album che sta per uscire, qualche video, probabilmente qualche live in streaming. Siamo in attesa che la situazione live si sblocchi, ma onestamente penso che fino all'anno prossimo sarà tutto un po' bloccato. Non dobbiamo comunque lamentarci, siamo tutti in buona salute e nessuno dei nostri cari è stato toccato da questa pandemia. Guardiamo avanti e facciamo passare questo momento, mi sento comunque fortunato. Gr azie Zack, vuole lasciare un ultimo messaggio ai vostr i tanti fan italiani? (Zack) Un saluto a tutti i fan italiani, sono contento che fra poco potrete ascoltare tutti "Holy Moly!", un album secondo me molto valido. Grazie per il supporto costante, sappiamo che dovevamo suonare a fine Giugno ad un bel festival da voi (il Rock in The Castle di supporto tra gli altri ai Lynyrd Skynyrd ndA) ed è un peccato aver fatto saltare tutto. Ma la sicurezza per il momento, ma in realtà sempre, deve essere la nostra priorità come essere umani con una testa sulle spalle. Ma ci rivedremo presto, è una promessa!.


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Ritroviamogl i svedesi Avatar meno teatral i epiĂš"concreti" del sol itocon l 'ottimonuovoal bum"Hunter Gatherer", uscitacheci permettedi contattarevia zoomil frontmandel l abandJohannes EckerstrĂśmper unagustosaintervista!

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Ciao Johannes, come va? (Johannes) Ciao, tutto bene (in italiano ndA). Purtoppo so solo poche parole in italiano. Bene dai, l'album uscirà la prima settimana di Agosto e possiamo dire "finalmente"! A proposito dell'album, ascoltando più volte suona molto più diretto ed heavy r ispetto ai precedenti lavor i: come è nato? (Johannes) Per "Hunter Gatherer" abbiamo lavorato con il produttore Jay Ruston agli Sphere Studios di Los Angeles. Ogni canzone dell'album è stata registrata dal vivo, alla stessa stregua di "Hail the Apocalypse". Penso sia per questo che suoni così carico e oscuro, molto compatto, dato dall'unità di tutta la band. Per quanto riguarda i brani abbiamo scelto di procedere per step e lavorare tutti insieme partendo da singole idee: una canzone come "Silence in the Age of Apes" ad esempio nasce più di dieci anni fa, e solo ora siamo riusciti a dargli una forma tale da inserirla in un album, lavorandoci sopra tutti insieme. L a composizione di " Hunter Gatherer " è stata in qualche modo influenzata dalla pandemia? Te lo chiedo perché l'album sembr a adattar si per fettamente a questo momento stor ico e come dice la bio, " questa è la ver sione più oscur a e più sinistr a degli Avatar " . (Johannes) No, è stato registrato prima di tutto questo delirio, a fine 2019. Infatti l'idea originale era di farlo uscire verso Maggio ma non era il caso di pubblicarlo nel bel mezzo di questo casino, per tanti motivi. Certo, pensandoci adesso c'è un qualcosa di profetico nello scrivere un album cercando di esplorare la nostra natura interiore in un mondo che in questi mesi sembra andare alla deriva. Ovviamente tutta la promozione invece ne ha risentito considerando. Concordo assolutamente con quella frase, penso riassuma davvero bene l'essenza del disco: molto diretta e cruda, decisamente oscura. Ho scelto di mantenermi positivo e non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui finalmente saremo sul palco a suonare queste canzoni in mezzo ai nostri fan. Da sempre siete una band dalla for se presenza scenica, dal punto di vista dei live non vi r ispar miate mai: quanto è dur a stare fer mi in questo per iodo? E par lando sempre di live, molte band in questo per iodo stanno proponendo concer ti, a pagamento o gr atis, in streaming: pensi che sia una str ada che potreste percor rere? (Johannes) Nessun piano per il momento, per il 2020 ormai la vedo davvero dura. Però dobbiamo pensare positivo, e al fatto che siamo tutti abbastanza in salute e possiamo usare questo tempo per promuovere l'album, magari scrivere cose nuove, non voglio sedermi sugli allori. Per quanto riguarda i live in streaming non fanno per noi. Ne ho visti alcuni, ottimi anche, ad esempio la serie di show del nostro buon amico Devin Townsend, davvero ben fatti, come tutto quello che propone d'altronde! Però non fa per noi. Abbiamo bisogno di avere un palco vero, vestiti di scena,

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l'aria calda dei locali, il pubblico sudato che canta e si agita ad un palmo dal nostro naso. Senza questi elementi per me un live non ha senso, non fa decisamente per noi. Però, come ti dicevo, non critico chi ha scelto questa strada.

svegliato ma questa incubo mi è rimasto impresso, sembrava tutto molto reale.

Avete r aggiunto il tr aguar do dell'ottavo album e la vostr a car r ier a è sempre stata eclettica: cosa avete impar ato in tutti questi anni e dove trovate l'ener gia e l'ispir azione per pubblicare nuovi album sempre diver si, in una sor ta di progressione stilistica ben marcata?

(Johannes) I due precedenti lavori erano molto più "fiction" se vogliamo dire così, "Hunter Gatherer" è più legato ad argomenti reali parlando in generale, con qualche eccezione ovviamente come quella che ti dicevo prima, e lo si evince anche dalle sonorità più heavy e dure. In generale reale e fiction si fondono in un tutt'uno negli Avatar. "Avatar Country" lo avevamo concepito come una sorta di commedia, è stato divertente per noi fare questo esperimento, ma ora è importante per noi fare qualcosa privo di umorismo, essere più astratti o sfaccettati in termini di contenuto delle canzoni.

(Johannes) Consideriamo sempre l'attuale album a cui stiamo lavorando come l'ultimo, e facciamo questo ragionamento "se questo fosse l'ultimo album a nome Avatar, come vorremmo che suonasse?" È importante mantenere quella "fame", la voglia di provare sempre qualcosa, anche e soprattutto verso se stessi. Personalmente cerco di trasmettere alcune emozioni che forse, io stesso come paroliere, non ero a mio agio ad esprimere in passato, questo rende per me ogni testo una sfida. Volevamo davvero pubblicare il prima possibile "Hunter Gatherer" proprio perché sentivamo l'urgenza di far ascoltare questi brani ai nostri fan, non come i Guns'n'Roses che fanno aspettare i fan per un "Chinese Democracy" che poi si rivela deludente, per me non ha proprio senso. Il nostro

scopo è dare sempre il massimo, album dopo album. Ecco perché nonostante la pandemia e il blocco dei live abbiamo cercato, a parte questo piccolo ritardo, di pubblicare subito il disco. L a domanda mi viene spontanea visto che l'hai citato: sei un fan di " Chinese Democr acy" ? (Johannes) No, per niente. C'è quel pezzo dove Axl parte con un falsetto (lo imita in modo esagerato ndA), terribile (ride ndA). Mi sembra uno scherzo, forse volevano imitare i Queen ma il risultato è davvero terribile. No, decisamente non sono un fan di "Chinese Democracy". Chi è il " God of Sick Dreams" ? (Johannes) Sono io! Il testo nasce da un mio incubo: ero a casa e dormivo e mi sono svegliato con una sensazione di angoscia, mi ricordo che sentivo dei tuoni provenire da fuori, vedevo la luce dei lampi e mi sentivo intappolato. In qualche modo c'erano anche le mie nipoti in casa e cercavo di proteggerle anche se continuavo a sentire questa sensazione opprimente. Per fortuna poi mi sono

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L egato a questo episodio, quanto c'è di reale e quanto di fiction negli Avatar ?

Negli ultimi anni siete avete passato molto tempo negli States, oltre che per registr are l'album anche on tour, tr a l'altro r icevendo molte cr itiche positive anche tr a vostr i " par i" , ad esempio avete r icevuto un grosso " endor sement" da Devin Townsend. Quanto è diver so secondo te il music biz e la scena musicale gener ale in tr a Europa e States? (Johannes) Dipende. Non vedo una grandissima differenza dal punto di vista musicale, anche se è vero che negli States amano molto mischiare il metal con qualsiasi cosa, non hanno molti "steccati" in questo senso. La vera differenza è culturale: anche all'interno degli States, California e Alabama hanno culture e storia completamente diverse. Ma anche in Europa se ci pensi, dall'Italia all'Austria puoi vedere tante differenze, dall'Austria alla Germania ancora differenze, stessa cosa se poi sali verso la Danimarca e così via. Il mondo metal risente meno di queste differenze anche se per esempio, se ascolto i vostri Fleshgod Apocalypse, ne percepisco una sensibilità diversa, per i vestiti di scena, quegli arrangiamenti sinfonici. Molti gruppi svedesi invece incorporano elementi folk, mi sembra davvero naturale, alla fine in qualche modo percepisci le influenze della tua cultura, che tu lo voglia o no. Come ultima domanda, come pensi che si evolver à la scena musicale dopo la pandemia? Si tor ner à come pr ima o cambier à qualcosa, in meglio o in peggio? (Johannes) Penso che a un certo punto tornerà tutto alla normalità. Un bene, un male? Non lo so, ma di certo so che non siamo in grado di imparare dalla storia. Il Covid-19 non è altro che l'ennesima pandemia; pensiamo alla spagnola, alla suina ecc... Tutte queste pandemie hanno un tratto comune, il passaggio di una qualche forma di malattia dagli animali alle persone. E cosa abbiamo imparato? Continuiamo a mangiare i McNuggets, quindi... Non possiamo far altro che riprendere le nostre vite appena sarà possibile, tornare a sudare in un moshpit e divertirci live aspettando la prossima pandemia, magari scatenata dall'allevamento di polli sotto casa.


Abbiamobisognodi avereun pal covero, vestiti di scena, l 'ariacal dadei l ocal i, il pubbl icosudatochecantaesi agitaadunpal modal nostro naso. Senzaquesti el ementi per meunl ivenonhasenso, non fadecisamenteper noi. [Johannes Eckerstrรถm]

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I l nome I mper ial Tr iumphant or mai è sinonimo di schizofrenia musicale oltre ad essere un nome dal for te " hype" mediatico: il nuovo album " Alphaville" por ta al massimo il concetto di commistione di gener i, e se avete dubbi che black metal e j azz possano andare a br accetto beh, provare per credere... Abbiamo inter vistato via Skype Zach Ezr in, chitar r ista e cantante del gr uppo newyor kese, per una piacevole e diver tente chiacchier ata sul mondo I mper ial Tr iumphant a tutto tondo. [DAP]

Par lando di collabor azioni, se potessi scegliere un ar tista del passato per una collabor azione " immaginar ia" a chi penseresti? (Zach) Oggi non posso che dirti Ennio Morricone, un artista splendido, un vero maestro e una perdita incalcolabile! Non vorrei sembrarti megalomane ma mi piacerebbe tornare indietro nel tempo e collaborare con artisti magnifici come Stravinsky, chissà cosa ne verrebbe fuori!

Ciao Zach, come va? Tutto bene?

Pur troppo ho paur a che non ci è dato saper lo... I n un br ano come " Tr asmission to M ercur y" invece siete r iusciti ad abbattere definitivamente le bar r iere tr a gener i all'apparenza diver sissimi...

(Zach) Ciao a te! Tutto bene grazie, spero che anche dalle vostre parti sia tutto sotto controllo!

(Zach) Già, abbiamo scritto il nostro brano jazz alla "black metal way" (ride ndA)!

Sì gr azie! Allor a, " Alphaville" sar à a breve nei negozi (l'inter vista si è svolta a metà L uglio ndA), quali sono le tue aspettative? Come è nato l'album?

Chi pensi possa essere il vostro ascoltatore " tipico" ?

(Zach) Aspettative? È sempre una domanda interessante, perché mi pone di fronte a cosa mi aspetto da un mio lavoro dopo che in effetti la parte creativa si è conclusa. Di solito una volta messa la parola fine su di un disco non mi guardo indietro: una volta che si chiudono i lavori è perché sono pienamente soddisfatto del risultato e quindi, da quel punto di vista, le mie aspettative sono già state soddisfatte. Per il resto spero che piaccia a chi lo ascolta, non molto di più. "Alphaville" è stato scritto grazie a molte sessioni di jam in studio, con un approccio molto libero e spontaneo. Da ascoltatore ho l'impressione che scr ivere un vostro pezzo sia davvero complicato, o mi sbaglio?

(Zach) Una persona dalle ampie vedute, un tipo che magari in metro per andare al lavoro si spara un disco black metal a tutto volume e la sera passa la serata in un locale jazz, o viceversa! Senza troppi paletti mentali, un libero pensatore. Siete stati definiti in molti modi, il più gettonato è avant-gar de. Se ti dicessi invece chatotic metal? Ti piace? (Zach) Chatotic metal mi piace, anche se sai già che devo risponderi che non mi importa molto di come veniamo definiti. Anche avant-garde metal è una definizione talmente varia e ampia che non vuol dire nulla, ma va bene così, è nel gioco delle parti. Sono al corrente che non siamo easy listening, non suoniamo per fare presa immediata nella testa degli ascoltatori e

(Zach) Ti direi di no, perché per tutti noi è molto naturale. Mi rendo conto che seguire il nostro discorso musicale non sia proprio accessibile, ma per quanto ci riguarda scrivere e comporre un nostro brano è molto semplice, seguiamo il sentimento del momento e mettiamo in note quello che proviamo, tutto qui. Non voglio sembrare pretenzioso, ma davvero per me è una cosa naturale.

Com'è vivere a NYC? Caotico (ride ndA). È la città che non dorme mai, sempre incasinata, sempre viva, sempre in movimento e in cambiamento. Adoro vivere a NYC, anche in periodo storico come questo dove purtroppo stiamo affrontando tante sfide durissime. C'è tanta energia, sia positiva che negativa, basta uscire per strada e vieni letteralmente sommerso da input dei più svariati tipi. Puoi rischiare di venirne sopraffatto ovviamente, non è una città semplice o facile da vivere. Di solito indossate vistose maschere quando vi esibite dal vivo e nelle foto promozionali. C'è qualche significato specifico? Tr a l'altro, ho letto in un recente post su I nstagr am, che sono stati realizzate a Venezia! (Zach) Ti devo correggere, le maschere che vendiamo sul nostro store per i fan sono realizzate a Venezia, quelle che indossiamo on stage sono fatte qui in America. Non c'è un significato particolare, è intrattenimento. Ci permette di staccarci dalla vita quotidiana ed entrare nei panni di intrattenitori. Tutto qui. Però sono fighe (ride ndA). Per " Alphaville" avete registr ato due cover, dei Voivod e della cult band The Residents, possiamo consider ar le come influenze chiave degli I mper ial Tr iumphant? (Zach) Assolutamente sì. Due grandissime band che hanno in qualche modo modellato il nostro sound o la nostra visione della musica. Dei The Residents cosa mi dici? Sono dei pazzi assur di! (Zach) Esatto, è un culto assoluto e folle, una roba da pazzi. Non posso definirmi un fan fedele perché penso sia impossibile per chiunque, però come concetto di band e collettivo è prorio fuori di testa. Par lando in gener ale, hai qualche " sfogo" ar tistico diver so dalla musica? Hai mai preso in consider azione l'idea di dedicar ti ad " outlet" ar tistici differenti come la pittur a, la fotogr afia e il cinema? (Zach) Il cinema mi interessa molto, sono molto attratto dalla parte visuale in generale. I video dei nostri brani secondo me sono peculiari in questo senso, è un aspetto che voglio curare maggiormente nell'immediato futuro, anche perché ho paura che per quanto riguarda i live show ci sarà da

Per " Alphaville" avete collabor ato tr a gli altr i con il mitico Trey Spr uance, come è stato lavor are con lui? Vedi analogie tr a gli I mper ial Tr iumphant e, ad esempio, i M r.Blunge? (Zach) È stata una esperienza incredibile, è una persona molto selettiva e lavorare con lui è stata una benedizione. Quando dico selettiva intendo non solo che sceglie meticolosamente con chi lavorare, ma anche e soprattutto nella sua metodologia di lavoro: è davvero esigente, molto attento e preparato. Ti mette in condizione di dare il meglio ma tenendoti sempre in tensione. Tra l'altro Kenny (Grohowski, batterista ndA), aveva già collaborato con Trey nei Secret Chiefs 3, quindi sapevamo già cosa poteva darci in termini di qualità. Per quanto riguarda l'analogia beh, i Mr. Bungle sono incredibili, un gruppo davvero al di fuori di ogni ragionamento, Non mi sento in grado di accumunare la mia band con la loro.

quindi so anche che inquadrarci in un genere sia difficile. " Vile L uxur y" è stato composto come un omaggio alla tua città natale, New Yor k City, anche " Alphaville" è stato ispir ato da New Yor k? Pensi che se la band vivesse in un?altr a città la musica composta sarebbe diver sa? Com'è vivere a New Yor k City? (Zach) Sì, suoneremmo sicuramente in modo differente e ti dirò di più, sono molto intrigato dal sapere come! Non riesco ad immaginarlo, ma mi incuriosisce molto. Suonerebbe senz'altro meno caotico, tornando al termine che hai citato prima.

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attendere parecchio.... Hai toccato il tasto dolente dei live... tr a l'altro la vostr a ultima data italiana, a Tor ino, a creato un hype pazzesco! Cosa ti r icor di di quella ser ata? (Zach) Spettacolare! Me la ricordo bene la data di Torino, ci siamo divertiti tantissimo: c'era tanta energia sotto il palco, i kids italiani sono spettacolari, è stata la data migliore di tutto il tour europeo. Non vedo l'ora di tornare dalle vostre parti, i live mi mancano, mi manca viaggiare e incontrare culture diverse dalla nostra. Ci vorrà del tempo ma credimi, non vediamo davvero l'ora di tornare in Italia!

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Gr an r itor no per i nostr ani Bleeding Eyes che dopo un per iodo di silenzio ci regalano l'ottimo " Golgotha" , un album affascinante e r icco di spunti che abbiamo svicer ato in questa inter vista con la band! [M F ] I ntanto benvenuti su Suffer r agazzi e ben tor nati. Ho recensito " Golgotha" il mese scor so e mi ha fatto una bella impressione. Cosa si prova a tor nare in studio dopo diver so tempo? (Nicola) Ciao e grazie mille per lo spazio, in realtà siamo una band che ama molto stare in studio e anche in sala prove, o meglio studio e prove coincidono perché il nostro bassista Marco lavora al "badrum studio" di Asolo (TV) quindi la dimensione della registrazione ci appartiene molto. M i sembr a che in " Golgotha" ci siano atmosfere ed emozioni che tr aggono parecchio dall'esper ienza per sonale e da emozioni intime. Quanto c'è di voi in questo album? (Nicola) C'è moltissimo di noi in questo disco, quattro anni di esperienze positive e negative ci hanno rafforzato molto, poi l'aspetto e il vissuto del singolo visto in un contesto globale ci ha sempre affascinato. Nella mia recensione pubblicata sullo scor so numero ho fatto un appunto alla produzione che, secondo me, non ha dato molto r isalto al fattore " potenza" che invece mi sarei aspettato dal prodotto finale. È stata una scelta voluta? Quali sonor ità volevate propor re e quali sono stati i vostr i punti di r ifer imento in quest'ottica? (Nicola) Grazie per la domanda ci teniamo molto a questo aspetto, tutta la produzione e la fase di

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registrazione l'abbiamo seguita noi, crediamo che i suoni e tutti gli aspetti "sonori" del disco rappresentino perfettamente la nostra idea di musica. Un lavoro meticoloso per cercare di bilanciare e valorizzare ogni sfumatura del suono, dal più potente al più leggero. L eggendo i testi si intuisce che la tematica pr incipale del disco è una sor ta di cr itica al distacco spir ituale della nostr a società. Cosa intendete con questo tema? (Nicola) Le tematiche trattate parlando di santi e miscredenti, gli ultimi in perenne conflitto con la vita e la morte. La rivisitazione tratta anche dai vangeli apocrifi dell'apocalisse (prime due tracce del disco) sono la rappresentazione del perenne e costante distacco spirituale che la nostra società capitalista vive da parecchi decenni. Con beffarda ironia e molto sarcasmo proponiamo una via oscura e postdogmatica per interpretare il calvario del vivere quotidiano. Quali sono i dischi che avete ascoltato maggior mente dur ante la composizione di " Golgotha" e quanto vi hanno ispir ato? (Nicola) Dal 2015 ad oggi abbiamo ascoltato il mondo quindi facciamo prima a dirti gli artisti che maggiormente ci hanno influenzato: Black Sabbath / Isis /Eyehategod / Strapping Young Lad / Tool / Puccini / Beatles / Earth / Baroness / The Ocean / Crippled Black Pheonix / If These Trees Could Talk / Knut / Neurosis/ Entombed / Disfear...di tutto di più..ma è un elenco davvero parziale. Domanda di r ito: come vedete il futuro della scena italiana? Per voi che la vivete da diver so tempo or amai cosa è cambiato r ispetto ai vostr i

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inizi? E quali sono i punti su cui insistere per miglior ar la? (Nicola) Ormai siamo dei nonnetti in giro dal 2003, abbiamo passato molte ere e molte "scene" più o meno fittizie. Crediamo che non sia cambiato molto, per noi l'unica soluzione è il rapporto diretto con le altre band se poi la cosa dura una serata o tutta la vita è solo questione di affinità. Stringere legami e far comunità non è facile ma non siamo presi così male, esistono una marea di band e di realtà (vedi la godown record che crede in noi dal 2012) che rispettiamo e ammiriamo e che in fondo collaboriamo da molto tempo anche senza rendercene conto. I l disco uscir à ufficialmente a fine mese (31/7 ndA), in un momento in cui con molta calma, for se, potr à r ipar tire anche l'attività live. Avete già qualcosa di or ganizzato? Come pensate che cambier à l'approccio a questo tipo di eventi nel futuro? (Nicola) Ci stiamo muovendo in particolare per il 2021 ma ci piacerebbe comunque riuscire a presentare il disco già verso settembre, abbiamo alcune date in ballo. Noi onestamente ci auguriamo che l'attività live possa riprendere senza molte limitazioni, anche perché facciamo un genere che necessita del calore che solo un contatto umano ravvicinato e senza "distanziamenti" ci può dare per esprimerci al meglio Qual è il vostro disco ineccepibile, senza il quale non avreste mai iniziato a suonare o senza il quale, secondo voi, non avrebbe senso la musica? (Nicola) Neurosis - "Through Silver in Blood"



FORDOMTH Lascenaestremasicil ianadasempreci regal a gruppi di qual itĂ ei Fordomthnonsmentiscono questa"regol a". Abbiamocontattatol aband per questainteressanteintervista al l 'indomani del l 'uscitadel l 'ottimo"Is, Qui MortemAudit"!

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Benvenuti sulle pagine di Suffer M usic M ag e complimenti per " I s, Qui M or tem Audit" . I n gener ale che responsi avete ottenuto in queste pr ime settimane di uscita di " I s, Qui M or tem Audit" ? Innanzitutto apprezziamo l?interesse e lo spazio concessoci sulle vostre pagine. Is, Qui Mortem Audit è stato accolto con grande entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. Crediamo che coloro che ci seguivano dallo split con Malauriu (Twin Serpent Dawn, 2019, Masked Dead Records, Niflhel Records) o addirittura dalla prima release postuma I.N.D.N.S.L.E. (2018, Endless Winter) fossero quantomeno curiosi di ascoltare il risultato delle molteplici rettifiche di line-up, che hanno portato Fordomth ad una metamorfosi anche nella forma musicale. Siamo stati sommersi da feedback positivi (e questo ci fa molto piacere e ci stimola a dare sempre il meglio) ma non sono mancate anche le critiche, anch?esse apprezzate fin quando costruttive. Pare che il fisiologico cambio di genere verso il primitivo Black/Death Doom Metal che proponiamo adesso abbia spiazzato alcuni che, in ritardo di due anni, ci associano ancora all?aspetto Black Funeral Doom Metal di I.N.D.N.S.L.E.. Nonostante tutto, seppure quel periodo ci sembra lontano un secolo, sicuramente anche in Is, Qui Mortem Audit si riscontrano alcuni elementi funerei tratti dal passato

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della band ed, in questa nuova release, rielaborati. Troviamo comunque sia riduttivo parlare di generi musicali (per quanto doveroso), preferiamo piuttosto parlare di espressione e di idee. Fordomth è un progetto che sin dagli inizi sembra vivere di vita propria, ed in quanto tale è soggetto a molteplici stimoli e conseguenti metamorfosi. Non siamo relegati ad un genere e sottogenere musicale ben specifico, ciò che però resta invariato è il concept su cui si basa la band: la Dannazione. Rispetto a " I .N.D.N.S.L .E." la line-up è stata pr aticamente r ivoluzionata e immaginiamo che questo " cambio" abbiamo influito decisamente sul r isultato finale di " I s, Qui M or tem Audit" . I n gener ale come è nato quindi il vostro nuovo lavoro? Abbiamo lavorato ad Is, Qui Mortem Audit per circa due anni, a seguito del rinnovo della line-up post I.N.D.N.S.L.E.: Fordomth ha accolto in formazione prima C.V. (batteria), poi R.M. (basso), quindi traslando B.G. da basso a chitarra (cosa che ha saputo fare con grande agilità ed ispirazione) e confermando C.G. come vocalist. Nel processo compositivo del nuovo album è coinvolta attivamente tutta la formazione, seppure le idee principali provengano dai riff di chitarra di B.G., che poi elaboriamo insieme. Nell?invenzione musicale di una band crediamo sia imprescindibile

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riscontrare tutte le influenze ed il background di ogni singolo elemento, la differenza, alla fine, la fa come questi elementi vengono assemblati, con che alchimia. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter suonare e comporre con persone con le quali siamo legati a prescindere, band o meno, quindi l?intesa è risultata immediata e spontanea e ci piace pensare che questo approccio viscerale si riscontri anche durante l?ascolto. " Colui che ha udito la mor te" è un titolo molto for te, e r iallacciandoci al cambio di for mazione da ester ni alle cose della band lo possiamo leggere quasi come un " er avamo sull'or lo dello scioglimento ma siamo ancor a vivi" . I n gener ale possiamo consider are l'album come un concept? L?album è un concept di quattro capitoli (più una bonus track) ispirato dall?immedesimazione in una meditazione così profonda da culminare nella morte fisica, che a sua volta permette di poter scrutare tra le pieghe dell?esistenza, approcciandosi ai segreti della Morte stessa, appropriandosi di una conoscenza innominabile che colloca ogni cosa al suo posto specifico, ma al contempo ovunque. Invitiamo comunque all?ascolto per poterne comprendere appieno le ragioni. Fordomth non è mai stato sull?orlo dello scioglimento, semmai ha giovato di una metamorfosi costante e necessaria, come in ogni cosa viva, vibrante e ricolma di luce propria, e noi di questo ne abbiamo fatto un punto


di forza. Ad esempio oggi C.G. si è allontanato definitivamente dal percorso di Fordomth, che oggi si configura con una formazione a tre elementi, ma abbiamo già con noi un session vocalist di grande talento e spessore musicale che ci permetterà di presentare live Is, Qui Mortem Audit con una risolutezza finora inedita per noi. Ogni membro della band che, nel tempo, ha contribuito a Fordomth comunque crediamo abbia apportato un contributo unico ad essa. La nostra nuova line-up vogliamo sia un motivo di riforma ulteriore ed al momento sentiamo già di giovarne, poiché percepiamo nitidamente come il nostro impeto creativo si sia rinnovato di nuova potenza ed intenzione. Tornando al discorso sul nome dell?album vorremmo ringraziare per questo e per i titoli dei brani il nostro collaboratore Santo Premoli, che ci ha fornito un supporto linguistico indispensabile per la messa in atto delle nostre idee. L e " vecchie" influenze funer al doom sono filtr ate da un black metal molto veloce e vicino a volte a soluzioni death metal, quali ascolti vi hanno por tato ver so questa direzione? Is, Qui Mortem Audit è stato generato da un approccio istintivo ad un concept che ci affascinava già da prima dell?inizio della stesura del suddetto, e sicuramente due anni fa nessuno di noi avrebbe mai immaginato la forma Black/Death Doom Metal

assunta in quest?album, lasciamo che le cose prendano il corso che devono prendere. Ognuno dei membri della band ripone di certo nella musica e nell?espressione musicale i fondamentali motivi per cui alzarsi dal letto ogni giorno: ascoltiamo tantissima musica (anche la più disparata), ma dovendo fare una cernita delle influenze principali che si riscontrano in Is, Qui Mortem Audit, reindirizzeremmo quest?ultime all?attuale scena Black Metal europea, e indicando una band fra tutte siamo innanzitutto molti legati all?espressione ed al minimalismo dei Wiegedood, nonché a realtà che reputiamo di immenso spessore ed interesse quali Mizmor per le sue atmosfere perseguitate ed asfissianti, Malthusian per la commistione furiosa di Death e Black Metal e Mg?a per la riforma totale che hanno conferito al Black Metal odierno. L 'ar twor k di K haos Diktator Design è ver amente fantastico! Come siete entr ati in contatto con Stefan Todorovic e in che modo avete collabor ato? Gli avete dato un input (es. un ascolto in antepr ima del disco) o è andato a r uota liber a? Stefan è stato un collaboratore eccezionale. Avevamo già letto il suo nome su diversi dischi e, su un pool di artisti che abbiamo vagliato per la commissione della copertina, lui ci è sembrato il più adeguato, ed infatti la nostra intuizione non ci ha traditi, dato che siamo soddisfattissimi del suo

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lavoro. Cercavamo un approccio pittorico ispirato dai maestri del passato, pieno di dettagli, che esprimesse il pathos, il dramma ed il mistero dell?esistenza e lo stile artistico di Stefan ha soddisfatto appieno le nostre aspettative. Gli abbiamo inviato una bozza molto rudimentale della copertina, spiegandogli i soggetti, il loro significato e la loro disposizione, nonché il concept dell?album, quindi gli abbiamo inoltrato i brani ancora non mixati, suggerendogli di prendere ispirazione da essi. Crediamo che l?atto finale per realizzare, poi concretamente in immagine, una visione musicale risieda proprio nell?ascolto e nell?interiorizzazione della musica stessa, cosa che crediamo Stefan abbia fatto nel migliore dei modi. Gli abbiamo lasciato molto spazio per potersi esprimere poiché eravamo certi che la sua proposta sarebbe stata eccezionale fin da subito, difatti così è stato. " I s, Qui M or tem Audit" è disponibile anche in for mato cassetta, quanto siete legati a questo for mato " old school" ? Avete previsto altr i for mati per le uscite future (es. 7?)? Sia da ascoltatori che da musicisti oggi ci riteniamo piuttosto fortunati riguardo l?ampio mercato dei più svariati formati e più essi sono ricercati più ci affascinano, come può testimoniare il Mini-CD 3? di Twin Serpent Dawn prodotto da Masked Dead

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Records. B.G. ad esempio colleziona tutti i formati e predilige molto le Tape cassette, quindi quella di Is, Qui Mortem Audit (disponibile dal 17 Luglio) sarà un traguardo non da poco per noi, ed in Brucia Records, Fresh Outbreak Records e Masked Dead Records abbiamo trovato dei partner imperturbabili. Non potremmo mai esimerci dal voler produrre, insieme ai CD, anche tape e vinili. Con i giusti collaboratori potremmo rilasciare Is, Qui Mortem Audit in tutti i formati o addirittura farlo anche per le nostre precedenti release. Abbiamo già diversa carne al fuoco, audiofili e collezionisti saranno soddisfatti delle prossime edizioni che abbiamo in mente. L a scena siciliana, in par ticolare catanese, non ha mai mancato di regalarci gr uppi di spessore, sopr attutto in campo black ed estremo: quanto pensate che il luogo di appar tenenza abbia influenzato la vostr a musica? Molto, basti pensare che tra i ringraziamenti speciali di Is, Qui Mortem Audit abbiamo voluto inserire anche il nostro vulcano Etna, che crediamo non smetterà mai di stupirci ed ispirarci. Siamo molti

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legati alla nostra terra dannata e piena di meravigliose contraddizioni. Riguardo l?Etna abbiamo in mente un intero concept, tratto dalla mitologia classica/greca, che verrà esposto all?interno di una delle prossime release a cui stiamo già lavorando da tempo. Crediamo che tutto il popolo siciliano, ed in particolare quello che vive alle pendici dell?Etna, sia mosso da una costante ebollizione magmatica interiore, metaforicamente speculare al fuoco primitivo che scorre sotto i nostri piedi e che di tanto in tanto ci fa degni del suo spettacolo, facendo capolino, più o meno irruentemente, dalle bocche del vulcano.

oggi siamo orgogliosi di poter riattizzare la fiamma con Tifone Crew, di cui tutti i membri della band fanno parte.

Sicuramente la Sicilia ha sfornato diverse testimonianze significative nel panorama estremo nazionale ed internazionale, basti pensare a Schizo, Bunker 66, Assumption o, guardando al versante Noise Rock, si pensi ai nostri Uzeda, band che ha contribuito al poter fregiare Catania (diversi anni fa, quando noi eravamo ancora troppo giovani per certe cose, purtroppo), come la Seattle del sud Italia. Proprio nel decennio tra ?90 e 2000 nella nostra regione c?è stato un fervore musicale eccezionale, specialmente riguardo la scena musicale estrema, ed

È stato un piacere potere parlare di musica, idee e visioni sulle vostre pagine. Che questi tempi folli possano essere un canale di catarsi per coloro che risplendono della propria luce.

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Abbiamo messo in piedi la comunità Tifone Crew insieme a (e per) persone affamate di musica in un periodo molto arido di concerti e, ad oggi (almeno, finché la pandemia non ha messo tutto in stallo), abbiamo riscontrato una partecipazione ed un trasporto che sono andati oltre ogni nostra aspettativa. Gr azie per la disponibilità, avete un ultimo messaggio per i nostr i lettor i?

Noi continuiamo a lavorare a nuove release, e siamo già pronti a portare live ?Is, Qui Mortem Audit?con tutta l?intenzione e la forza che abbiamo dovuto tenere in serbo per mesi, e più l?attesa cresce, più quest?ultima sarà ineluttabile.



ver mi l i a

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Ciao e benvenuta sulle nostre pagine!! Pr ima di tutto, come presenteresti il ??tuo progetto a per sone che non ti conoscono ancor a? Chi è Ver milia? (Vermilia) Ciao e grazie per l'intervista. Sono un'artista finlandese e ho questo progetto solista chiamato Vermilia, il mio progetto personale. Musicalmente, per renderla semplice, lo definirei Epic Pagan Metal. L'ho iniziato come progetto terapeutico, ma in qualche modo ha iniziato a crescere. Ho pubblicato il mio primo album "Kätkyt" nel 2018, nel 2019 un singolo intitolato "Täällä pohjantähden alla", che è una cover di una canzone finlandese che è quasi considerata come un inno nazionale e, arrivando ai nostri giorni, è uscito il mio nuovo EP lo scorso 20 maggio, intitolato ?Keskeneräisiä tarinoita?. Seguo anche tutta la parte grafica e i video musicali per questo progetto, quindi alla fine il progetto è una faccenda molto personale. Tutto è totalmente nelle mie mani e questa è la cosa di cui sono più orgogliosa come Vermilia. Quindi perquanto mi

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riguarda Vermilia rappresenta la mia parte creativa che fa emergere tutte le mie emozioni in diversi ambiti artistici.

l'atmosfera e l'oscurità intorno a me. Le lunghe passeggiate serali in una foresta pluviale sono semplicemente fantastiche.

Come è nata Tar inoita" ?

I testi sono inter amente cantati in finlandese e, a nostro avviso, fa par te del fascino della tua proposta: potresti consider are di cantare in altre lingue in futuro?

l'idea

di

" K eskener äisiä

Quali sono state le tue pr incipali fonti di ispir azione e quale significato hai voluto dare all'EP? (Vermilia) Avevo iniziato a comporre i brani per il mio prossimo album, ma mi sono resa conto che queste quattro canzoni riguardavano lo stesso tema e legavano molto bene insieme. "Keskeneräisiä tarinoita" significa "storie non concluse" in inglese. Questo EP tratta la morte in modo diverso, le canzoni parlano di vite che finiscono troppo presto. La mia più grande ispirazione viene sempre da questa straordinaria natura dalla quale siamo attorniati. Adoro confrontare la natura con la vita umana. Inoltre sono molto ispirata da diverse emozioni, elementi e stagioni. Di solito scrivo la maggior parte delle mie canzoni in autunno: adoro

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(Vermilia) Devo dire che scrivo meglio in finlandese ed è così che posso esprimermi al meglio. Il finlandese è una lingua molto ricca e adoro usare molte metafore e scrivere poesie. Non sto dicendo che non scriverei mai canzoni in altre lingue e penso che sarebbe interessante cantare in altri idiomi, come ad esempio svedese o inglese, ma non le padroneggio abbastanza bene, quindi continuerò con il finlandese (ride ndA). Una delle car atter istiche più interessanti è il contr asto tr a i r iff di chitar r a tr itaossa e le melodie r ilassanti e d'atmosfer a, da dove provengono questi contr asti?


Il progettoVermil iaèdavverointrigante: pensatead unbl ack metal moltotiratomaconcal ibrati squarci mel odici eatmosferici checi portanodi peso nel l 'immaginariobucol icoscandinavo. Abbiamo contattatol amisteriosaartistafinl andeseper saperneunpo' di piùdel suocredoartisticoedel l a suapropostamusical e.

(Vermilia) Adoro questo contrasto. Penso che sia l'aspetto che rende la musica la cosa più interessante in assoluto Non riesco a spiegare da dove nascano questi contrasti, ma penso che ogni persona abbia entrambi i lati... uno più morbido e uno più duro. E voglio far uscire entrambi questi sentimenti. È come una battaglia tra il bene e il male, la luce e l'oscurità. L 'album è stato pubblicato poche settimane fa (l'inter vista si è svolta nel mese di Giugno ndA), sei soddisfatta del feedback r icevuto da fan e dagli addetti ai lavor i? (Vermilia) Sì, sono molto grata e soddisfatta. Ho persone adorabili intorno a me che mi supportano sempre e ho trovato molte brave persone grazie a questo progetto. In realtà non ho mai creduto che ci sarebbero così tante persone fantastiche nell'ambiente musicale e che mi avrebbero supportato. in questo modo. Le recensioni sono state abbastanza buone, per quello che ho letto fin'ora, e anche il feedback diretto delle persone attraverso i social media è stato fantastico, quindi sì ... come artista indipendente

significa mondo per me e sono davvero grata a tutti i miei ascoltatori, follower e fan. Mi sorprende sempre il loro supporto! Con la tua musica evochi per fettamente la tua ter r a, la Finlandia: quanto sei legata alle tue or igini? Quanto pensi che un ascoltatore str aniero possa comprendere pienamente e cor rettamente il tuo background? (Vermilia) Rispetto totalmente le mie origini e le mie radici. Mia nonna era una poeta careliana (la Carelia è una zona situata nel Nord-Ovest della Russia, compresa tra la Finlandia e il mar Bianco ndA) e voglio continuare le tradizioni familiari e continuare a scrivere e comporre musica. A casa mia tutto girava attorno alla musica, quindi quel lato di me viene da loro, immagino proprio che sia così! Penso che i miei ascoltatori possano sentire e comprendere le mie radici attraverso la mia musica e spero anche riescano a percepire l'atmosfera della Finlandia, della natura e della cultura finlandesi, passata e presente. La musica viene dalla natura ... da migliaia di laghi e foreste e

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anche da molta malinconia. Par lando del futuro, cosa ti aspetta per il resto del 2020? (Vermilia) Presto mi esibirò in Lettonia in questo festival chiamato Zobens un Lemess che si terrà tra il 7-9 agosto. Il festival doveva tenersioriginariamente a Giugno, ma a causa del Covid ovviante è stato rinviato ad agosto. Dopo il festival continuerò a comporre il mio prossimo full length album: ho già alcune canzoni pronte e molte idee registrate. Continuo anche a pianificare e confermare altri live per il prossimo anno. Mi piacerebbe fare un tour, ma vediamo cosa succede giorno per giorno. Ci sono tre festival confermati al momento per il 2021. Gr azie mille per la disponibilità! Qualche ultimo messaggio per i nostr i lettor i? (Vermilia) Grazie per l'intervista! Vorrei dire grazie mille a tutti coloro che la stanno leggendo. Spero di incontrarvi in qualche live, venite a salutarmi!

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. r M P RI

g i P i Ch

Qualche giorno fa si è spento Mr Chi Pig, cantante degli SNFU, artista visuale e personalità di culto della scena hardcore punk nord americana e mondiale. Tutta la bellezza della sua scrittura piena di sarcasmo, di fragilità e di spesso di tristezza mi ha sempre colpito e ha parlato dritto al mio cuore e questa vuole essere la mia dichiarazione di affetto verso un musicista che mi ha dato più di tanti altri. Io li ho scoperti, come molti della mia generazione, grazie ai tre dischi su Epitaph Records: "Something Green and Leafy This Way Comes", "The One Voted Most Likely to Succeed" e "FYULABA". Quello che della sua scrittura più mi ha affascinato era il costante mix di ironia e di serietà, un bilanciamento perfetto e una sensibilità che forse sono uniche. Ho cercato di imitare Chi Pig in buona parte della musica che ho scritto, nell'approccio ai testi, nella figura devastante sul palco. Ironia e cuore aperto ho provato a buttarle sempre nei miei testi, nella pratica non ci sono probabilmente riuscito ma quello che conta è l'approccio che ha insegnato. La sua figura era riconoscibile da un chilometro, il suo aspetto era eccentrico e il suo carisma era palpabile. Kendall Chinn (vero nome) era un ragazzo di

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Al essioMarchetti dei Rope(eTutti I Col ori Del Buio) ci regal aunricordo di Mr. Chi Pig, compiantofrontmandei fenomenal i SNFUcheci hal asciato prematuramentel oscorsoLugl io.

Edmonton, Canada, nato agli inizi degli anni 60 in una famiglia instabile, disfunzionale e numerosissima, penultimo di dodici figli. Una storia di dipendenza, malattia mentale diagnosticata in giovane età e sofferenze che lo hanno segnato nel corpo e che lo hanno portato a vivere una vita tormentata. Asiatico e omosessuale dichiarato, in una scena principalmente maschile testosteronica e bianca, Chi era quindi una minoranza in una minoranza, una figura che nuotava controcorrente nelle acque di una vita turbolenta. In un'intervista Chi dice "mia madre mi ha detto che ho un dono, ma il dono porta anche una maledizione" e a vederlo Chi non si faticava a capire che questa maledizione lo consumava. Se vogliamo parlare di musica la discografia degli SNFU va ben oltre al periodo su Epitaph, è imprescindibile il devastante "...And no one else wanted to play" mix di rabbia e spirito di ribellione che ha toccato ascoltatori anche al di fuori del giro hardcore punk. Pionieri ed ispiratori di un genere, con le loro forze hanno portato avanti una carriera trentennale, cambiato città da Edmonton a Vancouver, sciolti e riformati più volte, inciso 8 album, cambiato una trentina di membri.

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Nel 2010 è uscito il documentario Open your mouth and say...Mr Chi Pig che si concentra sulla sua vita, la sua figura, la sua malattia, se volete sapere di più su di lui vi consiglio di guardarlo. Ho un racconto speciale su Chi Pig che mi riguarda; un paio di anni fa un ragazzo italiano che abitava a Vancouver mi scrive "guarda chi incontro sempre al pub" e mi manda un video di Chi che canta un pezzo dei NIN ubriaco marcio. Cuore in gola, in un attimo gli chiedo di farmi salutare con un video. Purtroppo non era sbronzo solo Chi, e quello che doveva essere un video è una foto, quello che doveva essere un saluto è un dito medio, ma probabilmente è perfetto così. Con quel cappello tipo colbacco che sembrava un orsetto, sporco e troppo grande per la testa che doveva portarlo. La stessa testa incasinata e geniale che per quanto mi riguarda si descrive alla perfezione in "Cokatoo Quill": And I'm still sitting here. I'm on a boat that doesn't float And I can't swim

Ciao Mr Chi Pig, mi mancherai!



RECENSIONI GI RL S I N SYNTHESI S [6.5] Now Here

(Harbinger Sound) Viscerale e "fragoroso", il debutto dei londinesi Girls In Synthesis a quattro anni di distanza dalla formazione e dopo una manciata di singoli, non lascia certo indifferenti. Il terzetto composto da John e Jim alla voce e rispettivamente a basso e chitarra, e la batterista Nicole, dà alle stampe un disco post-punk ricco di spunti e rimandi a quell'immaginario puramente british che ha imperversato a cavallo tra i '70 e gli '80. Se le batterie e le atmosfere tribali della destabilizzante "Human Frailty" riportano alla mente i PIL, altrove troviamo rasoiate post-new wave in salsa punk noise di "Pressure", "They?re Not Listening" ("dedicata" ai rigurgiti di destra che imperversano in UK in questo periodo) e "Coming Up For Air". Un debutto di pancia che guarda al passato con un sound sfacciato. [LM]

dall'acclamato "Lady In Gold" e che rappresenta il classico lavoro della maturità per il quartetto di Örebro. La forza dei Blues Pills è quella di non suonare per forza datati e "vecchi" nonostante la proposta è ovviamente saldamente orientata verso le sonorità rock/blues anni '70, un vintage rock che troppe volte puzza di polveroso e stantio lontano un miglio. I Blues Pills riescono a non impantanarsi in queste pericolose sabbie mobili grazie a dei suoni moderni e ben definiti e tante, tante canzoni clamorose: l'inno rock "Low Road", scatenato e bollente episodio dove la band non nasconde le proprie inclinazioni heavy, e la ritmatissima "Kiss My Past Goodbye", mostrano il lato più ruggente e schietto della band che non abbandona però le inclinazioni più malinconiche e intime, come nella nostalgica "California" o "Wish I'd Known". La prova di Elin Larsson al microfono non lascia adito a dubbi di sorta sul fatto di trovarci di fronte ad una voce clamorosa e ad una performer stratosferica, ben coadiuvata da una band che non perde un colpo neanche per sbaglio. Come ci ha detto il bassista Zack Anderson nell'intervista che potete leggere su questo numero, "Holy Moly!" sarà pure un titolo che non vuol dire nulla in particolare, ma la raccolta di canzoni che lo compongono ci accompagneranno per molto, molto tempo. [DAP]

NECK DEEP [7] All Distortions Are Intentional

BL UES PI L L S [8] Holy Moly!

(Nuclear Blast) È davvero difficile trovare dei punti deboli in "Holy Moly!", terzo album rilasciato a quattro anni di distanza

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solitari in quel della città immaginaria di Sonderland, l'associazione viene automatica. Ben Barlow e soci non sono dei pivelli e il loro punk rock dalle melodie viscerali e (pochi) guizzi d'impeto riesce sempre ad avere un effetto. Al netto della storia narrata, comunque pregevole anche se "già sentita", i Neck Deep riescono a convincere con il loro pop-punk, sempre distinguibile tra le tante proposte simili in circolazione. [LM]

AVATAR [7.5] Hunter Gatherer

THE REAL M CK ENZI ES [5] Beer and Loathing

(Fat Wreck Chords) Spiace bollare come deludente il nuovo disco dei canadesi TRM, ma "Beer and Loathing" suona davvero spompo e senza troppo mordente. Il celtic punk debitore delle radici scottish della band non riesce a suonare coinvolgente e alcolico come ci si aspetta dai nostri punkers: scriverò una cosa spiacevole ma sembra quasi un disco di routine e questo, per un combo punk, è davvero deludente. [LM]

(Hopeless Records) Facile fare il paragone, senza nemmeno aver ascoltato una nota di questo nuovo lavoro dei Neck Deep, con "American Idiot" dei Green Day: visto il concept proposto dalla band britannica, la storia di due ragazzi

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(Century Media) Arriva a due anni di distanza dalla pubblicazione di "Avatar Country" la nuova fatica discografica degli svedesi Avatar che, senza rivoluzionare il proprio sound, riescono a dare vita ad un album che si stacca dalle precedenti prove, suonando subito molto più aggressivo e diretto. Le già note "Silence in the Age of Apes" e la martellante "Colossus" ci fanno infatti subito capire che la band capitanata da Johannes Eckerström abbia voluto per questo disco puntare molto sull'aspetto fisico, lasciando in secondo piano tutte quelle sfaccettature oniriche e, lasciateci passare il termine, teatrali, che gli Avatar si portano appresso. Ovviamente questa "nuovo" andazzo non lascia da parte la voglia di giocare con le atmosfere più elaborate ed eccentriche, vedi l'ottima "A Secret Door" (con curioso featuring fischettante di Corey Taylor degli Slipknot/Stone Sour, e se riuscite a togliervi dalla testa la linea melodica del brano... diteci come avete fatto!!), ma in generale "Hunter Gatherer" vive di ritmiche possenti (oltre alla già citata "Colossus" anche "Justice" rientra in questo filone), chitarre compresse e atmosfere tese. Smorza questa mood la più drammatica ed eterea "Gun" con una grande performance vocale di Johannes. "Hunter Gatherer" potrebbe deludere chi ama l'aspetto più drammatico, teatrale e da "operetta" (in senso buono ovviamente) degli Avatar, ma "Hunter Gatherer" ha l'indubbio pregio di presentare la band in una veste non certo inedita, ma che ci permette di inquadrare il combo svedese da una angolazione leggermente diversa rispetto al recente passato. [LM]


JACK THE SM OK ER [7.5]

I N HEARTS WAK E [8]

AGONY FACE [7]

Ho Fatto Tardi

Kaliyuga

IV Time Totems

(Machete Empire Records/Sony) È un paradosso che siano passati ben quattro dal precedente album di colui che può essere considerato uno dei capisaldi della Machete, uno della vecchia guardia del collettivo più cool del nostro paese. Non si può certo dire che il buon Smeezy Boy fosse rimasto con le mani in mano, vista la sua presenza in tutti i featuring possibili e immaginabili a partire dalla sua crew fino ai Linea 77, senza dimenticare la produzione e la promozione della carriera del pupillo Dani Faiv. Detto questo, ci voleva un?opera tutta sua per ribadire la necessità di penne ispirate e non banali all?interno di un mercato troppo caratterizzato da liriche e tematiche pressapochiste e beat tutti uguali. ?Ho fatto tardi? è esattamente l?album di cui gli amanti dell?old school al passo coi tempi sentivano il bisogno: dal punto di vista delle produzioni c?è tanta varietà, spaziando da quelle più classiche di Big Joe e Strage fino alle sonorità (forse un po?inflazionate a dirla tutta) di Low Kidd, ma a fare la differenza è proprio il buon Jack col suo flow da vero funambolo, adatto a tutte le situazioni. Si passa dalla hit banger "Mister" con un ispiratissimo Jake La Furia e l?ormai affermatissimo Lazza, alla doppia collaborazione col suo compare Dani Faiv, dove spicca soprattutto l?ottima "Fashion Week". Non è sicuramente un album commerciale, così come non si cerca di cavalcare le onde trovando il ritornello ad ogni costo, e le tematiche sono molto nostalgiche nei confronti di una Milano che il rapper trova profondamente cambiata da come la conosceva e, allo stesso tempo, troppo critiche nei confronti della scena stessa per essere apprezzate (e pienamente comprese) dai più giovini. Ma è probabilmente quello di cui l?ascoltatore più attento aveva bisogno: una lettera d?intenti da parte di chi il rap lo vive e lo mastica da tutta la vita, e continua ad amarlo pur rimanendo nelle retrovie rispetto a colleghi ed amici più considerati. [LA]

(UNFD) Non mi sarei mai aspettato un album di questo calibro da parte degli australiani In Hearts Wake, non tanto per la qualità della proposta, ma per l'immediatezza e la freschezza con la quale i ragazzi di Byron Bay hanno dato forma a questo nuovo capitolo musicale dedicato agli elementi della terra, in questo caso il fuoco. E non poteva essere altrimenti visto che "Kaliyuga" è stato scritto proprio durante i gravi incendi scoppiati a fine 2019 in Australia (e in California) e che hanno trovato terreno fertile per modellare musica e testi di questo album. In generale possiamo dire che l'immediatezza (o "less is more" come dicono gli americani) sembra essere il leitmotiv di un disco che parte subito in quarta con una intro elettronica abbastanza tamarra ("Crisis") che sfocia nel primo singolo "Wolrdwide Suicide", manifesto programmatico, sia musicale che lirico, di "Kaliyuga". La seguente "Hellbringer" con feat. di Jamie Hails dei Polaris ci regala un singolo di sicura presa, così come lo sarà certamente "Crossroads" grazie anche al ritornello melodico e molto "Evanescene style") dell'ospite Georgia Flood. Al netto di qualche brano "di maniera", vedi "Timebomb" e "Moving On", piacevoli ma eclatanti, "Kaliyuga" riesce a convincere al 100%: un po' meno di tecnica e un pizzico in più di cuore e la ricetta ora sembra perfetta. [DAP]

(DIY) Ritornano gli Agony Face, dopo il valido "CXVI Evolving Discharges" risalente al 2018, con un lavoro di solo quattro brani da dalla durata media però di ben sei minuti circa. "IV Time Totems" va a parare in quel limbo sonoro tra il death metal tecnico (e qua Death e soprattutto Atheist sono i riferimenti tanto ovvi quanto dovuti) e il progressive (sempre death), che da sempre contraddistingue il combo milanese. Gli Any Face snocciolano in modo imperturbabile soluzioni arzigogolate e riff di facile presa, melodie malsane e ritmiche sincopate in una sorta di yin e yang sonoro che lascia l'ascoltatore prima interdetto e poi estasiato. Complimenti. [LM]

featuring di Francesco Ferrini dei Fleshgod Apocalypse in "The Coven Of The Morning Star" e dall'incredibile spiraglio melodico dell'ottima "Red Pyramid". Che dire... speriamo di non dover aspettare altri due anni per un nuovo capitolo dei TBJD! [DAP]

DEVASTATI ON I NC. [7] Beyond the Shape of Violence

THE BI G JAZZ DUO [7.5] Samael

(DIY) Torna il nostro "finto duo jazz" preferito con il secondo capitolo, sotto forma di EP, del concept iniziato nel 2018 con l'ottimo "SCION Soothsayer". "Samael" non delude le aspettative deliziando i nostri padiglioni auricolari con un death metal in bilico tra old school e soluzioni, e influenze, più moderne. "Samael" si avvale di una scrittura più rifinita, più adulta in un certo senso, dando dimostrazione del fatto che i ragazzi di Alessandria hanno davvero dato alle stampe un disco nel quale credono al 100% e con la piena padronanza dei proprio mezzi. Senza paura di osare, "Samael" convince in tutta la sua durata, impreziosito dal

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(Punishment 18) I genovesi Devastation Inc. danno alle stampe per Punishment 18 un ottimo disco che, partendo da un solido background thrash metal, spinge a fondo il pedale della violenza puntando dritto per dritto alle atmosfere più slayerane con in più abbondanti influenze death metal. Un pezzo come "Burn the Knowledge" in questo senso sembra rappresentare la perfetta fusione di queste sonorità, e la capacità della band di snocciolare riff intriganti e fantasiosi in brani comunque molto tirati (vedi "Spear of Victory") ci fa davvero esaltare, e anche tanto. La conclusione più meditata e agrodolce di "Stolen Dreams of Tomorrow" decreta l'ottima riuscita di un disco molto tirato, spietato per certi versi, ma con tanti spunti interessanti. [LM]

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STATI C-X [7.5] Project Regeneration Vol.1

(Otsego Entertainment Group) Se sulla versione "live" degli Static-X attuali forse è meglio soprassedere (? frontman Xer0 travestito da Wayne? ), sulla versione in "studio" invece dobbiamo solo levarci il cappello. "Project Regeneration Vol.1" infatti è un disco sorprendente, non tanto nella proposta quanto nella qualità. Campos, Fukuda e Jay sono riusciti a valorizzare al meglio le famose registrazioni inedite di Wayne (con "aiutino" e aggiunte proprio del misterioso Xer0) sfornando un disco in puro stile Static, tamarro e malvagio al punto giusto, che non si vergogna di utilizzare i sampler che tanto piacevano al vecchio frontman. Pezzi come "Terminator Oscillator" o "My Destruction", oltre a rappresentare al meglio questo lavoro, rientrano tranquillamente tra le migliori produzioni della band e, sinceramente, non era scontato. "PJ" può tranquillamente essere l?ultimo atto della storia degli Static-X, il giusto tributo alla memoria di Wayne. Sperando che non ci siano Vol.2 o 3, perché da valorizzare a sfruttare il passo è decisamente breve. [BW]

promozione quantomeno sul suolo inglese. Il fato e il COVID-19 hanno voluto diversamente, e così ci ritroviamo ?solamente? a godere da casa di queste 11 tracce, che confermano lo stato di grazia dei Bury Tomorrow, una band ormai pronta ad assumere il ruolo di leader all?interno della scena metalcore. Continuando il trend positivo che la vede migliorare e aggiungere di album in album ulteriore consapevolezza nelle proprie capacità, "Cannibal" è un mix perfetto di manate in faccia e aperture melodiche che non sconfinano mai nel melenso. Al di là delle indiscutibili capacità tecniche che vanno a costruire il tessuto sonoro degli inglesi (autori in questo caso forse del loro lavoro più tecnico), a farli risaltare dalla massa è ancora una volta infatti il perfetto equilibrio tra lo stile corrosivo di Daniel Winter-Bates e la pulizia del chitarrista e seconda voce Jason Cameron, un duo ormai tra i migliori in circolazione. Il tutto impacchettato perfettamente dal team di mixaggio dietro a quel capolavoro di "Holy Hell" degli Architects, una garanzia. Cannibal non è poi soltanto un album musicalmente appagante (basta citare Choke, la titletrack o Imposter), ma anche estremamente profondo e personale nelle tematiche: il frontman, tanto estroverso sullo stage quanto introverso fuori, ha affrontato a piene mani l?argomento dei problemi mentali di cui si occupa attivamente anche al di fuori della band, con un ruolo di rilevanza all?interno dell?ospedale di Southampton. Insomma, c?è tantissima sostanza in ogni lavoro di questa band, e questo Cannibal non fa altro che aggiungerne ulteriore. [LA]

natura, a stretto contatto con le proprie più recondite paure. Inconfondibile, con il suo suono volutamente Lo Fi unito a imponenti Synth e condito con una voce acida e maligna, Paysage D?Hiver è abilissimo nel ricreare atmosfere gelide e a ricreare un collegamento diretto con l?"io" primordiale, sfruttando sensazioni e paure ancestrali. Unica la capacità di creare emozioni dedite a far smarrire l?inconscio dell?ascoltatore per trascinarlo di forza in ambienti ostili e destabilizzanti. "Im Wald" è un piccolo gioiellino per gli amanti del genere e dell?unicità del progetto. [MF]

M ARE COGNI TUM / SPECTRAL L ORE [8] Wanderers: Astrology of The Nine

SERPENT OM EGA [7] II

PAYSAGE D?HI VER [8] BURY TOM ORROW [8]

Im Wald

Cannibal

(Music For Nations) Il successore dello splendido "Black Flame" ha avuto un percorso abbastanza accidentato, per usare un eufemismo: previsto inizialmente ad aprile, venne poi posticipato a luglio, nella speranza di poter riprendere le date di

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(Kunsthall Produktionen) La pura e semplice essenza dell?Ambient Black Metal è racchiusa, in tutta la sua estrosa bellezza, nel primo Lp di Paysage D?Hiver, aka Tobias Möckl aka Wintherr. "Im Wald" (trad. Nella Foresta) è un viaggio di della durata di due ore esatte nelle oscurità della

Jonsson e i vocalizzi fuori da questo mondo di Urskogr. Esoterico, evocativo e violento, un secondo episodio degno di nota. [LM]

(Icons Creating Evil Art) A sette anni dal fulminante debutto arriva la seconda prova del combo scandinavo che ci porta con questo album nel loro magico mondo composto da culti pagani, doom lisergico e rimandi al metal psicotico e drogato di Hawkwind e Blue Oyster Cult. Il singolo "Land of Darkness" è tanto affascinante quanto malefico nell'evocare un immaginario sempre intrigante e misterioso. Il nuovo batterista Peter Stjärnvind, vecchia volpe già al lavoro con Entombed, Nifelheim e Murder Squad tra gli altri) non sembra sbagliare un (velocissimo o cadenzato, a seconda della struttura della canzone) colpo e ci regala una prova possente che dona una solida struttura ai brani, ben colorati dai riff di chitarra sulfurei di

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(Entropic Recording) ?E quindi uscimmo a riveder le stelle?. La frase dantesca citata potrebbe benissimo essere l?incipit per questa nuova fatica di Mare Cognitum, progetto solista di Portland, che qui ritroviamo in collaborazione con un altro nome conosciutissimo dell?Atmospheric / Cosmic Black metal Spectral Lore, entrambi one man Band. Di entrambi i progetti ho adorato gli ultimi lavori, sia Luminiferous Aether di Mare Cognitum del 2017 che mi aveva davvero impressionato sia quel capolavoro di Gnosis degli Spectral Lore. Wanderers: Astrology of The Nine, non poteva che uscirne come un prodotto di pregiata fattura. Un viaggio nel buio universo, alla ricerca dei vari pianeti del sistema solare, 2 ore di catarsi in percorso riservato e intimo nelle profondità dello spazio in cui perdersi è il miglior regalo e la miglior promessa che si può fare all?ascoltatore. Un disco veramente sopra le righe, di una purezza cristallina unica e irripetibile. [MF]


SPUTA [7] No Redemption

volta, sfornando l?asso nella manica, già presente su tutti gli altri loro dischi come guest, Aerial Ruin (progetto dark folk americano di mister Erik Morridge), che, con la sua voce, così delicata, abbinata a quei suoni così bassi e profondi, riesce a raggiungere il punto più oscuro di ogni anima in ascolto. Un?altra gemma, un altro centro, un altro capolavoro di un gruppo di fuoriclasse incontrastati a cui rendere grazie ogni giorno. [MF]

BURI ED AL I VE [6] Death Will Find You

2019. Sono ormai quasi venti gli anni di carriera degli Acacia Strain, ma dischi come questi ce li fanno sembrare giovanotti ancora grintosi ed affamati! L'intelligenza della band è quella di suonare violentissima pur garantendo uan varietà di soluzioni che non annoia mai. [LM]

CREEPER [7.5] Sex, Death & The Infinite Void

AN AUTUM N FOR CRI PPL ED CHI L DREN [7.5] (DIY Conspiracy) Gli Sputa si muovono sulla già rodata e consolidata tratta punk Italia-Berlino e ci propongono una prova di forza che non lascia molto adito a dubbi sull'attitudine dei nostri: schiacciate il tasto play e vi ritroverete tra le mani una manciata di brani aggressivi e agguerriti ("Endless Circle" la migliore song del lotto, giusto per fare qualche nome) che traggono il meglio da certa scena punkcore (più hardcore che punk) europea che proprio in Germania e stati attigui sembra essere sempre dannatamente prolifica e valida. Lo scatarro posto a conclusione dell'arrembante "Conformity Control" (e a conclusione dell'intero lavoro) ben riassume l'attitudine della band. Bomba! [LM]

BEL L WI TCH / AERI AL RUI N [9] Stygian Bough Volume 1

(Profound Lore) Non lo nascondo, i Bell Witch rientrano nella mia top ten dei gruppi estremi e il tanto discusso "Mirror Reaper" rientra sicuramente sul podio dei miei dischipreferiti in assoluto. Fatta questa premessa non posso negare che il mio cuore si disintegra ogni volta che la band di Seattle se ne esce con un nuovo lavoro, lascia dentro di me un solco di devastazione incolmabile. Ripetere un?opera come il disco precedente, citato sopra, sarebbe stato veramente difficile, soprattutto in un genere come il funeral doom. I Bell Witch riescono però a stupirci ancora una

All Fell Silent, Everything Went Quiet

(Prosthetic Records) A due anni da "The Light of September" e a sette anni da quel capolavoro che fu "Try Not To Destroy Everything", tornano gli An Autumn For Crippled Children con un altro bel disco a metà tra shoegaze e post black metal. La sensazione con questo nuovo disco però, è quella del compitino. Nulla da togliere alle capacità compositive e alla incredibile capacità melodiche della band olandese, anzi, più gli anni passa e più la composizione si affina e i pezzi scorrono sempre meglio. Quello che si è fermato, secondo me da almeno questi ultimi due album, è la voglia di provare qualcosa che vada oltre al proprio seminato, qualcosa che mi lasci di stucco, come fu la prima volta che ascoltai il sopracitato album vecchio oramai di 7 anni. Il disco scorre bene e si lascia ascoltare per 40 minuti, senza grossi sussulti, senza colpi di scena. Bene, ma non benissimo. [MF]

(Bridge 9) Scott Vogel dei Terror ha sempre ricordato con affetto i suoi esordi a Buffalo con i Buried Alive, band attiva a cavallo del nuovo millennio con alcune uscite estemporanee prima di abbandonare le scene al netto di una manciata di saltuarie reunion show. La pausa dovuta alla pandemia ha forse reso più facile recuperare e riregistrare due brani di un vecchio split con i Reach The Sky e presentare al mondo intero due brani nuovi di zecca di hardcore metallizzato. Niente di sconvolgente ma comunque un ascolto doveroso per i tanti amanti della scena hc americana east coast. [DAP]

THE ACACI A STRAI N [7] Slow Decay

(Rise Records) Sono sempre stati poco considerati, a torto, gli Acacia Strain nel grande calderone del deathcore e sonorità affine: a ragion veduta è davvero un peccato perché i ragazzi americani hanno sempre dato alle stampe album solidi e mai di maniera. "Slow Decay" non è altro che la raccolta degli EP pubblicati quest'anno (ognuno intitolato con una lettera in modo da formare la parola "Decay") con l'aggiunta dei due inediti "One Thousand Painful Stings" e "Earth Will Become Death", in modo da formare un album completo che riprende ottimamente il filo del discorso iniziato con "It Comes In Waves" (metalcore, death, accenni doom e persino qualche barlume di melodia) pubblicato a fine

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(Roadrunner Records) Il successo fulmineo di "Eternity, In Your Arms" ha rischiato di porre la parola fine all'avventura dei Creeper tanta era la pressione e l'hype verso la band britannica. I ragazzi di Southampton, dopo uno stop necessario per ricaricare le pile e la tranquillità mentale, tornano con un secondo disco che riscrive quasi tutto quanto proposto nel debut album, proponendo un concept sulla vita ad ampio raggio in una sorta di "viaggio introspettivo" che porta la band di Will Gould lontana dai lidi punk'n'roll dell'esordio per abbracciare territori più sfaccettati. Se l'ormai noto singolo "Cyanide" ci porta in un crescendo quasi da operetta in un perfetto singolo glam-rock, le sorprese maggiori arrivano da un certo retrogusto brit pop che porta alla mente le melodie di Suede e dei Duran Duran più rock (non ci vergogniamo a scriverlo visto che sono stati ampiamente sdoganati anche dai metalhead più duri e puri!) in "Poisoned Heart", "Be My End" (con un tocco pop dark alla My Chemical Romance) e le soluzioni più sostenute e allegre di "Annabelle". Il background più ruvido porta in dote quasi esclusivamente "Napalm Girls", dall'incedere certamente più deciso e ruvido. Tanta l'influenza americana di questo disco: basta ascoltare la nostalgica "Paradise" e le melodie intrecciate delle voci di Will e della tastierista Hannah nella radiofonica "Four Years Ago", per percepire il gusto patinato e a tratti noir che ci rimanda proprio ad un immaginario losangelino. Cambio di pelle ma non di qualità per una band che con coraggio prova a riscrivere la propria carriera. [DAP]

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VI OL ET COL D [8] Noir Kid

(DIY) Un progetto di musica sperimentale con intelligenza artificiale simulata da Baku, Azerbaigian. Così si definisce su internet Violet Cold. Sin da "Anomie", disco del 2017, passando per "Kosmik", album uscito l?anno scorso, Violet Cold ha sempre occupato un posto ben saldo nella mia classifica personale di progetti solisti dediti alla musica più oscura e di nicchia. Con "Noir Kid", Emir, nome che si cela dietro al progetto, si spinge ancora oltre, continuando a mischiare con ancora più tenacia e determinazione, musica elettronica e Black Metal. Si alternano in sequenza, pattern elettronici con sfuriate potentissime, urlate e piene di disperazione, voci pulitissime e piene di melodie. Devastante, annichilente e, decisamente, interessante. Se "Kosmik" mi aveva convinto, "Noir Kid" mi ha completamente destabilizzato assestandomi colpi furtivi che non avrei mai creduto di apprezzare e che magari in altri contesti avrei sicuramente disprezzato. "Violet Cold" porta al congiungimento di genere completamente agli antipodi attraverso atmosfere trasognanti e ricolme di tristezza e melodie uniche. Un lavoro, veramente unico e innovativo. Abbagliante. [MF]

nella città immaginaria di "Alphaville", sorta di alter ego dell'amata NYC, per dare forma ad un nuovo episodio del personale connubio black metal/jazz (riassunto nel "comodo" termine avant-garde metal): il terzetto americano non è mai stato incline alle soluzioni easy e anche in questo lavoro non si può certo dire che gli Imperial Triumphant abbiano lesinato nel tessere strutture complicatissime e asfissianti, sorta di soundtrack di un mondo distopico e opprimente. Per quanto le sonorità black possano essere considerate l'antitesi del mondo jazz, bisogna ammettere che dopo numerosi passaggi, meno numerosi se siete già avvezzi alla proposta del terzetto, ci si arrende alla forza strabordante di un gruppo che potrebbe invece suonare di primo acchito pretenzioso ed elitario. Introdotto dai riff schizzati di "Rotted Futures" e dal singolo multiforme "City Swine", gli IT arrivano unire i due mondi sonori sopracitati nella straniante "Transmission to Mercury", summa del pensiero senza barriere della band. In coda al monolitico lavoro troviamo due cover, personalizzate a dovere, di Voivod e della cult freak band The Residents, che nulla aggiungono al valore di un disco tanto cervellotico quanto affascinante, ma che danno qualche coordinata stilistica delle preferenze musicali della band. La tentazione di abbandonare l'ascolto dopo pochi passaggi potrebbe essere alta, ma se riuscirete a perseverare potreste trovarvi di fronte ad un disco che sorprende ad ogni nuovo ascolto. [DAP]

disco mi è salita ancora di più alla notizia dell?ep di due pezzi uscito poco dopo, ?Division Ave?. Ogni mia paura, però, è stata premonitrice. Per quanto la capacità compositiva e di impatto del gruppo di Denversia devastante dal vivo, i ragazzi americano non sono riusciti a riportare su disco l?energia che sprigionano, come una bomba atomica, quando si ritrovano faccia a faccia con un pubblico. Sarà la produzione, sarà la necessità di fare, a tutti i costi, un suono ?live?, ma "Kill The Abuser Inside Your Head", per quanto sia un buon disco Hardcore, non ha fatto scattare le sensazioni che ho provato vedendoli live, mentre, i due pezzi dell?Ep, mi hanno, invece, fatto sperare per qualcosa di meglio per il futuro, grazie, principalmente, ad un impatto più netto e consistente dei suoni di questo lavoro. Il futuro sarà sicuramente roseo e i Faim sono senza alcun dubbio, una band che non vedo l?ora di rivedere dal vivo, ma, sinceramente dai loro lavori in studio mi aspettavo davvero di più. [MF]

FAI M [7.5] Kill The Abuser Inside Your Head + Division Ave BOBBY SI NGER [6.5] Salvation

I M PERI AL TRI UM PHANT [7.5] Alphaville

(Century Media) Il mondo caotico degli Imperial Triumphant approda

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(AAVV) Ho visto i Faim in uno scantinato qualche mese fa nel bel mezzo del loro ultimo tour europeo e mi sono incredibilmente piaciuti, sarà per la loro attitudine o per la loro personalità. Non ne ho idea. Rimane che avevo una grande aspettativa per il disco uscito quest?anno ?Kill The Abuser Inside Your Head? e quell?enorme necessità di ascoltarli su

(DIY Conspiracy) Dietro al moniker Bobby Singer si cela il progetto solista di Oliver, ragazzo francese attivo nella punk band Mr Godson, che si cimenta in un album dalle sonorità screamo e post hardcore che sanno tanto di nostalgia per quegli

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anni a cavallo del nuovo millennio che tanto hanno avuto seguito in Europa e in particolare tra i nostri amati/odiati cuginetti oltralpe (citiamo come esempio gli ottimi Daïtro). Sinceramente "Salvation" mi è davvero piaciuto, per l'approccio old school e quel retrogusto amarognolo che ben miscela soluzione aggressive e melodie retrò. Un bel tuffo nel (recente) passato di una scena che sembra ormai scomparsa dai "grossi" giri. [DAP]

A.A. WI L L I AM S [9.5] Forever Blue

(Bella Union) Questo album è bellissimo, senza se e senza ma. Un album di una delicatezza e di una profondità uniche, pieno di disagio, tristezza e bellezza con guest star del livello di Johannes Persson e Tom Fleming. Il filo conduttore rimane la caldissima voce della Williams, una lama capace di scavare a fondo nel buio delle interiora e far vibrare ogni singola cellula per riportare ogni singola emozione alla luce. Un disco lacerante, commovente e unico a cui per trovare un difetto dobbiamo andare nel solito ?nulla di nuovo?. Sarà vecchi e già sentito, ma "Forever Blue" scatena emozioni intense, brividi e batticuore. Sì, penso sia una delle migliori uscite di questo devastante 2020. Grazie, davvero. [MF]



BOOKS JAY-Z(SPERLING&KUPFER)

Il sottotitolo "La vita, le canzoni, gli amori" può trarre in inganno perché chi cerca una biografia di Jay-Z, nome d'arte di Shawn Corey Carter, non troverà una cronistoria dettagliata appunto della vita e delle opere (musicali e non di) del rapper e businessman newyorkese. Al contrario, l'autore M ichael Er ic Dyson, professore di sociologia presso la Georgetown University, nei tre capitoli del libro prende spunto dalle lyrics di Jay-Z per analizzare la società americana in modo disincantato e molto pragmatico, orientando ovviamente il raggio d'azione sulla situazione della comunità afroamericana. Il libro è ovviamente molto attuale e, pur non trattando direttamente gli eventi scatenati dalla morte di George Floyd, non manca di lambire gran parte dei problemi portati avanti dal movimento Black Lives Matter: la brutalità della polizia, la mancanza di prospettiva per le comunità afroamericane meno agiate, il senso di rivalsa che, personaggi come Jay-Z, rappresentano per i giovani dei "project". Attraverso stralci di brani l'autore insiste sul concetto di "hustling" ("I Hustle Everyday" come ci ricorda JJ Peters dei Deez Nuts!), sorta di "arte dell'arrangiarsi" sempre al limite del legale che, secondo Dyson, è alla base della società americana, in positivo e in negativo. In questo senso Jay-Z è l'hustler per eccellenza, che da spacciatore dei quartieri malfamati di NYC è arrivato, grazie alla propria capacità di hustling, a dare del tu a Barack Obama e diventare uno dei businessman più ricchi del pianeta. A corollario del saggio troviamo una breve discografia commentata, sempre con un occhio alle tematiche trattate piuttosto che attraverso una analisi musicale, che può dare spunto per ulteriori ricerche personali. Libro consigliato a chi ama dare uno sguardo a 360° sulla vita di un artista e a chi vuole approfondire, attraverso un punto di vista privilegiato, alcune sottigliezze semantiche tratte dalle alcune delle rime più criptiche dell'autore di "Empire State Of Mind".

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NOCONTROL(TSUNAMI)

Feder ico Guglielmi, veterano del giornalismo musicale italiano, ci e si regala una corposa retrospettiva di quasi quarant'anni di contributi in ambito punk hardcore (californiano per la precisione) sparsi per le varie testate con le quali ha collaborato: Il Mucchio Selvaggio, Velvet, Rockerilla, Rumore, Rockstar, AudioReview e molte altre. Non ci troviamo di fronte quindi ad una enciclopedia e nemmeno a un saggio su questo tipo di sonorità: al contrario, quello che possiamo leggere è quasi un flusso ininterrotto di pensieri, recensioni ed interviste, raccolte appunto in questi anni di lavoro dal buon Federico. L'operazione ha senz'altro un fascino molto particolare sotto diversi punti di vista: in primis ci da la possibilità di leggere le prime impressioni da parte di chi (Federico ovviamente) ha vissuto in prima persona questa prima ondata punk (parliamo quindi di Germs, X, Black Flag e Dead Kennedys tanto per fare dei nomi), una sorta di documento storico molto interessante e per certi verso gustoso. Il recupero di tante recensioni e interviste (in particolare a Bad Religion e Offspring, due delle band "coperte" maggiormente in questo lavoro) ci da anche la possibilità nel primo caso di (ri)scoprire band magari considerate o minori o non molto conosciute presso i punks di ultima generazione (vedi i M.I.A. o gli sfortunati Angry Samoans) e nel secondo di dare voce ai diretti protagonisti nei momenti storici più rilevanti della loro parabola artistica (ad esempio gli Offspring post boom commerciale di "Smash" o il punto di vista di Brett Gurewitz in bilico tra l'esperienza con i Bad Religion e il mondo del music biz con la sua Epitaph Records). Di contro, leggere "in fila" recensioni provenienti da momenti temporali diversi, rende un po' ripetitiva la lettura, soprattutto nei paragrafi dove troviamo articoli su una singola band. Molto divertente l'intervista a Federico (di Federico per molti aspetti) posta a fine libro che ci permette di inquadrare il suo lavoro e il contesto storico nel quale l'autore si è trovato e gli ha permesso di essere un osservatore privilegiato di questa scena così influente per tutta una generazione di ascoltatori e band. Un libro molto interessante consigliato a tutti gli amanti dell'hardcore punk e non solo.

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sh op .h ar d cor e-h el p .or g


LIVEREPORT SUICIDESILENCE@PARIS-VIRTUALWORLDTOUR

In questo periodo post lockdown purtroppo mancano come l'aria i live delle nostre band preferite e, a conti fatti, pur se localmente inizia a muoversi qualcosa, per i grossi tour il rischio è che se ne riparli davvero da primavera 2021. In questi mesi si sono susseguite dirette streaming, live su Youtube, Instagram, Facebook e tutte le principali piattaforma social, ma a dirla tutta poche volte il risultato è stato all'altezza delle aspettative. La crisi d'astinenza ci ha portato a dare una chance alla "data" parigina del Virtual World Tour dei Suicide Silence, interessante serie di concerti che la band californiana ha reso disponibile per zone geografiche ben definite (a dirla tutta, un buon proxy e un collegamento vpn renderebbe vano il blocco geografico, ma non facciamo i pignoli a oltranza...) dietro il pagamento di un biglietto che andava, a seconda delle offerte, dai 5 ai 10 dollari. La tappa di Parigi era appunto disponibile alla visione anche per tutti i cittadini spagnoli e italiani (oltre che francesi) e ci siamo decisi a fare una "prova". Il menù della serata è abbastanza semplice: pagato il ticket elettronico si riceve via mail una password con la quale si può accedere al live, ad una sessione di domande& risposte dove la band al completo si "apre" ai propri fan e, conclusa la diretta, viene resa disponibile una pagina contenente il merch della data,

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proprio come ad un banchetto ad un concertto vero e proprio, dai prezzi scontati. Alle 21 in punto la band apre le danze in quella che sembra la sala prove dei Suicide Silence, un ampio spazio attrezzato per l'occasione con luci a effetto e tendaggi a tema. Per quanto riguarda l'aspetto audio e video bisogna ammettere che pur essendo il tutto molto spartano le cose funzionano bene: l'audio sembra bilanciato e pulito il giusto (in alcune precedenti date i fan avevano puntato il dito sul poco volume del microfono) e le immagini, grazie all'utilizzo di più telecamere, cercano di rendere dinamico un live gioco forza statico. Il problema maggiore del live è proprio questo: performance ottima, audio e video convincenti ma coinvolgimento emotivo ovviamente diminuito da parecchi fattori. In primis la mancanza di un pubblico che rende parecchio "vuoto" lo spazio tra la fine di un brano e l'inizio del seguente, gap che viene spesso riempito da brevi video a volte demenziali e finti spot pubblicitari dove i membri della band mostrano di possedere un sense of humor parecchio demenziale. Finito li live inizia la sessione Q& A dove la band, svaccata comondamente sul divano della sala prove,

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risponde ai messaggi inoltrati dai fan nella chat fornita dalla piattaforma. Il tenore delle domande, e delle risposte va detto, mantiente quel mood rilassato e scherzoso che si percepisce per tutta la durata dello streaming. Per fare un esempio scopriamo che tra la serie Fast& Furious e Point Break, il film con Keanu Reeves vince le preferenze di tutti i membri della band, oppure che la baguette è il cibo francese preferito di tutti (e l'unico conosciuto). Tra un ricordo e l'altro, divertente quando la band racconta di aver fumato erba con B-Real dei Cypress Hill al Download Festival edizione francese e Sam degli Architects ne fosse rimasto parecchio ammirato ("fumare erba con B-Real è come giocare a calcio con David Beckham"), il mattatore della sessione Q& A sembra essere il chitarrista Mark Heylmun, pronto a lanciarsi in battute e aprire sempre nuovi "fronti" di dibattito. Tirando la somme dell'esperienza bisogna ammettere che i Suicide Silence hanno dato vita a una iniziativa decisamente valida e più "consistente" rispetto ad altreanaloghe. Certamente dobbiamo ammettere che un evento di questo tipo può risultare piacevole una tantum e speriamo davvero che a breve si possa tornare a scapocciare in tutta tranquillità nei nostri locali preferiti.



PORTFOLIO

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A l ph a Wol v es 48


Pv ri s 49


.: l abel pr ofil e:.

Questo mese per la r ubr ica L abel Profile abbiamo contattato Alfredo ?K ? Cappello, boss di Ammonia Recor ds (e fresco " promotore" della nuovissima Pogo Zine di cui par leremo in una domanda apposita!) con il quale abbiamo par lato del passato, presente e futuro in questa interessantissima inter vista. [M F]

Ciao K , è un onore e un piacere aver ti qui su Suffer M agazine. I ntanto, nonostante siano circa 15 anni che ci conosciamo, penso sia la pr ima volta in cui posso far ti delle domande ser ie. Par tirei con una domanda semplice semplice. Che senso ha al gior no d?oggi avere un?etichetta? E quanto è cambiato il modo di lavor are nel cor so degli anni?

quindi non saprei dirti che cosa sia stato più bello o più brutto, se vedere l?esplosione degli Shandon ai tempi di "Fetish", o il loro rientro alla normalità nei dischi successivi. Posso dirti che una grossa soddisfazione per me fu l?album ?Paradise and Saints? degli STP, album che produssi anche artisticamente, con non pochi punti di vista diversi rispetto alla band. Venne accolto super bene sia qui che all?estero, e ancora oggi lo riascolto molto volentieri, se uscisse oggi non suonerebbe ?datato? come purtroppo buona parte della musica degli anni zero. Sconfitte e rimorsi? Forse ne ho due. Il primo sono i Blunitro, una band pop punk, formata da

(K) Piacere tutto mio! Un?etichetta oggi è radicalmente diverso da come poteva essere quando ho iniziato 20 anni fa. E? tornato tutto all?origine, quindi fare dischi è una missione, un obbligo culturale per dare voce a chi oggi ha ancora qualcosa da dire, di sicuro non è più un business.

Tu Alfredo sei uno dei per ni focali della scena punk rock/alter native italiana, tour manager, fonico, discogr afico e chi più ne ha più ne metta. Qual è stata, in questo mondo, la tua più gr ande vittor ia, la tua più gr ande sconfitta e il tuo più gr ande r imor so? (K) Non ho mai visto la cosa in questi termini,

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L?ultima uscita di Ammonia, gli Unwelcome, che ho recensito sul nostro ultimo numero, ha avuto una stor ia ar zigogolata e anche l?uscita su Ammonia nasce quasi per caso, tr a la passione per il Tor ino FC, la provincia di Cuneo (casa mia), il lockdown e un disco che andò per duto anni fa. Sembr a un capitolo del signore degli anelli. Ci fai un breve r iassunto? (K) Mi sono fatto una bella risata, in effetti è una storia decisamente surreale. Premessa nel 2003 feci una compilation che si chiamava HTML (High Tension Music Level) dedicata a tutte le band italiane che in quel periodo si dedicavano al crossover/numetal/hardcore. Tra loro c?erano gli Unwelcome, che avevano un?ottima canzone. La loro storia è abbastanza assurda, avevano un album pronto prodotto da Lövström, storico producer di Refused, Meshuggah e Poison The Well, trovarono una label canadese, che però glielo fece rifare da capo, poi iniziarono le attese, e alla fine dopo due anni senza il disco fuori rescissero il contratto, nel mentre avevano scritto nuovi pezzi e fatto dei demo, ma a me non giunse mai nulla.

Mentalmente sono tornato a quando ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del punk, con demotape, fanze (di cui parleremo in un?altra domanda), flyer, e rete. Erano gli anni 80, io son partito lì nel mio viaggio nella musica, ho ascoltato, visto concerti, frequentato artisti e non, poi a fine anni 90 ho deciso di provarci, è stato un momento ?caldo? perché la nostra cultura, quella del punkrock, era diventata commerciale, inevitabilmente le band di quegli anni avevano riscontri diversi e ben maggiori dalla normalità. Ne ho tenuto sempre conto, sapevo che era tutto dopato, e questa consapevolezza mi ha permesso di arrivare ad oggi, senza dover scappare all?estero inseguito da gente a cui dovevo soldi, o senza chiudere baracca facendo finta di niente. Ovvio oggi non puoi nemmeno immaginare di camparci, è quasi un hobby. Io continuerò a provarci, non perché un giorno magari tornerà tutto ad essere grosso, secondo me è impossibile, ma perché da questo mondo ho ricevuto tanto, in qualche modo voglio che tutto continui, e che le band possano ancora essere supportate.

erano andati bene, la band era esperta, e sapeva scrivere ottime canzoni, sul più bello hanno deciso di diventare i THE FIRE, che avevano un fine totalmente diverso, più orientato sul rock ed in Inglese, e nonostante i miei tentativi di far ragionare Andrea (il cantante e leader dei Madbones) lui si era convinto che era la strada giusta e che dovevano fare quello per diventare famosi. Beh la storia di come è andata la sapete tutti, alle volte basterebbe avere un pelo di pazienza in più.

musicisti eccezionali, che aveva un disco molto bello. Il rimorso è non aver capito che l?Ammonia non poteva giocare sullo stesso tavolo delle major, quando puntavano su artisti del genere avevano mezzi e peso politico assolutamente superiore. Vedere che andò male è un mio cruccio, sia perché mi spiacque per i ragazzi che erano adorabili, sia perché comunque il sistema ?musica? era veramente difficile da ?duri e puri?. La meritocrazia non era contemplata. Un altro rimorso, o forse più un rammarico, sono stati i Madbones. Ero convinto che loro potessero essere la band ideale per fare un salto su una major, unendo il suono pop-punk al cantato italiano ?leggero?. I presupposti c?erano tutti, i dischi usciti

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Quando durante la quarantena venne fuori questa storia con Andrea, cantante della band, la prima cosa che pensai fu che fosse una incredibile ingiustizia, poi mi incazzai con lui appena sentii i pezzi nuovi, perché erano ottimi, e sicuramente li avrei pubblicati in quegli anni. Al che dopo una sana serie di sfottò e risate, gli dissi ?Ok facciamolo adesso, ripubblichiamo tutto?. E così ci siamo messi sotto a sistemare tutto per farlo uscire, il covid19 ci ha permesso di dedicarci alla cosa tantissimo, e a fine Aprile a render giustizia al loro lavoro, poi si son presi bene, hanno fatto anche due video, e secondo me, una cosa tira l?altra e qualche concerto quando si potrà lo faranno. E? una cosa incredibile, ma alle volte basta solo un po? di entusiasmo e qualcuno che creda in te. Con Andrea scherziamo sul fatto che se ci avessimo provato al momento giusto forse le cose sarebbero state diverse, ma intanto degli sforzi hanno avuto un riscontro.


Una volta l?I talia er a il paese dei festival della musica alter nativa, il Rock in I dr ho, I ndependent Days, l?Etnika A Ceccano (luogo in cui ci conoscemmo), ecc ecc. Or a i gr andi festival punk har dcore e metal si fanno all?estero, mi viene da pensare all?I eper Fest, al Groezrock, all?Hellfest. Cosa si è rotto? Cosa non è più funzionato? E perché in altr i luoghi continua invece a funzionare? (K) Ci sono ancora realtà italiane valide come il Bay Fest, o il Rock in Roma, ma in generale tutti i festival legati al mondo punk rock che un tempo aveva numeri giganteschi si son dovuti ridimensionare, da una parte credo che sia inevitabile, è difficile tornare indietro se raggiungi un certo livello, dall?altra credo che qui in Italia il mercato dei festival faccia molta fatica a recuperare sponsor che permettano a chi organizza di non rischiare troppo, l?Etnika Rock aveva una sponsorizzazione significativa con la Eastpak, che permetteva cose che erano impensabili all?epoca (portare i Misfits e i Lagwagon in Ciociaria, ancora adesso faccio fatica a crederlo). All?estero sicuramente c?è un?attenzione anche da parte delle istituzioni, soprattutto per far cose che coinvolgano i giovani, discorso che in Italia è praticamente nullo. Negli ultimi anni la discogr afia mondiale è completamente stata str avolta dai suppor ti digitali, vedi Spotify, Bandcamp e lo stesso Youtube (e non sto ad annover are le var ie piattafor me di download illegale) e, di tutto contr asto, c?è stato un r itor no inaspettato del vinile. Un?etichetta discogr afica indipendente, come Ammonia, come affronta questo par allelismo di contr ar i? Er a prevedibile? (K) Prevedibilissimo, già nel 2005 mi sembrava ovvio che la rivoluzione digitale avrebbe fatto tornare l?attenzione sulla canzone, a discapito di un album, come lo intendevamo noi. Oggi è evidente che in moltissimi anche se inconsapevolmente, ascoltano solo le canzoni singole, e sempre meno gli album nuovi, il vinile o il cd ti costringono a farlo, anche se questo grande amore per il vinile mi sembra più una roba di marketing, anche perché se poi vai a vedere gli scaffali dei dischi son tutte ristampe di album fatti secoli fa. Di nuovi ne trovi pochi, e quasi sempre di nicchia.

fanno vedere solo chi ti è più vicino. Invece il nostro mondo è pieno di persone che fanno cose pazzesche e non riescono a farlo sapere. E?anche un invito a tutti a guardarsi attorno, e non fermarsi sempre alle stesse cose. L a scena punk, har dcore e metal italiana è sempre stata, volenti o nolenti, un caso di mar keting par ticolare. Salvo r are eccezioni ( mi vengono in mente Cr ipple Bastar ds, Vanilla Sky, L acuna Coil e pochi altr i), i gr uppi che nascono sono tutti ottimi profeti in patr ia, ma trovano grosse resistenze e difficoltà a super are i confini nazionali e r ar issime occasioni per super are i confini europei. Qual è il problema? C?è una soluzione? Hai un asso nella manica? (K) Il problema è che ci vogliono i soldi, se vuoi uscire dal tuo orticello, ci vuole un furgone, gli strumenti e i soldi per caselli e benzina, oltre a farsi il culo per recuperare contatti e posti dove suonare. Chi ha potuto investire qualche giro se l?è fatto e dopo aver seminato ha potuto raccogliere. Ma la verità è che non esiste un circuito europeo (gli USA non li considero nemmeno) nel punk dove gli artisti italiani siano riusciti ad affermarsi. Purtroppo sono tutte situazioni saltuarie, e ci vuole molta dedizione, costanza e sacrificio per far diventare una band popolare nei territori europei. Aggiungici l?incapacità cronica delle label italiane di ottenere distribuzioni estere (io stesso ho sempre faticato tantissimo anche con gli Shandon che giravano parecchio l?Europa) e l?asso nella manica hai già capito che non esiste. Tor niamo al faceto. Quali sono i tuoi 5 dischi imprescindibili e la nuova uscita che più hai ascoltato quest?anno. E, a proposito di classifiche, i pr imi tre dischi di Ammonia, che prefer isci in assoluto. (K) 5 dischi: Refused ? The Shape of Punk to Come Metallica ? Kill?em all Dead Kennedys ? Fresh Fruit for Rotting Vegetables Rancid ? And Out Come the Wolves Nirvana ? Nevermind

E? recentissima la notizia che tu insieme ad altr i tuoi par tner s in cr ime come, per esempio, il gur u del gior nalismo musicale, che nomino con sconfinata stima, Daniel M arcoccia, abbiamo dato il via a Pogo Zine, una nuovissima Fanzine dedita al punk, al D.I .Y e all?autoproduzione. Raccontaci un po' il progetto e sopr attutto come, dove e perché è nata questa idea.

Uscita che ho ascoltato di più: Tim Timebomb ?Life?s for Living?.

(K) Con Franz di Wild Honey ci siam trovati a parlare della situazione della nostra scena, e la piega pessima che stava prendendo a causa del lockdown, ci è sembrato opportuno provare a fare qualcosa. Quel qualcosa si è materializzato in POGO zine, una fanza che però vuole essere un modo per fare rete. La fanzine è una scusa per parlare di un mondo, il nostro, e far entrare in contatto più gente possibile tramite un oggetto semplice (la può stampare chiunque, è un foglio A4 fronte retro) che puoi leggere ovunque. Il nostro mondo non è solo la musica, ma sono le band, le etichette, i mailorder, i negozi di dischi, gli illustratori, i locali, gli organizzatori etc etc.

A par te Nicolas N?K oulou, qual è il giocatore migliore del Tor ino Fc quest?anno?

Sui dischi Ammonia è veramente ardua. Sicuramene Thee S.T.P. ?Paradise and Saints?, poi Shandon ?Fetish? e poi ?Wrong? dei Viboras, ma potrei citartene altri, non saprei scegliere avendone fatti più di 200, ahahahahahaha.

(K) I giocatori migliori sono sempre e solo due SIRIGU e BELOTTI. Ma il calcio negli ultimi anni sta diventando una vera sofferenza. Life is pain, hardcore is suffering diceva il saggio, che probabilmente tifava Toro.

Cercheremo un po? alla volta di aiutarli a scoprire altri come loro, perché il paradosso di questi tempi è che tutti sono collegati, ma nessuno cerca niente di nuovo, sui social leggi sempre le stesse cose, sei in contatto con le stesse persone, i social per primi ti

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