Mtheory Progetto di Ponte in zona Vittorio Emanuele a Riccione; applicazione ed interazione di strategie BIM all’interno del processo progettuale. Tesi di Michele Tommasoli Relatore: ing. Alessio Erioli Corelatore: ing. Simone Garagnani c.d.l. in Ingegneria Edile Architettura a.a. 2011/2012.
“L’architettura, e non soltanto quella strutturale, è un campo dove oggi occorre rischiare. Chi non rischia vuol dire che sta imitando oppure ripetendo. Se si vuole invadere un campo nuovo occorre affrontare l’ignoto.” [Sergio Musmeci]
2
Mtheory
INDICE 4_INTRODUZIONE
M-Theory
19_GENESI
Logica
BIM
Curve
Strategie Commerciali
Progettare un ponte
Membrane
Interoperabilità Interna e Fruibilità
6_STRATEGIE
Volumi
Conclusioni
Form Finding
Curva delle pressioni
Minimal Surfaces
Ipotesi di Ingegnerizzazione
Il problema di Plateau
Viste
Frei Otto
Pattern
Antoni Gaudì
42_M-PRACTICE
Sergio Musmeci
Membrane digitali, SGM
45_IL PROGETTO DIGITALE, IL BUILDING INFORMATION MODELLING
Loop3
kangaroo
13_INQUADRAMENTO
Attualità
PSC
L’Altternativa
CAD e BIM
BIM e Complex Morphologies
Grasshopper
Strumenti ponte
IFC
Geometry Gym
50_RISULTATI
Mtheory
3
Introduzione:
dove nasce il progetto e quali obiettivi si pone, le strategie morfogenetiche che sono state utilizzate, il Building Information Modelling come modello progettuale. M-Theory è un progetto che parte dall’esperienza di tirocinio curriculare svolta presso il laboratorio SiLab dell’università di Bologna dove mi è stato proposto il tema di studio e dove ho avuto modo di conoscere e apprendere il mondo del Building Information Modeling. L’oggetto di questo studio riguarda il progetto di un ponte sulla darsena a Riccione. L’obiettivo di questa tesi è quello di affrontare il progetto del ponte non solo come collegamento tra due sponde ma anche come collegamento tra diversi modi di rappresentare la progettazione, ovvero il mondo del disegno computerizzato CAD e quello della gestione parametrica delle informazioni BIM. La tendenza architettonica spinge verso la generazione di geometrie sempre più complesse, tuttavia sotto questo aspetto gli strumenti di progettazione BIM attuali faticano a soddisfare le esigenze dei progettisti. Nasce quindi la necessità di una complementarietà tra strumenti CAD semi parametrici in grado di offrire una maggiore libertà creativa e software BIM capaci di gestire e controllare l’ingegnerizzazione e la concertazione del progetto.
4
Mtheory
M-Theory Gli organismi viventi sfruttano le proprietà di una determinata geometria per raggiungere alti livelli di prestazione. Questa strategia permette la realizzazione di forme che a parità di performance hanno un minor dispendio di materiale e quindi una migliore gestione economica delle risorse disponibili. Gli strumenti digitali sono in grado di simulare lo svolgersi di processi di generazione di tali minimal surfaces. Con M-theory, la teoria della membrana, si vuole comprendere ed interpretare questo fenomeno sotto forma di processo generativo. In questo procedimento di ricerca di forma il design è stato a volte subordinato ad esigenze di tradurre complex morphologies da un sistema di modellazione tradizionale ad uno di tipo BIM. Ne consegue quindi che la parte relativa allo sforzo creativo è stata ridotta a favore della ricerca sull’interoperabilità tra i due differenti modelli
tradurre in linguaggi digitali e parametrici un vastissimo mondo, quello della progettazione ingegneristica e architettonica, che fino a pochi anni fa si esprimeva principalmente mediante supporti cartacei. Attualmente la progettazione è un processo che coinvolge figure professionali diverse che devono poter comunicare tra loro in maniera chiara e veloce al fine di diminuire gli errori e ridurre i tempi.
Da qui il pensiero del BIM ha dato forma ad una vasta gamma di strumenti parametrici che hanno rivoluzionato in particolare l’edilizia tradizionale, l’impiantistica, la prefabbricazione e la gestione del cantiere. Attualmente la frontiera della ricerca sul BIM riguarda la modellazione di complex morphologies. Si tratta di due mondi che stanno lentamente stabilendo delle connessioni dovute in parte ai comuni caratteri parametrici, in parte all’interesse di gestire attraverso il BIM l’ingegnerizzazione di tali geometrie complesse. Su questo fronte gli strumenti BIM si trovano BIM a fronteggiare una loro sempre più crescente Il Building Information Modelling è per prima debolezza: la libertà creativa di modellazione. cosa un fenomeno culturale. Esso si propone di fungere da digitalizzazione del processo di progettazione. Nasce quindi dalla volontà di
PROGETTARE UN PONTE I ponti, grandi strutture di innovazione tecnologica e architetture di interazione col paesaggio. Mostrano al tempo attuale leggerezza formale e spazialità innervate ai contesti di attraversamento. Il ruolo del sistema strutturale è mutato, da pervasivo e ostentato, assume una configurazione diversa, emanazione visuale di un insieme complesso di forze che vanno oltre la gravità: le pressioni orizzontali del vento, gli effetti di sollevamento, le sollecitazione termiche, quelle dovute al pretensionamento, stilate in figure dinamiche nitide e sub-limini di penetrante comunicazione emotiva.
che apre scenari diversi dall’architettura dei dei materiali da costruzioni, attraverso rinnoponti del terzo millennio. vate consapevolezze interdisciplinari La tecnica sperimentale coinvolge e pervade le fasi, anche quelle più delicate e marginali del processo progettuale e costruttivo, dando corpo, come se uscissero da un gigantesco vaso di pandora, a una generazione di grandi strutture mutanti tra tecnica e architettura. È Certamente rilevante, in questo cambiamento, l’organizzazione “orizzontale” della società di ingegneria più illuminante, dove il processo progettuale e costruttivo viene messo in discussione, già dal suo primo divenire, senza imposizioni o gerarchie precostituite.
Il lavoro interdisciplinare di squadra favorisce Le tensioni strutturali esplorano geome- il cambiamento in continuo dei “punti di vitrie rese possibili da una ritrovata alleanza sta” disciplinari alla ricerca delle soluzioni più tra tecnica ingegneristica e architettura che confacenti con i requisiti del progetto. porta fuori dagli stereotipi disciplinari e dalla convenzioni costruttive dell’industria del- È un’impostazione organizzativa di interscamle costruzioni. Le condizioni di mutazione bio, più vicina alle produzioni di software per risiedono in gran parte nello spostamento computer o a quelle della pubblicità, piuttosperimentale avvenuto nelle tecniche di in- sto che alle piramidali e conclamate multinagegneria, luoghi per tradizione di inamovibili zionali produttrici di grandi opere. certezze. La convergenza delle fasi di progetto e di coÈ questa nuova “tecnologia dell’invenzione” struzione è spesso perseguita mediante tecnologie digitali, con le innovazioni tecniche Mtheory
5
Strategie:
La fase di ricerca di forma è stata condotta partendo da elementi teorici e riproponendo una serie di esperimenti sulla determinazione delle superfici minimali attraverso l’uso degli strumenti digitali. Verranno trattate l’importanza e le proprietà delle superfici minimali e le strategie messe in atto nella storia per utilizzare queste forme a favore della performance strutturale. FORM FINDING Introdotto sperimentalmente negli anni 50 dal genio di Frei Otto, il form finding è un metodo progettuale che esplora la tendenza del materiale ad auto-organizzarsi in relazione all’azione di particolari influenze esterne e alle caratteristiche intrinseche della materia stessa. Nella progettazione architettonica viene usato per sviluppare forme strutturali efficienti derivate dall’applicazione di forze gravitazionali e viene impiegato principalmente per generare la forma che deve essere costruita, studiarne, attraverso modelli fisici, il comportamento strutturale e realizzare l’edificio nella forma desiderata.
Form finding mediante membrane saponose
6
Mtheory
Frei Otto per primo ha applicato lo studio sulla forma della materia e sulle sue intrinseche prestazioni strutturali attraverso esperimenti, per lo più mono-parametrici, sul comportamento di un dato materiale. L’analisi, ad esempio, delle minimal surfaces attraverso gli esperimenti condotti sulle bolle di sapone avevano lo scopo di capire come il materiale fosse in grado di auto-organizzarsi descrivendo la minima superficie strutturalmente efficiente tra due o più telai. Il form finding è un processo che avviene in
natura dove le dinamiche ecologiche favoriscono organismi in grado di gestire economicamente le risorse; per raggiungere questi livelli di performance l’evoluzione seleziona organismi viventi che sfruttano le proprietà geometriche delle forme per risparmiare l’utilizzo di materiale. Anche gli organismi biologici quindi sviluppano delle minimal surfaces per raggiungere alti livelli di prestazione. Le minimal surfaces minimizzano l’utilizzo di materiale ma massimizzano le funzioni di leggerezza-resistenza, risorse-prestazione. Tale rapporto è visibile osservando l’apparato scheletrico degli organismi vertebrati. Nelle ossa umane ad esempio la distribuzione del volume tende ad ottimizzarsi a seconda delle prestazioni richieste. Tale processo avviene in scala macroscopica all’intero dell’evoluzione della specie e in scala microscopica osservando le variazioni di forma di determinati corpi a seconda dello stile di vita di ogni singolo individuo. Individui umani anziani ad esempio, con la diminuzione della loro motricità subiscono una diminuzione del loro volume osseo (in seguito al processo continuo di demolizione e ricostruzione) fino a raggiungere una nuova posizione di equilibrio tra la forma e il loro stile di vita. La stessa cosa è visibile negli atleti agonisti dove il loro fisico deve adattarsi
Gli aculei nella foglia di Aloe Vera Un esemplare di Squilla Mantis Una vertebra umana
per raggiungere alti livelli di prestazione.
MINIMAL SURFACES
IL PROBLEMA DI PLATEAU
Organismi invertebrati come insetti o crostacei e organismi vegetali, la cui dimensione e condizione ecologica ha determinato soluzioni alternative alla formazione di un apparato scheletrico, utilizzano membrane rigide per sopperire al bisogno di autoportarsi e di difendersi. Il guscio protettivo della Squilla Mantis composto da chitina è più sottile di un unghia eppure garantisce elevati standard di resistenza se soggetto a stress; tale caratteristica è conferita dalla distribuzione del materiale in una membrana a doppia curvatura che le conferisce resistenza. Lo stesso principio sta alla base delle foglie di certe piante grasse come ad esempio l’Aloe Vera. In questo caso l’ulteriore presenza di aculei sui margini della foglia conferiscono protezione verso organismi predatori e creano una ulteriore curvatura distribuita lungo lo sviluppo della foglia che crea dei picchi di resistenza flessionale.
In matematica una superficie si dice minima se dato un perimetro non planare che la contenga essa abbia area minima rispetto alle infinite superfici che possono essere contenute. La superficie minima più conosciuta è la sfera. Dal punto di vista della curvatura le superfici minime hanno la proprietà che su tutta la loro estensione sono caratterizzate da curvatura media costante e nulla. Si intenda la curvatura media come una media matematica delle due curvature principali presenti lungo una superficie. Dal punto di vista del beneficio statico l’uniformità geometrica dovuta alla curvatura costante lungo una superficie è in diretta relazione con una uniformità di comportamento statico. La conformazione di una minimal surface è quindi una condizione di equilibrio stabile.
Il problema delle superfici minime venne sollevato nel 1760 da Lagrange, ma prese in seguito il nome da Joseph Plateau, matematico che arrivò per via sperimentale a delineare un metodo per risolvere il problema. Lo schema di riferimento alla base degli esperimenti di Plateau è quello delle pellicole saponose appoggiate ad un corpo rigido le quali, per effetto della tensione superficiale, tendono ad assumere la forma minimale su quel contorno. Questo tipo di membrane, strutturalmente calcolabili mediante funzioni differenziali armoniche, si deformano dunque come “membrane armoniche”.
Ricercare la superficie minima dato un generico perimetro con determinate condizioni di Il processo di ricerca di forma tende a trova- vincoli è un problema che ricade nel calcolo re situazioni di stabilità all’interno di relazioni delle variazioni ed è conosciuto come il promultiperformance. Il suo scopo è il raggiungi- blema di Plateau. mento di equilibrio tra l’economia della forL’esperimento di Plateau con membrane sama e la sommatoria degli standard che diverponose se prestazioni richiedono. Mtheory
7
Lo stadio Olimpico di Frei Otto
Tensostrutture al Padiglione Tedesco di Montreal
FREI OTTO
strutture [Benvenuto E. “la scienza delle costruzioni e il suo sviluppo storico”]
In architettura diversi progettisti nel corso degli anni hanno sfruttato ed esplorato metodi per la generazioni di superfici minime e le loro proprietà. Tra i casi più noti vi sono gli studi di Frei Otto su tensostrutture ottenute a partire da sistemi funicolari descrivibili tramite griglie elastiche.
Se è vero, in genrale, che la forma di una struttura esplica un ruolo determinato per le sollecitazini corrispondenti, ciò diventa particolarmente significativo per certe strutture, tra cui prmeggiano le membrane. È quindi La pianta del Padiglione Tedesco di Montreal. ben comprensibile che accanto al problema Osservando il perimetro è possibile notare le diretto (“data una certa membrana, soggetta a certi carichi e a certe condizioni di vincolo, condizioni di vincolo della geometria. determinare le caratteristiche della sollecitazione”) sia venuto in luce il problema inverso (“assegnato un certo regime statico, ricercare la forma della membrana che lo verifica”) … Ciò vale, ad esempio, per le membrane non resistenti a compressione, come le tende, la cui forma non può prescindere dalle esigenze statiche … Le metodologie seguite sono sperimentali … a questa classe, ricca di risultati suggestivi, appartengono le ricerche di Otto, legate soprattutto alle applicazioni su tenso-
8
Mtheory
La leggerezza e la flessibilità delle tensostrutture comportano notevoli vantaggi di applicazione: la geometria variabile di grandi coperture mobili, l’adattabilità agli usi ed alle condizioni climatiche, la demontabilità, il trasporto, la riutilizzabilità, la eventuale temporaneità, la compatibilità con le forme naturali, l’unitarietà degli spazi interni ed esterni. La applicazione delle membrane armoniche alle coperture di grande luce, viene risolta da Frei Otto suddividendo la superficie in tanti settori cuspidati ad alta curvatura, mediante l’inserimento di ritti strutturali dislocati secondo la distribuzione degli sforzi.Le tensostrutture di Frei Otto raggiungono maturazione tecnica e architettonica nel Padiglione Tedesco per l’expo di montreal del 1967. Il reticolo formato da cavi di acciaio di 12mm di diametri con distribuzione romboidale e sollecitazioni superficiali uniformi sui ritti strutturali. Inoltre la orografia variata del terreno aveva permesso di plasmare la forma della tensostruttura lungo il percorso espositivo. La membrana è stata realizzata in un tessuto poliestere con guaina in PVC sospesa a distanza di 30/40 cm dai cavi con fermagli di sicurezza.
ANTONI GAUDì
stata in grado di sostenere la gravità rigirando la direzione delle catenarie, trasformando Mentre Frei Otto applicava le geometrie ar- quindi il regime di carico da pura tensione a moniche alle tensostrutture Antoni Gaudì, pura compressione. quasi cento anni prima, non disponendo della tecnologia siderurgica degli anni ’60 aveva Il metodo di Gaudì tuttavia non è da consideapplicato un metodo simile al problema oppo- rarsi sempre esatto. Molti dei suoi edifici insto, quello della compressione. Egli osservava fatti risultano attualmente in parte lesionati. le costruzioni gotiche caratterizzate da archi La debolezza del suo ragionamento è da imacuti e slanciati e criticava l’utilizzo di struttu- putare a due differenti motivi. Il primo consire di supporto artificiali, come contrafforti e ste nel considerare solamente l’azione della archetti rampanti, che gli architetti coevi neo- gravità e non le altre forze in gioco come ad gotici utilizzavano per bilanciare le spinte la- esempio la spinta del vento o quella causata terali dovute alla geometria degli archi. Pen- da un evento sismico. Infine mentre la tensò di poter in qualche maniera completare il sione può essere considerata come opposto vecchio stile gotico senza ricorrere a strutture teoretico della compressione, una struttura di supporto ulteriori. Il metodo che mise in formata da colonne inclinate non si può deatto consisteva nel determinare la geometria finire come l’esatta controparte di un modi una struttura partendo da un modello in dello funicolare. Infatti mentre all’interno di scala formato da un complesso sistema di cor- una struttura formata da stringhe reticolari si de e pesi. Partendo da questo modello Gaudì hanno solo tensioni o compressioni, il comera in grado di lasciare alla forza di gravità il portamento meccanico di una sezione in piecompito di ottimizzare la geometria. Succes- tra o cemento fa si che in certi casi la sezione I modelli di catenarie utilizzati da Gaudì per la sivamente era necessario realizzare l’edificio inflessa si parzializzi e sia soggetta sia a com- progetazione delle suo strutture sostituendo la pietra alla corda seguendo il pressione che a trazione, principale debolezmodello ribaltato. Il ragionamento che segui- za dei materiali lapidei. va Gaudì era molto semplice, egli ipotizzava che se la gravità tirava la costruzione fino alla sua giusta forma, tale configurazione sarebbe Mtheory
9
SERGIO MUSMECI
“Il ponte non viene concepito come un arco che deve opporsi alla forza peso, ma come una superficie senza massa destinata a bilanciare solo forse interne di trazione: non è il risultato della definizione plastica di un arco funicolare, è la mutazione di una struttura in tensione, indifferente alle forze di gravità: non meraviglia che le volte, sulle prime, diano l’impressione di una ragnatela tesa tra il suolo e la fettuccia dell’impalcato” [Sergio Musmeci]
Il caso forse più esemplicativo per quanto riguarda l’utilizzo di superfici minime è quello del ponte sul Basento ad opera di Sergio Musmeci. Il suo lavoro fu indirizzato particolarmente alla ricerca della forma, che “nella misura in cui aderisce organicamente alla propria funzione statica, può divenire il veicolo di una comunicazione tra l’oggetto architettonico e la facoltà intuitiva del fruitore”. Egli concentrò i suoi studi sulle forme minimali, rivelando con chiarezza i flussi delle forze che attraversano la struttura. Per Musmeci esiste una e una sola quantità minima di una determinata materia con cui una struttura
10
Mtheory
può essere realizzata, una volta determinato il sistema delle forze esterne. Tale “forma ideale” è un’invariante, un riferimento rispetto al quale sviluppare le successive elaborazioni che consentano a tale forma di divenire oggetto concreto, valutando tutti gli elementi reali, quali le sollecitazioni esterne e la loro dislocazione nello spazio, la natura del suolo e i materiali utilizzati. La sua metodologia progettuale prevedeva l’utilizzo complementare di calcoli matematici e modelli di studio, per la realizzazione dei quali impiegò numerosi materiali, tra cui pellicole liquide di soluzione saponata tese tra fili di cotone, come negli stessi anni andava facendo Frei Otto; la gomma o semplicemente cordicelle con piccoli carichi, così come aveva fatto a cavallo tra il XIX e il XX secolo Antoni Gaudì. Durante la progettazione del Ponte sul fiume Basento, Musmeci utilizzò inizialmente le soluzioni saponate per definire la forma della volta, a cui seguirono un modello in neoprene e successivamente uno in metacrilato, affiancati, ovviamente, da un meticoloso e complicato processo di calcolo matematico. Tale ponte rappresenta il punto focale della sua ricerca sulle membrane sottili.
MEMBRANE DIGITALI, STRETCHED GRID ME- la griglia per poi lasciare che il sistema gene- LOOP3 THOD rato trovi un suo equilibirio statico. Nell’esperienza personale di questa tesi l’inAttualmente gli strumenti digitali sono in gra- Questo metodo consiste nella trasposizione teresse verso le superfici minimali è nato in do di fornire approssimazioni molto fedeli digitale degli esperimenti di Frei Otto, Antoni seguito all’ingegnerizzazione dell’installaziodella soluzione al problema di Plateau. Il me- Gaudì e Sergio Musmeci sopra citati. Il van- ne Loop3 per la biennale di architettura di todo più utilizzato è lo stretched grid method, taggio di gestire questo tipo di processo con Thessaloniki “Architecture And The City”; inabbreviato in SGM. Di frequente utilizzo in l’ausilio di uno strumento digitale di calcolo stallazione progettata da un team di studenti ingegneria ed architettura per la risoluzio- sta nella semplicità con la quale esso può es- dell’università di ingegneria di Bologna. Risolne di problemi che possono essere descritti sere ripetuto e nella possibilità di eseguire vendo il problema legato alla determinazione con le proprietà di una griglia elastica come analisi di tipo multiparametrico. delle superfici elastiche di lycra che componil progetto di strutture tessili o funicolari. Lo gono l’installazione ho avuto modo di conoL’esperimento di Musmeci è stato riproposto stretched grid method consiste nell’approssiscere i meccanismi di formazione delle superin chiave digitale da Arturo Tedeschi utilizzanmare una superficie ad una griglia elastica. In fici armoniche e gli strumenti digitali in grado do il motore di simulazione fisica Kangaroo. I un processo di ricerca di forma si determinadi simulare il processo. risultato è stata una esatta riproduzione della no i vincoli esterni, le proprietà di elasticità e le modalità attraverso le quali viene generata membrana studiata per il ponte sul Basento.
L’installazione Loop3 durante la sua esposizione nell’atrio della facoltà di ingegneria.
Mtheory
11
Il ponte sul basento riprodotto da Arturo Tedeschi utilizzando Kangaroo.
Esempi di superfici “rilassate” secondo metodo monoparametrici e multiparametrici. KANGAROO Il motore che è stato scelto per condurre le simulazioni di superfici armoniche è Kangaroo, un componente aggiuntivo per Grasshopper, noto plug-in per Rhinoceros 3D. Tra la gamma di strumenti esistente Kangaroo non eccelle in quanto a velocità di calcolo ma grazie alla visualizzazione delle iterazioni di calcolo sotto forma di animazione e ad una elevata quantità di componenti dinamici acquisisce una notevole versatilità.
12
Mtheory
Inquadramento:
Il caso di studio preso in esame riguarda la riqualificazione della zona di via Vittorio Emanuele all’altezza del ponte sulla darsena a Riccione. Di seguito viene descritta nel dettaglio l’area interessata sottolineando criticità e pregi presenti nel territorio; viene descritta la situazione attuale, l’assetto dell’area definito dal PSC e la proposta di intervento urbano per l’area oggetto di studio Riccione è una città caratterizzata da un forte impianto di ricezione turistico che si estende lungo tutto il litorale. Si può parlare di una vera e propria fascia a venazione turistica che si estende già dal comune di Rimini fino a sud, al confine con la provincia di Pesaro. Per quanto riguarda l’estensione di questa fascia all’interno dell’area comunale di Riccione essa è divisa in due sottofasce di differente rilevanza. La prima si estende dal lungomare fino a viale Dante Alighieri, considerato viale centrale, e la seconda finisce al limite con la linea ferroviaria. Il passaggio della via ferroviaria, oltre a dividere la Riccione turistica da quella più propriamente residenziale rappresenta anche un grande ostacolo fisico per gli attraversamenti tra le due zone.
principale infrastruttura di attraversamento a sud della darsena, il ponte di Viale Vittorio Emanuele. A seguito dell’intervento di piano il ponte si ritroverà in una posizione di alta visibilità. Diventerà il punto di arrivo della nuova viabilità che collegherà Riccione all’autostrada e alla tangenziale; inoltre la sua posizione rialzata sul livello del mare, dovuta alla presenza dell’antica falesia costiera, lo rende un potenziale punto di riferimento visibile da tutta la darsena. Da queste considerazioni nasce l’intento di trasformare l’attuale ponte in un landmark che possa fungere da punto di riferimento nel territorio e rappresenti una sorta di porta della città.
La viabilità urbana subisce dei sovraccarichi durante il periodo estivo, quando il traffico turistico raggiunge l’apice; per risolvere le criticità derivanti è stato pianificato un intervento urbanistico volto a trasferire buona parte di questo traffico su un nuovo apparato viario affiancato alla darsena e collegato direttamente con l’autostrada. A seguito di tale intervento molte aree attualmente non urbanizzate o soggette a degrado si ritroveranno in posizioni strategiche. Tra queste vi è la Mtheory
13
L’area urbana di riccione, collocazione del sito e gli elementi forti del paesaggio Aeroporto
Statale Adriatica
Antica falesia costiera
Porto turistico
Caso di studio
Viale Ceccarini Ferrovia Autostrada
14
Mtheory
ATTUALITA’ La scarsità dei punti di attraversamento sulla ferrovia e l’ingente carico carrabile che la viabilità è costretta a sostenere durante i periodi vacanzieri per garantire l’accesso al mare hanno dato luogo a soluzioni caotiche che sono finite per andare a portare la maggiore quantità di traffico all’interno di zone di pregio. In particolare l’attuale sistema della viabilità prevede un collegamento diretto e veloce dal casello autostradale alla circonvallazione “Adriatica” di Riccione dalla quale il traffico in direzione mare viene deviato all’interno della zona urbana attraverso viale Ceccarini; si tratta della zona centrale, nonché simbolo della vita commer-
ciale e sociale di Riccione che si trova quindi molto spesso sotto ingenti carichi stradali. il collegamento con il mare prosegue immettendo lungo la viabilità che costeggia la ferrovia per poi smistare il traffico verso i pochi sottopassaggi. Il principale attraversamento della ferrovia è quello situato a ridosso della darsena e contraddistinto da due rotonde in successione. Da qui in poi la strada costeggia la darsena fino al porto turistico dove il traffico si sparge per la zona turistica in maniera capillare per trovare parcheggio.
Porto turistico La viabilità di accesso alla fascia turistica, assetto attuale
Ciclabile
Ferrovia
Statale Adriatica
Viale Ceccarini
Mtheory
15
PSC
saua, la zona tra viale Cattolica e la darsena e mare. Questa particolarità è dovuta alla preil parcheggio adiacente a viale Vittorio Ema- senza della vecchia falesia del litorale, risaPer risolvere il problema del sovraccarico di nuele. lente all’incirca ai tempi dell’impero romano, Viale Ceccarini e di via dei Mille (una litorache percorre tutta la zona costiera ad una nea secondaria che segue il tracciato della A seguito di questo intervento sono previste distanza variabile di circa 700 m dalla costa, ferrovia) nei recenti piani urbanistici è stata buone ipotesi di sviluppo per la zona di viale fino a congiungersi con quella attuale a sud di approvata la creazione di una viabilità di at- Vittorio Emanuele. In particolare l’attraversa- Riccione.In seguito all’intervento sulla viabilitraversamento. Questa parte dalla rotonda mento sulla darsena si troverà in una posizio- tà, il ponte di viale Vittorio Veneto si troverà Viale Enrico Berlinguer (collegata alla rete au- ne strategia, sia perché collegherà due zone quindi in una posizione di accentuata visibilitostradale) e arriva direttamente al più vicino territoriali che venendo riqualificate acqui- tà sia dalla rotonda di viale Berlinguer, sia dal attraversamento della ferrovia costeggiando steranno pregio, sia perché la sua particola- lungo darsena. il parco attorno alla darsena. L’intervento, re posizione geografica lo rende un landmark che è già in fase di realizzazione creerà grosse del territorio. Infatti il ponte di viale Vittorio opportunità di sviluppo nei territori limitrofi. Emanuele, a differenza di tutti gli altri ponti Sono già indicati all’interno del PSC di Riccio- carrabili sulla darsena, che si trovano ad una ne alcune zone oggetto di riqualificazioni, in altezza dal pelo dell’acqua di circa 2 m, colPorto turistico particolare i ruderi a nord ovest di viale Mas- lega due zone all’altezza di circa 8 metri dal
La viabilità di accesso alla fascia turistica come pianificata sul PSC
Ciclabile
Statale Adriatica
16
Mtheory
Nuovi poli funzionali
Ferrovia
L’ALTERNATIVA
la creazione di un grande parcheggio su più piani che accolga parte del traffico entrante. Questa strategia nasce dall’interesse di non sovraccaricare la rete stradale e il sistema dei parcheggi della fascia litoranea. Attrezzando tale area con sistemi di bike-sharing e navette diminuirebbe il carico carrabile sulle zone critiche (come i sottopassi della ferrovia). Il nuovo parcheggio prevede una parte esterna che durante i mesi invernali, non essendovi la stessa necessità di posti macchina, verrà utilizzata per il rimessaggio delle imbarcazioni. Inoltre i posti macchina creati serviranno anche le nuove zone funzionali destinate a sorgere nella zona.
Il punto di partenza per la mia proposta di assetto dell’area parte dalla viabilità definita nel PSC e ne modifica alcuni aspetti. In particolare per quanto riguarda la viabilità ho scelto un collegamento più diretto eliminando la seconda rotonda in via dei mille e congiungendo il nuovo asse proveniente dall’autostrada con la rotonda già esistente in corrispondenza del sottopasso ferroviario. In questo modo la nuova viabilità di attraversamento costeggerà la darsena nel tratto compreso tra via Vittorio Emanuele e via dei Mille. Inoltre parte della zona compresa tra viale Cortemaggiore e viale Vittorio Veneto, individuata nel PSC come Porto turistico ambito da riqualificare, verrà sfruttata per Questo tratto della darsena è attualmente
in forte stato di degrado. La sua lontananza dallo sbocco sul mare lo rende infatti poco frequentato a causa dei continui attraversamenti sulla darsena che limitano il passaggio di imbarcazioni di medie dimensioni. Inoltre un muretto in cemento armato separa il lungo darsena dal canale negando la presenza del waterfront e creando un ambiente chiuso e a se stante. Inoltre l’attuale ponte risulta una strozzatura lungo il percorso della darsena, non solo in larghezza ma anche in altezza. Nonostante la scarsa fruibilità natante della darsena questo tratto potrebbe comunque sfruttare i percorsi pedonali e ciclabili presenti per creare una passeggiata che dal centro urbano porti verso il parco a monte.
Viabilità di accesso alla fascia turistica, proposta di intervento
Parcheggio
Ciclabile Nuovi poli funzionali
Ferrovia
Statale Adriatica
Mtheory
17
La mia ipotesi prevede di utilizzare questo parco come corridoio verde tra la Riccione residenziale e il mare. A tal fine ho optato per il potenziamento paesaggistico del percorso ciclabile già presente ad est della darsena e la creazione di un altro percorso sulla riva opposta. Per fare ciò gli appoggi del ponte che verrà ricostruito sono stati spostati più internamente, allargando quindi la luce e lo spazio per far passare percorsi e creare veri spazi di aggregazione.
Immagini della darsena e del ponte attuale nei pressi di via Vittorio Emanuele
18
Mtheory
Genesi
Viene descritto il processo di ricerca di forma attraverso il quale è stato generato il progetto.. Lo sviluppo è diviso in tre fasi, curve, superfici, volumi. L’obiettivo finale è quello di ottenere una geometria tridimensionale solida e chiusa dalle complesse caratteristiche di curvatura. Il processo di ricerca di forma si proponeva di ottenere un oggetto tridimensionale dotato di una complessa curvatura superficiale tramite l’utilizzo di superfici rilassate. La ricerca è stata condotta in tre principali momenti che hanno avuto come oggetto di studio elementi dalle caratteristiche dimensionali crescenti. Infatti si è prima partito da delle curve, utilizzate nella seconda fase per generare delle superfici la quale somma e composizione ha infine portato alla creazione di geometrie tridimensionali chiuse.
to impostato un dominio simmetrico rispetto all’origine come parametro variazionale. Modificando il dominio si è osservato il comportamento della curva sommandolo insieme ad altri profili generati allo stesso modo. Per aumentare la curvatura rispetto a tutti e tre gli assi sono state applicate delle trasformazioni con legge parabolica lungo la direzione del piano della curva e lungo il piano ad esso perpendicolare. Infine per individuare dei punti di controllo all’interno della curva sono state create delle discontinuità in corrispondenza dei picchi di curvatura. Il risultato è stato CURVE quindi una curva simmetrica, tridimensionaCome già detto, la ricerca è iniziata parten- le, discontinua e variabile in base al dominio do da un oggetto bidimensionale, una curva, di partenza e alle funzioni di trasformazione. che rappresentasse un profilo di partenza nel quale individuare parametri di trasformazione. La scelta è ricaduta da subito su una curva caratterizzata da una curvatura complessa, come quella del grafico della funzione sincrona f(x)=[sin(x)]/x Si tratta di una funzione trigonometrica rappresentante l’andamento di un’onda che si smorza progressivamente lungo i suoi assi. Trattandosi di una funzione asintotica è staMtheory
19
T1: -7 to 3
T1: -10 to 5
T2: -3 to -7
T2: -5 to 10
T1: -7 to 2
T1: -8 to 4
T2: -2 to 7
T2: -4 to 8
T1: -9 to 4
T1: -7 to 4
T2: -4 to 9
T2: -4 to 7
Sync(x): sin(x)/x
Multiple sync
Addition
3D transformation
20
Mtheory
T1: -6 to 3
T1: -9 to 5
T2: -3 to 6
T2: -5 to 9
kink angle: 65.285
kink angle: 55.481
V variation: -1.118 to 2.326
V variation: -1.179 to 2.354
Def V Conf 1: -0.638 to 0.059
Def V Conf 1: -0.832 to 0.004
Def H Conf 1: -0.379 to 0.475
Def H Conf 1: -0.302 to 0.448
kink angle: 65.285
kink angle: 65.857
V variation: 0.171 to 1.054
V variation: -1.179 to 2.354
Def V Conf 1: -0.701 to -0.03
Def V Conf 1: -0.643 to -0.032
Def H Conf 1: -0.379 to 0.475
Def H Conf 1: -0.302 to 0.448 Mtheory
21
Le varie configurazioni ottenute modificando i parametri sono state raccolte e osservate per ricercare quella con le migliori caratteristiche geometriche e di curvatura. Nella scelta sono state anche considerate le capacitĂ di aggregazione di ciascuna curva quando ripetute lungo un asse e le possibili superfici ottenibili. Lungo gli assi di popolamento sono stati fatti variare i parametri di ciascuna curva in modo da ottenere un gradiente di variazione.
22
Mtheory
La traettoria iniziale del ponte. Le leggi variazionali dipendono dal valore z di ogni punto Per deformare le curve fondamentali in modo da migliorare le performance della geometria sono stati individuati dei punti fondamentali che regolano il comportamento generale della sezione. Per ogniuno è stata individuata una funzione variazionale dipendente dalle coordinate longitudinali del ponte.
Si tratta di nove punti simmetrici rispetto al punto centrale. Ex, regolano l’altezza e l’orientamento delle cuspidi lungo il ponte. La loro variazione dipende da una funzione derivata dalla parabola.
Mid, determinano l’ampiezza della sezione e del piano stradale. Seguono una funzione il cui grafico è esprimibile da una curva di Bezier Wing, sono i punti più sporgenti al di fuori del piano di sezione, controllano non solo due delle curvature principali all’interno del ponte ma determinano anche la compenetrazione tra i vari conci. Quest’ultima caratteristica determina la capacità del ponte di trasmettere agli appoggi eventuali sforzi orizzontali dovuti a vento o sisma. Anche questa caratteristica è regolata da una funzione di Bezier
Mtheory
23
Body, sono i tre punti centrali e regolano la curvatura centrale principale del ponte. La loro variazione dipende da una funzione parabolica.
di springs. Una spring è un oggetto dinamico rappresentante una relazione di forza elastica tra due oggetti. Viene utilizzata frequentemente nei processi di ricerca di forma per simulare il comportamento di molle ed elaMEMBRANE stici. Le forze elastiche delle springs seguono Determinati i profili di base si è poi passato la legge di Hooke e dipendono quindi dalla rialla creazione di superfici per il rilassamen- gidezza della molla e dalla distanza tra i due to. Inizialmente sono state tracciate le maglie oggetti vincolati. della griglia elastica seguendo traiettorie line- In questo caso le springs sono state combiari; la ricerca di equilibrio tra le fibre elastiche nate per formare una griglia vincolando i avrebbe poi generato la configurazione finale vertici di ciascuna maglia. La griglia dinamica della griglia. così ottenuta è paragonabile come comporIl procedimento di ricerca di forma in questa tamento a una membrana saponosa o ad un fase è stato ottenuto generando un sistema tessuto elastico. Essa è stata vincolata ai profili di base tra uno spazio e l’altro. All’interno
24
Mtheory
di questa griglia sono state individuate alcune springs che hanno ricevuto parametri leggermente differenti dalle altre. In particolare è stata diminuita la rigidezza di alcune springs della fascia centrale per creare delle cuspidi in corrispondenza dei profili di base. Questa soluzione è stata ricercata per aumentare la curvatura della geometria lungo la direzione dell’asse e ha portato infine alla formazione delle caratteristiche punte della forma finale.
La prima superficie ottenuta è stata quella inferiore del ponte. Per ottenere un oggetto tridimensionale è stata definita prima la superficie carrabile superiore poi è stato ripetuto il processo di rilassamento tra le due superfici esistenti. Il processo è stato ripetuto per ogni bordo delle due superfici fino ad avvolgere il volume finale all’interno di membrane elastiche. Le particolari condizioni di vincolo che sono state imposte hanno reso waterthight (ovvero chiusa) la forma ottenuta. Questa caratteristica è molto importante per quanto riguarda la modellazione della geometria e la possibilità di svolgere analisi prestazionali sulla geometria (tra cui quelle strutturali).
Mtheory
25
Ex: x(-5.043; 0.440) y(4.603; -0.932) Mid: y(0.934; 0.547) z(2.391; -2.391) W: z (0.972; -0.972) Body: y(-4.201; 6.304)
Ex: x(-5.873; 0.986) y(4.603; -0.428) Mid: y(1.435; 0.613) z(1.794; -1.794) W: z (0.698; -0.698) Body: y(-4.674; 5.839) Ex: x(-5.043; 0.440) y(6.237; -0.952) Mid: y(1.433; 0.547) z(2.391; -2.391) W: z (1.582; -1.582) Body: y(-3.845; 4.671)
Ex: x(-5.043; 0.440) y(4.471; -0.988) Mid: y(0.934; 0.566) z(3.635; -3.653) W: z (0.972; -0.972) Body: y(-4.201; 5.232)
Ex: x(-5.043; 0.440) y(4.603; -0.932) Mid: y(0.934; 0.547) z(2.391; -2.391) W: z (1.664; -1.664) Body: y(-4.201; 6.304)
26
Mtheory
VOLUMI Per ottenere infine dei solidi tridimensionali sono stati effettuate 4 diverse fasi di rilassamento della mesh. La prima, già descritta in precedenza ha formato il guscio inferiore, la seconda e la terza hanno avvolto la geometria superiormente e lateralmente, la quartaè servita per alleggerire i conci svuotandoli in corrispondenza delle parti più voluminose. La geometria finale, essendo waterthight, è stata elaborata con degli algoritmi di suddivisione dei poligoni per darle l’aspetto finale.
Mtheory
27
Una volta elaborato il processo per ottenere volumi chiusi tridimensionali si è definito quello che sarebbe stato presentato come elemento finale. Una nuova variazione dei paramteri di base ha permesso di studiare come questi cambiamenti avevano effettivo riscontro sul volume finale. Sono state quindi eleborate diverse soluzioni per ricercare la configurazione finale. Lo scopo di questa fase della ricerca era quello di trovare la giusta combinazione di parametri ottenendo la massima variazione dei punti di controllo senza ottenere compenetrazioni nella geometria o compromettere caratteristiche legate alla performance funzionale e strutturale.
28
Mtheory
Trovato il giusto equilibrio tra i parametri sono stati concentrati gli sforzi sulla modellazione dei conci che compongono il ponte. Il numero di elementi è stato ridotto rispetto alle soluzioni iniziali per renderli elementi più tridimensionali, definibili e per conferire al ponte che si stava formando un’aspetto più slanciato. Attraverso modellazione delle facce poligonali sono state eliminate alcune imperfezioni della geometria dovute a compenetrazione tra i conci e sono statieaccentuate certe forme proprie delle curve che si erano perse durante la fase di discretizzazione dovuta alla griglia elastica. Tale processo unito ad una ulteriore operazione di suddivisione delle facce
ha portato i conci ad una forma che si è poi mantenuta fino alla fase di patterning. I conci totali risultano 11, considerando la simmetria esistono 6 differenti variazioni del componente. Il concio centrale assume i caratteri e le funzioni di una chiave di volta. Esso è inoltre l’unico elemento del ponte che presenta simmetria rispetto a due piani.
Mtheory
29
La modellazione del paesaggio circostante al ponte è stata condotta con gli stessi metodi utilizzati nella creazione del ponte. In questo caso sono state create ulteriori curve per la creazione di griglie elastiche al di fuori degli appoggi del ponte; esse sono state ricavate in modo che la perturbazione creata dalla presenza del ponte si andasse lentamente planarizzando allontanandosi da esso. Come linee guida in questo processo sonos tate tenure le traettorie delle due principali viabilità presenti sul luogo, determinando cosÏ anche una gerarchia stradale. Il ripetersi dei processi generativi utilizzati per i conci nella modellazione degli ambienti sottostanti ha portato alla creazione di un waterfront. Anche in questo caso, lungo i profili della darsena si crea una perturbazione centrale che si attenua allontanandosi. L’utilizzo della funzione sincrona, utilizzata in precedenza per ottenere le curve, si presta in maniera ottimale a questo scopo.
30
Mtheory
A seconda della posizione della rislante delle forze rispetto al nocciolo centrale d’inerzia cambia lo stato tensionale del corpo. A fianco sono rappresentate le quattro situazioni possibili, da sezione interamente compressa fino al ribaltamento.
CURVA DELLE PRESSIONI Per conoscere il comportamento statico statico della struttura e l’entità delle forze agenti sul sistema si è proceduto a ricavare la curva delle pressioni. Tale verifica è stata necessaria per capire se i conci in pietra formanti il ponte avessero o meno un comportamento ad arco. I risultati conseguenti sono stati utilizzati come feedback per variare i parametri alla base della geometria ed ottenere una configurazione tale sempre più compatibile con le performance ricercate. Per iniziare è stato individuato l’asse baricentrico della struttura. In seguito, tramite metodo grafico, è stata ricavata la curva delle pressioni. Quest’ultima è in grado di fornire numerose informazioni riguardo agli sforzi agenti sulla generica sezione. Essa rappresenta il luogo dei punti delle successive risultanti degli sforzi applicati alla struttura, quindi in sezione individua il punto di applicazione dello sforzo. Per sapere se in una struttura si instaura un effetto ad arco occorre verificare che il punto risultante degli sforzi sulla sezione cada all’interno del nocciolo centrale
d’inerzia della sezione, definito come il luogo geometrico dei punti che sono centri relativi di rette, tangenti e non secanti al contorno della sezione; ciò significa che uno sforzo con punto di applicazione risultante interno al nocciolo centrale d’inerzia ha un asse neutro esterno alla sezione. Ne consegue che che la sezione è sollecitata in maniera omogenea e non si parzializza dando luogo a flessioni. In questo caso si è raggiunta la condizione per il verificarsi di effetto arco. I conci del ponte risultano quindi sempre compressi. Tale risultato è stato raggiunto modificando i parametri iniziali e controllando l’altezza della freccia del ponte. Inoltre la particolare distribuzione dei volumi iniziale dovuta alle leggi di variazione dei punti che generano le curve fondamentali ha aiutato il raggiungimento di tale fenomeno dando all’asse baricentrico traettoria parabolica.
Mtheory
31
A
B
C
D
E
F
G
H
I
L
Spaccato tridimensionale: sono state rappresentate in ciano le informazioni relative all’asse baricentrico e in magenta quelle della curva delle pressioni
A
D
G
H
B E
I
C F
L
32
Mtheory
Sezione in mezzeria Mtheory
33
Vista Nord
34
Mtheory
Prospetto Nord OEst
Sezione longitudinale Mtheory
35
0
36
5
10
Mtheory
15
20
25
OTTIMIZZAZIONE E INGEGNERIZZAZIONE Per la realizzazione dei conci si è ipotizzato l’utilizzo di una struttura in cemento armato. Per risolvere problemi di realizzabilità di getti per componenti di tali dimensioni e per il loro trasporto e montaggio è stato pensato di dividere ogni componente in parti. Per isolare ciascuna parte è stato utilizzato topostruct, un software di ottimizzazione strutturale. Dati il volume di studio, i carichi agenti e i vincoli, questo strumento è in grado di eseguire l’ottimizzazione della geometria, ovvero può individuare la superficie minima di resistenza agli sforzi agenti. I conci sono quindi stati divisi in parti osservando i risultati dell’ottimizzazione. Sono stati creati dei tagli in cor-
rispondenza di parti non appartenenti alla superficie ottimizzata. I diversi gusci ottenuti verrebbero poi realizzati per parti, armati e assemblati in modo da formare una casseratura a perdere già fornita di finitura esterna. Ogni singolo blocco poi verrebbe riempito con un alleggerimento e assemblato in cantiere con le altre parti.
Mtheory
37
PATTERN
i parapetti che in certi punti risultano come fibre distaccate dalla struttura principale, creLa regolarità del reticolo poligonale che de- ando terrazze panoramiche sulla darsena e scrive la geometria dei conci è stata valoriz- sul mare. zata con l’applicazione di un pattern che si distribuisce lungo gli edge loop della mesh. Questo tipo di pattern consiste in un gradiente di striature che alleggeriscono l’aspetto del ponte. Grazie all’ottimizzazione strutturale con Millipede è stato possibile andare ad amplificare l’effetto del pattern fino a creare delle forature nelle zone che non partecipano alla resistenza o a mantenere gli standard funzonali del ponte. è stato così possibile procedere nella modellazione del dettaglio della geometria creando
38
Mtheory
Alcune fasi dello sviluppo del pattern
Mtheory
39
40
Mtheory
Mtheory
41
M-Practice La realizzazione del modello di un concio del ponte mediante stratificazione di sezioni piane. Le sezioni sono state tagliate al laser a partire da pannelli in legno mdf. Per la realizzazione di un modello del ponte è stato scelto di realizzare per stratificazione uno dei coponenti dalla geometria più interessante in cui emergessero alcuni significativi cambi di curvatura. Come materiale sono stati usati pannelli di legno truciolato mdf dallo spessore di 6 mm. Il modello virtuale è stato rappresentato per successione di sezioni piani ad una distanza tra loro pari allo spessore del materiale che sarebbe stato utilizzato per la realizzazione del modello reale. Le sezioni, dopo essere state numerate, sono state sottoposte ad un processo di nesting per ottimizzare il materiale da tagliare. Il taglio è stato eseguito con il dispositivo a taglio laser e controllo numerico del laboratorio SiLab dell’università di Bologna. Grazie a questo strumento è stato possibile eseguire diversi tipi di incisione sul legno, dal taglio netto al segno superficiale per le tag e le linee guida. Il tempo di taglio è stato variabile da un nest all’altro e in generale elevato (circa 50 min a nest) a causa dello spessore e della densità del materiale. Le sagome tagliate sono state ripulite e separate dalle parti di scarto per poi venire impilate. Due guide filettate in acciaio sono servite per il montaggio corretto delle sezioni e per il trasporto. Le
42
Mtheory
varie sagome sono state incollate tra loro seguendo l’ordine dato in precedenza e le linee guida che erano state impresse dal laser. In fine è stata data una mano di prodotto fissativo opaco per tenere la finitura nera effetto “bruciatoâ€? dovuta al laser.
Mtheory
43
44
Mtheory
Il progetto digitale, il Building Information Modelling Le attuali potenzialità del BIM, lle sue debolezze e la sua capacità di interoperabilità con altri strumenti.
Committente Contractors
Designer d’interni
Architetto
BIM
Ingegnere Civile
Ingegnere Meccanico
Impiantista Direttore dei Lavori
“Building Information Modeling (BIM) is a digital representation of physical and functional characteristics of a facility. A BIM is a shared knowledge resource for information about a facility forming a reliable basis for decisions during its life-cycle; defined as existing from earliest conception to demolition.” [National BIM standard]
[da Building Information Modeling: la tecnologia digitale al servizio del progetto di architettura.] CAD e BIM Negli ultimi anni i software BIM sono andati sempre più diffondendosi tra i progettisti. Alcuni grandi studi di architettura sono già passati a questo tipo di approccio al progetto. Inizialmente si è pensato che il BIM fosse il diretto successore del CAD e che nel giro di alcuni anni avrebbe lo avrebbe quasi completamente sostituito ma attualmente la maggior parte degli studi di progettazione specie quelli di piccole dimensioni utilizzano ancora software di tipo CAD. Questo stacco è in parte dovuto al diverso sforzo intellettuale che i due sistemi richiedono: mentre per utilizzare un CAD basta saper disegnare, l’utilizzo di un BIM necessita il saper progettare. Il divario tra il progettista e il disegnatore viene a mancare. Convertire una figura professionale da un sistema all’altro non è quindi cosa sempre garantita e immediata.
Il progetto architettonico è un insieme complesso di operazioni dove confluiscono i saperi e le professionalità di molte figure coinvolte, interagenti tra loro sostanzialmente mediante comunicazioni basate ancora su documenti cartacei. Il Building Information Modeling, è una strategia di progettazione che aspira ad essere molto più che un mero strumento di scambio informativo: esso si configura infatti come un metodo olistico e coordinato per assistere i tecnici progettisti, i committenti, i decision makers, i manutentori e tutti coloro i quali partecipano al progetto edilizio. Un modello digitale ottenuto con software B.I.M. consente, tra le altre cose, di integrare i dati necessari a tutti gli attori, mantenendoli sempre aggiornati, agevolando le modifiche dei Questa attitudine di generale ottimismo nei componenti costruttivi in tempo reale e de- confronti del BIM, unita alla generalizzata e scrivendo il progetto in maniera disambigua. approssimativa conoscenza sull’argomento Mtheory
45
Oggetti parametrici visti con gli occhi di un modellatore BIM
e sugli strumenti digitali della maggior parte dei progettisti ha alzato talmente tanto le aspettative che al momento basta anche solo accennare al BIM per suscitare entusiasmo. Questo fenomeno è alimentato anche dalle case produttrici che mirano e mettere in evidenza meraviglie e punti forti dei loro programmi semplificando gli aspetti criticabili e tralasciando i più controversi. In quanto a prodotti e case produttrici si fa riferimento a Generative Components della Bentley Systems, Allplan di Nemetschek, ArchiCAD di Graphisoft e Revit di Autodesk. Gli strumenti BIM distribuiti dalle case produttrici presentano ancora forti differenze tra di loro, a riprova del fatto che non è una questione di strumento ma di cultura, di progettualità intesa come modo di intendere il progetto digitale.
di geometrie free-form. Nonostante sia possibile usare alcuni componenti di disegno CAD per la creazione di linee guida il progettista si ritroverà sempre guidato verso soluzioni di perpendicolarità nel disegno in quanto suggerite da logiche che stanno alla base del programma. La componente di design è quindi molto spesso sacrificata in quanto condizionata dallo strumento. Entrando nello specifico del modellatore Autodesk Revit questo problema si riflette e si amplifica all’interno degli editor di famiglie (si intende come famiglia un oggetto parametrico). La sua funzione sarebbe quella di poter disegnare i propri oggetti parametrici per adattarsi alle varie situazioni. In realtà la capacità di adattamento offerta è spesso molto limitata in quanto si rimane legati all’utilizzo di una serie di elementi precaricati senza possibilità di modifica. Ad esempio risulta molto facile creare una famiglia per travi in c.a. a sezione rettangolare e con determinate proporzioni geometriche, non è possibile invece realizzare qualcosa di meno convenzionale come una trave curva a sezione esagonale dalle proporzioni variabili lungo la lunghezza.
All’attualità gli strumenti di modellazione BIM sono già diventati ottimi programmi di interscambio di informazioni tra figure progettuali diverse e hanno semplificato enormemente la creazione e la modifica di elaborati e di modelli tridimensionali; ancora tra i punti forti c’è l’aspetto della fabbricabilità e della gestione del cantiere. L’aspetto ancora debole è quello relativo alle performance del modella- Gli aspetti sopraelencati possono essere riastore in ambiti di frontiera come la gestione sunti come difficoltà di customizzazione del-
46
Mtheory
lo strumento. Il problema c’è ed è avvertito anche dalla figure professionali che operano con questi strumenti. In molti casi infatti il design di un progetto viene svolto tramite strumenti CAD e poi ridisegnato all’interno di un modellatore BIM. Esistono tuttavia altre strade più integrate che permettono di creare con un CAD oggetti parametrici in grado di essere riconosciuti da programmi BIM. Il CAD quindi invece di venire sorpassato sta venendo inglobato all’interno del processo di interscambio tra differenti ambiti che sta alla base della maniera di operare BIM. Il lavoro che è stato svolto all’interno di questa tesi si colloca esattamente in questo momento. Il progetto di un ponte diventa l’occasione di studio per un altro collegamento, quello tra vecchi modellatori CAD dotati di alti livelli di libertà di rappresentazione e nuovi strumenti BIM per certi aspetti ancora acerbi.
progetto rpimo classificato all Autodesk Student Expert Design Slam – BIM Conference 2011
BIM E COMPLEX MORPHOLOGIES
le sviluppo della modellazione di geometrie a doppia curvatura ad opera di Revit rimane Per quanto riguarda il campo delle complex una decina d’anni indietro rispetto a strumenmorphologies i produttori di software BIM ti parametrici come Grasshopper o Maya. stanno instaurando ultimamente una impegnata campagna commerciale per dimostrare L’arretratezza di questa condizione è da iml’abilità dei loro modellatori in questo campo. putare alla forte impronta industriale che In realtà in questo campo c’è ancora molta è stata data (in parte per sua definizione) a disinformazione e in molti tendono a confon- certi aspetti della progettazione BIM. Questi dere forme basate su semplici linee curve con caratteri rendono software come Revit impageometrie complesse. Ne consegue che molti reggiabili per quanto riguarda la prefabbricadei progetti sponsorizzati dai produttori pas- zione o la produzione industriale, dove bisosino come esempio di modellazione di com- gna confrontarsi con elementi standardizzati plex morphologies geometrie molto più sem- e preformati, ma allo stesso tempo penalizza plici di quello che sembrano. È il caso di alcuni enormemente la flessibilità dello strumento dei progetti presentati alla expo di shangai in quando vengono si ricercano soluzioni partioccasione dell’Autodesk Student Expert De- colareggiate, dalle necessità di personalizzasign Slam – BIM Conference 2011 svoltasi a zione e con alte esigenze creative. Monaco di Baviera. I progetti presentati dimostrano si una migliorata libertà di disegno Con l’acquisizione di Maya da parte di Autofinalizzata ad aumentare la complessità delle desk si è pensato che ciò avrebbe delineato geometrie rispetto alle versioni precedenti di una apertura generale verso prospettive miRevit, ma ciò rimane enormemente indietro gliorate di modellazione generativa. A querispetto ai comuni software parametrici per sto proposito sta nascendo una ricerca di complex morphologies. Come si può osser- dialogo che per il momento si conclude più vare dalle immagini del progetto di Caner in una campagna pubblicitaria che in risultati Dolas & Bjorn Teutriene si tratta di una sem- concreti. Infatti nel manuale di Revit compare plice successione di profili curvilinei planari. I questa possibilità per ingegnerizzare morfoprogetti sponsorizzati dimostrano che l’attua- logie complesse modellate in Maya; il colle
Esempio di “complex morphology” fornito dal manuale di Autodesk Revit. In realtà questa geometria è molto più semplice di quello che sembra trattandosi di una successione verticale di elementi planari. Mtheory
47
Progetto di Caner Dolas & Bjorn Teutriene
gamento che viene suggerito tuttavia non aggira tutti gli attuali problemi che presuppone un dialogo tra software parametrici e BIM. In questo caso infatti passaggio avviene tramite il formato CAD dwg dove viene persa ogni informazione di tipo parametrico gestibile in maya e ogni possibilità di avere un oggetto interagibile all’interno di Revit. Seguendo queste direttive suggerite direttamente dalla casa produttrice l’unico metodo per passare da un sistema all’altro rimane il rilucidare le geometrie interessate partendo da elementi di base (a patto che rispettino determinate condizioni).
tato la sua diffusione tra gli utenti, inoltre essendo un plug-in gratuito e completamente aperto molti sviluppatori hanno incominciato ad ampliare lo strumento scrivendo e pubblicando nuovi componenti. È dunque nata una seconda generazione di strumenti 2.0, quelli che sono sviluppati dagli utenti stessi, che ha reso Grasshopper uno strumento adattabile in svariati campi.
Lo sviluppo del software lo ha portato a relazionarsi con altri strumenti di progettazione appartenenti ad ambiti progettuali differenti. Il risultato è stato la creazione di una serie di componenti che ampliano lo strumento di partenza e lo rendono in grado di collegare GRASSHOPPER tra loro software di analisi prestazionale diLa tensione tra CAD e BIM è stata avvertita sia verse. dai produttori che dagli utenti. Un esempio su tutti è quello di Grasshopper, un potente Questa caratteristica di piattaforma tra struplug-in che inserisce la potenza rappresen- menti diversi ha si avvicina molto ad un aptativa della gestione dei parametri al model- proccio di tipo BIM. La capacità di Grasshoplatore Rhinoceros. Il successo di questo stru- per di far dialogare programmi diversi ha mento sta nell’interfaccia node-wire in grado fatto si che esso si ponesse come candidato di offrire ai progettisti le potenzialità della ideale a colmare i difetti di customizzazione gestione di algoritmi senza avere alcuna co- dei software full BIM. In particolare sempre noscenza dei linguaggi di programmazione più sviluppatori hanno indirizzato i loro sforzi necessari. La facilità con la quale è possibile nel collegamento tra Grasshopper e Autodeapprendere ed utilizzare Grasshopper ha aiu- sk Revit, uno dei più diffusi e sviluppati mo-
48
Mtheory
dellatori BIM in commercio. STRUMENTI PONTE I risultati ottenuti da questa ricerca sono stati perseguiti utilizzando i principali strumenti di interoperabilità attualmente esistenti per Grasshopper: GeometryGym e Chameleon. Oltre a questi è stato anche utilizzato GreenSpider, un plug-in basato sulle API di Revit sviluppato dall’ing. Simone Garagnani che si pone come strumento di collegamento di elementi primordiali e principali come punti e curve per la creazione all’interno di Revit di geometrie free-form. GreenSpider nasce per venire incontro ad esigenze che sono nate durante lo sviluppo di questa tesi, tenendo conto dei limiti degli strumenti analizzati e cercando di risolvere al meglio i principali problemi riscontrati. IFC E GEOMETRY GYM Uno dei principali problemi nel trasferimento di informazioni da uno strumento digitale all’altro è il formato di scambio. Ormai ogni software dispone di un proprio formato di salvataggio proprietario che rende le risorse accessibili solo agli strumenti appartenenti al medesimo produttore. Per quanto riguarda
Superficie ricreata in Revit utilizzando curve planari importate da Grasshopper con GreenSpider.
Tentativo di reinterpolazione di una mesh all’interno di Revit partendo da punti importati con GreenSpider
Revit la gamma di formati disponibili è molto ridotta e ciò è dovuto in parte alla difficoltà di gestire la grande quantità di informazioni che sono contenute all’interno di un file BIM, in parte alle scelte delle case produttrici che hanno interesse a favorire lo scambio di file solo all’interno dei loro prodotti. In questo caso si intendono formati di interscambio di terzo livello, ovvero in grado di ottenere sia informazioni geometriche che dati. Uno dei pochi formati di interscambio di terzo livello, oltre al gbXML, in grado di garantire lo scambio di informazioni BIM tra software di natura diversi è il l’IFC. Acronimo di Industry Foundation Classes, l’IFC è un modello che descrive dati relativi ad edifici e a produzioni industriali. Si tratta di un formato aperto e neutrale non controllato da una singola casa produttrice. Sviluppato dalla IAI (international Alliance for Interoperability) per favorire l’interoperabilità in ambito architettonico e ingegneristico. Attualmente il formato IFC è in corso per diventare un formato standard internazionale ISO. In alcuni paesi europei come la Danimarca e la Finlandia è diventato obbligatorio il deposito del modello IFC relativo ad ogni nuovo progetto.
Le capacità di scambio dell’IFC sono state utilizzate da Jon Mirtschin per la creazione di componenti BIM del plug-in GeometryGym. Esso è in grado sia di leggere che di scrivere IFC, in questo modo la comunicazione con Revit avviene in entrambi i sensi. Ciò viene facilitato dalla possibilità di visualizzare in Rhinoceros gli elenchi delle famiglie contenute nell’IFC. CHAMELEON I suoi punti di forza sono la velocità e la semplicità. Sviluppato da Hiroshi Jacobs, si tratta di un componente aggiuntivo molto potente in grado di gestire operazioni di scambio biunivoco tra i due software. La sua caratteristica più interessante è quella di riuscire ad importare una mesh su Revit facendo riconoscere le facce come componenti adattivi (ovvero come un pannello generico).
mondo precluso a chi non ha dimestichezza con linguaggi di programmazione e ha alte capacità di adattamento alle necessità nonostante i vincoli dovuti alla serie di comandi resi personalizzabili da Autodesk. Sulle API di Revit si basa GreenSpider. Questo strumento nasce in seguito alla mia esperienza di tirocinio presso il SiLab dove ho condiviso questa mia ricerca con l’Ing. Simone Garagnani, creatore di GreenSpider. Il mio contributo allo sviluppo di GreenSpider è stato quello di testarlo su un caso di studio individuando le criticità e fornendo un feedback per il miglioramento delle successive versioni. L’idea di partenza è quella di importare all’interno del modellatore di masse concettuali di Revit elementi semplici ed essenziali come punti attraverso i quali ricostruire la geometria.
API E GREENSPIDER Oltre agli strumenti citati finora esiste la vasta risorsa delle API di Revit. Acronimo di Application Programming Interface, indica un insieme di procedure disponibili al programmatore per l’espletamento di un determinato compito all’interno di Revit. Si tratta di un Mtheory
49
Risultati Vengono esposti i modelli risultanti dai processi di esportazione ottenuti con gli strumenti descritti al capitolo precedente. Per ogniuno vengono sottolineate le principali criticità al fine di trarre le conclusioni finali sulla strategia di modellazione free-form di Revit. Tutti gli strumenti citati al capitolo precedente sono stati utilizzati per esportare la medesima geometria da Grasshopper a Revit. I risultati sono stati diversi da caso a caso, e sono valutabili non solo in quanto a conservazione delle caratteristiche geometriche e parametriche ma anche base alle possibilità di sviluppo sulla nuova piattaforma. In generale nessuno degli strumenti utilizzati è stato in grado di soddisfare le richieste iniziali. Questa esperienza ha però permesso di individuare i principali problemi che stanno alla base del processo di interscambio tra le due piattaforme. LOGICA La criticità principale è da individuare nel modo di intendere la geometria all’interno di Revit. Per gestire tutte le geometrie all’inLavorare In Revit con i piani di lavoro facilità terno di disegno Revit necessità di riferimenti le operazioni di disegno tridimensionale ma iniziali. Per questo motivo ogni oggetto, anlimita il design di free-form. che il più semplice, è definito a partire da un piano di riferimento. Questa caratteristica è apprezzabile nel caso di geometrie scatolari o in disegni di edifici molto semplici in cui viene fatto coincidere il piano di riferimento geometrico con il piano inteso come livello
50
Mtheory
dell’edificio. In questo caso è possibile modificare molto velocemente gli elementi sullo stesso piano e di conseguenza modificare piante sezioni e prospetti. Questo sistema è molto funzionale finché si rimane in questo tipo di casistica, tuttavia presenta grosse difficoltà quando un piano non è più il mezzo migliore per referenziare una geometria. Ad esempio non è possibile realizzare una spline tridimensionale in quanto per Revit è necessario individuare la curva all’interno di un piano. Questo grosso vincolo si è riproposto svariate volte nel tentativo di importare la geometria del ponte su Revit sia con le IFC che con GreenSpider. In entrambi i casi si è cercato di ricreare la geometria all’interno di Revit partendo da elementi di base come curve o punti. Per cercare di venire in contro alle esigenze di Revit si è cercato di importare curve planari o punti raggruppati per piani per poi eseguire dei loft all’interno di Revit. Le soluzioni ottenute con questo metodo hanno riscontrato una scarsa corrispondenza con la geometria di partenza. Questo è da imputare non solo all’errore dovuto al procedimento di planarizzazione ma anche alle scarse capacità della funzione di loft in Revit. Essa infatti tende ad unire profili in maniera molto artificio-
sa e non permette il settaggio delle caratteristiche. Si ottiene quindi una geometria simile a quella di partenza che però perde alcune caratteristiche geometriche e ne acquisisce altre non ricercate.
luzione così ottenuta rimane valida solo nel caso in cui si cerchi di importare una facciata continua o qualunque cosa possa poi essere parametrizzata come un componente adattivo.
Oltre al problema dei piani di riferimento sono da riportare anche grosse difficoltà nel gestire spline chiuse. Incredibilmente Revit fatica a gestire curve chiuse, è possibile crearle ma non è poi possibile utilizzarle per creare dei solidi. Questo ha comportato il dover procedere per parti. Realizzando diverse scocche da unire a fine procedimento. La diretta conseguenza di ciò è la difficoltà (talvolta impossibilità) di creare geometrie waterthight (chiuse), condizione necessaria di simulazione per il calcolo strutturale.
STRATEGIE DI MERCATO
Altro aspetto controverso è la gestione delle mesh. All’interno di Revit non è possibile creare mesh a meno che esse non vengano create a partire da una superficie già esistente. Utilizzando Chameleon è stato possibile importare l’esatta mesh ottenuta su Rhinoceros ma senza potergli dare caratteristiche poligonali. Chameleon infatti traduce una mesh in componenti adattivi, la forma più generica possibile di un pannello rettangolare; la so-
Incontrare dei problemi di logica geometrica nel tradurre oggetti da CAD a BIM è stato un aspetto prevedibile. Non si può dire altrettanto quando i problemi nascono cercando di far riconoscere a Revit oggetti parametrici già dotati di informazioni. È il caso delle IFC. Per quanto riguarda la creazione di IFC all’interno di Grasshopper non sono stati riscontrati particolari problemi. Lo strumento in questione, GeometryGym, offre una serie di componenti necessari alla referenziazione di svariate famiglie e nonostante in questo procedimento siano stati incontrati gli stessi problemi di planarizzazione sopracitati la valutazione generale rimane positiva. Le IFC progettate con GeometryGym sono state lette correttamente da software come Solibri viewer mentre con Revit si sono verificati notevoli difficoltà di visualizzazione. Il tentativo è stato fatto per diversi tipi di formati IFC e
diverse versioni di Revit (2010, 2011, 2012) ma in nessun caso il formato è stato letto interamente e correttamente. La caratteristica principale delle industry foundation classes è quella di essere libere e indipendenti. Questa sua caratteristica è quindi osteggiata dalle grandi case produttrici come la Autodesk che preferiscono lo sviluppo di formati proprietari che vincolano il cliente ai loro prodotti. Non individuando alcun profitto nelle IFC questo formato viene implementato solo fino ad un certo punto. Questo permette a Revit di pubblicizzarsi come uno strumento in grado di gestire le IFC anche se nella realtà presenta grosse lacune. INTEROPERABILITà INTERNA E FRUIBILITà L’Ultimo aspetto da sottolineare riguarda l’interoperabilità interna alla famiglia BIM di Autodesk. Revit infatti non è il solo, esistono Revit Structure per la progettazione dettagliata di strutture, Revit MEP per l’impiantistica e Robot, motore di calcolo strutturale. Per valutare la fruibilità delle geometrie ottenute dai vari processi si è cercato di eseguire alcune analisi strutturali con Robot. Il collegamento tra Revit e Robot non è stato immediato. Mtheory
51
Importazione di una geometria non navita all’interno di Revit: In questo caso è stata ricreata la geometria importando solo alcune curve utilizzando il dwg come formato di scambio. Occorre ricavare ogni curva aperta e planare singolarmente dal modello originale. l’importazione deve avvenire impostando un piano di lavoro di riferimento per ciascuna curva. Questo tipo do procedimento allunga enormemente i tempi e non porta a buoni livelli di conservazione della geometria originaria. Tuutavia in questo caso il modello importato può interagire correttamente con gli strumenti di Revit.
Chameleon permette di importare poligoni con una esatta corrispondenza all’originale. Tuttavia Revit non riconosce la geometria come una mesh ma come una famiglia di componenti adattivi. Le possibilità di fruizione all’interno di revit rimane limitata a questo tipo di oggetti. Risulta molto efficace nel caso si voglia importare una superficie discretizzata in pannelli. Chameleon permette anche l’importazione di parametri da Grasshopper a Revit.
Importazione di una geometria non naitva in revit: modello importato tramite IFC. Si può notare che le caratteristiche geometriche risultano molto approssimate. Non è chiaro se i problemi legati a questo formato sono da imputare a se stesso o alla lettura di Revit. Questo metodo presuppone le stesse condizioni per una normale importazione tramite dwg accorciando di molto i tempi a costo di un rappresentazione molto approssimata. Gli strumenti di GeometryGym tuttavia ottengono buoni risultati se si cerca di esportare oggetti semplici.
52
Mtheory
Il ponte ricreato all’interno di Revit Utilizzando GreenSpider. Non essendo possibile gestire spline chiuse il modello è stato creato tramite due scocche. Presenta le stesse capacità di modifica ed elaborazione in Revit del metodo di rilucidatura ma a tempi ridotti e alti livelli di dettaglio. Tuttavia vengono penalizzate le proprietà della geometria come il waterthight.
Non esistendo un formato proprietario di interscambio tra i due software infatti è stato necessario installare Revit Structure e Revit Structure Extensions, l’ultimo disponibile solo per contratti subscription. Una volta in Robot purtroppo non è stato possibile effettuare alcuna operazione con le geometrie importate. Robot infatti esegue calcoli molto veloci e facilmente impostabili con elementi che appartengono a famiglie strutturali (pilastri, travi, solai, …), oppure è in grado di eseguire analisi su masse rappresentate da mesh. Giunti a questo punto non è stato possibile proseguire in quanto a causa delle criticità evidenziate sopra sull’editor di famiglie non si è riusciti a far riconoscere la geometria del ponte come una famiglia strutturale, e a causa dei problemi nella gestione delle mesh non è stato possibile ottenere dei poligono conformi per l’analisi.
e propri ponti tra i due differenti mondi di software. Questo sforzo purtroppo non è bilanciato dalla parte degli sviluppatori di Revit che nonostante continuino ad apportare migliorie al software tendono a condurre politiche di mercato e pubblicitarie che sacrificano l’aspetto dell’interoperabilità.
CONCLUSIONI
Il mondo degli strumenti parametrici è ancora giovane e presenta alcuni lati oscuri ma continua a dare prova di essere un aperto e fertile terreno di ricerca. Come già detto gli interessi per spingere avanti lo sviluppo ci sono e in futuro questo aspetto di interoperabilità potrebbe venire migliorato.
La gestione di un progetto che presenti caratteri di interoperabilità come quelli analizzati senza condizionare il design presenta ancora aspetti da sviluppare. Dalla parte degli sviluppatori indipendenti è da notare un grandissimo sforzo creativo per cercare di creare veri
In questo clima di squilibrio tra professionisti disposti a crearsi da soli gli strumenti necessari e grosse case produttrici si è creato un universo di strumenti indipendenti ma interconnessi tra loro e con aree di competenza differenti. Gli strumenti che ne fanno parte, tra i quali Grasshopper, possono essere definiti come una categoria a parte che aspira ad avere caratteri fortemente parametrici e vaste possibilità di connessione, a volte meno dirette ma comunque paragonabili a quelle del BIM.
Risulta difficile immaginare un unico strumento che possa completare in se stesso un processo così ampio come quello progettuale; nonostante al momento la copertura non sia totale il BIM si propone di raggiungere questo obiettivo. Se alcune case produttrici riusciranno a mettere da parte gli interessi economici abbandonando politiche di chiusura e favorendo una libera comunicazione tra i diversi strumenti si creeranno le condizioni per sviluppare software competitivi anche sotto l’aspetto (per ora di frontiera) della modellazione di geometrie complesse.
Mtheory
53
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
Antonio Tramontin, Ponti e viadotti, Edilstampa, 2008
Grasshopper, http://www.grasshopper3d.com/
Antonio Tramontin, “Deus Ex Machina” l’architettura delle grandi strutture, Gangemi Editore, 2004
Daniel Piker’s Kangaroo, http://www.grasshopper3d.com/group/ kangaroo
Greg Lynn, Animate form, Princeton Architectural Press, 1998
TC Project, GreenSpider, http://www.tcproject.net/pivotx/index.php
Adriaan Beukers, Ed Van Hinte, Lightness, 010 Publishers, 2005
Hiroshi Jacobs, http://www.hilojacobs.com/
Eddy Krygiel, Greg Demchak, Tatjana Dzambazova, Mastering Revit Architecture 2009, Wiley Publisching, 2009
Jon Mirtschin’s GeometryGym, http://geometrygym.blogspot.it/
Willem Kymmel, Building Information Modeling, McGraw Hill, 2008
Panagiotis Michalatos and Sawako Kaijima, http://sawapan.eu/ The Proving Ground, http://nmillerarch.blogspot.it/ Giulio Piacentino’s Weaverbird, http://www.giuliopiacentino.com/ [uto], http://utos.blogspot.it/ Disegnare con, http://disegnarecon.unibo.it/ Arturo Tedeschi http://www.arturotedeschi.com/wordpress/ Loop^3, https://www.facebook.com/loop3installation
54
Mtheory
RINGRAZIAMENTI Vorrei ringraziare il mio relatore Alessio Erioli per la passione e l’entusiasmo trasmessi durante questa ricerca. Un ringraziamento al mio corelatore Simone Garagnani per tutti i consigli e la disponibilità concessa, a volte persino trans-oceanica. Inoltre vorrei ringraziare Roberto Mingucci che ha reso possibile la nascita di questo progetto Grazie a Giovanni Castellazzi, Niccolò Casas e Luca Pedrielli per i consigli Ringrazio di cuore Giovanni Bacci per la disponibilità e l’aiuto nella realizzazione del modello Grazie a tutto il team Loop^3! Grazie ai miei genitori e alla mia famiglia per avermi sempre sostenuto in questi anni, siete le mie fondamenta, la mia forza Grazie a Sara perchè non basterebbe questa pagina per esprimere quanto ti sono grato per essere entrata nella mia vita e averla cambiata in maniera tanto meravigliosa
Grazie a Nicolò per le colazioni da tiffany Grazie a Giulia per tutte le serate passate insieme con tua sorella.. Grazie a Francesca Formaggio per avermi sopportato Grazie a Francesca Lecci per le nostre playlist
Grazie a Tommaso, presente dall’inizio alla fine in questa rocambolesca vita universitaria; per le feste in maschera, le serate improbabili, la “ventosa” vita domestica, Batman non avrebbe potuto desiderare un Robin migliore
Grazie a Marco per ricordarmi che devo tornare ganzo
Grazie agli A.E. per quelle volte in cui nonostante l’impegno non riuscivamo a fare un discorso serio, per la cavalcata delle Valchirie, per il pappagallo motivatore, le peggio persecuzioni e per tutte le figure poco eleganti che il nome degli A.E. ci ha fatto fare
Grazie a tutti quelli che ho dimenticato, perchè per fortuna siete davvero tanti! avrei bisogno di un’altra tesi per ringraziare tutti.
Grazie a Gabry per le festività odiose che ci obblighi a festeggiare
Grazie a Ube perchè con la carbonara te la cavi bene anche senza il mio aiuto
concludo con un ringraziamento a tutti gli amici con i quali ho condiviso i laboratori, svolgere questa tesi senza di voi è stato veramente noioso.
Grazie a Veronica perchè tu fai sempre sentire una parte di me orgogliosa e importante (le orecchie) Grazia a Sara S. (la S. sta per Squadretti) per i momenti slurm McKenzie e le canzoni sui draghi. Grazie a Mattia per tutte le avventure e per il tempo passato a molestare Pinto. Grazie a Paolo per la pazienza e per avermi fatto apprezzare il PSC. Grazie a Gianluca anche se come palo non sei granchè Mtheory
55