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DOMENICA 16 MARZO 2014 A N N O X I N . 11
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
In cammino con Pietro ROBERTO PIREDDA
desso incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi». Con queste parole si presentò al mondo Jorge Mario Bergoglio, appena eletto Papa con il nome di Francesco. È passato un anno da quel 13 marzo. Dopo i giorni vivaci durante i quali vaticanisti, veri e presunti tali, si erano esercitati in varie considerazioni - che andavano dalla "fine del Papato così come l'abbiamo conosciuto fino ad ora” al “toto-Papa”- la Provvidenza, che continua a guidare la barca di Pietro, ha fatto dono a tutti della figura di Papa Francesco. Non è certamente facile riassumere il primo anno del pontificato di Papa Francesco. Le sue parole e i suoi gesti sono ricchi di sfaccettature e significati. Evitiamo un errore tipico, quello di volerlo ridurre ad uno schema particolare, o legarlo ad una qualche etichetta, magari per contrapporlo al suo predecessore, Benedetto XVI, con il quale invece è legato da una continuità sostanziale. Potrebbe essere invece più utile scegliere, senza la pretesa di essere esaurienti, alcune parole chiave, tra quelle che emergono più di frequente nei suoi vari interventi: mondanità, periferie e misericordia. Fin dalla prima omelia alla Messa con i Car-
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dinali, il giorno dopo la sua elezione, Papa Francesco ha indicato con chiarezza come non si possa pretendere di servire la Chiesa e l'umanità se non si è profondamente liberi e distaccati. La ricerca del proprio comodo, o magati di un certo "successo", fosse pure legato ad iniziative più o meno "di chiesa", non devono trovare spazio nella vita dei cristiani e in modo particolare in chi vive il sacerdozio ordinato. In altre parole si tratta fuggire il rischio della “mondanità spirituale”: «Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio […] Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore» (Omelia, 14 marzo 2013). Questa profonda libertà da sé stessi e dalla ricerca del plauso e del consenso mondano, permette di essere "leggeri" per poter «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiun¬gere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Evangelii gaudium, n. 20). Le periferie sono un luogo fisico e spirituale allo stesso tempo. Quante persone vivono per varie ragioni ai margini della nostra società, e quante trascorrono un'esistenza come se Dio non ci fosse, e il Vangelo di
Cristo non avesse niente a che fare con la loro vita. Il modello di Chiesa che indica Papa Francesco è quello di una comunità di discepoli missionari, “in uscita” verso le periferie: «Non chiudersi, per favore! Questo è un pericolo: ci chiudiamo nella parrocchia, con gli amici, nel movimento, con coloro con i quali pensiamo le stesse cose… ma sapete che cosa succede? Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala […] Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire» (Veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013). Nelle periferie si va per portare il messaggio della gioia e dell’autentica liberazione. Non a caso il Papa continuamente parla del dovere di annunciare la misericordia di Dio. L’immagine della Chiesa come “ospedale da campo”, da lui utilizzata nell’importante intervista concessa a La Civiltà Cattolica, è quanto mai indicativa. In un mondo segnato da tante lacerazioni e ferite «la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità» (La Civiltà Cattolica, 2013 III, 461). Rifiutare la mondanità, in primo luogo quella “spirituale”, uscire verso le periferie, annunciare la misericordia di Dio. Sono alcune delle strade che Papa Francesco ci indica. Continuiamo a camminare come Chiesa su queste vie uniti a Cristo e a Pietro.
SOMMARIO SOLIDARIETÀ
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La campagna per il diritto al cibo di Caritas Internationalis GIOVANI
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Inizia il cammino verso l’incontro tra il Papa e le società sportive CAGLIARI
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L’intervista al nuovo Questore Filippo Dispenza PARROCCHIE
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L’ingresso del nuovo parroco della comunità di S. Elia DIOCESI
Le celebrazioni di inizio Quaresima con Mons. Miglio
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IL PORTICO DEL TEMPO
IL PORTICO
DOMENICA 16 MARZO 2014
Politica nazionale. In discussione alla Camera la nuova legge elettorale, frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi.
“Italicum” alla prova dell’Aula
FRANCESCO ARESU
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EANCHE UN mese di vita per l'e-
ni, che ha mostrato ben più di qualche perplessità sull'esito della discussione sulle preferenze, dicendosi indecisa se votare o meno l'Italicum in caso di bocciatura dell'emendamento sulla parità di genere. Dal canto suo Renzi, ospite di Fabio Fazio durante la consueta trasmissione domenicale “Che tempo che fa”, si è detto tranquillo e sicuro della conclusione positiva dell'iter parlamentare dell'Italicum. «Penso e spero che questa settimana sia la volta buona. È una legge elettorale che porta al ballottaggio, impedisce le larghe intese e riduce il potere dei partitini. Domani (lunedì 10 marzo, ndr) si chiuderà, al massimo martedì mattina».
secutivo guidato da Matteo Renzi che già emergono i primi scogli. Lo scontro principale in questi giorni riguarda la riforma della legge elettorale, con il passaggio dal “Porcellum” al cosiddetto “Italicum”, frutto dell'accordo raggiunto tra lo stesso Renzi e Berlusconi. Oggetto del contendere l'introduzione normativa della cosiddetta “parità di genere”, ovvero la possibilità che all'interno delle liste uomini e donne siano presenti in pari numero (e, soprattutto, che queste siano presenti in “posizione eleggibile” nelle liste stesse). In queste settimane il testo è al vaglio delle Camere, tra mille polemiche. A far partire la scintilla dello scontro è stata la bocciatura dell'emendamento sulle preL NUOVO MODELLO elettorale proposto dal nuovo ferenze, giunta durante la seduta premier Matteo Renzi si differenzia in alcuni di giovedì 6 marzo a Montecitoaspetti dal precedente, il cosiddetto “Porcellum” rio, dopo la richiesta (giunta da firmato nel dicembre 2005 dal leghista Roberto Calpiù parti) di voto segreto. Al ter- deroli, allora Ministro per le Riforme. mine della votazione i 278 “No” Nel concreto il nuovo sistema elettorale – battezzahanno prevalso sui 236 voti favo- to dallo stesso Renzi col nome di “Italicum” – contirevoli, generando polemiche bi- nua a essere di tipo proporzionale, basato su liste partisan. bloccate (quindi privo del meccanismo delle prefeIl deputato quartese Marco Me- renze, esattamente come il Porcellum) costituite da loni (Pd, area Letta) si è espresso sei candidati per ogni circoscrizione elettorale. A in maniera netta contro l'im- vincere le elezioni sarebbe la coalizione in grado di pianto della nuova legge. «La raggiungere il 35 per cento dei voti totali, percenconsidero profondamente sba- tuale che consentirebbe di ottenere in aula un pregliata, non mi assumerei la re- mio di maggioranza attestato tra il 53 ed il 55 per sponsabilità di votare una legge cento dei seggi. che rielegge un parlamento di Nel caso in cui le cose andassero diversamente, ovnominati, un nuovo Porcellum». vero qualora nessuna delle coalizioni raggiungesse la Dello stesso avviso anche Rosy fatidica soglia del 35 per cento dei consensi, la proBindi, collega di partito di Melo- posta di Renzi prevede la possibilità del doppio tur-
E sulla parità di genere, altro tema caldo nella discussione parlamentare, il premier ha sottolineato l'importanza del problema, ma che la sua soluzione non debba per forza passare attraverso l'approvazione di una norma apposita: «Non voglio far sembrare la parità di genere poco importante. Mi sono sempre impegnato in questo senso, ma non credo che si affermi con una legge. La parità vera è quando non ci sarà più una ragazza che firmerà una lettera in bianco in previsione di una gravidanza o quando non ci sarà disparità tra lo stipendio di una donna e di un uomo. Il tema si affronta altrove, non soltanto in Parlamento».
Di tutt'altro avviso le 90 parlamentari autrici di una lettera aperta indirizzata ai leader dei propri schieramenti (Renzi, Berlusconi, Alfano, Stefania Giannini, segretaria di Scelta Civica e Mario Mauro, segretario di Popolari per l'Italia) per sostenere l'importanza della parità di genere messa “nero su bianco” all'interno della legge elettorale in esame. Tra i nomi delle novanta aderenti all'appello figurano gli ex ministri Carfagna, Brambilla e Prestigiacomo (Forza Italia) fino alle esponenti Pd Moretti, Bindi e Agostini, prima firmataria dell'emendamento relativo alla parità di genere. Emendamento che, insieme agli altri presentati nei giorni scorsi, ha scatenato le ire di Forza Italia. «Ricordo a Renzi e alla ministra Boschi – le parole di Renato Brunetta, capogruppo forzista alla Camera – che “pacta sunt serno o ballottaggio, ovvero il ritorno al voto dopo due vanda”: è troppo comodo sottosettimane, così da avere una maggioranza certa tra le scrivere accordi che si sa già non verranno rispettati, così come vodue coalizioni sfidanti. Per quanto riguarda le soglie di sbarramento, la per- tare l'Italicum in direzione Pd e centuale viene fissata all’8 per cento per i partiti che poi rimangiarselo foglia dopo fodecidono di presentarsi da soli, mentre è al 4,5 per glia come con i carciofi, perché i cento per quelli che fanno parte di una coalizione e gruppi parlamentari non ci stanil 12 per cento per la coalizione stessa. Al momento no. Ieri il Senato, oggi le quote roi nodi cruciali riguardano il peso dato ai partiti forti sa, domani le preferenze e dopolocalmente ma ininfluenti a livello nazionale (è sta- domani le soglie. Noi non ci stiata bocciata la revisione al ribasso della soglia dal 4,5 mo». al 4 per cento, detta norma “Salva Lega”) e l'alter- Dubbioso Angelino Alfano, leananza tra uomini e donne all'interno delle liste (pa- der del Nuovo Centrodestra: «Sulla parità di genere siamo rità di genere). Su quest'ultimo punto le proposte di modifica ri- molto aperti, così come siamo faguardano la ripartizione al 50 per cento della posi- vorevoli alle preferenze, ma la zione dei capilista tra uomini e donne e il divieto di questione è: per raggiungere l'opresenza in lista di due candidati consecutivi dello biettivo siamo pronti a far crollastesso genere (ad esempio uomo-donna-uomo-don- re tutto l'impianto della legge elettorale?». na).
La proposta di legge elettorale
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DOMENICA 16 MARZO 2014
IL PORTICO DEGLI EVENTI
Solidarietà. La campagna “One human family, food for all” di Caritas Internationalis.
Cibo per tutti, una sfida da vincere per un mondo che non dimentica nessuno Raccogliendo l’invito di Papa Francesco Caritas Internationalis sostiene la campagna per il diritto al cibo che guarda verso l’Expo 2015 MARIA CHIARA CUGUSI
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IMUOVERE LO ‘scandalo della fame’ e promuovere una finanza al servizio dell’uomo. Sono gli obiettivi della campagna internazionale ‘One human family, food for all’, promossa dalla Caritas Internationalis e da altre associazioni, lo scorso 10 dicembre, i cui risultati saranno portati all’Expo 2015 a Milano. Un’iniziativa che raccoglie l’invito di Papa Francesco a rimuovere le cause della fame e le fonti di una disuguaglianza sempre più profonda, a porre freno a un sistema finanziario fuori controllo e perseguire la giustizia umana e il bene comune. La ‘versione’ nazionale della campagna è stata lanciata nei giorni scorsi a Roma, con il titolo ‘Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro’, promossa da Caritas Italiana, dalla Focsiv e da altre associazioni, con la mobilitazione
di enti e organismi del mondo ecclesiale italiano e dei singoli territori locali, diocesi, ong, associazioni di volontariato. «Per superare lo scandalo della fame e della povertà - ha sottolineato don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, durante la presentazione dell’iniziativa - siamo chiamati come cristiani e cittadini all’esercizio di una cittadinanza globale, attiva e responsabile, che sviluppiamo come comunità ecclesiale, mettendo a disposizione competenze e carismi». Strumenti della campagna sono un documento-base sul diritto al cibo, un ‘toolkit di formazione’ per attivare la riflessione nei territori locali, con particolare attenzione al mondo eccle-
siale, agli imprenditori e al mondo giovanile e della scuola, e il sito internet www.cibopertutti.it, per diffondere i contenuti della campagna e dare visibilità alle iniziative locali. La Caritas Internationalis ha già iniziato la mobilitazione nei diversi paesi: un cammino che si concluderà il 19 maggio 2015, durante l’Expo 2015 in programma a Milano (dal 1 maggio al 31 ottobre 2015), quando i delegati delle 164 Caritas del mondo condivideranno i frutti della campagna, durante una tavola rotonda organizzata nell’ambito dell’Esposizione universale incentrata sul tema ‘Nutrire il pianeta, Energia per la vita’.
Durante l’iniziativa verrà fatto il punto sui tre obiettivi perseguiti: azzeramento della fame nel mondo entro il 2025 (un dramma che tocca oggi quasi un miliardo di persone, 19 milioni solo nella Ue), sensibilizzazione delle comunità civili ed ecclesiali, e presentazione di una leggequadro sulla fame nel mondo, sul diritto al cibo e sulla sicurezza alimentare che ogni nazione dovrà adattare al proprio contesto. È stato lo stesso Mons. Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e Presidente di Caritas Internationalis, ad annunciare, nei giorni scorsi, la partecipazione Caritas: «La mancanza di cibo - ha spiegato - fa parte di un circolo vizioso che va stroncato alla radice: per far sparire i poveri, vanno eliminate le cause della povertà e della fame. Non potrebbe questa esposizione universale essere ricordata come un evento che ha unito tutta la creatività umana per combattere la fame nel mondo?». Il summit mondiale dei delegati sarà solo una delle iniziative che Caritas Internationalis proporrà durante i sei mesi dell’evento: in cantiere c’è infatti un fitto calendario di appuntamenti che si svolgeranno sia nel sito ufficiale dell’Expo (dove sarà presente anche la Santa Sede con il proprio padiglione) sia altri luoghi significativi di Milano, che diventeranno una sorta di «Expo diffusa».
Emergenza alimentare, un problema per l’Isola
IL PORTICO
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il fatto IL 18 APRILE IN TUTTE LE CHIESE
Colletta per la Terra Santa Ogni giorno i cristiani in varie regioni del Medio Oriente s’interrogano se restare o emigrare: vivono nell’insicurezza o subiscono violenza, talora, per il solo fatto di professare la loro e nostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono, scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il disegno della universale riconciliazione”. È quanto si legge nel messaggio per la “Collecta pro Terra Sanc-
ta” del Venerdì Santo, diffuso dalla Congregazione per le Chiese Orientali. Il messaggio ricorda come nella regione “la situazione attuale sia veramente delicata: basti pensare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che investe l’Egitto, alla tragedia della Siria”. Quest’ultima “si è aggravata, colpendo a ogni livello il fragile equilibrio dell’intera area e riversando sul Libano e sulla Giordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisura campi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane sconvolti - si legge nel testo - per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria e altrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fa che alimentare l’e-
Nei centri Caritas quattro richieste su dieci sono di cibo M. C. C.
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A SARDEGNA combatte contro un’emergenza alimentare ormai quotidiana. Nei centri d’ascolto delle dieci Caritas diocesane quattro richieste di aiuto su dieci sono di viveri, e il 47,7% degli interventi sono finalizzati a garantire cibo; nel 2012, le Caritas sarde hanno distribuito 880 mila pasti: 440mila nelle mense, più 440mila pacchi viveri. La Mensa della Caritas diocesana assicura, in media, 600 pasti al giorno, tra colazione, pranzo e cena. Una crisi che sta alimentando la solidarietà dell’intero territorio locale: basti pensare al progetto ‘Tutti con Caritas’, ideato da MediaTris e lanciato nei mesi scorsi: un’operazione ambiziosa, finalizzata a creare una ‘rete’ tra aziende, attraverso donazioni e convenzioni che permettano all’organismo pastorale di acquistare a prezzo di costo ciò che è necessario per assistere i più bi-
sognosi. Un’iniziativa lanciata con la donazione da parte di Asdomar (Gruppo Conserve) di 66mila scatolette di tonno all’olio d’oliva, a cui ha fatto seguito la donazione da parte di Alb spa di 33mila bottiglie d’acqua da 1,5 litri Smeraldina; in quest’ultimo caso è stata attivata una convenzione annuale per una fornitura illimitata di acqua Altura, prodotta a Bortigiadas, a 15 centesimi anziché i 27 del prezzo di vendita al pubblico. Un’operazione che oltre ad alimentare una vera e propria ‘filiera della solidarietà’ con prodotti sardi d’eccellenza, sostiene l’attività industriale, creando nuovi assetti sociali che si reggono sulla produzione e generano occupazione: «Occorre costruire equilibri virtuosi - spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana e delegato regionale Caritas -, che superino la logica della rassegnazione e dell’assistenzialismo e promuovano una ‘cultura altra’, puntando a un sistema
La cucina della mensa Caritas di Cagliari.
economico che metta al primo posto il bene comune». E poi ci sono i risultati ottenuti grazie all’iniziativa ‘Abbattiamo la fame’, lanciata nei mesi scorsi nell’ambito del progetto Alimentis - dall’Istituto salesiano don Bosco e dalla Caritas diocesana: grazie ai 31mila euro raccolti tra ottobre e dicembre scorso attraverso oltre una ventina di iniziative di beneficenza, sono stati acquistati e sono già in funzione per la Mensa Caritas un abbattitore termico, due celle frigorifero e una macchina da vuoto: tutti strumenti che permetto-
no il recupero dei cibi cotti che altrimenti verrebbero sprecati. L’iniziativa va avanti grazie anche alla firma di alcune convenzioni con ospedali che donano i cibi in eccesso: «Attualmente, grazie alla convenzione con un ospedale, stiamo recuperando 100 porzioni di cibo (cioè circa 40 pasti al giorno) - spiega Francesco Ferrari, docente dell’Istituto salesiano don Bosco e uno degli ideatori dell’iniziativa - ; a breve, dovrebbero partire altre convenzioni: il nostro obiettivo è recuperare almeno 300 pasti al giorno».
sodo dei cristiani e la dispersione di famiglie e comunità. Tanti fratelli e sorelle nella fede stanno scrivendo una pagina della storia con ‘l’ecumenismo del sangue’, che li affratella, e noi vogliamo essere al loro fianco con ogni sollecitudine”. Le comunità cattoliche di Terra Santa, grazie alla Colletta del Venerdì Santo, “riceveranno il sostegno per essere vicine ai poveri e ai sofferenti senza distinzione di credo o di etnia. Le parrocchie manterranno aperte le porte a ogni bisogno; così le scuole, ove cristiani e musulmani insieme preparano un futuro di rispetto e collaborazione; gli ospedali e ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continueranno a offrire la loro assistenza, affinché nello smarrimento di questi nostri giorni, la carità ecclesiale faccia risuonare la parola di Gesù: “Coraggio... non temete”.
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IL PORTICO DEL TEMPIO
IL PORTICO
Il Papa. Nell’incontro con il Clero di Roma l’invito ad essere portatori di misericordia.
La Quaresima viene a squoterci dal torpore e dal pericolo dell’inerzia ROBERTO PIREDDA
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LL’ANGELUS IL SANTO Padre
si è soffermato il modo particolare sul Vangelo della I Domenica di Quaresima che presentava l’episodio delle tentazioni Gesù nel deserto. Il tentatore «cerca di distogliere Gesù dal progetto del Padre, ossia dalla via del sacrificio, dell’amore che offre se stesso in espiazione, per fargli prendere una strada facile, di successo e di potenza. Il duello tra Gesù e Satana avviene a colpi di citazioni della Sacra Scrittura». Il Signore si oppone a queste tentazioni in modo netto e «ribadisce la ferma volontà di seguire la via stabilita dal Padre, senza alcun compromesso col peccato e con la logica del mondo». Bisogna notare come Gesù nelle sue risposte non si mette a dialogare con Satana, ma fa immediatamente riferimento alla Parola di Dio. Il Papa trae da quest’aspetto un insegnamento importante per la vita spirituale dei cristiani: «Ricordiamoci di questo, nel momento della tentazione, delle nostre tentazioni, niente argomenti con Satana, ma sempre difesi dalla Parola di Dio! E questo ci salverà». Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato l’invito di Caritas Internationalis ad aderire alla sua campagna contro la fame nel mondo.
All’Udienza generale il Santo Padre ha proposto una riflessione sul tempo di Quaresima, richiamandone gli elementi essenziali: «rendimento di grazie a Dio per il mistero del suo amore crocifisso; fede autentica, conversione e apertura del cuore ai fratelli». Il Mercoledì delle Ceneri il Papa ha presieduto la Stazione Quaresimale nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino. Nell’omelia della Messa il Santo Padre ha posto l’accento sul fatto che «la Quaresima viene provvidenzialmente a risvegliarci, a scuoterci dal torpore, dal rischio di andare avanti per inerzia». Questo tempo ci ricorda come «è possibile realizzare qualcosa di nuovo in noi stessi e attorno a noi, semplicemente perché Dio è fedele, è sempre fedele, perché non può rinnegare se stesso, continua ad essere ricco di bontà e di misericordia, ed è sempre pronto a perdonare e ricominciare da capo».
In settimana è stato diffuso il Messaggio di Papa Francesco per la Campagna di Fraternità organizzata dalla Chiesa brasiliana che ha per tema: “Fraternità e tratta di esseri umani». Il Papa auspica «che i cristiani e le persone di buona volontà possano impegnarsi perché mai più un uomo o una donna, giovani o bambini, siano vittime della tratta degli esseri umani». Per realizzare questo «la base più efficace per ristabilire la dignità umana è annunciare il Vangelo di Cristo nella campagna e nelle città, perché Gesù vuole spargere la vita in abbondanza ovunque». Nel consueto incontro d’inizio Quaresima con il Clero della Diocesi di Roma, il Santo Padre ha incentrato la sua meditazione sul tema della misericordia, invitando i sacerdoti a vivere con una profondità sempre maggiore questa realtà: «Il prete è chiamato a imparare questo, ad avere un cuore che
LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA
cose’. Ci sono! E io vi dico che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa […] Sono condannati perché hanno una Bibzioni ci sono. Dobbiamo aiutare bia. Non possono portare il segno affinché crescano, affinché il Si- della croce. E questa è la strada di gnore possa entrare in quei cuori Gesù. Ma è una strada gioiosa, e dare questa gioia indicibile e perché mai il Signore ci prova più gloriosa che ha ogni persona che di quello che noi possiamo portasegue da vicino Gesù». re. La vita cristiana non è un vantaggio commerciale, non è un faIl 4 marzo il Santo Padre ha ap- re carriera: è semplicemente seprofondito il tema dei cristiani guire Gesù!» perseguitati per la propria fede, prendendo spunto dal Vangelo Lo stile del cristiano è legato alla del giorno, dove il Signore pro- Croce, al seguire Cristo con cometteva a chi lo segue il centu- raggio giorno per giorno (cfr Lc plo in ciò che viene lasciato in- 9, 22-25). Su questo si è soffersieme però alle persecuzioni (Mc mato il Papa nella sua omelia del 10, 28-31). 6 marzo.
Il coraggio della fede ell’omelia del 3 marzo Papa Francesco si è concentrato sul tema delle vocazioni, in modo specifico su quelle di speciale consacrazione, a partire dalla pagina evangelica del “giovane ricco” (Mc 10, 17-27).
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«Dobbiamo pregare perché il cuore di questi giovani possa svuotarsi, svuotarsi di altri interessi, di altri amori, perché il cuore divenga libero. E questa è la preghiera per le vocazioni: ‘Signore, mandaci, mandaci suore, mandaci preti, difendili dall’idolatria, dall’idolatria della vanità, dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del potere, dall’idolatria del denaro’. E la nostra preghiera è per preparare questi cuori per poter seguire da vicino Gesù […] Aiuta, Signore, questi giovani, perché siano liberi e non siano schiavi, perché abbiano il cuore soltanto per te, e così la chiamata del Signore può venire, può dare frutto. E questa è la preghiera per le vocazioni. Dobbiamo farne tanta: pregare. Ma, sempre stare attenti: le voca-
«Il mondo non tollera la divinità di Cristo. Non tollera l’annuncio del Vangelo. Non tollera le Beatitudini. E così la persecuzione: con la parola, le calunnie, le cose che dicevano dei cristiani nei primi secoli, le diffamazioni, il carcere… Ma noi dimentichiamo facilmente. Ma pensiamo ai tanti cristiani, 60 anni fa, nei campi, nelle prigioni dei nazisti, dei comunisti: tanti! Per essere cristiani! Anche oggi… ‘Ma oggi abbiamo più cultura e non ci sono queste
«Noi non possiamo pensare la vita cristiana fuori da questa strada. Sempre c’è questo cammino che Lui ha fatto per primo: il cammino dell’umiltà, il cammino anche dell’umiliazione, di annientare se stesso, e poi risorgere. Ma, questa è la strada. Lo stile cristiano, senza croce non è cristiano, e se la croce è una croce senza Gesù, non è cristiana. Lo stile cristiano prende la croce con Gesù e va avanti. Non senza croce, non senza Gesù. E questo stile ci salverà, ci darà gioia
si commuove. I preti - mi permetto la parola - “asettici” quelli “di laboratorio”, tutto pulito, tutto bello, non aiutano la Chiesa. La Chiesa oggi possiamo pensarla come un “ospedale da campo”. Questo scusatemi lo ripeto, perché lo vedo così, lo sento così: un “ospedale da campo”. C’è bisogno di curare le ferite, tante ferite! Tante ferite! C’è tanta gente ferita, dai problemi materiali, dagli scandali, anche nella Chiesa. Gente ferita dalle illusioni del mondo. Noi preti dobbiamo essere lì, vicino a questa gente. Misericordia significa prima di tutto curare le ferite». Sempre in settimana Papa Francesco ha ricevuto in udienza una Delegazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. A loro ha mostrato come «la via verso la comunione piena e visibile è un cammino che risulta ancora oggi arduo e in salita». Allo stesso tempo, afferma sempre il Papa, «lo Spirito però ci invita a non aver timore, ad andare avanti con fiducia, a non accontentarci dei progressi che pure abbiamo potuto sperimentare in questi decenni». In questo cammino occupa un ruolo centrale l’ecumenismo spirituale: «Solo con spirito di preghiera umile e insistente si potrà avere la necessaria lungimiranza, il discernimento e le motivazioni per offrire il nostro servizio alla famiglia umana, in tutte le sue debolezze e le sue necessità, sia spirituali che materiali».
e ci farà fecondi, perché questo cammino di rinnegare se stessi è per dare vita, è contro il cammino dell’egoismo, di essere attaccato a tutti i beni soltanto per me». Il 7 marzo Papa Francesco ha mostrato il significato della vera mortificazione (cfr Mt 9, 14-15), che non può essere autentica se non diventa carità concreta verso i fratelli, specie i più deboli. «Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna - lo dice Isaia stesso della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo. L’atto di santità di oggi, nostro, qui, nell’altare, non è un digiuno ipocrita: è non vergognarci della carne di Cristo che viene oggi qui! E’ il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo. E’ andare a dividere il pane con l’affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne!».
DOMENICA 16 MARZO 2014
pietre PAKISTAN
Cristiana uccisa dai talebani Una giovane ragazza cristiana è stata uccisa dai talebani pakistani nella regione settentrionale del Pakistan. La ragazza aveva trascorso alcuni mesi in fuga e nel nascondimento con suo cugino, un musulmano convertitosi al cristianesimo alcuni anni fa. Dopo la conversione, l’uomo è considerato “apostata” e da allora è nel mirino dei talebani, che intendono eliminarlo. Nei giorni scorsi alcuni militanti hanno scoperto il nascondiglio dei due: nella fuga la ragazza è stata raggiunta da un proiettile e uccisa, mente l’uomo, per ora, è riuscito a scappare. NELL’OGADEN (ETIOPIA)
Un missionario unica presenza cattolica Padre Christopher Hartley Sartorius, spagnolo di 55 anni, missionario diocesano di Toledo, è l’unico sacerdote cattolico che abbia mai raggiunto la regione somala dell’Etiopia chiamata Ogaden, dove vive ormai da 7 anni, completamente solo, nella località di Gode, in un territorio completamente musulmano. In quella regione, al confine con la Somalia, non c’era mai stata alcuna presenza della Chiesa cattolica né tantomeno le missionarie del loro ordine. Si tratta di una zona totalmente musulmana, per la maggior parte composta da clan nomadi di etnia somala, dediti quasi esclusivamente alla transumanza con le loro mandrie di cammelli. Padre Christopher si ritrova a Gode, cittadina con meno di 50mila abitanti, per tre quarti analfabeti. Quasi ogni giorno celebra la Messa da solo o con al massimo 3 o 4 fedeli. È in comunione con il Vescovo del gigantesco Vicariato Apostolico di Harar, mons. Woldetensay, anche se sono separati da oltre mille chilometri di sabbia e il sacerdote cattolico più vicino a questa missione si trova a 700 chilometri di distanza. NEGLI EMIRATI ARABI
Una parrocchia con 400mila fedeli La comunità parrocchiale cattolica più grande del mondo forse è a Dubai. Sono 400mila i fedeli cattolici che vivono nel territorio assegnato alla parrocchia di Santa Maria, nella città più popolosa degli Emirati Arabi Uniti. Lo spazio della chiesa può ospitare 1700 persone, ma risulta troppo piccolo per la moltitudine di fedeli che prendono parte alle messe, anche a quelle infrasettimanali. Così la partecipazione di tutti alle liturgie viene garantita tramite gli altoparlanti e i maxischermi posizionati nella piazza antistante alla parrocchia. Nelle solennità liturgiche, arrivano a accalcarsi nell'area anche più di 20mila fedeli.
DOMENICA 16 MARZO 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
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Pastorale giovanile. Il prossimo 7 giugno a Roma l’incontro nazionale del CSI con il Santo Padre.
Le società sportive incontrano Papa Francesco, un evento che mette al centro sport e valori CSI e Ufficio diocesano di Pastorale giovanile propongono insieme la possibilità di essere presenti all’incontro del 7 giugno a Roma FEDERICA BANDE L CENTRO SPORTIVO Italiano è un'associazione che da ben settanta anni si occupa di sport non solo nell'ambiente squisitamente sportivo come le società, ma anche nelle scuole e nelle parrocchie. Scommettendo sul messaggio e sui valori che l'attività sportiva porta con se e consente di sviluppare, il CSI quest'anno, per festeggiare il suo settantesimo anniversario, ha organizzato una giornata di festa a cui sono invitati tutti coloro che avranno il piacere di partecipare. Ciò che rende speciale questa ricorrenza è che Papa Francesco parteciperà in prima persona all'evento che si terrà il 7 giugno a Roma a Città del Vaticano. Infatti, in occasione dei settanta anni di CSI Piazza San Pietro verrà trasformata in un grande campo sportivo ed il pontefice incontrerà tutte le associazioni e società sportive, i giovani e gli adulti che saranno presenti il 7 giugno. L'Ufficio di CSI e quello della Pa-
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l'andata e del ritorno, oltre che i pasti, sono stati previsti ed inseriti nel programma studiato per l'occasione. L'invito a partecipare a questo importante evento è estesa a tutti : parrocchie, oratori, associazioni sportive, giovani, ragazzi e adulti che recandosi a Roma per questa festa, coglieranno l'occasione per vivere una giornata indimenticabile all'insegna dello sport e sotto lo sguardo e la benedizione del Santo Padre. Avere l'opportunità di rivedere Papa Francesco dopo il 22 settembre e condividere con centinaia di persone dei valori che solo lo sport è capace di veicolare alla perfezione è molto semplice. Visitando il sito www.csicagliari.it/papafrancesco sarà possibile prendere visione dell'iter dell'evento e di tut-
te le informazioni relative alle modalità d'iscrizione. Infatti per poter partire è necessario iscriversi e versare una piccola quota di partecipazione comprensiva di tutti i trasporti, i pasti e pernottamento, oltre che del kit e dei pass. Le iscrizioni sono aperte già dalla scorsa settimana. L'Ufficio di Pastorale Giovanile e il Centro Sportivo Italiano sono a disposizione per qualsiasi chiarimento ed informazione; potrete contattare la segreteria al numero 324 8433070 a cui risponderanno Federica o Matteo dal lunedi al venerdi, oppure inviare una mail all'indirizzo csisardegnadalpapa@gmail.com o ancora visitare la pagina internet dedicata al link www.csicagliari.it/papafrancesco.
è grazie a questa collaborazione, a questo affiatamento che la serata ha superato tutte le aspettative. E' stata una giornata pazza, corse avanti e indietro, urla, stress e continua fretta, ma abbiamo cantato e ballato tutti insieme, ci siamo emozionati e siamo stati fieri di noi stessi. Oltre ad essere stata un'iniziativa benefica per aiutare il prossimo è stata anche un'occasione per unirci ancora di più, un qualcosa
che ci ha fatto crescere moltissimo e ci ha fatto diventare, almeno per una sera, una vera a propria squadra. Tutto questo, ovviamente, non sarebbe stato possibile senza il nostro professore, don Davide Curreli, che è stato la nostra guida, ha fatto si che tutto andasse per il verso giusto, ci ha rassicurati e ci ha spronati. Grazie a lui abbiamo tirato fuori il meglio di noi, abbiamo lavorato duramente e i nostri sforzi sono stati ripagati. E' stata un'esperienza irripetibile e fuori dall'immaginabile, sembra davvero che sia stato un sogno da quanto è stato irreale e magico. Dovrebbero provarci tutti, dovrebbero vivere tutti un'esperienza del genere, per capire quanto è bello lavorare e sforzarsi per aiutare il prossimo e usare il proprio talento, la propria vocazione o la propria passione per aiutare qualcuno.Tutti noi abbiamo un talento, una passione, e metterci in gioco e usarla come mezzo per fare del bene è la cosa più appagante e che rende più fieri. Perché il bene porta altro bene e non importa in quale fede tu creda o meno, ognuno di noi possiede la volontà di aiutare il prossimo, e questo ce l'abbiamo tutti nel cuore. La quarta I del Liceo classico “Siotto Pintor”
Il logo dell’appuntamento del CSI con Papa Francesco.
storale Giovanile della nostra diocesi si sono preoccupate di creare un programma di partecipazione accessibile a tutti, in modo da consentire a chiunque si mostri interessato, le notizie e gli strumenti necessari per riuscire ad essere presenti in questa importante data a Roma. L'organizzazione proposta dal CSI e dalla PG prevede il trasporto con nave
Tirrenia da Cagliari verso Civitavecchia, il servizio di pullman privati e la distribuzione dei pasti per tutta la durata del soggiorno, oltre che la consegna del kit creato per l'evento ed il pass, fondamentale per accedere alle aree riservate in Piazza San Pietro, dalle quali sarà possibile vedere ed ascoltare Papa Francesco. Tutti i trasporti marittimi e terrestri del-
“Siotto’s Got Talent”: studenti alla prova per la solidarietà Ha registrato un buon successo l’iniziativa degli alunni del liceo “Siotto” di Cagliari O SCORSO 28 Febbraio, i locali del Seminario Arcivescovile di Cagliari, hanno ospitato uno spettacolo di beneficenza organizzato dalla classe quarta I del liceo classico Siotto Pintor. Lo spettacolo, presentato al pubblico con il nome "Siotto's Got Talent" consisteva nelle varie esibizioni, dal canto alla giocoleria, dalla ginnastica artistica alla danza, che i ragazzi del liceo hanno eseguito durante la serata davanti ad un pubblico di circa quattrocento persone. I biglietti sono stati venduti con successo, e dentro la struttura è stato anche adibito un banco dolci, in
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modo da far fruttare qualche soldo in più ed offrire agli spettatori uno spuntino gustoso. L'evento è stato organizzato dentro al contesto del concorso "Giovani Solidali" istituito dalla Caritas. Tutti i soldi raccolti andranno all'associazione citata e saranno devoluti in beneficenza. “Perché il bene porta altro bene”: è stata forse questa la frase che ha dominato la serata della prima edizione del Siotto's Got Talent. Tutti noi eravamo pronti, ognuno aveva un proprio ruolo e sapeva esattamente che cosa dovesse fare in seminario: c'era chi stava nel botteghini, c'erano i talenti, dei normalissimi studenti del Siotto che hanno messo a disposizione il loro talento per una causa bellissima: ognuno sapeva che quelle piccole ore della sua vita che stava dedicando a questo spettacolo, in realtà le stava dedicando al bene e alla carità.
Denis Diderot, filosofo francese del Settecento, scrive: “Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” e noi studenti abbiamo fatto brillantemente, con lo spettacolo Siotto's Got Talent, entrambe le cose. Far parte di questo progetto, spendere tempo ed energie per organizzarlo e vedere il successo riscosso ha portato un sacco di soddisfazione. Tutta la classe è stata coinvolta, ognuno ha dato il suo ed
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IL PORTICO
IL PORTICO DEI GIOVANI
DOMENICA 16 MARZO 2014
Giovani. Nella parrocchia orionina di Selargius un musical su San Francesco: la via estetica come iniziazione.
“L’amore quello vero”, la grande storia di Francesco e Chiara interroga i giovani Lo spettacolo diventa provocazione per tutti i ragazzi che lo hanno messo in scena. La vita del poverello di Assisi interroga molti sul proprio stile di vita DON GINO MORO
La domanda non attraversa solo l'agire della Chiesa, ma la raggiunge e coinvolge - e direi sconvolge salutarmente - nella sua stessa identità. È un nuovo accesso al vangelo di Dio, quale senso della vita. Nella svolta culturale in atto la domanda sul “come” trascina con sé la domanda sul “contenuto” e sul suo evento tanto dentro al mondo dell'io, di chi propone il vangelo, quanto di chi lo accoglie. Un esempio. In settembre ci siamo detti: proponiamo un recital ai giovani. Abbiamo scelto “L'Amore quello vero, storia di Francesco e Chiara”, trenta giovani hanno accettato. Partono le riunioni: conoscere il testo. scegliere i personaggi, avviare le prove. Quattro mesi di lavoro! Finalmente la prima il 15 febbraio, con due ore di spettacolo e 200 partecipanti. Un risultato sorprendente per tutti, primi i ragazzi. Si raccontano. Per prima cosa c'è
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OME EVANGELIZZARE?
il loro assoluto stupore. “Non avremmo mai pensato di trovarci così bene: con noi stessi, fra di noi, con la parte da rappresentare. Siamo diventati gruppo. Ci siamo identificati con la storia. Ci siamo conosciuti meglio. La gente si è commossa con noi e più di noi. Nessuno ha fatto brutta figura. La gente ha partecipato così intensamente come se fosse sul palco con noi. Siamo stati i portavoci di un amore così grande e è nato in tutti il desiderio di continuare a mettere a frutto i doni che il Signore ci ha dato per portare un messaggio di speranza”. Per seconda cosa i giovani dicono di essersi entusiasmati. “Siamo felici e orgogliosi: non pensava-
mo di riuscire ad essere così tanto uniti e solidali. È nata e cresciuta l’amicizia, la voglia di mettersi in gioco per qualcosa di grande, che cambia la vita. È nato in tutti il desiderio di sperimentare l'amore, quello vero”. Per terza cosa i giovani hanno accolto il messaggio della vita di Francesco e Chiara. “Quello che conta non sono i soldi, ma i sentimenti e la voglia di aiutare coloro che hanno bisogno. Si raggiunge la felicità tramite la povertà, messaggio liberante, opposto a quello che è più in voga oggi. Questi due santi hanno capito e trasmesso il valore delle cose: hanno rinunciato a tutto, andando anche contro il volere dei
genitori. Ci hanno fatto capire che la felicità passa attraverso lo spogliarsi di tutto ciò che é superfluo, abbandonandosi alla grazia e alla preghiera, camminando verso Dio, unico vero obiettivo della vita. Francesco è l'iniziatore di una chiesa fatta di povertà e amore che grazie a Papa Francesco sta finalmente venendo fuori”. Questa esperienza giovanile che ha contagiato anche gli adulti, indica il metodo da seguire per evangelizzare, oggi. La grande via attraverso la quale portare alla luce l'agire salvifico – portarlo a coscienza narrativa e celebrativa - non può che obbedire alla legge dell'armonia culturale. Ogni epoca obbliga ad aggiornare il suo Discorso sul Metodo. Le diverse svolte che hanno preceduto e determinato l'attuale clima culturale possono essere sintetizzate attorno all'irruzione del mondo del soggetto e dei suoi
Gli esercizi spirituali come tempo di grazia Mons. Ughi ha predicato gli esercizi ai seminaristi MANUEL BRUNO USAI
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A COMUNITÀ DEL Pontificio Se-
minario Regionale Sardo, la quale accoglie i giovani che, provenienti dalle dieci diocesi sarde, seguono la vocazione particolare al sacerdozio ministeriale attraverso la donazione della propria vita al servizio delle comunità, ha appena concluso il giro di boa dell’anno formativo con l’appuntamento degli esercizi spirituali vissuto nelle scorse settimane. La pratica degli esercizi, ampiamente diffusa nella Chiesa, che nella sua formulazione originaria è il frutto delle esperienze
mistiche di s. Ignazio di Loyola, è stata il momento rinfrancante e rigenerante dal quotidiano impegno formativo. La consuetudine di uscire dagli ambiti di vita di ogni giorno ha portato i quarantotto candidati al presbiterato, unitamente all’equipe formativa, dalla moderna e funzionale sede di via Parraguez a Cagliari verso Sassari presso la casa delle Figlie della Carità. Le religiose, prevalentemente a riposo, hanno accolto con gioia e accompagnato con premura e discrezione le giornate scandite dalle meditazioni predicate da mons. Ugo Ughi e imperniate intorno alla celebrazione eucaristi-
La comunità del Seminario Regionale durate gli esercizi. Sotto a sinistra Mons. Ughi.
ca, centro e culmine delle silenziose giornate turritane. L’esperienza, maturata del predicatore negli anni in cui ha svolto delicati servizi quale padre spirituale prima e rettore poi del seminario umbro, e l’attuale incarico di direttore spirituale presso il Seminario Lombardo a Roma, unitamente a quella lunga e densa presso l’Azione Cattolica, ha conferito a questi esercizi un respiro universale, unità e continuità anche at-
traverso i frequenti richiami al magistero. Il baricentro è stato principalmente sulla formazione umana, alla luce della Scrittura e della Tradizione. La scelta quanto mai indovinata di portare l’accento sul pilastro della formazione umana, pur investendo anche quello pastorale, teologico e spirituale, ha consentito di rivolgere la propria capacità introspettiva su quegli aspetti della propria vita su cui eserci-
vissuti profondi. Sospettosi, in altre epoche, su questo approccio esperienziale, oggi nessuno ignora che il vangelo è tale solo se si impone al mondo dell'io come buona notizia. Viene tolto il velo all'enigma della propria condizione e si esperimenta qualcosa che rende plausibile dirsi: “Beato me!”. Un metodo che conduca alla beatitudine: ecco la sfida globale della comunicazione del Vangelo e il segreto dell'iniziazione. Data l'attuale rilevanza antropologica del desiderio, e del ruolo interno ad esso della vibrazione emotiva, la via estetica appare determinante. Un contenuto cristiano vero e centrale come – Gesù è il Signore – apparirà irrilevante se non non risulterà “bello e buono” qui e ora per me, vincente nella comparazione oggi agguerrita tra altre proposte accattivanti.
tare una più intensa azione formativa. I lunghi spazi di preghiera personale, l’adorazione Eucaristica e la celebrazione della Liturgia delle Ore comunitaria hanno contribuito a creare le condizioni ottimali per consentire a ogni seminarista di trovare il proprio spazio intimo di interiorità interrogandosi al contempo sul mistero della propria vocazione. I più giovani, che si trovano in cammino verso la scelta tendenzialmente definitiva del ministero presbiterale, hanno ricevuto alcune piste di riflessione sulle quali orientare le proprie meditazioni. Coloro che nel secondo e terzo biennio sono immersi già negli studi più prettamente teologici si sono confrontati con la reale possibilità di fare sintesi, nel declinare ciò che lo studio accademico offre, e calarlo nella propria interiorità. Coloro i quali si apprestano a ricevere i ministeri di lettore e di accolito hanno utilizzato questo tempo di grazia per interrogarsi, prepararsi e disporsi all’accoglimento di questi ministeri di servizio e rapporto privilegiato con la Parola, i primi, e con l’Eucarestia i secondi, cogliendo la rara opportunità di fare questa esperienza intima vivendo al contempo nella comunità.
IL PORTICO DI CAGLIARI
DOMENICA 16 MARZO 2014
L’intervista. Parla Filippo Dispenza, da tre mesi alla guida della Questura di Cagliari.
Dispenza: bisogna prevenire i reati per garantire la sicurezza dei cittadini Il Questore descrive il lavoro suo e quello dei collaboratori. A Cagliari e in provincia sono in crescita i crimini legati alla droga ROBERTO COMPARETTI A CIRCA tre mesi è alla guida della Questura di Cagliari. Filippo Dispenza, in questo breve lasso di tempo ha dato un ulteriore impulso al lavoro di prevenzione del crimine in città e nell’hinterland. “E’ fondamentale per noi – dice – lavorare per far sì che i cittadini abbiano la maggior sicurezza possibile. Alcuni risultati sono stati ottenuti con numerose indagini avviate, alcune concluse, altre invece sono in corso e da parte mia e di tutti i miei collaboratori c’è il massimo impegno per prevenire e contrastare fenomeni criminali di qualsiasi natura”. Quale realtà ha trovato al suo arrivo in Sardegna? Ho imparato a conoscere la vostra Isola nel corso delle mie vacanze estive, ma quando mi è stato comunicato che sarei venuto alla guida della Questura di Cagliari mi sono informato ed ho subito indirizzato il lavoro verso quei fenomeni che maggiormente interessano Cagliari e la sua provincia. Mi riferisco ai problemi legati al traffico di stupefa-
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Il Questore di Cagliari, Filippo Dispenza.
centi o a quelli legati ai reati contro il patrimonio. In questi giorni siamo stati impegnati nella zona di Capoterra dove c’è stato un incremento dei furti, specie nelle zone agricole. Il lavoro di prevenzione e di contrasto interessa poi anche i commissariati che fanno parte della nostra struttura, Iglesias, Quartu, Carbonia e Cagliari Sant’Avendrace. Come state agendo sul territorio? Abbiamo intensificato il lavoro delle pattuglie sul territorio, con un maggior numero di agenti per le strade, in particolar modo quelli del reparto prevenzione crimine, che ha sede ad Abbasanta. Ho chiesto ed ottenuto dal Dipartimento di Sicurezza di ave-
re il supporto del reparto tutti i giorni della settimana, al fine di portare avanti un lavoro di controllo del territorio, in modo da fornire maggiori garanzie ai cittadini, elevando il grado di sicurezza effettivo, oltre che quello percepito. Le cronache registrano un crescendo di operazioni delle forze dell’ordine. Qual è la situazione? Indubbiamente ciò che ho registrato è che un maggior controllo del territorio e con più pattuglie che girano è più facile fare un’operazione di prevenzione, specie dei reati predatori. Negli ultimi tempi il numero dei reati contro il patrimonio è in crescita, per questo dobbiamo essere più
presenti, per scoraggiare i reati e dare più sicurezza ai cittadini non solo di Cagliari ma anche della provincia. Tra le prime prove alle quali ha dovuto far fronte gli scontri allo stadio in occasione della gara del Cagliari contro la Juventus. È intollerabile che ci siano persone che vedano le forze dell’ordine come dei nemici. È inconcepibile che presunti tifosi, perché i tifosi non agiscono così, abbiano attaccato deliberatamente le forze dell’ordine dopo la gara di calcio. Io stesso ero presente allo stadio ed ho visto lancio di sassi verso Polizia, Carabinieri e Finanzieri presenti lì per assicurare l’incolumità di chi voleva seguire la gara. Grazie al lavoro dei miei collaboratori siamo riusciti ad identificare i protagonisti delle violenze ed ho emesso 40 provvedimenti di Daspo, il divieto di assistere la gare sportive, per un periodo che va dai 2 ai 5 anni. Credo che non sia finita qui, perché non si va allo stadio per generare violenza. Lei attualmente opera nell’ambito dell’Interpol. Quale ruolo riveste la Sardegna nello scenario del crimine mondiale? La Sardegna ha un ruolo fondamentale come il resto della Penisola. La nostra Questura è tuttora impegnata in operazioni di Interpol per il contrasto al crimine internazionale, che ha nella Sardegna ma non solo, un punto strategico per determinate operazioni con contatti in diverse zone del mondo.
società sportiva con codice federale, alla quale partecipa la Dinamo Banco di Sardegna, ma la cui sede non sarà a Sassari, ma a Cagliari, e che diventa una delle società satelliti della Dinamo. È “Dinamo Lab”, il nuovo progetto per sostenere il movimento regionale della pallacanestro, una società satellite della Dinamo Sassari che il prossimo anno mira a disputare il campionato di Lega Silver, la terza serie italiana. Il coach Meo Sacchetti e il direttore sportivo Federico Pasquini sceglieranno i giocatori in prospettiva prima squadra, in vista di una crescita di pari passo a quella del settore giovanile. L'obiettivo è quello di collaborare con tutti, per continuare a seminare entusiasmo, portando ovunque nell'Isola il modus
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NA NUOVA
brevi IL 19 MARZO
Giornata della solidarietà e del lavoro Mercoledì 19 marzo, solennità di San Giuseppe sposo della B.V. Maria, la Diocesi celebra la “Giornata della solidarietà e del lavoro”. La giornata si terrà nella parrocchia di Sant’Elia in Cagliari. Alle 16.30, al Lazzaretto, è prevista una tavola rotonda dal tema: “Giovani Chiesa Lavoro”. Alle 19.00 l’arcivescovo Arrigo Miglio presiederà la santa messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Elia. Maggiori informazioni sul sito www.chiesadicagliari.it. DOMENICA IN SEMINARIO
Rinnovo del mandato ai ministri straordinari I ministri straordinari che hanno già ricevuto il mandato e per i parroci hanno previsto il rinnovo dell’incarico, sono invitati domenica nei locali del Seminario Arcivescovile dalle 16 alle 19, per un incontro che si concluderà con la S. Messa presieduta dall’Arcivescovo. È essenziale che il parroco o il cappellano oppure il rettore segnali il nome dei ministri ai quali viene rinnovato il mandato. È possibile segnalare i nomi via e-mail all’indirizzo: liturgia@diocesidicagliari.it. LA FACOLTÀ TEOLOGICA
Il teologo francese Ghislain Lafont, a lungo docente a Roma all'Università Gregoriana e a Sant'Anselmo, sarà presente a Cagliari, lunedì 17 marzo 2014 alla Facoltà Teologica della Sar-
Al via in Città il nuovo progetto della società sassarese. operandi della Dinamo Banco di Sardegna. Una vera e propria palestra che possa consentire ai giovani di formarsi e ad altri di recuperare, ambientarsi e esprimersi al meglio. Una base da cui partire facendo squadra da Cagliari ma coinvolgendo l'intera Isola. Sarà un laboratorio in mano della Dinamo in funzione della pallacanestro, disciplina che, grazie anche quanto sta facendo la società sassarese, coinvolge tutta l’Isola. I dati parlano di una base di 12mila tesserati in Sardegna, prima regione in Italia per praticanti. Un movimento in crescita con ampi spazi di sviluppo, soprattutto in ambito giovanile. Una squadra che punta a diventare il bacino dei futuri giocatori della Dinamo, una vetrina ed un palcoscenico importante per giocatori, come Esben Reinholt ora in
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Il 17 marzo ospita il teologo Lafontz
Dinamo Lab: aiutare e far crescere il basket R. C.
IL PORTICO
Spagna, che potranno avere spazio. Un punto di riferimento utile a fare un passo in avanti. Alcuni segni sono stati lasciati come la formula itinerante dei Dinamo Camp, con il modello Dinamo Sassari messo a disposizione di tutti. La creazione di questa nuova società che disputa il suo campionato, permette di crescere ai propri giocatori, i quali a loro volta potrebbero far parte del roster sassarese. Un laboratorio nel quale competenza, talento e opportunità saranno gli elementi più importanti
per giovani cestisti isolani, ma non solo: l’intero movimento della pallacanestro sardo può continuare a crescere. Il progetto è stato sviluppato in sinergia tra la società sassarese del patron Stefano Sardara e la Federazione pallacanestro sarda, guidata da un uomo che di basket se ne intende come Bruno Perra. Unire da un lato la competenza e il blasone della Dinamo e dall’altra la realtà del panorama cestistico isolano: mettendo insieme queste due componenti c’è di che sperare per il basket sardo.
degna, per un incontro-dibattito con docenti, studenti e con tutti coloro che sono interessati. Il titolo dell'incontro è: "Che cosa possiamo sperare? Ovvero come 'pensare' e 'dire' oggi Dio e l'uomo?". L'appuntamento è previsto per le 17 nell'aula tesi della facoltà. Seguiranno domande e interventi dei docenti e del pubblico. L’incontro è organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Scienze umane della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
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IL PORTICO DE
IL PORTICO
II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)
dal Vangelo secondo Matteo
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n quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Mt 17, 1-9 DON ANDREA BUSIA
il portico della fede
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li evangelisti ci lasciano intendere che, all’interno del gruppo dei dodici apostoli, esistesse un gruppo ristretto, particolarmente vicino a Gesù, chiamato a stargli vicino in momenti particolari, questo gruppetto, composto da Pietro, Giacomo e Giovanni, e talvolta da Andrea viene messo in evidenza soprattutto in alcuni episodi: quello della trasfigurazione, come vediamo nel nostro brano, la guarigione/risurrezione della figlia del capo della sinagoga (Mc 5,21-43), nell’ora della prova sul Getsemani (Mc 14,33ss). Tutti questi episodi richiamano in maniera molto diretta l’evento della passione-risurrezione, e a questi si può aggiungere tranquillamente la corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro vuoto il giorno di Pasqua (Gv 20,3ss) e il primo miracolo compiuto da Pietro e Giovanni assieme dopo la risurrezione (At 3). Questo gruppo “ristretto” diventa l’interlocutore privilegiato di Gesù in molti ca-
Fu trasfigurato dav
si in cui si tratta di aprire gli occhi sul mistero della passione-morte-risurrezione. Non è un caso che Pietro, appartenente a questo gruppo ristretto, sarà poi chiamato a confermare i suoi fratelli nella fede pascendo il gregge di Gesù (Gv 21,15-19). Se quanto detto finora è vero allora siamo chiamati a leggere il brano odierno sotto la lente del mistero della risurrezione di Gesù, la cosa non dovrebbe sorprenderci in maniera particolare visto che già l’immagine della trasfigurazione è un richiamo abbastanza forte a “ciò che sarà”. Nella Bibbia questo non è l’unico episodio di trasfigurazione, ne esiste un altro molto importante in cui il protagonista è Mosè: “Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, eb-
bero timore di avvicinarsi a lui. Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con lui” (Es 34,29-30.33-35). Il confronto tra l’episodio di Mosè e quello del vangelo ci permette di notare alcuni aspetti, in entrambi i casi abbiamo un volto trasfigurato, “brillante”, tanto da non poter essere guardato e in entrambi i casi troviamo la presenza di Mosè, ma ad essere più importanti sono le differenze che ci permettono di vedere la novità evangelica: Dio parlava con Mosè, il trasfigurato, ora invece non si rivolge a Gesù bensì ai suoi apostoli, è a loro che si rivolge la voce;
Gesù sale al monte in compagnia dei tre apostoli, non da solo come Mosè; inoltre Gesù incoraggia e sostiene i suoi apostoli timorosi invitandoli a rialzarsi e a non temere. La differenza più importante è però un’altra: se il volto di Mosè è stato trasfigurato a causa del dialogo con Dio, quello di Gesù lo è prima della manifestazione di Dio. Gesù è in perenne comunione con il Padre e per questa ragione non c’è, di fatto, un prima e un dopo. La voce del Padre è, infatti, rivolta agli apostoli; Dio non ha bisogno di rivolgersi direttamente a Gesù così come non aveva un tale bisogno al momento del Battesimo. Questo episodio è finalizzato a mostrare ciò che sarà al momento della risurrezione affinché gli apostoli, portando nel cuore questa visione e l’incoraggiamento di Gesù “Alzatevi e non temete”, assieme alla voce del Padre, possano superare la prova della passione e godere e testimoniare i frutti della resurrezione.
IL CAMMINO QUARESIMALE All’ultima Udienza generale, che coincideva con il Mercoledì delle Ceneri, Papa Francesco si è soffermato sul significato del tempo quaresimale che conduce al Triduo Pasquale, «memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero della nostra salvezza». Il Santo Padre ha mostrato come dalla Quaresima nascano due inviti essenziali per la vita di ogni cristiano: scoprire più profondamente la forza della redenzione operata da Cristo e vivere pienamente il proprio Battesimo. Ogni credente è chiamato a guardare con una luce sempre nuova alla salvezza che il Signore dona al mondo: «La consapevolezza delle meraviglie che il Signore ha operato per la nostra salvezza dispone la nostra mente e il nostro cuore ad un atteggiamento di gratitudine verso Dio, per quanto Egli ci ha donato, per tutto ciò che compie in favore del suo Popolo e dell’intera umanità. Da qui parte la nostra conversione: essa è la risposta riconoscente al mistero stupendo
dell’amore di Dio. Quando noi vediamo questo amore che Dio ha per noi, sentiamo la voglia di avvicinarci a Lui: questa è la conversione». Vivere in pienezza la vocazione battesimale significa riconoscere ogni uomo come fratello e sentire una sana inquietudine per chi è lontano dalla fede cristiana: «Vivere fino in fondo il Battesimo – ecco il secondo invito – significa anche non abituarci alle situazioni di degrado e di miseria che incontriamo camminando per le strade delle nostre città e dei nostri paesi. C’è il rischio di accettare passivamente certi comportamenti e di non stupirci di fronte alle tristi realtà che ci circondano. Ci abituiamo alla violenza, come se fosse una notizia quotidiana scontata; ci abituiamo a fratelli e sorelle che dormono per strada, che non hanno un tetto per ripararsi. Ci abituiamo ai profughi in cerca di libertà e dignità, che non vengono accolti come si dovrebbe. Ci abituiamo a vivere in una società che pretende di fare a meno di Dio, nel-
la quale i genitori non insegnano più ai figli a pregare né a farsi il segno della croce […] Questa assuefazione a comportamenti non cristiani e di comodo ci narcotizza il cuore!». La Quaresima, ha spiegato il Papa, nel cammino di fede del cristiano rappresenta un momento favorevole, un’occasione di purificazione e rinnovamento personale che non va sprecata: «La Quaresima va vissuta come tempo di conversione, di rinnovamento personale e comunitario mediante l’avvicinamento a Dio e l’adesione fiduciosa al Vangelo. In questo modo ci permette anche di guardare con occhi nuovi ai fratelli e alle loro necessità. Per questo la Quaresima è un momento favorevole per convertirsi all’amore verso Dio e verso il prossimo; un amore che sappia fare proprio l’atteggiamento di gratuità e di misericordia del Signore, il quale “si è fatto povero per arricchirci della sua povertà” (cfr 2 Cor 8,9)». di don Roberto Piredda
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 16 MARZO 2014
vanti a loro...
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Non va trascurata la portata delle proposte Unar
Arriva il gender: noi romperemo le righe? MARIA STELLA LEONE
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RISCRITTURE
LA RIVELAZIONE DELLA DIVINITÀ Gesù, dopo aver preannunciato ai discepoli la sua passione, “prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Mt 17,12). Secondo i sensi, la luce del sole è la più intensa che si conosca in natura, ma, secondo lo spirito, i discepoli videro, per un tempo breve, uno splendore ancora più intenso, quello della gloria divina di Gesù, che illumina tutta la storia della salvezza. San Massimo il Confessore afferma che “le vesti divenute bianche portavano il simbolo delle parole della Sacra Scrittura, che diventavano chiare e trasparenti e luminose” (Ambiguum 10: PG 91, 1128 B). Dice il Vangelo che, accanto a Gesù trasfigurato, “apparvero Mosè ed Elia che conversavano con lui” (Mt 17,3); Mosè ed Elia, figura della Legge e dei Profeti. Fu
allora che Pietro, estasiato, esclamò: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Mt 17,4). Ma sant’Agostino commenta dicendo che noi abbiamo una sola dimora: Cristo; Egli “è la Parola di Dio, Parola di Dio nella Legge, Parola di Dio nei Profeti” (Sermo De Verbis Ev. 78,3: PL 38, 491). Infatti, il Padre stesso proclama: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5). La Trasfigurazione non è un cambiamento di Gesù, ma è la rivelazione della sua divinità, “l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce” (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 357). Pietro, Giacomo e Giovanni, contemplando la divinità del Signore, vengono preparati ad affrontare lo scandalo della croce. Benedetto XVI – Angelus 20 marzo 2011
nche in Sardegna, come nel resto d’Italia, le scuole ricevono le proposte del’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità, per la diffusione dell’ideologia gender. Ideologia che pare democratica, si ammanta di libertà e rispetto di tutti a parole, ma che di fatto si impone, tacciando di omofobia e razzismo chi la discute. Sono in diffusione gli opuscoli che dovranno inculcare nei docenti (scuola materna, elementare, superiore) una metodica di prevenzione del fenomeno del bullismo, che è in realtà il “cavallo di Troia”per parlare ai giovani (e giovanissimi) di educazione sessuale a senso unico. Ringraziamo l’O.M.S., che approva tali documenti senza interpellare nessun genitore o educatore. Il documento da cui scaturiscono gli opuscoli per le scuole, formulato da figure professionali (legate alle correnti Lgbt) è già stato finanziato e promosso dalla Federazione Italiana di Sessuologia Clinica (testo integrale scaricabile dal sito www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf) Stiamo sull’attenti, in attesa dei comandi: il generale Gender vuole che gli insegnanti usino l’opuscolo “Educare alla diversità a scuola”, dove si legge testualmente che per un insegnante affrontare l’omofobia e il bullismo omofobico può essere difficile, e che “ciò avviene perché le questioni riguardanti l’omosessualità, soprattutto in Italia, sono permeate di condizionamenti culturali e sociali dell’ambiente esterno”. Si afferma più esplicitamente: “un pregiudizio diffuso nei paesi di natura fortemente religiosa è che il sesso vada fatto solo per avere bambini.” (Se alludono alla religione cattolica è deducibile che non la conoscono). Nella lettura degli Standard per l’educazione sessuale dell’OMS troviamo di fatto la proposta di edu-
care i nostri figli fin dai tre anni ai seguenti disvalori: sessualità basata solo sulla ricerca del piacere fisico, autoerotismo precoce, promiscuità sessuale, contraccezione, e il “diritto” di aborto. Il tutto motivato per evitare il bullismo scolastico, per insegnare il rispetto per l’altro, per arginare i casi (veri) di maltrattamento e di razzismo nei confronti degli studenti con inclinazioni omosessuali. Ma poiché in Italia esiste ancora una libertà di pensiero, che deve la sua esistenza alle radici cristiane e anche alla storia democratica del Paese, questa preoccupante escalation non troverà dei soldatini senza testa né nei nostri insegnanti né nelle famiglie: possiamo rompere le righe. Diverse voci si stanno alzando, per evidenziare l’assurdità di queste proposte, e sono voci di liberi cittadini, di esponenti di associazioni laiche, aconfessionali, apolitiche. Scrive ad esempio il Presidente del Movimento Per la Vita Italiano, On. Carlo Casini: “Noi non siamo omofobi, se omofobia vuol dire diprezzo, discriminazione, esclusione. Non possiamo essere toccati dall’accusa di omofobia, specialmente noi che affermiamo l’uguale dignità di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale. […]Ma noi siamo quelli che vorrebbero porre alcune domande[…]Siamo per questo divenuti indegni operatori di una discriminazione? Oppure coloro che tentano di farci tacere con il ricatto di improprie parole, sono loro gli intolleranti e i nemici della libertà di pensiero? […]La strumentalizzazione intollerante vuole impedire un dibattito vero, (è ) il tentativo di imporre un’ideologia costringendo al silenzio chi non la condivide, anche a costo di oscurare bellezza, positività, importanza e gioia della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. Per “rompere le righe”a Cagliari sono in atto iniziative, info scrivendo a mpvcagliari@hotmail.it.
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IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
DOMENICA 16 MARZO 2014
LETTERE A IL PORTICO La comunità di Sant’Elia, mercoledì 5 marzo, alla presenza del nostro Arcivescovo Monsignor Arrigo Miglio, ha accolto con grande partecipazione l’ingresso di don Giampiero Zara nella sua nuova parrocchia, il ministero pastorale di un nuovo parroco è sempre un avvenimento di rilievo nella vita di una comunità. Grazie Eccellenza per la gioia di ritrovarci intorno alla mensa eucaristica, per celebrare le meraviglie che il Signore ha operato e continua ad operare nella nostra comunità. Gratitudine a Dio perché “Ha visitato il suo popolo”, a don Giampiero che ha colto l’invito di Gesù: di farsi ogni giorno servo per amore, essere pastore del gregge a lei affidato è l’espressione più alta di comunione con la comunità e con la Chiesa. Caro don Giampiero, da oggi questa è la sua casa, e noi, umile popolo di Dio che le è stato affidato, saremo la sua famiglia. La stessa famiglia che, con speranza ha saputo attendere questo momento così carico di gioia e di emozione. La parrocchia di Sant’Elia è in continuo cammino, in continua crescita spirituale e morale e lei sicuramente saprà essere un buon Pastore attento a tutto e a tutti: dal bambino all’anziano, dal giovane all’adulto, dal sano al malato, all’emarginato; affin-
ché ognuno possa sentirsi parte integrante di questa grande e bella famiglia che è la Chiesa di Sant’Elia. Il nostro impegno, attraverso la Fede e la Preghiera, sarà quello di crescere come persone, come cristiani e come Chiesa. L’anima e la guida di questo nostro cammino sia sempre lo Spirito Santo che parla ad ognuno di noi ed orienta i nostri passi. La costanza, la fedeltà, la collaborazione e la comunione con lei siano punti di riferimento per camminare insieme, per costruire, per essere membra vive della Chiesa e della realtà parrocchiale. La sua forza, caro don Giampiero sarà sempre quella del Signore che attraverso la sua opera le darà del tempo per amarci come noi ameremo lei, per fare la Sua volontà ed essere servi inutili. Il suo sostegno e la sua protezione sia la Vergine Maria, sotto il cui manto noi mettiamo il suo ministero pastorale. Papa Francesco dice: “Siate sempre pastori e missionari l’annuncio del Vangelo non nasce dalla volontà di potere ma dalla forza dell’amore”. Di questa amicizia abbiamo bisogno e questo le chiediamo don Giampiero: di viverla insieme a noi affidandola al nostro Santo protettore Sant’Elia Profeta. Un benvenuto di cuore, sincero, sem-
plice e autentico nella nostra, da oggi anche sua comunità... Benvenuto tra noi: solo l’amore crea!
Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
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Cosa donare?
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Per esempio: pasta, olio, pelati, formaggi, carne, tonno in scatola, legumi in scatola, biscotti, caffé, zucchero, sale, merendine, riso, omogeneizzati e alimenti per l’infanzia etc. Ma anche dentifricio, sapone, docciaschiuma, sapone di marsiglia etc. per offerte IBAN IT70 Z033 5901 6001 0000 0070 158 C/C POSTALE 001012088967 (Causale: Mensa Caritas) www.caritascagliari.it
Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.
E
scono tantissimi film ogni anno, alcuni molto belli altri meno, alcuni originali altri meno, alcuni profondi altri meno. C'é peró anche il cinema destinato a rimanere nella storia, e di questa sezione fa parte Her, il film scritto e diretto da Spike Jonze e uscito lo scorso novembre al Festival di Roma (poi battuto dall'italiano Tir). La sconfitta, sentimento di fondo che pervade questa storia e i suoi personaggi, di cui siamo consapevoli anche noi spettatori sin dall'inizio, per ironia della sorte si é ripercossa pure sui riconoscimenti del mondo cinema, che al film non sono mancati ma sono stati di certo ingenerosi. Dopo varie e fortunate esperienze alla regia (tra tutti Essere John Malkovich e Il ladro di orchidee) passate a raccontare storie catapultate nel mondo dell'assurdo scritte da Charlie Kaufman, questa volta Jonze fa tutto da solo: pensa scrive e dirige l'opera con un tocco poetico che in precedenza era mancato, forse per la necessitá di raccontare altro. Il grande pregio del film é proprio quello di centrare in pieno il cuore della narrazione e attaccarvisi per un'ora e mezzo senza rischiare di farlo svanire sotto piú inutili e compiacenti discorsi socio-intellettuali. Her é infatti solo la storia di Theodore, un uomo come tanti che in un futuro molto prossimo da oggi scrive lettere e biglietti d'auguri per chi non ci riesce o non ha piú tempo. La realtá tecnologica ha atrofizzato le menti ma non ancora indurito i cuori, e Theodore lo scopre di persona, trovando conforto dopo la fine del suo matrimonio in
In onda su Radio Kalaritana
Elisabetta Rapisarda Catechista
Oggi parliamo di… arte e fede Il Santuario di N. S. di Bonaria (Terenzio Puddu) Domenica 2 marzo ore 18.10 Lunedì 3 marzo ore 8.30 Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 16 marzo ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione Il film "La grande bellezza" (Simone Bellisai) Martedì 18 marzo ore 19.10 Mercoledì 19 marzo ore 8.30 L’ora di Nicodemo Evangelii Gaudium Lettura dell’Esortazione (nn.1949) di Papa Francesco Mercoledì 19 marzo 21.30 Oggi parliamo con… Filippo Peretti Presidente ordine dei giornalisti della Sardegna Sabato 15 marzo 19.10
Nelle sale cinematografiche il film di Spike Jonze.
Her e il sentimento della sconfitta VALERIA USALA
un Sistema operativo nuovo sul mercato che si presenta con il nome di Samantha e che riuscirá, a differenza delle persone in carne ed ossa, a regalargli emozioni e sentimenti maledettamente reali. Tutte le scelte narrative sono azzeccate in questo caso: il futuro prossimo ci permette di immedesimarci subito in una realtá in cui gli schermi e i "riflessi" dominano, in cui il contatto (sia visivo che tattile) quasi non esiste e per questo riesce molto piú facile cedere a quello virtuale, in cui la solitudine voluta o subita é al centro dell'esperienza ed é ció che sembra riportarci essenzialmente ad una fase relazionale primitiva, dove tutto é difficile perché abbiamo dimenticato come si fa. Il quid di fondo che trova Jonze per racconta-
re queste difficoltá é ovviamente l'amore, chiave di lettura senza tempo, che qui si offre come fine e non come mezzo, lasciando alla tecnologia il compito di veicolarlo. La sfida del film non é quella di mostrare in modo critico la societá che potremmo diventare da qui a dieci anni, ma quella di provare che se siamo in grado di vivere sensazioni forti per un film che parla di amore tra umani e macchine, significa che come genere umano siamo giunti ad un punto nuovo della nostra storia. Il regista peró non lo vede come un rischio, né fa del film un avvertimento, ma anzi insiste sulla delicatezza della relazione e sul bisogno di fondo che la anima, ovvero la necessitá dell'uomo di amare e di essere amato, in qualunque contesto e a qua-
Domenica 16 marzo ore 10.30
La Via Crucis Venerdì 21 marzo 21.10 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30 Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30 Lampada ai miei passi (10 – 16 marzo) Commento al Vangelo quotidiano a cura del diacono Ignazio Boi Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01 circa
lunque condizione, fosse anche quella di non poter vedere mai la propria partner, ed essere costretto ad immaginarsela. La vera potenza del film infatti sono un volto e una voce: il primo quello di Joaquin Phoenix, di un' intensitá espressiva e una delicatezza emotiva uniche, e la seconda quella di un'attrice che ha fatto della propria immagine una forza, ma alla quale la voce basta e avanza per far sognare qualunque uomo. Scarlett Johansson si presta ad una sensualitá casta e fatta di sole vibrazioni acustiche, dimostrando che il cinema puó riuscire per i motivi piú disparati, ma quando il motivo é solo una voce significa che ha giá vinto (motivo per il quale é vivamente sconsigliato vederlo doppiato in italiano). L'oscillazione tra stupore e trasporto é continua e continuamente ricercata, ed é inevitabile che un certo fastidio istintivo insieme con parecchia malinconia ci accompagni fino alla fine del film, sensazioni simili a quelle che proviamo quando qualcuno ci legge dentro e porta alla luce parti di noi che non avevamo mai avuto il coraggio di esternare. Her fa proprio questo: prende il bisogno d'amore dell'uomo nelle sue forme piú basse ed insieme piú sublimi, lo spolvera e ce lo restituisce in un mondo patinato dai colori pastello (in cui domina non a caso il rosso) e vestiti del futuro che in realtá somigliano molto a quelli degli anni '70, perché ad alcune cose dobbiamo pur rimanere aggrappati. Alcuni film sono belli originali e profondi, altri meno. Questo film é tutte e tre le cose, e molto di piú.
DOMENICA 16 MARZO 2014
IL PORTICO DELLA MISSIONE
Evangelizzazione. L’esperienza di una giovane coppia di sposi in Costa d’Avorio.
Matteo e Alice: la missione ci ha fatto conoscere un orizzonte più grande SUSANNA MOCCI ATTEO E Alice Corrias sono una coppia di giovani sposi. Lui, 30 anni, ingegnere alle Ferrovie, lei 25, studentessa in Scienze della Formazione Primaria. Hanno trascorso il mese di febbraio nella missione della Comunità Missionaria di Villaregia ad Yopougon, in Costa d’Avorio. Perché avete deciso di fare quest’esperienza? Alice: Il desiderio c’è sempre stato, fin da quando abbiamo iniziato a frequentare la comunità a Quartu. A questo si sono aggiunte due cose: due anni fa mio fratello Alessio, missionario, è stato inviato proprio in Costa d’Avorio e volevamo andare a trovarlo e poi, per me, si è aperta la possibilità di scrivere la tesi in Letteratura per l’infanzia in missione, così abbiamo deciso di cogliere questa occasione. Matteo: Avevamo sempre pensato alla Missione, ai poveri, ma senza mai avere concretamente l’idea di quello che fossero. Era un tassello che mancava al nostro cammino. Con che animo siete partiti? A. : Io avevo paura di come avrei potuto reagire a quello che avrei visto, o di vivere questa esperienza in maniera passiva, da spettatrice, senza riuscire ad addentrarmi in una cultura che non è la mia. M. : La mia paura più grande era quella di non riuscire a vivere quei giorni in pienezza a causa della
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Matteo e Alice Corrias in Costa d’Avorio.
lingua. Qualche giorno prima della partenza, però, le parole di una missionaria mi hanno aiutato: mi ha detto che là, in Africa, vige il linguaggio dell’amore. Quelle parole si sono poi rivelate vere. Che cosa è successo quando siete arrivati in missione? M. e A. : È stato come arrivare a casa. Abbiamo ricevuto la tipica accoglienza africana -ballata e cantata- da parte di tutti i missionari e di un gruppo di giovani. Il giorno dopo abbiamo fatto un piccolo giro delle attività della Comunità e della Parrocchia di Saint Laurent (la quale è gestita dai missionari), per ambientarci un po’. Vedere che solo alla prima messa della domenica c’erano 4500 persone ci ha impressionato. Due giorni dopo il nostro arrivo, siamo andati a visitare il villaggio di Couté, il più vicino alla parrocchia: lì abbiamo avuto il primo contatto vero e proprio con la gente.
Come è stato? A.: Tutti volevano toccarci, vederci. I bambini più piccoli si attaccavano a noi: avevano bisogno di essere abbracciati o di essere presi in braccio, perché nelle loro famiglie questo non lo ricevono. Nella struttura familiare africana l’importanza maggiore è data all’anziano e il bambino è all’ultimo posto. Per questo motivo hanno una grande carenza di affetto. M.: È stato bello camminare per le strade del villaggio con i missionari: loro hanno una parola per tutti, conoscono tanta gente. Abbiamo visitato anche un quartiere di periferia: là abbiamo notato una maggiore povertà: persone drogate, sguardi diffidenti nei nostri confronti, fogne a cielo aperto. Nessuna fotografia potrà riprodurre gli odori di quei posti: è stata una delle cose che ci ha messo più a dura prova. Abbiamo vissuto quello di cui avevamo sempre
sentito parlare con tutti e cinque i sensi: per me questa cosa è stata fortissima. Quali sono stati i momenti che vi hanno toccato di più? M. e A. : Una mattina, prima di uscire, il guardiano della zona dove alloggiavamo ci ha portato un cesto di frutta, dicendoci che quello era il suo benvenuto per noi e scusandosi perché avrebbe voluto farci questo dono da prima ma non aveva avuto soldi. Per loro non avere soldi significa non avere neppure quel poco per mangiare. Appena lui ha avuto qualcosa ha deciso di donarcela. Questo gesto di generosità ci ha spiazzato. Come viene vissuta la fede? M. : In maniera semplice ma profonda. In cappella vedevo sempre persone prostrate in adorazione davanti al tabernacolo. I bambini, ad esempio, quando uscivano da scuola, entravano, si inginocchiavano davanti a Gesù e alla Madonna, pregavano e solo dopo andavano a casa. La fede è davvero fortissima: davanti a situazioni di reale difficoltà loro rispondono sempre dicendo “domani andrà meglio”. Cosa portate da quest’esperienza nella vostra giovane famiglia? M. e A. : Innanzitutto un orizzonte di amore più ampio. In secondo luogo un grande insegnamento di fede. Spesso ci affanniamo per cose che non sono davvero importanti: il lavoro o il programmare tutta la vita per filo e per segno. Vorremmo vivere affidandoci a Dio come ci ha insegnato questo popolo.
IL PORTICO
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brevi PASTORALE FAMILIARE
Il 16 marzo incontro ad Assemini Domenica 16 marzo dalle 17.30 alle 20 la parrocchia di San Pietro ad Assemini ospita il ritiro per la famiglie. L’iniziativa rientra nella serie di appuntamenti che l’Uffi-
cio di Pastorale familiare ha programmato nel corso dell’anno. Per informazioni è possibile contattare i responsabili don Marco Orrù, e-mail marco.natale.55 @alice.it, oppure Claudio Congiu e Giovanna Girau, e-mail claudiocongiu@tiscali.it.
IL 23 MARZO
A San Vito secondo incontro per i giovani Domenica 23 marzo si terrà il secondo incontro diocesano di pastorale giovanile. Questo secondo appuntamento sarà rivolto ai ragazzi di III media/I superiore, i loro educatori e animatori. In più sono invitati anche i gruppi dei ragazzi delle scuole superiori che nelle nostre parrocchie o negli Oratori svolgono un servizio di
animazione. L’incontro si svolgerà a San Vito. Per partecipare alla giornata sarà necessario iscrivere i gruppi dei partecipanti, il modulo è disponibile sul sito www.chiesadicagliari.it. Informazioni alla mail: giovani@diocesidicagliari.it.
Don Luigi - Napoli
Nomine dell’Arcivescovo
Insieme. Insieme ai poveri. Insieme ai dimenticati. Insieme alle vittime della camorra. Insieme ai detenuti. Insieme ai malati. Insieme agli anziani soli.
Conto corrente postale n.57803009 - www.insiemeaisacerdoti.it Segui la missione dei sacerdoti sulla pagina FB facebook.com/insiemeaisacerdoti
CEI Conferenza Episcopale Italiana Chiesa Cattolica
S.E. Mons. Arrigo Miglio, in data primo marzo 2014, ha provveduto alle seguenti nomine: Don Giampiero Zara Parroco di “S.Elia” in Cagliari Don Gianni Locci Parroco di Sarroch Don Carlo Loi Amministratore parrocchiale della “Madonna della Fede” in Cagliari-Pirri Padre Ivan Lai O.F.M. Cappellano al Cimitero “S. Michele” in Cagliari Dal 1° aprile 2014 Don Luigi Contu sarà Parroco di Domus de Maria.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi GIORNATA DEI MINISTRANTI
Due incontri di preparazione Quest’anno la Giornata diocesana dei Ministranti si terrà in una duplice data e duplice sede, per ragioni logistiche e per andare incontro alle parrocchie “periferiche”. Pertanto venerdì 25 aprile la sede dell’incontro sarà il Seminario Arcivescovile riservato ai gruppi ministranti delle parrocchie delle Vicarie di Cagliari, Pirri, Campidano, Capoterra, Quartu S. Elena, Capoterra e Dolianova, e domenica 27 aprile la sede dell’incontro sarà Senorbì nella parrocchia S. Barbara per i gruppi ministranti delle parrocchie delle Vicarie di Mandas, Nuraminis, S. Nicolò Gerrei, S. Vito e Senorbì. Le numerose Parrocchie della estesa Vicaria di Decimomannu possono scegliere tra le due sedi dell’incontro quella più vicina. Per entrambe le date il programma della giornata sarà secondo il seguente schema: dalle 9.30 gli arrivi e l’accoglienza, alle 10 il saluto di benvenuto e le attività per gruppi. Alle 12 la S. Messa con tutti i ministranti che dovranno indossare la veste propria. Al termine il pranzo al sacco e poi i giochi pomeridiani per i quali occorre portare abbigliamento sportivo. La conclusione è prevista per le 16. Verranno realizzati con Responsabili parrocchiali dei Gruppi Ministranti, anche per concordare con loro alcune attività e per chiedere la loro collaborazione. L’incontro è previsto anch’esso in duplice sede e duplice data, a seconda della zona di preferenza: domenica alle 17 a Senorbì nei locali dell’Oratorio parrocchiale, oppure lunedì 17 marzo alle 18,30 in sala stampa nei locali della Curia diocesana presso il Seminario Arcivescovile.
DOMENICA 16 MARZO 2014
Parrocchie. Il Mercoledì delle Ceneri l’ingresso a Sant’Elia di don Giampiero Zara.
Sant’Elia accoglie don Giampiero, la comunità inizia il nuovo cammino La comunità parrocchiale di Sant’Elia ha accolto il suo nuovo pastore, don Giampiero Zara. Il suo ingresso ha coinciso con l’inizio della Quaresima, un vero tempo di grazia MATTEO PIANO
5 marzo è stata una giornata di festa per il quartiere Sant’Elia. L’ingresso del nuovo parroco rappresenta sempre un’occasione per condividere insieme la preghiera e rinfozare l’unità per camminare insieme come comunità cristiana. Alle 17.30, davanti ad una grande assemblea, l’Arcivescovo Arrigo Miglio ha presentato ufficial-
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ERCOLEDÌ
Un momento della Celebrazione Eucaristica presieduta da don Giampiero Zara, nuovo parroco di S.Elia.
mente alla comunità il nuovo parroco, Don Giampiero Zara, proveniente dalla parrocchia di Sar-
roch. Durante i saluti iniziali Mons. Miglio ha voluto ringraziare le due comunità parrocchiali: “Ringrazio la comunità di Sant’Elia per la disponibilità ad aiutarmi in questo periodo di transizione e ringrazio i parrocchiani di Sarroch per l’affetto dimostrato a Don Giampiero e per averlo sostenuto nel suo mandato. Dobbiamo ricordarci che il cambiamento rimane nel DNA del sacerdote, fa parte del suo ministero”. L’Arcivescovo ha sottolineato che non sia stata una casualità la scelta del giorno di presentazione, coincidente con il Mercoledì delle Ceneri: “Non è un caso che oggi festeggiamo questi due avvenimenti. Proprio Don Giampiero ha
voluto scegliere questa data. Il mercoledì delle Ceneri è un giorno di grazia, non di tristezza. Il Signore ci chiede di vivere oggi con più sobrietà, in maniera tale da aver il cuore aperto per guardare nella direzione giusta”. Don Giampiero Zara, durante l’omelia, ha ricordato l’importanza della giornata: “ Oggi è una data importante perché ci ritroviamo davanti ad un nuovo camminare. Questo percorso, che inizia oggi con le Ceneri, è rivolto in direzione della celebrazione della Pasqua. Dobbiamo imparare a conoscere quale lo scopo finale del nostro “camminare”, ossia rendere gloria a Dio con la nostra vita in attesa dell’incontro finale con Lui”.
DOMENICA 16 MARZO 2014
IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
Diocesi. Con le Ceneri e la Celebrazione Penitenziale è iniziato il tempo di Quaresima.
Quaresima, un tempo di grazia per imparare ad amare davvero i fratelli Mons. Miglio: “Bisogna riscoprire l’idea propria della Quaresima nel suo significato pasquale. Le opere penitenziali sono via verso Dio” FABIO FIGUS UE APPUNTAMENTI presieduti dall’Arcivescovo in Cattedrale a Cagliari, hanno dato il via nella nostra diocesi all’inizio della Quaresima, momento in cui il cristiano rivive il ricordo del proprio battesimo approfondendone il significato e rinnovando gli impegni assunti di fedeltà a Dio e di lotta contro il male. Il primo, è stato la celebrazione eucaristica caratterizzata dal gesto penitenziale dell’imposizione delle Ceneri. “Noi che abbiamo ricevuto una vocazione ministeriale di vita consacrata o di impegno laicale, di vita matrimoniale e cristiana – ha affermato Monsignor Miglio durante l’omelia – se viviamo la nostra vocazione con maggiore consapevolezza, siamo i primi chiamati a vivere questo tempo quaresimale come tempo di conversione”. Obiettivo della Quaresima è dunque mettere alla base del cam-
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mino della vita di ogni cristiano la conversione. Non un cammino individuale, ma che riguarda tutti e che mette in comunione l’intero popolo di Dio. “Bisogna riscoprire l’idea propria della Quaresima attraverso un significato pasquale” – ha sottolineato l’Arcivescovo. “Durante questo periodo dobbiamo riscoprire le tre opere penitenziali suggerite dal Vangelo, l’elemosina, la preghiera e il digiuno, come fonti di gioia, di libertà e di benessere, per migliorare la qualità della nostra vita, nostro costante obiettivo e alla base del progetto di Dio che ci chiama a gioire della nostra vita. Per questo – prosegue l’Arcivescovo – bisogna riscoprire che la stessa Legge di Dio ci è stata data
per imparare a conoscere l’Amore vero, perché diventiamo più liberi di amare fino in fondo”. Il secondo appuntamento, è stata la Celebrazione penitenziale comunitaria, in preparazione al Sacramento della Riconciliazione nelle diverse iniziative proposte nelle parrocchie. Sotto la guida della Parola di Dio, a cui è stato affiancato il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima e le riflessioni di Monsignor Miglio, l’incontro è stato cadenzato da tre diversi temi di meditazione: la miseria materiale, quella morale e quella spirituale. “La miseria materiale – scrive il Papa – è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della perso-
na umana. Il nostro impegno si orienta a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione. Non meno preoccupante è la miseria morale – prosegue il Santo Padre nel suo Messaggio – che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza, rispetto, ai diritti, all’educazione e alla salute. La miseria morale che è anche causa di rovina economica – dice il Papa nell’ultima parte del suo Messaggio al centro dell’incontro penitenziale di Domenica scorsa – si collega sempre alla miseria spirituale che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Dio è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna”.
L’inizio della Quaresima in Cattedrale
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brevi VOCAZIONI
Quarto incontro del pre-seminario Domenica 16 marzo dalle 9 alle 14.30 nei locali del Seminario arcivescovile, si terrà il quarto incontro del pre-seminario. Sono invitati, previa una comunicazione del proprio parroco al rettore del seminario, i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni che desiderano conoscere l’esperienza comunitaria del seminario minore diocesano per un discernimento vocazionale. IL 25 MARZO
Monsignor Mura sarà ordinato Vescovo Monsignor Antonello Mura, vescovo eletto di Lanusei, riceverà l'Ordinazione Episcopale martedì 25 Marzo, festa liturgica dell'Annunciazione del Signore, nella Concattedrale Maria Immacolata di Bosa, alle ore 16.30. Presiederà la celebrazione di Con-
sacrazione Monsignor Angelo Becciu, Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana. L'ingresso nella diocesi di Lanusei avverrà nel pomeriggio di domenica 27 Aprile. INIZIATIVE
Nuovo inserto diocesano su Avvenire
Foto Elio Piras
La Diocesi di Cagliari ha intrapreso una nuova esperienza comunicativa attraverso la pubblicazione di quattro pagine sul quotidiano Avvenire, ogni terza domenica del mese. Attraverso questa pubblicazione mensile, la Chiesa locale si è dotata di uno strumento che, congiuntamente al settimanale “Il Portico”, contribuirà a riflett e re più approfonditamente sui temi che ci stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo. Domenica è prevista la pubblicazione di un altro inserto. Per informazioni consultare il sito www.chiesadicagliari.it.
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IL PORTICO DEI PAESI TUOI
IL PORTICO
brevi IL 20 MARZO
Suor Roberta Vinerba sarà a Cagliari Giovedì 20 marzo, a partire dalle 18, nel Libreria Paoline di via Garibaldia a Cagliari, nuovo appuntamento con “Incontro con l’autore”. Opsite Suor Roberta Vinerba che presenta il libro “Nel Grembo e nel cielo. La donna come spazio, deserto e speranza”. Introduce Cristina Arcidiacono, Pastora Evangelica Battista.
Monserrato. Visita di Suor Carla Castellino, membro del consiglio generale delle FMA.
Il carisma di don Bosco continua a toccare i cuori di tante persone La religiosa ha fatto tappa nella casa di Monserrato, dove ha incontrato le consorelle, i collaboratori e i bambini della scuola. “Una realtà viva ed edificante” l’ha definita
PASTORALE GIOVANILE
R. C.
Ad aprile campi di formazione
collaboratrici più vicine alla Madre Generale. Suor Carla Castellino, consigliera visitatrice dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è in Sardegna per una visita alle diverse realtà salesiane. Prima tappa a Monserrato, nella scuola paritaria “Monumento ai caduti” che dal 1929 è una realtà importante nel popoloso centro dell’hinterland. “La mia visita – spiega suor Carla – rientra in un’attività che è propria della nostra famiglia. A nome della superiora generale mi reco nelle nostre case per vedere come le nostre consorelle vivono, quali sono le difficoltà, quale il lavoro che viene portato avanti. In fondo ciò che vogliamo fare e che è poi quanto ci chiede anche il nostro carisma è condividere con le nostre sorelle la loro vita e la loro realtà. Quale realtà ha trovato a Monserrato? Una bella realtà. Le consorelle fanno un ottimo lavoro apprezzato da tutti. La scuola è frequentata ma anche le attività che ruotano attorno ad essa sono ben sviluppate per cui ho visto una comunità che è in grado di coinvolgere le realtà che sono attorno alla nostra casa. Penso in particolare alle famiglie dei bambini che frequen-
Sono aperte le iscrizioni per i prossimi campi di formazione proposti dall’Ufficio di Pastorale Giovanile e previsti nel mese di aprile. Dal 25 al 27 aprile è previsto un corso di formazione per Animatori di gruppi preadolescenti e gruppi “post-cresima” (età dei partecipanti prevista: 17 ai 25 anni). Dal 29 aprile al 1 maggio un corso di formazione per gli Animatori che degli Oratori che animano le attività invernali ed estive (età dei partecipanti prevista: 15 ai 19 anni). Per tutti i corsi previsti l’Ufficio di Pastorale giovanile rilascerà un attestato di partecipazione e una dichiarazione per il credito formativo scolastico da presentare a scuola. Il prima possibile saranno disponibili le schede di adesione con le notizie tecniche e le modalità di iscrizione. I corsi di formazione per gli animatori di Oratorio saranno organizzati con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano e si terranno a Solanas, nella colonia “San Domenico Savio”. Per le informazioni si può contattare direttamente l’Ufficio di Pastorale Giovanile: don Alberto Pistolesi e-mail: apisto@tiscali.it oppure giovani@diocesidicagliari.it.
DOMENICA 16 MARZO 2014
È
UNA DELLE
Un momento della visita di Suor Carla Castellino a Monserrato
tano la scuola così come tutti i cooperatori salesiani a vario titolo e a chi ha nella nostra scuola un riferimento. È una comunità viva e unita, per cui non posso che essere soddisfatta di quanto ho visto. Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono conosciute come parte integrante della famiglia salesiana. Qual è lo stato di salute della vostra congregazione? Da quello che posso aver percepito io, credo che lo stato di salute sia positivo un po’ in tutto il mondo. Siamo presenti nei cinque continenti: in alcune zone c’è sta-
ta una flessione nel numero di vocazioni in altre invece lo sviluppo è continuo e il numero di vocazioni cresce. C’è molta vita ed il carisma salesiano non dipende da noi è un dono di Dio, è un carisma molto popolare, apprezzato dalla gente. Per questo noi cerchiamo di rimboccarci le maniche per fare del bene alla gioventù come diceva il nostro fondatore. Una conferma dunque dell’affetto per don Bosco? Certamente perché il nostro fondatore continua ad avere una spe-
ciale predilezione da parte di tante persone, specie dei più deboli. In questo ci sentiamo in sintonia con quanto Papa Francesco afferma spesso: avere una predilezione per i poveri, lui le ha chiamate le periferie. Per noi con una particolare attenzione ai giovani, a tutte le età, al di là del ruolo che ciascuna di noi cerca di svolgere un’attività diretta con i ragazzi, e quando non è possibile a causa dell’età, nel cuore resta l’amore preferenziale per i più giovani. Qui poi, nella vostra Isola, c’è un qualcosa che viene subito in evidenza appena si arriva: lo spirito di accoglienza che ho sentito forte fin dai primi istanti nei quali sono arrivata, fatta di genuinità di rapporti con persone desiderose di instaurare un dialogo sereno con l’altro.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 16 MARZO 2014
Tribunale Ecclesiastico Regionale. L’8 marzo si è svolta la cerimonia d’inaugurazione.
Inaugurato l’Anno Giudiziario 2014 del Tribunale Ecclesiastico Regionale
chi non può permettersi un avvocato di ottenere assistenza, ed ha evidenziato un'accelerazione nella trattazione delle cause (nel 50% dei casi nel 2013 la sentenza è stata emessa in meno di due anni dalla loro introduzione). La cerimonia è stata arricchita dalla presenza del Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi. Nella prolusione inaugurale dal titolo “Riflessioni sull'attuale riforma del diritto penale canonico”, partendo dalla citazione di alcune parole di Gesù sul male, sullo scandalo e sulle loro conseguenze, il
porporato si è soffermato sulla duplice finalità del diritto penale, volto sia a condannare il male, sia a spingere alla conversione chi lo ha commesso: secondo Bruno Maggioni, biblista più volte citato dal Cardinale, «lo scopo è sempre portare il fratello a prendere coscienza del suo stato di separazione, perché si ravveda». Dopo la parte esegetica, Cardinal Coccopalmerio ha fatto dei brevi cenni alla proposta di riforma del libro VI del Codice di Diritto Canonico, dedicato a “Le sanzioni nella Chiesa. Il Pontificio Consiglio da lui presieduto sta lavorando da quatto anni soprattutto a tre modifiche: distinzione tra pene medicinali ed espiatorie, poiché tutte al tempo stesso hanno finalità di guarigione e funzione di condannare il delitto; riforma della sospensione riservata ai soli chierici, perché oggi anche i laici possono svolgere alcuni uffici; riforma della scomunica, con distinzione fra scomunica maior e minor, recuperando un concetto proprio del Diritto orientale. Durante la cerimonia sono inoltre intervenuti gli avvocati Cheri, Difensore del vincolo, e Masia, rappresentante degli avvocati. Masia ha sottolineato come a base dell'incremento delle cause per incapacità consensuale vi sia il «tessuto valoriale e socio-ambientale che non consente la necessaria maturazione alla vita di coppia ed alle scelte libere, consapevoli e durevoli».
do e della sconfitta totale del grande Egitto, prevedendo la possibilità di vittoria anche nei confronti di Oloferne, se il loro Dio marcerà con loro: ‘Se non c’è alcuna colpa tra la loro gente,il mio signore passi oltre, perché il loro Signore ed il loro dio non si faccia scudo per loro e noi diventiamo oggetto di scherno davanti a tutta la terra’ (5,21). Il discorso non piacque ai generali e agli ufficiali, che si sentirono sminuiti nelle loro capacità strategiche e militari. Su Achior crebbe lo scontento fino a ritenerlo un ribelle che aveva profetato a favore del popolo israelita. Le parole contro Achior
furono terribili: ‘non vedrai più la mia faccia, da oggi fino a quando farò vendetta di questa razza che viene dall’Egitto. Allora il ferro dei miei soldati e la numerosa schiera dei miei ministri trapasserà i tuoi fianchi, e tu cadrai tra i loro cadaveri quando tornerò a vederti. I miei servi ora ti esporranno sulla montagna e ti lasceranno in una delle città delle alture, non morirai fino a che non sarai sterminato con quella gente’ (6,5-8). Achior venne portato sulla montagna e rimase lì, fino a che gli israeliti non lo presero e non gli chiesero conto della sua presenza. Il racconto del condottiero suscitò una supplica al Signore e causò parole di lode per ‘l’improvvisato profeta’. La bibbia, ancora una volta, pone sulle labbra di un pagano, di un nemico, di un avversario ufficiale la lucida e profonda visione di fede: il popolo non è solo, ma accompagnato da Dio ed ogni impresa è da attribuire a questo forte e fedele compagno.
Il Tribunale svolge un vero servizio per il popolo di Dio caratterizzato dalla cura verso le persone. Era presente alla cerimonia il Cardinale Coccopalmerio VALERIO FLORIS
A
LLA PRESENZA di autorità civili e militari, di numerosi avvocati, di vari addetti ai lavori e di confratelli della Conferenza Episcopale Sarda, la mattina di sabato 8 marzo, nell'Aula Benedetto XVI della Curia di Cagliari, l'Arcivescovo mons. Miglio ha dichiarato aperto l'Anno giudiziario 2014 del Tribunale Ecclesiastico Regionale Sardo, istituito nel 1938 da Pio XI col motu proprio Qua cura, assieme ad altri 17 Tribunali regionali, perché si occupasse dell'esame della cause matrimoniali. Dopo il saluto dell'Arcivescovo, il Vicario Giudiziale don Mauro Bucciero, ha espresso il suo ringraziamento ai convenuti ed a tutti i preziosi collaboratori di cui si avvale il Tribunale, ed ha poi delineato il quadro dell'attività svolta durante l'anno 2013. Innanzitutto ha posto l'accento sul fatto che l'operato del TERS costituisce un servizio svolto per il popolo di Dio; un servizio in cui hanno un ruolo centrale la delicatezza pastorale e la vita di fede delle persone e non la
L’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale.
mera attenzione alle pratiche da sbrigare. Delle 186 cause che risultavano pendenti ad inizio 2013, 100 sono state concluse durante l'anno, mentre ne sono state introdotte 81 nuove, confermando il leggero incremento rispetto al periodo precedente (67 nel 2011). Le 100 cause terminate, hanno portato a 16 archiviazioni e 84 sentenze, di cui 78 con riconoscimento della nullità del matrimonio: nel 60% dei casi per l'incapacità ad esprimere un valido consenso, nel 38% per fattispecie simulatorie. Don Mauro ha sottolineato l'importanza del patrocinio gratuito, che permette anche a
PERSONAGGI DELLA BIBBIA
Achior, il condottiero di MICHELE ANTONIO CORONA
T
RA I LIBRI, detti storici, si annoverano un piccolo volume tramandatoci solo in lingua greca che narra la vittoria di Israele sulla potenza immensa degli Assiri a causa di una donna bella, astuta e devota: Giuditta. Il libro si suddivide facilmente in due parti: i capp. 1-7 rappresentano il racconto dei preparativi bellici e dell’assedio di Betulia, mentre 8-16 vedono l’ingresso in scena dell’eroina e della opera di salvezza. A metà della prima parte, nel capitolo 5, compare il nostro protagonista che riveste un ruolo di primaria importanza narrativa e teologica: Achior, il condottiero assiro. Il temutissimo generale Oloferne chiede informazioni sul popolo incontrato e da sottomettere, gli Israeliti, favorendo la ri-
sposta del condottiero colma di allusioni alla storia biblica. Le parole di Achior sembrano segnare un parabola di fede nella storia della salvezza operata da Dio fin dai tempi in cui ‘soggiornarono in Mesopotamia’, riferendosi visibilmente alla vicenda di Terach e di Abramo. Achior introduce il suo discorso con una formula solenne, foriera della più alta concezione religiosa del popolo eletto: ‘io dirò la verità sul conto di questo popolo, che sta su queste montagne, vicino al luogo dove tu risiedi, né uscirà menzogna dalla bocca del tuo servo’ (5,5). Vengono tessute le lodi del popolo che ha vinto e sconfitto qualsiasi nemico nel momento in cui si fidava del ‘Dio del cielo, quel Dio che avevano riconosciuto’ (5,8). Achior narra le vicende dell’eso-
IL PORTICO
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detto tra noi Lettera di Papa Benedetto di D. TORE RUGGIU
Lo scorso 26 febbraio, il Papa emerito Benedetto XVI, in seguito a tante illazioni comparse a più riprese in diversi quotidiani, ha sentito il bisogno e il dovere di scrivere una lettera al quotidiano La Stampa di Torino per porre fine alle dicerie sulla sua rinuncia al ministero Petrino. Andrea Tornielli, vaticanista del giornale su citato, ha pubblicato la lettera con opportuni commenti. Il Papa emerito è ritornato a quel gesto improvviso, che è datato 11 febbraio 2013, di fronte ai Cardinali riuniti in Concistoro. Il Papa emerito ribadisce nella lettera che “la rinuncia è valida, assurdo quindi speculare sulla mia decisione....unica condizione della validità della mia rinuncia è la piena libertà della decisione. Pertanto speculazioni circa la sua invalidità sono semplicemente assurde”. In verità, Papa Benedetto aveva già spiegato il significato della sua rinuncia nell'ultima udienza generale del mercoledì 27 febbraio 2013 in una piazza San Pietro inondata di sole e gremita di fedeli. Il Papa disse: “ in questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la Sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il bene mio, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d'animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il il bene della Chiesa e non se stessi .... La mia decisione di rinunciare all'esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita di privata, ad una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze ecc...non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso. Non porto più la potestà dell'ufficio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro”. Sulle polemiche circa l'abito bianco e la conservazione del nome “Benedetto”, il Papa emerito di è limitato a scrivere “per praticità”, non dando peso ad una polemica strumentale e di nessuna importanza. Non vi è dubbio che il detto “tranquillo come un Papa” non è per nulla azzeccato. Ogni pontefice ha avuto i suoi problemi, ma non vi è dubbio che tutto il pontificato di Benedetto XVI è stato una via crucis. I fatti sono noti, anche perchè i mezzi di comunicazione, hanno dato ampio risalto anche alle illazioni. Ma Benedetto XVI non ha lasciato per questi motivi, come lui stesso ebbe ad affermare nel libro-intervista con Seewald che “non si lascia la nave durante la tempesta”. Chiudiamo con una bella affermazione contenuta alla fine della lettera sul suo rapporto con il successore: “sono grato di poter essere legato da un'amicizia di cuore con Francesco”. Preghiamo tutti e quotidianamente per il Papa.
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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO
IL PORTICO
Quaresima. Il testo dell’omelia di Papa Francesco per il Mercoledì delle Ceneri.
Vivere la conversione del cuore per aprirsi a Dio e a tutti i fratelli «Laceratevi il cuore e non le vesti» (Gl 2,13). Con queste penetranti parole del profeta Gioele, la liturgia ci introduce oggi nella Quaresima, indicando nella conversione del cuore la caratteristica di questo tempo di grazia. L’appello profetico costituisce una sfida per tutti noi, nessuno escluso, e ci ricorda che la conversione non si riduce a forme esteriori o a vaghi propositi, ma coinvolge e trasforma l’intera esistenza a partire dal centro della persona, dalla coscienza. Siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, sfidando la routine, ci sforziamo di aprire gli occhi e le orecchie, ma soprattutto aprire il cuore, per andare oltre il nostro "orticello". Aprirsi a Dio e ai fratelli. Sappiamo che questo mondo sempre più artificiale ci fa vivere in una cultura del "fare", dell’"utile", dove senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte. Ma anche escludiamo l’orizzonte stesso! La Quaresima ci chiama a "riscuoterci", a ricordarci che noi siamo creature, semplicemente che noi non siamo Dio. Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per occupare spazi, io penso: questa gente gioca a Dio Creatore. Ancora non si sono accorti che non sono Dio. E anche verso gli altri rischiamo di chiuderci, di dimenticarli. Ma solo quando le difficoltà e le sofferenze dei nostri fratelli ci in-
L
terpellano, soltanto allora possiamo iniziare il nostro cammino di conversione verso la Pasqua. E’ un itinerario che comprende la croce e la rinuncia. Il Vangelo di oggi indica gli elementi di questo cammino spirituale: la preghiera, il digiuno e l’elemosina (cfr Mt 6,1-6.16-18). Tutti e tre comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l’apparenza; il valore della vita non dipende dall’approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro. Il primo elemento è la preghiera.
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La preghiera è la forza del cristiano e di ogni persona credente. Nella debolezza e nella fragilità della nostra vita, noi possiamo rivolgerci a Dio con fiducia di figli ed entrare in comunione con Lui. Dinanzi a tante ferite che ci fanno male e che ci potrebbero indurire il cuore, noi siamo chiamati a tuffarci nel mare della preghiera, che è il mare dell’amore sconfinato di Dio, per gustare la sua tenerezza. La Quaresima è tempo di preghiera, di una preghiera più intensa, più prolungata, più assidua, più capace di farsi carico delle necessità dei fratelli; preghiera di intercessione, per intercedere davanti a Dio per tante situazioni di povertà e di sofferenza. Il secondo elemento qualificante del cammino quaresimale è il digiuno. Dobbiamo stare attenti a non praticare un digiuno formale, o che in verità ci "sazia" perché ci fa sentire a posto. Il digiuno ha senso se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se ne consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello in difficoltà e si prende cura di lui. Il digiuno comporta la scelta di una vita sobria, nel suo stile; una
vita che non spreca, una vita che non "scarta". Digiunare ci aiuta ad allenare il cuore all’essenzialità e alla condivisione. E’ un segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte alle ingiustizie, ai soprusi, specialmente nei confronti dei poveri e dei piccoli, ed è segno della fiducia che riponiamo in Dio e nella sua provvidenza. Terzo elemento, l’elemosina: essa indica la gratuità, perché nell’elemosina si dà a qualcuno da cui non ci si aspetta di ricevere qualcosa in cambio. La gratuità dovrebbe essere una delle caratteristiche del cristiano, che, consapevole di aver ricevuto tutto da Dio gratuitamente, cioè senza alcun merito, impara a donare agli altri gratuitamente. Oggi spesso la gratuità non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e si compra. Tutto è calcolo e misura. L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere. Con i suoi inviti alla conversione, la Quaresima viene provvidenzialmente a risvegliarci, a scuoterci dal torpore, dal rischio di andare avanti per inerzia. L’esortazione che il Signore ci rivolge per mezzo del profeta Gioele è forte e chiara: «Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Perché dobbiamo ritornare a Dio? Perché qualcosa non va bene in noi, non va bene nella società, nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare, di dare una svolta. E questo si chiama avere bisogno di convertirci! Ancora una volta la Quaresima viene a rivolgere il suo appello profetico, per ricordarci che è possibile realizzare qualcosa di nuovo in noi stessi e attorno a noi, semplicemente perché Dio è fedele, è sempre fedele, perché non può rinnegare se stesso, continua ad essere ricco di bontà e di misericordia, ed è sempre pronto a perdonare e ricominciare da capo. Con questa fiducia filiale, mettiamoci in cammino!
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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004
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agenda diocesana 13 marzo - 9.00 Ritiro mensile del Clero. Seminario Arcivescovile - Cagliari Guida il ritiro don C. Occhipinti, Rettore del Seminario Romano 16 marzo 2014 - 9.30 - 14.30 Incontro Pre seminario. Seminario Arcivescovile - Cagliari
A cura del Centro Diocesano Vocazioni 16 marzo 2014 - 17.30 - 20.00 Ritiro spirituale per le famiglie Parrocchia San Pietro - Assemini A cura dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare.
3. L’abbonamento verrà immediatamente attivato Inviando tramite fax la ricevuta di pagamento allo 070 523844 indicando chiaramente nome, cognome, indirizzo, cap, città, provincia, telefono, l’abbonamento sarà attivato più velocemente.
QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI