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Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio. 1Pt 1, 18-21



ARCIDIOCESI DI CAGLIARI UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO Servizio diocesano per il catecumenato

RIGENERATI A VITA NUOVA Indicazioni diocesane

Catecumenato degli adulti Completamento dell’iniziazione cristiana per giovani e adulti Itinerario catecumenale per fanciulli e ragazzi (7-14 anni)

2015


Š 2015 Sussidio a cura dell’Ufficio Catechistico Diocesano Cagliari Le fotografie del Sussidio sono della Cattedrale di Cagliari Grafica e impaginazione

Gigi Cavagnino Stampa e allestimento

Grafiche Ghiani Monastir (Ca)


Indice 7 Presentazione dell’Arcivescovo S. E. Mons. Arrigo Miglio

44 Adoperarsi per il risveglio della fede cristiana

11 Parole del Santo Padre Francesco al rito dell’ammissione al catecumenato e incontro con i catecumeni

44 Itinerari per il completamento dell’iniziazione cristiana di giovani e adulti

15 Il catecumenato degli adulti 17 Introduzione

46 L’accoglienza e l’accompagnamento della comunità parrocchiale

18 Accogliere la richiesta 21 Il tempo precatecumenale 21 Il primo annuncio 24 Il rito di ammissione al catecumenato 25 Il tempo catecumenale 26 Il rito dell’elezione e il tempo della purificazione e dell’illuminazione 28 La celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana 29 Il tempo della mistagogia 31 Proposta di itinerario catechistico per il catecumenato 32 Una Chiesa accogliente 39 Completare l’iniziazione cristiana 41 La preparazione alla Cresima e all’Eucarestia di giovani e adulti già battezzati

47 Apprendistato di vita cristiana 48 Dentro la comunità cristiana 50 Il catechista accompagnatore 52 Lungo l’anno liturgico 53 La celebrazione 55 Proposta per un percorso di completamento dell’iniziazione cristiana dei giovani e degli adulti 61 L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi (7-14 anni) 63 Accompagnare i fanciulli alla porta della fede 64 Alcuni accorgimenti iniziali 66 Il coinvolgimento della famiglia 66 Nel gruppo dei coetanei che hanno già ricevuto il Battesimo e nel gruppo catecumenale 67 Percorso catechistico di riferimento



Presentazione dell’Arcivescovo S. E. Mons. Arrigo Miglio

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in dal 1972 la Santa Sede ha pubblicato il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (=RICA), la cui traduzione italiana veniva approvata e pubblicata dalla CEI nel 1978. Da allora è cresciuto man mano l’impegno di tutte le nostre Comunità per l’Iniziazione Cristiana sia dei ragazzi sia degli adulti. Il RICA, infatti, pur riguardando nello specifico gli adulti, è il punto di riferimento anche per l’Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi a cominciare dal Battesimo dei bambini (cf. RICA, Introduzione generale, 27-28). Un segno della progressiva presa di coscienza dell’importanza fondamentale del cammino dell’Iniziazione Cristiana è la crescita numerica e qualitativa dei catechisti. A livello diocesano negli ultimi tre anni abbiamo focalizzato la nostra attenzione sull’Iniziazione Cristiana, per un sempre maggior coinvolgimento di tutta la comunità cristiana nell’accompagnamento dei fanciulli e dei ragazzi. Il sussidio che ora viene pubblicato a cura dell’Ufficio Catechistico Diocesano vuole aiutare le parrocchie, i sacerdoti, i diaconi, i catechisti e le famiglie ad accompagnare e sostenere gli adulti che chiedono di compiere il cammino dell’Iniziazione Cristiana o di completare tale cammino interrotto dopo i suoi inizi. Tutto il percorso dell’Iniziazione Cristiana inizia ed è illuminato dal sacramento del Battesimo (cf. RICA, Introduzione generale, 3-6). Anche se l’Iniziazione Cristiana degli adulti o il completamento di tale percorso (le Cresime degli adulti) non riguarda sempre tutte le comunità parrocchiali, è importante per ogni comunità parrocchiale vivere in modo più consapevole e partecipato l’inizio di ogni cammino di Iniziazione Cristiana, cioè la celebrazione del Battesimo. Solo una comunità che

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comprende il valore del Battesimo saprà accompagnare veramente coloro che chiedono di essere cristiani. Anche per comprendere quanto proposto in questo sussidio dell’Ufficio Catechistico Diocesano è di fondamentale importanza curare in modo adeguato ogni celebrazione del Sacramento del Battesimo, anzitutto il Battesimo dei bambini. Tale celebrazione, lungi dall’essere di tipo privato, deve coinvolgere l’intera comunità parrocchiale, svolgersi sempre con la dovuta solennità, dopo un cammino di adeguata preparazione compiuto insieme ai genitori e ai padrini del Battezzando o dei Battezzandi. Solo se la celebrazione del Battesimo non sarà una celebrazione frettolosa, non adeguatamente preparata, privata per un ristretto numero di familiari, potrà veramente aiutare tutti i cristiani a prendere coscienza del loro proprio Battesimo e della missione ricevuta nel Battesimo, confermata e arricchita nella Cresima, alimentata ogni giorno dall’Eucaristia. Ringrazio l’Ufficio Catechistico Diocesano per il lavoro svolto e affido questo sussidio all’attenzione delle Comunità parrocchiali, esprimendo fin d’ora gratitudine per i contributi che vorranno far pervenire con l’intento di migliorare sempre più le indicazioni e i sussidi. Cagliari, 12 settembre 2015 Ss.mo Nome di Maria

+ Arrigo Miglio Arcivescovo Metropolita di Cagliari

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RIGENERATO A VITA NUOVA

Parole del Santo Padre Francesco al rito dell’ammissione al catecumenato e incontro con i catecumeni Basilica Vaticana sabato, 23 novembre 2013

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ari catecumeni, questo momento conclusivo dell’Anno della fede vi vede qui raccolti, con i vostri catechisti e familiari, in rappresentanza anche di tanti altri uomini e donne che stanno compiendo, in diverse parti del mondo, il vostro stesso percorso di fede. Spiritualmente, siamo tutti collegati, in questo momento. Venite da molti Paesi diversi, da tradizioni culturali ed esperienze differenti. Eppure, questa sera sentiamo di avere tra di noi tante cose in comune. Soprattutto ne abbiamo una: il desiderio di Dio. Questo desiderio è evocato dalle parole del Salmista: «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 42,2-3). Quanto è importante mantenere vivo questo desiderio, questo anelito ad incontrare il Signore e fare esperienza di Lui, fare esperienza del suo amore, fare esperienza della sua misericordia! Se viene a mancare la sete del Dio vivente, la fede rischia di diventare abitudinaria, rischia di spegnersi, come un fuoco che non viene ravvivato. Rischia di diventare “rancida”, senza senso. Il racconto del Vangelo (cfr Gv 1,35-42) ci ha mostrato Giovanni Battista che ai suoi discepoli indica Gesù come l’Agnello di Dio. Due di essi seguono il Maestro, e poi, a loro volta, diventano “mediatori” che permettono ad altri di incontrare il Signore, di conoscerlo e di seguirlo. Ci sono tre momenti in questo racconto che richiamano l’esperienza del catecumenato. In primo luogo, c’è l’ascolto. I due discepoli hanno ascoltato la testimonianza del Battista. Anche voi, cari catecumeni, avete ascoltato coloro che vi hanno par-

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lato di Gesù e vi hanno proposto di seguirlo, diventando suoi discepoli per mezzo del Battesimo. Nel tumulto di tante voci che risuonano intorno a noi e dentro di noi, voi avete ascoltato e accolto la voce che vi indicava Gesù come l’unico che può dare senso pieno alla nostra vita. Il secondo momento è l’incontro. I due discepoli incontrano il Maestro e rimangono con Lui. Dopo averlo incontrato, avvertono subito qualcosa di nuovo nel loro cuore: l’esigenza di trasmettere la loro gioia anche agli altri, affinché anch’essi lo possano incontrare. Andrea, infatti, incontra suo fratello Simone e lo conduce da Gesù. Quanto ci fa bene contemplare questa scena! Ci ricorda che Dio non ci ha creato per essere soli, chiusi in noi stessi, ma per poter incontrare Lui e per aprirci all’incontro con gli altri. Dio per primo viene verso ognuno di noi; e questo è meraviglioso! Lui viene incontro a noi! Nella Bibbia Dio appare sempre come colui che prende l’iniziativa dell’incontro con l’uomo: è Lui che cerca l’uomo, e di solito lo cerca proprio mentre l’uomo fa l’esperienza amara e tragica di tradire Dio e di fuggire da Lui. Dio non aspetta a cercarlo: lo cerca subito. È un cercatore paziente il nostro Padre! Lui ci precede e ci aspetta sempre. Non si stanca di aspettarci, non si allontana da noi, ma ha la pazienza di attendere il momento favorevole dell’incontro con ciascuno di noi. E quando avviene l’incontro, non è mai un incontro frettoloso, perché Dio desidera rimanere a lungo con noi per sostenerci, per consolarci, per donarci la sua gioia. Dio si affretta per incontrarci, ma mai ha fretta di lasciarci. Resta con noi. Come noi aneliamo a Lui e lo desideriamo, così anche Lui ha desiderio di stare con noi, perché noi apparteniamo a Lui, siamo “cosa” sua, siamo le sue creature. Anche Lui, possiamo dire, ha sete di noi, di incontrarci. Il nostro Dio è assetato di noi. E questo è il cuore di Dio. È bello sentire questo. L’ultimo tratto del racconto è camminare. I due discepoli camminano verso Gesù e poi fanno un tratto di strada insieme con Lui. È un insegnamento importante per tutti noi. La fede è un cammino con Gesù. Ricordate sempre questo: la fede è camminare con Gesù; ed è un cammino che dura tutta la vi-

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Incontro con i catecumeni

ta. Alla fine ci sarà l’incontro definitivo. Certo, in alcuni momenti di questo cammino ci sentiamo stanchi e confusi. La fede però ci dà la certezza della presenza costante di Gesù in ogni situazione, anche la più dolorosa o difficile da capire. Siamo chiamati a camminare per entrare sempre di più dentro al mistero dell’amore di Dio, che ci sovrasta e ci permette di vivere con serenità e speranza. Cari catecumeni, oggi voi iniziate il cammino del catecumenato. Vi auguro di percorrerlo con gioia, certi del sostegno di tutta la Chiesa, che guarda a voi con tanta fiducia. Maria, la discepola perfetta, vi accompagna: è bello sentirla come nostra Madre nella fede! Vi invito a custodire l’entusiasmo del primo momento che vi ha fatto aprire gli occhi alla luce della fede; a ricordare, come il discepolo amato, il giorno, l’ora in cui per la prima volta siete rimasti con Gesù, avete sentito il suo sguardo su di voi. Non dimenticare mai questo sguardo di Gesù su te, su te, su te… Non dimenticare mai questo sguardo! È uno sguardo d’amore. E così sarete sempre certi dell’amore fedele del Signore. Lui è fedele. E siate certi: Lui non vi tradirà mai! Papa Francesco

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RIGENERATO A VITA NUOVA

IL CATECUMENATO DEGLI ADULTI

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RIGENERATO A VITA NUOVA

Introduzione

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l Signore, anche oggi, continua a chiamare alla fede: ci sono tempi, modalità e situazioni che conosce solo Lui e che, per il dono della sua misericordia, conducono l’uomo in ricerca della verità e della gioia, all’incontro con Lui. Non importano l’età, l’appartenenza culturale e la fase esistenziale. Il Signore ci precede! In ogni caso, la chiamata del Signore alla fede conduce alla comunità cristiana: chiede, cioè, ai cristiani che già hanno vissuto la gioia dell’incontro con Lui, di aprire porte e cuori a nuovi fratelli, perché il seme della fede possa germogliare e portare frutti maturi. Per questo motivo la testimonianza di vita e la qualità dell’accoglienza di ogni battezzato e della comunità cristiana svolgono un ruolo prioritario nel condurre le persone toccate dallo Spirito Santo alla fede. Anche nella nostra Diocesi si presenta, con sempre maggiore frequenza, la situazione di adulti non battezzati che, raggiunti da Dio ad un certo punto della loro vita, desiderano ricevere i Sacramenti ed entrare a far parte della Chiesa. Nel prestare attenzione a questo aspetto fondamentale della pastorale, indichiamo un percorso per l’applicazione uniforme, nel nostro contesto ecclesiale, delle direttive contenute nei documenti del Magistero e l’attuazione di un itinerario catecumenale. I testi di riferimento sono il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti (1978), gli Orientamenti per il catecumenato degli adulti, Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI (1997).

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Accogliere la richiesta L’accoglienza della richiesta di un adulto che desidera diventare cristiano e il cammino che ne segue si svolge di regola nella parrocchia di appartenenza, eccetto due riti presieduti dal Vescovo nella chiesa Cattedrale: l’elezione dei catecumeni la I Domenica di Quaresima e i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella notte di Pasqua o nel tempo pasquale. I parroci e tutti i sacerdoti, che operano nelle parrocchie o nelle associazioni, sono tenuti a dare immediata comunicazione dei nominativi delle persone che chiedono di ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana all’apposito Settore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, il Servizio diocesano per il catecumenato. Normalmente, il catecumenato si svolge nella comunità parrocchiale allo scopo di favorire un graduale inserimento del nuovo credente nella chiesa del suo territorio e per coinvolgere i fedeli che, accompagnando e accogliendo un nuovo cristiano, sono confermati nell’appartenenza a Cristo e alla Chiesa, e maggiormente responsabilizzati a vivere e testimoniare il dono della fede. Di norma, e sempre in accordo con il Vescovo e l’apposito Servizio diocesano, l’itinerario proposto non deve durare meno di due anni. La fase di accoglienza inizia con la richiesta di un adulto di diventare cristiano (dai 14 anni in base al CJC, Can. 863): può protrarsi per uno o due mesi ed è curata personalmente dal parroco o da un sacerdote da lui delegato. Si possono programmare alcuni incontri, in forma di dialogo e non ancora di annuncio, con l’intento di favorire la reciproca conoscenza e così mettere a proprio agio la persona che si avvicina alla comunità cristiana. A questa fase partecipa anche il garante, ossia il cristiano che introduce e accompagna la richiesta dell’adulto alla fede. Ecco alcuni punti essenziali dei colloqui: – Raccogliere i dati relativi all’età, al lavoro, al luogo di residenza, al livello di istruzione, alla condizione familiare e alla situazione religiosa di provenienza. Chiarire i motivi o fattori che hanno portato a chiedere i sa-

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Il catecumenato degli adulti

cramenti (amici, ambiente frequentato, esperienza di volontariato, partecipazione a qualche celebrazione eucaristica, esperienza di sofferenza). Spiegare i passi principali che si compiono nel cammino catecumenale. – Approfondire come il candidato intende il significato dell’esistenza. Parlare dei valori di riferimento, degli obiettivi della vita, dell’idea di Dio maturata nel candidato e degli aspetti del cristianesimo che lo hanno maggiormente colpito. Presentare gli accompagnatori, ossia il gruppo che condivide, sostiene e orienta il cammino del catecumeno e che può essere formato dal diacono, dal catechista, da una famiglia e da un altro collaboratore parrocchiale esperto nelle attività di formazione. – Descrivere le fasi del precatecumenato e del successivo catecumenato, indicando in linea generale i passaggi, i tempi e i contenuti. In questa prima fase di accoglienza e conoscenza sono da considerare alcuni casi particolari legati alla situazione matrimoniale e alla provenienza. Infatti per coloro che provengono da altre confessioni cristiane con il Battesimo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, il Battesimo non si ripete ma si compie la Professione di Fede per la piena ammissione nella Chiesa cattolica, si conferisce la Cresima se non l’hanno ricevuta e li si ammette a ricevere l’Eucarestia. Il loro nome viene scritto nel libro dei catecumeni con l’annotazione della data e del luogo del Battesimo già ricevuto (cfr. Appendice del RICA). Questa premessa sul Battesimo è anche la chiave di lettura per i diversi casi che possono riguardare i catecumeni che decidono di accostarsi al Sacramento del Matrimonio. Il can. 1055 del Codice di Diritto Canonico ricorda che “§1. Il patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento. §2. Pertanto tra i Battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento”. In questo canone la parola battezzato e sacramento devono essere tenute strettamente legate tra loro. L’essere battez-

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zati renderà sacramento quel patto che le parti andranno a stabilire. La stessa Familiaris Consortio al n. 68 riporta: “In forza del loro Battesimo sono realmente già inseriti nell’Alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa, e che per la loro retta intenzione hanno accolto il progetto di Dio sul matrimonio e, quindi, almeno implicitamente, acconsentono a ciò che la Chiesa intende fare quando celebra il matrimonio”. Inoltre in diversi casi, si farà riferimento alla dispensa per disparità di culto (l’autorizzazione che va richiesta all’Ordinario del luogo quando una parte è battezzata e l’altra non lo è) da richiedere prima di ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Tale dispensa la si richiede prima della ricezione dei sacramenti affinché il battezzato, ma soprattutto chi non lo è, prendano profonda coscienza di cosa comporta l’essere battezzati e unirsi in Cristo nel matrimonio. Gli appositi uffici pastorali della diocesi sono a disposizione per la necessaria consulenza relativa alle diverse situazioni affettive e matrimoniali in cui si viene a trovare chiunque faccia richiesta del Battesimo da adulto. Ai parroci sarà affidato un apposito vademecum sulle situazioni di una certa complessità cui far riferimento nell’accogliere la richiesta del Battesimo. Particolare attenzione e specifica accoglienza va prestata agli stranieri che vivono nel territorio della diocesi e che chiedono di diventare cristiani. La collaborazione con l’organismo pastorale della Caritas, con l’Ufficio Missionario e Migrantes, risulta decisiva non solo nel momento dell’accoglienza ma anche nell’accompagnamento successivo: essa può riguardare l’aspetto linguistico, il sostegno umano, la facilitazione per la partecipazione agli incontri e l’integrazione nel territorio. Nell’accogliere la richiesta degli stranieri occorre prestare particolare attenzione alle reali motivazioni che li spingono ad abbracciare il cristianesimo. Allo stesso tempo, attingendo dalla competenza degli appositi uffici, è auspicabile costituire, anche a livello diocesano, una specifica equipe di catechisti e accompagnatori che possano prendersi cura del catecumenato per gli stranieri, non trascurando tutti i passaggi necessari per un loro graduale inserimento nella parrocchia e nella vita pastorale del territorio.

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Il catecumenato degli adulti

Il tempo precatecumenale È il periodo del primo annuncio e della prima conoscenza del Vangelo. Il primo annuncio è la proclamazione del Vangelo a chi non ne è ancora a conoscenza. Il Vangelo risuona nella sua essenzialità e come messaggio di gioia, capace di generare la persona che lo riceve alla fiducia, all’affidamento e alla risposta esistenziale al Signore Gesù. Gli incontri si possono svolgere nell’arco di qualche mese. La durata di questa fase è legata al tempo di cui il candidato ha necessità per chiarire le motivazioni della sua scelta, per rafforzare il desiderio di diventare cristiano e manifestare qualche segno di conversione. Gli incontri del precatecumenato richiedono un ritmo regolare ed una forma più stabile rispetto alla fase di accoglienza. Secondo le indicazioni degli orientamenti della CEI, si presentano i contenuti essenziali della fede cristiana (Nota CEI/1, n. 59) e, nello stesso tempo, si rendono partecipi i candidati di alcuni momenti di vita parrocchiale di carattere liturgico, formativo e di servizio (Caritas e volontariato), al fine di favorire in essi una piena esperienza della dimensione non solo personale ma anche comunitaria della fede. Per questo scopo è importante coinvolgere nell’accoglienza l’intera comunità cristiana. Il primo annuncio Il contenuto centrale del primo annuncio o kerigma lo troviamo sintetizzato nel documento della CEI, Questa è la nostra fede (2005) al n. 3:

Dopo aver lottato contro Satana nel deserto e averlo vinto con la forza dello Spirito Santo, Gesù di Nazaret ha cominciato a proclamare: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15). Questa è la buona notizia che egli ha da comunicare: è la causa per cui vive, la ferma speranza che lo sostiene. Gesù esprime il suo messaggio con un linguaggio diretto, vivace: il tono immediato, autorevole e solen-

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ne, è quello del banditore che in pubblico e ad alta voce reca una novità lieta e attesa. E in quelle parole c’è una vibrazione di urgenza: l’annuncio risuona con un forte appello alla responsabilità degli ascoltatori. Anche la struttura del messaggio è lineare, incisiva, lapidaria. Prima di tutto una buona notizia, anzi la notizia più sorprendente che mai sia stata annunciata sulla terra: il tempo è giunto al massimo della maturazione e Dio ha deciso di intervenire nella storia come re e salvatore; e in secondo luogo una chiamata pressante: cambiare vita e credere a questa bella notizia. All’indicativo che riguarda l’iniziativa di Dio, segue l’imperativo che riguarda l’impegno dell’uomo. La salvezza è un dono, il dono più grande; la risposta, il cambiamento morale, è affidata alla libera e responsabile volontà delle persone. Con la Pasqua si verifica un passaggio decisivo: Gesù, da annunciatore del regno di Dio, diventa il Signore annunciato dalla Chiesa. È lui infatti il regno di Dio, instaurato dallo Spirito Santo, in mezzo a noi; è lui la primizia della nuova umanità. Anche il messaggio della Chiesa si presenta con quelle caratteristiche di densità del contenuto e di brevità e concisione nella formulazione, già riscontrate nella predicazione di Gesù. Nel Nuovo Testamento si trovano vari brani in cui si esprime il nucleo essenziale della fede cristiana. Così, ad esempio, gli apostoli proclamano con chiarezza e solennità di fronte al Sinedrio: «Il Dio dei nostri Padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore» (At 5,30). L’evento della Pasqua rimane il nucleo germinale di tutto il processo di trasmissione del Vangelo, come ci testimonia san Paolo. Scrivendo verso la primavera dell’anno ‘56 alla Chiesa di Corinto, l’apostolo ricorda ai suoi lettori di avere egli stesso “trasmesso”, al tempo della fondazione della comunità verso l’anno 51, il messaggio da lui “ricevuto”, a sua volta, al

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tempo della conversione, verso l’anno 36. Attraverso questa tradizione ininterrotta si risale all’evento basilare di tutta la storia della salvezza: la morte e risurrezione di Cristo (cfr1Cor 15,1-5). Il messaggio cristiano si riassume non in una parola astratta, ma nella notizia puntuale e concreta di un evento storico, un avvenimento mai accaduto prima, riguardante Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio fatto uomo, vissuto su questa nostra terra in un tempo determinato, in un luogo particolare. Perciò, per sintetizzare tutto l’insegnamento impartito da Filippo al ministro della regina Candace, san Luca si può limitare a una formula brevissima: «annunciò a lui Gesù» (At 8,35). La rivelazione cristiana contiene certamente anche una dottrina su Dio e sull’uomo, come pure un insegnamento morale su ciò che si deve o non si deve fare, ma il suo cuore pulsante resta la Pasqua del Signore Gesù. Diversamente, il Vangelo perderebbe la sua trascendenza e si ridurrebbe inevitabilmente a un Vangelo secondo un «modello umano» (Gal 1,11). Ma allora l’annuncio della Chiesa svapora in un vago messaggio etico, e l’originalità specifica del cristianesimo inesorabilmente sbiadisce. Infatti varie religioni insegnano che Dio ama l’uomo, ma solo la fede cristiana crede nel Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso per i nostri peccati e risorto per la nostra salvezza. Ma se Cristo è risorto, allora ci è consentita la speranza di poter superare il male più tragico dell’uomo, che è la morte. Questa è la “buona notizia”. Il cammino precatecumenale è animato dal catechista e viene strutturato assieme agli altri accompagnatori: tiene conto, prima di tutto, della storia personale del catecumeno e di come il Signore lo ha raggiunto e lo sta accompagnando. Al termine di questo periodo precatecumenale il catechista esprime un giudizio di idoneità sul candidato, in vista del passaggio alla fase del catecumenato.

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Il rito di ammissione al catecumenato Il rito di ammissione al catecumenato è la celebrazione liturgica in cui il candidato, presentandosi per la prima volta pubblicamente, manifesta alla Chiesa la volontà di continuare il cammino per diventare cristiano. La comunità accoglie il catecumeno e lo riconosce gà appartenente alla famiglia di Cristo. Per questo motivo, in preparazione al rito di ammissione al catecumenato è necessario sensibilizzare la comunità cristiana, invitandola a riconoscere, nel nuovo fratello o nella nuova sorella, un dono particolarissimo del Signore. Il rito, che si svolge nella parte iniziale della Celebrazione Eucaristica domenicale, nella chiesa parrocchiale, è presieduto dal parroco. Sancisce l’inizio vero e proprio del catecumenato dopo la fase di accoglienza e di precatecumenato. Il rito può avere come data liturgica la prima Domenica d’Avvento e, in ogni caso, può essere fissato dopo un opportuno e necessario tempo di primo annuncio e, soprattutto, constatata la fede iniziale in Cristo Salvatore. Il rito, è così strutturato, secondo lo schema proposto dal RICA: – Accoglienza del candidato alla porta della chiesa; – Segno di croce sulla fronte e, facoltativamente, anche sui sensi. Se si tratta di candidati provenienti da altre religioni il rito prevede la rinuncia alla religione di provenienza; – Ingresso in chiesa; – Liturgia della Parola; – Consegna del Vangelo; – Preghiera per il catecumeno; – Congedo del catecumeno prima dell’inizio della Liturgia Eucaristica. Nella celebrazione liturgica il candidato è aiutato dal garante e dagli accompagnatori.

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Il tempo catecumenale Nel catecumenato, dopo la prima evangelizzazione, emerge la scelta consapevole di aderire al cristianesimo e di entrare a far parte della Chiesa. Viene proposto al catecumeno un cammino integrato, organico e strutturato, basato sul dialogo e sulla graduale scoperta di come il Signore, a partire dall’ascolto della Parola di Dio, si manifesta nella sua vita e nelle scelte quotidiane. La durata del catecumenato dipende, prima di tutto, dalla grazia di Dio e da come il catecumeno sente di accogliere la novità del Vangelo e comincia a manifestarla nella sua vita. In questo senso è decisivo il sostegno della comunità e l’opera di discernimento del parroco e dei catechisti accompagnatori. È chiaro che il catecumenato richiede tempo, confronto, crescita personale e spirituale che non si possono ridurre a pochi incontri svolti nell’arco di qualche mese. Il RICA indica quattro vie per accompagnare il catecumeno: la catechesi, il cambiamento di mentalità e di scelte di vita, la celebrazione della Parola in sintonia con il tempo liturgico, la testimonianza di vita e professione di fede. In questo periodo il catecumeno partecipa solo alla prima parte della Celebrazione eucaristica e viene congedato alla fine della Liturgia della Parola. Il catecumeno e l’accompagnatore, in uno spazio apposito, possono continuare a confrontarsi con la Parola di Dio ascoltata per poi rientrare in chiesa per la benedizione finale e il congedo. Il catecumeno dovrà anche aver cura di trovare il padrino da presentare il giorno dell’elezione (RICA nn. 43.104). In una dinamica progressiva, organica e sistematica, adattando l’esposizione del messaggio alle tappe dell’anno liturgico, la catechesi terrà presente la cultura di appartenenza dei catecumeni, la loro storia e ricerca spirituale pregressa, valorizzando gli interrogativi e le fatiche che si presentano nel percorso. La scelta dell’orizzonte dell’anno liturgico, traccia un percorso graduale e comunitario, capace di illuminare la vita cristiana che si intende abbracciare; permette inoltre una catechesi organica, educa alla preghiera e guida la maturazione della vita nuova scaturita dall’accoglienza del messaggio evangelico.

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L’anno liturgico è celebrazione continua e progressiva di tutto il piano di salvezza, in una forma che è ad un tempo evocazione delle mirabili opere di Dio, culto filiale al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito, istruzione e santificazione della Chiesa. (CEI, Il Rinnovamento della catechesi, 1970, n. 116).

Ogni incontro di catechesi sia sempre preceduto da un’attenta e delicata opera di dialogo e di ascolto, allo scopo di suscitare la ricerca della verità o di raccogliere la domanda di chi è in ricerca, per aiutare la persona nel discernimento di che cosa cerca. (Nota CEI /1, n. 42).

Il rito dell’elezione e il tempo della purificazione e dell’illuminazione La Quaresima che precede la veglia pasquale in cui il catecumeno diventa cristiano, e comunque quella del secondo anno dalla richiesta, assume la connotazione di tempo della purificazione e dell’illuminazione: rappresenta il tempo dell’immediata preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucaristia). I destinatari sono tutti i catecumeni che la prima Domenica di Quaresima, nella celebrazione presieduta dal Vescovo in Cattedrale, partecipano al Rito dell’elezione o dell’iscrizione del nome (RICA nn. 133-151). Il catecumeno, nel rito dell’elezione, riceve da parte della Chiesa la chiamata a dichiarare in forma solenne il suo proposito di ricevere il Battesimo (RICA, nn. 133-150). La Chiesa riconosce nel catecumeno i segni di una conversione della mentalità e del modo di vivere; intravede l’impegno nella pratica della carità, accerta una conoscenza sufficiente del mistero cristiano e ringrazia per il dono della fede. Con questo rito, ascoltata la testimonianza degli accompagnatori e

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Il catecumenato degli adulti

del padrino e accolta la richiesta esplicita del catecumeno, la Chiesa ammette quest’ultimo alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Gli strumenti essenziali per questo tempo sono la Bibbia, i testi della liturgia (le collette e i prefazi delle domeniche III, IV e V di Quaresima, le celebrazioni proposte dal RICA per questo tempo), e in particolare i seguenti temi: – presentazione dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana; – riflessione sui testi evangelici proclamati durante le celebrazioni delle domeniche dell’Anno Liturgico A: - tentazioni nel deserto (Mt 4,1-11); - l’incontro di Gesù con la samaritana (Gv 4,3-42) e con il cieco nato (Gv 9,1-38); - la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-57); - la vite e i tralci (Gv 15,1-11); – presentazione e spiegazione della Veglia Pasquale; – la vita nuova del cristiano. Il RICA prevede nell’ultima Quaresima tre scrutini, ossia celebrazioni penitenziali precedute da intensa catechesi e riflessione, che mirano a far prendere coscienza al catecumeno della grazia di Dio e della necessità di accogliere la salvezza offerta da Cristo, nella prospettiva di un decisivo cambiamento di vita. Negli scrutini deve emergere la consapevolezza da parte del catecumeno del proprio peccato personale e dell’esistenza nella società di strutture di peccato che incidono sulla vita di ciascuno. Gli scrutini si svolgono in parrocchia durante la celebrazione eucaristica domenicale (III, IV, V domenica di Quaresima). Dopo l’omelia il catecumeno stesso manifesta il suo proposito di conversione. Segue poi la preghiera dei fedeli e un esorcismo (RICA, nn. 160-192). Il RICA prevede, inoltre, due riti di consegna: il Simbolo della fede (RICA, 183-187) e il Padre nostro (RICA, nn. 188-192), celebrati rispettivamente dopo il primo scrutinio e dopo il terzo.

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Nella mattina del Sabato Santo, in un tempo di ritiro e riflessione, si possono celebrare i riti immediatamente preparatori al Battesimo: il rito dell’Effetà, la scelta del nome cristiano per i casi previsti, l’unzione con l’olio dei catecumeni (RICA, 193-197). La forza simbolica di questi riti esprime alcuni atteggiamenti importanti della vita cristiana, che possono essere opportunamente richiamati: l’ascolto della Parola di Dio, la coscienza della propria chiamata, la fortezza davanti alle prove. Nei cinque sabati dell’ultima Quaresima il catecumeno è invitato a dedicarsi alla preghiera e alla meditazione dei Vangeli domenicali. Gli eletti possono scegliere qualche occasione di digiuno e astinenza, oltre ai venerdì e agli altri giorni stabiliti, con una motivazione di solidarietà verso i poveri. È bene prevedere la partecipazione degli eletti alle iniziative quaresimali della comunità parrocchiale: la giornata della Caritas, la Via Crucis ed altri incontri di preghiera comunitari.

La celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana Attenendosi alla tradizione, il rito dell’iniziazione cristiana degli Adulti prevede la celebrazione dei sacramenti nella veglia della notte di Pasqua, presieduta dal Vescovo in Cattedrale. Il n. 58 del RICA, in ogni caso, indica nel “giorno di Pasqua” il tempo liturgico per la celebrazione dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana per gli adulti. Allo scopo di mantenere il forte segno dell’unità della chiesa diocesana che accoglie i nuovi figli nella celebrazione presieduta dal Vescovo in Cattedrale, oltre la Veglia pasquale si propone di fissare nella sera della Domenica di Pasqua e, presentandosi la necessità, in occasione della veglia di Pentecoste, la celebrazione dell’iniziazione cristiana per gli adulti: una scelta pastorale per favorire la partecipazione delle comunità parrocchiali d’origine, altrimenti rappresentate con fatica durante la Veglia pasquale. Spetta in

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Il catecumenato degli adulti

ogni caso al Vescovo valutare l’opportunità pastorale di prevedere, davanti a particolari situazioni, altre forme e occasioni per la celebrazione.

Il tempo della mistagogia Rigenerato a vita nuova, il neofita viene aiutato premurosamente e amichevolmente dalla comunità dei fedeli, dal padrino e dai sacerdoti con cui ha condiviso il cammino catecumenale, ad approfondire i misteri celebrati, a consolidare la pratica della vita cristiana e a favorire un pieno e sereno inserimento nella comunità (RICA, 235). Si suggerisce, a tal proposito, nella celebrazione parrocchiale della Domenica in albis o della Divina Misericordia, l’accoglienza del nuovo cristiano nella comunità: può avvenire nel corso della celebrazione dell’Eucarestia, prevedendo, tra l’altro, l’ascolto della sua testimonianza e la fraterna condivisione. In questo tempo, un’organica catechesi biblica e liturgica aiuterà il nuovo battezzato a coltivare la lettura e la meditazione della Parola di Dio, imparando a confrontare con essa la propria vita. Saranno oggetto privilegiato di catechesi i testi della liturgia della Parola proposti nelle domeniche del tempo di Pasqua, valorizzando specialmente i testi biblici propri dell’anno A e la lettura continua e meditata della Prima Lettera di Pietro. Il percorso mistagogico può prevedere queste tematiche ed attenzioni pastorali: – il senso dei Sacramenti ricevuti e il significato della Riconciliazione; – il legame esistente tra fede cristiana, Sacramenti e vita ordinaria; – il mistero della Chiesa popolo di Dio in cammino verso la patria eterna, con particolare riferimento alla Chiesa parrocchiale, porzione di Chiesa universale; – la missione, i carismi e i ministeri nella Chiesa;

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Rigenerati a vita nuova

– la vita concreta della comunità parrocchiale; – esperienze di catechesi e condivisione, percorsi artistici, pellegrinaggi e momenti celebrativi a carattere diocesano. Le celebrazioni eucaristiche domenicali del tempo pasquale ritmano il tempo della mistagogia e ne costituiscono un elemento essenziale. In esse, oltre a prevedere un posto particolare per il neofita (RICA, n. 236), è bene pensare ad una valorizzazione della sua presenza. Il momento più significativo della mistagogia è costituito dalle cosiddette Messe per i neofiti. La liturgia dell’anno A, non solo nel tempo quaresimale, ma anche nel tempo pasquale è da ritenersi tipica battesimale e utilizzabile anche fuori del tempo liturgico qualora, per cause di rilevanza pastorale, l’Iniziazione non possa essere fatta coincidere con il tempo quaresimale e pasquale (RICA, n. 40). La celebrazione del sacramento della Riconciliazione rappresenta il momento in cui il neofita, dopo una congrua preparazione, sperimenta il perdono di Dio, si riconcilia con Lui e con la comunità cristiana. Per la celebrazione del sacramento è opportuno preparare una liturgia penitenziale con il coinvolgimento della comunità. La celebrazione della Veglia (o Messa) di Pentecoste è il momento conclusivo del tempo della Mistagogia. Tutti i neofiti delle varie comunità possono prendere parte alla liturgia solenne celebrata dall’Arcivescovo, con la partecipazione della comunità diocesana di Cagliari espressa nelle sue molteplici componenti. I neofiti non hanno più un posto particolare all’interno della comunità e quindi anche all’interno dell’assemblea domenicale, ma si mescolano al popolo dei fedeli (Nota CEI/1, n. 83). Durante questo periodo il neofita sarà aiutato a formulare un programma di vita e di formazione spirituale, che preveda tempi di preghiera, catechesi e servizio. Egli ha il diritto e il dovere di crescere nella fede e di sviluppare la sua vita cristiana. Per questo gli si dovrà offrire l’aiuto per un maggiore inserimento nella comunità cristiana, insieme all’opportunità, per

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Il catecumenato degli adulti

il futuro, di una partecipazione sempre più viva alla vita della parrocchia in percorsi di catechesi, di formazione cristiana permanente e di servizio nell’ambito della carità. La fase mistagogica si chiude con la Veglia di Pentecoste ma per il nuovo battezzato non finisce l’esigenza di crescere sempre di più nella vita cristiana. Egli, pur inserito a tutti gli effetti nella comunità, ha ancora bisogno di un’attenzione particolare da parte degli altri battezzati. Per questo si suggerisce di prevedere specifica attenzione e accompagnamento almeno fino alla celebrazione del primo anniversario del Battesimo. Proposta di itinerario catechistico per il catecumenato La proposta che segue intende essere una griglia di riferimento in mano ai sacerdoti e ai catechisti che accolgono la richiesta di un adulto di diventare cristiano. Si riferisce, come schema base al RICA e anche al percorso tracciato dal Catechismo dei Giovani/2, Venite e vedrete. Una scelta in linea con l’età media dei catecumeni degli ultimi anni (circa 25 anni) e valorizzando l’ispirazione catecumenale ed esistenziale del testo. I riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e al Catechismo degli Adulti (CdA), La verità vi farà liberi, fanno si che, oltre all’approfondimento tematico, il percorso possa essere adattato tenendo conto dell’età e delle pregresse esperienze di ricerca e di fede.

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Rigenerati a vita nuova

Una Chiesa accogliente

Oggi, per molte persone alla ricerca di Dio, si tratta di scoprire la Chiesa, di accoglierla, di farla propria. Una familiarizzazione reciproca deve operarsi tra la Chiesa e coloro che vi si accostano nella loro ricerca della fede. La nostra deve quindi diventare in primo luogo una «Chiesa-con», che comprende l’altro e lo accoglie con le gioie e le difficoltà della sua esperienza spirituale cristiana. I tempi di incertezza e di difficoltà relazionali che viviamo suscitano un desiderio di comunicare rispetto al alcuni interrogativi esistenziali. Questo è possibile solamente in «spazi di prossimità», che permettono condivisione, scambio e preghiera. Ecco l’importanza di recuperare l’essere Chiesa «a dimensione umana», fatta di volti che si incontrano nel quotidiano. È più che mai urgente creare luoghi dove si possa parlare di ciò che si vive, di ciò che si crede, e condividerlo con altre persone che hanno lo stesso desiderio, nella semplicità di incontri informali e puntuali. Rimane pur vero che la piccola comunità e la grande assemblea sono entrambe indispensabili all’esperienza di Chiesa compiuta da chi è in ricerca. Tutti i cristiani – compresi i catecumeni – dovrebbero partecipare, per un verso, a una rete di amicizia nella fede e, per altro verso, alla grande assemblea nella quale si rispecchia la varietà del popolo di Dio. (“Verso la vita cristiana”. Guida per l’itinerario catecumenale degli adulti).

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Il catecumenato degli adulti

PROPOSTE OPERATIVE

ACCOGLIENZA DELLA RICHIESTATA

Raccolta dati anagrafici e dialogo sulle motivazioni.

Parroco o sacerdote delegato.

Dialogo sul senso della vita e sulla fede. Presentazione dell’ itinerario catecumenale.

Conoscenza del gruppo di catechisti e accompagnatori.

PRECATECUMENATO Durata proposta: due/tre mesi. Primo annuncio: la novità di Gesù Cristo. Introduzione alla Bibbia. Il Vangelo nella Bibbia. Il messaggio di Gesù: approfondimento a partire dal discorso della montagna (Mt 5-8). I segni del Regno – i miracoli di Gesù. Alcuni incontri di salvezza (Zaccheo, adultera,…). Le parabole. Introduzione alla Pasqua di Gesù. Rito di ammissione al Catecumenato

Prima domenica d’Avvento. Oppure dopo alcuni mesi dall’accoglienza della richiesta.

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Introdurre alla vita della comunità parrocchiale attraverso la conoscenza di alcune esperienze di servizio e di volontariato.

In parrocchia.


Rigenerati a vita nuova

PROPOSTE OPERATIVE

CATECUMENATO

Durata proposta: un anno liturgico completo + prima parte dell’anno liturgico verso l’ultima Quaresima.

Tempo d’Avvento

Cercare la verità. L’attesa del Messia. Le profezie di Isaia sul Messia. I testimoni dell’attesa: Giovanni Battista, Maria e Giuseppe, Elisabetta e Zaccaria.

CCC nn. 27-30, CdA nn. 3-16 470-480.

Incontro diocesano dei catecumeni con il Vescovo. Partecipazione alla Novena di Natale. Individuare i propri doni a servizio della comunità. Coinvolgimento nell’allestimento del presepe e in qualche attività di solidarietà

Tempo di Natale

I testi evangelici della nascita e dell’infanzia di Gesù e il significato dell’Incarnazione.

Testimonianza: storia di una conversione.

Tempo Ordinario verso la Quaresima

Credete nel Vangelo. Il Regno è in mezzo a voi. Maria, colei che ha creduto.

Visita guidata in Cattedrale e a qualche santuario mariano.

Tempo di Quaresima

Gesù nel deserto: le tentazioni.

CCC nn. 432, 516, 539. CdA nn. 78-85, 145-164.

Partecipazione al Rito dell’Elezione, in Cattedrale. Testimonianza: i catecumeni battezzati nella Veglia pasquale.

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Il catecumenato degli adulti

PROPOSTE OPERATIVE

Tempo di Pasqua

Tempo Ordinario verso l’Avvento

Gesù nel suo rapporto con il Padre.

CCC nn. 2598-2606, 238-242, 441-445, 2746-2751. CdA nn. 165-172, 293-294.

Imparare a pregare con i Salmi.

Il mistero pasquale. - L’ultima cena. - Discepoli e personaggi della Passione. - Consegnato nelle mani dei peccatori. - La morte in croce.

CCC nn. 599-630, 1337-1341. CdA nn. 208-209.

Partecipazione alla Via Crucis.

Dio ha risuscitato Gesù: il centro della fede. Il cammino dei discepoli di Emmaus.

CCC nn. 638-655, 632-637, 659-667. CdA nn. 261-282.

Il dono dello Spirito Santo.

CCC nn. 717-747, 767-768, 683-716. CdA nn. 410-429.

Dio è comunione del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il Simbolo della fede.

CCC nn. 232-267, 199-227, 268-274, 441-445, 683-701. CdA nn. 315-350.

Misericordia e peccato. Verso la vita nuova.

CCC nn. 733-741, 1830-1832, 1987-2029. CdA nn. 800-815, 821-844.

Accompagnare il sacerdote nella visita ai malati della parrocchia.

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Testimonianza: giovani inseriti in parrocchia e impegnati nel servizio.

Programmare una giornata di ritiro o un’esperienza guidata di preghiera e silenzio.


Rigenerati a vita nuova

PROPOSTE OPERATIVE

La Chiesa.

CCC nn. 721-726, 746-870, 963-975, 871-933. CdA nn. 425-426, 432-438, 450-455, 757-759, 760-795.

Imparare a pregare con alcune parti della Liturgia delle Ore.

Libertà, coscienza e vita nello Spirito. I dieci comandamenti e le Beatitudini.

CCC nn. 1730-1748, 1776-1802. CdA nn. 846-851, 892-901.

L’esame di coscienza e la verifica della propria vita alla luce della Parola di Dio.

Chiamati ad amare. - Il sacramento del Matrimonio. - Servire il Signore nella comunità. - La carità: come io ho amato voi. - Chiamati a trasformare il mondo.

CCC nn. 355-373, 2331-2336. CdA nn. 366-367, 1043-1051. CCC nn. 1643-1654, 2333-2335, 2360-2400. CdA nn. 1052-1065. CCC nn. 2402-2414, 2426-2442. CdA nn. 1120-1138.

Testimonianza: una famiglia cristiana e un consacrato.

La speranza.

CCC nn. 410-412, 668-677, 1042-1050. CdA nn. 357-363, 401-407, 1167-1168, 1171-1183. CCC nn. 678-679, 988-1050, 1061-1065 CdA nn. 1184-1235.

Incontro diocesano dei catecumeni in cammino verso la Veglia Pasquale.

I Sacramenti. - Battesimo. - Eucarestia. - Riconciliazione. - Confermazione.

Tempo d’Avvento (Prima dell’ultima Quaresima).

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Introduzione alla preghiera del Rosario.


Il catecumenato degli adulti

PROPOSTE OPERATIVE

TEMPO DELLA PURIFICAZIONE E DELLA ILLUMINAZIONE Ultima Quaresima. Verso l’iniziazione cristiana.

Testi evangelici, preghiere e testi liturgici delle Domeniche di Quaresima, Anno A.

CdA nn. 260-282 663-699, 925-952

I Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Catechesi sulla Veglia Pasquale.

Prima Domenica di Quaresima

Rito dell’elezione ed iscrizione del nome.

In Cattedrale.

Terza Domenica di Quaresima

PRIMO SCRUTINIO E CONSEGNA DEL SIMBOLO.

In parrocchia.

Quarta domenica di Quaresima

SECONDO SCRUTINIO.

In parrocchia.

Quinta domenica di Quaresima

TERZO SCRUTINIO E CONSEGNA DELLA PREGHIERA DEL SIGNORE.

In parrocchia.

Sabato Santo

Mattina di preghiera e riflessione. - Rito dell’Effettà. - Unzione catecumenale.

In parrocchia.

Veglia o giorno di Pasqua

Celebrazione dell’iniziazione cristiana.

In Cattedrale.

MISTAGOGIA

Il senso dei Sacramenti ricevuti. Il significato degli altri Sacramenti, in particolare quello della Riconciliazione. Fede cristiana, Sacramenti e vita ordinaria. La Chiesa popolo di Dio in cammino verso la patria eterna. La missione, i carismi e i ministeri nella Chiesa.

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In parrocchia.

La vita concreta della comunità parrocchiale nei suoi diversi carismi, ministeri, attività, associazioni, movimenti, con particolare attenzione alle realtà caritative.



RIGENERATO A VITA NUOVA

COMPLETARE L’INIZIAZIONE CRISTIANA



RIGENERATO A VITA NUOVA

La preparazione alla Cresima e all’Eucarestia di giovani e adulti già battezzati

S

empre più spesso, con diverse motivazioni, giovani e adulti già battezzati si rivolgono alle nostre comunità parrocchiali chiedendo di completare l’iniziazione cristiana con il Sacramento della Cresima e, talvolta, con la partecipazione all’Eucarestia per la prima volta. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno ricevuto il Battesimo da piccoli e non hanno mai intrapreso il cammino catechistico, oppure, se lo hanno fatto, lo hanno interrotto dopo la Prima Comunione o negli anni successivi. La loro richiesta nasce dal desiderio di dare seguito ad un cammino intrapreso che, per ricerca personale e per l’affiorare di interrogativi esistenziali e spirituali, si comincia a scoprire come significativo ed importante. Tante altre volte, la richiesta di completare l’iniziazione cristiana nasce da un invito ricevuto ad essere padrino o madrina, dalla partecipazione ad un’altra celebrazione (il progetto di sposarsi in Chiesa, il Battesimo del proprio figlio…) oppure, semplicemente, dal senso di incompiutezza che determinate esperienze gioiose o dolorose consegnano alla vita. Non è da trascurare l’impatto positivo suscitato dalla vicinanza e dalla testimonianza di cristiani che, per amicizia o per vincoli di parentela, incoraggiano il riavvicinamento alla comunità ecclesiale e ai Sacramenti.

La religiosità di molti uomini e donne del nostro tempo è simile alla religiosità descritta dall’apostolo Paolo nel discorso agli ateniesi (cf. At 17,16-34): si dicono religiosi, ma non conoscono la vera identità cristiana e soprattutto non vivono in modo coerente con tale identità. Il termine “cristiano” può allora diventare sinonimo di “brava persona”, ma senza alcun riferimento a Gesù Cristo e alla Chiesa. È urgente pertanto ridare un contenuto specifico al nome “cri41


Rigenerati a vita nuova

stiano” della persona battezzata. Il Battesimo, infatti, è sigillo della fede in Gesù Cristo; è inserimento nella sua morte e risurrezione per vivere da discepoli; è porta d’ingresso nella Chiesa cattolica. «Cristiani non si nasce, ma si diventa» (TERTULLIANO, Apologeticum, 18, 4.), attraverso un processo di conversione. Si nasce e si può vivere come uomini e donne religiosi; cristiani si diventa rispondendo a una chiamata della Parola di Dio, maturando uno stile di vita evangelico, acquisendo «gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5), orientando la vita al Padre, per mezzo di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo. La conversione cristiana, in una parola, conduce a un’adesione libera ed esplicita a Cristo e alla sua Chiesa. (CEI, Nota/3, n. 15).

Anche l’accresciuta esigenza tra giovani e adulti di spiritualità, di senso e di significato, nella relazione con gli altri e con Dio, costituisce un indubbio segno di speranza. Tali prospettive nascono anche come reazione e, spesso convivono, con una concezione della vita, da cui è escluso ogni riferimento al Trascendente. Le cause di questa chiusura sono molteplici, riconoscibili soprattutto in un soggettivismo, che induce molti cristiani a selezionare in maniera arbitraria i contenuti della fede e della morale, a relativizzare l’appartenenza ecclesiale e a vivere l’esperienza religiosa in forma individualistica, relegandola nella sfera del privato. Ciò è dovuto anche al fatto che la formazione cristiana spesso si conclude nella prima adolescenza. Non stupisce che numerosi adulti conservino un’immagine infantile e impropria di Dio e della religione cristiana. L’esigenza di un recupero dell’interiorità – quando trova significative proposte educative – non di

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Completare l’iniziazione cristiana

rado sfocia nell’apprezzamento della preghiera e dell’approfondimento riflessivo. (CEI, Incontriamo Gesù, n. 9).

Punti di riferimento per gli itinerari di completamento dell’iniziazione cristiana, in età adulta – dopo i 14 anni –, sono: RICA (Rito dell’iniziazione cristiana degli Adulti) al capitolo IV; CEI, Nota /3 del Consiglio Episcopale Permanente “L’iniziazione cristiana. Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell’iniziazione cristiana”. Per i catechisti, i sacerdoti e gli accompagnatori, risulta imprescindibile l’orizzonte pastorale tracciato dagli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, CEI, Incontriamo Gesù (2014).

Il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti propone un itinerario, che mette in evidenza come l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa realizzata dal Battesimo non possa mai essere annullata o perduta completamente, anche se il battezzato non viene educato nella fede o non vive in conformità agli impegni che ne derivano, o rinunzia esplicitamente alla fede. Tale proposta possiede una valenza pastorale di grande rilievo nella missione di evangelizzazione, non solo per accompagnare quegli adulti che non hanno completato l’iniziazione cristiana, ma anche per accogliere coloro che si sono allontanati dalla fede e che ora chiedono di tornare a farne viva esperienza. In questa proposta viene sollecitato l’avvio, o la ripresa, di un autentico cammino di fede, di ricerca e di maturazione, in una dimensione di responsabilità personale; infatti è solo nella libertà e nell’impegno di ciascuno che si accoglie il mistero di Cristo e si testimonia agli altri la forza di cambiamento portata dal Vangelo. (CEI, Nota/3, n. 26).

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Rigenerati a vita nuova

Adoperarsi per il risveglio della fede cristiana La Nota/3 richiama l’opportunità e l’urgenza di istituire in ogni parrocchia o forania, itinerari appropriati per il risveglio della fede: luoghi di confronto, di scoperta e di accostamento graduale alla vita cristiana. Ogni uomo in ricerca, ogni appartenente alla comunità parrocchiale, nel territorio, deve poter contare su uno spazio vissuto e condiviso, aperto e libero, dove trovare un sostegno e un sincero accompagnamento nella riscoperta della fede e nel curioso e sincero desiderio di approfondimento. Uno spazio in cui, per la prima volta o dopo diverso tempo, sentire risuonare l’annuncio di Cristo e così iniziare, o riprendere, a camminare in compagnia di Gesù. Questa scelta pastorale, coordinata dal sacerdote e da un gruppo di catechisti accompagnatori, formati per questo specifico servizio, potrebbe costituire, in ogni parrocchia o forania, una sorta di laboratorio per il primo annuncio, per l’ascolto e la condivisione nella ricerca e nel risveglio della fede. L’itinerario può essere costruito a partire da due testi della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della CEI: “Questa è la nostra fede” – Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo (2005) e la “Lettera ai cercatori di Dio” (2009). Gli itinerari di completamento dell’iniziazione cristiana per gli adulti possono inserirsi, almeno inizialmente, in tale esperienza di ascolto e di scambio, attingendo da questa scelta alcune tematiche e la modalità di approccio. Itinerari per il completamento dell’iniziazione cristiana di giovani e adulti L’orizzonte di riferimento di queste indicazioni diocesane è, soprattutto, quello relativo alla richiesta di giovani e adulti già battezzati che intendono completare l’iniziazione cristiana. Le norme diocesane per la celebrazione del sacramento della Cresima del 2 aprile 2015 sono vincolanti e pastoralmente espressive sia per gli itinerari che per la celebrazione:

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Completare l’iniziazione cristiana

“La Cresima degli adulti sia ugualmente preparata con cura e celebrata con solennità, preferendo l’inserimento degli adulti nelle celebrazioni parrochiali o eventualmente predisponendo celebrazioni locali apposite, specialmente in occasione della Pasqua e della Pentecoste”. La preparazione e i percorsi di catechesi sono affidati alle parrocchie oppure alle foranie. Nell’affrontare il tema dell’iniziazione cristiana, è necessario dare la giusta attenzione ed importanza ad un così delicato, prezioso e fruttuoso ambito della pastorale. L’esperienza insegna che per tanti giovani o adulti che hanno partecipato a percorsi comunitari di preparazione alla Cresima, è iniziata, con maturità e nuovo entusiasmo, un’autentica scoperta della fede e la convinta adesione alla vita cristiana.

Il processo di fede e di conversione comprende diversi momenti significativi, che costituiscono elementi imprescindibili dei diversi itinerari: a) L’interesse per il Vangelo. Dall’incontro con l’annuncio nasce nel cuore il desiderio di conoscere il Dio di Gesù Cristo. Questo primo movimento dello spirito umano verso la fede, come inclinazione a credere e come “ricerca religiosa”, è già frutto della grazia. b) La conversione. Perché il primo interesse per il Vangelo possa trasformarsi in opzione fondamentale di vita, occorre un tempo di crescita. La decisione per la fede dev’essere valutata e maturata in un processo di conversione. Suscitata dallo Spirito Santo e dall’annuncio del Kèrigma, questa opzione fonda tutta la vita cristiana del discepolo del Signore. c) La professione di fede. L’iniziale adesione alla persona e alla rivelazione di Gesù Cristo genera nei credenti il desiderio di conoscerlo più profondamente e di identificarsi con Lui. Mediante la catechesi essi vengono iniziati alla conoscenza della

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Rigenerati a vita nuova

fede e all’apprendistato della vita cristiana, favorendo un cammino spirituale che determina un progressivo cambiamento di mentalità e di comportamenti. Si diventa così idonei ad una esplicita e personale professione di fede. d) Il cammino verso la santità. Sulla professione di fede battesimale si fonda l’edificio spirituale destinato a crescere. Sorretto dallo Spirito, alimentato dai sacramenti e dalla preghiera, corroborato nell’esercizio della carità, aiutato dalle varie forme di educazione permanente della fede, il battezzato cerca di far suo l’invito di Cristo: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). (CEI, Nota/3, n. 27).

È indispensabile richiamare a questo punto alcune attenzioni, condizioni e caratteristiche di riferimento che, nel contesto della nostra Diocesi, possono aiutare parroci, catechisti e accompagnatori a strutturare itinerari coerenti e significativi con l’obiettivo di completare l’iniziazione cristiana degli adulti. Chiamiamo “discepoli” coloro che, pur battezzati, devono completare il cammino con la celebrazione della Confermazione e con la partecipazione piena all’Eucarestia. L’accoglienza e l’accompagnamento della comunità parrocchiale Il parroco e i catechisti accompagnatori rappresentano, nella maggior parte dei casi, il primo contatto tra il battezzato e la comunità cristiana dopo anni di lontananza e forse anche di rifiuto. Il calore e la serenità nell’accoglienza, la chiarezza nella proposta e l’attenzione alle diverse esperienze ed esigenze di vita (lavoro, studio, impegni di famiglia…), attenuano e ridimensionano il senso di disagio e di disorientamento della persona che esprime, talvolta senza adeguata terminologia e con evidente difficoltà, la richiesta dei Sacramenti da adulto

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Completare l’iniziazione cristiana

Occorre dunque prestare attenzione alla biografia della persona: la stagione della vita in cui si trova, le motivazioni che determinano la richiesta, la storia ecclesiale pregressa e il vissuto credente attuale. Allo stesso modo, è importante chiarire eventuali situazioni affettive e familiari in cui si trova il battezzato: non sempre, infatti, le condizioni di vita favoriscono un’esistenza cristiana coerente (matrimonio civile, convivenza,…) con la richiesta dei Sacramenti. Con discrezione e in un contesto di dialogo, evitando commenti sommari e indelicati che facciano sentire la persona giudicata o rifiutata, è opportuno chiarire che si sceglie di intraprendere il cammino per diventare cristiani, non semplicemente per potersi sposare in Chiesa, oppure per essere padrino o madrina. Per quanto riguarda il rapporto con la celebrazione delle nozze, si tratta di evitare che l’amministrazione della Cresima sia vissuta come un adempimento burocratico e affrettato, in funzione del matrimonio religioso. Il canone l065 del CJC prescrive che i fedeli ricevano il Sacramento della Cresima prima del matrimonio “se è possibile farlo senza grave incomodo”. Tra i casi di “grave incomodo” vi è anche la situazione di chi, battezzato da bambino, è estraneo alla fede e alla vita cristiana e quindi riceverebbe la Cresima solo come una indispensabile formalità per potersi sposare in chiesa. In questo caso si potrà pertanto ammettere al matrimonio anche senza la Cresima. Il Decreto generale della CEI sul matrimonio canonico stabilisce che per i nubendi non cresimati che vivono in una situazione irregolare (conviventi “more uxorio” o sposati solo civilmente) l’amministrazione della Confermazione non preceda il matrimonio. Apprendistato di vita cristiana La tentazione di risolvere velocemente il cammino di preparazione per venire benevolmente incontro alle esigenze della persona, prospettando e programmando un percorso ridotto a qualche incontro e a qualche buon sus-

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Rigenerati a vita nuova

sidio da leggere, è scelta ben lontana da ciò che si intende per “iniziazione cristiana”. Infatti la personale provenienza, il contesto di scristianizzazione, le esperienze pregresse di vita ecclesiale e religiosa di chi si riavvicina alla fede e alla comunità cristiana, oggi più che mai, esigono che la celebrazione dei Sacramenti sia accompagnata da un’intensa, strutturata e puntuale attività di evangelizzazione, di catechesi e di vita comunitaria. A partire dal paradigma del catecumenato, attraverso un vero e proprio apprendistato e tirocinio di vita cristiana, dentro le relazioni e gli spazi che caratterizzano la parrocchia e le esperienze comunitarie, non solo viene presentato e offerto al battezzato un percorso fondamentalmente catechistico, ma lo si accompagna perché venga gradualmente introdotto alla celebrazione, alla vita fraterna e al servizio. Un cammino equilibrato e disteso nel tempo, in cui anche l’ambito emotivo può essere sollecitato e condiviso, costituisce un valore importante e non trascurabile.

Le domande religiose di un adulto solitamente si accompagnano a una ricerca libera, che non deve essere condizionata dalla fretta di essere ammessi alla celebrazione di un sacramento. Il più delle volte un adulto, che intraprende un cammino di ricerca religiosa o di attenzione alla Chiesa, non si propone subito di diventare un praticante impegnato È importante perciò considerare la storia di ciascuno, favorendo un libero confronto. Il felice esito di un accompagnamento nel cammino di fede, infatti, non si misura dal numero delle persone che immediatamente si “reintegrano” nella Chiesa. (CEI, Nota/3, n. 8).

Dentro la comunità cristiana Non è fuori luogo ribadire, anche in queste indicazioni diocesane, l’importanza della comunità parrocchiale e diocesana per un battezzato adulto che si riavvicina alla fede, e la necessità di una proposta che permetta alle

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Completare l’iniziazione cristiana

persone di incontrare il Signore nell’evangelico contesto della fraternità. L’accoglienza e l’accompagnamento del battezzato che intende completare l’iniziazione cristiana, infatti, chiedono di attivare un significativo contesto comunitario in cui si possa fare esperienza della Chiesa, madre accogliente, discepola e comunità di viva carità. Il gruppo, guidato dai catechisti accompagnatori, dal sacerdote e da altre persone impegnate nella comunità parrocchiale o inter-parrocchiale, costituisce il “valore aggiunto” e il contesto tradizionalmente più adatto per far risvegliare, germogliare e fruttificare il dono della fede. È nel gruppo, nelle relazioni spontanee e condivise createsi tra battezzati, che si spezza il senso di anonimato e di estraneità percepito quando ci si avvicina, dopo tempo, alla propria comunità parrocchiale. È attraverso il confronto in gruppo, a partire dalle domande personali, dalle pagine della Scrittura e dal percorso liturgico e caritativo, che si comprende meglio l’incidenza della fede nella vita e nelle scelte concrete della quotidianità. È nel gruppo che ci sente sostenuti e incoraggiati nel momento in cui i dubbi e le fatiche minano la costanza e l’iniziale entusiasmo che la ricerca della fede accende nel cuore del giovane e dell’adulto. È nel gruppo che è possibile vivere la concreta e visibile esperienza di fede fatta di celebrazione comuni, di condivisione delle domande e delle scoperte, di maturazione di impegni e progetti, di ascolto e confronto sulla Parola di Dio lungo il cammino intrapreso. L’esperienza comunitaria nelle parrocchie più piccole e con poche richieste per attivare percorsi significativi, può essere recuperata a livello di foranie o di parrocchie vicine. Sarà compito del Servizio diocesano per il catecumenato, predisporre nel corso dell’anno alcuni momenti di incontro a livello diocesano oppure inter-parrocchiale per tutti coloro che partecipano a percorsi parrocchiali o foraniali. Talvolta la richiesta dei Sacramenti coincide, o si innesta, con altri percorsi formativi e catechistici, soprattutto durante la preparazione al Matri-

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Rigenerati a vita nuova

monio. Risulta importante, in questi casi, saper armonizzare i percorsi, con sapienza e discernimento, valorizzando e precisando la peculiarità di ognuno e comunque evitando sovrapposizioni e ripetizioni.

La disponibilità a un cammino comunitario è segno e testimonianza di una vera ricerca di fede nella piena apertura al disegno di Dio, che volle «santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e santamente lo servisse» (Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9). (CEI, Nota/3, n.18). Il catechista accompagnatore La figura del catechista come “accompagnatore” sta emergendo sempre più nell’ambito della catechesi e della pastorale in genere. Similmente all’esperienza del catecumenato, tale ministero di fatto abilita l’accompagnatore a predisporre ed organizzare l’itinerario e le esperienze di vita cristiana da proporre al gruppo e, con discernimento, ad ogni singolo battezzato. In collaborazione con il parroco, o il sacerdote incaricato, si prende cura del cammino di ognuno e del gruppo e, con discrezione, percorre anche lui la faticosa ma luminosa strada della scoperta o della riscoperta della fede, senza dare nulla per scontato. Il Servizio diocesano per il catecumenato avrà cura di predisporre periodicamente incontri di formazione e di confronto per i catechisti accompagnatori. Sarà importante che ogni parrocchia individui qualche catechista cui affidare questo delicato servizio sia in ordine al catecumenato che per il completamento dell’iniziazione cristiana degli adulti.

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Completare l’iniziazione cristiana

Essenziale e insostituibile è il ministero del catechista accompagnatore. Egli è fratello nella fede, che indica la strada e nello stesso tempo considera le forze e il ritmo di chi accompagna; è testimone che, con le parole e con la vita, presenta il fascino esigente della sequela di Cristo; è amico che accoglie, segue e introduce nella comunità. Egli si mette in ascolto delle domande per comprenderle; valorizza la situazione della persona; aiuta a discernere i segni di conversione. Nell’attuale contesto di missionarietà il ministero del catechista accompagnatore richiede una particolare cura ecclesiale, che deve esprimersi in un’adeguata formazione che lo abiliti a rapportarsi con gli adulti, ad ascoltare le loro domande, a dare risposte convincenti e sicure intorno alla fede cristiana, così da aprire alla speranza e all’obbedienza della fede in Cristo. Spetta al catechista accompagnatore predisporre l’itinerario e le esperienze di vita cristiana. In questo servizio è guidato dal presbitero e può essere aiutato da altre persone coinvolte nel compito di formazione. Tale compito può essere svolto da una persona singola, da un gruppo di due o tre persone, o anche da una famiglia. (CEI, Nota /3, n. 35).

L’evangelizzatore è un cristiano adulto, cittadino responsabile, capace di narrare e motivare la propria vicenda di fede e di raccontare la sua esperienza di Cristo, radicata nell’appartenenza ecclesiale. Egli è un annunciatore della Parola che dona la gioia, mediatore di un’esperienza ecclesiale ampia e positiva, accompagnatore leale e affidabile nei passaggi fondamentali della vita di quanti gli sono affidati. Non deve conoscere tutto, ma sa che il Vangelo è capace di illuminare ogni dimensione umana. (CEI, Incontriamo Gesù, n. 66).

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Rigenerati a vita nuova

Lungo l’anno liturgico Il riferimento all’anno liturgico è il contesto ecclesiale entro il quale dispiegare le tappe e i contenuti dell’itinerario con gli adulti e giovani battezzati. L’anno liturgico, infatti, così come organizzato, non solo facilita e accompagna la scoperta del Vangelo, del Mistero di Cristo e della Chiesa, ma soprattutto, nella celebrazione, nell’abbondanza di Parola di Dio, nell’annuncio di conversione che offre, è “evento di salvezza”, incontro vivo con il Signore che passa e chiama, salva e invita ad essere suoi discepoli. Per questo motivo, sarebbe preferibile iniziare il cammino per il completamento dell’iniziazione cristiana in prossimità del Tempo di Avvento, con l’avvio dell’anno liturgico, per giungere alla celebrazione dei Sacramenti nel Tempo pasquale. Se infatti il Tempo d’Avvento dispone il cuore dell’uomo ad accogliere la novità del Signore e il Tempo di Natale aiuta a contemplare nell’Incarnazione l’originale annuncio del cristianesimo, la Quaresima, con il forte richiamo alla conversione, ha un carattere marcatamente penitenziale e per questo favorevole per accogliere la salvezza custodita nel Mistero Pasquale e nella chiamata del Signore. La partecipazione alle celebrazioni, soprattutto a quella domenicale, permette quindi di sentirsi in cammino con la comunità parrocchiale e di scandire i passaggi e le scoperte più significative del percorso di fede intrapreso.

Il modo più ordinario per seguire un itinerario di fede è condividere il cammino della Chiesa nell’anno liturgico, scandendone su di esso le tappe. L’anno liturgico infatti determina un percorso celebrativo in un crescente inserimento nel mistero di Cristo; offre una prospettiva organica per l’itinerario della catechesi; guida verso la maturazione di atteggiamenti e di comportamenti coerenti di vita cristiana. (CEI, Nota/3, n. 36).

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Completare l’iniziazione cristiana

L’Anno liturgico nasce dall’esigenza di offrire a tutto il popolo di Dio, in modo non saltuario o occasionale, i doni essenziali e necessari per vivere da credenti nel tempo. Ogni giorno, e specialmente nella Domenica, il cristiano è invitato a uscire dal proprio isolamento per andare all’incontro con i fratelli, ad accogliere nel cuore la ricchezza di quella Parola che è lampada per i passi di ogni giorno, ad accedere alla misericordia del Padre e ad offrire il Pane della vita che dà la forza di sostenere fatiche e avversità. Nello stesso tempo, invitando a celebrare i diversi misteri della vita di Cristo, l’Anno liturgico rivela e racconta le molteplici forme della vicinanza del Signore a ogni condizione umana: nessun frammento di storia è sottratto alla sua grazia, tutto è raccolto, portato e trasfigurato. (CEI, Incontriamo Gesù, n. 99).

La celebrazione Alla luce delle indicazioni proposte emergono alcune importanti osservazioni anche per ciò che riguarda la celebrazione dei Sacramenti. La prima è relativa alla comunità cristiana che ha accolto i discepoli e ne ha seguito il cammino di preparazione: sia essa parrocchiale che foraniale, è importante, in ogni caso, che anche nella celebrazione si esprima questo particolare legame. Infatti può risultare significativo, con debite attenzioni e spiegandone il significato, coinvolgere gli adulti che completano l’iniziazione cristiana durante la celebrazione parrocchiale nella quale il Vescovo amministra il Sacramento della Cresima ai ragazzi. Qualora il percorso di preparazione abbia interessato un’intera forania, si può suggerire di prevedere, in quel contesto, la celebrazione con il Vescovo, facendo riferimento ad una chiesa particolarmente importante e ricca di storia, presente nel territorio e adatta ad accogliere un’assemblea decisamente numerosa.

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Rigenerati a vita nuova

Allo stesso tempo, può essere importante confermare la prassi esistente di alcune date, nel corso dell’anno, in cui il Vescovo presiede in Cattedrale la celebrazione della Cresima per adulti e giovani che, fatto il debito percorso di preparazione, provengono da diverse realtà parrocchiali della diocesi. In tal caso, almeno una settimana prima, si può far precedere la celebrazione da un incontro diocesano con tutti i cresimandi. Un incontro in forma di semplice ritiro che possa creare il clima di preghiera, di fede e di disponibilità davanti al dono di grazia che riceveranno. Una particolare attenzione sarà data alla celebrazione in Cattedrale per quanto riguarda l’accoglienza e l’animazione liturgica, i canti e una corretta introduzione ai diversi momenti del rito. L’Ufficio Liturgico Diocesano e l’équipe del Servizio diocesano per il catecumenato, potranno lavorare insieme nella preparazione di queste celebrazioni.

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Completare l’iniziazione cristiana

Proposta per un percorso di completamento dell’iniziazione cristiana dei giovani e degli adulti Lo schema proposto può costituire una traccia di percorso catechistico. Al di là del riferimento ai tempi liturgici, può essere preso come riferimento in qualsiasi momento giunga la richiesta di completare l’iniziazione cristiana. TEMPI

Ottobre

OBIETTIVO

CONTENUTI

Proposta dell’itinerario.

ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

La comunità parrocchiale promuove l’inizio del percorso per gli adulti e i giovani che non hanno ricevuto i Sacramenti. Si fa riferimento alle situazioni particolari (coloro che intendono sposarsi, chi è stato invitato a fare da padrino o madrina chi desidera completare il percorso di fede).

Raccolta delle adesioni.

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CELEBRAZIONI


Rigenerati a vita nuova

TEMPI

OBIETTIVO

CONTENUTI

ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

Novembre

Incontri individuali con coloro che intendono fare il cammino. Il parroco e i catechisti accompagnatori preparano due incontri per conoscere ogni candidato, dialogare sulle motivazioni, entrare nel vivo del personale vissuto e dell’esperienza religiosa.

Può essere utile rifarsi allo schema proposto per l’accoglienza nel precatecumenato.

Conoscenza delle persone di riferimento per il cammino; visita della chiesa e degli spazi parrocchiali.

Prima dell’inizio dell’Avvento

Costituzione del gruppo Conoscenza con gli altri candidati, presentazione del percorso e preparazione della celebrazione di accoglienza.

Conclusione del primo incontro nella chiesa parrocchiale.

Prima domenica d’Avvento

CELEBRAZIONI

Preghiera di benedizione guidata dal parroco.

Celebrazione d’accoglienza e di inizio percorso: sarebbe auspicabile avvenisse nel contesto di una celebrazione domenicale in parrocchia.

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Completare l’iniziazione cristiana

TEMPI

OBIETTIVO

CONTENUTI

ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

CELEBRAZIONI

Tempo d’Avvento e di Natale

Confrontarsi in gruppo e personalmente sulle domande fondamentali dell’uomo. Incontrare la novità di Gesù e del Vangelo.

La ricerca e le domande dell’uomo. La fede. La Rivelazione di Dio. La novità di Gesù Cristo. Introduzione alla Bibbia e al Vangelo.

Ascolto di testimonianze di vita cristiana. Lettura personale e in gruppo del Vangelo. Valorizzare il percorso proposto dal Catechismo dei Giovani/2, Venite e vedrete, oltre che il riferimento al Catechismo degli Adulti e il testo CEI Lettera ai cercatori di Dio.

Celebrazione di Consegna del Vangelo di Marco e invito alla lettura.

Tempo ordinario

Scoprire il volto di Dio manifestato in Gesù.

Il Battesimo di Gesù. L’annuncio del Regno di Dio. Le parole e i segni della novità di Cristo. La chiamata e la sequela.

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Si suggerisce di valorizzare il momento iniziale e conclusivo degli incontri come occasioni per imparare e riprendere a pregare: piccole lectio divina, preghiere della tradizione della Chiesa, salmi scelti, testi liturgici della Messa domenicale, preghiere spontanee...


Rigenerati a vita nuova

TEMPI

OBIETTIVO

CONTENUTI

ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

CELEBRAZIONI

Tempo ordinario

Fare esperienza dell’importanza della preghiera e della liturgia nella vita del cristiano.

La preghiera. Celebrare in spirito e verità.

Invito alla partecipazione alla Messa domenicale e condivisione in gruppo del messaggio ascoltato nella celebrazione. Condivisione delle esperienze di vita riferite al Vangelo e all’appartenenza alla comunità.

Celebrazione di consegna della Preghiera del Signore.

Tempo di Quaresima

Riscoprire la Pasqua di Cristo come evento di salvezza. Accogliere l’appello alla conversione e assumere la decisione di fare del Vangelo la regola di vita nuova. Crescere nella fraternità.

Il mistero Pasquale. La rivelazione di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. La Chiesa.

Proposta di una esperienza di condivisione e di carità: visita alla Caritas parrocchiale, volontariato, ascolto di testimonianze di impegno, servizio…

Celebrazione di Consegna della Professione di Fede. (Cfr. RICA, con opportune modifiche).

Celebrare il sacramento della Riconciliazione. Partecipazione alle celebrazioni del Triduo Pasquale.

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Completare l’iniziazione cristiana

TEMPI

Tempo di Pasqua

OBIETTIVO

CONTENUTI

ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

CELEBRAZIONI

Disporsi ad accogliere il dono di Dio nei sacramenti.

I Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Il Battesimo. L’Eucarestia. La Cresima. La vita nuova in Cristo.

Ritiro spirituale parrocchiale.

Preparazione alla Celebrazione dei Sacramenti.

Serata di incontro e preghiera. Celebrazione

Mistagogia

Celebrazione del Sacramento della Cresima e della Prima Eucarestia per chi non l’ha ricevuta. Prevedere di continuare gli incontri e il percorso con un effettivo inserimento nella comunità parrocchiale.

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L’ITINERARIO CATECUMENALE DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI (7-14 ANNI)



L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi (7-14 anni)

Accompagnare i fanciulli alla porta della fede

A

nche nella nostra diocesi sta crescendo il numero dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni che richiedono il Battesimo, mentre, anche se non vistosamente, diminuisce la domanda e la celebrazione di questo sacramento per i bambini nei primi due anni di vita. La Nota/2 della CEI (1999) sull’itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi 7-14 anni, indica con chiarezza in quale contesto e con quali attenzioni la comunità cristiana è chiamata ad accogliere, sostenere ed accompagnare, con gli opportuni passaggi, il percorso catecumenale per quella fascia d’età. Ad essa si fa riferimento in modo da dare un orientamento comune alle parrocchie chiamate, oggi più che mai, a confrontarsi con nuove e, talvolta, variegate situazioni. Un altro riferimento importante è costituito dalla Guida per l’itinerario catecumenale dei ragazzi, edito nel 2001 dal Settore Catecumenato dell’Ufficio Catechistico Nazionale: uno strumento fondamentale per la strutturazione dei percorsi di catechesi, delle celebrazioni e delle tappe esperienziali. «L’iniziazione dei catecumeni si fa con una certa gradualità in seno alla comunità dei fedeli» (RICA, 4): in concreto nella famiglia, con i catechisti, con i padrini e accompagnatori, e soprattutto all’interno di un gruppo che accoglie e aiuta a condividere l’itinerario. Perciò tutta la comunità cristiana degli adulti è coinvolta in questo cammino di accompagnamento: è il contesto fondante nonché l’orizzonte esperienziale portante dell’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. La Chiesa, mediante la comunità cristiana che abita in un territorio e che accoglie la domanda di Battesimo avanzata dal fanciullo o dal ragazzo, con il consenso della sua famiglia, non può limitarsi ad accoglierne la richiesta: dovrà mettere in atto tutto quanto favorisce e fa crescere l’iniziale chiamata alla salvezza fino al suo compimento.

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Rigenerati a vita nuova

Il contesto culturale ed ecclesiale del nostro tempo non porta facilmente i fanciulli e i ragazzi alla fede, né li sostiene nel loro cammino; è necessario quindi creare un ambiente adatto alla loro età, insieme ad una rete di relazioni educative capaci di accompagnarli nella progressiva crescita della loro fede, in un autentico cammino di conversione personale e di adesione a Cristo. Questo è possibile, laddove si creano le condizioni, anche attraverso l’inserimento del fanciullo e del ragazzo in un gruppo «catecumenale», con la presenza di alcuni adulti (catechisti, accompagnatori, padrini), della famiglia e, almeno in alcuni momenti più significativi, della comunità tutta. Alcuni accorgimenti iniziali Spesse volte, al momento dell’iscrizione del fanciullo al catechismo, in concomitanza con l’inizio dell’esperienza scolare o in seguito alle prime interazioni con i coetanei, viene manifestato dai genitori il desiderio che il proprio figlio riceva il Battesimo.Anche quando la richiesta del Battesimo viene esplicitata a percorso catechistico avviato, magari in prossimità della celebrazione della Prima Comunione, essa deve essere accolta con gioia e partecipazione dalla comunità cristiana. Accogliere una richiesta di questo tipo chiede a tutta la comunità di riuscire ad intravvedere l’azione dello Spirito Santo che non ha smesso di soffiare anche nei nostri tempi e che, soprattutto nei piccoli, continua a stupirci e a sorprenderci con la sua creatività: una richiesta simile rappresenta sempre un dono per la Chiesa, attivando e coinvolgendo la comunità cristiana, ed in modo particolare i coetanei del fanciullo e del ragazzo, nel cammino dell’iniziazione cristiana a partire dal Battesimo, “porta della fede”.

Spesso la domanda del Battesimo per questi ragazzi è presentata al parroco, o a un catechista, da un genitore. A questo riguardo c’è da considerare che la situazione coniugale dei genitori si presenta oggi molto diversificata: uniti da matrimonio cristia64


L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi

no, da matrimonio civile, da nuovo matrimonio civile dopo aver divorziato dal primo coniuge sposato con rito religioso, conviventi in attesa di matrimonio civile o religioso, conviventi per scelta. Anche la sensibilità religiosa dei genitori è assai varia: “lontananza” teorica e pratica più o meno consapevole, legame tradizionale ad alcune pratiche religiose, autentica riappropriazione della vita di fede riscoperta magari dopo molti anni. In questa diversità di situazioni la richiesta del Battesimo per il figlio trova svariate motivazioni, a volte tra loro mescolate: protezione di fronte ai pericoli dell’esistenza, integrazione sociale in un ambiente ancora pur connotato in senso cristiano, ricerca di più stabili ancoraggi etici nel delicato momento della crescita, sincera volontà di condividere con i figli la fede ritrovata. Nella maggior parte dei casi i genitori che chiedono il Battesimo per un figlio in questa età sono coloro che gli hanno trasmesso la vita. A volte la richiesta è collegata alla nascita di un altro figlio, in un contesto familiare che si è fatto più stabile e sereno. Altre volte essa affianca la decisione dei genitori di passare dal matrimonio solo civile o dalla convivenza al matrimonio religioso. In alcuni casi a richiedere il Battesimo sono i genitori adottivi o affidatari, soprattutto coloro che hanno potuto avvalersi del più facile accesso alle adozioni internazionali. Senza nulla togliere alla schietta motivazione religiosa, in questi casi il dono del Battesimo assume anche il valore di una definitiva introduzione nel contesto sociale e culturale della famiglia di adozione o di affido. Sarà allora particolarmente importante – soprattutto nel caso dell’affido – considerare attentamente il paese di provenienza del ragazzo e le sue personali intenzioni. Anche la crescente immigrazione in Italia da altri paesi pone di fronte a una nuova situazione pastorale: quella di famiglie

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Rigenerati a vita nuova

non cristiane che, integrandosi nella società italiana, si avvicinano alla Chiesa cattolica e domandano per i loro figli l’aggregazione alla comunità cristiana. Non è infrequente che la domanda del Battesimo venga presentata al parroco, o a un operatore pastorale, direttamente dal ragazzo. A volte, anche quando a fare la richiesta è materialmente il genitore, è il ragazzo a insistere, avendo maturato autonomamente dall’ambiente familiare la decisione di farsi battezzare, magari stimolato a tale richiesta dall’esempio dei coetanei. (CEI, Nota/2, nn. 4-6).

Il coinvolgimento della famiglia Nell’iniziazione cristiana la famiglia ha un ruolo prezioso e tutto particolare. Spesso ci si trova in presenza di situazioni familiari molto diverse tra loro che esigono, da parte della comunità cristiana, puntuali e diversificate azioni di accompagnamento. Diversa è infatti la situazione di genitori che intraprendono con il figlio il cammino di fede custodito nel percorso dell’iniziazione cristiana, da quella di coloro che ne restano indifferenti e lasciano libero il figlio nel fare la scelta cristiana. In ogni caso la comunità cristiana è chiamata a offrire occasioni di coinvolgimento per la famiglia e comunque accertare che, sempre, la domanda del Battesimo sia accompagnata dal consenso dei genitori. Nel gruppo dei coetanei che hanno già ricevuto il Battesimo e nel gruppo catecumenale La scelta del gruppo rimane la strada evangelica preferenziale, anche in presenza di un solo fanciullo o ragazzo che chiede il Battesimo all’interno della comunità parrocchiale. Il gruppo, infatti, è l’ambiente umano in cui concretamente il fanciullo fa esperienza della Chiesa. Il gruppo catecumenale è essenzialmente un gruppo catechistico di coetanei battezzati che già percorrono l’itinerario verso l’Eucarestia e la Confermazione e che si rendono

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L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi

disponibili ad accogliere un fanciullo non ancora battezzato per fare, con lui, il cammino dell’iniziazione cristiana. Il fanciullo catecumeno, in questo gruppo, non si sente un estraneo: la sua specificità non può e non deve essere annullata o sminuita ma viene vissuta come un dono per tutti e come un’opportunità per riscoprire la gioia dell’incontro con Gesù nel suo sbocciare e crescere. Nel gruppo il catecumeno deve poter vivere, insieme ai suoi coetanei, le molteplici esperienze della vita cristiana: ascolto della Parola, preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità, partecipazione alla vita della comunità. In alcune occasioni specifiche e soprattutto in prossimità di celebrazioni di “passaggio” o consegne particolari (preghiera del Signore, professione di fede…), i catechisti accompagnatori possono prevedere degli incontri dedicati al fanciullo catecumeno, in modo da accrescerne la conoscenza personale e così operare l’importante servizio del discernimento. Soprattutto in prossimità di alcune celebrazioni o esperienze è opportuno e significativo coinvolgere la famiglia del catecumeno, attivando un cordiale e sincero dialogo che possa diventare occasione di incontro, crescita reciproca e così portare ad una maggiore consapevolezza di fede. Pagine dedicate a incontri e celebrazioni apposite sono presenti nei catechismi della CEI Sarete miei testimoni e Vi ho chiamato amici. Percorso catechistico di riferimento Nella tabella seguente vengono fornite alcune indicazioni relative alla strutturazione del percorso in base al momento in cui viene formalizzata la richiesta per il Battesimo. La scelta più in linea con la prassi sacramentaria vorrebbe un itinerario di iniziazione cristiana con la celebrazione unitaria dei sacramenti (Battesimo, Cresima e Eucarestia). Anche la nostra Diocesi continua, per scelta pedagogica e pastorale, a mantenere la celebrazione dell’iniziazione cristiana “a tappe” e sempre preceduta da un importante periodo di catechesi. È bene

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Rigenerati a vita nuova

mantenere questa strutturazione e, dentro questo percorso, integrare sapientemente e senza artificiose soluzioni, il cammino catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi. RICHIESTA DEL BATTESIMO

RIFERIMENTO SCOLARE

Tra i 4-6 anni

Tra i 6-7 anni

I-II primaria

PERCORSO

CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI

Alcuni incontri introduttivi per un graduale inserimento al cammino catechistico.

Celebrazione del Battesimo preparata da opportuni e specifici incontri con il bambino e la famiglia. Oppure si può anche scegliere di celebrare il Battesimo nella Veglia Pasquale o nella Pasqua in prossimità della Prima Comunione con i coetanei.

Inserimento nel gruppo dei coetanei.

Celebrazione del Battesimo nella Veglia Pasquale o nella Pasqua in prossimità della Prima Comunione con i coetanei. La Prima Riconciliazione assume per il fanciullo catecumeno il senso di una “revisione di vita” per celebrare successivamente il sacramento della Penitenza.

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L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi

RICHIESTA DEL BATTESIMO

RIFERIMENTO SCOLARE

PERCORSO

Tra gli 8-10 anni

III-V primaria

Inserimento nel gruppo dei coetanei. Prevedere un cammino strutturato di almeno 3 anni prima della celebrazione unitaria del Battesimo e dell’Eucarestia.

11-14 anni

I-II-III media

Inserimento nel gruppo dei coetanei. Prevedere un cammino strutturato di almeno 3 anni prima della celebrazione unitaria del Battesimo, della Cresima e dell’Eucarestia.

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CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI


Rigenerati a vita nuova

TEMPI

OBIETTIVO

CONTENUTI DI VITA CRISTIANA

ESPERIENZE

CELEBRAZIONI

Prima Evangelizzazione

Scoprire e incontrare Gesù. Scelta di iniziare il cammino.

Pagine del Vangelo. di Marco. Catechismo “Io sono con voi”.

Lettura in famiglia del Vangelo. Imparare il segno di croce. Esperienza di vita nel gruppo.

Rito di accoglienza nel gruppo e nella parrocchia.

Catecumenato: prima fase

Entrare nella storia della salvezza come protagonisti. Professare la fede. Atteggiamenti di fiducia, amore e obbedienza a Dio.

Pagine del Vangelo di Luca e degli Atti degli Apostoli.

Leggere la Parola di Dio in famiglia. Interpretare la propria vita come progetto di Dio. Cominciare ad esaminare la propria vita.

Rito di ammissione al catecumenato. Consegna del Simbolo della fede.

Catechismo “Venite con me”.

Catecumenato: seconda fase

Scoprire l’amore Catechismo del Padre in Gesù. “Venite con me”. Imparare a pregare. Celebrare la domenica e conoscere i Sacramenti.

Pregare in famiglia. Partecipazione ai momenti celebrativi dell’anno liturgico.

Consegna della Preghiera del Signore.

Verso l’ultima Quaresima

La conversione: il Vangelo come regola di vita nuova. La scelta di diventare cristiano. Accogliere il dono dei sacramenti.

Esperienze di servizio e di carità. e di carità. Verifica della propria storia alla luce della Parola di Dio. Intensificare a preghiera.

Consegna del Precetto dell’amore. Celebrazione penitenziale.

I dieci comandamenti. Il discorso della Montagna. Il comandamento nuovo. I sacramenti.

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L’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi

TEMPI

Ultima Quaresima

OBIETTIVO

CONTENUTI ESPERIENZE DI VITA CRISTIANA

CELEBRAZIONI

Preparazione ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana.

Testi domenicali Ritiro spirituale. della Quaresima, Partecipazione anno A. alla Settimana Santa.

Rito dell’Elezione Scrutini quaresimali.

Testi delle domeniche di Pasqua.

Prima celebrazione del Sacramento della penitenza. Celebrazione del Mandato missionario. Consegna dell’Inno alla Carità. Celebrazione dell’anniversario del Battesimo.

Celebrazioni dei Sacramenti MIstagogia

Partecipazione alla vita cristiana. Testimonianza della propria fede. Appartenenza alla comunità cristiana.

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Inserimento nelle attività della parrocchia.


Finito di stampare nel mese di ottobre 2015 presso le Grafiche Ghiani Monastir (Ca)




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