N. 2 14 febbraio 2014
www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione
il giornale
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Tra principi e realtà alla ricerca del giusto equilibrio Le ultime votazioni hanno messo la Svizzera nuovamente al centro della stampa estera. In Ticino l’esito dell’iniziativa contro l’immigrazione per molti era scontato, a sorprendere è però il risultato finale degli altri cantoni in particolare di quelli come il canton Berna. Di fatto ci troviamo con una spaccatura netta non solo tra il popolo ma anche nei confronti della politica. L’analisi che va fatta non si può riassumere alla vittoria di un partito, in questo caso l’UDC, perché negli altri due temi in votazione l’organizzazione democratica di centro è stata sconfessata. Analizzando l’esito della votazione risulta chiaro che escono sconfitti i due principali protagonisti contrari all’iniziativa: il consiglio federale e gli imprenditori. La politica è deputata a risolvere i problemi, ma per farlo deve cominciare a riconoscerli. Che gli accordi bilaterali prestassero il fianco a delle storture, in particolare per quel che concerne la libera circolazione delle persone, come registrato da tempo nei cantoni di confine, era segnalato da più parti. Le organizzazioni sindacali, pur difendendo il principio di libera circolazione dei lavoratori, hanno continuato a battersi per introdurre misure atte ad attenuarne alcuni effetti quale il dumping salariale, chiedendo controlli più marcati, l’introduzione di un salario minimo generalizzato e di contratti collettivi di lavoro. Gli imprenditori, continuando a eserciatare una politica al ribasso dei salari hanno contribuito a esacerbare la sensazione di insicurezza nei lavoratori residenti sul territorio. Accecati dalle mire di profitto, hanno portato consensi, indipendentemente dalle aree politiche, all’iniziativa. La lezione che si può trarre da questa votazione è che Berna deve prestare molta più attenzione alle problematiche periferiche e non rifugiarsi dietro ad argomentazioni, sicuramente valide sul piano giuridico, ma che sono sempre più lontane dai problemi reali della gente. Il movimento sindacale dal canto suo non può esimersi dal fare una riflessione approfondita, seppur dolorosa, sulla sua politica per trovare il giusto equilibro tra questioni di principio e scottanti realtà.
Giuseppe De Lorenzo, lavoratore immigrato, da 42 anni residente in Svizzera, dopo la votazione potrebbe essere colpito dalle nuove misure.
Media
La mannaia di Tamedia cade ancora impietosa: tagliati altri 25 posti
Discriminazione
›pag. 6
Tempi parziali e bassi salari pesano sulla pensione delle donne ›pag. 8
storie di confine
Lo sguardo su aneddoti passati si allarga sul versante del Lago maggiore ›pag. 12
dipendenti della Posta
Un tour con loro: i conducenti invisibili
Quando si pensa alle persone che lavorano per la Posta vengono in mente i postini e le postine o coloro che stanno agli sportelli. Sono però tante e variegate le professioni possibili in questo settore. Allora ecco che un redattore di syndicom ha deciso di accompagnare un conducente che si occupa del trasporto di lettere e pacchi tra il Centro di Härkinger e gli uffici postali regionali per ›pagg. 4 e 5 meglio comprendere questo lavoro, svolto in prevalenza di notte.
© Jens Friedrich
Editoriale
Dossier telefonia mobile
Oggetti di culto di una cultura abietta Circa due terzi della popolazione mondiale possiedono un telefono cellulare. Si stima che nel 2012 siano stati venduti 1,7 miliardi di cellulari, dei quali circa 2,8 milioni in Svizzera. Fanno ormai parte del nostro quotidiano. Ma la loro fabbricazione è molto problematica: dall’estrazione dei metalli preziosi presenti nei telefonini all’assemblaggio degli apparecchi e al loro smaltimento le violazioni dei diritti umani, i danni alla salute e l’inquinamento dell’ambiente sono all’ordine del giorno. Un’edizione speciale della rivista Solidaire della Dichiarazione di Berna (DB), dalla quale è stato tratto questo dossier, ha approfondito il tema della catena di approvvigionamento legata alla ›continua alle pagine 2-3 fabbricazione e vendita di questi oggetti considerati ormai indispensabili.
2 | Dossier Telefonia mobile
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tecnologia intelligente, affare sporco
Oggetti di culto di una cultura abietta
continua da pag. 1 di interesse all’interno di un singolo Paese. In questi casi, le comunità indigene hanno quasi sempre la peggio. Per far posto all’estrazione dei metalli, esse vengono scacciate dalle loro terre o perdono l’accesso all’acqua potabile. Numerosi conflitti armati in tutto il mondo sono cofinanziati dai proventi dell’estrazione mineraria. «La paga dipende dal materiale Nella Repubblica estratto e da quanto trattiene Democratica del Congo (RDC), ad per sé il proprietario della esempio, sia i ribelminiera. E il lavoro minorile è li che l’esercito un problema molto diffuso». sfruttano la vendita dei metalli estratti dalle miniere da controllare da dove provengono loro controllate. Con il termine “minerali da conflitto” si intendoesattamente i metalli presenti nei nostri cellulari. Le materie prime no soprattutto tantalio, oro, tungrivestono un’importanza fonda- steno e stagno provenienti dalla mentale per l’economia mondia- RDC e dai Paesi circostanti. le e sono diventate un tema di scottante attualità. Molti Paesi in Lavoro pericoloso via di sviluppo sono ricchi di e danno ambientale materie prime ma le loro popola- Il lavoro nelle miniere è duro, zioni rimangono povere. Leggi pericoloso e in genere anche mal inefficienti, strategie di aggira- pagato. Il contatto con sostanze mento fiscale delle multinaziona- tossiche come il mercurio, utilizli e governi corrotti fanno sì che zato ad esempio per l’estrazione le popolazioni locali vivano sulla dell’oro, con le polveri o anche la propria pelle soprattutto i proble- fatica eccessiva provocano gravi mi legati all’estrazione di materie danni alla salute. Nei pozzi stretprime, invece di beneficiare della ti e non protetti delle miniere ricchezza che ne deriva. La lotta artigianali gli incidenti sono per il controllo delle risorse mine- all’ordine del giorno. Chi lavora rarie provoca spesso conflitti tra nelle miniere artigianali non ha Stati, ma anche tra diversi gruppi un salario garantito. La paga dipenLa costruzione di un telefono cellulare richiede circa 60 materiali diversi. L’estrazione di numerose materie prime avviene in Paesi in via di sviluppo in condizioni disumane e disastrose sul piano ecologico. Le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno. Ma per il momento è impossibile
de dal materiale estratto e da quanto trattiene per sé il proprietario della miniera. E il lavoro minorile è un problema molto diffuso. Nelle miniere industriali a cielo aperto, per estrarre i metalli si distruggono immense superfici per raggiungere gli strati di roccia che contengono minerali metallici, consumando ingenti quantità di energia e di acqua. Inoltre, per separare i metalli dalla roccia si ricorre spesso a prodotti chimici altamente tossici come il cianuro. Nelle zone minerarie, ingenti quantità di suolo e molti corsi d’acqua sono contaminati. Le conseguenze sono malattie e perdite di reddito.
Per costruire un telefono cellulare ci vuole solo una quantità minima di metalli. Ma per gli 1,8 miliardi di cellulari venduti nel 2011 sono oltre 16 000 t di rame, 6800 t di cobalto e 43 tonnellate di oro. L’estrazione di numerose materie prime avviene in Paesi in via di sviluppo in condizioni disumane e disastrose sul piano ecologico. Le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno. Ma per il momento è impossibile controllare da dove provengono esattamente i metalli presenti nei nostri cellulari.
Il problema dello smaltimento
Sfruttamento alla catena di montaggio
Circa metà di tutti i telefoni cellulari è prodotta in Cina. Ma da quando i costi salariali in Cina hanno iniziato a crescere, si produce sempre di più in altri Paesi asiatici come Vietnam o India. Le condizioni di lavoro sono in genere precarie.
Gli orari di lavoro normali nell’industria elettronica si situano tra le otto e le undici ore al giorno, sei giorni alla settimana. A questi si aggiungono numerose ore straordinarie, che vengono ordinate o per le quali i dipendenti si annunciano a titolo “volontario” perché il salario di base non basta per sopravvivere. Nei periodi di punta i dipendenti devono rinunciare al loro giorno libero e lavorare più di undici ore al giorno. Dal salario già di per sé misero ven-
Il fornitore di Apple Pegatron, nei pressi di Shanghai, paga i dipendenti 1,50 dollari all’ora, ossia 268 dollari al mese (senza lavoro straordinario), una paga inferiore alla metà del reddito medio locale di 764 dollari e del tutto insufficiente per sopravvivere a Shanghai. Fonte: China Labor Watch
gono dedotti i costi per vitto e alloggio (stretti dormitori con fino a dodici letti). Chi commette errori, non osserva le regole, si addormenta sul lavoro o non lavora perché malato viene punito.
Condizioni di lavoro repressive Il lavoro monotono alla catena di montaggio è pieno di restrizioni: è vietato parlare e chi vuole andare al gabinetto o bere un sorso d’acqua deve chiedere il permesso al superiore. Le pause sono brevi e possono essere cancellate in modo arbitrario. Nelle assunzioni viene data la precedenza alle giovani nubili – in Cina spesso lavoratrici migranti – dato che sono disposte a lavorare per salari più bassi. I sindacati – qualora ne esistano – sono spesso controllati dal management dell’azienda o, come avviene in Cina, i loro diritti vengono ristretti da leggi statali. E i dipen-
denti che si adoperano per migliorare le condizioni di lavoro rischiano il licenziamento. Vi sono poi anche importanti rischi per la salute. La produzione di telefonini prevede l’impiego di prodotti chimici tossici. La manodopera è spesso esposta a queste sostanze nocive senza protezione, senza abiti adeguati e senza formazione specifica in materia di sicurezza. Le conseguenze del frequente contatto con prodotti chimici sono affezioni cutanee e delle vie respiratorie, danni al fegato e cancro. In caso di gravidanza, le conseguenze possono essere aborti spontanei o difetti/malformazioni alla nascita. Anche i movimenti monotoni e ripetitivi, la cattiva aerazione e il rumore possono causare danni alla salute. Inoltre, gli orari di lavoro particolarmente lunghi e la necessità di rendere al massimo comportano un pericolo di infortunio molto elevato.
Regali avvelenati Le nostre abitudini di consumo fanno crescere a un ritmo impressionante la quantità di rottami elettrici. Solo una piccola parte degli apparecchi fuori uso viene convogliata verso impianti di riciclaggio adeguati, la maggior parte finisce nelle discariche o negli impianti di riciclaggio improvvisati dei Paesi in via di sviluppo o emergenti, causando danni alla salute e inquinamento ambientale.
© S ven Torfinn/Panos Pictures/Felix Features;
produzione
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Cosa si può fare? Per eliminare questi abusi ci vuole l’impegno di tutte le parti coinvolte nella produzione e nell’impiego dei telefonini. Se venissero applicate tutte le leggi e norme esistenti avremmo già fatto un passo importante. Spetta alla politica fare in modo che vengano osservati standard sociali ed ecologici nell’intera catena di valore dei cellulari. Ma indipendentemente dal comportamento degli Stati, anche le aziende sono responsabili dell’osservanza dei diritti umani e delle leggi vigenti. Le aziende devono verificare con cura i rischi di violazione dei diritti umani e agire di conseguenza. Lo ha chiaramente confermato il Consiglio dei diritti umani dell’ONU nel 2011 adottando all’unanimità i Principi guida proposti dal relatore speciale per imprese e diritti umani John Ruggie. Dato che solo una parte esigua del
prezzo finale di un telefonino è costituita dai costi salariali, l’aumento dei salari a un livello di sussistenza farebbe accrescere solo minimamente i costi di produzione. Ci vogliono però anche modelli commerciali che promuovano un utilizzo più duraturo dei telefonini. Già nella progettazione si dovrebbe tener conto del fatto che la produzione non richieda l’impiego di prodotti chimici tossici, che gli apparecchi possano essere usati il più a lungo possibile e che le parti difettose possano essere facilmente riparate o sostituite (come potrebbe funzionare lo mostra ad es. phonebloks.com). Gli operatori di rete devono proporre contratti che offrano vantaggi a quei clienti che usano il loro telefonino a lungo, oppure, tramite sistemi di leasing o di pegno, stimolare la riconsegna dei vecchi telefonini.
Répartition des coûts d’un iPhone 5 (16 GB)
Les coûts du travail pour l’assemblage d’un smartphone ne Ripartizione dei1costi dideun iPhone 5 (16 GB ) représentent qu’environ % du prix vente final
Prezzo nell’Apple Store Apple Prix de vente au magasin Fr.Fr.729.– 729.–
© S ven Torfinn/Panos Pictures/Felix Features;
Altri costi (trasporto, dazi, sviluppo, marketing ecc. ) e utile
Autres coûts (transport, douane, développement, marketing, et bénéfices Spese per etc.) il materiale © Fairphone
Fr. 180.–
Fr. 180.–
Fonte: www.apple.com/chde (agosto 2013) www.isuppli.com
I costi del lavoro per l’assemblaggio dello smartphone ammontano solo a circa % delpour prezzo Coûts du l’1 travail la finale. Source : www.apple.com, www.isuppli.com.
Danni alla salute e inquinamento ambientale Di solito i vecchi apparecchi vengono smembrati con metodi alla buona da famiglie o piccole imprese. I lavoratori bruciano cavi isolanti per scinderne il rame, estraggono metalli tramite bagni acidi o fondono i circuiti stampati su fuochi all’aperto per estrarne l’oro, liberando così vapori estremamente tossici e pericolosi, metalli pesanti o diossine cancerogene. Le conseguenze sono irritazione degli occhi e delle vie respiratorie, malattie cutanee, danni agli organi e al sistema nervoso. I materiali di scarto vengono spesso depositati in discariche illegali, inquinando così il suolo. Ciò espone a gravi rischi anche la popolazione locale, che assume le sostanze nocive attraverso l’acqua e i prodotti alimentari coltivati sui terreni inquinati.
© DB/Clerici Partner Design, Zurich
fabrication (assemblage) Fr. 7.25
Fairphones, un primo passo Lo smartphone Android dell’impresa olandese Fairphone dovrebbe dimostrare che è possibile apportare miglioramenti nella produzione di telefonini. 25 000 esemplari di questo cellulare sono giunti sul mercato alla fine del 2013. L’apparecchio viene fabbricato con stagno e tantalio provenienti da miniere congolesi i cui ricavi non contribuiscono al finanziamento del conflitto. Il Fairphone viene assemblato in una fabbrica in Cina. Come ovunque in Cina la manodopera non ha libertà di riunione, tuttavia esiste un fondo destinato a garantire che i dipendenti percepiscano un salario adeguato. Inoltre, per ogni cellulare venduto Fairphone versa 3 euro a progetti in Paesi in cui non esiste ancora un riciclaggio sicuro di rottami elettrici. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare prima che il Fairphone sia veramente degno del suo nome. Infatti, la maggior parte delle materie prime proviene da fonti altrettanto incontrollate di quelle dei telefonini convenzionali. Ma l’ini-
ziativa degli olandesi, sorta da una campagna contro l’impiego di minerali da conflitto per la produzione di telefonini, mostra che col tempo sarà
possibile tenere sotto controllo la propria filiera di fornitura. (www.fairphone.com)
Il Fairphone costa 235 €, di cui 22 destinati all’impegno etico. Per la seconda serie del 2014 fabbricata a Chongqing in Cina (nella foto) esiste una lista d’attesa (YS).
© Jens Friedrich
claggio informale non conoscono né i pericoli legati al loro lavoro né le apparecchiature indicate per svolgerlo senza pericoli. Tuttavia, anche nei Paesi in via di sviluppo è in corso una professionalizzazione del riciclaggio.
© Fairphone
L’Europa non sa più come affrontare la crescente quantità di rottami elettrici, pari a circa 10 milioni di tonnellate all’anno. Televisori, computer, telefoni e apparecchiature elettroniche da ufficio vengono accumulati in discariche o esportati nei Paesi in via di sviluppo. Benché la “Convenzione di Basilea”, entrata in vigore nel 1992, vieti l’esportazione di rifiuti tossici nei Paesi non membri dell’OCSE, migliaia di tonnellate di apparecchi fuori uso giungono in Cina, India o nell’Africa occidentale. Per aggirare le ispezioni, questi rifiuti illegali vengono spesso trasportati assieme ad apparecchi ancora funzionanti. Nel Ghana, uno dei principali Paesi di destinazione dell’elettronica di seconda mano, nel 2009 un terzo degli apparecchi importati, circa 40 000 tonnellate, non era più funzionante. Gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo ed emergenti hanno scoperto che i rifiuti elettronici possono essere una fonte di reddito. Nelle discariche raccolgono, smembrano o riparano tutto ciò che può essere rivenduto. In genere le persone che lavorano in questo ramo del rici-
Costi del lavoro di assemblaggio Fr. 7,25.Coûts des matériaux utilisés
4 | Dai settori Logistica
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dipendenti della Posta
Un tour con loro: i conducenti invisibili Roman Locher lavora alla Posta come conducente. Porta le lettere e i pacchi dal Centro di Härkinger agli uffici postali regionali e riporta indietro gli invii in entrata. Non viene quasi notato dai clienti poiché il suo lavoro comincia a un’ora in cui le persone dormono. syndicom lo ha accompagnato durante una giornata per comprendere com’è la vita lavorativa nella cabina di guida di un camion della Posta. Johannes Supe Gli orari di lavoro I conducenti lavorano a turni. Alle 4.15 di mattina Roman Locher comincia la sua giornata che finisce poco dopo mezzogiorno. Qualche volta deve cominciare già alle 3, il sabato addirittura prima. Sia lui che i suoi colleghi preferiscono di gran lunga i turni pomeridiani che iniziano verso mezzogiorno e terminano alle 22.
Il salario Il salario iniziale dei conducenti parte da circa 4’150 franchi per quanti hanno terminato l’apprendistato – e non hanno esperienza professionale – e arriva a 5’100 franchi per i dipendenti più qualificati. A questi va aggiunta la 13esima mensilità. Nel corso di dodici anni di servizio vi sono poi aumenti salariali sistematici fino a un totale del 15%.
Roman Locher non vuole lamentarsi. È un conducente esperto, che si definisce «uno della vecchia guardia», in quanto è in azienda sin dal 1988 e dal 1996 lavora come conducente della Posta. Il suo salario lordo è di 5’850 franchi a cui si aggiunge un supplemento riservato ai conducenti di 200 franchi al mese. «Ma per la responsabilità che abbiamo è troppo poco», afferma, e i colleghi che siedono con lui durante la pausa gli danno ragione.
Come si svolge il lavoro Roman Locher non guida praticamente mai per lunghi tratti. Ogni 20 minuti si ferma, consegna i pacchi o le lettere a un ufficio postale, carica gli invii in entrata dagli uffici postali o riceve gli invii espresso dei grandi clienti. Guidare, scendere dal mezzo, caricare o scaricare, sa-
lire di nuovo e riprendere a guidare: ecco com’è la giornata lavorativa di un conducente. «A dire il vero sono contento del fatto che così il tempo passa davvero veloce» è il commento di Locher.
uso, e ciò genera scontento tra molti conducenti. Sarebbero invece più utili altre innovazioni. La Posta è stata una delle prime aziende a utilizzare le telecamere che alleggeriscono le mano-
«Sono cinque anni che lo scanner fa i capricci. Circa una volta alla settimana quel coso smette di funzionare. Se io lavorassi come quel dannato apparecchio, sarei stato licenziato in una settimana!». Molto meno contento è invece di un’altra fase del suo lavoro: ogni carico dev’essere scannerizzato. «Sono cinque anni che lo scanner fa i capricci. Circa una volta alla settimana quel coso smette di funzionare. Se io lavorassi come quel dannato apparecchio, sarei stato licenziato in una settimana!». Ciononostante, si continua a insistere sul suo
tappe e orari del tour
3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
4.00–4.54 5.07–5.16
Härkingen
5.22–5.30 5.42–5.51
Oensingen
Kestenholz Mümliswil
6.05–6.13 Oensingen 6.39–7.24 Härkingen 7.53–7.59 8.17–8.24
Aarau
8.37–8.40 8.46–8.52
Aarau
9.00–9.08 9.16–9.22
Suhr
Buchs AG Buchs AG
12
4
7 9 1 6 13 16
3 5
11
2
Oberentfelden
Härkingen 9.48–10.15 10.48–11.16 Sursee 11.30–11.45 12.05–12.15
8 10
15
Altishofen Härkingen
14
Totale 199,3 Km
Si comincia ∙ Nel pieno della notte inizia il lavoro. Il camion si mette in moto, parte il tour quotidiano.
nell’oscurità ∙ Una tipica scena delle prime ore: Roman scarica il camion nel silenzio delle tenebre.
© Google maps
1 2
vre dei camion e che migliorano notevolmente la sicurezza. Anche il manovrare a distanza il ponte elevatore è qualcosa a cui il conducente non saprebbe più rinunciare. Ma i processi si ripetono di continuo. «Te ne rendi conto presto» osserva Locher. Il lavoro viene svalutato sin dall’inizio ed è diventato più noioso, più ripetitivo. «Prima c’erano ancora eventi straordinari, come i trasporti di denaro». Le fasi lavorative si sono semplificate sempre più, il che porta Roman Locher a questa conclusione: «Noi continuiamo a lavorare soltanto perché le macchine non riescono a fare determinate cose».
del passaggio dal buio pesto della notte al grigio della pioggia e questo si ripercuote sull’umore: «Col passare degli anni lo noto sempre di più. Lavorare nel bel mezzo della notte è qualcosa a cui non ci si può abituare» afferma il nostro conducente che ha 52 anni. Anche la stanchezza si fa sentire, nonostante lui pianifichi attentamente le sue ore di riposo. Soprattutto quando ha il primo turno, quello di mattina.
La not te
Il carico di lavoro
Trasportare pacchi significa guidare di notte, nell’oscurità. «In inverno, la mancanza di luce costituisce un forte peso. Si sta al volante da cinque a sei ore nell’oscurità» spiega Locher. Va meglio in estate, quando si può assistere anche al sorgere del sole, meraviglioso. Il nostro giro con il conducente ci rende partecipi, invece, solo
Il lavoro di conducente sottopone il dipendente a un carico pesante anche dal punto di vista fisico. I contenitori pieni di pacchi, che Roman Locher deve caricare e scaricare, pesano fino a 600 chili. Qualche volta spinge o trascina due o addirittura tre contenitori e in una giornata si arriva tranquillamente a parec-
un lavoro pesante ∙ Un carrello di raccolta pesa fino a 600 chili e al giorno se ne spostano decine.
relazioni ∙ Stare con i colleghi è raro. In pausa si riescono a fare due chiacchiere.
Logistica Dai settori | 5
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carico anche per il lavoro dei colleghi. E allora molti conducenti ricorrono a un altro mezzo per recuperare i loro "ritardi": sacrificano la pausa. «Il limone è stato spremuto fino all’ultima goccia, cosa si può fare di più?» commenta Locher.
© Jens Friedrich
L’atmosfera
Uomini e automezzi ∙ Il 52enne Roman Locher lavora come conducente alla Posta dal 1996. Il suo veicolo: il grosso camion giallo, che a carico completo pesa fino a 16 tonnellate.
«L’umore è, a dire il vero, buono, ma la gente è abbattuta. Manca una prospettiva per il futuro». Ecco come Locher descrive l’atmosfera che regna tra i conducenti. È sempre presente la paura di ulteriori esternalizzazioni e di un’ulteriore intensificazione della mole di lavoro: «Ci si augura semplicemente che le cose non peggiorino ulteriormente». Il clima aziendale soffre anche a causa dell’aumento della pressione e degli ordini che vengono spesso imposti dall’alto. Tra molti dei suoi colleghi Locher percepisce soprattutto rassegnazione: «Alcuni hanno già, dentro di loro, dato le dimissioni». Locher si sente di dare un consiglio a Susanne Ruoff, la numero uno della Posta: «Dovrebbe lavorare una settimana tra di noi, in incognito. Solo così capirebbe veramente cosa accade in azienda».
La vita sociale chie tonnellate. La cosa più faticosa è proprio trascinare i contenitori su superfici inclinate. «Non ho ancora i segni di logoramento, ma questo potrebbe accadere» osserva Locher. Oltre al lavoro fisico bisogna tener presente anche le basse temperature a cui vengono esposti i conducenti durante l’inverno o il passaggio improvviso dalla cabina di guida, che è riscaldata, al freddo di fuori.
La responsabilità «Devi essere sempre presente, altrimenti si va a sbattere» spiega Locher. I conducenti della Posta hanno una grossa responsabilità: con i loro pesanti automezzi, talora anche con rimorchio, la più piccola disattenzione può diventare subito pericolosa. Nel tour che facciamo con Locher ci imbattiamo in un ciclista senza luci. Nel buio della notte si è riu-
sciti a scansarlo a stento. Dipendere dalle condizioni meteorologiche, sopportare orari faticosi, come anche il forte stress e il traffico sempre più intenso, non agevolano affatto il lavoro dei conducenti. Per fortuna lui non ha mai avuto, finora, nessun incidente. «È una questione di disciplina, che devi assolutamente avere», con queste parole il nostro conducente riassume ciò che la sua professione richiede in modo prioritario. L’alcool è assolutamente proibito, anche la sera prima di cominciare a lavorare.
Lo stress Ai tempi delle PTT, nel gruppo c’erano 1’600 conducenti. Ma poi sono arrivate le razionalizzazioni e si sono istituiti tre grandi centri pacchi. Come conseguenza, si è arrivati a una forte concentrazione del lavoro la matti-
compito difettoso ∙ Dapprima bisogna scannerizzare ogni carrello, ma spesso l’apparecchio non funziona.
na presto e al pomeriggio e a una fase di stasi tra questi due periodi. Occorre aggiungere che solo una parte del lavoro viene ancora svolta dai conducenti della Posta. Per lo più si è esternalizzato a ditte private, a terzi. Ecco le conseguenze: la Posta impiega oggi soltanto 400 conducenti. Questo smantellamento di posti di lavoro ha avuto poi forti ripercussioni sui conducenti rimasti. I tempi si sono ristretti sempre più. All’inizio della giornata Roman Locher ha ancora un plus di tre minuti, ma poi, al primo piccolo ingorgo, il suo piano già se ne va a gambe all’aria. «Recuperare il lavoro mentre si guida? Meglio scordarsene. Per farlo dovresti superare i limiti di velocità e allora la cosa diventa pericolosa» è il commento del nostro autista. Ma ogni ritardo porta a rallentamenti in tutta l’azienda e costituisce un sovrac-
a fine turno ∙ Dopo otto ore basta guidare e scannerizzare: ci aspettano un buon pasto e il meritato riposo.
Il lavoro manda a gambe all’aria il normale ritmo giornalie-
ro. Mentre gli altri dormono, Roman Locher lavora; mentre gli altri si divertono, lui dorme. «Io sono scapolo, quindi non ho nessun obbligo» ci racconta. E si meraviglia di «come ce la fanno i colleghi che hanno famiglia». Il lavoro di conducente isola i dipendenti dalla vita sociale: se finiscono verso mezzogiorno o a tarda sera, devono spesso includere anzitutto una fase di riposo. Non è paragonabile con una normale giornata lavorativa di otto ore, commenta Locher. Il suo equilibrio, Locher lo ritrova a Lotwil, nello chalet di legno in cui vive col gatto Felix e con due asini: «Ho veramente bisogno di questo pezzetto di mondo intatto».
Il sindacato Da 35 anni Roman Locher è sindacalista, e da 22 anni è il responsabile della sezione di syndicom Olten-Soletta. Anche tra i suoi colleghi vi sono degli iscritti al sindacato. Eppure, partecipare alle azioni o alle assemblee per il CCL non è sempre facile per i conducenti. Il sovraccarico di orari rende sempre più difficile l’impegno sindacale: «Ho dei colleghi che dopo una giornata lavorativa del genere non desiderano altro che andare a casa e piazzarsi davanti alla televisione. Anch’io raggiungo spesso i limiti riguardo al tempo disponibile».
L’USS protesta contro la falsa informazione della Posta
Accordo tra la Posta e il sorvegliante dei prezzi Secondo un comunicato della Posta svizzera, quest’ultima rinuncerebbe all’aumento dei suoi prezzi per la distribuzione dei giornali. Questa affermazione risulta però di fatto essere falsa. La Posta infatti continua ad aumentare i suoi prezzi a spese della stampa associativa. Questa politica di rialzo dei prezzi mette a rischio la pluralità dell’informazione, in particolare quella di approfondimento. Il costo dell’invio dei giornali d’associazione era salito già all’inizio del 2013 quasi del 20% a seguito di una riorganizzazione del sistema dei prezzi. A inizio 2014 è poi stato imposto un aumento di due centesimi a copia. La Posta vuole inoltre aumentare i suoi prezzi di 6 centesimi a copia entro il 2016. L’intervento di tutte le organizzazioni mantello dei partner sociali non è servito purtroppo a nulla contro quest’ulteriore aumento dei prezzi. Il fatto è che l’aumento di queste tariffe mette in serio pericolo la sopravvivenza dei giornali associativi. A seconda del prodotto in questione, il prezzo di spedizione aumenterà di un quarto. Ad essere minacciati sono i prodotti stampati da associazioni attive in vari ambiti: artigianali, religiose, politiche, spor-
tive, musicali e via dicendo. A causa di questi costi aggiuntivi, molte fra queste organizzazioni e associazioni dovranno cancellare intere edizioni o addirittura sospendere l’intera pubblicazione. Si tratterebbe in questo caso di un grave impoverimento culturale. La Posta autodefinisce la propria situazione finanziaria come solida. Inoltre il trasporto dei giornali le apporta anche 20 milioni di franchi di sovvenzioni in più rispetto agli anni passati. La sua insistenza nell’aumento dei prezzi risulta dunque incomprensibile e in netta contraddizione con le intenzioni del Parlamento di rafforzare la stampa svizzera e con essa la formazione di pluralità di pensiero nella democrazia diretta.
6 | Dai settori Media
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trat tative sindacali
Romandia: CCL giornalisti zoppo a livello di partenariato sociale Da inizio anno è entrato in vigore il nuovo contratto collettivo di lavoro per le redazioni romande. syndicom ha partecipato ai lavori di fondo e alle azioni dei dipendenti dei vari media. L’associazione degli editori Médias Suisses ha però voluto condurre le trattative solo con l’associazione professionale impressum. Il risultato è stato il taglio dei salari minimi regolamentati nel precedente CCL. Ciononostante, o proprio per questo, i lavoratori e le lavoratrici del settore organizzati/e presso syndicom chiedono che anche quest’ultimo diventi un partner contrattuale. Stephanie Vonarburg* Il risultato delle trattative, in virtù del quale si cancellano i salari minimi legati all’esperienza professionale, e che prescrive solamente un salario minimo d’ingresso (comunque di 5’843 franchi), ha generato tra gli operatori dei media della Svizzera romanda non pochi malumori. Ancora nell’estate 2013 oltre 500 lavoratori e lavoratrici delle due
ai media stampati della Svizzera romanda un fondamento solido per la difesa delle condizioni di lavoro dei propri operatori. In questo senso gli iscritti di syndicom non vogliono essere discriminati. Esercitando il loro diritto di libertà di coalizione, previsto dalla Costituzione, hanno scelto di iscriversi a questo sindacato. E ciò non deve com-
«Ora il CCL è un dato di fatto. Si sono dovute fare molte concessioni e, tenendo conto dell’indignazione presente, i risultati sarebbero dovuti essere certamente maggiori». associazioni avevano chiesto in una petizione che fosse mantenuto il regolamento con tutti i salari minimi. A dicembre i delegati di impressum hanno approvato il risultato; una maggioranza ha ritenuto troppo esigue le possibilità di resistenza. Ora il CCL è un dato di fatto. A questo proposito si sono dovute fare molte concessioni e, tenendo conto dell’indignazione presente, i risultati sarebbero dovuti essere certamente maggiori. Ciononostante il CCL fornisce
portare degli svantaggi per loro. Pertanto devono sia ricevere individualmente gli stessi diritti in virtù del CCL sia poter essere rappresentati collettivamente dal loro sindacato. Sebbene la divisione stampa e media elettronici nella Svizzera romanda sia ancora relativamente piccola in rapporto all’associazione professionale impressum, syndicom è naturalmente rappresentativo quale forza attiva da parecchio tempo. Pertanto syndicom vuole essere
all’altezza della sua responsabilità nell’ambito dell’implementazione, applicazione e verifica del CCL. Ciò sarà possibile solo se syndicom verrà successivamente accettato quale partner contrattuale. L’associazione professionale impressum, con la sua decisione dello scorso marzo, ha già fornito un segnale in tal senso, dicendo sì all’inclusione di syndicom. Ora bisogna convincere anche gli editori della Svizzera romanda. Per questo motivo la divisione ha proposto un incontro all’associazione Médias Suisses. Qualora gli editori dovessero continuare a ignorare la richiesta di syndicom, tale pretesa, se necessario, dovrà essere fatta valere per via giudiziaria. Non sarebbe la prima volta che ciò si rende necessario: già alla fine degli anni Ottanta l’SJU, l’allora organizzazione di settore, era riuscita a entrare nel CCL per la Svizzera tedesca e il Ticino, negoziato solo con l’associazione professionale dell’epoca, tramite la minaccia di un’azione legale. Forse la storia ci insegna qualcosa.
* Stephanie Vonarburg è segretaria centrale.
Altri tagli al personale
Tamedia attua misure di risparmio nei giornali regionali di Zurigo La ripartizione del territorio tra le grandi case editoriali e il continuo processo di monopolizzazione segnano un’altra giornata funesta per il mondo svizzero dei giornali e dell’informazione. Dopo l’acquisizione del Winterthurer Landbote e l’ampio accorpamento del giornale con i giornali regionali zurighesi Zürichsee-Zeitung e Zürcher Unterländer, Tamedia annuncia una ristrutturazione nelle redazioni e nella casa editrice. Menzionando, en passant, che con questa operazione verranno cancellati ben 25 impieghi a tempo pieno a Bülach, Stäfa e Winterthur. Si tratta di un licenziamento collettivo e devono dunque essere rispettati i diritti di partecipazione garantiti dalla legge: Tamedia è quindi stata invitata a consul-
tare il personale e le sue rappresentanze con l’obiettivo di evitare licenziamenti o di mitigarne le conseguenze. Infatti, per attutire questi tagli, va applicato un piano sociale decoroso, per le trattative del quale il personale può ricorrere ai propri sindacati. syndicom è in contatto con le redazioni. Tra l’altro ricordiamo che da inizio anno è stata conferita una base giuridica alla richiesta di un piano sociale mediante il suo inserimento nel Codice svizzero delle obbligazioni. A lasciare l’amaro in bocca è poi la constatazione che Tamedia è la
casa editrice elvetica più redditizia della Svizzera e che attua la sua politica noncurante del fatto che così facendo riduce la pluralità della stampa e la qualità dei media. I responsabili aziendali devono dunque, secondo coscienza, condurre immediatamente una procedura aperta di partecipazione con le commissioni del personale e con i sindacati e avviare le trattative per un piano sociale. Per ulteriori informazioni: Stephanie Vonarburg, segretaria centrale syndicom, 058 817 18 73
Una trentina di impiegati della prestampa estromessi dal CCL Il personale della prestampa Tamedia a Losanna è, ancora una volta, sotto pressione. Dopo le misure dell’ottobre 2013 che avevano generato la perdita di 20 posti di lavoro in seno a questa società, ora sono i sopravvissuti di allora a subire una volta ancora le misure di risparmio messe in atto da Tamedia. Una trentina di loro hanno ricevuto infatti una disdetta per variazione del contratto di lavoro, da firmare entro 15 giorni dal suo ricevimento. Saranno infatti riallineati alle redazioni con la principale conseguenza che non saranno più sotto la tutela del contratto collettivo di lavoro (CCL) dell’industria grafica. E non potranno nemmeno beneficiare del CCL dei giornalisti, in quanto quest’ultimo non prevede la tutela del personale tecnico. Con questo cambiamento di statuto, le persone che lavorano la sera vedranno il proprio orario passare da 35 a 40 ore senza un aumento di salario. Ad alcuni di questi dipendenti è stata imposta anche una riduzione della percentuale lavorativa. Un sistema assurdo che causa un abbassamento del salario sproporzionato, ovvero oltre il doppio della riduzione dell’orario di lavoro. Ma quello che proprio lascia senza parole è il metodo Tamedia, che ha ritenuto di non dover informare né la commissione del personale né il sindacato, nonostante sia in vigore un CCL e che l’azienda vi sia assoggettata. Hanno convocato ogni dipendente, individualmente, e gli/le hanno consegnato una lettera che li/ le metteva di fronte alla scelta o di accettare il nuovo contratto, con un evidente peggioramento delle condizioni di lavoro, o essere licenziato. Tempo di riflessione concesso: 15 giorni. E per questi/e lavoratori e lavoratrici non vi è nemmeno la certezza di avere poi un futuro garantito all’interno dell’azienda. (PA)
Invito
Terza Conferenza professionale ordinaria dell’Industria grafica e imballaggio (IGI) Sabato 5 aprile 2014, dalle ore 10.30 alle ore 15.30 Volkshaus, Blauer Saal, 1° piano, Stauffacherstrasse 60, Zurigo Questa sarà la prima conferenza di divisione dopo il congresso syndicom del 6/7 dicembre 2013 a Losanna. Per questo il 5 aprile verranno tenute le nuove elezioni del comitato di divisione IGI. Accanto alla presidenza, il comitato di divisione si compone di 3 colleghi (di cui almeno una donna) a regione. Chi fosse interessato a collaborare nel comitato di divisione, e lavora in un’azienda della divisione IGI, è pregato/a di contattare il prima possibile il segretariato regionale di syndicom. Ai partecipanti della conferenza professionale sarà presentato, ai fini dell’approvazione, un regolamento della divisione che è stato rivisto. Inoltre avremo la possibilità di discutere, in maniera approfondita, sulle prime esperienze riguardo all’applicazione del CCL 2013 nelle aziende, CCL che è entrato in vigore il 1° luglio 2013. Sarà reso noto, in un secondo momento, l’argomento principale che costituirà il centro delle discussioni alla conferenza professionale. Sono invitati alla conferenza di divisione, con relativo diritto di fare delle proposte, tutti gli iscritti della divisione Industria grafica e imballaggio (IGI), i comitati delle sezioni della divisione, i gruppi professionali e il comitato di divisione. Tuttavia, in conformità al regolamento di divisione del 10 dicembre 2011, il diritto di voto l’avranno soltanto i soci che lavorano in un’azienda della divisione IGI, coloro che fanno parte del comitato di divisione IGI e 1 affiliato pensionato e 1 affiliato disoccupato per ogni grande regione. L’ordine del giorno e la documentazione relativa saranno inoltrati ai partecipanti secondo i tempi prestabiliti. Iscrizioni e/o cancellazioni sono da comunicare a Caroline Vogt per mail a caroline.vogt@syndicom.ch o per telefono allo 058 817 18 72 entro venerdì 28 marzo 2014 alle ore 16.00. Allo stesso indirizzo vanno inviate, entro lunedì 17 marzo 2014, per iscritto e motivate, eventuali proposte all’attenzione della conferenza di divisione IGI. Segretariato centrale divisione IGI Hans-Peter Graf e Roland Kreuzer
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syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014 Libri e commercio
Orell Füssli Thalia dice sì al contratto collettivo di lavoro
Alla fine di gennaio la Orell-Füssli-Thalia AG (OFT) e syndicom hanno raggiunto un accordo. Il risultato delle trattative è stato approvato sia dalla commissione del personale OFT sia dall’associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV). Ben 900 collaboratori OFT vengono dunque tutelati dal contratto collettivo di lavoro per il commercio librario di lingua tedesca. Danièle Lenzin aziende. Con il consenso della rappresentanza dei lavoratori, accordi di questo tipo ammettono delle soluzioni speciali per le esigenze delle imprese di grandi dimensioni, che talvolta si differenziano da quelle delle piccole librerie.
... ma non allo stesso prezzo syndicom sapeva quali normative
non esauriva il CCL (40 ore) con un orario di lavoro settimanale di 38,5 ore e visto che soltanto attraverso il salario minimo del 4° anno di pratica veniva garantito il necessario aumento di stipendio. E quest’ultima faccenda costituiva anche il motivo principale per cui Thalia non voleva aderire al CCL: Thalia non pagava questo sa-
© Bor ys Liechti
A marzo del 2013 Thalia Schweiz AG e Orell Füssli Buchhandels AG hanno reso pubblica la loro intenzione di fare una fusione. La notizia ha lasciato di stucco non solo la divisione, ma anche i 1’000 dipendenti di entrambe le imprese. Dopo lo choc iniziale i dipendenti si sono attivati (cfr. articolo a destra). Va detto che se Orell Füssli da decenni fa parte dell’associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV), rispettando dunque il contratto collettivo di lavoro (CCL), Thalia per anni si è sempre rifiutata di aderire a un CCL. Avviare una partnership sociale non era dunque affatto scontato. Questa incertezza era condivisa anche dalla SBVV: se la più grande azienda del commercio librario non fosse diventata suo membro, l’SBVV ne sarebbe uscita enormemente indebolita.
Tut ti vogliono un CCL... L’estate scorsa il consiglio d’amministrazione di OFT ha reagito, dichiarando al personale e ai media di essere, in linea di massima, a favore di un CCL. Restava dunque da decidere sul tipo di CCL da adottare. Questa dichiarazione ha aperto la strada ai negoziati. La commissione paritetica SBVV/ syndicom ha incontrato OFT e insieme hanno raggiunto l’accordo, su proposta di syndicom, di non negoziare il CCL ma soltanto gli accordi aggiuntivi per le grandi
Delegazione alle trattative e amministratore delegato SBVV ·Tristan Pfaffen, membro del comitato della divisione libri e commercio dei media di syndicom nonché membro della commissione paritetica SBVV/syndicom e Danièle Lenzin, ex co-presidente di syndicom ed ex membro della commissione paritetica SBVV/syndicom. La Lenzin ha condotto le trattative sino alla fine, su incarico del CD di syndicom. Dani Landolf, amministratore delegato SBVV, Barbara Valenta Lüscher, responsabile del personale e Michele Bomio, amministratore delegato di Orell Füssli Thalia AG.
voleva cambiare OFT. Orell Füssli già nel 2012 aveva chiesto di prolungare l’orario di lavoro settimanale e di abolire il salario minimo per il 4° anno di pratica. Fin da subito syndicom si era rifiutata dal momento che Orell Füssli
lario minimo, perché le avrebbe aumentato notevolmente la massa salariale.
Un buon compromesso Nonostante gli scrupoli di syndicom ad aumentare l’orario set-
© z vg
commento
Panoramica sul risultato delle trat tative Ambito di applicazione del CCL: il campo di applicazione viene esteso al personale di cassa, al personale della logistica e agli impiegati qualificati di cartoleria dei reparti degli articoli di cancelleria. In più saranno formalmente tutelati dal CCL anche i tirocinanti e in esso fissati i loro stipendi. Orario di lavoro: è nuova la disposizione secondo cui l’orario di lavoro settimanale può essere aumentato a 41 ore a fronte dell’introduzione di un orario di lavoro annuale. Nel caso di un orario di lavoro settimanale più alto delle 40 ore previste dal CCL ci sarà una compensazione con tre giorni aggiuntivi di ferie come anche salari minimi più alti (30 franchi in più). Salari: accanto ai negoziati salariali annuali tra il CD e la MAV sarà introdotto un modello di fasce salariali che garantirà il continuo sviluppo dei salari. Se il CD e la MAV trovassero un accordo riguardo al livello di queste fasce, potrà essere abolito il salario minimo del 4° anno di pratica.
SBVV L’associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV), parte contraente come assocazione padronale insieme al sindacato syndicom, si dichiara soddisfatta del risultato. Dani Landolf, amministratore delegato di SBVV: «Sono molto felice che le due parti abbiano raggiunto il consenso riguardo ad un accordo aggiuntivo moderno per le grandi imprese. Questo è un ottimo segnale per il commercio librario della Svizzera tedesca, e un chiaro segnale che Orell Füssli Thalia AG ci tiene alle buone condizioni di lavoro e ai collaboratori qualificati proclamandosi a favore della piazza economica Svizzera».
timanale di lavoro, che attualmente è fissato a 38,5 ore in entrambe le aziende, OFT ha insistito su questo punto. Ecco perché ora esiste la possibilità di portare l’orario settimanale di lavoro a un massimo di 41 ore. In cambio i dipendenti ricevono tre giorni aggiuntivi di ferie e un aumento dei salari minimi (vedi riquadro). Il salario minimo del 4° anno di pratica può essere abolito se viene introdotto un modello di fasce salariali. Inoltre il risultato delle trattative contiene importanti estensioni del campo d’ applicazione: il CCL ora tutela interi gruppi che prima non conoscevano un salario minimo e che erano tutelati solo in maniera poco vincolante o nient’affatto, come gli apprendisti.
Verso l’armonizzazione In occasione della sua prima riunione, la rappresentanza dei collaboratori (abbreviazione tedesca: MAV) ha esaminato gli accordi aggiuntivi e ha firmato un accordo con il CD che con questo s’impegna ad aprire il dibattito sulle future condizioni d’assunzione su questa base. Con il proprio consenso la MAV ha reso possibile il sì al CCL di OFT. Nei prossimi mesi un nucleo ristretto MAV, una specie di task force, fisserà le condizioni d’impiego nel dialogo con il CD ed è previsto che il CCL entri in vigore il 1° gennaio 2015.
Danièle Lenzin è stata co-presidente di syndicom.
Orell Füssli Thalia
Rafforzato in maniera decisiva il contratto collettivo di lavoro
Pronta al decollo la nuova commissione del personale
Sì è concluso con successo il CCL per la neocostituita azienda Orell Füssli Thalia AG attiva nel commercio librario. Per syndicom finisce dunque nei migliori dei modi un lungo tira e molla negoziale. Già l’organizzazione precedente, comedia, insieme alle commissioni del personale, aveva cercato di convincere Thalia Schweiz AG a firmare un CCL, purtroppo senza successo. A seguito della fusione delle due aziende è la politica del personale di Orell Füssli ad aver prevalso. Questo condurrà finalmente a un miglioramento delle condizioni d’assunzione dei ben 600 ex dipendenti di Thalia. Con l’assoggettamento di OFT si rafforza così il contratto collettivo di lavoro del commercio librario di lingua tedesca. Accanto a OFT e alla seconda azienda libraria in ordine di grandezza, ovvero la Lüthy Balmer Stocker a Soletta, fanno parte dell’associazione svizzera dei librai e degli editori anche la maggior parte delle piccole librerie. Con questo passo, il contratto collettivo di lavoro adesso vale per tutti i dipendenti del commercio librario, fatta salva qualche eccezione. Questa misura era necessaria da tempo: la digitalizzazione – commercio online ed ebook – ha infatti profondamente cambiato questo settore. Per questo salari minimi e condizioni d’assunzione obbligatorie acquistano un’importanza maggiore. Solo così si potrà evitare che la guerra della concorrenza avvenga sulla pelle dei dipendenti.
Già all’inizio della scorsa estate le tre commissioni del personale di Thalia hanno incontrato per la prima volta la rappresentanza dei dipendenti (MAV) Orell Füssli. Insieme hanno formato un comitato per raggruppare e difendere gli interessi dei dipendenti di entrambe le aziende. In seguito questa commissione ha negoziato con la direzione di Orell Füssli Thalia le nuove linee guida per la partecipazione. Le trattative hanno dato buon esito, e hanno ricalcato le direttive della commissione dei lavoratori di Orell Füssli. Elemento principale delle nuove linee guida sviluppate: la commissione del personale è impostata su due livelli e si compone di 24 rappresentanti di sede, che rappresentano sempre una o più filiali. Di questi rappresentanti viene eletto un nucleo di cinque persone. Ai membri di questa task force MAV spetta il 2 per cento del proprio orario di lavoro per svolgere le mansioni della MAV ed essi costituiscono gli interlocutori della direzione. Dopo che i membri del comitato hanno potuto visitare negli ultimi mesi le filiali Thalia e presentare i compiti e le competenze della nuova MAV, a dicembre sono state avviate le elezioni. Il 31 gennaio ha avuto luogo la prima assemblea plenaria, la quale ha anche eletto il consiglio MAV composto da cinque persone. Con questo la nuova MAV ha raggiunto il suo obiettivo in poco tempo: essa ha negoziato delle buone direttive ed è pronta al decollo a partire da febbraio. (dl)
Danièle Lenzin
8 | Gruppo d’interesse Donne
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014
Prolungamento della vita at tiva e diseguaglianze tra i sessi
Donne over 50: «Tenere duro, a ogni costo» Nonostante svolgano i lavori più penosi e meno pagati sul mercato, le donne tra i 50 e i 55 anni sono spesso costrette a mantenere o addirittura aumentare la propria percentuale lavorativa se vogliono percepire una pensione decente. E questo nonostante il loro sfinimento, i doveri domestici ed eventuali problemi di salute. Una realtà che i poteri pubblici, le aziende e i sindacati fanno ancora fatica ad affrontare e a combattere. Morgane Kuehni, Magdalena Rosende e Céline Schoeni *
I senior sul mercato del lavoro Il tasso di occupazione è in continuo aumento riguardo alle persone più anziane, ma le curve degli uomini e delle donne rivelano un andamento diverso. La partecipazione al mercato del lavoro degli uomini dai 50 ai 65 anni è in diminuzione dal 1991, mentre quella della stessa fascia di età fra le donne sale. Fra gli uomini il tasso di occupazione è alto fino ai 60 anni e poi si riduce nei cinque anni prima della pensione, il che dipende dalla possibilità di chiedere un prepensionamento. Tra le donne salta agli occhi l’aumento del tasso di occupazione soprattutto tra le 55-59enni: tra il 1991 e il 2010 esso è salito dal 55% al 72%. Allo stesso tempo l’età è diventata un criterio di selezione sul mercato del lavoro. Per fare solo un esempio: oltre la metà dei disoccupati più avanti con l’età (53,1% nel 2010) sono disoccupati di lunga durata, ovvero sono senza lavo-
© Pierre-Antoine Grisoni/S trates
Misure aziendali a favore dei lavoratori e delle lavoratrici più anziani/e
ro da oltre un anno, e hanno seri problemi ad affrontare un reintegro sul mercato del lavoro.
Ineguaglianze tra i sessi riguardo alla pensione Il sistema pensionistico svizzero continua a basarsi su un modello di carriera maschile: esso parte da un percorso professionale costante a tempo pieno per l’intera età adulta. Siccome le donne spesso si dedicano in prima linea ai doveri domestici e all’assistenza di parenti non autosufficienti, i percorsi professionali della stragrande maggioranza delle lavoratrici che vive in Svizzera si scostano da questo modello normativo. Così succede per esempio che le donne percepiscono delle rendite molto minori (fino a tre volte meno) degli
uomini. Le differenze sono particolarmente lampanti nell’accesso alla previdenza individuale, dunque al 2° e 3° pilastro (vedi grafico). L’indiretta discriminazione attraverso il sistema delle rendite dunque costringe più le donne che gli uomini a continuare la propria attività lavorativa. L’esercizio di un’attività professionale nonostante i doveri domestici ed eventuali problemi di salute diventa dunque una necessità per garantirsi una pensione sufficiente a coprire il fabbisogno vitale. Ma è bene ricordare che le donne e gli uomini non sono gruppi omogenei. Ci sono anche uomini costretti a lavorare fino all’età legale di pensionamento, soprattutto quelli che hanno vissuto periodi di disoccupazione o impieghi precari.
Prestazioni del sistema di previdenza per la vecchiaia per le pensionate dai 64 ai 69 anni e per i pensionati dai 65 ai 70 anni, 2008. Rendita AVS
96,9 98,1
Prestazione PP 56,8 Prestazione dal 3° pilastro
25,3
81,7
42,3
0% 20% 40% 60% 80% 100% Quota dei pensionati e delle pensionate che ricevono la relativa prestazione Uomini Donne
BFS, DEMOS, Nr. 2, Mai 2012, S. 8.
In Svizzera, come d’altronde in quasi tutti i Paesi europei, esiste la tendenza di allungare la vita lavorativa. Le autorità politiche promuovono l’innalzamento dell’età pensionabile, e i dibattiti attorno a un “invecchiamento attivo” si moltiplicano. La Svizzera viene presa spesso a modello, dal momento che essa non solo raggiunge ma addirittura supera gli obiettivi europei riguardo all’attività lavorativa delle persone più anziane (1). Con un tasso di occupazione del 68% tra i 55enni e i 64enni nell’anno 2010, rispetto alla media del 45,7% dei restanti 17 Paesi UE, il nostro Paese occupa il primo posto sul podio tra gli Stati dove la maggioranza degli attivi lavora o addirittura supera l’età legale di pensionamento. Negli ultimi due decenni colpisce soprattutto l’aumento occupazionale delle persone più anziane, e specialmente fra le donne, che rimangono sul mercato del lavoro sempre più a lungo.
I responsabili del personale nelle aziende non condividono molto l’entusiasmo della pubblica amministrazione per “l’invecchiamento attivo”. Esistono solo poche misure a favore di una migliore gestione dell’invecchiamento e, se esistono, in genere si limitano a preparare la fine della carriera di specifici gruppi professionali – dirigenti, tecnici o forze lavoro molto qualificate – dove le donne sono in minoranza. Le donne più anziane si trovano nell’angolo morto della politica aziendale, specialmente perché le misure di parità mirano alla prima metà del percorso professionale: conciliabilità tra lavoro e famiglia con bambini piccoli, incentivazione del mescolamento delle professioni e sostegno di donne dall’alto potenziale. Le misure dedicate a promuovere la parità non riguardano tutte le lavoratrici e non si orientano mai esplicitamente alle over 50enni, che sono escluse dall’avanzamento professionale e che non ricevono nessun sostegno dal datore di lavoro quando sopraggiungono difficoltà come per esempio la necessità di assistere un parente bisognoso. Inoltre molte di queste donne avanti con l’età occupano posti a un livello gerarchico piuttosto basso, impieghi che spesso sono faticosi a livello fisico e psicologico e che nascondono un rischio particolarmente alto per il logoramento da lavoro. Il basso salario durante la vita attiva e la rendita modesta una volta pensionate le obbliga a “stringere i denti a tutti i costi”, anche davanti a condizioni di lavoro nocive per la salute. In conclusione, a differenza di una parte significativa degli uomini che lavora in bastioni maschili, esse non hanno praticamente nemmeno la possibilità di farsi sentire attraverso il sindacato e di porre delle
PROGETTO EGALISE Questo articolo riprende una parte dei risultati da un sondaggio riguardante le lavoratrici più anziane in quattro grandi aziende svizzere di tre diversi settori di attività (commercio, sanità, trasporti). Il progetto EGALISE fa parte del Programma nazionale di ricerca Parità dei sessi (NFP 60) del Fondo nazionale svizzero. Sito web: www.nfp60.ch
rivendicazioni collettive. Le donne più anziane, che sono costrette a rimanere attive o addirittura ad aumentare il proprio monte ore prima del pensionamento (perché sennò riceverebbero una rendita LPP troppo bassa) non hanno prospettive di carriera e non vengono sostenute dal datore di lavoro. Le aziende spesso non considerano le possibili ripercussioni dei sintomi di logoramento da lavoro e fanno passare sotto silenzio la problematica dell’assistenza dei propri nipoti o di genitori non autosufficienti. Nonostante le donne anche nella seconda metà del loro percorso professionale continuino a doversi assumere doveri di assistenza, lo sviluppo del mercato del lavoro, la vita familiare e lo stato sociale contribuiscono al fatto che sempre più persone si vedano costrette a lavorare fino a un’età sempre più avanzata. E qui si pone la domanda essenziale sulle condizioni di lavoro e sulla salute sul posto di lavoro delle lavoratrici più penalizzate.
* Gruppo di ricercatrici all’Istituto di Scienze sociali dell’Università di Losanna. 1
Nota . A seconda della fonte vengono considerate persone più anziane quelle a partire dai 50 anni o le persone over 55.
8 marzo 2014
Le donne consapevoli e sicure di sé dicono Sì a salari equi e uguali per tutti e tutte! Salario minimo legale contro la discriminazione salariale di genere!
Da oltre 30 anni il principio “Salario uguale per un lavoro uguale e di uguale valore” figura nella nostra Costituzione federale. La Legge sulla parità dei sessi è entrata in vigore ben 17 anni fa. E nonostante tutto, in Svizzera siamo ancora lontani da una vera parità salariale: infatti le donne guadagnano il 18% in meno degli uomini! Urta soprattutto la disparità salariale nelle branche dai bassi salari: infatti delle 400’000 persone che in Svizzera guadagnano meno di 4000 franchi al mese, 300’000 sono donne! Insieme ai controlli salariali, la fissazione di un salario minimo legale è un efficace strumento per contrastare la discriminazione salariale a causa del sesso. Per questo syndicom anche in occasione della giornata internazionale della donna s’impegna a favore di un Sì il 18 maggio quando il popolo si recherà
alle urne per votare l’iniziativa sui salari minimi. L’8 marzo parteciperemo a diverse azioni in tutta la Svizzera e cominceremo a visitare aziende e divisioni di diverse regioni già il 6 marzo. Seguici anche tu, partecipa e contatta la persona di riferimento del GI donne nella tua regione: Ticino/Moesano: Barbara.Bassi@syndicom.ch Svizzera romanda: Elisabeth.DiBlasi@syndicom.ch Berna/Vallese superiore: Susanne.Oehler@syndicom.ch Svizzera nordoccidentale/Svizzera centrale: Juna.Lala@syndicom.ch (Basilea) e Daniela.Kiener@syndicom.ch (Lucerna) Zurigo/Svizzera orientale: Nicole.Weber@syndicom.ch
Ritratto Diritto | 9
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014 «l’obiet tivo per il set tore dei piloti di simulazione skyguide È raggiungere un contrat to di adesione al ccl»
Con il vento tra i capelli
chierano un po’. Ed è qui che Franziska comincia a raccontare della sua passione per il dressaggio libero che esercita con “Ruthli”, una cavalla di pura razza Quarter Horse, e la sua horsecoach Mirjam Dunkel. I proprietari, il team della Spanish Angel Farm, la sostengono in questo progetto.
Sindacalista, pilota di linea nonché abilitata alla simulazione Skyguide, Franziska Brandenberger va molto fiera della sua carriera variegata: è addestrata alla comunicazione senza violenza, è formatrice d’adulti SVEB1 e dopo uno studio di quattro anni ha ottenuto anche un diploma nell’omeopatia classica. Charlotte Spindler* Dopo alcuni anni passati nella cabina di pilotaggio di diverse compagnie aeree, una puntatina presso le Forze Aeree Svizzere e la Scuola superiore di lavoro sociale, Franziska Brandenberger, 45, da otto anni ha aperto un proprio ambulatorio per l’omeopatia classica e da 13 anni lavora al 40% come pilota di simulazione a Skyguide. Insieme ai suoi circa 120 tra colleghi e colleghe prepara il traffico aereo al simulatore per i controllori principianti del traffico aereo che ne avranno bisogno per svolgere la propria attività così impegnativa in una realtà del tutto virtuale.
Flessibile e a chiamata
«Nel simulatore di traffico aereo di Skyguide possono essere simulati circa 40 spazi aerei sul territorio nazionale ed estero», ci spiega. «Dalla stazione di controllo a terra (Apron), alla torre di controllo (Tower), al controllo di avvicinamento (Approach) fino alla stazione di sorvolo (ACC), si possono esercitare tutti gli spazi aerei controllati.» I controllori esordienti del traffico aereo vengono preparati anche alle emergenze e sono al vaglio sempre nuove procedure per controllarne l’utilizzo quotidiano, molto prima di essere poi realmente applicate nella
© s.rock
quaranta spazi aerei nei cieli di Dübendorf
realtà di tutti i giorni. Il posto di lavoro dei piloti di simulazione si trovano a Wangen bei Dübendorf, presso la sede principale di Skyguide, in edifici ben protetti ai confini dell’area aeroportuale. L’osservazione di una simulazione della torre di controllo ci consente di buttare uno sguardo nell’attività che svolge Franziska Brandenberger. Con grande cura
apre una porta scorrevole semitonda. È l’ingresso alla simulazione della torre di controllo. Il giovane uomo e il suo istruttore ora non si trovano più a Dübendorf, bensì nella torre virtuale dell’aeroporto militare di Payerne. Franziska e due colleghi ricoprono il ruolo di piloti e sono collegati alla torre di controllo via radio; sui loro schermi ra-
dar fanno decollare e atterrare i jet da combattimento, gli elicotteri e gli aerei da esercitazione; all’interno della torre, il ragazzo in formazione dirige il traffico aereo dando istruzioni in lingua inglese. Regna un’altissima concentrazione durante il “run” di una sequenza di training che va dai 25 ai 40 minuti. Poi i piloti si tolgono gli auricolari e chiac-
Tutti i piloti di simulazione sono assunti a tempo parziale flessibile su chiamata. Questo significa che il rischio imprenditoriale se lo accollano soprattutto i lavoratori: una condizione che ha dato adito a una sempre maggiore insoddisfazione. Ecco perché Franziska Brandenberger, con il sostegno di syndicom, si è posta come obiettivo di raggiungere per questi dipendenti un contratto di adesione al CCL. Con questo strumento i piloti di simulazione saranno finalmente equiparati al resto dei collaboratori di Skyguide: tutti sotto la tutela CCL! Attualmente oltre la metà dei piloti di simulazione è iscritta a syndicom, e grazie a una veloce ed efficace collaborazione con l’ufficio del personale di Skyguide il contratto di adesione per 20 impieghi a tempo pieno è pronto per la firma. www.skyguide.ch www.wiesenthalpark.ch www.spanishangelfarm.ch www.mirjam-horsecoach.ch
* Charlotte Spindler è giornalista freelance.
punto & dirit to
Ai sensi dell’art. 332, cpv. 1 CO le invenzioni e i design realizzati dal dipendente nello svolgimento della sua attività lavorativa e per adempiere ai suoi obblighi contrattuali, o per cui fornisce una collaborazione, a prescindere dal fatto che siano tutelabili o meno, appartengono al datore di lavoro. L’art. 332, cpv. 1 CO disciplina le invenzioni realizzate durante lo svolgimento dei propri compiti e che spettano al datore di lavoro senza particolare compenso. Si devono considerare invenzioni durante lo svolgimento dei propri compiti le invenzioni e i design del dipendente quando esercita la propria attività e
nell’adempimento dei suoi obblighi contrattuali; in altre parole: il dipendente viene assunto come inventore o designer. I diritti associati alle invenzioni e al design durante lo svolgimento dei rispettivi compiti spettano al datore di lavoro, senza che sia necessaria una cessione o un altro trasferimento. Al dipendente resta solo la menzione d’onore quale inventore, vale a dire il fatto di essere citato quale inventore, risp. creatore. L’art. 332, cpv. 2 CO regolamenta la situazione giuridica per quanto attiene alle cosiddette invenzioni casuali: siamo in presenza di un’invenzione di questo tipo se il dipendente, nello svolgere la
propria attività lavorativa, scopre qualcosa o idea un design, ma la scoperta o il design non sono connessi all’adempimento degli obblighi contrattuali del dipendente. In questo caso la prestazione creativa non rientra nell’ambito delle sue attività, bensì ha luogo casualmente o incidentalmente. In questo caso il datore di lavoro può riservarsi un diritto di prelazione per mezzo di un accordo scritto, ad esempio all’interno del contratto di lavoro. La dipendente deve comunicare la creazione dell’invenzione o del design al datore di lavoro, che a sua volta deve decidere entro 6 mesi se vuole acquistare l’invenzione, risp. il design, o se
desidera lasciarli al dipendente. Laddove il datore di lavoro non svincolasse l’invenzione, deve versare al dipendente un compenso particolare e adeguato. Tu hai realizzato il corporate design nel corso della tua attività professionale e nell’ambito del tuo obbligo contrattuale, per cui i diritti correlati al design, ai sensi dell’art. 332, cpv. 1 CO, spettano al tuo datore di lavoro. Quest’ultimo può sfruttare i diritti come vuole, laddove non li abbia ceduti al cliente. Qualora tu volessi riportare sul tuo sito Web altri lavori a titolo di referenza, ti consiglio di accordarti con il tuo ex datore di lavoro in tal senso, regolamentando
© M.Sommer
Mentre ero dipendente di un’agenzia pubblicitaria ho creato diversi corporate design. Mi sono licenziata alcuni mesi fa e ora sto mettendo in piedi la mia attività lavorativa indipendente quale graphic designer. A tal fine ho realizzato un mio sito Web e sullo stesso ho riportato come referenza un lavoro di corporate design da me creato mentre ero ancora dipendente. Ora il mio ex datore di lavoro mi ha intimato per iscritto di rimuovere immediatamente dal mio sito Web questo lavoro, essendo lui titolare dei diritti di creazione. La cosa è legittima?». Kathrin Melzani Consulente legale Collaboratrice servizio giuridico
il tutto all’interno di un accordo. A volte gli ex datori di lavoro sono disponibili a questo proposito se si riporta che il design è stato realizzato nel corso dell’impiego presso l’agenzia pubblicitaria. Infatti questo, a sua volta, può rappresentare una pubblicità per l’agenzia pubblicitaria. In assenza di un’autorizzazione, il lavoro non può più essere impiegato come pubblicità propria e dev’essere immediatamente rimosso dal sito Web.
10 | Sindacato Pensionati gruppo Interesse Pensionati regione Ticino e Moesano
Programma attività 2014 FEBBRAIO Mercoledì 26 febbraio ore 14.30, Ristorante Casa del Popolo, Bellinzona SEMINARIO DI GERONTOLOGIA PREVENTIVA con il dr. Pio Fontana Iscrizione obbligatoria entro martedì 18 febbraio 2014 tramite mail o telefono. Partecipazione gratuita. MARZO Martedì 25 marzo ore 14.30, Ristorante “La Bricola”, Rivera ASSEMBLEA ORDINARIA PENSIONATI con ospite lo scrittore Alberto Nessi. Seguirà un rinfresco. Iscrizione facoltativa ma gradita entro martedì 11 marzo 2014 tramite mail o telefono. Partecipazione gratuita. MAGGIO Sabato 10 maggio Hotel Paradiso, Lugano-Paradiso ASSEMBLEA ANNUALE SEZIONALE (attivi e pensionati) Al termine seguirà una cena in comune. Iscrizione entro lunedì 28 aprile. Giovedì 15 maggio ore 14.30, Lugano, Sala del Consiglio comunale SEDUTA DEL CONSIGLIO SVIZZERO DEGLI ANZIANI Possibilità di partecipare al dibattito. Interventi e risposte con traduzione simultanea. Un’occasione da non perdere per informarsi su temi che riguardano la Terza Età. Ingresso gratuito.
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014
Perché ritrovarsi è bello!
Con piacere pubblichiamo il Programma delle attività del Gruppo Pensionati di syndicom per il 2014: è il frutto di una elaborazione che il Comitato1 ha fatto cercando d’interpretare le aspettative delle affiliate e degli affiliati. Se tale intento sarà conseguito lo direte voi, care colleghe e cari colleghi, con la vostra partecipazione. Ognuno degli appuntamenti rappresenta un evento particolare: il programma si apre a fine febbraio con un seminario – tenuto dal dr. Pio Fontana – sulla gerontologia preventiva, una branca che permette di comprendere come invecchiare in salute. L’Assemblea ordinaria sarà arricchita dalla presenza di Alberto Nessi, poeta e scrittore ticinese di grande sensibilità che sa descrivere la vita e i sentimenti
NOVEMBRE Martedì 4 novembre ore 14.30, luogo da definire. CASTAGNATA ANNUALE. Iscrizione obbligatoria entro martedì 21 ottobre 2014 tramite mail o telefono.
Det tagli organizzat ivi, iscrizioni e informazioni Le singole manifestazioni saranno presentate per tempo e in modo dettagliato sul giornale syndicom e sul nostro sito internet http://it.pensionierte.info. Iscrizioni: tutte le iscrizioni sono da annunciare al Segretariato di syndicom telefonando allo 058 817 19 61 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail ticino@syndicom.ch. Se i posti sono limitati, farà stato l’iscrizione in ordine cronologico. Il Segretariato resta volentieri disponibile per ogni informazione.
Per il Comitato Gruppo Pensionati syndicom Ticino e Moesano Gabriele Castori, presidente. 1
Sono membri di Comitato: Fedora Soldini, Franco Caravatti, Gianni Chopard, Ernesto Fenner e Giannino Franscini.
La sfida quotidiana: un'alta qualità di vita il più possibile sana. Si tratta di una chimera? Lo scopo della gerontologia e della geriatria è proprio quello d’aiutare le persone a dare più vita agli anni e non solo più anni alla vita. Per quanto possa sembrare strano, è possibile ed è pure alla portata di tutti. La sfida è quella d’insegnare alla gente come investire sul proprio invecchiamento.
SETTEMBRE Domenica 7 settembre GITA ANNUALE ATTIVI A BERGAMO ALTA (aperta anche ai pensionati) Iscrizione obbligatoria entro venerdì 22 agosto 2014 tramite mail o telefono. Quota di partecipazione: Fr. 50.- tutto compreso, pranzo e bibite incluse.
Mercoledì 17 settembre GITA ANNUALE PENSIONATI A GRAZZANO VISCONTI (provincia di Piacenza). Iscrizione obbligatoria entro martedì 2 settembre 2014 tramite mail o telefono. Quota di partecipazione: Fr. 50.- tutto compreso, pranzo e bibite incluse.
Con l’auspicio di ritrovarvi numerosi/e, inviamo i migliori saluti!
l'importanza della gerontologia
Martedì 20 maggio, ore 14.30, Comano VISITA AGLI STUDI TELEVISIVI DI COMANO Massimo due gruppi da 25. Trasporto a carico dei partecipanti. Ritrovo ore 14.15 parcheggio RSI Comano. Iscrizione obbligatoria entro martedì 6 maggio 2014 tramite mail o telefono. Partecipazione gratuita.
Martedì 9, mercoledì 10 e giovedì 11 settembre CORSO D’INFORMATICA PER PENSIONATI (8.30-11.30), Lamone presso Fondazione Ecap Iscrizione obbligatoria entro lunedì 25 agosto 2014.
degli umili. In maggio visiteremo gli studi televisivi di Comano. Dopo la pausa estiva avremo un settembre intenso con le gite annuali e il corso d’informatica. Infine la tradizionale castagnata. Tutte le colleghe e tutti i colleghi sono caldamente invitati a partecipare alle diverse attività e come sempre suggerimenti e critiche per le attività future sono ben accetti.
Cosa si intende per geriatria e gerontologia?
In attesa di questo appuntamento, abbiamo posto alcune domande brevi al dr. Pio Fontana, medico geriatra, che sarà anche il relatore del seminario organizzato dal Gruppo Pensionati di syndicom.
La geriatria è la branca della medicina che si occupa delle persone anziane fragili, portatrici di malattie multiple e invalidanti. La gerontologia, invece, studia gli aspetti non strettamente medici dell’invecchiamento della società, in particolare le problematiche che ne derivano a livello sociale, previdenziale e sanitario.
Quali sono i “grandi mali” dell’anziano? Senza dubbio la malattia di
syndicom: Secondo i dati demografici in Svizzera, come nel resto dell’Europa, la popolazione è sempre più vecchia. Da un punto di vista medico ciò cosa significa? pio fontana: La Svizzera ha la popolazione più vecchia del mondo e il Ticino, insieme a Basilea, la più vecchia della Svizzera. Da un lato ciò comporta il continuo aumento della porzione ammalata e invalida della popolazione, dall’altro la mancata sostituzione delle generazioni anziane da parte di quelle giovani. Per questa ragione la spesa sanitaria continua a lievitare ed il rapporto tra persone da curare e curanti (medici, infermieri, familiari, badanti) diventa sempre più sfavorevole. La gerontologia, studiando l’invecchiamento, vuole portare al traguardo di avere gente anziana ma
Alzheimer, la frattura del femore e il dolore cronico.
Secondo lei, con i costanti progressi della medicina, l’età di invecchiamento si allungherà sempre più? Sì, ma non solo grazie ai progressi della medicina. La disponibilità di cibo in abbondanza e di migliori condizioni igieniche nelle abitazioni e sul posto di lavoro hanno avuto sinora un ruolo maggiore.
Se sì cosa viene a significare a livello di società e per la persona anziana? È allo stesso tempo un pericolo e un’occasione. Certo la nostra filosofia di vita e la struttura stessa della società in occidente sono destinate a cambiare molto. Dipenderà da noi se in meglio o in peggio.
È possibile invecchiare mantenendo una buona qualità di vita? Certamente, venite a sentire la conferenza e saprete come!
Mercoledì 26 febbraio 2014 ore 14.30, Bellinzona Ristorante Casa del Popolo
Seminario di gerontologia preventiva con il dr. Pio Fontana medico geriatra Entrata gratuita La partecipazione è aperta anche ai familiari. Iscrizione obbligatoria entro il 18 febbraio 2014 contattando il segretariato di syndicom (058 817 19 61 / ticino@syndicom.ch)
Sindacato In pillole | 11
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014
Replica all’articolo “Il pensiero è ciò che conta”
syndicom 2014–2017
In riunione, il comitato centrale inaugura la nuova legislatura Il 24/25 gennaio 2014 i membri del comitato centrale (CC) neoeletto di syndicom si sono incontrati con il comitato direttore. Hanno sfruttato questo appuntamento di due intere giornate per organizzare la collaborazione in seno a questo importante organo. Il CC ha deciso la composizione delle commissioni, ha eletto i delegati dell’Unione sindacale e ha fissato gli obiettivi per il 2014. Inoltre i membri CC sono stati informati sulle campagne CCL attuali, sull’iniziativa sui salari minimi – in merito alla quale ci esprimeremo alle urne il 18 maggio – e su altri progetti di diverse divisioni dell’organizzazione. Ecco una lista con i nomi dei membri CC inclusa l’eventuale appartenenza a una commissione:
Set tore 1 - Logistica • *Markus Altherr, Rikon, Trasporti • **Reto Bleisch, Safenwil, Servizi postali e finanziari • *Peter Dietrich, Ruswil, Servizi postali e finanziari • Luca Foresti, Rivera, Servizi postali e finanziari • Bernhard Hürzeler, Schöftland, Post Logistics • Karin Jeanneret, Cernier, Infrastrutture • *Regina Rahmen, Riehen, Ser-
appuntamenti
vizi postali e finanziari • Danielle Ritz, Bienne, Servizi postali e finanziari • **Hansjörg Wetzlinger, Zunzgen, Infrastrutture
Set tore 2 - Telecom/ IT • ***Pascal Bassu, Wetzikon, IT • ***Erasme Gaillard, Friborgo, Telecomunicazioni • Gill Rodari, Pregassona, Telecom • **Urs Scheuble, Zurigo, Telecom • **Peter Siegrist, Rupperswil, Telecom • **Eleonore “Nurh” Wieland, Winterthur, Call-Center • Renato Zanello, Vaud, Sicurezza aerea
Set tore 3 – Media • Eva Bachofner, Zurigo, Commercio librario e dei media • Jean-Pierre Bodrito, Sion, Industria grafica e imballaggio • Lukas Hartmann, Basilea, Comunicazione visiva • Stefan Keller, Zurigo, Stampa e media elettronici • Silvia Luckner, Zurigo, Stampa e media elettronici • ***Samuel Rüegger, Basilea, Industria grafica e imballaggio • Doris Thomas, Twann, Industria grafica e imballaggio
• *Gerda Kern-Weibel, Zurigo, Donne • ***Catherine Liengme, Bienne, Donne • ***Nuray Ay, Zurigo, Migrazione • Michael Moser, Zurigo, Gioventù • Peter Rymann, Brugg, Pensionati
Sezioni • Roger Hauri, Oberhofen, Regione Berna/Vallese Superiore, Sezione Lötschberg Post • Renate Murpf, Emmenbrücke, Regione Svizzera nordoccidentale/centrale, Sezione Svizzera centrale • ***Elöd Mata, Domat Ems, Regione Zurigo/Svizzera orientale, Sezione Rätia • *Marina Parazzini Eschler, Bellinzona, Regione Ticino/Moesano, Sezione Ticino • Christel Terreaux, Corbières, Regione Romandia, Sezione Fribourg Poste Il comitato centrale è l’organo politico direttivo di syndicom. Esso decide sulle posizioni politiche, sulle questioni riguardanti il personale e sulla politica dei contratti collettivi di lavoro. Inoltre esso vigila sul comitato direttore.
Gruppi d’interesse • Yara Greuter, Basilea, Freelance • Roland Gutmann, Bienne, Pensionati
* Commissione CC Personale ** Commissione CC Finanze *** Commissione CC Strategia
telecomunicazioni
Syndicom difenderà i lavoratori di Naxoo Domenica 9 febbraio, con votazione cantonale è stata bocciata, con un 53 %, la vendita all’operatore upc cablecom, a opera della città di Ginevra, delle sue azioni nella società anonima 022-Télégenève (Naxoo). Il popolo sovrano ginevrino ha dunque espresso la sua sentenza. Ora occorre fare il possibile affinché questa decisione non abbia delle ripercussioni negative per i lavoratori di Naxoo. Quello che conta ora è la sicurezza e la qualità dell’occupazione. In questo senso è assolutamente fondamentale che i proprietari di Naxoo prolunghino il contratto collettivo di lavoro e si dotino dei mezzi per sviluppare il marchio, introducendo un programma d’investimento degno di questo nome. L’accordo sulle misure di accompagnamento per i dipendenti di 022-Télégenève (Naxoo) stipulato lo scorso 18 novembre ha certamente consentito di ottenere misure di accompagnamento per la ristrutturazione in corso. Dal canto suo syndicom continuerà ad occuparsi dei dipendenti Naxoo. (red)
Cara Patricia, come studentessa di giornalismo sicuramente saprai che le campagne non sono gratuite. economiesuisse per esempio dispone di immensi mezzi finanziari che non esita a utilizzare per influenzare le votazioni facendo leva sulle paure della gente. Nella nostra società il rapporto di forza è molto chiaro. Da una parte ci sono i datori di lavoro con le organizzazioni a loro vicine e i partiti con enormi capitali. Dall’altra ci siamo noi sindacati con mezzi finanziari limitati. Secondo te possiamo confidare nel fatto che riusciremo a imporci con la sola forza delle nostre argomentazioni? Sarebbe ingenuo pensarlo. L’odierno mondo dei media è plasmato da immagini ed emozioni. A cosa ci servono i migliori argomenti, se vengono ignorati dalla stampa? Purtroppo vengono presi in considerazione solo coloro che sono forti. Per questo abbiamo bisogno di iscritti, e nel mondo dove regna il dio denaro, ahimé, ci servono anche i soldi. E questi ci arrivano dalla solidarietà dei nostri iscritti, che pagano la propria quota mese dopo mese. Manifesti, striscioni, inserzioni, giornale per gli iscritti, o anche solo i volantini, che tu distribuisci davanti alle librerie, come volontaria, non sono gratuiti. È tutta roba che costa. Per negoziare i contratti collettivi di lavoro o i piani sociali, abbiamo bisogno di professionisti, e la professionalità richiede i relativi mezzi finanziari per compensarla. E proprio i contratti collettivi di lavoro servono soltanto se vengono anche realmente applicati. Ecco perché diventa di fondamentale importante la protezione giuridica che noi offriamo gratuitamente ai nostri soci. I nostri giuristi per fortuna non devono lavorare senza retribuzione. Essi hanno diritto a una buona paga, come ne hanno diritto tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici. E io e te, insieme, lottiamo a favore di salari equi. Ripeto, cara Patricia, i nostri avversari politici praticano giochi molto abili con i media. Essi dispongono di enormi reparti della comunicazione che conducono campagne mirate. E anche nei partenariati sociali non ci viene regalato nulla. Ecco perché ci serve acquisire un maggiore peso. I nostri iscritti formano la nostra spina dorsale. Essi sono i nostri muscoli, i nostri nervi e il nostro cervello. In questo senso, mi dispiace dirlo, a poco ci servono persone impegnate ma non affiliate. Sul fatto se syndicom debba offrire o meno dei buoni per i libri o dei buoni per qualche escursione, sinceramente non saprei. Si può anche aprire un dibattito al riguardo. syndicom d’altronde è un’organizzazione democratica: sono i nostri membri a determinarne la direzione di marcia. Certo è che come non-affiliata convinta, non sarai mai in grado di esprimere e rappresentare la tua opinione in seno alla nostra organizzazione. Di questo mi rammarico. Cara Patricia, diventa un’iscritta convinta, anche tu sei importante per la nostra organizzazione. Così poi non solo avrai la possibilità di far qualcosa, ma potrai anche metterla in movimento. Saluti solidali Rolf Schranz
let tera di un let tore
Il pensiero è ciò che conta Anch’io non trovo esaltante cercare di far aderire al sindacato i giovani attirandoli con buoni sconto per libri o parchi divertimento. Piuttosto dovrebbero essere le riflessioni sulle condizioni di lavoro o la discussione politico-sindacale a spingere i giovani verso un’adesione al sindacato. Io sono iscritto al sindacato dal 1966 e non ho mai avuto dubbi su questa scelta, nonostante anch’io non sia sempre d’accordo in tutto e per tutto con la linea "sindacale". In questo senso, alla giovane collega autrice dell’articolo, vorrei dire: fino a un certo punto ti capisco. Ciò nonostante, dal tuo articolo si percepisce che: "Io non voglio aderire, ma trovo fichissimo quello che questi fanno". E per me è proprio qui che casca l’asino. Io continuo a pensare che se davvero si vuole smuovere qualcosa, ci si debba anche legare in qualche maniera, e non dire "che sballo" una volta, e "che schifo" un’altra. Cara collega Patricia, iscriviti al sindacato. Sono sicuro che non te ne pentirai. Jürg Tüscher
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syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014
Storie di confine
Le vite parallele dei Maghetti, tra Luino e Lugano Maghetti è il nome che è stato attribuito al quadrilatero commerciale situato al limite orientale del centro di Lugano (nel 2014 ricorre il 30° anniversario dalla sua realizzazione), nel luogo in cui un generoso lascito stabilì, ben 186 anni or sono, che vi fossero riunite iniziative a favore dei giovani della città. Qualcuno avrà certamente notato, a sinistra della chiesa di San Rocco, quelle iniziali che campeggiano, impresse nel ferro battuto, al centro della lunetta sopra il portone che immette nell’androne dell'oratorio: A.M. Quella sobria facciata tardo-neoclassica, fatta costruire dall’ultimo discendente di una casata così partecipe della storia cittadina, Antonio Maria Maghetti, ci introduce a una vicenda che ha le sue origini non sul Ceresio, ma sul Verbano, a Luino. Federico Crimi Luino, via Manzoni, alle spalle del lungolago. Su un bel palazzetto del primo ’700 si può notare una M al centro del poggiolo che dà sulla strada. Secondo recenti indagini, si tratta del monogramma della famiglia che in quel tempo andava consolidando i propri interessi sui due versanti del confine. Qualche passo più oltre, verso monte, si giunge in piazza San Francesco, nucleo storico dell’abitato luinese. Qui si può rintracciare la più antica origine documentata del casato, accertata, almeno alla fine del ’500, nella persona di un messer Magheto, forse Gio. Giacomo. Sfrondiamo l’intricato albero genealogico e tiriamo una linea retta verso il nostro Antonio. Tra i nipoti diretti di messer Magheto, un altro Gio. Giacomo assicurò la continuità genealogica; ma suo fratello Antonio, pur morto senza eredi, è di particolare interesse. Siamo nel pieno ’600. Antonio apriva a Milano una “apotecha calzolari”. Per “arte calzolari” bisogna intendere un’attività articolata, estesa anche al trattamento del corame. Era, questa, una voce non secondaria nell’elenco delle professioni esercitate dall’emigrazione dall’alto Verbano, con cardine nel borgo di Cannobio. Fu l’esordio dei Maghetti in un campo che si rivelerà fortunato, la concia delle pelli, poi trasformatosi nella più generale lavorazione di filati e tessuti. A bottega dallo zio, Francesco, nato a Luino verso il 1655, ebbe l’idea di trasferire la manifattura sul Ceresio, intorno al 1674. Al seguito di Francesco, pure i figli di Gio. Battista, suo fratello, ossia Giacomo Filippo e Antonio Francesco, spostarono i loro affari a Lugano, dove questa generazione, nata sulle rive del lago Maggiore nell’ultimo quarto del ’600, venne a morire dopo la metà del XVIII secolo, tumulata nel sepolcro di famiglia in San Francesco (chiesa oggi scomparsa). Fu Antonio Francesco ad avviare, nel 1758 circa, una bottega di prodotti serici in città, con incrementi esponenziali dei ricavi testimoniati dalle corrispondenti aliquote di tassazione. Una produzione di “tella di lino” era stata inaugurata poco prima a Luino, nei pressi della casa avita di piazza San Francesco: fu il primo opificio della zona registrato nelle statistiche coeve. Antonio Francesco era padre di Francesco Maria (“de loco Luini”, dove nacque nel 1734 circa) e nonno di Antonio. Solo Antonio, quindi, fu luganese sin dalla nascita, nel luglio 1752. Grazie al ruolo di spicco rivestito nei moti del febbraio 1798, intraprese con successo la carriera politica.
FEDERICO CRIMI Si occupa di aspetti di storia, trasformazioni urbanistiche e del paesaggio sul Verbano. Ha al suo attivo saggi in argomento. Collabora con enti pubblici, privati e con la Curia di Milano per catalogazione e valorizzazione di beni culturali sul lago. Ha censito un corpus di disegni di viaggio di William Turner per la Tate Britain di Londra.
Da quella data fu partecipe e anche presidente dei primi esperimenti di governo indipendente del Cantone sino all’elezione, nel 1803-05, al Gran Consiglio. Angela, sua unica figlia, nata nel 1783, si spense senza aver potuto assicurare la continuazione della stirpe. Fu lei, nel 1828, a effettuare il lascito, vincolando i genitori a devolvere tutti i beni a una causa pia a vantaggio della città. Angela morì nel 1830, Antonio nel 1831. Furono sepolti in San Lorenzo, dove però ne cercheremmo invano una lapide commemorativa. Il legato Maghetti aveva natura libera sulla forma della gestione finanziaria e sull’istituzione alla quale devolvere le cospicue sostanze. Fu il canonico Gio. Battista Torricelli (legatario successore) a convertire la casa Maghetti nel primo collegio femminile di Lugano. Nel 1844 vi fu inaugurato l’orfanotrofio maschile, trasferito un secolo dopo, nel 1938, nella villa Turconi a Castel San Pietro (Mendrisio). Qui (dove oggi opera un ente per il disagio giovanile) si conservano i ritratti di Antonio e Angela. Questa famiglia di mercatores fu incline a sperimentare ogni indirizzo professionale: l’edilizia (il citato Gio. Battista, bisnonno di Antonio, fu capomastro; un “fornasaro” di Luino, Domenico, fornì i mattoni per i bastioni di Alessandria), il commercio dei grani, la concia delle pelli. Da questa vivace propensione capitalistica, coltivata di generazione in generazione, i membri della famiglia, nel corso del ’700, trassero l'impulso a impiegare il patrimonio accumulato in settori industriali in forte crescita: seta e altri tessuti. Nel progredire di questo percorso (lungo il quale non mancarono calcolate unioni matrimoniali: Confalonieri, Luvini eccetera), la disponibilità ad emigrare fu la carta vincente, come in ogni romanzo familiare subalpino: nel 1748 Francesco Maria, padre di Antonio, si sposò per procura in San Lorenzo, assente perché “in Civitate Argentinensis” (Strasburgo); nel 1794 era già residente “burgi Paravie”. Entro gli ampi confini disegnati da questo casato sulla carta d’Europa, Antonio poté coltivare quegli ideali di libertà e di progresso che ebbe modo di mettere in pratica nella sua azione civica e nello spirito del legato di cui ancora oggi beneficia la città di Lugano. Fu, forse, proprio Strasburgo, infatti, la città dove Antonio svolse studi in materia giuridica, ultimo tassello verso l’allineamento definitivo allo status di una borghesia colta e consapevole del proprio compito in una società rinnovata.
nelle immagini In alto a sinistra: • Anonimo, Ritratto di Antonio Maghetti, 1845 ca., olio su tela. Castel S. Pietro, Loverciano, Istituto Sant’Angelo. Per gentile concessione. • Anonimo, Ritratto di Angela Maghetti, 1830 ca., olio su tela. Castel S. Pietro, Loverciano, Istituto Sant’Angelo. Per gentile concessione. Al centro: • Lugano, piazzetta S. Rocco, casa Maghetti: la sigla A.M. ricorda che Antonio Maghetti ricostruì la dimora di famiglia prima del 1830. A sinistra: • Luino, via Manzoni 40. Casa Maghetti, costruita intorno al 1720 con triplice loggiato interno e, nella foto al centro, un particolare dello scalone. • Lugano, piazzetta S. Rocco, casa Maghetti, oggi ingresso all’omonimo quartiere commerciale.
Fotografie: Federico Crimi
Ticino Cultura | 13
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014 Voltapagina
Olivia e le principesse syndicom è il sindacato leader nel settore Posta, logistica, telecomunicazioni, tecnologie dell’informazione, comunicazione visiva, industria grafica e media. Forte dei suoi circa 40'000 affiliati/e, si impegna per i diritti dei/delle salariati/e e per una Svizzera sociale e aperta al mondo. Per completare il nostro gruppo cerchiamo
Un/a responsabile regionale (80-100%) (Luogo di lavoro: Massagno. Entrata in funzione il 1° maggio 2014 o da convenire) I compiti consistono nel mantenere dei contatti con gli/le affiliati/e e di condurre delle campagne per rinforzare la presenza sindacale nelle aziende. Le discussioni e i negoziati con i datori di lavoro dei settori rappresentati sono parte dei compiti di questo lavoro. Quale segretario/a regionale organizzerà incontri e manifestazioni e dovrà prendere posizione politica su questioni legate al mondo sindacale e sociale.
© Nord-Sud Edizioni
Quale responsabile regionale dovrà svolgere compiti di direzione e di messa in pratica degli obiettivi di sviluppo sindacale e dei vari progetti. Il/la collega che cerchiamo deve avere i seguenti requisiti: • Interesse per un forte impegno socio politico
Olivia è depressa perché, dice ai genitori, è in crisi d’identità: non sa cosa vorrebbe essere. Le altre vorrebbero essere tutte delle principesse ma secondo lei « se tutte fanno le principesse, allora essere una principessa non è più qualcosa di speciale!». Questo albo illustrato, ultimo di una serie che ha quale protagonista la simpatica, vulcanica, coraggiosa e intelligente maialina Olivia, personaggio uscito dalla penna dell’illustratore americano Ian Falconer, è un inno alla propria individualità e un incitamento alla differenza, alla non omologazione, valori difficili da spiegare ai bambini che invece tendono, e tenderanno durante l’adolescenza, a seguire gli altri per evitare la non accettazione da parte del gruppo con la conseguente emarginazione. Olivia invece vuole essere speciale, diversa da tutte le altre che invece sognano di essere salvate da un principe. Al saggio di danza, mentre tutte hanno fatto il provino per il ruolo della principessa delle fate lei, dice, sta cercando di sviluppare un suo stile personale, più essenziale e moderno ispirandosi nientemeno che alla grande ballerina Martha Graham, ritenuta madre della danza moderna, della quale Olivia ha una fotografia appesa in camera e della quale ritroviamo diversi richiami nelle particolari illustrazioni. Il libro molto divertente e interessante per i numerosi spunti di riflessione e di approfondimento proposti, ha un finale a sorpresa anche se, pensandoci bene, non ci stupirà conoscendo ormai la simpatica protagonista. Gli altri titoli di Olivia sono stati pubblicati per la prima volta in italiano dalla piccola ma valorosa casa editrice Giannino Stoppani di Bologna e sono tutti da leggere e da guardare insieme.
• Esperienza professionale o militanza attiva in un sindacato o in una ONG/NPO • Piena condivisione dei principi e dei valori sindacali • Capacità di organizzare incontri e manifestazioni • Capacità di svolgere un negoziato • Facilità di contatto con la gente • Capacità di condurre un gruppo ma anche di lavorare individualmente in modo autonomo • Avere spirito d’iniziativa • Avere conoscenze di tedesco e/o francese • Piena disponibilità a viaggiare sul territorio nazionale syndicom propone un’attività impegnativa ma ricca e variata in un buon clima di lavoro. Lascia grande spazio all’iniziativa e offre delle eccellenti condizioni di lavoro. Le persone interessate sono pregate di inviare la loro candidatura entro il 28.2.2014 a syndicom, Servizio del personale, CP 6336, 3001 Berna.
Dai 5 anni Ian Falconer, Olivia e le principesse, Nord-Sud Edizioni 2013 A cura della libreria Voltapagina di Lugano – libreria@voltapagina.ch
Per ulteriori informazioni: Angelo Zanetti, responsabile regionale, tel. 058 817 19 65 oppure Alain Carrupt, presidente centrale, tel. 058 817 18 29. Vi attendiamo in un team dinamico e ambizioso.
impressum redazioni syndicom, die zeitung caporedattrice Nina Scheu, stagista red. centrale Johannes Supe Svizzera tedesca: syndicom, die zeitung Nina Scheu, Monbijoustrasse 33, Postfach 6336, 3001 Bern, Tel. 058 817 18 27, redaktion@syndicom.ch Svizzera romanda: syndicom, le journal Yves Sancey, Rue Pichard 7, 1003 Lausanne Tel. 058 817 19 38, redaction@syndicom.ch Svizzera italiana: syndicom, il giornale Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, Tel. 058 817 19 63, redazione@syndicom.ch
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ISSN 1664-8978
Il prossimo numero uscirà il 7 marzo 2014. La chiusura di redazione è fissata al 24 febbraio.
14 | In chiusura Perfezionamento
syndicom | N. 2 | 14 febbraio 2014 assemblea
in prospet tiva
AVS: tattica sbagliata
Corsi professionali NOVITà Comunicazione visiva – Armi di persuasione utilizzate dai comunicatori e dai pubblicitari 1 serata: 26 febbraio 2014 Orario 19.30-21.30 Corso confermato, ci sono ancora posti liberi! Animatore: Manrico Pierangeli Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Descrivere alcune tattiche utilizzate nel contesto economico per veicolare il comportamento umano attraverso il processo comunicativo. NOVITÀ Illustrator – Workshop di creatività 3 serate: 12, 17, 24 marzo 2014 Orario 19.30-21.30 Termine d’iscrizione: 1 marzo (o contattare il segretariato) Animatore: Gianluigi Susinno Luogo: Centro di formazione Viscom, iale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Corsi per tutti NOVITÀ salute – Le tre "s" dello StreSS: Sopportazione, Soppressione, Soluzione 2 serate: 26 e 31 marzo Orario 19.30-21.30 Termine d’iscrizione: 10 marzo (o contattare il segretariato) Animatore: Marko Valdarnini Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Oggi lo stress è una problematica estremamente sentita che provoca, se non ben gestito, effetti collaterali che si estendono in problematiche psico-fisiche non indifferenti. In questo corso si avrà l’occasione di comprendere cosa sia lo stress e quali siano le cause scatenanti, così da comprendere quali siano da gestire e quali da evitare. Sul sito www.helias.ch trovate il programma completo, le condizioni di partecipazione e la possibilità di iscrivervi online. agenda assemblea industria grafica martedì 18 febbraio ore 20.00-22.00 Massagno, Segretariato regionale. mercoledì 19 febbraio ore 20.00-22.00 Bellinzona Cassa disoccupazione syndicom/VPOD. Assemblea annuale della sezione ticino sabato 10 maggio Hotel Paradiso, Lugano Paradiso al termine seguirà la consueta cena. gita annuale iscritti syndicom domenica 7 settembre Destinazione Bergamo Alta.
La battaglia dell’AVS si svolgerà nel 2014. Se è vero che la consultazione pubblica del programma governativo "Previdenza per la vecchiaia 2020" permette a ogni forza sociale o politica di rafforzare la propria posizione per picchettare strategicamente il terreno, è altrettanto vero che qualche elemento di tattica politica appare già evidente. Michel Schweri Poco prima di Natale i sindacati hanno depositato l’iniziativa federale “AVSplus” che chiede un aumento del 10% delle rendite di vecchiaia. Le firme erano già state raccolte nella primavera del 2013, ma sono state consegnate solo alla fine dell’anno per imporre la trattazione di quest’iniziativa parallelamente al piano di governo e per servire dunque da controprogetto a quest’ultimo. E dandosi pure delle arie, il Partito socialista svizzero – di cui il ministro per gli affari sociali Alain Berset è membro – grida al mondo il suo rifiuto di aumentare l’età pensionabile delle donne finché non sarà progredita la parità salariale tra i due sessi. La replica non si è fatta attendere e ha preso subito posto negli obiettivi 2014 del Consiglio federale. Infatti lì è stato previsto di anticipare la trattazione dell’iniziativa all’anno in corso. All’improvviso la votazione potrebbe tenersi all’inizio del 2015, proprio quando il Parlamento si occuperà ufficialmente della “Previdenza per la vecchiaia 2020”. L’iniziativa AVSplus al voto perderà così la sua forza d’urto quando i nostri rappresentanti cominceranno i lavori. Quanto all’esigenza della parità salariale, il ministro Simonetta Sommaruga – collega di partito di Alain Berset – ingrana la quarta per proporre delle soluzioni concrete dall’estate 2014. D’altronde sono state le donne socialiste a inventare il modello che prevede un aumento automatico e progressivo dell’età pensionabile via via che lo scarto salariale si riduce.
il sudoku di syndicom In palio 30 franchi in buoni benzina offerti da ENI La soluzione (la cifra composta da tre numeri derivanti dalle caselle segnate di blu indicate nell’ordine da sinistra a destra) sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro il 24 febbraio a: syndicom - il giornale , via Genzana 2, 6900 Massagno.
In questo modo la sinistra di governo fa di tutto per risparmiare i suoi ministri e per raccogliere addirittura qualche briciola di progresso. Al contrario, il mondo padronale gioca con diverse tattiche complementari. Mentre una frazione s’interroga sulla necessità di attaccare le rendite di vedovanza, facendo intravedere un margine di manovra, altri propongono sempre di tenere in considerazione la disparità salariale tra le donne e gli uomini… e suggeriscono di mantenere un’età pensionabile differenziata, ma allungandola di un anno, per tutti, dunque portandola da 65 a 66 anni! Nell’identica direzione va una mozione parlamentare depositata da un consigliere nazionale UDC allo stesso tempo membro dell’USAM che chiede un futuro aggiustamento dell’età pensionabile attraverso l’aggiunta scaglionata di un mese supplementare ogni anno, giusto fino a trovare l’equilibrio finanziario a lungo termine dell’AVS. Peraltro, il controllo automatico dell’AVS, il “freno all’indebitamento”, è già stato autorizzato dalle commissioni competenti dei due consigli del Parlamento. La sua concretizzazione è solo una questione di tempo. La coltellata all’assicurazione vecchiaia e superstiti e al benessere del popolo è più grave delle piccole concessioni che uno si può attendere da un allineamento al programma della destra padronale. La difesa delle pensioni passerà, ancora una volta, attraverso la mobilitazione nelle piazze.
Industria Grafica Conoscere il proprio CCL Il Contratto Collettivo di Lavoro (CCL) è uno strumento fondamentale nell’ordinamento dei rapporti di lavoro. Nel nostro Paese solo la metà dei salariati può beneficiare di un CCL. Chi non ce l’ha sa bene cosa significhi. Nessun salario minimo, niente tredicesima e altro ancora. Dopo 6 mesi di vuoto contrattuale, siamo riusciti a riportare il CCL nel settore dell’industria grafica e dell’imballaggio. Lo conosci? Sai quali sono le principali novità? Parliamone anche perché fra due anni lo si dovrà rinnovare. Partecipa quindi all’incontro formativo che si terrà a: Massagno 18 febbraio ore 20.00-22.00 c/o segretariato regionale Via Genzana 2 oppure Bellinzona 19 febbraio ore 20.00-22.00 c/o uffici CD syndicom/VPOD Piazza G.Buffi 6 A Passaparola!
soluzione cruciverba La soluzione del cruciverba del numero 1 di syndicom - il giornale è: Fiducia. La vincitrice, tra coloro che hanno risposto correttamente, è la signora Elena Spoerl, di Carabbia, che vince 50 franchi in buoni Reka.
Indirizzi Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 13.30 alle 17.30. Giovedì dalle 8.30 alle 12.30. Al di fuori di queste fasce orarie si riceve su appuntamento. segretariato regionale bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch cassa disoccupazione bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: lunedì 9.00 -11.30 martedì e giovedì 9.00 -11.30 | 14.00 -17.00 mercoledì 14.00 -17.00, venerdì chiuso gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info Contatto e-mail: redazione@pensionati.ch o ernesto.fenner@bluewin.ch