N. 5 17 aprile
www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione
il giornale
AZB 3001 Berna Cambi di indirizzo sono da inviare a: syndicom, Adressverwaltung, Monbijoustrasse 33, casella postale, 3001 Berna Dossier
Le condizioni precarie e le mal retribuzioni a Presto e Epsilon ›pagg. 2 e 3
comunicazione visiva
Il progettista multimediale avrà una formazione ad hoc e un nuovo nome ›pag.5
Salari giusti in un Paese forte
Ticino
Riaperte le iscrizioni al Corso di giornalismo della Svizzera italiana
1 ° Maggio 2014
Un buon lavoro ha un minimo salariale ›pag. 9
La ricchezza della Svizzera è frutto di tutti e tutte coloro che vi hanno lavorato e vi lavorano. Ma è ripartita in modo ingiusto. Per questo i sindacati si battono per una maggiore giustizia salariale e si impegnano affinché si possa andare verso una società più giusta, che dia le stesse opportunità a ciascuno. Per far sì che ciò accada ci vogliono delle reti di sicurezza solide e solidali come è il caso per le assicurazioni sociali. Il 18 maggio il popolo è chiamato a votare sull’iniziativa sindacale per introdurre un salario minimo. Si tratta di un punto centrale nella politica sindacale. Questa iniziativa chiede che venga introdotto un salario minimo generale di 22 franchi l’ora. Un’indennità oraria che corrisponde a 4000 franchi al mese. È questo il nuovo parametro per determinare se il salario percepito è decente o no. Un sì a questa iniziativa permetterà a 330’000 lavoratori e lavoratrici di poter giungere più tranquillamente a fine mese. Il salario minimo obbligatorio farà anche da scudo contro coloro che speculano facendo pressione sui salari. Questi non potranno infatti più giocare ad abbassare i salari mettendo i lavoratori indigeni contro i lavoratori stranieri. Il salario minimo generalizzato vuole infatti essere una delle prime importanti misure per arginare concretamente il fenomeno dilagante, in particolar modo nei cantoni di frontiera come il Ticino, del dumping salariale. Tutti trarrebbero vantaggio, anche i datori di lavoro, in particolare quelli onesti, che non dovranno più temere la concorrenza sleale dei datori di lavoro che sottopagano la manodopera. Anche i contribuenti non dovrebbero più pagare il conto del gioco dei salari capestro perché andrebbero a diminuire buona parte dei casi sociali, per lo meno tutti quelli legati al fenomeno dei “working poor” ossia coloro che pur lavorando non hanno sufficienti soldi per pagarsi di che vivere. La messa in circolo di maggiori soldi meglio distribuiti aumenterebbe anche il potere d’acquisto della popolazione e darebbe maggiore dignità ai lavoratori e alle lavoratrici. Un sì all’iniziativa sui salari minimi aiuterà anche nella lotta alla discriminazione salariale tra uomo e donna. Questa sarebbe comunque solo la prima pietra di un progetto più ampio. Per rendere la Svizzera più sociale bisognerà infatti battersi anche su altri fronti. La popolazione deve difendersi ed essere difesa dai progetti di smantellamento della previdenza sociale. Sia l’AVS che il secondo pilastro sono sempre più bersaglio di riforme che tendono a ridurre le prestazioni attraverso l’aumento dell’età pensionabile, la riduzione dei tassi di conversione della previdenza professionale o il non adeguamento del valore delle pensioni, solo per citare i più ricorrenti. Se si continua di questo passo ben presto coloro che devono vivere della sola pensione non saranno più in grado di farlo. Il progetto di revisione pensionistico 2020 prevede ad esempio ancora una volta l’aumento dell’età di pensio- ›continua a pag. 13
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syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014
Zeitungsvertrieb Deutschschweiz
A dispetto del CCL condizioni d’impiego più che precarie I distributori di giornali lavorano a condizioni poco dignitose anche sotto il nuovo CCL. Ecco la testimonianza di Erna Brägger, alla Presto SA dal 2010 e rappresentante dei lavoratori in seno alla commissione aziendale. Felix Graf ne sembrano impazzite. E guai se per allora non ho finito il mio giro! Ma una volta tornata a casa, è una piacevole sensazione, mettermi seduta e
Presto SA Nel 2010 per la prima volta è stato firmato un CCL per i distributori di giornale. Precedentemente la Posta Svizzera aveva rilevato la Presto SA (allora: Zuvo SA) dal gruppo Tamedia e NZZ. In seguito alla fusione con altre piccole organizzazioni attive nella distribuzione dei giornali, la Presto praticamente ha assunto il monopolio nella distribuzione dei giornali nella Svizzera tedesca. Attualmente la Presto impiega circa 10`000 collaboratori. Oltre 6000 tra essi vanno da cassetta a cassetta la mattina molto presto. La Presto SA è un’affiliata di proprietà al 100% della Posta Svizzera SA. Dopo negoziati lunghi e difficili, il nuovo CCL aziendale è entrato in vigore il 1. febbraio 2014. L’azienda in passato è stata più volte oggetto di critiche per via delle condizioni di lavoro precarie. (f xg)
fare colazione mentre gli altri si recano al lavoro». Erna Brägger, che con suo marito vive in una piccola casetta unifamiliare a Wilen, sorride. È in pensione da un anno. Accanto alla sua rendita, alla Presto guadagna 1’000 franchi al mese. «Un extra molto utile», commenta. Ad Erna la mattina ci vogliono circa 100 minuti per distribuire i suoi 150 giornali. Il suo guadagno è di 20,75 franchi l’ora. © FELIX GRAF
«Quando la mattina alle 6.30 torno dal mio giro di lavoro, la città ormai si è svegliata e sulle vie regna già la frenesia dell’ora di punta. Le macchi-
Condizioni precarie di assunzione Non abbiamo dati certi su quanti degli oltre 6’000 collaboratori di Presto lavorino al salario minimo di 17,50 franchi, ma una cosa è sicura: 17,50 franchi l’ora, con anche il contributo del 10% all’o-
Erna Brägger sul suo balcone a Wilen ∙ Sei giorni su sette si alza alle 4 del mattino.
gli orari marginali, cominciando alle 5 del mattino e finendo per le 6.30. Gli assunti fissi lo fanno sei volte a settimana. In gene-
ra come previsto dal CCL, non basta per condurre una vita dignitosa. Le distributrici e i distributori di giornale lavorano a de-
distributori nella svizzera francese
Salari scandalosi a Epsilon, un’affiliata della Posta Nella Svizzera romanda la situazione dei distributori alla Epsilon è a dir poco catastrofica. I salari pagati dal datore di lavoro, un’affiliata che appartiene al 100% alla Posta, sono particolarmente bassi: talvolta equivalgono dai 5 agli 8 franchi l’ora. Come se non bastasse, il rimborso spese copre soltanto una minima parte dei costi realmente sostenuti dai lavoratori. Un contratto collettivo di lavoro e un salario di 22 franchi l’ora rivoluzionerebbero la situazione, radicalmente. Nella Svizzera francese, una delle più grandi società di indirizzamento e di distribuzione dei giornali, con tanto di pubblicità e tutti gli aspetti correlati, si chiama Epsilon. Dal 2011 La Posta ne ha rilevato il 34% da Tamedia (ex Edipresse). Ora la Posta possiede il 100% del capitale azionario di questa affiliata. Al contrario dei collaboratori della Presto, l’affiliata svizzerotedesca della Posta, i lavoratori della Epsilon non hanno un CCL ma hanno invece il triste privilegio di percepire, senza dubbio, i salari più bassi della Svizzera. Appoggiandosi a un’affiliata lasciata nel vuoto contrattuale, la Posta crea, consapevolmente, una situazione di dumping organizzato e di sfruttamento del personale.
Di questi otre 450 sono distributori di giornali e svolgono il loro servizio la notte fino alle 7 del mattino come accade anche per Presto in Svizzera tedesca. Questi sono pagati a tariffa oraria o secondo il giro di distribuzione ma non sono assogettati ad una convenzione collettiva di lavoro. Noi ci siamo interessati in particolare ai 220 dipendenti che distributori la pubblicità e altro materiale simile sul territorio ginevrino. In Svizzera tedesca sono i dipendenti della DMC, una filifale della posta ma fuori contratto collettivo a svolgere lo stesso compito. contrariamente ai distributori di
giornale questi non sono pagati all’ora ma a cottimo. Essi hanno un contratto a tempo indeterminato che non stabilisce nessuna paga oraria. Quello che invece figura nel loro contratto di lavoro è un importo per 1’000 copie distribuite – il prezzo “ai mille” – importo che varia a seconda della distanza e la densità delle cassette delle lettere. Questo ammontare può andare dai 10 franchi ogni mille copie in città ai 47 franchi per Vandoeuvre che è in campagna. Ora, a meno che uno non distribuisca tutte le copie in un’ora, missione impossibile, o che ne butti la metà nel-
Per molti non si trat ta di una semplice entrata “extra”
la spazzatura, la paga oraria può scende velocemente a meno di 10 franchi l’ora e raggiungere a volte dai 5 agli 8 franchi l’ora come ha pubblicato da Le Temps (28.11.2013). In particolar modo nei periodi di bassa come l’estate dove c’è meno materiale da distribuire i compensi possono scendere. Ma anche nei periodi di alta stagione siamo lontani dal salario oriario medio tra i 20 e i 30 franchi affermato dalla portavoce della Posta, Nathalie Dérobert Fellay, sul 20 minutes (29.11.2013). E questo senza considerare che le tre, quattro ore di preparazione del giro del sabato non sono affatto retribuite.
Creata nel 1973 e con base a Ginevra, la Epsilon dispone di depositi a Carouge (GE), Bussigny, Losanna (VD) e Granges-Paccot (FR). A Ginevra la società impiega 700 persone che corrisponde a 200/250 posti a tempo pieno a dipendenza delle fluttuazioni del tempo di lacoro.
©Z VG
Distributori pagati “ai mille”
La direzione giustifica questi salari bassi adducendo che per i distributori si tratta solo di un «lavoretto extra». La Posta ha limitato il numero di giri a uno o due, il che significa in media un salario di 1’000 franchi al mese. «Con questo salario, non si vive» ci ha confidato un distributore. Il reddito è talmente basso che alcuni tra i distributori devono svolgere un secondo lavoro per arrivare, a fatica, a fine mese. Talvolta lavorano anche in nero alla stessa Epsilon, ma sotto un altro nome. Tutto questo deve finire. Secondo le nostre stime, quasi il 30% fa questo lavoro a tempo pieno. Dunque niente giustifica che i distributori siano così mal pagati. Non è normale, e non è ammissibile, che un’azienda in mano alla Posta obblighi i suoi collaboratori a rivolgersi allo Stato e a chiedere il sussidio sociale per condurre una vita dignitosa. Ci sono pochissimi svizzeri tra i collaboratori di Epsilon, la quale si avvale soprattutto del grande
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syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014 commento
Il nuovo CCL: una soluzione di emergenza Già nel 2010 le trattative CCL
avanzavano con difficoltà. Infatti erano i primi negoziati in assoluto! Per il giro negoziale successivo, ovvero nel 2013, si sperava di raggiungere di più (vedi il giornale syndicom 15/2013). Fritz Gurtner, che l’anno scorso è stato presente in qualità di responsabile syndicom alle trattative, commenta: «Le modifiche nel CCL hanno apportato sia vantaggi che svantaggi. Una disposizione nuova prevede che scatti il diritto all’indennità già dal primo giorno di malattia. Inoltre per la prima volta abbiamo un salario minimo unitario per tutte le regioni. A questo si aggiunge un 10 per cento di supplemento. Un punto negativo è che d’ora in poi non verranno retribuiti più i giorni festivi, tranne il 1° agosto». Alla domanda di cosa pensa del risultato nel suo complesso, Gurtner risponde: «Non possiamo essere soddisfatti del nuovo CCL. Abbiamo dovuto fare troppe rinunce verso la Posta. Ciò malgrado, i nostri iscritti, dopo una lunga discussione, hanno approvato il CCL, in quanto l’alternativa era il vuoto contrattuale. Le condizioni di lavoro alla Presto tuttavia continuano ad essere insufficienti, e il CCL più che una vera soluzione costituisce una soluzione di emergenza».
Nessun progresso senza nuove regole del gioco © Z VG
re effettuano il giro con la propria vettura – e il rimborso per la benzina ammonta a 65 centesimi scarsi a chilometro. Quando le si chiede come sono le condizioni di lavoro e l’atteggiamento di Presto, Erna reagisce con rabbia: «Come membro della commissione aziendale vengo a sapere molte cose. Si prova sempre ad addossare i costi ai lavoratori, anche se questi costi spetterebbero alla Presto!». Alla Presto lavorano soprattutto donne. Spesso per vivere esse dipendono da ogni centesimo. «Alcune sono pensionate, come me», racconta Erna. Alcune ricevono soltanto 1’700 franchi di AVS al mese: «Come si vive con così poco?». Queste lavoratrici si sentono trattate dalla Posta come degli “zerbini”. La Presto appartiene al 100% alla Posta. «Qualcuno ci spiega perché per noi non valgono le stesse condizioni dei dipendenti assunti direttamente dalla Posta?». La spiegazione è molto semplice: avendo esternalizzato la Posta la distribuzione dei giornali alla sua affiliata Presto SA, essa tenta di risparmiare dei costi sulle spalle dei collaboratori.
«Gli editori preferiscono investire nella qualità giornalistica», ecco la risposta di Hanspeter Lebrument, presidente dell’associazione degli editori, alla Televisione svizzera. Quest’ultima gli aveva chiesto perché gli addetti al recapito nelle prime ore del mattino di Presto venissero pagati così male. Nel frattempo La Posta, proprietaria di Presto SA, si è lamentata che la società non rende a causa dei prezzi troppo bassi. Pertanto, a suo dire, anche nell’ambito del nuovo CCL non si possono versare salari più elevati. Tuttavia il gioco dello scaricabarile tra la società che offre i servizi e i clienti ha sempre gli stessi perdenti: i dipendenti di Presto percepiscono, per il loro lavoro, un salario del tutto insufficiente. Inoltre le trattative per il CCL hanno mostrato in modo evidente che, se le regole del gioco non vengono modificate, non si possono conseguire sostanziali progressi. Non c’è quindi da meravigliarsi che gli addetti al recapito di Presto sostengano appieno la richiesta, prevista per legge, di un salario orario minimo di 22 franchi. Attualmente questa è l’unica opportunità per rimescolare le carte in questo indegno gioco. Bruno Schmucki, responsabile della comunicazione
Ora serve un salario minimo Erna Brägger, partecipe anche lei alle trattative CCL, la pensa uguale: «Non sono per niente contenta del CCL. Ma cosa sarebbe successo senza questo CCL? Le condizioni d’impiego sarebbero peggiorate ancora di più, ne sono sicura!». Quando le si chiede quali siano i suoi obiettivi riguardo alle trattative CCL previste per il 2016, Erna dice: «Cercheremo di riprenderci quello che ci hanno tolto. Ser-
vono finalmente dei salari dignitosi! Ecco perché attualmente mi impegno molto a favore dell’iniziativa sui salari minimi. Abbiamo pianificato già diverse azioni con il gruppo regionale syndicom di San Gallo. E organizzeremo degli eventi anche attraverso la commissione aziendale Presto. Se riusciamo a raggiungere un Sì all’iniziativa sui salari minimi, il nostro salario in un colpo passa da 17,50 a 22 franchi l’ora. A noi distributori di giornali questo cambierebbe il mondo!».
serbatoio di manodopera precaria e poco incline a ribellarsi apertamente contro queste condizioni di lavoro. Questa attività non solo è mal pagata, ma è anche dura a livello fisico. Infatti ci sono molti lavoratori che si lamentano di mal di schiena, di ernia o tendinite.
«Le spese si rimangiano tutto il guadagno!» Un altro problema spesso sollevato è quello del rimborso spese dove l’ammontare reale sostenuto è molto superiore ai rimborsi della Epsilon. La Epsilon si accolla le spese in maniera forfettaria. Il datore di lavoro aggiunge un 30% alla paga mensile lorda. Un distributore si è segnato tutte le spese realmente sostenute, costi strettamente legati allo svolgimento del proprio lavoro, ed è arrivato alla conclusione che le sue spese erano tre volte il rimborso della Epsilon. Dunque una parte della paga serve a coprire le spese: acquisto del veicolo, spese di manutenzione, ammortizzatori, cambio gomme, vignetta, foratura, riparazione, assicurazione, benzina ecc… «Le spese ti mangiano quasi tutto il salario. Alcuni colleghi hanno smesso per questo: lavoravano per la gloria». Epsilon non fornisce veicoli per la distribuzione.
Forse presto un CCL? Scioccati da quello che la stampa ha pubblicato sulle condizioni di lavoro dei distributori di giorna-
le, tre deputati lo scorso 20 gennaio hanno deposto un postulato al Gran Consiglio di Ginevra chiedendo a quest’ultimo di analizzare le condizioni di lavoro alla Epsilon, di indicare degli strumenti per “braccare” il dumping salariale e di stendere un rapporto. Secondo la portavoce della Po-
sta, sempre su 20 minutes, La posta starebbe pensando a estendere il CCL Presto ai distributori di giornale di Epsilon, ma gli altri distributori ne sarebbero esclusi. Ovviamente syndicom segue la vicenda da vicino. Uno potrebbe dire che questi bassi salari sono logici visto che l’attività frutta
110 licenziamenti alla BVA Lo scorso primo aprile è uscita la notizia che BVA marketing direct SA rinunciava alle sue attività di distribuzione degli stampati pubblicitari, di campionatura e giornali gratuiti che fanno capo a Montsur- Lausanne (VD) BVA marketing direct SA procederà al licenziamento di 110 dipendenti dei quali 51 impiegati a tempo pieno. Alla base della decisione ci sarebbe una forte calo del volume d’affari. I sindacati sono stati consultati per preparare una controproposta. La Fondazione BVA, azienda a scopo sociale non è toccata dalle misure di risparmio. (YS)
poco. La professione ha visto alcuni terremoti (vedi i licenziamenti presso il concorrente BVA) in ragione del passaggio della pubblicità al digitale con un certo abbassamento del volume di pubblicità cartacea. Nonostante le cifre siano poco note, da un verbale dell’Assemblea ordinaria della Epsilon SA del 20 maggio 2011, che ci siamo procurati, si evince che l’utile del 2010 ammontava a 2,26 milioni di franchi di cui 1,8 milioni in dividendi versati agli azionisti. L’azienda dunque è produttiva, rende, e potrebbe offrire delle condizioni di lavoro migliori, senza grosse difficoltà, soprattutto per rimettersi un po’ più in linea con l’immagine di azienda sociale che tanto piace alla Posta. (red romanda)
La posta
Successo al secondo giro di trattativa salariale alla IMS A dicembre il comitato aziendale syndicom della Immobili Posta (IMS) ha rifiutato il risultato negoziale 2014 sulla trattativa salariale dichiarandolo insufficiente. Per questo a febbraio i partner sociali hanno intrattenuto altri colloqui durante i quali è stata presentata una proposta che nel frattempo è stata approvata da tutti gli organi decisionali. Per il comitato aziendale syndicom si è trattato in particolar modo di chiarire alcune disposizioni e approvare delle misure concrete al fine di migliorare la collaborazione con la commissione del personale. Le misure salariali in prima linea riguardano i collaboratori IMS che sono tutelati dal contratto collettivo per le unità esternalizzate (CCL SG). Per il personale che non lavora nelle pulizie di manutenzione, è a disposizione uno 0,4% della massa salariale per aumenti salariali individuali e costanti. Importante è precisare che i lavoratori ai quali non viene concesso nessun aumento individuale devono ricevere dai propri superiori una motivazione. Questi dipendenti dovranno comunque ricevere tutti almeno il versamento unico di 400 franchi (il pagamento una tantum è fissato in base al grado di occupazione, ma ammonta ad almeno 100 franchi). Al personale che lavora nelle pulizie di manutenzione sarà effettuato un versamento unico di 800 franchi (il pagamento una tantum è fissato in base al grado di occupazione, ma ammonta ad almeno 250 franchi). Inoltre saranno ampliate nel CCL le sovvenzioni per l’accudimento extra familiare dei bambini. Queste sovvenzioni varranno per tutti i dipendenti e d’ora in poi saranno inclusi i bambini fino al compimento dei dieci anni (finora questi contributi erano previsti soltanto per i bambini fino a quattro anni).
syndicom
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syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014
Salute e sicurezza
Sguardo in casa Ringier
Nelle tipografie si lavora a rischio
Ora pure le FFS Anche Ringier registra profitti nonostante la tanto proclamata crisi. L’equilibrio di bilancio è però mantenuto chiudendo le tipografie e mandando a casa i dipendenti. La fonte principale d’introito per la casa editrice Ringier rimane ancora l’attività riguardante giornali e riviste anche se l’utile di questo settore è sceso l’anno scorso. Tuttavia Ringier nel rapporto di gestione non diffonde cifre concrete riguardo ai singoli titoli stampati. Si è però venuti a sapere che il 25,7% del suo profitto totale è dato dalle attività digitali come piattaforme di notizie, portali di annunci o radio e televisione. Nel 2012 era il 18,3 %. “Ci si aspetta che l’utile proveniente dal digitale superi il limite del 30% nel 2014”, ha affermato il patron di Ringier Marc Walder alla conferenza stampa del 9 aprile a Zurigo.
In troppe aziende un po’ per leggerezza un po’ per comodità si viene meno alle norme di sicurezza. Un atteggiamento che a sentire i colleghi e le colleghe che hanno preso parte alla conferenza di settore ha causato molti infortuni, alcuni anche gravi. Nina Scheu ser le addette e gli addetti alla stampa presenti hanno infatti raccontato cosa avviene abitualmente nelle rispettive aziende. Si va da disposizioni esemplari fino alla rimozione di qualsiasi misura preventiva. Lo scambio di opinioni è stato utile e molti dovrebbero aver capito quanto sia pericoloso lavorare senza i dispositivi di protezione. Anche in questo caso il sindacato può fornire un aiuto per far valere richieste importanti. Poiché proprio nelle aziende più piccole, occorre molto (troppo) coraggio per uno(a) da solo(a) per tutelarsi da tali negligenze. Prima di questo avvincente
scambio di opinioni i membri presenti hanno proceduto all’elezione del rispettivo comitato e dei componenti del Cc (v. foto), informandosi sui preparativi per il conferimento del carattere obbligatorio generale del Ccl negoziato. Attualmente si sta verificando la conformità giuridica e si stanno elaborando diversi modelli per i prepensionamenti. Inoltre è stato commissionato uno studio che analizzerà le differenze salariali tra donne e uomini nel settore. Ci vorrà ancora un po’ di tempo affinché tutto sia pronto per la richiesta alla Seco, ma si fanno piccoli passi avanti.
© S YNDICOM
Monopolio sulle notizie FFS
il comitato di sezione (da sinistra) ∙ Pierre Djongandeke e Niklaus Dähler (Co presidenti), Jean-Pierre Bodrito (CC), Samuel Rüegger (CC), Diego Moretti, Bruno Tettamanti, Renate Murpf, Doris Thomas (CC). Non presenti: Caterina Anghileri, Frédéric Gendre, Peter Reichen, Dietrich Thomas, Manfred Walter.
© S YNDICOM
Carta bloccata: tutti conoscono questa situazione, e tutti si arrabbiano. È decisamente più complicato quando la carta si incastra all’interno di una macchina tipografica di grandi dimensioni. E, dato che ciò può verificarsi con la stessa frequenza delle fotocopiatrici in ufficio, molti “furbi” hanno avuto la brillante idea di rimuovere i dispositivi di sicurezza dalle macchine tipografiche. In questo modo l’inceppatura può essere eliminata un po’ più rapidamente. Per i capi, nella maggior parte dei casi, va bene così, o perlomeno essi vi sono indifferenti, finché non si verifica un incidente. Le cifre dell’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni INSAI attestano una realtà spiacevole: il rischio di lesione, o addirittura di perdita di uno o più dita, è ben 5 volte maggiore nelle tipografie rispetto ad altre aziende industriali. Ciò che si è sentito in occasione della conferenza settoriale IGI inerente a questo tema farebbe venire i brividi agli esperti di sicurezza. A conclusione della relazione della responsabile sicurezza di syndicom Maja Gries-
Negli anni passati la casa editrice ha investito 1,4 miliardi nello sviluppo dell’offerta digitale e d’intrattenimento. Ringier non si sbilancia in previsioni sul futuro se non quando questo cambio di rotta comincerà a dare frutti . Tra le ultime idee partorite dal gruppo vi è ad esempio l’offerta del Blick legata alle stazioni ferroviarie, ossia sulla pagina di login FFS-Free WiFi dal 14 aprile apparirà sempre la “videata” del Blick. Il progetto prevede che per la fine del
2014 questo servizio verrà offerto in 50 stazioni ferroviarie. Ma le mani Ringier le mette anche sulle stazioni della Romandia: qui dal 21 maggio l’editore tappezzerà le stazioni sulla landing-page, solo che lo farà con le notizie di L’Hebdo. A chi sta a cuore la pluralità d’informazione e la qualità alla base della creazione di un’adeguata opinione pubblica dovrebbe gridare basta alla mercificazione incessante di un bene così prezioso.
Scomparsa delle tipografie Ringier lo scorso hanno ha guadagnato 26,5 milioni di franchi, ovvero 5,7 milioni in meno che nel 2012. C’è da dire però che allora l’editore ha avuto delle entrate straordinarie grazie alla vendita di Betty Bossi a Coop. Il fatturato nel 2013 è sceso leggermente, da 1,08 miliardi a 1,02 miliardi di franchi. In compenso l’indicatore di redditività (margine operativo lordo, EBITDA) è aumentato di un ragguardevole 23,7%, raggiungendo i 123,1 milioni di franchi, e il margine corrispondente è salito al 12% rispetto al 9,1% dell’anno precedente. Questo successo il colosso mediatico non lo deve soltanto al business digitale, ma anche a diverse ristrutturazioni come il ridimensionamento di Swissprinters nell’ormai unica sede di Zofingen. In poche parole questo significa che anche in questa azienda i dipendenti hanno pagato il profitto con la perdita del proprio posto di lavoro.
Media Dai settori | 5
syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014 NUOVA FORMAZIONE IN COMUNICAZIONE VISIVA
Da progettista multimediale a “interactive media designer”! Una piccola rivoluzione scuote le arti visive e grafiche. Dopo due anni di intenso lavoro è nata una nuova professione. Dalla figura del progettista multimediale, che esiste nella Svizzera romanda dalla fine degli anni Novanta, si passa a quella dell’interactive media designer CFC. I primi corsi avranno inizio quest’estate. syndicom - il giornale: In cosa consiste questa nuova formazione per diventare interactive media designer? Michaela Varin: Gli interactive media designer (IMD) lavorano con le tecnologie digitali. Utilizzano le applicazioni del mondo grafico e dell’immagine, gli audiovisivi, l’animazione grafica, video e 3D, i software e i linguaggi che consentono l’interattività. Elaborano delle strategie di comunicazione. Questa formazione ruota intorno ai media connessi al Web: Android, touch screen, smartphone, tablet. Mentre il progettista multimediale si occupava ancora dei media stam-
zione, sono sul mercato concorrenziale. In questo settore, per il momento, la domanda è maggiore dell’offerta. Dunque quest’aspetto non desta molte preoccupazioni.
Questa formazione è soprattutto una grande innovazione per la Svizzera tedesca? Michaela Varin: Direi di sì. Per il momento, questa nuova formazione sarà proposta inizialmente a Basilea, San Gallo e Berna, ma soltanto nell’ambito di un sistema duale. Questa formazione sarà sicuramente proposta tra un anno a Zurigo, anche se, per il momento, non sono ancora state prese delle decisioni.
«Per inquadrare la professione, lo scorso 16 gennaio è nata una nuova associazione professionale a Berna: l’associazione Swiss interactive media design (SIMD). Essa raggruppa i sindacati syndicom – rappresentato da Hans Kern – e syna, l’Ufficio Paritario di Formazione professionale (UPF) e l’associazione padronale dell’industria grafica Viscom». sionale a Berna: l’associazione Swiss interactive media design (SIMD). Essa raggruppa i sindacati syndicom – rappresentato da Hans Kern – e syna, l’Ufficio Paritario di Formazione professionale (UPF) e l’associazione padronale dell’industria grafica Viscom. Abbiamo incontrato Michaela Varin, decana dei progettisti multimediali presso l’Eracom (Ecole romande d’arts et communication) di Losanna, e Pierre Fantys, direttore dell’Eracom.
pati (la stampa), l’IMD non avrà più a che fare con la carta, ma si occuperà unicamente di media digitali.
A livello salariale cosa ci si può aspettare al termine di questa formazione? Pierre Fantys: La gamma è molto ampia trattandosi di un CFC e considerando che alcune persone devono ancora formarsi. A volte sono salari di stagisti. Dal momento in cui si sono formati, in cui hanno conseguito una specializza-
Pierre Fantys: Con la Svizzera tedesca, il tutto assume una dimensione nazionale. Il riconoscimento è maggiore. Si rafforza un’offerta unica e in pieno sviluppo. È importante l’essersi riuniti. L’industria del Web è molto giovane e domina ancora un po’ il Far West a fronte di imprese molto piccole e molto volatili che sono prive di una cultura per la formazione. Disponiamo ora di un ottimo strumento.
Intervista: Yves Sancey
© Z VG
Questo certificato federale di capacità (CFC) era particolarmente atteso nella Svizzera tedesca. Infatti, al momento dell’esplosione di Internet, delle applicazioni, delle reti e dei forum sociali, non esisteva alcuna formazione multimediale certificata da un CFC che preparasse i giovani alla pubblicazione di immagini, video e suoni sui moderni supporti digitali di comunicazione (telefonini, tablet, schermi ecc.). Questa formazione consentirà di ovviare a questa situazione a partire da quest’estate. Per inquadrare la professione, lo scorso 16 gennaio è nata una nuova associazione profes-
Michaela Varin • Michaela Varin, grafica, decana dei progettisti multimediali presso l’Eracom (Ecole romande d’arts et communication) di Losanna, molto impegnata nell’allestimento di questo nuovo CFC. Pierre Fantys, direttore dell’Eracom, ci ha raggiunti durante l’intervista.
giornalismo
Contiamo le ore «Timbrare il cartellino? No grazie». Ma la registrazione dell’orario di lavoro è un gioco da ragazzi e migliora le condizioni di lavoro. Anche nelle redazioni. Nina Scheu Il giornalismo non è un lavoro d’ufficio con orari di sportello. Non è possibile prevedere il tempo che serve per scrivere un articolo: succede che saltano fuori nuovi fatti, succede che bisogna rimettere mano al testo, e talvolta le frasi semplicemente non scorrono. Poi è risaputo che le migliori idee in genere arrivano sempre quando uno è immerso nella vasca da bagno. Chi è che in quel momento sarebbe disposto ad alzarsi per andare a timbrare il cartellino? Nessuno, questo è ovvio, ma questo non è un buon motivo per farsi fregare. E invece è proprio quello che molti giornalisti fanno, quando cercano espressioni e parole giorno dopo giorno senza segnarsi queste ore lavorate, né per sé stessi né per il datore di lavoro.
Fidarsi è bene...
Il nuovo comitato SIMD si presenta nella foto accompagnato da Peter Theilkäs (segretariato SIMD) e da Roger Spindler (Schule für Gestaltung di Berna e Bienne). Si possono scorgere, in particolare, in alto a sinistra Thomas Gsponer (direttore di Viscom), accanto a Hans Kern (responsabile della formazione per syndicom). In basso a sinistra, invece, Michaela Varin (Eracom) (foto LDD).
Il ritmo che anima le redazioni da tempo ha perso ogni ragionevolezza, in molti luoghi vengono prodotti così tanti articoli che difficilmente si può ancora parlare di qualità nel senso di una ricerca dettagliata che documenti il racconto. Ormai gli straordinari sono una normalità, ma non vengono pagati. Nelle redazioni l’orario di lavoro non viene nemmeno
registrato. Questo si chiama orario di lavoro basato sulla fiducia. Tranne che per i quadri più alti, questa pratica però è illegale. E diciamolo: se la fiducia dev’essere in una direzione soltanto, ovvero unicamente a carico del lavoratore, allora è meglio tornare al vecchio controllo.
Il controllo è un gioco da ragazzi Gli orologi marcatempo sono acqua passata. L’unione sindacale consiglia diverse applicazioni che consentirebbero addirittura la registrazione del tempo di lavoro passato a mollo nella vasca da bagno. Queste applicazioni si trovano su iTunes e nel Google-Store sotto la voce registrazione dell’orario di lavoro, workLog, timesheet o timerecording. Qui non si tratta di registrare la durata dei nostri pensieri. Ma se a questi sussegue una lunga ricerca, questo è tempo di lavoro che va remunerato. Forse ci vuole coraggio dire quante ore ci sono volute per produrre quelle frasi ben fatte e scorrevoli. Ma solo quando verrà documentato il reale tempo di lavoro, le redazioni dovranno ritagliarsi di nuovo più spazio – e tempo – affinché la creatività giornalistica rioccupi il posto che le serve e che le compete.
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in prospet tiva
Sviluppo CCL Swisscom
Sondaggio sul carico di lavoro alla Swisscom I confini tra tempo lavorativo e vita privata si stanno dissolvendo sempre di più. Ci saranno probabilmente dipendenti che apprezzano questo venir meno dei confini. Ma per la maggior parte dei lavoratori, queste nuove libertà conducono a una sorta di sentirsi costretti a essere disponibili 24 ore su 24 e sette giorni su sette per i superiori e per i colleghi e le colleghe di lavoro. All’inizio vengono a mancare le attività di ricreazione nel tempo libero, poi ne soffrono le relazioni sociali dei dipendenti, e alla fine, la loro salute. La “Work-Life-Balance”, tanto decantata, perde il suo equilibrio. syndicom vuole saperne di più di questa dissoluzione della linea di demarcazione tra lavoro e vita privata, e vuole sapere come i lavoratori percepiscono il proprio carico lavorativo. Per questo il sindacato dal 31 marzo conduce un sondaggio online sulla mole di lavoro (www.syndicom.ch/swisscomumfrage). I risultati di quest’inchiesta confluiranno nelle prossime trattative CCL con Swisscom. Queste inizieranno, presumibilmente, tra due anni. (fs)
Sono nata a Berna nel 1980. Durante i miei studi di etnologia, scienze delle religioni e storia all’Università di Berna, mi sono specializzata nei settori della migrazione e della globalizzazione. Ho lavorato poi per diversi anni nel settore della promozione della pace: sono stata per due anni in Cisgiordania per conto del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) come osservatrice per i diritti umani, responsabile di gruppo e della comunicazione di una missione civile. Una volta rientrata in Svizzera ho partecipato a diversi progetti nel settore della mediazione dei conflitti per la Fondazione svizzera per la pace swisspeace. In seno a Amnesty International mi sono impegnata come volontaria per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani. Nell’ultimo anno e mezzo ho lavorato come redattrice e come giornalista al settimanale tachles, le cui tematiche principali erano quelle relative all’asilo in Svizzera, alla migrazione e ai diritti civili. All’inizio di questo mese ho iniziato a lavorare come redattrice di syndicom - il giornale. Mi rallegro molto di questo nuovo interessante incarico dalle tante sfaccettature. Vivo a Berna insieme al mio compagno e alla nostra figlioletta.
Michel Schweri
©BRUNO SMUCKI
Ebbene sì, è già stata avviata la campagna per le elezioni nazionali dell’autunno 2015. La possente Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM) ha già stilato il bilancio politico della prima metà della legislatura in corso. Il 7 marzo, il suo giornale ha pubblicato una classifica che da una parte elenca i consiglieri nazionali “che hanno mostrato un’attitudine benevola o amichevole verso il mondo delle PMI” e dall’altra parte “punta coloro che si disinteressano di una posta in gioco così vitale come quella delle arti e dei mestieri”. Il metodo usato è molto semplice. Nel 2012 e 2013, i voti individuali dei 200 eletti su circa 150 obiettivi inerenti all’economia sono stati analizzati e confrontati con le posizioni raccomandate dall’USAM al fine di calcolare il “grado di compatibilità” tra i parlamentari e il mondo degli imprenditori. Tra i 50 amici più stretti dell’economia padronale ne figurano 48 dell’UDC e 2 liberalradicali. Il primo democristiano si posiziona al 67esimo posto, e il borghese-democratico più “compatibile con i padroni” si colloca alla 76esima posizione. Tra le forze populiste, il primo eletto della Lega si posiziona al 60esimo posto e quello dell’MCR al 112°. Verso la fine della classifica troviamo il primo verde-liberale al 119esimo posto, il primo ecologista al 138° e il primo socialista al 140esimo posto. Da notare che all’inizio del 2011 c’erano ancora 17 radicali tra le prime venti posizioni della classifica; alla fine del 2013, ne sono rimasti 2 su 50. I pupilli dell’USAM ora provengono dunque da una nuova scuderia. L’Unione democratica di centro è diventata il partito dei padroni e l’USAM ne è felice, dal momento che la sua inchiesta le permette ormai di “anticipare quello che succederà”! Ma ci siamo anche noi ad osservare gli scena-ri, e anche noi siamo in grado di anticiparvi, più o meno, quello che potrebbe succedere. L’alleanza oggettiva tra l’UDC, che detta regolarmente l’agenda politica culminando nelle sue proposte estreme, e il “braccio armato” del padronato svizzero operativo per tutte le campagne referendarie o
NAOMI KUNZ, nuova redat trice d’iniziativa, apre un periodo di grande rischio per i lavoratori. I nuovi amici vogliono entrambi liberalizzare il mercato del lavoro, uno “opponendosi categoricamente all’inasprimento delle misure di accompagnamento” a protezione dei salari perché “le condizioni di lavoro in Svizzera sono già ben protette e gli abusi sono puniti”, e l’altro rifiutando “delle nuove restrizioni che ridurrebbero la flessibilità del mercato del lavoro”. Almeno la sinistra e i sindacati vi hanno messo tutti in guardia. È stata ufficialmente aperta la guerra alle condizioni di lavoro e il risultato dello scrutinio del 9 febbraio è stato solo un piccolo assaggio di quello che cuoce nelle pentole dell’“Unione democratica delle arti e dei mestieri”.
©Z VG
Il partito dei padroni
Manifestazione sindacale europea a Bruxelles Il 4 aprile, in occasione di una grande manifestazione a Bruxelles, all’incirca 50‘000 sindacalisti provenienti da 25 Paesi hanno chiesto insieme un’Europa attenta ai temi sociali, democratica e solidale. Infatti, a cinque anni dallo scoppio della crisi, molti europei risentono ancora delle sue conseguenze economiche e sociali: 24 milioni di disoccupati, condizioni di lavoro precarie, ineguaglianza e povertà caratterizzano la vita quotidiana di molti Paesi. La politica paralizzante di risparmio e di austerità
dell’UE dovrebbe essere abbandonata, infondendo quindi nuova speranza alle persone. Questa la richiesta della Confederazione Sindacale Europea (CSE) nel suo appello. I sindacati svizzeri sostengono queste richieste. Pertanto una delegazione di circa 50 attivisti di syndicom e Unia ha preso parte a questa grande manifestazione. Un’Europa attenta ai temi sociali, democratica e solidale è quindi importante anche per la Svizzera. Solo un’Europa di questo tipo garantisce condizioni di lavoro eque e un’esistenza dignitosa per tutti i salariati e le salariate.
Le elezioni europee si terranno anche in Svizzera Dal 22 al 25 maggio 2014 verranno rieletti i membri del Parlamento europeo, e si preparerà quindi il terreno per una nuova Europa. Anche 1,7 milioni di cittadini dell’UE residenti in Svizzera godono del diritto di voto. Dal momento che, per un’Europa sociale, ogni voto è fondamentale, è importante che tutti partecipino. Per maggiori informazioni riguardo agli europei aventi diritto di voto in Svizzera si consulti il sito www.europawahl2014.ch. (red)
Brevi telecom Studi sulla parità salariale INCREMENTO DELL’1% DELLA SOMMA SALARIALE PRESSO SUNRISE A inizio febbraio syndicom ha negoziato con Sunrise un rialzo della somma salariale del-l’1%. La direzione di Sunrise ha approvato il risultato delle trattative alcuni giorni fa. Per i dipendenti di Sunrise assoggettati al contratto collettivo di lavoro l’incremento della somma salariale ammonta addirittura all’1,3%. La ripartizione ha luogo su base individuale tenendo conto delle prestazioni. Se paragonato ad altri del settore si tratta indubbiamente di un buon accordo. Da Sunrise viene confermato ciò che molte aziende sanno: un contratto collettivo di lavoro fornisce ai dipendenti un valore aggiunto. Per CCL solidi sono necessari sindacati forti e in questa ottica ogni iscritto conta! Regolamento spese per i dipendenti cablex L’introduzione del regolamento spese presso cablex ha suscitato un polverone. Il sindacato syndicom ci tiene a precisare quanto segue:
• Il nuovo regolamento spese con la diaria forfettaria per il pranzo è entrato in vigore il 1° aprile 2014. • Essa sostituisce il vecchio rimborso spese per il pranzo. • Potrà continuare a essere richiesto il rimborso per le spese che sono in diretta relazione con il lavoro: spese di parcheggio, spese per il materiale, spese alberghiere, spese di trasporto ecc. • Nella diaria forfettaria sono contenute anche le spese minime come ad esempio il costo per un parcheggio breve. • Per tutti gli altri casi continuerà a valere il regolamento spese Swisscom, dal momento che questo regolamento vale anche per cablex. • Ci dovessero essere lavoratori cablex che presentano regolarmente spese che eccedono il rimborso spese forfettario previsto, allora si cercheranno soluzioni individuali con essi. • Il foglio allegato per la firma ha natura esclusivamente fiscale. Nel caso ci fossero comunque delle incomprensioni va contattato il segretariato regionale.
Rimborso contributo A vantaggio dei soci syndicom Local.ch preleva come previsto dal contratto collettivo di lavoro (CCL), da tutti i dipendenti, il contributo per l’applicazione del suddetto contratto. L’importo corrisponde allo 0,15% del salario base. I soci syndicom non devono pagare questo importo in quanto già sindacalizzati. Nella loro busta paga questa voce deve dunque essere stornata. Con la somma che si ottiene vengono finanziate le spese di syndicom e local.ch legate al CCL. Questo contributo diciamo di solidarietà pagato da tutti è per evitare che solo coloro che sono iscritti al sindacato contribuiscano a pagare un CCL che va poi a beneficio di tutti. Va detto che in questo modo i soci syndicom con la loro quota pagano di più del minimo di solidarietà ma beneficiano di una serie di prestazioni come ad esempio la consulenza sindacale e la protezione giuridica. Un’affiliazione che ha i suoi vantaggi e per coloro che fanno iscrivere altri colleghi ricordiamo ci sono 100 franchi in premio.
Ritratto Diritto | 7
syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014 «riprendere ancora una volta la penna in mano per traasmet tere qualcosa di personale»
Il messaggio del piccione viaggiatore Naomi Baldauf, una giovane designer di Zurigo, crea libri, cataloghi, partecipazioni di vario tipo, copertine di CD, siti web e volantini; sotto il marchio “Le pigeon voyageur” ha disegnato una collezione di eleganti carte da lettere e buste: anche in tempi di email e sms il suo piccione viaggiatore può portare una nota d‘allegria. Charlotte Spindler rete che attira subito la curiosità dei visitatori: vi si affollano tante cose meravigliose e anche curiose fatte di carta e di cartone: disegni, foto, figurine da gioco, cartoline, scatole e scatoline. Molte cose provenivano da mercatini delle pulci o erano souvenir di viaggi. Non si smetterebbe mai di guardare di qua e di là e si vorrebbe rigirare tutto tra le mani.
© SABINE ROCK
Scrivere è più bello…
Moltitudine di tesori di carta in bella mostra · Naomi Baldauf nel suo atelier.
Quella che un tempo era una fabbrica di piume alla periferia di Zurigo è oggi un posto molto speciale. Sulla destra, giardini di villette unifamiliari, a sinistra l’ubicazione delle giostre con i suoi stand, davanti la curva del tram, sul di dietro l’impianto di depurazione. Vi si trovano vari atelier
di fotografi, architetti e artisti. I vecchi pavimenti di legno scricchiolano pesantemente nel corridoio: le stanze sono molto alte e spaziose. Nel locale in cui Naomi Baldauf ha il suo atelier tutte le pareti sono d’un bianco immacolato e c’è uno scaffale alto quanto la pa-
Non si tratta tanto di una passione per il collezionismo quanto di amore per le cose belle del tempo che fu e di tutto ciò che è stato fatto con le mani, artigianalmente. Buona parte dello spazio è occupato da “Le pigeon voyageur”, una collezione di articoli di cartoleria che Naomi Baldauf realizza insieme con la tipografa Rita Nicolussi e che ha già esposto in diverse fiere specializzate sia in Svizzera che all’estero. «Il messaggio del nostro piccione viaggiatore, del “pigeon voyageur”, potrebbe essere quello di riprendere ancora una volta la penna in mano per poter così trasmettere qualcosa di personale» osserva Naomi. «Le lettere e le cartoline mostrano la calligrafia di chi scrive e per questo vengono conservate più spesso delle mail. Partecipazioni e annunci progettati e realizzati con accuratezza e stile, per esempio per la nascita di un bambino, per un matrimonio o per la morte di un familiare mostrano il loro valore
e costituiscono un piccolo retaggio anche per le generazioni future». Presso “Le pigeon voyageur” si disegnano e si stampano partecipazioni di matrimonio, inviti, partecipazioni per funerali anche personalizzati e su misura. Della famiglia di Naomi Baldauf si sono conservati moltissimi documenti, lettere e fotografie. Alla parete è appeso un disegno messo in cornice e appartenente a suo nonno che rappresenta una strada di Basilea e che risale agli anni Trenta. Per le carte da lettere e per i cartoncini della serie “Erbario d’Agarone”, Naomi si è lasciata ispirare dai fiori pressati con cura, raccolti dal fratello del suo bisnonno e dotati di piccole iscrizioni; anche le “Lettres d’Hélène” – questo è il nome di un’altra serie di carta da lettere – hanno la loro origine “in famiglia”: Hélène, le cui lettere sono state trovate nel lascito di famiglia, era la madrina della madre, un’elegante signora di Parigi che non si era mai sentita a suo agio in Svizzera....
Esperienze giapponesi I genitori di Naomi Baldauf lavorano entrambi nel teatro e lei dice di sé stessa di essere «figlia d’arte». Il materiale scenico, la maschera, il travestirsi e il fotografare, sono tutte cose che fanno parte della sua infanzia. A cui è poi seguita, dopo l’esame di ma-
turità, una formazione nell’ambito delle arti. Studiare moda alla Scuola superiore di Arnhem oppure a Londra? Era attirata anche dal giornalismo, come percorso professionale, ma un anno di studio all’università le ha fatto capire che questa non era la sua strada per arrivarvi. Fece perciò domanda per essere ammessa al corso preparatorio della Scuola superiore delle Arti di Zurigo (ZHdK) e più tardi ha frequentato un corso specialistico di comunicazione visiva. Nel 2001/2002 ha trascorso sei mesi in Giappone come stagista in tre aziende diverse, tra le quali uno studio di grafica che aveva anche una linea di articoli di cartoleria. Ha imparato il giapponese e ha scoperto una vera e propria passione per la cucina giapponese. «Per me è stata un’esperienza davvero sorprendente vedere che, nel reparto produzione di una grande fabbrica di cosmetici in cui ho lavorato per alcuni mesi, i disegni venivano prima fatti tutti a mano e poi eseguiti come modelli» ci racconta Naomi, che disegna lei stessa a mano molte cose prima di sedersi al portatile. Artigianato, carte di grande bellezza, accuratezza della veste tipografica hanno un loro valore. Anche questo è un messaggio del piccione viaggiatore.
www.pigeon-voyageur.ch
PUNTO & DIRITTO
Sono stata licenziata per motivi economici da una ditta di logistica e di corriere. Ero assunta come disponente. Quando mi hanno consegnato la lettera di licenziamento, mi hanno fatto presente che nel contratto di lavoro era stato concordato per iscritto il divieto di concorrenza. In base a quest’ultimo, alla cessazione del mio rapporto di lavoro, per tre anni non posso svolgere un’attività similare a quella del mio vecchio datore di lavoro nella regione di quest’ultimo, in quanto potrei fargli concorrenza. Non posso né gestire un’attività in proprio, né essere socia né lavorare in una ditta di questo tipo. Il mio datore di lavoro è presente su tutto il territorio svizzero. A questo punto mi chiedo: è ammissibile una clausola del genere?». Per essere ammissibile, una clausola di non concorrenza deve soddisfare diverse condizioni. Innanzitutto la lavoratrice deve essere capace di agire dal punto di vista legale, ovvero deve essere maggiorenne e capace d’intendere e di volere. Inoltre il divieto di concorrenza deve essere stabilito per iscritto e ci deve essere apposta almeno la firma della lavoratrice. Quest’ultima poi deve avere avuto modo di visionare la clientela e di venire a conoscenza dei segreti di fabbricazione o dei segreti di affari ed essere in grado di danneggiare considere-
volmente il vecchio datore di lavoro attraverso queste conoscenze. D’altra parte, questo divieto di concorrenza non deve ostacolare in maniera iniqua il futuro professionale della lavoratrice e può per questo vietare soltanto un’attività che sia in diretta concorrenza. A seconda delle circostanze del licenziamento o nel caso le condizioni di lavoro fossero insostenibili, come anche in caso di rinuncia da parte del datore di lavoro, questo divieto di concorrenza può decadere. Tra l’altro, un divieto di concorrenza deve essere limitato e proporzionato al luo-
go, al periodo e all’oggetto. Un periodo di tempo fino a 3 anni viene dichiarato come ammissibile. Esso può essere oltrepassato soltanto in condizioni particolari. Con la firma del contratto di lavoro hai accettato la clausola di non concorrenza per iscritto. In qualità di disponente hai potuto farti un’idea del giro di clienti e potresti anche danneggiare considerevolmente il datore di lavoro portandogli via attivamente dei clienti. Evidentemente il tuo datore di lavoro non è interessato a rinunciare a questa clausola di non concorrenza e le condizioni
lavorative non danno nessuna indicazione riguardo a circostanze non conformi di licenziamento o a condizioni di lavoro insostenibili. Il fatto che tu non possa lavorare come disponente in un’azienda di logistica risp. di corriere per i prossimi tre anni in tutta la Svizzera non equivale a un divieto di svolgere la professione, che semmai un giudice dovrebbe limitare nello spazio e nel tempo. I disponenti sono ricercati in tutti i settori, ovunque ci siano delle forniture da eseguire. Dunque hai la possibilità di candidarti come disponente in altri settori. La
© Z VG
È ammissibile un divieto di concorrenza?
Kathrin Melzani Collaboratrice servizio giuridico clausola di non concorrenza di conseguenza va considerata ammissibile. Le clausole di non concorrenza fissate nei contratti di lavoro possono avere altre conseguenze. Dunque bisogna verificare il contenuto della documentazione contrattuale prima di firmare il contratto e cercare di parlarne con il nuovo datore di lavoro potenziale per ridurre le eventuali clausole ivi contenute a un livello adeguato. syndicom avrà il piacere di sostenerti in quel caso e su richiesta esamina anche i relativi contratti di lavoro.
8 | Sindacato Pensionati
syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014
Intervista ad alberto Nessi
Contro la volgarità del pensiero Nella società quali sono a suo avviso i cambiamenti più significativi?
È un tranquillo martedì pomeriggio, a Rivera è in corso l’assemblea dei pensionati che con rigore parlano di questioni statutarie, presentano il rendiconto delle attività dell’anno trascorso, rinnovano le cariche. Poi entra in sala Alberto Nessi e fin dalle sue prime parole il tempo sembra sospendersi. Racconta un po’ di sé. Di come abbia cominciato a scrivere attraverso la poesia. “Si pensa che sia più facile perché si va a capo. In realtà la poesia ha un linguaggio speciale che va coltivato perché diventi di qualità”, rivela agli uditori presenti in sala. Solo dopo è arrivata la prosa ed egli si è ben presto reso conto che per scrivere bene è necessario scrivere di cose che si sanno e siccome essendo maestro dice “non è che avessi grandi avventure”, si è dedicato alle storie della nostra terra. Quelle storie che un tempo venivano tramandate di generazione in generazione nei racconti di paese e che ora grazie ad Alberto Nessi potranno restare a memoria futura anche se nei paesi gli anziani non si raccontano più. Dal libro Terra matta, l’autore regala poi tre letture e conclude il suo intervento con una poesia. Sentire le parole di un libro prendere vita con la voce di chi le ha scritte è sempre particolare. Alberto Nessi lo ha fatto magistralmente rendendo questo momento magico. La redazione lo ha incontrato per conoscere qual è il suo sguardo sulla nostra società.
syndicom: In questi ultimi anni il suo sguardo verso il Ticino è cambiato? Alberto Nessi: Un po’ sì, perché il Ticino è cambiato. Negli ultimi anni a livello politico c’è stata veramente una svolta a destra, con l’arrivo al governo della Lega ma anche con atteggiamenti sempre più frequenti di non tolleranza ad esempio nei confronti degli stranieri. Atteggiamento che mi delude profondamente. Il popolo ticinese, a parte nel periodo del fascismo, è stato sempre tendenzialmente aperto. Oggi non è più così. Per questo il mio sguardo è diventato molto più critico. Un po’ di settimane fa, ad esempio, ho ricevuto il link a una pagina facebook di un deputato leghista al Gran Consiglio che mostrava una foto con due donne musulmane vestite di nero, coperte integralmente e riprese da dietro accostate a due sacchi della spazzatura. Una scritta chiedeva di trovare la differenza. È assolutamente deprimente constatare a che punto è arrivata oggi la volgarità, anche quella del pensiero.
Nel corso dei secoli si è assistito a un’emancipazione dell’uomo, ad esempio, dalle autorità ecclesiali. Il prete prima era un po’ l’autorità del villaggio. Oggi non c’è più questa presenza così forte che condiziona le coscienze. Sulla base di questi cambiamenti l’essere umano dovrebbe oggi essere più libero invece è schiavo del consumismo e succube di altri poteri come quello della “telecrazia”. Ci si abbevera alle notizie che vengono dalla televisione, non si legge più abbastanza, non ci si informa a sufficienza con la conseguenza che non si è più in grado di sviluppare un’opinione critica personale. Siamo passati da un’oppressione all’altra e l’aver raggiunto la libertà di pensiero è una mera illusione.
Che cosa pensa della tendenza che si registra in gran parte dei Paesi d’Europa di andare verso una politica di destra? Si tratta purtroppo della vittoria del capitalismo. L’ideologia comunista è scomparsa per sua stessa colpa perché degenerata nella dittatura staliniana che è stata feroce e ha buttato una luce oscura su tutto il pensiero filosofico che ne era alla base. L’aspira-
La scrittura può essere terapeutica ma non per forza ha poi un valore letterario. La letteratura deve offrire un prodotto di qualità che rispetta il lettore offrendo una pagina ben scritta. Il lavoro dello scrittore è dunque trovare le parole giuste per comunicare agli altri delle emozioni. Questo non lo si fa con uno sfogo che deve essere terapeutico. Indubbiamente bisogna avere qualche cosa da scrivere ma è necessario anche studiare e leggere gli altri scrittori, in particolare i classici, e poi è indispensabile esercitarsi. Bisogna dunque saper unire il talento con l’esercizio e il lavoro.
Ci troviamo in un mondo sempre più mediatizzato, a suo avviso c’è ancora posto per i libri e in particolar modo per quelli di poesia? Constato che c’è un grande bisogno di poesia che però è difficile da trovare. Ciò che oggi viene scritto è in parte deludente perché questo bisogno non è sorretto dall’approfondimento dei testi degli altri. In generale si scrive troppo e si legge troppo poco. Va però detto anche che in una società dove tutto è mercificazione bisogna ammettere che la poesia è un’antimerce e non interessa quasi nessuno. La poesia pare inutile come un fiore o
«Non è mica vero che l’ideologia sia morta come si dice. Oggi rimangono dei movimenti che lottano e tentano di salvare le cose fondamentali dell’umanesimo». zione a una società senza classi, secondo il pensiero marxista, così come il pensiero delle origini del cristianesimo, basato sull’ideale di uguaglianza, è scomparsa. Ha purtroppo lasciato il posto all’ideologia del profitto, capitalistica, che oggi domina le coscienze. Non è mica vero che l’ideologia sia morta come si dice. Oggi rimangono dei movimenti che lottano e tentano di salvare le cose fondamentali dell’umanesimo. Ci vorrebbe un nuovo umanesimo per salvare l’umanità, ma ammetto che, con la odierna dirompente ideologia dei consumi, si tratta di un’utopia.
Che cosa può fare il sindacato? Il sindacato difende i deboli e parla alle loro coscienze e può e deve agire sul fronte dell’apertura delle coscienze verso gli altri. Il problema è coinvolgere le persone. Bisogna dare loro emozioni per far sì che gli altri si possano identificare. Ci possono essere molti modi per farlo, uno è attraverso la cultura e l’arte. Allora il sindacato potrebbe, come era agli inizi, organizzare delle serate culturali. Forse anche in questo caso sono idee utopistiche ma c’è un bisogno urgente di riportare le persone verso le emozioni.
Si dice che la scrittura è anche terapia. Per lei la scrittura è stata ricerca storica, denuncia o autoanalisi?
come la pioggia per fare una citazione, per dire che al contrario la poesia è vita, vita spirituale.
L’informazione oggi è in crisi e si sente da più parti suonare un campanello d’allarme per la qualità sempre più carente. Cosa ne pensa? Oggigiorno siamo superinformati, oserei dire quasi bombardati da informazioni e immagini, eppure le notizie non lasciano alcuna traccia, neanche le notizie più drammatiche. La coscienza ne rimane impermeabile e non si crea più un processo di riflessione. Nell’informazione scritta penso sinceramente che vi sia crisi ma questo è solo uno dei mali, l’altro è che la cultura va via via a sparire e il livello dei contenuti dell’informazione è sempre più scadente.
Gli anziani a suo avviso hanno ancora oggi un ruolo di riferimento nella nostra società? Gli anziani in una società utilitaristica vengono messi da parte, perché non rendono più. Un tempo l’anziano, e non si aveva paura di chiamarlo vecchio, era un punto di riferimento. Non per forza era un saggio, ma comunque aveva una vita da raccontare. In questa società frammentata e individualista il sindacato può ancora avere un importante ruolo socializzante.
Intervista di Barbara Bassi
Assemblea annuale ordinaria GI Pensionati syndicom Ticino e Moesano Rivera, ristorante "la Bricola", ore 14.30 Buona partecipazione all’annuale assemblea che ha permesso di fare il punto su quanto fatto e sui programmi futuri. Gabriele Castori, nostro presidente, apre l’assemblea e saluta in modo particolare i presenti, gli ospiti di UNIA Gabriele Milani, Antonio De Bastiani, Fernando Giulietti e Antonio Rimoldi e la segretaria di syndicom Barbara Bassi. Franco Caravatti, presidente del giorno, apre i lavori statutari e dopo l’approvazione del verbale del 21.5.2013 presenta un rapporto sull’attività in Ticino dell’anno trascorso; Gianni Chopard ed Ernesto Fenner, membri del comitato nazionale, completano tale rapporto con un breve resoconto circa i temi e le problematiche discusse a livello nazionale. Gabriele Castori presenta il programma dell’attività 2014. Fa seguito un articolato intervento di Giannino Franscini sul tema “politica degli anziani”. Alla voce nomine il Comitato è stato rieletto all’unanimità per un altro mandato formato dal presidente Gabriele Castori e dai membri Fedora Soldini, Giannino Franscini, Franco Caravatti, Gianni Chopard ed Ernesto Fenner. Chiusi i lavori assembleari il nostro ospite, il poeta ticinese Alberto Nessi ci intrattiene per circa un’ora con un’ampia presentazione di alcuni suoi libri, leggendoci anche qualche pagina e una poesia. I presenti hanno seguito con interesse il suo intervento molto chiaro e gradito da tutti. L’assemblea si conclude alle ore 16.30 seguita da un rinfresco durante il quale le colleghe e colleghi hanno trovato il modo per continuare a discutere e scambiarsi le proprie opinioni. Ernesto Fenner
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syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014 giornalismo
Giornalisti si diventa
© F. LEUENBERGER
Alcuni ediotri a favore e alcuni contro, ma il corso di giornalismo della Svizzera italiana rimane una buona occasione per accompagnare coloro che iniziano il mestiere di giornalista. Ogni due anni oltre una ventina di corsisti ottiene il diploma cantonale di giornalismo. Barbara Bassi
Da diversi decenni coloro che in Ticino cominciano a lavorare in una redazione, sia essa della carta stampata, delle emittenti radiotelevisive o di una testata online, possono accompagnare il loro percorso biennale di "apprendisti" frequentando il Corso di giornalismo della Svizzera italiana. Il Corso viene messo in piedi dall'omonima associazione composta dagli editori (RSI e stampa svizzera) e dalle organizzazioni dei dipendenti (syndicom, atg e SSM). Alla fine del corso i partecipanti possono ottenere il diploma cantonale di giornalismo. Se alcuni editori hanno scelto, anche nel loro interesse, di puntare sulla formazione dei propri giovani cronisti per sostenere un giornalismo di qualità, altri editori sono latenti e alcuni addirittura contrari a questa formazione. Di fatto vi sono testate che hanno sempre inviato i dipendenti a seguire questa formazione. Tra queste contiamo ad esempio la RSI, La regione Ticino, il Corriere del Ticino, Area e Popolo e libertà. Vi sono poi editori che non hanno nulla contro questo tipo di formazione ma dicono di essere in difficoltà a dare il tempo necessario per seguire tutto il corso. Vi sono poi editori o spesso direttori di giornale che boicottano apertamente questo percorso di formazione.
Certo con le redazioni che sono state via via sfrangiate per ridurre i costi, viene più volte segnalato un problema a mettere a disposizione dei giovani e delle giovani giornaliste il tempo materiale per poter frequentare il corso. Ciò nonostante da quello che si può dedurre dalla valutazione che gli stessi corsisti fanno mediante dei questionari che gli vengono consegnati durante il percorso di formazione, il corso di giornalismo rimane indubbiamente un'ottima occasione per conoscere tutte le realtà giornalistiche, fattore sempre più rilevante in una società mediatica che va verso la crossmedialità, sia a livello di mezzi d'informazione che di ambiti giornalistici. Altro fattore che viene indicato come positivo è la possibilità, in particolare per coloro che provengono da piccole redazioni, di confrontarsi con i colleghi di altre testate. Da parte sua syndicom, che partecipa attivamente nell'associazione con due membri che siedono in commissione e la gestione della segreteria, chiede a tutti gli editori di cercare di permettere al maggior numero di giornaliste e giornalisti di poter accedere a questa formazione pensata appositamente per loro. Va detto che Eugenio Jelmini, già direttore delle scorse edizioni del corso, di anno in anno cerca di portare sempre nuove idee per poter migliorare l'offerta didattica e rispondere alle esigenze formulate dai corsisti e, là dove possibile, anche dagli editori. Anche quest'anno si potrà consultare il vasto programma sul sito dell'associazione (www.corsodigiornalismo,ch). Le iscrizioni sono aperte fino al 9 maggio 2014.Il requisito principale per potersi iscrivere è quello di svolgere un'attività giornalistica almeno al 50 %. Si intende ovviamente un'attività retribuita. I dettagli d'iscrizione sono stati pubblicati sul foglio ufficiale (vedi riquadro a lato).
Iscrizione ai Corsi di giornalismo della Svizzera Italiana L’Associazione “Corsi di giornalismo della Svizzera Italiana” comunica che sono aperte le iscrizioni al corso base di giornalismo per l’anno 2014-2015. Condizioni di ammissione, della Convenzione del corso di giornalismo della Svizzera Italiana del 27 gennaio 2011: Art. 9: possono fare domanda di ammissione al Corso: a) i redattori e praticanti redattori che lavorano in una redazione giornalistica della Svizzera Italiana e che sono iscritti o mandati da uno dei partner firmatari della Convenzione; b) altri candidati che possono dimostrare un’attività giornalistica a tempo pieno o a tempo parziale, non inferiore al 50%. Art. 10: le domande di ammissione al Corso devono essere presentate alla Segreteria (Segreteria Corsi di giornalismo della Svizzera Italiana, Casella Postale 5287, 6901 Lugano) entro il termine di iscrizione, corredate da curriculum vitae e fotocopie dei titoli di studio e di lavoro. Alla domanda di ammissione deve essere allegata una dichiarazione del datore di lavoro con la quale si certifica il rapporto d’impiego e con la quale egli si impegna a consentire al corsista una frequenza regolare e a retribuirlo durante la sua assenza. La domanda di ammissione al Corso implica per il richiedente l’accettazione del programma. Le domande d’ iscrizione verranno esaminate dalla Commissione del Corso il cui giudizio è inappellabile. Art. 11: nei casi ritenuti suscettibili di approfondimento il candidato può essere sottoposto a un esame di ammissione. La decisione della commissione è inappellabile. Art. 12: le lezioni, la partecipazione a seminari e alle altre iniziative didattiche del Corso sono gratuite per i collaboratori e/o i membri delle associazioni partner. Per gli altri candidati la tassa d’iscrizione è stata fissata in Fr. 5'000.00 (escluso il costo per la seduta di esame). Termine d’iscrizione: entro venerdì 9 maggio 2014. Date del corso con sede nel Luganese: Modulo 1: 3 ottobre 2014; modulo 2: 4 ottobre 2014; modulo 3: 17/18 ottobre 2014; modulo 4: 7/8 novembre 2014; modulo 5 (L): 21/22 novembre 2014; modulo 6: 28/29 novembre 2014; modulo 7 (L): 12 o 13 dicembre 2014; modulo 8: 19/20 dicembre 2014; modulo 9: 9/10 gennaio 2015; modulo 10: 23 gennaio 2015; modulo 11: 24 gennaio 2015; modulo 12: 6/7 febbraio 2015; modulo 13 (L): 12 o 13 febbraio 2015; modulo 14: 27/28 febbraio 2015; modulo 15: 6 marzo 2015; modulo 16: 7 marzo 2015; modulo 17 (L): 13 o 14 marzo 2015; modulo 18: 27/28 marzo 2015; modulo 19: 17/18 aprile 2015; Sono inoltre previste due ulteriori giornate di riserva per eventuali approfondimenti il 24 aprile 2015 e il 25 aprile 2015. Esami finali: gli esami finali per l’ottenimento del Diploma cantonale di giornalista si terranno nel corso del mese di giugno 2015. Il bando d’iscrizione all’esame finale in base al relativo regolamento del 5 febbraio 2010 verrà pubblicato sul Foglio Ufficiale entro il 30 aprile 2015. In linea di principio coloro che vengono ammessi al Corso di base sono iscritti d’ufficio all’esame, salvo una loro esplicita rinuncia scritta (Art.7 cpv.1 del Regolamento di esame). Ulteriori informazioni: www.corsodigiornalismo.ch Segreteria: Barbara Bassi c.p. 5287, 6901 Lugano oppure barbara.bassi@syndicom.ch Presidenza: fabrizio.ceppi@rsi.ch Lugano, 3 aprile 2014
comunicazione visiva
Un salario minimo per i comunicatori Si tratta di un tema scottante anche per il settore della Comunicazione visiva in Ticino, ambito professionale particolarmente colpito da posti di lavoro come grafico dipendente pagati a cifre da stagista. Non manca settimana in cui non mi imbatto in offerte di lavoro, per posti a tempo pieno, dove è richiesta esperienza, e il salario offerto è tra gli 800 e i 1’500 franchi al mese. A volte sono le aziende che cercano di arricchirsi speculando sugli stipendi, altre volte sono loro stesse a subire la concorrenza. Una situazione che porta comunque danni a tutta l’economia, con risvolti assurdi di persone che pur lavorando devono ricorrere all’assistenza sociale in quanto ricevono salari troppo bassi per poter far fronte
al costo della vita in Svizzera. Oltre a essere una chiara beffa per chi lavora è un costo per lo Stato e pertanto per la collettività. La concorrenza sul piano del basso costo danneggia poi anche coloro che nel settore lavorano come indipendenti che devono confrontarsi con prezzi troppo bassi che li obbligano a fare una scelta di fondo, mantenere prezzi corretti rischiando di non essere competitivi o svendere il proprio lavoro con la conseguenza di non poter poi viverne. Nel settore dei comunicatori visivi è pertanto un problema trasversale che non fa sconti né a chi sceglie la via del lavoro a contratto né chi quella da indipendente su mandato. Non bisognerebbe mai dimenticare il valore di una professione in questo
caso creativa, molto amata da chi la svolge, che ha richiesto anni di studio, frutto di passione artistica e che il cliente spesso non riesce a cogliere nella sua complessità. Non dimentichiamo poi la concorrenza delle offerte che si trovano in rete dove sempre più ci sono opzioni di grafica preconfezionata con loghi e design apparentemente attraenti ma paragonabile alla differenza che può esistere tra un abito disegnato e realizzato su misura apposta per te o un capo d’abbigliamento fatto in serie in vendita nei grandi magazzini. Mi sono ritrovata un giorno nel portafoglio due biglietti da visita identici nella grafica, uno di un’insegnante di pilates e l’altro di una scuola danza, mi è sembrato di essere in un “fast food” della
© F. LEUENBERGER
Il prossimo 18 maggio saremo chiamati alle urne per votare l’iniziativa che vuole introdurre in Svizzera un salario minimo di 4’000 franchi per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Giulia Centemeri*
grafica. Per questo sono convinta che il salario minimo è una necessità per la tutela professionale senza dimenticare che porterà benefici anche all’economia aumentando il potere d’acquisto dei lavoratori con conseguenze positive sulla creazione di nuovi posti di lavoro.
* Giulia Centemeri è segretaria regionale.
10 | Diario di viaggio La via della stampa
syndicom | N. 5 | 18 aprile 2013
due giovani all’avventura
Future Shelter, al riparo sotto il tetto dell’arte Il viaggio alla scoperta di stampatori e calligrafi continua. In una delle zone più tranquille e caratteristiche di Perth, appena fuori dal centro pulsante della città, incontriamo il proprietario di un atelier dalle caratteristiche particolari. Andrea Ventola*
prodotti sono strettamente legati al territorio. «Mia moglie si ispira, per i suoi pattern e per le sue illustrazioni, alla natura e all’industria del Western Australia. I pattern floreali, ad esempio, sono tutti una reinterpretazione dei favolosi fiori selvatici di questa zona. Le stampe, le t-shirt e altri oggetti di uso quotidiano sono ispirati all’industria mineraria, in particolare a quella di Port Headland, il più grande porto offshore del mondo».
Jane e Adam sono anche sostenitori di una politica ambientale nel realizzare e vendere i loro lavori. Visto da fuori, il negozio Future Shelter al numero 56 di Angove St., è un piccolo gioiello di design. Le vetrine pulite si incastonano nella via dei caffè italiani, pasticcerie e boutique. Ci passate davanti tante di quelle volte, che neanche vi sfiora l’idea di tuffarci il naso là dentro, abituati ad ammirarlo dall’esterno e troppo svogliati per soffermarvi sui dettagli. Invece, quando l’ispirazione vi coglie, quando l’occhio si sofferma un attimo di più a sfogliare gli oggetti dall’altra parte del vetro, con una mano a coprire il riflesso, capite che la magia è soprattutto al suo interno. La porta si apre silenziosa e subito si dipana davanti a voi un mondo magico fatto di lampade e tessuti a fiori, stampe raffiguranti la zona mineraria del Western Australia e del porto di Port
Headland, sagome di animali e taglieri, t-shirt serigrafate e oggetti di cartoleria. Adam Coffey, il proprietario del negozio insieme a sua moglie Jane, vi accoglie con un gran sorriso e senza neanche accorgervene vi ritrovate a parlare di arte, Australia e progetti, immersi in un’ambientazione caratteristica e fantastica. Adam spiega come Future Shelter sia nato con l’idea di fornire prodotti made in Perth, illustrati da Jane e realizzati nel retrobottega del negozio. Dopo un breve tour nella sezione adibita al pubblico, dove campeggiano le opere di sua moglie Jane, Adam ci apre le porte del laboratorio nel quale prendono vita le loro creazioni. Al suo interno si possono ammirare i prodigi tecnologici utilizzati dalla coppia, comprendenti un macchinario per la stampa serigrafica, una taglierina laser, una macchina CNC, stampanti digi-
Il legno che utilizziamo è solo legno regionale, e tutti i lavori che non riusciamo o non possiamo svolgere nel laboratorio di Future Shelter li commissioniamo ad artigiani locali. Inoltre adoperiamo vernici ecologiche, materiale locale, manodopera regionale, design ispirato al territorio... Il tutto a chilometri zero, vale a dire senza dispendio energetico nel trasporto e nella vendita dei lavori.
tali fino a 10 colori, una macchina da cucire, un laboratorio per la progettazione dei modelli-campione, una sala di taglio per il legno e un piccolo forno per la ceramica. Adam racconta come nasce e si sviluppa il sogno di contaminare il pubblico con la fantasia. «I miei studi mi hanno consentito di ottenere una laurea in Ingegneria Meccanica. Successivamente ho sviluppato una certa esperienza nella gestione di grandi progetti industriali. Mia moglie Jane ha invece un Master in Stampa di Tessuti ottenuto al Royal College of Art di Londra e ha lavorato come designer per diversi brand in tutto il mondo».
Poi cos'è cambiato? Quando Jane è rimasta incinta abbiamo deciso di rallentare il ritmo e di cambiare target. Con i nostri risparmi e l’introito dei lavori svolti per i clienti all’estero abbiamo comprato alcuni macchinari. Ci siamo visti negare il fi-
nanziamento da parte delle banche in quanto non possedevamo nessun immobile come garanzia. Comunque ci siamo dati da fare e abbiamo aperto Future Shelter. La produzione di Jane e Adam è a trecentosessanta gradi e i loro
Parlate con Adam per qualche minuto ancora e dentro di voi lo sapete che il magnifico periodo trascorso in Australia sta per finire. E che il viaggio, denso di significati ancestrali e dettagli che possono cambiare un percorso, sta per ricominciare.
* Andrea Ventola è giornalista indipendente, ha collaborato per la rivista Ticino Passion e per la Rivista di Lugano.
Perché aprire un negozio di design qui a Perth? Lavoravamo a Londra per alcune grandi ditte. Eravamo tenuti a seguire i trend dettati dalle agenzie per essere certi di sviluppare prodotti vendibili in grosse tirature. Avevamo quindi poco spazio per le nostre proposte, ma ad ogni modo durante quegli anni abbiamo raccolto numerosi contatti e sviluppato un’esperienza notevole. Quando ci siamo stufati della vita frenetica della capitale inglese ci siamo trasferiti a Perth, la mia città natale, dove abbiamo iniziato una nostra attività. Insieme ad altri cinque grafici abbiamo progettato design per tessuti destinati a clienti di ogni parte del globo. Inizialmente io mi occupavo della vendita, prevalentemente fra New York, Londra e l’Australia, mentre Jane era l’artista.
nelle immagini . L'interno del negozio atelier Future Shelter a Perth. . Favolosi fiori selvatici della zona, reinterpretati nei pattern da Jane, moglie di Adam. . Produzione a 360 gradi strettamente legata al territorio. foto: Elena Turienzo
syndicom | N. 5 | 18 aprile 2014
Cultura Ticino | 11
Storie di confine
Chi dice Luini… dice Luino
Dal 10 aprile al 13 luglio in mostra a Milano l’opera del pittore originario del Verbano. Federico Crimi A dire il vero, l’adagio coniato dalla critica nel 1937 suonava “chi dice Luini, dice Lombardia”. Era il lievito di una campagna d’affetti nei confronti del pittore durata oltre un secolo, inaugurata quando nel 1803 la nascente Accademia di Brera intese patrocinare copie a stampa degli affreschi di Saronno, gli stessi davanti ai quali sfilava il Gotha della cultura europea, da Stendhal (1824) a Balzac (1838). Venne poi il turno dei pittori, intenti a copiare l’altrettanto amato ciclo luinesco nella chiesa di San Maurizio a Milano. Tra questi, nel 1862, Edward Burne-Jones, prontamente indirizzato da John Ruskin sulle tracce di Luini per affinare i caratteri di una trasognata stagione preraffaellita. Al ritorno in patria, Burne-Jones si ispirò alla Madonna del roseto (vista a Brera) per un delicato ritratto alla moglie. Gli affreschi di Luini, come riassunse Guido Piovene, erano considerati un tutt’uno con il paesaggio lombardo, tappa obbligata di colte peregrinazioni. Nel 1879 la regina Vittoria, in vacanza a Baveno nella villa dello scozzese Henfrey, pensò di prendere il battello per recarsi a Luino, dove «some frescoes of the artist […] still exist». Il suo anfitrione, del resto, affinché la già sontuosa dimora fosse degna di tal rango, acquistò un Luini, o presunto tale, allora disponibile sulla piazza. I mercanti perlustravano ogni zona per accaparrarsene anche solo un frammento: a Legnano, nel 1860, sarebbe sfumata ad emissari di Sua Maestà la possibilità di entrare in possesso della soave ancona della basilica di San Magno, risalente al 1525 circa; da Mendrisio, nel 1796, era invece partita per sempre la quasi coeva pala Torriani; un’immagine sacra a lui attribuita fu strappata nel 1865 da un muro di Locarno e destinata a collezioni di Francia. Ognuno era intento nella lettura di un proprio Luini: quello degli affetti nelle morbide madonne, vere e proprie fonti d’ispirazione per un ’800 borghese stillante intime biografie familiari; quello di immutabile cifra classica, che ebbe prolungata influenza sulla cultura pittorica dell’Ottocento (Delécluze e Puvis de Chavannes); quello della «nivea inimitabile rosa» (Ottino) cresciuta tra dure spigolature, caro agli inglesi e alla loro rivoluzione Arts & Crafts. Ci pensò la critica a ridimensionarlo, allo scoccare del ’900. Ma ne nacque un Luini altrettanto frammentato, perché succube, di volta in volta, di Leonardo, Bergognone, Bramantino (tanto da sovrapporre i gesti dei due), Solario e così via. Si arrivò, finalmente, al 1953, con una mostra a Como nella quale Angela Ottino Della Chiesa spese sforzi critici ed elegiache parole per restituire, dai tanti, un solo Luini, che fosse o no tra i grandi, ma uno. L’intento dell’odierna mostra milanese è il medesimo, ambizioso nel proporre, in ben 12 sezioni, «l’intero percorso dell’artista»: dalle ricerche giovanili in Veneto alla messa a punto di una formula definitiva di successo. Oltre 200 opere sono distribuite al primo piano di Palazzo Reale nell’allestimento di Piero Lissoni rivolto a far risaltare, con rigorose cromie, i rimandi con i contemporanei. Un’«antologia serrata sul piano della qualità», perché «Luini è stato, nonostante lo si dimentichi spesso, un grande pittore». Tra i ver-
FEDERICO CRIMI tici: Susanna e i vecchioni, 1516 circa, nella collezione Borromeo; Gesù bambino con l’agnello, dalla PinacoSi occupa di aspetti di storia, teca Ambrosiana, 1525; la coeva Salomè degli Uffizi, trasformazioni urbanistiche in parallelo con un bozzetto di Leonardo. Si chiudono e del paesaggio sul Verbano. così alcuni capitoli aperti dai curatori Giovanni AgoHa al suo attivo saggi in sti e Jacopo Stoppa nella fortunata antologica del 2010 argomento. Collabora con (con Marco Tanzi) alla Pinacoteca Züst di Rancate sul enti pubblici, privati e con la Rinascimento in Ticino: finalmente accoppiati i due Curia di Milano per catalogapannelli con sante da Magadino ai due mancanti, dal zione e valorizzazione di beni Messico e da Milano. culturali sul lago. Ha censito In omaggio agli “sguardi oltre confine” di questa ruun corpus di disegni di brica, diremo che tra il ’53 e oggi s’inserisce un'altra viaggio di William Turner per mostra: nel 1975, a Luino. Già, perché, come si legge la Tate Britain di Londra. nei registri di Santa Maria degli Angioli a Lugano (pagamenti per la Crocifissione: uno di essi permette di determinare la morte del pittore avanti il 1° luglio 1532), Luini era de Luyno. La quasi certezza è arrivata solo nel 1993: portando Scappi come cognome, sarebbe nato a Dumenza (sui colli alle spalle di Luino) circa nel 1481. Il nonno Bernardo era magister. Manca di sapere se fosse avo di Bartolomeo, cuoco della seconda metà del ’500 al servizio dei papi a Roma, pure lui di Dumenza: straordinario fu davvero, per le valli prealpine, il fenomeno migratorio. A Luino, nel 1975, s’ebbe il coraggio di pensare l’impensabile: non tanto sulla presunta origine del pittore, quanto per una messa in scena che riconfigurava un vecchio albergo con un’imponente matrice futuribile (autori Roberto Sambonet, poliedrico esponente dell’omonima casa di argentieri, e Bruno Monguzzi di Mendrisio) e patrocinava un catalogo in cui gli studiosi aprivano alle dinamiche di un primo ’500 ambrosiano culturalmente, politicamente e teologicamente inquieto. I cicli affrescati da Luini (in villa Pelucca e nella chiesa di Santa Marta, riproposti oggi a Milano nei capisaldi, Bagnanti e “volo fatato” di santa Caterina inclusi) ne erano la trasposizione in arte. Fu una mossa intelligente, anche per sopperire all’assenza di opere nel territorio d’origine, fatto salvo l’affresco in San Pietro a Luino verso cui s’indirizzava Sua Maestà, lavoro che, però, di Luini non è. Va meglio ai luganesi, che possono contemplare nella Crocifissione tutta una cosmologia: non tanto teologica (la committenza francescana era pacata in tal senso), quanto artistica, tutta intessuta di richiami del pittore a sé stesso: alla Coronazione di spine (1522; l’affresco è ora in Ambrosiana), alle sue fonti (il Compianto rimanda a quello di Houston, del 1515, che mostra il suo rapido aggiornamento sui modelli avanzati, messo prontamente in opera in San Giorgio a Milano e subito divenuto maniera per i coetanei), alla statuaria, tanto il toccante gruppo delle Marie in primo piano pare scucito dai compianti che mappano le terre prealpine (in rassegna Maria dolente, di G. A. Del Maino, 1530 circa), alla fisiognomica (caratterizzazione precisa di volti che, in mostra, si traduce nella più vasta carrellata di suoi ritratti), al paesaggio (non privo di un cosciente vedutismo prealpino, vedi la Venere di Washington). E, infine, alle sue origini, con quell’esile perno della croce, in contrasto coi bracci contratti, non dissimile dalla primizia in Santa Maria della Passione a Milano e (quasi) da quelle sproporzioni tipiche delle botteghe a lui coeve, ancora attardate a fare i “madonnari” nelle valli tra Lago Maggiore e Ticino. Nel giro di poco tempo la sua autorità s’impose a virare i repertori di tutti, con riflessi in ogni dove in Lombardia (da qui la validità dell’adagio), sino ai Campi e a Peterzano. Ben oltre, quindi, rispetto a Bernardino Luini e i suoi figli, cui l’esposizione è intitolata. nelle immagini Al centro: • Lugano Crocifissione B. Luini, Crocifissione (dettaglio), affresco, 1529. Lugano, Santa Maria degli Angioli.
Qui a sinistra: • Madonna del roseto B. Luini, Madonna con il Bambino, 1516-1517 circa, tavola, cm 70 x 63. Milano, Pinacoteca di Brera, Reg. Cron. 331. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo. © • Susanna B. Luini, Susanna e i vecchioni, 1515-1516 circa, tavola, cm 46 x 38,5. Isola Bella, collezione privata. © • Lugano Crocifissione_dettaglio B. Luini, Crocifissione (dettaglio), affresco, 1529. Lugano, Santa Maria degli Angioli.
Fotografie: Federico Crimi
12 | Ticino Cultura
syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014
Colonie dei Sindacati dell’USS-TI
cineoltre
Le iscrizioni ai turni di colonia riaprono Come vedete le età limite entro le quali si possono iscrivere i ragazzi manifestano un’apertura verso l’alto per il turno di Igea. I posti a disposizione a Igea sono circa 40: invitiamo tutti gli interessati a muoversi per tempo perché lo scorso anno diversi sono restati a casa poiché le iscrizioni sono state inoltrate molto tardi: ci è spiaciuto molto dover dire di no, ma non era stato possibile fare altrimenti. A Rodi i due turni possono ospitare fino a 70 bambini per turno: anche in questo caso vi invitiamo a iscrivervi subito, perché la continuità garantita dalla direzione e dai monitori in questi turni sono una calamita per tutti quelli che hanno già beneficiato delle nostre colonie. Invitiamo quindi tutti a iscrivervi per tempo e vi ringraziamo sin d’ora per la testimonianza di affetto e fedeltà che ci dimostrate e ci dimostrerete anche in futuro.
Dario Bernasconi, Presidente
Aperte le iscrizioni 2014 In montagna a Rodi: ragazzi/e da 6 (2008) a 13 anni (2001) 1° turno: domenica 29 giugno - domenica 13 luglio 2° turno: mercoledì 16 luglio - mercoledì 30 luglio RETTE: sindacalizzati Fr. 340.non sindacalizzati Fr. 440.Al mare a Igea Marina: ragazzi/e da 6 (2008) a 13 anni (2001) 1 turno: domenica 14 luglio - martedì 30 luglio RETTE: sindacalizzati Fr. 590.non sindacalizzati Fr. 690.Sussidi: per famiglie bisognose possono essere richiesti alla cancelleria del proprio Comune. Informazioni: Colonie dei Sindacati, viale Stazione 31 – 6500 Bellinzona Telefono: 091/826 35 77 – Fax: 091/826 31 92 Iscrizioni: all’indirizzo citato tramite il tagliando Vi prego di spedirmi n° moduli d’iscrizione alla colonia: montana di Rodi marina di Igea Indirizzo (in stampatello) Luogo e data: Firma:
agevolazioni per gli iscrit ti syndicom
Novità: ordinare gli assegni Reka online I soci di syndicom hanno la possibilità di acquistare degli assegni Reka a un costo inferiore. Lo sconto per i nostri iscritti è del 7 per cento e possono essere comprati assegni Reka per un valore massimo di 700 franchi all’anno. La novità è che ora questi assegni possono essere ordinati anche online. Per fare questo basta andare su www.syndicom.ch/ reka e scaricare il modulo apposito per l’ordine, compilarlo e inviarlo. L’ordine poi verrà elaborato al più presto possibile. Entro due settimane il socio riceverà il bollettino di versamento. Dopo l’avvenuto pagamento, la Reka invierà gli assegni direttamente, per lettera raccomandata. Se il nostro iscritto possiede una carta Reka, l’importo gli verrà accreditato automaticamente su di essa, senza invio degli assegni cartacei. Nel caso l’iscritto preferisca ricevere comun-
Da Lincoln a Mitterand fino a Berlusconi, i politici sono protagonisti al cinema. Non manca Christoph Blocher: il leader UDC si rivela nel privato nel documentario L’expérience Blocher, ora anche nelle sale ticinesi.
que gli assegni cartacei benché sia in possesso di una carta Reka, può effettuare il login sotto www.rekanet.ch e scegliere questa variante sotto “Il mio contingente Reka”. Le indicazioni riguardo al login saranno inviate insieme al bollettino di versamento. Si possono scegliere i seguenti importi: Ricezione Pagamento 700 Fr. 651 Fr. 400 Fr. 372 Fr. 300 Fr. 279 Fr. * commissione di 8 franchi regalata
Nel caso di domande o chiarimenti siete pregati di rivolgervi a: reka@syndicom.ch. Auguriamo a tutti un buon divertimento con i soldi Reka.
© FRENET IC FILMS
È arrivata la primavera ma noi siamo molto più avanti, siamo già alla prossima estate. E l’estate è il tempo di vacanze, è il tempo dei turni di colonia, da passare con altri ragazzi del Ticino e fare una vita spensieratamente attiva. Le Colonie dei Sindacati, legati all’USS, sono presenti nel Cantone da ormai 90 anni: puntuali, pronte ad offrire soggiorni al mare e in montagna, pronte a garantire quindici o più giorni in un ambito tranquillo, sereno dove fare ottime esperienze. Nel mondo della globalizzazione noi ci proponiamo con attività che vogliono aiutare i nostri ospiti a crescere in maniera responsabile e nella tolleranza verso gli altri. Condividere le esperienze, darsi aiuto reciproco, collaborare alla riuscita delle attività rimangono aspetti fondamentali del nostro operare. Come vedete dalla tabella, anche quest’anno abbiamo due turni a Rodi e un turno a Igea Marina. Se per Rodi non ci sono novità per quanto riguarda numero e durata dei turni, per Igea avremo un solo turno di 17 giorni.
Il potere sugli schermi
«Più pilu per tutti!», prometteva ai suoi elettori Cetto La Qualunque, il politico immaginario nato dalla fantasia del comico Antonio Albanese. Prima in televisione e poi nel film Qualunquemente, da oltre un decennio profetizza il decadimento dei valori e del linguaggio politico. E ha anticipato la realtà, ben prima degli scandali delle escort e del “bunga bunga”. Al di là della maschera comica di Cetto La Qualunque, negli ultimi anni i politici sono stati spesso protagonisti al cinema, da Lincoln ad Andreotti (Il Divo). L’unico che sembra sfuggire allo schermo è proprio un mago della comunicazione (nonché padre della tv commerciale) come Berlusconi. Più che il documentario Videocracy, ha provato a raccontarlo Nanni Moretti con Il caimano, film dentro un altro film, in una vicenda di specchi tra realtà e fantasia. La storia è proprio quella di un produttore cinematografico che vorrebbe girare un film-denuncia sull’Italia berlusconiana ma si scontra con i poteri forti, a partire dalla Rai. Sullo schermo si vedono soltanto un paio di sequenze surreali del Caimano che non si farà mai (la caduta di una valigetta piena di soldi, l’apparizione fra le ballerine in uno studio tv) assieme alle immagini del vero Berlusconi al Parlamento europeo o in uno degli innumerevoli processi. Se quello sul leader politico italiano è un film “impossibile”, altri politici europei sono stati immortalati dalla macchina da presa. Come il francese François Mitterrand. Ne Le passeggiate al Campo di Marte si va oltre il mito, al di là della facciata mediatica, per trovare finalmente l’uomo, nel momento in cui tutti gli esseri umani sono uguali: di fronte alla morte. Ambientato nel 1996, durante gli ultimi mesi di vita di Mitterrand, il film mostra il presidente anziano, malato, bisognoso d’aiuto anche per uscire dalla vasca da bagno. Esplora il privato anche L’expérience Blocher, il documentario di Jean-Stéphane Bron già presentato all’ultimo Festival di Locarno e ora sugli schermi ticinesi. A differenza degli altri film citati, questo è un documentario, per di più autorizzato, che un regista, romando e dichiaratamente di sinistra, gira su un politico, svizzerotedesco e UDC. L’unico modo di far incontrare questi due mondi contrapposti era far incontrare gli uomini che vi stanno dietro. Il regista racconta (con la sua stessa voce fuori campo) il lato privato del tribuno UDC: le feste canterine con gli amici, la frenesia della campagna elettorale, la vicinanza silenziosa e costante della moglie (personaggio che meriterebbe un altro documentario). Il titolo del film è più che mai azzeccato: l’“esperienza Blocher”. Esperienza intesa come percezione di un sentimento, di un’emozione. Nulla di matematico, o di manicheo, quindi, ma qualcosa di immediato, che ci fa scoprire l’uomo Blocher. Quel ragazzo che, dopo l’apprendistato, voleva fare il contadino ma i suoi non possedevano terre. Quel ricco uomo politico che apprezza le opere del pittore Albert Anker, con il suo mondo bucolico che non tornerà più.
Giovanni Valerio
oiee r le p r o m p i t t e i i bigl yndic o p p i e d m i le t t o r i d i s so c r e o r t c n e co offr i pr i m .c h c F ilms ocher a one@syndico Fre n e t i e x p é r i e n c e B l i l redaz i L’ ll a mai a zioni d o n n iver a che scr
Cultura Ticino | 13
syndicom | N. 5 | 17 aprile 2014 1 ° Maggio 2014
Un buon lavoro ha un minimo salariale Continua da pag. 1 namento delle donne. Troppo ancora si dimentica che nella nostra società il carico di lavoro familiare è diviso in gran parte in modo sproporzionato e che la maggior parte delle lavoratrici oltre a svolgere una professione mantiene completamente o in parte il carico familiare inteso come accudimento dei bambini, degli anziani e dei malati della sfera familiare. Per dire no a questa, come ad altre misure previste, la risposta sindacale è l’iniziativa AVSplus che mira a rinforzare la più importante delle assicurazioni sociali. I sindacati vogliono che le pensioni vengano aumentate del 10% e che si punti a rinforzare proprio il primo pilastro anziché spingere sempre più i cittadini a tutelarsi ulteriormente con il terzo pilastro ossia le assicurazioni private offerte da assicurazioni o banche. La scelta di questa politica è legata al fatto che il sistema del terzo pilastro è a vantaggio solo di coloro che percepiscono salari medio-alti. L’AVS invece ha una struttura più solidale che aiuta coloro che più hanno bisogno di tutela, ossia le persone con redditi medio-bassi. Ma sono anche altri i fronti sui quali le forze sindacali devono battersi: dalla sicurezza sul lavoro alla tutela della salute. Il mondo del lavoro infatti crea sempre più malati cronici. Una delle cause è lo stress e l’aumento della precarizzazione. Due cause che possono essere combattute con delle normative chiare nella regolamentazione degli orari di lavoro e dei contratti collettivi con carattere di obbligatorietà così come il miglioramento di norme quali ad esempio una maggiore tutela dal licenziamento in particolare per coloro che vengono licenziati abusivamente e per i quali non è previsto in Svizzera il reintegro sul posto di lavoro. Con questo spirito e con questo impegno l’Unione sindacale svizzera invita tutti i cittadini e le cittadine a votare Sì per un salario minimo. Un segnale necessario per dare una svolta e contrastare la deriva sociale del nostro Paese. Non perdete questa importante occasione di sostenere con il voto questo vento di cambiamento. (USS/red)
PROGRAMMA Manifestazione 1º maggio 2014 Lugano – Piazza Manzoni ore 12.00 Apertura cucina e mercatino solidale in Piazza Manzoni ore 13.30 Ritrovo presso il Campo Marzio ore 14.00 Partenza corteo ore 15.00 Interventi ufficiali in Piazza Manzoni concerto 1° maggio
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lo scaffale
Scrivere è sovversivo Breve incursione nell’universo letterario di Alberto Nessi, poeta e romanziere fra i più conosciuti della Svizzera italiana. Petra Demarchi Scrivere dello scrivere (scusate il gioco di parole) di Alberto Nessi può sembrare semplice, a me che ne ho letto solo alcuni romanzi e racconti – tralasciando le poesie, non per pigrizia o disinteresse, ma perché non me ne sono mai data l’occasione – che mi sono piaciuti tantissimo. Semplice perché all’interno dei suoi libri ritroviamo storie di contadini e di operai, di rivolte e di scioperi, di solidarietà, ma anche di solitudine e silenzio. La storia delle vite di molti, narrazione di destini ai margini, romanzi, racconti e poesie rappresentativi di un mondo umile, dignitoso, di un tenero ma combattivo universo popolare. Nel quale non è difficile riconoscersi. Nessi è nato a Mendrisio nel 1940 ed è cresciuto a Chiasso, a ridosso della frontiera tra canton Ticino e Italia, dove – dopo gli studi alla Scuola Magistrale di Locarno e all’Università di Friburgo – ha insegnato letteratura italiana: essendo maestro, dice, (vedi intervista a pag. 8) “non è che avessi grandi avventure”, e si è dedicato quindi alle storie della nostra terra, diventando uno dei poeti e romanzieri più conosciuti della Svizzera italiana. Quel che Alberto Nessi dice di amare di più è percorrere la sua valle, come ha raccontato in Marche et paysage (Metropolis, 2007), e lasciare che le parole vengano da sé; nutrire lo spirito frugando nell’immensa biblioteca della sua casa a Bruzella: “Camminare accresce la vitalità, è come leggere un buon libro, come respirare. Mi rende felice”. Nel suo lungo “andare” ha scritto e pubblicato, fra gli altri, Terra matta (1984) che raccoglie tre episodi della storia del Mendrisiotto, sulla frontiera con l’Italia: le lotte fra conservatori e liberali del 1843-1847; le lotte sindacali delle sigaraie all’inizio del XX secolo – “Mia madre era sigaraia e suo padre analfabeta. L’ho conosciuto, ha fatto parte della mia mitologia familiare. Aveva perso un occhio bacchiando le castagne. Non sapeva né leggere né scrivere… Mia zia ne approfittava per cambiargli la scheda di voto in tasca! Votava liberale, per ignoranza, e lei gli infilava la scheda socialista” racconta l’autore in un’intervista di Isabelle Rüf su
www.culturactif.ch –; e la testimonianza di uno scalpellino che ha combattuto nella guerra di Spagna. Tutti discendono (1984) riunisce ricordi d’infanzia e di giovinezza, i primi amori, il sentimento di rivolta e d’ingiustizia provato di fronte alla svendita del paese agli affaristi. Con La prossima settimana, forse, (2008) Nessi ci porta dalla povertà di una valle ticinese alla storica libreria Bertrand di Lisbona, alla scoperta del socialismo attraverso la figura di José Fontana e la sua parabola esistenziale e ideologica alla disperata ricerca della giustizia e della solidarietà. In un’antologia di testi sul Ticino da lui selezionati, Rabbia di vento (1986), dimostra attenzione verso ciò che accade “in basso”. Il cuore di Nessi è a sinistra, e nell’ottobre del 2007 si candida al Consiglio nazionale: “Uno scrittore è anche un uomo comune, non amo le anime candide che se ne stanno in disparte. Così ho accettato, per una responsabilità morale, in modo simbolico, per solidarietà. In me c’è questo contrasto: sono solitario e solidale. Sento che è necessario cambiare questo mondo che esclude tanta gente. Non bisogna prendere le distanze dalla sofferenza degli altri” (www.culturactif.ch). Come lo scrittore pare abbia piazzato la sua scrivania nella vecchia stalla, davanti a una finestra che dà sui boschi, così anch’io me ne sto in mezzo al mio giardino, fra l’alloro, le piante di lamponi e la terra dell’orto che attende di essere vangata. Mi sono messa in questa condizione per empatia, magari provo quello che lo scrittore sente, quando deve scrivere. Perché pubblicare è una responsabilità e bisogna avere qualche cosa da dire, come afferma Alberto Nessi: “Se voglio parlare di politica scrivo un articolo di giornale, se voglio fare poesia devo portare uno sguardo nuovo. La qualità sta nel linguaggio. La poesia è sempre sovversiva, anche se parla di un ciottolo. La poesia è semplice e rivoluzionaria”. E il lavoro dello scrittore è quello di trovare le parole giuste per comunicare agli altri la grandezza di queste emozioni.
Questa rubrica viene riproposta quest’anno con appuntamenti regolari. L’intento è di suggerire delle scrittrici e degli scrittori intriganti e intelligenti capaci di avere uno sguardo “diverso” sulla società e sull’economia. Suggerimenti per chi volesse inserire nella propria biblioteca casalinga opere grintose e a volte un po’ dimenticate... piccola bibliografia di Alberto Nessi Prosa Terra matta, Locarno, Dadò, 1984 Tutti discendono, Bellinzona, Casagrande, 1989 Fiori d’ombra, Bellinzona, Casagrande, 1997 La lirica, Bellinzona, Casagrande, 1998 La prossima settimana, forse, Bellinzona, Casagrande, 2008 Poesia Ne citiamo alcune : I giorni feriali, Lugano, Pantarei, 1969 Ai margini, Lugano, Collana di Lugano, 1975 (Giampiero Casagrande, 1988) Rasoterra, Bellinzona, Casagrande, 1983 Il colore della malva, Bellinzona, Casagrande, 1992 Iris viola, Faloppio, Lietocolle, 2004 Ladro di minuzie, Poesie scelte, Bellinzona, Casagrande, 2010 Per un esauriente elenco delle sue opere, consultare Wikipedia alla voce Alberto Nessi oppure il sito internet www.culturactif.ch (viceversalittérature.ch). Vedi anche intervista ad Alberto Nessi a pagina 8 di questo numero di syndicom, il giornale.
impressum Monbijoustrasse 33, redazioni Casella postale 6336 syndicom, die zeitung 3001 Berna caporedattrice Nina Scheu, Tel. 058 817 18 19 stagista red. centrale Felix Graf Fax 058 817 18 17 Svizzera italiana: syndicom, il giornale Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, stab@syndicom.ch Tel. 058 817 19 63, redazione@syndicom.ch Stampa Grafica e impaginazione Ringier Print Adligenswil AG, Daniela Raggi (i) Casella postale 3739, 6002 Lucerna Correttrice ISSN 1664-8978 Petra Demarchi (i) Editore Notifica cambi di indirizzo syndicom – sindacato dei media syndicom, Adressverwaltung e della comunicazione Monbijoustrasse 33, Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336 Casella postale 6336, 3001 Berna, 3001 Bern Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17 inserzioni e pubblicità Il prossimo numero uscirà il 9 maggio 2014. Priska Zürcher, La chiusura di redazione è fissata al 28 aprile.
14 | In chiusura Perfezionamento
syndicom | N. 5 | 17 novembre 2014
Assemblea generale ordinaria 2014 Sezione Ticino e Moesano
Corsi professionali Drupal-proget tare un sito web (corso confermato) 3 serate + 1 mezza giornata: 28 e 30 aprile, sabato 3 maggio (mezza giorn,) e il 5 maggio Orario 19.30-21.30, il sabato 8.20-11.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatore: Reto Kessler Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Pagine di presentazione, modulo di contatto, galleria fotografica, online store. Impariamo ad installare, configurare e personalizzare questo fantastico CMS (Content Management System). L’obiettivo è quello di creare partendo dal nulla un sito web dinamico completamente funzionante contenente tutte le funzionalità che sono necessarie. Apparecchiature: iMac – OSX, corso indicato a chi ha familiarità con i programmi classici di DTP InDesign-Produrre e pubblicare documenti interat tivi e multimediali su tablet e smartphone (corso confermato) 3 serate + 1 mezza giornata: 7, 12, 14 maggio, sabato 17 maggio (mezza giorn.) Orario 19.30-21.30, il sabato 08.20-11.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatore: Ivan Friande Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Come costruire e pubblicare documenti multimediali su smartphone e tablet attraverso InDesign e Folio. Come testarne il funzionamento su diverse piattaforme.
Cara/o collega, abbiamo il piacere di invitarti all’Assemblea della Sezione Ticino e Moesano, che si terrà: Sabato 10 Maggio 2014, alle ore 15.00 presso l’Hotel Parco Paradiso, Lugano-Paradiso con il seguente ordine del giorno: 1. Saluto 2. Nomina del Presidente del giorno 3. Nomina degli scrutatori 4. Verbale dell’assemblea 2013 5. Relazione della presidente 6. Gestione finanziaria 7. Relazioni: a) Industria Grafica e Imballaggio b) Comunicazione Visiva c) Press d) Logistica e) Telecomunicazioni
8. Movimento soci 9. Attività sindacale 2014 e presentazione nuovo segretario regionale 10. Proposte alla sezione 11. L’informazione è un bene prezioso? Dalla realtà ticinese alla politica federale. Intervento di Barbara Bassi, redattrice e segretaria sindacale, membro della cofem (commissione federale dei media). 12. Eventuali 13. Consegna benemerenze
Al termine dell’assemblea seguiranno alle 19.00 l’aperitivo e alle 20.00 la cena con intrattenimento musicale e giochi in sala. Le iscrizioni vanno inviate entro il 30 aprile 2014 telefonando al segretariato regionale, al nr. 058/817.19.61 (eventualmente lasciate il messaggio sulla segreteria telefonica precisando i vostri dati e il numero dei partecipanti) o tramite e-mail: ticino@syndicom.ch
Il cruciverba di syndicom
Termine per la presentazione delle proposte Il Comitato dell’Unione sindacale svizzera (USS) ha deciso di svolgere il proprio Congresso ordinario il 23 e 24 ottobre 2014 a Berna. In conformità all’articolo 8, paragrafo 3, degli statuti dell’USS, le proposte da sottoporre al Congresso dovranno pervenire al Segretariato dell’USS, all’attenzione del Comitato, tre mesi prima. Poiché tale data cade proprio nel periodo delle vacanze estive, il Comitato dell’USS ha deciso che il termine per depositare le proposte sarà anticipato al 20 giugno 2014. Termine ultimo rimane tuttavia, ufficialmente, il 23 luglio 2014. Oltre al Comitato dell’USS ed all’Assemblea dei delegati dell’USS, sono autorizzati a presentare delle proposte anche le federazioni affiliate ed associate all’USS, le unioni sindacali cantonali come pure la Commissione delle donne, della gioventù, dei pensionati, della migrazione e la Commissione delle lesbiche, gay, bisessuali, transessuali dell’USS. La presente pubblicazione ha valore di convocazione ufficiale al Congresso, come previsto dall’art. 7, paragrafo 2, degli statuti dell’USS.
soluzione cruciverba La soluzione del cruciverba del numero 4 di syndicom - il giornale è: ?????????. La vincitrice, tra coloro che hanno risposto correttamente, è la signora ????, di ?????, che vince ????????.
Indirizzi Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 13.30 alle 17.30. Giovedì dalle 8.30 alle 12.30. Al di fuori di queste fasce orarie si riceve su appuntamento.
Sul sito www.helias.ch trovate il programma completo, le condizioni di partecipazione e la possibilità di iscrivervi online. condoglianze Luciana Lavagetti, Curio, deceduta in data 20.3.2014 all'età di 86 anni. Membra della sezione Ticino e Moesano. Socia dal 2003.
segretariato regionale bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch
agenda i pensionati visitato la RSI a comano Martedì 20 maggio visita agli Studi televisivi di Comano. Un appuntamento che permetterà ai partecipanti di scoprire da dietro le quinte quanto giunge ogni giorno nelle nostre case tramite i programmi della RSI. Il ritrovo è fissato alle 14.15 presso i posteggi della RSI a Comano (a circa 150 metri a piedi dagli Studi). L’iscrizione è indispensabile entro il 6 maggio (tel. 058 817 19 61 oppure ticino@syndicom.ch) e il numero massimo è fissato in 50 persone. La partecipazione è gratuita e aperta anche ai familiari. (red.)
congresso USS 2014
In palio 30 franchi in buoni benzina offerti da ENI. La soluzione sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice che sarà estratto/a a sorte fra tutti/e coloro che avranno inviato la risposta esatta. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo entro il ????? a: syndicom, il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. La vincitrice del sudoku pubblicato su syndicom N.2 è la signora Carla Castori di Gordevio.
cassa disoccupazione bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: lunedì 9.00 -11.30 martedì e giovedì 9.00 -11.30 | 14.00 -17.00 mercoledì 14.00 -17.00, venerdì chiuso gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info Contatto e-mail: redazione@pensionati.ch o ernesto.fenner@bluewin.ch