N. 10 29 agosto 2014
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Social Network A voler usare termini in italiano, social network è un servizio di rete sociale. Si tratta di una struttura informatica che gestisce nel web reti di contatto basate su relazioni sociali. Tra le più diffuse c’è indubbiamente facebook. Parlando di crisi dell’informazione ci si sente spesso rispondere che mai come oggi c’è accessibilità alle notizie attaverso siti, blog e appunto i social network. Restando sul generico si può in effetti ammettere che questa affermazione ha del vero, se poi però scegliamo di approfondire un po’ l’argomento ci si rende conto di essere catapultati in una immensa centrifuga nella quale viene infilato di tutto e in questo tutto purtroppo la stragrande maggioranza è fatta di cose inutili. Guardiamo ad esempio i temi che hanno tenuto banco su facebook in Ticino in questo mese di agosto. Andando nell’ordine cronologico: lapidazione o no del presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, con una eccessiva eco ai messaggi di uno psicopatico anonimo, accoglienza o no di Polanski a Locarno con un linciaggio mediatico fuori dal comune, l’osannare Robin Williams con una gran confusione da parte di molti tra lui come uomo e i personaggi che aveva interpretato, il selfie osé in orari di lavoro di Geri Müller e infine la scarica di cubetti di ghiacchio che personalità ed emuli di ogni sorta si stanno rovesciando sulla testa in questi ultimi giorni, ufficialmente per una buona causa, temo invece piuttosto per esibizionismo. Se vogliamo ostinarci a chiamare tutto ciò informazione allora credo che la nostra società stia sprofondando verso un secolo buio di disinformazione sistematica e programmata.
Posta
Incontri con gli iscritti per discutere dei risultati provvisori del CCL > pagg. 5 e 11
Telecomunicazioni
Tra livelli salariali e futuro pensionistico dei dipendenti
Vita quotidiana di una giornalista freelance
Votazioni
> pag. 8
Cittadini chiamati alle urne a sostegno di sanità e istruzione > pagg. 2-3 e 13
Vivere con i compensi attuali del giornalismo freelance non è semplice. Le redazioni a corto di personale e dotate di scarsi budget trasmettono direttamente ai liberi professionisti la pressione che viene esercitata su di loro e passano talvolta anche alle minacce per ottenere, dietro compensi costantemente bassi, dei diritti d’autore sempre più estesi. Una giornalista freelance descrive la sua vita quotidiana. > pagg. 6 e 7
© z vg
editoriale
Barbara Bassi dossier casse malati
«È costoso e inutile avere sessanta casse» L’iniziativa federale Per una cassa malati pubblica arriverà alle urne il 28 settembre prossimo. È sostenuta da una ventina di associazioni di pazienti, di medici, di partiti (come PSS, Verdi, Partito comunista), dai sindacati e da altre associazioni, come quelle dei consumatori. L’iniziativa favorirà premi cantonali più trasparenti e l’accento sarà posto sulla prevenzione anziché sulla selezione dei cosiddetti “rischi buoni”. Ecco l’intervista a Pierre-Yves Maillard, consigliere di Stato socialista vodese, capo del Dipartimento della sanità e convinto difensore della cassa pubblica.
© fotolia
syndicom, il giornale: Che cosa vuole l’iniziativa ? Pierre-Yves Maillard: Una cosa molto semplice: mettere fine alla falsa concorrenza sui premi che si basa soltanto sulla caccia agli assicurati in buona salute. I di-
versi premi si differenziano soltanto per questo. Questa selezione dei rischi fa marcire il sistema. Ecco perché è stata proposta una sola agenzia per cantone anziché sessanta, impegnate nella caccia in 26 cantoni. È costoso e inutile avere 60 casse che
offrono le stesse prestazioni: causa pubblicità inutile, riserve inutili e procedure incomprensibili nella fissazione dei premi. L’organizzazione precisa sarà poi decisa dalle Camere. Io sono per la maggior flessibilità possibile. > continua alle pagg. 2 e 3
2 | Dossier Cassa malati
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votazione del 28 set tembre 2014
Pierre-Yves Maillard Partito socialista. Dirige il Dipartimento della sanità e della socialità dal 10 dicembre 2004. Pierre-Yves Maillard è nato a Losanna il 16 marzo 1968; è originario di Mossel (FR). Professore di francese, storia e geografia all’istituto scolastico secondario di Préverenges e di C.-F. Ramuz a Losanna. Consigliere nazionale tra il 1999 e il 2004 (membro della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia e della Commissione finanze). Segretario regionale dell’FLMO Vaud Friborgo dal 2000 al 2004. Membro del sindacato Unia dell’industria e dei servizi.
«È costoso e inutile avere sessanta casse» continua da pag. 1 Quali sono i punti forti di questa iniziativa 2014? L’elemento centrale parrebbe assai semplice e l’ambizione assai modesta. Tuttavia per il sistema significherà già tanto: ovvero, bisognerà garantire che l’aumento dei premi corrisponda rigorosamente agli aumenti controllati dei costi. Da 10 anni si constata che in Svizzera i costi aumentano in media del 3% all’anno (2% nel canton Vaud). Attualmente nessuno può affermare di essere stato confrontato con un aumento dei premi limitato al 3%. Si sono visti aumenti del 6-7 fino al 10% o addirittura del 15%; aumenti dovuti unicamente alla concorrenza tra le casse! Se ci fosse invece una cassa che condivide tutti i rischi per cantone, nel caso in cui i costi aumenterebbero del 3% anche i premi seguirebbero la stessa percentuale.
Soprattutto nella Svizzera tedesca gli oppositori puntano il dito sulla statalizzazione dell’assicurazione malattia… Il modello proposto è un’istituzione autonoma di diritto pubblico ma indipendente dallo Stato che sarebbe soltanto uno dei partner del sistema. Altri partner sarebbero le associazioni dei pazienti, i prestatori di assistenza e i cantoni.
Le ultime tre iniziative sulla cassa unica sono state bocciate da oltre il 70% dei votanti. Per quale motivo questo nuovo progetto dovrebbe uscire vincitore dalle urne? Quando si tratta di fissare i premi, il sistema continua a degradarsi a livello di leggibilità, di trasparenza e di logica. Questo progetto è più semplice: si concentra sull’organizzazione del sistema e non sul tipo di finanziamento. Sono inoltre state messe in evidenza forti incoerenze nel finanziamento “cantone per cantone” che, a mio avviso, hanno contribuito a rendere visibili i difetti maggiori del sistema attuale, con premi pagati in eccesso da alcuni cantoni e con altri cantoni che invece ne hanno pagati troppo pochi.
risolve inoltre il problema dell’opacità del sistema e della fluttuazione massiccia dei premi.
cosa succederà con le riserve delle assicurazioni?
Il passaggio ad un’unica cassa si tradurrebbe in risparmi milionari nel funzionamento e nell’efficienza. Non ci sarebbero più costi di marketing, pubblicità e vendita. Alcuni direttori dovreb-
I sei miliardi di franchi di riserva saranno immediatamente versati nella cassa nazionale e in seguito attribuiti ad ogni agenzia. Questa somma non appartiene agli assicuratori, bensì agli assicurati. Siccome 1 o 2 miliardi di riserve bastano, ci sono almeno 4 miliardi a disposizione del sistema per gestire, per esempio,
bero cercarsi un altro lavoro. Il lavoro legato al trasferimento di centinaia di migliaia di persone (da 500’000 a un 1 milione) all’anno, sparirebbe.
una parte della transizione. Se ne può investire una parte e utilizzare gli utili per alleggerire il peso dei premi e per promuovere campagne di prevenzione.
Ci sarebbero dunque dei licenziamenti?
La cassa pubblica permetterebbe dunque di porre l’accento sulla prevenzione?
Quali risparmi consentirebbe una cassa pubblica?
questo tipo di pesante casistica. Anzi, sulle pubblicità si vedono sempre persone sorridenti e in buona salute.
La campagna 2007 è stata contrassegnata da una battaglia sui numeri. Cosa succederà questa volta? Nel gennaio 2007 – quando in genere i premi vengono definiti in autunno – il consigliere federale Pascal Couchepin aveva af-
Senza l’iniziativa potremmo dunque rivivere lo scenario degli ultimi anni? Senza l’iniziativa è matematico che questo si riprodurrà. Le 61 casse si ritroveranno di nuovo nella situazione dove i loro gruppi di assicurati saranno troppo piccoli in certi cantoni per coprire i costi che possono fluttuare massicciamente da un anno all’altro. Avranno per forza bisogno di reperire i premi pagati dagli assicurati di altri cantoni per pagare le spese che possono subentrare in un cantone. In questo modo la tenuta tra premi e costi non è assolutamente assicurata da cantone a cantone. Una sola agenzia per cantone garantisce, invece, gruppi di assicurati di taglia sufficiente.
Se lei fosse stato eletto consigliere federale nel 2011, avrebbe proposto cose diverse da Alain Berset? Non mi interessa la fantapolitica. Noto semplicemente che Alain Berset ha proposto un controprogetto e che ha convinto il Consiglio federale; questa scelta palesa comunque una chiara conferma da parte del Consiglio federale e da parte del ministro della Sanità dei grossi difetti del sistema, specialmente se si considera la sua proposta di creare un gruppo che mutualizzi gli alti rischi. Alla fine si è dovuto constatare che le proposte dei fautori dell’iniziativa erano buone.
Come si svolgerà la transizione? Ci sono mezzi molto moderati e pragmatici per assicurarla. Vorrei, personalmente, che almeno durante la transizione si facesse ciò che è prioritario: un modello simile a quello della cassa di compensazione. Un’agenzia per cantone raccoglie l’insieme dei premi e assicura il finanziamento dei costi complessivi. L’assicurazione contro la disoccupazione è organizzata in questo modo. Si tratta di un aspetto decisivo;
Verrebbero cancellati degli impieghi ma ne potranno essere creati degli altri. Si potrebbe immagazzinare questo risparmio d’efficienza o destinarlo alle prestazioni utili, e qui penso soprattutto agli aspetti legati alla prevenzione. E poi ci sono anche i mestieri di comunicazione con dei messaggi da far passare su larga scala. Una cassa che in un cantone ha tutti i rischi da coprire, dall’infanzia alla morte, sa che indipendentemente dal suo comportamento di assicuratore deve pagare i costi della malattia a tutta questa popolazione; da allora, la cassa è stimolata a investire sulla prevenzione e sul coordinamento dell’assistenza.
Se l’iniziativa verrà accettata,
L’OCSE, che ha analizzato il sistema sanitario svizzero, ha stimato che il grosso dei risparmi d’efficienza poteva essere ottenuto attraverso una migliore prevenzione. Siamo uno dei Paesi dove la prevenzione è meno sviluppata. Nel sistema svizzero dell’assicurazione malattia, nessun assicuratore ha interesse a finanziare la prevenzione con contratti di 12 mesi con gli assicurati. Per quanto riguarda il diabete, l’alzheimer, il cancro, gli assicuratori dovrebbero battersi per organizzare sistemi di finanziamento che stimolino i medici a mettersi in rete, a scambiarsi le informazioni. Ma non si è mai visto che gli assicuratori facciano pubblicità per attirare
fermato che i premi del 2008 sarebbero aumentati soltanto del 2%. E cos’era successo di fatto? Che per il 2008 erano stati fissati premi artificialmente bassi. Ma nella primavera del 2009 i conti erano stati chiusi con un grosso deficit, cosicché nel 2010 l’aumento dei premi ha superato la soglia del 10%.
Quest’anno dobbiamo aspettarci la stessa operazione? Sembrerebbe proprio di sì. C’è da temere che gli assicuratori saranno tentati, prima della votazione, di fissare per il 2015 premi artificialmente bassi per coprire i costi reali della sanità. La moderazione dei premi 2015 si farà di nuovo a scapito dei premi del 2017. Se l’iniziativa dovesse fallire, si rivivranno nuovamente le difficoltà di questo sistema. Bisogna sperare che la trappola non scatti due volte.
Quale dovrebbe essere il rialzo nel 2015? Numerosi assicuratori dovreb-
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vrebbero annunciare.
Qual è il suo pronostico sul risultato della votazione, è ottimista? Se gli assicuratori annunceranno, per il 2015, i veri premi con i veri aumenti noti al momento del voto, la sanzione verrà pagata alle urne. Una delle grandi poste in gioco della campagna è di esigere la trasparenza sul processo di fissazione dei premi 2015, altrimenti è soltanto
Titolo
Il sistema sanitario svizzero è una storia di successo. Per l’ex direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica sono la varietà dell’offerta e la libera scelta del medico, che garantiscono un’alta qualità. Perciò egli si dice chiaramente contrario all’introduzione di una cassa malattia unica. Thomas Zeltner* Il sistema sanitario svizzero è uno dei migliori al mondo. Ma anche il miglior sistema deve evolvere. Di certo, però, non con l’introduzione di una cassa malattia unica. Eppure il popolo svizzero è chiamato ancora una volta a votare su questo. Le ultime tre volte – la più recente nel 2007 – gli svizzeri hanno sempre messo un chiaro no nelle urne. Chi è domiciliato in Svizzera, per legge, deve stipulare un’assicurazione per le cure medico-sanitarie di base. Questa copre, come indica il nome, i bisogni fondamentali delle cure mediche. Le prestazioni dell’assicurazione di base sono disciplinate dalla Legge federale sull’assicurazione malattie. Mentre le prestazioni assicurate sono dunque le stesse ovunque, i servizi delle varie compagnie di assicurazione malattie differiscono notevolmente.
«Punto di vista» swissinfo.ch apre le sue colonne a contributi esterni scelti. Pubblichiamo regolarmente testi di esperti, decisori, osservatori privilegiati, per presentare punti di vista originali sulla Svizzera o su una problematica riguardante la Svizzera. L’obiettivo è di arricchire il dibattito di idee.
swissinfo.ch
bassi. Del resto Santésuisse, l’organizzazione mantello di tutte le assicurazioni, a inizio luglio ha dovuto annunciare un probabile aumento dei premi malattia del 4,5%, un importo considerevole dal momento che è il doppio rispetto agli ultimi tre anni, ma è molto più basso dell’aumento reale e impopolare a due cifre che alcuni assicuratori do-
un esercizio per confondere e dissimulare la realtà, indegno di una democrazia. L’annuncio del consigliere federale Berset in base al quale conosceremo l’aumento dei premi soltanto il venerdì prima della votazione, non è, in questo senso, accettabile.
Intervista: Yves Sancey
Sì alla cassa malati unica, perché è l'unica via percorribile per cambiare le cose Le casse malati private inghiottono ogni anno circa 325 milioni dei nostri premi per campagne pubblicitarie e le notifiche delle modifiche dei premi. A questi si aggiungono salari stratosferici per i manager e la caccia che le cassa malati fanno alla ricerca di affiliati a "basso rischio". Oggi nessuna cassa ha interesse ad occuparsi a findo dei propri pazienti così anche chi si trova a pagare regolarmente premi alti si trova a dover affrontare una parte di cure a sue spese se lo può permettere o rinunciari. Bisogna fermare questo sistema folle. Per questo l'Unione sindacale svizzera e i suoi associati si stanno impegnando per una cassa malati pubblica unica. L'iniziativa popolare sarà in votazione il 28 settembre 2014. Ricordati di votare SÎ. (sgb/red) http://oeffentliche-krankenkasse.ch/
Chi vuole assicurarsi in modo completo, può soddisfare esigenze e desideri supplementari con un’assicurazione complementare. Questa può essere stipulata con la stessa o con un’altra società di assicurazione malattie. Ci sono, tra le altre, assicurazioni complementari per prestazioni aggiuntive e per un maggiore comfort in una degenza in ospedale, per prestazioni supplementari nelle cure ambulatoriali, quali esami preventivi, contributi per occhiali e lenti a contatto, come pure prestazioni all’estero, sotto forma di assicurazione viaggi e vacanze.
Sistema sanitario svizzero: una storia di successo Il sistema sanitario svizzero è tra i migliori al mondo. Più dei tre quarti della popolazione sono soddisfatti dell’attuale sistema. Ciò non è un caso. Confronti internazionali mostrano che in nessun altro Paese l’accesso alle cure sanitarie è così buono. In Svizzera, i pazienti ricevono più velocemente un appuntamento dal medico, sono trattati immediatamente in caso di emergenza o di incidente, ricevono rapidamente le terapie necessarie in caso di cancro. Ciò è essenziale per-
ché in tali casi una reazione rapida può essere cruciale. Quindi non c'è da stupirsi che in nessun altro Paese al mondo la gente sia così soddisfatta delle cure mediche come in Svizzera. È un argomento di grande peso in favore del nostro sistema attuale. Un sistema di cui perciò vogliamo assolutamente mantenere gli elementi fondamentali. Il sistema sanitario svizzero deve però anche evolvere. L’aumento del numero di malati cronici richiede nuovi modelli di cura e più prevenzione.
Iniziativa per un’unica cassa nazionale pubblica L'iniziativa per una cassa malattia unica è stata lanciata da organizzazioni di pazienti, partiti, associazioni professionali e settoriali, organizzazioni sanitarie e sindacati. I promotori vedono il sistema sanitario svizzero come un paziente che deve essere curato. Anche da questo profilo, uno sguardo oltre i confini nazionali mostra che laddove ci sono casse pubbliche uniche, per esempio in Francia, si sono accumulati debiti miliardari. In Austria, il debito è combattuto con un pacchetto di risanamento, finanziato dai contribuenti. E in Inghilterra, l’accesso ad alcune prestazioni mediche non è garantito per tutti. Un’operazione chirurgica standard come la cataratta viene pagata solo a determinate condizioni. E il sistema sanitario svizzero? È senza debiti e garantisce a tutti – indipendentemente dall’età, reddito e condizioni di salute – prestazioni sanitarie di alta qualità.
La libera scelta La nostra popolazione gode oggi di un grande privilegio: sceglie da sé il medico e quindi le proprie terapie. Ciò significa che ognuno decide da sé a chi affidare la propria salute. Per una questione così importante e personale, è un vantaggio impagabile. Poi ognuno si sceglie la propria assicurazione malattie e il modello assicurativo. Perché è importante? Per due motivi: in primo luogo, perché parte dei servizi delle compagnie di assicurazione malattie differiscono in modo significativo; in secondo luogo, perché anche nell’assicurazione di base ci sono diversi modelli per diverse esigenze.
La varietà Ma andiamo per ordine. Presso alcune casse di assicurazione malattia, le fatture sono rimborsate nel giro di due settimane, presso altre possono essere inoltrate solo
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bero annunciare un aumento a due cifre. Ecco perché si sono mosse le lobby affinché si votasse l’iniziativa a settembre e non a novembre. Per evitare questo rialzo a due cifre, le casse malati chiederanno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di consentire loro di dissolvere le riserve per finanziare i deficit, il che permetterebbe di presentare premi artificialmente
*Thomas Zeltner Medico e giurista, Thomas Zeltner attualmente presiede il consiglio di amministrazione della cassa malattia KPT-CPT. È consulente del governo svizzero in campo sanitario, membro del comitato delle Accademie svizzere delle scienze e ambasciatore straordinario dell’Organizzazione mondiale della sanità. Insegna al Graduate Institute Geneva (Istituto di alti studi internazionali e dello sviluppo di Ginevra). Dal 1991 al 2009 ha diretto l’Ufficio federale della sanità pubblica.
alla fine dell’anno, oppure quando si è raggiunta la franchigia annuale. Presso alcune casse, al momento dell’acquisto in farmacia i medicinali possono essere pagati direttamente con la tessera d’assicurazione, presso altre casse devono essere pagate dall’assicurato. Presso alcune casse la comunicazione e l’organizzazione delle attività assicurative sono agevolate tramite una piattaforma online, presso altre non è offerto questo servizio. Perché? Molto semplicemente perché la concorrenza richiede alle compagnie di assicurazione malattia il meglio per i loro clienti. Il meglio nella fattispecie significa i servizi migliori e i prodotti migliori e più innovativi. Altrettanto importante è la varietà dell’offerta di prodotti assicurativi, anche nell’assicurazione di base: la popolazione svizzera non è composta di clienti uniformi, ma di persone con esigenze diverse. Chi vuole sempre consultare un medico di sua fiducia e risparmiare sui premi, opta per un modello di medico di famiglia. Chi beneficia volentieri dei vantaggi di uno studio medico collettivo, sceglie un modello HMO più conveniente. E chi non vuole alcuna restrizione nella scelta del medico, rimane nella classica assicurazione di base. Tutto questo attualmente è possibile. Cosa è veramente in gioco nella votazione del 28 settembre? In gioco c'è il mantenimento di un sistema sanitario che funziona bene, di cui la stragrande maggioranza della popolazione è soddisfatta. Si tratta di preservare la varietà, in modo che possa esserci una sana competizione per il bene degli assicurati, che tenga alta la qualità dell’offerta. E si tratta in particolare di mantenere quello che da sempre sta a cuore alla gente in Svizzera: la libertà di scelta.
4 | syndicom Le professioni
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Intervista con Michael Buol e Maria König
«Tante firme rafforzano la nostra posizione»
I dipendenti del nuovo gigante dei libri Orell Füssli Thalia AG (OFT) stanno vivendo allo stesso tempo gioia e frustrazione: dal 1° gennaio 2015 saranno integrati nel contratto collettivo di lavoro del commercio librario svizzerotedesco, ma questa nota positiva viene subito ridimensionata dall’intenzione della direzione di OFT di aumentare l’orario settimanale di lavoro di un’ora e mezzo. Il personale si difende con una petizione. Patricia Alcaraz e Yves Sancey
legra molto. Anche se non dobbiamo dimenticare che prima della fusione tra Orell Füssli e Thalia in OFT lo scorso ottobre, i 400 dipendenti di Orell Füssli erano già tutelati dal CCL del commercio librario e godevano di condizioni di lavoro e salariali migliori di quelli previsti dal CCL del commercio librario. Con l’unione delle due società, gli ex dipendenti OF hanno perso alcune conquiste. Michael Buol: Per il mondo Thalia, l’assoggettamento al CCL è un grosso passo verso una garanzia di qualità e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Un CCL prevede degli standard minimi da rispettare. Per i 600 dipendenti ex Thalia l’assoggettamento al CCL significa un grande progresso e in concreto anche un aumento dei salari. Ma è indubbio che gli ex dipendenti di Thalia ci hanno guadagnato di più dalla fusione che non i dipendenti di Orell Füssli.
Per il 1° gennaio 2015 sono previste nuove condizioni d’impiego per tutti i dipendenti OFT. Tra le altre cose, è previsto che venga aumentato l’orario settimanale di lavoro di un’ora e mezza senza compensazione. Voi quando l’avete saputo? Maria König: Ad aprile la direzione di OFT ha contattato la rappresentanza dei dipendenti (MAV), di cui facciamo parte Michael Buol e io, per negoziare
delle nuove condizioni d’impiego. Una commissione composta da direttori di filiali, rappresentanti dell’ufficio del personale, dalla direzione e dai cinque membri MAV ha analizzato le nuove condizioni di assunzione, punto per punto. Sulla maggior parte dei punti siamo riusciti a trovare un consenso. L’aumento dell’orario di lavoro è stato introdotto subito all’inizio dei colloqui. Noi lo abbiamo rifiutato con fermezza, non per ultimo perché non viene offerto nessun tipo di compensazione. Michael Buol: I lavoratori e le lavoratrici ci hanno affidato il mandato di affrontare le trattative con una certa disponibilità al compromesso. Tuttavia le proposte del datore di lavoro erano assai peggiorative rispetto alle normative dell’accordo aggiuntivo al CCL per le grandi librerie. Sull’aumento di un’ora e mezzo dell’orario di lavoro senza compensazione OFT ha dichiarato che questa è la loro volontà e che non esistono margini di trattativa. Ci siamo letteralmente scontrati con un muro. Ci siamo sentiti proprio ridicolizzati.
Esistono altri punti critici oltre all’aumento dell’orario di lavoro? Michael Buol: L’aumento dell’orario di lavoro è stato uno dei primi punti sul tavolo delle trattative. Così abbiamo potuto dire già all’inizio che non avremmo accettato un prolungamento dell’orario di lavoro senza compensazione. Il secondo punto critico, ovvero il modello delle fasce salariali, è stato affrontato solo verso la fine. Questo
comitato della divisione Libri e commercio dei media di syndicom.
Come procede la raccolta delle firme, quali sono le reazioni? Maria König: Assolutamente positive. Finora quasi tutti hanno firmato la petizione. Le reazioni sono del tipo: bene che fate qualcosa! Michael Buol: È di vitale importanza che la petizione proceda bene. Rafforza la nostra posizione. Perché non si può lottare tre mesi per qualcosa che poi nessuno firma. Il rischio era grande, ma sono felice che ora siamo sulla buona strada.
Perché dal vostro punto di vista è importante sostenere questa petizione? Michael Buol: In primis per-
FOTO PIERRE-ANTOINE GRISONI / S TRATES
Dal 1° gennaio 2015 i circa 1000 dipendenti di OFT saranno integrati nel contratto collettivo di lavoro del commercio librario. È una bella notizia, no? Maria König: La notizia in sé ral-
modello, che garantisce uno sviluppo salariale in base alla funzione, all’anzianità di servizio, all’esperienza e alla prestazione, è importante soprattutto per i dipendenti Thalia, dal momento che il loro sistema salariale finora non prevedeva uno sviluppo di questo tipo. Maria König: A Orell Füssli esisteva già il modello delle fasce salariali. L’attuale modello salariale di OFT ora prevede aumenti soltanto per i salari degli apprendisti, nel 1° anno e nel 4° anno di pratica. Questo è preoccupante. Non esiste più il diritto Pubblicità
Maria König ha 57 anni e ha fatto la formazione come libraia. Dieci anni fa ha ripreso la sua vecchia professione. Prima ha lavorato alla libreria Rösslitor (oggi appartenente a OFT) a San Gallo, e da due anni buoni lavora alla libreria dell’aeroporto di Zurigo. Lei è una dei cinque rappresentanti dei dipendenti (MAV) di OFT e iscritta a syndicom. La König lavora al 100 per cento, di cui il 20 per cento le viene riservato per il suo lavoro come rappresentante OFT-MAV.
Michael Buol ha 30 anni e lavora alla libreria Thalia di Basilea da otto. Buol ha iniziato a lavoricchiare presso Thalia durante gli studi, oggi ci lavora all’ottanta per cento. Per cinque anni ha rappresentato gli interessi dei dipendenti in seno alla commissione del personale Thalia. Come anche la König, Buol è un membro di syndicom e all’interno della squadra MAV s’impegna per le richieste dei dipendenti OFT. Buol ha l’intenzione di recuperare la formazione come libraio.
ad un certo sviluppo del proprio salario. Ma la direzione di OFT ci ha promesso che il modello delle fasce salariali verrà negoziato in un secondo momento. A questo punto per me è importante che questa promessa venga ribadita anche pubblicamente.
A fine luglio avete lanciato una petizione contro l’aumento dell’orario di lavoro senza compensazione. Come ci siete arrivati? Maria König: L’idea di una petizione contro il prolungamento dell’orario di lavoro è nata durante una discussione con il
ché la nostra richiesta è più che corretta. In secondo luogo è una questione di solidarietà. Se si è convinti che qui siamo nel giusto, allora la partecipazione diventa importantissima. Perché sono quei pochi punti percentuali in più che determinano se siamo in grado di fare pressione oppure no. Maria König: Come Michael ha già detto, qui si tratta di solidarietà. Più persone collaborano, maggiore diventa la nostra legittimazione a lottare. Il numero delle persone rafforza la nostra posizione in materia di trattative, il nostro potere di negoziare. Noi ci facciamo garanti di buone condizioni di lavoro, di buoni salari e dell’apprezzamento del nostro lavoro. Perché un lavoro ben svolto deve anche essere retribuito in maniera decorosa.
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syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014 ccl posta
La base esamina i risultati provvisori
Dall’inizio di agosto si stanno tenendo in tutta la Svizzera eventi informativi per gli iscritti a syndicom nell’ambito dei quali vengono presi in esame i risultati provvisori delle trattative sul CCL con la Posta. L’argomento scalda gli animi e accende vivaci discussioni. Bruno Schmucki Partecipare alla discussione: dove e quando?
© RES KELLER
Gli iscritti interessati trovano il calendario con tutte le date e le località in cui si terranno gli eventi informativi sul CCL Posta alla pagina www.syndicom.ch/ ccl posta. I flyer sono disponibili in formato cartaceo o elettronico presso i segretariati regionali. Si prega di spargere la voce e invitare colleghe e colleghi agli incontri!
Segretarie e segretari del sindacato, aiutati da membri attivi della base, distribuiscono flyer con l’invito agli eventi informativi davanti alle sedi operative della Posta in tutta la Svizzera.
Durante le scorse settimane è suonata di buon’ora la sveglia per il team syndicom del segretariato regionale di Berna. Insieme a membri attivi della base, infatti, segretarie e segretari del sindacato hanno distribuito volantini davanti a varie sedi della Posta. Questi flyer invitavano gli iscritti a syndicom a discutere insieme i risultati ottenuti finora nelle trattative sul CCL. “Approfitta della tua affiliazione per formulare le tue richieste e per esercitare una diretta influenza sul corso delle trattative”, recitava-
no i volantini. La regione di Berna ha fissato più di 20 date per questi incontri locali, da Berna a Briga. «In base all’esperienza degli eventi organizzati finora si parla molto dei contenuti del nuovo CCL, ma anche delle condizioni di lavoro in generale alla Posta. Questi argomenti sono stati dibattuti nell’ambito di discussioni lunghe e molto animate. Abbiamo inoltre percepito grande impegno e interesse tra i partecipanti», sintetizza Res Keller, responsabile regionale Berna/Vallese di syndicom. E constata come la sensibilizzazione della base sindacale funzioni. «In
questo modo siamo riusciti ad attivare la rete con nostre persone di fiducia. Ora dobbiamo sfruttare le chance per ampliarla».
Fuori dalla porta Anche nella regione di Zurigo-Svizzera orientale, segretarie e segretari del sindacato si sono presentati con i volantini davanti ai centri di distribuzione e ad altre sedi operative della Posta. «Non è sempre semplicissimo raggiungere i nostri iscritti in questo modo», ammette Julia Gerber Rüegg, responsabile regionale competente. A inizio lu-
glio, la Posta ha infatti emanato una direttiva in cui negava, durante la pausa dei negoziati, l’autorizzazione per attività sindacali in materia di CCL nei locali della Posta. E ammetteva azioni di distribuzione solo nelle aree pubbliche degli edifici e nei cortili antistanti. La Posta deve però accettare il fatto che i flyer vengano affissi alle apposite bacheche e che persone di fiducia possano informare internamente le proprie colleghe e i propri colleghi. «Qualora dovesse essere impedito o addirittura proibito da superiori o da qual-
che altro esponente della Posta, se ne dovrà dare notifica al segretariato regionale. Il nostro intervento sarà tempestivo», dichiara Fritz Gurtner, segretario del settore Logistica. Per Claudio Marrari, responsabile regionale Svizzera centrale e nordoccidentale, la presenza al di fuori delle imprese assume anche un aspetto simbolico: «In questo modo risulta chiaro a tutti i dipendenti che noi come sindacato non ci lasciamo integrare a ogni costo». In entrambe le regioni sono partiti anche gli eventi informativi per gli iscritti. Le parole di Julia Gerber Rüegg al riguardo: «La materia e la relativa discussione è piuttosto complessa. Però è anche un’occasione per far emergere i problemi reali del lavoro quotidiano. E qui i temi maggiori sono pressioni e stress sul lavoro». Entro l’inizio di settembre, i risultati provvisori delle trattative sul contratto collettivo di lavoro saranno oggetto di discussione in decine di altri incontri, da Basilea a St. Moritz. E verranno formulate richieste e proposte per la conferenza dei sottosettori in programma il 26 settembre prossimo a Berna.
6 | Dai settori Press
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
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Tema: condizioni di lavoro dei freelance
Pedro Sancho è iscritto al nostro sindacato da quando cominciò il suo apprendistato come legatore di libri nel 1967 presso la Mayer et Soutter a Renens. Allora l’organizzazione si chiamava Federazione svizzera dei legatori e scatolai (FSLS). Già a quei tempi egli era impegnato nel sindacato e nelle organizzazioni giovanili e dei migranti. Attraverso delle fusioni, la FSLS si è trasformata nel sindacato del libro e della carta, poi in comedia diventando infine syndicom. Nel 1976 Pedro si è trasferito nella Svizzera tedesca e ha lavorato presso la legatoria Burkhardt a Mönchaltorf. Egli era un fiduciario, membro della commissione azien-
dale nonché membro del comitato della SLC nella sezione di Zurigo. Nel 2005 è diventato segretario centrale IGI a Berna. Dal 2011 Pedro ha lavorato presso il segretariato regionale syndicom di Zurigo come co-responsabile e segretario regionale. Il 31 luglio 2014 Pedro è andato in pensione. Dopo una vita lavorativa molto impegnata ora comincia per lui una fase più tranquilla dove potrà dedicare più tempo alla sua famiglia e a se stesso. Noi condividiamo questa sua gioia e siamo sicuri che lo incontreremo di nuovo il 1° maggio o ad altri eventi, in qualità di pensionato attivo. ???????
media - svizzera centrale
Ristrutturazione del gruppo AZ Medien Il quarto più importante gruppo editoriale Svizzero, AZ Medien, ha deciso di ristrutturare il suo settore della stampa di giornali. Infatti, la tipografia SolPrint di Subingen (SO) sarà chiusa e il personale verrà trasferito alla AZPrint di Aarau. Almeno, queste sono le scarne informazioni che sono state comunicate ai dipendenti interessati e che siamo riusciti ad avere poco prima della nostra chiusura redazionale. Le persone coinvolte da questa ristrutturazione sono più di cento, circa 50 a Subingen e circa 70 ad Aarau e fra di esse si contano anche molte donne che lavorano a ore nella spedizione. Fra il personale vi è molta preoccupazione anche perché le informazioni date fino ad oggi sono veramente poche. Che la SolPrint chiudesse era già nell’aria, ma ora che l’azienda è uscita
allo scoperto, deve assolutamente fornire una completa e trasparente informazione ai diretti interessati e al sindacato. syndicom ha perciò scritto all’azienda chiedendo di conoscere il piano nel dettaglio. E dal rapporto annuale 2013 si può evincere come AZ Medien goda di ottima salute. Per fare un solo esempio, il 2013 è stato chiuso con una liquidità disponibile di 50 milioni di franchi. È perciò chiaro che il personale interessato da questa ristrutturazione dovrà contare su misure che gli garantisca lo stesso livello salariale avuto fino ad oggi. E syndicom è pronto a fare la sua parte per raggiungere questo obiettivo.
Angelo Zanetti, segretario centrale industria grafica e imballaggio
© MANUEL PIASENT I
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Vita quotidiana di una giornalista freelance* Vivere con i compensi attuali del giornalismo freelance non è semplice. Le redazioni a corto di personale e dotate di scarsi budget trasmettono direttamente ai liberi professionisti la pressione che viene esercitata su di loro e passano talvolta anche alle minacce per ottenere, dietro compensi costantemente bassi, dei diritti d’autore sempre più estesi. Una giornalista freelance descrive la sua vita quotidiana. «Giornalista freelance? Riesci a vivere di questa professione?» sono in molti a pormi questa domanda. Anche i giornalisti freelance mi guardano talvolta con un misto di incredulità e compassione quando dico che un paio d’anni fa ho rinunciato a un posto fisso per essere padrona di me stessa. Talvolta sono snervata da domande come questa e dai consigli animati da buone intenzioni di cercarmi un posto fisso. Che il mio futuro come giornalista freelance sia tutt’altro che sicuro lo so da tempo. Come so pure che un altro lavoro mi permetterebbe di guadagnare di più con un minor sforzo. Ma allo stesso tempo quella del giornalista è anche la professione più entusiasmante che io possa immaginare e fino a quando il mio conto in banca non sarà vuoto non ci rinuncerò.
Non conosco praticamente la stabilità: negli ultimi 12 mesi il mio reddito mensile ha oscillato tra 250 e 11’250 franchi lordi. Nel 2013 ho ricevuto 45 note d’onorario di nove testate diverse e di quattro ulteriori committenti per cui ho lavorato. Inoltre, su richiesta accetto naturalmente tra una cosa e l’altra anche incarichi di comunicazione per i quali mi faccio pagare molto bene per poi potermi rimettere alla ricerca indisturbata di storie che sono la mia passione – indipendentemente che trovi un acquirente e dall’ammontare del mio onorario.
Purtroppo nella mia vita professionale quotidiana mi capita molto spesso di avvertire la pressione a
cui sono sottoposte molte redazioni. Tramite dei colleghi che hanno un posto fisso so che sono a corto di personale e che devono cavarsela con un budget limitato per giornalisti autonomi. Per questo motivo non mi lamento degli onorari bassi e neppure del fatto che determinati giornali non sostengano le spese per i viaggi in treno quando mi mandano in giro per la Svizzera. So che il margine è ridotto. La mia comprensione e anche la mia disponibilità al compromesso cessano nel momento in cui i redattori violano consapevolmente il sistema normativo vigente e mi minacciano se insisto sui miei diritti d’autore. Solo una volta ho commesso l’errore di sottoscrivere una scheda personale in cui cedevo a una casa editrice tutti i diritti d’uso: se vogliono, possono in teo-
nizzazioni dei giornalisti syndicom e impressum, sostenute dai professionisti svizzeri della cultura dell’organizzazione mantello suisseculture, hanno invitato i presenti a un dibattito pubblico dal titolo “Scocca il 13½” ispirandosi al famoso film 8½ di Fellini. Obiettivo del dibattito era analizzare le fatali dipendenze tra informazione e cultura. Sotto la direzione del giornalista cinematografico svizzerofrancese Jean Perret la presidentessa di suisseculture, Johanna Lier, ha discusso con il giornalista e artista Alex Meszmer di Visarte, Nina Scheu di syndicom e Michele Andreoli di impressum le diverse soluzioni contro questa miseria regnante e dilagante. Infatti non
dobbiamo dimenticare che anche per i professionisti e creatori artistici questa crisi mediatica ha delle conseguenze disastrose. Le direttive sui sussidi di molte organizzazioni promotrici impongono per esempio che le critiche e le notizie giornalistiche vengano presentate prima che una nuova produzione possa essere sovvenzionata, come ha raccontato Alex Meszmer esperto in materia. Michele Andreoli ha fatto riferimento allo studio delle associazioni giornalistiche ticinesi (vi abbiamo informato al riguardo nell’ultima edizione), che documenta, numeri alla mano, la discussione politico-mediatica degli ultimi anni. Nina Scheu ha fatto notare che in futuro serviran-
La trappola della scheda personale
Scocca il 13 ½
Senza eco la cultura ammutolisce
Al Festival del film di Locarno, syndicom e impressum, con il sostegno di suisseculture, hanno lanciato un manifesto contro il costante declino dell’informazione culturale, invitando i presenti a un dibattito pubblico sulla “Lotta all’anoressia nel giornalismo culturale”. Tutto questo è avvenuto nell’ambito della loro azione comune “Scocca il 13!”. Nina Scheu L’arte può nascere anche in un piccolo sgabuzzino, ma diventa cultura soltanto quando il pubblico ha l’occasione di confrontarsi con essa. E per questo servono tra le altre cose i mezzi d’informazione. Con i loro articoli sulla cultura, i giornalisti e le giornaliste fanno un lavoro di mediazione che è sempre meno apprezzato e retribuito. È da anni che stanno diminuendo non solo i compensi
dei giornalisti culturali freelance, ma anche lo spazio che viene messo loro a disposizione: le trasmissioni culturali vengono spostate a orari notturni o cancellate del tutto, le recensioni dei film vengono ridotte a consigli del lettore e a stelle di valutazione, e invece di una critica teatrale si fa una breve intervista alla bella attrice principale e per il concerto una piccola anticipazione più o meno
copiata dalla pubblicazione per la stampa dell’organizzatore perché manca il tempo per fare qualcosa di più serio. Argomenti più complessi vengono sacrificati per lasciare spazio a star o scandali vari.
Adesso scocca il 13½! Siccome nell’ambito del Festival del film di Locarno la tavola rotonda non si poteva tenere il 13 ma soltanto il 14 agosto, le orga-
Press Dai settori | 7
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
Avete già sfogliato il vostro magro giornale di oggi? – Quante pagine culturali trovate? – Che tipo di arte e cultura vi viene proposta? – La radio, la televisione e i media online vi offrono di più? – Che cosa vi manca nei temi di cultura? Ogni estate i giornalisti culturali corrono da un evento all’altro. È incredibile che abbiano ancora la forza per farlo. Sono tra coloro che maggiormente soffrono per le misure di risparmio. Se gli
ria non solo pubblicare i miei articoli più volte, metterli online e archiviarli, ma anche rivenderli o diffonderli alla radio, in TV o sottoforma di podcast. Effettivamente quasi lusinghevole. E in teoria potrei utilizzare i miei testi solo dopo averli consultati – cosa assolutamente insensata poiché a questo giornale offro comunque solo dei testi per la seconda stampa. È interessante che la redazione non abbia finora mai pubblicato i miei testi online oppure li abbia utilizzati in un modo che non approverei.
Minacce e violazioni del diritto d’autore Il discorso è ben diverso per alcuni altri giornali ai quali ho sempre comunicato in modo chiaro di cedere loro solo i diritti per la pubblicazione unica e per i quali non ho acconsentito né tramite contratto né in altra forma a un molteplice utilizzo dei miei testi. «Sii contenta che lo pubblichiamo online, è un’ottima occasione per incrementare la tua notorietà», mi sono sentita dire da un redattore alla mia ennesima richiesta di rimuovere il mio testo dalla homepage. Gli ho detto che la sola notorietà non mi pagava l’affitto e che non acconsentivo a un uso online senza un compenso ulteriore. «Non vedo quale sia il problema. Quando ero ancora un giornalista freelance ero contento che i miei testi venissero pubblicati online». Ma non è
editori e le emittenti riducono il personale e i salari, sono sempre le redazioni culturali che ne soffrono di più. Editori ed emittenti risparmiano pagando sempre meno i contributi dei freelance.
Per i manager dei media ciò significa “ridurre i grassi”, ma per la cultura significa “diventare affamati”. Delle azioni mirate di alimentazione artificiale degli organi di stampa avvengono con il contributo delle “relazioni pubbliche”, o degli sponsor degli avvenimenti, ma ciò incoraggia unicamente un giornalismo vorace da fast food che provoca la nausea. Questo è un avvelenamento, non una terapia.
certo un caso il fatto che questo re- online”. Quanto conti la sua parola dattore abbia lavorato come free- è stato presto dimostrato: entramlance per un tempo limitato e che bi i miei testi finora pubblicati sul oggi percepisca un salario regola- giornale possono ora essere letti re come impiegato. Inoltre egli so- gratuitamente online. La fattura steneva che non era possibile ce- che ho emesso non è stata pagata dere al giornale solo i diritti per dal giornale. la pubblicazione unica sulla stam- Anche un altro quotidiano mi pa scritta, ma non i diritti online: ha portato all’esasperazione. Ho per loro non ci sarebbe alcuna dif- emesso la fattura dopo che i miei ferenza tra stampa scritta e stam- testi erano improvvisamente compa online, si tratterebbe di un uni- parsi anche su due giornali minoco mezzo di comunicazione. Gli ho ri. Un giornale mi ha pagato, l’alspiegato che questo non corrispon- tro no. In compenso ho ricevuto de a ciò che dice il diritto d’autore. una mail del caposervizio del quoMa a nulla è servito, ha iniziato a tidiano principale in cui mi comufare delle minacce implicite: «Pos- nicava che i loro compensi valgono so parlarne con il caporedattore, ma sempre per tutti i giornali del grupnon ti farai certo benvolere. Se fosse per po. Il fatto che non avessi mai dato il nostro responsabile online non colla- la mia approvazione e che offrissi boreremmo più con i freelance che non piuttosto ognuno dei miei testi in ci permettono di pubblicare i loro testi maniera esplicita solo per la pubonline». E poi, come se non bastas- blicazione unica, è una cosa che se, un accorato consiglio: «Sai, tutto non intendeva accettare nella sucquesto ti costa tanto tempo ed energia cessiva corrispondenza via mail. e non hai comunque alcuna opportuni- Non ha neppure accennato al mio tà di spuntarla. Fai piuttosto delle ricer- riferimento secondo cui il diritto che e scrivi di più, in questo modo gua- d’autore era completamente daldagnerai più soldi». la mia parte e che avrei potuto in Il colloquio con il caporedattore teoria portarli in tribunale a caunon lo ha mai svolto e quando nel- sa della sua violazione. E neppure le settimane successive gli ho chie- alla mia offerta di concordare l’imsto cosa fosse riuscito a ottenere porto di tali compensi per eventuaha sempre tirato fuori delle scuse. li usi molteplici e di trovare una E alla fine mi ha comunicato via soluzione in occasione di un collomail: “Questa settimana il caporequio. Nella sua ultima mail questo Anmeldetalon dattore è in ferie. Propongo che io signore mi ha scritto ancora una Anmeldetalon verifichi prima personalmente che volta: “Le pubblicazioni sulle tesaName te del gruppo non vengono retrii tuoi testi non vengano pubblicati Name Vorname Vorname Adresse Adresse
PLZ / Ort
no sempre più interventi politici: contro il continuo accentramento dei media, contro l’aumento delle tariffe postali per giornali e periodici, contro le condizioni di lavoro illegali nelle redazioni e a favore dell’applicazione dei contratti collettivi di lavoro in tutta la Svizzera. Johanna Lier ha invitato tutti a richiamare l’arte con il proprio nome, dal momento che il concetto di “cultura” è stato talmente annacquato che può comprendere dal lifting facciale al veganismo e cioè tutto e niente. Infine Daniel Suter, presidente di impressum, e la segretaria centrale syndicom Stéphanie Vonarburg, hanno letto il manifesto “Senza eco la cultura ammutolisce”. Il senso di questo manifesto
Discussione per un manifesto contro il declino del giornalismo culturale, sotto la conduzione di Jean Perret, giornalista culturale e responsabile del dipartimento Cinema presso HEAD a Ginevra, con la partecipazione di: Johanna Lier – presidente Suisseculture Nina Scheu – giornalista culturale, SVFJ/ASJC, syndicom Michele Andreoli – regista e giornalista, ARF/FDS Alex Meszmer – artista, curatore e giornalista
è sensibilizzare politica e opinioPLZ / Ort Telefon ne pubblica sulle conseguenze delTelefon EMail la sempre più scarsa informazioEMail ne culturale. È stato bello vedere Tätigkeit Tätigkeit come anche il pubblico si sia reso Seit wann subito partecipe del vivace dibatSeit wann Mitgliedschaft syndicom ❑ ja❑ ja ❑ nein ❑ nein tito. Tra esso c’erano visitatori del Mitgliedschaft syndicom festival, interessati alla materia, ❑ Ich interessiere mich unverbindlich für ❑ Ich interessiere mich unverbindlich für beibei syndicom. eineMitgliedschaft Mitgliedschaft syndicom. e diversi giornalisti, sia naziona-eine li che esteri. I colloqui andranno Unterschrift Unterschrift avanti: il 13 di ogni mese. La prosDie Tagung kostet für syndicomMitglieder Fr. 50.–, für Die Tagung kostet für syndicomMitglieder Fr. 50.–, Nichtmitglieder Fr. 100.–. Inbegriffen sind Getränke und für sima volta sarà il 13 settembre, duNichtmitglieder Fr. 100.–. Inbegriffen sind Getränke und Apéro. rante la “Giornata dei freelance” Apéro. Wer bis zur Tagung beitritt, bezahlt nur den Mitgliederpreis. a Zurigo (vedi programma a lato. Angemeldeten, die ohne Abmeldung der nur Tagung Wer bis zur Tagung beitritt, bezahlt denfernbleiben, Mitgliederpreis. wird die Hälfte derdie Tagungskosten berechnet. Angemeldeten, ohne Abmeldung der Tagung fernbleiben, La giornata sarà in lingua tedesca) wird die Hälfte der Tagungskosten berechnet. Für die Anmeldung bitte diese Bestellkarte einsenden Il comune manifesto di syndicom, ????????????? oder Angaben per Mail an: presse@syndicom.ch. Für Anmeldung die Anmeldung bitte diese Bestellkarte impressum e suisseculture può Die esist auch online über die Websiteeinsenden oder Angaben per Mail an: presse@syndicom.ch. der Gewerkschaft möglich: www.syndicom.ch/freko sere letto sul sito web di syndicom. Die Anmeldung ist auch online über die Website Anmeldeschluss: 4. September der Gewerkschaft möglich:2014 www.syndicom.ch/freko Sullo stesso sito è disponibile anche l'audio-file dell’intero dibattiAnmeldeschluss: 4. September 2014 to: www.syndicom.ch.
buite separatamente. Lo abbiamo comunicato e abbiamo informato direttamente i nostri corrispondenti abituali. È stato accettato da tutti. Se non è d’accordo, ci vediamo tuttavia costretti a rinunciare a collaborare con lei”.
La qualità ha un prezzo Ovviamente egli sa bene quanto mi faccia male, in qualità di giornalista freelance, perdere un committente. Ma allo stesso tempo io voglio poter vivere anche in futuro dei miei compensi come giornalista freelance. Trovo che sia molto preoccupante che sempre più giornali si uniscano e si scambino i testi senza che i giornalisti freelance vengano indennizzati per questi usi molteplici. Con gli attuali compensi posso permettermi delle storie basate su un grande lavoro di ricerca solo grazie al fatto che molte di queste storie posso venderle più volte. Quindi ho spiegato a questo signore che non mi posso purtroppo permettere di lavorare per dei mezzi d’informazione che si comportano in questo modo con i loro freelance e che violano consapevolmente la normativa in vigore.
Tuttavia la perdita di questo giornale come committente ha un lato positivo: ora non ho più niente da perdere e potrei avviare delle azioni legali senza timore di ulteriori minacce. Ma torniamo alla domanda iniziale. Riesco a vivere del mio lavoro? Al momento sì. E siccome è la professione più entusiasmante che io conosca, lotterò sicuramente ancora un po’. All’occorrenza si andrà in tribunale. Ritengo sia un vero peccato dover ricorrere a questi mezzi. Perché per garantire il futuro del giornalismo è importante soprattutto una cosa: noi giornalisti dobbiamo fornire al lettore delle storie avvincenti. Storie dietro le quali egli avverta la passione e la ricerca. Testi che si contraddistinguono a livello di qualità da ciò che si trova gratuitamente in Internet con un paio di clic, testi per i quali è disposto a pagare qualcosa. Se in futuro i giornalisti autonomi dovessero essere messi di fronte al fatto di decidere se rinunciare alla loro professione oppure creare solo storie messe insieme sulla base dei comunicati stampa o che possono fare a occhi chiusi con un paio di telefonate, a lungo termine non ci perdiamo solo noi liberi professionisti, bensì anche i mezzi di comunicazione che pubblicano questi testi.
*Avendo già ricevuto minacce da parte di diverse redazioni con cui ha lavorato regolarmente in precedenza non appena ha voluto far valere i suoi diritti d’autore, l’autrice desidera restare anonima. Se altri giornalisti hanno vissuto esperienze simili e desiderano confrontarsi, è però disposta a essere contattata tramite impressum e syndicom.
Tag der Freien 2014 Tag der Freien 2014
Tag der Freien 2014
Welche Zukunft haben die Freien?
Wer heute als freie Journalistin oder freier Welche Zukunft haben die Freien?
Journalist arbeitet, ist häufig ein Hungerkünstler.
Wer heute als freie Journalistin oder freier Wie kommen Freie dennoch zur Butter aufs Brot? Journalist arbeitet, ist häufig ein Hungerkünstler. Bieten Fachzeitschriften oder Onlinemedien Wie kommen Freie dennoch zur Butter aufs Brot? einen Ausweg? Sind die Entlassungswellen bei Bieten Fachzeitschriften oder Onlinemedien den Verlagen eine Chance für die einen Ausweg? Sind die Entlassungswellen beifreien Medien schaffenden? werden Freien ebenfalls den Verlagen eine ChanceOder für die freiendie Medien schaffenden? werden dieerfasst? Freien ebenfalls vom Oder Abbaustrudel vom Abbaustrudel erfasst? Der 13. Tag der Freien versucht, die aktuellen Der 13. Tag der Freien versucht, die aktuellen Entwicklungen der Schweizer Medienlandschaft Entwicklungen der Schweizer Medienlandschaft aus Sicht der freien JournalistInnen einzuordnen. aus Sicht der freien JournalistInnen einzuordnen. Er vermittelt Tipps für eine erfolgreiche Arbeit Er vermittelt Tipps für eine erfolgreiche Arbeit und ermöglicht, sich mit KollegInnen und Verlags und ermöglicht, sich mit KollegInnen und Verlags vertreterInnen auszutauschen. vertreterInnen auszutauschen.
syndicom Zentralsekretariat Monbijoustrasse 33 ·Zentralsekretariat Postfach 6336 · 3001 Bern syndicom Telefon +41 58 817 18 18 Monbijoustrasse 33 · Postfach 6336 · 3001 Bern presse@syndicom.ch · www.syndicom.ch
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Samstag, 13. September 2014 bis 17 Uhr Samstag, 13.13 September 2014 13 bis 17 Uhr
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Tag derWelche Freien 2014 Zukunft haben die freien
Welche Zukunft haben die freienund Journalisten Journalistinnen Journalistinnen und Journalisten?
8 | Dai settori Logistica
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
Evento informativo
In diverse conferenze aziendali è successo che vari dipendenti di Swisscom si sono lamentati riguardo al loro inquadramento e agli aumenti salariali. Questo ha dato adito a un evento syndicom presso Swisscom, degno di essere preso a modello: il comitato aziendale Swisscom ITS e il segretario regionale bernese Fabrizio D’Orazio hanno organizzato un meeting d'informazione sui colloqui di performance e su quelli relativi al salario. Sébastien Bourquin, presidente del comitato aziendale Swisscom ITS, nella seguente intervista ci racconta che eventi del genere fanno scuola. Intervista: Franz Schori* Il comitato aziendale ITS il 2 luglio a Ittigen ha tenuto, per la prima volta, un evento informativo. Perché avete scelto il tema “Il mio salario secondo la mia performance“? Lo scorso aprile per la prima volta è stato misurato l’aumento salariale annuale secondo la posizione nella fascia salariale e secondo la prestazione individuale. Questo cambio di sistema ha suscitato molte domande fra i lavoratori, soprattutto perché i criteri adottati non erano stati comunicati in maniera trasparente. Con il nostro meeting volevamo spiegare il meccanismo
del sistema e al contempo scoprire se il sistema era davvero stato messo in pratica come da programma.
Come hanno reagito i colleghi? Che domande sono state sollevate? I colleghi e le colleghe presenti hanno apprezzato molto il contenuto della conferenza. Sono stati approfonditi molti punti poco chiari riguardo al funzionamento. In concreto è stata posta la domanda se gli obiettivi durante l’anno avrebbero potuto essere adeguati verso l’alto o l’aumento salariale comunicato essere impugnato.
Un accordo con Swisscom prevede che i sindacati possano tenere degli eventi durante l’orario di lavoro. Avete avuto buone esperienze nello sfruttare questa possibilità? Ovviamente è una buona opportunità poter informare i dipendenti su diverse tematiche che li riguarda direttamente. Per me è importante che il sindacato faccia uso di questa possibilità e che organizzi degli eventi interessanti, tanti quanti consentiti dall’accordo. Tenere dei meeting regolari è doveroso. Ai membri dei comitati aziendali tra l’altro danno un’occasione d’o-
ro per entrare in contatto con colleghi di altri reparti e per creare delle offerte comuni, molto richieste.
Che conclusioni ha tirato il comitato aziendale da questo evento pilota? La collaborazione con le colleghe e i colleghi a Ittigen è stata davvero magnifica e ci siamo anche divertiti. Abbiamo potuto realizzare le nostre idee, con l’aiuto di Fabrizio D’Orazio, dopo un breve ma intenso periodo di preparazione e anche dai partecipanti abbiamo ricevuto solo commenti positivi. Questo ci sprona a continuare
© JENS FRIEDRICH
«Il mio salario secondo la mia performance» Sébastien Bourquin, presidente del comitato aziendale Swisscom IT Services nonché copresidente della commissione del personale Swisscom ENT, ha condotto un evento informativo insieme al comitato aziendale ITS.
a organizzare meeting del genere. Faremo poi un riassunto dei risultati sull’argomento “Il mio salario secondo la mia performance” e li faremo pervenire ai relativi organi di competenza.
* Franz Schori è segretario specializzato Telecom/IT.
Elezioni comPlan
Vecchiaia: sorvegliata speciale In ottobre, i dipendenti di Swisscom eleggeranno la commissione del personale della loro cassa pensioni comPlan. I cinque iscritti syndicom che siedono nel consiglio di fondazione non mancheranno di vigilare per scongiurare qualsiasi esperimento azzardato da comPlan per penalizzare le fasce più deboli. Franz Schori* aspettativa di vita da una parte e la contrazione dei redditi da capitale dall’altra. «Nel consiglio di fondazione abbiamo dovuto pensare a una soluzione che potesse garantire le buone prestazioni in forma di rendita non solo alle persone nate fino al 1958, ma anche alle generazioni successive», motiva Pardini.
“previdenza per la vecchiaia 2020”: sorvegliata speciale Il Consiglio federale ha introdotto lo scorso anno una più estesa riforma delle rendite, denominata “Previdenza per la vecchiaia 2020”. Quest’ultima viene osteggiata dai sindacati, perché comporta eccessivi svantaggi per i lavoratori a basso reddito e il ceto medio. Da anni, tutti i tentativi di penalizzare le rendite sono falliti alle urne. Ragion per cui ci si deve aspettare che Consiglio federale e Parlamento lavorino a questa riforma finché non sembrerà in grado di raccogliere la maggioranza. Giorgio Pardini mette in guardia dagli effetti collaterali della riforma: «A partire come palloni sonda potrebbero essere le imprese statali come Posta, FFS e Swisscom simulando inizialmente una maggiore flessibilità, ma andando in sostanza a penalizzare le prestazioni per gli impiegati». Una delle grandi sfide per i futuri rappresentanti del personale nel consiglio di fondazione sarà dunque quella di non prestarsi a questo gioco. In ottobre, i lavoratori di Swisscom eleggeranno la nuova commissio-
ne del personale. Alle elezioni del 2010, la lista del sindacato ricevette il 61% dei voti e ottenne cinque dei sette seggi disponibili. Un seggio ciascuno andò all’associazione del personale transfair e all’associazione dei quadri CASC (che nel frattempo ha aderito a transfair). Il 27 giugno di quest’anno, il comitato aziendale di Swisscom Group ha nominato sette candidati/e per il consiglio di fondazione e, una
• Angel Melchior, nuovo candidato, consulente bancario Finnova in Swisscom ENT-BAN • Pierre-Yves Sprunger, nuovo candidato, Release Manager in Swisscom ENT-WSC
economia e società, ma che lo facciano anche quelli che dispongono del fattore produttivo lavoro. Ecco come si presenta il José attivo, ormai da decenni, in diversi ruoli, a congressi, assemblee dei delegati, conferenze e riunioni di comitati aziendali. Ma José è sempre presente solidarmente anche quando altri si scoraggiano: come alle azioni di protesta e alle manifestazioni. José da alcuni mesi potrebbe già godersi la sua pensione, tra l’altro molto meritata, se non fosse che il suo motore politico lo stimola ad affrontare altre attività nella sua città di provenienza, Ginevra. Come pensionato José non può più sedere nei comitati aziendali: questo lo possono fare soltanto coloro che sono ancora lavorativamente attivi. In occasione della conferenza aziendale Swisscom Group del 4 luglio il responsabile del settore, Giorgio Pardini, ha congedato José con una citazione molto cal-
zante di Ernesto Che Guevara: “La solidarietà è la tenerezza fra i popoli”. Noi siamo convinti che continueremo ad incontrare il rivoluzionario José-Ramon Gonzalez in molte occasioni ancora. Grazie José e... a presto nella nostra battaglia per una maggiore solidarietà e giustizia! (SF)
Per motivi di età non si presenterà più alle elezioni Laurent Nebel, ragion per cui si dovrà assegnare un seggio syndicom a un nuovo candidato. Obiettivo di syndicom è continuare a essere rappresentata nel consiglio di fondazione comPlan con un quintetto armonico. Per fare in modo che la musica possa suonare per tutti anche in futuro.
* Franz Schori è segretario specializzato Telecom/IT
pensionamento
Grazie, José e... a presto! Il lavoro sindacale ha molte sfaccettature. Una di queste è il lavoro di convincimento da svolgere sul posto di lavoro, alle riunioni e alle conferenze, e talvolta anche nelle piazze. Se esiste un prototipo di sindacalista, da incontrare su qualsiasi terreno e sempre motivato al 100%, questo è José-Ramon Gonzalez. José lotta per i diritti e la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici dal profondo del suo cuore. Al filosofo economico Karl Marx José darebbe grandi soddisfazioni: infatti egli è un lavoratore politicamente molto istruito e dallo spirito rivoluzionario, che però non si scorda mai della sua provenienza e del suo status. Un lavoratore che da una vita lotta affinché non solo chi ha in mano i fattori produttivi soldi e terreno regnino su politica,
© Z VG
comPlan con i suoi circa 18’000 assicurati figura tra le casse pensioni più sane in Svizzera: a fine 2013, la cassa pensioni dei lavoratori di Swisscom vantava un grado di copertura pari al 106,5%. Inoltre era riuscita a portare la riserva di fluttuazione a 246 milioni di franchi. «La stabilità di comPlan ha a che vedere anche con la sua storia», spiega Giorgio Pardini, consigliere di fondazione comPlan e responsabile del settore Telecom/IT in syndicom. La cassa pensioni comPlan venne infatti creata in concomitanza con la fondazione di Swisscom, assicurandovi solo gli occupati attivi della neonata azienda, mentre i pensionati rimasero con Publica. «Quando fu istituita comPlan, alle parti sociali venne riconosciuta la possibilità di partecipazione», prosegue Pardini. Le parti sociali poterono in questo modo garantire un’armonizzazione fra contratto collettivo di lavoro, piano sociale e cassa pensioni. «Ecco perché non possiamo guardare comPlan come una realtà staccata, ma dobbiamo tenere d’occhio la filosofia di questa interazione», aggiunge Pardini. Si deve per esempio a questo approccio se dal 2013 è stato reso possibile il pensionamento parziale sancito dal CCL senza incorrere in perdite finanziarie. comPlan, analogamente ad altre casse pensioni, con effetto dall’1.1.2014 ha abbassato sia il tasso d’interesse tecnico che l’aliquota di conversione. I motivi sono ovunque gli stessi: la crescente
settimana dopo, le nomine erano già state approvate dalla conferenza aziendale. Qui di seguito riportiamo i nominativi delle candidate e dei candidati proposti: - Giorgio Pardini, attualmente in carica, responsabile del settore Telecom/IT in syndicom e membro della direzione di syndicom • Alfred Wyler, attualmente in carica, capodivisione presso la cassa di compensazione dell’associazione Albicolac • Dolkar Hofmann, attualmente in carica, responsabile Service Desk SCS, regione Ovest • Hans Peter Sutter, attualmente in carica, Change Manager in Swisscom INI-ON • Chiara Rizzelli, nuova candidata, team leader in Swisscom RES-CSU
José-Ramon Gonzalez si congeda dai suoi colleghi e dalle sue colleghe alla conferenza aziendale Swisscom Group del 4 luglio.
9 | Ritratto Diritto
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
“DOPO LA TRASFORMAZIONE DELLA POSTA IN UNA SA SI PERCEPISCE UNA CERTA OSTILITÀ NEI CONFRONTI DEL SINDACATO”
Il presidente della sezione Svizzera orientale lascia il suo incarico Nel 1968, quando Erich Bischof cominciò a lavorare alle Poste, non esisteva un vero apprendistato. A quei tempi uno saliva la gerarchia a furia di sostituzioni. Lui ricorda che all’inizio voleva fare l’“ambulante”: «Ma selezionare la posta in un treno non era proprio esaltante...». I suoi primi recapiti li ha fatti a San Gallo, poi a Herisau, da dove è stato mandato a Zurigo perché mancava personale per le sostituzioni. «Tornato a San Gallo, mi ha colpito la chiusura mentale della gente», racconta. A parte i suoi capelli lunghi, egli non aveva niente di un sessantottino. Ciò nonostante, per lui era più che naturale aderire al sindacato. Qualche anno dopo, quando si è voluto impegnare per migliorare le condizioni di lavoro del personale sostitutivo, si è rivolto ai colleghi dell’Unione PTT e, in un batter d’occhio, si è ritrovato a essere membro del comitato di sezione. Da lì i mandati sindacali si sono accumulati. A livello nazionale, Erich Bischof diventa membro della Commissione specializzata (CoSpe) Corrispondenza (in seguito chiamata CoSpe Mail) e della CoSpe Distribuzione. In qualità di rappresentante dei lavoratori, egli affianca da
© RENÉ HORNUNG
Erich Bischof, dopo 46 anni di servizio come postino, ha chiesto di andare in pensione anticipatamente. Ma rimane invariato il suo impegno sindacale. René Hornung*
Erich Bischof durante il suo ultimo giro di recapito
vicino la trasformazione della distribuzione. Questo impegno non è stato sempre semplice: troppo spesso si è sentito dire «è stato detto tutto, ora è la Posta che decide». In seguito egli diventa membro del comitato centrale del Sindacato della comunicazione, inoltre siede nella Commissione paritetica Istituzioni sociali e nella Commissione di conciliazione. A livello regionale, rappresenta i suoi colleghi nella Commissione del personale. Tutti questi mandati
li aveva già lasciati in vista del prepensionamento, mantenendo però l’incarico come presidente della sezione Ostschweiz di syndicom per oltre dieci anni. Erich Bischof ha vissuto anche diverse fusioni. Oggi riconosce che non tutte sono filate lisce. Le sezioni Posta e Telecom hanno accomunato le proprie risorse senza alcun problema, ma la fusione tra i tipografi e i giornalisti sta ancora dando filo da torcere nella Svizzera orientale. In più, i
limiti geografici dei vecchi settori non sempre corrispondono. Ma per fortuna Erich Bischof è un buon comunicatore, dotato di un senso acuto d’analisi. Egli è anche un “unificatore”. Guardando all’attuale professionalizzazione delle strutture sindacali, egli spesso si chiede se ci saranno ancora dei militanti: infatti diventa sempre più difficile occupare i seggi nei comitati di sezione. Egli è riconoscente verso il suo datore di lavoro che gli ha permesso
di partecipare alle riunioni sulle condizioni di lavoro, sui salari e sul contratto collettivo di lavoro (CCL): i congedi sindacali sono pagati, «la Posta mette il prezzo che serve al partenariato sociale». Ma i mezzi sono sempre più limitati. Dopo la trasformazione della Posta in una SA, i dipendenti non hanno visto grandi cambiamenti, «ma numerosi dettagli testimoniano uno smantellamento insidioso». Si percepisce una certa ostilità nei confronti del sindacato. «Questo complica la mobilitazione», afferma preoccupato per i suoi colleghi che a loro volta dovranno gestire i negoziati per il nuovo CCL. Il lavoro di postino è diventato troppo stressante per lui. Oggi non c’è più tempo per fare due chiacchiere con i clienti. In quanto militante, egli si è battuto a lungo per farsi prepensionare. E ora ne approfitterà. Ma Erich Bischof non si girerà certo i pollici. Egli è un topo di biblioteca che non ha paura di sprofondare nei testi filosofici di Schopenhauer. E poi è appassionato di fotografia e film. È dall’inizio degli anni Settanta che documenta la trasformazione della città e del paesaggio di San Gallo. Negli anni, il suo campo d’interesse si è allargato a tutta la Svizzera. «Ormai sono quasi un esperto dei vari stili architettonici». La sua collezione di foto la stima a circa 230’000 foto. Per depositare tutto questo materiale, ha dovuto affittare un locale.
* René Hornung è.
punto e dirit to
Ritardi nel pagamento dei salari, cosa fare?
Nei casi di ritardo nel pagamento dei salari occorre innanzitutto comprendere da cosa dipende il ritardo. Risulta altresì evidente che i provvedimenti che devono essere presi dai dipendenti si differenziano nettamente a seconda che la causa del ritardo sia ad es. imputabile a una scarsità di liquidità del datore di lavoro o se quest'ultimo non vuole semplicemente pagare. Nel tuo caso, in base a quanto esposto, si deve ipotizzare un problema nei pagamenti. Ora sorge la domanda se si tratta semplicemente di una temporanea mancanza di liquidità o se il tuo datore di lavoro è insolvente su base duratura. Nella prima ipotesi, occorre appurare a quanto ammonta il ritardo nei pagamenti del salario. Ti consiglio di chiarire questi punti in occasione di un colloquio.
Se non sei disposto a tollerare il ritardo, occorre sottoporre al datore di lavoro, nell’ambito di un primo passo tramite l’invio di una raccomandata, una breve proroga di almeno 5 giorni per il bonifico del salario. Contemporaneamente occorre far presente che smetterai di lavorare se il pagamento del salario non dovesse essere pervenuto sul tuo conto entro il termine stabilito, e che ti riservi il diritto di adire le vie legali. Qualora il salario non venisse pagato, puoi senz’altro non recarti al lavoro – a livello giuridico si parla di sospensione del lavoro – finché il salario non verrà corrisposto. Questa procedura dev'essere assolutamente rispettata, dal momento che il datore di lavoro potrebbe altrimenti interpretare la tua assenza come rifiuto al lavoro ed esisterebbe il rischio di una rescissione del con-
tratto. Tale risoluzione, per via di una giustificata sospensione del lavoro, sarebbe impropria, ma comunque valida. In caso di scadenza dei termini previsti senza che il salario fosse stato corrisposto, puoi inoltre avviare un’azione legale per il pagamento del salario presso il tribunale competente, che può essere per il luogo di lavoro o per il luogo di residenza/la sede del datore di lavoro, o eventualmente – nella misura in cui sussistesse un contratto di lavoro scritto e firmato dal datore di lavoro – avviare una procedura d’esecuzione. Fondamentalmente ti sconsiglio di avviare tali procedure prima di aver rescisso il rapporto di lavoro. Ovviamente puoi comunque rescindere il rapporto di lavoro anche in via ordinaria. Tuttavia questo provvedimento dev’esse-
re adottato, nel tuo stesso interesse, solo se il salario non venisse corrisposto per più tempo o se venisse attestata l’insolvenza. Infatti, laddove il rapporto di lavoro venisse risolto troppo presto, ciò potrebbe portare a dei giorni di sospensione da parte dell’assicurazione di disoccupazione. Una risoluzione senza preavviso da parte tua – ancora una volta a patto che il ritardo nel pagamento dei salari sia da ricondursi a difficoltà finanziarie del datore di lavoro – è possibile solo a fronte di determinate premesse: il datore di lavoro è insolvente e si deve inoltre richiedere in anticipo una garanzia. La garanzia può avere luogo, ad esempio, tramite una garanzia bancaria o la costituzione in pegno di titoli o beni. Laddove la garanzia richiesta non venisse presentata, tu avrai diritto a una risoluzione senza preav-
© S YNDICOM
Lavoro da 8 anni per lo stesso datore di lavoro. Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati costantemente da problemi finanziari e il salario mi è stato corrisposto in ritardo. Finora i ritardi sono stati tollerabili. Tuttavia, ad oggi, non ho ancora ricevuto il salario di luglio. Non si sa ancora se verrà pagato il salario di agosto. Nel frattempo, il datore di lavoro evita di parlare con me. Che cosa devo fare?».
Martin Scheidegger lic. iur., avvocato Collaboratore servizio giuridico
viso ai sensi dell’art. 337a del CO. Oltre ai salari mensili non versati possono essere fatte rivalere come danni le rivendicazioni salariali per il termine di disdetta ordinario. Ti consiglio vivamente di comunicare una risoluzione – sia in via ordinaria che senza preavviso – solo mettendoti preventivamente in contatto con il segretariato regionale di syndicom competente per te o di comune accordo con l’URC di competenza, in modo tale da evitare le conseguenze negative correlate all’assicurazione di disoccupazione.
10 | Sindacato Pensionati
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
In memoria di Edoardo Brenna, tipografo e sindacalista
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Il movimento sindacale ha una ricca storia scritta attraverso l’impegno di innumerevoli uomini e donne. È un patrimonio da conservare e far conoscere alle giovani generazioni affinché siano consapevoli di tale storia che può servire a comprendere il presente e immaginare il futuro. Per questi valori intrinseci, oltre che per onorare un amico, ricordiamo in questa pagina Edoardo “Nini” Brenna, scomparso dieci anni fa, il 21 settembre del 2004, all’età di 63 anni. Lo ricorda con noi il collega Alcide Bernasconi con un toccante scritto. Gabriele Castori*
Di professione tipografo compositore, persona affabile, competente e spiritosa, Nini fu dirigente sindacale di spessore. Rivestì per vent’anni (dagli inizi degli anni Settanta) la carica di presidente del sindacato dei tipografi della sezione di Lugano, fu protagonista del-
la fusione con la sezione di Bellinzona e sedette lungamente in Comitato centrale acquisendo anche un ruolo e una visione nazionale. Fu uno degli ultimi dirigenti tuttofare che, assieme ad altri membri del Comitato, sacrificò moltissimo tempo, lavorando come segretario e conducendo persino le trattative contrattuali. Edoardo Brenna fu una persona semplice e vera: il suo impegno per la causa dei lavoratori nasceva da un naturale senso di appartenenza alla sua classe sociale e alla propria professione e al desiderio di migliorarne le condizioni di lavoro. Il suo percorso sindacale si snodò attraverso innumerevoli riunioni, incontri, assemblee e, tramite queste esperien-
ze, si confrontò con le molte problematiche che attraversavano le tipografie del nostro Cantone, comprendendo l’importanza dell’unità dei lavoratori e della solidarietà e divenendo un punto di riferimento per i tipografi ticinesi. Noi pensiamo che il suo cammino possa rappresentare ancora oggi un esempio per quei lavoratori, soprattutto i giovani, che sentono i valori della dignità del lavoro e della professionalità del proprio mestiere. Operando come il Nini e come tanti altri militanti si può guardare al domani con speranza e attraverso tale impegno i colleghi e le colleghe che ci hanno lasciato continueranno a vivere.
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Storie che parlano ai giovani INVITO Gruppo Pensionati Regione Ticino e Moesano GITA ANNUALE AL BORGO MEDIOEVALE A GRAZZANO VISCONTI (Provincia di Piacenza)
Mercoledì 17 settembre 2014
ORARI DI PARTENZA: 7.00 Locarno FFS 7.30 Bellinzona Espo Centro 8.00 Lugano Cassarate lato fiume 8.20 Chiasso Breggia PROGRAMMA • Arrivo al Borgo Medioevale ore 10.30 circa • Visita di Grazzano Visconti con guida in due gruppi • Ore 13.00 spostamento a Vigolzone, azienda agricola rinomata • Dopo il pranzo visita alla cantina «La Tosa» con possibilità d’acquisto • Ore 17.00 rientro in Ticino con arrivo alle ore 20.00 circa Prezzo per persona: 50 franchi tutto compreso, pranzo e bibite incluse
* Gabriele Castori è.. Iscrizione obbligatoria entro l’8 settembre 2014
Un ricordo di Nini Brenna a dieci anni dall’ultimo addio Ecco due-tre cose che scrissi per l’estremo saluto al caro Nini, tipografo negli ultimi anni delle linotype ma anche, soprattutto, vero amico, con l’arte della battuta al momento giusto, un dono che è soltanto di pochi. Ricordi che mi sono permesso di ritoccare per via del tempo trascorso da quel triste giorno. Alcide Bernasconi Caro Nini, che cosa è stata la nostra vita? Bella? Piena? Per te, è stata la tua famiglia – non era difficile capirlo – la cosa più bella. Aggiungo anche i momenti di lavoro condivisi con rispetto reciproco, con la capacità di risolvere i problemi sorridendo. Che ci hanno dato, però, gli anni trascorsi al giornale? Ce lo siamo chiesti spesso, negli ultimi tempi, un po’ smarriti, noi e qualche altro, con la solita frase: quanto manca? Per dire, quanto manca al giorno in cui avresti (avremmo) lasciato il Corriere. La corsa stava finendo. Altri avevano lasciato il gruppo prima, qualcuno più vecchio, alcuni un po’ più giovani, dicendoci che ormai era tempo. Essi avevano tagliato il traguardo del pensionamento (e pre-pensionamento) senza quel sorriso di vittoria che mi aspettavo di vedere. C’era, in tutti, un’ombra di nostalgia per quel nobile mestiere del tipografo che era stato il tuo, e di altri, quello che più mi ha affascinato, intrigato, incuriosito, quello da cui ho rubato piccoli pezzi, giorno dopo giorno, per cercare di fare meglio il mio – di redattore – da quando ci siamo conosciuti attorno ai
banconi della tipografia, verso il 1968. Per chi ha fatto il tipografo, la trasformazione avvenuta in quegli anni nei giornali non fu per nulla piacevole. Non solo da noi. È stato così dappertutto. L’arte del tipografo: a chi interessava ancora? Il giornale si poteva fare anche in un altro modo. La vecchia tipografia aveva chiuso le porte e la linotype era ormai già soltanto un pezzo da museo sul quale si depositava la polvere. Per fortuna, nel team della nostra ex tipografia c’eri tu, insieme a qualche altro sincero amico: un compagno di lavoro per trovare la soluzione di un problema, per allentare con una battuta la tensione dei momenti in cui il tempo stringe. E le tue storielle sono rimaste leggendarie. Questa me l’ha raccontata il Nini: ed era un marchio di garanzia che favoriva l’ascolto, sollecitava l’attenzione. Perché tutti noi abbiamo bisogno di un sorriso, ogni tanto. E tu eri quello che più di tutti li ha regalati, cogliendo l’attimo, con arte, con misura, con la capacità del tipografo di riempire uno spazio, con gusto. Non solo i tuoi colleghi e le colleghe più giovani ti sono grati per questo. Lo
sono anche i compagni della redazione che più spesso hanno frequentato dapprima la vecchia tipografia, poi quella nuova, senza odori di inchiostri né il calore infernale del piombo che d’estate vi costringeva a lavorare in tenuta da… bagnini. Grazie per le correzioni quando ti cadeva l’occhio sui refusi delle pagine sportive, grazie per quando giungevi in soccorso a mettere i nomi giusti sotto i cliché, riconoscendo tutti i campioni del passato e del presente, ma anche i comprimari, oltre ai personaggi del nostro piccolo mondo sportivo che avevi frequentato anche da calciatore. Grazie Nini per i quasi quarant’anni di strada che abbiamo fatto insieme. Grazie per gli aneddoti, i quadretti di vita sportiva, le acute osservazioni sui fatti di tutti i giorni, lo humor e l’ironia con cui sapevi rievocare storie di vita vissuta, grazie per aver condiviso passioni e nostalgie per un certo calcio e per quel Football Club Lugano che abbiamo tanto amato. Avremmo tutti voluto poter protrarre per un altro po’ questi incontri, invecchiando insieme. Invece è andata diversamente. Vuol dire che ci aspetti, non più però con lo stress del tipografo, quando mancavano ancora gli ultimi articoli e i cliché e si avvicinava l’ora di andare in macchina. Ora per te il tempo non ha più tempo. Ma continua – Nini – a darci una mano e facci sorridere ancora. Il modo lo troverai, ne sono certo. A dieci anni dall’ultimo saluto, siamo sempre vicini col pensiero ai tuoi cari, a Marisa, Massimo e Paolo e al “Cenz”, il tuo inimitabile campione.
* Alicde Bernasconi è..
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INVITO GITA ANNUALE ATTIVI A BERGAMO ALTA (aperta anche ai pensionati) Domenica 7 settembre 2014 ORARI DI PARTENZA: 7.00 Locarno FFS 7.30 Bellinzona FFS 8.00 Lugano Park & Ride Noranco 8.20 Chiasso Breggia PROGRAMMA • Arrivo a Bergamo ore 10.30 circa • Visita con guida a Bergamo Alta della durata di circa 1 ora e 30 minuti • Ore 12.00 tempo libero per aperitivo e acquisti • Ore 13.00 pranzo gastronomico in Bergamo Alta • Al termine possibilità individuale per shopping o ulteriori visite • Ore 17.00 rientro in Ticino con arrivo alle ore 19.30-20.00 circa Prezzo per persona: 50 franchi tutto compreso, pranzo e bibite incluse Iscrizione obbligatoria entro ????? 2014
Alla vostra at tenzione: I posti sono limitati. Farà stato l’iscrizione in ordine cronologico . Il Segretariato resta volentieri disponibile per ogni informazione. Iscrizione obbligatoria telefonando a syndicom (al numero 058 817 19 61, eventualmente lasciate i vostri dati alla segreteria telefonica) oppure tramite e-mail (ticino@syndicom.ch) o inviando un tagliando all’indirizzo: syndicom, Via Genzana 2, 6900 Massagno.
Sindacato Ticino | 11
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014 Posta sa Care colleghe, Cari colleghi, come sapete syndicom ha deciso di interrompere temporaneamente le trattative riguardanti il nuovo CCL perché i risultati emersi fino a questo momento non sono in linea con quanto prospettato all’inizio delle trattative, ovvero: trasformazioni sì, peggioramenti no. Una campagna di sensibilizzazione è già partita allo scopo di spiegare i motivi che hanno portato il sindacato a fare una pausa, adesso è giunto il momento di coinvolgere la base per capire quali siano i punti più sentiti e importanti sui quali il sindacato deve insistere quando saranno riavviate le trattative. La pausa avviene in un momento in cui le pressioni verso il personale sono in continuo aumento ed è quindi fondamentale permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di essere parte attiva per contrastare questa tendenza che si riscontra ormai in tutti i settori della Posta. Per tutti questi motivi sono state organizzate in tutte le regioni delle assemblee durante le quali sarà presentato e poi discusso il risultato intermedio raggiunto fino a questo momento, dopodiché si definiranno quali aspetti concreti portare al tavolo dei negoziati una volta che questi saranno riaperti. La sola partecipazione a queste assemblee sarà già un chiaro segnale della volontà di ottenere un buon CCL e di migliorare le attuali condizioni di lavoro. Le date e i luoghi li trovate nel volantino sottostante. Vi aspetto numerosi.
Il tuo CCL – il tuo avvenire! Partecipa – con syndicom A fine maggio il sindacato syndicom ha deciso di fare una pausa nelle trattative riguardanti il nuovo CCL che varrà per oltre 40 000 dipendenti della Posta. Un esame critico dei risultati provvisori ha evidenziato molte questioni aperte in ambiti molto importanti. Queste tematiche ora vanno discusse ampiamente all’interno del sindacato, con gli iscritti, al fine di definire le posizioni prima di riprendere i negoziati. Per questo gli organi di syndicom hanno deciso di mettere il semaforo delle trattative con la Posta «sul giallo». Un comitato d’azione sta pianificando degli incontri informativi regionali in tutta la Svizzera e per tutti gli iscritti al sindacato, incontri che si terranno nelle prossime settimane e dove verranno presentati e valutati i risultati ottenuti fin’ora. Partecipa anche tu a questa discussione sul tuo CCL e sul tuo futuro presso la Posta! Approfitta della tua affiliazione per formulare le tue richieste e per esercitare una diretta influenza sul corso delle trattative. Inoltre, come socio syndicom, vorremmo motivarti ad impegnarti a favore di buone condizioni di lavoro e di un forte CCL con la Posta, insieme ai tuoi colleghi e al tuo sindacato. In base ai riscontri avuti dai nostri iscritti, per syndicom sono al centro tre aspetti, dove il nuovo CCL deve assolutamente fornire delle soluzioni: • ampia tutela, rispetto e stima per i dipendenti della Posta • abolizione di pressioni e stress nel lavoro quotidiano • stop ad un’ulteriore flessibilizzazione delle condizioni di lavoro Nella tua regione sono programmati i seguenti incontri: Giovedì 21 agosto ore 20:15 - Sala Patriziale Biasca, via Tognola 1, Biasca Martedì 26 agosto ore 20:15 - Canvetto Luganese, via Rinaldo Simen 14, Lugano Giovedì 28 agosto ore 20:15 - Ristorante Casa del Popolo, via stazione 1, Bellinzona Lunedì 1 settembre ore 20:15 - c/o Unia, via al Gas Mendrisio 8, Mendrisio Giovedì 4 settembre ore 20:15 - Ristorante Verbano, Piazza Grande 5, Locarno
Per avere più informazioni sugli eventi puoi anche consultare il nostro sito: www.syndicom.ch ∕ ccl_posta oppure contattare il tuo segretariato regionale.
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StoP: trasformazioni Sì Peggioramenti no
Marco Forte è responsabile regionale. TM RSI STM
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L’articolo iniziale della rivista presenta delle fotografie di viaggio del grafico e designer industriale, Fjodor Gejko. Veri e propri collage, sui muri di vecchie case o fabbriche cinesi, che ricordano molto l’arte astratta. La maggior parte sono stati fotografati in un ambiente vicino alla città di Yangjiang Guanghou nella provincia meridionale cinese del Guangdong. Il servizio illustra anche il contesto socio-culturale e politico. Esso è arricchito dalle spiegazioni degli elementi e dei colori utilizzati in queste opere che vanno a creare delle “esplosioni visuali”. Si prosegue con Heidrun Osterer e un articolo riguardante l’associazione tipografica internazionale come società e il suo ruolo nel mondo della tipografia. Seguono una serie di poster di Mike Joyce, estratti dal suo libro “Swissted”, il quale racchiude duecento progetti. Per chiudere la sezione, il bloc-notes di Roger Chatelain, ci porta in un viaggio nel passato tra gli esponenti del movimento grafico svizzero e ci illustra alcuni libri dedicati ad essi, tra cui anche il suo. Nella seconda sezione della rivista BT, sono esposti svariati argomenti, come l’impiego e l’utilizzo di “Less is more” attraverso citazioni di diversi personaggi fino ai suggerimenti di come sostituire un colore da un file InDesign CS2 al CC, non aprendo il documento, bensì utilizzando degli script, e altri trucchi per migliorarsi. Vi rammento che un numero omaggio vi attende e potete ottenerlo scrivendo a yvonne. scheurer@syndicom.ch o al segretariato ticinese di syndicom (adria.croci.@syndicom.ch). Inoltre i membri di syndicom beneficiano di un abbonamento scontato del 50% (66,60 franchi per sei numeri all’anno) mentre apprendisti e studenti affiliati possono ricevere la rivista gratuitamente. Abbonamenti online presso http://www.tm-rsi-stm.com/index. php?article_id=20. (mb)
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Offerta appartamenti a pigione moderata Siamo una cooperativa di costruzione e gestione di alloggi a pigione moderata da affittare in particolare a dipendenti della Confederazione e delle ex regie federali come Posta e Swisscom. Abbiamo 5 palazzi a Viganello e 3 a Massagno e momentaneamente stiamo ristrutturando degli appartamenti di 4 locali che saranno disponibili nei prossimi mesi. Invitiamo eventuali interessati ad inoltrare la loro richiesta coi dati personali e della famiglia a uno dei seguenti recapiti: CERESIO, Società Cooperativa di costruzione Via Emilio Rava 5 6962 Viganello E-Mail: ceresiocoperativa@bluewin.ch
12 | Ticino Cultura
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014
territorio
Cineoltre
Perché scarpinare fino a Odro?
Il documentario The Iron Ministry, presentato al Festival di Locarno, prova a raccontare la Cina sulle rotaie della rete ferroviaria più estesa al mondo. Un Paese in movimento, fra tradizione e modernità.
©WWW.PARDO. CH
Per spostarsi da Vogorno (461 metri di altitudine) a Odro (1'240 metri) c’è un ripido sentiero da percorrere, ma il viaggio vale sicuramente lo sforzo profuso. Il tragitto è anche parte del sentiero etnografico che conduce lungo diversi punti d’interesse, rendendo così ancor più attrattiva la gita in Valle Verzasca. Elia Stampanoni*
Riso Express
Odro è stata un centro delle attività agricole fino agli anni ’50, quando gli agricoltori del posto (soprattutto i paesani di Vogorno, Corippo, Mergoscia e Lavertezzo) s’inerpicavano su questi pendii per falciare il fieno selvatico, quel fieno che le mucche, viste le alte pendenze, non riuscivano a raggiungere. L’erba raccolta sui pendii selvaggi, fino al limite della vegetazione in prossimità delle vette, era preziosa e rinfoltiva le scorte racimolate nell’esiguo fondovalle, aiutando a superare i lunghi inverni. Per portare il fieno a valle, accanto al tradizionale trasporto a spalla, si utilizzavano anche dei fili a sbalzo. Lungo il sentiero di Odro si possono oggi scorgere le tracce di questo metodo. A Stavèll, un nucleo di monti che s’incontra salendo lungo il percorso, si vedono per esempio il punto di partenza e di arrivo dei fili a sbalzo. Il cavo è ancora ancorato a un grosso masso e sostenuto da tre pali. Durante il periodo di fienagione sui monti, i verzaschesi si fermavano nei dintorni di Odro per alcune settimane (solitamente tra agosto e settembre), trovando
rifugio nelle baite o nelle cascine adibite proprio allo scopo. Alcune erano delle piccole case, altre solamente dei piccoli ricoveri (sprügh) dove trascorre le poche ore di riposo. Queste costruzioni caratterizzano oggi il nucleo di Odro, dove Jean-Louis e Chris Villars nel 1996 si sono trasferiti per gestire un’azienda agricola biologica con agriturismo. Da allora sono loro che garantiscono la gestione degli scoscesi terreni, accogliendo i turisti di passaggio. La loro fattoria si è allargata lentamente, restaurando i rustici dove oggi troviamo sia la loro abitazione, ma anche le stalle, il caseificio, i dormitori e le cascine per gli ospiti. Poco più su, in quella che una volta era l’abitazione temporanea di Luigi Berri, detto Stevenin (1904-1988), troviamo invece una suggestiva esposizione permanente (Museo Val Verzasca), dove si possono rivivere dei toccanti momenti del passato. Nella piccola mostra troviamo i ricordi e le testimonianze di un’epoca ormai dimenticata: oltre a documenti scritti ed esplicativi, sono presentati diversi utensili,
“La Cina è un gigante addormentato: attenti a quando si sveglierà”, ammoniva Napoleone nell’Ottocento. I suoi timori si sono avverati. Da qualche decennio, il gigante cinese si è risvegliato, attivo più che mai. Lo ha rivelato anche uno dei film in concorso all’ultimo Festival del cinema di Locarno, The Iron Ministry. La Cina è immensa. Entro i confini della Repubblica Popolare, vivono un miliardo e trecento milioni di persone di etnia e religioni diverse. La sua potenza economica è davanti a noi, quando vediamo le etichette “Made in China” su decine di prodotti della nostra quotidianità. Il documentario The Iron Ministry racconta il Paese attraverso la metafora del treno in corsa, lanciato a tutta velocità. Il regista statunitense J.P. Sniadecki, attento osservatore della Cina contemporanea, accompagna lo spettatore in un viaggio sui treni cinesi. Per tre anni, con la sua videocamera ha esplorato carrozze e cuccette, ha incontrato passeggeri e controllori. Affollati convogli regionali e moderni treni superveloci, vagoni stipati e carrozze ristorante immacolate e deserte. Fra mille contraddizioni, emerge l’istantanea di un Paese che sta cambiando. Bastano poche frasi scambiate con i passeggeri. C’è chi si lamenta degli orari di lavoro disumani, dalle 8 di mattina alle 10.30 di sera. Chi parla del mercato immobiliare ormai controllato dalle… suocere, che pretendono appartamenti sempre più costosi per dare in spose le figlie. Chi parla senza pudore dei privilegi destinati ai dirigenti del partito. Chi si preoccupa dell’ecologia, proprio mentre un inserviente spazza montagne di rifiuti. Sullo schermo scorre una varia umanità che viaggia, alla ricerca di fortuna, di un nuovo lavoro, di un marito. Il paesaggio scorre al di là del finestrino, mentre i passeggeri dormono, mangiano, parlano. L’unico rumore è quello del treno, mentre un bambino spiritoso fa la parodia degli annunci ferroviari. Il tutto ricorda un po’ Café Express, il film con Nino Manfredi che s’inventava un servizio minibar sul treno per Napoli: là il “boom” economico italiano, qui l’espansione della Cina, dove tutti riescono a far fortuna. E chi proprio non ce la fa emigra, ma sempre convinto di raggiungere il successo. Questa è la Cina di oggi, un Paese che ha abbracciato il capitalismo selvaggio non senza danni collaterali: sfruttamento dei lavoratori, nessun rispetto nei confronti dell’ambiente e delle minoranze. Ed è proprio una passeggera a ricordare una profezia tibetana del Settimo secolo: quando arriverà il “cavallo di ferro”, i tibetani dovranno scappare come formiche. Ora è giunto invece un “dragone di ferro”, il treno raccontato da The Iron Ministry, che cambierà ogni cosa. Grazie al Festival di Locarno, questo film ha avuto la sua vetrina promozionale, assieme ad altri interessanti documentari come Je suis Femen o Broken Land (sul muro eretto tra Messico e Stati Uniti). Speriamo che ora possano trovare il pubblico che meritano, in un mercato sempre più competitivo. Giovanni Valerio
come le piccole falcette che permettevano di tagliare anche i più discosti e nascosti ciuffi d’erba. Gli oggetti, dopo il restauro e la catalogazione, sono stati donati al museo. Una pausa nell’angusto sprügh è il momento per fare una sosta, per ripercorre la storia di questi agricoltori che, con il loro ingegno, seppero trovare sui dirupi verzaschesi le soluzioni ideale per il proprio sostentamento. Il sentiero didattico continua poi verso l’alpe Bardüghè e scende transitando da Co-
stapiana, passando da altri punti d’interesse, tra cui accenniamo i suggestivi muri a secco, altri fili a sbalzo o la selva castanile. La gita si conclude a Vogorno, attraversando i floridi vigneti che ricordano quanto l’agricoltura, anche a valle, ha tuttora una sua importanza.
* Elia Stampanoni è giornalista RP freelance. Fotografie: Elia Stampanoni
Votazioni Ticino | 13
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014 votazione cantonale 28 set tembre
Sosteniamo il futuro del Ticino
Molti i temi in votazione a fine settembre e tutti con importanti risvolti sociali. Oltre alla cassa malati unica ecco a livello cantonale una proposta che vuole migliorare la formazione obbligatoria dei più giovani cittadini. Dalla limitazione a 20 allievi per classe all’introduzione di un sistema generalizzato di mense scolastiche e doposcuola. Barbara Bassi
Chi ha seguito in questi anni gli svariati convegni del mondo commerciale e imprenditoriale e dei partiti che si dicono vicini al mondo economico e ai valori tradizionali sicuramente ha sentito che l’economia è ferma e bisogna tornare a investire sul territorio, che si deve ricorrere a lavoratori esteri perché non si trova personale sufficientemente formato in Ticino e spesso neanche in Svizzera e così via con una litania di altre carenze alle quali è necessario porre rimedio.
Investire nel futuro Molto spesso si cercano soluzioni veloci che guardano al domani ma non al dopodomani. “Dirigere vuol dire prevedere” dicevano i nostri antenati e la lungimiranza è infatti necessaria per costruire in modo che l’architettura resista alle intemperie. Questo sforzo di guardare lontano è chiesto ora ai cittadini che il 28 di settembre, nel rispetto del loro dovere civico, andranno a esprimersi alle urne. A loro viene chiesto di essere bravi architetti e di scegliere quel progetto che vuole aiutare le scuole comunali a essere la casa del futuro per le nuove generazioni. Una nuova scuola che con un numero non eccessivo di allievi per classe (al massimo 20) permetta ai docenti di coltivare con maggiore attenzione l’importante vivaio di cittadini del domani. Questa iniziativa aiuta l’economia però anche su altri fronti. Crea maggiore occupazione nel settore della formazione ad esempio. Ma non solo.
Mense e doposcuola Ecco una risposta anche per le famiglie. Dagli ultimi dati risulta infatti che il 46% delle coppie con figli vede attivi professionalmente entrambi i genitori. E se da un lato ci sono comuni con un buon grado di organizzazione a livello parascolastico, in altri comuni diventa assai complesso per i genitori lavoratori organizzare il tempo di lavoro perché questo possa combaciare con quello scolastico. Questa iniziativa vuole dunque risolvere questo annoso problema. Da dire che sia il servizio di mensa che quello del doposcuola è un passo anche verso il pari trattamento dei co-
muni dando nuovamente attrattiva a comuni che, non potendo offrire servizi di questo genere, vivono un continuo svuotamento delle proprie aree. Insomma pare proprio che per una volta tutti abbiano a guadagnarci eppure, come sempre accade, ci sono anche quelli che invitano a votare no. L’argomento principale, come ormai d’uso quando si vuole fare una scelta che abbia anche solo una parvenza sociale, è il costo. Beh inutile negarlo, un’operazione di questo genere non è gratuita. Il comitato che ha preparato il progetto lo sa bene e ci ha pensato a lungo. Per questo propone un’applicazione della nuova normativa diluita su 5 anni. Detto in altri termini per i comuni si tratterebbe di una crescita annuale dello 0,2% del budget. Mentre per il cantone si parla dello 0,09% circa all’anno, ossia di circa 16 milioni di franchi. In termini complessivi il Ticino passerebbe dal 23,2% di fondi pubblici (di Cantone e Comuni) destinati alla formazione, al 23,5% restando comunque al di sotto della media intercantonale svizzera (nel 2007 il Ticino era al 24° posto). Ora, sempre i nostri avi dicevano che sulle scarpe non si deve risparmiare. Meglio un buon paio di scarpe che tre paia scadenti perché i piedi sono quelli che ci devono portare lontano sulla via della vita e una volta che sono rovinati non c’è più modo di recuperare. Allora forniamo ai nostri figli, alle generazioni del futuro delle basi di qualità per percorrere poi la via di cittadino con gli strumenti giusti. Non esitiamo e scegliamo di sostenere le nuove generazioni.
L’opportunità della Vita
Io me la caverò grazie alla scuola di Françoise Gehring “Io speriamo che me la cavo”. Ricordate? È il titolo di un libro di grande successo pubblicato nel 1990 e scritto da Marcello D’Orta, maestro di scuola elementare deceduto l’anno scorso. D’Orta, anche quando si era dedicato a fare lo scrittore e l’opinionista, ha sempre detto di sentirsi un maestro a tutto tondo, perché ha continuato a frequentare insegnanti, a occuparsi di scuola e soprattutto perché, amava ripetere, “se lo si è fatto con passione, maestro si rimane per tutta la vita”. Che cosa c’azzecca con l’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali”? Parecchio, perché
SÌ all’iniziativascuole «Aiutiamo le comunali» ola u c s o p o d e e s + men sse – allievi per cla al centro c’è l’amore per la scuola, l’attenzione verso allievi e allieve, il desiderio di offrire a tutti e a tutte pari opportunità. La filosofia di base dell’iniziativa sostenuta da un ampio comitato è di combattere ogni forma discriminatoria perché in Ticino non ci devono essere allievi/e di serie A o di serie B. Il valore della scuola è proprio quello di andare oltre le differenze per garantire a tutti e a tutte un’educazione e un’istruzione che pone al
centro ragazzi e ragazze, con le loro storie, con i loro vissuti. Per questo è necessario ridurre il numero di alunni/e per classe. Oggi la media di allievi per classe in Ticino è superiore alla media svizzera per quanto riguarda la scuola dell’infanzia ed è vicino a quella nazionale per quanto concerne le scuole elementari. L’iniziativa popolare fissa un limite massimo di 20 allievi/e per classe di una sezione da raggiungere entro 5 anni: fattibilissimo. Il testo in votazione il prossimo 28 settembre fissa anche un tetto massimo per le pluriclassi delle scuole elementari. Le classi con meno allievi/e non sono solo positive per gli/le alunni/e – che possono concentrarsi e “rendere” di più – ma anche per il/la docente che può dedicarsi maggiormente all’insegnamento, prestando attenzione alle esigenze dei/delle ragazzi/e. Per un/una docente classi meno numerose significa anche meno burocrazia. Vent’anni dopo la pubblicazione di “Io speriamo che me la cavo”, Marcello D’Orta aveva pubblicato un articolo su chi se l’era cavata. Non tutti, ma moltissimi. L’amore per la scuola e l’ostinazione civile di quei docenti che vicino a Napoli avevano lottato, tra mille difficoltà e minacce, per dare alla scuola un tetto stabile, ha portato buoni frutti. Via gli stereotipi. Via i pregiudizi. Oggi quella scuola è un istituto all’avanguardia. Il Ticino si è sempre preso cura della scuola, in cui ha fermamente creduto. Ma oggi occorre investire maggiormente nella formazione per assicurare un’educazione di qualità al passo con i tempi e all’altezza delle sfide. Il miglior investimento di una società aperta e solida è di credere davvero nei giovani, garantendo quelle fondamentali e imprescindibili pari opportunità che consentano loro di riuscire nella vita o, comunque, di cavarsela. Non è poco. Allora votiamo sì il 28 settembre.
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ISSN 1664-8978
Il prossimo numero uscirà il 19 settembre 2014. La chiusura di redazione è fissata l’8 settembre.
14 | In chiusura Perfezionamento
syndicom | N. 10 | 29 agosto 2014 concorso let terario
corsi syndicom
sabato 27 settembre 2014
10.00–13.00
centro professionale lugano/trevano La stampa originale tecniche, storia, editoria 15 e 17 settembre, Orario :19.30-21.30 20 settembre, 4, 11 e 18 ottobre, (sabato),orario: 08.20-11.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatori: Carla Ferriroli, Gianstefano Galli, Isabella Steiger Luogo: CSIA, Lugano Conoscenza storica e tecnica della grafica d’arte (xilografia, calcografia e litografia), con la realizzazione di un progetto personale: una strenna natalizia che permetterà di assimilare alcune competenze nell’arte della stampa e del mondo della bibliofilia. Tale realizzazione comprenderà la sua veste di presentazione, l’impaginazione, la scelta del carattere tipografico e il soggetto illustrativo originale. InDesign - Workshop di prestampa 22 e 24 settembre, Orario 19.30-21.30 sabato 27 settembre, Orario 19.30-21.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatore: Diego Uccellani Luogo: Centro di formazione Viscom, Bellinzona Esercitare l’utilizzo dell’applicativo di impaginazione attraverso lo sviluppo di un progetto pratico che ogni partecipante potrà attuare singolarmente o in gruppo. Scoprire insieme le diverse capacità di InDesign. In altre parole “Poca teoria, tutta pratica!”. Apparecchiature: iMac – Adobe CS6 Requisiti: conoscenze base di InDesign
corso
indipendenti senza contabilità e fisco Programma:
1) In quale romanzo Scarlett O’Hara s’innamora di Rhett Butler? 2) Come si chiama il libro cult di J.D. Salinger con il cui eroe disperato si sono identificate generazioni di giovani? 3) Da quale casa editrice è edito il famoso “Grande dizionario tascabile in 24 volumi”? 4) In quale opera di Shakespeare sorge la domanda “Essere o non essere”? 5) Come si chiama il più antico e ancora esistente editore specializzato di lingua tedesca che conosciamo per le sue guide rosse agli itinerari?
– Chi è un indipendente – Concetto di impresa individuale, Società in nome collettivo e Società semplice – Le nuove disposizioni del CO relative alla tenuta della contabilità, in particolare per le imprese individuali e le società in nome collettivo – Il comunicatore visivo indipendente e il fisco: i moduli fiscali per chi non ha l’obbligo legale di tenere una contabilità – Esempio pratico
Iscrizioni presso: Giulia Centemeri Fontana syndicom, via Genzana 2 CH–6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 giulia.centemerifontana@syndicom.ch Iscrizione gratuita per i soci syndicom Max. 10-15 iscritti
Risposte alle domande del secondo concorso let terario pubblicate sul n. 9 di syndicom: 1) Si è sparato con una delle pistole di Albert. Il fidanzato di Lotte. 2) Kurt 3) Pschyrembel. Il nome deriva da Willibald Pschyrembel, che ha curato a lungo il vocabolario medico per l’editore “De Gruyter”. 4) (solo nel film). La scimma si chiama Signor Nilsson. 5) Ha sparato a se stesso e alla sua amata “Henriette Vogel” che si era ammalata di cancro. Le risposte al quiz vanno inviate a syndicom - il giornale, Monbijoustr. 33, cp 6336, 3001 Berna entro il ?????? 2014.
Maggiori dettagli sul sito www.helias.ch. Il premio è un buono di 50 franchi offerto dal nostro sponsor il Buono svizzero del libro, una cooperativa che conta 430 membri e più di 500 punti vendita. Vince il concorso dello scorso numero Sabine Lüdi di Worb.
condoglianze Sciarini Bruno, Contone, deceduto in data 21.3.2014 all’età di 73 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1975.
Reka, per avere di più.
Indirizzi
Ballinari Renato, Termine, deceduto in data 5.4.2014 all’età di 89 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1999. Il Sudoku di syndicom Pinotti Lino, Besazio, deceduto in data 9.6.2014 all’età di 76 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1956. Filippini Sergio, Arbedo, deceduto in data 21.6.2014 all’età di 76 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1966. Ay-Cippà Franca, Bellinzona, deceduta in data 22.6.2014 all’età di 64 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socia dal 2005.
Assemblea dei delegati syndicom Sabato 29 novembre 2014 Stade de Suisse, Berna
La convocazione di quest’assemblea dei delegati syndicom si basa sugli articoli 30ss. degli statuti syndicom - Sindacato dei media e della comunicazione del 3.12.2010 e sull'art. 17s. del regolamento di organizzazione syndicom - Sindacato dei media e della comunicazione. Termine per la presentazione delle proposte e per l’iscrizione dei delegati è: Sabato 18 ottobre 2014
In palio un buono Reka da 50 franchi. La soluzione (la cifra composta dai tre numeri derivanti dalle caselle segnate di blu indicate nell’ordine da sinistra a destra) sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro il 12 settembre 2014, a: syndicom - il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. Il vincitore del cruciverba pubblicato su syndicom - il giornale N. 9 è la signora Brühlmann Wanda di Bellinzona.
agenda gita annuale iscritti syndicom domenica 7 settembre Destinazione Bergamo Alta. Vedi informazioni a pagina 10. gita annuale pensionati mercoledì 17 settembre Destinazione Grazzano Visconti. Vedi informazioni a pagina 10 Workshop sui manifesti Svizzera - cuba Da Venerdì 10 a Domenica 12 settembre Pregassona vedi www.helias.ch
appuntamento al cinema Giovedì 25 settembre Al cinema Lux a Massagno Proiezione del film Carole Roussopoulos, una reporter con la videocamera di Emmanuelle de Riedmatten. Organizzato dal Coordinamento donne della sinistra. Communico 2014 sabato 15 novembre 2014 Giornata del design e della comunicazione visiva Dalle ore 10 alle 16 presso il Campus SUPSI a Trevano vedi www.communico.info
Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 13.30 alle 17.30. Giovedì dalle 8.30 alle 12.30. Al di fuori di queste fasce orarie si riceve su appuntamento. segretariato regionale bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch cassa disoccupazione bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: lunedì 9.00 -11.30 martedì e giovedì 9.00 -11.30 | 14.00 -17.00 mercoledì 14.00 -17.00, venerdì chiuso gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info Contatto e-mail: redazione@pensionati.ch o ernesto.fenner@bluewin.ch