N. 12 10 ottobre 2014
www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione
il giornale
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Quella formazione che dovrebbe essere un fiore all’occhiello I sindacati, da diversi decenni, oltre che delle condizioni di lavoro, si occupano della formazione professionale sia di base che di perfezionamento. In Ticino vi è una collaborazione tra syndicom e i datori di lavoro perlomeno in due ambiti: quello dei giornalisti e quello dell’industria grafica. Venerdì 3 ottobre è cominciato ad esempio il biennale corso di giornalismo della Svizzera italiana. Ogni anno invece viene presentato un ricco programma di perfezionamento professionale per l’industria grafica. Questo tipo di formazione è una riuscita concreta di quello che è il partenariato sociale e dimostra impegno e dialogo sia sul fronte sindacale sia su quello padronale. Di fatto entrambi sono coscienti del fatto che la formazione professionale è un importante tassello sia per il singolo, lavoratore o lavoratrice, che mantiene aggiornate le sue competenze o le migliora restando così un collaboratore di valore per la sua azienda, sia per l’azienda che ha tutto l’interesse di avere uno staff di alto livello professionale per rimanere competitiva sul mercato a livello di qualità del prodotto. Eppure vi è una nota dolente in questo discorso così importante ed è la sempre meno disponibilità di tempo a seguire corsi di formazione o perfezionamento professionale. In alcuni ambiti il diritto a un congedo di formazione è previsto in modo esplicito. Nell’industria grafica ad esempio attraverso il contratto collettivo di lavoro, nelle emittenti radio televisive. è invece la concessione a determinare l’obbligo di far seguire una formazione esterna ai propri dipendenti. In realtà è sempre più difficile che questo accada. Al corso di giornalismo mancano quest’anno gli iscritti di diverse importanti testate e nell’industria grafica i corsi si fanno ormai solo serali o di sabato, fuori dunque dall’orario di lavoro. Due sono i motivi principali: gli staff sono numericamente insufficienti per permettere a un dipendente di distaccarsi dall’azienda per seguire una formazione e spesso sono i dipendenti stessi che o non sono a conoscenza del loro diritto a formarsi durante le ore di lavoro o sono così sotto pressione da non osare chiederlo. Su questo fronte è assolutamente necessario intervenire presto con misure concrete. Un impegno che syndicom intende mantenere.
Barbara Bassi
Swisscom elezioni complan
Aperte le votazioni per il consiglio di fondazione
premio gutenberg
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Festeggiati i migliori apprendisti ticinesi dell’industria grafica
communico 2014
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Alle porte la giornata della comunicazione visiva e del design ›pag. 11
ccl posta
Un nuovo pacchetto di rivendicazioni
Più di un centinaio di delegati delle tre affiliate della Posta hanno chiarito le posizioni per la ripresa dei negoziati CCL. Dopo aver consultato la base sanciti i punti cardine per la trattativa. ›pag. 5
© Margareta Sommer
editoriale
ecopop
«L’esplosione demografica è scongiurata» Iniziativa Ecopop: la resa dei conti di Balthasar Glättli, capo del gruppo parlamentare dei Verdi, con ecologisti verdemarrone e “isterici” della sovrappopolazione, presenti anche tra le file del suo partito. ›continua alle pagine 2 e 3
2 | Dossier Ecopop
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014
sfatate le previsioni di sovrappopolazione
«L’esplosione demografica è scongiurata» > continua da pagina 1 work: Signor Glättli, cosa significa “peak child”? Balthasar Glättli: È un dato di fatto. A livello mondiale la nascita di bambini non registra più alcun incremento. Già da dieci anni il numero dei bambini fino ai 15 anni è rimasto stabile.
L’esplosione demografica globale è quindi scongiurata? Sì, è così. La popolazione mondiale cresce solo perché invecchiando viviamo più a lungo. In alcuni decenni il numero degli uomini sulla “nave spaziale Terra” si stabilizzerà.
Sorprendente, visto che da decenni ci propinano la “bomba della sovrappopolazione”, che sembra costituire il problema più grave dell’umanità, ci paventano scene terrificanti per 30 miliardi di persone, ci mettono in guardia contro la carestia e catastrofi ecologiche… Dopo la seconda guerra mondiale la questione politico-demografica è stata sfruttata da una lobby – finanziata tra l’altro dalla fondazione Rockefeller – che negli anni 60 ha fatto breccia nel governo degli Stati Uniti e anche nell’ONU. Interessante è che, sin dall’inizio, ne facevano parte attivamente molti discepoli della corrente eugenetica che distingue la vita degna da quella indegna. A quei tempi la popolazione cresceva veramente molto in fretta e ciò aveva contribuito a dare attendibilità alle previsioni funeste, che profetizzavano l’avvento già negli anni 70 di carestie catastrofiche globali. Questo tema ha avuto forte risonanza anche negli emergenti eco-movimenti, sebbene già allora famosi ecologisti americani criticassero Paul Ehrlich, affermando che non si poteva, in nome dell’ecologia, esigere un controllo statale repressivo delle nascite.
lottiamo per realizzare un’economia verde, per una migliore pianificazione del territorio e per la protezione della terra coltivata. Noi proponiamo soluzioni fattibili a problemi concreti. È importante capire che l’inquinamento ambientale, i cambiamenti climatici, la fame sono la conseguenza del nostro modo di fare economia, dello sfruttamento di interi continenti, del benessere distribuito iniquamente, del consumo sfrenato delle risorse, ma non certo la conseguenza dell’esplosivo incremento demografico. Dieci uomini in Nigeria gravano sull’ambiente, in media, meno di un unico Svizzero o di mezzo americano negli Stati Uniti. Ecopop trascura tutto ciò. Chi considera il numero degli uomini come unica causa dei problemi ambientali e la loro limitazione come unica soluzione è un “mercante di tenebre”.
Tuttavia in novembre saremo chiamati a votare un’iniziativa di Ecopop che, in nome della difesa dell’ambiente, vuole due cose: abbassare allo 0,2 per cento la crescita complessiva della popolazione svizzera e, di conseguenza, bloccare l’immigrazione con mezzi draconiani; esige inoltre che i fondi stanziati per l’aiuto allo sviluppo vengano utilizzati per contenere le nascite nei Paesi poveri.
Un Verde che relativizza i problemi dell’ambiente?
Questa iniziativa è assurda e pericolosa e nasconde due elementi della destra ecologista: limitare l’immigrazione per mantenere pulito il proprio “spazio vitale” e costringere i poveri a non mettere al mondo figli, poiché questi un giorno potrebbero pretendere la loro parte di risorse naturali. Meno uomini, meno problemi ambientali, questo è il mantra di Ecopop. Tutto ciò è completamente sbagliato. Sprigionare gas a effetto serra in Baviera anziché a Zurigo, non riduce la catastrofe climatica. Non sono gli stranieri a causare i problemi ecologici, bensì il nostro modo di vivere.
Al contrario. I problemi ecologici erano e sono immensi e incalzanti. È per questo che noi Verdi
Ecologisti di destra e ostili agli stranieri? Suona paradossale.
© z vg
Balthasar Glättli, 42 anni, è consigliere nazionale dei Verdi e lavora come piccolo imprenditore per iniziative e Webdesign. Ha studiato filosofia ed è membro della Commissione della politica di sicurezza, della Commissione delle istituzioni politiche e vicepresidente dell’Associazione degli inquilini.
Anche se Andy Thommen, segretario di Ecopop e membro dei Verdi, dovesse minacciare un’azione legale, lo ripeto ugualmente: nel movimento ecologista c’è un lato oscuro, la loro tradizione verde-marrone.
Lei ora ha analizzato questa tradizione in un libro insieme al coautore Pierre-Alain Niklaus e diversi autori ospiti. Ha scelto il titolo “Die unheimlichen Ökologen” (Gli ecologisti sospetti). Che cosa ha scoperto nelle sue ricerche? Abbiamo guardato negli abissi. Ecopop, anche se i suoi capi vi si oppongono indignati, è sullo stesso piano di pensatori razzisti, teorici della vita degna e indegna, politici e ideologi dello spazio vitale. I nemici degli stranieri, come Valentin Oehen, hanno avuto un ruolo determinante nella storia della nascita delle loro associazioni in Svizzera. In fin dei conti l’iniziativa si è potuta attuare solamente perché politici di destra, come Ulrich Schlüer (ex consigliere nazionale UDC, ex segretario generale di James Schwarzenbach) e i Democratici Svizzeri hanno raccolto molte firme.
Fuori verdi, dentro marrone? Non affermerei mai che la gente di Ecopop sia tutta razzista o fascista! Non era questo che ci interessava. Volevamo sapere quale idea dell’uomo avessero e da dove provenisse. Come agiscono le persone che vedono l’ecologia come lotta di popolo contro popolo? Che mettono la nazione e l’ecologia contro gli uomini? Che non vedono l’uomo come un essere sociale capace di organizzarsi in un modo diverso, bensì come animale più o meno intelligente? Ci interessava soprattutto capire come un’ideologia, che vuole risolvere tutti i problemi ecologici attraverso l’ostilità nei confronti degli stranieri e la riduzione del numero di persone, potesse in Svizzera, potenzialmente, essere suscettibile di interesse da parte di una maggioranza.
Benno Büeler di Ecopop mette in guardia da una Svizzera con 11 milioni di persone. Rispecchia forse la paura di molti? In Svizzera il posto c’è per 11 milioni di uomini che vivono in modo ragionevole. Ma non c’è posto per anche solo 5 milioni che vogliono starsene tutti in una villa con un fuoristrada davanti alla porta di casa.
Come alcuni responsabili di Ecopop? L’uomo forte di Ecopop, Andreas Thommen, abita in Argovia, in una casa circondata da un appezzamento grande quanto un campo da calcio. Non intendo riferirmi alla persona, parliamo piuttosto del principio. Ecopop diventa Egopop: neghiamo ad altri ciò che noi stessi possediamo. Fa piuttosto pensare che non si tratti di ecologia, bensì di proteggere i propri privilegi, limitando il numero della popolazione. Confini chiusi e anticoncezionali per il terzo mondo: non è certo l’ecologia che noi Verdi vogliamo.
Nel testo dell’iniziativa c’è scritto che Ecopop, puntando ad un numero inferiore di abitanti, mira a “conservare le basi naturali della vita”. Mi sembra più una forma di antiecologia: una politica demografica e i confini chiusi all’emigrazione per continuare la propria vita privilegiata e dispendiosa? Una cosa è chiara: se Ecopop venisse accettata, sarebbe un colpo basso per la difesa dell’ambiente. La riduzione della popolazione diverrebbe l’unica leva importante per risolvere tutti i problemi, mentre in realtà ciò non risolverebbe nessun problema ecologico, a prescindere poi dai rigetti economici, sociali e civili che Ecopop provocherebbe. Di rapporti normali con l’Europa e di trattati bilaterali non si parlerebbe più. E non voglio ora accennare alla disoccupazione, al dumping salariale e alla distruzione delle assicurazioni sociali, voi del sindacato ne sapete più di me.
Lo stretto rapporto fra economia
ed ecologia, benessere e risorse è evidente. Un amico si è così espresso: «Se tutto il mondo guidasse tante automobili come noi, consumasse tanto come noi, utilizzasse così tanta energia come noi, l’umanità andrebbe incontro a un suicidio ecologico». Questo è il punto! Come risolviamo il problema? Costringendo le persone che hanno meno di noi a mettere al mondo meno bambini e a rinunciare al progresso? Utilizzando i 200 milioni stanziati per l’aiuto allo svilup-
Nei limiti del possibile I sindacati stanno costruendo una larga coalizione contro l’iniziativa Ecopop Il presidente USS Paul Rechsteiner ha spiegato al Consiglio degli Stati il perché lo fanno: «Invece di portare delle proposte politico-ambientali, Ecopop incolpa gli immigrati dei problemi. L’iniziativa Ecopop è un’iniziativa xenofoba travestita da politica
ambientale. Un’iniziativa allarmista». Inoltre essa condurrà a un forte aumento di dimoranti temporanei e frontalieri. Questo a livello ecologico è assurdo e «com’è noto causa una grande pressione salariale». Anche per i lavoratori nazionali.
intollerabile La richiesta Ecopop di impiegare il
dieci per cento dei fondi di cooperazione internazionale ai fini di un controllo delle nascite è un «insopportabile pensiero da razza ariana». Ora questa paura va contrastata con i fatti. Rechsteiner: «Serve una nuova attività d’informazione contro termini oscuri come per esempio “stress di densità”. Non solo per smascherare l’iniziativa Ecopop, ma in via generale». (olf )
Ecopop Dossier | 3
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014
le brevi
Caramelle postali “La Posta dovrebbe migliorare i suoi servizi pubblici piuttosto che vendere caramelle”. Secondo la Federazione romanda dei consumatori (Frc), il Gigante giallo continua a vendere prodotti dolciari nella maggior parte dei suoi uffici pur essendosi impegnato a rinunciarvi già dal 2012. “La Frc ha scritto all’ex regia federale chiedendole di mettere la propria energia nel miglioramento delle sue prestazioni piuttosto che giocare ai cattivi pasticcieri”, scrive l’associazione dei consumatori in un comunicato del 2 ottobre. (YS/ATS)
© Chappatte, “NZZ am Sonntag”, www. globecar toon. com
Scioperi ad Amazon
Addirittura le delegazioni dell’Est, durante le conferenze internazio-
nali sull’ambiente, a volte, argomentano in modo simile. Acqua pulita, aria respirabile, terreno, materie prime sono beni comuni. Per principio appartengono a tutti. Il francese Alain Lipietz, teorico verde, dice: “I beni comuni non sono cose, bensì condizioni sociali”. Si tratta di utilizzarli insieme in modo che, in primo luogo non vengano distrutti, in secondo luogo ne possano beneficiare il maggior numero di persone possibile. Questo è il principio dell’ecologia
© z vg
po facendo piovere preservativi sull’Africa? Risolviamo il problema con una politica demografica, l’egoismo e la teoria eugenetica? Diciamo ai cinesi e anche alle persone che qui da noi guadagnano poco: non siete degni di vivere come noi? Alcuni di Ecopop la pensano così, altri di Ecopop non sono dello stesso parere, ma si comportano come se lo fossero.
politica e anche l’unica soluzione possibile, non solo per l’ambiente, ma anche per evitare guerre e migliorare la qualità di vita.
Il biologo americano Garrett Hardin vede due ulteriori possibilità: una totale privatizzazione dei beni comuni oppure una dittatura ecologica mondiale. Ambedue condurrebbero alla barbarie. Vogliamo questo? Per me è chiaro che lo sfruttamento della natura e lo sfruttamento degli uomini vanno insieme e si possono solo combattere insieme. Non possono essere né messi l’uno contro l’altro, né eliminati l’uno indipendentemente dall’altro. Le limitazioni che noi ci imponiamo nell’uso dei beni naturali per salvaguardare il pianeta saranno utili solo se le colleghiamo ad un principio di giustizia: tutti devono poter accedere in modo equo ai beni comuni e avere delle opportunità.
percorrendo un nuovo cammino evolutivo e con un’economia sostenibile, al fine di risolvere i problemi ecologici ed ottenere contemporaneamente più giustizia, allora la nostra qualità di vita aumenterà. Attualmente soluzioni di questo tipo vengono ovunque vissute, pianificate, riversate nella politica. Ciò sembra rimanere celato agli occhi della gente di Ecopop, per la maggior parte ingegneri e studiosi di scienze naturali in pensione.
Lei critica la crescita economica? Non troverà molto consenso da parte dei sindacati.
Chiudiamo il cerchio: tutto ciò significa che noi, nella parte ricca del mondo, dovremmo attenuare il nostro standard di vita?
Non ne sono certo. Il compito principale dei sindacati è fare in modo che una discreta parte del valore aggiunto fluisca nelle tasche dei lavoratori. Ma il loro effettivo traguardo è la liberazione degli uomini dalle servitù. Noi questo lo condividiamo. Per esempio l’autonomia nel gestire il tempo: è sempre stato un cavallo di battaglia dei sindacati ridurre l’orario di lavoro che per me è un elemento sostanziale per una riforma ecologica.
Sì, ma non la nostra qualità di vita. La mia tesi è: se lottiamo
Intervista: Oliver Fahrni
A fine settembre in 5 dei 9 centri logistici di Amazon – società di vendita online – in Germania sono stati fatti degli scioperi organizzati da Ver.di, la grande federazione sindacale dei servizi. In gioco il CCl: l’impresario vuole continuare ad applicare quello dei trasporti su strada (meno buono), sostenendo che Amazon sia una società di trasporti. Ma, basandosi sul fatto che l’essenziale dell’attività di Amazon consiste nel vendere e consegnare articoli a singoli acquirenti, Ver.di rivendica l’applicazione del contratto collettivo del commercio al dettaglio. Il sindacato denuncia anche una mole di lavoro troppo pesante e delle pause insufficienti. La società USA minimizza e non intende né trattare né discutere. (YS)
Terremoto mediatico
Dopo Ringier, due altri gruppi si riorganizzano in Svizzera romanda. La zurighese Tamedia vuole disfarsi dei tre giornali locali romandi La Broye, Le Régional e il Journal de Morges, che anche se non in perdita non raggiungono di sicuro il tasso richiesto del 15% di guadagno. Sembra che la preferenza sia data a degli investitori della regione. Ma ce ne sono? Nelle tre testate si tratta comunque di una cinquantina di impieghi in gioco. Da parte loro, le Soeurs de Saint- Paul, proprietarie de La Liberté, aprono il capitale in azioni della società (33%) ad attori dell’economia friburghese: il Gruppo E e la Banca cantonale di Friburgo. A priori una buona notizia sperando che riesca a mantenere la sua indipendenza redazionale. (YS)
Sempre meno uffici postali in Ticino
Continua a far discutere la strategia della Posta di chiudere gli uffici postali trasformandoli, quando va bene, in agenzie, ossia punti di raccolta o distribuzione presso altri commercianti. Ora è il turno della posta di Origlio, dove il Comune, dopo aver tentato tutte le strade possibili e vista la non disponibilità della Posta ad ascoltare le richieste della popolazione, ha deciso di fare ricorso presso PostCom, il comparto preposto del Datec. Purtroppo però la lista non sembra esaurirsi e ben presto sarà il turno della posta di Cademario. (BB)
Le professioni syndicom | 5
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014 CCL Posta
Un nuovo pacchetto di rivendicazioni
© Margareta Sommer
10 Punti cardine per la trat tativa
In occasione della conferenza del settore parziale, le 131 proposte nate dalla larga consultazione con la base sono state riassunte in due controproposte di 10 e 15 punti che integrano gran parte quelle già presenti. I 15 punti sono stati formulati in maniera più dettagliata dagli autori. La formula a 10 punti ha il merito di non rendere impossibile il compito della delegazione, così i suoi difensori. Al termine di un dibattito vivace che ha occupato i delegati per una buona parte della mattinata, il programma dei 10 punti raccomandato dal soundingboard è stato accettato. I delegati terranno bene a mente l’insieme degli elementi che è risultato dalla consultazione della base.
Sono circa 120 i delegati delle tre affiliate della Posta che, in una conferenza del sindacato syndicom tenutasi il 26 settembre a Berna, hanno chiarito le posizioni per la ripresa delle trattative CCL. La delegazione negoziale di syndicom, dopo una pausa di quattro mesi, tornerà a trattare con i datori di lavoro con un chiaro mandato e con un pacchetto di 10 rivendicazioni fondamentali. Bruno Schmucki I 120 delegati della cosiddetta “conferenza Nel dibattito i delegati – tutti dipendenti deldel settore parziale” del sindacato syndicom le tre affiliate della Posta Svizzera – hanno sono arrivati a Berna con delle cartelle mol- dimostrato molta comprensione per le rito pesanti: grazie a oltre cento incontri infor- chieste dei propri colleghi e colleghe. Hanmativi regionali, organizzati per presentare no fatto notare che le molte ristrutturazioni e il profondo camalla base i risultati interbiamento in atto medi delle trattative CCL, Conferenza set toriale Telecom-IT i membri nelle ultime set- Il 26 settembre la conferenza di settore Telecom/ all’interno della Posta significano timane hanno formulato IT ha revisionato il regolamento di settore, un grosso aggrapiù di 130 rivendicazioni istituito, per la prima volta, un comitato di e proposte all’attenzione settore, preso conoscenza del bilancio 2014 del vio per il personale. Ecco perché dei delegati. «Queste propo- settore, nominato un nuovo membro CC, sono giustificate ste non rispecchiano soltanto approvato una proposta direttiva per l’AD le rivendicazioni una forte democrazia di base, syndicom del 29 novembre e nominato 18 di un’ampia tutema evidenziano anche i molte- delegati AD. Seguirà l’articolo dettagliato. (sf) la, di ridurre lo plici problemi con i quali sono confrontati i dipendenti postali nel loro lavoro quo- stress e di fermare la continua flessibilizzatidiano. Molti temono che la pressione nelle azien- zione. Gli impiegati non comprendono perde aumenterà ancora», ecco come ha interpre- ché La Posta, con il suo miliardo di utile, non tato questa ondata di proposte il presidente faccia che peggiorare le condizioni attuadi syndicom Alain Carrupt che ha continua- li di lavoro. Le numerose proposte presentato affermando che il CCL deve offrire a que- te dovrebbero però essere sintetizzate. Inolsti problemi e timori delle soluzioni pratiche tre i delegati ritengono importante entrare nell’ultima fase negoziale con un fronte unie tra le migliori possibili.
COMMENTO
Democrazia di base © z vg
Abbiamo appena vissuto un periodo di pausa nei negoziati, ma non certo un periodo di pausa per il nostro sindacato. Noi abbiamo consultato la nostra base. Con grande successo! Oltre cento assemblee in tutta la Svizzera, discussioni intense e numerose prese di posizione. A questo punto vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che hanno contribuito al buon esito di questa consultazione. Questo esercizio è la prova che la democrazia di base è ben viva nel nostro sindacato e questa cosa può solo farmi piacere. Il numero impressionante (130) di rivendicazioni e proposte formulate all’attenzione dei delegati tuttavia rispecchia anche i tanti problemi con i quali sono confrontati i dipendenti della Posta nella loro quotidianità lavorativa. Ora è essenziale che dopo le discussioni e le decisioni democratiche riuniamo il fronte, ci dimentichiamo delle divergenze tattiche e materiali, che restiamo uniti, determinati e pronti a schierarci dietro la delegazione alle trattative. Così il sindacato syndicom potrà
affrontare la ripresa dei negoziati in modo sereno e convinto, consapevole della sua capacità di negoziare un buon CCL per il personale e altrettanto conscio della capacità di mobilitazione dei propri iscritti. Il nostro sindacato dice sì alla trasformazione ma no ai peggioramenti. Questo per noi è un fatto imprescindibile e a questo punto l’avrà capito anche la Posta. Noi non accetteremo che la trasformazione dell’azienda e il suo posizionamento sul mercato vengano fatte sulle spalle del personale. Il cambio dello statuto aziendale e la sua nuova struttura non devono in nessun caso servire da pretesto per peggiorare le condizioni di lavoro. Se la Posta dovesse scegliere un’altra strategia, noi lanceremo immediatamente una vasta mobilitazione al fine di instaurare un rapporto di forza tale da permettere di difendere gli interessi legittimi del personale. Detto questo, sono comunque convinto che la lunga tradizione di partenariato sociale di qualità che prevale tra la Posta, syndicom e transfair permetterà di arrivare, mediante le trattative, ad un risultato soddisfacente per tutte le parti, ma soprattutto per il personale. Alain Carrupt, presidente di syndicom
to rafforzando allo stesso tempo la delegazione per le trattative. Così i delegati hanno approvato un programma di 10 punti che contiene delle richieste riguardo a disposizioni CCL centrali sulla regolamentazione di ferie e giorni festivi, della settimana aziendale di 5 giorni, della protezione contro il licenziamento o dei premi fedeltà. Inoltre i delegati hanno proposto di allargare la delegazione negoziale al presidente di syndicom Alain Carrupt affinché egli possa darle un sostegno politico. Rimane chiaro e invariato il motto di queste trattative, ovvero che si accettano sì le trasformazioni ma senza dover subìre dei peggioramenti delle condizioni di lavoro. Dopo la conferenza, i circa 200 delegati e ospiti hanno raggiunto a piedi la sede principale della Posta a Berna. In un atto simbolico i responsabili syndicom hanno ripassato la palla alla Posta e i partecipanti alla manifestazione hanno fischiato l’inizio del secondo tempo delle trattative CCL. Ora i partner sociali fisseranno i prossimi passi da fare, decidendo su come e quando saranno ripresi i negoziati.
Jose Feijoo Fariña (40), postino, Molinazzo (TI) «Oggi abbiamo rinforzato la delegazione alle trattative. Spero così che essa possa far passare le nostre rivendicazioni nei confronti della Posta. Non sarà facile, ma è molto importante per noi tutti».
Mirela Mrkonja (32), impiegata al centro pacchi di Härkingen (BE) « Io rivendico soprattutto un giusto salario e una protezione contro il licenziamento. Ho fiducia nel sindacato perché concretizzi le mie rivendicazioni».
Ester Lemke,Product Manager (responsabile dei prodotti) a PostFinance « Il programma in 10 punti è una buona base. Così si ha un quadro all’interno del quale muoversi, ma anche un margine di manovra per i delegati incaricati delle trattative».
Alla cosiddetta “Conferenza del settore parziale” si è lavorato assiduamente per ridurre a 10 tematiche e rivendicazioni principali le oltre 131 richieste che erano state presentate dalla base. Il programma definitivo è stato così presentato dal Soundingboard e dopo un intenso pomeriggio di discussione è stato approvato. I Delegati alle trattative non dimenticheranno in ogni caso nessuno degli argomenti che sono scaturiti da questa riunione. Ecco gli elementi cardine che sorreggono le rivendicazioni. I. Rivendicazioni materiali Con il motto “Trasformazioni sì peggioramenti no”, la delegazione di syndicom comincia il percorso delle trattative conclusive con un obiettivo: ottenere un regolamento di pari valore al CCL 2002. Tre sono gli ambiti ai quali viene posta maggiore attenzione: • Ampia tutela, rispetto e valorizzazione per i/le dipendenti della Posta. • Riduzione della pressione e dello stress nel lavoro quotidiano. • Stop ad un’ulteriore flessibilizzazione delle condizioni di lavoro. I seguenti punti sono da raggiungere come priorità: 1. Ferie e giorni festivi: in ottica generale non devono esserci peggioramenti. 2. Protezione contro il licenziamento: mantenimento dell’attuale protezione. 3. Premi di fedeltà: statu quo. 4. Tempo di riposo e indennità di denaro supplementari per il lavoro notturno e domenicale: regola equivalente della Legge sul lavoro come nel CCL 2002 – tempo di riposo supplementare per lavoratori più anziani (over 55). 5. Retribuzioni interruzioni di lavoro e pause: Miglioramento delle pause retribuite, in particolare per le interruzioni del lavoro durante il turno di notte. 6. Settimana lavorativa di 5 giorni come modello di riferimento: Vanno regolate le eccezioni (recapito della posta, front office). 7. Tre luoghi di lavoro possono essere concordati solo in casi eccezionali se il tempo di percorrenza e le spese non vanno a carico del/della dipendente. 8. Congedo sindacale: Il lavoro di sezione deve essere preso in considerazione per i criteri/contingenti dei congedi sindacali. 9. Ambito di applicazione restrittiva. 10. Il sistema salariale deve essere giusto, pratico e comprensibile. II. Ulteriori richieste materiali Tutte le proposte della sezione inerenti al CCL, che riguardano richieste materiali, non saranno più trattate. Le rivendicazioni espresse nelle proposte saranno riprese se il Soundingboard e la delegazione alle trattative fossero costretti ad abbandonare la via tracciata dai 10 punti cardine.
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LE ASSISE DEL GIORNALISMO
Giornalisti sotto pressione Losanna, 24 settembre – Su invito di Reporter senza frontiere, Amnesty International e impressum, la terza assise del giornalismo ha voluto sottolineare quanto questa professione sia sotto pressione: giornalisti censurati, bersagli di guerra, oggetto di pressioni da parte degli inserzionisti o sottomessi alle irragionevoli esigenze di margine degli editori. Yves Sancey
© Yves Sancey
La questione della libertà di stampa, così importante per un buon funzionamento della democrazia, è stata il filo conduttore delle assise del giornalismo. Un podio di discussione sulla censura in Svizzera ha permesso al giornalista Ludovic Rocchi (passato da “Le Matin” alla RTS) e a Yves Steiner (passato dalla RTS al Controllo federale delle finanze) di riproporre le intimidazioni di cui sono stati oggetto.
censura e clima d’intimidazione Rocchi ha tratto lezioni pratiche dalle sue vicissitudini con la giustizia. Nel caso di inchieste delicate si deve evitare di lasciare nel proprio computer informazioni importanti e non si deve conservare il PC sul posto di lavoro, oppure a casa. In caso di perquisizioni si deve chiaramente dire “mi oppongo” e chiedere espressamente che gli oggetti confiscati vengano sigillati. Alla fine del processo, il cui esito è stato per lui positivo, Rocchi, al momento di recuperare i cinque taccuini contenenti le sue annotazioni per altre inchieste, ha scoperto sul pacchetto un post-it con scritto “sigilli fragili”: «Fragili come la libertà di stampa» ha egli concluso. Nell’affare del vignaiolo vallesano che ha fatto censurare i reportage della RTS, Yves Steiner ha evidenziato la sproporzione fra i sette avvocati che rappresentavano il “cantiniere” e il giurista della RTS affiancato da un avvocato esterno di cui si è potuto avvalere Steiner. La tattica mirava a soffocarlo sotto un voluminoso dossier giudiziario e ben otto procedure che hanno fortemente rallentato la sua attività giornalistica. Jean-Philippe Ceppi, produttore di Temps Présent (RTS), ha denunciato un “clima d’intimidazione” che
BIG BANG DELLA STAMPA ROMANDA
“Le Temps” perdu? Cambio nella direzione, trasferimento a Losanna, creazione di una newsroom, perdita di lettori. In pochi giorni Ringier non ha fatto altro che emettere annunci. Senza coinvolgere, per ora, i giornalisti. Un vero senso del timing, non c’è che dire. Come minimo si può affermare che presso Ringier gli avvenimenti si susseguono a meraviglia, per la direzione, ben s’intenda. Dopo aver lasciato la redazione di Le Temps per mesi nell’incertezza sul suo futuro, permettendo, frettolosamente, il massimo di partenze spontanee, dopo aver lasciato quanto meno dubitare sulla possibilità e identità di un acquirente – dicendo alla Commissione della concorrenza (Comco) che tutto era stato tentato – e dopo aver giocato poi la carta di un acquisto ideale come «una questione di cuore» da parte del patron di Ringier, ora è stata ingranata la
annuncia “la fine del giornalismo investigativo in Svizzera”. Lavorare sotto copertura è diventato impossibile: le fonti sono paralizzate, visto che chi lancia un allarme non ha nessuna protezione.
«la qualità è ciò che si legge» Il dibattito sul finanziamento dei media e le pressioni esercitate nei confronti delle redazioni si è basato su uno studio dell’Università di Friburgo fondato sul
marcia più alta. Il 6 settembre, ovvero il giorno quando Le Temps pubblicava il suo 5’000esimo numero, si apprendeva che la Comco aveva dato il via libera alla rilevazione da parte di Ringier di parti di Tamedia, per 9,2 milioni. Il 9 settembre, lo stesso giorno della pubblicazione delle cifre, la ricerca REMP sul numero di lettori della stampa, mostrava, su un anno, una perdita di 10 000 lettori di Le Temps e di 15 000 di L’Hebdo, e venivano comunicate le dimissioni dell’attuale caporedattore e della direttrice. Infine, il 10 settembre, come già si vociferava nei corridoi da settimane, Ringier ha annunciato il trasferimento della redazione di Le Temps da Ginevra a Losanna nel secondo trimestre 2015. L'idea è di stabilire delle sinergie con L’Hebdo e Edelweiss, due altri titoli romandi del gruppo, con la messa in campo di una redazione – newsroom – comune alle tre pubblicazioni. È stato annunciato un importante sviluppo dell’offerta numerica.
parere di circa 1’000 giornalisti, con cui si afferma esserci effettivamente un degrado nelle loro condizioni di lavoro, un aumento della pressione (interna o degli inserzionisti), la sensazione di non avere più il tempo necessario per verificare bene le informazioni in loco e anche un aumento del “giornalismo rapido” destinato al web. Gli editori rimangono tuttavia fiduciosi. Per Serge Reymond, direttore di Tamedia Publications Romandes,
Se Ringier maneggia a meraviglia l’arte dello story-telling annunciando un consolidamento di un titolo in rallentamento, le inquietudini e le critiche non sono mancate riguardo a un progetto redazionale quantomeno vago. Bisogna dire che l’operazione sembra soprattutto perseguire una logica economica. Basta ascoltare i propositi di Daniel Pillard, direttore di Ringier Romandia, per giustificare la collaborazione con Edelweiss: «Il giornale attira degli inserzionisti simili a quelli del Temps, i gruppi di lusso. Un avvicinamento sarebbe dunque più che coerente» annunciava nel 24 Heures (2.7). Poco entusiasmante dal punto di vista giornalistico. Yvette Jaggi, membro del Cercle des amis del Temps, da parte sua commenta che «ormai gli azionisti danno la priorità al denaro e raccomandano un irraggiungibile tasso di rendimento dell’8%. Una totale mancanza di realismo, delle cifre assurde» (Domaine Public, 11.9). Per ora non è stato annunciato nessun licenziamento. Tuttavia sono circola-
«ciò che conta non è il numero di giornalisti, ma il fatto che conservino la voglia di creare contenuti di qualità: la qualità è ciò che si legge!». «Troppo facile!» gli ha risposto Rainer Stadler, redattore presso la “NZZ”, secondo il quale «una parte di ciò che ci viene fatto leggere in Svizzera è abominevole». Gli editori, criticati per la loro strategia di massimizzazione del margine di guadagno, hanno rivelato due visioni del loro mestiere. Per Daniel Pillard, capo di Ringier Romandia, la diversificazione nel digitale serve a generare fonti di guadagno per sostenere la stampa su carta che non sarebbe più redditizia. Tamedia, al contrario, sostiene che “i giornali devono essere remunerativi essi stessi”. In conclusione: se è importante che i giornalisti dibattano sull’avvenire della loro professione, è quantomeno deplorevole che impressum abbia rifiutato che syndicom partecipasse a queste assise, ma abbia accettato senza problemi che gli editori Tamedia e Ringier facessero parte degli sponsor. Eccezion fatta per la spiacevole impressione di esser stati messi da parte, il pomeriggio è stato istruttivo.
te voci riguardo alla soppressione di 20 posti nell’amministrazione e una quindicina presso i giornalisti. La Società dei redattori e del personale di Le Temps s’interroga «sul mantenimento dei valori fondamentali», evocando «le incertezze riguardo alla linea editoriale» e «prova grande dispiacere» di non essere stata coinvolta nel trasferimento e nella creazione di una newsroom «dai contorni assai vaghi», come invece previsto dal CCL. Eric Hoesli, primo redattore capo del Temps, inoltre è preoccupato per la salvaguardia della qualità e della sostanza e parla «di un rischio di atrofia» (La Liberté, 11.9). Anche il sindacato syndicom è molto allarmato sul futuro dei tre titoli di stampa di Ringier Romandia. Esso sostiene i suoi affiliati colpiti da questa riorganizzazione e rinforza la domanda del personale di essere coinvolto e consultato in tutte le tappe. Yves Sancey, redattore
Le professioni syndicom | 7
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Reporter di guerra Uno dei temi discussi in occasione delle assise, purtroppo di scottante attualità, verteva sulla difficile condizione dei reporter di guerra e dei giornalisti locali, divenuti bersagli primari e sovente trascinati loro malgrado nella guerra dell’informazione. L’impotenza degli Stati e dell’ONU è risultata evidente. La solidarietà poggia sulle ONG e sui sindacati. Così la Federazione europea dei giornalisti ha dovuto organizzare una colletta presso i propri membri per fornire caschi e giubbotti antiproiettile ai giornalisti impegnati sui luoghi di conflitto in Ucraina. (YS)
Il presidente della commissione federale per la poltica dei media (cofem) ha lo sguardo cupo. Eccoli qua, i suoi compagni di commissione, intenzionati, come lui, a progettare per la Svizzera un concetto moderno di incentivazione della stampa. Si sono prefissi di dare un forte segnale: ricompensare le prestazioni di servizio pubblico della carta stampata, promuovere la qualità, regolare il commercio. Chi produce del buon giornalismo che spiega i fatti alle persone trasformandole in cittadini responsabili e membri consapevoli della società deve ricevere degli incentivi da una fondazione. Nell'organo vige pieno consenso. Tuttavia il presidente intuisce già che il rapporto, a stento pubblicato, si dissolverà nell’aria. Lui lo sa: gli editori vogliono i soldi senza controllare le prestazioni. Essi infatti sono terrorizzati dal pensiero di dover magari, un giorno, giustificarsi del perché hanno esaltato a scandalo nazionale un paio di selfie osé. Ed ecco che gli arriva l’idea vincente. Un’idea machiavellica. “Facciamo due proposte: da una parte la fondazione e dall’altra una proposta talmente assurda che tutti rifiuteranno!“, ecco la sua pensata. “Così almeno approvano la fondazione“. Egli propone di dare delle
sovvenzioni statali all’agenzia nazionale di stampa. Quest’ultima deve essere messa in grado di cedere i suoi articoli a un prezzo agevolato in modo che gli editori investano i soldi così risparmiati nei propri servizi redazionali. “Nessun editore fa questo di propria volontà“, sussurra con la mano davanti alla bocca alla collega seduta a fianco. “Infatti si dovrebbe verificare se essi poi davvero lo fanno, e questo loro lo temono ancor più dell’incentivazione dei loro progetti attraverso una fondazione“. Ma ahimé! La Consigliera federale addetta, appena sente dell’idea con l’agenzia, fa un battito ingenuo di ciglia e applaude entusiasta. Gli editori dei giornali gratuiti e delle associazioni di giornali esultano con gioia, perché potranno riempire le loro testate con articoli di agenzia più convenienti – e perché l’agenzia di stampa nazionale summenzionata appartiene proprio a essi. Molti operatori media, che in verità dovrebbero essere meglio informati, vedono davanti ai loro occhi intellettuali l’entusiasmo di giornalisti freschi assunti in nuovi posti di lavoro che ricercano su nuove storie appassionanti e che esclamano: “Magnifico, così le redazioni potranno finanziare i propri servizi!“. Il presidente nel frattempo è diven-
tato pallido dal magone per questo colossale equivoco. “Una fondazione ci serve per salvare la nostra democrazia!“, urla con le sue ultime forze. Ma nessuno lo ascolta, perché stanno giusto eleggendo un altro soldato del partito svizzero dei traditori nell’organo più alto dell’associazione degli editori. E il presidente lo sa: è cominciato l’ultimo round nella battaglia tra i media indipendenti e gli aiutanti dei servitori pubblicistici del partito che con l’aiuto della stampa curano il proprio orticello e che vogliono trasformare la Svizzera in una Confederazione SPA. P.S. La COFEM, nel suo rapporto, propone di passare, mediante una fondazione, dalla sovvenzione indiretta della stampa con tariffe postali agevolate alla promozione diretta di prestazioni mediatiche democraticamente rilevanti. Come misura a breve scadenza la commissione propone di sovvenzionare l’ATS e di dare in questo modo la possibilità alle redazioni di impiegare i soldi risparmiati nelle proprie ricerche.
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Il commento di Helene Brügger: La Cofem Una commissione federale Visionaria
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Elezioni comPlan 2014
Aperte le votazioni!
Dal 2 ottobre i dipendenti Swisscom stanno votando la rappresentanza del personale nel consiglio di fondazione della propria cassa pensione comPlan. syndicom si presenta nuovamente con una forte squadra composta da quattro uscenti e tre nuovi candidati dalla Romandia. Franz Schori, segretario Telecom/IT Quattro anni fa syndicom riuscì ad aumentare la quota dei votanti dal 56,7 % al 61,3 % portando a casa una chiara vittoria. Così nell’ultima legislatura erano cinque i membri syndicom che rappresentavano gli interessi degli assicurati nel consiglio di fondazione. Giorgio Pardini, Alfred Wyler, Dolkar Hofmann e Hans Peter Sutter si ricandidano nuovamente. Laurent Nebel rinuncia ad una rielezione a causa della sua età, abbandonando il consiglio di fondazione per la fine del 2014 dopo ben 12 anni. syndicom vuole che la Svizzera francese continui a essere rappresentata nel consiglio di fondazione e per que-
sto accanto ai quattro uscenti propone tre nuovi candidati romandi: Chiara Rizzelli vive a Boudry e lavora a Neuchâtel, la vita di Angel Melchior si svolge a Sion e Pierre-Yves Sprunger fa il pendolare tra Fontaines (NE) e Ittigen vicino a Berna. Giorgio Pardini, responsabile del settore Telecom/IT di syndicom e consigliere comPlan dal 2011, spera in una maggiore partecipazione elettorale che non quattro anni fa. «La cassa pensione è importante quanto il contratto collettivo di lavoro, di conseguenza ci vorrebbe un’affluenza maggiore e non soltanto uno/a su sette», ecco l’augurio di Pardini. Inoltre egli fa notare che com-
Plan offre delle prestazioni di vecchiaia che garantiscono una vita dignitosa nella terza età. «Questo purtroppo non è così per la maggior parte dei dipendenti che sono affiliati ad una fondazione collettiva», commenta con rammarico. La campagna elettorale è stata preparata con cura: accanto al sito web elettorale syndicom ha elaborato un opuscolo dove vengono presentati tutti i candidati e le candidate syndicom proposti/e al voto da dipendenti Swisscom di tutta la Svizzera. Inoltre syndicom ha messo a disposizione dei manifesti a tutti i candidati e i loro sostenitori. La campagna serve
Conferenza di set tore Il 26 settembre in occasione della conferenza di settore è stato rivisto e adattato il regolamento interno ed è stato composto per la prima volta un comitato di settore. È stato inoltre reso noto il bilancio del 2014 ed è stato eletto un nuovo membro per il CC. Per l’assemblea dei delegati che si terrà il 29 novembre sono invece stati definiti i 18 delegati ed è stata elaborata una proposta di principio. Prossimamente verrà pubblicato un rapporto più dettagliato dell’incontro. (red)
anche al reclutamento di nuovi membri. Presso Swisscom al momento ci sono due buoni motivi per aderire a syndicom: il non pagamento della quota d’iscrizione per i nuovi soci sino a fine anno e il contributo CCL detratto dal salario che dal 1° gennaio 2015 raddoppierà passando dallo 0,15 % allo 0,3%. Passaparola – e vota syndicom.
Elezioni comPlan dal 2 al 28 ottobre 2014: vota syndicom, lista n. 2!
Ancora insieme, ancora forti Le collaboratrici e i collaboratori di Swisscom eleggono la rappresentanza del personale della cassa pensioni comPlan.
Dolkar Hofmann, uscente, Responsabile Service Desk SCS, regione Ovest, IT Network & Innovation
Ai dipendenti Swisscom conviene votare syndicom Giorgio Pardini, uscente, Responsabile del settore Telecom/IT & membro della direzione di syndicom
Alfred Wyler, uscente, Responsabile di reparto alla cassa di compensazione familiare di Albicoclac, Berna
Hans Peter Sutter, uscente, ICT Change Manager, Swisscom IT Services SA
Chiara Rizzelli, nuova, Team leader a Neuchâtel, Swisscom RES-CSU
Vota forti personalità sostenute da un sindacato forte. Angel Melchior, nuova, Consulente bancario Finnova, Swisscom ENT-BAN
Pierre-Yves Sprunger, nuova, Release Manager, Swisscom ENT-WSC
Come membro della delegazione alle trattative per il CCL Swisscom 2013 ho visto da vicino che lavoro immenso e serio syndicom presta per noi lavoratori, e lavoratrici, di Swisscom. Questo impegno eccezionale ha fatto sì che il CCL Swisscom 2013 contenesse alla fine molti miglioramenti, piccoli e grandi, per tutti i dipendenti Swisscom, come per esempio un congedo di maternità più lungo, più ferie per i dipendenti più anziani e una migliore offerta di aggiornamento per tutti noi. Lo stesso impegno professionale di syndicom lo percepisco anche nel consiglio di fondazione di comPlan. Più di una volta sono stato messo a conoscenza che la rappresentanza dei lavoratori aveva rifiutato un peggioramento delle prestazioni volute dal datore di lavoro. Come anche nel CCL, anche qui è stato decisivo il serio lavoro di preparazione di Giorgio Pardini. Ecco perché sono convinto che il voto per la lista syndicom rappresenti la migliore scelta per il consiglio di fondazione comPlan. Ed è per questo che mi sento di raccomandare a tutti i lavoratori Swisscom, con il cuore in mano e con profonda convinzione, di votare i sette candidati e candidate della lista syndicom. Urs Scheuble, istruttore Swisscom SME a Lucerna e co-presidente del comitato aziendale Swisscom Group di syndicom.
www.syndicom.ch
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Attualità syndicom | 9
Sondaggio sulla comunicazione
I membri syndicom amano leggere il giornale
che legge (quasi) ogni edizione. Visto che i membri più giovani si informano sempre di più online, il giornale viene letto meno da chi ha meno di trent’anni. La voce più visitata dagli iscritti, con un grosso 76% , sono le “NoI risultati dell’inchiesta syndicom sui nostri mezzi di comunicazione dimovità della divisione”. Hanno otstrano che la maggioranza dei nostri iscritti è molto soddisfatta del giornale tenuto una valutazione alta ane del sito web. Ma i numeri svelano anche altre informazioni. Tamara Gerber che i consigli relativi al diritto del lavoro, gli articoli «Da tutte le divisioni esce il dato sulle campagne sindacali e le domande degli che gli associati syndicom leggono associati. Oltre la metà più giornali della media svizzera. degli intervistati tra l’alNe consegue un grande amore per tro desidererebbe leggere argomenti pro e il giornale su tutto il territorio: contro delle votazioni e si commenta da solo il 71% che commenti sugli avvenimenti politici. Nel conlegge (quasi) ogni edizione». fronto tra i due sessi si evidenzia che le donne hanno una maggiore esigenza canza di chiarezza. Da tutte le divisioni esce il dato di offerte di aggiornamento e di che gli associati syndicom leg- corsi, mentre la stessa cosa imgono più giornali della media porta soltanto alla metà dei letsvizzera. Ne consegue un gran- tori maschili. E più bassa è l’età de amore per il giornale da par- dei membri, più grande è la rite dei membri su tutto il territo- chiesta di avere consigli relativi rio: si commenta da solo il 71% al diritto del lavoro. La scorsa primavera l’Istituto mazione per gli associati. Ma il Nonostante i social media stiano delle Scienze applicate della co- sondaggio ha analizzato anche il vivendo un boom estremo come Riunione del Comitato centrale del 13.9.2014 municazione e dei media ZHAW comportamento riguardo all’u- fonti per le attualità, tra coloro su incarico di syndicom ha effet- so dei media: ovvero chi utiliz- che hanno partecipato al sondaggio l’utilizzo dei network sotuato un sondaggio online tra za cosa, quanto e perché. i suoi affiliati. Ci fa molto pia- I 1’460 questionari sono sta- ciali è ancora generalmente bascere che la partecipazione sia ti compilati soprattutto online, so: solo la metà ha un proprio profilo e solo un terzo ne fa un utilizzo regolare. Inoltre la pagiLa riunione del Comitato cen- Il CCL ha anche ratificato il nuoIndice di gradimento dei mezzi na Facebook di syndicom viene trale (CC) di syndicom del 13 vo CCL aziendale con l’aziendi comunicazione di syndicom Evaluation des moyens d’information de syndicom visitata solo dal 20% di chi utilizsettembre a Berna è stata carat- da di costruzione reti Network za i social media per informarsi terizzata dai preparativi per il 41. Questo CCL è stato negozia6 très bon 14% Alto sul sindacato. Tuttavia sarebbe congresso USS di fine ottobre. to e concluso per la prima volta sbagliato dedurre da questo fatSono stati discussi e corretti i quest’estate. 5 43% to che syndicom può rinunciasupplementi e le proposte sui Infine sull’ordine del giorno fire alla comunicazione via social documenti di posizione riguar- gurava ancora la revisione del 4 28% media. Anzi, il sondaggio mette do al “Servizio pubblico”, alla regolamento spese. Ormai era in luce che anche gli iscritti più “Sicurezza sociale” e alla “Po- diventato indispensabile riela3 10% anziani ogni tanto danno uno litica CCL”. Inoltre i membri borarlo completamente al fine sguardo alla pagina Facebook CCL hanno nominato Alain Car- di creare un regolamento uni2 3% del sindacato. Se vogliamo ragrupt e Bernadette Häfliger Ber- tario per tutta l’organizzazione giungere un numero più grande ger per il Comitato presidenzia- che corrispondesse alle richie1 très mauvais Basso 2% di affiliati giovani (maggiore che ste delle autorità fiscali. Esso le dell’USS. 0% 10% 20% 30% 40% in questo sondaggio), la presenentrerà in vigore il 1° gennaio I responsabili delle divisioni hanno informato i membri CC 2015 e varrà sia per il personale Fatto gradito: la grande maggioranza (85%) è soddisfatta dell’impostazione comuni- za di syndicom tra i social media cativa di syndicom, anche se qua e là viene auspicato qualche miglioramento. va rafforzata. sugli sviluppi e sulle campagne assunto sia per i funzionari onoUn quarto dei membri visita l’ofattuali, dunque anche sullo sta- rari in tutti gli organi di syndito delle trattative sul CCL Posta. com. (red) stata alta con 1’460 questionari dal momento che l’invito alla ferta informativa sul sito web di compilati e rispediti. Nonostan- partecipazione è avvenuto via Pubblicità te avessimo potuto contattare mail. Siccome però il sondagdirettamente soltanto un terzo gio andava messo a disposiziodei soci – ovvero tutti quelli che ne anche degli associati senza internet, è esistita anche la posavevano comunicato a syndicom un indirizzo email – ha parteci- sibilità di ordinare il questiopato al sondaggio l’11 per cento nario cartaceo e rispedirlo poi di tutti i membri. Questo è un per posta. valore altissimo e ringraziamo Tre quarti degli intervistati sono maschi. Questo corrisponde alla tutti per l’impegno! Il nostro obiettivo era analizza- proporzione che c’è tra i nore la comunicazione verso gli stri iscritti. I risultati riflettono iscritti attraverso i vari canali. dunque un’immagine realistica Volevamo sapere quanto sono dell’opinione dei nostri associasoddisfatti i membri dei mezzi ti. La maggioranza degli interdi comunicazione di syndicom rogati ha tra i 51 e i 65 anni. Di e con quale mezzo sono meglio conseguenza è molto bassa la raggiungibili. I punti chiave era- partecipazione degli under 30: no il proprio giornale sindacale essa ammonta ad uno scarso 4%. syndicom – il giornale e il sito web. syndicom sfrutta molte fonti Questi due mezzi guida di syn- d’informazione: volantini, opudicom rappresentano indubbia- scoli, newsletter elettroniche, mente le maggiori fonti d’infor- Facebook, Twitter e molto altro.
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syndicom una volta al mese o più spesso. La stragrande maggioranza la utilizza comunque più volte l’anno. Complessivamente gli intervistati considerano il sito web un “servizio importante” e gli danno il voto 5 (su 6), il che ovviamente ci rallegra. Se sono state mosse delle critiche esse riguardano la man-
Preparazione del congresso USS
10 | syndicom Ticino
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014
formazione industria grafica
Festeggiati i migliori apprendisti dell’industria grafica ticinese con il “PREMIO GUTENBERG”
Come da tradizione l’associazione padronale della comunicazione visiva Viscom ha voluto premiare gli apprendisti che si sono distinti durante la loro formazione di base terminata lo scorso mese di giugno. Stefano Gazzaniga*
© s yndicom
stampa, operatore postpress, assistente alla stampa e all’allestimento e nella nuova formazione di Interactive Media Designer, il numero di nuovi apprendisti è aumentato di ben 19 unità se confrontato con lo scorso anno. In totale il settore dell’industria grafica può contare su 2’100 giovani in formazione sull’arco di 4 anni. Questo importante risultato è molto gratificante, se confrontato con la costante diminuzione del numero di lavoratori attivi nel settore. L’importante aumento (constatato anche in Ticino) arriva dai tecnologi di stampa con l’aggiunta considerevole di ben 20 contratti sottoscritti, oltre naturalmente alla nuova professione di Interactive Media Designer AFC (che in Ticino inizierà solamente nel 2015). In sintesi, questo record soddisfacente dimostra che il nostro concetto di formazione e di promozione delle professioni è pagante. Non bisogna comunque dimenticare di ringraziare tutte le aziende che si impegnano in questo importantissimo settore. Solo grazie a loro è possibile garantire il ricambio generazionale.
Seconda fila da sinistra: Dante Maggetti vicedirettore SPAI, Stefano Crivelli docente, Pier Gaggini presidente CI Ticino, Franco Bertoni Fondazione Leins Ballinari, Ing. Benedetto Pedrazzini presidente Viscom. Prima fila da sinistra: Marco Forte segretario regionale syndicom, Fabio Simesuc apprendista tecnologo di stampa premiato, Chiara Caligari apprendista poligrafa premiata, Stefano Gazzaniga direttore Viscom.
base molto professionale: gli investimenti effettuati presso il centro di formazione a Bellinzona sono infatti improntati sui cambiamenti tecnologici, così da poter immettere sul mercato del lavoro giovani motivati e con un bagaglio tecnico elevato.
www.artista-dei-media.ch La formazione professionale Viscom dispone da subito di un nuovo sito internet per tutti gli ambiti della formazione nel settore. Questo sito in tre lingue, è accessibile al nuovo indirizzo URL www.artistadei-media.ch. Tutte le offerte di formazione professionale di base e continua sonopre-
Set tore dei media/industria grafica: contrat ti di apprendistato 2014 Con un totale di 531 nuovi contratti di apprendistato firmati in tutta la Svizzera nelle professioni di poligrafo, tecnologo di
Poligrafi, formazione quadriennale: Caligari Chiara – Fontana Print SA, Pregassona - Premio Gutenberg con la media del 5,6 Seguono in ordine alfabetico: Giani Federico - Casagrande SA, Bellinzona Mastrosimone Tanja - TBS La Buona Stampa SA, Pregassona Mazzei Loreen – Key Design SA, Cadenazzo Poletti Mauro - Tipografia Stazione SA, Locarno Vigliante Andrea - Salvioni Arti Grafiche SA, Bellinzona Tecnologo di stampa, formazione quadriennale: Simesuc Fabio – Atelier 3 SA, Locarno Premio Gutenberg con la media del 5,1 Seguono in ordine alfabetico: Ceresa Davide - Bettini Sagl, Sigirino Riva Andrea - Arti Grafiche Veladini & Co SA, Lugano Travaglini Davide - Grafica Bellinzona SA, Claro
sentate in modo chiaro e attrattivo.
* Stefano Gazzaniga è direttore regionale Ticino e responsabile della formazione di Viscom.
© mario riz zi
© salvatore geninaz zi
Grazie alla collaborazione di syndicom (sindacato dei media e partner sociale del Contratto Collettivo di Lavoro, che si impegna per la formazione e il perfezionamento professionale) e la Fondazione Leins Ballinari è stato distribuito il Premio Gutenberg, che vuole e deve essere un punto di riferimento per i ragazzi in formazione nelle tre professioni principali dell’industria grafica, ossia: poligrafi, tecnologi di stampa e operatori postpress. Viscom ha quale obiettivo principale di fornire una formazione di
gli apprendisti promossi lo scorso mese di giugno
La sezione in gita I pensionati in gita a Grazzano Visconti… Lo scorso 17 settembre si è tenuta la nostra gita pensionati, meta Grazzano Visconti. 70 fra colleghe e colleghi vi hanno preso parte, segno questo che la gente ha voglia di ritrovarsi e passare qualche momento assieme. La giornata alla partenza non prometteva nulla di buono, parlo del tempo e non dei partecipanti. Il tragitto verso Grazzano Visconti è stato invece splendido, complice anche la ritrovata bella giornata. Arrivati alla meta, le due guide hanno dato delle spiegazioni molto dettagliate sull’antico Borgo di Grazzano Visconti, apprezzate da tutti i partecipanti. Siamo a circa 80 km da Milano e 14 da Piacenza; Grazzano ha circa 400 abitanti ed è posto a un’altitudine di 140 m.s.m. È il paese del Biscione e solo nel 1986 è stato riconosciuto come città d’arte della Regione Emilia-Romagna. Grazzano Visconti è quindi una città d’arte, un borgo a misura d’uomo: qui non c’è traccia di catene di montaggio, né di palazzoni popolari, né di condomini. A Grazzano l’uomo sa ancora creare, piegare il ferro, intagliare il legno, lavorare la ceramica e la terra con un impegno individuale vario e sereno. Siamo andati poi all’Agriturismo “La Tosa” a Vigolzone. Una giornata intensa insomma, premiata anche da un ottimo pranzo gastroculturale protrattosi fino a tardi, e dopo aver mangiato e ben bevuto… tutti sul bus per far rientro in Ticino. Appuntamento all’anno prossimo a MAGGIO. Grazie ancora per la vostra partecipazione. Bubi
La sezione in gita Bergamo la città delle cento torri La gita annuale di syndicom è sempre una bella occasione per poter incontrare alcuni/e iscritti e iscritte del sindacato. Quest’anno la meta è stata Bergamo, la parte alta. In una giornata di magnifico sole abbiamo potuto visitare questa città che ha conosciuto, come tante della Lombardia e del Veneto, solo per restare nel Nord dell’Italia, una forte migrazione di forza lavoro in tutto il mondo e anche in Ticino. Il bus con i colleghi del Sottoceneri aveva un passeggero d’eccellenza testimone di questo passato, l’ex segretario dell’allora sindacato della comunicazione Abbondio Adobati, di origine bergamasca che ha potuto intrattenere i presenti con racconti e aneddoti della sua terra d’origine, lasciando poi in città la parola alle due guide che hanno invece accompagnato tutti i partecipanti in una visita della città. Tante le curiosità, una fra tutte l’assenza di quelle cento torri per le quali in passato Bergamo era nota. Ora di torri ne restano ben poche, la maggior parte è stata distrutta all’epoca dei domini per evidenziare la sottomissione delle famiglie importanti. Se questa domenica insieme a syndicom ha un carattere essenzialmente gioviale e ludico, durante il pranzo non si è mancato di parlare anche delle tante problematiche delle diverse professioni che syndicom tutela. Nel viaggio di ritorno è stato dunque dedicato un breve momento al ricordo delle lotte fatte e di quelle in corso per la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e l’importanza per syndicom di tutti coloro che sono soci e attivi, anche attraverso una gita. (BB)
A “Communico 2014 – Giornata del design e della comunicazione” del prossimo 15 novembre sarà presente un designer eclettico, vero esempio di professionista che ha realizzato parte dei suoi sogni; attraverso il suo racconto lo scopriremo…
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I manIfestI nella cultura cubana
Ve 10.10.2014 ore 20.30
Cinema Lux massagno ingResso libeRo
Unione sindacale svizzera
Io manIfesto PePe Menéndez RichaRd FRick
Sindacato dei media e della comunicazione
eventi visual project in programma
SGB | USS
Michele Forzano, Graphic designer, membro del comitato Comunicazione Visiva Ticino.
Lorenzo Perucconi, Graphic designer, membro del comitato Comunicazione Visiva Ticino.
Cinema Lux massagno ingResso libeRo
Léa e Mythil si sono incontrati nel corso dei loro studi all’École Estienne a Parigi, periodo in cui Mythil già collaborava con varie agenzie e aveva uno studio condiviso con alcuni colleghi. Terminati gli studi in arti decorative il progetto di fondare uno studio insieme si è fatto concreto nel 2008. Lo studio è basato a Parigi nel quartiere “Belleville”, un quartiere multietnico da cui attingono molti aspetti, dalla contaminazione del linguaggio alla sperimentazione, tutti modi di essere che poi vengono trasposti anche nei loro lavori. Fin dall’inizio realizzano progetti per realtà culturali e artistiche, clienti ideali con cui condividono gli intenti e con cui coincidono anche le idee. Naturalmente per far funzionare il tutto occorre una forte complicità ma Léa e Mythil sanno convincere i loro committenti e riescono a sviluppare
un linguaggio grafico contemporaneo e moderno realizzando progetti con grande libertà espressiva e freschezza. I punti principali su cui si concentrano e si focalizzano sono le identità visive realizzate per grandi istituzioni culturali. Largo spazio viene inoltre dedicato al disegno editoriale e alla progettazione di manifesti che combinano impostazioni tecniche tradizionali con originali processi casalinghi (quali woodcutting, incisione, serigrafia), finalizzate con tecniche digitali. Tra i molti lavori svolti va segnalata l’identità visiva dell’École Boulle di Parigi, un lavoro importante che li ha molto impegnati e che con modalità sorprendenti sono riusciti a rendere realtà, e il progetto realizzato per il “Centre Nationale Choréographique” di Tours. Si tratta di lavori molto creativi, coinvolgenti e coerenti in cui la sperimentazione tipografica ha un ruolo centrale e anche la combinazione con altri elementi grafici permette loro di generare risultati molto armoniosi. Per loro comunque, più che le parole, parleranno i progetti che presenteranno alla prossima edizione di “Communico 2014 – Giornata del design e della comunicazione” che si terrà a Lugano (Campus SUPSI) il prossimo 15 novembre. Non perdeteli!
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nifesti che scaturiscono dalla sua passione per la musica. Questi progetti gli conferiranno una grande visibilità nel resto della Svizzera e anche all’estero: la buona qualità del suo lavoro e la sua intraprendenza gli permettono di partecipare a innumerevoli progetti e concorsi a livello internazionale. Ha ricevuto per il suo lavoro prestigiosi premi e riconoscimenti; libri premiati a “Die schönsten Schweizer Bücher – I migliori libri svizzeri”, manifesti vincitori alla “Chicago International Poster Biennale (Gold Medal)”, “Golden Bee 8 – Moskow International Biennale of Graphic Design (Grand Prix)” e al Warsaw International Poster Biennale”. È stato inoltre insignito del “Red Dot Design Award”. Remo Caminada stesso è molto sorpreso del successo avuto, ma è consapevole che la sua caparbietà e la qualità della grafica svizzera sono state determinanti nella concretizzazione di questi risultati. Quindi un buon designer svizzero ha grandi possibilità di farsi notare nel mondo: occorre avere un po’ di coraggio e credere in sé stessi!
Io manIfesto
L’Atelier Müesli è design grafico, è Parigi, è soprattutto un duo di appassionati del proprio mestiere: Léa Capon e Mythil Ducomet.
Graphic designer svizzero nato nel 1974, è originario di Vrin un comune del canton Grigioni. Inizialmente svolge l’apprendistato di disegnatore edile ma ben presto si accorge che la sua creatività non gli consente di realizzare pienamente i suoi desideri. Decide perciò di intraprendere studi rivolti alla grafica e parte per Zurigo dove si iscrive alla “Zürcher Hochschule der Künste” (ZHdK): si diploma Graphic designer in comunicazione visiva nel 2006. Nel corso della propria attività ha modo di trascorrere periodi lavorativi anche in vari studi di Londra (North Design e Practise studio) oltre che nel suo studio dove realizza particolari e apprezzati flyer e ma-
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organizzatori
Un “Müesli” visivo
Il coraggio delle proprie idee…
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Lugano, SUPSI Trevano 15 11 14 ore 10:00 – 16:00 iscrizione: communico.info
giornata del design e della comunicazione visiva 2014
AtelierMüesli[DesignGraphique] GianPaoloMinelli[Photo] PasqualeDiaferia[CreativeDirector] RemoCaminada[DesignCreation]
I manIfestI nella cultura cubana
communico visual project
Ticino syndicom | 11
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014
12 | Ticino Cultura territorio
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014 Morte di un fotoreporter
I laghi sotterranei Ucciso in Ucraina dalle del Vallese schegge di un mortaio
© Marco Volken
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Facile immaginarsi un lago, uno specchio d’acqua A Monte Carasso, nel centro espositivo SpazioReale, una mostra fotografica dove si susseguono piogge, neve, grandine, sole e delle opere di un fotoreporter per commemorarne la scomparsa alcuni mesi fa. vento. Una superficie, piccola o immensa, che può Immagini di guerra, ma soprattutto di gente. Barbara Bassi essere fredda, ghiacciata o tanto calda da potervi del ferimento di un fotografo ita- (o della Storia) nel suo compiersi. liano aveva cominciato a circolare Non mi stancherò mai di spingere fare il bagno. Ma i laghi di cui parliamo qui sono tutnel pomeriggio. Di notte, era giun- i giovani ticinesi e svizzeri, quelli to il contrario: niente precipitazioni, poca luce, aria ta la conferma della sua morte e di che sentono di avere questa pase acqua a temperatura costante, tra gli 11 e i 12 graquella di Andrej: colpiti, entram- sione dentro, a partire, a viaggiabi, da un mortaio. Da tempo sta- re, anche a prendersi dei rischi. di centigradi. Elia Stampanoni*
Siamo nel Vallese, una regione ricca di laghi sotterranei. I più noti sono quelli di Saint Maurice, con la sua affascinante cascata, e quello di Saint Léonard, a pochi chilometri da Sion, uno dei più estesi d’Europa. Grazie ai 6’000 metri quadrati di superficie, sul lago sotterraneo di StLéonard si può navigare a bordo di un’imbarcazione a remi, inoltrandosi fino a sentire tutto il silenzio che invade la grotta. A bordo delle piccole barche ci si può insinuare per circa trecento metri, ascoltando le fioche e rare parole del conducente, un abile barcaiolo che intrattiene gli ospiti con informazioni sulla geologia, sulla storia e su altri aneddoti legati a questo intrigante mondo. Le dimensioni e le caratteristiche della caverna, dove l’umidità si attesta al 30%, permettono di avere un’acustica particolare, di cui ne approfittano i musicisti, proponendo dei concerti veramente particolari, come ci racconta Cédric Savioz, direttore dell’attrazione naturale: «Spesso organizziamo dei concerti pubblici, ma anche eventi privati dove, dopo una memorabile esibizione musicale, offriamo un piccolo rinfresco, arricchito con il vino prodotto nella regione». All’esterno i terrazzi e le colline sono infatti fertili terre, coltivate con vigneti e attorniate da pascoli, prati, rocce o boschi. Il lago di San Leonardo, scoperto nel 1943 dallo svizzero Jean-
Jacques Pittar, è solo uno dei tanti esistenti nella regione delle Alpi, ma uno dei pochi visitabili. Lo speleologo elvetico, in compagnia del collega Jacques Della Santa, cominciò l’esplorazione e, dopo le necessarie ricerche e gli interventi per garantirne la sicurezza, sei anni più tardi la grotta fu aperta al pubblico. L’afflusso e il ricambio di acqua è garantito da infiltrazioni da e nel terreno. Ne risulta un’acqua particolarmente limpida, tanto che alcune trote, introdotte e nutrite dall’uomo, nuotano libere in vicinanza dell’entrata, dove riescono a captare qualche timido raggio di sole. In fondo, se non fosse per le scialbe illuminazioni, vigerebbe invece il buio. Delle condizioni che, sommate al clima umido e fresco, hanno impedito lo sviluppo di forme di vita importanti. Senza luce niente fotosintesi e allora spazio a chi riesce a sopravvivere anche in condizioni estreme. Sulle pareti rocciose, nel 1954, furono scoperti dei rari Collemboli e pure identificate delle larve di Speolepta leptogaster, un insetto microfago (che si nutre di piccole particelle alimentari) appartenente all’ordine dei Ditteri. Dei campioni d’adattamento che nei laghi sotterranei hanno trovato un habitat ideale.
* Elia Stampanoni è giornalista RP freelance.
È il 24 maggio, Gianluca Grossi, giornalista e reporter si trova in Ucraina, per lavoro. Racconta di aver sentito circolare la notizia del ferimento di in collega italiano. “La conferma, giunta alla sera, aveva investito come un colpo di vento improvviso e rabbioso la comunità di giornalisti – non molti – che operano nell’Ucraina dell’Est” racconta Gianluca Grossi al pubblico presente a Monte Carasso in occasione dell’inaugurazione della mostra evidence dedicata proprio a quel giovane giornalista, Andy Rocchelli, nato a Pavia nel 1983 e uno dei fondatori di Cesura, un’agenzia fotografica indipendente. È morto a soli 31 anni insieme al suo collega russo Andrej Mironov (sulla foto da sinistra Mironov e Rocchelli). Un mestiere quello del reporter tanto necessario quanto pericoloso che permette di essere testimone oculare di verità spesso taciute. “Condividere la vita degli altri è un atto di giustizia e di resistenza che trasforma il nostro sguardo in collezionista di prove, di indizi, quelle evidence di cui parlava Andy Rocchelli” ci spiega Gianluca Grossi al quale abbiamo posto alcune domande.
Perché hai scelto di dedicare proprio a questo giovane reporter una mostra fotografica? Gianluca Grossi: Il 24 maggio di quest’anno, mi trovavo a Donetsk, nell’Est dell’Ucraina, per lavoro. A pochi chilometri da questa città, a Sloviansk, c’era Andy Rocchelli, insieme al suo traduttore, il giornalista russo e attivista per i diritti umani Andrej Mironov. La notizia
vo pensando a un’esposizione dedicata a tutti i reporter che hanno dato la vita per raccontare il mondo. Quella tragica circostanza, la concomitanza della mia presenza nella zona dove Andy è stato ucciso, mi ha convinto che il momento era giunto. Ho dedicato l’esposizione (aperta fino al 2 novembre) alla memoria di Andy Rocchelli, di Andrej Mironov e di tutti i giornalisti uccisi sul terreno.
Hai mai realizzato, facendo il tuo mestiere di reporter, di mettere a rischio la tua vita? L’ho rischiata più di una volta. Non ne dimentichi nemmeno una. Sapevo, partendo, che c’erano insidie e pericoli molto concreti, anche quello di essere ferito, ucciso, rapito. Succede sempre, ancora oggi. Ci sono stati momenti in cui ne ho avuta la piena consapevolezza, attraverso la constatazione di quello che in inglese si definisce un “close call”: significa quando ci vai molto vicino, vicinissimo, quando ti riporti a casa la vita per un soffio. Purtroppo, molti colleghi hanno dato la loro vita, l’hanno sacrificata per questo mestiere, per permettere a tutti di vedere e capire come va il mondo.
Che cosa ti ha spinto in tutti questi anni a non rinunciare mai? Se uno rinuncia, c’è un racconto in meno della realtà, per quanto modesto e trascurabile (nel mio caso) questo racconto possa essere. Questo mestiere lo fai perché ci credi, credi che possa contribuire a creare uno sguardo diverso sul mondo; lo fai anche perché senza ti sentiresti vuoto. Il lavoro di reporter sul terreno ti permette di essere testimone della storia
La vita, senza rischi, è come fare la fila all’autolavaggio. Non è vita.
Che cosa possiamo fare affinché non si debbano più contare così tanti morti o prigionieri tra coloro che svolgono il mestiere di giornalista o reporter? Se vai a mettere il naso in una guerra, negli affari sporchi, nella criminalità, nella corruzione, nel traffico di esseri umani e altro ancora, corri dei rischi. Non c’è molto che possa metterti al riparo. È indispensabile, però, battersi per un giornalismo indipendente: il solo che conosca è quello svolto sul terreno, esponendo la propria vita alla realtà, quindi anche ai pericoli. Le redazioni si accontentano troppo spesso e sempre più di immagini “industriali”, mandate cioè dalle grandi agenzie stampa, che sono gruppi di potere e come tali rispondono anche ai poteri, a questo piuttosto che a quello, politico, finanziario ecc. Credo che la cosa più importante che si possa fare per i reporter che decidono di essere testimoni dei conflitti, delle ingiustizie, degli squilibri di questo mondo sia il rispetto (anche finanziario, oltre che editoriale) del loro lavoro. Questa spinta verso la realtà va insegnata ai giornalisti in erba, a chi sceglie questo lavoro, magari senza viverlo come un fuoco, un incendio interiore, ma sempre con competenza e interesse e dedizione. Non si fa: si preferisce impartire loro una serie di trascurabilissime e inutilissime nozioni capaci soltanto (credo anche assecondando un disegno) di preparare dei giornalisti condannati alla scrivania. È un doloroso spreco di talenti ed è asservimento ai poteri.
Frontalieri Ticino | 13
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014 d’oltreconfine
Le nuove sfide per il patronato sindacale
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Giovedì 4 settembre il Patronato Ital Uil ha organizzato un seminario presso la sede del Sindacato UNIA a Manno, il cui argomento era: “Vecchia e nuova emigrazione italiana”. Come cambia l’immigrazione? Quali sono i nuovi migranti? Come possono il Patronato e il Sindacato rispondere in modo efficace alle domande di questi nuovi lavoratori e alle loro nuove esigenze? Ferdinando D’Agostino*
Sono intervenuti diversi relatori, dal Presidente del Patronato Ital Nazionale Gilberto De Santis al nostro Presidente in Svizzera Mariano Franzin, dal Console Generale d’Italia a Lugano Min. Plen. Marcello Fondi al Presidente del Comites di Lugano Lucio Barresi, dal copresidente di UNIA Renzo Ambrosetti a Raimondo Pancrazio del Sindacato Uil Frontalieri e non da ultimo Sergio Aureli esperto di UNIA Ticino per le questioni sui frontalieri. Un parterre molto preparato sui temi e problemi transfrontalieri. Il dibattito è stato molto interessante ma un discorso ha attirato particolarmente la mia attenzione. Il responsabile della Uil Frontalieri ha raccontato un caso di una ditta svizzera di trasporti ferroviari che ha una delle sue sedi a Domodossola. Questa azienda ha deciso di trasferire la sede in Svizzera e ha proposto a circa 70 macchinisti, che sono l’elemento fondamentale della ditta, di diventare “frontalie-
ri”. Perché questo tipo di decisione, che in un primo momento potrebbe apparire controproducente? In Italia oltre a un contratto nazionale vincolante che tutela i diritti della categoria, c’è l’obbligo, per questioni di sicurezza, di avere sulla locomotiva che trasporta merci due macchinisti. In Svizzera non c’è un contratto nazionale del settore e la ditta ha rifiutato la creazione di un contratto aziendale proposto dalla Uil Frontalieri e dal sindacato svizzero di categoria Sev, al contrario ha presentato ai nuovi e futuri assunti un contratto personale. Quest’ultimo oltre ad essere meno vincolante di quello italiano offre anche meno garanzie. Ha oltretutto offerto inizialmente dei salari di 3’300 franchi svizzeri, che con l’intervento dei sindacati, sono saliti a circa 3’800 franchi, ma sempre meno remunerativi rispetto a un macchinista del settore che ne guadagna circa 5’500. L’intervento dei Sindacati, possiamo sottolineare, pur non riuscendo a far passare il discorso di un contratto aziendale che avrebbe protetto maggiormente i diritti dei lavoratori, ha fatto sì che abbiano avuto un aumento sulla prima proposta e che la quasi totalità dei nuovi assunti si iscrivesse al sindacato Sev, potendo in futuro usufruire di una maggiore tutela. Questo esempio porta alla luce alcuni temi su cui potremmo riflettere, ad esempio: esiste ancora la figura dell’imprenditore, cioè di colui che ha un azienda che genera profitti dai beni che produce grazie al fatto di essere migliori sotto i vari punti di vista e non guadagnando sui risparmi degli oneri sociali, sugli stipendi bassi etc.? Sono pronti i lavoratori, come hanno fatto in passato i nostri padri, a protestare, per non usare la parola lottare, per i diritti acquisiti e per quelli che vengono negati? Esiste ancora la solidarietà tra i lavoratori e quelli nuovi o si decide
di protestare solo quando vengono messi in pericolo gli interessi personali? Quale è il modo più efficace con cui lo Stato/ Cantone interviene in una situazione di dumping salariale? Le domande, come gli argomenti su cui riflettere, sono tante: banali, retoriche, etiche, sociali, economiche etc. Provate ad immaginare le dinamiche all’interno di questa azienda dove ci sono due dipendenti che fanno lo stesso lavoro ma uno guadagna 100 e uno 60. In futuro i salari più che aumentare a 100 scenderanno a 60 e il pensiero dei dipendenti non frontalieri potrebbe essere “... male che vada mi licenzio e prendo la disoccupazione... tanto sarà sempre di più di 60, visto che sarà o l’80 o il 70”. Questa vicenda, come tante altre che accadono, ma che sono meno eclatanti, possono diventare il “grimaldello” con cui “scardinare” tutte le conquiste fin qui raggiunte dai lavoratori. Non è di certo il “chiudersi a riccio” che risolverà il problema. Dobbiamo avere delle normative efficaci in campo salariale e anche previdenziale, che difendano i diritti di tutti. Credo che una delle risposte più efficaci, come è avvenuto in questa vicenda possa diventare anche la collaborazione più stretta tra i sindacati di due nazioni diverse ma che hanno comunque uno scopo comune, la tutela del lavoratore. Quest’unione transfrontaliera dovrebbe essere approfondita e, come abbiamo già scritto in passato, sviluppata. Questo atteggiamento deve essere fatto proprio anche dalle istituzioni che salvaguardano, o cercano di farlo, gli interessi dei cittadini. Se ciò non dovesse bastare allora bisognerà salire “un gradino” e farlo in Europa.
*Ferdinando D’Agostino è responsabile Ufficio Patronato Ital Uil di Mendrisio, frontalieri@bluewin.ch.
Unia tira il campanello d’allarme contro soluzioni politiche di cosmesi Gran parte del mondo politico ticinese canta vittoria dopo l’adozione da parte del Consiglio nazionale del postulato del leghista Lorenzo Quadri che chiede di tassare i frontalieri sulla base delle aliquote più elevate praticate in Italia. Sarebbe la “soluzione magica” per combattere il dumping salariale e ridurre il numero di lavoratori frontalieri. In realtà è solo l’ennesima idea finalizzata a peggiorare le condizioni materiali di questa categoria di salariati e non certo a risolvere le distorsioni del mercato del lavoro ticinese o a combattere gli abusi, come invece qualcuno tenta di far credere all’opinione pubblica. Anzi, le misure di questo tipo acuiscono i problemi, poiché rendono il lavoratore frontaliere ancora più debole e dunque ancora più ricattabile e più esposto alle pressioni esercitate da un padronato a caccia di manodopera a basso costo. Il che significa aumentare la pressione sui salari di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, residenti e non residenti. E i lavoratori italiani che saranno chiamati a lavorare in Svizzera non vi rinunceranno certamente solo perché dovranno pagare più imposte. Il sindacato Unia Ticino invita il mondo politico a porre fine a questa squallida propaganda anti-stranieri e ad affrontare con realismo i problemi del mercato del lavoro ticinese, adottando misure che rafforzino i diritti dei lavoratori e il sistema sanzionatorio per quei datori di lavoro che non rispettano le regole del gioco e che campano praticando lo sfruttamento della manodopera d’oltreconfine danneggiando l’intero mercato del lavoro ticinese. (comunicato stampa del sindacato Unia)
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ISSN 1664-8978
Il prossimo numero uscirà il 7 novembre 2014. La chiusura di redazione è fissata il 20 ottobre.
14 | In chiusura
Corsi professionali: Contat to con il cliente – Un cliente soddisfat to è un cliente fedele 3 serate: 3, 5, 10 novembre 2014 (NUOVE DATE) – Orario 19.30-21.30 Animatore: Stefano Gazzaniga Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Il corso si focalizza sulle esperienze del singolo partecipante oltre all’esecuzione di esercizi di gruppo. Corso per tutti: Facebook – un potente mezzo di comunicazione 2 serate: 13 e 15 ot tobre 2014 Orario 19.30-21.30 Animatore: Marko Valdarnini Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi: brevi cenni introduttivi, come creare/ gestire il proprio profilo, come trarre benefici importanti a livello professionale e personale, limitare i contatti alle conoscenze ristrette e scegliere cosa condividere e come farlo in modo mirato, gli strumenti che rendono facebook un potente mezzo di comunicazione: i gruppi e le pagine, condividere foto o immagini, progetti, interessi comuni, sondaggi, eventi con conferma di partecipazione.
concorso let terario
agenda appuntamento al cinema Venerdì 10 ottobre Al cinema Lux a Massagno ore 20.30 Io Manifesto. I manifesti nella cultura cubana. Introduzione di Antonio Herrera. Pepe Menéndez Essere grafici a Cuba (45 min) e Richard Frick La forza del manifesto polico nella lotta per un mondo giusto! (45 min). Ingresso libero Communico 2014 sabato 15 novembre 2014 Giornata del design e della comunicazione visiva Dalle ore 10 alle 16 presso il Campus SUPSI a Trevano vedi www.communico.info
Assemblea dei delegati syndicom sabato 29 novembre Stade de Suisse, Berna Termine per la presentazione delle proposte e per l’iscrizione dei delegati è: sabato 18 ottobre 2014
Risposte alle domande dell’ultimo concorso letterario pubblicate sul n. 11 di syndicom, il giornale: 1) “Ma io chi sono ed eventualmente quanti sono?”. Un viaggio filosofico. 2) Theodor W. Adorno (1903-1969), nato a Francoforte sul Meno e morto a Visp. 3) Paul Celan (1920-1970), lirico. Originariamente si chiamava Paul Antschel. Aveva una relazione con Ingeborg Bachmann. 4) Enrico Morresi. 5) Ernesto un orso, Celestina un topo.
A complemento d’informazione Nell’edizione numero 11 di syndicom – il giornale ci teniamo a segnalare che a pagina 3 l’articolo della colonna Vittime della flessibilità è stato redatto dall’Unione sindacale svizzera, mentre l’articolo a pagina 13 inerente alla mostra di François Berthoud è stato scritto da Isabella Steiger Felder.
Vince il concorso dello scorso numero Christian Wagner di Basilea.
festeggiamenti
Invito Conferenza
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Perfezionamento
syndicom | N. 12 | 10 ottobre 2014
A Lugano, con un grande evento, Teleticino ha ripercorso i suoi due decenni di emissioni televisive. Sul palco sono saliti a turno tra l'altro i colleghi e le colleghe che oggi ancora si occupano dei contenuti dei vari format. È proprio a loro che syndicom vuole rendere omaggio cosciente dell'impegno, la fatica e la professionalità che dimostrano quotidianamente. il sudoku di syndicom
Ai tempi della rapidissima trasformazione tecnologica, il confine tra lavoro e vita privata si dissolve sempre di più. Ciò ha delle ripercussioni anche sulla salute. syndicom ha condotto un sondaggio online sulla mole di lavoro tra i dipendenti di Swisscom, Sunrise, Orange e upc cablecom. Data: Venerdì, 21 novembre 2014, dalle ore 10.15 alle 16.30 circa Luogo: Hotel-Restaurant Jardin, Militärstrasse 38, CH-3014 Berna Prezzo: CHF 450.– per non iscritti, gratis per i soci syndicom Iscrizione entro il 7 novembre a: telecom@syndicom.ch
condoglianze Il 4 novembre Castagnata per i pensionati a Manno Si terrà martedì 4 novembre 2014, a partire dalle ore 15.00 presso l’Agriturismo “Al Cairello” di Manno, l’annuale Castagnata per i colleghi e le colleghe pensionati/e di syndicom. La partecipazione è gratuita e, in questa occasione, riservata solo ai membri iscritti poiché i posti disponibili sono limitati. Iscrizione necessaria entro il 21 ottobre telefonando al Segretariato di syndicom (058 817 19 61 / ticino@syndicom.ch). Vi attendiamo con piacere! Il Comitato Gruppo Pensionati Ticino e Moesano
Postizzi Bruno, Massagno, deceduto in data 5.9.2014 all’età di 88 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1947.
Indirizzi Il Sudoku di syndicom In palio un necessaire offerto dal nostro partner CPT. La soluzione (la cifra composta dai tre numeri derivanti dalle caselle segnate di blu indicate nell’ordine da sinistra a destra) sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro il 27 ottobre 2014, a: syndicom - il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. Il vincitore del cruciverba pubblicato su syndicom - il giornale N. 11 è Vittorino Richina di Medeglia.
Grande azion e di sot toscrizione
aderisci oggi e comincia a pagare l’anno prossimo! Dall’inizio 2015 il sistema delle quote syndicom sarà armonizzato. Questo rappresenta un grande passo per la nostra organizzazione e va festeg giato! Per farlo abbiamo deciso di regalare i mesi di affi liazione fino a fine anno a tutti coloro che aderi ranno a syndicom a partire dal 1º ottobre 2014. Ma come nuovo socio godrai, da subito, e senza limitazioni, di tutti i diritti e di tutte le prestazioni. Partecipa – con syndicom!
Il nuovo modulo d’iscrizione è già online sotto www.syndicom.ch. Chi recluta un nuovo o una nuova collega per syndicom otterrà un premio di 100 franchi!
Il sIndac ato del tuo se t tore
Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 ma-me-ve 13.30 - 17.30 Al di fuori di queste fasce orarie si riceve su appuntamento. Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch Cassa disoccupazione Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: dal 23.6.2014 al 31.8.2014 lu-ma-me-gio 9.00 -11.30 Venerdì chiuso tutto il giorno Gruppo pensionati Pagina web: www.syndicom.ch/it/gi/ pensionati. Contatto e-mail: redazione@ pensionati.ch o ernesto.fenner@bluewin.ch