syndicom - il giornale

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N. 13 7 novembre 2014

il giornale

www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione

AZB 3001 Berna Cambi di indirizzo sono da inviare a: syndicom, Adressverwaltung, Monbijoustrasse 33, casella postale, 3001 Berna

Barbara Bassi

Ticino

Al voto Ecopop, oro svizzero La legge sul lavoro e il taglio di privilegi e i ritmi difficili miliardari ›pagg. 2 e 3 dei conducenti

communico comunicazione visiva

CCL posta

›pag. 11

Sono ripartite le trattative per il contratto collettivo della Posta ›pag. 14

AtelierMüesli[DesignGraphique] GianPaoloMinelli[Photo] PasqualeDiaferia[CreativeDirector] RemoCaminada[DesignCreation]

communico 2014

Sembra proprio che in questo momento tutto venga percepito come uno stato di massima allerta. Abbiamo un bombardamento mediatico su diversi fronti. Se dovessimo riassumerli ecco quali sono le fobie di moda in questo momento: possiamo contrarre il virus ebola e morirne, la popolazione è giunta a 8 miliardi e le risorse naturali ben presto non saranno più sufficienti, il nostro Paese poi è invaso dagli stranieri e bisogna limitare questa invasione altrimenti pare, secondo alcuni, possano esserci conseguenze nefaste, senza dimenticare la minaccia dell’islam e infine abbiamo il grido d’allarme degli scienziati per il raggiungimento del punto di non ritorno per quel che concerne il surriscaldamento del pianeta. Se dovessimo dar seguito a tutto ciò, con la stessa enfasi con la quale queste problematiche ci vengono presentate, dovremmo smettere di lavorare e vivere quel che ci resta da vivere con epicurea noncuranza. Per non soccombere a queste paure bisogna invece utilizzare quella parte di noi che ci ha portati nelle ere ad evolverci ossia la ratio. La paura è legittima per carità, ma se è quella che poi detta le scelte diventa altrettanto pericolosa della presunta minaccia. Proviamo allora per una volta ad analizzare i problemi ma anche le soluzioni che vengono proposte. Per non ignorare il sentimento di tutti coloro che il 9 febbraio hanno deciso di votare sì all’iniziativa contro l’immigrazione di massa, partiamo dall’ipotesi che forse esiste un problema alle frontiere e chiediamoci se chiuderle è realmente la soluzione. Non dimentichiamo infatti tra l’altro che una chiusura avviene limitando il passaggio nelle due direzioni. Allora per una volta forse varrebbe proprio la pena leggere, informarsi e valutare bene con la mente e non con la pancia cosa si sta per votare. Un suggerimento di riflessione lo trovate alle pagine 2 e 3 di questa edizione.

giornata del design e della comunicazione visiva 2014

Allarmi e allarmismi

Votazioni

15 11 14 organizzatori

Lugano, SUPSI Trevano 15 11 14 ore 10:00 – 16:00 iscrizione: communico.info

editoriale

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Un evento per i professionisti, ma anche di cultura, aperto a tutti coloro che sono interessati al mondo delle immagini, del design e della pubblicità. L’entrata è gratuita per gli iscritti a syndicom. ›pag. 10

Dirit ti di accesso

Dev’essere possibile smascherare gli abusi Davanti alla Pretura di Bülach, il 25 agosto 2014, sono comparsi cinque colleghi accusati di violazione di domicilio. Denunce di questo genere costituiscono un grande problema per i segretari sindacali. Prima di avviare azioni di protesta è infatti d’uso visitare cantieri, ospedali o ristoranti per informare i dipendenti dello stato delle trattative per il contratto e per mobilitarli per le manifestazioni. Se non è in programma alcuna manifestazione di protesta, le visite servono per verificare le disposizio-

ni negoziate nei contratti concernenti provvedimenti salariali, nonché le misure relative alla sicurezza e alla salute. Se arrivano i capi, i sindacalisti responsabili forniscono di regola le loro generalità. Talvolta, però, vengono denunciati, nonostante i diritti sindacali siano ancorati nella Costituzione.

il caso bülach A Bülach due ditte edili nonché il proprietario di un albergo hanno però sporto denuncia, con la motivazione che Unia

avrebbe fatto numerose visite tra novembre 2011 e giugno 2012 sui cantieri. I sindacalisti in questione non avrebbero lasciato il cantiere neanche dopo un’esplicita richiesta in tal senso da parte della direzione del cantiere o, per meglio dire, avrebbero infranto un divieto già esistente, così almeno si legge nell’atto di accusa. La prima visita al cantiere aveva avuto luogo il 25 novembre del 2011 prima di un’azione di protesta a livello nazionale programmata per lo stesso giorno, a cui hanno parte-

cipato, alla fin fine, oltre 7000 dipendenti del settore edilizio. In quel periodo si stava negoziando da oltre nove mesi un nuovo contratto nazionale mantello (CNM) – quello in vigore scadeva infatti alla fine dell’anno in questione. Ma il 2 novembre i costruttori edili hanno fatto fallire di punto in bianco le trattative – c’era la minaccia di una situazione di vuoto contrattuale. «Il CNM è uno dei contratti più importanti che esistono nel settore dell’edilizia» commenta uno dei sindacalisti ›continua alle pagine 2 e 3


2 | Dossier Votazioni Paul Rechsteiner dice no ritenendola un imbroglio

Ecopop è un attentato al “modello Svizzera”

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 votazioni

syndicom dice 2 x No e 1 volta un chiaro Sì

Paul Rechsteiner, presidente dell’USS, mette in guardia contro la precarizzazione del lavoro, l’aumento della pressione al ribasso sui salari e l’intensificazione Il 30 novembre si vota: raggiungerà le urne la tanto discussa iniziativa Ecopop. Con l’aldel traffico stradale che l’iniziativa produrrebbe. tra iniziativa, “Salvate l’oro della Svizzera“, l’UDC ha lanciato un dibattito politico assai Paul Rechsteiner, perché i sinda- la pressione al ribasso sui salari. controverso. Con l’ultimo oggetto in votazione, l’abolizione dell’imposizione forfettaria, cati sono contrari a “preservare le basi naturali della vita”, come viene Che cosa significherebbe concreta- il popolo dovrà esprimersi su un argomento caro alla sinistra e ai sindacati. Tamara Gerber*

In febbraio, in occasione della votazione sull’immigrazione di massa, i sindacati non sono riusciti a imporsi. Perché questa volta le cose dovrebbero andare diversamente? Rispetto all’iniziativa sull’immigrazione di massa, Ecopop è estrema, limiterebbe ancor di più l’immigrazione. La principale ipotesi di questa iniziativa è errata: ritiene infatti che la qualità di vita degli uomini possa aumentare dove gli spazi si svuotano, il che appunto non è vero. Quando era un Paese povero, la Svizzera era un Paese d’emigrazione. Solo grazie allo sviluppo economico è iniziata l’immigrazione. L’esodo attualmente si verifica in alcune regioni e vallate alpine, causando notevoli difficoltà economiche. L’urbanizzazione e la concentrazione demografica portano allo sviluppo economico e costituiscono le basi del progresso sociale. Grazie alle migrazioni e agli spostamenti interni la Svizzera è un Paese vario e i sindacati ne sono uno specchio. Ecopop attacca per l’appunto questo modello di successo.

Anche fra i membri del sindacato regna un certo scetticismo verso la libertà di circolazione delle persone. Questo modello è veramente tanto importante? Noi puntiamo su un rapporto con l’Europa regolamentato. Un sistema che offre a tutti gli stessi diritti è fondamentalmente positivo. Affinché la libera circolazione delle persone non venga sfruttata a discapito dei lavoratori, dobbiamo proteggere il livello salariale svizzero. Ecopop vuole praticamente chiudere le frontiere svizzere. È una politica suicida che non porta alcun vantaggio all’ambiente. L’iniziativa valuta solo la popolazione residente, non si rivolge ai lavoratori precari, come i frontalieri o coloro che hanno un permesso di soggiorno di breve durata, che di conseguenza aumenterebbero di numero e causerebbero un intensificarsi del traffico. D’altronde è più facile sfruttare i lavoratori precari, che guadagnano meno. Ne conseguirebbe un generale aumento del-

mente per i lavoratori la disdetta degli accordi bilaterali? La situazione è già abbastanza difficile dopo il 9 febbraio. La Svizzera ha una forte industria d’esportazione, un franco su due è prodotto dal commercio con l’estero. Senza un rapporto regolamentato con l’Europa corriamo il rischio di essere emarginati: la posizione economica della Svizzera sarebbe messa in dubbio. Ecopop “strozza” il modello Svizzera, che da sempre riscuote successo. In qualità di Paese economicamente fra i più interdipendenti a livello mondiale, abbiamo bisogno di rapporti regolamentati e di uno scambio efficiente, anche di persone.

Nonostante le misure complementari, la pressione al ribasso sui salari e sulle condizioni di lavoro persiste. I sindacati non dovrebbero forse cercare di contenere questo fenomeno attraverso l’immigrazione? Il sistema del contingentamento, con lo statuto degli stagionali, ha prodotto lavoro precario e privato alcuni lavoratori dei loro diritti, causando un abbassamento dei salari. Con il nuovo sistema i salari e le condizioni di lavoro sono notevolmente migliorati sia nell’edilizia sia nella ristorazione. Noi lottiamo per mantenere buoni salari e proteggere i posti di lavoro, e per farlo sono necessarie misure atte a sostenere l’impiego locale, partendo da una migliore compatibilità tra famiglia e lavoro per arrivare a migliori prospettive per i lavoratori meno giovani. Queste problematiche non possono tuttavia essere imputate alla libera circolazione delle persone.

Ammucchiare oro come Paperon de’ Paperoni?

BNS con le mani legate? No grazie!

L’iniziativa popolare “Salvate l’oro della Svizzera” dell’ala reazionaria dell’UDC in primis vuole vietare alla Banca nazionale di vendere le riserve auree. In secondo luogo essa chiede che tutto l’oro della BNS venga stoccato in Svizzera, e terzo che quest’oro abbia almeno il valore del 20 per cento dei suoi attivi. syndicom rifiuta quest’iniziativa con chiarezza. Le banche come la BNS tengono delle riserve auree per poter effettuare transazioni in oro nel sistema finanziario in caso di una catastrofe. Al fine di poter impiegare l’oro in un simile caso estremo, la BNS deposita le sue riserve auree non solo in Svizzera, ma anche in Inghilterra e Canada. Uno stoccaggio esclusivo all’interno dei confini nazionali – come richiesto dall’iniziativa – sarebbe non solo insensato ma anche pericoloso.

Nel 2012 la quota d’oro della BNS si aggirava al 10 per cento, questo equivale ad un valore di 50 miliardi di franchi. Secondo l’iniziativa ciò non basterebbe e la BNS dovrebbe acquistare altro oro per un valore di ulteriori 50 miliardi. Questo fareb-

Emine Sariaslan, presidente del Forum per l’integrazione delle migranti e dei migranti (Fimm). be scendere il prezzo internazionale dell’oro, di conseguenza diminuirebbe a livello contabile la quota d’oro agli attivi, e la Banca nazionale dovrebbe acquistarne ancora di più, insomma: un circolo vizioso. Per finanziare questa operazio-

Intervista fatta dall’USS.

Chi percepisce guadagni mega paga tasse mini L’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari” della Lista alternativa chiede l’abolizione dell’imposizione forfettaria per i multimilionari stranieri che costa

un chiaro no nell’urna il 30 novembre

Ecopop nuoce a tutti i lavoratori in Svizzera L’iniziativa in votazione aumenta la pressione su salari e condizioni di lavoro, porta alla perdita di impieghi e a una nuova discriminazione dei lavoratori stranieri. Ecco perché i sindacati e le associazioni degli impiegati fanno fronte unito contro. L’iniziativa Ecopop è pericolosa per tutti i lavoratori e le lavoratrici in Svizzera. Essa vuole limitare l’immigrazione allo 0,2 per cento della popolazione residente. Questo conduce inevitabilmente alla situazione che i datori di lavoro chia-

meranno nel Paese più dimoranti temporanei, e questi sono meno tutelati giuridicamente. Datori di lavoro senza scrupoli possono dettar loro salari bassi e cattive condizioni di lavoro. Ciò nuoce a tutti i lavoratori: finirebbero sotto pres-

sione gli stipendi e le condizioni di lavoro di tutti/e. L’iniziativa è pericolosa per i lavoratori anche perché mette a rischio dei posti di lavoro. Infatti Ecopop sotterrerebbe definitivamente gli accordi bilaterali. Senza rapporti

commento

Il capo non può impedire ai sindacati di entrare in azienda

Non è ancora chiaro quale applicazione troverà l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Che cosa direbbe a chi il 9 febbraio ha votato sì e aspira ora a rincarare la dose? Coloro che il 9 febbraio hanno voluto dare un segnale, non dovrebbero aggravare l’attuale situazione. Ecopop sarebbe un autogol ben peggiore di quello provocato dall’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Le nostre posizioni riguardo all’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa sono chiare: mantenere rapporti regolamentati con l’Europa, e quindi gli accordi bilaterali, rafforzare la protezione del salario e vietare qualsiasi tipo di discriminazione.

ne dovrebbe staccare delle riserve di valuta, con ripercussioni negative per l’economia reale. Inoltre l’oro comprato non potrebbe più essere speso: la Banca nazionale diventerebbe incapace di agire. Affinché questo scenario non diventi realtà, il 30 novembre bisogna assolutamente votare No.

«Ecopop è chiaramente xenofoba. I fautori dell’iniziativa farebbero meglio a non nascondersi dietro le loro maschere da ambientalisti!».

© jens friedrich

rivendicato dall’iniziativa Ecopop? Paul Rechsteiner: Chi vuole preservare le risorse vitali in Svizzera, non deve praticare una politica demografica, bensì un’adeguata politica ambientale, a partire dallo sviluppo territoriale fino alle emissioni di CO2.

Quando un’impresa impedisce ai sindacati di entrare negli stabilimenti, solitamente c’è qualcosa che non va. Altrimenti che motivo avrebbe di impedirci di controllare le condizioni di lavoro, o l’osservanza del contratto collettivo di lavoro, oppure di parlare con le colleghe o i colleghi? Un datore di lavoro che non ha nulla da nascondere lascia senz’altro libero accesso ai sindacati nella propria azienda. Un’impresa che consideri i propri lavoratori emancipati e il partenariato sociale non come una costrizione, bensì quale vero par-

tenariato di rappresentanti con differenti interessi, non avrà nulla in contrario se i propri dipendenti si intrattengono anche con i sindacalisti e si informano sulle loro attività. Per una ditta di questo tipo anche un’adesione sindacale diffusa fra i propri lavoratori non sarà mai un problema, bensì una chance per concordare leali condizioni di lavoro, condivise anche dai dipendenti. La libertà di associazione è salvaguardata dalla Costituzione federale. Questo diritto fondamentale non comprende solamente la fon-


Diritti sindacali Dossier | 3

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 dirit ti di accesso allo Stato ingenti somme di denaro. syndicom sostiene quest’iniziativa con fermezza. Ognuno deve pagare le tasse in proporzione alle sue capacità economiche. Le tasse à forfait violano l’uguaglianza giuridica: i ricchi godono di un’agevolazione superflua a spese del ceto medio. Attualmente i milionari stranieri che approfittano dell’imposizione forfettaria sono 5’500, tra questi figurano sempre più affaristi globali e finti disoccupati che gestiscono le proprie aziende estere dalla Svizzera. Disoccupati ricchi sono tollerati, anzi, richiesti, e ai poveri richiedenti l’asilo si dà la caccia. Questa ipocrita politica migratoria deve finire.

Vane minacce Gli oppositori fanno allarmismo con l’argomento che i milionari abbandonerebbero il Paese. L’esperienza tuttavia dimostra che questo non è sempre vero. Il canton Zurigo ha abolito l’imposizione forfettaria nel 2009, e nel 2011 sono seguiti il canton Sciaffusa e San Gallo. A Sciaffusa se ne è andato un terzo di chi godeva della tassazione forfettaria, ma il cantone ha avuto tre volte più introiti fiscali di prima. L’USS e i suoi membri, Travailsuisse,

regolati con l’UE le aziende svizzere verrebbero fortemente svantaggiate rispetto alla concorrenza europea. I loro prodotti diventerebbero più cari. Le conseguenze sarebbero esternalizzazioni verso l’estero, programmi di riduzione dei costi e dunque smantellamento di posti di lavoro. Ecopop è anche disumana. L’iniziativa degrada i migranti e le migranti a lavoratori e lavoratrici di seconda classe. Queste persone vivrebbero con l’eterna ansia di perdere anche

dazione e l’esistenza di sindacati, bensì garantisce anche che i sindacati possano svolgere indisturbati le loro attività. L’azione più importante di un sindacato è proprio il diretto contatto con i lavoratori all’interno delle imprese. In aziende come la Posta o Swisscom, che appartengono in parte alla Confederazione, vige direttamente la Costituzione federale e di conseguenza anche la libertà sindacale. Non sono quindi sostanzialmente necessari ulteriori accordi per assicurare il libero accesso dei sindacati. In ambito privato, come ad esempio nelle tipografie, è consigliabile fissare specificamente il diritto ad associarsi nei contratti collettivi di lavoro.

Unia, Impiegati Svizzera, PS e Verdi sostengono l’iniziativa della piccola Lista alternativa. Il centro ha votato per un No all’iniziativa, tuttavia nell’UDF un quinto, nell PPD un quarto e all’interno dei Verdi liberali oltre il 40 per cento è a favore dell’iniziativa sull’imposizione fiscale forfettaria. Dunque l’iniziativa può contare sul sostegno anche di una parte del centro-destra e ha reali chance di essere approvata.

* Tamara Gerber è stagista praticante a syndicom. Ecopop: il lupo travestito da agnello

Preservativi al posto di istruzione? Pianificazione familiare invece che cooperazione con i Paesi in via di sviluppo: tanto disumano quanto inutile. Lo strumento migliore per abbassare il tasso di natalità è lo sviluppo. Più istruite sono le giovani donne, più basso è il tasso di natalità. Se si spendono tutti i soldi in contraccettivi, non rimane nulla per l’istruzione. L’iniziativa vuole passare come assistenza allo sviluppo, invece ottiene l’esatto contrario.

il permesso di soggiorno in seguito ad un’eventuale perdita del posto di lavoro. Questi lavoratori sarebbero ancora più esposti alla pressione dei datori di lavoro. È sempre una visione miope voler additare i lavoratori stranieri come capri espiatori per i problemi interni. Perché senza di loro cadrebbero in squilibrio le opere sociali e smetterebbero di funzionare importanti rami come l’edilizia, la sanità e l’assistenza. (sgb)

Durante la riunione dell’USS, che ha avuto luogo in giugno, si è principalmente discusso sul modo in cui i sindacati possono reagire, quando le aziende vietano loro di accedere ai loro stabilimenti. Negli ultimi anni il Tribunale federale ha emesso, in casi simili, sentenze estremamente ostili ai sindacati. È pertanto giusto ed importante che i sindacati si oppongano a tali sentenze. Questa posizione è ora sostenuta anche da professor i insigni nel campo della giurisprudenza. Una dottrina che sta sempre più prendendo piede. Fondamentalmente è il padrone di casa che ha il diritto di decidere chi far entrare nella sua proprietà. Chi non rispetta questa disposizio-

Dev’essere possibile smascherare gli abusi > continua da pagina 1 denunciati dal banco dei testimoni. «È uno dei compiti basilari dei sindacati opporsi in maniera collettiva, difendere il contratto collettivo di lavoro e impegnarsi a favore di condizioni di lavoro regolamentate per legge. Si trattava pur sempre delle condizioni di lavoro di ben 90’000 dipendenti dell’edilizia!».

il clima diventa più aspro La gran parte delle visite ai cantieri procede senza problemi, come da routine. Il diritto di accesso viene concesso di solito senza nessuna resistenza. Alcuni costruttori edili, a dire il vero, non sono affatto contenti di queste visite, ma le denunce in questo contesto rappresentano l’eccezione. Diversi rappresentanti sindacali, però, spiegano che negli ultimi anni il clima è peggiorato. «Scopriamo sempre più casi di dumping salariale e di frodi contro le assicurazioni sociali», dice Luca Cirigliano, segretario centrale USS. E parallelamente ha ripreso ad aumentare un po’ anche il numero dei divieti di accesso e delle denunce. Finora nel cantone di Zurigo non è mai stato condannato nessuno per violazione di domicilio nell’ambito dell’attività sindacale. Se i datori di lavoro potessero imporre, a propria discrezione, divieti di accesso e denunce per violazione di domicilio, questo nuocerebbe al lavoro sindacale in misura tale da non essere compatibile con la libertà sindacale fissata nella Costituzione federale, ha affermato il difensore dei funzionari di Unia nella sua arringa finale davanti al tribunale distrettuale di Bülach. Ciò facendo si basa su una perizia di Marcel Niggli, professore di diritto penale all’Università di Friburgo, perizia di cui è stato incaricato dall’USS. Vi si legge: “Spesso ai funzionari sindacali viene proibito di entrare nel cantiere solo se si registra-

ne si rende passibile di violazione di domicilio. Tuttavia… Il diritto penale prevede la possibilità di essere esente da pena, qualora il reato venga commesso esclusivamente per esercitare i propri diritti costituzionali – come ad esempio il dir itto di accesso alle aziende dei sindacati. La libertà sindacale tutelata dalla Costituzione diventa carta straccia, se i rappresentanti sindacali non hanno libero accesso sul posto di lavoro. Tale diritto garantito dalla Costituzione è cer tamente più importante dell’interesse dell’azienda, nella sua veste di padrone di casa, a non essere molestata dalle attività sindacali. Nei prossimi anni i sindacati devono mostra-

no infrazioni alle condizioni di lavoro minime o alle disposizioni relative alla sicurezza”. Il divieto di entrare rappresenta spesso il tentativo di impedire che vengano scoperte ulteriori infrazioni contrattuali, scrive Niggli. Proprio nel caso di lavoro nero e di dumping salariale manca spesso ogni documentazione scritta. Un sospetto può essere quindi confermato solo a diretto contatto con le persone interessate e le infrazioni contrattuali possono essere verificate soltanto in loco. La perizia del professor Niggli giunge alla conclusione che l’interesse a imporre un CCL prevale chiaramente sull’interesse al regolamento interno. Di conseguenza, ai sindacalisti dovrebbe essere consentito entrare in un cantiere anche contro il volere del capocantiere – sempre che essi lo facciano per esercitare i diritti sindacali garantiti dalla Costituzione e che non vi ricorrano in maniera sproporzionata. Ovvero, per fare un esempio, che non si trattengano nel cantiere più a lungo del necessario.

il caso chevrier La perizia contraddice, con questa formulazione, una sentenza del Tribunale federale del 2011, nel cosiddetto caso Chevrier. Viene così definita un’azione dei segretari sindacali che nell’autunno del 2009, in un ristorante del cantone di Ginevra, volevano informare i dipendenti della struttura sulle modifiche al contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). I gestori del ristorante li hanno mandati via e hanno impartito loro via mail un divieto di accesso che comprendeva anche il parcheggio. Settimane più tardi, i sindacalisti, infilatisi nel parcheggio, hanno lasciato sotto i tergicristalli delle auto, sia degli ospiti che dei

re che non hanno più intenzione di accettare queste restrizioni ostili. I diritti si possono far valere solo se si è anche pronti a lottare per essi. Questo non è un appello a compiere azioni irresponsabili o sproporzionate, né davanti né dentro alle aziende. Ovviamente le azioni dei sindacati devono essere adeguate. È tuttavia un appello a reclamare e far rispettare i diritti fondamentali che la Costituzione ci garantisce. Dobbiamo anche sollecitare maggiormente i nostri fiduciari a salvaguardare i propri diritti. Durante la pausa ad esempio non può essere proibito a un dipendente di parlare con i colleghi di una manifestazione sindacale, né si può ammonirlo se affig-

dipendenti, dei volantini sulle novità del CCNL e hanno lasciato il parcheggio solo dopo l’arrivo della polizia. Siccome non si era trattata di una questione connessa a uno sciopero, per il Tribunale federale il divieto di accesso era legittimo. Nella sua perizia Niggli critica l’interpretazione data dal Tribunale federale e si riferisce alla libertà sindacale garantita dalla Costituzione che, in caso di sciopero, può servire come motivo per giustificare la violazione di domicilio. Se viene tutelato il diritto di sciopero, dovrebbero rientrare nella libertà sindacale anche le fasi come dire più soft che precedono lo sciopero e gli eventuali atti preparatori, quali appunto l’informazione e la mobilitazione dei dipendenti. «Il significato della libertà sindacale è che i dipendenti – che per forza di cose si trovano in una situazione di inferiorità – possano tutelare i propri interessi riunendo le proprie forze e organizzandosi sotto forma di sindacati».

assoluzione per i sindacalisti Questa è anche la conclusione del difensore dei cinque funzionari di Unia davanti al tribunale di Bülach: «Gli accusati hanno tutelato i loro interessi – e non possono venir puniti per questo». Alla fine sono stati tutti assolti. «Con questa sentenza è fallito il tentativo del querelante di criminalizzare i sindacati» commenta Pepo Hofstetter, responsabile della comunicazione di Unia. Il pubblico ministero e almeno una delle parti querelanti hanno detto di voler fare ricorso. Ora il tribunale deve presentare le motivazioni scritte della sentenza: solo in seguito i querelanti potranno ricorrere al tribunale di seconda istanza. Articolo di Noëmi Landolt, uscito per la prima volta nel WOZ del 28 agosto e successivamente nel numero del 18 settembre.

ge in bacheca un volantino del sindacato, o lo passa a un collega. Un licenziamento è illecito se avviene perché un dipendente ha partecipato ad una pausa di protesta organizzata dal sindacato, o addirittura a uno sciopero. Per rinfrancare maggiormente i nostri colleghi nelle aziende, il prossimo anno, a livello regionale, syndicom istruirà i fiduciar i a imporre consapevolmente i diritti sindacali nelle loro aziende e in seguito li affiancherà, trattandosi, in primo luogo, di una questione politico-sindacale e non propriamente giuridica. Bernadette Häfliger Berger Vicepresidente


4 | syndicom Le professioni

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

Storie di famiglia «A dir la verità non volevo mica lavorare alla Posta», racconta con aria soddisfatta Hansruedi Nydegger. Diversamente dalle sue due sorelle, che da subito avevano intrapreso entrambe la formazione per diventare funzionarie di sportello postale, in un primo tempo lui faceva il meccanico d’auto. Nel 1976 non ha però resistito al richiamo di una formazione alla Posta, finendo così per seguire le orme dei suoi antenati. Perché già il bisnonno Friedrich aveva lavorato alla Posta dal 1877. Dopo di lui, il nonno Wilhelm (vedi foto a destra) e dal 1944 anche il padre Alfred. Poi, nel 1960, i suoi genitori hanno occupato il posto di buralisti postali a Sangernboden.

La fine di una dinastia di dipendenti della Posta

faceva a piedi i suoi lunghi giri nella zona attorno a Sangernboden. «Quando c’era tanta neve, molto spesso preferivo andare a piedi anziché prendere l’auto che era sempre un rischio», ricorda. Quando però circolava in macchina, si portava sempre appresso una pala per ogni evenienza. D’inverno gli è capitato frequentemente di consegnare la posta anche con gli sci!

La famiglia di Hansruedi Nydegger ha lavorato alla Posta per quattro generazioni. Finché non è stato chiuso l’ufficio postale, Nydegger è stato buralista a Sangernboden. Poi, per gli ultimi undici anni, ha dovuto trasferirsi a Plaffeien. Ora si appresta ad andare in pensione e con lui finirà una tradizione di famiglia lunga ben 137 anni. Louis Riedo

Cambiamento difficile

Anche una persona di contatto Nydegger, quando era buralista postale, ha svolto le attività più disparate nella zona attorno a

Sangernboden. «Potevo intrattenermi con la gente ed entrare così a far parte della loro vita quotidiana», spiega. Sta di fatto che oltre alla Posta gestiva anche l’ufficio bancario e dava una mano alle persone nelle piccole cose. Se necessario, ad esempio, aiutava le signore più anziane nelle cascine fuori mano a cambiare

le bombole del gas oppure sbrigava gli acquisti per coloro che ne avevano bisogno. Una volta gli è addirittura capitato di assistere alla nascita di una mucca. Era inoltre attento ai suoi clienti, controllava che fosse tutto a posto. Non a caso era anche una persona di contatto per la gente. «Nella maggior parte dei

© z vg

Hansruedi Nydegger in un primo tempo faceva il postino, poi è passato allo sportello e infine alla direzione generale. Nel 1984 ha preso insieme alla moglie Susanne l’ufficio postale di Sangernboden. Conserva un bel ricordo di quel periodo. «Il lavoro era molto appagante, perché sapevo di essere sempre utile», commenta Nydegger.

© Photos Corinne Aeberhard

Lavoro appagante

casi mi limitavo semplicemente ad ascoltare senza dire nulla. Un’altra cosa importante era che le persone sapevano che non sarei mai andato a riportare nulla in giro di ciò che mi confidavano», prosegue Nydegger.

In giro a piedi D’inverno, sovente, Nydegger

Nella primavera del 2002 spuntano le prime nubi all’orizzonte: l’ufficio postale di Sangernboden viene chiuso. Hansruedi Nydegger lavora così per gli undici anni successivi presso l’ufficio di servizio a Plaffeien. «È stato un cambiamento mica da ridere», racconta. «Per me, uomo della prima ora abituato a fare il bello e il brutto tempo, era difficile non essere più il capo di me stesso». A fine maggio 2014, Hansruedi Nydegger è andato in pensione. Però vuole continuare a dedicarsi alla gente della zona. «Mi sono ripromesso di tornare, se possibile più di prima, a trovare tutte le persone che stanno nei dintorni per andare a bere un caffè insieme. Adesso, poi, avrò un sacco di tempo», conclude Nydegger.

Prima pubblicazione sul Freiburger Nachrichten del 22.5.2014.

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Reka: 75 anni di giovinezza Nel 2014 la Reka festeggia il suo giubileo. Nel 1939 un gruppo di datori di lavoro visionari, sindacalisti e rappresentanti delle organizzazioni del turismo, fondò la cooperativa Cassa svizzera di viaggio (Reka).

Oggi come allora la Reka s‘impegna per consentire al maggior numero possibile di famiglie di trascorrere al meglio tempo libero e vacanze in Svizzera. Il modello aziendale unico della Reka realizzerà anche in futuro dei mezzi finanziari che saranno utilizzati per attività senza scopo di lucro. Reka, per avere di più. I soci di syndicom possono ordinare ogni anno Valuta Reka del valore di CHF 700.– al costo di CHF 651.– (7 % di sconto). È possibile anche un ordine parziale. Oltre 9000 partner in tutta la Svizzera accettano questa valuta per il tempo libero come mezzo di pagamento. I punti d’accettazione sono alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio, Vacanze Reka, trasporti pubblici, ferrovie di montagna, impianti di risalita, parchi tematici e di divertimento, cinema, musei, zoo, circhi, organizzatori di eventi, autonoleggi, Mobility CarSharing, stazioni di servizio (AVIA e BP) e molti altri. Tutti i partner che accettano la Valuta Reka si trovano su guidareka.ch e nell’App Guida Reka per smartphone. Offerte del giubileo Festeggiate con noi e approfittate delle vantaggiose offerte del giubileo! Su reka.ch/giubileo ogni mese vengono proposte delle nuove offerte e buoni sconto da scaricare. Cassa svizzera di viaggio (Reka) Casella postale, 3001 Berna Tel. +41 31 329 66 33 info@reka.ch reka.ch

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Le professioni syndicom | 5

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

© Jens Friedrich

Conferenza di set tore Telecom/IT Membri del primo comitato di set tore Telecom/IT

Primo comitato di settore Telecom/IT (da sinistra) · Marina Parazzini, Cornelia Ziehler, Danilo Ravelli, Renato Zanello, Pascal Wicht, Urs Scheuble, Martin Pfulg, Hugo Meier, Marcel Friedrich, Chih Hou Liu, Peter Siegrist, Elöd Mata, Hansruedi Schläppi, Pascal Guinnard, Pascal Bassu (sulla foto mancano Jessica Jacomino, Catherine Liengme, Sébastien Bourquin, Daniel Ferretti, Christian Lukassen e Urs Zumbach).

Cercare sinergie con il SEV?

Il settore Telecom/IT di syndicom ha semplificato la propria struttura e ha istituito, per la prima volta, un comitato. In occasione dell’assemblea dei delegati syndicom del 30 novembre, il settore presenterà una proposta che chiede di valutare la possibilità di una cooperazione con il SEV. Franz Schori*

“Vogliamo far avanzare la nostra la conclusione di un altro CCL politica CCL – partendo sempre aziendale accanto al CCL con cadalle rappresentanze del perso- blex e Saphir Group costituisce nale”, ecco come ha iniziato la un importante passo verso un presentazione del bilancio 2014 CCL settoriale. La stessa cosa o del settore il suo responsabile quasi dovrebbe valere anche per Giorgio Pardini. In effetti il set- la divisione dei call center, pertore Telecom/IT anche quest’an- ché durante i negoziati CCL con no è riuscito a fare importanti un call center ha raggiunto il tapassi in avanti nella politica CCL: volo delle trattative un secondo sia nella divisione dei call center call center che firmerà, anch’esche in quella della costruzione so, il CCL. reti stanno per essere firmati dei A Skyguide il settore Telecom/IT Ai tempi della rapidissima trasformazione tecnologica, il confine tra lavoro e di vitalaè sulla buona strada per semplinuovi contratto collettivi Ai della rapidissima trasformazioprivatavoro si tempi dissolve sempre di più. L’essere a aziendali. Il segretario cen- ficare una complicata struttura ne tecnologica, il confine tra lavoro e vita disposizione sempre ormai è quasi naturale trale Münger hapiù. richiaprivataDaniel si dissolve sempre di L’essere aCCL. E presso Swisscom il settoin molti posti, e mettere un confine tra lavodisposizione sempre ormai naturalere Telecom/IT ha portato avanmato l’attenzione sulè quasi grande ro e tempo libero, per garantire una buona in molti posti,per e mettere un confine tra lavoti l’argomento della “Work-Lipotenziale il futuro della cowork-life-balance, diventa ro e tempo libero, perun’acrobazia. garantire una buona reti e ha ribadito Questostruzione ha delle ripercussioni sulla vita che pri- fe-Balance/ Sconfinamento del work-life-balance, diventa un’acrobazia. vata e sulla salute, vedi caricatura del nostro Questo ha delle ripercussioni sulla vita pridisegnatore. vata e sulla salute, vedi caricatura del nostro

Invito alla conferenza «Sconfinamento del lavoro» Invito alla conferenza

«Sconfinamento del lavoro»

lavoro”, e si presume che nella prossima trattativa CCL si possano fissare dei nuovi traguardi per l’intera divisione ICT. Purtroppo però nella politica CCL c’è da registrare anche un regresso: dopo che la Johnson Controls ha perso l’incarico Swisscom, essa ha disdetto il CCL con syndicom e Unia.

Proposta di cooperazione con il SEV La conferenza di settore si è anche occupata della imminente assemblea dei delegati syndicom di fine novembre. La conferenza ha nominato all’unanimità Cornelia Ziehler che prenderà

Pascal Sébastien Daniel Marcel Pascal Jessica Catherine Chih Hou Christian Elöd Hugo Marina Martin Danilo Urs Hansruedi Peter Pascal Renato Cornelia Urs

upcmolti cablecom. in posti, e mettere un confine tra lavoro e tempo libero, per garantire una buona L’argomento della nostra conferenza au- auL’argomento della nostra work-life-balance, diventaconferenza un’acrobazia. tunnaletunnale 2014 è2014 lo sconfinamento del lavoro è lo sconfinamento lavoro Questo ha delle ripercussioni sulladel vita prinella altre sfere della vita. Noi ci chiediamo nella altre sfere della vita. Noi ci chiediamo vata e sulla salute, vedi caricatura del nostro se nelladisegnatore. moderna siamosiamo già arrivati sesocietà nella società moderna già arrivati al puntoal che una sana si si punto che unawork-life-balance sana work-life-balance raggiunge solo tramite salti mortali. Per raggiunge solo tramite saltine mortali. Persapere Il sindacato syndicom ha voluto discutere e molto ti invitiamo discutere questo esconfinamento molto altro altro tidei invitiamo di più sulloquesto limiti dela a partecipare a questa conferenza e condotto ci ralleglavoro Svizzera e per questo partecipare ainquesta conferenza e ciharallegriamo findi d’ora di il darti benvenuto. un sondaggio online sulilcarico lavorativo tra riamo fin d’ora darti benvenuto. i dipendenti di Swisscom, Sunrise, Orange e upc cablecom. Data

Venerdì, 21 novembre 2014,

Data Venerdì, 21 novembre 2014, dalle ore 10.15 alle 16.30 ca. L’argomento della nostra conferenza audalle ore 10.15 alle 16.30 ca. Luogo2014 è lo Hotel-Restaurant Jardin, tunnale sconfinamento del lavoro Luogo Hotel-Restaurant Jardin, 38,ci CH-3014 Berna nella altre sfere Militärstrasse della vita. Noi chiediamo Militärstrasse 38,per CH-3014 Berna Prezzosocietà CHF 450.– nongià iscritti, se nella moderna siamo arrivati Prezzo CHFuna 450.– per non iscritti, gratis per i soci syndicom si al punto che sana work-life-balance gratis per syndicom Iscrizione finoialsoci 7 salti novembre pressoPer raggiunge solo tramite mortali. Iscrizione al telecom@syndicom.ch 7enovembre presso discutere fino questo molto altro ti invitiamo a telecom@syndicom.ch partecipare a questa conferenza e ci rallegriamo fin d’ora di darti il benvenuto.

«Sconfinamento deltempi lavoro» acrobatico dei moderni?

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Luogo Prezzo

Work-LifeBalance: un esercizio acrobatico dei tempi moderni?

nella altreUnione sfere della vita. Noi ci chiediamo sindacale svizzera se nella società moderna siamo già arrivati ore 12.25 Pranzo Venerdì, 21 novembre 2014, ore 14.00 Giorgio Pardini, responsabile settore Telecom/IT dalle ore 10.15 alle 16.30 ca. al punto che una sana work-life-balance si di syndicom ore 11.10 ore 15.00 Pausa Hotel-Restaurant Jardin, ore 11.35 raggiunge solo tramite salti mortali. Per ore 15.15 Tavola rotonda con tutti i relatori e Militärstrasse 38, CH-3014 Berna discutere questo e molto altro ti invitiamo a Dr. Hans C. Werner, Chief Personnel Officer, CHF 450.– per non iscritti, Prof.i Dr. Mäder Klaus Pickshaus Luca Dr. Hans C. Werner partecipare aCirigliano questa conferenza eSA; ci ralleg- Giorgio Pardini Membro della direzione, Swisscom gratis per sociUeli syndicom Professore di Sociologia Caposettore Formazione Segretario centrale per Chief Personnel Officer, Responsabile Settore Moderazione: Matthias Preisser, Giornalista fino al 7presso novembre presso ore 12.00 di lavoro darti il benvenuto. l‘Università di lavorativa e riamo politica di fin d’ora il diritto del e della Membro della direzione, Telecom/IT Prof. Dr. Ueli Mäder Klaus Pickshaus Luca Cirigliano Dr. Hans C. Werner Giorgio Pardini

Dr. sc. nat. ETH Maggie Graf Iscrizione Caposettore, Dr. sc. nat.Lavoro ETH e salute, SECO telecom@syndicom.ch finale: Daniel Münger Basilea e la Hochschule qualificazioneore 16.15 Parola sicurezza sul lavoro, Swisscom SA Maggie Graf di Sociologia Caposettore Formazione centrale svizzera per Chief Personnel Officer, www.seco.admin.ch Professore für Soziale Arbeit (FHNW) presso la IG Metall, pubbli-Segretario Unione sindacale www.swisscom.ch ore 16.20 Apéro Caposettore, di lavorativa politicafreelance di il diritto del lavoro e della Membro della direzione, Vedi argomento lavoro presso l‘Università Universiät Basel cista ee relatore www.sgb.ch Lavoro e salute, SECO Basilea e la Hochschule qualificazione Swisscom SA www.klaus-pickshaus.de sicurezza sul lavoro,

www.seco.admin.ch Vedi argomento lavoro

für Soziale Arbeit (FHNW) Universiät Basel

«Be connected –

Con la prima revisione del regolamento di settore e della divisione, il settore Telecom/IT ha creato un comitato di settore del quale fanno parte tutti i presidenti dei comitati aziendali del settore Telecom/IT (vedi riquadro). Allo stesso tempo il settore Telecom/IT ha semplificato la propria struttura rimpiazzando l’assemblea dei delegati del settore con la conferenza di settore. Quest’ultima rappresenta un’assemblea plenaria di tutti i membri dei comitati aziendali e di sezione nonché di tutti i membri delle rappresentanze del personale nel settore Telecom/IT. Con questo il settore Telecom/IT anticipa ciò che si aspetta dalle altre unità organizzative di syndicom: semplificare il lavoro, aumentare l’efficienza, risparmiare costi.

* Franz Schori è segretario Invito alla conferenza specializzato Telecom/IT. «Sconfinamento del lavoro» Ai tempi della rapidissima trasformazione tecnologica, il confine tra lavoro e vita privata si dissolve sempre di più. L’essere a disposizione sempre ormai è quasi naturale in molti posti, e mettere un confine tra lavoro e tempo libero, per garantire una buona work-life-balance, diventa un’acrobazia. Questo ha delle ripercussioni sulla vita privata e sulla salute, vedi caricatura del nostro disegnatore.

ore Programm 09.30 Caffè di benvenuto ore 09.30Saluto Caffèdidirapidissima benvenutoDanieltrasformaziotempi della oreAi 10.15 apertura: Münger, segretario centrale oretecnologica, 10.15 Saluto di il apertura: Daniel Münger, segretario centrale ne Telecom/IT di confine syndicom tra lavoro e vita Telecom/IT di syndicom oreprivata 10.20 Dr. dissolve sc. nat. ETHsempre Maggie Graf di più. L’essere a ore 10.20 siDr. sc. nat. ETH Maggie Graf caposettore Lavoro e Salute, SECO disposizione sempre ormai è quasi caposettore Lavoro e Salute, SECO naturale ore ore 10.45 Prof. Dr. Ueli Mäder 10.45 posti, Prof. Dr.eUeli Mäder un confine tra lavoin molti mettere Professore Basileae ela la ProfessoredidiSociologia Sociologiapresso presso l‘Università l‘Università didiBasilea ro e tempo libero,fürper garantire una buona Il sindacato syndicom ne ha voluto sapere Hochschule Soziale Hochschulefür SozialeArbeit Arbeit (FHNW) (FHNW) diventa un’acrobazia. di più sullo sconfinamento dei limiti del orework-life-balance, 11.10 ore 11.10Pausa Pausa lavoro in Svizzera e per questo ha condotto ore 11.35Klaus Pickshaus oreQuesto 11.35 Pickshaus haKlaus delle ripercussioni sulla vita priCaposettore Formazione lavorativa ee del politica didiqualificazione presso la la un sondaggio online sul carico lavorativo tra Caposettore Formazione lavorativa politica qualificazione presso vata e sulla salute, vedi caricatura nostro Metall,pubblicista pubblicistaeerelatore relatore freelance freelance i dipendenti di Swisscom, Sunrise, Orange e Programm IG IG Metall, disegnatore. ore 12.00Luca Luca Cirigliano 09.30 Caffè di benvenuto upc cablecom. oreore 12.00 Cirigliano Segretario centraleper perilildiritto diritto delsegretario lavoro sulsul lavoro, ore 10.15Segretario Saluto di centrale apertura: Daniel Münger, centrale del lavoroeeper perlalasicurezza sicurezza lavoro, Unione sindacale svizzera Telecom/IT di syndicom Il sindacato syndicom ne ha voluto sapere L’argomento della nostra conferenza auUnione sindacale svizzera ore 10.20 12.25 Dr. Pranzo ore sc. nat. ETH Maggie tunnale 2014 è lo sconfinamento del lavoro più sullo dei limiti del oredi12.25 PranzosconfinamentoGraf ore 14.00 caposettore Giorgio Pardini, responsabile settore Telecom/IT di syndicom Lavoro e Salute, SECO nella altre sfere della vita. Noi ci chiediamo orelavoro 14.00 Pardini, per responsabile Telecom/IT di syndicomProgramm inGiorgio Svizzera questosettore ha condotto ore 10.45 15.00 PausaDr. UelieMäder ore Prof. se nella società moderna siamo già arrivati oreun 15.00 Pausa oresondaggio 15.15 Professore Tavola online rotonda con i relatori e sultutti carico lavorativo tra e la ore 09.30 Caffè di benvenuto di Sociologia presso l‘Università di Basilea al punto che una sana work-life-balance si ore 15.15 Tavola rotonda con tutti i relatori e Dr. Hans C. für Werner, Chief Personnel Hochschule Soziale Arbeit (FHNW)Officer, ore 10.15 Saluto di apertura: Daniel solo Münger, segretario centrale i dipendenti di Swisscom, Sunrise, Orange e raggiunge tramite salti mortali. Per Dr. Hans C. Werner, Chief Personnel Officer, Membro della direzione, Swisscom SA; ore 11.10 Pausa Telecom/IT di syndicom upc cablecom. discutere questo e molto altro ti invitiamo a della direzione, Swisscom SA; Moderazione: Matthias Preisser, Giornalista ore 11.35Membro Klaus Pickshaus ore 10.20 Dr. sc. nat. ETHpartecipare Maggie Grafa questa conferenza e ci rallegore 16.15Moderazione: Parola finale:Formazione Daniel Münger Matthias Preisser, Giornalista Caposettore lavorativa e politica di qualificazione presso la riamo fin d’ora di darti il benvenuto. ore 16.20Parola Apéro oreL’argomento 16.15 finale: Daniel Münger IG Metall, pubblicista relatore freelance caposettore Lavoro e Salute, SECO della nostrae conferenza auore 12.00Apéro Luca Cirigliano oretunnale 16.20 ore 10.45 Prof. Dr. Ueli Mäder 2014 è lo sconfinamento del lavoro Segretario centrale per il diritto del lavoro e per la sicurezza sul lavoro,

Data

Presidente comitato aziendale Swisscom Schweiz Presidente comitato aziendale Swisscom ITS Vicepresidente comitato aziendale Skyguide Presidente comitato aziendale Johnson Controls Vicepresidente comitato aziendale cablex Vicepresidente comitato aziendale upc cablecom Vicepresidente comitato aziendale Swisscom Schweiz Vicepresidente comitato aziendale local.ch Presidente comitato aziendale Sunrise Vicepresidente comitato aziendale Swisscom Schweiz Presidente comitato aziendale local.ch Co-presidente comitato aziendale Swisscom Group Presidente comitato aziendale Swisscom Broadcast Vicepresidente comitato aziendale cablex Co-presidente comitato aziendale Swisscom Group Vicepresidente comitato aziendale Swisscom ITS Presidente comitato aziendale upc cablecom Presidente comitato aziendale cablex Presidente comitato aziendale Skyguide Vicepresidente comitato aziendale Sunrise Vicepresidente comitato aziendale Swisscom Schweiz

il posto del collega Gilles Rodari dimissionario dal Comitato Centrale. Cornelia Ziehler è vice-presidente impegnata del comitato aziendale nonché membro competente della commissione del personale presso Sunrise. Sempre all’unanimità la conferenza di settore ha approvato una proposta all’attenzione dell’assemblea dei delegati, affinché venga valutata una cooperazione sul piano politico, organizzativo e amministrativo con il SEV – sindacato del personale dei trasporti. Questa proposta nasce dallo sviluppo negativo ormai pluriennale degli effettivi e dal fatto che un possibile miglioramento venga individuato soltanto in maniera isolata e insufficiente. Obiettivo della cooperazione per il settore Telecom/IT deve essere quello di trovare delle sinergie, di aumentare l’efficienza lavorativa e infine anche di attuare dei risparmi.

Work-LifeInvito alla conferenza Work-LifeInvito alla conferenza Balance: un esercizio disegnatore. «Sconfinamento del lavoro» Invito alla conferenza “Sconfinamento del lavoro” Il sindacato syndicom ne ha voluto sapere Balance: un esercizio acrobatico dei Il sindacato syndicomdei ne ha voluto di più sullo sconfinamento limiti delsapere di Svizzera più sullo deicondotto limiti del Ai tempi della rapidissima trasformaziolavoro in esconfinamento per questo ha lavoro inonline Svizzera ecarico per questo ha condotto ne tecnologica, il confine tra lavoro e tra vita un sondaggio sul lavorativo un sondaggio online sul carico lavorativo privata si dissolve sempre di più. L’essere a i dipendenti di Swisscom, Sunrise, Orange e tra i dipendenti di Swisscom, Orange e disposizione sempre ormaiSunrise, è quasi naturale upc cablecom.

Bassu Bourquin Ferretti Friedrich Guinnard Jacomino Liengme Liu Lukassen Mata Meier Parazzini Eschler Pfulg Ravelli Scheuble Schläppi Siegrist Wicht Zanello Ziehler Zumbach

presso la IG Metall, pubbliData cista e relatore freelance www.klaus-pickshaus.de

Luogo

Unione sindacale svizzera21 novembre www.swisscom.ch Venerdì, 2014, www.sgb.ch

dalle ore 10.15 alle 16.30 ca. Hotel-Restaurant Jardin,

Programm

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Work-Life-ore 10.15 Saluto di ap Telecom/IT d Balance: un esercizio ore 10.20 Dr. sc. nat. caposettore acrobatico dei ore 10.45 Prof. Dr. Ue tempi moderni? Professore d ore 11.10 ore 11.35

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Professore di Sociologia l‘Università di Basilea e la ore 12.25 Data presso Venerdì, 21 novembre 2014, Hochschule für Soziale Arbeit (FHNW) ore 14.00 dalle ore 10.15 alle 16.30 ca. ore 15.00 Luogo Hotel-Restaurant Jardin, Pausa ore 15.15 Militärstrasse 38, CH-3014 Berna Klaus Pickshaus Prezzo CHF 450.– per non iscritti, Caposettore Formazione lavorativa e politica di qualificazione presso la gratis per i soci syndicom IG Metall, pubblicista e relatorefino freelance Iscrizione al 7 novembre presso Luca Cirigliano ore 16.15 telecom@syndicom.ch di syndicom ore 16.20 Segretario centrale per il diritto del lavoro e per la sicurezza sul lavoro, Responsabile Settore www.giorgiopardini.ch Telecom/IT Unione sindacale svizzera di syndicom www.giorgiopardini.ch ore 12.25 Pranzo ore 14.00 Giorgio Pardini, responsabile settore Telecom/IT di syndicom ore 15.00 Pausa

Hochschule Pausa Klaus Picks Caposettore IG Metall, pu Luca Ciriglia Segretario c Unione sind Pranzo Giorgio Pard Pausa Tavola roton Dr. Hans C. Membro dell Moderazione Parola finale Apéro


6 | syndicom Le professioni Politica sindacale

Tutela dei giornalisti

Il vuoto contrattuale avvicina le associazioni L’idea di un nuovo sindacato dei media riceve ulteriori impulsi: syndicom, impressum e l’SSM hanno condotto dei colloqui esplorativi. I membri syndicom ne sono stati messi a conoscenza in occasione della conferenza di divisione. Le tre associazioni vorrebbero intensificare la collaborazione ed evitare il doppio lavoro. «I vertici delle organizzazioni hanno raggiunto la consapevolezza che non vogliono continuare così», ha commentato Sina Bühler, co-presidente syndicom, durante la conferenza della divisione Stampa e media elettronici tenutasi a Friborgo. Hanno avuto luogo i primi contatti ai massimi livelli delle tre associazioni. Da tempo esistono dei tratti comuni: syndicom e impressum pubblicano insieme la rivista mediatica Edito+Klartext, conducono una battaglia solidale per il nuovo CCL e hanno organizzato al riguardo diverse azioni con il titolo “Scocca il 13”. Un progetto di fusione si trova già in fase avanzata: ovvero l’unificazione delle casse pensioni CPG di impressum e Freelance di syndicom. Entrambe le casse hanno circa 500 assicurati

e dispongono di una solida copertura di oltre il 100 %. Dal momento che non esistono pressoché differenze tra i due sistemi, da esse non parte nessun effetto specifico di reclutamento di nuovi membri. Obiettivo è la messa in vigore della nuova cassa per l’inizio del 2017. syndicom e impressum vogliono anche sensibilizzare maggiormente i giovani professionisti verso le tematiche sindacali e porre così un freno alla diffusa disponibilità di molti nuovi arrivati a prestare lavoro gratuito, o quasi, nelle redazioni. Un gruppo di lavoro sta pianificando la costruzione di una piattaforma interattiva. Con la tenuta della conferenza di divisione a Friborgo, syndicom ha dimostrato la solidarietà con le colleghe e i colleghi romandi, che da parte loro accolgono con soddisfazione il sostegno di syndicom nelle trattative CCL. Il CCL, Contratto collettivo di lavoro (CCT nella Svizzera romanda, Convention collective de travail) è in vigore dall’inizio dell’anno. syndicom è rimasto fuori come partner sociale e vuole ottenerne il riconoscimento per vie legali. (dv)

Risoluzione del set tore Press

Aiutiamo la carta stampata La Conferenza di divisione press e media elettronici di syndicom, riunita a Friborgo l’11 ottobre 2014, - preso conoscenza del fatto che il Consiglio federale propone di sottoporre nuovamente al Parlamento il progetto di legge federale sul programma di consolidamento e di riesame dei compiti 2014 (LCRT 2014), che prevede tra l’altro di sopprimere l’aiuto indiretto alla carta stampata, - considerando che questa misura condannerebbe numerosi giornali regionali e associativi a scomparire o a ridurre drasticamente il loro modo di pubblicare e il proprio personale, - considerando che questa misu-

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

ra mette in pericolo la pluralità della stampa, fondamento del processo democratico, - considerando che questa misura minaccia un numero molto alto di impieghi nel settore: • Esige che il Consiglio federale ritiri il suo progetto LCRT 2014. • In caso contrario chiede ai parlamentari di respingere fermamente questo progetto. • Domanda a syndicom e all’Unione sindacale svizzera di mettere in opera quanto possibile per far fallire questo progetto. • La Conferenza esige anche da parte della Posta che annulli gli aumenti delle tariffe postali previste per la carta stampata. Adottata all’unanimità.

La registrazione delle delle condizioni di lavo Contrariamente alla Legge sul lavoro e alla tutela della salute sul posto di lavoro, nelle redazioni mai si è registrato l’orario di lavoro prestato. syndicom e l’organizzazione dei giornalisti impressum stanno facendo pressione e hanno già denunciato quattro case editrici all’ispettorato del lavoro. Questa procedura vuole rinfrancare i diritti dei giornalisti per i quali gli editori rifiutano di sedersi al tavolo delle trattative e negoziare un contratto collettivo di lavoro. Judith Stofer* Chi tra i giornalisti e le giornaliste ha osato esprimersi a favore della registrazione dell’orario di lavoro è stato subito etichettato come pignolo e adepto del vecchio cartellino da timbrare. Coloro che lavorano in questo ambito sono sempre stati orgogliosi di disporre di una certa autonomia nella gestione del tempo e di poter determinare in gran parte da soli il contenuto del loro lavoro. In compenso questa libertà la pagavano con orari di lavoro irregolari e lavorando anche la notte e la domenica. Ecco perché il vecchio contratto collettivo di lavoro (CCL), valido per il ramo dei media nella Svizzera tedesca e in Ticino, al capitolo orario di lavoro disponeva precisamente che la testata doveva rispettare le esigenze dei lavoratori con obblighi familiari e di assistenza quando fissava l’orario e i turni di lavoro. Quanto meno il CCL prevedeva il diritto ad altre sei giornate libere aggiuntive per compensare il lavoro notturno e domenicale regolare. Inoltre nel vecchio CCL, dal quale erano tutelati anche i giornalisti freelance, venivano regolati altri punti essenziali come salario, copyright, partecipazione, formazione e perfezionamento professionale, in modo che il pacchetto complessivo po-

tesse soddisfare tutte le parti.

Enorme pressione sulle condizioni di lavoro Da quando il CCL è stato disdetto dall’Associazione Stampa svizzera (VSM) dieci anni fa, le condizioni di lavoro, i diritti d’autore, i salari e i compensi degli operatori dei media sono

giorno con contemporanea commercializzazione via Twitter, media sociali e web-teaser sono normali, e materiale video e fotografico supplementare un obbligo. «Mancano totalmente delle possibilità per compensare e per riposare dopo fasi lavora-

«Le redazioni ce la devono fare con sempre meno personale e parallelamente devono superare anche nuove sfide aggiuntive grazie all’era digitale». finiti sotto una pressione man mano sempre maggiore. Negli ultimi dieci anni gli editori praticamente non hanno fatto altro che tagliare impieghi in tutti i giornali, riviste e media elettronici privati. «Le redazioni ce la devono fare con sempre meno personale, e parallelamente devono superare anche nuove sfide aggiuntive grazie all’era digitale», ecco come ha sintetizzato il problema la segretaria centrale syndicom Stephanie Vonarburg. Giornate lavorative di dodici ore sono all’ordine del giorno, il lavoro durante il fine settimana difficilmente viene compensato, due o più articoli al

tive molto intense; è impensabile un sano equilibrio tra vita privata e lavoro», il bilancio della Vonarburg.

La legge sul lavoro vale anche per il ramo mediatico Siccome a causa del vuoto contrattuale mancano nel ramo dei media soluzioni di partenariato sociale, viene applicata la Legge sul Lavoro (LL) a livello nazionale. «Obiettivo della legge sul lavoro è tutelare la salute dei lavoratori», ha spiegato Corina Müller

industria Grafica: i datori di lavoro si rimangiano la parola data

Viscom vergogna!

Ora ce l’abbiamo nero su bianco: di VISCOM (associazione di settore dell’industria grafica) non ci si può fidare. In una lettera del 17 settembre l’Associazione ci ha comunicato che essa abbandona la procedura dell’obbligatorietà generale (DOG), prima che quest’ultima abbia avuto un vero inizio. Questa posizione è stata confermata nella rivista per gli associati viscom del 30 settembre dal titolo “Viscom ferma la procedura DOG“. E anche durante un colloquio con il presidente di Viscom si è dovuto purtroppo constatare che l’associazione padronale non manterrà la sua promessa. La decisione è definitiva. Niklaus Dähler* Per noi questa è una grande frustrazione, dal momento che avevamo fatto affidamento che al termine delle ultime trattative CCL fosse tornata la ragione. Ora purtroppo riscontriamo che Viscom è prigioniera della

logica neoliberista. Con questo atteggiamento Viscom aumenta le difficoltà contro le quali l’industria grafica lotta, soprattutto la sua parte industriale. Il DOG sarebbe uno strumento valido per attenuare una parte

della brutale battaglia sui prezzi nel mondo tipografico. Invece ora molte aziende possono continuare a non attenersi alle disposizioni del CCL e a premere ancora sui prezzi grazie al dumping sociale sui salari, sul-

le indennità, sulle ferie, sull’assicurazione contro la perdita di guadagno ecc. Qual è l’argomento ricorrente contro il DOG? Esso riguarda l’articolo 223.4 il quale afferma che le persone, alle quali vengono tagliate le indennità a causa del CCL attuale, hanno una garanzia sullo stipendio, vale a dire che a loro va concesso un pagamento compensatorio sul salario. Questo piccolo paragrafo non può essere assoggettato al DOG – secondo le direttive Seco – e dunque svantaggerebbe i membri Viscom. In teoria questo è vero, ma nella pratica avviene esattamente il contrario: né noi né Viscom siamo a cono-

scenza di un’azienda al di fuori dell’ambito di applicazione CCL che abbia dei supplementi superiori a quelli previsti dal CCL! Visto che quest’argomentazione non regge, Viscom ne ha trovata un’altra fittizia e ha cominciato a sparare sull’organo di controllo. Nonostante tutti i partecipanti ai negoziati fossero consapevoli che un tale organo è previsto dalla legge per i CCL dichiarati di obbligatorietà generale, ora essi affermano che questo organo di controllo non è menzionato nel CCL e che per questo non può essere richiesto il DOG. Vuoti di memoria da parte padronale? Noi abbiamo fatto riferimento


Le professioni syndicom | 7

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

ore lavorate fa parte oro e di un CCL in occasione di una conferenza dei due sindacati dei media syndicom e impressum il 13 giugno a Zurigo. La responsabile dell’ufficio Protezione dei lavoratori della Seco (Segreteria di Stato per l’economia) ha fatto presente che le regole sull’orario di lavoro e dunque anche la sua registrazione sono una parte fondamentale del diritto del lavoro pubblico. La Müller: «Recenti studi sulle ripercussioni di lunghi orari di lavoro sulla salute dei lavoratori confermano la correttezza degli obiettivi di tutela delle disposizioni di legge in vigore».

Scocca il 13! In altre parole questo significa che anche i datori della divisione dei media hanno l’obbligo di registrare le ore lavorate dai propri dipendenti al fine di garantire la loro salute. Siccome alle associazioni colpite da questo vuoto contrattuale manca qualsiasi piattaforma di soluzioni di partenariato sociale ai problemi del settore, il sindacato dei media syndicom e l’associazione dei giornalisti impressum hanno dato l’allarme. Il 13 gennaio, 13 febbraio e 13 maggio

essi hanno denunciato presso l’ispettorato del lavoro le grandi case mediatiche Ringier, Tamedia e il gruppo NZZ per una mancata registrazione dell’orario di lavoro nelle redazioni, il 13 ottobre è stato denunciato il gruppo mediatico della Svizzera orientale Zehnder che pubblica 23 quotidiani e settimanali gratuiti in 17 regioni. Il gruppo mediatico Zehnder con sede a Wil (SG) in un tempestivo comunicato stampa ha fatto sapere che avrebbe introdotto la registrazione del tempo di lavoro per i giornalisti e le giornaliste. A chi invece non va tanto giù l’obbligo di registrare le ore lavorate sono le grandi case mediatiche. Si presume che Tamedia sia stata invitata dall’ispettorato del lavoro a introdurre un sistema di registrazione dell’orario di lavoro. «L’ufficio del personale a metà

«Mancano totalmente delle possibilità per compensare e per riposare dopo fasi lavorative molto intense; è impensabile una sana Work-Life-Balance». settembre ha introdotto, dall’oggi al domani, una tabella Excel, complicatissima e completamente inutile per le redazioni», afferma Stephanie Vonarburg. Per questo non c’è da meravigliarsi se quest’azione lampo non è stata apprezzata dai giornalisti.

Partenariato sociale sì, ma senza CCL Anche all’associazione degli editori sta a cuore l’introduzione di un modello moderno di registrazione dell’orario di lavoro. L’associazione stampa svizze-

«Recenti studi sulle ripercussioni di lunghi orari di lavoro sulla salute dei lavoratori confermano la correttezza degli obiettivi di tutela delle disposizioni di legge in vigore».

«L’art. 223.4 afferma che le persone, alle quali vengono tagliate le indennità a causa del CCL attuale, hanno una garanzia sullo stipendio, vale a dire che a loro va concesso un pagamento compensatorio sul salario».

ra fa riferimento alla soluzione settoriale bancaria*, nata a metà settembre. La nuova direttrice del Verein Schweizer Medien (VSM) ed ex giornalista, Verena Vonarburg, spiega che a questo fine ha intrattenuto dei colloqui con i partner sociali, con le autorità della città e del canton Zurigo come anche con la Seco. «Non si può optare per una rigida registrazione dell’orario di lavoro degli operatori dei media», afferma. Ma il VSM ha ricevuto numerosi riscontri di giornalisti preoccupati che venisse reintrodotto il sistema del cartellino da timbrare. La segretaria centrale syndicom Stephanie Vonarburg conferma che sono avvenuti dei colloqui sulla registrazione dell’orario di lavoro con gli editori. Ma questi ultimi erano disposti soltanto a trattare l’argomento della registrazione delle

ore lavorate in maniera individuale e non in una visione complessiva delle condizioni di lavoro, tanto meno di un CCL. Gli editori sono solo interessati a eliminare un piccolo ma fastidioso problema. Le associazioni dei giornalisti invece vogliono affrontare in maniera mirata i problemi del sovraccarico di lavoro e del continuo peggioramento delle condizioni di lavoro e di salario. Inoltre ha ribadito: «Siamo pronti ad una soluzione settoriale, se questa viene negoziata tra i partner sociali e se entrasse a far parte di un contratto collettivo di lavoro, come hanno fatto vedere i bancari».

* Judith Stofer è giornalista freelance RP.

Il set tore bancario dà l’esempio I partner sociali del ramo bancario, ovvero l’Associazione svizzera degli impiegati di banca, SIC Svizzera e l’Associazione padronale delle banche (AGV), dopo la firma del CCL avvenuta ad aprile hanno concordato anche una soluzione settoriale riguardo alla registrazione dell’orario di lavoro. L’accordo non può essere messo in pratica al momento, perché manca una base giuridica a livello federale. Ma sono già stati avviati i lavori preparatori per una modifica di legge in questo senso. In Parlamento sono pendenti tre mozioni che chiedono una revisione della legge. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere presentata una soluzione. (jst)

Pubblicità a questo varie volte durante le trattative, ma visto che Viscom ha rifiutato il DOG fino all’ultimo, logicamente non era stato negoziato riguardo all’organo di controllo. Dobbiamo forse pensare che questo non-partner sociale è in malafede? A ogni modo stiamo valutando la possibilità di un’a-

zione giudiziaria e siamo curiosi di vedere quali misure Viscom vorrà mettere in atto per riportare ad un livello ragionevole le compromesse basi del partenariato sociale.

* Niklaus Dähler è presidente della divisione Industria grafica e imballaggio.

Reka, per avere di più.


8 | Ritratto Diritto

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

«PER ANNI HO DEDICATO GRAN PARTE DEL MIO TEMPO LIBERO AL LAVORO SINDACALE»

La passione fatta mestiere

Solo dopo il suo pensionamento Edgar Hermann è riuscito a dedicarsi all’arte a tempo pieno. La scrittura e la pittura sono sempre state le sue vere passioni e l’ex telegrafista ha portato a casa il successo in entrambe le arti. Lo confermano i suoi quadri e una raccolta di poesie pubblicata di recente. Tamara Gerber Il sindacato come rete sociale

© Adrian Moser

«Quando arriva il culmine della poesia, i lettori perdonano all�autore che egli li abbia portati a leggere poesie». Se si tocca l’argomento del suo libro appena pubblicato, diventa difficile fermare Edgar Hermann. In effetti le sue poesie sono insolite quanto lui. Sono vivaci e alcune sono davvero pungenti. Egli scrive da quando ne ha memoria, ma il “vero talento” l’ha scoperto soltanto durante il corso di scrittura che ha frequentato dallo scrittore grigionese Silvio Huonder. Lì ha imparato a sviluppare il suo stile di scrittura e ha acquisito i metodi per approcciare le migliori case editrici e far leggere loro il proprio scritto. Nella sua casa da anni si accumulavano raccoglitori con poesie e racconti brevi. Ma il pensiero di farli pubblicare è maturato soltanto in quell’occasione. Oggi le “Hüttenbuchverse” di Edgar Hermann si vendono in diverse librerie ed egli continua a essere invitato a delle letture pubbliche. Edgar Hermann ha avuto una vita movimentata. Il padre, un semplice figlio di contadini, da guardia di frontiera era riuscito a diventare doganiere, il che ha fatto sì che la famiglia dovesse in seguito traslocare molto spesso. Inizialmente Edgar è cresciuto sul lago di Costanza, poi all’età scolastica si è trasferito in Ticino. Ma la trasferta nella

regione di lingua italiana non gli ha creato nessun problema: «Io sono portato per le lingue», il suo breve commento. Il taltento per le lingue lo deve avere ereditato da sua madre, come anche la passione per l’arte. Dopo la scuola Edgar ha fatto un apprendistato come tipografo. Già allora si interessava alla parola scritta e per questo voleva

fare un mestiere creativo. Ma ben presto si rese conto che in questo ramo il creativo è il grafico. Il tipografo esegue solo le fantasie del primo. Egli era molto attirato dai lavori artistici, ma suo padre, che aveva vissuto l’incertezza degli anni 30, gli consigliò di puntare su un lavoro sicuro. Ed è così che divenne telegrafista PTT.

Questa formazione gli aprì anche le porte del sindacato. L’adesione al sindacato allora era una cosa naturale, ci racconta. «Appena iniziavi in un nuovo posto, ti invitavano subito alle assemblee sindacali». D’altronde questa professione portava i lavoratori a girare tutta la Svizzera: Edgar ha vissuto a Ginevra, a Zurigo e a Coira. Diventò presto capotelegrafista e lo rimase per 22 anni. Durante questi lunghi anni è sempre stato attivo sindacalmente, prima alla sezione di Coira come segretario e poi come presidente della categoria dei graduati all’interno del Sindacato svizzero dei funzionari dei telegrafi e dei telefoni (VSTTB, il nome del sindacato di quei tempi). «Per anni ho dedicato gran parte del mio tempo libero al lavoro sindacale». E ne ha anche approfittato coltivando delle amicizie di lunga data. Anche la promozione a capo dei telegrafisti la deve in parte

«Il prossimo libro uscirà quando compirò ottant’anni». al sindacato. «Devi immaginarti un’enorme rete sociale», così Edgar descrive i suoi tempi al VSTTB. I telegrafisti erano come una grande famiglia, tutti conoscevano tutti.

Giornalista, pit tore, autore... e meglio ancora tut to insieme Alla sua vera passione si è dedicato una volta pensionato: «Già dai primi anni dell’infanzia le mie attività preferite erano scrivere e dipingere». Per alcuni anni ha scritto sulla Bündnerwoche come freelance. Poi si è dedicato completamente alla pittura. Non ha un vero e proprio “stile”, a lui piace sperimentare. Spesso Edgar dipinge la pittura naturista, i paesaggi sono i suoi preferiti. A volte crea anche qualcosa di astratto. Grazie ad un concorso dell’“Istituto Culturale Svizzero” a Roma, Edgar è andato tre mesi a Venezia per approfondire la sua pittura. Quanto quest’esperienza gli sia piaciuta lo si evince dai suoi meravigliosi quadri della città lagunare. La sua raccolta di poesie pubblicata di recente Hüttenbuchverse testimonia che la voglia di scrivere non gli è passata. Se non si sta attenti lo si legge tutto d’un fiato anche se si voleva dare solo un breve sguardo, talmente la sua scrittura è accattivante. Alcuni testi invitano alla riflessione, mentre le poesie e i racconti (molto) brevi sono leggeri e scorrevoli. Edgar è orgoglioso del risultato che riassume la scrittura di una vita. «Il prossimo libro uscirà quando compirò ottanta anni», ci anticipa. E noi non vediamo l’ora!

Malati e senza reddito!

Sei mesi fa mi sono ammalato e, da allora, sono inabile al lavoro. Dovrò cambiare impiego per ragioni di salute. L’assicurazione che eroga l’indennità giornaliera in caso di malattia presso la quale sono assicurato contro la perdita del salario mi ha informato che posso lavorare al 100% in un’altra attività e che, a fine novembre, interromperà il pagamento delle mie indennità giornaliere. In un lasso di tempo così breve è per me impossibile ritornare a lavorare o trovare un nuovo posto di lavoro. Inoltre sono assicurato contro la perdita di guadagno per 730 giorni. Che cosa posso fare?». In effetti, vi sono assicurazioni che, a fronte di un’inabilità al lavoro indotta da una malattia, tentano di interrompere le loro prestazioni già dopo pochi mesi. Ciò si verifica, ad esempio, in caso di malattie che, da un punto di vista medico, sembrano escludere un ritorno all’attività svolta fino a quel momento, ma che invece fanno sembrare necessari una riqualificazione e/o provve-

dimenti di integrazione a livello professionale. Lo stesso dicasi nei casi di malattia psichica correlata concretamente al posto di lavoro, ad es. per via del mobbing. Un’assicurazione cerca di appellarsi al dovere degli assicurati di riduzione dei danni ed è dell’opinione che un’inabilità al lavoro “che genera delle richieste” sussista solo se l’assicurato non

può esercitare alcuna attività remunerata, anche nell’ambito di un’attività diversa da quella originaria, quindi che non ci si possa aspettare da lui un cambio di lavoro o di attività. A questo proposito i tribunali hanno deciso che gli assicurati, nel caso di affezioni che si protraggono per lungo tempo, debbano collaborare per rendere possibile un cambio di lavoro.

Le assicurazioni, da parte loro, devono esortare esplicitamente le persone interessate a riprendere (gradualmente) l’attività lavorativa, a inoltrare domanda all’AI o a cambiare il proprio posto di lavoro. Devono compiere tutto ciò prima di un’eventuale sospensione o ridimensionamento delle prestazioni, garantendo agli assicurati un termine di almeno tre-cinque mesi. Non viene fondamentalmente garantito lo sfruttamento di tutte le indennità giornaliere in caso di malattia, sebbene i contratti tendano a farlo credere. Tuttavia l’obbligo di riduzione dei danni dipende sempre dalle circostanze del caso concreto, e può essere assolutamente controverso. Ti consiglio di discutere della tua inabilità al lavoro con i tuoi medici. Dovresti assolutamente difenderti dal modo di procedere

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punto e dirit to

Ruth Wenger lic. iur. Collaboratrice servizio giuridico della tua assicurazione contro la perdita di salario, per iscritto e adducendo delle motivazioni, e possibilmente allegando dei referti medici. Avvaliti anche personalmente del supporto legale presso il servizio giuridico di syndicom o lasciati rappresentare. Ciò ti spetta nella tua qualità di iscritto!


La via della stampa Diario di viaggio | 9

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 dove mangiare

due giovani all’avventura

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Pittori Thangka: immolati sull’altare dell’Arte A Shangri-La abbiamo scoperto il Tantra Restobar. Un locale tibetano nell’arredamento, ma con un tocco sudamericano. Ricardo, il proprietario cileno, propone degli ottimi piatti locali a base di carne di yak, ma anche prelibatezze sudamericane. Ricardo ama la gente del posto e si impegna per la comunità impiegando solo minoranze etniche, in particolare quella Izu, a condizioni di lavoro ottime. Fra un cliente e l’altro insegna loro l’inglese e apprende da loro il tibetano.

Shangri-La ha qualcosa di magico. Forse è il potere conferitole dal libro Orizzonte Perduto, forse è la neve che si posa sui tetti delle locande, forse sono le preghiere sussurrate dal vento mentre ci riscaldiamo al fuoco del camino. Non lo sappiamo. Ogni passo di danza, ogni testa di yak appesa alle porte dei negozi, ogni volto scuro e dolce che incrociamo nelle viuzze della Città Vecchia contribuiscono a creare quest’aurea mistica, leggendaria, che scivola sotto la giacca e ci riscalda le ossa. Dopo tre giorni di esplorazione scopriamo l’atelier di Kelsang Dawa. Al suo interno centinaia di Thangka, le opere d’arte tibetane ritraenti Buddha e mandala. La bellezza struggente dei Thangka lascia a bocca aperta: i mi-

Il viaggio alla ricerca di calligrafi e stampatori continua. Nella prefettura tibetana di Shangri-La, in Cina, scopriamo le opere dei pittori Thangka, un mondo misterioso e puro, nel quale l’arte si veste di un significato profondo e vitale. Andrea Ventola*

croscopici dettagli sono miniati da professionisti che lavorano in uno stato surreale di concentrazione assoluta. Kelsang ci accoglie nel modo più caloroso possibile, offrendoci tè con burro di yak per riscaldarci dal gelo dei tremila metri di altitudine. «Non riusciamo a distogliere gli occhi dalle tue opere, Kelsang. Sono magnifiche». «Vi ringrazio. Sono il frutto di un lavoro che procede da oltre sette generazioni. Mio padre era un pittore famoso. Ora si è ritirato, non vede più bene. Fissare per anni e anni particolari piccolissimi ha conseguenze disastrose sulla vista». Kelsang ci mostra il suo occhio destro, completamente rosso e gonfio. «Settimana prossima ho l’operazione. Dopo vent’anni di lavoro,

questo è il risultato». Kelsang sdrammatizza con un sorriso, ci racconta come ha iniziato a dipingere. «Ho seguito le orme di mio padre, iniziando all’età di otto anni. Mi ci sono voluti vent’anni per padroneggiare la tecnica e diventare Maestro. Non sono andato a scuola, la mia cultura generale si è formata col buddismo e viaggiando in Tibet». «Come si sviluppa la tecnica?». «Innanzitutto l’artista disegna l’immagine, poi procede alla colorazione e infine cura i dettagli. Per i primi tre-quattro anni l’apprendista si preoccupa esclusivamente di disegnare. Abbiamo dei libri raffiguranti i soggetti sacri che intendiamo dipingere e il disegno non è, secondo le regole buddiste, modificabile. Le figure sono sempre al centro del dipinto, inscritte in una griglia prestabilita, mentre l’am-

biente esterno (fiori, fiumi, animali) è opera della fantasia del pittore. Una volta imparata la tecnica, l’artista può concentrarsi sul colore e i contorni. Per quanto riguarda i colori ne usiamo tre: l’oro, che solitamente viene usato per la figura chiave del dipinto, i pigmenti naturali e i pigmenti minerali». Kelsang ci mostra i diversi pigmenti e spiega in che modo fabbricano i pennelli, strumento fondamentale per ottenere risultati precisi. «Preferiamo fabbricarci i pennelli per conto nostro, per una questione di qualità. Il pelo è di gatto selvatico. Usiamo la colla di yak per incollare il pelo al legno e leghiamo il tutto con uno spago per una o due ore. A quel punto il pennello è pronto. La sua durata è di un anno circa». «Fra i vari dipinti ci sono anche

delle calligrafie, di cosa si tratta?». «Sono mantra, ossia preghiere molto potenti. I mantra vanno ripetuti costantemente, fino a quando vengono assimilati e diventano parte integrante dell’essere. Spesso sono inscritti all’interno di forme geometriche che hanno un particolare significato spirituale. Il risultato è un simbolo esotericamente molto potente». Per realizzare un Thangka occorrono all’incirca quattro mesi di lavoro. La durata dipende dai dettagli e i pittori lavorano otto ore al giorno, senza distrazioni. «Chi sono i vostri clienti? È possibile acquistare i Thangka online?». «I nostri clienti sono soprattutto cinesi e facciamo solo vendita di-

retta. In passato le opere venivano acquistate per pregare, oggi vengono più che altro considerate opere d’arte. Per i monasteri tibetani dipingiamo gratuitamente, ma la figura sacra viene lasciata con gli occhi bianchi e solo quando i monaci effettuano la donazione in natura (ad esempio riso, burro di yak) l’artista “apre” gli occhi al soggetto dipinto». Al termine Kelsang ci offre il pranzo. Mangiamo riso e verdure sotto il sole bruciante, riscaldati da un’energia che sembra inglobare la città stessa, la città sacra custodita nel cuore delle montagne, dove ogni cosa sembra avere una doppia identità: una faccia per i turisti e l’altra, enigmatica, che sospira nel freddo delle sue vie...

* Andrea Ventola è giornalista indipendente, ha collaborato per la rivista Ticino Passion e per la Rivista di Lugano.

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Dove andare

Lo Yunnan è una regione splendida che meriterebbe mesi di attenzione. Shangri-La ne è solo un piccolo assaggio. Confinando con la Regione Autonoma Tibetana lo Yunnan presenta paesaggi simili, ma con un clima più mite, meno turismo, favolose campagne coltivate e tipici paesini in legno. Foto: Elena Turienzo


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syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

visual project

alternative no-global

È un inizio di millennio in cui le istituzioni statali, come i marchi, sono andate in crisi: l’economia globale e quella digitale dettano regole che né lo storico sistema legislativo romano, né quello anglosassone riescono più a regolamentare. Ecco che la chiave per superare la crisi non è fare marketing e comunicazione come in passato, ma ripensarli in modo profondamente diverso. Appassionati del proprio mestiere: Léa Capon e Mythil Ducomet.

Léa e Mythil si sono incontrati nel corso dei loro studi all’École Estienne a Parigi, periodo in cui Mythil già collaborava con varie agenzie e aveva uno studio condiviso con alcuni colleghi. Terminati gli studi in arti decorative il progetto di fondare uno studio insieme si è fatto concreto nel 2008. Lo studio è basato a Parigi nel quartiere “Belleville”, un quartiere multietnico da cui attingono molti aspetti, dalla contaminazione del linguaggio alla sperimentazione, tutti modi di essere che poi vengono trasposti anche nei loro lavori. Fin dall’inizio realizzano progetti per realtà culturali e artistiche, clienti ideali con cui condividono gli intenti e con cui coincidono anche le idee. Naturalmente per far funzionare il tutto occorre una forte complicità, ma Léa e Mythil sanno convin-

cere i loro committenti e riescono a sviluppare un linguaggio grafico contemporaneo e moderno realizzando progetti con grande libertà espressiva e freschezza. I punti principali su cui si concentrano e si focalizzano sono le identità visive realizzate per grandi istituzioni culturali. Largo spazio viene inoltre dedicato al disegno editoriale e alla progettazione di manifesti che combinano impostazioni tecniche tradizionali con originali processi casalinghi (quali woodcutting, incisione, serigrafia), finalizzate con tecniche digitali. Tra i molti lavori svolti va segnalata l’identità visiva dell’École Boulle di Parigi, un lavoro importante che li ha molto impegnati e che con modalità sorprendenti sono riusciti a rendere realtà, e il progetto realizzato

© Wanda Perrone C apano

© Wanda Perrone C apano

pasquale diaferia

per il “Centre Nationale Choréographique” di Tours. Si tratta di lavori molto creativi, coinvolgenti e coerenti in cui la sperimentazione tipografica ha un ruolo centrale e anche la combinazione con altri elementi grafici permette loro di generare risultati molto armoniosi. Per loro comunque, più che le parole, parleranno i progetti che presenteranno alla prossima edizione di “Communico 2014 – Giornata del design e della comunicazione” che si terrà a Lugano (Campus SUPSI) il prossimo 15 novembre. Non perdeteli!

Gabriela Paoletti, Graphic designer, membro del comitato Comunicazione Visiva Ticino.

Dal bozzet to al prodot to finale Con infiniti bozzetti e schizzi e la

La società civile svizzera sarà presente con una delegazione organizzata congiuntamente da E-CHANGER/ECOMUNDO e Alliance Sud con il sostegno di syndicom. Intervista all’analista marocchino Mimoun Rahmani, membro attivo del Forum Sociale del Maghreb e militante di ATTAC e del Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo.

L’FSM si terrà nuovamente a Tunisi, nel marzo 2015. Perché farlo nello stesso luogo del 2013? Mimoun Rahmani: L’FSM di Tu-

nisi nel 2013 è stato uno dei più riusciti dalla nascita del forum a Porto Alegre nel 2001. Questo successo è anche dovuto al processo rivoluzionario e alla rivolta popolare, accaduti un po’ dappertutto nel mondo arabo. È a causa di questo bilancio molto positivo che il Consiglio internazionale ha preso la decisione di organizzare la prossima edizione a Tunisi.

Le rivolte popolari, nel 2011, hanno fatto cadere la testa dei regimi in Tunisia e in Egitto, ma non hanno portato trasformazioni politiche ed economiche profonde.

Il processo rivoluzionario è un combattimento che richiede una forza politica che lo guidi. Sfortunatamente una tale forza politica non esiste da nessuna parte nella regione. I governi, eletti o imposti, non conducono politiche che prevedono cambiamenti in rottura con il passato. In altre parole, sono le stesse scelte economiche neoliberiste, le stesse politiche pubbliche, gli stessi orientamenti dettati dalle istituzioni finanziarie internazionali che hanno portato alla rivoluzione e alle rivolte popolari che continuano a essere riproposti e attuati con più rigore. Così facendo queste politiche non potranno che produrre gli stessi effetti, in particolare sul piano sociale.

Quali dovrebbero essere, dal punto di vista degli organizzatori magrebini, i principali temi della prossima edizione? Sul piano regionale, c’è prima di tutto il processo rivoluzionario in corso, specialmente in Tunisia (perché il processo è morto in Egitto e nelle altre regioni). L’FSM sarà l’occasione per i movimenti sociali di trarre un bilancio. Altri temi che saranno all’ordine del giorno sono: l’islam politico, i conflitti regionali, la guerra e la militarizzazione, i diritti umani e la libertà di espressione e d’opinione › continua a pag. 14

Delegazione svizzera al Forum Sociale Mondiale a Tunisi

©r. leuenberger

geopolitico si può infatti considerare il Ticino come un’isola, separata in modo netto dal resto della Svizzera dal San Gottardo, così come Cuba è circondata dal mare. Entrambi i Paesi lottano contro l’isolamento. All’origine dei due Stati si è svolta una battaglia per la libertà. Le differenze maggiori che sono state riscontrate sono tra la ricchezza e la povertà e ovviamente tra i due sistemi politici uno democratico e l’altro no.

La primavera araba vive in questo periodo una fase di ritiro. La prossima edizione del Forum Sociale Mondiale (FSM) che si terrà per la seconda volta a Tunisi, dal 24 al 28 marzo 2015, sarà quindi particolarmente importante.

La situazione post-primavera araba ha fatto alcuni passi indietro… Qual è la vostra valutazione della situazione, paragonata a quella del 2013?

Workshop Creazione di manifesti Lugano-l’avana

Idee frizzanti Per una volta, nelle Cantine Lucchini di Pregassona non è stato il vino a spumeggiare, bensì le idee. 17 persone attive nella grafica hanno sviluppato con mezzi ridotti e senza computer un linguaggio visivo che unisse le due città Lugano e L’Avana. Ogni opera è nata partendo dal tema della committenza. I grafici e le grafiche hanno dapprima analizzato i punti comuni e le differenze tra le due città e Paesi. Una certa similitudine è stata riscontrata nell’agricoltura e nel turismo. Da un punto di vista

La Tunisia ospiterà di nuovo il Forum sociale mondiale nel 2015

communico

Advertising civile: il valore di marchio che nasce dal basso

tecnica scribbel le idee sono state poi portate su carta. In gruppo e in modo individuale le idee sono state analizzate e discusse. Su questo punto abbiamo chiesto ai relatori come hanno trovato questa esperienza. «Ho trovato molto interessante osservare questi professionisti doversi confrontare con le due città senza avvalersi del supporto di internet. Il lavoro manuale con pennelli e colori ha poi portato a risultati molto diversi da quelli che si sarebbero ottenuti lavorando con un supporto informatico», ha detto con soddisfazione Pepe Menendez.

Il prossimo Forum Sociale Mondiale (FSM) si terrà a Tunisi dal 24 al 28 marzo 2015. Alliance Sud organizza il viaggio della delegazione svizzera a questo “congresso mondiale” della società civile. La scelta di Tunisi non è solo un omaggio all’ampio movimento sociale che, partito da Tunisi nel dicembre 2010, ha travolto il Nordafrica per toccare, in un modo o nell’altro, tutto il mondo arabo. Si tratta anche di sostenere le forze progressiste in loco. A che punto sono i Paesi arabi oggi, quattro anni dopo l’inizio della “primavera araba”? Fra gli altri temi affrontati spiccano le varie crisi globali e le relative alternative e risposte. Per il Forum Sociale Mondiale 2015, Alliance Sud ed E-CHANGER/ECOMUNDO organizzeranno nuovamente il viaggio di una delegazione svizzera. Nei giorni precedenti l’inizio del Forum, organizzeremo tutta una serie d’incontri con rappresentanti della società civile tunisina e dei movimenti sociali. Il programma dettagliato sarà disponibile all’inizio del prossimo anno. Questo invito a recarci insieme a Tunisi si rivolge particolarmente ai parlamentari, ai giornalisti e ai rappresentanti delle ONG svizzere. Operatori dei media soci di syndicom possono richiedere al sindacato una partecipazione finanziaria per poter far parte della delegazione. L’importo risulterebbe come contributo alla formazione e può essere di massimo 500 franchi. Le richieste devono essere fatte inviando una e-mail a hans.kern@syndicom.ch con copia dell’avvenuta iscrizione al Forum sociale. Diverse le ONG che vi prenderanno parte ad esempio Inter-agire/ COMUNDO (per maggiori informazioni: info@interagire.org).


Sindacato Ticino | 11

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 helias 2014

Ritmi difficili per i conducenti

© BB

Mercoledì 22 ottobre si è tenuto il corso sulla Legge sulla durata del lavoro (LDL) organizzato da syndicom e SEV al quale hanno partecipato diversi colleghi syndicom di Autopostale e Imprenditori Postali. Molti i contesti evidenziati nei quali è necessario un maggiore controllo o una diversa metodica di pianificazione. Marco Forte*

Un’interessante giornata durante la quale si è spiegata nel dettaglio la legge che regola il tempo di lavoro nelle imprese di trasporti pubblici. La LDL è molto permissiva e per questo è estremamente importante per i lavoratori conoscere approfonditamente quali sono i loro diritti e quali sono i limiti previsti dalla legge, anche perché durante gli incontri o le assemblee che syndicom ha organizzato per spiegare l’interruzione del contratto collettivo, i dipendenti degli IP hanno manifestato il loro malcontento dovuto alla pianificazione sempre più pesante. Molti conducenti IP hanno un carico di lavoro difficile da sopportare. I turni di servizio possono durare 12- 13 ore e nonostante questo, vi sono casi in cui non si riescono a raggiungere le 7 ore giornaliere di lavoro richieste da contratto. La legge prevede un minimo di 62 giorni di libero all’anno, ma questi oggi non sono sufficienti per permettere ai conducenti di recuperare a livello psico-fisico. Questa pianificazione estrema non permette loro di dedicare tempo alle proprie famiglie. Alcuni riferiscono che i piccoli incidenti sono aumentati nell’ultimo periodo a causa del carico di stress che viene accumulato. Il poco tempo per riposare rende nervoso il personale. Molti ritengono di non essere tutelati dal proprio datore quando per esempio arrivano le lamentele da parte della clientela.

Se vi fossero dei conducenti che si trovano in una situazione di difficoltà dovuta ai piani di lavoro come quella sopradescritta sono invitati a rivolgersi al nostro sindacato. Il segretariato è inoltre a conoscenza che in alcune imprese non è rispettato il salario minimo di 58'700 per un lavoro al 100% fissato nel regolamento IP del 2014. Se nella busta paga non dovesse esserci almeno il salario minimo previsto, siete pregati anche in questo caso di segnalarlo al sindacato. Se a questi problemi si aggiunge il fatto che ancora oggi i lavoratori degli IP hanno delle condizioni di lavoro peggiori rispetto a chi svolge lo stesso identico lavoro per Autopostale, si capisce che la loro situazione è veramente insostenibile. In situazioni come queste chi pianifica i turni non deve considerare solo l’ottimizzazione delle risorse ma il modo in cui i turni di lavoro influiscono sulla vita delle persone, in particolare dovrebbero fare il possibile per rendere la pianificazione più sostenibile per i propri dipendenti. La prima cosa che i lavoratori o i propri rappresentanti devono fare è chiedere di avere i piani in visione in modo da poter fare eventuali osservazioni o modifiche che permettano una migliore pianificazione. Un diritto di consultazione previsto dalla LDL. Il sindacato da parte sua sta portando avanti le trattative per applicare il contratto di Autopostale anche per i conducenti degli IP, se la trattativa andasse a buon fine, significherebbe avere finalmente le stesse condizioni di lavoro del personale di Autopostale. Il sindacato e i conducenti si dovranno inoltre battere per limitare l’eccessiva flessibilità di impiego a cominciare dalla richiesta di una settimana di 5 giorni. È un percorso lungo e difficile caratterizzato da diversi ostacoli. Ma questo percorso è già cominciato e se si lotterà uniti riusciremo a cambiare le cose.

* Marco Forte è responsabile regionale.

Bilancio positivo per la formazione Anche il 2014 volge ormai al termine e il programma annuale dei corsi si avvicina alla sua conclusione. L’ultima lezione in programma i primi di novembre è intitolata “Un cliente soddisfatto è un cliente fedele”, ed è dedicata a tutte le colleghe e i colleghi dell’industria grafica o della comunicazione visiva che vogliono approfondire alcuni aspetti del rapporto con i clienti. È un corso pratico, dove attraverso degli esercizi, proposti dal nostro Tecnico federale di marketing, Stefano Gazzaniga, impareremo a gestire meglio i colloqui. Dispone ancora di alcuni posti liberi, iscrivetevi! Diego Uccellani*

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dirit ti dei lavoratori

Come Stefano, altri docenti e animatori si sono succeduti, quest’anno, nelle aule che puntualmente, ogni lunedì e mercoledì sera o a volte anche al sabato, hanno ospitato la formazione che syndicom organizza per tutte le colleghe e i colleghi dei tre settori, sotto il “cappello” nominato Helias. Il 2014 ha visto un programma che comprendeva ben 16 corsi sviluppati su circa 110 ore di formazione che hanno dato l’opportunità a più di 50 persone di migliorare le proprie conoscenze e incontrare colleghe e colleghi per scambiarsi le rispettive esperienze. Già, perché iscriversi a Helias non vuol dire sedersi ad ascoltare per qualche ora una formatrice o un formatore che parla; ma vuol dire incontrare colleghe e colleghi, corsisti o animatori che siano e scambiare le idee, discutere le soluzioni e anche, perché no, finito il corso, fare quattro chiacchiere in compagnia. L’unicità dei corsi Helias è proprio questa, le colleghe e i colleghi che si mettono a disposizione,

e che ringrazio per il grandissimo impegno, sono persone che, come tutti noi, lavorano sul campo. È grazie a loro, e all’impegno di syndicom nell’organizzazione, che oggi abbiamo a disposizione un programma di formazione continua, apprezzato per la sua qualità. Un programma in continua evoluzione, oggi con un sito internet (www.helias.ch) dal quale si può consultare il programma e iscriversi attraverso un comodo formulario online; una pagina facebook (www.facebook.com/helias.ch) per interagire e rimanere aggiornati sulle novità, anche in altri ambiti. Abbiamo infatti allargato le possibilità di formazione attraverso un accordo con ECAP e altre collaborazioni arriveranno in futuro. Insomma un mondo, quello dei corsi di approfondimento, in continua evoluzione. Seguiteci! Insieme ne faremo… di tutti i colori!

* Diego Uccellani è coordinatore dei corsi Helias in Ticino.

comunicato stampa

syndicom rivendica l’osservanza dei tempi di riposo per i camionisti I sindacati Unia e syndicom ne hanno abbastanza della superficialità con cui viene applicata l’ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo dei conducenti professionisti (ORL 1) e chiedono precise norme che coinvolgano responsabilmente i datori di lavoro. L’ORL deve garantire il rispetto delle ore di riposo e tutelare la sicurezza di tutti i conducenti. Ciononostante, in occasione dei controlli si riscontrano regolarmente violazioni della normativa. Il colmo è che, generalmente, non vengono sanzionati i datori di lavoro, responsabili della pianificazione dei percorsi, bensì i camionisti che già lavorano sotto forte pressione. I sindacati Unia e syndicom chiedono un cambiamento di questa prassi: anche in Svizzera i datori di lavoro devono rispon-

dere delle violazioni dei tempi di riposo, come previsto dalle norme più severe in vigore nell’UE.

Idonee condizioni di lavoro per una maggiore sicurezza L’ORL dice chiaramente: il datore di lavoro deve organizzare il lavoro dei dipendenti in modo che essi possano rispettare le normative sulla durata del lavoro, della guida e del riposo. Questo regolamento però non viene quasi mai rispettato: un

ispettore che controlla ogni settimana più di 3'000 camionisti, ha rivelato al giornale Aargauer Zeitung, che appena il 5% di loro è “pulito”. In questi casi spetta ai camionisti dimostrare che la colpa non è loro. Si vedono quindi costretti a deporre conto i loro datori di lavoro. Considerata la gerarchia nelle imprese è chiaro che una tale prassi protegge il capo, mentre mette il conducente ancor più sotto pressione – con conseguenze negative per la sicurezza della circolazione.

Per richiamare l’attenzione su questa situazione, il 7 ottobre nell’area di sosta autostradale Würenlos, Unia e syndicom hanno distribuito ai camionisti informazioni sull’ORL.

Per maggiori informazioni: http://www. syndicom.ch/de/newsaktivitaeten/news/ news-detailansicht/news/syndicomfordert-einhaltung-der-ruhezeiten-fuerfahrerinnen.html#sthash.qnY4GsnB.dpuf


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syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014

Storie di confine

Per “colpa” del Pifferetto… botte sulla strada per Brusata

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Sarà stato che il solleone aveva scaldato le teste, o che qualche bicchiere di troppo aveva smollato il controllo del cervello, fatto sta che quel giorno di Ferragosto del 1546, sulla strada che da Casate di Novazzano porta a Brusata, tra Vincenzo di Brusata e il compaesano Giovanni detto il Corosora volarono colpi di sassi e di “cortelazo” fino al sangue. Mario Mascetti*

La seconda casa in primo piano da destra (demolita intorno al 1970), in questa vecchia cartolina di Ronago, fu per più di tre secoli il “nido” dei Piffaretti. Sullo sfondo Balerna e la Val di Muggio.

Erano quasi le sette di sera quando Vincenzo tornava in compagnia di Antonio, figlio della Matta di Brusata, dalla festa della Madonna Assunta alla chiesa alta di Drezzo. Arrivato a Casate, appena in cima alla salita dietro le case di Novazzano, ecco che incontra il Pifferetto di Ronago. “Uehi! Induè se’ stai?”. “Ho sonato in Brusata” (tradotto in italiano dal cancelliere della pretura di Mendrisio). Ma nel mentre Vincenzo riprendeva la sua strada, il Giovanni Corosora, che era lì sulle rive del ronco verso il Gaggio, si inserì a commentare: “Seti stato là a fare balare quelle vache di Brusata. Al Corpo de Dio, sono tutte vache quante sono in Brusata”. Al che Vincenzo, che proseguiva la sua strada verso Brusata, si voltò indietro: “Non sai che ho figlie

da sposare? Perché tu tua figlia l’hai sposata dici queste cose? Tu parli da traditore”. “Set lì anca mò, mangiasignùur!”. “E tì set un ladrùn”. Dietro le parole, tra i due seguirono tiri di sassi e un corpo a corpo rotolandosi per terra, e poi ancora qualche colpo di coltello, con ammaccature che il giorno dopo portarono Vincenzo a presentare denuncia in pretura a Mendrisio contro il Corosora. Dalla testimonianza del suo compagno di viaggio, l’Antonio della Matta, sembrerebbe che il primo a tirar su sassi dalla strada, in verità, sia stato lui, per lanciarli al Giovanni. Come poi sia andata a finire in pretura non si sa. Ma la cosa di contorno più interessante di questa “storia di confine” è che a comparire nella pri-

ma scena e a dare pretesto a quel che è scoppiato, c’era il Pifferetto di Ronago. Si accerta, infatti, che quel soprannome di “Piferolo” o “Pifferetto” era stato coniato per un ronaghese, che nei giorni di festa andava nelle osterie (quel 15 agosto 1546, prima di recarsi a Brusata, si era esibito a Novazzano) a suonare, per far ballare la gente. Ancora cinquant’anni dopo il prevosto di Uggiate si lamentava che alla domenica pomeriggio quei di Ronago, anziché andare in chiesa per la dottrina, se la spassavano a ballare: già; avevano i suonatori “in casa”. Quel “Pifferetto” del 1546 si trovò ad essere il “capostipite” di una discendenza quasi “abramitica” che da quel soprannome ereditò il cognome dei Piffaretti, che a Rona-

go si moltiplicarono per secoli in famiglie numerose, e tra Settecento e Ottocento fecero trapianti in quel di Ligornetto e altrove in Canton Ticino. Qual era il cognome originario della famiglia? Ebbene, ci sono buoni indizi per arrivare a individuarlo. I Piffaretti di Ronago furono fino a quasi tutto il Settecento i fittavoli delle Monache di S. Chiara di Como (i cui beni, dopo la soppressione del monastero decretata nel 1784 da Giuseppe II passarono all’Ospedale S. Anna), e si sa che tenevano una delle due (e poi due delle tre) masserie di proprietà delle stesse monache, e le mantennero ancora per parte dell’Ottocento come fittavoli dell’Ospedale o dei livellari del medesimo. Le carte archivistiche permettono

di risalire fino al 1444, quando delle allora due masserie del monastero nel paese italiano confinante con Novazzano, una fu affittata a dei Bernasconi, e l’altra a degli Albini, provenienti da Garzeno, sui monti dell’Alto Lago di Como. La masseria con un compendio di terreni più corposi al seguito, corrispondente a quella condotta per secoli dai Piffaretti, è quella che il 20 agosto 1444 era stata data dalle monache in locazione a “Giacomo de Alboynis de Garzeno”. Verso la fine del Cinquecento nelle carte non si nominano più i “de Garzeno”, ma compare come massaro delle Monache di S. Chiara, Tomaso “del Piferolo”. Sicché si può ragionevolmente ipotizzare che il “Pifferetto” fosse uno degli Albini da Garzeno. Una conferma, se può valere questa induzione, viene forse anche dal fatto che tra Seicento e Settecento si registrano vari episodi di cronaca nera, più o meno violenti, in cui protagonisti sono dei Piffaretti di Ronago, detti del “Tomasella”, che non mancavano quasi mai laddove c’erano liti o pestaggi tra giovanotti in giro per le osterie di Novazzano, di Seseglio o di Pedrinate: “sangue di laghée” non mente. L’antenato “capostipite”, che alla famiglia ha cambiato il cognome, suonava il piffero; i discendenti facevano cantare più spesso l’archibugio, o minacciavano di farlo; eccetto Gian Antonio di Pietro – citato nel 1719 – che era soprannominato Violino. Si vede che anche lui aveva ereditato la passione per gli strumenti musicali; anzi, dal piffero era passato al più nobile violino. Comunque, per non smentire l’altra dote di famiglia, assiste a un pestaggio e a un ferimento mortale perpetrati alla Cicognana di Novazzano da un suo stretto parente, Filippo Piffaretti. Sempre a cavallo della frontiera: storie di confine.

*Mario Mascetti è laureato in lettere. È stato insegnante di scuola media e assessore alla Cultura della provincia di Como; è autore inoltre di vari volumi di storia locale.

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Cultura Ticino | 13

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 lo scaffale

cineoltre

Il dovere di resistere

Un giorno di ordinario razzismo

L’edizione 2014 del Premio Chiara è stata vinta con un libro di racconti sulla Resistenza: un momento storico da non dimenticare. Petra Demarchi

Alcune idee di lettura SULLA RESISTENZA ITALIANA, a 360 gradi. • Giulio Questi, UOMINI E COMANDANTI, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2014 • A cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA ITALIANA 8 SETTEMBRE 1943 - 25 APRILE 1945, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2003 • Vitaliano Ravagli, Wu Ming, ASCE DI GUERRA, Einaudi Stile Libero, 2005 • Erminio Ferrari, IN VALGRANDA - MEMORIE DI UNA VALLE, Tararà, 2006 «Piangevamo la scomparsa degli ultimi partigiani. Lamentavamo l’impossibilità di sentirne ancora la voce. Non avevamo fatto i conti con Giulio Questi. I suoi partigiani hanno la sovrana piccolezza dei personaggi di Gogol’ e la dubbia grandezza degli eroi di Tarantino. Attraverso la sua voce di novantenne, la letteratura della Resistenza rinasce a nuova vita». Così descrive Sergio Luzzatto il libro di racconti “Uomini e comandanti” dell’amico novantenne Giulio Questi, regista e attore,

A differenza di quella che si è appena conclusa nella vita reale, l’estate del film Fuori mira è una stagione calda. Molto calda. Tanto che Germain ha deciso di tagliare le sue belle treccine rasta. Africano da tempo in Svizzera, fidanzato con una ticinese, Germain fa il tassista. Sulla sua auto, si suda. Ancora di più con l’aria condizionata che non funziona, se quello svitato del suo amico Stephan non si decide a ripararla. Per questo, Germain ha deciso di radersi a zero. Zac! Un colpo e via i suoi dreadlock. Questo è un giorno da segnare sul calendario. Germain non immagina neppure che poche ore dopo, mentre si rilassa tranquillo sul terrazzo, verrà colpito da un paio di colpi di fucile. Prima al braccio, poi alla testa. Il sangue comincia a scorrere, chiama i soccorsi. Arriva l’ambulanza, ma anche la polizia e i giornalisti. Colpi d’arma da fuoco in un quartiere-bene, rispettabile, di gente che lavora. Nella civilissima Svizzera. Questa sì che è una notizia. Per di più le pallottole hanno colpito un nero… Fuori mira, il nuovo film del ticinese Erik Bernasconi, inizia quasi come una fiaba. Un quartiere residenziale in un giorno di sole. Tutti sorridono, si salutano. Poi basta qualche colpo di fucile per abbattere la facciata del perbenismo. La storia cambia tono, diventa prima poliziesca (chi ha sparato? e perché?), poi si trasforma in thriller. La temperatura aumenta e questa volta non è soltanto a causa della canicola estiva. I tranquilli abitanti del quartiere (pensionati, onesti lavoratori, padri di famiglia, immigrati e integrati) si scaldano per nulla. Ticinesi D.O.C. contro africani, immigrati contro slavi, giovani contro vecchi, genitori contro figli. Tutti contro tutti, in un gioco al massacro, mentre in cielo appaiono minacciose nuvole nere. Proprio come il clima che si respira… «L’incomprensione diventa xenofobia e rigetto, l’indifferenza odio e violenza. Vengono a galla i tratti più oscuri di ciascuno», racconta il regista Erik Bernasconi, che gioca sugli stereotipi per farci capire quanto siamo simili al quartiere raccontato da Fuori mira. Il razzismo strisciante, con frasi che si leggono su certi domenicali e (sempre più spesso) sui social network, diventa violenza, alimentato dalle armi che ogni “buon svizzero” tiene in casa. Nel frattempo, i ragazzini vanno a scuola di videogiochi violenti per sparare ai “terroristi arabi”. Il calderone multietnico sembra pronto a esplodere, come in una specie di Fa’ la cosa giusta (il capolavoro di Spike Lee) ambientato non a Brooklyn ma nel nostro Ticino. Girato invece in Alto Adige, con interpreti noti come Roberto Citran, Lino Capolicchio e Alessio Boni (con lunghi capelli biondi come un Grande Lebowsky ticinese…), sorretto da una buona sceneggiatura ma con ritmo altalenante, Fuori mira è un film da dibattito, come quelli dei cineforum di un tempo. Perché invita a riflettere, a pensare, a interrogarci: quanto siamo vicini a una situazione esplosiva come quella p e r le iglie tti dicom b i d e i raccontata sullo schermo? e copp rso i di syn un FilM Di

erik BernasConi Jean-Christophe Folly Martina De santis alessio Boni

nel giorno più CalDo Dell’anno niente è CoMe seMBra

© freneticfilms

Questa rubrica viene riproposta con appuntamenti regolari. L’intento è di suggerire delle scrittrici e degli scrittori intriganti e intelligenti capaci di avere uno sguardo “diverso” sulla società, la storia e sull’economia. Suggerimenti per chi volesse inserire nella propria biblioteca casalinga opere grintose e a volte un po’ dimenticate...

e oggi anche scrittore, il cui talento è stato riconosciuto con l’assegnazione del Premio Chiara. Ex partigiano, Giulio Questi ha partecipato giovanissimo alla guerra di liberazione tra la Val Seriana e la Val Brembana, e di quell’esperienza ha scritto nell’immediato dopoguerra dando vita a racconti portentosi, crudi e umanissimi: una grande avventura, descritta senza alcuna retorica, che comprende il terrore e la sconsideratezza, il coraggio, la dignità, la fame, il freddo. Scrivere della Resistenza italiana – l’insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l’armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell’ambito della guerra di liberazione – assolve a un compito imprescindibile: il dovere di non dimenticare. Tenere vivo il sentimento antifascista, così come i combattenti partigiani si organizzarono risolutamente a difesa delle classi popolari contro le forze reazionarie. Un tema strettamente d’attualità, con il montare di vecchie e nuove destre in tutto il panorama politico europeo e non solo: ecco perché può risultare importante andare a ripercorrere la storia, le idee e le emozioni dei “resistenti” della seconda guerra mondiale nella letteratura a loro dedicata. Esiste un vasto repertorio narrato, testimoniato, di uomini e donne che fecero una scelta così importante: in questa rubrica sono state scelte alcune pubblicazioni (vedi box) che trattano la Resistenza in modi diversi, e vanno a coprire le varie sfaccettature di un periodo così intenso. Da loro stessi, a volte, non solo combattuto, ma anche scritto.

Svizzeri contro stranieri, bianchi contro neri, genitori contro figli. Tutti contro tutti nel film Fuori mira, che racconta la sottile linea di confine tra la convivenza civile e il razzismo che serpeggia nella nostra società.

Lino CapoLiCChio, RobeRto CitRan, anita KRavos, FRanCesCo bRandi, pia engLebeRth, oRietta notaRi, RobeRta FossiLe, FedeRiCo CapRaRa ventura film in coproduzione con rSi radioteleviSione Svizzera SrG SSr teleclub preSenta „fuori mira“ muSica zeno GabaGlio chriStian Gilardi Suono Sandro heSS briGitta paSquadibiSceGlie montaGGio Suono GiorGio vita levi montaGGio claudio cormio ScenoGrafia fabrizio nicora coStumiSta laura penniSi trucco aSSunta ranieri fotoGrafia pietro zürcher

produttori elda Guidinetti andreS pfaeffli SceneGGiatura erik bernaSconi daniel bilenko mario fabio roan JohnSon reGia erik bernaSconi con il SoSteGno di ufficio federale della cultura dFI • BlS BuSIneSS locatIon SüdtIrol – alto adIge • repuBBlIca e canton tIcIno • FIlmpluS della SvIzzera ItalIana • KulturFondS SuISSImage • SuccèS paSSage antenne Srg SSr Stagepool Focal • ernSt göhner StIFtung • eKran • Focal-laBoratorIo d’Idee

Giovanni Valerio

UN INVESTIMENTO FALLIMENTARE

impressum

Mondiale 2014 – un disastro sociale Tre mesi dopo la fine del campionato mondiale in Brasile il bilancio che si presenta è molto deludente, come dimostra una ricerca di Solidar Suisse: il Mondiale più caro di tutti i tempi è costato 13,3 miliardi, e l’impulso economico che ne è scaturito è davvero scarso, soltanto lo 0,7 per cento del PIL – un gioco politico-economico a somma zero. La perdita fiscale causata dai privilegi fiscali per la FIFA per lo Stato brasiliano ammonta a 462 milioni di dollari. La speranza di creare posti di lavoro a lungo termine grazie ai Mondiali è sfumata, l’unico settore dove sono nati impieghi a breve tempo è quello dell’edilizia e quello del turismo. I miglioramenti nell’in-

ttor e du conco .c h . ms offr ira ai pr imi le l i F yndicom c i s t @ m e i n r o Fre n e o zi u oni di F ail reda p ro i e z i r a n n o a l l a m ive che scr

frastruttura sono stati realizzati solo parzialmente, oltre un terzo dei progetti pianificati nel trasporto pubblico sono stati cancellati. In compenso il campionato mondiale lascia in eredità al Paese quattro stadi milionari che in futuro non potranno più essere utilizzati. Inoltre sono state scacciate dalle proprie case 250 000 persone e dei 350 000 venditori ambulanti brasiliani molti hanno perso i mezzi di sostentamento a causa dei divieti di vendita. Ma alla FIFA tutto questo poco importa: essa si aspetta un guadagno record di tre miliardi di dollari, notevolmente di più che in Sudafrica, dove ha registrato un profitto di 2,2 miliardi. www.solidar.ch/brasilien

redazioni syndicom, die zeitung caporedattrice Nina Scheu Svizzera italiana: syndicom, il giornale | Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, Tel. 058 817 19 63, redazione@syndicom.ch Grafica e impaginazione Daniela Raggi (i) Correttrice Petra Demarchi (i) Notifica cambi di indirizzo syndicom, Adressverwaltung Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Bern inserzioni e pubblicità Priska Zürcher, Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336

3001 Berna Tel. 058 817 18 19 Fax 058 817 18 17 stab@syndicom.ch Stampa Ringier Print Adligenswil AG, Casella postale 3739, 6002 Lucerna ISSN 1664-8978 Editore syndicom – sindacato dei media e della comunicazione Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Berna, Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17

Il prossimo numero uscirà il 28 novembre 2014. La chiusura di redazione è fissata il 17 novembre.


14 | In chiusura alternative no-global

L’FSM 2015 di nuovo in Tunisia > continua da pagina 10 (di fronte agli arresti e alle incarcerazioni politiche che conosce la regione, in particolare in Egitto, in Marocco, in Tunisia…). Su scala internazionale, il contesto è segnato dalla continuazione della crisi globale e dalle sue conseguenze sulle popolazioni sia del Nord che del Sud: austerità e piani di rigore, indebitamento, accordi di libero scambio… inoltre vi è anche la problematica del clima che rappresenta uno degli assi più importanti e mobilita molti movimenti internazionali.

syndicom | N. 13 | 7 novembre 2014 verso un nuovo CCL

Ripartono le trattative Le trattative sul nuovo CCL sono riprese il 29 ottobre: è questo l’accordo a cui erano giunti i vertici della Posta e dei sindacati. L’entrata in vigore del nuovo testo contrattuale è prevista per inizio 2016. All’inizio di ottobre, il sindacato syndicom e l’associazione del personale transfair hanno presentato alla Posta le loro nuove condizioni per il prosieguo del-

le trattative. Dopo una pausa di quattro mesi nei negoziati i sindacati desiderano ridiscutere alcuni aspetti, quali il «tempo di lavoro» e il «sistema di remunerazione». La Posta prende atto di tali richieste. I delegati della conferenza del settore parziale di syndicom il 26 settembre hanno approvato un rispettivo programma di 10 punti. I partner sociali si sono

Il cruciverba di syndicom

Assemblea dei delegati

L’ordine del giorno per l’assemblea dei delegati syndicom che si svolgerà il 29 novembre 2014 a Berna è stato pubblicato ed è consultabile sul sito di syndicom www.syndicom.ch/add2014

Credete che le elezioni dell’ottobre scorso in Tunisia possano minacciare l’organizzazione dell’FSM 2015?

Indirizzi

Il precedente governo tunisino aveva dato il suo accordo per lo svolgimento dell’FSM a Tunisi nel 2015. Quello che è ora al potere dopo le elezioni legislative del 23 ottobre non ha interesse a rimettere in causa questa decisione, che avrà certamente importanti ricadute economiche per il Paese!

Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 ma-me-ve 13.30 - 17.30

Sergio Ferrari per Alliance Sud Comunità di lavoro Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas, Aces. www.alliancesud.ch/it comunicazione di servizio

Doppia quota associativa per addebito diretto (LSV) e debit direct (DD) nel dicembre 2014 Cari membri si avvicina la fine dell’anno. L’amministrazione soci fra le altre cose è impegnata con i lavori di fine anno, tra cui c’è anche il conteggio delle quote associative. Siamo sicuri di farvi cosa gradita se per la fine dell’anno riceverete tutte le fatture per le quote. Ecco perché a dicembre vi verranno fatti due addebiti LSV/DD. Questo significa che l’addebito per novembre avviene a inizio dicembre e l’addebito per dicembre a fine dicembre. In questo modo decade l’addebito di gennaio 2015. Se avete domande siamo a vostra gentile disposizione. Lo staff dell’amministrazione soci.

prefissati di introdurre il nuovo testo contrattuale il 1° gennaio 2016. Nel secondo trimestre del 2015 la Posta e le parti sociali presenteranno i risultati delle trattative ai relativi organi per la ratifica. Fino all’entrata in vigore del nuovo CCL le condizioni d’impiego per il personale non subiranno modifiche: i rapporti di lavoro in essere saranno mantenuti integralmente senza variazioni.

Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. In palio un buono benzina del valore di 30 franchi offerto da Eni. La soluzione sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/ vincitrice che sarà estratto/a a sorte fra tutti/e coloro che avranno inviato la risposta esatta.

Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo entro il 17 novembre 2014 a: syndicom, il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. Il vincitore del sudoku della scorsa edizione è: Franca Carli-Confortini di Lumino.

Cassa disoccupazione Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: dal 23.6.2014 al 31.8.2014 lu-ma-me-gio 9.00 -11.30 Venerdì chiuso tutto il giorno Gruppo pensionati Pagina web:http://it.pensionierte.info Contatto e-mail: redazione@pensionati.ch o ernesto.fenner@bluewin.ch

Grande azion e di sot toscrizion e

aderisci oggi e comincia a pagare l’anno prossimo! Dall’inizio 2015 il sistema delle quote syndicom sarà armonizzato. Questo rappresenta un grande passo per la nostra organizzazione e va festeg­ giato! Per farlo abbiamo deciso di regalare i mesi di affi­ liazione fino a fine anno a tutti coloro che aderi­ ranno a syndicom a partire dal 1º ottobre 2014. Ma come nuovo socio godrai, da subito, e senza limitazioni, di tutti i diritti e di tutte le prestazioni. Partecipa – con syndicom!

Il nuovo modulo d’iscrizione è già online sotto www.syndicom.ch. Chi recluta un nuovo o una nuova collega per syndicom otterrà un premio di 100 franchi!

Il sIndac ato del tuo se t tore


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