N. 15 19 dicembre 2014
www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione
il giornale
AZB 3001 Berna Cambi di indirizzo sono da inviare a: syndicom, Adressverwaltung, Monbijoustrasse 33, casella postale, 3001 Berna
negoziati a buon fine
Trattative salariali Posta SA e Postfinance, accordo trovato
Swisscom it Service
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Approvato il passaggio dei lavoratori Swisscom IT a Swisscom Svizzera › Pag. 5
Politica dei media
Uscito il rapporto dell’Ufcom ma ancora fitta nebbia sul futuro dei media › Pag. 7
Mondo del lavoro
C0-working una soluzione per molti giovani
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il costante smantellamento nel mondo della carta stampata
Licenziamenti come regalo di Natale La notizia è esplosa come una bomba e il suo effetto può considerarsi altrettanto devastante: a fine giugno 2015, la tipografia NZZ di Schlieren dovrà chiudere. Per 125 dipendenti incombe dunque la minaccia del licenziamento e della disoccupazione. syndicom chiede che l’azienda torni sui propri passi, ritirando la decisione di chiusura! A Schlieren regna il panico non solo tra i diretti interessati, ma anche tra sindacati ed esperti. Il settore è in crisi: questo è innegabile. Alla tipografia NZZ, però, le cose vanno bene! Solo pochi mesi fa si è infatti aggiudicata l’ordine più redditizio in assoluto. Settimana dopo settimana, i rulli delle macchine a Schlieren stampano (tuttora) 600’000 giornali della Coop. Per questo progetto il colosso del commercio al dettaglio ha finanziato alla NZZ una nuova taglierina extra per tre milioni di franchi e solo poche settimane fa è stato trasferito del personale da San Gallo a Schlieren proprio per smaltire il sovraccarico di lavoro.
Speculazione sulla vendita dell’immobile Il CEO della NZZ Veit Dengler motiva la chiusura prevista con «la necessità di dover investire milioni». Si apprende tuttavia che il problema non sarebbero le moderne macchine da stampa, bensì il tetto dell’edificio realizzato appena dieci anni fa che necessita di interventi di rinnovamento. Da qui a ipotizzare la matrice immobiliare dell’operazione, il passo è breve – e probabilmente spiegherebbe il reale motivo › continua a pag. 6
Assemblea dei delegati syndicom 2014
«Il nostro futuro sarà forte, combattivo e sindacale»
I 175 partecipanti all’assemblea dei delegati di syndicom, svoltasi a Berna, hanno trattato affari statutari e diversi argomenti relativi alle divisioni e alla politica sindacale. Questa riunione, segnata dall’annuncio di licenziamenti in massa nell’industria grafica, si è chiusa con la presentazione del progetto “syndicom 2020” che mira a rafforzare il sindacato. Con grande emozione i delegati syndicom, riuniti allo Stade de Suisse a Berna lo scorso 29 novembre, all’apertura della riunione si sono alzati in piedi per esprimere la loro solidarietà ai 156 colleghi tipografi minacciati dal licenziamen-
to in seguito al recente annuncio di chiusura delle tipografie di Schlieren (NZZ) e Neuchâtel (SNP). Una parte della mattinata è stata poi occupata dagli affari statutari (rapporti di attività, approvazione dei conti annuali 2013, del bilancio 2015 e del
Regolamento sulle quote di sezione). Dopo la presentazione dell’iniziativa che difende l’idea secondo cui l’acqua è un diritto umano e deve restare un bene pubblico, syndicom è stato ufficialmente riconosciuto come una “Blue Communi-
ty”, per l’immensa gioia del presidente di syndicom Alain Carrupt che si rallegra di questa «collaborazione duratura». La questione dell’Europa, della liberalizzazione del mercato dell’elettricità e della difesa dei servizi › continua alle pagg. 2 e 3
© THOMAS CUNZ
2 | Assemblea Delegati
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
0 2 0 2 «Il nostro futuro sarà forte, combattivo e sindacale»
guardare avanti assieme ∙ La forza di syndicom sta nella pluralità dei propri settori e nella volontà di unione.
RISOLUZIONI VOTATE • Donne: l’AD all’unanimità ha • Tipografie: i delegati hanno dichiarato «scandaloso» l’inchiesto il ritiro della decisione nalzamento dell’età pensionadi chiusura della tipografia NZZ bile delle donne e fa appello a a Schlieren e un serio esame ai una manifestazione nazionale fini del suo mantenimento. il 7 marzo sulla Piazza federale • Forza obbligatoria: l’assemblea a Berna. dei delegati (AD) ha denunciato • Pensionati: da dieci anni gli assil’interruzione da parte di curati delle casse pensioni della Viscom del processo che confePosta e di Swisscom subiscono risce l’obbligatorietà generale una perdita significativa del loro al CCL per l’industria grafica. potere d’acquisto. I delegati han• «A favore del servizio pubblino rivendicato la conservazione co»: i delegati rigettano pratidel proprio potere d’acquisto. camente all’unanimità questa iniziativa dal titolo ingannevoI testi completi di queste risole che danneggerebbe i servizi luzioni possono essere consulpubblici. tati su: www.syndicom.ch Decisioni dell’AD ne con il SEV : controproposta del • Conti annuali 2013: accettati CD di lavorare congiuntamente con due voti contrari. ad altri sindacati USS in modo • Rapporto di revisione 2013: approfondito e concreto nel quaaccettato all’unanimità. dro di syndicom 2020 – accettata. • Preventivo 2015: accettato sen- • Posizione di syndicom riguardo za voti contrari. all’accordo istituzionale tra la • Chiarimenti e rispetto delle comSvizzera e l’UE: controproposta petenze: nessuna decisione. del CD accettata. • Giornata nazionale dei militanti • Elezione suppletiva di un memsyndicom: controproposta di Alain bro del Comitato centrale: su Carrupt affinché questa venga fatproposta del CC Cornelia Ziehler ta nel 2016 anziché nel 2015 – è stata eletta all’unanimità in accettata senza voti contrari. sostituzione di Gilles Rodari. • Adeguamento della quota asso- • Regolamento quote sezioni e fonciativa per persone in formaziodi di compensazione sezioni: conne/studenti: rifiutata così come troproposta del CC accettata. la controproposta della sezione Controproposta della “Region Aarau. Basel 901” rifiutata. Il regola• Fusione con SSM e collaboraziomento è adottato.
Continua da pag. 1 pubblici hanno dato adito a degli scambi interessanti tra i delegati.
syndicom 2020 Bernadette Häfliger Berger, vicepresidente di syndicom, ha ricordato che negli ultimi quattro anni è stato fatto molto lavoro per sostenere i nostri iscritti nelle regioni e per concludere nuovi contratti collettivi di lavoro. Inoltre, i membri sono solidali e dedicano molto tempo libero al sindacato. «Ma nonostante le nostre forze, osservo con rammarico che non siamo ancora giunti là dove ci piacerebbe e dove dovremmo essere. Manca un tetto comune per acquisire una maggiore forza e influenza. Non siamo ancora abbastanza visibili nell’opinione pubblica e incontriamo difficoltà a reclutare nuovi membri, soprattutto tra i giovani. Cosa dobbiamo cambiare per diventare migliori?». Dopo la fase di turbolenza normale per ogni processo di fusione, ora secondo lei è tempo per passare ad una «fase d’integrazione». È in questo senso che il Comitato direttivo punta sul progetto “syndicom 2020” che prolunga la visione tracciata in occasione del Congresso del dicembre 2013.
Richiesto il contributo di tutti L’obiettivo principale di “syndicom 2020” è che tutti gli ambiti e tutte le istanze di syndicom collaborino strettamente al fine di realizzare un traguardo comune e di difendere gli interessi di tutti gli iscritti. «Quello che abbiamo in comune ci guida e ci rafforza» ha sottolineato Bernadette. Tra questi fini c’è l’aumento dei nostri effettivi, l’equilibrio delle finanze, il miglioramento della nostra rete di fiduciari e una partecipazione più attiva dei membri. Un gruppo di lavoro di segretari coordinerà il progetto volto a raggiungere questi obiettivi. «Non si tratta di una riorganizzazione – ha ribadito Bernadette – ma di far emergere delle soluzioni e una strategia comune concreta e duratura». E questo non per ordine della centrale ma perché lo vogliamo tutti. Sono già stati programmati un sondaggio del personale a dicembre e un Atelier del futuro a febbraio, come anche una discussione e consultazione nelle sezioni, nei gruppi d’interesse e nelle divisioni ad aprile/maggio. Con questo progetto, «potranno essere testati e introdotti nuove forme e metodi lavorativi» ha commenta-
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to la vice-presidente. Per Bernadette «syndicom 2020 è la nostra occasione per rafforzare il sindacato, in modo che ne possiamo andare tutti fieri. E il nostro futuro, che è nelle nostre mani, sarà forte, combattivo e sindacale» ecco le sue parole conclusive. Davanti agli sviluppi in merito alle ristrutturazioni in corso nella Posta, nelle telecomunicazioni e nelle tipografie, Samuel Sigrist di Berna ha espresso la sua paura riguardo al fatto che l’obiettivo di 50.000 membri rimanga una pura chimera. Un altro delegato ha fatto notare che bisogna «far conoscere meglio le nostre battaglie e i nostri successi». Un altro iscritto ha commentato che nonostante le prospettive di syndicom 2020 «suonino bene» ai suoi orecchi, egli teme che questo apra parecchi cantieri in corso. «Ci sono dei peggioramenti, è vero. Ma serve un sindacato forte per difendere i nostri colleghi e per affrontare il futuro con uno spirito positivo. Tutti possono fare qualcosa per il futuro di syndicom» ha risposto Bernadette. «Il lavoro quotidiano continua e con “domani” intendiamo tutti i giorni» ha concluso, da parte sua, Alain Carrupt.
Yves Sancey
I delegati di syndicom si difendono contro la chiusura di tipografie
«Miriamo ad un forte CCL nell’industria grafica»
I 175 partecipanti dell’assemblea dei delegati di syndicom – il sindacato dei media e della comunicazione – a Berna hanno preso atto, con preoccupazione, delle chiusure previste dei centri stampa di giornali a Schlieren (NZZ) e a Neuchâtel (SNP). Inoltre in una risoluzione l’assemblea critica l’associazione padronale Viscom di avere interrotto il processo per la dichiarazione di obbligatorietà generale del CCL per l’industria grafica. L’assemblea rifiuta pure all’unanimità l’iniziativa “A favore del servizio pubblico”. Yves Sancey All’assemblea del sindacato syndicom – il sindacato dei media e della comunicazione – allo Stade de Suisse a Berna, i delegati delle varie divisioni dei settori Logistica/Posta, Telecom e Media/Stampa non si sono occupati soltanto delle questioni statutarie ma hanno discusso anche diverse tematiche politico-sindacali attinenti ai vari settori. Hanno fatto parlare soprattutto le chiusure annunciate, qualche giorno fa, delle tipografie di Schlieren (NZZ) e Neu-
châtel (SNP). In una risoluzione i delegati chiedono il ritiro della decisione di chiusura del centro stampa NZZ e un serio esame ai fini della sua sopravvivenza. (Link al testo della risoluzione) I delegati sindacali denunciano l’associazione di settore dell’industria grafica Viscom di aver abusato della loro fiducia. Viscom ha interrotto i preparativi per la dichiarazione di obbligatorietà generale (DOG) del CCL per l’industria grafica non attenendosi agli
accordi firmati con i partner sociali. Essi ritengono questa decisione inaccettabile e pesante, e una chiara violazione del principio di buona fede. syndicom ora adirà le vie legali per costringere Viscom a riprendere la procedura DOG. (Link al testo della risoluzione) L’assemblea dei delegati di syndicom rifiuta con fermezza l’iniziativa “A favore del servizio pubblico”. Sotto questo titolo l’iniziativa popolare afferma di lottare a favore di un forte e ampio servizio
pubblico. Invece essa propone delle misure che vanno nella direzione sbagliata e che produrranno esattamente il contrario. In una risoluzione approvata all’unanimità l’AD di syndicom ricorda che il principio “uguale salario per un lavoro di uguale valore” ancora non è stato realizzato. Essa asserisce che non si tratta di un mero “incidente di percorso”, ma di una chiara violazione della legge e della Costituzione che finora non è stata riparata dallo Stato. Il
previsto aumento dell’età pensionabile delle donne è altrettanto scandaloso. Insieme agli altri sindacati syndicom fa appello a una grande manifestazione il 7 marzo 2015 sulla Piazza federale. I delegati hanno appoggiato anche la risoluzione dei pensionati di syndicom che chiedono il mantenimento del loro potere d’acquisto. I pensionati assicurati presso le casse pensioni della Posta e di Swisscom negli ultimi dieci anni hanno subito una notevole perdita del potere d’acquisto, dal momento che le loro casse pensioni per legge non possono adeguare le rendite all’inflazione. I pensionati costituiscono un gruppo sempre maggiore di consumatori nel nostro paese che avrà un’influenza decisiva sulla congiuntura.
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Storia Sindacato | 3
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 100 anni dalla Prima guerra mondiale
Il movimento operaio e la guerra del ‘14-18
Tito Pfund, Posta Immobili Management e Servizi SA (IMS), Brè sopra Lugano «Il sindacato serve perché soltanto attraverso esso è possibile costruire delle relazioni strutturate tra i vari lavoratori. Infatti è il sindacato che negozia il contratto collettivo di lavoro, non ognuno per sé. È il sindacato che si attiva quando ci sono problemi con i capi, ed è sempre il sindacato che regola le questioni ad un livello più alto di quanto non potrebbe fare il personale. Non siamo noi a dover trattare con i superiori, a questo ci pensa il sindacato. Una forza di syndicom è che siamo così ben organizzati. Il nostro sindacato è stabile. Nel mio settore si conducono delle ottime trattative. Il fatto che ora rappresentiamo così tante divisioni è un vantaggio soprattutto per quelle piccole. Esse trovano il sostegno in una grande organizzazione. È la stessa cosa dei comuni ticinesi che si sono uniti a Lugano perché non riuscivano più ad occuparsi dei propri affari. Ora uniti sono più forti, perché si sostengono l’un l’altro».
syndicom: Come si è posizionato il movimento operaio svizzero rispetto alla guerra? Alain Clavien: Il Partito sociali-
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Levia Stauber, poligrafa di Greifensee, GI giovani: «La cosa più importante di un sindacato è che ci sia qualcuno a cui posso rivolgermi, che rappresenta i miei interessi, che non mi lascia sola come lavoratrice. A me piace anche tanto lo scambio con altre giovani persone che si interessano alla politica e a syndicom. Proprio nell’industria grafica, dove ci sono molti problemi, syndicom è molto importante: soprattutto ora che chiudono le tipografie o che vanno affrontate le regole sui tempi di lavoro. Il lavoratore va trattato come un essere umano e non come una macchina o un numero».
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Markus Müller, responsabile ufficio postale, Berna 23 «Da soli non abbiamo chance, per questo dobbiamo unirci nel sindacato. Siamo noi membri che facciamo il sindacato. Potremmo anche dire: “Siamo noi il sindacato”. Sono iscritto al sindacato della Posta da 44 anni e ho alle spalle già diverse fusioni. Ma il mio impegno personale e la mia valutazione sono sempre uguali: che sia il VSPB (Verband Schweizer Post Beamter), il Sindacato della comunicazione o syndicom, per me è soltanto un nome che cambia per il mio sindacato di sempre. Una volta la nostra forza stava nell’unione: eravamo una grande famiglia. Al momento questo pare essere un po’ più difficile, in cambio però siamo diventati più variegati».
Wara Kocher, 40 anni, libraia di Berna: «I sindacati si devono adeguare ai tempi moderni, alle attuali esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici. Dovrebbe diventare di nuovo naturale impegnarsi nel sindacato o iscriversi ad un sindacato, bisogna lavorare in questa direzione. Grazie alla fusione, una forza particolare di syndicom è l’accumulo di tante conoscenze tecniche dalle diverse divisioni. Questo diventa evidente durante i vari eventi. Inoltre ora siamo più presenti. Proprio alle manifestazioni trovo importante che accanto alle bandiere Unia sventolino anche quelle di syndicom».
Un secolo fa ebbe inizio la prima guerra mondiale, con un campo di battaglia esteso su 72 paesi, e quella industriale, per aver condotto al massacro 60 milioni di uomini. 10 milioni furono uccisi e il doppio feriti o mutilati. Sebbene la Svizzera sia stata risparmiata, ci è sembrato interessante comprendere insieme ad Alain Clavien, professore di storia contemporanea all’Università di Friburgo, il ruolo assunto dal movimento operaio svizzero di fronte a questa guerra. Yves Sancey
sta svizzero accetta l’Unione consacrata nel 1914 e rinuncia alle rivendicazioni sociali e al suo antimilitarismo d’anteguerra al fine di garantire la difesa nazionale. L’Unione sindacale svizzera è sulla stessa linea. Fino al 1912, la Seconda Internazionale intendeva rispondere alla guerra proclamando uno sciopero generale. Ma questo non avviene poiché ciascuno dei movimenti operai europei pensa di stare sulla difensiva. I Francesi ritengono di dover difendere la Repubblica più favorevole agli operai rispetto all’Impero tedesco. I Tedeschi ritengono di dover difendere la loro monarchia parlamentare contro l’autocrazia zarista.
Ciò si è sviluppato nel corso del conflitto? A partire dal 1916 e più ancora dal 1917 si verifica un impoverimento di una parte della popolazione svizzera, in particolare degli strati urbani salariati (operai, funzionari e impiegati) a causa dell’inflazione e della mancata compensazione salariale durante i periodi di mobilitazione. Nell’estate del 1914, ad esempio, si sono mobilitate circa 250.000 persone. Le mobilitazioni del 1916 e 1917 sono vissute meno bene. C’è un sentimento di ingiustizia rispetto all’arricchimento di una minoranza. Questo impoverimento porta a una radi-
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Barbara Aebi, 28 anni, libraia di Langenthal: «Un sindacato forte deve offrire ai propri iscritti una rete di gente competente e affidabile che ti assiste e sostiene tempestivamente in caso di problemi. Una delle forze di syndicom secondo me è la combinazione fra le diverse divisioni, tra il settore dei servizi e il settore dei media, per esempio».
per un breve periodo le donne sostituiscono gli uomini nelle fabbriche ∙ Nel 1917 le sarte parigine scioperano contro l’aumento dei prezzi e i bassi salari.
calizzazione politica della base. La gerarchia del Partito socialista svizzero (PSS) segue più timidamente. Lo sciopero generale in Svizzera del 1918 è quindi collegato molto direttamente alla guerra.
piuttosto una sorta di parentesi. Al termine della guerra c’è la volontà di relegarle nuovamente al focolare e alla maternità. I sindacati non sono particolarmente favorevoli a lasciare maggior spazio alle donne.
Qual è la situazione politica in Svizzera dopo il conflitto?
Il 2014 è l’occasione per commemorare l’inizio della Grande Guerra. Non bisognerebbe piuttosto celebrarne la fine?
Si assiste a una nettissima deriva a destra della vita politica svizzera. Il PSS è criminalizzato. Con lo sciopero generale, si diffonde una grande paura all’interno della borghesia svizzera. Con il passaggio al sistema proporzionale, il partito radicale perde la sua supremazia totale con l’emergere del PAB, il precursore dell’UDC.
E i rapporti uomini-donne? Anche se durante la guerra moltissime donne sostituiscono gli uomini nelle fabbriche e sui campi, non si verifica alcuna accelerazione nel processo di emancipazione femminile, ma
Lo ritengo anch’io. È strano se non addirittura scandaloso celebrare questa guerra, queste trincee, con un lato voyeurista. Con questa data del 1914 si commemora sì il passaggio dal 19esimo secolo al 20esimo, ma si celebrano anche il massacro, i sacrifici e il coraggio? Ce lo possiamo chiedere! Per la guerra del ’3945 si sa chi è il cattivo ed è stato sconfitto. Quella del ’14-18 resta per moltissimi aspetti una guerra inutile, milioni di morti per niente. È più difficile da spiegare, allora si ripiega sulla vita nelle trincee.
GUERRA E MEDIA La stampa svizzera è rimasta neutrale? Stando all’élite svizzera c’è un divario linguistico. La stampa romanda era complessivamente piuttosto francofila, come “La Tribune de Genève” acquistata dai Francesi nell’estate del 1915. La stampa tedesca propendeva per la Germania. A titolo di esempio, le famiglie Girardet poi Coninx, legate alla fondazione del “Tages Anzeiger” (divenuto il gruppo di stampa Tamedia), erano originarie della Germania. Il quotidiano zurighese, con una delle più grandi tirature dell’epoca (84.000 copie nel 1917), non solo era molto germanofilo durante il conflitto, ma era in parte gestito dalla divisione di stampa e propaganda della legazione tedesca. La guerra ha avuto un impatto sui giornalisti? Nell’anteguerra i sindacati dei giornalisti sono un po’ dei ritrovi amichevoli dove si incontrano editori e giornalisti. È la grande famiglia della stampa. Alla fine della guerra i giornalisti se la prendono con gli editori. Questi ultimi si sono arricchiti senza
aumentare la retribuzione dei loro dipendenti. Nella Svizzera romanda si crea il Sindacato romando dei giornalisti a cui si contrappone l’Unione degli editori di giornali. C’è quindi una sorta di radicalizzazione che si verifica alla fine della guerra. Nella Svizzera tedesca ci sono meno tensioni, i primi contratti collettivi vengono sottoscritti nell’immediato dopoguerra. Contrari, invece, gli editori romandi. Perché alcuni editori romandi si sono arricchiti? Alcuni editori di giornali, in particolare Journal de Genève, Gazette de Lausanne, Tribune de Lausanne, La Suisse ecc., si sono aperti al mercato francese perché propongono notizie non censurate che il lettore francese non trova nella stampa nazionale. Il “Journal de Genève” è quindi passato da una tiratura di 10.000 copie nella primavera del 1914 a 45.000 nell’autunno del 1915… essenzialmente grazie alle vendite in Francia.
4 | syndicom Le professioni
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
come difendere i propri dirit ti
Delibera PostCom
Accorciamento delle pause brevi: ora va applicato il CCL! di 15 minuti che viene computata come tempo di lavoro. Questo può avvenire sia la mattina che il pomeriggio.
Ma nella realtà come funziona?
5,0 h
3,5 h + 15 min
©KEYS TONE
ha fissato la seguente norma al riguardo: «Pausa breve retribuita aggiuntiva se la seconda parte del turno va oltre le 3,5 ore e se viene effettivamente fatta una pausa. Il tempo va registrato sul foglio statistico». Il CCL Posta prevede che per 3,5 ore ininterrotte di lavoro esiste il diritto ad una pausa retribuita
Finora i postini hanno lavorato secondo questo modello (esempio A): il postino faceva un lungo servizio prima della pausa pranzo. Il pomeriggio gli rimaneva un turno molto breve, ovvero in genere durava meno di tre ore e mezza, in modo che non c’era una seconda pausa breve. Questo modello ha condotto anche al conteggio di PostLogistics, secondo cui non esiste quasi più il diritto alle pause pomeridiane il che dunque farebbe decadere il diritto ai tre minuti aggiuntivi alla pausa breve.
PostLogistics vuole adeguare le pause brevi «alle circostanze attuali». In altre parole questo significa che le pause brevi per i postini e le postine sotto l’AZB vanno ridotte da 18 a 15 minuti. Motivo di questa misura è una valutazione statistica dei tempi di consegna scannerizzati: oggi la durata del turno pomeridiano non dà più diritto ad una seconda pausa breve retribuita.
Qual è la posizione di syndicom riguardo a questo taglio? La regola della pausa di 18 minuti è una regola equa, che sotto l’AZB era facile da gestire. Ecco perché syndicom anni fa ha dato il via libera in merito. La riduzione della pausa breve a 15 minuti, disposta per il 1° gennaio 2015, è stata decisa senza il consenso di syndicom.
Dirit to a una pausa breve di 18 minuti o 2 x 15 minuti? È nuova la regola secondo cui ai postini e alle postine viene accreditata automaticamente una pausa breve di 15 minuti la mattina. E siccome ora decadrà il conteggio semplificato delle pause brevi per la mattina e per il pomeriggio, ogni postino dovrà guardare da solo se egli ha o non ha diritto ad una seconda pausa retribuita nel turno del pomeriggio. PostLogistics
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06.00 inizio lavoro
15 min pausa breve
11.00 inizio pausa pranzo
11.30 fine pausa pranzo
15 min pausa breve
15.15 fine lavoro
Risoluzione di solidarietà del “Gruppo PostMail della sezione syndicom logistica Zurigo“ Il gruppo Postmail syndicom Zurigo esprime la sua solidarietà nei confronti dei colleghi delle caselle postali di Riesbach Zürich che da quanto è emerso verranno chiuse. È importante che si crei un’ampia solidarietà e che la notizia sia diffusa il più possibile nell’opinione pubblica per non lasciare soli questi colleghi. È previsto che le caselle postali di vari luoghi (analogamente a diversi uffici postali) della Svizzera vengano chiuse perché non abbastanza redditizie. In alcuni posti si è riusciti a evitare la chiusura dell’ufficio postale grazie alla resistenza e a una larga protesta. Per dare un maggior peso alla nostra dimostrazione di solidarietà, il gruppo Postmail syndicom Zurigo ha redatto una risoluzione e l’ha mandata alla Ruoff e a Hasler (la risoluzione è visualizzabile sul nostro sito web). Anche voi potete manifestare la vostra solidarietà scrivendo una lettera di protesta all’indirizzo sottostante: mandatela direttamente a Berna alla Posta, e una copia a noi. (Die Schweizerische Post AG, Verwaltungsrat, z. Hd. Herr Dr. jur. P. Hasler, Viktoriastrasse 21,3030 Bern & Die Schweizerische Post AG, Konzernleitung, z. Hd. Frau Susanne Ruoff, Viktoriastrasse 21 3030 Bern).
La Posta deve continuare a servire le fattorie nel Melchtal André Windlin (46) è contadino del Melchtal e sindaco del comune di Kerns. Egli ha dato una bella lezione alla Posta di Berna. Quest’ultima un anno fa ha chiuso l’ufficio postale del suo paese. Ai 146 nuclei familiari di questo comune dell’Obvaldo all’inizio fu fatta un’offerta di servizio a domicilio. Poco dopo le sette case isolate ricevettero la bella notizia che non sarebbero più state affatto servite, nemmeno con il servizio a domicilio. In futuro gli abitanti avrebbero dovuto andare a prendere la propria corrispondenza a Kerns che si trova a dieci chilometri di distanza. Ma vi sembra questo un servizio pubblico? La cosa che ha fatto arrabbiare maggiormente Windlin è il fatto che la Posta abbia ritirato così frettolosamente la sua offerta. Infine il bio-contadino Windlin ha inviato una brutta lettera di protesta a Berna.
PostCom esige trasparenza Il sostegno questo signore nel Melchtal lo ha trovato nella figura del regolatore postale Hans Hollenstein (65), ex membro del governo cantonale di Zurigo e dal 2012 presidente dell’autorità di sorveglianza PostCom. Esso, nella sua prima delibera, ha condannato il
modo di procedere della Posta nel Melchtal. Per Hollenstein qui si tratta di una discussione di fondo: la Posta deve garantire un’informazione trasparente. Dunque se la Posta decide di chiudere un ufficio postale e di offrire un servizio a domicilio, questa decisione deve essere vincolante, almeno per i 5 anni successivi. Finora la Posta non ha fornito nessun commento su questo provvedimento. Rimane incerto se sarà fatto ricorso contro questa decisione. Dalla delibera di PostCom risulta tuttavia evidente che la Posta nelle decisioni future vorrà aspettare soltanto tre anni.
Ristrut turazione sì, ma con onestà Il dato di fatto è che la Posta si trova nel bel mezzo di un’immensa ristrutturazione. Questo lo dimostrano anche le cifre di Postcom: diminuisce il recapito postale diretto. Non si tratta soltanto di sette fattorie nell’isolata Melchtal, in Obvaldo, ma di molto di più: in molti paesi si smantellano gli uffici postali rimpiazzandoli solo parzialmente attraverso delle filiali. Ma i clienti vanno informati e i dipendenti trattati in maniera corretta: ecco la lezione della decisione PostCom.
Trat tative salariali CCL Posta CH SA e PostFinance SA
Accordo trovato dopo tre tornate negoziali Le delegazioni negoziali di Posta CH SA e PostFinance SA, del sindacato syndicom e dell’associazione del personale transfair sono giunte a un accordo in merito alle trattative salariali per l’anno 2015. È stato concordato un aumento generale dei salari dello 0,4%. I lavoratori e le lavoratrici riceveranno un versamento unico di 400 franchi, mentre lo 0,8% del monte salari sarà destinato alla remunerazione individuale delle prestazioni. L’esito delle trattative deve ora essere approvato dagli organi decisionali delle parti sociali.
zioni fornite durante l’anno in corso, lo 0,8% del monte salari sarà destinato alla remunerazione individuale delle prestazioni. Queste misure riguardano i circa 35.000 dipendenti di Posta CH SA e di PostFinance SA tutelati da uno dei due contratti collettivi di lavoro. Si sono concluse anche le trattative concernenti AutoPostale Svizzera SA; i risultati saranno comunicati separatamente. Le trattative per il personale di Posta Immobili Management e Servizi SA, SecurePost SA e Swiss Post Solutions SA / SwissSign SA non sono ancora concluse.
al termine di tre tornate negoziali, le delegazioni hanno concordato quanto segue:
At tesa l’approvazione degli organi decisionali
• il personale riceve un aumento generale dei salari dello 0,4% • alla luce del buon risultato annuale atteso, tutti i lavoratori e le lavoratrici riceveranno un versamento una tantum di 400 franchi proporzionale al grado di occupazione, ma non inferiore a 50 franchi • alla luce delle buone presta-
Gli organi decisionali di Posta e sindacati devono ancora approvare l’esito delle trattative. Tale compito spetta ai consigli di amministrazione della Posta Svizzera SA e di PostFinance SA, alle assemblee dei delegati del ramo Posta CH SA e PostFinance SA per syndicom, e all’assemblea settoriale per transfair.
Le professioni syndicom | 5
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 La Conferenza aziendale di Swisscom Group approva il nuovo sistema di retribuzione
Si spera in una maggiore trasparenza e giustizia salariale Il 1° aprile Swisscom introdurrà un nuovo sistema retributivo strutturato in modo più congeniale e trasparente, che permetterà ai suoi dipendenti di controllare in ogni momento se la propria funzione e la conseguente categoria sono corrette. Il 28 novembre la Conferenza aziendale di Swisscom Group ha approvato questo nuovo sistema (progetto “Claire”). Franz Schori* ciati che, anche dopo un intervento presso il loro superiore e il loro HR, non condivideranno la descrizione delle loro funzioni e il conseguente inquadramento.
syndicom ha ot tenuto la trasparenza che aveva chiesto
© JENS FRIEDDRICH
Alcuni anni addietro syndicom, durante le trattative salariali con Swisscom, si era reso conto che le fasce salariali non venivano mai messe in discussione portando quindi a risultati distorti. Successivamente syndicom ha preteso da Swisscom più trasparenza e maggiore voce in capitolo per quanto riguarda i salari. Tale richiesta ha avuto un seguito dapprima presso Swisscom IT Services (ITS), dove, con il progetto “Ariane”, è stato introdotto un nuovo sistema retributivo, proprio poco prima che la direzione del gruppo deliberasse l’integrazione di ITS in Swisscom Svizzera. Le esperienze positive del progetto “Ariane“ sono confluite in toto nel riassetto delle qualifiche professionali presso Swisscom Svizzera (progetto “Claire”). Giorgio Pardini, responsabile del settore Telecom/IT di syndicom, guarda positivamente all’operato di Swisscom : «Abbiamo avuto voce in capitolo nella determinazione dei cosiddetti “salari di mercato”. Per esempio, abbiamo ottenuto che i salari dei dipen-
denti dei call center, altamente qualificati dal punto di vista tecnico, fossero messi a confronto con quelli corrisposti ai lavoratori nei call center interni di banche ed assicurazioni».
mai più differenze di salario immotivate Il nuovo sistema retributivo prevede, in particolare, la definizione di categorie professionali, affinché lo stesso tipo di attività venga retribuito con lo stesso salario in tutto il gruppo Swisscom. Di conseguenza, i dipen-
denti dei comparti Field Services di tutte le unità saranno in futuro inquadrati secondo gli stessi principi. Quindi non dovrebbero più verificarsi differenze di salario inspiegabili. Le parti sociali hanno concordato di stabilire un periodo di due anni, durante il quale dovrà essere completato il passaggio definitivo di tutti i lavoratori, salvo poche eccezioni, nella nuova fascia salariale. Così gli adeguamenti verso l’alto possono avvenire in un tempo ragionevole – e viceversa, gli aggiustamenti ver-
Approvazione del trasferimento di ITS in SCS Gli ex dipendenti di ITS hanno approvato le seguenti disposizioni relative al passaggio dei lavoratori di Swisscom IT Services a Swisscom Svizzera. Trasferimento del sistema di salario fisso da ITS alle nuove fasce salariali di SCS: • Il trasferimento nei nuovi job levels e nelle fasce salariali avviene in modo neutro relativamente al salario. • Il salario fisso, comprensivo dell’eventuale indennità di trasferimento è pari al nuovo obiettivo salariale (secondo le regole di trasferimento previste dal progetto Ariane). • Durante l’anno calendario 2015, la maggiorazione conseguita verrà corrisposta ai lavoratori mensilmente come anticipo. Nell’anno calendario 2016 l’anticipo mensile sarà dato dal 50% della maggiorazione conseguita. • I salari attuali verranno trasferiti nei nuovi job levels e nelle nuove fasce salariali in modo neutro rispetto al nuovo obiettivo salariale. Norme relative agli spostamenti per recarsi dai clienti e all’inizio del lavoro a casa: • Settori Field Services e Network Operations, Direzione dei lavori di costruzione e Sales: regolamentazione in base all’art. 2.2.2. CCL. • Dipendenti dei Solutions Centers, Business Process Solutions e Services (BIZ): se il lavoro inizia o si conclude sul luogo dell’intervento, anche l’orario di lavoro ha inizio e termina in loco. Se il tempo di percorrenza fra il luogo dell’intervento e l’abitazione del lavoratore supera 50 minuti per ogni tragitto, i minuti in più rientrano nell’orario di lavoro. Se si usano mezzi di trasporto pubblici, il lavoro effettivamente svolto durante il tempo di percorrenza può essere fatto valere come orario di lavoro.
so il basso, verranno ammortizzati in maniera socialmente più sostenibile (per i dettagli vedi bacheca). Nel marzo del 2015 tutti i dipendenti di Swisscom saranno portati a conoscenza della loro categoria nel nuovo sistema retributivo, di cui fa parte anche l’inserimento in una delle 1’700 descrizioni delle funzioni. Chi non sarà d’accordo con la descrizione delle proprie funzioni, e la conseguente categoria, avrà diritto ad un riesame. syndicom sarà a fianco di tutti i propri asso-
Le colleghe e i colleghi presenti alla Conferenza aziendale di Swisscom Group hanno accolto positivamente il nuovo sistema salariale. I dipendenti di Swisscom sono particolarmente soddisfatti della trasparenza che è stata finalmente raggiunta, poiché sinora quasi nessuno di loro sapeva in che categoria risultava inserito. E ancor meno chiaro era su quale base venissero definite le funzioni. Poiché il nuovo sistema retributivo soddisfa un’annosa richiesta sindacale, la Conferenza aziendale di Swisscom Group approva i risultati delle trattative in tutti i suoi punti.
* Franz Schori è segretario specializzato Telecom/IT.
Elementi del nuovo sistema retributivo • Dal 1° aprile 2015 per tutti i lavoratori che sottostanno al CCL Swisscom vale il sistema retributivo variabile. • Composizione: salario base + indennità di trasferimento = nuovo obiettivo salariale. • Nuovo riassetto uniforme delle qualifiche. • 6 job levels CCL (D, E, F, G, H, I). • Maturità, cosiddette job descriptions, definite in modo uniforme, valutate e inquadrate nel relativo job levels. • Swisscom definisce la procedura da seguire nel caso di eventuali discordanze sull’inquadramento del dipendente. Salari al di sotto della fascia salariale (sottopagati) • I lavoratori il cui salario rispetto alla fascia salariale è situato al di sotto dell’80%, passeranno, in linea di massima, nelle corrette fasce salariali al più tardi entro 24 mesi. • Gli aumenti salariali individuali avverranno nell’ambito della trattativa salariale e in base alla matrice di ripartizione, rispettivamente l’1.4.2015, l’1.4.2016 e l’1.4.2017. Salari al di sopra della fascia salariale (sovrapagati /eccezioni) • Per principio i partner sociali sono d’accordo a rinunciare ad una riduzione salariale; le correzioni avranno luogo nel tempo. • Nei prossimi 5 anni le trattative salariali avverranno secondo i principi della matrice di ripartizione del 2014. I lavoratori che sono situati oltre il 120% della fascia salariale sono esclusi dalle trattative salariali. • I salari dei lavoratori situati fra il 120% e il 140% vengono congelati. • I salari dei collaboratori situati oltre il 140% della fascia salariale saranno adeguati e portati al limite massimo del 140% (riguarda solamente una dozzina di dipendenti). La riduzione del salario sarà attuata in modo lineare entro un tempo massimo di 24 mesi. • I lavoratori che hanno raggiunto l’età di 58 anni prima del 1° aprile 2016 sono esclusi dalla riduzione salariale.
6 | syndicom Le professioni
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
il costante smantellamento nel mondo della carta stampata
31 licenziamenti al centro stampa di Neuchâtel
Sostegno di syndicom ai salariati di SNP
Licenziamenti come regalo di Natale
© JOCHEN JENSEN
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di questa decisione che ha dell’assurdo: un complesso di questa dimensione nell’agglomerato di Zurigo si venderebbe davvero a peso d’oro. Se poi s’indaga più a fondo e si scopre che la tipografia Tamedia di Zurigo (interessata a rilevare l’attività di stampa della storica concorrente pubblicistica) potrebbe non riuscire a far fronte ai volumi di carta in arrivo, è abbastanza lecito interrogarsi se non sia proprio Tamedia a volersi fare avanti per l’acquisto della tipografia di Schlieren. A operazione conclusa, infatti, l’area di Bubenberg all’Albisgüetli si venderebbe ancora meglio dell’immobile di Schlieren. Oppure – per dare voce a un altro “rumor” che circola nell’ambiente – Tamedia chiuderà comunque Bubenberg, lasciando perdere Schlieren, e costruirà invece a Härkingen per risparmiare sui costi di trasporto verso il vicino centro di distribuzione postale?
Firmare la petizione! Queste speculazioni sono una magra consolazione per i diretti interessati dai tagli nella NZZ Print. Nell’ambito della procedura di consultazione prescritta dalla legge, i dipendenti dovranno presentare entro il 9 gennaio proposte per evitare la chiusura della tipografia ricca di tradizione e mantenere i suoi posti di lavoro: davvero un triste regalo di Natale! syndicom è ovviamente al loro fianco. Sul sito Internet del nostro sindacato è peraltro possibile firmare una petizione che dovrà infondere coraggio ai diretti interessati durante le trattative con la direzione.
Queste le richieste avanzate dalla petizione: • Ritiro della decisione di chiusura. • Seria verifica di prosecuzione dell’attività di stampa nell’am-
bito di trattative con il personale e i sindacati. • Nessun fatto compiuto! Impossibilità, prima che venga raggiunta un’intesa con il personale e i sindacati, di stipulare contratti per l’assegnazione all’esterno di ordini della NZZ che ne renderebbero inevitabile la chiusura. Una petizione analoga, formulata dalle commissioni del personale della tipografia e della redazione, sta circolando da quando è stata annunciata l’intenzione di chiudere le sedi di Schlieren e Falkenstrasse. Sino alla chiusura redazionale era stata sottoscritta da più di 200 lavoratrici e lavoratori della NZZ. Con le firme raccolte su www.syndicom.ch/NZZprint sono dunque già oltre 400 le persone che si oppongono alla morte annunciata dell’azienda e della sua tradizione.
Procedura di consultazione per proporre soluzioni Innanzitutto occorre prorogare la procedura di consultazione. Questo non solo perché ci si aspetta che le lavoratrici e i lavoratori della tipografia mettano sotto l’albero di Natale soluzioni che la direzione non voleva formulare, ma anche perché la commissione aziendale che dovrebbe svolgere questa attività ha potuto essere nominata soltanto la scorsa settimana. Di soluzioni diverse dalla chiusura, in particolare più attente agli aspetti sociali, ce ne sarebbero senz’altro – anche qualora la NZZ volesse effettivamente ritirarsi dall’attività di stampa. Perché, vale la pena ribadirlo ancora una volta, non si tratta di ridurre un deficit. Di lavoro ce n’è abbastanza a Schlieren e l’azienda è redditizia. L’unico motivo di chiusura è la massimizzazione del profitto a bre-
ve termine perseguita dall’ex manager McKinsey e attuale CEO del gruppo NZZ Veit Dengler. In nome della quale è pronto a sacrificare l’indipendenza del giornale, così come la sua reputazione. Se si può far stampare dalla concorrenza a prezzi stracciati, evidentemente tradizione e ideologia non hanno più alcuna importanza. Il mettere sulla strada 125 dipendenti di un’impresa redditizia si giustifica solo con gli ideali neoliberisti di successo. La massimizzazione del profitto come unico scopo danneggia però in ultima analisi qualsiasi azienda, poiché non si diventa un datore di lavoro migliore dando più peso al portafoglio piuttosto che alla responsabilità sociale. Fino a poco tempo fa, nonostante i suoi valori profondamente borghesi-conservatori, questo concetto era ancora ben chiaro alla NZZ. Adesso cade addirittura la testa del caporedattore, perché seppur fedele alla linea non si è piegato alla spietata strategia dell’«avanti verso l’ignoto» imposta dal manager dell’economia. Questi fatti riportano alla mente l’acquisizione della Basler Zeitung da parte di Christoph Blocher, che pure ebbe come conseguenza la chiusura della tipografia e il declino di un giornale rinomato per postilla dell’UDC. Ci sta dunque che l’attuale caporedattore della BaZ Markus Somm venga già trattato come erede di Spillmann. E con tutta probabilità consideri del tutto normale il fatto che in futuro siano i contribuenti a dover provvedere al sostentamento delle lavoratrici e dei lavoratori della tipografia NZZ finiti in disoccupazione. Perché in questo modo rimane di più nelle tasche del top management.
Nina Scheu
syndicom ha appreso ieri con grande stupore che la Société Neuchâteloise de Presse (SNP), nelle mani di Philippe Hersant, ha deciso di chiudere il centro stampa di Neuchâtel per l’inizio di maggio del 2015 e di stampare, tra l’altro, L’Express, L’Impartial e La Côte al Centro stampa Losanna (CIL) di Tamedia a Bussigny (VD). Ciò comporterà la soppressione di 31 posti di lavoro. syndicom denuncia questo nuovo piano di licenziamenti e il fatto che, prima di tale annuncio, non abbia avuto luogo nessuna consultazione, né con la commissione del personale, né con il sindacato. syndicom si rammarica che non siano state prese tutte le misure atte a garantire il mantenimento dei posti nella regione, cosa che altre offerte, al posto di quella di Tamedia, avrebbero forse reso possibile. Prendendo nota della buona volontà della SNP di “predisporre un piano sociale per attenuare, per quanto possibile, l’impatto di questa decisione sui 31 posti di lavo-
ro”, syndicom ricorda che il Contratto collettivo di lavoro (CCL) per l’industria grafica, al quale la SNP si è sempre rifiutata di aderire, comprende articoli fondamentali in materia di risoluzione del contratto di lavoro e di piano sociale. In questo senso syndicom prenderà contatto con la direzione per esaminare, insieme alla commissione del personale, tutte le opzioni volte ad evitare il licenziamento o ad attenuare al massimo l’impatto, grazie ad un piano sociale esemplare. syndicom ha incontrato i lavoratori per esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno nelle prossime tappe. Un’assemblea generale straordinaria è già sin d’ora prevista per mercoledì prossimo (??????data). syndicom si preoccupa peraltro delle conseguenze di questo trasferimento sulla salute dei lavoratori del CIL di Bussigny e chiede che Tamedia non prenda solo il lavoro della SNP, ma assuma anche i dipendenti che saranno licenziati a Neuchâtel. (red)
industria grafica
Viscom: adesso basta. Decreto d’obbligatorietà generale ora! Viscom interrompe il processo riguardante il decreto d’obbligatorietà generale del CCL per l’industria grafica e non rispetta gli accordi sottoscritti! Il risultato delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro (CCL) per l’industria grafica concluso nel maggio dello scorso anno prevede, fra le altre cose che «le parti richiedono al Consiglio federale la dichiarazione di obbligatorietà generale (DOG) del CCL per tutte le parti che possono essere dichiarate di obbligatorietà generale dal SECO» (art. 109.3a). In pratica il contratto collettivo di lavoro diventa obbligatorio e tutte le aziende del settore, attive in Svizzera, lo devono applicare indipendentemente dall’appartenenza o meno a Viscom. In cambio di questo Viscom ha ottenuto la possibilità di introdurre la settimana di 42 ore e ridurre i supplementi per il lavoro notturno nelle tipografie commerciali. Ad oltre un anno dalla firma del CCL i rappresentanti padronali hanno ora interrotto bruscamente e in maniera unilaterale il processo. Una decisione inaccettabile e di una gravità senza precedenti. La loro decisione viola in maniera palese il principio della buona fede e del rispetto degli accordi presi poiché quando un contratto è sottoscritto, si rispetta. E Viscom se ne fa pure un baffo del principio del partenariato sociale. Con questa mossa hanno voluto
chiaramente mostrare quali sono le loro intenzioni. Dare la disdetta all’attuale CCL, che scadrà alla fine 2015, per attaccare nuovamente i diritti acquisiti, introdurre la settimana di 42 ore e diminuire i supplementi per il lavoro notturno anche nella stampa dei giornali. Il nostro sindacato e syna stanno ora seguendo la via giuridica al fine di costringere Viscom a far ripartire il processo. Alla luce di questa situazione i delegati di syndicom riuniti in assemblea a Berna esprimono il loro totale e incondizionato appoggio ai colleghi della divisione dell’industria grafica e richiamano l’associazione padronale al loro dovere di partner sociale serio e affidabile. Mai, sino ad oggi, si è visto un’associazione padronale interrompere il processo per l’introduzione del decreto di obbligatorietà generale. Anzi, sempre più settori hanno capito l’importanza di questo strumento e ne chiedono la sua introduzione. I delegati esprimono altresì il pieno appoggio a ogni e qualsiasi altra azione che possa permettere ai colleghi dell’industria grafica di raggiungere questo importante obiettivo; avere delle condizioni di lavoro valide per tutte le aziende attive sul territorio nazionale. È ora di finirla di scaricare sulle spalle dei dipendenti i problemi che il settore deve affrontare. Risoluzione Assemblea dei delegati
Le professioni syndicom | 7
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 tra idee vecchie e nuove necessità
Nel sostegno ai media servono nuove vie Il rapporto UFCOM pubblicato il 5 dicembre conferma i risultati di altri studi. Nei prossimi anni la stampa svizzera sarà esposta ad ulteriori peggioramenti nella qualità e pluralità. Per fermare quest’evoluzione il Consiglio federale dovrebbe finalmente tirare fuori un po’ di coraggio e mostrare un’apertura verso nuove forme di sostegno ai media e al giornalismo. gno indiretto alla stampa locale e regionale nonché alla stampa per associati, prima di aver messo in atto dei modelli alternativi d’incentivazione. Quanto alle possibili misure immaginate, il Consiglio federale delude ancora dimostrandosi senza alcun coraggio. Le buone intenzioni nel promuovere la formazione e il perfezionamento professionale degli operatori di stampa servono davvero a poco se poi le condizioni di lavoro nelle redazioni continuano a sgretolarsi, fat«La qualità e la pluralità non si to confermato dal producono gratuitamente e tanto rapporto UFCOM. meno sotto un costante stress: il La qualità e la pluralità non si produdenaro destinato alla formazione cono gratuitamente e tanto meno sotto svanirebbe nelle newsroom». un costante stress: il denaro destinato addirittura la stessa NZZ chiude alla formazione svanirebbe nelle la sua tipografia, questo è più di newsroom. Invece di rammaricarun segnale d’allarme. Nel frattem- si delle cattive condizioni vigenti po dovrebbe essere chiaro a tutti: nelle redazioni, il Consiglio fedechi vorrà ancora una buona offer- rale dovrebbe presentare delle ta mediatica tra dieci anni, di qua- proposte per migliorarle. Concretamente, per esempio, potrebbe lità e pluralità, deve agire adesso. invitare gli editori a rinegoziare, finalmente, dopo dieci anni Mancano misure concrete È davvero un peccato che l’UFCOM di vuoto contrattuale, un conanalizzi in maniera esatta la situa- tratto collettivo di lavoro per i media svizzero-tedeschi e ticinezione politico-mediatica, ma che il Consiglio federale poi continui a si con i partner sociali syndicom protrarre, come negli ultimi anni, e impressum. il suo atteggiamento di reticenza facendo trapelare, per l’ennesima Consiglio federale privo volta, che vuole dare tempo al set- di “coraggio“ tore, tergiversando. L’“Alleanza per una politica Sì ma: tempo per cosa? Per mori- mediatica democratica”, attualre? Una democrazia ben funzio- mente composta da PS, syndicom nante ha bisogno di buoni organi e Arbus, già da tempo fa appello d’informazione! Qui è una que- a un nuovo modello d’incentivastione di vita o di morte. Perlo- zione diretta, per una promozione meno anche il Consiglio federa- generale e onnicomprensiva della le ha ribadito che sarebbe una stampa e del giornalismo, e per un negligenza sospendere il soste- aumento dei mezzi di sostegno. In Il rapporto dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) si allinea perfettamente ai risultati della Commissione federale dei media (COFEM) così come agli studi dell’Istituto di ricerca zurighese sulla sfera pubblica e sulla società: anche dopo oltre dieci anni le case editrici svizzere non hanno ancora trovato nessun mezzo per combattere la crisi dei media. Si cercano ancora, invano, dei solidi modelli aziendali per il giornalismo, soprattutto in internet. E se
tutto questo rimane sacra l’indipendenza del giornalismo. Ecco perché il criterio per l’accesso a questi incentivi non devono essere i contenuti, ma le strutture e le condizioni quadro. Una possibilità sarebbe procedere attraverso una fondazione, come proposto dalla Commissione federale dei media (COFEM) a inizio settembre. Purtroppo però il Consiglio federale ha bocciato l’istituzione di una fondazione del genere. Mancando, ancora una volta, di coraggio.
Base legale per la promozione della stampa giornalistica online Il rapporto dell’UFCOM evidenzia anche che riguardo ai media online ci sarebbe più margine di manovra di quanto non ne voglia sfruttare il Consiglio federale (Art. 93 CF). Invece di aspettare ancora discutendo su eventuali nuove definizioni del servizio pubblico, qui serve un modo di procedere più aggressivo e una posizione un po’ più aperta verso il potenziale di internet: non basta il piccolo contentino attraverso una minore imposta sul valore aggiunto; qui serve una legge che renda possibile incentivare i media giornalistici online sulla base della nostra Costituzione. Il passaggio ad un sostegno diretto della stampa per tutta la categoria potrebbe essere una soluzione. L’Alleanza per una politica mediatica democratica invita il Parlamento, gli specialisti e l’opinione pubblica a intraprendere finalmente un serio dibattito sul futuro del nostro sistema mediatico.
lot ta alla disinformazione
Sorprendente Mosca
Il luogo della conferenza annuale della Federazione europea dei giornalisti (EJF) è stato piuttosto dibattuto. Il sindacato syndicom ha lanciato una denuncia contro la propaganda mediatica di guerra in Russia e in Ucraina. Roman Berger* La Russia non gode di una buona fama presso la stampa in Occidente. La politica del presidente Putin in Ucraina è messa alla gogna. Tanto più ha sorpreso la decisione della Federazione europea dei giornalisti di tenere la propria conferenza annuale intitolata “Giornalismo in tempi di conflitti” proprio a Mosca. Diversi tra i circa 60 sindacati e associazioni giornalistiche associati alla EJF hanno boicottato la conferenza per protesta. Tra gli altri, sono mancati a Mosca i sindacati dei giornalisti dell’Ucraina, della Polonia, della Repubblica Ceca e l’associazione dei giornalisti tedeschi. Sono sorte delle domande anche riguardo al sindacato russo dei giornalisti (RUJ): quanto indipendente può essere un sindacato dei giornalisti in un paese dove molti sindacati sono ancora di stampo “sovietico”, dunque in diretta dipendenza dallo Stato e incapaci di rappresentare i diritti dei lavoratori? “i giornalisti non sono soldati“ Tuttavia il RUJ ha sorpreso con il suo atteggiamento critico verso il Cremlino. Esso ha condannato duramente “la libertà di stampa in rapida dissoluzione in Russia”. Essi hanno continuato informando che numerose nuove leggi mirerebbero a soggiogare al controllo statale i pochi media e portali internet ancora indipendenti. Il RUJ ha preso le distanze anche dalla guerra d’informazione in Russia e in Ucraina: “I giornalisti non sono soldati”. Il RUJ ha anche affermato di venire fortemente attaccato da membri governativi a causa del proprio atteggiamento critico e indipendente. Il sindacato russo dei giornalisti che conta circa 50.000 membri ha aderito alla EJF soltanto due anni fa. “Prima all’interno
abbiamo dovuto superare dei dubbi riguardo al fatto che l’EJF fosse soltanto un satellite della burocrazia UE”, ecco le parole della portavoce del sindacato, Nadezda Azhgikhina. Insieme alla Russia hanno aderito alla EJF anche i sindacati dei giornalisti della Bielorussia, dell’Ucraina e dell’Azerbaigian. I giornalisti dell’Europa occidentale a Mosca hanno anche imparato che in Russia non vige un semplice deserto mediatico prosciugato dal regime. “Nel mio paese a livello locale esistono ancora molte piccole oasi di Glasnost (apertura, ndr)”, commenta la Azhgikhina. Tuttavia il prezzo che i giornalisti pagano per questa libertà è molto alto. Negli ultimi vent’anni ne sono stati uccisi a dozzine. Contro una propaganda mediatica di guerra e contro la disinformazione Su iniziativa di syndicom a Mosca è stata approvata all’unanimità una mozione che condanna la propaganda mediatica di guerra in Russia e in Ucraina. La dichiarazione solidarizza con gli operatori di stampa di entrambi i paesi, i quali lottano per la propria indipendenza. Tutta la stampa del mondo è colpita dalla disinformazione che circola in merito alla corrispondenza sul conflitto in Ucraina. “Noi andiamo là dove ci sono problemi”, così Ricardo Gutierrez ha motivato la scelta di Mosca come luogo per la conferenza. Il segretario generale della EJF ricorda che alcuni anni fa la conferenza annuale si è tenuta a Istanbul. Nel paese Nato Turchia allora erano stati incarcerati oltre 40 giornalisti, soltanto perché avevano adempiuto ai loro doveri di giornalisti.
* Roman Berger è l’ex corrispondente da Mosca del “Tages Anzeiger”.
LE DONNE NELLA STAMPA
Merce non abbastanza preziosa da passare nei media?
Si sapeva che il trattamento mediatico riservato alle donne – già poco visibili – il più delle volte si riduce a stereotipi grossolani di mera apparenza. Ora due ricerche rivelano che in Europa esse occupano a malapena il 30% dei posti di comando nei mass-media. Yves Sancey Lo scorso 21 ottobre la Camera dei Lords ha invitato Karen Ross, Professoressa di mezzi di informazione all’Università
di Northumbria, a presentare le sue ricerche nell’ambito di un’inchiesta sulla rappresentazione e proporzione delle don-
ne nella stampa. Lo studio rivela che gli uomini dominano i posti di comando in molti grandi organismi mediatici euro-
pei. Nel 2012, le donne in effetti occupavano uno scarso 32% dei seggi negli organi decisionali più alti nei media dell’UE. Inoltre, una percentuale ancora più bassa di donne è rappresentata nelle posizioni più alte, come quelle dei direttori generali (16% a livello strategico). In altre ricerche condotte nel quadro del Progetto mondiale di monitoraggio dei media (GMMP) 2010, viene evidenziato che le donne rappresentano
soltanto il 24% delle persone viste, lette o ascoltate nei mezzi d’informazione. Sebbene questa percentuale sia aumentata del 7% in quindici anni, il tasso di progressione ci indica che per vedere le donne rappresentate in maniera paritaria nei media bisognerà aspettare almeno fino al 2050. Allo stesso tempo il rapporto del GMMP 2010 ha messo in luce che se le donne rappresentano il 44% › continua a pag. 14
8 | Diario di viaggio La via della stampa biografia
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
due giovani all’avventura
Il paradiso cinese degli stampatori © ET
Il viaggio alla scoperta di calligrafi e stampatori prosegue. In Cina, nella città di Shenzhen, scopriamo una base internazionale per gli stampatori. Qui gli artisti hanno a disposizione macchinari costosissimi, alloggi gratuiti e tecnici in grado di soddisfare ogni richiesta. Andrea Ventola* Cosa ne pensi di questo spazio artistico?
Ingrid Ledent nasce nel 1955 a Brasschaat in Belgio. Dal 1973 al 1978 studia incisione all’Accademia Reale delle Belle Arti di Anversa per poi specializzarsi in litografia presso lo studio di Rudolf Broulim dell’Accademia delle Arti Applicate di Praga. Nel 1981 ottiene il master in litografia ad Anversa e tre anni dopo inizia a insegnare all’Accademia Reale. I suoi lavori fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private sia in Belgio che all’estero. www.ingridledent.be www.guanlanprints.com/en
Al distretto di Guanlan ci arriviamo dopo la solita trafila di metropolitane, taxi e autobus. Quando finalmente siamo alla Guanlan Original Printmaking Base capiamo di essere nel paradiso degli stampatori. Nel 2006, nel corso di un progetto di tutela di antichi villaggi, il governo cinese decise di promuovere un’iniziativa artistica presso il villaggio di Guanlan: qui viveva uno dei più noti stampatori cinesi, Chen Yanqiao, così il governo optò per trasformare il villaggio Hakka, vecchio più di trecento anni, in un laboratorio artistico. Da allora sono stati coinvolti più di quattrocento artisti, i quali hanno contribuito, con i loro lavori, a creare una collezione di 31.200 opere. Oggi la Guanlan Printmaking Base è divenuta un’attrattiva turistica internazionale, contando all’attivo più di tre milioni di turisti, oltre ad ospitare quattro Biennali della Stampa e cinque forum accademici. Dopo aver visitato il villaggio ci rechiamo al Print Workshop, un enorme laboratorio diviso in 4 aree destinate alla xilografia, all’incisione su metallo, alla litografia e alla serigrafia. Qui conosciamo Ingrid, artista stampatrice belga, presente in qualità di membro della giuria internazionale della quarta Biennale. Nonostante gli impegni, Ingrid ci concede una rapida intervista.
Grazie del tuo tempo, Ingrid. Sappiamo che sei molto occupata.
Come rappresenti questo concetto dal punto di vista grafico?
Sì, devo costantemente stare alla pressa. Vorrei terminare le nuove stampe legate alla tematica del tempo, un argomento che mi sta molto a cuore, prima di lasciare il centro.
Disegno delle texture sulla pietra, successivamente riproduco con la fotolitografia immagini della mia pelle e scandisco il tempo con delle linee sovrapposte. La stampa è parte del contenuto e il contenuto è parte del concetto.
Puoi spiegarci di cosa si tratta? Ho iniziato a lavorarci dopo aver letto “La Durée” di Henry Bergson. Bergson critica la visione newtoniana del tempo, un’analisi meccanica per la quale il tempo è costituito di attimi perfettamente identici, reversibili, misurabili e calcolabili. Per Bergson il tempo è invece associato alla vita reale e dipende dalla natura del soggetto, dalla qualità della vita, ed è costantemente correlato al passato, come un gomitolo di lana che si ingrossa a causa della somma delle esperienze passate e di quelle presenti.
I colori usati da Ingrid sono il bianco-nero e il rosso mattone, colori che Ingrid dice di avere dentro di sé. Le sue opere non sono mai uguali: parte da una base comune, stampa una serie di litografie, le lascia riposare, le rielabora, aggiunge dei dettagli a una, applica dei video a un’altra, alcune le trasforma in oggetti tridimensionali...
È più importante il contenuto o la tecnica? Puoi avere un’ottima tecnica,
ma senza un contenuto valido la tua opera non vale niente. Nella stampa sono necessari entrambi ma tra un’opera realizzata male con un contenuto valido e un’altra vuota ma ben fatta, scelgo la prima.
Come vedi lo sviluppo artistico della stampa oggi? Vi è una rinascita della stampa: ho più studenti oggi rispetto a vent’anni fa, nonostante questa sia l’era tecnologica. Credo ci possa essere un buon mix tra le due cose.
Il concetto di villaggio per stampatori non è nuovo, in Belgio ne abbiamo uno simile anche se le dimensioni e la qualità dei servizi non sono comparabili. Questi macchinari provengono da ogni parte del globo e sono della più alta qualità: c’è addirittura una pressa americana per xilografie della quale ne esistono solo sedici esemplari al mondo. Ogni macchinario è gestito da almeno un tecnico altamente specializzato, il cui ruolo è esclusivamente quello di assistere gli artisti residenti. Il materiale è gratuito, insieme ai pasti e all’alloggio in una casa tradizionale Hakka. Abbiamo addirittura un autista qualora volessimo spostarci, ma questo posto trasmette un profondo senso di pace, circondato da stagni di loto, foreste di bambù e campagna, che risulta difficile lasciarlo.
Cosa vogliono in cambio di questi servizi? Invitano artisti famosi per farsi un nome, stanno costruendo un enorme museo dedicato alla stampa e agli artisti chiedono 10 stampe di ogni soggetto prodotto durante la permanenza alla Printmaking Base.
Hai grandi clienti? Lavori per brand importanti?
Salutiamo Ingrid con l’auspicio di rincontrarla a settembre in Belgio, per una visita guidata in una delle città artistiche più dotate al mondo. Anche se la Cina, dopo questo piccolo assaggio, non sembra essere da meno.
No, vendo pochissimo e quello che vendo non è commerciale. Insegno e mi occupo dei miei progetti senza cercare di renderli vendibili.
* Andrea Ventola è giornalista indipendente, ha collaborato per la rivista Ticino Passion e per la Rivista di Lugano.
Foto: Elena Turienzo
Ritratto Diritto | 9
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 Alessandro Bianchi, designer in comunicazione visiva, 23 anni
«Co-working soluzione perfetta»
Il percorso formativo e professionale di un giovane freelance. “All’inizio non sapevo bene cosa fare... visto che la maggior parte degli studenti cambia poi totalmente settore. Mi sono quindi lanciato nel campo del design con una buona dose di curiosità e motivazione che mi hanno portato a tentare l’avventura attuale”. Giovanni Valerio* syndicom: Dove hai svolto la formazione? Alessandro Bianchi: Ho iniziato
domi anche all’ambito mobile, che in Ticino non ha ancora mercato come altrove. Lavoro a Balerna in uno spazio condiviso con altri 3 indipendenti. Ho subito capito che il co-working per un freelance agli inizi è la soluzione perfetta: hai la possibilità di imparare da persone con più esperienza, anche per quanto riguarda burocrazia e amministrazione, hai la possibilità di collaborare e condividere i progetti, di stringere amicizie, e, dal lato finanziario, di risparmiare sull’affitto.
al CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche) nella sezione “Design in comunicazione visiva”, della durata di quattro anni. Si trattava di un progetto-pilota in cui si fondevano competenze di grafica e di design, con compiti interdisciplinari, che spaziavano dai lavori di grafica tradizionali a progetti 3D. Inizialmente, non avevo un’idea chiara di cosa mi sarebbe piaciuto approfondire in futuro. Tuttavia, essendo appassionato di web da sempre, verso gli ultimi due anni mi son profilato sempre di più in quella direzione. Ho quindi scoperto l’esistenza del corso SSS_AA (Scuola Specializzata Superiore Arti Applicate) in grafica digitale web e mi sono iscritto per approfondire le mie conoscenze.
Cosa ti è piaciuto nel complesso? In special modo, i vari workshop del CSIA, che davano l’occasione di imparare da veri maestri di grafica e design. Mi piaceva proprio il fatto di spaziare a 360°, fare lavori di fotografia, grafica, 3D, motion, in modo anche abbastanza approfondito, anche se, chiaramente, oggi mi occupo solo di alcune cose...
La scuola ti ha preparato per il mondo del lavoro? Penso che le scuole in generale preparino sicuramente alla teoria, a conoscere i programmi, a svilup-
© FL AVIA LEUENBERGER
Quanto guadagni?
pare un buon “occhio”, ma solo in parte alla pratica del lavoro. Ci sono alcune lacune abbastanza gravi su tutto ciò che riguarda il valore del lavoro, le tariffe, il contratto… che la scuola non colma semplicemente perché crede che gli studenti che faranno i freelance siano soltanto una minoranza. Altre lacune sono colmate dagli stage formativi. E, chiaramente, per tutto il resto ci vuole curiosità, per imparare quello che la scuola non insegna.
Che cosa hai fatto alla fine degli studi? Prima 3-4 mesi di stage alla Posi-
tioner, agenzia di web specializzata in hospitality, esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di vedere come si lavora in una ditta con molti collaboratori. In un altro stage, di 6 mesi, ho avuto invece una pessima esperienza, a causa di mobbing, contratti e orari di lavoro inaccettabili. Infine, ho collaborato con una ditta che fin dai tempi della scuola mi ha permesso di svolgere alcuni lavori, la Cryms, esperienza positiva che continua anche oggi. Da ottobre lavoro come indipendente (www. abianchidesign.info), occupandomi di grafica, siti web e affaccian-
Dipende dal carico di lavoro, potrò valutare unicamente sul lungo periodo. L’attività è partita solo da ottobre, i primi mesi ho guadagnato chiaramente poco, abbastanza comunque da coprire le spese.
Consigli il tuo percorso di studi ad altri? Se una persona sente dentro di sé il bisogno di lavorare in questo settore, non ha bisogno di essere consigliato. Suggerisco comunque a chi inizia di essere sicuro perché la maggior parte degli studenti, al contrario di quanto ci fanno credere, cambia totalmente settore alla fine degli studi. Altri diventano freelance. Consiglio inoltre di essere curiosi, di spingersi oltre quanto viene insegnato, di collezionare stage e esperienze (positive si spera…), di avere il coraggio di buttarsi, provare e rischiare, e di non fer-
marsi alle prime difficoltà o a un periodo senza lavoro o di disoccupazione.
Perché sei diventato membro syndicom? Dal terzo anno di CSIA, per gli incentivi che vengono dati agli studenti. Finita la scuola e fatta l’esperienza negativa di stage, syndicom mi ha aiutato a vedere più chiaramente la situazione e capire che era il caso di “scappare” da quell’azienda.
Sei soddisfatto dei servizi di syndicom? In generale, sì. Dal punto di vista di eventi, corsi e momenti di scambio organizzato, secondo me bisognerebbe spingersi anche sui nuovi media, oltre alla grafica tradizionale, e quindi su una visione più poliedrica della comunicazione visiva.
Cosa può fare un sindacato per i giovani? Per gli studenti bisognerebbe trovare progetti dedicati anche per sensibilizzare sul valore del lavoro, tariffe minime eccetera... cosa che ora syndicom sta facendo per i neo-imprenditori...
Pensi che sia importante che gli studenti o gli apprendisti siano organizzati sindacalmente? Per gli studenti penso che si faccia poco anche perché non ne necessitano, ovviamente. Gli apprendisti invece hanno bisogno del sindacato per difendere i propri diritti ed esserne quanto meno a conoscenza.
* Giovanni Valerio è giornalista freelance.
Riduzione delle vacanze in caso d’impedimento al lavoro Ho un impiego con tasso d’occupazione al 100% e quest’anno, avendo dovuto subire due interventi chirurgici, mi sono ritrovato più volte in una situazione d’incapacità lavorativa. Durante il periodo di Natale volevo prendere i giorni di vacanza che mi sono rimasti; il datore di lavoro mi ha tuttavia fatto presente che in seguito alle assenze di quest’anno mi verranno ridotti in proporzione i giorni di vacanza. È lecito farlo?». Le vacanze servono a rigenerarsi dal lavoro. Pertanto, come espresso anche dalla legge, il diritto alle vacanze aumenta in relazione al lavoro prestato. Viceversa, ogni periodo di lavoro venuto meno riduce in linea di massima il diritto alle vacanze. Questa tematica è disciplinata all’articolo 329b del Codice svizzero delle obbligazioni (CO), che fa la distinzione, tra le altre cose, tra impedimento al lavoro “per propria colpa” o “senza colpa”. Come principio vale la regola
seguente: se il lavoratore non può lavorare per più di un mese, può vedersi ridurre di un dodicesimo la durata delle vacanze annue cui ha diritto. Il capoverso due dell’articolo menzionato prevede invece un privilegio in caso d’impedimento senza colpa (come può essere ad esempio la malattia). L’impedimento al lavoro senza colpa non provoca infatti alcun tipo di riduzione dopo il primo mese. Solo a partire dal termine del secondo mese d’impedimento subentra una riduzione pari a un dodi-
cesimo della durata delle vacanze annue cui ha diritto il lavoratore per ogni mese completo di assenza. L’impedimento non deve essere per forza concentrato in un’unica occasione; le assenze vengono sommate indipendentemente dal motivo dell’impedimento. Poiché un impedimento al lavoro va considerato solo nel momento in cui si verifica in un giorno lavorativo, il concetto di mese ai sensi della legge non può fare riferimento a un mese civile ad esempio di 30 giorni. Fanno dunque stato i
soli giorni lavorativi di un mese, laddove per prassi si considerano 21,75 giorni lavorativi al mese. Ciò significa che con un’assenza di 21,75 giorni lavorativi si è già in presenza di un mese completo ai sensi dell’articolo 329b del CO. Si calcolano solo i mesi completi, le frazioni di mese non vengono conteggiate. In caso di capacità ridotta al lavoro, per esempio del 50%, il termine di attesa si proroga in modo corrispondente. In questo esempio, la riduzione di un dodicesimo subentra dopo quattro mesi d’incapacità parziale al lavoro, poiché solo allora viene meno un secondo mese intero di lavoro. La riduzione si determina sui giorni di assenza nell’anno corrente. Con l’inizio di un nuovo anno di servizio, il lavoratore ha diritto a nuovi termini di attesa ai sensi dell’articolo 329b del CO. Nel suo caso ciò significa che per i primi 21,75 giorni di malattia non deve temere alcuna riduzio-
© Z VG
punto e dirit to
Néomie Nicolet MLaw, avvocatessa ne dei giorni di vacanza. Se invece l’assenza si è protratta di almeno altri 21,75 giorni di lavoro, la durata delle vacanze verrà decurtata di un dodicesimo, ossia 1 giorno e 2/3 a fronte di un diritto a 4 settimane di vacanze all’anno. E si ridurrà di altri 1 giorno e 2/3 per ogni ulteriore mese completo passibile di detrazione. Le delucidazioni fornite si applicano ai rapporti di lavoro assoggettati al Codice delle obbligazioni, ma non a un CCL. Il CCL può infatti prevedere deroghe al CO.
10 | Sindacato Pensionati
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
le proposte per il 2015
Un ricco programma… un gruppo di amici!
Riunioni, seminari, gite, formazione, incontri conviviali e molto ancora: su questi binari si è sviluppata l’attività 2014 del Gruppo Pensionati Ticino e Moesano di syndicom. E il programma del prossimo anno promette bene! Gabriele Castori* La ricca miscela di eventi organizzati nel 2014 ci ha permesso già in febbraio di parlare della nostra salute con il dr. Pio Fontana in un incontro molto partecipato e seguito. L’assemblea ordinaria, assolti i temi statutari, ci ha regalato un incontro speciale con lo scrittore Alberto Nessi: oltre un’ora ad ascoltarlo come bambini, rapiti dalle sue storie che sono le nostre storie… A Comano, presso gli studi televisivi della RSI abbiamo passato un pomeriggio a contatto con una realtà che entra ogni giorno nelle nostre case. Dopo la pausa estiva ecco le gite: quella dei pensionati, a Grazzano Visconti e, per chi lo desiderava, quella degli attivi a Bergamo. Due opportunità per tuffarsi per alcune ore in visite appassionanti e menu succulenti… Il corso di Excel ci ha permesso di ritornare sui banchi di scuola e sperimentare, fianco a fian-
co, la fatica e il piacere dell’imparare. Infine l’Agriturismo al Cairello di Manno ci ha accolto ancora una volta per il rito della castagnata, invero condita con ottimi salumi bagnati da un buon vino.
Il programma 2015 Il Comitato sta già da tempo lavorando per preparare il programma per l’anno nuovo, con proposte che non facciano rimpiangere quelle precedenti… Obiettivo non sempre facile ma per il quale l’affiatata squadra non si risparmia. Prossimamente sul giornale sindacale e sul sito dei pensionati potrete trovare il programma completo: vi lasciamo il piacere della sorpresa… ma qualche anticipazione ve la dobbiamo! Dunque, la gita dei pensionati (27 maggio 2015) sarà l’opportunità per rivisitare quella che per molti rappresenta una favola: andremo a Brescello in provincia di Reggio Emilia a incon-
trare Peppone e Don Camillo visitando il Museo che vuole ricordare la loro epopea. La gita attivi (6 settembre 2015) si terrà sul “Bernina Express” che ci porterà, attraverso un paesaggio incantevole, da St. Moritz a Tirano. Il 24 marzo a Bioggio è prevista l’Assemblea ordinaria con ospite lo storico Gabriele Rossi, della Fondazione Pellegrini-Canevascini, che ci racconterà aneddoti della storia di lavoratori e lavoratrici. Una novità sarà rappresentata dalla possibilità, per un gruppo di 20 persone, di partecipare alla trasmissione televisiva “Piattoforte”, prevista per il 6 maggio 2015. Per quanto riguarda i corsi informatici potrete fare capo alle proposte della Fondazione Ecap Ticino. Altri eventi completeranno il programma e sicuramente sarete sorpresi di alcune proposte che stiamo elaborando…
Il piacere di stare assieme, il valore della solidarietà Il programma delle attività è un contenitore ricco e variegato ma i veri protagonisti siete voi, care colleghe e cari colleghi! Il partecipare ai diversi eventi ha regalato e regalerà momenti di serena convivialità, un modo per rafforzare antiche amicizie e farne di nuove, un’occasione per ricordare “come eravamo”. Ma non solo, anzi, le occasioni d’incontro sono anche opportunità per tenerci aggiornati, per arricchirci, per fare nuovi progetti, consapevoli che la Terza Età ha un peso in questo nostro Paese, un peso che possiamo giocare a favore dei nostri figli, dei nostri nipoti, delle lavoratrici e dei lavoratori tutti, oggi confrontate/i con grandi problemi. Noi possiamo dare loro una mano solidale, è importante! Siamo ai saluti… così cogliamo l’occasione delle prossime Festività per esprimervi i nostri sentiti auguri. Auspici che vogliono
Comunicato redazionale All’attenzione di tutte le colleghe e i colleghi. Eventuali contributi ed immagini che desiderate pubblicare sul nostro sito sono da inviare tramite e-mail a: ernesto.fenner@bluewin.ch oppure a gabri.castori@gmail.com L’indirizzo di contatto che appare sempre in basso a destra nell’ultima pagina del nostro giornale Contatto e-mail: redazione@pensionati.ch da subito non è più valido. Grazie per la vostra attenzione Ernesto Fenner
essere specialmente per quelle colleghe e quei colleghi confrontati con preoccupazioni particolari e con problemi di salute. Buon Natale e Buon Anno a tutte e tutti e un caro saluto da parte di chi scrive e da Franco Caravatti, Gianni Chopard, Ernesto Fenner, Giannino Franscini e Fedora Soldini membri del Comitato!
* Gabriele Castori è presidente del Gruppo Pensionati syndicom Ticino e Moesano.
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Tra una castagna e... l’altra
La buona tradizione non è stata smentita! Il nostro Gruppo si è trovato martedì 4 novembre per la tradizionale castagnata all’Agriturismo “al Cairello” di Manno per terminare in compagnia l’attività sezionale del corrente anno. Oltre una trentina le colleghe e i colleghi che con entusiasmo hanno risposto presente. Dopo aver gustato un’ottima tagliata, ecco che arriva la regina autunnale: la castagna! Il nostro Presidente, durante la parte culinaria, si è rivolto brevemente ai presenti ringraziandoli per la loro partecipazione, non solo per quella alla castagnata, ma anche per quelle evidenziate
durante tutto l’arco dell’anno. Ha illustrato in linea di massima il programma attività 2015 ancora in cantiere e sottolineato l’importanza di recarsi alle urne per la votazione federale di fine novembre. La nostra segretaria Barbara Bassi ha fatto capolino durante la merenda e porto i suoi saluti ai baldi giovanotti e signorine. Il pomeriggio è terminato con gli abituali scambi di idee non solo sindacali, ma anche a livello politico, culturale e, perché no, sportivo. Ernesto Fenner
Comitato nazionale 2014 Gruppo Pensionati a Solet ta Per la nostra sezione era presente il collega Gianni Chopard. I temi affrontati spaziavano dall’annoso problema della mancata concessione del rincaro sulle pensioni delle ex regie federali (a tal proposito è stata preparata una risoluzione), all’armonizzazione delle quote mensili, al recapito di uno scritto centralizzato ai nuovi pensionati adattato alle esigenze di ogni sezione e a numerose questioni di carattere amministrativo. Al termine dei lavori una collega del luogo si è gentilmente messa a disposizione per farci da guida in un giro molto interessante del centro storico e altre panoramiche cittadine. Gianni Chopard
Attualità Ticino | 11
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 in prospet tiva
let tera di un let tore
Formazione e riconversione In questo periodo di disoccupazione strutturale e di (prossima) restrizione d’entrata di mano d’opera qualificata proveniente dall’estero, la bacchetta magica per risolvere la formazione dei lavoratori è stata agitata più del necessario. “Poiché vedete, l’adeguamento tra il fabbisogno di competenze eccellenti da parte delle imprese e le qualifiche professionali che contraddistinguono un buon numero di salariati non è davvero ottimale” hanno abilmente osservato alcuni datori di lavoro, divenuti attenti a questo problema la sera del 9 febbraio. Perbacco! Presto non sarà più possibile sfruttare gli ingegneri dotati di un’ottima formazione conseguita in Europa, di cui l’economia svizzera ha bisogno per trarre i suoi profitti. Ci si dovrà accontentare dei disoccupati di prima mano. Rimane allora da definire il “buon adeguamento” della formazione da inculcare loro. Alla fine della seconda guerra mondiale, in piena ricostruzione dell’Europa, le imprese avevano bisogno di qualifiche ben al di là delle formazioni di base vantate dai lavoratori di allora. Esse assumevano chiunque dando ai lavoratori, di cui avevano bisogno, la “giusta” formazione all’interno dell’azienda, poi cercavano di fidelizzarli per mettere a frutto il loro investimento. Era l’epoca “dell’ingaggio di sottoqualificati” e della piena e massima occupazione. Anche lo Stato aveva fatto la sua parte investendo grandi mezzi nella democratizzazione degli studi, resa ancor più necessaria dall’avvento di tecnologie sempre più competitive e complesse da applicare. In seguito le formazioni impartite hanno progredito senza fermarsi, al punto da superare i bisogni delle imprese fin dai “Trent’anni gloriosi” e dal primo choc
petrolifero. Numerosi dipendenti dispongono ormai di qualifiche importanti, di cui i datori di lavoro utilizzano solo una parte, alimentando così una concorrenza qualitativa fra i lavoratori. In effetti, le imprese assumono logicamente i migliori, tra quelli che offrono le loro prestazioni, quindi gli altri devono ripiegare su impieghi meno qualificati. È il periodo “dell’ingaggio di sovraqualificati”, gente “troppo” formata che viene assunta per fare meno di quello che sa fare, sfociando, di fatto, in una “dequalificazione nell’impiego”. Questo fenomeno alimenta una disoccupazione strutturale dei salariati con livelli professionali inferiori, durevolmente respinti dal mercato del lavoro, poiché i “loro” posti non qualificati sono monopolizzati da dipendenti sovraqualificati che non hanno trovato un lavoro adeguato alle loro conoscenze. Una politica sistematica di formazione dei disoccupati può dunque ricollocare alcuni di loro a livelli superiori, i quali andranno poi a fare concorrenza agli altri dipendenti e forse a prendere il loro posto, mandandoli a loro volta in disoccupazione e poi a formarsi e a ritornare nel circuito… Paradossalmente una soluzione a tale dilemma resta la… formazione. Non il semplice perfezionamento professionale, che permette solamente di rimanere competitivi nella propria professione, bensì un riciclaggio completo per occupare i futuri posti di lavoro creati al fine di rispondere ai nuovi fabbisogni della società, nei servizi e nella cura alle persone, o nella salvaguardia dell’ambiente. Allora sì, una politica ambiziosa di riconversione deve essere messa in opera… quella dell’economia.
Michel Schweri
Spettabile redazione di syndicom, vi scrivo in merito all’articolo apparso sul vostro giornale del 7 novembre 2014 in cui il responsabile regionale segnalava alcuni problemi relativi ai turni degli impiegati presso gli Imprenditori Autopostali e invitava a segnalare qualora vi fossero delle situazioni di difficoltà. A seguito di quell’articolo ho deciso di scrivere al giornale per spiegare la situazione difficile in cui io e i miei colleghi ci troviamo. Problemi che stanno purtroppo diventando cronici nel nostro team e che generano non pochi malumori. Leggendo il bollettino diramato dalla nostra azienda sono stato tristemente colpito dalla sezione riguardante la soddisfazione del personale. Ho appreso infatti che rispetto la già deludente media nazionale del 71%, in Ticino il benessere degli impiegati delle autopostali si rivela attorno ad un ancor più insoddisfacente 58%. Non mi stupiscono però questi allarmanti dati. Sentendomi solidale e partecipe con il disappunto dei miei colleghi mi sento di rendere pubbliche le mie impressioni, in fede anche della dedizione che credo di aver dimostrato in questi molti anni nei riguardi dell’azienda stessa, nella speranza che possano servire per trovare una soluzione a questi problemi. Inoltre, sono convinto che migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti possa giovare non solo agli autisti stessi ma anche al benessere strutturale dell’Azienda. La pianificazione lavorativa dell’anno corrente comporta, per gli autisti, un carico non sostenibile a lungo termine. Abbiamo una rotazione di 24 turni, con tempi di impiego troppo lunghi, la maggior parte dei quali raggiunge addirittura le 12-13 ore di presenza, senza riuscire però ad ottenere le 7 ore giornaliere richieste da contratto. Senza disquisire sui tempi d’impiego, poiché permesse dalla LDL, il problema è il non riuscire ad accumulare ore effettive di lavoro, che tradotti in giorni di libero ci permetterebbero un salutare recupero psicofisico. Sembra quasi impossibile che dopo un turno diluito nell’arco di un’intera giornata non si riesca a raggiungere le ore lavorative richieste. Oltre a questi problemi che danneggiano evidentemente il benessere dei lavoratori, serpeggia un pesante malcontento tra gli autisti dovuto al non sentirci sostenuti e difesi dalla nostra azienda quando siamo attaccati in modo violento e ingiustificato da qualche cliente facinoroso. Senza dilungarmi ulteriormente, sebbene ci sarebbero sicuramente altre importanti questioni che mi piacerebbe discutere, vi ringrazio e spero che questo mia lettera possa servire ad unire le forze e migliorare insieme la critica situazione. Cordiali saluti Un conducente*
*nome noto alla redazione
appuntamenti
Cinquantesimo anniversario Centro del bel libro ascona
Il Centro del bel libro di Ascona – l’unica istituzione di formazione professionale per legatrici e legatori di libri in Svizzera – festeggia “l’anniversario d’oro“ e nel 2015 compie 50 anni. Questo importante giubileo sarà festeggiato con una manifestazione di due giorni: venerdì 29 maggio 2015 e sabato 30 maggio 2015, giorno in cui si terrà la cerimonia ufficiale. Contemporaneamente alla cerimonia del sabato, avrà luogo la premiazione del concorso per la gioventù della “Stiftung zur Förderung des Bucheinbandes” con partecipanti dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Austria. In concomitanza, presso la Casa Serodine di Ascona sarà possibile visitare la mostra fotografica sui 50 anni di fondazione, con fotografie assolutamente inedite. La Mostra rimarrà aperta fino a metà giugno 2015.
Syndicom - il giornale vi augura buone feste dandovi appuntamento a gennaio 2015
12 | Ticino Cultura
Un’altra storia Wu Ming «Te lo si conta noi, com’è che andò. Noi che s’era in Piazza Rivoluzione». Quando Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina... Petra Demarchi L’armata dei sonnambuli è il nuovo romanzo del collettivo di scrittori itaQuesta rubrica viene riproposta con appuntaliani Wu Ming, e il secondo romanzo menti regolari. L’intento è di suggerire delle di quello che i Wu Ming chiamano il scrittrici e degli scrittori intriganti e intelligenti “Trittico Atlantico”, progetto che precapaci di avere uno sguardo “diverso” sulla vede la realizzazione di tre libri, tutsocietà, la storia e l’economia. Suggerimenti per ti ambientati negli ultimi trent’anchi volesse inserire nella propria biblioteca casani del XVIII secolo, su entrambe le linga opere grintose o a volte un po’ ai margini... sponde dell’Oceano Atlantico. Intorno a ciascun libro si va sviluppando Del collettivo bolognese Wu Ming avevo già una serie di racconti, eventi e spetscritto su syndicom - il giornale l’anno scorso. tacoli teatrali-multimediali, come la Ora l’occasione di vederli dal vivo, questa presentazione e il concerto organizsera, venerdì 19 dicembre, al Csoa Il molino di zati al centro sociale all’ex macello Lugano dove presenteranno il loro nuovo libro: di Lugano. Wu ming, l’armata dei sonnambuli, Le opere dei Wu Ming, pubblicaeinaudi stile libero, torino, 2014 te sotto licenza Creative Commons 792 pagine e scaricabili interamente dal loro sito ufficiale www.wumingfounda“Il romanzo del Terrore di Wu Ming. tion.com, rendono visibili le pieghe L’opera più ambiziosa, punto d’arrivo della storia – quelle che danno fastidi un percorso ventennale”. dio, quelle che stimolano i conflitti, quelle che creano memoria e che il Potere ha astutamente rimosso – per raccontare al mondo nuove diversità, creando leggende e dando alla luce nuovi tipi di eroi popolari. Nuovi bagliori per assaltare l’omologazione culturale, i pregiudizi storici e le perversioni razziste: racconti altri per contrastare chi devasta vite e territori. Questo loro, in ordine di tempo, ultimo romanzo “L’armata dei sonnambuli”, comincia nel 1793, giorno in cui Luigi XVI, deposto re di Francia, incontra Madama Ghigliottina. È il tempo della Rivoluzione francese, un periodo di radicale e a tratti violento sconvolgimento sociale, politico e culturale. In una Parigi di notti senza luna, “ogni spinta doveva portare il mondo più lontano dal vecchio ordine, ogni paradosso andava reso più stridente, ogni contrasto doveva acuirsi” [p. 210]. Orde di uomini bizzarri ne riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini. Un uomo in maschera si aggira sui tetti, un eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria, oggi schiacciata da un nuovo potere. E sarà proprio l’altra metà del cielo a riconquistare spazi e parole, a raccontare le sue storie. Quello stesso “popolo di Parigi specchio dell’intera città: ricchi e poveracci, rivoluzionari veri e farlocchi, zotici e uomini di spirito” [p. 242], che finirà uniformato nelle grandi divisioni manichee – brissottiane contro repubblicane – con la consueta, irremovibile, perversa volontà del (di un) potere di unificare, omologare, reprimere, disciplinare. La presentazione del libro è seguita da un concerto degli stessi scrittori, che in questo caso poseranno le “penne” per imbracciare altri strumenti... musicali. L’idea che mette assieme il gruppo è proprio quella di superare la classica formula = scrittore che legge i suoi testi + musicisti che suonano i loro strumenti. L’obiettivo è quello di produrre “canzoni declamate”, con scarne linee vocali. Dopo alcuni mesi di esperimenti, tra garage e sale prove di fortuna, nasce così Wu Ming Contingent i cui testi provengono dalla rubrica Wu Ming Wood, scritta da Wu Ming per il mensile GQ tra il 2010 e il 2012: brevi biografie maschili (da Peter Kolosimo a Socrates, da Mobutu a Gaetano Bresci) usate in maniera pretestuosa per parlare d’altro.
cineoltre
I “re del fumo” contro tutti L’appassionante documentario SmoKings, coprodotto da RSI e dalla ticinese Ventura Film, racconta la (stra)ordinaria resistenza alla globalizzazione di una delle ultime manifatture di tabacco italiane.
©INDYC A
lo scaffale
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014
“Nel 2014 tutto il mercato italiano è controllato dalle multinazionali del tabacco… Tutto? No! Una fabbrica del Torinese, guidata da due irriducibili fratelli, resiste ancora e sempre all’invasore. E la vita non è facile per le guarnigioni di avvocati delle multinazionali…”. La storia della Yesmoke, piccola fabbrica italiana di sigarette, somiglia davvero a quella degli irriducibili Galli dei fumetti di Asterix e Obelix. Anche qui, abbiamo una coppia di eroi. La pozione magica è però una sigaretta prodotta con tabacco di qualità, senza additivi chimici, con filtri biodegradabili. Che costa pure meno delle sigarette di marca. E per questo fa paura alle Big Tobacco Company. Una bella storia di (stra)ordinaria resistenza alla globalizzazione, che meritava di essere raccontata al cinema. Lo ha fatto il documentario SmoKings, premiato recentemente al Festival dei Popoli e ora anche nelle sale del Cinestar. Il regista Michele Fornasero racconta l’incredibile vicenda della Yesmoke in modo appassionante, come un thriller, coinvolgendo gli spettatori che si trovano a fare il tifo per la strana coppia di eroi contro i “cattivi” delle multinazionali. Gli SmoKings, i “re del fumo”, sono i fratelli Giampaolo e Carlo Messina. Il primo ex maratoneta, il secondo laureato in economia. Allo scoccare del 2000 aprono un sito per la vendita di sigarette via Internet. Acquistano grandi quantitativi di sigarette non ancora sdoganate e, a partire dal punto franco di Balerna, le inviano ai singoli acquirenti. Nel 2000 il commercio online è una novità, le dogane non hanno istruzioni precise, spesso i pacchetti postali sono considerati “duty-free”. La Yesmoke si inserisce in questa zona grigia della legislazione. I suoi prezzi sono competitivi, perché l’importo finale delle sigarette è per lo più costituito da tasse. In breve tempo arriva a vendere sei milioni di stecche l’anno, di tutte le marche. Le multinazionali se ne accorgono: la Philip Morris li accusa di concorrenza sleale. Dopo una megamulta di 548 milioni di dollari (mai pagata), la Yesmoke è costretta a chiudere il sito di vendita online, ma i fratelli Messina non mollano. Anzi, rilanciano. Decidono di produrre le “loro” sigarette e investono tutti i soldi guadagnati nella fabbrica di Settimo Torinese (www.yesmoke.eu). La loro è una delle due ultime manifatture italiane di tabacco, assieme alla storica Chiaravalle. Fino a una decina di anni fa, il 96% delle sigarette veniva prodotto in Italia, poi il vecchio ente monopolista è stato privatizzato e venduto alle multinazionali, che hanno chiuso quasi tutte le fabbriche e delocalizzato la produzione. A resistere ci sono i fratelli Messina, eroi per caso, che sembrano prenderci gusto a combattere le multinazionali. Il documentario SmoKings li segue anche nel privato, a cena con la madre, a parlare del passato, di Olivetti, del padre. Oppure nella fabbrica assediata dalla polizia, a fianco dei dipendenti. La loro battaglia continua: pochi giorni fa sono stati nuovamente arrestati.
Giovanni Valerio
Frontalieri Ticino | 13
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 d’oltreconfine
Guerra tra poveri
©FDA
Il 19 settembre si è tenuto il secondo Congresso nazionale della UIL Frontalieri in cui è stato fatto un bilancio dell’impegno di 4 anni profuso nel cercare di difendere quotidianamente, nel modo più efficace, i diritti dei lavoratori e nello stesso tempo preparare le basi di una proposta di legge da “presentare” al governo. Ferdinando D’Agostino*
Non esiste solo la speranza di vedere tutte le parti in causa intorno al famoso “tavolo” per cercare delle soluzioni condivisibili, ma anche l’impegno reale affinché queste idee si concretizzino. Questo perché i frontalieri sono stanchi che i loro problemi vengano affrontati, come spesso accade anche con i disastri naturali, come delle “emergenze”, una volta finite e tornato il sole vengono riposte nel dimenticatoio, salvo essere tirate fuori all’avvicinarsi delle varie tornate elettorali. Vi vogliamo proporre uno stralcio dell’intervento del Segretario della Uil Frontalieri, Raimondo Pancrazio, sull’impegno della Regione Lombardia nell’affronta-
re questi problemi con varie modalità, alcune anche innovative rispetto al passato: “… Proprio per far crescere la consapevolezza della rilevanza economica e sociale del lavoro frontaliero, occorre chiedere alle Regioni interessate l’istituzione di una Consulta dedicata specificatamente al lavoro frontaliero, un luogo di confronto che veda riuniti attorno ad un tavolo i rappresentanti degli enti territoriali e le parti sociali. Significativa da questo punto di vista l’iniziativa della Regione Lombardia che ha portato all’istituzione di una Commissione speciale per i rapporti tra Lombardia, Confederazione Elvetica e Province Autonome, istituita lo scorso anno e segno di una rinnovata attenzione allo sviluppo dei rapporti transfrontalieri con i territori confinanti. Rilevante, proprio perché indicativa in questo caso della concorrenza (più che della cooperazione) che si gioca sui confini, è inoltre l’iniziativa della Regione Lombardia per l’istituzione di una zona economica speciale (ZES) nelle aree territoriali confinanti con la Svizzera, che sono poi quelle dove sono concentrati i nostri lavoratori frontalieri e che in questa fase di perdurante crisi soffrono a causa della crescente delocalizzazione nel Canton Ticino delle attività produttive, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro…”. Affrontare la questione dei frontalie-
ri non solo dal punto di vista dei lavoratori ma anche come impoverimento del tessuto economico ed industriale lombardo, come perdita di risorse a vantaggio di una Regione concorrente. Altro dato interessante sui cambiamenti in atto scaturisce da uno studio recente di Roberto Cattaneo, della UIL Frontalieri di Como. In esso vengono riportati alcuni dati tecnici, ed evidenziato come una delle soluzioni per risolvere il problema dei frontalieri non consista in una politica contro il dumping salariale, contro i datori di lavoro che non rispettano le regole del mercato, contro quelli che non versano i contributi previdenziali ecc., ma sia un escamotage “burocratico”, leggiamo che “…l’USTAT (Ufficio di Statistica del Canton Ticino) ha pubblicato la ricerca sui Frontalieri in Ticino, aggiornata al 3° Trimestre 2014, … i dati Ustat elaborati dalla Uil Frontalieri di Como presentano le seguenti caratteristiche in cui la crescita costante dei frontalieri sembra procedere in quantità identiche a quella di tutti gli anni precedenti (+ 5,3%). In realtà, qualcosa sembra essersi modificato. Infatti tutto l’incremento annuo del 5,3 % si è concentrato sugli ultimi 3 mesi del 2013 e i primi 6 del 2014; poi la crescita si è fermata, e nel 3° trimestre del 2014 è stata quasi zero…una possibile spiegazione si può già azzardare… nel senso che accanto a un deci-
so aumento degli occupati svizzeri, che può smentire le teorie della sostituzione della manodopera locale con assunzioni di frontalieri, c’è un incremento più che proporzionale di occupati che sono cittadini stranieri (in gran parte italiani) ma domiciliati in Svizzera… La tesi che si può sostenere a proposito dell’arresto della crescita dei frontalieri nel 3° trimestre 2014 è che una quota non marginale di occupati sia passata direttamente dalla qualifica di frontaliere a quella di domiciliato. In pratica parecchi permessi G sono stati trasformati, in costanza di rapporto di lavoro, in permessi B… La cosa è verosimile perché risulta che in molti casi, soprattutto nei comparti della sanità e dell’istruzione, ma anche nei riguardi di frontalieri laureati, sono state messe in atto pressioni da parte dei datori di lavoro per la trasformazione dei permessi. Non si deve dimenticare che il 2014 è stato l’anno del Referendum del 9 febbraio con il quale il popolo si è espresso a favore del contingentamento di stranieri e frontalieri…”. A tutto questo non poteva mancare il regalo di fine anno, cioè la decisione del Gran Consiglio di aggiornare, noi diremmo modificare, il moltiplicatore comunale dal 78% al 100% nei calcoli che portano alla definizione delle varie aliquote per il calcolo delle imposte alla fonte. Di fatto aumentando, dal primo gennaio, le imposte alla fonte ai frontalieri. Alla fine ci resta un 2014 molto intenso dove i problemi purtroppo rimangono e acuiscono quella che possiamo considerare sempre più, con un termine oramai abusato, “guerra tra poveri”.
*Ferdinando D’Agostino è responsabile Ufficio Patronato Ital Uil di Mendrisio, frontalieri@bluewin.ch.
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redazioni syndicom, die zeitung caporedattrice Nina Scheu Svizzera tedesca: syndicom, die zeitung Naomi Kunz, Monbijoustrasse 33, Postfach 6336, 3001 Bern, Tel. 058 817 18 27 redaktion@syndicom.ch Svizzera romanda: syndicom, le journal Yves Sancey, Rue Pichard 7, 1003 Lausanne Tel. 058 817 19 38, redaction@syndicom.ch Svizzera italiana: syndicom, il giornale Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, Tel. 058 817 19 63, redazione@syndicom.ch
Grafica e impaginazione Katja Leudolph (d) Alain Gonthier (f) Daniela Raggi (i) Correttrici Ulrike Krüger (d) Marie Chevalley (f) Petra Demarchi (i) Notifica cambi di indirizzo syndicom, Adressverwaltung Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336 3001 Bern
abbonamenti Per gli iscritti a syndicom è gratuito Abbonamento annuale: 50 franchi syndicom – il giornale ha un minimo di 15 edizioni all’anno
Stampa Ringier Print Adligenswil AG, Casella postale 3739, 6002 Lucerna
inserzioni e pubblicità Priska Zürcher, Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336 3001 Berna Tel. 058 817 18 19 Fax 058 817 18 17 stab@syndicom.ch
Editore syndicom – sindacato dei media e della comunicazione Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Berna, Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17
ISSN 1664-8978
Il prossimo numero uscirà il 23 gennaio 2015. La chiusura di redazione è fissata il 5 gennaio.
14 | In chiusura LE DONNE NELLA STAMPA
Merce non abbastanza preziosa da passare nei media?
syndicom | N. 15 | 19 dicembre 2014 Perfezionamento: www.helias.ch
arrivederci nel 2015!
Date di apparizione di syndicom - il giornale N.
Apparizione
Chiusura redazionale
Continua da pag. 7
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venerdì 23 gennaio
lunedì 5 gennaio
delle “persone ordinarie” che parlano come testimoni oculari o che raccontano la propria esperienza personale, gli esperti e i portavoce sono all’80% maschi. In Svizzera si conta un 49% di presentatrici, 37% donne reporter e un 20% di soggetti femminili nei notiziari. Perché c’è questa sottorappresentazione delle donne nella stampa? «Questo fatto potrebbe essere legato a delle norme e abitudini culturali esistenti nelle redazioni», ha spiegato la Professoressa Ross. «Per esempio, ci può essere una preferenza nel reclutare “gente come noi”. Se le persone che scelgono gli ospiti sono per la maggior parte maschi, allora saranno invitati e promossi gli uomini. Inoltre la velocità di produzione delle notizie oggigiorno è talmente alta che i giornalisti utilizzano spesso le stesse fonti, il che rende loro la vita più facile ma non fornisce le prospettive per diversificare i soggetti messi in primo piano», precisa Karen Ross. A livello di Consiglio d’Europa, uno studio pubblicato sempre il 21 ottobre dalla Commissione per l’uguaglianza tra uomini e donne (GEC) mette in risalto l’esistenza di un limite invisibile nei media legato a dei “pregiudizi istituzionali”, che si riflettono implicitamente sulla quotidianità delle aziende mediatiche, soprattutto nel processo di reclutamento e incentivazione. Nel 2013, il Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione di 16 punti. La GEC fa appello ad un impegno collettivo lanciato verso un cambiamento culturale e di mentalità nel cuore della stampa. Ora sta a ciascuno di noi dare il proprio contributo a questa rivoluzione.
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venerdì 20 febbraio
lunedì 2 febbraio
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venerdì 20 marzo
lunedì 2 marzo
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venerdì 17 aprile
lunedì 30 marzo
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venerdì 15 maggio
lunedì 27 aprile
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venerdì 12 giugno
martedì 26 maggio
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venerdì 10 luglio
lunedì 22 giugno
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venerdì 28 agosto
lunedì 10 agosto
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venerdì 25 settembre
lunedì 7 settembre
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venerdì 23 ottobre
lunedì 5 ottobre
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venerdì 20 novembre
lunedì 2 novembre
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venerdì 18 dicembre
lunedì 30 novembre
Pausa estiva
Pausa invernale
il cruciverba di syndicom
Live Code – creare app per device mobili (workshop) NOVITà 1 mezza giornata: sabato 24 gennaio 2015 – Orario 8.20-11.30 Termine d’iscrizione: 3 gennaio (o contattare il segretariato) Animatore: Exenia | Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi: Scoprire le potenzialità di LiveCode nel creare app che funzionino su diverse piattaforme. Corsi per tutti: Emozioni – Introduzione alla comunicazione 2 serate e 1 mezza giornata: lunedì 26, mercoledì 28, e sabato 31 gennaio – Orario 19.00-21.30 (8.20-11.30 sabato) Termine d’iscrizione: 5 gennaio (o contattare il segretariato) Animatore: Marko Valdarnini | Luogo: Centro di formazione Viscom,Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi: Definire le emozioni principali, riconoscere la nascita delle emozioni, come comprenderne l’utilità, leggere le emozioni del nostro interlocutore, la conversione degli stati emotivi...
Articolo apparso su syndicom - le journal, N. 14 del 28 novembre 2014.
Indirizzi Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch
Messa a fuoco e forum… maschile La tendenza generale all’invisibilità delle donne viene constatata anche in Svizzera. Abbiamo preso le ultime dieci trasmissioni di Infrarouge, sulla RTS, tra il 16 settembre e il 18 novembre. Su 63 invitati, c’erano 51 uomini e 12 donne che dunque rappresentano appena il 19% degli ospiti. In base al nostro campione, la trasmissione dibattito Forum, sulla Radio romanda, è leggermente più generosa nel dare la parola alle donne. Su 73 persone intervistate durante dieci trasmissioni tra l’11 e il 20 novembre, 54 erano uomini e 19 donne. Queste ultime marcano una presenza del 26% presso l’antenna. Ciò nonostante siamo ancora molto lontani dalla parità... (YS)
Corsi professionali: Progettazione tipografica attraverso le leggi della percezione visiva 2 serate: lunedì 19 e mercoledì 21 gennaio 2015 – Orario 19.00-21.30 Termine d’iscrizione: 30 dicembre 2014 (o contattare il segretariato) Animatore: Manrico Pierangeli | Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi: Due incontri per introdurre le leggi della Gestalt e applicarle alla progettazione tipografica.
Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 | ma-me-ve 13.30 - 17.30
In palio una penna offerta dal nostro partner assicurativo Cpt. La soluzione sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro il 12 gennaio 2015, a: syndicom - il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. Il vincitore del sudoku pubblicato su syndicom - il giornale N. 14 è Omar Guidi di Osogna.
chiusura uffici cassa La Cassa disoccupazione syndicom-vpod rimarrà chiusa da VENERDÌ 19.12.2014 a MARTEDÌ 6.1.2015 (compresi). Il centralino e lo sportello riapriranno normalmente mercoledì 7.1.2015 alle ore 9.00. A tutti i nostri assicurati e alle loro famiglie auguriamo un felice Natale e un ottimo inizio di nuovo anno.
Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch Cassa disoccupazione Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: dal 23.6.2014 al 31.8.2014 lu-ma-me-gio 9.00 -11.30 Venerdì chiuso tutto il giorno Gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info E-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch gabri.castori@gmail.com