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N. 5 15 maggio 2015

il giornale

www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione

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dIGITALIZZAZIONE

editoriale

Nel mondo del lavoro il futuro è una sfida alla creatività   › Pagg. 2 e 3

Le scelte controproducenti e irresponsabili di Viscom Giovedì 23 aprile l’associazione di settore dell’industria grafica Viscom ha disdetto il contratto collettivo di lavoro per la fine del 2015. Da tempo syndicom denunciava attraverso azioni di volantinaggio il fatto che Viscom avrebbe dato la disdetta al CCL allo scopo di peggiorarne le condizioni. Le nostre previsioni si sono purtroppo puntualmente avverate. Secondo Viscom le difficoltà del settore si risolvono diminuendo i costi di produzione per equipararli il più possibile alla concorrenza estera: tradotto per i lavoratori significa un prolungamento dell’orario normale di lavoro da 40 a 44 ore settimanali ed un’ulteriore riduzione delle indennità notturne. Queste sono infatti le richieste che l’associazione padronale ha avanzato ai sindacati. Con queste richieste Viscom dimostra ancora una volta di essere un’associazione poco seria, poco lungimirante e soprattutto un partner sociale inaffidabile. Sappiamo che il settore è in difficoltà a causa del calo della pubblicità, di un maggior utilizzo dei media elettronici e di un sistema economico che crea una spietata concorrenza al ribasso dei prezzi. In questa situazione le piccole tipografie hanno sempre maggiori difficoltà a sopravvivere mentre le grandi, grazie alle enormi capacità produttive e d’investimento, continuano ad aumentare i propri profitti. A lungo andare è evidente che il lavoro sarà sempre più centralizzato nelle grandi tipografie, con la conseguente perdita dei posti di lavoro nel settore. L’aumento delle ore lavorative settimanali non farebbe altro che velocizzare questo processo. › Continua a pag. 5

mass media

La consigliera federale Doris Leuthard auspica un CCL per i giornalisti

ticino

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Una ventata di novità all’assemblea syndicom svoltasi a Tenero › Pagg. 10 e 11

ccl industria grafica

La pace del lavoro non è gratuita

© SABINE ROCK

I colleghi e le colleghe dell’industria grafica hanno sollecitato l’associazione di settore Viscom ad applicare finalmente in toto il CCL invece di disdirlo. I 50 lavoratori e lavoratrici che il 23 aprile hanno raggiunto Zurigo si sono radunati sullo stretto marciapiede antistante il luogo di svolgimento dell’assemblea dei delegati Viscom.   › Pagina 5

applicazione e non disdetta! ∙ Tipografi e stampatori esigono il riconoscimento da parte di Viscom del CCL negoziato nel 2013 invece di altre trattative.

ccl posta 2016

I delegati syndicom danno il via libera al CCL

© MARGARETA SOMMER

Lo scorso 24/25 aprile a Berna 150 persone tra delegati e ospiti hanno dibattuto riguardo al risultato delle trattative sui nuovi contratti collettivi di lavoro (CCL) con la Posta. Sia le conferenze aziendali separate, che si sono pronunciate venerdì sui contratti per i dipendenti di Posta CH, PostFinance e AutoPostale, sia l’assemblea plenaria il sabato, hanno approvato il risultato negoziale in modo chiaro. Tuttavia non sono mancate alcune critiche da parte dei delegati. Bruno Schmucki Il presidente di syndicom Alain Carrupt ha inaugurato la conferenza il venerdì pomeriggio paragonando le trattative CCL ad una partita di calcio finita in pareggio. «Ma con questo non intendo dire che il risultato è finito 0-0 dove nessuno ha raggiunto nul-

la. Piuttosto penso ad un gioco duro, combattuto, che dopo 90 minuti è finito con un risultato equilibrato di 3-3». Ora si tratta di analizzare il risultato in maniera obiettiva e di onorare le prestazioni della propria squadra in modo critico ma con rispetto.

Approvazione con qualche critica Ed è proprio questo quello che hanno fatto i delegati nelle tre conferenze parziali separate di Posta CH, PostFinance e AutoPostale. Essi hanno discusso sulle regolamentazioni › Continua a pag. 4


2 | Digitalizzazione L’intervista

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015

Dierivoluzione La digitale REvolution digitale eund le sue ihreconseguenze folgen #2 (parte 2)

Il futuro è una sfida alla creatività

Il professore di economia Erik Brynjolfsson del MIT di Boston è convinto che lo sviluppo tecnologico distrugga milioni di posti di lavoro e che sia responsabile dell’aumento della disuguaglianza nel mondo occidentale. Angela Barandun e Markus Diem Meier* Lei preannuncia una seconda rivoluzione industriale. Succederà davvero che fra poco dei robot ci ruberanno gli impieghi? Questo succede già. Milioni di posti di lavoro sono stati sostituiti da robot e software. Finora questo fenomeno ha riguardato soltanto attività dove vengono prese decisioni strutturate di routine: negli uffici, nella contabilità, nelle attività produttive. Lavori di questo tipo sono già stati rimpiazzati in paesi come la Svizzera, USA o altri paesi ricchi.

può rivelarsi utile per un certo caso. Una volta per queste cose si assumeva una persona fresca di laurea. Questo fa sì che negli USA sia diminuito notevolmente il bisogno di avvocati. Un altro esempio sono le diagnosi mediche. Il supercomputer IBM Watson, che alcuni anni fa ha dimostrato le sue capacità vincendo il quiz televisivo Jeopardy, oggigiorno viene impiegato in un ospedale americano.

E come la mettiamo con attività che richiedono una qualifica maggiore?

Negli anni lo sviluppo tecnologico ha distrutto dei posti di lavoro ma ne ha creati anche dei nuovi e in linea di massima stiamo meglio oggi.

Questo fenomeno riguarda sempre più impieghi per i quali finora serviva una formazione più specifica, come per esempio il lavoro negli studi legali. Oggi esistono sistemi che esaminano milioni di documenti per trovare esattamente il passaggio che

Questa volta è diverso. Dal passaggio al nuovo millennio – dunque già prima della crisi finanziaria – constatiamo una dissociazione: il benessere sale, la produttività economica aumenta, ci sono più milionari che mai – e ciò nonostante dimi-

nuiscono o ristagnano i tassi di occupazione dei salari medi. La disparità è aumentata.

E Lei crede che questa tendenza continuerà? Sì. Saranno creati dei nuovi posti di lavoro soprattutto per lavoratori non qualificati e superqualficati. La classe media verrà indebolita. Ancora di più.

Dunque il fatto che la forbice salariale si allarghi sempre di più dipende anche dallo sviluppo tecnologico? Lo sviluppo tecnologico negli ultimi dieci anni ne è stato sicuramente il propulsore centrale. Ma questo non è niente paragonato a quello che verrà. Nei prossimi dieci anni ci aspettano dei cambiamenti molto più grandi, perché le tecnologie diventeranno sempre più potenti. E quest‘evoluzione è molto più veloce di quanto io avessi previsto due anni fa. Per molto tempo è stato quasi impossibile insegnare ad un robot a raccattare una penna da terra. Ma ultimamente assistiamo a dei progressi massicci.

© URS JAUDAS

Vuol dire che presto potremo scegliere soltanto tra un impiego in una ditta di pulizie o come progettista software?

Erik Brynjolfsson, Economista e specialista IT Il professor Brynjolfsson insegna in una delle più prestigiose università americane, il MIT di Boston, e fa parte degli esperti leader internazionali sulle conseguenze economiche della rivoluzione IT. Il suo libro The Second Machine Age – redatto insieme al suo collega di università Andrew McAfee – analizza in maniera dettagliata le sfide dello sviluppo tecnologico verso i mercati del lavoro e verso le strutture sociali. Il Tages-Anzeiger lo ha intervistato a margine del Forum economico mondiale di Davos. (red)

Non so esattamente quali profili rimarranno. Da sempre facciamo fatica a fare delle previsioni. 200 anni fa quasi tutti erano contadini. Poi Henry Ford inventò la macchina e poi Steve Jobs e Bill Gates hanno creato delle industrie completamente nuove. Questo non lo aveva previsto nessuno.

Quali lavori sono meno a rischio? Al momento i lavori più difficilmente rimpiazzabili sono quelli dove sono importanti le relazioni interpersonali: attività dove si deve curare, educare, negozia-

re, convincere, condurre o motivare. Tutto questo non è facile da programmare. La stessa cosa vale per la creatività – ovvero la capacità di muoversi al di fuori di schemi di pensiero prestabiliti. Ecco perché l’incentivazione dell’imprenditorialità assume un ruolo decisivo.

Potrebbe essere più preciso? Gli impieghi del futuro nascono in nuove aziende, in nuovi rami, attraverso nuovi prodotti o nuovi servizi.

Vuol dire che i grandi gruppi industriali perderanno d’importanza, tendenzialmente? Questo dipende da cosa intendiamo per grandezza. I tre grandi gruppi automobilistici che hanno dominato l’economia statunitense fino alla fine del Novecento oggi in Borsa sono quotate molto meno delle tre maggiori aziende tecnologiche. Tuttavia c’è da dire che General Motors, Ford e Chrysler ancora oggi impiegano molte più persone rispetto a Apple, Google e Facebook. Oggi predomina la grandezza senza massa: i gruppi internet influenzano sì la vita di miliardi di persone, ma per farlo hanno bisogno di molta meno forza lavoro o capitale rispetto al passato.

Che conseguenze ci sono a livello macroeconomico? Le tecnologie non sostituiscono soltanto il lavoro, ma anche il capitale. Se non servono più grossi investimenti per mettere su un’azienda con un’offerta globale questo comporta una minore domanda di capitale. Di conseguenza si abbassano i tassi di interesse.

Che ripercussioni ha l’attuale crescita debole su questi sviluppi? Non comprendo come mai negli USA nonostante i bassi tassi da

record non s’investa più nell’infrastruttura pubblica. Anche le spese per la ricerca e lo sviluppo negli ultimi anni si sono dimezzate, dal 6 al 3 per cento del risultato economico. Aeroporti, strade, ponti: se non li modernizziamo ora, quando lo facciamo? Ma dobbiamo affrontare anche problemi strutturali più profondi.

Uno di questi problemi è la disparità. La maggioranza dei leader del mondo economico non crede che la disuguaglianza diminuirà nei prossimi cinque anni. Qual è la Sua opinione al riguardo? Questa è la mia frustrazione più grande. Tutti mi chiedono: cosa ne sarà di noi? Andrà tutto bene? O andrà tutto a ramengo? Ma questo è un atteggiamento sbagliato. La tecnologia è un mezzo troppo più potente di quanto non si sia mai visto nella storia dell’umanità. Essa ci dà la libertà di affrontare le cose in un’altra maniera. Sta a noi scegliere se fondare una società con un benessere condiviso, che allo stesso tempo è più ricca e dove le persone partecipano a questa ricchezza, oppure se scegliere una società nella quale regni una disuguaglianza ancora maggiore e che confidi a poche persone ancora più potere. Siamo noi che dobbiamo decidere in che mondo vogliamo vivere.

Qual è l’approccio giusto? La domanda non è cosa la tecnologia vuole fare di noi, ma cosa noi ne vogliamo fare della tecnologia. Uno degli aspetti più importanti mi sembra essere la riforma del sistema educativo. Bisogna concentrarsi a promuovere la creatività e la competenza sociale. Sicuramente non è un caso che il fondatore di Microsoft Bill Gates, il fon-

Digitalisierung und Digitalizzazione e sindacati Gewerkschaft

Intendere la novità come un‘opportunità

La continua digitalizzazione cambierà radicalmente il mondo, e non solo in peggio. I sindacati sono pronti.  Nina Scheu La Svizzera non è del tutto paragonabile agli USA e alcune delle preoccupazioni espresse da Brynjolfsson nell’intervista sopra possono essere intese anche come delle opportunità. Soprattutto in Europa, a dispetto di ogni globalizzazione, dove

la società non è così nettamente divisa tra ricco e povero come in altre parti del mondo. E forse anche per questo da noi alle opinioni dei singoli individui e ai valori base democratici viene dato ancora maggior peso rispetto ai principi economi-

ci liberali che hanno sempre di più determinato (e offuscato) il pensiero negli ultimi anni. In breve: nel “vecchio mondo” il capitalismo non regna sovrano e per questo la partecipazione delle persone che poi subiranno le decisioni qui ha maggio-

ri chance che altrove. È esattamente questa partecipazione che rende possibili le strutture trasversali di pensiero, ed è proprio di queste che avremo più bisogno in futuro. Infatti se la digitalizzazione dell’economia globale rovescia anche la società, allora il vecchio principio del “dall’alto verso il basso” verrà sostituito dai sistemi in rete.

Ridurre il tempo di lavoro anziché tagliare gli impieghi Lo vediamo da tempo sui social

media: al posto del pensare e agire gerarchico subentra sempre di più la cosiddetta intelligenza collettiva. Per esempio: chi pone una domanda su Facebook, Twitter o su una piattaforma insider, entro brevissimo tempo riceve risposte da tutto il mondo – dalla cosiddetta community. Allo stesso modo oggi a nessuno verrebbe più in mente di sminuire l’importanza di wikipedia.org. E come là viene raccolto e diffuso il sapere senza strutture gerarchiche di potere, in futuro potrà anche esse-


L’intervista Digitalizzazione| 3

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ri. Ecco su cosa dobbiamo lavorare. Io ho parlato personalmente con il presidente US Barack Obama e con altri capi di Stato. Alcuni tra essi hanno addirittura compreso i problemi.

© BEATRICE DEVENES

E cosa succede se chi attualmente beneficia della crescente disparità non dovesse essere interessato a cambiare le cose? Se non volesse condividere la propria ricchezza?

datore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e i fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin abbiano tutti frequentato una scuola Montessori.

Qual è la ricetta per il successo di quest‘ultima?

ca. Pablo Picasso disse: «I computer non servono a niente. Possono dare solo risposte». E aveva ragione. È chiaro che le risposte sono utili, ma oggigiorno è più importante porre le domande giuste. Il metodo Montessori incoraggia i bambini a esplorare con il gioco cos’è importante

«Sicuramente non è un caso che il fondatore di Microsoft Bill Gates, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e i fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin abbiano tutti frequentato una scuola Montessori». Le macchine vanno benissimo per le soluzioni strutturate dei problemi – basta insegnare loro i passaggi giusti. Ma davanti a problemi non strutturati esse fanno fati-

e cosa no – un metodo completamente sconosciuto alle macchine. Ed è di questi risolutori creativi di problemi che avremo bisogno in futuro.

E chi finanzierà la reinvenzione del sistema educativo? Qui non si tratta solo di soldi. Nella gran parte dello scorso secolo si è assistito ad una gara tra tecnologia e formazione. Nel Novecento abbiamo creato un vantaggio investendo maggiormente nell’educazione. Ma ora questo non basta più. Dovremmo investire di più anche in questo secolo. Ma la cosa più importare è riformare il sistema. Finché non riusciremo in quest’impresa, ogni dollaro in più investito è sprecato.

Qual è il progetto? In alcuni ambiti la tecnologia è in grado di democratizzare radicalmente la formazione. E non soltanto per quanto riguarda la messa a disposizione di contenuti, ma anche riguardo all’accesso al sistema formativo. Al MIT offriamo un primo corso

gratuito via internet per lo sviluppo di schede. L’ultimo anno vi si sono abbonati 150.000 studenti, tra cui un sedicenne dalla Mongolia. All’esame ha raggiunto il punteggio massimo – ecco perché ora studia al MIT. Senza il corso online non ce l’avrebbe mai fatta. Sono convinto che il giovane mongolo fra cinque anni non rappresenterà più un caso isolato, ma la normalità.

Ciò nonostante gli sviluppi non vadano verso una maggiore uguaglianza, nemmeno nella formazione. Cosa deve fare la politica? In un sistema democratico, i politici fanno quello che il popolo chiede loro. Dunque essi non faranno nulla finché la gente non ha capito qual è la posta in gioco. Questo passaggio è indispensabile. Anche i cervelli leader del mondo si orientano secondo le esigenze degli eletto-

Io ho parlato con molta di questa gente. Quasi tutti pensano che sia nel loro interesse combattere l’ineguaglianza. O perché tengono al resto del mondo o perché non hanno più voglia di vivere in una società dove hanno bisogno di sorveglianti armati. I ricchi potranno conservare il proprio patrimonio soltanto se il resto della società continuerà a tollerarlo. Ma nei paesi dove regna una grande disuguaglianza non esiste una consapevolezza del genere. La storia ci ha mostrato varie volte cosa succede quando la gente si ribella. Io non auspico una lotta di classe e non dico nemmeno che essa avverrà. Ma i più ricchi nutrono timori reali.

Lei è svizzero per un quarto. Qual è secondo Lei il ruolo che il nostro paese deve ricoprire? Paesi ricchi come la Svizzera hanno la potenzialità di fungere da modello nel mondo su come gestire una società dove c’è più automatizzazione e ricchezza. A questo fine devono essere riorganizzati il mercato del lavoro e la distribuzione del reddito o delle imposte. I salari minimi per esempio costituiscono un argomento molto importante. È formidabile che in tutto il mondo ci siano paesi che stanno testando diverse misure. Solo così scopriremo cosa funziona meglio. Io desidero cambiare la formulazione della domanda centrale. Ovvero da «cosa succederà» a «cosa vogliamo che succeda».

*(Tages-Anzeiger)

084501267 re ripensato e organizzato in un nuovo modo lo sviluppo del mondo del lavoro. Sono soprattutto i sindacati ad avere esperienza nel formare comunità, nell’incentivare discussioni e nel costruire strutture solidali. Sta a noi mostrare che aspetto potrebbe assumere il mondo del lavoro in futuro. Noi dobbiamo riuscire a far sì che le agevolazioni raggiunte attraverso l’automazione vengano utilizzate a vantaggio dell’umanità. Senza questi miglioramenti non fa senso nessun tipo

di modernizzazione. Questo vuol dire anche evitare che vengano smantellati posti di lavoro e fare in modo che il restante tempo di lavoro venga distribuito su più persone.

Conciliabilità invece di sconfinamento E così la settimana di 35 ore, una vecchia rivendicazione dei sindacati di tutt’Europa, all’improvviso non suona più così utopistica. E anche la conciliabilità tra lavoro e famiglia si avvicina alla cerchia delle cose fattibili. Ed

ecco che assume un’importanza ancor maggiore affrontare il rischio sconfinamento del lavoro con alternative valide e durature. Se si riescono a rafforzare le strutture solidali, non ne beneficeranno soltanto i ricchi e potenti, ma ognuno di noi. I lavoratori in Svizzera e in Europa in questo senso godono dei giusti presupposti: un’economia ben funzionante, strutture giuridiche democratiche e un sistema educativo che potrebbe facilmente essere ampliato e migliorato.

Serie digitalizzazione del posto di lavoro Come annunciato nella nostra ultima edizione del giornale, si affronterà il processo di digitalizzazione e la posizione assunta dalle industrie syndicom in una serie di dossier. In questo episodio, facciamo un passo indietro a evidenziare le conseguenze sociali di questa rivoluzione. (red)


4 | Dalle professioni syndicom

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CCL Posta 2016

I delegati syndicom danno il via libera alla firma del CCL

dettagliate del contratto collettivo di lavoro del proprio gruppo. Il dibattito più vivace è avvenuto nella conferenza di Posta CH. Diversi delegati hanno preso la parola criticando le nuove disposizioni sui premi fedeltà, sulla tutela contro il licenziamento, sulle indennità notturne e domenicali o sull’ambito di applicazione che hanno definito uno smantellamento e comunque «insufficienti». Altri avrebbero auspicato una soluzione più generosa riguardo al pensionamento a tempo parziale per esempio – analogamente a come avviene nel CCL FFS. Un delegato ha voluto ricordare che i molti premi e onorificenze che la Posta ha ricevuto di recente sono frutto di un grande impegno, di un’enorme flessibilità e delle eccezionali prestazioni lavorative dei dipendenti. Dunque questi premi andrebbero condivisi, dal momento che l’utile della Posta continua a essere considerevole. Alcuni dele-

© MARGARETA SOMMER

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Ora il CCL deve resistere anche nella quotidianità Sono stati meno controversi i dibattiti nelle conferenze aziendali di PostFinance e AutoPostale. Riguardo ai conducenti c’erano in primo piano i problemi riguar-

no più assoggettati al CCL. Questi dipendenti hanno mosso delle critiche perché a parte la tutela che viene loro a mancare c’è il rischio di una deregulation riguardo a orario di lavoro e salario le cui conseguenze non sono prevedibili. I membri di syndicom dovranno seguire questi sviluppi con attenzione e creare delle strutture in modo che anche questo gruppo possa lottare collettivamente per i propri diritti. Infine le conferenze di PostFinance e AutoPostale hanno approvato il CCL all’unanimità con qualche astensione isolata.

© YOSHIKO KUSANO

La grande importanza del CCL Posta

I vertici del sindacato syndicom, della Posta Svizzera e dell’associazione impiegati svizzeri transfair il 30 aprile hanno firmato i CCL per le tre affiliate della Posta sulla montagna bernese Gurten. Da sinistra a destra: Fritz Gurtner, Alain Carrupt (syndicom), Susanne Ruoff, Yves-André Jeandupeux (Posta), Chiara Simoneschi-Cortesi e René Fürst (transfair).

gati hanno messo in guardia l’assemblea riguardo ad un eventuale rifiuto del risultato delle trattative. Essi hanno commentato che il CCL Posta offre un’ampia tutela a tutti e che costituisce un chiaro valore aggiunto rispetto alle disposizioni minime contenute nel CO. Inoltre essi hanno aggiunto che il risultato è equo. «Dobbiamo stare attenti a non minimizzare troppo i miglioramenti raggiunti», ha affermato un delegato. Secondo la sua opinione, sulla base di questo CCL presso la Posta possono essere garantite e sviluppate delle eque condizioni di lavoro. È chiaro che ora è fondamentale che il contratto venga anche realmente applicato nella quotidianità. «In ogni trattativa ci sono da una parte i desideri e dall’altra gli obiettivi realistici. La delegazione negoziale ha sicuramente raggiunto quelli realisticamente possibili», ecco il riassunto del responsabile del settore Fritz Gurtner. Alla fine il nuovo CCL è stato approvato da una chiara maggioranza. Tuttavia un terzo dei delegati ha votato no o si è astenuto. È stato detto che è molto importante far capire alla Posta senza mezzi termini che la ristrutturazione dell’azienda continuerà ad essere seguita con occhio molto critico. «La discussione e la mobilitazione per il prossimo CCL sono già in atto», ha constatato un delegato.

do alla concreta attuazione nel lavoro quotidiano. «Noi tutti sappiamo che nella nostra azienda esistono molte idee creative di come aggirare le disposizioni CCL o la legge sul lavoro», ha spiegato Markus Altherr del comitato aziendale AutoPostale. «Dunque la cosa decisiva è vedere se riusciamo a far applicare il CCL sul posto». Hanno raccolto poco entusiasmo le indennità decurtate per il lavoro notturno e domenicale, nonostante queste da qui in avanti saranno computate ai fini pensionistici. È stato detto che la Posta così rischia di risultare meno attraente rispetto alla concorrenza e di far diventare gli impieghi presso AutoPostale poco stimolanti. Infine ha fatto parlare anche l’equiparazione tra i conducenti della regia e quelli degli imprenditori postali (IP). Alcuni delegati hanno detto che secondo loro la strada per una vera parità tra condizioni salariali e d’impiego è ancora molto lunga. Alla fine però essi sono stati tutti d’accordo che il confluire delle disposizioni CCL nei regolamenti del personale costituisce un successo importante. I delegati di PostFinance si sono mostrati assolutamente soddisfatti del risultato delle trattative. L’unica incertezza riguarda quei lavoratori che a causa di un nuovo livello di funzione d’ora in poi non saran-

Il sabato mattina i risultati delle discussioni tenute in separata sede sono stati riassunti e presentati nell’assemblea plenaria. Tutte e tre le conferenze aziendali avevano già approvato il CCL il giorno precedente. Di conseguenza la

votazione finale riguardo al CCL mantello della Posta ha avuto un esito molto chiaro: tre quarti dei delegati lo hanno approvato, mentre un quarto lo ha rifiutato o si è astenuto. Con questa votazione i delegati syndicom hanno dato il via libera alla firma dei partner sociali del CCL il 30 aprile (vedi foto). L’ospite Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del CCL Posta in quanto esso costituisce uno dei più saldi pilastri nella contrattualità svizzera. «Dei CCL così importanti assumono una rilevanza ancor maggiore se si considera che diversi ambienti vorrebbero strumentalizzare il franco sopravvalutato per imporre dei programmi anti-sociali. Serve la forza solidale dei sindacati», ha concluso Rechsteiner.

Contrat ti individuali di lavoro e salari 2016 In questo momento i nuovi contratti collettivi di lavoro sono oggetto della stesura definitiva. I lavoratori assoggettati al CCL Posta a fine maggio riceveranno per posta il loro nuovo contratto individuale di lavoro e una copia del CCL Posta. I dipendenti del livello di funzione 10, e più alti, riceveranno il nuovo contratto a metà giugno. Nell’ambito dei negoziati CCL sono state fissate anche le misure salariali 2016. I partner sociali per Posta CH SA e PostFinance SA hanno concordato di impiegare lo 0,6 per cento della massa salariale per le misure salariali individuali e basate sul merito. Inoltre tutti i lavoratori riceveranno un versamento unico di 400 franchi. Presso AutoPostale Svizzera SA verrà impiegato lo 0,4 per cento della massa salariale per misure salariali individuali basate sul merito. Altre trat tative in vista Nella seconda metà dell’anno si apriranno i negoziati sulle condizioni d’impiego per diverse altre affiliate della Posta come IMS, SecurePost, DMC ed Epsilon. I CCL per Swiss Post Solutions, Presto e PostLogistics SA sono già stati negoziati precedentemente. Il congedo di Kaspar Bütikofer La conferenza CCL ha rappresentato anche l’ultima presenza di Kaspar Bütikofer come segretario centrale di syndicom. Dopo otto anni egli abbandona l’organizzazione e assumerà un nuovo impiego presso il sindacato Unia. Fritz Gurtner ha ringraziato Kaspar Bütikofer per il suo grande impegno all’interno del settore e lo ha definito una mente intelligente e un «gran lavoratore», che ha prestato molto lavoro intellettuale e di preparazione dietro le quinte. A sua volta Kaspar Bütikofer ha ringraziato i delegati e il suo team syndicom per la buona collaborazione. Egli ha raccontato che negli anni passati ha raccolto e vissuto molti incontri ed esperienze interessanti. I delegati hanno salutato Kaspar Bütikofer con un grande applauso augurandogli ogni bene per il suo futuro. La conferenza CCL ha anche preparato la successione al responsabile di settore Fritz Gurtner che l’anno prossimo andrà in pensione. I delegati hanno nominato il segretario centrale syndicom Daniel Münger come futuro responsabile del settore nonché membro del comitato direttivo di syndicom. Se questa nomina verrà confermata dalle altre divisioni del settore, Daniel Münger sarà proposto per l’elezione all’AD del 28 novembre. (bs)


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editoriale

ccl industria grafica

I sindacati lotteranno contro la distruzione volontaria di posti di lavoro L’associazione di settore dell’industria grafica Viscom ha disdetto il contratto collettivo di lavoro (CCL) per l’industria grafica per la fine del 2015 e ha chiesto un prolungamento dell’orario normale di lavoro da 40 a 44 ore e un’ulteriore riduzione delle indennità notturne. I sindacati syndicom e Syna rifiutano questo programma di distruzione degli impieghi e chiedono un modello di prepensionamento e l’obbligatorietà generale del CCL. della concorrenza internazionale la settimana di 42 ore, a certe condizioni. Allo stesso modo le cosiddette tipografie commerciali hanno potuto abbassare le indennità per il lavoro notturno. Ma un ulteriore prolungamento dell’orario di lavoro, come richiesto da Viscom, porterebbe direttamente a uno smantellamento di altri posti di lavoro – e da parte sindacale riteniamo questa richiesta una pura provocazione. Ancora più inammissibile è qualsiasi innalzamento dell’orario di lavoro settimanale nelle tipografie di giornale, dove la concorrenza è di natura puramente nazionale e dove continuano ad essere registrati utili molto alti anche dopo un confronto con l’estero. Un modo per calmare la situazione sarebbe ottenere finalmente la dichiarazione di obbligatorietà generale del CCL, tra l’altro concordata contrattualmente nel 2013, che rimetterebbe sullo stesso livello tutte le aziende tipografiche della Svizzera. Per motivi inspiegabili Viscom, da ben due anni, sta indugiando a inoltrare la relativa domanda presso il Consiglio federale.

© SABINE ROCK

L

Sono tempi troppo duri per mettere a rischio il partenariato sociale, questa l’opinione dei sindacati syndicom e Syna. Ecco perché oggi hanno ricevuto i delegati di Viscom di fronte all’Hotel Marriott a Zurigo offrendo buoni argomenti a favore di un CCL che possa rafforzare il settore. Purtroppo queste argomentazioni hanno trovato solo orecchie da mercante, ed è evidente che Viscom sta cercando lo scontro. Due anni fa i sindacati hanno teso la mano a Viscom acconsentendo di introdurre nelle aziende in difficoltà a causa

Nella sua campagna “Printed in Switzerland” Viscom fa appello a non far stampare all’estero e a sostenere invece l’economia svizzera. Noi sosteniamo pienamente questa campagna. Tuttavia “Printed in Switzerland” ha senso soltanto se nell’industria grafica svizzera è in vigore un CCL con obbligatorietà generale che non ammetta il dumping sociale. syndicom e Syna hanno invitato dunque i delegati di Viscom a prolungare il CCL 2013 e ad applicarlo insieme ai sindacati. Noi il no di Viscom a questa unica soluzione ragionevole lo abbiamo sentito forte e chiaro. Con l’obbligatorietà generale del CCL e un modello di pensionamento anticipato a partire da 63/62 anni i sindacati presentano soluzioni che affrontano i problemi attraverso il partenariato sociale. Ma è chiaro che i sindacati useranno ogni mezzo sindacale per combattere lo svuotamento del CCL. Non accetteremo mai che le condizioni di lavoro vengano peggiorate a tal punto da raggiungere quelle in vigore presso la concorrenza internazionale tipo Europa dell’Est o Cina.

Le scelte controproducenti e irresponsabili di Viscom Continua da pag. 1

La prima misura da attuare, se veramente Viscom volesse migliorare la situazione del proprio settore, sarebbe quella di richiedere la dichiarazione di obbligatorietà generale del CCL. Attraverso questa misura anche quelle aziende che non fanno parte di Viscom dovrebbero rispettare le condizioni del CCL e quindi non potrebbero più abbassare i prezzi facendo pressione sui salari. Della DOG beneficerebbero quindi tutte le aziende facenti parte dell’associazione. Viscom, dopo aver concordato con le parti sindacali la DOG, ha deciso non rispettare gli accordi presi e quindi di fermare la sua introduzione. Probabilmente il piano di Viscom è proprio quello di arrivare a centralizzare sempre più la produzione, abbassare il più possibile i prezzi, diminuire la concorrenza interna senza preoccuparsi che ciò porterà a una diminuzione di molti posti di lavoro. Alla luce di quanto sopra dobbiamo chiederci se Viscom sia ancora un partner sociale affidabile con il quale portare avanti delle trattative. Su questo punto e su tutte le altre questioni riguardanti le trattative, si esprimerà il comitato dell’industria grafica, che definirà anche quali azioni intraprendere per ostacolare i piani di Viscom e mobilitare i lavoratori. Viscom ha avanzato delle richieste inaccettabili che sono una vera provocazione. syndicom è pronto a lottare e invita tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore ad unirsi al sindacato per difendere le condizioni contrattuali e i propri posti di lavoro.

Marco Forte

Armonizzazione salariale Swisscom

Claire piace quasi a tutti Da anni syndicom chiedeva a Swisscom una maggiore trasparenza sull’inquadramento dei lavoratori. Con il progetto riguardo all’armonizzazione salariale chiamato “Claire“ Swisscom ha esaudito questa richiesta per il 1° aprile 2015. Il passaggio al nuovo sistema salariale è avvenuto senza problemi, salvo poche eccezioni. Finora la maggior parte dei dipendenti Swisscom non sapeva su che base fosse inquadrata e dove si collocasse nella fascia salariale. Così in passato succedeva per esempio che molti apprendevano di essere al di sopra della fascia salariale quando non beneficiavano quasi per nulla degli aumenti salariali negoziati tra i partner sociali. Altri si chiedevano perché la collega d’ufficio guadagnasse notevolmente di più o di meno nonostante svolgesse lo stesso lavoro. I lavoratori tecnici erano completamente all’oscuro sul perché lo stesso lavoro in un’unità organizzativa venisse retribuito mille franchi di più o di meno rispetto ad un’altra unità organizzativa di Swisscom. La mancanza di trasparenza e le palesi ingiustizie hanno fatto sì che Swisscom, su pressione di syndicom, avviasse un’armonizzazione dei salari. Il nome del progetto si commenta da solo: „Claire“ doveva apportare chiarezza e trasparenza per tutti.

Applicazione socialmente sostenibile syndicom e Swisscom sostanzialmente si sono accordati sui seguenti valori di riferimento riguardo all’armonizzazione salariale, valori che sono stati approvati dalla conferenza aziendale Swisscom Group del 28 novembre 2014: • Viene creata un’architettura lavorativa unitaria che contiene sei job-level CCL. • Per ogni funzione vengono elaborati dei profili professionali e assegnati al relativo job level. • In linea di massima non dovrebbero essere effettuati abbassamenti salariali immediati nel caso i salari dovessero collocarsi molto al di sopra della fascia salariale. Le correzioni verranno spalmate su cinque anni e i dipendenti più anziani sono esentati da queste correzioni. • I salari che nella fascia salariale si trovano al di sotto dell‘80% verranno riportati nella fascia salariale nel giro di 24 mesi al massimo. • L’armonizzazione salariale entra in vigore il 1° aprile 2015; l’informativa sulle ripercussioni individuali avverrà nel marzo del 2015.

Gestione costruttiva di eventuali differenze A inizio anno syndicom e Swisscom hanno negoziato la procedura riguardo all’eliminazione di eventuali differenziazioni. Il primo passo era scontato: parlare con il proprio superiore. Se da questo colloquio non usciva nessun accordo, Swisscom avrebbe desiderato l’inoltro di una richiesta espressa e ben motivata all’HR, in modo che ogni singolo caso potesse essere analizzato. D’altronde Swisscom era consapevole che ad elaborare 1700 profili professionali potevano succedere errori che poi andavano corretti tempestivamente. Solo in un terzo passo eventuali lavoratori ancora insoddisfatti avrebbero dovuto rivolgersi a syndicom. Attualmente gli ultimi aggiustamenti di differenze del genere avvengono sul piano del partenariato sociale che ha dato sempre buona prova di sé.

Pochi interventi ma efficaci syndicom ha comunicato a più riprese la procedura per eliminare queste divergenze. Cosa che gli affiliati syndicom hanno capito al volo è stata dovuta essere ribadita con forza ad alcuni preposti. Il sindacato syndicom è riuscito a contenere piuttosto rapidamente affermazioni assurde tipo “firma o rischi il licenziamento“. Che Swisscom abbia mantenuto la promessa di provvedere agli adeguamenti è stato dimostrato da diversi riscontri come per esempio quello di un affiliato syndicom di San Gallo: “Ciao syndicom, nel nostro team io e un mio collega siamo stati inquadrati male. Il nostro people manager se n’è accorto ancora prima del colloquio Claire e ha fatto subito correggere l’errore. Alcuni giorni fa abbiamo ricevuto i contratti corretti. Grazie mille per il vostro impegno, siete splendidi!“. Franz Schori , segretario politico specializzato Telecom/IT

sondaggio su «Claire» syndicom vuole sapere dai lavoratori Swisscom se l’armonizzazione salariale (progetto “Claire“) è stata davvero realizzata senza grossi problemi. Ecco perché sta preparando un sondaggio che con ogni probabilità sarà lanciato a giugno. I risultati dovrebbero poi essere pronti per l’estate. (SF)



syndicom Dalle professioni | 7

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015 Ci vuole un CCL per i giornalisti

Panorama stampa svizzera

Parola di Doris Leuthard! L’ossessione digitale dei mezzi d’informazione I risultati 2014 dei gruppi elvetici nel comparto dei media sono nel complesso buoni, con un margine di utile indicativamente del 10%, che arriva persino al 20% per Tamedia. Gli effetti della crisi sembrano attenuarsi e il costoso passaggio al digitale ha dato i suoi frutti. Tuttavia questa redditività viene conseguita anche sulle spalle dei dipendenti, che pagano il duro prezzo delle ristrutturazioni. Yves Sancey

© M. HAAS

Succede che, in un’intervista del 24 aprile con la Südostschweiz e la Nordwestschweiz, la ministra per la comunicazione e i media Doris Leuthard si è espressa a favore di un contratto collettivo di lavoro (CCL) per le giornaliste e i giornalisti del Ticino e della Svizzera tedesca. Alla domanda su com’è possibile migliorare le condizioni di lavoro dei giornalisti, la consigliera federale ha risposto che “contrariamente alla Svizzera tedesca, dove da undici anni si lavora senza un contratto, nella Svizzera romanda è ancora in vigore un contratto collettivo di lavoro che contribuisce a un livello qualitativo notevolmente migliore”. Le è poi stato chiesto se la Confederazione si adopera affinché in Ticino e nella Svizzera tedesca si arrivi a un nuovo CCL. La Leuthard ha risposto così: “I contratti collettivi di lavoro sono compito dei partner sociali, il Consiglio federale non intende intromettersi nelle questioni riguardanti metallurgici, commercianti al dettaglio o professionisti dei media. Ma auspicherei che gli editori possano dimostrarsi più pronti al dialogo e a trovare un accordo con i sindacati”. I sindacati hanno da parte loro ricordato che dal 2004 hanno ripetutamente invitato l’associazione degli editori a riaprire i negoziati ma questi non hanno mai voluto accettare l’invito. A proposito di quanto affermato dalla consigliera federale, il presidente dell’associazione Schweizer Medien (stampa svizzera) Hanspeter Lebrument ha come sempre ribadito testardamente la sua posizione e ha così ribattuto all’esortazione della signora Leuthard nella sua Südostschweiz di sabato scorso affermando di non essere minimamente turbato dal fatto che la ministra per i media Leuthard si dichiari a favore di un CCL. In fondo ogni cittadino svizzero è libero di manifestare la propria opinione. “Ma un CCL a livello settoriale è semplicemente insensato”. (…) “Non abbiamo alcun segnale che i giornalisti siano interessati a un CCL”. Con questa frase ha poi dichiarato che duran-

te la sua presidenza di ben undici anni non avrebbe mai ricevuto una lettera o una telefonata da parte di un giornalista dove veniva sottolineata l’importanza di un nuovo contratto. (…) “Dal 2004 non c´è mai stato un serio tentativo di introdurre un nuovo CCL”. Questa arroganza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così syndicom e impressum hanno lanciato l’invito a tutti i colleghi di categoria a inviare al signor Lebrument un’e-mail con l’affermazione: Sono un giornalista e voglio un CCL. Questo appello è stato già colto da centinaia di giornalisti. Ma non c’è scadenza per richiedere un nuovo CCL per cui chi volesse è ancora in tempo e può scrivere a hanspeter.lebrument@somedia.ch Sono un giornalista e voglio un CCL. La regolamentazione delle condizioni di lavoro dei giornalisti è una tematica che deve essere affrontata con priorità assoluta. Va ricordato che stiamo parlando di servizio pubblico, di libertà di espressione e di opinione; elementi fondamentali di una società civile e moderna. Solamente con condizioni di lavoro chiare e trasparenti si può garantire ai giornalisti di poter svolgere il proprio lavoro con professionalità e nell’interesse della collettività. (bb)

Considerando solo la voce “utili”, le perdite di NZZ e AZ Medien, nell’ordine di 40 e 6 milioni, potrebbero destare preoccupazione. I provvedimenti per la chiusura della tipografia di Schlieren della NZZ (piano sociale) e grandi ammortamenti, da una parte, e gli ammortamenti, investimenti e modifiche nell’ambito del perimetro di consolidamento, dall’altra, ne sono la causa. Gli utili al lordo degli ammortamenti (Ebitda), da cui si evince la solidità finanziaria delle aziende, sono comunque migliori per tutti i gruppi operanti nel comparto della stampa, con un buon margine di utile, dall’8% al 20%. Il passaggio al digitale (boom di smartphone, tablet, migrazione della pubblicità su Internet ecc.) richiede grandi investimenti, che però spesso danno risultati solo negli anni successivi. Ecco spiegate le perdite per i numeri 3 e 4 della stampa elvetica. Come sulla Luna, il primo che pianta la bandiera occupa il territorio e s’impone sulla concorrenza. Il leader, Tamedia, ha speso in questi ultimi dodici anni di acquisizioni (anche per i

giornali cartacei) 1,9 miliardi. Ringier ha sborsato 1,6 miliardi in otto anni, di cui 960 milioni per diversificare la sua offerta informativa e gli annunci su Internet. Per Ringier, il numero 2 svizzero, le attività digitali sono molto redditizie (un terzo del fatturato, ma la metà dell’Ebitda). Le attività tradizionali, a detta di Michael Ringier, comproprietario e presidente del gruppo editoriale, vengono sovvenzionate globalmente da quelle dei media elettronici (24Heures, 16.4.15). Dimentica però di dire che i media su carta sono anch’essi decisamente redditizi e che i siti online non pagano la rispettiva pubblicità sulla stampa cartacea, che invece non necessita dei miliardi di investimenti effettuati negli ultimi anni! Inoltre la redditività viene da ultimo conseguita, per la maggior parte, sulle spalle dei dipendenti e ricorrendo alle ristrutturazioni (licenziamenti, piani sociali a basso costo) nell’ambito della stampa cartacea e delle tipografie, con l’edulcorata definizione di “ottimizzazione dell’efficacia sul piano dei costi nel settore publishing tradizionale” di Ringier.

cifre 2014 (2013) dei principali gruppi svizzeri della stampa*, in milioni di CHF Tamedia Ringier Gruppo NZZ AZ Medien Fatturato 1115 (1069) 989 (1026) ** 471 (482) 248 (242) Ebitda 231 (197) 82 (123) 51 (62) 25 (28) Margine Ebitda 20,7 % (18,4%) 8,3% (12%) 10,9% (13%) 10,2% (11,8%) Ebit 161 (128) - 20 (31) (5) Margine Ebit 14,4% (11,9%) - 4,3% (6,3) (2,1%) Utile netto 160 (119) 21 (26,5) -40 (25) -6 (2) Dipendenti (ETP) 3471 (3394) (7427) *** 1550 (1559) (816,2)

corsivo

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Marketing ”batterico” Di recente un collega mi ha raccontato che in redazione adesso non solo deve scrivere i suoi articoli, ma che deve fare anche «la colonna di destra». Là dove nei giornali in carta stampata ci sono i commenti intelligenti, il suo quotidiano online promuove solo «offerte super convenienti» con «sconti dal 50 all’80%», poiché i lettori formano semplicemente «una forte comunità di compratori insieme agli altri acquirenti». Il mio collega pubblicizza quindi attrezzi per allenare la muscolatura addominale, cosmetici antirughe e massaggi riscaldanti con tamponi alle erbe prima di redigere un’acuta critica d’arte. Un altro collega mi ha raccontato che il suo giornale lo ha «noleggiato» a un cliente pubblicitario, per il quale ha dovuto scrivere un testo di pubbliche relazioni. Un terzo è diventato nel frattempo uno specialista in pubblicità redazionali e inserzioni: non c’è inserzionista che non esulti quando la sua penna nobilita il suo messaggio pubblicitario trasformandolo in un articolo o un editoriale. Nel frattempo, negli annunci di ricerca di personale per

collaboratori redazionali non si cercano più giornalisti, bensì solo «multimedia storyteller», «project manager nell’ambito del digital innovation team» o «produttori di contenuti video». Stando così le cose, con i miei sessant’anni sul groppone, come diavolo posso ancora riuscire a vivere del mio lavoro? Per fortuna mi è caduto l’occhio sul giornale locale, dove c’era un annuncio del MAZ, la Scuola Svizzera di Giornalismo, che mi ha incuriosito: «Chissà cosa vi sarà richiesto domani? Al MAZ venite preparati per il futuro». Anche il titolo del testo pubblicitario, grafica illustratrice e web designer multidigitale, mi ha subito convinto che dovevo adeguare la mia professione ormai obsoleta alle nuove realtà. Ho capito una cosa: il futuro della mia professione appartiene alle persone in gamba, flessibili, capaci di adattarsi e versatili. Sono sempre stata convinta che un buon giornalista dovesse essere versatile. Credevo che, oltre a una grande capacità di capire la politica, la storia e la società, egli dovesse possedere una profonda conoscenza dell’uomo, fiuto per le belle storie, il gusto della scoperta e dell’approfondimento e una buona sicurezza stilistica nella scrittura. Ma è ovvio che tutto questo è assolutamente out.

Profondamente imbarazzata, nelle ultime settimane mi sono quindi dedicata a rimettermi in carreggiata, non solo con attrezzi per allenare la muscolatura addominale e massaggi con tamponi alle erbe, ma anche con un restyling mentale. Così ben presto ho cominciato a offrire i miei servizi come segue: «Scrittrice senior prestatrice di servizi, polivalente a tutto campo e multitasking, iscritta all’albo professionale, lunga esperienza nel settore editoriale, approfondite conoscenze nel profiling di zone socialmente problematiche e attitudine al branded content, acuto senso per l’ambiente di marca del vostro giornale, offresi anche online per la creazione di transizioni senza soluzione di continuità tra comunicazione giornalistica e commerciale, esaudendo qualunque desiderio, in particolare anche nel settore del marketing batterico. Offro irresistibili contenuti premium in qualunque forma desideriate». Purtroppo ho ricevuto all’inizio solo rifiuti, finché poi un collega più giovane mi ha spiegato che non si chiama marketing batterico, bensì marketing virale. Da quando ho corretto questa dicitura fioccano gli incarichi. Helen Brugger


Votazioni Diritto | 8

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015 Raccomandazioni di voto dell’USS sulle iniziative popolari del 14 giugno

Tre volte Sì per una Svizzera più equa e sociale Sgravare i redditi – rafforzare l’AVS: Sì alla riforma dell’imposta di successione È arrivato il momento d’introdurre un’imposta nazionale di successione. La Svizzera detiene infatti la maggior concentrazione patrimoniale di tutti i paesi OCSE. Il più ricco 2% dei contribuenti possiede lo stesso patrimonio del restante 98%. E siccome in Svizzera questo 2% può dare in eredità il suo enorme patrimonio senza pagarci le tasse, questo accumulo patrimoniale si fa sempre più grande. Ecco perché l’USS, il PS, il PEV e i Verdi hanno lanciato l’iniziativa popolare “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS”. Una tassa di successione non rappresenta certo un’idea rivoluzionaria. Essa ha contribuito al successo del paese Svizzera e fino a 15 anni fa ha fatto sì, tranne che nel canton Svitto, che venisse equilibrata un po’ la distribuzione impari del patrimonio. Questa tassa è giusta e liberale: perché chi senza muovere un dito eredita patrimoni milionari o addirittura miliardari deve pagarci le tasse come lo fanno i comuni mortali sui loro salari e pensioni AVS. L’iniziativa sulla riforma della tassa di successione prevede

un importo esente di 2 milioni di franchi. Dunque i patrimoni piccoli o medi non vengono tassati, in modo che le fasce basse e medie della società possano continuare a formare un patrimonio. Ecco le tre più importanti argomentazioni a favore di un Sì alla riforma della tassa di successione: 1. La tassa di successione sgrava gli stipendi normali: con l’introduzione della tassa sulle successioni confluiranno nelle casse dell’AVS e dei cantoni ben tre miliardi di franchi. Questo sgrava chi percepisce un reddito normale. Se non ci sono discendenti diretti ad oggi i cantoni tassano le piccole eredità fino al 49 per cento. In futuro tutte le eredità sotto i due milioni di franchi saranno esenti da imposte. 2. Con la tassa di successione la casa unifamiliare rimane libera da imposte: in futuro per ogni eredità saranno liberi da imposte due milioni di franchi. Una coppia di coniugi per esempio può dare in eredità esente da tasse una villetta unifamiliare fino ad un valore di quattro milioni di franchi. 3. La tassa di successione rafforza l’AVS: essa apporta ogni anno due miliardi di franchi nelle cas-

se dell’AVS. Questo rafforza l’AVS e riduce il bisogno di ulteriori finanziamenti, come per esempio attraverso la tassa sul valore aggiunto.

Sì a canone tv e radio più basso Internet ha cambiato molti settori. Soprattutto anche quello dei media. Smartphone, televisione online e così via hanno modificato radicalmente il nostro consumo mediatico. La radio la ascol-

contributo per i nuclei familiari si abbassa dai 462 franchi attuali a 400 franchi l’anno. Perché il nuovo sistema è meno burocratico. Infatti vengono annullati i noiosi controlli nelle abitazioni e aziende e finisce la lotta agli evasori, come anche la registrazione e la cancellazione in caso di trasloco. Chi percepisce prestazioni supplementari all’AVS/AI o chi vive in istituto non deve pagare nessuna tas-

«Queste imposte garantiscono la pluralità e l’indipendenza dei media elettronici pubblici e privati». tiamo via telefonino quando siamo in viaggio. Le trasmissioni televisive le guardiamo sempre meno attraverso il tradizionale allaccio tv, ma sempre di più attraverso offerte online sullo smartphone o computer. Ormai quasi tutti posseggono apparecchi del genere, ma non tutti si registrano e dunque non tutti pagano questo consumo. Questo è ingiusto e a medio termine conduce ad una compromissione del finanziamento del servizio radiofonico. Un canone radio e tv indipendente dalle apparecchiature elimina questo problema. Infatti quest’imposta è equa e offre molti vantaggi: il

sa. Ma ne approfitta anche la maggior parte delle aziende: il 75 per cento delle ditte non paga nulla. Un altro 9 per cento pagherà meno di ora. Queste imposte garantiscono la pluralità e l’indipendenza dei media elettronici pubblici e privati. Questo è importantissimo, perché la radio e la tv danno un contributo fondamentale alla coesione delle quattro regioni linguistiche e alla formazione dell’opinione politica. Senza una nuova regolamentazione la radio e la televisione verrebbero soltanto indebolite, sia le offerte della SSR sia quella dei canali privati.

Iniziativa popolare sulle borse di studio: Sì perché promuove la permeabilità sociale L’USS dice Sì anche all’iniziativa sulle borse di studio. Essa chiede di sostenere di più chi ha voglia di studiare. In questo modo si rende accessibile un’istruzione più alta anche a bambini provenienti da fasce più basse e non soltanto ai figli di persone che hanno a loro volta studiato. Inoltre con istruzione più alta s’intende anche una formazione professionale più alta (esami federali ed esami professionali superiori, scuole specializzate superiori). Anche chi si perfeziona professionalmente approfitterà dell’iniziativa sulle borse di studio. Proprio queste persone hanno spesso problemi a ricevere delle borse di studio eque dai cantoni, in quanto questi molto frequentemente prendono una precoce attività lavorativa come pretesto per non concedere alcuna borsa di studio. Inoltre l’iniziativa sulle borse di studio rappresenta un passo concreto verso l’eliminazione della mancanza di personale qualificato. Chi ha la stoffa per una qualifica più alta, deve qualificarsi. Molti non lo possono fare per motivi finanziari. Ed è qui che subentrano delle borse di studio migliorate. Sulla diagnosi pre impianto (modifica della norma costituzionale sulla medicina riproduttiva e sull’ingegneria genetica in ambito umano) l’USS non ha emesso nessuna raccomandazione.

punto e dirit to

Ho dichiarato un reddito non veritiero

Per adempiere ai suoi compiti sindacali syndicom riscuote delle quote d’iscrizione che variano a seconda del reddito. Queste quote sono disciplinate dal regolamento delle quote associative a sua volta approvato dal Congresso (cfr. art. 13 Statuti). Il regolamento delle quote associative definisce le varie classi contributive e le corrispettive quote da pagare (cfr. art. 2). L’inquadramento avviene in base alle informazioni scritte sul formulario di adesione, dove fa testo il reddito annuale lordo inclusa la tredicesima mensilità (cfr. art. 5 e 6). Secondo il regolamento delle quote associative l’autodichiarazione del reddito si basa sulla fiducia e sull’onestà e in esso si può anche leggere che nel caso

di una dichiarazione palesemente non veritiera syndicom si riserva di richiedere il pagamento di contributi aggiuntivi (cfr. art. 7). Se il reddito subisce delle variazioni che incidono sulla categoria contributiva esse vanno comunicate tempestivamente all’amministrazione soci di syndicom (cfr. art. 10). Il regolamento della protezione giuridica disciplina che la tutela giuridica verso un socio può subire delle restrizioni nel caso che quest’ultimo abbia pagato delle quote troppo basse in seguito alla dichiarazione di un reddito non veritiero (cfr. art. 7 cpv. 3). Qui s’intendono sia i casi di false dichiarazioni iniziali come anche i casi dove il reddito è aumentato durante l’affi-

liazione e che avrebbe dovuto comportare un cambio di categoria contributiva nel caso fosse stato comunicato. Se durante la gestione di una domanda di protezione giuridica viene constatato che il membro in questione non è stato inquadrato correttamente, il servizio giuridico deve limitare la concessione della tutela giuridica ai sensi della disposizione summenzionata. La misura di questa restrizione va valutata da caso a caso e si orienta a seconda dell’ammontare della differenza evasa. Presupposto per fruire anche solo di una protezione giuridica ristretta è che il membro in questione in ogni caso contatti tempestivamente l’ammini-

strazione soci di syndicom e che dichiari il suo reddito corretto. A seconda del livello della differenza tra la quota che avrebbe dovuto pagare e la quota pagata l’assistenza giuridica verrà limitata ad un’unica consulenza, ad un unico intervento o rappresentanza extragiudiziale. Di massima in casi del genere viene esclusa un’assistenza per la procedura giudiziaria. Eventualmente si può prescindere da una restrizione della tutela giuridica nel caso che il membro comunichi il suo vero reddito con effetto retroattivo pagando gli arretrati relativi alla differenza di quota. Quest’applicazione così severa avviene nel rispetto della maggioranza dei nostri membri

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Sono iscritto a syndicom da due anni. All’atto dell’iscrizione invece del mio reddito annuale corretto di 70.000 franchi ne ho dichiarati soltanto 20.000 pagando dunque delle quote associative troppo basse. Finora non ho mai avuto bisogno di assistenza legale; ora invece una settimana fa sono stato licenziato. Ho comunque diritto alla protezione giuridica nonostante la mia falsa dichiarazione sul reddito?».

Martin Scheidegger, Avvocato lic. iur. Responsabile del servizio giuridico

inquadrata correttamente e inoltre deve garantire che gli affiliati onesti non debbano finanziare la protezione giuridica ai membri inquadrati in categorie troppo basse. Il servizio giuridico consiglia agli iscritti di syndicom di ricontrollare il proprio inquadramento davanti a entrate fluttuanti o incertezze riguardo alla classificazione attuale. L’amministrazione soci rimane a disposizione dei membri per chiarire eventuali dubbi.


Primo maggio Attualità | 9

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015

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manifestazione in Ticino e iniziative nazionali

A testa alta per la dignità del lavoro

Fermare le privatizzazioni e il dumping salariale e intensificare i controlli, sono queste le ricette per difendere il lavoro e la dignità di chi lo svolge. zionale corteo sindacale che ha percorso le vie di Lugano “a testa alta”. Il clima è festoso, ma fra le salariate e i salariati serpeggia grande preoccupazione per le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, «un luogo senza diritti, spesso senza dignità, con bassi salari, precarizzato», ha sintetizzato Graziano Pestoni. «Le soluzioni a questi problemi esistono. Ma non sono quelle populiste, secondo le quali occorrerebbe chiudere le frontiere. Servono contratti collettivi in ogni settore, con stipendi adeguati, controlli, sanzioni dissuasive. Bisogna

migliorare le misure di accompagnamento, fermare la privatizzazione dei servizi pubblici, il dumping salariale e sociale». Il sindacato, ha concluso il presidente dell’Uss, è chiamato a «combattere a livello locale, nazionale e internazionale» e per concretizzare questo obiettivo deve agire sui luoghi di lavoro, opporsi allo smantellamento dei servizi e «contrastare il monopolio culturale del padronato». Proprio per questa ragione quest’anno si è deciso di affidare i discorsi ufficiali del 1° maggio ai protagonisti del mondo del lavoro. (red/USS_CC)

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losanna e ginevra

BAsilea e berna

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Un primo maggio oltre che bagnato, esplosivo. La bomba la lancia il presidente dell’Unione sindacale svizzera (Uss) Ticino e Moesa Graziano Pestoni, con il suo intervento a Lugano dal palco di Piazza Manzoni dove si è celebrata anche quest’anno la Festa dei lavoratori. “Basta libera circolazione senza regole: l’accordo con l’Ue va congelato finché non saranno adottate misure realmente efficaci contro il dumping salariale e sociale”. Un’affermazione che fa esultare alcuni e sbiancare altri. Ma è solo una voce tra le tante che si sono fatte sentire durante il tradi-

1° Maggio in Ticino Alcuni estratti del discorso del neoeletto presidente di syndicom sezione Ticino e Moesano, Jose Feijoo Fariña: “(...) sono qui per parlarvi del rapporto deteriorato che c’è oggi tra padronato e forza lavoro. Nonostante il lavoro dei sindacati, oggi molte aziende, sia pubbliche sia private, hanno perso ogni parvenza di umanità, avendo come unico obiettivo la massimizzazione degli utili. Queste aziende approfittano anche dell’attuale situazione occupazionale per attuare i loro piani di massimizzazione, introducendo nuove tecnologie in ogni ambito lavorativo e contribuendo ad esasperare ulteriormente la situazione occupazionale. La tecnologia in teoria avrebbe dovuto agevolare la vita quotidiana di tutta l’umanità, le aziende l’hanno invece introdotta nei processi lavorativi prendendosene tutti i vantaggi (...) e le ore di lavoro non più necessarie le hanno trasformate in disoccupati (...) Anche nel settore pubblico ormai si razionalizza all’inverosimile, ne abbiamo l’esempio anche noi in Posta, con una riduzione dei posti di lavoro e lo smantellamento del servizio pubblico tramite la chiusura di uffici postali. (...) C’è una continua corsa al ribasso dei costi (...) che comporta l ’aumento delle ore lavorative, la perdita di posti di lavoro, o l’abbassamento degli stipendi (...). Vorrei ricordarvi che l’aumento delle ore lavorative, equivale di fatto ad una diminuzione degli stipendi (...). Come sta facendo ad esempio Viscom, l’associazione dell’industria grafica, che nell’ultimo rinnovo del CCL ha richiesto di portare l’orario lavorativo da 40 a 42 ore e che ora ha dato la disdetta unilateralmente al CCL perché vuole portarlo a 44 ore settimanali, una richiesta ancora più insensata se si pensa che molte aziende, a causa delle difficoltà del settore non riescono già ora a garantire ai propri dipendenti le ore di lavoro previste dal contratto attuale. Con il continuo peggioramento della situazione economica, provocata dalle attuali politiche economiche, i nostri datori di lavoro possono sfruttare lo spauracchio della disoccupazione per fare sempre più pressione su di noi. Da quando esiste il nostro sindacato, nato dalla fusione di un sindacato di settore pubblico con uno di settore privato, ci siamo resi conto che i problemi dei lavoratori sono gli stessi per tutti Ognuno di noi, nel proprio sindacato e › Continua a pag. 14


10 | Ticino Assemblea

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015

Tenero, 18 aprile 2015

Tira aria di novità nel sindacato

Il segretario Marco Forte festeggia il suo primo anno di attività con un iniziale bilancio positivo. La sezione nomina nuovo presidente Jose Feijoo Fariña del settore Posta. Preoccupa la difficoltà ad interessare a syndicom i colleghi e le colleghe, ma si registra un miglioramento della rappresentatività attraverso i comitati. Continua la battaglia per i contratti collettivi in tutti i settori. Barbara Bassi È il 18 aprile, mentre c’è fermento in tutto il cantone per le elezioni della prossima legislatura, la sezione Ticino e Moesa di syndicom dà il via alle ore 15 alla sua assemblea. È Paola Bonanomi a prendere la parola e a porgere il suo saluto da presidente della sezione. Lo fa un po’ a malincuore perché con questa assemblea passa il testimone ad un nuovo presidente. «È un ruolo questo che richiede un grande impegno, per il quale ci vogliono tempo ed energie». Ha affermato Paola. Per questo spera che chi la sostituirà riuscirà a proseguire il progetto syndicom che lei in questi anni si è impegnata a realizzare affinché le nuove strutture potessero funzionare. Toccherà così a Jose Feijoo Fariña, eletto con un sonoro applauso a

nuovo presidente di sezione, realizzare il prossimo progetto syndicom 2020 votato in occasione del congresso del 2014.

Il messaggio di Presidenti e presidentesse in video Verso il futuro ci si va però sia guardando al passato sia innovando. Così è nata l’idea di presentare all’assemblea quanto svolto nel 2014 con un video (consultabile su YouTube) dove i presidenti dei diversi comitati hanno raccontato di momenti cruciali e tematiche importanti per il loro settore. Così ecco che sullo sfondo delle mura di Castelgrande a Bellinzona, si vede arrivare un gruppo di persone con bandiere, cappellini, magliette tutte rigorosamente syndicom. Poi ciascuno, nel suo modo personale di porsi, ha potuto spiegare quali sono stati e quali dovranno essere i traguardi che syndicom dovrà raggiungere per tutelare tutti/e i/ le dipendenti iscritti/e a syndicom che lavorano alla Posta, nelle telecomunicazioni, nell’industria grafica, nella comunicazione, nel giornalismo e così via.

Lot te e denunce Diego Moretti, collega attivo nella divisione industria grafica ha messo l’accento sulla mancanza di rispetto del contratto collettivo da parte di Viscom, che ha

interrotto bruscamente la trattativa per il decreto di obbligatorietà generale che i lavoratori hanno pagato con l’aumento delle ore settimanali di lavoro e la riduzione delle indennità di lavoro notturno. Mantenere il contratto è fondamentale perché va oltre i minimi previsti dalla legge (purtroppo proprio nei giorni scorsi è arrivata la notizia della disdetta di tale contratto da parte di Viscom vedi articolo a pagina 5, ndr). Elena Turienzo, parlando del mondo della comunicazione visiva, ha ribadito l’importanza di fornire ai colleghi e alle colleghe un plus, come ad esempio con la giornata del design e del-

la tipografia perché nella sezione Cv ci sono molti indipendenti e le necessità sono dunque diverse da altri settori dove vi è invece principalmente un rapporto di dipendenza. Per spiegare la situazione dei giornalisti Rocco Bianchi ha ripercorso tutte le azioni fatte durante il 2014 e denominate “scocca il 13!” a cominciare dall’inchiesta sui salari. A partire da lì si sono sempre monitorate le condizioni di lavoro nel settore a seguito del quale a novembre, con lettera pubblica, si sono invitati gli editori ticinesi a riaprire il tavolo negoziale per un CCL. La mancata concretizzazione di questa ennesima

proposta ha portato alla denuncia per violazione del diritto del lavoro per mancato rispetto delle ore di lavoro. Il 2014 è stato un anno caldo anche per la Posta che era in fase di ritrattativa del contratto collettivo di lavoro. L’interruzione del negoziato fatta, con grande sorpresa di tutti, da syndicom è stata forse, tempisticamente parlando, criticabile ma sicuramente necessaria. I fatti hanno poi dimostrato che con questo stop si sono potuti ottenere dei risultati migliori rispetto al risultato intermedio. «Certo si potrebbe avere di più, ma è necessario che vi sia una maggiore partecipazione da parte della base. Abbiamo tre anni di tempo prima del prossimo rinnovo, dobbiamo organizzarci» ha affermato con grande forza il neoeletto presidente. Per le telecomunicazioni è stato dapprima Giovanni Brullo ad evidenziare il problema dei parametri di produttività che vengono continuamente aumentati così che il lavoro si trova a invadere sempre più la sfera privata mettendo in difficoltà sia le relazioni sia la salute dei dipendenti. È dunque importante affrontare questa tematica anche perché è una tendenza del mondo del lavoro che tocca tutti gli ambiti professionali. Danilo Ravelli ha poi spiegato le

press

posta

Risoluzione assemblea generale ordinaria 2015

STOP ALLE PRESSIONI IN POSTA L’assemblea generale della sezione Ticino e Moesano di syndicom riunitasi a Tenero in data 18 aprile 2015 prende posizione in merito alle scelte politiche e strategiche della Posta CH che per aumentare sempre più i profitti, mette sempre più sotto pressione il proprio personale.

I giornalisti rivendicano un Contrat to Collet tivo di Lavoro I giornalisti in Ticino e nella Svizzera tedesca lavorano senza un contratto collettivo (CCL) da oltre dieci anni. I vari tentativi per riavviare le trattative sono rimasti lettera morta. A parole gli editori si sono dimostrati concilianti, nei fatti si sono trincerati dietro un muro di gomma di rinvii e dilazioni. Nel frattempo i salari reali dei giornalisti e gli onorari dei freelance hanno continuato a calare. Toccati in particolare sono i giovani che iniziano a svolgere questa professione. Anche le iniziative “Scocca il 13!” che il settore Press di syndicom a livello nazionale ha portato avanti nello scorso anno - ultima in ordine di tempo la denuncia agli ispettorati del lavoro sul controllo dell’orario di lavoro dei giornalisti - pur smuovendo le acque e richiamando l’attenzione sul

problema non sono riuscite ad aprire un tavolo negoziale. Questo vuoto contrattuale cade in un periodo difficile e di forte cambiamento per il settore dei media: risparmi e tagli da parte degli editori, concentrazione delle testate, pressione sui giornalisti che sono chiamati a fornire contenuti multimediali e si trovano al lavorare in condizioni dove la qualità del prodotto non è un criterio prioritario. Tutto questo vale - in peggio - anche per i freelance, che prima erano tutelati da un CCL e che ora devono affrontare la crisi del settore senza alcuna tutela. Non da ultimo, per una regione di frontiera come il Ticino, con tutte le problematiche che ne conseguono, la regolamentazione attraverso un CCL è auspicabile e necessaria. In questa situazione si dimentica il ruolo che svolgono i giornalisti in una società democratica: indagano, approfondiscono, denunciano, osservano e aiutano a capire ciò che accade. Se pensate che sia retorica, immaginate cosa sarebbe vivere senza notizie, senza quotidiani, senza radiogiornali o telegiornali, senza portali online di informazione... Alla luce di tutto ciò, l’Assemblea generale della sezione Ticino e Moesano di syndicom riunitasi a Tenero in data 18 aprile 2015, chiede con forza agli editori di sedersi finalmente a un tavolo per avviare delle trattative per un CCL.

Obiet tivi di vendita e chiusure degli uffici postali Il problema degli obiettivi di vendita è sempre attuale. I dipendenti negli uffici postali vengono valutati soltanto in base alle vendite e ai numeri conseguiti attraverso la vendita di articoli e servizi “extra-postali”. Gli obiettivi che sono imposti dai vertici agli uffici postali e ai singoli dipendenti negli ultimi anni sono sempre più ritoccati verso l’alto e spesso sono troppo elevati. A questa situazione bisogna aggiungere anche il problema delle chiusure degli uffici postali, molto frequenti nella nostra regione, frutto di una politica di razionalizzazione insensata che penalizza i cittadini e incide in maniera importante sui posti di lavoro. Ritmi di lavoro sempre più elevati Gli addetti al recapito sono sempre più sotto pressione a causa delle richieste pressanti di velocizzare i tempi di consegna. Molti responsabili e superiori sono intransigenti per quanto riguarda i tempi di consegna ma spesso chiudono un occhio


Assemblea Ticino | 11

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modifiche del sistema salariale e l’importanza di monitorare l’applicazione sia dei salari minimi che degli scatti salariali previsti.

«Sarà anche importante aggiornare il Database di syndicom per poter raggiungere tutti i colleghi con le vecchie e le nuove tecnologie».

La formazione deve rimanere un fiore all’occhiello

ne e dell’offerta proposte ha poi speso alcune parole Diego Uccellani che ormai da diversi anni si occupa di allestire e seguire il programma Helias. «Sarebbe bello se il programma di formazione continua diventasse un’offerta di corsi per tutte le professioni di syndicom» ha poi affermato Diego.

Oltre alle attività di difesa e lotta per le condizioni di lavoro, il sindacato da sempre cerca di offrire ai colleghi degli spazi per migliorare le proprie competenze e conoscenze. Questo può avvenire in modo specialistico ma anche in modo generico. Così ad esempio è stata proposta da Marco Forte, in seno all’Uss, l’organizzazione della giornata nazionale dei militanti per far sì che si crei una maggiore coesione tra tutti i lavoratori e le lavoratrici attraverso momenti di riflessione sul mondo del lavoro. Questa prima giornata dal titolo “La corsa al ribasso, conseguenze per lavoratrici e lavoratori” si è poi svolta a fine gennaio a Camignolo. Sull’importanza della formazio-

per i frontalieri. Per affrontare i problemi che ci sono sul mercato del lavoro ticinese è infatti

importante coinvolgere nell’attività sindacale anche i lavoratori stranieri. Nel 2015 proseguirà anche la campagna di sensibilizzazione su pressioni, obiettivi e ritmi sul posto di lavoro. Si dovrà lottare contro il processo di outsourcing dei trasporti degli invii postali su camion. Nell’industria grafica bisognerà lottare per il CCL e contro il progetto di Viscom che vuole peggiorare le condizioni di coloro che lavorano alle rotative delle testate giornalistiche. Südpack ha chiesto una deroga alle trattative Ccl a seguito del problema di cambio euro-franco. La votazione di tutti i dipendenti si è conclusa con 60 voti a favore e 59 contrari. Una spaccatura che ha portato diversi malumori da ambo le parti. Si sta cercando di avviare una nuova Commissione del personale al Centro Stampa del Corriere del Ticino a Muzzano, ma

rinforzare il contat to con la base È fondamentale «Siamo in pochi e dobbiamo coprire tutto il territorio per cui ci si è resi conto che il lavoro in segretariato deve essere ottimizzato e riorganizzato». Così Marco Forte, responsabile di syndicom Ticino ha esordito per spiegare la necessità di rinforzare il contatto con la base. Sarà dunque prioritario continuare a far conoscere syndicom nelle aziende. Bisognerà poi sviluppare un’offerta

sulle misure di sicurezza o di tutela della salute. L’unica cosa che conta è l’ottimizzazione dei tempi. Motivazione e non pressione Il raggiungimento degli obiettivi aziendali, come pure di un buon ritmo di lavoro e di una resa di qualità, deve avvenire attraverso il dialogo e la capacità di motivare il personale e non attraverso imposizioni o metodi atti a mettere pressione. Anche gli strumenti volti a migliorare i risultati aziendali o la gestione del personale, come per esempio gli obiettivi di vendita o i dispositivi che calcolano il tempo di lavoro, non devono essere utilizzati per tenere continuamente sotto controllo il lavoro degli impiegati e pretendere un continuo miglioramento delle prestazioni o per mettere in concorrenza i colleghi tra di loro. Tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro Per questi motivi l’assemblea sostiene la lotta intrapresa da syndicom Ticino e Moesano e ritiene necessaria, come prima misura, una campagna di sensibilizzazione all’interno della Posta che spieghi bene che la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro sono altrettanto importanti quanto i tempi di consegna o il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Il responsabile o i superiori non devono mettere pressione ma devono avere tra i loro compiti principali la vigilanza sulle misure di sicurezza e di tutela della salute dei propri dipendenti, il mancato rispetto di questi doveri deve essere sanzionato.

al momento la direzione rifiuta di riconoscere questo diritto dei dipendenti. Nicola Morellato ha poi presentato il progetto Claire (vedi pagina 5) e ha spiegato l’impegno che syndicom prenderà nel verificare la sua corretta applicazione. Ha poi informato dell’inchiesta sullo sconfinamento del lavoro. Nella Comunicazione visiva si proseguirà con l’organizzazione di eventi per avere uno scambio di informazioni e di idee tra i professionisti del settore. Si sta lavorando su un progetto di rilancio di immagine di syndicom e lo si sta facendo con Pasquale Diaferia, professionista di spicco in questo ambito. Il segretariato si augura di poter portare a buon fine questo progetto, magari a livello nazionale. Nel settore Press si dovranno sicuramente inasprire i toni per arrivare finalmente ad un nuovo CCL. Sarà anche importante aggiornare il Database di syndicom per poter raggiungere tutti i colleghi con le vecchie e le nuove tecnologie. A questo proposito l’Assemblea ha dedicato uno spazio a Paolo Attivissimo che, con il supporto di Andrea Tedeschi, ha presentato i diversi social network che si usano oggigiorno e come questi possono essere utilizzati per comunicare ad esempio tra sindacato e soci. L’incontro si è concluso con la cena durante la quale si sono festeggiati anche tutti quei colleghi e quelle colleghe che da diversi decenni sostengono il sindacato con la loro sottoscrizione.

industria grafica Pensionamento anticipato – applicazione del DOG – nessun at tacco all’at tuale CCL L’assemblea generale della sezione Ticino e Moesano di syndicom riunitasi a Tenero in data 18 aprile 2015 sostiene le rivendicazioni della conferenza di divisione dell’Industria grafica dell’11 aprile 2015 tenutasi a Zurigo. I presenti condannano innanzitutto l’atteggiamento di Viscom che non ha rispettato i patti da loro stessi sottoscritti, poiché non ha dato seguito all’articolo 109 relativo al Decreto d’obbligatorietà generale (DOG). Viscom dovrà quindi dare immediatamente prova di essere un partner sociale serio e affidabile. Premessa questa indispensabile per entrare in discussione sul nuovo CCL. Non paghiamo due volte per la stessa cosa! In occasione dell’ultimo rinnovo contrattuale, il personale dell’industria grafica ha concesso una riduzione dei supplementi per il lavoro notturno e la possibilità di introdurre le 42 ore settimanali senza compensazione. I dipendenti hanno fatto dei grandi sacrifici e Viscom ha bloccato la messa in vigore del DOG. Se a ciò aggiungiamo che in questo periodo di durata contrattuale sono aumentati ulteriormente i ritmi di lavoro, senza ricevere alcun aumento salariale, a parte l’aumento dei salari minimi, possiamo dire: abbiamo già dato tanto, ora basta. Non siamo pronti ad accettare un ulteriore degrado del

CCL per finalmente mettere in atto il DOG, come d’altro canto già deciso nelle ultime trattative! Una sola rivendicazione: il pensionamento anticipato Lo studio ordinato dai partner sociali su un possibile modello di prepensionamento ha chiaramente mostrato come ciò sia possibile. La conferenza di divisione ha quindi deciso di mettere sul tavolo delle trattative l’introduzione di un sistema di pensionamento anticipato come sola e principale rivendicazione. Una protezione contro il licenziamento a partire dai 58 anni dovrà accompagnare questa rivendicazione per impedire ogni abuso possibile da parte dei datori di lavoro. Applicazione del CCL 2013 – un CCL per tut ti con il DOG! Il pensionamento anticipato per salvare gli impieghi per i giovani! No a un nuovo attacco alle attuali condizioni di lavoro! Questo è il messaggio che l’assemblea invia all’associazione padronale Viscom che si riunirà il prossimo 23 aprile. Ed è con convinzione e determinazione che i membri di syndicom si dichiarano pronti a battersi per un’industria grafica forte che garantisca non solo posti di lavoro ma anche buone condizioni di lavoro!


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Flavia Leuenberger, Grafica e Fotografa

Uno scatto da premio

“Flavia ha vinto lo Swiss Press Photo nella categoria ritratti”, così scrive alla redazione una sua collega per e-mail, e, nonostante l’impersonalità di questo mezzo, se ne coglie l’entusiasmo. Sì, la notizia rende felici perché la conosciamo, perché è giovane, perché è donna, perché vive in Ticino, perché è syndicom e forse per altri motivi ancora. La incontriamo per scoprire un po’ di più di lei e della sua professione. Barbara Bassi Questa è la foto ritratto con la quale Flavia Leuenberger ha vinto il premio Swiss Press Photo nella categoria appunto dei ritratti. La foto che ritrae Giovanni Vassalli è stata pubblicata su Ticinosette nella rubrica vitae. Giovanni Vassalli è conosciuto per una sua particolare passione, quella delle biciclette: ne ha più di un’ottantina. Non si limita però a collezionarle, lui recupera vecchie biciclette e le rimette a posto, ne ha persino costruita una di legno.

© MICHA DALCOL

Outback, Australia

Flavia Leuenberger ha 29 anni. Ticinese ma con origini paterne bernesi, ottiene il diploma di grafica alla CSIA di Lugano nel 2004. Appena terminati gli studi inizia a lavorare nello studio di grafica e fotografia Immagina a Stabio. Lavora lì per 4 anni ed è proprio in questo studio che, sotto la guida di Adriano Heitmann, si appassiona alla fotografia della quale aveva fin lì solo alcune nozioni base apprese a scuola. L’approccio è interdisciplinare, come assistente di fotografia perfeziona le sue competenze in materia e come grafica si specializza nell’elaborazione delle immagini. Ma in Flavia,

apparentemente di animo tranquillo e pacato, scalpita la curiosità per il mondo, così parte per tre mesi in Australia soprattutto con l’idea di perfezionare il suo inglese. È la prima volta che fa un viaggio così lungo da sola e questa esperienza l’ha segnata. Da un lato le ha fatto esplodere la passione del viaggiare, del conoscere nuove realtà e culture dall’altro le ha permesso di crescere sia nelle cose pratiche che nel suo mondo interiore. In questo periodo fa anche due settimane di trekking nel deserto australiano con 10 fra ragazze e ragazzi provenienti da diverse parti del mondo e nascono nuove grandi amicizie. Rientrata in Svizzera era necessario ricominciare a guadagnare, così parte anche una nuova avventura lavorativa di qualche mese. Terminata questa seconda esperienza come dipendente, nasce in Flavia il desiderio di lavorare in proprio. Sapendo che il mondo del lavoro è pieno di insidie e desiderosa di conoscere i dettagli per un’attività indipendente coglie l’occasione

per rivolgersi al sindacato, allora comedia oggi syndicom. Da cinque anni lavora in proprio. All’inizio questo progetto è partito letteralmente da casa, dove ha allestito uno spazio per lavorare: una scrivania, un computer e quanto necessario. Velocemente però è nata l’esigenza di uscire di casa e dare un aspetto più professionale al suo lavoro. Poi, un giorno per caso, come spesso accade nella vita, parlando con alcuni colleghi ed ex compagni di scuola si rende conto che la sua esigenza è anche quella di altri professionisti così lei, una collega e un collega grafici si mettono alla ricerca di uno spazio per avviare uno studio in co-working. Oggi nell’atelier di Balerna sono in cinque professionisti, tutti grafici ma ognuno con le sue peculiarità, chi specializzato per il web, chi nel disegno, chi come lei nella fotografia. «In realtà entrambe le professioni non sono facili da svolgere, la mia forza credo sia proprio che le unisco entrambe» ci spiega Flavia. È un aspetto importante quello della specializzazione. Lei

oggi vive proprio di questo, della sua specializzazione come fotografa. Certo il passaggio da grafica a fotografa è stato graduale ed è stato dettato più dalle richieste del mercato che da una scelta vera e propria, fatto è che oggi, con la vittoria dello Swiss Press Photo nella categoria ritratti, Flavia più che mai sente di aver seguito la strada giusta. Certo avviare un’attività da indipendente non è un cammino facile. «I primi due anni sono stati difficili soprattutto economicamente» ammette Flavia, «il problema è che si hanno molti costi fissi e le entrate sono variabili, anche per questo il co-working si è rivelato una scelta vincente». Il vantaggio in assoluto è che si può gestire il tempo in modo autonomo e ci si può ogni tanto anche permettere di scegliere gli incarichi più con il cuore che con il portafogli. In effetti essere indipendenti richiede di rimanere sempre attivi e propositivi. Questa continua sfida aiuta anche la creatività che è alla base di chi svolge questo tipo di attività. Ma come ci spiega Flavia

Grand Prix Svizzero di Design Anche quest’anno è stato assegnato il premio svizzero per il design. Lo hanno vito la grafica Lora Lamm (alla quale syndicom-il giornale aveva in passato dedicato un ampio spazio), il fotografo Luc Chessex e il team tipografico ’77 composto da André Gürtler, Christian Mengelt ed Erich Gschwind. La commissione federale di design ha motivato la sua scelta per la forza pionieristica dei premiati. Lora Lamm è stata scelta per “la sua innovativa rivolta nel maschile mondo milanese del design degli anni 50 e 60”. Il Team ‘77 è stato premiato per la creazione del carattere Haas Unica e Luc Chessex per le sue fotografie della rivoluzione cubana. Questo premio di design

è di 40.000 franchi e viene attribuito dal 2007. Se quest’anno vi dedichiamo un particolare spazio è perché Erich Gschwind, membro del Team ‘77, così come Flavia Leuenberger (vedi articolo sopra), è iscritto a syndicom. Erich Gschwind nel 1977 ha fondato con i suoi colleghi Christian Mengelt e André Gürtler il Team ‘77 per lavorare liberamente su progetti di creazione tipografica di caratteri. È dal loro studio che sono usciti caratteri, oggi considerati storici, come Cyrillic Gothic o appunto Haas Unica che è oggi valso loro l’importante premio che sarà consegnato martedì 16 giugno a Basilea in occasione degli Swiss Design Awards. (bb)

è necessario vincere la sensazione di insicurezza, «in definitiva si può perdere un cliente importante così come si può perdere l’impiego fisso» ci dice in assoluta tranquillità. Il trucco sembra essere dunque l’equilibrio, la capacità di ottimizzare le entrate come le uscite. Da qui ad esempio la scelta di vivere in Val di Muggio a due passi dal confine italiano, fuori dalle città, dove gli affitti costano meno. «Però sono felice perché è il prezzo della mia libertà». Lo dice regalando un gran sorriso che si allarga ai suoi caldi occhi scuri e la felicità che dice di provare per la sua vita diventa palpabile. Anche se lei si reputa fortunata per aver trovato un posto di lavoro subito dopo lo studio, cosa sempre meno scontata in questo settore nei nostri tempi, consiglia ai giovani di andare per il mondo a fare esperienza per curiosare su cosa c’è al di fuori della Svizzera. Lei non smette di farlo e con il premio vinto si pagherà il prossimo biglietto aereo che la porterà fra qualche mese negli Stati Uniti.


Cultura Ticino | 13

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015 in marcia per la libertà

Voltapagina

© IL BATTELLO A VAPORE

Antonio e Virgoletta

Da qualche anno le edizioni Piemme stanno ripubblicando i libri del grande scrittore tedesco Erich Kästner e ogni volta è una splendida sorpresa. Anche nel caso di Antonio e Virgoletta, pubblicato la prima volta a Zurigo nel 1929, riscopriamo un libro molto bello, prezioso, di piacevole lettura, con una storia avvincente e una scrittura lenta ma vivace nello stesso tempo, diversa, un po’ antica. I due ragazzini protagonisti sono Virgoletta, in tedesco “Pünkten” che rende meglio il personaggio, una ragazzina piccola ma tutta idee e fantasia, appartenente a una famiglia dell’alta società di Dresda degli anni Venti, e Antonio che invece è molto povero, vive solo con la mamma ammalata che non può lavorare, ed è costretto a chiedere l’elemosina nelle strade della città tedesca dove la differenza tra ricchi e poveri è molto grande. I due bambini si incontrano ogni giorno, grazie all’irresponsabilità interessata dell’istitutrice di Virgoletta, e si divertono molto inventando avventure immaginarie, ma nel contempo facendo in modo che Antonio possa sbarcare il lunario. Riusciranno perfino a smascherare due disonesti che tramavano alle spalle della ricca ma alquanto distratta famiglia di Virgoletta. Curioso e interessante, mai didascalico, l’intervento di Kästner alla fine di ogni capitolo mette in evidenza quei particolari che permettono al lettore di capire meglio i numerosi messaggi che vuole trasmettere, riprendendo le ultime parole del libro: «(…) perché dagli Antonio e da tutti quelli che sono come lui, verranno fuori un giorno degli uomini di valore. Uomini, di cui abbiamo bisogno». Un libro dai contenuti più che mai attuali. Di Erich Kästner consigliamo pure: La conferenza degli animali, Emil e i detective e La doppia Carlotta, tutti pubblicati da Piemme. Dai 10 anni Erich Kästner, Antonio e Virgoletta, Piemme editore 2015, traduzione di Roberta Magnaghi A cura della libreria Voltapagina di Lugano – libreria@voltapagina.ch

La fatica delle donne... Il 14 a Chiasso, il 15 a Lugano, e poi Bellinzona, Faido, Zugo, Friborgo, Ginevra, proseguendo per la Francia. Proprio in questi giorni la Marcia mondiale delle donne (MMD), partita l’8 marzo dalla Turchia e diretta in Portogallo, dove terminerà il 17 ottobre, sta attraversando il Ticino guidata dal motto: “Fino a quando tutte le donne non saranno libere noi saremo in marcia!”. Lo scopo di questa carovana internazionale, che riunisce più di 5000 gruppi provenienti da 164 paesi, è appunto quello di continuare a camminare insieme, un passo alla volta, alla conquista della libertà. Libertà da discriminazioni, violenze, guerre, abusi, ingiustizie, disparità... Ormai alla sua quarta azione planetaria, è dal 2000 che il movimento d’azione femminista MMD si propone di contrastare la povertà e la violenza di genere marciando. Un lungo cammino, mai privo di ostacoli, verso una maggiore uguaglianza ed equità tra donne e uomini. Quest’anno i chilometri da percorrere per raggiungere la meta e divenire al tempo stesso parte integrante del cambiamento auspicato, sono ben 17.000! Le organizzazioni promotrici della tappa ticinese, DAISI-Donne Amnesty International della Svizzera italiana e Inter-Agire/COMUNDO, hanno scelto di camminare con l’intento di accompagnare tutte le donne che sono in marcia verso un mondo libero da qualsiasi forma di violenza e discriminazione nei più svariati ambiti. «La nostra marcia a piedi – afferma Corinne Sala di Inter-Agire – simboleggia un percorso molto spesso faticoso verso il raggiungimento dei propri diritti. In Svizzera, come pure in Europa, persistono ancora molte disparità a livello salariale, così come in ambito domestico, dove non sempre vi è una corretta divisione dei compiti e neppure un giusto riconoscimento del lavoro svolto.

In generale sarebbe auspicabile una visione diversa, che contempli un maggiore equilibrio tra i generi: per esempio una politica aziendale per la quale uomo e donna possano divi-

sono previste diverse performance e spettacoli teatrali, a cui si alterneranno incontri conviviali, interventi e cene interculturali. Segnaliamo in parti-

Marcia Mondiale delle Donne in Ticino

Faido

In marcia verso la libertà

14 - 17 maggio Bellinzona

Come partecipare? Lugano

Per iscriversi alla MMD in Ticino basta semplicemente compilare il formulario su questo link: bit.ly/mmdticino E’ possibile partecipare anche ad una sola tappa: 14 maggio Chiasso-Lugano 15 maggio Lugano-Bellinzona 16 maggio Bellinzona-Faido 17 maggio Faido-Arth Goldau/Zugo

Chiasso

Camminiamo insieme per un mondo migliore

dersi equamente compiti e ruoli. Per questo crediamo sia importante esercitare la cittadinanza globale, esprimendo solidarietà e mostrando alla gente che anche attraverso dei piccoli gesti alla portata di tutti si possono cambiare le cose qui ed altrove». Ecco che tappa dopo tappa la carovana inviterà la popolazione locale, in particolare le donne ma non solo, a partecipare alle attività di sensibilizzazione e alle discussioni riguardanti le rivendicazioni del movimento. Fino a domenica 17 maggio

Informazioni: www.marchemondiale.ch www.marchemondiale.org Contatto Ticino daisi.ch@gmail.com facebook.com/DonneAmnestySvizzera Inter-Agire www.interagire.org facebook.com/associazioneinteragire Conto: MMD / Inter-Agire Conto: 69-596649-9 IBAN: CH 87 0900 0000 6959 6649 9 IBAN: POFICHBEXXX

colare la performance “Aiutami a capire, io ti aiuterò a vedere” con Elena Boillat e Beatrice Lupi, che si svolgerà nel cortile del municipio di Bellinzona alle 17.15 di questa sera, e lo spettacolo dedicato alle donne migranti di Carola Behrend, che si terrà domani, sabato 16 maggio, alle 18 nell’aula magna delle scuole medie di Faido. Quest’anno ad accompagnare la Marcia 2015 vi sarà anche una scatola contenente i sogni delle donne incontrate lungo tutto il percorso.

impressum redazioni Svizzera tedesca: syndicom, die zeitung Naomi Kunz, Monbijoustrasse 33, Postfach 6336, 3001 Bern, Tel. 058 817 18 27 redaktion@syndicom.ch Svizzera romanda: syndicom, le journal Yves Sancey, Rue Pichard 7, 1003 Lausanne Tel. 058 817 19 38, redaction@syndicom.ch Svizzera italiana: syndicom, il giornale Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, Tel. 058 817 19 63, redazione@syndicom.ch

Grafica e impaginazione Katja Leudolph (d) Alain Gonthier (f) Daniela Raggi (i) Correttrici Ulrike Krüger (d) Marie Chevalley (f) Petra Demarchi (i) Notifica cambi di indirizzo syndicom, Adressverwaltung Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336 3001 Bern

abbonamenti Per gli iscritti a syndicom è gratuito Abbonamento annuale: 50 franchi syndicom – il giornale ha un minimo di 12 edizioni all’anno

Stampa Ringier Print Adligenswil AG, Casella postale 3739, 6002 Lucerna

inserzioni e pubblicità Priska Zürcher, Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336 3001 Berna Tel. 058 817 18 19 Fax 058 817 18 17 stab@syndicom.ch

Editore syndicom – sindacato dei media e della comunicazione Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Berna, Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17

ISSN 1664-8978

Il prossimo numero uscirà il 12 giugno 2015. La chiusura di redazione è fissata il 26 maggio.


14 | In chiusura

syndicom | N. 5 | 15 maggio 2015

Perfezionamento: www.helias.ch

1° maggio in ticino Continua da pag. 9

Corsi professionali: Web - I segreti del responsive design ›NOVITÀ NUOVE DATE: 2 sabati: 30 maggio e 6 giugno orario: 8.20-11.30, 13.00-16.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatore: Alessandro Bianchi Luogo: centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi del corso: come è nato il responsive design e a che cosa serve. Next Step: Mobile first. Progettare un’interfaccia partendo dalla versione mobile, per arrivare a quella desktop. Esempi e casistiche interessanti. Progettare dalla carta. Realizzazione di wireframe e bozze cartacee di un template responsive. Progettazione grafica. Realizzazione di bozze grafiche responsive in Photoshop o Illustrator. Prototipazione e Test. Creazione di un primo prototipo interattivo da testare sui vari dispositivi, e relativi test per comprendere come correggere i prototipi. Programmazione template HTML&CSS. Il prezzo è tutto? Come presentarlo senza complessi ›NOVITÀ NUOVE DATE: lunedì 1 e mercoledì 3 giugno CORSO CONFERMATO ci sono ancora posti liberi Orario: 19.00-21.30 Termine d’iscrizione: 20 maggio (o contattare il segretariato) Animatore: Stefano Gazzaniga Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Descrizione: Corso dedicato a indipendenti e a persone attive nella vendita che vogliono migliorare il proprio approccio affrontando una trattativa o semplicemente per comunicare al cliente il costo di un servizio con maggiore sicurezza.

Il tempo libero appartiene solo a te! Workshop di syndicom su stress, carico lavorativo e « sconfinamento del lavoro » – sulla base di un sondaggio condotto nel settore. 21. 5. 2015, ore 11.30 – 12.30 Bellinzona Business Center, sala A09

Partecipa alla discussione su come migliorare le cose!

il sudoku di syndicom

Jose Feijoo Fariña

Indirizzi

In palio un buono Reka di 50 franchi. La soluzione (la cifra composta dai tre numeri derivanti dalle caselle segnate di blu indicate nell’ordine da sinistra a destra) sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro martedì 2 giugno, a: syndicom - il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno. Il vincitore del cruciverba pubblicato su syndicom - il giornale N. 4 è Ernesto Fenner di Giubiasco.

condoglianze Delio Lavagetti, Bigorio, deceduto in data 24.2.2015, all’età di 85 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1951. Antonio Rossini, Cadro, deceduto in data 17.12.2014 all’età di 80 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1954. Antonio Sala, Arogno, deceduto in data 31.3.2015 all’età di 77 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1989.

sul posto di lavoro, può fare la differenza se unito ad altri. Se vogliamo migliorare le nostre condizioni di lavoro, dobbiamo costringere i nostri datori di lavoro a sedersi a negoziare e, sul tavolo delle trattative, dobbiamo far sì che sentano il peso dell’appoggio che diamo ai nostri sindacati, per fare in modo che le trattative siano oneste e non monopolizzate dal padronato che detta le proprie condizioni ripetendo continuamente “se vi interessa è così, altrimenti è così comunque”. Possiamo farlo solo se tutti uniti ci impegneremo anche per modificare le leggi che regolano il lavoro, per primo il codice delle obbligazioni che risale ad oltre 100 anni fa! (se pur, è vero, con qualche marginale modifica negli anni). Quando fu scritto, rappresentò effettivamente un notevole passo avanti, ma i contratti redatti oggi che ne fanno riferimento sono a dir poco anacronistici, per cui dobbiamo fare in modo che il Codice delle obbligazioni e la Legge federale sul lavoro, così come tutte le altre leggi che ne regolano le condizioni, vengano migliorati. Per questo non mi stancherò mai di esortare tutti i colleghi e le colleghe ad essere sempre uniti contro chi cerca di portarci via quello che i nostri predecessori hanno conquistato versando lacrime, sudore e, nelle lotte più dure, anche sangue... Si tratta di un lontano ricordo, è vero, ma dobbiamo fare in modo che quei tempi non debbano tornare... in teoria dovremmo essere un popolo civile...

agenda Gita annuale Pensionati a Brescello mercoledì 27 maggio Iscrizioni obbligatorie entro il 20 maggio o contattare il segretariato: ticino@syndicom.ch. Gita annuale attivi - Bernina Express Domenica 6 settembre Iscrizione obbligatoria entro il 17 agosto all’indirizzo ticino@syndicom.ch.

marcia mondiale delle donne dal 14 al 17 maggio 14 maggio Chiasso-Lugano 15 maggio Lugano-Bellinzona 16 maggio Bellinzona-Faido 17 maggio Faido-Arth Goldau/Zugo Per iscriversi alla MMD in Ticino basta semplicemente compilare il formulario su bit.ly/mmdticino. È possibile partecipare anche a una sola tappa.

Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 | ma-me-ve 13.30 - 17.30 Marco Forte: 058 817 19 61 Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch Cassa disoccupazione Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: lu-ma-me-gio 9.00 -11.30 Venerdì chiuso tutto il giorno. Gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info E-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch castori.gabriele50@gmail.com


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