N. 3 20 marzo 2015
il giornale
www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione
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Nuovi impulsi per un mondo possibile Dal 24 al 28 marzo, a Tunisi, si terrà il prossimo Forum Sociale Mondiale: il più grande incontro planetario di movimenti altermondialisti. Sono attesi migliaia di partecipanti, rappresentanti di organizzazioni, ONG, sindacati, politici e giornalisti. Vi prenderà parte anche una folta delegazione svizzera. «Ci andrei non solo una, ma mille volte!», esclama convinta Josée Martin, segretaria generale di E-CHANGER / COMUNDO, l’ONG che (assieme ad Alliance Sud) coordina la delegazione elvetica che parteciperà all’FSM di Tunisi. Una sessantina di persone, rappresentanti di associazioni e sindacati, giornalisti e politici, seguiranno gli incontri del Forum, oltre a visitare diversi progetti della cooperazione svizzera nel paese nordafricano. Sorto nel 2001 a Porto Alegre, in risposta agli incontri di Davos, l’FSM è ancor oggi il più ampio spazio di riflessione della società civile a livello planetario. A Tunisi sono attese migliaia di persone, gli eventi finora registrati sono già più di 1700, con temi che spaziano dall’ambiente alle migrazioni, dai diritti umani all’economia, fino alle nuove forme di cittadinanza (vedi il sito internet fsm2015.org). «Il pianeta brucia – spiega ancora Josée Martin – nonostante gli sforzi dei movimenti sociali, qui e al Sud, le disuguaglianze aumentano sempre più, con il loro bagaglio di fame, di distruzione ambientale, di sfruttamento di bambini, donne e migranti e di sfollati in fuga dalla guerra e dalla miseria. Per questo è importante partecipare all’FSM, per informarsi e dibattere sulle alternative possibili, respirare la vita e la speranza, conoscere le battaglie in corso e la forza dei cambiamenti che si possono suscitare. È il più grande spremi-meningi mondiale! Come movimento, noi di E-CHANGER /COMUNDO sosteniamo i progetti di emancipazione dei movimenti sociali al Sud. Possiamo anche contribuire per portare qui i messaggi più validi e stimolare la solidarietà con i loro obiettivi di lotta. Testimoniare all’interno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e al nostro pubblico le forze che operano altrove sul pianeta significa contribuire qui, in Svizzera, a far conoscere e a mobilitare tutti quelli che s’impegnano per un mondo rispettoso dei nostri “partner” al Sud, della natura e degli esseri umani». Eppure, sono in molti a chiedersi, anche a sinistra, se abbia ancora senso partecipare al Forum Sociale Mondiale. Luc Recordon, consigliere agli Stati del Canton Vaud, pronto a partire per Tunisi, quasi › Continua a pag. 14
Monitoraggio ore
Adesso c’è un regolamento sulla registrazione del tempo di lavoro › Pag. 9
Ritrat to
Anche i giovani trovano il loro spazio nel sindacato
Lot te sindacali
› Pag. 11
Le pressioni continue producono un modello di lavoro malsano › Pag. 13
CCL Posta
Raggiunta un’intesa! Buone prospettive per i dipendenti della Posta. È stato trovato un accordo tra Posta SA e sindacati. Ora il testo deve essere approvato dalle rispettive assemblee e se tutto va bene il 30 aprile si passerà alla ratifica. › Pagine 6 e 7
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Forum Sociale Mondiale
un contratto mantello per tutti i dipendenti della posta
SERVIZI PUBBLICI A REPENTAGLIO
TISA: verso una deregolamentazione su tutti i fronti Il nuovo accordo di scambio sui servizi (TISA), negoziato a lato dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), sconvolgerà la vita di intere popolazioni: liberalizzazione dei servizi pubblici, liberalizzazione a oltranza dei servizi finanziari… Il rullo compressore TISA potrebbe deregolamentare quasi tutti i settori, tra i quali anche posta e telecomunicazioni. Si tratta di un accordo commerciale di cui pochi parlano e che è stato negoziato nella più assoluta segretezza: l’accordo sul commercio dei servizi (ACS) o Trade in Services Agreement (TISA). Viene attualmente negoziato tra una cinquantina di paesi tra cui quelli dell’Unione europea e la Svizzera. Questi paesi, tra i più ferven-
ti difensori della liberalizzazione, stanno attualmente discutendo l’apertura del “mercato dei servizi” alla concorrenza internazionale. Istruzione, sanità, trasporti, posta, telecomunicazioni, radio, televisione e servizi finanziari... tutto è sul tavolo dei negoziati. Senza che i cittadini o i parlamentari abbiano voce in
capitolo. Questo potrebbe rappresentare la fine dei servizi pubblici, dell’acqua, dell’istruzione o della sanità, la fine di qualsiasi volontà di regolamentare i mercati finanziari o di proteggere i dati dei cittadini. Insomma, un ostacolo inaudito all’esercizio della democrazia e al funzionamento › Continua alle pagine 2 e 3
2 | Approfondimento Trattati internazionali
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015
SERVIZI PUBBLICI A REPENTAGLIO
TISA: verso una deregolamentazione su tutti i fronti Continua da pag. 1 delle politiche pubbliche. Ciò a cui si potrebbe arrivare alla fine del 2015 va a toccare direttamente i tre grandi settori di syndicom: posta, telecomunicazioni e media. Questi negoziati commerciali segreti tendono, infatti, né più né meno, ad accelerare le privatizzazioni e le deregolamentazioni.
DEI “VERI BUONI AMICI DEI SERVIZI”? Con l’intento di superare lo stallo del ciclo di Doha avviato nel 2001, la Svizzera negozia un accordo esteso sui servizi, più noto con l’acronimo inglese TISA, con i 23 seguenti membri dell’OMC che si sono autoproclamati “veri buoni amici dei servizi”: Australia, Canada, Cile, Taiwan, Colombia, Costa Rica, Hong Kong, Israele, Islanda, Giappone, Liechtenstein, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Pakistan, Panama, Paraguay, Perù, Svizzera, Corea, Turchia, Stati Uniti, Unione europea (UE). La lista presenta 23 paesi, in realta l’Unione Europea è calcolata come unico membro ma rappresenta a sua volta i 28 Stati che ne fanno parte. Il trattato coinvolge dunque in tutto 50 paesi. Questi negoziati avviati all’inizio del 2012 sono stati tenuti segreti. La tornata di negoziati più recente si è tenuta a Ginevra all’inizio di febbraio 2015. Le discussioni potrebbero concludersi da qui alla fine dell’anno. Il commercio dei servizi può essere pregiudicato da diversi tipi
L’11 ottobre 2014, a Ginevra, la mobilitazione è stata transfrontaliera con lo Stop collettivo GMT (Grand Marché Transatlantique) da parte della vicina Francia e del comitato Stop TISA di Ginevra da parte della Svizzera, entrambi raggruppanti diverse organizzazioni e partiti politici.
Tisa: 4 clausole, 4 catastrofi Catastrofe 1: Liste “negative” o liste dei servizi da escludere Secondo l’accordo TISA, ogni Stato che fa parte dell’accordo deve redigere l’elenco dei servizi che desidera sottrarre agli obblighi di accesso ai mercati. Questo significa che per tutti i servizi che non figurano nell’elenco delle eccezioni, l’apertura del mercato è obbligatoria. Una fonte di energia tuttora sconosciuta verrebbe quindi inevitabilmente subordinata all’obbligo di accesso ai mercati e non sarebbe più possibile prevedere per quest’ultima un monopolio di Stato come per l’elettricità («Swissgrid»: società svizzera per lo sfruttamento della rete). Altri tipi di prestazioni di servizi che non esistono ancora e che per questo motivo non figurano sulle liste delle eccezioni, sarebbero anch’essi subordinati agli obblighi di accesso ai mercati. Catastrofe 2: Clausola “ratchet” o clausola antiarretramento L’accordo TISA prevede che una volta effettuata l’apertura di mercato, questa sia irreversibile. Anche se quest’apertura dovesse portare a un fallimento completo, la
possibilità di annullare una deregolamentazione introdotta verrebbe definitivamente esclusa. Catastrofe 3: Clausola “standstill” o clausola dello status quo In base all’accordo TISA il livello di regolamentazione esistente al momento della firma dello stesso non potrà essere modificato successivamente. Se, ad esempio, il cantone Argovia non dispone di una legge che limiti le ore di apertura dei negozi alla firma del TISA, in futuro non si potrebbero più limitare le ore di apertura dei negozi. Questo principio si applica anche ad altre restrizioni, ad esempio a quelle che limitano la vendita di alcol o tabacchi. Nei negozi della catena americana Walmart, oggi è già possibile acquistare delle armi. Questa compagnia immagina certamente di poter applicare, nel caso di un insediamento delle sue attività nel nostro paese, lo stesso principio nei negozi in Svizzera. Catastrofe 4: Clausola “future-proofing” o clausola di sostenibilità
Secondo l’accordo TISA, ogni nuova prestazione di servizio non ancora inventata oggi verrebbe automaticamente subordinata agli obblighi di accesso ai mercati. Ma le persone che hanno vissuto nel 18° secolo potevano prevedere che in futuro avremmo avuto bisogno di una rete elettrica e avremmo fatto delle ferrovie pubbliche? Possiamo già prevedere le prestazioni di servizi pubblici di cui avremo bisogno tra 10, 20, 100 anni? E sappiamo già come vorremmo organizzare questi servizi: sotto forma di monopoli privati o di servizi posti sotto la responsabilità dei poteri pubblici? (SSP-VPOD) Nota importante per la Svizzera : Quanto ai potenziali effetti del TISA in Svizzera, bisogna precisare che nella sua offerta individuale, la delegazione elvetica ha posto delle riserve su tutte le clausole. Allo stato attuale i servizi pubblici svizzeri non sono a repentaglio. Ci sono però due grandi note amare. Fino a quando dureranno queste riserve nel lungo termine? Difficile dirlo. Inoltre c’è un’incertezza giuridica circa la preminenza tra l’offerta individuale (e le sue clausole) e gli allegati ancora in corso di trattativa. (YS/IA)
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© ERIC ROSET
eco positivA dalla destra
© ERIC ROSET
Nonostante il fatto che pochi siano attualmente al corrente dei problemi posti dai nuovi accordi di libero scambio e dal lancio dell’appello piuttosto tardivo, la manifestazione è stata un vero successo e ha riunito più di 2000 partecipanti.
Uniti hanno anch’essi mantenuto la loro offerta top secret per cinque anni. Del TISA si sa quindi solo ciò che è trapelato dalle ONG e dai sindacati nonché dalla stampa grazie ad alcune fughe di notizie di Wikileaks nel giugno 2014. L’Internazionale dei Servizi Pubblici (PSI) ha lanciato un segnale d’allarme nella sua brochure “TISA contro i servizi pubblici / TISA Versus Public Services”. Le ONG europee si sono espresse in occasione di una consultazione organizzata dalla Commissione europea. A livello strutturale il TISA consiste in tre parti: le disposizioni centrali (core provisions), ovvero le clausole che regolano l’accordo (v. riquadro “4 clausole, 4 catastrofi”). Gli allegati, ovvero le parti che riguardano tutti gli Stati firmatari. E le offerte e richieste per ciascun paese.
«Del TISA si sa quindi solo ciò che è trapelato dalle ONG e dai sindacati nonché dalla stampa grazie ad alcune fughe di notizie di Wikileaks nel giugno 2014». di ostacoli relativi all’accesso al mercato, all’assenza di trasparenza nella regolamentazione, alla restrizione nella circolazione delle persone ecc. TISA intende abbattere queste barriere e sviluppare nuovi standard in tutti gli ambiti. La sua finalità consiste quindi nel limitare al massimo l’intervento dello Stato.
trat tative SEGRETE A livello procedurale la cosa più inquietante è la segretezza delle trattative. TISA è l’accordo più segreto negoziato finora. La Svizzera è il primo paese ad aver pubblicato la sua offerta in Internet. La Norvegia ha seguito il suo esempio, ma gli altri paesi si rifiutano di farlo. Gli Stati
FINANZA E TELECOMUNICAZIONE Gli allegati sono le parti settoriali dell’accordo. Riguardano tutti gli Stati firmatari del TISA. Attualmente sono le seguenti: servizi finanziari, telecomunicazioni, commercio elettronico, trasporto marittimo, aereo e stradale, servizi professionali, servizi collegati all’energia e servizi postali. Il TISA è in effetti concepito come un accordo vivo che si pone l’obiettivo di liberalizzare i settori non ancora presi in considerazione. In pratica, tuttavia, i due ambiti settoriali che potrebbero ancora aggiungersi sono i mercati pubblici (proposta dell’UE) e le aziende possedute dallo Stato (proposta degli Stati Uniti). In senso lato, l’espressione “azien-
de possedute dallo Stato” comprende, in Svizzera, attività tanto varie e disparate come le piscine comunali, i cimiteri, gli impianti di risalita meccanici, le ferrovie (FFS), le banche cantonali, la posta, i campi di calcio, i trasporti urbani, le scuole, i musei, le università, la nettezza urbana, le biblioteche, gli aeroporti ecc.
“SERVIZI POSTALI COMPETITIVI” Mentre l’integrazione dei settori citati sopra è in linea di principio già accettata da tutti, il contenuto delle disposizioni dell’accordo è ancora oggetto di agguerrite trattative. Il principale timore dei sindacati e delle ONG riguarda la liberalizzazione dei servizi pubblici. Due di loro sono attualmente sul tavolo dei negoziati: l’energia e i servizi postali, anche se non è chiaro ciò che si intende per questi ultimi. Gli Stati Uniti parlano di «servizi postali competitivi», ma non li hanno mai definiti. Le ONG, i sindacati, Alliance Sud e la società civile temono che altri servizi pubblici, come l’acqua, la sanità e l’istruzione, facciano anch’essi parte del lotto e finiscano per essere privatizzati. A causa delle clausole citate sopra, potrebbe diventare troppo difficile per uno Stato salvaguardarle, anche se non vengono negoziate come tali. Tanto più che la loro fornitura è spesso un mix fra pubblico e privato e la parte pubblica potrebbe essere messa a repentaglio.
QUAL È LA RISPOSTA? INFORMARE! Il TISA va chiaramente nella direzione di una mercificazione di settori importanti dell’economia in modo irreversibile. Ciò rischia di impedire agli Stati di esercitare il loro potere di agire nell’interesse collettivo. Le ONG e i sindacati sono fermamente contrari al TISA. Si mobilitano a livello internazionale (v. box a destra). In Svizzera è stata
lanciata una petizione Stop TISA (http://stop-tisa.ch/) in cui si chiede al Consiglio federale di ritirarsi dai negoziati. Con il comitato STOP TISA è stata lanciata una campagna nei comuni svizzeri. La città di Carouge, ad esempio, si è dichiarata al di fuori del TISA. Una mozione è stata depositata alla città di Ginevra e alla città di Berna (quest’ultima da parte dei Verdi). L’11 ottobre 2014 si è svolta la giornata d’azione europea contro i trattati di libero scambio. Sono state organizzate delle iniziative in oltre 300 città. All’insegna dello slogan Stop TAFTA – CETA – TISA, dal nome di altri accordi in trattativa, in particolare tra gli Stati Uniti, il Canada e l’UE, un gran numero di manifestanti ha denunciato gli scopi di questo nuovo tipo di trattati e ha detto no alla dittatura delle multinazionali. Mentre a Ginevra era in corso una nuova tornata di negoziati sulla liberalizzazione dei servizi, il 9 febbraio alcuni manifestanti hanno protestato contro il segreto che circonda queste discussioni e hanno criticato la deregolamentazione che mette a repentaglio i servizi pubblici. Hanno presentato una petizione firmata da oltre 320’000 persone in tutto il mondo in cui si chiedeva l’interruzione dei negoziati. Come i loro predecessori, l’Accordo multilaterale sugli investimenti (AMI) e l’Accordo generale sul commercio dei servizi (AGCS), questi accordi segreti detestano essere presentati alla luce del sole, svelando il futuro liberista a cui lavorano. C’è dunque un grande deficit di informazione in merito ad accordi particolarmente pericolosi per la difesa e la sopravvivenza dei servizi pubblici a cui la popolazione è particolarmente legata, essendo essi diritti e beni comuni inalienabili.
Yves Sancey, con Isolda Agazzi (Alliance Sud)
Pat to di deregolamentazione in Svizzera: l’appello dell’UDC Queste trattative internazionali in vista di una deregolamentazione su tutti i fronti trovano delle risonanze particolarmente favorevoli da parte della destra padronale. Il 22 febbraio, in effetti, la destra nazionalconservatrice elvetica invitava i liberalradicali e i democratici cristiani a partecipare a un «vertice borghese» in occasione della seconda settimana di marzo. L’agenda internazionale si sintonizza quindi nella maniera peggiore con quel «patto di deregolamentazione» a cui l’UDC cerca di far aderire il PDC e il PLR, ovvero un insieme di misure liberali volte ad aiutare le imprese a far fronte al franco forte. Sulle spalle dei lavoratori. (YS) critiche e preoccupazioni i sindacati invitano a interrompere i negoziati commerciali segreti Da quest’estate si moltiplicano le reazioni da parte dei sindacati per denunciare l’Accordo sul commercio dei servizi (ACS o TISA). Il Comitato sindacale europeo dell’educazione (CSEE), che rappresenta 132 sindacati di insegnanti in Europa e 11 milioni di lavoratori del settore dell’istruzione, ha espresso «le sue più vive inquietudini di fronte all’intenzione dell’Unione europea di includere i servizi di istruzione nell’ambito dei negoziati in corso sull’accordo di libero scambio per il commercio dei servizi». Per la Confederazione sindacale internazionale (CSI), «il progetto di accordo di cui discutono i rappresentanti dei governi mira a indebolire la regolamentazione dei servizi finanziari e a concedere ai fondi speculativi, alle banche, alle compagnie di assicurazione e ad altri fornitori di servizi finanziari dei nuovi accessi ai mercati finanziari». Diverse federazioni sindacali internazionali hanno invitato a interrompere i negoziati dell’accordo TISA: l’Internazionale dei servizi pubblici (che rappresenta 669 sindacati del settore dei servizi pubblici), UNI Global Union (900 organizzazioni sindacali e 20 milioni di aderenti in tutto il mondo, nei settori della sanità, dei media, delle telecomunicazioni o delle finanze), IndustriALL (50 milioni di lavoratori dell’industria, delle miniere e dell’energia) e l’UITA (Unione internazionale dei lavoratori dell’alimentazione e dell’agricoltura, 383 organizzazioni aderenti). ww.bastamag.net (YS)
syndicom Dalle professioni | 5
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 temi dibat tuti ai congressi syndicom
PIÙ Stipendio PER TUTTI I DIPENDENTI DI CABLEX
Umanizzare il mondo del lavoro è creare serenità e salute
Il 21 novembre dello scorso anno ha avuto luogo, a Berna, il congresso syndicom sul tema “Sconfinamento del lavoro”. Le avvincenti conferenze dei vari relatori sono state registrate in modalità web cast e sono ora disponibili sul canale youtube di syndicom. Si può così, per esempio, riascoltare e rivedere la conferenza del Professore di sociologia Ueli Mäder. Bruno Schmucki
Aumento generale salariale dello 0,5 per cento 450 franchi per i dipendenti al di sopra della fascia salariale syndicom si è accordato con cablex per il seguente aumento salariale a partire dal 1° aprile 2015:
presso Swisscom e cablex (progetto “Claire”). Vi ringraziamo se vorrete prendere nota delle informazioni dettagliate di cablex. Chiunque abbia domande od obiezioni in merito alla propria descri-
• 0,5% di aumento generale per tutti. • Eccezione: i dipendenti situati al di sopra della fascia salariale ricevono un premio, una tantum, dell’importo di franchi 450. L’aumento salariale avviene parallelamente all’introduzione della nuova struttura di lavoro e delle nuove descrizioni di funzione
zione di funzione può rivolgersi ai propri superiori e alle risorse umane (HR). Qualora le domande non ottenessero una risposta adeguata o un intervento giustificato rimanesse senza risultato, non esitate a contattare il segretariato regionale nelle vostre vicinanze. (Daniel Münger, segretario centrale Telecom/IT)
negoziato un piano sociale
UPC cablecom taglia 250 impieghi sostiene l’idea di rendere il posto di lavoro più Tranquillo e vivibile ∙ Professor Ueli Mäder ospite all’evento di syndicom.
«La flessibilità induce alla precarietà». Questa è una delle principali tesi di Ueli Mäder presentata in seno al congresso syndicom. Secondo uno studio di settore, in situazioni di precarietà, la salute dei dipendenti con salari più bassi soffre maggiormente. Pertanto, egli si batte per un lavoro che offra più pace e serenità. Il concetto di Klaus Pickshaus (IG Metall) è: «Umanizzare il mondo del lavoro». Pickshaus, nella sua relazione, ha anche delineato il ruolo dei sindacati in relazione ai nuovi modelli di lavoro: «Dobbiamo sensibilizzare i dipendenti sui pericoli di un’organizzazione flessibile del lavoro, affinché essi, in un mondo del lavoro sempre più personalizzato, tutelino insieme i propri interessi». Il Segretario centrale dell’USS, Luca Cirigliano, ha esposto come i datori di lavoro esercitino il loro potere, al fine di scardinare e deregolamentare le vigenti disposizioni protettive, previste dal diritto del lavoro. Maggie Graf (seco), durante la sua relazione, ha dapprima cita-
to i vantaggi della flessibilizzazione del lavoro – sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Tuttavia ha citato anche studi di settore, che ne dimostrano gli svantaggi, poiché «l’economizzazione del tempo, porta all’alienazione».
bre, tutte le relazioni sono state videoregistrate, corredate dalle presentazioni e caricate in modalità web cast sul canale youtube di syndicom, dove sono disponibili nella versione originale in lingua tedesca, oppure con la relativa traduzione simultanea in francese. Le persone interes«L’economizzazione del tempo, sate troveranno inolporta all’alienazione». tre, sull’homepage di syndicom (fascicolo “SconfinamenGiorgio Pardini (syndicom), nel- to del lavoro”), tutti i lucidi della sua relazione, ha comunicato le presentazioni dei congressi e i primi risultati dell’inchiesta l’opuscolo dettagliato con le «20 che syndicom aveva condotto risposte relative alla situazione l’anno scorso presso i dipen- di lavoro di 3500 dipendenti deldenti della divisione Telecom, la divisione Telekom svizzera» sul tema «sconfinamento del in formato PDF. Grazie a questa lavoro». documentazione online, sono state poste le basi per una solida discussione sindacale sui camDocumentazione completa biamenti del mondo del lavoro on line nell’epoca del digitale. Gli spotlight, tratti dalle diverse conferenze durante i congressi di syndicom, mostrano quanto ampiamente sia stato trattato www.youtube.com/syndicomCH il tema, per cui, il 21 novem- www.syndicom.ch/entgrenzung
La conseguenza della fusione tra UPC cablecom svizzera e la consorella austriaca ha portato ai tagli temuti. Un colpo molto duro inferto ai dipendenti in occasione dell’annuncio fatto il 24 febbraio scorso. Sono infatti stimati a 250 i posti di lavoro che verranno soppressi prevalentemente in territorio elvetico. Certo, la misura si farà sull’arco di tre anni e sfruttando il più possibile le fluttuazioni naturali ossia i pensionamenti e i cambi di attività dei dipendenti. Il risultato ciò nonostante preoccupa in un mercato del lavoro che sembra perdere sempre più terreno. Va dato atto all’azienda che fin da subito la dirigenza ha contattato il sindacato syndicom informando delle misure di smantellamento e chiedendo la collaborazione nella ricerca di una soluzione sociale sostenibile. Nel corso della discussione si è trattato in particolare di cercare dove possibile alternative al licenziamento o di pensare a misure di accompagnamento per i dipendenti col-
piti dalla perdita del lavoro. Con questo spirito è stato adottato un piano sociale che ha per scopo di mettere a disposizione mezzi finanziari per il reintegro lavorativo al di fuori dell’azienda. È stata poi formalizzata la tutela di coloro che hanno compiuto i 58 anni e ai quali viene garantito il posto di lavoro fino al pensionamento. Nonostante questa buona collaborazione sindacale, non va dimenticato che questa azienda zurighese, che dipende dalla filiale britannica del gruppo americano Liberty Global, non ha ancora firmato un contratto collettivo. Attualmente l’azienda impiega circa 1600 dipendenti su tutto il territorio svizzero, 900 su quello austriaco. Diverse sono le supposizioni sulla strategia di mercato di questa scelta, dal canto suo UPC cablecom si giustifica dicendo che era necessario creare capitale per accelerare gli investimenti nella rete e nei nuovi prodotti, anche se la cifra d’affari dell’azienda è aumentata nel 2014 del 4,6% per raggiungere 1,29 miliardi di franchi. (red)
Tutti i nostri migliori auguri al nostro partner CPT per il suo 125esimo anniversario di fondazione così come la nostra gratitudine per la buona collaborazione. Lieti di poter continuare questo cammino insieme, auguriamo loro un futuro in piena salute.
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syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015
VALUTAZIONE DEI PUNTI PIÙ IMPORTANTI DEL NUOVO contratto collettivo
Sviluppo – Trasformazioni – Smantellamento? Gli elementi di valutazione Il 4 febbraio 2015, a Berna, durante una seduta del “Soundingboard” i partecipanti hanno avuto modo di discutere e valutare i risultati più importanti conseguiti grazie alle trattative per il nuovo CCL. Sin dall’estate del 2013 i/le circa 50 iscritti/e eletti/e per il “Soundingboard” hanno partecipato regolarmente a manifestazioni relative al CCL e, con il loro feedback critico e le loro proposte concrete, hanno accompagnato e sostenuto la delegazione syndicom preposta alle trattative.
Sviluppo
Trasformazioni Smantellamento
1. Ampia copertura CCL Posta CH SA, PostFinance SA e AutoPostale SA sono sottoposte a un unico CCL mantello: «Tutti sotto lo stesso tetto» funziona! La politica di esternalizzazione della Posta ha creato condizioni di lavoro dissimili. Il nuovo CCL mantello ripristina l’uguaglianza. Ora anche gli apprendisti sono protetti dal nuovo CCL. Il CCL sarà applicato alle condizioni di lavoro del 90% di tutti i dipendenti di Posta CH SA e AutoPostale SA, nonché del 75 % di PostFinance SA. Il nuovo CCL entrerà in vigore il 1° gennaio 2016 e resterà valido sino alla fine del 2018.
2. Salari e sistema salariale I salari non si toccano. Saranno riportati nel nuovo CCL senza subire alcuna modifica. La carriera salariale non si concluderà più entro i primi 12 anni di lavoro con l’aumento salariale automatico sulla base degli anni di esperienza utile. Il monte salari, destinato all’aumento individuale delle prestazioni, verrà impiegato ogni anno per lo sviluppo salariale di tutti i dipendenti, tenendo conto sia delle prestazioni, sia della fascia salariale. D’ora innanzi nel salario non saranno introdotte solamente misure salariali generali, bensì anche misure individuali. Così, con il nuovo CCL ci saranno avanzamenti grazie alle fasce salariali e si creeranno migliori prospettive salariali. Le indennità del mercato del lavoro (IML) saranno integrate nel salario, ovvero le attuali indennità rimarranno valide. Verranno definite quattro regioni salariali. Le fasce salariali saranno aumentate in proporzione alle relative IML regionali.
3. Durata del lavoro ∕ Ferie Per quanto riguarda la durata del lavoro e le ferie non è cambiato praticamente nulla: d’ora in poi la nuova durata del lavoro sarà ufficialmente di 42 ore alla settimana e la cosiddetta settimana di compensazione diverrà invece un’effettiva settimana di ferie. Una modifica riguarderà solamente i lavoratori tra i 50 e i 59 anni di età – avranno diritto a 6 settimane di ferie, ovvero perderanno tre giorni – come pure quelli tra i 60 e i 65 anni – avranno diritto a 7 settimane, ovvero perderanno un giorno di ferie. Questo peggioramento sarà compensato per il personale sottoposto alla legge sul lavoro (LL) con la concessione di giorni festivi: i giorni festivi che cadono in un giorno libero non sono persi, ma possono essere recuperati, si tratta in media di 2 -3 giorni che possono essere così compensati.
5. Salario assicurato
L’esemplare e innovativo piano sociale del 2011 ha dato ottimi risultati. Il cosiddetto “sistema caffetteria” lascia a ognuno la possibilità di scegliere liberamente le misure che risultano più adatte alle prospettive professionali. La migliore protezione contro il licenziamento è contenuta nel piano sociale: nessun dipendente che abbia superato i 55 anni d’età e i 20 anni di servizio può essere licenziato per motivi economici. Il piano sociale viene ripreso senza ulteriori modifiche nel nuovo CCL.
6. Indennità per il lavoro serale, notturno e festivo
La reintegrazione nel caso di disdetta abusiva decade (nella Legge sul personale federale è già stata cancellata oltre un anno fa sia per la Confederazione che per le FFS). Quasi nessuno se ne è servito sino ad oggi. La reintegrazione era, nel migliore dei casi, una misura preventiva; non è mai stata un’ancora di salvezza dopo
9. Protezione contro il licenziamento
Le indennità per il lavoro irregolare devono essere disciplinate ex novo nel CCL. Qui le trasformazioni diventano evidenti, poiché la vecchia Legge sulla durata del lavoro (LDL) prevede supplementi di tempo più “generosi” della nuova Legge sul lavoro (LL); per contro non regolamenta la domenica. La LL riconosce tuttavia solo un supplemento di tempo del 10% per il lavoro notturno, e lascia libero arbitrio a un’eventuale compensazione in denaro. Nel CCL è stato adottato il seguente regolamento: l’indennità per il lavoro serale e notturno (ore 23 -6) viene aumentata a 7 franchi. I supplementi di tempo durante le ore notturne centrali dalle ore 24 alle 4 (fino alle 5 in caso di entrata in servizio prima delle 4) vengono aumentati al 30%. L’indennità per il lavoro festivo ammonta ora a 11 franchi e chi lavora meno di sei domeniche riceve un supplemento salariale del 50 per cento.
4. Pause retribuite Durante le trattative le pause brevi retribuite si sono rivelate un punto cruciale. Rimarranno tali anche nel nuovo CCL. Per ogni giornata lavorativa i dipendenti hanno diritto a una breve pausa pagata di 15 minuti se hanno lavorato almeno 3 ore e mezzo ininterrottamente. PostFinance continuerà a prevedere due pause brevi retribuite.
8. Piano sociale
La maggior parte delle indennità sarà ora assicurata presso la Cassa pensioni della Posta: l’indennità di picchetto, quella per lavoro serale, notturno e domenicale. Dette indennità costituiscono per molti lavoratori un’importante componente salariale, rappresentando quindi un mezzo di sostentamento indispensabile. Sarebbe grave se in vecchiaia venissero a mancare! Affinché ciò non accada più, esse sono ora assicurate e di conseguenza contribuiscono al calcolo della pensione. Il reddito prodotto dalle indennità sarà quindi preso in considerazione ai fini del calcolo della rendita.
In breve i risultati migliori Le condizioni d’impiego del nuovo CCL ora valgono anche per i conducenti degli IP! La discriminazione dei conducenti fa ormai parte del passato. Tutti gli imprenditori postali con un loro regolamento del personale applicheranno ora le disposizioni normative del CCL al proprio personale. Il congedo di maternità viene aumentato da 16 a 18 settimane, quello di paternità da 2 a 10 giorni.
7. Spese Anche per quanto riguarda le spese si sono rese necessarie delle trasformazioni. Le nuove disposizioni CCL tengono conto della mutata base legale. Il CCL definisce nel dettaglio le situazioni in cui il lavoratore presta il proprio servizio fuori sede e ha pertanto diritto a un rimborso spese.
A partire dal 58° anno di età i dipendenti hanno diritto al tempo parziale per anzianità. Essi possono ridurre sino al 50% il proprio grado di attività, sulla base di un lavoro a tempo pieno.
Posta CCL | 7
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 PROPOSTA per il CCL 2016
il licenziamento. D’ora innanzi sarà un considerevole indennizzo, che potrebbe ammontare sino a 12 mensilità, a proteggere preventivamente contro licenziamenti abusivi. I membri di commissioni del personale ecc., che incoraggiano fortemente oneste condizioni di lavoro per le loro colleghe e i loro colleghi, e che si impegnano per una corretta osservanza del CCL, godono di un’ulteriore protezione. In linea di massima, senza previo avvertimento, nessuno può essere licenziato. Le lavoratrici ∕ i lavoratori più anziani hanno inoltre diritto di prolungare i propri termini di disdetta sino a cinque mesi.
10. Premi di fedeltà In futuro la Posta, in effetti, corrisponderà già prima, cioè dal 5° anno di lavoro in poi, un premio di fedeltà, ma si tratta di un premio molto più contenuto: d’ora in avanti sono previsti 1500 franchi, oppure una settimana di ferie. All’ultimo momento si è potuto evitare un “colpo basso” ai danni dei dipendenti di lunga data: chi festeggia il proprio giubileo di 20 o più anni di servizio mentre è in vigore il CCL riceve, come prima, da tre a quattro settimane di ferie (tuttavia nessuna compensazione in denaro).
E inoltre AutoPostale continuerà a sottostare alla Legge sulla durata del lavoro (LDL). Il CCL pertanto conterrà diversi punti che differiscono dal CCL mantello. Questi punti si orientano sugli attuali conteggi per i supplementi di tempo e le indennità in denaro, in presenza di lavoro notturno o festivo. Ora però le indennità saranno assicurate nella cassa pensione. Il personale riceve inoltre un giorno in più di riposo e la settimana di compensazione permane.
«Tutti sotto lo stesso tetto» missione compiuta! È finalmente stato definito il nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) 2016 per la Posta che ha rispettato la principale rivendicazione di syndicom «Tutti sotto lo stesso tetto». Ciascuna delle tre società del gruppo è sottoposta a un nuovo CCL i cui valori di riferimento sono però regolati in un CCL mantello principale e si applicano alla maggior parte dei lavoratori di Posta CH SA, AutoPostale SA e PostFinance SA. Un importante traguardo è che ora anche gli apprendisti e il personale ausiliario sono sottoposti al CCL. Inoltre in futuro i conducenti degli imprenditori postali privati (IP) beneficeranno di una nuova regolamentazione delle condizioni di lavoro. Le conducenti e i conducenti degli
IP sono finalmente equiparati ai loro colleghi di AutoPostale. Ci troviamo di fronte a una vera e propria svolta. Si è potuto inoltre scongiurare il temuto deterioramento delle condizioni salariali e occupazionali. Nonostante alcune modifiche nel sistema, a livello di salari e orario di lavoro cambia ben poco. La maggior parte delle indennità sarà ora assicurata presso la Cassa pensioni della Posta contribuendo così al calcolo della pensione. In materia di premi di fedeltà abbiamo dovuto accettare un peggioramento. Si sono invece registrati dei miglioramenti con il congedo di maternità e di paternità e con il tempo parziale per anzianità.
INCONTRI INFORMATIVI DI SYNDICOM
“CCL on tour” Luogo
Giorno
Ora
Dove
Biasca
Martedì 24 marzo
20.15 – 22.15
Sala Patriziale
Bellinzona
Giovedì 26 marzo
20.15 – 22.15
Ristorante Casa del Popolo
Locarno
Martedì 31 marzo
20.15 – 22.15
Ristorante Stella
Lugano-Molino Nuovo
Mercoledì 1° aprile
20.15 – 22.15
Canvetto Luganese
Cadenazzo
Martedì 7 aprile
14.00 – 16.00
Centro logistico PostMail
Cadenazzo
Martedì 14 aprile
14.00 – 16.00
Centro logistico PostMail
Mendrisio
Giovedì 16 aprile
20.15 – 22.15
c ∕ o UNI A via al Gas
commento
Un risultato accettabile ed equilibrato dopo dure trattative Cara collega, caro collega nell’agosto del 2013 abbiamo avviato i negoziati sul nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) con la Posta. Già allora era chiaro che queste trattative non sarebbero state una passeggiata. Infatti il CCL del 2002 andava sostituito e adeguato alle nuove condizioni generali che sono molto cambiate. Negli ultimi dieci anni la quotidianità lavorativa dei dipendenti della Posta ha subito delle grandi trasformazioni a causa dell’evoluzione tecnologica e sociale, della pressione economica e delle numerose ristrutturazioni interne. La Posta, da azienda statale di diritto pubblico è diventata Posta Svizzera SA di diritto privato con le affiliate Posta CH SA, Auto Postale Svizzera SA e PostFinance SA.
©MARGARETHA SOMMER
«La concezione secondo cui la Posta deve essere un buon datore di lavoro, socialmente responsabile,è per noi basilare e costituisce una condizione imprescindibile da qualsivoglia visione si abbia per l’azienda».
Alain Carrupt, Presidente syndicom
syndicom ha raggiunto il tavolo delle trattative con il motto «trasformazioni sì – peggioramenti no». Con questo volevamo ribadire chiaramente che l’azienda Posta doveva continuare a garantire delle condizioni di lavoro buone ed eque ai suoi dipendenti, ai nostri iscritti, nonostante i grandi cambiamenti in atto. E qui non si trattava soltanto di tutelare un diritto ereditato dal passato,
ma di proteggere un’importante conquista nonché un miglior investimento nel futuro. La concezione secondo cui la Posta deve essere un buon datore di lavoro, socialmente responsabile, è per noi basilare e costituisce una condizione imprescindibile da qualsivoglia visione si abbia per l’azienda. Noi non abbiamo reso facili le trattative, né alla Posta, né a noi stessi. Sia al tavolo dei negoziati che ai molti incontri con i nostri iscritti abbiamo discusso dure rivendicazioni, problemi urgenti e soluzioni realistiche. Abbiamo litigato, dibattuto e – siccome necessario – chiesto un’interruzione dei negoziati durata vari mesi. Ora, 20 mesi dopo l’inizio delle trattative, abbiamo in mano il risultato raggiunto con questi grossi sforzi. Dietro al CCL 2016 si cela una grossa fetta di duro lavoro della delegazione alle trattative. Ecco perché la delegazione è soddisfatta e anche un po’ orgogliosa di quanto raggiunto. Essa è convinta di presentarti, oggi, una riforma accettabile ed equilibrata delle condizioni di lavoro. Questo parere è largamente condiviso anche dal nostro gruppo di accompagnamento CCL, composto da 50 persone, il cosiddetto “Soundingboard”. A questo punto vorrei ringraziare tutti i colleghi e le colleghe che hanno lottato per questo risultato, dimostrando un grande impegno personale e di tempo e apportando tante conoscenze tecniche. Ora cara collega, caro collega, sta a te giudicare questo risultato in maniera lucida e critica. In occasione di uno dei tanti eventi syndicom puoi informarti nel dettaglio sul nuovo contratto collettivo (vedi calendario incontri “CCL on tour” sopra). Fatti un’opinione – perché come iscritto/a al sindacato hai sempre la possibilità di partecipare alle decisioni.
8 | Dalle professioni syndicom
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015
Tamedia chiude la t ipografia Ziegler
Massimo profitto a scapito dei dipendenti
La decisione di Tamedia di chiudere la tipografia Ziegler non sorprende affatto syndicom: ancora una volta un Gruppo editoriale trae il massimo profitto sulle spalle dei dipendenti. La spada di Damocle, la cui lama già da mesi pendeva sopra Winterthur, è ora calata sulla tipografia Ziegler. Precauzionalmente, già in novembre/dicembre, erano state avviate le trattative per un piano sociale, in vista dei futuri licenziamenti, nonostante la chiusura di Ziegler non fosse, allora, ancora decisa. Solo due mesi più tardi, tali rassicurazioni non avevano più alcun valore: i profitti del Gruppo editoriale hanno la priorità. Tamedia non è una piccola impresa, che rischia in breve di fallire. Solo due settimane fa il Gruppo editoriale ha sborsato più di 250 milioni di franchi per assumersi i costi dei portali online Ricardo e tutti.ch. L’acquisto della stamperia commerciale di Winterthur è stato, evidentemente, un “male necessario”, che il grande Gruppo editoriale ha dovuto prendere in considerazione, in quanto abbinato all’acquisizione del quotidiano di Winterthur Landboten, come pre-
visto da contratto. Non sorprende quindi il fatto che Tamedia voglia ora liberarsi della tipografia.
ennesima irragionevole decisione di chiusura di un’azienda Nondimeno, il momento in cui viene presa questa antisociale decisione di chiusura, è totalmente assurdo: nei dintorni di Zurigo, a causa dell’imminente chiusura della tipografia NZZ a Schlieren, più di 170 dipendenti di tipografie dovranno, nei prossimi mesi, cercare un nuovo lavoro, e le prospettive di trovarlo non sono rosee. Ciò non sembra tuttavia causare notti insonni né a Tamedia, né tantomeno a NZZ. Gli affari di Tamedia e NZZ fioriscono, anche se alcune aziende, nel ramo della stampa svizzera, non se la passano bene – non da ultimo poiché numerose imprese svizzere si servono di tipografie all’estero. Si acquista a buon mercato all’este-
ro, si trasporta la merce attraverso l’Europa inquinando l’ambiente, però la vendita e i profitti si fanno in casa, a prezzi svizzeri. Grandi imprese svizzere aumentano così i loro introiti a scapito dell’economia e della popolazione svizzera – nel caso della tipografia Ziegler si trattava di Denner, che circa due anni fa ha ritirato un importante incarico di lunga durata. Anche la Migros fa stampare i propri cataloghi all’estero e persino Tamedia e NZZ si servono della concorrenza per stampare le proprie riviste a prezzi inferiori. Il fatto che due ditte svizzere, Stämpfli e Schellenberg, acquisiscano una parte della tipografia Ziegler è una magra consolazione, che dimostra, tuttavia, come le imprese possano agire anche diversamente da Tamedia e NZZ se non sono orientate esclusivamente sempre e comunque verso il massimo profitto. (syndicom)
NZZ Print chiude la t ipografia di schlieren
Magra consolazione: un piano sociale
Il grande impegno della commissione del personale e della commissione aziendale di syndicom non è riuscito a evitare la chiusura della tipografia del gruppo NZZ. Per le 125 persone licenziate è comunque stato negoziato un buon piano sociale. Nina Scheu Noi, come sindacato non possiamo certo dirci soddisfatti. Anche se dobbiamo ammettere che il piano sociale negoziato per i dipendenti di NZZ Print è buono e al di sopra della media se si considera un periodo come questo in cui l’economia reclama a gran voce l’aumento dell’orario di lavoro e riduzioni salariali. Ma che non sia stato possibile evitare la chiusura della (produttiva!) tipografia di Schlieren e che le concrete argomentazioni del-
Pubblicità
la commissione del personale e della commissione aziendale non siano nemmeno state prese in considerazione dal consiglio di amministrazione, è uno scandalo di proporzioni enormi.
Non si è trattato solo di Somm È vero che l’arrivo di Markus Somm, temporaneamente nominato caporedattore, ha provocato la rivolta nelle redazioni e nell’opinione pubblica, ma la decisione di chiudere la tipogra-
fia non ha praticamente trovato riscontro e reazioni al di fuori del gruppo della Neue Zurcher Zeitung (NZZ). Nel momento in cui è stata resa pubblica la decisione è stata inoltre trasmessa a Tamedia una copia dei dati di stampa, di modo che la NZZ potesse essere pubblicata anche in caso di sciopero. I dipendenti della tipografia lo sapevano ed è anche per questo che hanno capito di avere scarse possibilità di opporre resistenza.
commissione federale dei media
Gli insaziabili
La commissione federale dei media (cofem) è attualmente impegnata sul tema del servizio pubblico. Per molti ciò viene inteso come l’offerta mediatica del servizio pubblico audiovisivo ossia la SSR-SRG (in Ticino RSI). Per acquisire maggiori informazioni la cofem ha invitato e ascoltato diversi ospiti che si muovono nell’ambito dei media. Nina Scheu C’è una torta che fa gola a molti: è quella del finanziamento e della pubblicità del servizio pubblico, solo che la fetta che in particolare l’associazione stampa svizzera della Svizzera tedesca, quella degli editori della carta stampata per intenderci, e i grandi gruppi dei media privati vogliono è una fetta così grossa, che ben poco poi della SSR rimarrebbe sul piatto. I rappresentanti dell’Associazione degli editori svizzero-tedeschi “Schweizer Medien” (VSM) non si rendono conto del danno che arrecano a sé stessi. Questa è, in ogni caso, l’impressione avuta da coloro che hanno assistito alla seconda audizione della cofem sul servizio pubblico.
Commercializzazione a scapito della popolazione Oltre alla campagna indetta dall’associazione di categoria contro la nuova legge sulla radiotelevisione LRTV, e l’iniziativa per eliminare la Billag, questo attacco della VSM è un’ulteriore aggressione contro l’unico offerente di un servizio pubblico giornalistico in Svizzera che sia degno di questo nome: la SSR. Nessuna emittente privata manifesta interesse a finanziare programmi destinati a minoranze, a promuovere discussioni democraticamente importanti, o addirittura a sostenere la produzione cinematografica svizzera. Il risultato è che da un lato non si vuole più pagare (vedi referendum contro la LRTV), al contempo però si vuole incassare proponendo per esempio, sul proprio sito web, programmi sportivi gratis in streaming, arricchiti anche di pubblicità (per i quali la SSR paga – con i soldi dei contribuenti – diritti di licenza molto alti).
Una nota stonata Oltre ai rappresentanti della VSM e della SSR, hanno potuto esporre brevemente il loro punto di vista anche due caporedattori, una “giovane giornalista” e i sindacati. I 6 minuti accordati sia a SSM che a syndicom, un po’ pochini a dire il vero, erano corredati ciascuno da un PDF che può essere consultato insieme con gli altri interventi sul sito web della commissione dei media.
2 x 40 minuti per SSR e VSM Ai rappresentanti della SSR e all’associazione degli editori, rappresentata da Pietro Supino (Tamedia), Marc Walder (Ringier), come pure da Axel Wüstmann e Roger Elsener (TV24/AZ-Medien) è stato concesso più tempo per i loro interventi. La loro richiesta è stata corale con quanto espresso già in precedenza dai caporedattori Hansi Voigt (Watson.ch) e Pierre Ruetschi (Tribune de Genève), ossia che i mass media privati possano acquisire e commercializzare gratuitamente, sui loro siti web, i contenuti della SSR. Contemporaneamente però la SSR non dovrebbe poter trasmettere ancor più pubblicità, e non diffonderne, in alcun modo, sul proprio portale online. Rimane da sperare che i tentativi di acquisizione da parte della VSM non trovino fondamento, in quanto una SSR debole metterebbe le ali soprattutto alle finestre pubblicitarie dall’estero, anziché portare ai media privati le entrate supplementari cui anelavano.
Ulteriori info (anche sul tema “Promozione dei media”) al sito web di syndicom: www.syndicom.ch/emek.
Tempo e modi Mondo del lavoro| 9
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 monitoraggio dell’orario di lavoro
Urgenti maggiori misure di controllo La sempre più crescente flessibilizzazione del lavoro e le nuove forme di collaborazione tra dipendente e azienda hanno gradualmente fatto dimenticare alle aziende l’obbligo di monitorare il tempo di lavoro. Si tratta di misure volte alla tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, sia per quel che riguarda la sfera della salute, sia per arginare il fenomeno dell’aumento del lavoro gratuito. Barbara Bassi Pensare di timbrare il cartellino oggi sembra in gran parte delle professioni quasi anacronistico. Un’immagine da film in bianco e nero per intenderci. Ci sono poi professioni che hanno fatto della loro autonomia nella gestione del tempo uno status come ad esempio è per i giornalisti. Se da un lato dunque il controllo dell’orario di lavoro sembra addirittura contrastare la professione, dall’altro le tante ricerche in particolare dell’ultimo decennio hanno evidenziato un aumento di malattie dovute proprio ai ritmi di lavoro e alle pressioni che ne conseguono. Ecco perché la nuova regolamentazione sul monitoraggio del tempo di lavoro deve essere accolta positivamente. Intendiamoci, la legge sul lavoro già riconosceva l’obbligo delle aziende di registrare le ore lavorate dai dipendenti. Come spesso accade però è necessario
avere dei regolamenti per determinare in modo più chiaro come agire a livello applicativo.
ogni regola ha le sue eccezioni Se la registrazione del tempo di lavoro è generalmente da applicare, il regolamento prevede in modo comunque molto restrittivo delle eccezioni. Di fatto possono essere esclusi dal controllo delle ore di lavoro solo i dipendenti che hanno una grande autonomia del tempo di lavoro, possono definire loro stessi gli orari nei quali lavorare e guadagnano più di 120’000 franchi l’anno. Questi tre elementi devono ben inteso essere cumulativi per far nascere il diritto all’eccezione. Inoltre questa eccezione deve essere prevista in un contratto collettivo di lavoro concluso tra partner sociali riconosciuti e rappresentativi e bisogna anche che il datore di lavoro abbia l’accordo scrit-
to del lavoratore. Questa nuova regolamentazione, anche se magari sotto alcuni punti di vista non è completamente soddisfacente, ha evitato il peggio. Va ricordato infatti che davanti al Parlamento vi sono due mozioni pendenti che mirano a cancellare del tutto l’obbligo di controllo delle ore di lavoro. L’altro rischio era che fosse il Consiglio federale a decidere come regolare le eccezioni modificando l’ordinanza sulla legge del lavoro.
E io Timbro Rimane il fatto che a molti colleghi e colleghe l’idea di essere sotto controllo e legati ad un orario preciso non piace per nulla. In realtà per l’esperienza raccolta in seno ai sindacati, con il controllo delle ore i dipendenti spesso si sono accorti di quante ore in più lavoravano senza che queste venissero retribuite. Insomma una gran massa di lavoro gra-
tuito a beneficio del datore di lavoro, il che spiega la reticenza delle aziende a voler introdurre questo sistema. Questo sistema è dunque a tutto vantaggio del lavoratore, certo, di quello che lavora con serietà perché questo sistema indubbiamente porta allo scoperto “i furbetti”, questo a beneficio dei colleghi che si impegnano e delle aziende che possono così prendere i dovuti provvedimenti. L’invito dei sindacati è dunque quello di mettersi alla prova e conteggiare per un periodo ad esempio di tre mesi gli orari di inizio e di fine lavoro. In gran parte dei casi scoprirete che fate più di quello che vi viene pagato. In ogni caso ora la palla è nel campo dei datori di lavoro e delle istituzioni. I primi devono introdurre i sistemi di monitoraggio nelle loro aziende e i secondi devono controllare affinché il regolamento venga applicato correttamente.
il futuro della registrazione del tempo di lavoro
Perché timbrare il cartellino è importante Le nuove regole sul controllo del tempo di lavoro riguardano in particolare i dipendenti impiegati nel settore dei media e della telecomunicazione. Quali saranno le conseguenze sulla quotidianità del lavoro? Lo abbiamo chiesto ai due responsabili dei settori, il segretario centrale per i Media Roland Kreuzer e il segretario centrale per le telecomunicazioni Giorgio Pardini. Come dovrà essere implementata nei vostri settori la nuova regolamentazione della registrazione della durata del lavoro? Roland Kreuzer Le dirette interessate nel settore dei media di syndicom sono le redazioni. Qui, nel corso dell’ultimo anno, abbiamo fatto pressione insieme con impressum attraverso delle denunce affinché gli ispettorati del lavoro verificassero il rispetto delle ore di lavoro e delle pause. Dopo quasi 11 anni di assenza di contratto, abbiamo bisogno innanzitutto di un CCL per le redazioni della Svizzera tedesca e del Ticino. Questo CCL dovrà definire il quadro per la determinazione del controllo delle ore ed eventualmente sospendere o semplificare quanto previsto dal nuovo regolamento.
Giorgio Pardini Alcuni CCL del settore ICT prevedevano già delle regolamenta-
Roland Kreuzer
Giorgio Pardini
zioni dove si rinunciava alla registrazione delle ore di lavoro. Queste regolamentazioni erano sì chiaramente definite nei CCL, ma si muovevano in una zona grigia. Con la nuova regolamentazione, ricavata in parte dalle nostre soluzioni per il CCL esistenti, consolidiamo una prassi comune. Questo con il vantaggio che ora i requisiti minimi sono uguali per tutte le aziende. La partnership sociale viene rafforzata da questa nuova regolamentazione, in particolare sul fronte della protezione della salute.
Pardini Nel corso del dibattito politi-
Qual è la finalità concreta di questa decisione? Kreuzer Confidiamo che ora l’Associazio-
Quali problemi potrebbero emergere ora? Kreuzer Il problema potrebbe consiste-
ne dei Media Svizzeri si renda conto di non poter andare avanti senza un CCL e senza una partnership sociale con syndicom e impressum. Lo scorso anno i gruppi editoriali Tamedia, Ringier e NZZ si sono lamentati con il Consiglio federale che la vecchia regolamentazione della registrazione delle ore di lavoro «non corrisponde più da tempo alle realtà del mondo del lavoro e delle moderne forme di gestione e di lavoro». Si è curiosi di sapere come andrà a finire: se i gruppi editoriali sono disposti a firmare un CCL per le giornaliste e i giornalisti e a confrontarsi con le realtà del mondo del lavoro e con le esigenze dei lavoratori, questo CCL prevederà dei regolamenti anche per la registrazione delle ore di lavoro e per la protezione della salute.
co diverse aziende del settore ICT hanno iniziato a introdurre nuovamente la registrazione della durata del lavoro, in parte sotto le pressioni degli ispettorati del lavoro. L’introduzione è avvenuta anche con strumenti provvisori, fatto comprensibile considerate le discussioni in parte confuse. Ora, essendo chiaro a quali condizioni sarà possibile rinunciare alla registrazione delle ore di lavoro, ho motivo di ritenere che concretizzeremo le discussioni sul CCL con le singole imprese.
re nel fatto che i gruppi editoriali guidati dal presidente Hanspeter Lebrument non trovino più l’uscita dal bunker in cui si sono trincerati ormai da quasi 11 anni con il rifiuto di avviare le trattative per un CCL. Li aiuteremo volentieri a uscire dalla trincea poiché non ha senso né per i giornalisti né tanto meno per i gruppi editoriali che il rifiuto di avviare le trattative per un CCL impedisca la corretta implementazione del nuovo ordinamento nelle redazioni.
Pardini Se queste nuove regolamentazioni vengono concordate nell’ambito di una soluzione per il CCL, non vedo alcun problema nel settore ICT, a condizione che le regolamentazioni vengano implementate correttamente. Il problema lo individuo eventualmente sul fronte della registra-
zione semplificata della durata del lavoro, se questa viene sancita dalle commissioni del personale in accordi aziendali individuali. Per esperienza ritengo questa proposta di soluzione poco sostenibile. Infatti le rappresentanti e i rappresentanti dei lavoratori vanno e vengono, mentre le organizzazioni sindacali sono durature.
Intravedete delle proposte di soluzione praticabili? Kreuzer Un CCL deve prevedere anche per le giornaliste e i giornalisti un orario massimo di lavoro settimanale, definito in modo tale che i limiti da non superare e oltre i quali ha inizio il diritto allo straordinario siano chiari. Per la protezione della salute è necessario discutere in modo ancora più preciso dove e come debbano essere fissate delle priorità per i giornalisti. E a livello tecnico, ora con l’ausilio di strumenti come ad es. un’applicazione, è possibile registrare gli orari quotidiani di lavoro in modo semplice, senza burocrazia e vessazioni.
Pardini Queste devono essere riportate nel CCL. Deve ad esempio essere considerato anche l’aspetto di diritto civile: in una causa la registrazione personale della durata del lavoro deve essere ammessa come mezzo di prova in tribunale, come abbiamo già concordato in diversi CCL. L’intervista è stata fatta in forma scritta da Naomi Kunz e Bruno Schmucki.
10 | Insieme per la parità
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015
©YOSHIKO KUSANO
manifestazione nazionale a berna
Più di 12 000 persone a chiedere parità salariale Donne e uomini si sono ritrovate/i lo scorso sabato 7 marzo alla manifestazione nazionale per portare avanti tutte/i assieme la rivendicazione di uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, in particolare per quel che riguarda la remunerazione. internazionale della donna e due giorni prima dell’Equal Pay Day. Hanno risposto all’appello oltre 12 000 tra donne e uomini. La richiesta generalizzata è stata quella di applicare finalmente una legge che esiste già e che vengano avviati i controlli necessari da parte dello Stato affinché anche coloro che sono fuorilegge abbiano ad adeguarsi alla normativa. Il problema del salario non riconosciuto non andrebbe comunque sottovalutato neanche dal mondo imprenditoriale. Oggi la metà di coloro che raggiungono formazioni accademiche sono donne e non riconoscere loro un’adeguata remunerazione significa spingerle fuori dal mondo del lavoro con la conseguenza di una importante perdita di competenze per il mondo del lavoro. Introdurre la parità salariale oltre ad essere un dovere morale e un rispetto della normativa, ha anche un riscontro importante per combattere la penuria di lavoratori qualificati sul territorio nazionale. (bb)
©FRANT ISEK MATOUS
Sono 34 anni che nella Costituzione federale è stato introdotto l’articolo sulla parità salariale eppure siamo ancora lontani ad averne un’applicazione generalizzata a tutti i settori e su tutto il territorio. L’esperienza fatta da chi da anni milita su questo fronte è che se si lascia questo processo alla libera volontà degli imprenditori privati il raggiungimento della parità salariale sarebbe pura utopia. Nonostante tutto l’impegno e l’applicazione della parità in ambito statale, in Svizzera, ancora oggi le donne guadagnano in media il 18,9% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Se una parte di questo discrimine è dovuto a dei fattori oggettivi come la ridotta esperienza lavorativa o l’impiego a tempo parziale, il 40% di questa ingiustizia non è in alcun modo giustificabile. Tradotto in soldi significa che ogni anno alle donne vengono sottratti 7,7 miliardi di franchi. Questi soldi mancano poi alle donne, alle economie domestiche e alle rendite di pensione.
vincitori del quiz sulla parità: 1° premio, buono Ticketcorner di 200 franchi va a Kremena Lehmann di Härkingen. I vincitori dei premi di consolazione saranno contattati direttamente. Congratulazioni!
©SANDRA GUGNARD
©YOSHIKO KUSANO
©SUSANNE OEHLER
©SUSANNE OHEHLER
Un raggruppamento di 48 organizzazioni, sotto il coordinamento di Alliance F e dell’USS ha così deciso di lanciare l’appello per questa grande manifestazione che si è tenuta un giorno prima della festa
©YOSHIKO KUSANO
La legge va applicata
Ritratto Diritto | 11
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 Mari Buonocore, 23 anni, di Lugano
Una studentessa sindacalizzata
Al terzo anno di Comunicazione Visiva alla Supsi, Mari si è iscritta a syndicom cosciente che spesso le problematiche dei singoli sono sentite anche da altri e il sindacato è il luogo dove trovare risposte comuni. Giovanni Valerio* syndicom: Dove stai studiando? mari buonocore: Attualmente sono
Perché sei diventata socia di syndicom?
al terzo anno di bachelor in Comunicazione Visiva alla SUPSI di Lugano Trevano. Studio tutto ciò che riguarda la comunicazione visiva, dall’editoria alla fotografia, al video e al web.
Inizialmente ero un po’ scettica, poi parlando con alcuni miei compagni e incontrando Giulia Centemeri Fontana ho capito che syndicom poteva offrirmi molte opportunità, sia in fatto di continua organizzazione di corsi ma soprattutto per la disponibilità nell’aiutarmi e nel darmi sostegno. Trovo syndicom un’organizzazione ben strutturata e che si cura di ogni membro, organizzando eventi interessanti e con spunti che credo siano fondamentali per un comunicatore visivo, come ad esempio “Communico”.
Finalmente a scuola posso dedicarmi alle materie che per me prima erano soltanto un hobby! Ho fatto il liceo linguistico, e lì la fotografia, il web e tutti gli ambiti della comunicazione visiva erano chiaramente assenti. Mi piace l’approccio dei corsi sotto forma di “progetti”, dove dopo l’esame, la maggior parte delle volte, rimane qualcosa di valido da inserire nel proprio curriculum oppure sulle piattaforme online come flickr, dove carico la maggior parte dei miei scatti fotografici. Le mie materie preferite sono fotografia, video e web, ma quelle in cui riesco meglio sono soprattutto fotografia e video. Inoltre sono un’appassionata di tutto ciò che riguarda la manipolazione fotografica e video, passioni che nutro da quando avevo tredici anni.
La scuola ti sta preparando per il mondo del lavoro?
© FL AVIA LEUENBERGER
Cosa ti piace della scuola?
Direi di sì, mi è già capitato di mettere in pratica gli approcci e le metodologie usate in classe per progetti “veri”, siano essi di grafica o fotografici.
Quanto guadagni? La mia è una scuola a tempo pieno, dunque non vi sono periodi di apprendistato. I lavori che faccio sono per amici e conoscenti. Di solito, mi pagano con una tariffa a ore scelta da loro.
Consiglieresti il tuo percorso di studi ad altri? Lo consiglio vivamente, soprattutto se la persona che vuole intraprendere questa strada ha ancora la possibilità di scegliere tra un liceo o una scuola specializzata. Io ho frequentato il liceo, successivamente il corso propedeutico allo CSIA, fino ad arrivare alla SUPSI, e spesso mi rendo conto che senza la base liceale molte cose non sarebbero così immediate come lo sono ora.
Sei soddisfatta dei servizi di syndicom? Anche se per ora non ne ho ancora sentito il bisogno, so che nel caso mi trovassi in situazioni spiacevoli (come il mobbing o un licenziamento ingiusto) potrei sempre trovare appoggio, così come un aiuto nel trovare soluzioni ai miei problemi. Inoltre, syndicom offre sconti su molti corsi, dando la possibilità di avere un approccio a temi interessanti che a scuola non vengono trattati, ad esempio quello della creazione dei “font”. Un servizio di cui sono molto entusiasta è quello dei profili sul sito di syndicom, ora in fase di sviluppo, che si pro-
pone di diventare una piattaforma dove ogni “creativo” socio di syndicom potrà registrarsi e caricare i propri lavori.
Cosa può fare un sindacato per i giovani? Potrebbe fornire linee guida su come approcciarsi a una professione, far capire che il lavoro ha un valore anche agli inizi della carriera, e indicare la strada su come procedere con tariffe e contratti. Inoltre un sindacato potrebbe sostenerci nei momenti in cui viene infranto un copyright o ci siano problemi nuovi e sconosciuti ai giovani, magari organizzando giornate informative.
Pensi che sia importante che gli studenti o gli apprendisti siano organizzati sindacalmente? Penso di sì, perché spesso alcune problematiche dei singoli sono in realtà problemi riscontrati anche da altri, e un sindacato è in grado di dare risposte che da soli sarebbero difficili da trovare.
Altre osservazioni? Sono contenta di essere diventata socia di syndicom, e spesso ripeto ai miei compagni che non ci sono scuse per non iscriversi: è un sostegno e anche una fonte di ispirazione. Inoltre, durante gli eventi organizzati da syndicom è sempre possibile incontrare altri colleghi del settore, conoscere nuove persone e creare contatti utili per il futuro professionale.
* Giovanni Valerio è giornalista freelance.
punto e dirit to
Dopo 10 anni di attività a favore dello stesso datore di lavoro, ho convenuto a voce con quest’ultimo di prendermi una vacanza non retribuita di tre mesi per poter effettuare un lungo viaggio all’estero. Di ritorno a casa ho trovato nella buca delle lettere l’avviso di licenziamento. Poiché nessuno era andato a ritirare la raccomandata alla posta, l’avviso mi è stato recapitato tramite posta normale. Dall’avviso di licenziamento ho dedotto che si è proceduto a licenziarmi rispettando il preavviso di due mesi, previsto dal contratto, per la rescissione del rapporto di lavoro. L’avviso di licenziamento mi era già stato fatto pervenire tre settimane dopo la mia partenza. Cosa devo fare?». La rescissione del rapporto di lavoro nel corso di una vacanza non retribuita è ammessa. Nel corso di una tale vacanza, i doveri principali delle parti contrattuali (ad esempio il pagamento del salario a fronte di una prestazione professionale) sono sospesi. Ciononostante il rapporto di lavoro continua a sussistere con gli ulteriori diritti e doveri. Pertanto si può procedere a un licenziamento anche nel corso della vacanza non retribuita. Tuttavia occorre appurare se il licenziamento è stato recapitato validamente e da quando il termine di licenziamento inizia a decorrere in un caso di questo tipo.
Il licenziamento costituisce una dichiarazione di volontà unilaterale, per cui è prevista una ricevuta di ritorno. Si riterrà inviato se è pervenuto nella sfera di influenza del destinatario. L’avviso ti è stato recapitato a mezzo raccomandata. Dal momento che quest’ultima non è stata ritirata, quale data di ricezione, da un punto di vista giuridico, viene considerato l’ultimo giorno del termine per il ritiro della raccomandata. Di conseguenza il licenziamento è stato inviato validamente. Indipendentemente dalla domanda relativa al momento del recapito, occorre chiedersi qual è l’ini-
zio del termine di licenziamento. Il termine di licenziamento ha il senso e la finalità di concedere al dipendente il tempo necessario per cercarsi un nuovo lavoro. L’avviso di licenziamento è stato inviato dal datore di lavoro in piena consapevolezza della tua assenza. Tu sei quindi venuto a conoscenza della rescissione del rapporto di lavoro solo al tuo ritorno, non avendo così alcuna possibilità fino a quel momento per cercare un nuovo impiego. Poiché il datore di lavoro era consapevole di tutto ciò, il termine di licenziamento inizia a decorrere solo dopo che si è conclusa la vacanza non retribuita. Di
conseguenza, il rapporto di lavoro prosegue da questo momento per tutta la durata del termine di rescissione di due mesi, e il datore di lavoro è tenuto a corrisponderti il salario a fronte della tua prestazione professionale durante questo periodo di tempo. Laddove il tuo datore di lavoro dovesse appellarsi a un termine di risoluzione antecedente, ciò dev’essere considerato improprio. Grazie a un licenziamento nel corso della tua vacanza il datore di lavoro avrebbe raggiunto l’obiettivo di non dover effettuare alcun pagamento durante il periodo di preavviso per il licenziamento.
© M. SOMMER
Rescissione del contratto di lavoro durante una vacanza non retribuita Kathrin Melzani, consulente e collaboratrice del servizio giuridico
Inoltre tu ti sei preso la tua vacanza non retribuita confidando che, una volta conclusasi, saresti stato ancora occupato, e ciò va salvaguardato. Ti raccomando di comunicare immediatamente al tuo datore di lavoro, a mezzo raccomandata, che il preavviso di licenziamento inizia a decorrere solo dopo la conclusione della vacanza non retribuita e che tu offri, per la durata del termine di preavviso di due mesi, la tua prestazione professionale. Nel caso in cui il tuo datore di lavoro si appellasse a un momento precedente per il preavviso di licenziamento, presenta subito un’obiezione di licenziamento indebito.
12 | Ticino Cultura
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015
storie di confine
Dipinti inediti del chiassese Alessandro Valdani a Cavallasca Del ticinese Alessandro Valdani la letteratura artistica tra Sette e Ottocento ha trasmesso un profilo diviso tra l’adesione ai moduli stilistici del suo maestro, Pietro Antonio Magatti, e l’espressione di una vena di gusto “preromantico” orientata sui temi macabri comuni ad altri pittori sullo scorcio del XVIII secolo. Fu in particolare Giovanni Battista Giovio, le cui qualità di critico delle arti figurative sono a tutt’oggi generalmente sottostimate, ad offrirci i termini di una valutazione della produzione pittorica del maestro ticinese. Mario Mascetti*
Alessandro Valdani “nacque a Chiasso nel 1712, morì nel 1773. Apprese l’arte della pittura dal Cavalier Magatti, e sortì molto spirito, massime nelle cose malinconiche, come scorgesi in una tentazione di Sant’Antonio, e ne’ cimiteri di Bergamo (recte Bregnano, ndr) di Gironico, e in quelli dell’Ospedale e di S. Nazaro in Como. In quest’ultimo la morte fulmina a cavallo, e vi son de’ cadaveri ben gittati a rovescio. Negli accennati affreschi pauroso è il dipinto, e ben conviene ad ossari. Il Valdani venne decorato colla croce di Cavaliere dal vescovo di Coira, per cui anche operò; il di lui nome merita a ragione luogo tra nostri professori”. Così scriveva
il francescano padre Gian Alfonso Oldelli da Mendrisio, a pagina 195 del Dizionario storico-ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, edito da Veladini a Lugano nel 1807. Si era, dunque, formato alla scuola del pittore “barocchetto” varesino Pietro Antonio Magatti (16911767), questo artista ticinese ante litteram, che nel periodo in cui si cominciarono a costruire le cappelle-ossari per deporvi le ossa dei morti, quando “si spurgavano” i sepolcreti sotto il pavimento delle chiese, fu chiamato a dipingere “cose malinconiche” negli ossari ricordati dall’Oldelli, ed anche a Peglio in Alto Lario, sopra Gravedona; e fino in cima alla Valtellina, a Cepina di Valdisotto.
I dipinti lasciati nel paese natio di Chiasso sono andati perduti con la demolizione della vecchia chiesa e dell’oratorio di S. Anna. Così il gonfalone dipinto nel 1763 per la Confraternita di Balerna. Nel Mendrisiotto si conservano di lui solamente alcuni dipinti nella chiesa parrocchiale di Coldrerio, tra cui primeggia la “Gloria di S. Giorgio” sulla volta del presbiterio (1767). Suoi affreschi si trovano, invece, a Cunardo in Val Marchirolo, a Chiavenna e a Piuro (Val Bregaglia), ed altresì a Pavia. Un artista ricercato e apprezzato, tanto che – come ricorda l’Oldelli – il vescovo di Coira gli conferì la croce di cavaliere; e nel 1763 fu chiamato a periziare due grandi tele di Carlo Innocenzo Carloni a Castel S. Pietro. Ora, nel fare una ricerca storica sulla chiesa di Cavallasca (Como), paese confinante con Chiasso mediante il Monte Sasso, si è appurato che gli affreschi del presbiterio, che la critica non ha ancora attribuito ad alcun autore, sono stati da lui eseguiti nel 1762. Essi rappresentano l’Annunciazione e il Padre Eterno sulla lunetta di fondo, S. Raffaele sulla volta. “Nell’anno seguente 1762 convenuto con il Sig. Alessandro Valdani di fare la pittura sopra e in faccia al coro per zecchini n.° 10 mettendoci i colori la communità e facendoci le spese a detto Pittore”. Così annotava il parroco don Felice Borghi nei libri contabili della chiesa di S. Michele. Simile trattamento il pittore avrebbe avuto nel 1767 anche a Coldrerio, dove era ospitato a spese della chiesa
nell’osteria di Elena Cantoni insieme con un altro pittore chiassese, Francesco Calvi. L’intitolazione della parrocchiale di Cavallasca all’arcangelo S. Michele, raffigurato nella pala dell’altare maggiore, spiega anche la scelta dei soggetti dipinti dal Valdani: S. Gabriele nell’Annunciazione, e S. Raffaele che, attorniato da uno stuolo di putti, regge un vessillo con l’anagramma “Ave Maria”. Sono così riunite le immagini dei tre arcangeli festeggiati il 29 settembre. Con questa attestazione sui dipinti di Cavallasca, si viene ad aggiornare il repertorio delle opere del Valdani, artista di frontiera.
* Mario Mascetti è laureato in lettere. È stato insegnante di scuola media e assessore alla Cultura della provincia di Como; è autore inoltre di vari volumi di storia locale.
nelle immagini In alto: • A. Valdani, L’Annunciazione nella chiesa di Cavallasca (Como). Al centro: • A. Valdani, S. Raffaele. A sinistra: • L’ossario di Gironico (Como). Fotografie: Mario Mascetti
Attualità Ticino | 13
syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 lot ta per giuste condizioni di lavoro
cineoltre
Tra cinema e letteratura
Un modello lavorativo stressante e malsano
Lo scrittore Emmanuel Carrère è la guida d’eccezione della rassegna “L’immagine e la parola”, in programma a Locarno e Ascona questo fine settimana. Tra gli ospiti l’attrice Valeria Golino e il regista polacco Pawlikowski, che ha appena ricevuto l’Oscar per il suo film Ida.
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nuove tecnologie (e-mail, smartphone, internet) che si ripercuote sulla vita privata. Inoltre, la valutazione del raggiungimento degli obiettivi non prende sempre in considerazione le reali esigenze dei lavoratori e soprattutto considera l’aspetto umano con poca attenzione. I lavoratori spesso vengono trattati come numeri, limoni da spremere, costi vivi. Gli enormi costi causati dalle conseguenze di questo nuovo modello lavorativo sono a carico della collettività e dei cittadini. Le misure raccomandate per cercare di migliorare la situazione sono molteplici e vanno dal diritto di rappresentanza del I carichi di lavoro sono aumentati, le personale sui posti di lavoro al maggior pressioni hanno subito un’impennata, le tempo di recupero, dalle barriere tecnimalattie e gli infortuni causati da stress che per limitare la disponibilità continua sono sempre più frequenti e si ripercuo- al lavoro, al formare e sensibilizzare adetono sulla società e sui cittadini in termi- guatamente i quadri sullo stress psichico ni di costi su salute, emarginazione, indi- dei dipendenti. La sostituzione puntuale delle partenze con un proporzionato vidualismo. syndicom denuncia con determinazione periodo di introduzione???, il corretquesta situazione e ha deciso di elabora- to contingente dei lavoratori e l’adeguata re uno strumento concreto che documen- formazione continua sono altri argomenti le pressioni, lo stress e l’aumento della ti che contribuiscono al benessere psico-fisico e al conseguente miglioramento mole di lavoro. Tramite un sondaggio condotto su 3500 dell’ambiente lavorativo. lavoratori del settore delle telecomunica- Per divulgare i contenuti di questo sondaggio ed affrontare questo importante argo«Le pressioni sul lavoro sono aumentate mento risulta necessaria perché i lavoratori sono sottoposti la partecipazione attiva di tutti i lavoratori, l’usempre più spesso al raggiungimento di nione delle forze, la soobiettivi anche quando non facilmente lidarietà tra lavoratori, individuabili o raggiungibili». cittadini, individui. Solo così è possibile difendezioni si evidenzia con efficacia lo sconfi- re la dignità sui posti di lavoro e contranamento del lavoro nella vita privata, le stare questo modello lavorativo malsano sue conseguenze sullo stato di salute dei in continua espansione. dipendenti e l’inadeguatezza dell’attuale syndicom ti invita a divulgare queste inlegge sul lavoro. Le pressioni sul lavoro formazioni, a informare i colleghi e dire sono aumentate perché i lavoratori sono loro di iscriversi al sindacato, a fare sinsottoposti sempre più spesso al raggiun- dacato in azienda. gimento di obiettivi anche quando non facilmente individuabili o raggiungibili. Unisciti a noi, partecipa! Il tempo che viene dedicato al lavoro subisce uno “sconfinamento” a causa delle *Nicola Morellato è segretario regionale.
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Competitività, produttività, concorrenza sono ormai una realtà che contraddistingue tutti i settori professionali. Nicola Morellato*
Qual è il confine tra biografia e romanzo? Quando una vita può diventare anche una (bella) storia? A queste domande, lo scrittore francese Emmanuel Carrère ne ha aggiunta un’altra, che ha ulteriormente rimescolato le carte: quali sono le frontiere tra biografia, romanzo e autobiografia? In fondo, quando si scrive, si parla sempre di sé. “Madame Bovary, c’est moi”, valeva già per Flaubert… Carrère lo ha dimostrato nel suo libro più famoso, Limonov. Raccontando l’esistenza straordinaria di Eduard Savenko in arte Limonov (teppista in Ucraina, barbone e poi domestico a New York, scrittore decadente a Parigi, soldato nei Balcani e ora politico anti-Putin), Carrère mostra allo specchio anche un po’ di sé. Lo stesso fa nel suo ultimo libro, Il Regno, appena tradotto in italiano da Adelphi, nel quale la nascita del Cristianesimo e la storia dei primi apostoli si mescola con i ricordi di un periodo di crisi della sua vita, quando si avvicinò alla religione cattolica. Sarà lo stesso Emmanuel Carrère a presentare Il Regno nel corso di una lettura scenica con l’attrice Valeria Golino, domenica 22 marzo alle 17 all’auditorium del Monte Verità, ad Ascona. L’evento è soltanto la punta dell’iceberg della rassegna “L’immagine e la parola”, che si svolge in questi giorni nel Locarnese, a cura del Festival del film. Carrère stesso ha realizzato il programma della manifestazione (su www.pardolive.ch), che si pone come un ideale percorso tra cinema e letteratura, biografia e narrazione, documentario e fiction. Tra i film presentati non mancano quelli diretti dallo scrittore, come La Moustache, tratto dal suo romanzo Baffi (sabato alle 20.30 al Kursaal di Locarno) e Retour à Kotelnitch, che racconta il suo viaggio sulle tracce di un prigioniero di guerra ungherese. Fra gli altri titoli in programma, da non perdere (se non l’avete ancora visto) uno dei più singolari e affascinanti film dell’anno, giustamente premiato con l’Oscar per il miglior film straniero. Si tratta di Ida, storia di una ragazza che esce dal convento dove ha vissuto sin da bambina, per sfuggire all’Olocausto, e si ritrova nella Polonia comunista degli Anni Sessanta. Un mondo grigio, ricreato perfettamente dallo stupendo bianco e nero voluto dal regista per raccontare questa vicenda. E sarà proprio il regista, il polacco Pawel Pawlikowski appena tornato da Hollywood, a raccontarsi in un incontro con il pubblico domani, sabato alle 18 al Teatro Kursaal di Locarno. Chiude la rassegna, domenica alle 20.30, un altro film d’ispirazione letteraria come Miele, esordio dietro la macchina da presa di Valeria Golino. Dal romanzo A nome tuo di Mauro Covacich, Miele mostra una trentenne che “aiuta” le persone malate a morire. Un film, che senza essere perfetto, ha il merito di non offrire risposte facili o di sostenere tesi. Ma invece sa suscitare domande, quelle che non è facile porsi: la depressione è malattia vera? Fino a quando la vita merita ancora di essere vissuta? Abbiamo il diritto (dovere?) di interromperla? Giovanni Valerio
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Il prossimo numero uscirà il 17 aprile 2015. La chiusura di redazione è fissata il 7 aprile.
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syndicom | N. 3 | 20 marzo 2015 Forum sociale mondiale
Nuovi impulsi per un mondo possibile Continua da pag. 1
Corsi professionali: Web - I segreti del responsive design ›NOVITÀ 3 sabati: 18, 25 aprile e 2 maggio orario: 8.20-11.30, 13.00-16.30 Termine d’iscrizione: 10 aprile (o contattare il segretariato) Animatore: Alessandro Bianchi Luogo: centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi del corso: come è nato il responsive design, e a cosa serve. Next Step: Mobile first. Progettare un’interfaccia partendo dalla versione mobile, per arrivare a quella desktop. Esempi e casistiche interessanti. Progettare dalla carta. Realizzazione di wireframe e bozze cartacee di un template responsive. Progettazione grafica. Realizzazione di bozze grafiche responsive in Photoshop o Illustrator. Prototipazione e Test. Creazione di un primo prototipo interattivo da testare sui vari dispositivi, e relativi test per comprendere come correggere i prototipi. Programmazione template HTML&CSS. Il prezzo è tutto? Come presentarlo senza complessi ›NOVITÀ 2 serate: lunedì 13 e mercoledì 15 aprile – orario 19.00-21.30 Termine d’iscrizione: 7 aprile (o contattare il segretariato) Animatore: Stefano Gazzaniga Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Corso dedicato a indipendenti e a persone attive nella vendita che vogliono migliorare il proprio approccio affrontando una trattativa o semplicemente per comunicare al cliente il costo di un servizio con maggiore sicurezza. Corsi per tutti Power Point – Creare presentazioni efficaci >NOVITà 4 serate: lunedì 20, mercoledì 22, lunedì 27, mercoledì 29 aprile Termine d’iscrizione: 13 aprile (o contattare il segretariato) Animatrice: Linda Eidenbenz Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona Obiettivi del corso: Familiarizzare con l’area di lavoro - Suggerimenti per creare presentazioni efficaci. Lavorare con le diapositive - Inserire testo e altri elementi semplici. Inserire grafici, tabelle e grafici SmartArt - Ritoccare un’immagine. Applicare un modello alla presentazione - Creare animazioni e transizioni - Creare collegamenti ipertestuali e azioni - Inserire file audio e video - Strutturare il layout. Effettuare una revisione - Metodi di salvataggio Accenno al metodo di condivisione di un documento - Come effettuare una presentazione. Il corso è rivolto a professionisti che hanno l’esigenza di creare presentazioni efficaci. Adatto anche ai principianti in quanto si partirà dalle basi.
sbotta: «Ho partecipato a tutti gli FSM da quello di Mumbai del 2004 e non c’è stata volta in cui non mi hanno chiesto se non siano efficaci o non abbiano risultati concreti. E questo testimonia l’ignoranza profonda di ciò che costituisce questi incontri. Dato che la ripetizione è la madre del sapere (e pure la nonna della stanchezza…), è importante dire ancora una volta che i Forum Sociali (mondiali, regionali, talvolta nazionali) non costituiscono per niente un’organizzazione politica, e ancora meno un partito. Ma sono, appunto, dei forum, termine che mi pare abbastanza chiaro per indicare un luogo dove si scambiano idee, progetti e risultati, confrontando i punti di vista. Per un politico, rappresenta quello che è il congresso scientifico per i medici, gli ingegneri o i giuristi. Qualcosa di simile a quello che i partiti chiamano “università estiva”, però senza il lato parziale, settario. Per me, Tunisi sarà, e ho tutte le ragioni per sperarlo, l’occasione per fare nuovamente il pieno di esperienze che nutriranno la mia attività di membro di commissioni di politica esterna e di sicurezza, anche in seno all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, in primo luogo sulla cooperazione Nord-Sud, la lotta per i diritti umani e la governance mondiale, tutti soggetti caldi».
che “un altro mondo è possibile”, come recita lo slogan dell’FSM, sin dagli esordi. Nella loro eterogeneità e varietà, gli incontri rappresentato un esercizio attivo di cittadinanza globale, per promuovere la condivisione di esperienze e tenere vivo il dibattito sui concetti e sui modelli della società del futuro. Ne è convinto anche Pierre Meyer, giornalista di Radio Fribourg, che per la prima volta seguirà l’evento. «Mi muove, innanzitutto, la curiosità. Osservare decine di migliaia di persone, che vivono realtà a volte molto diverse, riunirsi attorno a valori comuni, capire l’emergere di idee trasversali e di sinergie tra le organizzazioni della società civile. E poi testimoniare l’atmosfera, i progetti che nascono, quelli che si consolidano e quelli che vengono abbandonati. Questa testimonianza dell’informazione passa, inevitabilmente, dalla presenza dei giornalisti. La sfida è di identificare realtà talvolta meno spettacolari, meno “sexy”, per i media: battaglie di lungo respiro, ingiustizie, sofferenze e soprattutto le risposte. L’FSM costituisce un momento centrale per fare un bilancio e portare nuovi impulsi per questo altro mondo considerato possibile, lontano dall’ordine neo-liberista. Che sia stato a Porto Alegre nel 2001 oppure ora a Tunisi, questo spazio di scambio è prezioso. Lottare per l’uguaglianza è a-temporale. E interessarsi alle idee che emergono, è un dovere del giornalista: quello di essere curioso».
Condividere esperienze e comunicarle Per 5 giorni, dal 24 al 28 marzo, il campus dell’università di Tunisi si trasformerà nel laboratorio delle idee per ricordare
Giovanni Valerio, redattore di CARTABIANCA, la rivista dell’ONG Inter-Agire /COMUNDO, seguirà il Forum sociale mondiale a Tunisi.
Assemblea generale ordinaria sezione Ticino e Moesano Sabato 18 aprile 2015 alle ore 15.00 al Centro Sportivo di Tenero Ordine del giorno: 1. Saluto 2. Nomina presidente del giorno e degli scrutatori 3. Verbale Assemblea 2014 4. Relazione della presidente 5. Intervento del segretario regionale 6. Rapporto dalle divisioni 7. Attività 2015 - progetti futuri 8. Nomine comitati 9. Movimento soci 2014 10. Gestione finanziaria 11. Benemerenze 12. Risoluzioni e proposte 13. Eventuali Durante l’assemblea, alle ore 16 si terrà la Conferenza-dibattito sui Social Network: relatore Paolo Attivissimo, moderatore Andrea Tedeschi. Al termine dell’Assemblea seguiranno alle 19.00 l’aperitivo e alle 20.00 la cena con intrattenimento musicale. Le benemerenze verranno consegnate durante la cena. Per informazioni e iscrizioni contattare il segretariato.
insieme, l’associazione svizzera dei genitori di persone mentalmente handicappate, cerca un/una Giornalista freelance di lingua madre italiana in Ticino per la sua rivista “Insieme” pubblicata a scadenza trimestrale. Attività D’intesa con la redazione, il/la giornalista effettua delle ricerche in Ticino e redige dei contributi sul tema dell’handicap mentale per la doppia pagina in italiano. Sostiene la redazione proponendo temi d’attualità e approfondimenti nell’ambito dell’handicap mentale. Si richiedono – Solide competenze ed esperienze giornalistiche – Ottimi contatti in Ticino – Lingua madre italiana con buone conoscenze di francese o di tedesco. Il dossier di candidatura è da inviare entro il 15 aprile al seguente indirizzo:
il sudoku di syndicom
insieme Schweiz, Beatrice Zenzünen, Kommunikation, Aarbergergasse 33, Pf 6819, 3001 Bern, Tel. 031 300 50 20 E-Mail: sekretariat@insieme.ch
In palio un buono di 30 franchi offerto dal nostro partner Eni. La soluzione (la cifra composta dai tre numeri derivanti dalle caselle segnate di blu indicate nell’ordine da sinistra a destra) sarà pubblicata sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicando il nome e l’indirizzo, entro il 7 aprile 2015 a: syndicom - il giornale, via Genzana 2, 6900 Massagno.
Indirizzi Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 mail@syndicom.ch Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 | ma-me-ve 13.30 - 17.30 Marco Forte: 058 817 19 61 La vincitrice del cruciverba pubblicato su syndicom - il giornale N. 2 edizione 2015 è la signora Nadia Riberi di Vezio.
Iscrizioni obbligatorie entro l’11 maggio all’indirizzo del segretariato: ticino@syndicom.ch.
Cassa disoccupazione Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84 Orari: lu-ma-me-gio 9.00 -11.30 Venerdì chiuso tutto il giorno.
Gita annuale attivi - Bernina Express Domenica 6 settembre Iscrizione obbligatoria entro il 17 agosto scrivendo a ticino@syndicom.ch.
Gruppo pensionati Pagina web: http://it.pensionierte.info E-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch castori.gabriele50@gmail.com
agenda
condoglianze
Assemblea Sezione Ticino e Moesano Sabato 18 aprile a Tenero Oltre alla parte statutaria ci si dedicherà al tema dei social network insieme a Paolo Attivissimo. Riservatevi la data!
Sergio Tonini, Giubiasco, deceduto in data 15.2.2015 all’età di 76 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1970.
Gita annuale Pensionati a Brescello mercoledì 27 maggio
Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A casella postale 1270, 6501 Bellinzona Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch