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// L’Editoriale
L’Editoriale
di Maria Luisa Mastrogiovanni
STRAORDINARI CONSULENTI. TRE MILIONI DI EXTRA NELLA SANITÀ LECCESE
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All’indomani della sua nomina a direttore generale della Asl di Lecce, Guido Scoditti ha cominciato a volerci vedere chiaro sui diversi milioni spesi negli ultimi due anni dalla sanità leccese in consulenze esterne e straordinari del personale (medici e non). All’epoca era commissario straordinario Rollo che ora, direttore generale a Brindisi, lì ha preso il posto di Scoditti. Così, quando Paola Ciannamea, direttora del personale della Asl, ha verificato i costi sostenuti nel 2007 per il personale di servizio (medici, infermieri, tecnici ed amministrativi) ha notato che, solo negli ospedali di Gallipoli, Scorrano e al “Vito Fazzi” di Lecce (a Maglie solo un caso) vi erano delle impennate che riguardavano il “lavoro straordinario in pronta disponibilità”, svolto cioè fuori dall’orario di servizio e solo per le urgenze ed eccezionalità, con ammalati gravi e degenti. Solo al “Fazzi” la Ciannamea riscontra una spesa di più di 200mila euro nel 2007 per “pronta disponibilità”, con una serie di medici che arrivano tutti a quasi 800 ore l’anno e incrementi stipendiali di oltre 20mila euro ciascuno. Nell’ospedale di Gallipoli registra una spesa complessiva per “pronta disponibilità” di 190mila euro (si vedano tabelle a pag. 9 e seguenti). A quel punto Scoditti e Franco Sanapo, direttore sanitario della Asl, scrivono una lettera ai tre nosocomi con la quale chiedono spiegazioni ai
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primari sui criteri con cui si è ricorso agli straordinari. Alla lettera allegano l’elenco dei dipendenti e dei compensi percepiti per tutti gli “extra”, sui quali intendono far luce. La risposta del sindacato è inaspettata: divulga a sua volta un altro elenco, come a dire “perché puntare il dito sui dipendenti? Altrove, la spesa è maggiore”. E’ l’elenco di tutti i 96 consulenti e i relativi importi, elenco peraltro già pubblicato on line da Scoditti ottemperando all’obbligo di trasparenza (unica amministrazione pubblica nel Salento, insieme al Pit9) imposto dalla finanziaria di quest’anno. Il sindacato chiede poi le dimissioni di Sanapo “avendo omesso – scrive la Cisal provinciale nella lettera inviata ai giornali - di fornire parere obbligatorio al direttore generale su tutti gli atti relativi alle materie di competenza”. Tra consulenze e straordinari la Asl della gestione Rollo ha speso oltre tre milioni in meno di due anni. Alle consulenze si è attinto per le più svariate esigenze: il totale ammonta a 2.422.664,16. di questi poco meno della metà, 869.488 euro, provengono da fondi regionali destinati a “progetti di piano” per l’attuazione del piano regionale della prevenzione 2005-07; per l’organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza; per l’implementazione delle attività relative allo studio e al controllo del rischio clinico; per l’at-
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BOLLETTINO DEI NAVIGANTI di Mario de Donatis LO STRANIERO di Guido Picchi ALL’INCROCIO DEI VENTI di Antonio Lupo
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LA CITTÀ INVISIBILE di Enzo Schiavano L’ARIA CHE TIRA di Luisa Ruggio
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QUESTIONE DI LOOK, IPSE DIXIT, CURIOSITA’ CONTROCANTO ospita Loredana Di Cuonzo: Una serra abbandonata non può produrre alberi
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COPERTINA // INCHIESTA //STRAORDINARI CONSULENTI. TRE MILIONI DI EXTRA NELLA SANITÀ LECCESE di Maria Luisa Mastrogiovanni INCHIESTA // IL RITORNO DEL MAESTRO PERBONI di Cesare Mazzotta
ATTUALITÀ // LA SCUOLA È FINITA di Giuseppe Finguerra ATTUALITÀ // PON(TI) D’ORO di Valentina Chittano
CULTURA&PERSONE
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SOCIETÀ // CAPITANO MIO CAPITANO di Irene Toma SOCIETÀ // IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO di Flavia Serravezza SOCIETÀ // PER CHI SUONAVA LA CAMPANELLA di Laura Leuzzi CULTURA // SERVIZI ANCHE D’INVERNO di Margherita Tomacelli
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CULTURA // SE LE POESIE SONO SCRITTE A MANO di Antonio Lupo
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L’INTERVISTA // VENUTI, CONTO ALLA ROVESCIA di Enzo Schiavano
VEDIAMOCI CHIARO
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Anno V - n. 51 - Ottobre 2008 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni
IDEE DAL TACCO TERZOGRADO VINCENZO PORTACCIO di Francesco Ria, LINK
Il mensile del salento
EDITORE: Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A. Diaz, 5
SOMMARIO GOLEM, FOTOPROTESTA, LETTERE AL DIRETTORE
tivazione del flusso informativo corrente per la gestione dell’assistenza nelle residenze sanitarie. E si va da un minimo di 823,80 euro percepiti da Chiara Mazzotta, infermiera professionale ad un massimo di 81.000 euro conferiti ad Antonio Macagnino, esperto qualificato per la sorveglianza fisica su apparecchiature radiologiche, passando per i 48.210.67 euro percepiti da tre assistenti religiosi (sic!). E poi ci sono gli straordinari, per un totale di 467.359,59 euro in tre soli ospedali: Nell’Ospedale di Scorrano, a guardare i tabulati che la Asl ha inviato ai primari, per l’anno 2007, sono state effettuate circa 500 ore di “pronta disponibilità” a testa per 5 tecnici di radiologia, Giovanni Montagna, Rosaria Cambò, Flavio Fracasso, Luciano Rizzo e Mario De Giorgi, con una spesa complessiva di oltre 50.000,00 euro. A Maglie 21.649,41 per un medico di Radiologia, Roberto Santoro. (continua a pag. 8)
HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Laura Leuzzi, Guido Picchi, Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Antonio Lupo, Francesco Ria, Giuseppe Finguerra, Flavia Serravezza, Luisa Ruggio, Cesare Mazzotta, Margherita Tomacelli, Irene Toma, Valentina Chittano FOTO: Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - Tel./Fax: 0833 599238 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 3939801141
Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705 STAMPA: Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le) ABBONAMENTI: 15,00 Euro per 12 numeri c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò Comunicazione P.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - abbonamenti@iltaccoditalia.info IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA IL 1º NOVEMBRE 2008
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// Opinioni dal Tacco GOLEM invece no. Siamo alla vigilia di una campagna elettorale, e con Giovanni Pellegrino, si sottopone al giudizio degli elettori anche il “direttorio” dei suoi fedelissimi: oltre a Manera, quindi, anche il capo di Gabinetto Gianni Turrisi. Entrambi percepiti dai più che hanno avuto a che fare con l’Ente provinciale come i veri “vicepresidenti”. Chiamatelo allarme preventivo o, se preferite, difesa corporativa di una professione, quella giornalisitica, che ormai è diventata precaria e quindi sempre meno autorevole e sempre più ricattabile. Ma, a meno che il funambolico avvocato di Sternatia non sia professionista o pubblicista, al prossimo giro porterà la voce di chi gli pare, tranne quella di Pellegrino, se lo stanco senatore ce la farà a vincere ancora. L’augurio del Golem è che, persa nel PD la prassi alle “primarie” (anche Nichi Vendola, sempre più PD e sempre meno Rifondazione, specie dopo la sconfitta al suo congresso, è in una botte di ferro su questo fronte), la si possa riprendere almeno per i rispettivi staff.
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FOTO PROTESTA
LETTERE AL DIRETTORE
IN EVIDENZA - LETTERE E LETTORI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5315 Chiedo aiuto al vostro giornale. Mio nonno Stanislao Maggiore è stato per oltre 50 anni il farmacista di un piccolo paese del Salento, Cavallino, nonché apprezzato artista. Sebbene le sue opere abbelliscano strade e chiese del paese (cui furono da lui donate), a vent’anni dalla morte non esiste una targa o incisione che gliene attribuisca la paternità. Il busto di Sigismondo Castromediano. Una delle opere di Stanislao Maggiore
Massimo Manera, portavoce del presidente della Provincia di Lecce
Massimo Manera, 44 anni portati non benissimo, single, avvocato, sindaco di Sternatia per due mandati (attualmente è vicesindaco e assessore all’urbanistica). Pioniere del recupero della cultura e lingua grika della sua comunità, fu il primo presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa salentina (attualmente è componente della Giunta). Primo dei non eletti alle scorse elezioni provinciali, all’indomani delle quali fu premiato da Pellegrino con la nomina a suo “portavoce”. In seguito a polemiche dell’opposizione di Palazzo dei Celestini sulla proliferazione dei costi per questo tipo di incarichi, giurò solennemente di prestare la sua opera a titolo gratuito: promessa mantenuta per tre mesi. Dal quarto fu equiparato nello stipendio ad un dirigente, percependo uno stipendio lordo mensile di poco meno di 7.000 euro. Di recente ha preferito rinunciare al seggio di consigliere provinciale e mantenere il suo incarico (commento ironico di Raffaele Baldassarre: “La lettura della lettera di dimissioni di Manera è più lunga della sua permanenza nel Consiglio”). Secondo la legge 150/2000 il portavoce di un Ente deve essere iscritto all’Ordine dei giornalisti. Manera non risulta iscritto nell’albo dei giornalisti pugliesi. Il recente decreto Tremonti ha ulteriormente chiarito e ristretto i margini interpretativi della legge 150 che all’articolo 6 recita: “Le attività di informazione si realizzano attraverso il portavoce e l’ufficio stampa e quelle di comunicazione attraverso l’ufficio per le relazioni con il pubblico”. E’ pacifico che nel lessico comune, imbastardito da certo linguaggio televisivo, informazione e comunicazione appaiano come sinonimi. Ma non è così. Portavoce e ufficio stampa dovrebbero relazionarsi con i media, operare (da giornalisti, verso i colleghi giornalisti) come facilitatori dell’azione amministrativa. Assumere comportamenti richiesti dalle carte deontologiche. Mai e poi mai gestire budget pubblicitari. “Che inezia!” - dirà qualcuno. Guardare al mancato titolo di “giornalista” del Manera, mentre in Provincia un dirigente accredita denari pubblici sul conto della madre. E
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E’ l’ultima frontiera della pubblicità. L’innovativa idea è venuta in mente all’Istituto Giovanni Verga di Ugento. Un’auto viene parcheggiata in diversi angoli della città. Poi, di settimana in settimana, l’auto si sposta trovando scorci sempre nuovi da abbellire: una volta il rondò sulla Ugento-Torre San Giovanni (suolo pubblico; foto 1 e 2); un’altra volta una strada di proprietà del Comune in via di sistemazione da parte dei lottizzanti (sempre suolo pubblico; foto 3). Un bell’esempio di “consiglio per gli acquisti” che ti segue ovunque tu vada… proprio ovunque! Una domanda: ma non è che l’Istituto, dando vita a questo nuovo modo di comunicare, ha trovato anche un nuovo modo per evitare la tassa pubblicitaria? Lettera firmata
A lui ho dedicato un sito (www.stanislaomaggiore.it), il cui obiettivo è quello di farne conoscere l’opera nonché sensibilizzare l’amministrazione comunale ad un piccolo atto di riconoscenza. Infatti, attraverso di esso, è possibile aderire ad una petizione online mediante la quale richiedere al sindaco l’intitolazione di una via del paese o l’apposizione di una targa o di un’iscrizione alla base
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delle opere. Qualora voleste aiutarmi a divulgare tale iniziativa ve ne sarei immensamente grato. Con stima Vincenzo Stanislao Amodio Quarto Inferiore (BO) UNA TARGA PER STANISLAO Firmate la petizione su www.iltaccoditalia.net
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// Opinioni dal Tacco TERZO GRADO di FRANCESCO RIA f.ria@iltaccoditalia.info
commenti e opinioni da
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E’ stato eletto a luglio all’unanimità. Domanda di rito: che cosa significa per lei questo incarico? “L’elezione all’unanimità è stata una gioia perché tutti gli iscritti si sono raccolti attorno ad un’idea e ad un progetto condivisi. Questa carica è un bello stimolo perché ho sempre creduto che senza l’idea di stare insieme, di fare sistema, il mondo dell’impresa non possa percorrere molta strada”. Si riferisce a qualcosa in particolare? “Il 90% delle imprese che operano nel turismo sono di piccole dimensioni ed hanno un naturale limite di crescita se non riescono ad inserirsi in un contesto consociativistico”. Qual è lo stato di salute dell’impresa salentina, e di quella dei giovani in particolare? “E’ un territorio ricco di tanti giovani che hanno molta voglia di fare. Ciò è testimoniato dal continuo nascere di iniziative imprenditoriali. Accanto a questo abbiamo punte di eccellenza che sono già alla seconda, terza generazione. Per il resto si tratta di un periodo difficile per tutti, non solo a livello locale”. E come mai, allora, si continua a parlare di fuga delle energie migliori da questo territorio? “Il nostro è un terreno molto fertile, ci si può inventare ancora molte cose rispetto al nord, dove il mercato è abbastanza saturo. Comunque ritengo che se un giovane senta l’esigenza di un periodo di studio o lavoro fuori per arricchirsi, ovviamente con l’intenzione di rientrare qui, la cosiddetta “fuga” non sia un fatto negativo. Al contrario possa contribuire ad arricchire di idee ed esperienze nuove anche la nostra terra”.
INDOVINA CHI E’?
La soluzione a pag. 46
www.iltaccoditalia.net Se esistessero delle politiche attente alla destagionalizzazione e a tanti bei discorsi che poi rimangono sempre aria fritta, non ci sarebbe bisogno di questa modifica. Cercate soluzioni vere per l’economia e per il turismo e non sarà necessario rientrare a scuola ad ottobre. pietro @ 14:18-11.9.08 commento alla news “Sui banchi di scuola il primo ottobre” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5242 Non mi sembra una presa di posizione significativa visto che doveva essere così già da tempo. bah, vedremo se almeno adesso rispetteranno gli impegni. Vito Presicce @ 10:12-10.9.08 Commento alla news “Appalti pubblici secondo il prezziario” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5231 ...ciao a tutti… sono un salentino doc... lavoro ormai da 4 anni a Milano, in uno dei più famosi istituti oncologici... lavoro con i radiofarmaci e mi sto specializzando in questa nuova e affascinante frontiera... l’utilità dei radiofarmaci sia in campo diagnostico (con la Pet e le scintigrafie), sia in campo terapeutico è ormai risaputa. La maggior parte dei pazienti che vengono a curarsi nel nostro istituto provengono dal sud, ed in alta percentuale dal Salento... non lasciamoci scappare questa opportunità... la gente va istruita... soffriamo ancora della sindrome di Chernobyl... luis @ 12:55-23.9.08 commento all’approfondimento “Pet-Tac a Casarano: una necessità per tutto il Salento”, di Maria Luisa Mastrogiovanni www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5287
Vincenzo Portaccio, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Lecce
Cioè il sud ha ancora problemi di mentalità? E i proclami alla modernizzazione della politica? “Troppo spesso i rapporti con la politica e le pubbliche amministrazioni sono vissuti in modo problematico: è anche colpa di un sistema amministrativo eccessivamente burocratizzato. Ci troviamo a sostenere costi che non hanno alcuna attinenza con l’attività imprenditoriale: spendiamo 20mila euro solo per avviare una procedura e per ottenere le autorizzazioni necessarie. Nello specifico, poi, è scandaloso questo isolamento geografico nel quale ci stanno lasciando. Non chiediamo di essere agevolati rispetto al resto d’Italia, ma almeno di poter competere alla pari”. Spesso sembra che le imprese nel meridione vivano esclusivamente grazie agli appalti del pubblico che in cambio chiede posti di lavoro per gli amici degli amici e contributi più o meno leciti. Non è un circuito un po’ perverso che rischia di ledere l’impresa? “Che ci siano imprese che vivano degli appalti pubblici in determinati settori è inevitabile. Strade, restauri e ad altre attività necessariamente devono essere appaltate a privati. Anzi, spesso è proprio il pubblico che nei momenti di crisi consente di ravvivare un po’ l’economia. Ma bisognerebbe puntare ad una maggiore trasparenza nel settore degli appalti per evitare collusioni e pratiche poco lecite. Solo così tutti si sentiranno realmente garantiti”.
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Nei nostri Comuni c’è ignoranza e scarsa disponibilità all’innovazione. Qualche giorno fa, essendo andata ad un ufficio per chiedere conto di una pratica bloccata da mesi, ho chiesto la cortesia di inviarmi un’e-mail quando la pratica si sbloccava. Mi hanno guardato come se avessi bestemmiato in chiesa. Quindi mi toccherà continuare a tornare una volta alla settimana (facendomi 60 KM) per avere informazioni (al telefono non le danno per la Privacy). Antonella - Morciano @ 16:4-8.9.08 Commento all’approfondimento “La rivoluzione digitale. Addio alle carte?” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=5213 Sono tornati in azione gli autori delle “ragazzate”, come dice il sindaco di Ugento, al quale vorrei chiedere: anche per questo fatto dobbiamo stare tranquilli? Dalle bombe contro le case siamo via via arrivati a quella contro il comune, dagli incendi delle macchine al barbaro omicidio di Peppino, dalle scritte sui muri alle minacce verso un sacerdote. Nonostante tutto questo il sindaco ripete che Ugento è un paese tranquillo, tutto va bene e non c’è da preoccuparsi! Sono convinto che staremmo davvero più tranquilli se lui insieme ai suoi amministratori se ne tornassero alla propria casa!!! Tu don Stefano prosegui a fare ciò che ti detta la coscienza e sicuramente non sarai solo, come purtroppo è successo per Peppino. anomimo @ 17:47-17.9.08 Commento alla news di cronaca “Lettere anonime al parroco: Smettila” nel box “In evidenza” dedicato all’omicidio di Peppino Basile www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=4821
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di MARIO DE DONATIS m.dedonatis@iltaccoditalia.info
GLI SCUDI DEL GOVERNO SULLA PRIVACY TELEFONICA
Molti riflettori si sono accesi sulle “intercettazioni telefoniche”. Eppure è solo uno dei mezzi a cui ricorrono in tanti per conoscere in profondità “fatti e misfatti”, per usi propri ed impropri. E tra una pluralità di ambienti, che sistematicamente si avvalgono di tali mezzi, è quello della Magistratura che – pur agendo per obblighi istituzionali – è esposto sui media. Fateci caso, si parla, quasi unicamente, di “intercettazioni telefoniche” e dei giudici che si sono avvalsi di tale strumento investigativo. E’ come se il mondo politico, nel tralasciare tanti altri aspetti, che pure incidono, e pesantemente, sulla qualità della vita, abbia elevato tale questione a fatto prioritario, stabilendo una “frontiera” in difesa della “privacy telefonica”. Certo, è auspicabile la ricerca di un equilibrio tra necessità investigative e le libertà di espressione del cittadino, ma la percezione è che – anche su tale questione – prevalga più una “strategia per delegittimare la Magistratura” che una “volontà di ricercare
soluzioni condivise”. Soluzioni che devono tener conto, da un lato, della “sfera delle libertà garantite al cittadino” ma, dall’altro, dei problemi della sicurezza e delle preventive azioni investigative. Come spesso avviene in altri campi, anche su tali questioni c’è un impegno di molti a ricercare rimedi peggiori dei mali da curare. Anch’io sono stato interessato da sistematiche “intercettazioni telefoniche” con la pubblicazione di ampi stralci di mie conversazioni, che nulla di rilevante contenevano ai fini delle preventive indagini giudiziarie predisposte. Eppure – nonostante questo – non ho mai pensato di elevare la mia protesta nei confronti della Magistratura. Ho pensato, questo sì, che le interferenze sulla mia privacy, fossero il risultato di comportamenti di persone che, per superficialità o
di GUIDO PICCHI g.picchi@iltaccoditalia.info
di ANTONIO LUPO a.lupo@iltaccoditalia.info
Inviate i vostri inediti (poesie, racconti brevi) a Il Tacco d’Italia, p.zza Diaz 5 Casarano; oppure a redazione@iltaccoditalia.info e a.lupo@iltaccoditalia.info. Verranno selezionati da Antonio Lupo, docente di materie letterarie
8 agosto di Eugenio Giustizieri a Ercole Ugo D’Andrea
Contro un cielo nero inchiostro ogni giorno ai rifatto il futuro, un giorno dopo l’altro con sottili parole scolpite nel cuore ormai vento che ti nega il sorriso in ogni mare
per deficit di etica professionale, avevano abdicato al dovere della segretezza, permettendo un uso improprio delle intercettazioni. Tutto questo per dire che la questione che stiamo affrontando è articolata e complessa ed impone più che interventi di ordine legislativo, riflessioni sul come riproporre, anche in tale contesto, il valore dell’ “etica professionale”. Più che decreti leggi, frutto di legittime sensibilità ma, in ogni caso, inadeguati a corrispondere alle esigenze di una comunità, complessa e democratica, occorrerebbe, con il concorso di tutti, sottoscrivere un “codice di comportamento” in cui possano ritrovarsi i diversi operatori per salvaguardare gli obblighi della Giustizia, il dovere dell’informazione, la privacy del cittadino, che potrebbe, anche, autorieducarsi a comunicare, imponendosi qualche freno inibitorio.
IL GPS NEL CUORE Cosa risveglierà l’uomo dal torpore che sempre più lo porta a mistificare una libertà (quella di “altri” di arricchirsi con lo sfruttamento) con quella assoluta? Questo ‘sogno di benessere diffuso’ costantemente proposto da televisone, stampa, pubblicità e politicanti che ci distrugge lentamente nello spirito, come un moderno satana tentatore, meriterebbe l’attenzione dei più qualificati esorcisti data la sua incessante spinta al profitto nonostante i danni causati al pianeta e ai suoi abitanti. R-esistere è possibile, seppur difficoltoso. Necessitano: lucidità, per non cadere nella quotidiana trappola mediatica, perseveranza, per vincere le tentazioni costanti del vicinato già succube, umiltà, per ricordarsi che NON abbiamo un corpo ma che lo SIAMO. Da queste basi si può svolgere un cammino, perennemente in salita, che porta allo stadio percettivo dai più chiamato “risveglio” o “illuminazione”. Lo sviluppo di questo sentiero non è mai prevedibile o preordinato né si può dire che sia razionale. L’unico modo di seguirlo è usare il gps che abbiamo tutti nel cuore, unico organo in grado di darci “vera”
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direzione. Poche cose aiutano: il distacco, ovvero l’astensione dal desiderio che imprigiona volontà altrui, la non abitudine, cioè lo svolgersi imprevedibile delle giornate grazie al nostro comportamento non conformato, il silenzio o la quiete, unici in grado di farci ascoltare il canto flebile delle nostre vite. Su tutto l’impeccabilità, la ricerca di una vita vissuta senza interferire (bene e male non esistono come concetti assoluti, quindi l’unica cosa “buona” che posso fare è non farLA). Si evince quanto siamo lontani dalla meta in tutti quei casi in cui la quotidianità è il semplice ripetersi di giorni sempre simili tra loro. Giacchè la sfida con la vita non può essere monotona non essendo infinita, non resta che rimischiare le carte per trasformare questa lontananza in un trampolino di lancio. Inventarsi abitudini sempre nuove e diverse fin a rendere “normale” la cosa che appare più strana spezza le catene che ci hanno imprigionato fin qui e rende “facile” ogni cammino: finalmente liberi!
LO STRANIERO
A L L’ I N C R O C I O D E I V E N T I
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// Opinioni dal Tacco
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// Opinioni dal Tacco L’ARIA CHE TIRA
di LUISA RUGGIO l.ruggio@iltaccoditalia.info
ABITUDINE ANESTETIZZANTE D’INIZIO AUTUNNO
Ci dobbiamo essere abituati a non arrivare a fine mese, se ci sembra strano che un uomo per disperazione lanci una bottiglia incendiaria contro il Palazzo di Città. Contro il simbolo di un governo che non riesce a sostenere gli sguardi di una povertà imbiancata da altre notizie. Ci dobbiamo essere abituati a quei numeri esagerati che ci dicono: il carcere di Lecce è tra i più sovraffollati d’Italia, mentre qualcuno parla del braccialetto per i detenuti. Mentre c’è un’emergenza sanitaria oggettiva lì dentro e tutto ciò che se ne scrive sui giornali è una specie di marcia lenta di gente che sa ma è come se avesse perso la cognizione del tempo, del da farsi. Ci dobbiamo essere abituati a tutte le burocrazie. Ci dobbiamo essere abituati alla censura, se un manifesto scritto a spray per chiedere verità sull’omicidio del consigliere Peppino Basile, il Masaniello di Ugento (capitato nelle falde dell’ecomafia e fatto fuori a coltellate, ma dicono ci sia la pista passionale dicono ), viene fatto sparire durante la Notte della Taranta e non c’è stato un artista, dico uno, che abbia
commentato quel manifesto sul palco di Melpignano, lo scorso agosto. E però il pubblico ubriaco cantava convinto “Vieni a ballare in Pugliaaaaa Pugliaaaaaa Pugliaaaaaaaa”. Ci dobbiamo essere abituati ai fatti che ci dicono: la nostra anatomia eretta è stata scalzata. Ci dobbiamo essere abituati a considerare bivacco lo spettacolo di un mimo per le vie del centro storico, se le due ordinanze del sindaco Perrone contro gli accattoni non ci fanno sentire il bisogno di replicare quando lui mettendo le mani avanti dichiara: “Lecce non è una città chiusa”. Ci dobbiamo essere abituati all’idea che in questo bordo di sud non sia rimasto granché da tentare, se la notizia di insospettabili – un carpentiere, per fare un esempio, uno che conosce un vero mestiere - beccati con oltre cento grammi di eroina pura, tra le mura domestiche, non ci dicono niente. Ci dobbiamo essere abituati agli spari, se l’omicidio di un ex boss della Scu datosi alla diaristica per un editore locale, non ci fa sentire un brivido nelle vertebre quando andiamo a
comprare il pesce a Gallipoli, certe mattine che non sembra ma sono agguati. Ci dobbiamo essere immersi nell’ora leggendaria dei nostri balconi anonimi, dietro fronde di gerani, a guardare la miseria che passa di sotto, senza per questo sentire di farne parte. Ci dobbiamo essere abituati a quel silenzio delle persone minime, che sul giornale cercano le date della sagra del polpo. Ci dobbiamo essere abituati a spostarci sempre meno, se la sostituzione degli Etr500 con vecchi EuroCity sulla tratta adriatica (LecceRoma, Lecce-Milano), ci portano solo la scia del solito bailamme politico da sit-in di protesta. Ci dobbiamo essere abituati all’idea che il funzionario di un Ente pubblico faccia sparire, prestigiatore, quasi 240mila euro dalla casse provinciali, per il sogno della casa in campagna. Del resto, l’abitudine serve a tirare avanti. Dev’essere per questo che è sempre stata uno strumento proletario. Di nuovo ottobre, si ricomincia. Dove eravamo rimasti?
di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
PALAZZI DI CRISTALLO E PALAZZI DI PIOMBO «Il Palazzo deve diventare di cristallo. I cittadini-contribuenti devono sapere quanto guadagnano e quanto lavorano gli uomini che provvedono alla macchina dello Stato, quanti giorni di assenza accumulano, quali risultati sono chiamati a conseguire e, se ci riescono, quanto “merito” entra nella loro busta paga. Tutto chiaro e tutto on-line, rispettando le norme dettate dal garante della privacy». E’ questo l’obiettivo del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che ha dichiarato guerra ai cosiddetti “fannulloni”. Nel metodo di Brunetta c’è tanta demagogia e tanto effetto annuncio (vedremo alla fine quali saranno i risultati), ma bisogna riconoscere che qualcosa di positivo c’è. Il “metodo Brunetta” può essere facilmente applicato anche agli enti locali. Anzi, è doveroso per chi ha la responsabilità di amministratore locale di
alzare il livello di trasparenza che è costantemente vicino allo zero. Un Comune come quello di Casarano – ma il di-scorso vale per la quasi totalità degli enti locali della provincia di Lecce – deve fare ancora molta strada per soddisfare la voglia di trasparenza che reclamano i cittadini. Anche se proprio a Casarano abbiamo uno dei pochi esempi (se non l’unico) di trasparenza in provincia di Lecce: sul sito www.pit9.it, addirittura in home page, e non imboscati in qualche piega del sito, sono periodicamente pubblicati nomi e importi percepiti dai consulenti che lavorano per tale progetto. Nessun altro ente pubblico salentino fornisce le stesse informazioni e con tale dovizia di particolari. Da quando il bilancio comunale si forma per l’80% grazie alle entrate dirette delle tasse comunali è giusto e necessario che i cittadini pretendano di più in fatto di trasparenza. Non può più bastare il fatto che oggi una il tacco d’Italia
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delibera di giunta può essere visionata direttamente da casa. Ci vuole ben altro. Le indennità di chi amministra l’ente (sindaco, assessori, consiglieri comunali, responsabili dei servizi ecc.) devono essere pubblici; è necessario informare i cittadini degli obiettivi assegnati ai dirigenti e il consuntivo dei risultati; quali sono i professionisti che hanno un contratto di tipo privatistico con l’ente e quanto guadagnano. La quantità e la qualità del lavori dei dipendenti comunali, inoltre, è un argomento molto sensibile tra i cittadini; più di quanto si immaginano gli stessi rappresentanti politici. Credo che siano maturi i tempi che questo argomento entri nell’agenda dei candidati per la carica a sindaco.
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//Inchiesta //“Straordinaria” sanità //Compensi extra ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
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in straordinari
ARROTONDAMENTI D’ORO. PER IL “LAVORO STRAORDINARIO IN PRONTA DISPONIBILITÀ”, SVOLTO CIOÈ FUORI DALL’ORARIO DI SERVIZIO E SOLO PER LE URGENZE ED ECCEZIONALITÀ, CON AMMALATI GRAVI E CHE SIANO DEGENTI MOLTI DIPENDENTI PERCEPISCONO UN VERO E PROPRIO SECONDO STIPENDIO. ECCO TUTTI GLI IMPORTI SU CUI SCODITTI CHIEDE CONTO continua dall’editoriale
Nell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, vi è stata una spesa per “pronta disponibilità” di 206.605,22 euro. Qui brilla, tra le altre, una spesa di 22.050,45 euro, pari a ben 796 ore di “pronta disponibilità” che un medico di “Urologia II”, Sergio Serio, risulterebbe aver effettuato nel solo anno 2007. Non da meno il medico di Chirurgia toracica, Angelo Lacitignola, che ha effettuato 790,5 ore per un compenso aggiuntivo di 19.926,33 euro. A Urologia1, sempre al Fazzi, il dottor Umberto Colella pare aver fatto 783,5 ore di straordinario per un compenso di 21.504,98 euro.Tanto per citare i casi più clamorosi che vengon fuori dai tabulati. Nell’Ospedale di Gallipoli, per l’anno 2007, a fronte di una spesa complessiva per “pronta disponibilità” di 194.981,97 euro, spiccano le 1019 ore del medico di Radiologia Salvatore Gabellone, che ha percepito – oltre allo stipendio – 43.121,91 euro in più. Un infermiere del Blocco operatorio, Cosimo Cacciatore che risulterebbe aver effettuato, sempre secondo i tabulati Asl, ben 1029 ore di “pronta reperibilità”, percependo in più 22.343,35 euro. Anche altri medici ed infermieri dell’ospedale gallipolino sono da “guinnes”
dei primati con ore lavorative extra contratto che vanno dalle 912 alle 396. Scoditti ha ora il difficile compito di districare la matassa: verificare che lo “straordinario” ricorso agli straordinari sia stato dettato da effettive emergenze sanitarie. E appurare che l’eccezionale utilizzo di consulenti esterni si sia reso necessario per le effettive esigenze di gestione. Intanto i contratti co.co.co e di consulenza pian piano volgono al termine. L’ultimo scadrà i primi mesi del 2010. Ma la sorte per quei 92 consulenti è stata già decisa. Le pulizie di stagione sono iniziate.
// SCODITTI: “LA LEGGE PREVEDE DEI TAGLI” Alla domanda se si sia fatta un’idea del perché il ricorso a tutti quegli straordinari guido Scoditti risponde tranquillo: “Dagli ospedali stanno rispondendo che
sono dovuti alla mancanza di personale. Vedremo se è vero o no”. Punta al risparmio, il nuovo direttore generale della Asl salentina, “come si fa a casa – dice – e, a costo di esser preso per pazzo, diffonderò a breve un invito ad una maggiore oculatezza delle risorse assegnate. Bisogna ridurre i consumi di carta, luce, garze, di tutto ciò che è materiale di consumo. Di acqua ed energia”. Tra i 96 consulenti i cui nomi sono stati pubblicati on line, ve ne sono 25 a tempo indeterminato. Anche alcuni avvocati. “Gli avvocati in passato sono stati inquadrati con il contratto nazionale della ‘specialistica ambulatoriale’ – dice Scoditti – che prevede la stabilizzazione dopo un certo periodo”. Avvocati inquadrati come “specialisti d’ambulatorio”. E per questo assunti. Ma che fine faranno i contratti in scadenza? “Gli amministrativi cesseranno; i sanitari, lo dice la finanziaria della Regione Puglia di quest’anno, dovranno essere ridotti del 10%”. E i religiosi? Ci sono consulenze per tre ‘assistenti religiosi’. Risponde Scoditti: “Fitto, all’epoca presidente della Regione Puglia, stipulò una convenzione con l’arcidiocesi, con monsignor Ruppi, per la presenza di queste figure negli ospedali. Secondo la convenzione saranno rinnovati”.
Guido Scoditti
il tacco d’Italia
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Ottobre 2008
TEMA DEL MESE www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5308
TACCO N. 51 (1)
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TUTTE LE CONSULENZE Asl Lecce - Area Gestione del personale. Personale con contratto di consulenza e/o Co.co.co. al 16/07/2008 GENERALITA’
PROFILO PROFESSIONALE
IMP. ANNUALE DESCRIZIONE
DELIBERA
DURATA
Accettura Barbara
avvocato
20.952,00
progetti di piano - implementazione delle attività relative allo studio ed al controllo del rischio clinico
Dgr 1582/2004 e Dcs 3259/2007
1/12/2007-30/11/2009
Anastasia Sergio
avvocato
33.271,68
attività istruttoria, studio e ricerca per l’Ufficio legale
Ddg n. 1006 del 29/12/2006
a tempo indeterminato
Antico Maurizio
pedagogista
53.620,32
pedagogista a tempo indeterminato, specialista ambulatoriale
Ddg n. 5693 del 10/10/2000
a tempo indeterminato
Attanasi Rosanna
assistente sociale
9.341,28
assistente sociale convenzionato a tempo indeterminato
a tempo indeterminato
Baldassarre Vincenzo
avvocato
10.251,96
consulente legale - consultorio familiare di Campi Salentina
Del. Com. Gest. N.630/1984, n.810/1985, n.849/1987 Ddg n. 684 del 11/07/1988
Bressan Silvia
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Cacciapaglia Alfredo
avvocato
22.812,96
attività in favore dei consultori familiari del territorio della ex Ausl Lecce 2
Ddg n.662 del 30/12/2005
a tempo indeterminato
Cafaro Katiuscia
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Calabrese Agostino
assistente religioso
9.296,23
assistente religioso presso lo stabilimento ospedaliero di Campi salentina
Dcs n.1401 del 9/05/2008
fino al 31/12/2008
Campobasso Maria Antonietta
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Cassar Claudia
infermiere professionale
25.093,80
infermiere convenzionato per prestazioni - penitenziario di Lecce
Ddg n. 933/2006
a tempo indeterminato
Castellaneta Nicola
medico
45.000,00
progetti di piano - prevenzione delle complicanze nel diabete
Dgr 1582/2004
1/06/2007-10/12/2007
Cazzato Claudio
esperto sorveglianza apparecchiature radiologiche
37.000,00
sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti e controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche
Ddg n. 1023/06 della ex Ausl Le/1 fino al 31/12/2007
Centonze Pina
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Civino Paola
dirigente farmacista
36.000,00
progetto Farmacovigilanza svolto con finanziamenti regionali
Dcs n. 106 del 21/01/2008
fino al 31/12/2008
Congedo Maria Luce
operatore non laureato
6.438,88
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Contaldi Luigi A.
esperto sorveglianza apparecchiature radiologiche
37.000,00
sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti e controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche
Ddg n. 1023/06 della ex Ausl Le/1
fino al 31/12/2007
Conte Maria Antonietta
pedagogista
17.873,44
specialista consulente consultorio familiare
Conv. Del 25/01/1988
a tempo indeterminato
Cosentino Gaetano
medico
45.000,00
progetti di piano - miglioramento organizzativo del distretto
Dgr 1582/2004
1/07/2007-30/06/2009
Cretì Giovanni
operatore non laureato
10.463,19
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
D’Amato Salvatore
operatore non laureato
2.414,58
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
D’Angela Claudio
dirigente farmacista
36.000,00
progetto Farmacovigilanza svolto con finanziamenti regionali
Dcs n. 106 del 21/01/2008
fino al 31/12/2008
De Bartolo Francesco
medico
16.245,36
medico convenzionato per prestazioni presso istituto penitenziario di Lecce
Ddg n. 933/2006
a tempo indeterminato
De Filippi Anna Maria
operatore non laureato
8.048,60
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
De Francesco Giuseppe
medico
36.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regi. della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/2007 5/11/2007-4/11/2010
De Luca Anna Monia
operatore non laureato
13.682,63
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
De Matteis Antonio Ermanno
ingegnere
22.500,00
supporto tecnico ai responsabili del procedimento dei lavori di cui all’art. 20 Ddg della ex Ausl Le/2 n.981 del 28/12/2006 della legge 67/88
De Matteis Bice
psicologo
38.628,00
consulenza e collaborazione per l’attivazione di Psicoterapia familiare
Ddg 388 del 18/02/2008
fino al 31/12/2008
De Padova Angelo
assistente religioso
18.840,00
assistente religioso presso il presidio ospedaliero di Galatina
Dsc n. 566 del 4/03/2008
fino al 31/12/2008
De Pascali Angelo
esperto amministrativo
22.500,00
supporto tecnico ai responsabili del procedimento dei lavori di cui all’art. 20 Ddg della ex Ausl Le/2 n.981 del 28/12/2006 della legge 67/88
D’Elia Angelo
avvocato
10.548,60
consulente legale presso il consultorio familiare di Squinzano
Ddg n.684 dell’11/07/1988
Dell’Anna Pierluigi
avvocato
5.659,92
consulente legale convenzionato presso consultori familiari di San Cesario
Del. comitato gestione ex Usl Le/4 a tempo indeterminato S. Cesario n.939 23/11/90
Di Gesù Luigi
medico
45.000,00
progetti di piano - implementazioni attività di studio e controllo del rischio clinico Dgr 1582/2004
14/04/2008-13/04/2010
Di Noia Stefania
medico
45.000,00
progetti di piano - organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza
Dgr 1582/2004
1/07/2007-30/06/2009
Diso Bernadette
medico
45.000,00
progetti di piano - organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza
Dgr 1582/2004
1/06/2007-31/05/2009
Elia Valentina
tecnico prevenzione
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano reg.le della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/2007 5/11/2007-4/11/2010
Garrisi Maria Antonietta
avvocato
24.854,40
consulente legale presso il Ser.t ed il consultorio familiare di Lecce
Ddg n. 2033 del 14/04/2000
a tempo indeterminato
Gentile Simonetta
pedagogista
53.620,32
pedagogista a tempo indeterminato in qualità di specialista ambulatoriale
Ddg n. 5693 del 10/10/2000
a tempo indeterminato
Grande Anna
sociologo
49.495,68
convenzionata sociologa presso consultorio di San Cesario
Delibera giunta San Cesario n.552 del 7/10/81
a tempo indeterminato
Inguscio Pamela
medico
36.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano reg.le della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/2007 5/11/2007-4/11/2010
Iuliani Giovanni
assistente religioso
20.074,44
assistente religioso presso lo stabilimento ospedaliero di Copertino
Dcs n.863 del 21/03/2008
fino al 31/12/2008
Lanzillotto Maria Abbondanza
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Laudisa Barbara
avvocato
40.292,00
progetti di piano - implementazioni attività di studio e controllo rischio clinico
Dgr 1582/2004 e Dcs 3259/07 26/11/2007-25/11/2009
a tempo indeterminato
fino al 30/06/2008 durata lavori
durata dei lavori a tempo indeterminato
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Asl Lecce - Area Gestione del personale. Personale con contratto di consulenza e/o Co.co.co. al 16/07/2008 GENERALITA’
PROFILO PROFESSIONALE
IMP. ANNUALE DESCRIZIONE
DELIBERA
DURATA
Lefons Brizio
operatore non laureato
14.487,49
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Lezzi Stefania
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Lisi Donato
amministrativo
euro 3.000,00 responsabile U. O. Gestioni liquidatorie - completamento istruttorio delle netti mensili informative richieste dalla Regione Puglia
Dcs n.206 del 4/02/2008
fino al 31/12/2008
Longo Maria Antonietta
operatore non laureato
3.219,44
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Macagnino Antonio
sorveglianza apparecchiature radiologiche
81.000,00
sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti e controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche
Ddg n.1023/06 della ex Ausl fino al 31/12/2007 Le/1; Ddg n.87/06 della ex Ausl Le/2
Macrì Loredana
avvocato
33.271,68
attività istruttorio, di studio, di ricerca necessaria per l’Ufficio legale
Ddg n. 1006 del 29/12/2006
Maddalo Vincenza
avvocato
10.442,64
consulente legale presso il Ser.t di Campi salentina
Das ex Usl Le/2 n. 82 24/02/93 a tempo indeterminato
Maggiore Giuseppe
tecnico prevenzione
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 5/11/2007-4/11/2010
Manfreda Alessandra
operatore non laureato
11.268,05
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Manfreda Federica
medico
45.000,00
progetti di piano - attivazione del flusso informativo corrente per la gestione dell’assistenza nelle residenze sanitarie
Dgr 1582/2004
1/06/2007-31/05/2009
Manno Enrico
amministrativo
43.724,69
direzione tecnico-amministrativa - progetti Psn e piano di prevenzione –art. 15-octies del D. Lgs n.502/92 e s.m.i.
Dcs n.4533 del 3/12/2007
fino al 19/11/2008
Marino Maurizio
operatore non laureato
8.048,60
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Matarelli Monica
tecnico prevenzione
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 5/11/2007-4/11/2010
Mazzotta Chiara
inferimiere professionale
823,80
infermiere professionale presso il consultorio familiare
Conv. del 23/10/1987
Merico Eugenia Paola
tecnico prevenzione
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 5/11/2007-4/11/2010
Morello Cinzia
pedagogista
44.683,60
pedagogista convenzionato a tempo indeterminato, specialista ambulatoriale Ddg n. 4815 del 30/12/2004
a tempo indeterminato
Nicifero Mariarosa
avvocato
10.548,60
consulente legale presso il consultorio familiare di Trepuzzi
Ddg n. 684 del 11/07/1988
a tempo indeterminato
Nobile Pancrazio
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Oliva Dario
pedagogista
17.873,44
consulente consultorio familiare, convenzionato a tempo indeterminato
Conv. del 27/02/1989
a tempo indeterminato
Pascali Sabrina
avvocato
30.622,00
progetti di piano - implementazioni delle attività relative allo studio e al con- Dgr 1582/2004 e Dcs 3259/07 29/09/2006-28/09/2008 trollo del rischio clinico
Pellegrino Cristina
medico
45.000,00
progetti di piano - organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza
Dgr 1582/2004
1/06/2007-31/05/2009
Pennetta Giovanna Rosaria
operatore non laureato
13.682,63
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Perrone Silvia
operatore non laureato
32.204,81
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Petrachi Antonia
pedagogista
53.620,32
pedagogista convenzionato a tempo indeterminato, specialista ambulatoriale Ddg n. 5693 del 10/10/2000
Piccinni Pierandrea
avvocato
30.622,00
progetti di piano - implementazioni delle attività relative allo studio e al con- Dgr 1582/2004 e Dcs 3259/07 29/09/2006-28/09/2008 trollo del rischio clinico
Piccinno Cristina
pedagogista
17.873,44
pedagogista convenzionato a tempo indeterminato, specialista ambulatoriale Ddg n. 5693 del 10/10/2000
Pispico Giuseppe
sorveglianza su apparecchiature radiologiche
28.000,00
sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti e controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche
Ddg n. 87/06 della ex Ausl Le/2 fino al 31/12/2007
Potenza Luigina
operatore non laureato
13.682,63
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Potì Oronzo
operatore non laureato
19.322,88
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Quarta Sergio
operatore non laureato
8.048,60
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Raho Anna Maria Rita
operatore non laureato
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 5/11/2007-4/11/2010
Rini Emanuele
tecnico prevenzione
45.000,00
progetti di piano - organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza
Dgr 1582/2004
1/06/2007-31/05/2009
Rizzo Maria Rosaria
medico
13.682,63
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Rossetti Emanuela
operatore non laureato
36.000,00
progetto Farmacovigilanza svolto con finanziamenti regionali
Dcs n. 106 del 21/01/2008
fino al 31/12/2008
Rossi Anna Paola
dirigente farmacista
45.000,00
progetti di piano - implementazioni delle attività relative allo studio e al con- Dgr 1582/2004 trollo del rischio clinico
Sakt Et Foul Nazih Mohamed
medico
36.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 1/12/2007-30/11/2010
Sansò Valentina
operatore non laureato
16.102,40
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Santoro Vincenzo
medico
12.983,34
medico convenzionato a tempo indeterminato, penitenziario di Lecce
Ddg n. 1286 del 8/04/2005
a tempo indeterminato
Settimo Marta
avvocato
14.061,84
consulente legale presso il Ser.t ed il consultorio familiare di Galatina
Ddg n.557 del 6/09/1990
a tempo indeterminato
Stasi Paola
dirigente farmacista
36.000,00
progetto Farmacovigilanza svolto con finanziamenti regionali
Dcs n. 106 del 21/01/2008
fino al 31/12/2008
Strafella Mariagrazia
operatore non laureato
4.829,16
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Stursi Antonella
operatore non laureato
4.829,16
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Toma Cosimo Luigi
medico
24.000,00
progetti di piano - attuazione del Piano regionale della prevenzione 2005-2007
Dgr 157/2006 e Dcs 1729/07 12/11/2007-01/04/2008
Tommasi Brizio
operatore non laureato
14.487,49
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
a tempo indeterminato
a tempo indeterminato
a tempo indeterminato
a tempo indeterminato
1/06/2007-31/05/2009
fino al 30/06/2008
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Asl Lecce - Area Gestione del personale. Personale con contratto di consulenza e/o Co.co.co. al 16/07/2008 GENERALITA’
PROFILO PROFESSIONALE
IMP. ANNUALE DESCRIZIONE
DELIBERA
DURATA
Torsello Paola Rita
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Trinchera Concetta
pedagogista
53.620,32
pedagogista a tempo indeterminato in qualità di specialista ambulatoriale
Ddg n. 5693 del 10/10/2000
a tempo indeterminato
Tucconi Susi
medico
45.000,00
progetti di piano- organizzazione e collegamento dei centri di eccellenza
Dgr 1582/2004
11/06/2007-10/06/2009
Vaglio Roberto
medico
45.000,00
progetti di piano-implementazioni delle attività di studio e controllo rischio clinico Dgr 1582/2004
1/06/2007-31/05/2009
Vigilante Rosella
operatore non laureato
19.316,65
attuazione di un programma pluriennale per la riabilitazione psicosociale
Dcs n. 1089 del 21/04/2008
fino al 30/06/2008
Vincenti Giovanna
pedagogista
18.326,36
consulente consultorio familiare; convenzionato a tempo indeterminato
Conv. del 10/10/1986
a tempo indeterminato
Vito Massimo
sorveglianza apparecchiatu- 37.000,00 re radiologiche
sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti e controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche
Ddg n. 1023/06 della ex Ausl Le/1 fino al 31/12/2007
TUTTI GLI STRAORDINARI Lavoro straordinario in pronta disponibilità anno 2007. Elenco nominativo -
Servizio sanitario della Puglia- Azienda sanitaria locale Le
MATRICOLA
COGNOME
NOME
QUALIFICA
UNITA’ OPERATIVA STRUTTURA
FERIALE
NOTT. O FEST
NOTT/FEST
TOTALE
COMPETENZE
80860 92959 1510 6460 3425 6320 1070 91707 55990 6145 225 3080 990 2955 92643 3545
Serio Lacitignola Colella Urgese Lopez Torsello Capuano Perrone Marulli Spedicato Calabrò Leo Ciantano Greco Bellisario Manca
Sergio Angelo Umberto Anna Lucia Camillo Rocco Giuseppe Elvis Daniele Marcello Nicola Mario Vito Gaetano Luigi Fernando Mario
medico medico medico medico medico tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi medico tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi medico tecnico lab. analisi tecnico lab. analisi
Urologia II Chirurgia toracica Urologia Chirurgia toracica Chirurgia toracica Patologia clinica Patologia clinica Immunotrasfusionale Neurologia Immunotrasfusionale Immunotrasfusionale Microbiologia Immunotrasfusionale Chirurgia toracica Immunotrasfusionale Patologia clinica
127,75 644,5 194,75 588 574,75 132,75 115,25 126,25 67,5 121,5 137,75 103 129,5 411,25 127,5 83,25
590,75 141,5 507,25 166 116,25 504,75 416,25 290,5 405,5 246,5 259 216 292,5 107,75 245,25 411,75
77,5 4,5 81,5 5,74 0,5 30 62,5 29 69,75 45 28,35 205 9,75 3,5 31,5 2
796 790,5 783,5 759,75 691,5 667,5 594 445,75 542,75 413 425 524 431,75 522,5 404,25 497
22050,45 19926,33 21504,98 19258,19 17380,92 10851,39 9753,29 6299,11 15170,32 6706,68 6831,34 8983,55 6914,33 13220,38 3702,49 8057,38
P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi” P. O. “Vito Fazzi”
Lavoro straordinario in pronta disponibilità anno 2007. Elenco nominativo MATRICOLA
COGNOME
NOME
QUALIFICA
UNITA’ OPERATIVA STRUTTURA
250316 250083 260364 211455 250359 250164 250062 250554 261301 250536 250233
Gabellone Cacciatore Luprano Giordano Lembo Cazzato Boellis Rizzo Pandolfo Pugliese De Rosa
Salvatore Cosimo Antonio Pierluigi Luigi Marcello Anna Lorenzo Giuliano Rodolfo Giulio Lucia
medico infermiere medico medico infermiere medico infermiere infermiere generico autista op. tec. sanitario infermiere
Radiologia Blocco operatorio Radiologia Radiologia Blocco operatorio Chirurgia Blocco operatorio Blocco operatorio Direzione sanitaria Direzione amm.va Blocco operatorio
P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli P. O. Gallipoli
FERIALE
NOTT O FEST
NOTT/FEST
TOTALE
COMPETENZE
412 392 623 465 329 432 269 206 240 39 245
539 537 280 287 283 103 210 120 31 2 143
63 100 9 25 48 7 35 9 2 3 8
1019 1029 912 777 660 542 514 335 273 44 396
43121,91 22343,53 33387,56 22993,43 13876,05 20915,68 9915,38 5375,77 4605,6 567,38 7947,69
Lavoro straordinario in pronta disponibilità anno 2007. Elenco nominativo MATRICOLA
COGNOME
NOME
QUALIFICA
UNITA’ OPERATIVA STRUTTURA
210612 210098 210376 261254 210275 200404
Montagna Carabò Fracasso Rizzo De Giorgi Santoro
Giovanni Rosaria Flavio Luciano Mario Roberto
tecnico Radiologia tecnico Radiologia tecnico Radiologia tecnico Radiologia tecnico Radiologia medico
Radiologia Radiologia Radiologia Radiologia Radiologia Radiologia
P. O. Scorrano P. O. Scorrano P. O. Scorrano P. O. Scorrano P. O. Scorrano S. O. Maglie
il tacco d’Italia
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Servizio sanitario della Puglia- Azienda sanitaria locale Le
Servizio sanitario della Puglia- Azienda sanitaria locale Le
FERIALE
NOTT O FEST
NOTT/FEST
TOTALE
COMPETENZE
303 346 305 193 201 448
134 103 108 211 206 204
15 5 12 51 17 11
452 454 425 455 424 663
9123,48 8924,8 8808 8489,1 8280,61 21649,41
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//Inchiesta //La scuola che cambia //Tra riforme e bullismo ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
IL RITORNO DEL MAESTRO PERBONI E’ ARRIVATO SUL MONDO DELLA SCUOLA COME UN CICLONE. IL DECRETO GELMINI FARÀ TORNARE IL MAESTRO UNICO, OLTRE CHE IL GREMBIULINO E IL VOTO IN CONDOTTA. ABBIAMO CERCATO DI CAPIRE COME CAMBIERÀ IL VOLTO DELLA SCUOLA SALENTINA E QUANTI RAGAZZI POTREBBERO RISCHIARE NOTE, ESPULSIONI, BOCCIATURE
Era il 1886. In queste pagine le illustrazioni originali della prima edizione del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis
A COLPI DI TACCO www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5309
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C
ara, vecchia scuola. Quanto mi costi, soprattutto in stipendi per i docenti”. Deve aver pensato questo il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, quando, a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico, è stato pubblicato il decreto che porta il suo nome (n.137, 1 settembre 2008,“Disposizioni urgenti in materia di istruzione e Università”). Di urgente, a dire il vero, c’era soltanto il far sapere a tutti i laureati precari che aspirano all’insegnamento che, il ruolo di teacher, per loro, finisce qui. Perché l’applicazione di alcuni contenuti del decreto è rimandata al 2009. Le reazioni, neanche a dirlo, non sono mancate.
“C
di CESARE MAZZOTTA c.mazzotta@iltaccoditalia.info
“Noi siamo sul piede di guerra, perché questo decreto ci ha presi alla sprovvista - fa sapere Maria Rosaria Valentino, segretaria provinciale dello Snals, il più rappresentativo sindacato della scuola - in quanto ci auguravamo un processo che portasse a stabilizzare i precari, invece qui sono messe i discussione anche le rivendicazioni dei docenti in ruolo in altre province, che con questo provvedimento si troveranno a dover rimanere nel nord Italia, dove peraltro non li vogliono, chissà per quanti anni”. Ma di che cosa si tratta in sostanza il decreto? A partire dall’anno in corso viene rispolverata la vecchia Educazione civica. In sede di scrutinio intermedio e finale, sarà valutato il comportamento dello studente. Il voto in condotta, perché di questo si tratta, sarà espresso in decimi e, se risulterà inferiore a sei, l’alunno dovrà ripetere l’anno. Sarà il ministero a specificare i criteri con i
quali verrà attribuito il voto in condotta, in base alla gravità del comportamento. Nella scuola elementare saranno costituite classi affidate a un unico insegnante, che funzioneranno con un orario di 24 ore settimanali (oggi sono 27 ore). Dal prossimo anno verranno adottati soltanto i libri di testo per i quali l’editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per ameno cinque anni. Fra le direttive del ministro, anche l’uso facoltativo del grembiule nella scuola elementare. Continua la Valentino: “Il decreto ridurrà di un terzo l’organico della scuola primaria. Non ci saranno immissioni in ruolo dei precari e non ci saranno i trasferimenti dal nord al sud, di gente che insegna al nord e che spera di ritornare. Non si può più tornare al maestro unico. La scuola non è più quella di 20 – 30 anni fa o quella raccontata da De Amicis. Non ci può essere il maestro tuttologo”.
GIOVANI E BULLI UNA VOLTA ERA IL SETTE IN CONDOTTA LO SPAURACCHIO DEGLI STUDENTI DILIGENTI. OGGI I RAGAZZI DILIGENTI LO SONO UN PO’ MENO; AUMENTANO I BULLI E IL SETTE SARÀ SEI. IN SALENTO SAREBBERO CIRCA 400 A RISCHIARE LA BOCCIATURA PER “BULLISMO” Nello scorso settembre, all’indomani dell’apertura delle scuole, Vittorio Rochira, questore di Lecce, ha disposto una “retata” degli studenti che adusi a marinare. Sono finiti nelle maglie dei poliziotti 125 alunni, soprattutto ragazze, che ai banchi preferiscono piazza Sant’Oronzo e via Trinchese. Sono ragazzi “vivaci”, esuberanti, che sembrano più adulti della loro età e che di imparare seduti fra i banchi non ne hanno voglia. Anche nel Salento, come nel resto d’Italia, il “bullismo” nelle scuole è in rapida crescita. Molti docenti non riescono più ad affermare la loro autorevolezza e molti ragazzi, soprattutto i più demotivati, finiscono col creare turbativa in classe.
Nel Salento, il pianeta scuola pubblica conta oltre 124mila alunni, un migliaio in meno dell’anno scorso, metà dei quali nella scuola elementare.
Bullismo da libro “Cuore”. L’illustrazione rappresenta una bravata contro il maestro Perboni
Il vecchio sistema a moduli, secondo la segretaria dello Snals, funzionava meglio: “Noi chiediamo la figura del ‘maestro prevalente’, un docente che ha 18 ore frontali in una classe e un altro docente che nella stessa classe ha nove ore. In modo da avvicendarsi in più classi e non ridurre l’orario settimanale; i docenti avrebbero 18 ore frontali e quattro a disposizione per fare le supplenze. Siamo favorevoli al voto in condotta, perché i fenomeni di bullismo sono dilaganti. Il ministro Fioroni aveva programmato l’immissione in ruolo di 150mila precari che oggi sono stati bloccati. Il tasso docenti alunni, in Italia, è di 1 a 10, mentre in Europa è 1 a 15. Così ci hanno dato disposizioni di aumentare gli alunni nelle classi. Ma nella scuola non si può risparmiare. Si possono fare economie in altri settori, a cominciare da quello parlamentare”.
//DA TEPPISTI A PULCINI Vincenzo Nicolì, è il dirigente scolastico e preside dell’Istituto tecnico statale “Grazia Deledda” di Lecce, in piazza Palio; 1162 alunni: 916 femmine e 246 maschi. Vincenzo Nicolì “Bullismo? Si esagera sul termine. C’è sempre stato e continuerà ad esserci. Ormai il bullismo è omologato fra maschi e femmine. Anzi, un’analisi
I GENITORI POSSONO CONTROLLARE VIA WEB LE PRESENZE DEL FIGLIO. IMPORTANTE È IL CLIMA; DAL BIDELLO ALL’ALUNNO: TUTTI DENUNCIANO GLI EPISODI DI PREVARICAZIONE
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dettagliata della regione Veneto ha messo in evidenza il contrario: l’aggressività, fino allo scontro fisico, sembrerebbe prettamente femminile. Nel nostro istituto il fenomeno l’abbiamo affrontato prima dell’emergenza e abbiamo costituito un “Osservatorio sulle dinamiche relazionali e sugli atti di prevaricazione”. Vi partecipano docenti, genitori e studenti. E’ una nostra iniziativa che va avanti da tre anni.Volevamo evitare che si arrivasse al punto di rottura; del resto è meglio prevenire che curare. A scuola ci sono comportamenti non accettabili o al limite; come il coinvolgimento di ragazzi disabili e soggetti deboli, che abbiamo l’obbligo di tutelare”. In un anno gli episodi disciplinari si contano sulle dita di una mano. L’alunno viene sospeso, ma frequenta la scuola dove viene seguito da un docente. “Non abbiamo avuto casi particolari - aggiunge il preside - anche per-
ché interveniamo curando l’integrazione del ragazzo. L’episodio, quando si manifesta, non è mai di gruppo, ma individuale; riguarda soprattutto soggetti deboli, culturalmente e socialmente. Ci sono soggetti dal carattere molto forte, che esercitano una leadership negativa. Per questo non consentiamo che si svolgano attività come gite, teatro o sport, se non c’è la piena integrazione. Abbiamo creato un clima dove tutti dal bidello all’alunno, sanno che devono segnalare situazioni anomale. In questo non siamo aiutati dai servizi sociali del territorio, che sono decisamente deboli. Esistono situazioni fallimentari che coinvolgono anche problemi di orientamento e di aspettative delle famiglie”. Un altro problema è quello delle assenze dalle lezioni. Da noi i genitori possono verificare se il ragazzo è entrato in classe, visitando il sito della scuola sul web. Il 5 in condotta ci vede
//COME AIUTARE LA GIOVENTÙ BRUCIATA Giuseppina Antonaci è la preside dell’istituto professionale per i servizi commerciali “A. De Pace” di Lecce. “Nella mia scuola da tempo invito i docenti a non variare i libri di testo, perché siamo di fronte a un’utenza socialmente più povera. Quest’anno un genitore ha trovato la forza, vincendo la ritrosia suggerita dalla sua dignità, di confessarmi che non ha i soldi per comprare i libri. Noi operatori della scuola abbiamo il polso delle condizioni di vita delle persone: ci accorgiamo delle diminuite disponibilità anche attraverso il più rarefatto ricorso al distributore di bevande e merendine. Bullismo a scuola? Sì, ma solo alcuni elementi - precisa la preside - poi, cosa dobbiamo intendere per bullismo? Gli atti di vandalismo e di danneggiamento del patrimonio scolastico? No, non è quello. Il bullismo è una manifestazione del disagio sociale. Disagi riconducibili all’arretratezza culturale. Siamo davanti all’abbrutimento delle capacità genitoriali. Genitori che riferiscono nei colloqui: “Che ci posso fare; se non vuole alzarsi la mattina?”. Ma lo butti giù dal letto! Il
I GENITORI SONO SPESSO DOMINATI DAI FIGLI. LA CONSEGUENZA È IL DEGRADO
fatto è che non riescono a fare i genitori”. La preside Antonaci è una dirigente dinamica e propositiva. “La scuola de-ve fare l’analisi dei bisogni. Si devono far funzionare bene i servizi sociali. Ci sono ragazzi portatori di handicap che non vengono aiutati nei trasporti, perché i comuni dicono che non hanno le risorse. E poi magari, spendono per fare le sagre e le luminarie”. Tornando al bullo, la preside evidenzia che alla base vi è l’espressione di un carattere debole e rappresenta la prima vittima del sistema. “Per tre anni abbiamo fatto formazione sui docenti, per metterli in grado di fare emergere le spie dei disagi”. I supporti istituzionali, almeno sulla carta non mancano. “La Provincia ha in corso di istituzione i ‘Servizi sociali integrati’ (Ssi). Vale a dire, entrano nelle scuole le assistenti sociali, che l’anno scorso hanno frequentato un corso di formazione. Per esempio, oggi, di un ragazzo terribile, si interessa il Centro di igiene mentale (Cim), con i suoi specialisti, psichiatri, neurologi e psicologi che indagano sulla famiglia e sulle situazioni in casa e fuori. Da quest’anno questi gruppi di personale esterno si struttureranno presso la provincia e saranno a disposizione delle scuole. Ci sono stati molti problemi per affrontare la dispersione scolastica, che si comunicava al Servizio Prevenzione del Disagio. L’anno scorso abbiamo avuto due – tre casi di ragazzi che abbiamo inserito nei progetti speciali. E sempre l’anno scorso, per tornare al bullismo al femminile, abbiamo avuto il caso di una ragazzina che aggrediva le compagne con le quali si accapigliava molto spesso. Dietro, neanche a dirlo, c’era una situazione familiare penosa”. il tacco d’Italia
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favorevoli, perché richiama al rispetto delle regole. Oggi il docente è mortificato dai comportamenti generali. Non è facile relazionarsi con la classe, data anche la crisi generale della famiglia e la subalternità di molti genitori ai figli. Ma il bullo si rende conto delle cretinate che fa e molto spesso diventa un pulcino”.
//TUTTI I “FRANTI” DEL SALENTO Ferruccio De Salvatore, sostituto procuratore presso la Procura dei minori di Lecce “Il bullismo al femminile, qui da noi, è molto contenuto. Dal primo luglio 2007 al 30 giugno 2008 nelle province di Lecce e Brindisi, gestite dal mandamento, le femmine minori imputabili (fra i 14 e i 18 anni) sono state 47 in totale. Nella provincia di Lecce sono state 24 di cui nove straniere. La maggior parte per furti nei grandi magazzini; pochissime le lesioni e altrettante le ingiurie (comportamenti che denotano tendenza a bullismo). Il bullismo delle ragazze è subdolo e non sempre viene allo scoperto. Quello maschile è aggressivo e diretto. La ragazzina invece fa “l’ape regina”. Si atteggia a modello, per poter calunniare la vittima, si circonda di un gruppo di ragazze più deboli e taglia le relazioni sociali alla vittima. A Lecce ci sono stati casi di botte furiose fra ragazze. Una di queste cercava di eliminare le altre. Le conseguenze sulle malcapitate sono pesanti. Si avvia un processo di revisione dell’io e una conseguente carenza di autostima, che può determinare crisi profonde”.
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LE CIFRE Dal luglio 2007 al 30 giugno 2008 i casi penali di bullismo al femminile in provincia di Lecce sono stati cinque. Per i maschetti invece si parla di 358 casi, con 309 denunciati. Se si prendono in considerazione invece i procedimenti penali in cui sono coinvolti i minori, abbiamo: 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 (fino al 30 giugno)
434 procedimenti 571 » 548 » 576 »
Si può notare come quest’anno si assista a una forte escalation dei minori coinvolti. Anche le cifre degli arresti di minori, nelle province di Lecce e Brindisi, fanno riflettere: 27 arresti nel 2004; 36 nel 2005; 34 nel 2006.
Ma come si può definire il bullismo? Il magistrato ricorre al perimetro del codice.“E’ un atto di prevaricazione di un minore nei confronti di appartenenti a un ‘gruppo dei pari’ (poco più grande o più piccolo). Il bullismo è sempre esistito – rimarca De Salvatore – perfino nel libro “Cuore”, dove c’era il perfido Franti. Si sta sviluppando soprattutto nel nord e centro Italia. Da noi è diffuso il bullismo maschile. E’ bullismo lo scherzo pesante, la minaccia per farsi rispettare, lo schiaffetto per imporre la supremazia. Non è più bullismo costringere un compagno a dare il cellulare con un coltello: siamo di fronte a una rapina o un’estorsione. Così come non è più bullismo il palpeggiare una ragazza contro la sua volontà: è una violenza sessuale, anche se con i dovuti distinguo. Non è bullismo, precisa il magistrato, il danneggiamento delle strutture e delle suppellettili a scuola: è danneggiamento aggravato. Queste precisazioni vanno chiarite agli organi scolastici – insiste De Salvatore. I docenti tendono a ricondurre nell’area educativa anche gli episodi che sono reati, che interessano il tribunale dei minori. Il docente non denuncia un episodio, convinto che si possa risolvere nell’ambito educativo. Ma quando si tratta di delitti, ha l’obbligo giuridico di denunciarlo, altrimenti commette un reato a sua volta”. E’ l’articolo 331 del codice penale che pone a carico del pubblico ufficiale l’obbligo di denunciare il reato commesso. “A Lecce abbiamo avuto casi di violenza sessuale di gruppo non consumata; lesioni cagionate ad altri, con oltre 20 giorni di prognosi”. La scuola, auspica il sostituto procuratore, dovrebbe aprire un rapporto di maggiore collaborazione con la giustizia minorile. C’è stato un periodo in cui si è lavorato a stretto contatto. Invece da qualche tempo, c’è una forma di “chiusura”, probabilmente a causa della sopravvenuta autonomia scolastica. Prima tutto faceva capo al Provveditorato. “Forse i presidi e i docenti tendono a difendere il buon nome dell’istituto e cercano di evitare che l’episodio abbia risonanza. Ma devono tenere conto – dice De Salvatore – che il processo minorile è dotato di validi strumenti educativi”. L’approccio della giustizia minorile si pone l’obiettivo di arrecare il minore danno possibile sul piano generale e della risocializzazione del soggetto. “Lo strumento
LA SCUOLA DOVREBBE COLLABORARE DI PIÙ CON IL TRIBUNALE DEI MINORI. MOLTI EPISODI NON SONO DENUNCIATI DAI DOCENTI, CHE NON DISTINGUONO LE BRAVATE DAI REATI
358 CASI DI BULLISMO MASCHILE NELL’ULTIMO ANNO. ESISTE ANCHE QUELLO FEMMINILE, PIÙ CONTENUTO MA PIÙ SUBDOLO
cardine è la sospensione del processo per “messa in prova”. Una procedura importata dal diritto anglosassone, che deriva a sua volta dalla seconda metà dell’800, dalla città di Boston. Consiste nel mettere alla prova il ragazzo e, se sussistono le condizioni, nel sospendere il processo. Si elabora un progetto, con l’ausilio dei servizi sociali del territorio e il ragazzo deve attenersi a delle prescrizioni”. Se tutto va bene il minore esce indenne, altrimenti si fissa un’altra udienza e il processo riprende. Uno dei problemi primari sono le risorse sul territorio, non sempre sufficienti. “Invece bisognerebbe investire molto nei servizi sociali – è convinto il magistrato – A volte, invece, le poche risorse sono state anche sprecate”. I minori a rischio e quelli più vulnerabili sono i ragazzi di famiglie con genitori assenti. Hanno pessimi atteggiamenti comportamentali, che recepiscono dalla strada e dai media. “In passato la famiglia delegava alla scuola il compito dell’educazione - ricorda De Salvatore - poi però la scuola ha perduto il prestigio nei confronti della famiglia e oggi dovrebbe recuperare autorevolezza. Ma la scuola, la principale agenzia educativa, non può farlo da sola, dovrebbe collaborare con altre agenzie”. Tossicodipendenza, alcolismo e bullismo non possono trovare soluzioni all’interno della scuola. “Ci sono genitori che intimidiscono gli organi scolastici; la scuola perciò deve ritrovare autorevolezza. L’autoreferenzialità non paga. Parecchi anni fa – ricorda il sostituto procuratore – vennero decisi interventi della polizia a scuola, per verificare l’uso di droghe. Ci fu una roboante levata di scudi da parte dei presidi. Si è lavorato bene sulle devianze minorili per una decina di anni, dal 1993 al 2003, quando era attivo l’Ufficio interventi civili, dove venivano ascoltati, separatamente, il destinatario dei maltrattamenti e l’autore del bullismo; si scremava l’episodio e iniziava il procedimento”.
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA “Prima c’era la devianza di periferia, fatta di nuclei disgregati ed emarginati. Oggi – spiega De Salvatore – entrano anche il disagio di nuclei non a rischio economico, a causa della droga e dei reati trasversali. Si uniscono la devianza tradizionale e quella che esprime un disagio esistenziale del ragazzo”. La famiglia oggi è spesso assente per i ritmi di vita, anche se è sana socialmente. Si tende ad assimilare pessimi modelli comportamentali, mutuandoli dai media, ai quali si aggiunge l’insoddisfazione. “Il giovane ha sempre più bisogno di denaro; altre volte ne ha troppo. Alcuni genitori, per farsi perdonare, foraggiano i figli in modo eccessivo. Servono soldi per il motorino, per cambiare il cellulare. Qualcuno ha fatto estorsioni per procurarsi la benzina del motorino”.
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//Attualità //La formazione degli insegnanti //La Ssis ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
ODISSEA NELLA SSIS. CHI OGGI FREQUENTA LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER LA FORMAZIONE DI INSEGNANTI NON SARÀ MAI AMMESSO ALLE GRADUATORIE PER IL RUOLO DI DOCENTE. PER LORO LA SCUOLA È FINITA
di GIUSEPPE FINGUERRA g.finguerra@iltaccoditalia.info
a storia del “nono ciclo Siss” è la vicenda assurda di un sogno che si interrompe. È l’incubo di 12mila giovani che, improvvisamente, vedono stravolto il futuro programmato. Fredde scelte, politiche, operate chirurgicamente sul corpo malato della pubblica istruzione, eliminano, come massa purulenta, le aspettative di lavoro di migliaia di laureati. I giovani non sono più la risorsa della nostra società che invecchia. Sono le cellule aggredite da uno stato sociale ammalato.
L
Le graduatorie permanenti sono il canale di accesso al ruolo di docente per i professori abilitati attraverso i corsi Ssis (Scuola di Specializzazione per la formazione di Insegnanti della scuola Secondaria). Per potervi accedere, bisogna aver superato l’esame di Stato, con il quale si conclude il percorso di specializzazione della durata di due anni e dal costo, in Puglia, di circa 2.200 euro complessivi. Nella legge finanziaria del 2007 (articolo 1, comma 605) è stata prevista la conversione delle “graduatorie permanenti” in “graduatorie ad esaurimento” (GaE). A quasi 12mila studenti iscritti al “nono ciclo Ssis”, tra i quali circa 800 immatricolati in Puglia, è stata preclusa la speranza di immissione in ruolo. “Considerando che non vi è differenza alcuna, né dal punto di vista didattico, né da quello economico, tra il nono Ciclo Ssis e gli otto precedenti – dicono i futuri docenti, che abbiamo intervistato - non si comprende la scelta del Governo, che appare lesiva del principio di pariil tacco d’Italia
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12MILA FUTURI INSEGNANTI IN TUTTA ITALIA, 800 IN PUGLIA, CIRCA 300 NEL SALENTO. PER INSEGNARE DOVRANNO ESSERE CHIAMATI DIRETTAMENTE DAI PRESIDI. NIENTE PIÙ GRADUATORIE tà di trattamento previsto dall’articolo 33 della Costituzione italiana”. Dal febbraio 2007 l’associazione onlus Anief (Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione) ha chiamato gli iscritti al nono ciclo alla mobilitazione, ha proposto una petizione per la riapertura delle GaE, ha sottoposto la A COLPI DI TACCO www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5310
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questione al Senato ed alla Camera, ha organizzato assemblee informative in tutta Italia (a Bari il 27 marzo 2008), ricevendo l’appoggio dei sindacati e delle istituzioni scolastiche. I sindacati hanno fortemente contestato il fenomeno di incertezza e “precarizzazione” che deriva da tale decisione del Governo ed hanno chiesto una maggiore attenzione al problema dei professori neo-abilitati. L’ultimo cambio di Governo ha lasciato in
Marcello Tempesta, docente di Pedagogia generale e Pedagogia interculturale, facoltà di Filosofia, Università del Salento
Per quali ragioni sono nate le Ssis? “Il tema dell’istruzione, dell’educazione e della formazione è centrale per lo sviluppo sociale. Siamo nella società della conoscenza, in cui il pensiero vale più della risorsa materiale. Una società, nei prossimi decenni, sarà competitiva se investirà bene sulla scuola. Per questa ragione, la questione del reclutamento dei docenti è fondamentale. In passato si diventava insegnanti attraverso dei percorsi piuttosto brevi. Nel caso dell’insegnante della scuola materna ovvero elementare era sufficiente frequentare la scuola magistrale o l’istituto magistrale. Il percorso formativo del docente durava appena tre o quattro anni. Per insegnare nelle scuole medie o nelle superiori, invece, occorreva prima conseguire il diploma ovvero la laurea; poi, vincere il concorso abilitante. Il sistema d’accesso all’insegnamento era lontano dagli standard europei di qualità. Per queste ragioni, esiste la Ssis da circa due lustri. È una scuola di specializzazione per l’insegnamento. Una persona, dopo aver conseguito la competenza di una disciplina, impara anche a trasmettere le conoscenze acquisite. Nella Ssis sono affrontati gli aspetti pedagogici, metodologici, psicologici e didattici”. Le Ssis sono divenute inutili? “La ministra Gelmini ha deciso di interrompere le Ssis. Ha pro-
sospeso la situazione e si attendono a breve delle risposte dal ministero della Pubblica istruzione. Attualmente è in discussione, presso la commissione Istruzione e Cultura della Camera, una proposta di legge presentata da Valentina Aprea, deputata di Forza Italia, che prevede il cambiamento del sistema di reclutamento del personale docente, non più affidato alle “graduatorie ad esaurimento”, ma direttamente a carico dei singoli istituti sco-
lastici. Tuttavia, nella proposta di legge non si fa alcuna menzione alle procedure di immissione in ruolo in attesa dell’eventuale approvazione del documento. Tuttora le prospettive degli iscritti al nono ciclo Ssis sono assai aleatorie. La ministra Gelmini non ha ancora chiarito concretamente quali siano le intenzioni del Governo e del suo Ministero circa la formazione iniziale e il reclutamento del corpo docente nelle forme attualmente in atto.
OGGI INSEGNANTI. DOMANI LIBERI PROFESSIONISTI
TROPPI INDIRIZZI E FUTURO INCERTO
seguito un percorso iniziato dalla ministra Moratti, che già ne aveva previsto il superamento. Siamo in una fase di profonda rivoluzione. Per il futuro bisognerà prevedere delle nuove forme di formazione e reclutamento dei docenti. Il dibattito è aperto. Vi è chi ritiene che un approccio eccessivamente psicopedagogico sia inutile. Il bravo insegnante è chi possiede autenticamente una determinata disciplina. Una più snella formazione teorica ed un irrobustimento della pratica. Il modello è quello del tirocinio che precede l’iscrizione agli Ordini professionali. È coerente con l’obiettivo di trasformare l’idea che diffusamente si ha di un insegnante. La società attuale identifica il docente come funzionario dello Stato. Domani sarà visto come un libero professionista, pronto a concorrere sul libero mercato. Conseguentemente, le scuole avranno un potere di chiamata sui docenti, senza ricorrere al canale del concorso pubblico”. Quali riforme per la scuola italiana? “Vi è chi sostiene che bisognerebbe investire di più. Tuttavia, la spesa pubblica italiana per la scuola è molto consistente. Siamo ai primissimi posti nel mondo per la spesa. Il punto è che spendiamo male. Allora, non bisogna rastrellare altri fondi. Occorre capire come spendere meglio le molte risorse date all’istruzione. Il vero problema diventa quello di intraprendere delle strade più moderne. La legge Bassanini iniziò a parlare di autonomia scolastica. Bisognerà completare il processo della autonomia organizzativa, amministrativa, pedagogica didattica e finanche economica. Fin quando l’autonomia sarà parziale, le scuole tenderanno a non rispondere della qualità dei loro risultati”.
docenti attraverso le Ssis. Per gli studenti al secondo anno del IX Ciclo Ssis non è stato previsto l’inserimento nelle graduatorie. Questi subiscono uno svantaggio rispetto a chi li ha preceduti. Tuttavia, prevedo che con il ricorso agli organi di consultazione della Pubblica Amministrazione ovvero agli organi di giustizia amministrativa gli studenti del IX Ciclo potrebbero ottenere di essere assorbiti nella graduatoria”. Come migliorare l’organizzazione scolastica? “A mio giudizio, occorre anche affrontare il problema della disomogeneità della organizzazione scolastica. Vi è oggi un fiorire di indirizzi, nei licei, nelle scuole tecniche o nelle professionali. Vi è anche una differenziazione eccessiva degli orari scolastici. La organizzazione scolastica diseguale crea disagi agli alunni. Inoltre, la carenza di infrastrutture e di mezzi penalizza da sempre le scuole del Sud nel confronto con il Nord. Tuttavia, è possibile trovare delle eccellenze anche nella nostra Provincia. Il mio istituto ha vinto, lo scorso anno, un concorso nazionale di management. Abbiamo partecipato con successo anche ai giochi europei logici, linguistici, matematici e informatici. Il successo maggiore è vedere i miei ragazzi accedere velocemente al mondo del lavoro, dopo aver conseguito il diploma”.
il tacco d’Italia
Roberto Muci, dirigente Itcs “Cezzi-De Castro”, Maglie
Quali sono i problemi della scuola pubblica? “Il settore della Pubblica istruzione vedrà ridurre progressivamente l’organico, poiché il 97% dei soldi in Bilancio serve a pagare gli stipendi degli insegnanti. Con il passare degli anni, il numero degli insegnanti precari è diventato enorme. Si prevede che, al ritmo attuale, alla scuola pubblica occorrano 21 anni per offrire a tutti loro un posto di lavoro stabile. La scuola pubblica del Paese ha cessato di essere lo sbocco lavorativo naturale per un insegnante italiano, il quale cercherà occupazione in altri paesi in concorrenza con i colleghi europei. Nel mercato del lavoro europeo circoleranno liberamente le merci, i servizi ed i professionisti. Lo stato delle cose deve cambiare. Bisogna uniformarsi ai principi europei in materia di istruzione. Intanto, lo Stato cercherà di risparmiare risorse. Nella sola Puglia chiudono circa 150 istituzioni scolastiche. È stato anche interrotto il canale di formazione e reclutamento dei
“LA SCUOLA PUBBLICA DEL PAESE HA CESSATO DI ESSERE LO SBOCCO LAVORATIVO NATURALE PER UN INSEGNANTE ITALIANO. NEL MERCATO DEL LAVORO EUROPEO CIRCOLERANNO LIBERAMENTE MERCI, SERVIZI E PROFESSIONISTI” 21
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STUDENTI SSIS, DOCENTI PIÙ COMPETENTI
Maria Maggio, docente di Tecnologie glottodidattiche, Ssis Puglia, sede di Lecce; docente di Lingua tedesca, scuola secondaria di 1° grado “Scipione Ammirato”, Lecce
Da quanto tempo lavora nel mondo della scuola? “Da 14 anni. Inoltre, dall’a.a. 2000-01, dal secondo ciclo della Ssis a Lecce, lavoro anche per la formazione dei futuri docenti. Il primo giorno d’insegnamento ho provato soprattutto emozione. Avevo sempre desiderato lavorare nella scuola e mi sentivo carica di responsabilità verso i miei alunni. Sapevo di avere competenze da trasmettere, ma non avevo esperienza nell’insegnarle. Laureata nel 1989, nel mio piano di studi universitario non avevo affrontato discipline didattiche e la mia formazione metodologica era il frutto della preparazione al concorso a cattedra, cioè di studio individuale. Invece, gli insegnanti preparati dalle Ssis hanno non solo le necessarie competenze disciplinari, ma hanno anche le competenze didattiche per affrontare con sicurezza il primo giorno da insegnanti”. Qual è il suo giudizio sulla qualità della formazione della Ssis? “Positivo. Nei corsi Ssis i ragazzi acquisiscono importanti competenze teoriche a livello didattico-metodologico e hanno anche modo di svolgere dei tirocini presso gli istituti scolastici. La Ssis ha risposto all’esigenza di formazione dei docenti. È stato superato il modello che prevedeva l’ingresso immediato
nel mondo della scuola, dopo aver terminato il corso degli studi universitari. Personalmente, ritengo che gli insegnanti istruiti dalle Ssis siano mediamente più preparati rispetto ai colleghi di 50 o 60 anni. I corsisti provenienti dalla mia scuola hanno ricevuto valutazioni positive dai dirigenti scolastici e dai colleghi che, in qualità di tutor, li assistevano nel tirocinio”.
“GLI INSEGNANTI PREPARATI DALLE SSIS HANNO ANCHE LE COMPETENZE DIDATTICHE PER AFFRONTARE CON SICUREZZA IL PRIMO GIORNO DI INSEGNANTI”
CHI DI SPERANZA VIVE
Giovanni Bruno, abilitando Ssis, referente degli studenti Ssis IX Ciclo Bari
Quali ragioni ti hanno indotto a frequentare la Ssis? “Per iscriversi alla Ssis ci vuole una motivazione tanto forte da giustificare un umiliante concorso d’ammissione, due anni di frequenza obbligatoria, oltre 2mila euro di tasse, più il costo dei libri o dei mezzi di trasporto. Io l’ho fatto per passione. Ho deciso di affrontare questo percorso formativo criticato da più
parti, ma, di fatto, l’unico che può permettermi di lavorare a scuola. Tuttavia, la Finanziaria del 2007 ha trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento. La preclusione di queste ultime agli abilitandi del IX Ciclo impedisce di sperare nella nostra immissione in ruolo”. Speri ancora di poter insegnare nella scuola pubblica? “Sono impegnato, insieme ad altri studenti di Bari, in una attività di organizzazione e informazione, per difendere le aspettative di lavoro degli studenti del IX Ciclo Ssis di Bari. Gli studenti Ssis di Bari hanno incontrato associazioni rappresentative e sindacati. Inoltre, terremo una manifestazione, il 2 ottobre a Roma, per spingere il Ministro dell’Istruzione a rivedere le decisioni che danneggiano gli studenti del IX ciclo Ssis. Posso dirmi molto soddisfatto per lo spirito di coesione che si è creato tra gli abilitandi baresi, tuttavia la schiera di coloro che prendono parte attiva al lavoro di informazione e organizzazione è troppo esigua. Troppi continuano a delegare. Non credo ci sia una soluzione immediata, è un fatto culturale, c’è una specie di abitudine a lasciarsi piovere i cambiamenti addosso e ad aspettare che qualcuno intervenga”.
“LA PRECLUSIONE DELLE GRADUATORIE AGLI ABILITANDI DEL IX CICLO IMPEDISCE DI SPERARE NELLA NOSTRA IMMISSIONE IN RUOLO”
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//Attualità //Extracurriculare //Scuola, soldi e fantasia
PON(ti)D’ORO
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di VALENTINA CHITTANO
UNA VALANGA DI MILIONI. ENTRO IL 2013 LE SCUOLE POTRANNO SPENDERNE 1.593. PER REALIZZARE CENTRI CONTRO LA DISPERSIONE, PER MIGLIORARNE LE STRUTTURE, PER FARE DELLA SCUOLA LUOGO DI AGGREGAZIONE ANCHE PER LE FAMIGLIE
Il “peso” della cultura. “The Modern Book Printing” è una monumentale installazione collocata in Bebelplatz, a Berlino, nell’ambito dell’iniziativa annuale “Germany-Land of ideas”
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5312
ici Pon e potresti dire Pon-te. L’azione dei Programmi operativi nazionali si pone infatti l’ambizioso fine di creare per il Mezzogiorno quel sostegno che serve ad accorciare le distanze con il resto d’Italia. Un Pon-te che sostenga le debolezze di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna.All’interno delle sette linee di intervento a valenza nazionale da attuare attraverso Pon, spunta “La scuola per lo sviluppo”, un programma previsto dal Quadro comunitario di sostegno (Qcs) e che si avvale del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).
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Considerando l’istruzione quale servizio pubblico influente sulle potenzialità di sviluppo di un territorio, il Quadro strategico nazionale mira a garantire determinati standard di qualità e definisce obiettivi di servizio per ridurre la percentuale di giovani (classe d’età 18-24) con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e di studenti quindicenni con basse competenze. Un ponte, dicevamo. Attraverso il quale transitano milioni di euro, destinati alle scuole.A queste sta il compito di sfruttarli in maniera intelligente per ottenerne il massimo guadagno in teril tacco d’Italia
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mini di offerta formativa per gli studenti. Ci riescono? Non tutte. Accanto a casi di eccellente utilizzo dei Pon (ad esempio presso l’Istituto d’istruzione superiore “Bottazzi” di Casarano e l’Istituto tecnico commerciale “Laporta” di Galatina) vi sono casi in cui le attività extra-curriculari progettate grazie ai Pon, e portate avanti da esperti e personale esterno alla scuola, se vanno a buon fine, restano una realtà separata rispetto all’attività svolta quotidianamente dai docenti. Cioè: agli insegnanti mancherebbe la capacità o l’interesse di integrare i sistemi innovativi di insegnamento con le tradizionali attività scolastiche. Inoltre, in molti progetti extra curriculari le docenze sono affidate esclusivamente agli stessi professori della scuola, non anche a esperti esterni, privando così i ragazzi dell’opportunità di confronto con metodi d’insegnamento e tematiche diverse. Ciò vuol dire difficoltà di “svecchiare” le scuole del Sud ma, soprattutto, spreco di denaro. Tanto denaro. Basta fare un po’ di conti. Con il Piano finanziario Pon Scuola 2007-2013 è stato ideato un programma da sviluppare con le risorse del Fondo nazionale per le aree sottoutilizzate (Fas). Esso si avvale di 1.593 milioni di euro, una cifra di molto superiore a quella stanziata nel 20002006: 830 milioni di euro (ad un primo finanziamento di 718,557 milioni di euro, venne aggiunto un incremento di 111 milioni a decorrere dal 2004). La nuova programmazione insiste su quelle che vengono considerate le due pratiche più valide tra quelle previste nel Piano 2000-2006, ovvero i Centri risorse contro la dispersione (Misura 4) e i Centri polifunzionali di servizio (Misura 1) ed ha previsto percorsi di sostegno personalizzati per il recupero dei giovani in difficoltà, il miglioramento della qualità ambientale delle strutture scolastiche, la promozione della scuola come luogo di aggregazione sociale ed interventi di contesto mirati anche per le famiglie. Per la felice riuscita delle nuove iniziative progettuali è necessario tener conto quindi della valutazione condotta dalla Direzione generale degli Affari internazionali del Ministero sui progetti realizzati nel corso del Pon Scuola 2000-2006. “Tale indagine – dice Santina Liturri, referente Fondi strutturali per la Regione Puglia – fa emergere che le scuole dell’Italia meridionale e insulare hanno maturato competenze nella progettazione di percorsi didattici innovativi, nell’organizzazione e gestione delle risorse umane, nella creazione di ambienti favorevoli ad una didattica attraente, basata sull’operatività e sul coinvolgimento degli alunni. Tuttavia molte scuole hanno incontrato difficoltà a trasferire nelle attività curriculari quanto realizzato attraverso i progetti europei. Per questo il ‘Contributo per il quadro strategico nazionale’ del giugno-settembre 2005, finalizzato alla programmazione dei Pon 20072013, sottolinea la necessità di superare la vecchia separazione tra attività realizzate all’interno dei progetti del Pon, basate sull’esperienza e sull’interesse dei giovani (quindi fortemente attraenti), e le attività realizzate in classe, secondo una didattica tradizionale, più direttiva e rigida”.
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PON DOESit better
DUE ESEMPI DI ECCELLENZA SCOLASTICA MADE IN SALENTO
SUCCULENTE LEZIONI
Franco Fasano, dirigente Istituto di istruzione superiore “Bottazzi” Casarano
LAPORTA: RITORNO AL FUTURO bene. Come dice la professoressa Elisa Giuranno, che ha seguito da vicino il progetto didattico, questo è solo uno dei tanti frutti di una scuola presente ed operante sul territorio; è il primo progetto nel suo genere ed ha voluto dimostrare l’importanza della memoria storica racchiusa nella gastronomia”. Il professore Giuseppe Coti spiega poi che “il lavoro ai fornelli è stato preceduto da una paziente ricerca, a tu per tu con l’identità geografica dei prodotti agro-alimentari. Le 60 ore che si avevano a disposizione sono state utilizzate sia per nozioni informatiche (provare ad allestire un menu con il pc, calcolare le calorie ecc.) sia per studiare i principi di una corretta alimentazione. Tutto questo ha poi portato alla stesura di un ricettario che abbiamo presentato in una serata in cui i ragazzi hanno messo in pratica alcune delle cose apprese tra la soddisfazione di tutti”.
Angelo Rampino, dirigente Istituto tecnico-commerciale “Laporta” Galatina
Grandi prospettive per l’Istituto tecnico commerciale “Laporta” di Galatina. Il 5 agosto scorso Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione e per l’Innovazione, e Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia, hanno firmato un protocollo d’intesa trasformando l’Itc in Centro di eccellenza e Scuola del futuro. Il progetto pilota, della durata triennale, vedrà sin da gennaio 2009 un modello di scuola futurista e tutti gli attori dell’istituto (studenti, personale, genitori, enti, associazioni, “Da gennaio 2009 il nostro ecc.) in un rapporto sinergico istituto sarà un centro contribuiranno al miglioramen- di eccellenza. Un progetto pilota to e potenziamento delle cono- triennale lo trasformerà scenze, della formazione cultu- in una scuola tecnologicamente rale, professionale e umana all’avanguardia” degli studenti. Essi acquisiranno conoscenze, competenze e capacità spendibili in tutto il terri“Il ‘Laporta’, godendo di quetorio internazionale e necessarie sta opportunità, metterà in atto gli per il proseguimento degli studi obiettivi definiti nel Consiglio eurouniversitari. La Microsoft Italia per- peo di Lisbona del 23-24 marzo metterà all’Istituto, a costo zero, di 2000 – afferma con soddisfazione essere all’avanguardia nella didatil dirigente scolastico Angelo tica, nell’educazione formativa e Rampino – è un contributo imporcognitiva e nella multimedialità. tante alla promozione dell’occupaSarà applicata una nuova gestione zione, della coesione sociale, della con soluzioni innovative, strumenti cittadinanza attiva, della realizzae tecnologie di ultima generazione, zione personale e professionale attrezzature tecnico scientifiche, degli allievi a livelli internazionali”. server di rete, ottenendo il massiEccellente “Laporta”. mo dell’efficienza e dell’efficacia L’esterno della scuola del sistema scolastico. Ovviamente la didattica tradizionale non verrà accantonata ma solo completata da questo progetto di eccellenza che mirerà ad un’innovazione dei processi di comunicazione e di conoscenze, cioè ad un diverso modo di apprendere e formare gli studenti. Le lezioni saranno sviluppate con lavagne multimediali interattive, arricchite con messaggi
Che cosa ci fa un ricettario sulla scrivania di un preside? Franco Fasano, dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione superiore “Bottazzi” di Casarano, me ne ha regalata orgogliosamente una copia raccontando la semplicità e l’impegno che hanno portato alla realizzazione di quell’opera. “La tradizione culinaria salentina rivisitata da una trentina dei nostri ragazzi – spiega Fasano – è un’idea partita dalla nostra sede coordinata di Ugento e messa in atto dagli studenti delle classi 5A e 5B dell’in“Ben vengano i Pon che offrono dirizzo Tecnico dei grandi opportunità. servizi della ristoraSe non ci fossero, probabilmente zione, nell’anno scolastico 2007/08. le nostre scuole continuerebbero Coordinati da alcuni a stagnare nel dimenticatoio nostri docenti e del governo” coadiuvati da un esperto di gastrono“Questo lavoro extra svolto dai mia del Mediterraneo, i nostri gionostri studenti è solo un esempio vani hanno svolto con entusiasmo un lavoro particolare, maneggiando di come i giovani abbiano voglia di imparare e mettersi alla prova – materiali ed ingredienti che sia continua Fasano –; ben vengano dalle cucine casalinghe sia dai ristoranti spandono grandi profumi. dunque i Pon che offrono grandi opportunità. Se non ci fossero, proÈ un’opera fatta di applicazione babilmente le nostre scuole contima anche e soprattutto di ricerca nuerebbero a stagnare nel dimentidel nuovo perché si è trattato di catoio del governo. Questi incentivi fondarsi sulla tradizione per poi reinventare il gusto di certi piatti. È invece, se usati correttamente, cioè partendo dalle reali esigenze di chi stata una caccia all’insegna delne deve usufruire, possono dare l’inventiva in cui entusiasmo e ottimi risultati”. riflessione si sono amalgamati
Fornelli da lode. I ragazzi delle classi VA e VB hanno realizzato un ricettario di piatti salentini. Tra di essi, in ultima fila, anche Matteo Micaletto, tragicamente scomparso poche settimane fa
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di posta elettronica, l’uso delle chat o mediante un forum utilizzato da docenti, alunni e famiglie. Insegnanti e studenti creeranno una piattaforma didattica di documentazione poliforme, diversi ambienti di apprendimento multimediali e interattivi, approfondimenti di linguaggi digitali, linguistici, visivi e sonori. Non ci saranno vantaggi solo per studenti e genitori ma anche un miglioramento delle strutture interne della scuola, come la trasformazione della ricca biblioteca del “Laporta” in una biblioteca multimediale che possa offrire, all’utenza anche esterna, la consultazione del patrimonio scolastico. L’Itc di Galatina, unica scuola in Italia ad usufruire del progetto, sarà un polo di riferimento per gli altri istituti, per gli enti, le associazioni, le categorie lavorative e produttive.
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//Società //Docenti-discenti //La parola ai presidi
Tra finzione e realtà. Robin Williams (in alto) interpreta un rivoluzionario professore di italiano in Dead poets society (L’attimo fuggente). Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana (Firenze), prete scomodo per antonomasia, negli anni Cinquanta inventore della “scuola per gli ultimi”, anticipatore dell’attuale metodo “learning by doing”, dell’imparare facendo, del gioco didattico, antesignano del Sessantotto. La sua “scuola di Barbiana” è stata studiata in tutto il mondo e ancora oggi don Milano è un “capitano” ineguagliato e rimpianto (è scomparso nel 1967 a 44 anni, dopo una lunga malattia). Cinquant’anni fa, nel 1958, lo scritto Esperienze pastorali, testo base della sua missione pastorale fu giudicato “inopportuno” dall’ex Sant’Uffizio, che lo ritirò dal commercio
CAPITANO mio capitano di IRENE TOMA
i.toma@iltaccoditalia.info
CHE COSA PENSAVANO I PRESIDI QUANDO ERANO STUDENTI E QUALI ERANO I LORO PUNTI DI RIFERIMENTO? A TU PER TU CON ALCUNI DIRIGENTI SCOLASTICI E CON I LORO SOGNI
Chi non ricorda il suo professore preferito? Chi non ha, indelebile nella mente, la traccia dell’odio feroce verso il prof che “ce l’ha con me”? Nel bene e nel male il docente è un punto di riferimento per ogni studente, che anche nell’età adulta con rinnovato amore o rancore ripercorrerà il filo dei ricordi, indelebili, degli insegnamenti di vita assorbiti durante l’età scolare. Ma quali sono stati i principi che, da giovani, hanno animato chi sarebbe poi diventato il “capitano” di intere generazioni di studenti? Chi è stata la figura di riferimento di chi poi sarebbe diventato preside e come si sceglie di diventarlo? E perché? Con tutta la curiosità di ex studenti abbiamo intervistato alcuni di questi “capitani”, ancora per noi, sebbene adulti, figure quasi mitologiche alle quali ci siamo avvicinati sorprendendoci di provare, ancora, un timore reverenziale adolescenziale. Segno che un po’ studenti si rimane, sempre, quando si parla di professori. il tacco d’Italia
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SALVIAMO LA CULTURA UMANISTICA Vestilia De Luca, 64 anni, preside in pensione, Ugento
Intraprendere la carriera scolastica è stata una mia scelta. Mi sono laureata in Pedagogia ed ho deciso da subito di insegnare nelle scuole.
Conoscere la gente e aiutare i ragazzi mi ha invogliato nel seguire questo percorso. L’idea di sentirmi utile nella società è una motivazione che dà significato alla mia vita. Per 20 anni ho insegnato Lettere e Filosofia cominciando già da quando ero iscritta al secondo anno di Università. Solo successivamente mi sono ritrovata a ricoprire per caso il ruolo di preside. Una collega mi invogliò a presentare la richiesta e superai il concorso. Il mio esempio
Vestilia De Luca: “Le scuole estere sono spesso più all’avanguardia rispetto a quella italiana. Noi italiani però possiamo contare su altre doti: siamo uno dei pochi Paesi in Europa ad avere l’integrazione dell’handicap nelle scuole e possediamo un’elevata didattica metodologica”
APERTI AL TERRITORIO Cesare D’Aquino, 62 anni, preside istituto comprensivo statale, Gagliano del Capo
“Fiju meu meju cu cumanni ca cu eggi cumannatu”. È con questo detto che mia madre, ormai oltre la soglia dei 100 anni, mi ricordava di non accontentarmi e di guardare a traguardi sempre più alti. Sono stato insegnante per 25 anni nelle scuole medie, solo dopo ho chiesto di diventare preside, ruolo che ricopro da circa 15 anni. È stata una sfida con me stesso perché così mi sono cimentato in funzioni diverse da quelle che avevo svolto fino a quel momento. Ricoprendo tale posizione cerco di dare un taglio diverso al mio istituto formando docenti, genitori e alunni attraverso una scuola aperta al territorio e sempre in contatto con istituzioni, enti locali e associazioni. Bisogna arricchire l’offerta formativa con attività integrative e progetti che completino l’attività scolastica. La famiglia, l’insegnante e l’alunno hanno bisogno di maggiori proposte e input da parte di chi ricopre posizioni dirigenziali come quella di preside.
Franco Fasano: “Coerenza, serietà, puntualità e rigore, soprattutto verso se stessi. Sono questi i valori fondamentali che mi sono stati trasmessi e che ogni giorno cerco di comunicare ai miei alunni. Sono valori importanti anche al di fuori del mondo scolastico”
è stato d’aiuto soprattutto per mia figlia; si occupa anche lei di formazione. Durante la mia carriera ho avuto modo di entrare in contatto con altri modelli scolastici, ad esempio le scuole estere, spesso più all’avanguardia rispetto a quella italiana. Noi italiani però possiamo contare su altre doti: siamo uno dei pochi Paesi in Europa ad avere l’integrazione dell’handicap nelle scuole e possediamo un’elevata didatti-
ca metodologica. Bisogna perciò difendere la formazione classica e umanistica ovvero la materia base della nostra cultura. Occorre prima formare civilmente e culturalmente il cittadino e poi integrare la propria cultura con insegnamenti innovativi. Da quando sono in pensione mi impegno nel cercare nuove modalità didattiche, percorsi e idee progettuali occupandomi anche di disturbi dell’handicap e della didattica dello star bene.
LA GIUSTA ORGANIZZAZIONE Regola primaria è credere nel proprio lavoro e ascoltare le proprie predisposizioni. Nella scuola oltre alla disciplina c’è bisogno di un’organizzazione funzionale che possa offrire maggiori opportunità ai ragazzi. I nostri alunni si devono sentire integrati nel gruppo classe e in tutta la comunità scolastica. Se questi requisiti sopravvivono lo studente può concentrarsi nel percorso di studio e costruire le giuste relazioni interpersonali. Sono state queste le mie scelte strutturali per poter migliorare la scuola. un percorso complesso come creare una distribuzione calibrata dell’orario scolastico in base alle richieste dei ragazzi. Non basta trasmettere la cultura ma è importante insegnare Anna Grazia Galante, agli alunni a ricostruire il sapere, a interiorizzarlo e renderlo proprio 56 anni, preside istituto altrimenti avremmo solo un travaso della conoscenza. Durante il mio comprensivo, Salve percorso ho sviluppato questo modo di intendere la scuola.
UNA SCUOLA DI QUALITÀ Mi sono laureato in Fisica ma ho scelto la strada dell’insegnamento per stare il più vicino possibile agli studenti. Al risveglio, ogni mattina, sono tuttora felice di recarmi nel mio istituto nonostante siano passati ormai tanti anni. Al tempo in cui insegnavo Matematica e Fisica collaboravo nell’organizzazione formativa insieme al dirigente. Purtroppo ora la scuola vive un periodo drammatico. Oggi si può scegliere tra rincorrere l’innovazione tecnologica attraverso una specializzazione,
che ormai è esageratamente intensificata, oppure formare i ragazzi su principi fondamentali che sono alla base della formazione. Saper progettare, ragionare e valutare empiricamente sono caratteristiche fondamentali che i ragazzi devono possedere anche per un futuro nel mondo del lavoro. Gli studenti non devono essere esecutori ma istruttori in grado di prendere le dovute decisioni gestionali. Oggi la comunità scolastica non riesce ad essere al passo con l’innovazione tec-
Lorenzo Ferrari, 58 anni, preside liceo classico-magistrale, Casarano
nologica. Ogni ragazzo deve possedere una forma mentis che lo porti a risolvere i problemi non solo nella scuola ma nella vita di tutti i giorni.
NON PERDIAMO DI VISTA IL RIGORE E LA PUNTUALTÀ Franco Fasano, 59 anni, preside istituto istruzione superiore “Filippo Bottazzi”, Casarano
Sono stato dapprima collaboratore vicario e vicepreside per 12 anni presso l’istituto tecnico industriale Meucci di Casarano. Mi sono ritrovato lentamente a ricoprire l’incarico di preside. La mia formazione è di natura scientifica dato che sono laureato in Fisica e ho insegnato sempre Elettronica. Immaginavo di fare
altro nella vita ma le varie vicissitudini mi hanno portato alla strada dell’insegnamento. Mi sono subito appassionato alla professione di docente, un’attività che ruota attorno all’alunno, alla formazione e ai futuri lavoratori. Rivesto questo ruolo ormai da 14 anni e ricordo sempre la figura di un preside che nel corso dei miei il tacco d’Italia
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anni di insegnamento è stato un po’ il mio modello e punto di riferimento. Coerenza, serietà, puntualità e rigore, soprattutto verso se stessi, i valori fondamentali che mi sono stati trasmessi e che ogni giorno cerco di comunicare ai miei alunni. Sono valori importanti anche al di fuori del mondo scolastico.
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IL SUCCESSO È DI TUTTI
Mario Biagio Portaccio, 55 anni, preside istituto statale d’arte “Giuseppe Pellegrino”, Lecce
Ho insegnato per anni Economia bancaria e da soli due anni sono preside. Provengo da una famiglia di professori e insegnanti che mi hanno infuso questa passione. Per svolgere bene questa professione occorre avere amore per la scuola ma soprattutto spirito missionario. Chi svolge questo mestiere si arricchisce l’animo di valori in quanto ogni giorno si incontrano ragazzi con problemi e difficoltà diverse da affrontare. Soprattutto nella mia
IL RISPETTO DEI VALORI Quando ero studente le scelte sulla scuola da intraprendere spettavano ai genitori. Con l’avvio degli studi universitari la mia spinta motivazionale è stata quella di realizzarmi sia come persona sia come insegnante di Italiano e Storia. La formazione che un docente trasmette agli studenti rimane a loro per tutta la vita per cui non basta dare delle nozioni ma bisogna costruire nei ragazzi un habitus critico. Nicola Greco, 60 anni, Ho deciso di diventare preside Istituto commerciale “Costa” Lecce preside, da ormai 14 anni, per dare qualcosa in più all’intera comunità scolastica. Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di incontrare un professore di Matematica che si è rivelato la mia figura portante sia come persona sia come professionista. Oggi purtroppo mancano un po’ queste grandi figure moralmente integre. Bisogna insegnare ai giovani di oggi il rispetto delle regole e dei valori come la serietà e lo studio.
Alba Rosa Macrì: “Nei giovani si avverte un forte senso di ripiegamento e sconfitta che deve essere combattuto. Il mondo di oggi offre grandissime chance rispetto ai tempi passati ma sono opportunità difficili da intercettare”
scuola molti alunni devono affrontare il notevole disagio di essere distanti da casa anche per diversi chilometri. È per questo che ho voluto premiare i più meritevoli con un attestato di merito. Tento in tutti i modi di far interagire la nostra scuola con il territorio e le istituzioni attraverso progetti di restauro o altri tipi di lavori. Rispetto delle regole e fiducia in se stessi sono i valori che ogni giorno cerco di trasmettere ai ragazzi.
LA SCUOLA DEL FUTURO Angelo Rampino, 58 anni, preside istituto tecnico commerciale “Michele Laporta”, Galatina
Negli anni di studio la mia figura di riferimento è stata mia madre. Dopo aver insegnato Italiano e Storia ho ricevuto diversi incarichi; da due anni sono preside. Per fare il preside bisogna amare la carriera scolastica. La mia scuola è stata scelta come centro nazionale d’eccellenza ovvero scuola del futuro. Grazie alla disposizione di alcuni fondi il nostro istituto svilupperà una didattica multimediale tramite risorse di ultima generazione. Cerco soprattutto di avviare i ragazzi al mondo del lavoro; la formazione rimane la chiave per accedere ad un più ampio ventaglio di possibilità.
UNA SCELTA CHE NON RIMPIANGO Lorenzo Palamà, 63 anni, preside scuola media, Maglie
Non avrei mai pensato di intraprendere la carriera scolastica. In principio volevo fare l’archeologo e studiavo a Milano. I miei genitori però erano contrari a questa scelta per cui cominciai a lavorare nelle scuole come insegnante di Italiano, Storia e Geografia abbandonando di conseguenza gli studi di Archeologia. Mi sono da subito appassionato al mondo della scuo-
la. Dopo circa tre anni iniziai a pensare di diventare preside. Ormai sono più di 25 anni che ricopro questo ruolo e nonostante l’archeologia sia rimasta sempre la mia passione sono felicissimo di aver scelto questa strada. Ogni giorno cerco di trasmettere ai miei ragazzi l’importanza dei veri valori della vita come la famiglia e il dialogo con gli altri.
CE LA POSSIAMO FARE Provengo da una famiglia di professori. L’anno scorso sono diventata preside di questo istituto intitolato al mio bisnonno e ho deciso di lanciarmi nel settore tecnico professionale e dunque nel legame tra mondo del lavoro e imprese. Occorre riprendere gli istituti professionali e rilanciare la formazione dei giovani attraverso un aggancio stretto col mondo del lavoro
creando così un maggiore sviluppo del territorio. Bisogna ripartire dalla scuola in una società di un nuovo artigianato e di una nuova impresa. Nei giovani si avverte un forte senso di ripiegamento e sconfitta che deve essere combattuto. Il mondo di oggi offre grandissime chance rispetto ai tempi passati ma queste sono opportunità difficili da intercettare.
Alba Rosa Macrì, 56 anni, preside istituto istruzione secondaria superiore “Egidio Lanoce”, Maglie
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IO speriamo
di FLAVIA SERRAVEZZA f.serravezza@iltaccoditalia.info
che me la cavo Riccardo Maurizi, V C, Scientifico “Vanini”, Casarano Oggi la scuola è in grado di offrire una buona conoscenza delle lingue straniere e un adeguato metodo di studio e di approfondimento, utile all’Università e nella vita. Ma sono numerose le cose che non dà: lo studio dell’informatica, l’educazione civica e altre materie che sarebbero molto utili, come la storia della musica e del cinema. Inoltre per gli studenti dell’ultimo anno servirebbero corsi di preparazione agli esami universitari (nella mia scuola si svolgono già dall’anno scorso, ma in orario extrascolastico).
LA SCUOLA SOTTO ESAME. DI UNA COMMISSIONE PARTICOLARE: GLI STUDENTI CHE LA FREQUENTANO
Per una volta sono loro ad aprire il registro di classe e a dare i voti. Alla scuola. Gli studenti di alcuni istituti superiori salentini giudicano che cosa va “promosso” e che cosa invece andrebbe “bocciato” del sistema scolastico nel quale sono inseriti. Abbiamo chiesto loro: “Che cosa ti dà la scuola? Che cosa non ti dà”? Risultato: buono il rapporto con i compagni e con i docenti; soddisfacenti le lezioni in classe e le iniziative extrascolastiche; scarsi il contatto con il mondo di “fuori” e l’orientamento post-scolastico. Insomma, nel complesso gli studenti a scuola ci stanno bene. Ma vorrebbero che questa li accompagnasse anche oltre il cancello. Lì dove, a volte, è difficile trovare la propria strada.
Pierluigi Carriero, V B, Itc “Costa”, Lecce La scuola mi offre un servizio di istruzione e formazione, che è un elemento essenziale per noi giovani. Il “Costa” ci dà un’opportunità, aiutandoci a conoscere anche altri aspetti della vita, spingendoci alla partecipazione ad eventi, convegni ed altre iniziative. La mancanza della scuola di oggi è che essa non aiuta nella partecipazione a concorsi pubblici dopo il conseguimento del diploma.
Savina Caputo, V A, Scientifico “Vanini”, Casarano La scuola offre molteplici occasioni di crescita a livello umano: è un ambiente di relazioni interpersonali ricco e vario che fa maturare anche in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro. E poi offre le nozioni culturali fondamentali alla nostra formazione. Non fornisce una conoscenza soddisfacente delle culture extraeuropee.
Elisa Sicuro, V C, Scientifico “Vanini”, Casarano La scuola mi permette di migliorare la mia formazione a livello scolastico e a livello personale, mi offre l’adeguata preparazione e il giusto criterio di studio per la vita universitaria. Vorrei che mi permettesse di usufruire maggiormente del laboratorio di informatica, che mi offrisse maggiori informazioni sugli indirizzi universitari e le opportunità di lavoro e che mi permettesse di avere scambi culturali con le scuole straniere. Inoltre, sarebbe utile che applicasse regole più rigide sui recuperi scolastici e sulla cattiva condotta degli alunni, per evitare di avere diplomati incompetenti.
Vincenzo Scamandro, IV C, Itc “Costa”, Lecce La scuola dà l’opportunità di accrescere la propria cultura e, come conseguenza, di distinguersi nella società ed è un ottimo mezzo per imparare a relazionarsi con gli altri. Inoltre il mio istituto mette a disposizione ogni anno borse di studio, e questo è un ottimo incentivo per i ragazzi. Tuttavia la scuola dovrebbe promuovere maggiormente iniziative finalizzate a introdurre gli studenti nel mondo del lavoro.
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Matteo Ventola, V C, Scientifico “Vanini”, Casarano APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5317
La mia scuola offre un team di docenti costituito da poche eccellenze e una marea di incompetenze, un esubero di assistenti scolastici (così hanno deciso di chiamare i bidelli). Sembra che i fondi scolastici si smaterializzino mentre chi di dovere non vigila sul corretto e puntuale svolgimento dei programmi didattici. Poi offre una biblioteca con orari inconcepibili, dei lavori di ristrutturazione iniziati rigorosamente con l’inizio dell’anno scolastico e una palestra “ufficiosa”, probabilmente fuori norma. Non riesce ad offrirmi: un corretto svolgimento dei corsi Pof e Pon, una valutazione oggettiva di coloro che devono recuperare un debito, lo svolgimento delle ore di laboratorio previste, un programma di indirizzo universitario funzionale che ci permetta la conoscenza di tutte le varie opzioni universitarie e degli sbocchi lavorativi che tali opzioni ci possono offrire. Mancano un’adeguata manutenzione delle aule, attrezzature sportive, un luogo dove potersi sedere al riparo da agenti atmosferici quando dobbiamo trattenerci in sede per svolgere eventuali attività pomeridiane. In compenso offre vocabolari che sembrano reperti del secondo dopoguerra, ridotti a fascicoli dall’usura del tempo.
Marco Miglietta, V A, Itc “Costa”, Lecce Oltre ad offrire una preparazione di tipo culturale, la scuola forma ed insegna a relazionarsi nel rispetto sempre dei ruoli e delle regole. Anche le esperienze cosiddette extracurriculari danno tanto e fanno Pinocchio personaggio della fantasia di crescere; noi studenti del “Costa” Carlo Collodi, è il simbolo degli studenti. abbiamo molteplici esempi: il coro Qui nella versione di Walt Disney polifonico, la piscina, i tornei scolastici di pallavolo a tanti altri. Una delle esperienze che mi ha segnato di più è stata la mia elezione a rappresentante alla consulta provinciale, che ho ottenuto grazie 174 voti, risultato per me insperato e insperabile. Purtroppo, dato il difficile periodo che viviamo, ciò che la scuola offre viene vanificato in quanto non trova sfogo nel mondo del lavoro.
Cosimo Civino, IV A, Itc “Costa”, Lecce La scuola riesce a darci una cultura abbastanza approfondita e ci rende più responsabili e autonomi, in grado di affrontare le sfide della vita. Attraverso numerose iniziative, come visite guidate, viaggi di istruzione ed altri servizi, ci permette di arricchire il nostro bagaglio di esperienze. Difficilmente, però, ci dà un confronto diretto con i docenti e i compagni. Bisognerebbe dedicare alcune ore settimanali al dialogo tra studenti e professori.
Martina Barba, III B, Itc “Costa”, Lecce La scuola mi dà la formazione culturale ormai indispensabile e mi permette di conoscere nuovi ragazzi della mia età. Il mio istituto ha docenti validi che ci aiutano a crescere e a formarci. La scuola, però, non mi dà la possibilità di confrontarmi del tutto con il mondo esterno, soprattutto con quello del lavoro. Preferirei maggiori iniziative e stage per abituarmi alla vita lavorativa.
Cristiana Storni, III A, Itc “Costa”, Lecce Formando al mondo del lavoro, la scuola educa a vivere in società. La mia scuola ci aiuta a diventare dei bravi ragionieri programmatori, in grado di utilizzare il computer e di sfruttare il mondo interattivo del web. Alcune scuole (a differenza della mia) non sono fornite di adeguate strutture soprattutto nel campo della tecnologia. Dopo aver conseguito il diploma, molti ragazzi non riescono a trovare un’occupazione sicura.
Simone Quarta, IV B, Itc “Costa”, Lecce La scuola mi dà la possibilità di conoscere nuova gente e allo stesso tempo di creare le basi per entrare, in un futuro, nel mondo del lavoro. La mia in particolare, mi permette di interagire tramite internet con altre scuole all’estero, conoscere dei miei coetanei e, in questo modo, approfondire le lingue straniere. Mi piacerebbe che il sistema scolastico oggi promuovesse maggiormente iniziative di contatto con il mondo del lavoro, ad esempio fornendo agli studenti la possibilità di effettuare stage presso aziende del territorio.
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Luigi Vizzi, V C, Itc “Costa”, Lecce Merito della scuola è offrire la possibilità di confrontarci con i nostri coetanei, di crescere, di imparare e di allargare le nostre conoscenze per avere una maggior sicurezza nell’affrontare la vita. La mia scuola mi dà l’opportunità di frequentare corsi per l’approfondimento di alcune materie, come l’Informatica, l’Economia e l’Inglese, di avere dei colloqui con lo psicologo, di partecipare a viaggi di istruzione e di conseguire la patente europea del computer. Una pecca della scuola è che non permette un’applicazione pratica di ciò che si studia in teoria e un contatto più frequente con il mondo della produzione.
Sara Schiavone, V B, Itc “Costa”, Lecce La scuola mi dà l’opportunità di imparare molto; non solo le materie scolastiche ma anche il vivere insieme alle altre persone. Stiamo sei ore al giorno a contatto con i nostri coetanei e ci rapportiamo anche con gli adulti. Mi rendo conto, infatti, di essere molto cambiata in questi anni proprio nel modo di pormi verso gli altri. La mia scuola, in particolare, mi ha dato anche l’opportunità di svolgere attività diverse che amo molto, come l’andare in piscina e approfondire l’arte della fotografia. Purtroppo oggi la scuola non dà la sicurezza di un futuro. Solo alcuni di noi hanno le idee chiare su che cosa fare dopo l’estate; tutti gli altri sono completamente disorientati.
Donatella Maggiulli, III A, istituto professionale, Collepasso Studiare mi aiuta a conoscere meglio il mondo, mi aiuta a crescere e mi prepara ad affrontare la vita. Il rapporto con i compagni e con i docenti è importante per maturare e poi la scuola offre anche tante occasioni di divertimento, non solo durante le gite; anche una ricreazione o una lezione possono essere davvero piacevoli. Purtroppo non offre tanti contatti col mondo del lavoro, per cui una volta fuori, orientarsi è difficile. Non ci sono stage o tirocini nelle aziende e spesso ciò che si studia in aula non viene applicato fuori.
Sara Schiavone:
Federica Rizzo, V B, Itc “Costa”, Lecce Sono al 5° anno e (se il cielo mi dà una mano) tra un po’ potrò parlare al passato della scuola e dire: “La scuola mi ha dato tanto, mi ha dato l’opportunità di vivere cinque anni in maniera molto bella, con compagni di classe con cui mi sono trovata benissimo e con dei docenti che mi hanno saputo trasmettere la voglia di imparare e la curiosità di conoscere tante cose nuove”. Ho anche partecipato a tante iniziative, anche al di fuori della scuola, in cui mi sono divertita e ho potuto conoscere persone di ogni tipo. Forse la cosa principale che la scuola non dà è un’idea chiara su che cosa fare una volta che è finita. Capisco che dovrebbe essere una scelta personale in base alle proprie inclinazioni, ma credo che si debba approfondire la conoscenza sui possibili sbocchi e avere così il tempo di valutarli e per poter compiere la scelta giusta.
“Oggi la scuola non dà la sicurezza di un futuro. Solo alcuni di noi hanno le idee chiare su che cosa fare dopo l’estate; tutti gli altri sono completamente disorientati”
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Quando i grandi erano piccoli. Sui banchi di scuola. Quelli da ultima fila, strategicamente nascosti in fondo alla classe; e quelli da tenere d’occhio, proprio accanto alla cattedra della maestra. Ai tempi del grembiule e dei voti sulla pagella. Come Gelmini insegna
Per chi
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5313
di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
Rosario Giorgio Costa, senatore PdL, Matino “Ero uno studente diligente, a volte ritenuto ‘sgobbone’ dai compagni e vivevo molto bene la vita di classe. Ero capoclasse ed ero incaricato dal maestro a controllare che tutti i bambini rispettassero le norme igieniche. A quei tempi le classi erano tutte maschili. Ricordo la grande solidarietà in aula; ero molto disponibile nei confronti degli altri, non tendevo a primeggiare. Non avevo una materia preferita; mi piacevano tutte, la Lingua, la Matematica, il Lavoro, che consisteva in una serie di attività manuali, paragonabile all’attuale Educazione artistica. Non brillavo in educazione fisica: non ho mai saltato più di 1,10 metri al salto in alto; mi distinguevo nel lancio del peso, invece, compatibilmente con la mia corporatura gracilina. Conservo ancora nel cuore il mio maestro di scuola elementare, Domenico Fersini; mi accompagnò anche oltre la scuola: fu lui ad ‘iniziarmi’ alla politica, quando divenne sindaco di Matino”.
suonava
la campanella
La campanella, il compagno di banco, il maestro oltre la cattedra. La lavagna, sempre un po’ consumata dall’uso, e poi la ricreazione. La cartella piena, a volte troppo!, di libri. Infine il grembiule. Immancabile nei primi anni di scuola. Blu, nero, bianco. Con fiocco o senza; con colletto ricamato o meno. Must dell’abbigliamento scolastico di una volta, oggi ritorna prepotentemente a vestire gli studenti di tutta Italia (è una delle reintroduzioni volute da Maria Stella Gelmini, ministra dell’Istruzione, insieme ai voti sulla pagella). Una divisa che accompagna i ricordi dei tempi della scuola, più o meno lontani nel tempo. Abbiamo preso spunto dal ritorno del grembiule in classe, per chiedere al alcuni volti noti salentini quale ricordo conservino di quando lo indossavano e, con temerarietà, di mostrarci la loro pagella. Questi ci hanno raccontato gli anni della giovinezza e dell’adolescenza. Dei bei rapporti con i docenti, delle prime vere amicizie. Di un tempo fatto di cose semplici, del quale oggi hanno nostalgia.
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Donato
VALLI: “Avevo la smania di imparare. Avevo cominciato a ricopiare l’unico libro che avevamo in casa: la Bibbia. La mia non era una famiglia di letterati, quindi la mia voglia di sapere era accolta
CON MOLTO PIACERE DAI MIEI GENITORI
Giancarlo Costa Cesari, presidente associazione Biblioteca di Sarajevo, Maglie “Delle elementari ho un ricordo ben nitido caratterizzato soprattutto dal binomio cartella con manico rigidogrembiule. Il mio era blu scuro con fiocco bianco a pallini celesti. Non che mi piacesse molto; l’ho sempre visto come una forzatura che avrei evitato volentieri. Ricordo ancora, dopo 40 anni, la mia maestra, per via di quel rapporto filiale che si instaurava. Avevo un ottimo rapporto anche con i compagni, proprio come in una famiglia. E poi ricordo certe abitudini tipiche, come quella di scrivere, alla lavagna, i compagni buoni ed i cattivi quando la maestra si doveva allontanare. Mi è capitato più volte di essere io l’incaricato alla compilazione della lista e di vivere quella sensazione di potere come un premio da parte della maestra. Mensilmente ci riunivamo nel corridoio per recitare la preghiera assieme alle altre classi; ed a fine anno o in determinate ricorrenze ci esibivamo in recite di fronte al pubblico di parenti. Me ne viene in mente una in particolare, nella quale interpretavo il ruolo del protagonista: ero il macellaio. Fu un grande successo”.
Anna Maria De Filippi, coordinatrice territoriale Tribunale per i diritti del malato, Casarano “Ho frequentato il magistrale di Casarano conseguendo l’abilitazione nell’a.s. 1967/68 ed ho avuto sempre classi esclusivamente femminili. Il grembiule era obbligatorio e chi si rifiutava di indossarlo o se ne ‘dimenticava’ veniva punita con sanzioni disciplinari come l’abbassamento del voto in condotta o l’interrogazione a sorpresa. Lo stesso accadeva se non si indossava la divisa di Educazione fisica, una gonna a pieghe ed un golfino bianco corredati da scarpe da ginnastica. Nessuno mancava di rispetto ai professori, eppure erano gli anni della contestazione, delle prime occupazioni delle scuole, della lotta per l’affermazione dei diritti delle donne! Con i docenti non si discuteva, ma io avevo un ruolo interlocutorio perché ero capoclasse. Il rapporto con le compagne di classe era splendido: c’erano complicità e competizione, ma chi aveva buoni voti era tenuta in grande considerazione. Prediligevo le materie umanistiche, ma ero una ‘schiappa’ in matematica”.
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Fernando Primiceri,
Donato Valli,
amministratore delegato Primoljo, Casarano
ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea, già rettore dell’Università del Salento, Tricase
“Ero il ‘cocco’ della maestra, la signora Alba Alfarano, che ricorderò per sempre con immenso affetto. Era una di quelle maestre tutte d’un pezzo, una donna ricca di carisma che sapeva farsi rispettare e teneva moltissimo a tutti noi. Non ero il più bravo della classe, ma me la cavavo dignitosamente. Avevo legami stretti con alcuni compagni; con uno in particolare, Gabriele Malagnino, mio grande amico tutt’ora. Siamo stati compagni dalla scuola materna alle medie, ma lui era meno bravo di me e spesso mi ritrovavo a passargli i compiti. Ricordo le cose semplici, come la soddisfazione per la recita scolastica. Io ero “Arlecchino”. Fu un tale successo che la replicammo ad un concorso organizzato dal Circolo ricreativo di Taurisano e vincemmo il primo pre-
“Per me gli anni della scuola furono gli anni dell’esaltazione. Avevo la smania di imparare. Avevo cominciato a ricopiare, senza comprenderne il senso, l’unico libro che avevamo in casa: la Bibbia. Un testo che era stato del mio bisnonno ed era rimasto a noi. La mia non era una famiglia di letterati, quindi la mia voglia di sapere era accolta con molto piacere dai miei genitori. A cinque anni piangevo perché volevo andare a scuola, così mia madre decise di portarmi da una maestra, che aveva due figli della mia età. Lì trovai “Il libro della giungla” di Giulio Verne con il quale imparai a leggere. Ho sempre sentito un grande interesse verso la scrittura. Al liceo (ho frequentato il ‘Palmieri’ di Lecce trasferendomi in città da Tricase, dove non c’erano le scuole superiori) facevo i compiti per tutti i compagni e poi li distribuivo. Avevo voti molto alti. Fu per questa ragione che Girolamo Comi, poeta di Lucugnano, si interessò a me e decise di prendermi come suo allievo e di trasferirmi le sue conoscenze letterarie”.
Romeo Ancora, amministratore unico Alpak, Taurisano
mio. Ricordo la gita di V elementare ad Oria e quel senso di libertà connesso al viaggio. Ricordo il percorso che facevo, a piedi, ogni giorno, per tornare da casa a scuola. Chissà perché eravamo convinti di prendere una scorciatoia attraversando il viale del liceo classico, quando in realtà facevamo molta strada in più. E poi ricordo la cartella di cuoio, riciclata dai miei fratelli. Era bellissima”.
Adriana
MARGIOTTA:
“Non avevo nulla contro il grembiule in sé; ciò che mi disturbava moltissimo era il fatto che per i ragazzi non fosse obbligatorio mentre per le ragazze sì. Noi lo lasciavamo in classe, a fine giornata, per ritrovarlo lì
IL GIORNO DOPO”
“Ho frequentato la I elementare in quella che oggi è la sede dell’Anagrafe comunale. Molte cose sono cambiate da allora. I docenti, ad esempio, avevano un rapporto più stretto con gli alunni. Io ricordo il mio maestro: si chiamava Remo Zaccaria; averlo accanto metteva soggezione. Mi ricordo quotidiani rimproveri ed anche qualche ‘schiaffetto’. In classe si instauravano amicizie profonde che, nel mio caso, vanno avanti ancora oggi. Non ero il più bravo della classe, stavo a ‘metà classifica’; mi sono sempre impegnato, ma senza strafare. Andavo a scuola col grembiule nero e
con il cinturino per i libri che mi divertivo a decorare. Quanti ne ho distrutti! Avevo una particolare predilezione per la Matematica: facevo i conti in mente in pochissimo tempo. Poi, a scuola finita, ci riunivamo con i compagni e vicini di casa per fare i compiti e, quando avevamo terminato, ci spostavamo a casa di chi aveva la tv (non tutte le famiglie se la potevano permettere!) e guardavamo ‘Rintintin’”.
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Ippolito Chiarello, attore, Corsano “Ricordo il primo giorno di scuola, un ragazzino biondo con cui mi sono seduto, Antonio Nicolì. Come un sogno, o un incubo? Ricordo la mia prima maestra, di cui mi ero innamorato, e il mio maestro che ho avuto dalla II alla V elementare, il professore Resci, un buon maestro, anche se aveva la fidanzata nella stessa scuola e spesso andava da lei a fare ‘piciu piciu’ e noi rimanevamo in classe a fare compiti in continuazione. Ricordo la mensa scolastica, la refezione. Ricordo il budino il giovedì o
il sabato. Un budino nero. Buono. Ricordo gli scudetti con i numeri romani che crescevano ogni anno. Le foto di gruppo. I libri, i compiti. Poi la scuola media, il professore che chiede a noi di portare un ‘vinchio’, un ramo d’ulivo sottile per bacchettarci. Incredibile, uno di noi lo portò e noi lo odiammo. La professoressa di matematica, la signora Resci e il professore d’Italiano, il signor Cazzato, che furono buoni maestri. Amavo le materie letterarie, ma ero bravo in tutte. Alle scuole superiori un altro buon maestro fu il mio prof di Fisica, Marsella, che mi insegnò il metodo per risolvere i problemi, tutti i problemi. Era un grande, ma ci terrorizzava con i numeri della tombola, che usava per interrogarci. Il primo anno di Tecnico
Industriale, a metà anno, mi ribellai al troppo lavoro che secondo me ci propinava il professore di Italiano, De Donno, un grande anche lui e lasciai la scuola per tre mesi, deciso ad andare a lavorare. Poi sono ritornato e mi sono diplomato. Sono stato un ‘secchione’ fino al terzo anno di scuole superiori, poi qualcuno una sera mi ha invitato a fare un musical in parrocchia e ho conosciuto il mio attuale lavoro, il teatro, ed a scuola il rendimento è calato”.
Serenella Molendini, consigliera di Parità Provincia di Lecce e Regione Puglia, Lecce “Ho portato il grembiule dalle elementari fino alla maturità classica. Era un grembiule nero con un grande fiocco, che mia madre manteneva sempre ben inamidato. Ho portato il grembiule anche al liceo, ma nel frattempo c’era stato il ’68, e noi avevamo ottenuto la possibilità di personalizzarlo. Io li disegnavo da sola, facendo in modo che sembrassero dei vestiti più che dei grembiuli. Non sono contraria al grembiule, se lo si intende come senso di appartenenza alla scuola. Ma c’è un ricordo che mi porto dentro ancora oggi e che
riguarda il grembiule, anzi una divisa grigia. Nella mia classe elementare al ‘De Amicis’ di Lecce vi erano due bambini dell’‘ospizio Garibaldi’, una casa di accoglienza per figli di famiglie indigenti che si trovava proprio accanto alla scuola. Questi mantenevano, anche in aula, la loro divisa grigia che così diventava un segnale di emarginazione. Io mi sentivo molto fortunata rispetto a loro, perché avevo modo di vivere in grande serenità gli anni in quell’istituto scolastico dai grandi corridoi e dal giardino con alberi di gelso. Mia madre insegnava lì; era una maestra molto innovativa; io invidiavo molto i suoi alunni”.
Roberto Fatano, amministratore Interfrutta Spa, Lecce “Ricordo con piacere gli anni della scuola media per via del meraviglioso rapporto che si era creato tra noi alunni ed i docenti. Fu lì che appresi le basi di alcune fondamentali materie quali l’Italiano, il Latino e la Matematica. Con i compagni sono sempre andato d’accordo; negli anni della scuola media sono sempre stato capoclasse, quindi mi sono posto come anello di
congiunzione tra studenti e prof. Quello stesso clima di positiva convivenza non si è ripresentato alla scuola superiore. Io credo che in una
classe siano necessari rispetto e rigore ed a volte anche un po’ di severità, se motivata. Io ero molto educato quindi ero piuttosto ben voluto dagli insegnanti. Studiavo per il risultato e non ho mai incontrato particolari difficoltà. Qualche problemino l’ho avuto con i compagni, ma per questioni di ragazze”!
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la stessa interrogazione due volte senza che il professore se ne accorgesse. Al magistrale fui per un anno rappresentante di classe. Questo mi divertiva molto e mi permetteva di perdere qualche ora di lezione con la scusa delle riunioni di istituto”!
Loredana Lecciso, showgirl, Lecce
Raffaella Lecciso, responsabile marketing Canale 8, Lecce “I tempi della scuola sono stati caratterizzati dal rapporto strettissimo con mia sorella Loredana. Eravamo così unite che, soprattutto nei primi anni, tendevamo ad escludere gli altri dalla nostra unione. Condividevamo tutto, anche le amiche del cuore. Dal punto di vista del profitto ce la cavavamo piuttosto bene entrambe, anche se, come è ovvio, c’erano delle materie che preferivamo. Io preferivo l’Italiano e lei la Matematica, quindi ognuna di noi faceva i compiti della materia preferita e poi li passava all’altra. Una volta facemmo anche uno scherzo al professore di Musica, sostituendoci tra noi durante l’interrogazione. Il prof non se ne accorse ma lo venne sapere da alcune compagne. Questo giochetto mi costò una bella punizione: venni rimandata in Musica. Per fortuna recuperai ad inizio anno”.
“Ai tempi della scuola elementare, ero l’unica bambina ad essere sempre messa in castigo. La punizione era la più classica: in piedi dietro la lavagna. Di quegli anni ricordo tante recite; in genere io interpretavo l’angelo e mia sorella Raffaella la Madonna. Gli anni della scuola sono stati caratterizzati dalla nostra profonda unione. Alle superiori ci sostituivamo tra noi al momento delle interrogazioni; una volta ho sostenuto
Rosario Giorgio
COSTA: “Ero capoclasse ed ero incaricato dal maestro a controllare che tutti i bambini rispettassero le norme igieniche. Conservo nel cuore il mio maestro di scuola elementare, Domenico Fersini;
FU LUI AD ‘INIZIARMI’ ALLA POLITICA, QUANDO DIVENNE SINDACO DI MATINO”
Paolo Perrone, sindaco di Lecce “Ricordare gli anni della scuola è sempre un piacere. A cominciare dal periodo delle elementari, all’Istituto Marcelline. Tutti in grembiule bianco, composti ed ordinati. Ma della trafila scolastica mi restano impressi gli anni del liceo classico, al glorioso Palmieri. Anni spensierati. Facevo parte di un gruppetto di studenti capaci ma molto vivaci. Non la schiera di ragazzini seduti ai primi banchi (di solito appannaggio delle nostre compagne), perché preferivamo stare negli ultimi posti. Condividevamo tutto:
scuola, passioni, abitudini. Il calcio, ad esempio, o la classica sortita per la ‘puccia’ il sabato sera. Naturalmente anche un altro tipo di sortita, quella nell’universo femminile, con le primissime esperienze ed i primi contestuali disastri. Ho ricordi piacevolissimi di pomeriggi passati tra i libri a ripetere in gruppo alla vigilia di comil tacco d’Italia
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Ottobre 2008
piti in classe o di importanti interrogazioni. Personalmente ho sempre prediletto le materie scientifiche: Matematica, Chimica e Geografia astronomica. Non ho mai fatto fatica a scuola, ma non sono mai stato il ‘secchione’ che rinuncia a tante cose per studiare; i piaceri dell’infanzia e dell’adolescenza me li sono presi tutti”.
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Augusto Romano,
Attilio Caputo,
general manager Meltin’Pot, Matino
amministratore Caroli Hotels, Santa Maria di Leuca
“Ho studiato sempre molto poco, lo devo ammettere. Ma non perché fossi svogliato o poco interessato alla scuola. Avevo la fortuna di poter contare su una buona capacità di assimilazione, per cui mi bastava poco tempo per memorizzare la lezione. Me la sono sempre cavata in maniera ottima, dalla scuola elementare fino alla Bocconi”.
“Negli anni della scuola, ero sempre in punizione: il mio banco sempre affiancato lateralmente alla cattedra. La maestra usava questo metodo per tenermi sotto controllo, ma i suoi sforzi erano vani. C’era un altro compagno, infatti, all’altro lato della cattedra, anche lui accostato lì col suo banco, anche lui in punizione. Ci coalizzavamo e con i piedi sollevavamo la cattedra da entrambi i lati. La maestra si arrabbiava un po’ ma poi doveva arrendersi alla nostra vivacità. Ero una piccola peste, lo ammetto. Lo sono stato sempre. Dal punto di vista del profitto, però, me la cavavo bene. Volevo fare bella figura con la mia famiglia”.
Adriana Margiotta, coordinatrice Centri per l’impiego Provincia di Lecce, Lecce “Non potrò mai dimenticare gli esami di maturità con il grembiule nero. L’ho portato dalla scuola elementare al liceo! Non avevo nulla di particolare contro il grembiule in sé; ciò che mi disturbava moltissimo, già allora, era il fatto che per i ragazzi non fosse obbligatorio mentre per le ragazze sì. Noi lo lasciavamo in classe, a fine giornata, per ritrovarlo lì il giorno dopo. Iniziava ad andare di moda la minigonna, non potevamo certo coprirla anche fuori dalla scuola! Durante il giorno era utilissimo (non potevamo chiedere ai nostri genitori un guardaroba tanto fornito!). Ma, una volta suonata la campanella, lo abbandonavamo in classe con altrettanto piacere”.
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//Cultura //Compilation PER GLI EDICOLANTI Può richiedere il cd e il mensile il Tacco d’Italia a Italian Service Group - Via G. Candido 22 - Lecce Tel. 0832.242214 - Cell. 348.0039271 e.mail: italianservices_le@libero.it PER I NOSTRI ABBONATI Se vuole ricevere il cd “Pizziche dal tacco d’Italia” con il prossimo numero del Tacco, invii una richiesta a marketing@iltaccoditalia.info o al fax 0833.599238
PER CHI SI È PERSO, AD AGOSTO, LA COMPILATIN DI PIZZICA-PIZZICA SALENTINA
SE TI PIZZICA
anche d’inverno
uattro gruppi per undici brani. Musica di cuore, delle radici, che fa ballare. La scelta nel mare aperto della pizzica salentina non è stata facile per Daniele Amoroso, produttore del cd “Pizziche dal tacco d’Italia”, distribuito in edicola in allegato al Tacco d’Italia di agosto (ma disponibile fino a dicembre al prezzo di 5,90 eruo). Perché lo spazio di un cd è trop-
Q
Daniele Amoroso
po poco per raccontare che cosa la pizzica è. “E allora – racconta – ho dovuto scegliere. E’ stata dura, ma l’ho fatto. Ho scelto con il cuore e con l’istinto. Nel prossimo lavoro mi auguro di poter dare spazio a più band”. Dopo varie produzioni discografiche e generi musicali differenti, Daniele Amoroso è arrivato alla pizzica. O forse ci è ritornato, se è vero che essa è come un seme che il salentino vero si porta dentro, nel Dna. Quel seme ha dato i suoi frutti: una il tacco d’Italia
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di MARGHERITA TOMACELLI m.tomacelli@iltaccoditalia.info
compilation che è piaciuta allo “straniero” in vacanza ed è piaciuta pure a chi nel Salento è di casa. I brani proposti all’ascoltatore sono stati selezionati, di volta in volta, assieme al gruppo che li esegue, tenendo presente un criterio di base: proporre alla gente brani tradizionali, dunque conosciuti, ma personalizzati negli arrangiamenti. I risultato è un prodotto nuovo e insieme antico; originale eppure tradizionale. Insomma, un cd che è un piacere ascoltare. Magari mentre si ripensa all’estate appena trascorsa.
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// ARIACORTE. CANTARE LA TRADIZIONE OGGI
E’ da ormai un decennio sulla scena musicale. Il gruppo etno-folk degli Ariacorte è nato a Diso da musicisti e appassionati impegnati nella ricerca e riproposizione della tradizione popolare. L’imperativo morale della band è
sempre stato portare di città in città il canto sociale della tradizione popolare e che identifica ogni popolo con la sua terra. Le piazze di piccoli e grossi centri d’Italia, d’Europa e del mondo hanno sempre apprezzato lo spettacolo proposto, perché l’hanno ricono-
sciuto come voce autentica di un territorio. Nonostante l’esperienza che si portano ormai sulle spalle, nei loro concerti gli Ariacorte hanno ancora voglia di dire e raccontare quel magico mondo su cui poggia la musica. Quella della tradizione riproposta in una nuova veste sonora, un intreccio di melodie di un mondo meticcio. Ecco quindi che il frenetico ritmo del tamburello, tipico della più ancestrale tradizione salentina, si mescola con i suoni della chitarra battente e del mandolino, avvolti nei mantici dell’organetto; suoni di strade lontane si mescolano; su di esse risuona il canto delle voci dal forte valore sociale: il canto di lavoro, gli struggenti lamenti d’amore, gli irrazionali versi della pizzica. Il concerto, un condensato di musica che guarda al futuro tenendo ben stretti i legami col passato, e anche il reperto-
rio proposto sono ispirati allo stesso principio: l’incontro fra la tradizione salentina, le altre tradizioni del Sud e l’innovazione di brani inediti. Giacomo Corvaglia: tamburello salentino, percussioni etniche, voce Rocco Borlizzi: tamburello, tammorra, voce Angelo Litti: tamburello, armonica a bocca, voce Cristina Santagada: voce Angelo Gaccione: mandolino, mondola, chitarra battente Salvatore Corvaglia: organetto diatonico Ambrogio De Nicola: chitarra classica, voce Paolo Greco: basso acustico Francesco Corvaglia: band manager
// ARIA FRISCA. QUANDO PIZZICA FA RIMA CON STUDIO
Da ormai sei anni l’associazione AriaFriscA è impegnata nelle attività di ricerca, riproposizione, valorizzazione e
interpretazione “creativa” della musica e della danza di tradizione salentina. Lo studio ed il recupero delle radici viene portato avanti attraverso numerose attività, tra le quali i concerti di musica e danza ispirati alla tradizione popolare del Salento, i “concerti-studio” sulla musica tradizionale, caratterizzati dall’alternarsi di momenti di
esibizione musicale, ascolto di documenti audio come canti tradizionali eseguiti da “cantori” popolari, approfondimento sulla storia della musica tradizional-popolare e sulla sua riscoperta. Ma non è tutto, perché per un recupero completo del Salento di ieri l’associazione ha costituito al suo interno un archivio di documenti audio raccolti tra gli anziani, depositari viventi della memoria storica musicale e letteraria popolari. Ma la ricerca che gli Ariafrisca portano avanti riguarda anche le tecniche e lo stile del canto solista e polivocale nella tradizione musicale salentina, le danze tradizionali, l’interpretazione, la rielaborazione e l’arrangiamento di musiche e canti
della tradizione e la composizione e l’arrangiamento di musiche inedite. Maria Antonietta De Filippis: voce, nacchere, danza Mauro De Filippis: voce, fisarmonica, thin whistle, ciaramella Angelo Sarcinella : chitarra Salvatore Trianni: voce, armonica a bocca, tamburello, tammorra, cupa cupa, martelli Mino Scanderebech: flauto dolce, flauto tenore, chamelot, sax soprano Totò De Lorenzis: tamburello, tammorra, cupa cupa, organetto diatonico Antonio Venneri: contrabbasso
// INDIANOSALENTINO&ARTETNICA. UNA MUSICA SENZA CONFINI
// TEMI ANTICHI E SUONI NUOVI. UNA SINTESI DI NOME TAMMURRIA
In principio fu un libro/cd. Era il 2004 ed il lavoro si chiamava “Indianosalentino e lo spirito della/nella musica”. Nelle parole come nelle musiche Giampiero Romano, l’autore, fondeva più stili. Quelli che avevano accompagnato la sua vita artistica sin dai primi passi. Ovvero la cultura dei nativi d’America e la cultura salentina, nella loro nota etnica. Proprio da questa matrice di etnicità prende il via la fusione in “Indianosalentino & ArtEtnicA” fatta di nuove canzoni e sperimentazioni musicali; una fusione dove non trovano spazio le barriere razziali e culturali né quelle temporali che dividono il presente dal passato. Gli Indianosalentino & ArtEtnicA hanno presentato lo scorso agosto “Battiti”, l’atteso ultimo lavoro che, rispettando lo stile libero da schemi, propone un etno-folk salentino d’auto-
Una piazza, una festa, una sagra, una sera d’estate. Sul palco, la musica dei Tammurria. E’ subito festa popolare, di ritmo e tradizioni, di emozioni e di ballo. Nel concerto dei Tammurria la forza della musica popolare salentina si arricchisce di un’inedita sintesi di temi antichi e moderne sonorità. Animato dalla passione per il lavoro di ricerca e riproposizione del patrimonio musicale salentino, il gruppo si è incamminato lungo un percorso di acquisizione e arricchimento del repertorio tradizionale, creando un originale impasto musicale che racchiude suggestioni, sapori e sonorità diverse in arrangiamenti nuovi e accattivanti. I ritmi forti della pizzica si alternano così ai canti di lavoro e alle melodie in griko, alle ballate contadine e ai temi d’amore, in un viaggio musicale che ben delinea la ricchezza e la varietà del paesaggio sonoro del
re. L’album è un sovrapporsi di melodie, ritmi e parole. I testi sono una continua alternanza di dialetto ed italiano e confermano l’originalità del progetto e la voglia di far conoscere e comprendere il Salento, con il suo linguaggio ed il suo cuore pulsante, anche fuori dai confini. Ogni brano è un mix di più stili che rappresentano lo spirito della musica di ogni componente. Fabio Romano: tamburelli e percussioni Herta Di Seclì: voce e tamburello Giuseppe Marino: basso Luciano Pignataro: flauti Francesco Polito: mandolino e chitarra MariStella Maniglio: voce Gianpiero Romano (Indianosalentino): chitarra e voce solista
Salento, aperto nei secoli alle influenze di culture diverse. Accanto ai colpi dei tamburelli riecheggiano quindi arpeggi che giungono dalla vicina Grecia, accordi di tarantelle mediterranee, voci e suoni di paesi lontani, in una miscela sapiente che porta con sé un’esuberante e coinvolgente magia. La magia di una sera d’estate. Che rivive ad ogni nuovo ascolto della loro musica. Alessandro Tuma: voce e tamburo Genni Casto: voce Cinzia Marinosci: voce Alessio Fachechi: fiati Serena e Alessandra: coreografie Antonio Palese: basso acustico Corrado Palese: percussioni Alessio Caputo: violino, mandolino, chitarra Simone Ciriolo: chitarra Diego Palma: fisarmonica
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//Cultura //Personaggi //Eugenio Giustizieri
SE LE POESIE
sono scritte a mano di ANTONIO LUPO
a.lupo@iltaccoditalia.info
ette poesie d’amore” è il titolo dell’ultima breve e “artigianale” raccolta poetica di Eugenio Giustizieri. Come le tre precedenti (Scritti nell’aria, Luci di stelle, Dell’anima) non si tratta di una pubblicazione a stampa, ma di una “miniatura” autografa: si compone di pochi foglietti, rilegati e vergati con le sue stesse mani che, in copertina, presentano un lavoro artistico eseguito con una sua personale tecnica mista. “Sono una tessitura onirica e quotidiana, un volo in cerca della speranza, ancora oggi che la cultura rischia di essere appannaggio di pochi, oligarchica e purtroppo, molto spesso, clientelare”, scrive l’autore. Per ogni esemplare un’ immagine diversa: volto di donna, paesaggio, geometrie, piccole composizioni di delicati e sfumati colori. Com’è nel suo stile, forme e figure sono sospese e attraversate da luci lievemente offuscate. “Luci di spazi velati come indugi di malinconia”, suggeriscono i versi della sua prima produzione poetica (“L’ultimo silenzio”), composti quando era studente di architettura. E ancora: “Sulle spalle l’alito del vento e siamo simili a foglie”.
“S
Eugenio Giustizieri
Con una scrittura fortemente “icastica”, legata al frammento e ai “luoghi” dell’assenza e dell’attesa, l’autore salentino (Sannicola, 1957) riesce a creare suggestioni fonosimboliche dal ritmo equilibrato, producendo effetti di intensità lirica, sia che prenda spunto dall’ ambiente locale, dai colori e dalle suggestioni della natura, che da situazioni del vissuto, da ricordi. Così in pittura, i frammenti della realtà fisica ed esistenziale sono ricomposti, nella loro precarietà, in un
Fatte a mano. Alcune copertine delle raccolte di poesie firmate da Giustizieri
SI È FATTO CONOSCERE CON LIEVITÀ. IL TACCO HA PUBBLICATO DIVERSI SUOI INEDITI. ECCO L’ARTE DI UN POETA CHE TESSE SOGNI
nuovo “logos”, parolachiave con la quale ha sintetizzato le sue ultime performances. L’immagine simbolico-materica dei “dipinticollage”, impaginata nel modulo del quadrato, o la parola magnetica e vibrante, intessuta nello spazio della pagina, sono allo stesso tempo “oracolo e responso”, in una atemporale dimensione palpitante di vita. Poeta e artista, oltre che architetto e critico d’arte, docente di storia dell’arte e curatore di eventi culturali, ha cominciato il suo poliedrico percorso con una giovanile esperienza poetica: Fogli di vetro,1978. Sono state poi le esposizioni di pittura insieme alle promozioni artistico-culturali finalizzate alla valorizzazione dell’identità salentina ad impegnarlo maggiormente. Un percorso in progress,
sempre più fecondo di esiti comunicativi ed estetici, verso un “altrove” che annulli la solitudine della condizione umana. “Pittore luminosissimo”, così lo ha definito il poeta Ercole Ugo D’Andrea, che ne ha apprezzato non solo la produzione artistica, scegliendo alcuni suoi dipinti fin dalle prime mostre, ma anche quella poetica: “Una poesia inavvertitamente analogica, semplice, ma non ingenua”. Proprio grazie all’interesse che hanno suscitato i suoi testi e ai numerosi riconoscimenti della critica, le sue poesie saranno quanto prima raccolte e pubblicate in un volume da Sismondi editore.
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//L’intervista //Amministrative in vista //Casarano ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
VENUTI, conto alla ROVESCIA di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
itengo che le primarie non siano l’unico strumento per individuare il candidato-sindaco”. Il dilemma che da mesi ossessiona il Partito Democratico casaranese (primarie si, primarie no) non è un problema per Remigio Venuti, il suo uomo più rappresentativo. Nella doppia veste di sindaco e responsabile del più grande partito cittadino,Venuti è senza dubbio l’esponente politico che più di ogni altro in questa città può dire l’ultima parola sulle modalità di scelta per il prossimo inquilino di Palazzo dei Domenicani e anche per le eventuali alleanze del suo partito.
“R
Il Partito Democratico dovrà scegliere il candidato sindaco della coalizione di centro-sinistra. All’interno, però, il partito sembra diviso: chi vuole le primarie, considerate uno strumento ideale di democrazia; chi, invece, le considera pericolose perché potrebbe generare divisioni nel partito. Lei come la pensa? “Il Pd ha avviato al suo interno una riflessione sulle modalità per giungere a definire le alleanze e il candidato. Personalmente ritengo che, pur essendo il Pd il partito più forte della città, deve essere l’alleanza di centrosinistra a definire un proprio programma di governo della città e quindi anche il candidato alla carica di sindaco. Il Pd ha sicuramente al suo interno una ricchezza di figure che possono legittimamente rappresentare la coalizione e quindi possono legittimamente essere candidati. Queste figure, però, si devono mettere a disposizione della coalizione che deciderà collegialmente il candidato sindaco. Da questo punto di vista ritengo che le primarie non siano l’unico strumento per giungere all’individuazione del candidato”. E quale può essere un modo alternativo? “Se le forze politiche della coalizione, dopo un dibattito al loro interno, giungono collegialmente ad una sintesi è superfluo andare alle primarie”.
NON POTRÀ PIÙ CORRERE PER LA CARICA DI PRIMO CITTADINO. DOPO DUE MANDATI REMIGIO VENUTI LASCIA MA NON ABBANDONA. LO ABBIAMO INCONTRATO PER CONOSCERE PROSPETTIVE E PROGRAMMI, PRIMA DELLE PRIMARIE. SE CI SARANNO Per quanto riguarda le alleanze, con quali forze il Pd è disposto a coalizzarsi? “Credo che tutte le forze politiche, dal centro alla sinistra, che si riconoscono intorno ad un programma di governo della città condiviso possano costituire una coalizione di governo”. Per sinistra intende Rifondazione Comunista? “Certo. Se si riconosce intorno ad un programma condiviso”. E lei pensa che sia praticabile un’alleanza con Prc alla luce delle ultime posizioni di questo partito di netta contrapposizione nei confronti del Pd e della sua amministrazione? “E’ chiaro che la condizione di partenza non può essere astiosa, rancorosa, priva di valide argomentazioni. Capisco che una forza politica, che alle ultime elezioni politiche ha preso solo 170 voti, per farsi sentire deve assumere questo atteggiamento. Ma, secondo me, è un atteggiamento sbagliato che non è proprio di una forza che vuole svolgere
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5314
un’azione di governo nella nostra città”. E’ possibile un accordo anche con l’Udc e con le civiche di centro presenti in Consiglio Comunale? “In questi anni queste forze hanno manifestato con noi un confronto di merito su varie questioni. Basta ricordare la più recente, ossia la vicenda dell’importante insediamento di un centro di ricerca per la produzione di radio-farmaci nella nostra città, sulla quale abbiamo osservato le posizioni di Francesco Ferrari e di Francesco Capezza che erano completamente differenti rispetto a quelle di Rifondazione Comunista. Cercheremo forme di intesa con queste forze; sempre, ovviamente, sulla base di un programma di governo condiviso”. Ivan De Masi, vice presidente del Gruppo Italgest, ha fatto intendere che sarebbe pronto a candidarsi alla carica di sindaco e, pare, per il centro-sinistra. Lei che cosa ne pensa? “Considero positivo il fatto che un imprenditore molto importante si metta a
Le primarie? “Non sono l’unico strumento per individuare un candidato”. La coalizione? “Dall’Udc a Rifondazione. Con un programma condiviso”. Area sistema? “Da statuto il presidente può essere un rappresentante del Comune di Casarano” il tacco d’Italia
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disposizione della città. Ritengo sbagliata la forma con cui è emersa, perché una candidatura deve essere espressione di una scelta condivisa». Ma De Masi sindaco di Casarano non sarebbe anche un bel caso di conflitto di interessi? “Fino ad oggi, gli interessi aziendali del Gruppo Italgest si sono sviluppati fuori della nostra città. Magari altri imprenditori del livello dei De Masi decidessero di investire a Casarano”! Veramente, Italgest ha fatto richiesta di realizzare a Casarano un impianto a biomasse. “Ed infatti io ho precisato “fino ad oggi”. Ovviamente, se dovessero maturare scelte che riguardano gli interessi di un’azienda bisognerebbe avere la capacità di valutarli e di deciderli sulla base esclusivamente del merito e al di fuori di ogni condizionamento”. E’ vero che esiste un’asse Venuti-De Masi? “Io sono amico di Ivan e Paride De Masi, da tempo”. Lei è alla fine del suo mandato. Una delle sua creature è stata la società consortile “Area Sistema e Comuni Associati” che si è rivelata un ottimo strumento per intercettare fondi pubblici. Lasciato il ruolo di sindaco, sarà sempre lei a gestire il consorzio? “Area Sistema è nata su input dell’Amministrazione comunale di Casarano e del suo sindaco ed ha registrato un crescendo di interesse da parte degli altri comuni. Oggi siamo in 19. E’ una realtà importante
Siamo quasi alla fine anche del Pit9, il grande progetto per il sostegno al manifatturiero del Basso Salento. L’obiettivo base del progetto è stato raggiunto? “Gli obiettivi sono più di uno e il programma di sviluppo li sta raggiungendo. Abbiamo raggiunto l’obiettivo delle aziende che puntavano all’innalzamento della qualità dei loro prodotti e li sosteniamo favorendo l’introduzione di innovazione tecnologica e l’attività di ricerca. L’abbiamo fatto sostenendo gli sforzi
“Il Pit9 non è stato solo sostegno al manifatturiero ma all’intero sistema delle imprese: infrastrutture primarie nelle zone industriali; un centro intermodale a Melissano; finanziamenti per 15 nuovi insediamenti con un elevato grado di innovazione tecnologica” che ha visto realizzare azioni in vari ambiti ed ha avuto un rilevante ruolo di supporto e di sostegno nei confronti dei comuni associati. Per me ha poca importanza chi la gestirà, ma è più importante il fatto che venga conservato questo spirito di sistema. Vorrei ricordare che per statuto la presidenza della società consortile và ad un rappresentante del Comune di Casarano”.
di internazionalizzazione delle nostre imprese, portandole in Russia e negli Stati Uniti, e favorendo i contatti con importanti buyer di questi paesi. Abbiamo infrastrutturato aree industriali che avevano bisogno dei servizi base, come acqua, fogna, illuminazione pubblica eccetera. Stiamo realizzando a Melissano un importante centro intermodale che và nella direzione di favorire il trasporto
delle merci, abbassandone anche i costi. Siamo intervenuti all’interno del riposizionamento del Tac del Basso Salento, aiutando i comuni a lavorare meglio ed intervenendo nella ricerca della qualità e sulla diversificazione produttiva. Ben 15 nuove aziende, ad alto contenuto tecnologico e di ricerca, stanno investendo nel nostro territorio grazie ai fondi Pia, coinvolgendo nel processo produttivo professionalità altamente qualificate. Insomma, con il Pit9 abbiamo dato l’esempio di come sia possibile costruire un nuovo modello di sviluppo”. Nell’aprile scorso è stato firmato un Accordo di Programma per la ricollocazione di 450 unità lavorative provenienti dal settore calzaturiero. In particolare, era interessante l’ipotesi di investimento nel nostro territorio delle aziende calzaturiere del Veneto. Da allora, ossia da circa sei mesi, non si sa più nulla. Lei ha notizie in merito? “L’accordo è stato siglato tra la Provincia di Lecce, la Regione e il Governo, grazie al programma di sviluppo del Pit9. Ora bisogna incalzare il Governo e far rispettare i contenuti di quell’accordo, visto che i soggetti privati sono pronti all’investimento. Vorrei sottolineare l’interesse delle aziende della valle del Brenta, spinti anche dall’esperienza di chi da anni già opera a Casarano, provenendo dalla riviera del Brenta. Questo sta ad indicare che in questo territorio è possibile continuare ad investire nei prodotti del sistema moda”. E’ stato spesso accusato di non aver solidarizzato con gli operai della Filanto. E’ così? “Quando ero a Roma ai tavoli di concertazione a mediare con i sindacati, dove erano i dirigenti di Rifondazione? Quando ero seduto al tavolo provinciale per scongiurare i licenziamenti, loro dov’erano? Quando anche sulla base dell’esperienza maturata in ambito del Pit9, abbiamo dato il nostro contributo per redigere l’Accordo di programma, dove erano? Io sono stato vicino ai lavoratori e alle loro famiglie concretamente, come sindaco e come persona, dando un esempio concreto di come le questioni possano e debbano essere affrontare con un’azione di sistema. Ho tracciato un modello di sviluppo che pone la nostra città in una posizione centrale rispetto all’intero Salento”.
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// Un mese in una pagina // QUESTIONE DI LOOK Povero capitano Carlo Benincasa! Pensava che il Sisri fosse un carrozzone e si è ritrovato su una bagnarola. Fa acqua da tutte le parti. Una vita all’opposizione a Lecce per approdare alla sua prima presidenza: quella del consorzio SISRI, quasi affondato dopo sei anni di commissariamento straordinario (che di straordinario ha avuto solo l’aumento del debito). Dopo un anno di tempesta, Benincasa ha operato dolorosi tagli e ridotto i costi (ad esempio: lo stipendio del direttore generale passato da 7500 a 3000 euro). Ma per uscire dalle secche urge una brusca virata: costringere Enti e imprese socie a pagare le vecchie quote, saldare parte dei mostruosi debiti che si accumulano, incrementare le entrate, ad esempio liberandosi degli affitti di comodo graziosamente concessi dalle gestioni precedenti ad aziende compiacenti che pagano pigioni manco fossero allo Iacp. Talmente tanti sono gli abusi che si sono consolidati che è comunque prudente tenere pronta una scialuppa di salvataggio.
IPSE DIXIT // Prepotenze “Alcuni sindacati non possono continuare a ritenere prioritarie le loro esigenze e a voler imporre a chi ha il diritto di scelta il loro punto di vista. Quando poi non li si accontenta si diventa automaticamente autoritari”. Domenico Laforgia, rettore Università del Salento Nuovo Quotidiano di Puglia, p.16, 3 settembre 2008 // Previsioni “Loredana Capone è l’eterna candidata ma poi le fanno fare sempre l’eterna seconda”. Paolo Perrone, sindaco di Lecce Corriere del Mezzogiorno, p.11, 4 settembre 2008 //Scarica barile “Non avrei mai voluto esercitare il potere di revoca ma è lui, Pendinelli, che mi ha messo con le spalle al muro”. Giovanni Pellegrino, presidente Provincia di Lecce Nuovo Quotidiano di Puglia, p.15, 19 settembre 2008 // Avanti popolo “Avanti tutta con Giovanni Pellegrino”. Vittorio Potì, leader provinciale Socialisti autonomi Nuovo Quotidiano di Puglia, p.13, 23 settembre 2008 // Orecchi da mercante “Noi avevamo messo a disposizione i terreni dando alla Camera di commercio il diritto di prelazione per alcuni mesi. Ma non è successo niente, il tempo è scaduto e noi abbiamo sollecitato, finora invano, la Camera di commercio”. Carlo Benincasa, presidente Sisri Nuovo Quotidiano di Puglia, p.8, 25 settembre 2008
SE NE PARLA SE NE PARLA SE NE PARLA Lecce prima della classe Anno nuovo, problemi risolti? Si occuperà di alloggi, di spazi e strutture per lo studio, di interventi nel campo della cultura, di servizi per studenti disabili e di accoglienza per studenti stranieri. E’ lo Student center che, tra poche settimane, opererà a Lecce, negli spazi delle Officine Cantelmo. Il progetto messo a punto da Comune ed Università, grazie ad un bando promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dall’Anci, ha un importo di 400mila euro (200mila euro da fondi nazionali e 200mila euro di cofinanziamento Comune-Ateneo). La struttura, che sarà gestita da “Lecce città universitaria”, una cooperativa di studenti ed ex studenti, si porrà come interfaccia permanente tra Comune ed Ateneo ed avrà il compito di rispondere alle principali esigenze dei giovani universitari.
Casa ecologica. Boom di iscritti al concorso E’ stato un autentico successo. La prima edizione del concorso di idee “Progetto di casa per i paesi del Mediterraneo”, ideato dal portale Edilpro.it e dal Consorzio Salento Congressuale, ha registrato un totale di 106 iscritti tra ingegneri ed architetti di tutta Italia. Merito certamente del tema del concorso (la progettazione di un’abitazione per cinque persone concepita con criteri di risparmio energetico), ma anche del premio in palio: la possibilità per il vincitore di vedere realizzata la propria idea progettuale in un lotto messo a disposizione dal Comune di Leverano. La premiazione dei vincitori avverrà nel contesto della fiera Edilpro che avrà luogo a Galatina nelle tre giornate dal 7 al 9 novembre. In quell’occasione verranno anche esposti i migliori progetti pervenuti.
COME È ANDATA A FINIRE L’ospedale Vito Fazzi di Lecce
Sangue placentare. Due centri di raccolta in Salento
Un primo passo importante la Regione Puglia lo aveva compiuto alcuni mesi fa, istituendo, a San Giovanni Rotondo, la prima Banca regionale per la raccolta del sangue placentare. E lo scorso settembre Via Capruzzi ha percorso un nuovo step altrettanto importante, dando l’ok definitivo al progetto “Rete regionale per il prelievo e la raccolta del sangue placentare”. In Salento sono stati previsti due centri di raccolta, presso gli ospedali “Vito Fazzi” di Lecce e “Cardinale Panico” di Tricase. Alessia Ferreri, presidente del comitato “Un cordone per la vita”, che si batte da anni per la sensibilizzazione di istituzioni e cittadini, ha promesso che vigilerà sui tempi di messa in atto e messa a regime di tali centri. Anche il Tacco lo farà, fornendo con piacere ai lettori ogni aggiornamento su un argomento che ci sta a cuore (vedi Tacco d’Italia n. 41 settembre 2007).
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//Controcanto
di LOREDANA DI CUONZO*
UNA SERRA ABBANDONATA NON PUÒ PRODURRE ALBERI LA SCUOLA È INVECCHIATA E NON C’È UNA SERIA POLITICA DI INVESTIMENTO SUL SUO FUTURO. CHE COINCIDE CON IL FUTURO DEL PAESE. E’ COME METTER A DIMORA GERMOGLI E NON DAR LORO ACQUA. CRESCE CHI HA FORTUNA
C
Che il Paese sia in crisi si sa, ma un elemento che avrebbe dovuto far scattare l’allarme è sotto gli occhi di tutti da tempo. La scuola. Nessuno ha voluto cogliere o ha finto di farlo che se non riparte questo motore silenzioso che fornisce la capacità prima del saper pensare e, dunque, agire, il nostro Paese è destinato ad un lento, inesorabile declino. Da più parti si predica che è necessario trovare il punto di ripartenza per questa nostra Italia, tutti sostengono che è necessario investire in ricerca, da più parti si afferma che dobbiamo ritrovare la “competitività” e nessuno si impegna a chiedersi dove nascano, dove possano essere coltivati i pre-requisiti per “costruire” ricercatori in grado di lavorare alla innovazione per essere competitivi. Lo si fa in un posto dove si “impara a leggere, scrivere e far di conto”, come l’antico libro “Cuore” recitava. Dopo la disastrosa indagine Ocse Pisa finalmente qualcuno si è accorto che è indispensabile imparare ad imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire ed interpretare l’informazione. Sono queste le otto competenze chiave da declinarsi nei quattro assi, dei linguaggi - che prevede la padronanza della lingua italiana e, dunque, la capacità di leggere e interpretare testi scritti di vario tipo-, della matematica – che prevede la capacità di analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico -, della scienza e della tecnologia, - che riguarda metodi, concetti e atteggiamenti indispensabili per porsi domande, osservare e comprendere il mondo naturale e quello delle attività umane e contribuire al loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della persona-, e storico sociale - che riguarda la capacità di percepire
CHI HA FIRMATO CONTROCANTO
Vincenzo Magistà Direttore “TgNorba”
gli eventi storici a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della partecipazione responsabile alla vita sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e dell’integrazione. Guardiamoli i nostri ragazzi nelle aule scolastiche riaperte da poco. Stanchi, demotivati, disinteressati rispetto ad una scuola che offre nella maggioranza dei casi strutture inadeguate, un corpo docente inevitabilmente stanco e demotivato anch’esso, una dirigenza talvolta attenta, talvolta rassegnata al “di più non posso fare”. Una seria politica sulla scuola significherebbe una seria politica di investimento nel futuro del Paese. E questa non si fa solo con il ritorno al maestro unico o con i tagli a mannaia, con la dispensa di risicate risorse, poiché ci si riempie la bocca della parolona “autonomia”. Sarebbe indispensabile una riprogrammazione, una riforma dei curricula, di un ripensamento generale di tutto il mondo scuola. E’ qui che vengono messe a dimora le piantine che domani saranno gli alberi delle foreste. Noi abbiamo una serra abbandonata, dove un operoso popolo di contadini, inventa ogni giorno un percorso di ricerca dell’acqua. Una serra dove cresce solo chi ha semplicemente più fortuna, perché trova una scuola meglio attrezzata, un gruppo di docenti più motivato, ed ha un ambiente familiare più attento ai bisogni della formazione. Non vuol essere questa riflessione la solita lagna di inizio anno. E’ l’ennesima presa d’atto. Cambiano i tempi, cambiano i governi, cambiano i ministri. Il risultato non ci sembra essere mutato. La scuola è tristemente invecchiata, si è detto che deve correre con l’Europa, unico supporto “fornito”: la buona volontà di chi già ci lavora. Un supporto auto-prodotto. Ma non potrà durare per sempre. *giornalista pubblicista dirigente scolastico Istituto d’arte “G. Toma”, Galatina-Nardò
Rosanna Metrangolo Caporedattore “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Marco Renna “Studio 100 Lecce”
Mimmo Pavone Direttore responsabile “Il Paese nuovo”
Vincenzo Maruccio Giornalista “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Tonio Tondo Inviato “La Gazzetta del Mezzogiorno”
Roberto Guido Direttore “quiSalento”
Lino De Matteis caposervizio “Nuovo Quotidiano di Puglia”, vicepresidente regionale Assostampa
Renato Moro capocronista “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Gabriella Della Monaca coordinatore TG NORBA GRANDE SALENTO
Luisa Ruggio redattrice Canale8, scrittrice
Walter Baldacconi direttore responsabile Tg Studio 100
Paola Ancora Addetta stampa Ministero delle Politiche agricole
Michele Mauri Direttore editoriale L’ATV
Antonio Silvestri addetto stampa Inps Lecce
Dionisio Ciccarese Presidente homepage Group, società di consulenza di comunicazione strategica ed editrice di grandi giornali e siti internet
Nunzio Pacella addetto stampa Apt di Lecce
INDOVINA CHI È
“Bestiario pubblico. Ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”
il tacco d’Italia
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TACCO N. 51 (2)
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