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“Armonizziamo i tempi della politica con la volontà degli elettori” Nell’imminenza del voto per le politiche, il cavalier Vincenzo Barba, consigliere regionale e candidato al Senato della Repubblica nelle liste di Forza Italia, rivendica con forza l’azione riformatrice del Governo Berlusconi e lancia un’idea importante: unificare le votazioni a livello nazionale e a livello amministrativo per evitare una campagna elettorale continua.
Presidente Barba la ritroviamo ancora una volta impegnato in una campagna elettorale. La terza in un anno e mezzo. È diventato un politico di professione? “Assolutamente no! Certo, noto anche io che i tempi della politica sono cambiati. Prima c’erano dei cicli che duravano tre, quattro, cinque anni, e la gente giudicava la politica ed i politici per quello che avevano fatto o non fatto in quello spazio temporale. Adesso, invece, si è in campagna elettorale continua. Un anno si vota per le comunali. L’anno successivo per le provinciali. L’anno dopo per le regionali. Infine per le politiche. Senza dimenticare il passaggio sempre più importante delle elezioni europee. E vuole sapere qual è il problema”? Dica cavaliere… “Il problema è che ogni votazione ha delle ripercussioni sugli equilibri politici nazionali. Ciò significa che il riverbero di ogni tornata elettorale provoca degli scossoni in tutte le fasi della politica. Ma c’è di più: essendo perennemente in campagna elettorale non c’è spazio per i programmi, non c’è spazio per i progetti, non c’è spazio per l’organizzazione. Si vive alla giornata tra demagogia e improvvisazione. E a me ciò non va proprio…” Cosa propone allora? “Innanzitutto armonizzerei i tempi delle elezioni ed i sistemi elettorali.
Bisognerebbe votare in una circostanza unica per il rinnovo di tutti gli organi istituzionali, da quelli centrali a quelli periferici, passando anche per quelli sovranazionali. Bisognerebbe avere sistemi elettorali similari in grado di garantire, al contempo, governabilità e rappresentanza. E poi bisognerebbe lasciare la parola al popolo per ascoltare il suo giudizio su un intero ciclo politico”. Poco fa ha parlato di sistemi elettorali. Come giudica la nuova legge con cui si andrà al voto? “Trovo la nuova legge elettorale una buona legge elettorale. Essa infatti unisce la rappresentatività, propria dell’impianto proporzionale, con il premio di maggioranza che garantisce un’adeguata governabilità. Certo, ogni legge elettorale è sempre perfettibile ed anche a questa manca qualcosa”. A che cosa fa riferimento, consigliere? “Faccio riferimento alla preferenza. A questa legge elettorale manca soltanto la preferenza. Essa, infatti, unisce il candidato al suo territorio, lo lega ad esso in un rapporto diretto che avvicina la politica alla gente. Avremo modo e tempo di migliorare anche questa legge”. Presidente, così siamo abituati tutti a chiamarla “E di certo non mi dispiace…”
Dicevo: sta per concludersi questa intervista e ancora non abbiamo parlato delle imminenti elezioni. Innanzitutto, ci dica, lei che si sta candidando nelle liste di Forza Italia, il partito del premier: è contento di quanto ha fatto finora il Governo Berlusconi? “Quando si fanno i bilanci consuntivi ci si rende conto che si sarebbe potuto fare di più. In realtà, poi, bisogna fare i conti con le contingenze dell’economia, della società e della politica. Ciò premesso l’azione del Governo Berlusconi si staglia all’orizzonte politico per le innumerevoli riforme portate a termine, dal mondo del lavoro al mondo della ricerca e della formazione, dalla tutela dei più deboli e dei più poveri alla salvaguardia del territorio ed al suo rilancio attraverso una colossale costruzione di opere pubbliche. Certamente la sinistra non avrebbe saputo e potuto fare di più. Adesso chiediamo soltanto un supplemento di fiducia per portare a termine il progetto di rinnovamento e di ammodernamento del Paese. Sono certo che i cittadini il 9 e 0 aprile sapranno premiare la nostra sensibilità e la nostra serietà”.
Messaggio elettorale autogestito a pagamento Committente responsabile: Alessandro Buccarella
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EDITORIALE
Intimidazioni e atti vandalici al “Tacco d’Italia”: poco da dire e molto da fare
zx di Maria Luisa Mastrogiovanni
I giornalisti del Tacco negli ultimi quattro mesi sono stati oggetto di minacce e intimidazioni. Ignoti hanno tagliato (per due volte), i pneumatici (tutti) delle auto (due) di famiglia di un giornalista del mensile e distrutto con un oggetto contundente il parabrezza. Telefonate anonime e minacciose sono giunte in redazione, “consigliandoci” di smetterla con le inchieste e chiedendoci: “Che cosa credete di fare”? Nella notte del 3 marzo hanno distrutto la porta antieffrazione della redazione, pur sapendo che all’interno non vi sono che “carte”. Casualmente tutto questo è avvenuto sempre nei primi giorni di ogni mese, subito dopo l’uscita in edicola del nostro giornale. I giornalisti del “Tacco” continueranno a svolgere il proprio lavoro con l’onestà intellettuale e la professionalità di sempre. Questi atti mafiosi non fermeranno il nostro impegno, “al servizio” dei cittadini. Ringraziamo i colleghi, l’Assostampa, l’Anso, le Istituzioni, i lettori che hanno manifestato tutta la loro solidarietà.
// Le lettere Il Consiglio Direttivo dell’Associazione della Stampa di Puglia DENUNCIA Il pericoloso incalzare delle intimidazioni malavitose nei confronti dei giornalisti. Dopo gli episodi di Barletta (un proiettile recapitato ad un collega della “Gazzetta del Mezzogiorno”), l’incendio di due auto di un altro collega a Bari e l’attentato contro un ripetitore di Telenorba nel Brindisino si è registrato un nuovo episodio a Casarano (Lecce) ai danni di un periodico locale: “Il Tacco d’Italia”. Ignoti, dopo aver tagliato le gomme all’auto di un collega hanno prima fatto telefonate minacciose e poi tentato un’irruzione all’interno della Redazione. Il Consiglio direttivo dell’Assostampa di Puglia ritiene gravissimi questi episodi e, nel mentre invita le istituzioni interessate a tenere alta la guardia, ribadisce la convinta determinazione dei giornalisti pugliesi a proseguire nel loro tradizionale impegno professionale. Nessuna intimidazione malavitosa potrà tappare la bocca ai nostri colleghi che continueranno a raccontare le loro verità a lettori e ascoltatori, certi di compiere fino in fondo il loro dovere professionale. L’ufficio di presidenza dell’Assostampa solleciterà nei prossimi giorni incontri con i Questori di Bari, Brindisi e Lecce. “Massima vigilanza e tutela per i colleghi del Tacco d’Italia” viene chiesta da Massimo Melillo, responsabile provinciale nel Salento dell’Assostampa pugliese, che nel denunciare “l’ennesimo episodio di intimidazioni”, ribadisce “la piena solidarietà dei giornalisti salentini e l’impegno del sindacato in difesa della libertà di stampa contro chiunque cerchi di soffocarla con attentati e minacce”. Massimo Melillo responsabile provinciale di Lecce dell’Associazione della stampa di Puglia L’Associazione Nazionale della Stampa Online (ANSO) esprime al collega e alla redazione de “Il Tacco d’Italia” la piena solidarietà e la condanna più ferma di ogni episodio di
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questo genere. Allo stesso tempo l’ANSO chiede alle Forze dell’ordine e alle Istituzioni preposte una maggiore vigilanza che possa restituire, a tutti i colleghi e a tutte le testate finora colpite, la serenità necessaria per un lavoro tranquillo e libero da condizionamenti.La stessa solidarietà e gli stessi auspici sono stati espressi da tutti i quotidiani di Puglia aderenti all’ANSO. ANSO PUGLIA L’intimidazione con metodi criminali nei confronti di giornali e giornalisti è un sintomo pericoloso per la libertà d’informazione e la democrazia nella nostra regione. La risposta più ferma dei giornalisti è quella di continuare a fare il proprio lavoro, ma ci vuole anche la piena solidarietà della categoria, della società civile e delle forze politiche democratiche. Il Cdr del Nuovo Quotidiano di Puglia Tutta la mia personale solidarietà per l’impegno che state profondendo per onorare la nostra professione, nella speranza che le forze dell’ordine possano esservi accanto per scoprire chi vorrebbe bruciarvi…le ali. Marcello Favale quipuglia.it ed io personalmente per primo intendo combattere questi “fenomeni innaturali, di non-democrazia” con la ferma denuncia degli episodi sul nostro Quotidiano Online e l’auspicio che il nobile lavoro quotidiano delle forze dell’ordine possa presto fermare gli autori degli atti e delle intimidazioni. Giovanni di Noi Direttore Responsabile Quotidiano Online di Informazione in Puglia quipuglia.it La nostra solidarietà ed il supporto professionale ai colleghi de “Il tacco d’Italia”. Marco Gasparrelli Vicedirettore settimanale “Cult time” Direttore Editoriale Culttime.it Ho scoperto un giornale coraggioso e fatto bene. Il mio incoraggiamento ad andare avanti e la disponibilità, per quel che può servire, ad ospitare le vostre inchieste sul mio blog. Con l’augurio che altri colleghi facciano altrettanto. Antonio Murzio - GENTE Esprimo tutta la mia solidarietà ai colleghi giornalisti de “Il Tacco d’Italia”. Leggendo la cronaca di questi atti sembra di essere tornati indietro negli anni; mi vengono in mente tanti brutti episodi di atti intimidatori da parte della criminalità orIl tacco d’Italia Il mensile del basso Salento
ganizzata avvenuti in Sicilia, in Campania, in Calabria, in Puglia ma anche nella grassa Emilia e nella Milano da bere… Mi occupavo di antimafia, anni fa, con l’associazione “Libera” fondata da don Luigi Ciotti, ho girato nelle scuole a raccontare la legalità, con Claudio Fava che raccontava dell’esperienza giornalistica dei “Siciliani”, con Piero Marrazzo che raccontava di suo padre Giò, condannato a morte dalla mafia, con il sindaco di Niscemi, vicino Caltanisetta, che dormiva nella scuola elementare per non farla distruggere dal clan locale… Non voglio esagerare… ma non bisogna mai abbassare la guardia! Per favore, Maria Luisa, direttrice de “Il Tacco d’Italia”, continua il tuo lavoro serio! Grazia Manni Telegraficamente, perchè è inutile perdersi in giri di parole: una solidarietà convinta e non corporativa a tutti i colleghi che, in ogni modo e in ogni luogo, nonostante le difficoltà, le intimidazioni ed il precariato, sono impegnati a fare informazione. Vincenzo D’Errico Inutile spendere troppe parole: massima solidarietà ai colleghi impegnati a fare informazione in contesti territoriali e sociali che si vanno facendo sempre più difficili per chi fa il giornalista. Gianni di Bari Le istituzioni culturali e l’Università devono reagire agli atti di intimidazione contro i giornalisti de “Il Tacco d’Italia”: in gioco non è soltanto la libertà e l’autonomia degli operatori dell’informazione, quanto piuttosto la minaccia ad uno dei tratti distintivi della nostra democrazia. Minacciare fisicamente chi lavora perchè l’opinione pubblica sia informata e consapevole, oppure creare nel Paese un clima ostile all’indipendenza dei giornali e dei giornalisti da ogni potere, significa una riduzione del tasso complessivo di libertà di cui ogni cittadino può godere. La solidarietà deve dunque accompagnarsi all’indignazione civile, ed alla mobilitazione di intellettuali tante volte distratti quando non sono - siamo - direttamente coinvolti. Luigi Spedicato, Università di Lecce Docente di Sociologia della Comunicazione-giornalista Apprendo mezzo stampa notizia atto delinquenziale a vostro carico. Auspico sollecito successo forze di polizia per assicurare a giustizia responsabili Senatore dottor Rosario Giorgio Costa Sottosegretario di Stato alla Difesa PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 347 4013649
Anno II - n. 24 - Aprile 2006 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004 DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Antonio Lupo, Laura Leuzzi, Antonella Coppola, Adolfo Maffei, Marco Sarcinella, Francesco Ria, Roberto Rocca, Marco Laggetta, Enzo Schiavano, Mirko Vitali FOTO: dove non segnalato, archivio de “Il Tacco d’Italia” REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano Tel./Fax: 0833 599238 - sms: 329 1276931 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info
Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705 IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA CARRA EDITRICE Zona Industriale - Casarano (Le) ABBONAMENTI: 15,00 e per 12 numeri c/c n. postale 54550132 intestato a Nerò Comunicazione Piazza Diaz, 5 - 73042 Casarano www.iltaccoditalia.info IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA IL 29 APRILE 2006
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LETTERE AL DIRETTORE La libertà d’informazione è un diritto irrinunciabile per la democrazia e chi attenta ad esso si pone al di fuori delle regole costituzionali. I gravi atti intimidatori nei confronti de “Il Tacco d’Italia” vanno condannati in modo fermo, per cui esprimo profonda solidarietà nei confronti della redazione e della direttrice, in modo particolare, e mi auguro che gli autori siano assicurati alla giustizia al più presto. Invito, infine, la redazione a continuare nella battaglia intrapresa, in nome della libertà d’informazione e della libertà di tutti, perché il Salento possa contare ancora sul servizio offerto dal periodico “Il Tacco d’Italia”. Un caro saluto alla direttrice e a tutti i collaboratori della testata. Giovanni Pellegrino Presidente Provincia di Lecce A nome personale e della Cisl della Provincia di Lecce, vi esprimiamo la più viva solidarietà per gli atti di intimidazione che vengono rivolti alla vostra redazione ed alla vostra testata. La Cisl è al fianco di quanti lavorano liberamente per dare notizie e informazioni democratiche Franco Surano Il segretario generale Il presidente, gli assessori, il gruppo consiliare, il direttivo e gli iscritti del coordinamento cittadino della Margherita, alla luce degli episodi di intimidazione ed intolleranza perpetrati ai danni della testata Il Tacco d’Italia, esprimono al direttore, ai giornalisti e a tutta la redazione la propria solidarietà ed assicurano che le istituzioni locali e provinciali si adopereranno affinché il livello di legalità e l’operato prezioso e delicato svolto dagli organi di informazione, possa essere sempre garantito libero da qualsiasi condizionamento nello spirito della nostra Costituzione repubblicana. Il presidente Claudio Casciaro Coordinamento Margherita Casarano Mi sia consentito esprimere tutta la solidarietà più vera e più sincera all’intera redazione del settimanale salentino “Il Tacco d’Italia”, voce limpida, trasparente e pulita del nostro giornalismo. Le minacce di cui quasi quotidianamente sono oggetto gli operatori della comunicazione del mensile in questione sono il significato più palese di un mondo di intendere la professione sempre e soltanto al servizio della gente, al servizio dei salentini. Un modo di fare giornalismo che guarda agli interessi del territorio e della sua crescita e che ha come obiettivo quello di informare i lettori utilizzando soltanto il filtro della trasparenza, senza indugiare a favori e a facili compromissioni. Mi auguro che vengano immediatamente smascherati gli autori di questi atti intimidatori, nella consapevolezza che un giornalismo sano come quello de “Il Tacco d’Italia” non potrà essere fermato da alcuna minaccia e da alcuna ritorsione. Chi nasce libero, continua ad essere libero. Sempre. Il vostro impegno sarà la nostra garanzia. E anche in questo momento difficile sappiate di contare sulla mia stima e sulla mia collaborazione. Buon lavoro di cuore! Vincenzo Barba Non si può che condannare simili atteggiamenti, soprattutto se rivolti contro un organo di informazione che sempre più spesso, con acutezza e attenzione alle dinamiche del territorio, svolge inchieste e approfondimenti su tutte le tematiche che riguardano da vicino la nostra provincia. Le continue minacce non possono che essere collegate all’attività del giornale e questo rende ancora più grave il tentativo di intimidazione. E’ necessario richiamare ancora una volta alla memoria il diritto costituzionale alla libertà di espressione, anche a mezzo stampa, sancito dall’articolo 21 della Costituzione italiana, che è alla base di un ordinamento statuario libero, democratico e civile. E’ doveroso mobilitare tutte le forze politiche, le associazioni, i movimenti e l’intera opinione pubblica affinché si stringano oggi attorno alla Redazione de Il Tacco d’Italia. Partito della Rifondazione Comunista La Segreteria Provinciale
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Non meravigliatevi di nulla, perchè “è così”, quando si toccano interessi e non si accettano i compromessi. Un abbraccio di solidarietà. Don Cesare
Sono preoccupato, spero che “il Tacco” non si faccia influenzare e continui la sua opera, soprattutto l’indagine al gruppo “Mixer Media” che tanto clamore ha procurato. Stefano Cortese
Ho saputo del vile gesto con il quale hanno voluto intimidire la redazione del Tacco: tutta la mia solidarietà. Angelo Minenna Comunisti Italiani Ugento
La mia piena solidarietà per gli atti di intimidazione che avete. Sono certo non interromperanno il vostro lavoro e il vostro impegno. Cosimo Fracasso
“Il Tacco d’Italia” pur nel breve periodo della sua presenza sullo scenario dell’informazione salentina, ha saputo caratterizzarsi effettuando un giornalismo di inchiesta, di chiaro impegno civile ed affrontando argomenti di primaria importanza per il territorio salentino quali i beni culturali e ambientali. Sono altri gli strumenti che devono essere utilizzati perché ognuno – legittimamente – sappia far valere le proprie ragioni, a meno che non si tratti di sporchi interessi per raggiungere i quali non rimane altro che ricorrere alle forme più squallide e meschine, quali – appunto – l’anonimato e le minacce. Marcello Seclì Italia Nostra – il presidente
Sappiate che nel mio piccolo e per quello che conta io sono con voi. Anche se un po’ troppo sinistroidi, siete comunque bravi e coraggiosi, continuate così. Antonio Aradeo- Tursi (Mt)
Abbiamo appreso la notizia degli atti vandalici cui sono stati oggetto. Vostri giornalisti. Urliamo forte la nostra indignazione!!! Gli agricoltori, la Cia Vi esprimono tutta la loro solidarietà; sono al Vostro fianco, per non far vincere la barbarie, per confermare il diritto alla libertà di stampa e di opinione. Continuate, con serenità, il Vostro prezioso lavoro. Noi siamo al Vostro fianco. Vito Murrone Presidente Cia Lecce La solidarietà non è mai troppa e la libertà è sempre più a rischio. E’ per questo che ho deciso di scrivervi. Cosa aggiungere? Niente più. So che non vi farete intimidire, così come molti di noi hanno già fatto nel più assordante silenzio. Daniela Eronia-Foggia
L’ultimo atto intimidatorio compiuto nei vostri confronti penso sia un gesto criminale teso a mettervi “il sasso in bocca”. Penso che l’ultimo numero del giornale sia la migliore risposta a questo atto intimidatorio. Per parte mia, mi sento vicino a voi più di prima nel vostro viaggio tra le persone, le vicende, i luoghi del nostro territorio. Al prossimo numero! Mario Turco capogruppo Ds consiglio comunale -Casarano Sincera solidarietà a seguito dell’episodio di intimidazione verso la sede del “nostro” Tacco d’Italia. Andate avanti per la Vostra strada. Continuate a creare un’informazione attenta e coraggiosa, certi dell’appoggio morale di quanti hanno a cuore le sorti del Salento e di Casarano. Mauro Romano e Valeria Pacella La solidarietà del Fondo Verri, al vostro prezioso lavoro! Mauro Marino Esprimo la mia solidarietà. Buon lavoro. Antonio Galloso
LO STRANIERO Controcorrente. E’ la risposta
Visti da fuori, con gli occhi di chi vede il Salento e i salentini per la prima volta. Con lo stupore e la meraviglia di un bambino. O di uno “straniero”, che ha deciso di fare tappa nell’estremo lembo d’Italia. Ricominciamo, con Guido Picchi, milanese e salentino da pochi mesi, a vederci, non solo a guardarci. Le sorprese, nel bene e nel male, non mancheranno.
zx di Guido Picchi
Salento: lu sole, lu mare e lu ientu. Io aggiungo: lu surrisu cuntentu. Qui lo spirito è diverso. Qui le tradizioni ancora esistono ed hanno valore perché le usate per quello che sono: eventi che favoriscono l’aggregazione sociale e lo scambio culturale tra generazioni oltre che occasioni per trovarsi insieme e conoscersi. Vedere che Tricase, come ogni altro paese, organizza il presepe vivente con la collaborazione di tutti, o almeno dei più, mi ha lasciato a bocca aperta. Col Carnevale vedo Casarano, e non solo, battersi per la sua ‘pazza settimana’. Mi rendo conto che non smetterò di stupirmi tanto presto, e questo mi riempie il cuore di gioia. Sono felice di aver scelto questa terra per ricominciare perché con voi è facile dialogare, perché esiste il ‘tessuto sociale’ e questo permette di esprimersi a tutti molto di più di quanto non succeda nell’impersonalità che aleggia nelle grandi città. Qui chi pensa in maniera ‘originale’, chi ha idee ‘strane’ è molto più accettato e trattato da pari. Esiste la consapevolezza che solo la comprensione e la tolleranza portano a una convivenza civile e soddisfacente per tutti. Forse sono troppo ottimista, forse, come leggo sul Nuovo Quotidiano ogni giorno, siete stufi e preferite diventare ‘moderni’ per essere veramente competitivi e non rimanere indietro nella corsa al successo. Forse mi sbaglio. Spero di no. Non odiatemi, io ‘vivo’ controcorrente (altrimenti non credo sarei qui), e credo di potervi esprimere il grande disagio che provano gli abitanti delle grandi metropoli dove non esistono più possibilità di aggregazione sociale. Se siete ‘indietro’ nei servizi e nelle innovazioni, siete ‘avanti’, o almeno avvantaggiati, sul sociale e sullo spirituale. La scommessa è investire in direzioni inaspettate per trovare soluzioni che non siano semplicementi ecocompatibili (vedi borgo Cardigliano) o ecosostenibili (vedi Lifegate) (vendono pezzi di foresta in sudamerica per purificare le emissioni generate in europa nda). Il futuro sarà un sistema sociale che funziona, la comunità come integrazione delle ‘anime’ con i servizi e non come sviluppo ad oltranza dello sfruttamento della natura. Che le tarantole tornino a mordere! RETTIFICA Si precisa che nell’articolo “Il delfino del Salento” è stato erroneamente riportato il record della campionessa Valentina Longo. Il record è di 1’ e 87 centesimi di secondo.
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INCHIESTA
z LE MANI SULL’INFORMAZIONE
Pagliaro: l’impero virtuale/2 QUELLO CHE È SUCCESSO DOPO LA CITAZIONE DA 260MILA EURO
La copertina del numero di dicembre del Tacco d’Italia
’inchiesta sulle attività imprenditoriali dell’editore Paolo Pagliaro è finita. O meglio: prosegue alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, e ad approfondire non sarà una giornalista che vuole fare bene il suo mestiere ma un pm, con tutti i mezzi d’indagine che la legge gli assegna. Si farà, dunque, luce su tutti i punti sui quali abbiamo costruito la prima puntata del servizio “Pagliaro: l’impero virtuale”, uscito nel dicembre scorso. Punti che, a loro volta, hanno costituito oggetto di una pesantissima citazione civile ai nostri danni, assunta da questo signore. Tutto quello che abbiamo scritto è vero: nella citazione non c’è un solo passaggio di una certa sostanza che ne smentisca la veridicità. Eppure la citazione c’è stata. A questo punto l’iniziativa l’abbiamo presa noi ed abbiamo chiesto alla Procura di verificare nella sostanza quanto pubblicato. Il diritto-dovere di informare impedisce a un giornalista di tenere sotto silenzio notizie di interesse pubblico, come hanno fatto altri organi d’informazione, ad eccezione della Gazzetta del Mezzogiorno, che hanno dimostrato una prudenza verso il personaggio Pagliaro degna di miglior causa. Il Tacco d’Italia raccoglie notizie, le verifica e le stampa. Così: se il pm Tramis mette i sigilli a pezzi di Tele-
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Rama e RadioRama per presunta truffa con la 488, questa è una notizia importante per il Salento, soprattutto se coinvolge un editore che ha oggettivamente un grande potere. Analogamente, se Pagliaro ci cita per danni non solo ne diamo notizia, ma cerchiamo di smontare punto per punto ciò che nel corposo atto giudiziario a nostro carico è definito “falso”, “caricaturale”, “offensivo”, “diffamante”, “aggressivo” eccetera. Nel ripercorrere, sempre a beneficio del lettore, questi passaggi, ottemperiamo pure all’impegno di render edotti coloro i quali si fossero persa la prima puntata dell’inchiesta sull’ “Impero virtuale”. Non smetteremo di sottolineare ancora una volta il tentativo di minacciare l’esercizio legittimo del diritto-dovere a fare informazione che questa persona (peraltro un editore!) ha oggettivamente messo in atto contro questo piccolo mensile salentino: la citazione per danni è un’infamità che tende oggettivamente ad intimidire la libertà di stampa. Ed è questo il primo concetto che abbiamo svolto nell’esposto che abbiamo inviato alla Procura. Nella sintesi-sommario della nostra inchiesta, elencammo, a mo’ di compendio didascalico, tutto ciò che sarebbe stato sviluppato nelle pagine successive. Niente viene smentito dagli avvocati di Pagliaro: 1) i direttori “visibili”, Gabriella Della Monaca e Giuseppe Vernaleone, non sono responsabili davanti alla legge perché ad essi non è attribuita la responsabilità della direzione; 2) un’emittente (RTS) non esiste in base alle norme (leggerete, più avanti, che neanche TR News, come si chiama da alcuni anni la testata giornalistica di TeleRama, era in regola) e la proprietà stessa è messa in discussione in una causa civile; 3) la Cooperativa che raggruppa giornalisti e dipendenti è direttamente controllata, tramite la nomina dei vertici, dall’editore-cliente (anche in questo caso, come vedremo, qualcosa radicalmente e frettolosamente è cambiato) che decide tutto; 4) i locali dove c’era RTS, che dopo l’uscita dell’inchiesta ha traslocato, sono oggetto di una vera e propria istruttoria da parte di autorità ispettive, come Vigili del fuoco e Asl, nonché di verifica dagli organismi di controllo comunali che stabiliranno la correttezza di quanto una ricognizione del novembre scorso ha già certificato
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INCHIESTA
LE MANI SULL’INFORMAZIONEz come irregolare; 5) le società del cosiddetto Gruppo Mixer Media Management sono riconducibili ad un unico soggetto, il Pagliaro. Il Tacco pubblicò poi (ed evidenziò con un titolo), insieme a numerose altre, la lettera del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, il quale ribadiva che RTS, se non regolarmente depositata in Tribunale, era da ritenersi a tutti gli effetti “clandestina”. Ma il piccolo Tacco d’Italia ha prodotto almeno due effetti positivi sul piano della legalità. Primo: Pagliaro si è precipitato a tentare di mettere in regola RTS, iscrivendola, dal 10 gennaio scorso, nel registro della stampa presso la presidenza del Tribunale di Lecce. E, giacché c’era, ha fatto registrare anche “TR News”, l’ammiraglia, anch’essa evidentemente non in regola. Sarà valutato da chi di dovere se, come scrivono gli avvocati di Pagliaro, questa/e emittente/i ha/hanno operato “in conformità della disciplina di settore”, essendo venialmente responsabile/i “solo per il ritardato aggiornamento della denominazione, che è aspetto ben diverso dalla clandestinità”. Secondo: con altrettanta sollecitudine l’editore ha provveduto a mettere in regola molti giornalisti: ci risulta che siano più di 20 tra giornalisti e tecnici che dal primo gennaio ha “inquadrato” con un regolare contratto di lavoro Aeranti-Corallo, che regola i rapporti professionali dei colleghi delle televisioni private. Lo stesso farà, gira voce, con i colleghi che lavorano per RTS, ora facenti capo alla Cooperativa C.C.C. Tutti potrebbero fargli comunque una poderosa vertenza (a meno di opportune “liberatorie richieste in cambio del contratto). Questo attiene alle facoltà delle persone. Potrebbe essere invece accertato dalla Guardia di Finanza a quanto ammonti il debito previdenziale che in tutti questi anni Pagliaro e le sue aziende d’informazione hanno accumulato verso tutti gli istituti di previdenza (Inpgi in primis), essendo noto a tutti che il mancato versamento contributivo dei lavoratori è un reato. Tale debito non si prescrive, neanche in presenza di sanatorie contrattuali individuali come quella posta in atto poche settimane fa verso alcuni colleghi. 488. Nell’atto di citazione contro il Tacco si obietta che, dal nostro articolo, “traspare una colpevolezza dell’indagato Pagliaro che non lascia spazio a dubbi”, laddove si cita il paragrafo che recita così: “Truffa in ambito 488. Per evitare il carcere Pagliaro ha restituito i soldi del finanziamento”. Ci limitiamo, giornalisticamente non giuridicamente, a ribadire il fatto che l’indagato per truffa abbia restituito un‘ingente somma di denaro per evitare il carcere. Riguardo al fatto che ”l’unica ancora di salvezza è costituita dalla prescrizione”, si tratta di un iter tecnico che si riscontra nei codici. E non ci meraviglieremo se Pagliaro, per evitare il processo, chiederà il patteggiamento della pena. La sola novità, rispetto alla prima puntata dell’inchiesta è che Pagliaro avrebbe raggiunto un “accordo transattivo” con il professionista Napolitano, relativamente alla prestazione di consulenza. Insomma, Napolitano ha fatto uno sconto a Pagliaro ed ha reso nulla l’ingiunzione davanti al Tribunale.
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Sorvoliamo sulle obiezioni relative alle locazioni, a causa del linguaggio burocratico e del poco appassionante argomento. E’ sicuro che nelle proprietà immobiliari dell’avvocato Chiarelli non c’è più nulla delle aziende di Pagliaro ed è sicuro, confermato anzi, che Pagliaro è anche destinatario di un processo penale per appropriazione indebita e danneggiamenti intentato dall’ex padrone di casa, mentre su tutte le eventuali illiceità ed abusi edilizi si pronuncerà, ancora una volta, chi di dovere. A conclusione di questa veloce carrellata, andiamo all’ultimo capitoletto trattato della nostra inchiesta, Cuore Amico. Anche in questo passaggio gli avvocati avrebbero potuto lamentare l’uso, da parte nostra, di “una modalità stilistica potenzialmente idonea a suscitare nel lettore il dubbio sulla condotta dell’attore”. Ci si domandava se fosse vero che Pagliaro incassa un mucchio di soldi senza il controllo dei “garanti”. Nell’articolo, avevamo dato atto della meritoria iniziativa solidaristica che tanto bene fa ad alcuni bambini salentini portatori di handicap; per completare l’inchiesta, però, avevamo domandato per fax al Comitato organizzatore lumi sulle cifre extra donazioni, quelle che erogano i partner-sponsor principali che affiancano in tutta la modulistica e sulle pubblicità il Gruppo Mixer Media Management, le cifre che i “garanti” non controllano. Lasciando capire con grande evidenza che il grande benefattore incassa cifre molto considerevoli sotto forma di pubblicità che la sua concessionaria “commissiona” alle sue stesse televisioni e a nessun’altra (a proposito: perché? visto che più si parla di Cuore Amico e più offerte di possono raccogliere?). Ed avevamo concluso con queste parole testuali: ”Insomma, caro Pagliaro, quel Cuore è Amico solo dei bambini con handicap o anche suo?”. La risposta al fax, tardiva, nonostante la semplicità dei quesiti, era giunta in tempo per la pubblicazione del numero successivo alla prima puntata dell’inchiesta, ma abbiamo ritenuto inopportuno pubblicarla per non dare, neppure lontanamente, l’impressione di voler coinvolgere i buoni sentimenti di tanta gente che aiuta l’iniziativa. I garanti nella lettera hanno precisato che “nemmeno un centesimo” di quanto donato è stato sottratto ai bambini, senza però chiarire, come avevamo chiesto, con quali e quanti soldi si finanziano le pubblicità e le spese organizzative (compreso il personale). Infine una segnalazione: nell’atto in cui ci chiede 260mila euro, Pagliaro inserisce come testimoni a suo favore diversi politici “di razza”, tra cui un sottosegretario, due consiglieri regionali, un segretario provinciale di partito. Ci chiediamo se questi personaggi pubblici siano a conoscenza di essere stati chiamati in causa da Pagliaro contro una giornalista e se questo non sia un ulteriore tentativo di intimidazione nei nostri confronti. Altro singolare testimone, è un dirigente del Corecom (l’organismo regionale che stila le graduatorie per l’assegnazione dei contributi ministeriali alle televisioni), in un cortocircuito in cui il “controllore” corre in soccorso al “controllato”. zx M.L. M.
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Chi ha un posto « in paradiso zx di Laura Leuzzi
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IL TACCO FA LE PULCI ALLE LISTE ELETTORALI
Ben 145 candidati salentini occupano le liste per Camera e Senato. Ma la stragrande maggioranza di questi sa già che non sarà mai eletta N. 24 Aprile 2006
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// I pochi “eletti” Già matematicamente sicuri di farcela ancor prima del fischio d’inizio della partita elettorale sono, per la Camera, Ugo Lisi (An), Raffaele Fitto (Forza Italia) e Teresa Bellanova (Ds); per il Senato, Alfredo Mantovano (An), Giorgio Rosario Costa (Forza Italia), Alberto Maritati (Ds), Luigi Pepe (Udeur) e Maria Rosaria Manieri (Rosa nel Pugno).
// Il gran rifiuto Fuori dalle liste Fabrizio Camilli (Movimento Autonomia), Francesco Chirilli, Gregorio Dell’Anna (entrambi di Forza Italia) e Antonio Rotundo (Ds). Il primo, imprenditore di Lecce, ha ritirato la candidatura “quando sul simbolo dalle lista – ha spiegato - è scomparsa la parola ‘Sud’ che caratterizzava il partito, mentre è rimasta inalterata la scritta Nord”. Chirilli, senatore magliese, e Dell’Anna, deputato neretino, invece, hanno fatto un passo indietro perchè collocati in posizioni non utili. Rotundo, parlamentare uscente dei Ds, si è invece fatto da parte senza negare il suo impegno per la coalizione.
// La sottile linea rosa
e n’è davvero per tutti i gusti. Dagli habitué del confronto elettorale alle più o meno timide new entry, che si affacciano per la prima volta alla politica di casa nostra. I candidati salentini in corsa alle prossime elezioni sono in tutto 145. Chi aspira a varcare la soglia di Palazzo Madama, chi quella di Montecitorio; chi né l’una né l’altra, perché matematicamente fuori dai giochi, ma gareggia lo stesso, “per spirito di partito”, come dichiara. Che l’impegno per il partito sia o meno la motivazione della presenza in lista, la stragrande maggioranza dei candidati non può che mettersi l’anima in pace e abbandonare ogni sogno di gloria; la nuova legge elettorale, basata sul criterio proporzionale, ha segnato, infatti, il destino di moltissimi, ancor prima che si cominciasse a fare sul serio; non occorrerà aspettare l’11 aprile per conoscere l’esito della tenzone. Della folta schiera di nomi, solo una quindicina gode di una posizione rasserenante in lista, che, per alcuni significa la certezza sin d’ora di sedere negli scranni parlamentari; per altri appena una speranza. Che, però, come si sa, è l’ultima a morire. Abbiamo passato al setaccio le liste elettorali per conoscere, uno per uno, i candidati salentini e presentarli in una maniera diversa dal N. 24 Aprile 2006 solito, procedendo per categorie.
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La componente rosa in corsa al Parlamento rimane bassa rispetto alla totalità dei candidati. Inoltre, è troppo spesso relegata in fondo alle liste, risultando, di fatto, esclusa dalla competizione più gustosa. Discorso valido per tante ma non per tutte. Porta alto il vessillo femminile in Parlamento la neretina Maria Rosaria Manieri, già senatrice per cinque legislature, che occupa una confortevole terza posizione con la Rosa nel Pugno per il Senato e si colloca tra i papabili di questa tornata elettorale. Docente universitaria, è stata membro di diverse Commissioni parlamentari, oltre che questore del Senato. Può dormire sonni tranquilli anche Teresa Bellanova, cegliese ma leccese d’adozione, con l’Unione alla Camera (8). Dirigente nazionale di Filtea-Cgil, ha lavorato nella Federbraccianti, nella segreteria della Camera del lavoro e in diverse sezioni della Cgil salentina, di cui è stata segretaria. Sonni agitati, ma non più di tanto, per Simonetta Licastro Scardino, (Forza Italia) imprenditrice leccese trapiantata a Roma. Già eletta al Senato in Lombardia, è stata membro di diverse Commissioni parlamentari; la sua undicesima posizione potrebbe esserle sufficiente per tornare vincente a Roma. Le altre donne in lista non occupano posti di rilievo. Forza Italia schiera Francesca Fersino (15 per il Senato), impiegata in banca, già assessora e oggi coordinatrice di partito a Casarano. Due salentine per An: Simona Manca  il tacco d?Italia 9
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(26 alla Camera) e Tonina Soe segretaria del circolo Le donne salentine in lista restano Lecce lidoro (19 al Senato). La pridi Rifondazione a Santa Cetroppo poche rispetto al totale dei sarea; e Roberta Forte (28), ma è un’avvocata di Trepuzzi, ex dirigente regionale di parti- candidati; il centrosinistra appare più avvocata di Galatina; al Seto; la seconda, di Supersano, nato, Anna Caputo (9), di Tregeneroso con il gentil sesso docente al liceo classico di puzzi, presidente provinciale Casarano. Una sola donna neldell’associazione ARCI. Due l’UDC, Biancaneve Codacci Pisanelli (12 alla Camera), archi- donne per l’Italia dei Valori: Aurora Giorgio (31), imprenditritetta di Tricase e docente all’Accademia di Belle Arti di Lecce. ce residente a Lecce, e Maria Grazia De Paolis (43), univerCon l’Ulivo alla Camera compare la magliese Maria Rosa- sitaria di Galatina. Giovanna Serra, avvocata, è l’unica donna ria De Lumè (29), docente al “Capece” di Maglie, capogrup- tra i Verdi alla Camera (20). Due donne per la Camera, invepo comunale della Margherita e più volte consigliera; alla ce, tra i Comunisti Italiani: Ada Donno (25) e Silvana Basile sue spalle, anche un’esperienza da assessora provinciale. Al (35), l’una, giornalista pubblicista e docente di scuola supeSenato Loredana Capone (10), della Margherita, avvocata riore a Lecce, oltre che membro del comitato centrale del amministrativista di Lecce, vicepresidente della Provincia e partito; l’altra, assistente ai disabili presso l’Istituto per i Serdiverse volte consigliera e assessora comunale. Per le donne vizi al Commercio di Racale e membro del direttivo del partiDs al Senato, la leccese Paola Povero (13), caposala nella to di Ugento. divisione di Ostetricia del “Fazzi” di Lecce e tutor presso la Tengono alto il nome delle salentine dell’Udeur alla Camefacoltà di Medicina dell’Università di Bari; membro della di- ra, Cinzia Centonze (22), sindacalista di Carmiano, coordinarezione cittadina dei Ds e delle segreterie provinciale e regio- trice del movimento provinciale femminile dei Popolarinale del partito e dei direttivi provinciale, regionale e nazio- Udeur, e Maria Assunta Panico (38), di Tricase, infermiera nale della Cgil. Tre nomi rosa per Rifondazione: alla Camera, professionale. Una donna, infine, per Fiamma Tricolore al SePaola Cursano (23), studentessa di Lettere all’Università di nato, la commerciante di Lecce Cristina Calvi (3).
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// I giureconsulti Molto numerosa la schiera dei legali in corsa. Ugo Lisi, gallipolino, con An per la Camera (4), è un penalista. Già consigliere e assessore comunale di Lecce, è componente di diverse Commissioni parlamentari, del coordinamento nazionale e del direttivo del partito, ed è responsabile regionale e nazionale per le Politiche Sociali di An. Alfredo Mantovano, di Lecce, in lista al Senato per An (2), è un magistrato. Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno nel Dipartimento di Pubblica Sicurezza, è stato capo dell’Ufficio legislativo del Ministero delle Risorse agricole e membro di diverse Commissioni parlamentari. E’ nell'esecutivo nazionale e coordina il partito per la Puglia. Alberto Maritati, per i Ds al Senato (3), è un magistrato di Lecce. Già pretore a Otranto, giudice istruttore a Bari, vice procuratore alla Procura Nazionale Antimafia, è senatore da due legislature e membro di Commissioni parlamentari. Lorenzo Ria, tavianese, per la Margherita al Senato (4), è un amministrativista. Per oltre 15 anni sindaco di Taviano, è stato vicesegretario provinciale della Dc, segretario provinciale dei Popolari e
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membro degli organismi nazionali della Margherita. Da presidente della Provincia, ha presieduto l’Unione della Province Italiane. E’ stato eletto alla Camera alle suppletive del 2004. Per l’Italia dei Valori alla Camera, Carlo Madaro (3), di Arnesano, civilista e penalista, già magistrato di Cassazione e pretore, e docente universitario. Oggi assessore provinciale al Mediterraneo con delega ai “Servizi immigrazione Salento” e “Sportello dei diritti”. Tra i togati anche Raffaele Fitto, laureato in Giurisprudenza, terzo per Forza Italia alla Camera, posizione che gli dà tutta la sicurezza di partire per la capitale. Già consigliere regionale, vicepresidente e poi presidente della Regione, oggi è il leader di minoranza e coordinatore regionale del suo partito. Ma di esponenti della legalità salentina sono gremite tutte le liste, a qualunque posizione si guardi. Sono avvocati Massimo Lanzilao, leccese alla Camera per Forza Italia (38); Raffaele Baldassarre (43), di Cavallino, dello stesso partito, consigliere regionale; Giuseppe Garrisi, ex sindaco di Galatina, al Senato con An (10) e Roberto Tundo, stessa lista (12), consigliere regionale di
Melissano e nella direzione nazionale del partito. Due avvocati anche tra i Pensionati alla Camera: i leccesi Egidio Salvatore Vergine, coordinatore regionale del partito, e Antonio Cucurachi. Tra i togati di terra d’Otranto anche Flavio Fasano, con l’Unione alla Camera (20), per dieci anni sindaco a Gallipoli e oggi consigliere provinciale, non troppo soddisfatto della sua posizione in lista. Alle prese con il praticantato da avvocato, invece, Francesco D’Agata, di Lecce, con Italia dei Valori alla Camera (37). Per i Socialisti alla Camera, Francesco De Iaco (28) avvocato di Lecce, presidente della Lupiae Servizi Spa ed ex assessore comunale. Un avvocato anche nella Rosa nel Pugno alla Camera, Fernando Caracuta (26), residente a Lecce, ex vicesindaco e consigliere a Zollino e segretario provinciale del partito; oggi docente di Giurisprudenza all’Università di Lecce e membro del consiglio nazionale dello Sdi. Due gli avvocati nell’Udeur alla Camera: Fernando Baldassarre (18) di Gallipoli, assessore comunale e segretario provinciale dei giovani dell’Udeur e Alessandro Favale (30) di Monteroni, segretario provinciale del partito, già vicesindaco e assessore. Tra gli avvocati, anche Donato Sabetta di Cutrofiano, con Fiamma Tricolore alla Camera (13).
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// Medici in prima linea Anche quella dei camici bianchi è una categoria molto affollata. E’ medico di base Luigi Pepe, di Acquarica del Capo, con l’Udeur al Senato (2), già senatore e membro di Commissioni parlamentari e matematicamente già riconfermato. Alla Camera per Forza Italia (44), Rocco Palese, anche lui di Acquarica del Capo, laureato in Medicina e Chirurgia, e specializzato in Chirurgia Generale e d'Urgenza. Già vicesindaco, consigliere comunale e assessore regionale, è consigliere regionale. Con la lista Dc/Partito Socialista, il medico di Lecce Alfredo Pagliaro (5), Dc, consigliere comunale e membro del direttivo nazionale del partito. Con la Margherita al Senato c’è Lorenzo Fracasso (15), di Galatone, aiuto primario nella Divisone chirurgica dell’ospedale “S. Giuseppe” di Copertino; già consigliere e assessore comunale. Due medici anche tra i Pensionati: Salvatore Ruberti, (4 al Senato) medico di Veglie, e consigliere comunale; Vito Perrone (18), odontotecnico di Lizzanello. Con Italia dei Valori, il geriatra di Sanarica, Michele Antonio Rizzelli, (19 alla Camera) che lavora al “Fazzi” di Lecce ed è membro del direttivo regionale del partito e il fisiatra Francesco Greco (28), di Novoli, alla prima esperienza politica. Tra i Verdi alla Camera, il veterinario di Maglie Luca Andriani (24), l’anestesista di Copertino Venanzio dell’Anna (17), che lavora nell’ospedale della sua città ed è membro del consiglio provinciale del partito, e Mauro Pascariello (39), di Lecce, membro dell’esecutivo provinciale e impiegato presTra i grandi assenti dalla so l’Ausl/Lecce 1. competizione Fabrizio Camilli, Prestano il proprio servizio presFrancesco Chirilli e Gregorio so la Ausl anche Dell’Anna nel centrodestra; Cosimo Natalizio di Nardò, assesAntonio Rotundo per il sore comunale, centrosinistra tra i Socialisti alla Camera (7) e, nella stessa lista, Cosimo Spagnolo (36), di Veglie, consigliere comunale e assessore dell’Unione dei Comuni; Antonio Biasco, di Gagliano del Capo, in lista alla Camera con Rifondazione (9), psicologo, consigliere comunale; e Andrea Corvaglia alla Camera per l’Udc (21), assessore comunale a Lecce e funzionario Asl. Nella sanità, anche Rocco Antonio Cavalera, di Taurisano, infermiere professionale con Rifondazione per la Camera (19); il neretino Giuseppe Veneri, di Alternativa Sociale, rappresentante di prodotti bio-medici; e Giuseppe Chiappalone, leccese, con la Rosa nel Pugno al Senato (14).
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// Chi segue virtute e conoscenza Si tratta del gruppo più numeroso. Luigi Lazzari, con Forza Italia alla Camera (13), è docente universitario di San Cassiano, già membro di diverse Commissioni parlamentari. Per An, Elio Pindinelli, (22 alla Camera) bibliotecario ed ex vicesindaco di Gallipoli ed Hervè Antonio Cavallera, di Corsano (27), docente universitario; Antonio Pepe, alla Camera per l’Udc (34) è studente in Giurisprudenza. Docente di scuola superiore Vito Cazzato, di Presicce, nella lista Dc/Partito Socialista (24). Ex amministratore comunale, è membro del consiglio nazionale del partito. Primo dei Ds alla Camera, Cesare Salvi, di origini leccesi, docente di Diritto Civile all’Università di Perugia. Già nella segreteria dei Comunisti Italiani, ha aderito al Pds prima e ai Ds dopo. E’ stato capogruppo in Senato, con l’incarico di ministro del lavoro. E’ vicepresidente del Senato dal 2001. Nei Ds al Senato, Luigi Spedicato (19), docente di Sociologia della Comunicazione all’Università di Lecce e membro delle segreterie provinciale e regionale dei Ds. Ampia componente intellettuale in Rifondazione Comunista; Luigi Calò (13 alla Camera), di Martano, laureato in Lettere, attualmente specializzando, è assessore provinciale; impiegato presso l’Università di Lecce è Tommaso Fracasso (29 alla Camera) laureato in Psicologia, vicesindaco di Parabita e vicepresidente di Arci, membro della segreteria provinciale; Piero Manni (43), di Soleto, è editore e consigliere regionale; Donato Magarito (3 al Senato), di Montesano, è docente di scuola superiore, già nella segreteria provinciale del partito e più volte assessore provinciale; oggi è consigliere regionale e membro della segreteria regionale del partito; anche Marcello Belgioioso (7), di Lecce, è docente alle superiori; consigliere comunale a Lecce, e membro della segreteria provinciale del partito; docente universitario è Antonio Moscato, residente a Lecce, già titolare della cattedra di Storia del movimento operaio. Tra i Verdi alla Camera, Antonio Libardo (12), di Squinzano, docente, membro dell’esecutivo regionale del partito, consigliere e assessore provinciale; quarto al Senato, Gianni Sergi, di Lecce, anche lui docente, assessore provinciale, presidente provinciale del partito. Docente di scuola superiore anche Luigi Maglio, già vicesindaco di Galatone, al Senato per la Rosa nel Pugno (18). Salvatore Andrisani, alla Camera per l’Udeur (17), gallipolino di adozione, è preside del “Vespucci” di Gallipoli ed è segretario comunale dell’Udeur. Tre docenti tra i Repubblicani Europei al Senato: Salvatore Colazzo (11), di Melpignano, docente di Informatica all’Università di Lecce; Fausto Falco (12), di Cavallino, docente di scuola media, alla prima esperienza elettorale; Oronzo Spagnolo (19), di Carmiano, professore di scuola media; alla lista degli intellettuali si aggiunge, sempre tra i Repubblicani europei, Carmine Carbone (4), di Lecce, ex vicesegretario provinciale del partito, proprietario di una libreria. Intellettuali anche tra i Comunisti Italiani: Francesco Dell’Atti (34 alla Camera) amministratore comunale di Campi Salentina, docente all’Itis di Lecce e Maurizio Scarpello (19 al Senato) magliese, docente allo Scientifico di Maglie, più volte consigliere comunale e capogruppo comunale del Pci, ed ex consigliere della Stp. Marcello Congedo Carmine, di Carmiano, in lista allaÂCamera per Fiamma Tricolore (9) è docente alilliceo artistico. tacco d?Italia 11
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// Imprenditori e sindacalisti Pur essendo due facce della medaglia, queste categorie compaiono spesso insieme nelle liste elettorali. Tra gli imprenditori, con Forza Italia il gallipolino Vincenzo Barba (7 al Senato), già assessore comunale e oggi consigliere regionale; uno dei borderline della lista; lui ci crede, ma la sua posizione non è delle più rassicuranti. Con Forza Italia alla Camera, Roberto Marti (24), imprenditore leccese e assessore comunale. Tra i candidati di An alla Camera, Francesco Zuccaro (40) di Nardò, nel direttivo nazionale di Azione giovane, imprenditore agricolo. Nella stessa lista, Angelo Tondo (11), sindacalista di Lecce e assessore comunale. E’ imprenditore anche Salvatore Ruggeri, di Muro Leccese; membro del direttivo nazionale e della segreteria provinciale del partito. Ruggeri si presenta in terza posizione per l’Udc al Senato, dopo che le previsioni alla vigilia lo collocavano al quarto posto; risulta molto più probabile, ora, la sua elezione, anche se non matematicamente certa. Con Alternativa Sociale alla Camera, Valentino Tersilla (9), dirigente d’azienda di Poggiardo. Un imprenditore anche con Dc/Partito Socialista: Sergio Accoto, di Giurdignano, membro dell’esecutivo provinciale e del consiglio nazionale. Sindacalista della Margherita è Enzo Russo (21 al Senato), neretino, assessore regionale e già consigliere comunale a Nardò; nello stesso partito, Dario Stefàno, (42 alla Camera) imprenditore di Otranto per molti anni vicepresidente di Assindustria Lecce; attualmente consigliere regionale, presidente della Commissione Industria della Regione. Più imprenditori con Italia dei Valori: Giuseppe Basile (4 al Senato), di Ugento, consigliere provinciale, Salvatore Miri (19), di Leverano, Aurora Giorgio, di Lecce (31 alla Camera). Con Socialisti alla Camera, Salvatore Spedicato, sindacalista di Lequile (43). Per il
// Impiegati e liberi professionisti Con An alla Camera si presenta Nicola Toma (30), residente a Muro Leccese di cui è stato consigliere comunale, sempre impiegato in aziende a partecipazione statale, nel settore personale e affari generali. Nelle liste dell’Udc, corre per la Camera Luigi Rizzo (38), funzionario della Regione, capogruppo comunale a Lecce; e per il Senato Enrico Causo (10), geometra, amministratore di Racale e consigliere provinciale del partito; Elio Spagnolo (8), di Veglie, dirigente della Provincia, ex segretario provinciale e membro del consiglio nazionale del partito; l’ingegnere di Gallipoli Giovanni Demarini (10), membro del consiglio nazionale ed ex assessore comunale, Vito Leonardo Aloisi (5), di Sogliano Ca-
vour, dove ha ricoperto diversi incarichi amministrativi, oggi nel consiglio di amministrazione dell’Istat, già vicepresidente della Regione, membro della Commissione regionale sulla Sanità. Ingegnere è anche Antonio Giulio Maselli, di Matino, al Senato con Alternativa Sociale (4). Lucio Russo (20 alla Camera per lo stesso partito), di Collepasso è organizzatore di attività per ragazzi. Con Dc/Partito Socialista, Antonio Ciccarese (17 alla Camera), consigliere comunale di Copertino, è dipendente della Regione. Nell’Ulivo, Giuseppe Accogli, sindaco di Andrano (41 alla Camera), bancario, ex consigliere e capogruppo comunale dei Ds. Tra i Comunisti Italiani alla Camera (8), Giuseppe Merico, residente a Lecce, geometra presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Gallipoli; assessore provinciale, è nella segreteria regionale e nel comitato nazionale del PdCI;
Psdi al Senato, il leccese Antonio De Finis (2), imprenditore turistico e segretario provinciale del partito e Antonio Minerba (7), di Aradeo, imprenditore agricolo e consigliere comunale. E’ imprenditore anche Luigi Romolo Protopapa, assessore di Martano, e coordinatore provinciale di Fiamma Tricolore, per cui corre alla Camera (3).
// Gli esperti di numeri Dottore commercialista, con alle spalle esperienze da dipendente della pubblica amministrazione, dirigente d'azienda e insegnante è il matinese Giorgio Rosario Costa (Forza Italia), sottosegretario alla Difesa, senatore uscente e già matematicamente riconfermato per il Senato (4). Presidente dell'Ordine provinciale dei Dottori Commercialisti, revisore dei Conti e consulente di enti pubblici, è stato consigliere e assessore comunale e provinciale e presidente della Provincia. A contatto con i numeri anche Renato Stabile, al Senato per Forza Italia (13), ragioniere in pensione e sindaco di Lizzanello; nelle liste di An, Saverio Congedo (17 alla Camera), commercialista e consigliere regionale e Biagio Ciardo, ragioniere di Corsano, al Senato (15), ex consigliere provinciale, oggi nell’assemblea nazionale del partito. Per l’Udc Ennio De Leo (22 alla Camera), commercialista e assessore a Lecce; Luigi Carmine Prete, commercialista neretino, consigliere comunale e vicepresidente del consiglio di Nardò (35); tra i Comunisti Italiani alla Camera, è commercialista e fiscalista Tommaso Longo (15 alla Camera) di Aradeo, di cui è stato più volte amministratore; un commercialista anche tra i Socialisti: Antonio Leo (24 alla Camera), di Novoli, già assessore comunale. Danilo Scorrano (42 alla Camera), dei Verdi, assessore comunale di Sannicola, è un assicuratore; infine, con la Rosa nel Pugno alla Camera, Donato Pellegrino (12), commercialista di San Donato, docente negli istituti superiori; membro della direzione nazionale dello Sdi, e per molti anni amministratore comunale.
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Mar neria di S pend al S arch faele Rifon di co alla te a impi ri di Lecc talia Ferr lio R Vegl banc versi (4 a vinc prov Mau biolo vinc
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Marco Povero (37) gestisce una vineria a Lecce; Salvatore Prato (41), di Surbo, consigliere comunale, è dipendente del Ministero della Difesa; al Senato, Giulio Aresta (13), è un architetto di Lecce. Il leccese Raffaele Terraciano (41 alla Camera) di Rifondazione Comunista, è un agente di commercio; Raffaele Cotardo (14 alla Camera) dei Pensionati, residente a Lecce, è un ex impiegato Inps; impiegati sono anche Marcello Isceri di Squinzano e Cosimo Nuzzo di Lecce, entrambi alla Camera per l’Italia dei Valori (9 e 15), e Fernando Ferrocino di Galatone (40); Pompilio Rollo, dei Socialisti, assessore a Veglie (15 al Senato), è impiegato in banca; mentre è funzionario dell’Università di Lecce Gianni Scognamillo (4 al Senato) leccese, assessore provinciale e membro della segreteria provinciale del partito. Tra i Verdi, Maurizio Durini alla Camera (19), è biologo e presidente dell’Ordine provinciale; Salvatore Miglietta (22) è
ingegnere a Novoli, e capoarea della ferrovia Sud Est; Giuseppe Orlando D’Urso (33), bancario di Corigliano; il terzo al Senato, Giovanni Valente, di Lecce, è impiegato presso IMI San Paolo. E’ un ex commerciante Michele Sindaco di Collepasso, dei Repubblicani Europei al Senato (6); con lui Pasquale Capolongo (8) ingegnere di Lecce alla prima esperienza politica; esordienti anche Michele Mainardi (14), di Arnesano, geologo, Franco Micalella (16) architetto di Lequile, e Flavio Varotto (20), ingegnere di Lecce. Giuseppe Montedoro, di Monteroni, unico salentino per il Movimento Autonomia alla Camera (3), è impiegato all’Inpdap, già sindaco e amministratore di Monteroni. Rientra in questa categoria anche Luigi Miccoli, ottico di Cutrofiano alla sua prima esperienza elettorale, con Fiamma Tricolore alla Camera (26); al Senato, invece, l’impiegato nel manifatturiero, Aldo Consolazione, di Lecce (8).
// Il fascino della divisa Categoria più ristretta è quella dei militari. E’ nell’aeronautica Cosimo Sebastiano Ciccarese, di Copertino, candidato di Rifondazione alla Camera (20); di questa categoria, in quanto maresciallo dell’aeronautica, fa parte anche Luigi Serra, di Cutrofiano con Fiamma Tricolore alla Camera (31), ex amministratore comunale. Tra le liste dell’Udeur, Antonio Buccoliero, candidato alla Camera (12), residente a Lecce, è colonnello dei carabinieri e responsabile regionale del partito alla sua prima esperienza elettorale e Mario Zecca (14), consigliere comunale di Leverano, è maresciallo aeronautico.
// Tutti i numeri Sui 145 candidati salentini tra Camera e Senato, solo otto sono i papabili; 21 le donne in lista; il centrodestra è stato meno generoso con solo sei salentine rispetto al centrosinistra che ne propone 15; 19 i togati; 18 i medici; 25 gli intellettuali, il gruppo più numeroso in corsa; 13 gli imprenditori; tre i sindacalisti; 17 gli impiegati e 15 i liberi professionisti; sono dieci gli esperti di numeri; quattro i militari. Undici le liste di centrodestra (16 partiti in tutto), dieci quelle del centrosinistra (undici partiti) per la Camera; mentre per il Senato sono nove quelle presentate dal centrodestra (13 partiti) e undici quelle di centrosinistra, che raccolgono 13 partiti. In alcuni partiti non è presente neanche un candidato salentino; è il caso del Partito Liberale Italiano, di Dimensione Cristiana, No Euro, S.O.S. Italia Consumatori e della lista Solidarietà, Libertà, Giustizia e Pace.
«Per votare, basterà crociare
il simbolo del partito prescelto; e in Puglia si procederà anche allo spoglio elettronico
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// Il gran lenzuolo La scheda elettorale sarà lunga 40 centimetri ed alta 22. Per votare, sarà sufficiente apporre una croce sul simbolo del partito prescelto. La Puglia è, inoltre, una delle quattro Regioni italiane (con Sardegna, Lazio e Liguria) che procederà anche allo scrutinio elettronico.
I-73030 Santa Maria di Leuca – Parco Costiero Penisola Salentina – Tel. 0833 758242 – Fax. 0833 758246 I-73014 Gallipoli – Riserva Naturalistica Torre del Pizzo – Tel. 0833 202536 – Fax. 0833 202539 www.attiliocaroli.it - info@attiliocaroli.it – skype: centroprenotazionicarolihotels
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POLITICA z I PROGRAMMI
Programma cont Prog QUELLO CHE CENTROSINISTRA E CENTRODESTRA PROMETTONO PER IL MEZZOGIORNO, ANALIZZANDO I TEMI CHE AL SUD SONO PIÙ SENTITI zx di Francesco Ria
rogrammi elettorali e promesse. In tempo di campagna elettorale, ogni coalizione fornisce la sua ricetta per un corretto governo del Paese. Noi abbiamo messo a confronto i programmi di entrambe le coalizioni, centrodestra e centrosinistra, su tre temi di stretta attualità che riguardano da vicino il nostro territorio: il Sud, l’energia, l’agricoltura. Intanto notiamo subito che quello della Casa delle Libertà conta in tutto 23 pagine e quello dell’Unione 281. Ma questa non è l’unica differenza: la parte iniziale del programma di Silvio Berlusconi, premier uscente, è dedicata ai mutamenti dello scenario internazionale e alle riforme da approvare in cinque anni di governo; Romano Prodi, leader del centrosinistra, con la sua Fabbrica del Programma, ha ascoltato associazioni, sindacati, partiti per definire un programma di governo non lesinando, di tanto in tanto, attacchi alle politiche del centrodestra.
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//SUD Centrosinistra
Centrodestra
Gli interventi per il Mezzogiorno sarebbero una “profezia credibile”, ed ecco l’importanza di segnali concreti di cambiamento. Innanzitutto le infrastrutture, in un territorio che sta riscoprendo nuova centralità nel panorama internazionale caratterizzandosi come ponte tra Europa e Asia. Grande attenzione è rivolta alle dinamiche sociali: servirebbe, si dice, riscoprire una nuova etica intervenendo nelle nuove povertà che sempre più braccia forniscono alla criminalità organizzata. Scuola e Università rappresenterebbero il motore del nuovo sviluppo partendo dall’assunto che i fattori competitivi più importanti del Mezzogiorno sono proprio l’intelligenza e la creatività. La riqualificazione degli spazi urbani li renderebbe effettivi nodi di scambio di conoscenze e talenti, mentre l’attenzione all’ambiente e al territorio terrebbe presenti le nuove fonti di energia rinnovabile e gli interventi in agricoltura. Grande urgenza si dovrebbe riservare, inoltre, ad un rilancio industriale che porti alla crescita delle imprese e alla nascita di nuove filiere.
Un piano decennale permetterebbe di superare la ormai secolare “questione meridionale”. Il rilancio dovrebbe avvenire a partire dalle infrastrutture: porti, rete stradale ed autostradale, alta capacità ferroviaria e l’ormai immancabile ponte sullo stretto di Messina. Per i dettagli si rimanda al piano delle infrastrutture già approvato: delle opere in esso contenute, infatti, si prevedono la realizzazione, il potenziamento o il completamento. Un effettivo federalismo fiscale, solidale verso le aree più svantaggiate, fornirebbe alle regioni meridionali vantaggi economici ai quali andrebbero aggiunti quelli derivanti dalla nascita della Banca del Sud, idea del ministro Giulio Tremonti, che consentirebbe al Mezzogiorno, come è stato per altre regioni d’Europa, di possedere un proprio istituto di credito. Una grande novità nel programma è l’individuazione di zone e porti franchi che renderebbero convenienti il commercio e gli scambi nelle regioni meridionali. Grande attenzione è promessa relativamente al contrasto della criminalità organizzata.
//ENERGIA Centrosinistra
Centrodestra
Il Protocollo di Kyoto è l’opportunità di sviluppo proposta del centrosinistra. Partendo da questo accordo internazionale, infatti, si potrebbe puntare ad una minore dipendenza dai combustibili fossili con un investimento nelle fonti rinnovabili. L’obiettivo è creare nuove opportunità occupazionali giungendo, per il 2011, ad un 25 per cento sul totale di energia pulita. Il rilancio dell’ENEA fornirebbe garanzie di sviluppo in questo settore. Il ridimensionamento del potere dell’ENEL, che ora detiene l’assoluto monopolio in materia di energia, consentirebbe un mercato più libero e conveniente per i cittadini, che sarebbero coinvolti in un grande processo di razionalizzazione dei consumi per trasporti, edifici, elettrodomestici. L’obiettivo, in14 il tacco d?Italia somma, è la riduzione dei consumi e della dipendenza dall’estero.
Rigassificatori e termovalorizzatori sono alla base del programma: a partire dalla costruzione degli impianti di rigassificazione già approvati in varie regioni d’Italia, tra cui quello di Brindisi, finendo per applicare un principio di responsabilità nazionale. Tanto si produce e tanto si deve smaltire, evitando il ricorso alla spedizione all’estero di rifiuti solidi. Si promettono incentivi per l’utilizzo di fonti rinnovabili per ridurre i costi a famiglie e imprese e la conversione delle attuali centrali ad olio puntando sul carbone pulito per un maggiore rispetto ambientale. Infine, in caso di vittoria della coalizione, si penserebbe all’ingresso diretto nei progetti di ri24 Aprile 2006 cerca europei per lo sviluppo del nucleareN. di ultima generazione.
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POLITICA I PROGRAMMIz
ntro Programma centrodestra ha un programma di 23 pagine; «ilIl centrosinistra di 281. La parte iniziale del
ra e centrodestra oni di centrosinist ttorali delle coalizi
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grammi ele I frontespizi dei pro
programma di Silvio Berlusconi è dedicata ai mutamenti dello scenario internazionale e alle riforme da approvare. Romano Prodi, per definire il programma, ha ascoltato con la sua Fabbrica del Programma, associazioni, sindacati, partiti
//AGRICOLTURA Centrosinistra
Centrodestra
Riconoscimento del valore del made in Italy e difesa dei prodotti italiani nel contesto della globalizzazione sono alla base degli interventi previsti dall’Unione nel settore agricolo. Oltre al rilancio dei marchi di denominazione di origine, si proporrebbe all’Unione Europea maggiore equità nella distribuzione dei finanziamenti. Il Meridione dovrebbe assumere un ruolo strategico nel Mediterraneo anche nei settori agricoli; il tutto sullo sfondo di una maggiore attenzione alla garanzia della biodiversità delle colture e al riconoscimento del ruolo svolto dall’agricoltura in termini di conservazione, tutela del paesaggio e di prevenzione dal rischio di dissesto idrogeologico. Filiera corta, ricorso a fonti energetiche rinnovabili, investimento nella pesca, riordino degli enti che operano in agricoltura rilancerebbero il settore, sotto il controllo di una nuova Agenzia Nazionale per la sicurezza alimentare.
Il completamento del programma strategico avviato negli ultimi anni è l’obiettivo della Casa delle Libertà in materia di agricoltura, a partire dalla definizione di una strategia comune con le Regioni per meglio coordinare e gestire gli interventi comunitari. Un rapporto diretto tra imprese e consumatori (la “filiera corta”) rilancerebbe il settore e consoliderebbe i mercati locali. Un Piano Unico di Sviluppo rurale, sempre in accordo con le Regioni, ristrutturerebbe le grandi filiere nazionali e sosterrebbe maggiormente i distretti agricoli e agroalimentari introdotti con l’ultima legge finanziaria. Attenzione avrebbe anche il problema del ricambio generazionale, che in agricoltura stenta ad attuarsi in modo continuo, con precisi investimenti sul capitale umano. Infine, si proporrebbe una rilettura della normativa sulla caccia e sui parchi.
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POLITICA z I PROGRAMMI
// Per un gadget in più La campagna elettorale per le politiche 2006 non è fatta solo di programmi. I leader di entrambe le coalizioni, infatti, si sono lanciati in pubblicità di diverso tipo, sfiziandosi, in molti casi, a cercare l’idea giusta, che arrivasse al maggior numero di potenziali elettori. Oltre ad aver inviato a tutte le parrocchie un manuale che ricordava l’operato del governo in favore della Chiesa, Silvio Berlusconi si è mosso in diverse direzioAmerican style. L’orsetto Teddy è uno dei ni, per la sua camgadget della campagna elettorale di Silvio pagna elettorale Berlusconi che assume i toni di una vera e propria campagna pubblicitaria. Dalla sua, il premier ha un fans club molto ben organizzato, che si è inventato tutta una serie di gadget, ordinabili via web, praticamente necessari per sentirsi un vero sostenitore del premier. La gamma di oggetti disponibili spazia dall’orologio da cucina siglato “SB”, alle pins da apporre sulla giacca, a vari tipi di
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t-shirt e magliette (costo medio 22 euro), tutte in stile “college americano”, rigorosamente bianche e con apposta sigla “SBFC” o più esplicita dichiarazione d’amore “I love SB”. Presente, questa, anche sulla maglietta di un orsetto di peluche (forse segno di affidabilità del governo), il classico “Teddy Bear” di derivazione americana (nato per rappresentare il presidente Teddy Roosevelt); ma non è tutto, perché si possono richiedere anche mug, tappetini per il mouse e l’ambitissimo attestato di membro del fans club. Ma per chi non si stancasse di gridare la propria fede al premier con magliette e accessori in stile americano, ecco, fatte apposta, le carte da gioco francesi, dove asso di cuori è, ovviamente, il presidente e, in ogni carta di picche sono, invece, riportati i simboli dei partiti politici della coalizione di centrosinistra. Forse meno fantasioso è il modo comunicare di Romano Prodi, leader dell’Unione. Per lui niente spille, né orologi da cucina, ma la descrizione della sua dimensione privata, che difficilmente emerge dai confronti mediatici e dalle apparizioni tv. Se n’è occupata Monica Setta, giornalista di “Gente”, che traccia un profilo inconsueto del Professore, nel libro
“Flavia e le altre”, edito da Marsilio. Attraverso i racconti delle “donne di Prodi” Setta ricostruisce la figura personale del candidato premier. La prima a parlare è, naturalmente, Flavia Franzoni, sua moglie, che ne rivela il lato casalingo; e poi si interpellano le nuore, le segretarie, l’addetta stampa, le compagne in politica, da Livia Turco a Rosy Bindi, le manager, da Marina Salamon ad Annamaria Artoni, le donne dello spettacolo da Lilly Gruber a Gigliola Cinquetti a Raffaella Carrà fino alla commissaria europea Margot Wallstroem. L’intento è quello di ricostruire i valori personali del leader del centrosinistra, certamente puntando grande attenzione all’importanza del ruolo della donna nell’impegno politico che, forse, questo libro vuole ulteriormente incoraggiare. Le donne di Prodi. Il Professore in versione casalinga raccontato da moglie e collaboratrici
L.L.
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POLITICA MEDIA-MANIAz
Par condicio « sotto Osservatorio
Nel periodo analizzato dall’Osservatorio di Comunicazione politica dell’Università di Lecce, il centrodestra ha avuto più esposizione mediatica rispetto al centrosinistra. E’ vera par condicio?
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CON LA NUOVA LEGGE LA CAMPAGNA ELETTORALE PASSA DALLE PIAZZE AI MASS MEDIA. NON SEMPRE ARBITRI IMPARZIALI zx di Marco Sarcinella
Tempo di elezioni è tempo di campagna elettorale. I volti dei politici impazzano su manifesti, stampa, tv e perfino sul web. E quando la campagna elettorale entra nel vivo, ecco che apre i battenti l’Osservatorio di Comunicazione Politica dell’Università di Lecce, diretto dal sociologo Stefano Cristante, che torna a monitorare la presenza dei candidati sui media locali. L’Osservatorio ha preso in esame tutti gli articoli relativi alla campagna elettorale apparsi nei quotidiani locali e negli inserti locali delle testate Corriere delle sera, Gazzetta del Mezzogiorno, Nuovo Quotidiano di Lecce, Paese Nuovo, Repubblica; tutti i servizi andati in onda nelle edizioni dei tg che si presentano nella forma più completa e che sono verosimilmente le più seguite, ovvero Tg3 Regionale (ore 14 e 19.30), Telenorba (ore 7.30), L’ATV (ore 14.20), Canale 8 (ore 20.20), RTS (ore 15 e ore 23), Studio 100 (ore 14); gli eventuali siti telematici degli schieramenti dei partiti e dei candidati su base locale e regionale e i manifesti elettorali affissi in luoghi “strategici”della città di Lecce.
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Emerge che nelle prime due settimane prese in considerazione (dal 20 al 27 febbraio e dal 27 febbraio al 5 marzo) maggiore esposizione mediatica l’ha avuta la coalizione di centrodestra rispetto a quella di centrosinistra; un parziale equilibrio si registra, invece, nell’ultimo periodo monitorato (dal 6 al 12 marzo). Lo sbilanciamento dei media tradizionali (tv,giornali) locali verso la coalizione di centrodestra, già emersa in occasione delle elezioni per la presidenza pugliese del 2005, riflette da un lato quella che è la situazione dei media locali, cioè la proprietà privata della maggior parte di essi, con l’inevitabile peso che la scelta politica dei loro “padroni”comporta nell’informazione; dall’altro lato riflette invece una situazione ben più ampia, nazionale: l’Osservatorio di Pavia ha infatti certificato (“Corriere della sera” di giovedì 16 marzo) un forte sbilanciamento dei notiziari televisivi, soprattutto Tg1 e Tg2, verso la Casa delle Libertà (secondo la rilevazione del periodo 11 febbraio-3 marzo, in tutti i tg Rai, il 60,7% del tempo è stato destinato al centrodestra, il 33,5% al centrosinistra).
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POLITICA z MEDIA-MANIA
// I dati Testate giornalistiche Corriere del Mezzogiorno: nella prima settimana monitorata, cinque articoli alla coalizione di centrodestra e cinque a quella di centrosinistra; nella seconda, sette al centrodestra e cinque al centrosinistra; nell’ultima, un articolo al centrodestra e cinque al centrosinistra. Gazzetta del Mezzogiorno: nel primo periodo sei articoli al centrodestra e quattro al centrosinistra; nel secondo undici al centrodestra e sette al centrosinistra e nell’ultimo undici al centrodestra e dieci al centrosinistra. Paese Nuovo: nel primo periodo 22 articoli al centrodestra rispetto ai 9 sul centrosinistra; nel secondo 12 articoli per coalizione e nell’ultimo 21 articoli al centrosinistra contro 13 al centrodestra. Nuovo Quotidiano di Lecce: nella prima settimana 19 articoli al centrodestra e 15 al centrosinistra; nella seconda 16 al centrodestra e 15 al centrosinistra; nell’ultima 23 al centrodestra e 26 al centrosinistra. Repubblica: nel primo periodo sette articoli al centrosinistra e nessuno al centrodestra; nel secondo otto al centrodestra e sette al centrosinistra; tre articoli per coalizione nell’ultimo.
Testate televisive Antenna sud: quattro servizi al centrodestra e due al centrosi-
// Sulla rete L’attività di monitoraggio dell’Osservatorio ha riguardato anche i siti internet regionali e provinciali dei partiti politici dei due schieramenti e i siti ufficiali delle coalizioni. Una prima analisi rivela come la coalizione di centrosinistra (www.unioneweb.it) e l’Ulivo (www.ulivo.it) abbiano siti ufficiali completi e aggiornati. Manca invece, per la coalizione di centrodestra, la Casa delle Libertà, un sito ufficiale. Per ciò che riguarda i siti internet regionali e provinciali dei partiti politici, parto-
nistra nel primo periodo; due per coalizione nel secondo; uno al centrosinistra e nessuno al centrodestra nell’ultimo. Canale 8: nove servizi al centrodestra e due al centrosinistra nel primo periodo; otto per coalizione nel secondo; sei al centrodestra e nove al centrosinistra nell’ultimo. L’ATV: sette servizi al centrodestra e due al centrosinistra nel primo periodo; 13 al centrodestra e sette al centrosinistra nel secondo; nove al centrodestra e undici al centrosinistra nell’ultimo. Rai 3: sei servizi per ciascuna coalizione nel primo periodo; sei al centrodestra e sette al centrosinistra nel secondo; sette per ciascuna coalizione nell’ultimo. RTS: undici servizi al centrodestra e cinque al centrosinistra nel primo periodo; 14 al centrodestra e cinque al centrosinistra nel secondo; dieci al centrodestra e 15 al centrosinistra nell’ultimo. Studio 100: dieci servizi al centrodestra e tre al centrosinistra nel primo periodo; 13 al centrodestra e sette al centrosinistra nel secondo; undici al centrodestra e 12 al centrosinistra nell’ultimo. Telenorba: tre servizi al centrodestra e due al centrosinistra nel primo periodo; sei al centrodestra e cinque al centrosinistra nel secondo; cinque al centrodestra e tre al centrosinistra nell’ultimo. Telerama: 16 servizi al centrodestra e tre al centrosinistra nel primo periodo; 20 al centrodestra e nove al centrosinistra nel secondo; 13 al centrodestra e 15 al centrosinistra nell’ultimo.
no prima e meglio i due maggiori partiti di centrodestra Forza Italia (www.forzaitaliapuglia.it) e Alleanza Nazionale (www.anpuglia.it), i cui siti si caratterizzano per un costante aggiornamento e un maggiore livello di interazione con gli utenti. Diversa invece la situazione per i siti internet dei partiti politici di centrosinistra, sui quali,a parte poche eccezioni, le notizie relative alle imminenti elezioni cominciano ad essere pubblicate solo a partire da sabato 11 febbraio (giorno della presentazione del
programma di governo dell’Unione). Tali siti si distinguono per la presenza sull’home page di un elevato numero di link che rimandano ad altri siti (portali nazionali, siti ufficiali, associazioni collaterali, siti di enti locali, siti personali e blog di esponenti politici). Infine nei siti internet dei giornali locali, l’argomento “elezioni politiche 2006” è pochissimo affrontato nei primi due periodi, mentre l’interesse nei suoi confronti cresce nell’ultimo periodo, concentrandosi sul duello ProdiBerlusconi.
CULT DESIGN V I a V E C C h I a M a T I N o - C a S a Ra N o - T E L . 0 8 3 3 . 5 1 2 1 5 1
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QUESTIONE DI LOOK z LA CITTÀ INVISIBILE
E telecamere furono. In piena “sindrome reality show” e in barba a chi si dice offeso nella privacy, il centro di Lecce è finalmente video-sorvegliato 24 ore al giorno. Proprio come nel migliore Grande Fratello. È riuscita, quella grande sorella della Poli, nel suo intento. Ed ora non ci resta che provare a dimenticare le telecamere o, semmai, rifarci il trucco.
FOTOPROTESTA Gallipoli è abituata a godere della vista della chiesa di San Pietro dei Samari fin dal XII secolo, quando questa fu costruita, unica in Salento nella sua tipologia a due cupole emisferiche, a testimonianza del passaggio di San Pietro e delle crociate. Ma da un momento all’altro la città ionica potrebbe essere privata del raro bene artistico, a causa dell’incuria della proprietà, intanto, che dovrebbe occuparsene in prima persona, e delle amministrazioni locali, in secondo luogo, da cui ci si aspetterebbe una maggiore attenzione al patrimonio storico-artistico. L’allarme per le condizioni di conservazione della chiesa, è stato sollevato dall’associazione Italia Nostra, presidente Marcello Seclì, che
da ormai quasi due anni ha evidenziato le criticità strutturali dell’edificio. “La situazione si è aggravata il mese scorso spiega Seclì - quando è crollata la parete laterale. Allora l’amministrazione comunale ha riunito un tavolo di consultazione ma poi nulla si è fatto. Per recuperare la chiesa, dobbiamo aspettare che crolli”? I cedimenti strutturali della Chiesa di San Pietro dei Samari a Gallipoli
zx di Enzo Schiavano
Che cosa significa “via Pitagora” nel 2006? Casarano. Da alcuni giorni, 13 strade della città hanno un nome. La giunta municipale ha recepito, infatti, senza riserve, la proposta fatta dalla Commissione consultiva per la toponomastica formata da politici e studiosi. I membri di questa speciale commissione hanno tirato fuori dal cassetto nomi di personaggi noti (tra cui i soliti Vivaldi, Pitagora, Platone, Cartesio, Tito Schipa, Maria Callas, Geymonat) e meno noti (una sfilza di personaggi locali che, come accade spesso, nessuno conosce). Si tratta della seconda operazione di denominazione delle strade da quando il centrosinistra amministra la città (1994). La volta precedente si nominarono le strade in contrada “Pietra Bianca”, decidendo di usare i nomi degli stati dell’Unione Europea, anche se si sbagliò clamorosamente quella del Regno Unito (l’Inghilterra è una regione del regno, non uno stato). E’ stato il frutto del solito compromesso per non scontentare le forze politiche di opposizione, per indurle a non creare problemi anche su un argomento ritenuto, a torto, marginale.
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Oggi, questa operazione di evitare polemiche sulla toponomastica si è fatta prima, all’atto della nomina della commissione. Il risultato è stato il solito compromesso. Ma forse bisognerebbe calarsi nel contesto storico in cui si fanno queste operazioni. Cosa significa intitolare, nel 2006, una strada a Pitagora o a Vivaldi? E’ la parte politica che amministra il Comune che deve prendersi la responsabilità di queste operazioni, come hanno fatto, giustamente, gli esecutivi dei secoli scorsi. Per questo ci ritroviamo con strade importanti intitolate a re, regine, principi, principesse e duchi. Quando i nostri avi hanno intitolato la piazza centrale della città ad Armando Diaz, hanno fatto una scelta che a quei tempi era da ritenersi giusta. Da cosa capiranno le future generazioni che, tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI, questa città ha avuto come sindaco uno proveniente dall’ex Pci?
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COMUNI AL VOTO 28 MAGGIOz
In 24 al voto zx di Mirko Vitali
A Collepasso, dopo la caduta di Salvatore Perrone e dell’amministrazione di centrodestra, la certezza maggiore arriva dal centrosinistra, grazie alle primarie. I candidati in corsa erano Pantaleo Gianfreda, Antonio Gianfreda, e Vito Perrone, candidato dei DS e consigliere uscente, che ha vinto. Su 869 votanti, il risultato è stato: Pantaleo Gianfreda 233 voti, Antonio Gianfreda 192, Vito Perrone 431, bianche 10, nulle 3. Dall’altro, lacerato, schieramento le contromosse tardano a venire; ma voci ben accreditate danno l’ex, Salvatore Perrone, al lavoro, per la composizione di una sua lista, che potrebbe essere guidata dall’esponente di Azzurro Popolare Giovanni Montagna. Movimenti anche in casa Udc e Forza Italia, dove si danno sempre come favoriti a candidato sindaco, Ivan Mazzotta (UDC) e Paolo Menozzi (FI). In questa situazione, cadrebbe la ricomposizione della Cdl. A Tricase, l’Unione ha scelto il suo candidato sindaco tramite le primarie, riconfermando l’uscente Antonio Coppola. Buono anche il risultato dello sfidante, sempre della Margherita. Fernando Dell’Abate. Non tutta la coalizione sembra ricomposta però: si attendono conferme dai Verdi e da Rifondazione. Tra le altre cose, pare che i vertici nazionali stiano lavorando per inserire Tricase, tra i comuni” “laboratorio” dove far correre la coalizione in un unico partito democratico (forse anche per questo la visita nei giorni scorsi di Massimo D’Alema). Il centrodestra attende che Antonio De Donno, presidente provinciale delle Acli, decida se candidarsi. Sulla scelta peserebbe il fatto che lo stesso De Donno, primo dei non eletti dell’Udc nelle regionali 2005, potrebbe essere richiamato in Regione dopo le elezioni politiche a causa delle dimissioni dei consiglieri regionali candidati a Camera o Senato. Non si esclude un terzo polo, di centro, con alla guida Giuseppe Longo, dirigente medico, ed esponente della Democrazia Cristiana. A Taviano, la Cdl ha ufficializzato il via libera ad un “Tanisi-Bis”. Nel centrosinistra si naviga ancora nel buio. I Ds sembrano convergere sulla candidatura di Domenico Macrì, dopo il rifiuto della proposta di Ria sulla candidatura di Re-
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Mentre tutti guardano alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile, dove i cittadini saranno chiamati per la prima volta con la riforma della legge elettorale, a non esprimere preferenze sulle persone che rappresenteranno i cittadini in Parlamento, noi del Tacco, stiamo continuando a monitorare la situazione delle amministrazioni comunali: ben 24 Comuni andranno al voto. migio Morelli. Per la Margherita, potrebbero avere la pole position Francesco Pellegrino e il presidente dell’Agenzia dell’energia Rocco Caputo, con un’esperienza politico-amministrativa di lunga data. Il quadro sembra ancora poco chiaro, ma voci autorevoli danno possibile un accordo di convergenza finale. Si vocifera, inoltre, che la coalizione avrebbe chiesto a Ria di essere lui il candidato in mancanza di un nome alternativo. A Gallipoli, il nome del centrodestra è l’uscente Giuseppe Venneri. Nel centrosinistra, si aspetterà il risultato delle elezioni politiche che vedono in corsa il capogruppo DS alla Provincia di Lecce ed ex sindaco di Gallipoli, Flavio Fasano, che in caso di mancata elezione, potrebbe essere il candidato sindaco. Voci di questi giorni però, ipotizzano per lui un incarico di governo, che farebbe tramontare ogni possibilità di candidatura, ed aprirebbe nuovi scenari per la coalizione. A Melissano, il centrosinistra sembra unito sul candidato sindaco, Franco Fasano, dirigente dell’IPSIA di Casarano. Quasi certa, però anche una lista civica guidata da Roberto Falconieri, vicino agli ambienti della Margherita, a cui si aggiungerebbe una lista del sindaco sfiduciato, la scorsa estate, Sergio Macrì, che si preparerebbe a scendere con esponenti di Rifondazione. Nello schieramento di centrodestra si tenta di lavorare ad una lista tra AN e Forza Italia. A Galatina, sarà l’assessora provinciale dei Ds Sandra Antonica a correre per la coalizione. Le seimila persone che hanno partecipato alle primarie hanno dato 2.800 preferenze ad Antonica, 1.253 a Carmine Perrone (Margherita), 726 ad Antonio Marra (Socialisti riformisti), 426 a Mimino Montagna (Rosa nel pugno), 284 a Francesco Natolo (Udeur), 245 a Roberta Forte (Rifondazione). Non si conoscono ancora le contromosse ufficiali.
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PROVINCIA
ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN RETEz
C’erano una volta
le file agli sportelli LA RETE SUAP CREA UNA STRUTTURA UNICA PER PRATICHE SU IMPIANTI PRODUTTIVI DI BENI E SERVIZI La sfida della competitività passa anche attraverso una maggiore efficienza delle pubbliche amministrazioni nel rispondere alle esigenze delle imprese. La richiesta di un’autorizzazione relativa ad un impianto produttivo, ad esempio, ha sempre gettato l’imprenditore in un ginepraio burocratico, costringendolo a fare la Loredana Capone spola tra Comune, Vigili del Fuoco, Asl, e via dicendo. Poi vennero gli Sportelli Unici per le Attività Produttive (SUAP) con il preciso compito di proporsi come interlocutori unici, con una modulistica omogenea e con tempi certi di evasione delle pratiche. Solo con lo sviluppo delle nuove tecnologie è stato però possibile compiere il passaggio successivo e integrare tutti i singoli processi dei SUAP territoriali in un’ampia rete di informazioni e servizi. E la Provincia di Lecce si è dimostrata in prima linea su quest’opera di modernizzazione, soprattutto grazie a Loredana Capone, vicepresidente con delega all’Innovazione tecnologica, e a un gruppo di dirigenti e consulenti, dall’Ing. Tundo a Renato Di Gregorio, impegnati a garantire economia di scala ed efficienza del sistema attraverso una vera e propria rete dei SUAP salentini. Dal 2 marzo, data di stipula del protocollo di intesa, i Comuni che hanno già aperto uno Sportello potranno inserirsi nel processo autorizzatorio implementato dalla Provincia (e già attivo per quanto riguarda gli URP territoriali), contribuendo alla creazione di una struttura unica per tutte le pratiche e le informazioni inerenti la realizzazione o ristrutturazione di impianti produttivi di beni e servizi. Gli effetti pratici per l’impresa sono notevoli: forte riduzione dei tempi e quindi dei costi, possibilità di verificare in qualsiasi mo-
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mento lo stato della pratica, possibilità di acquisire autorizzazioni, pareri, concessioni anche da parte di Enti esterni, e di risolvere tutti i problemi derivani dai vecchi passaggi burocratici. L’iniziativa rete dei SUAP rientra nell’ambito di un più ampio progetto per la promozione del territorio (Progetto RISO) a cui aderiscono le province di Lecce (ente capofila), Brindisi e Taranto, oltre a 90 tra Comuni ed enti del territorio ionico–salentino. Un impulso concreto, al di là di ogni semplificazione giornalistica all’idea di “Grande Salento” che è soprattutto un’integrazione tra territori, finalizzata allo sviluppo delle attività economiche e della capacità attrattiva di investimenti dell’area.
Riduzione di tempi e costi e maggior «contatto con gli enti. Così la Provincia di Lecce raccoglie la sfida delle nuove tecnologie
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IL SALENTO CHE CRESCE z AB STILCASA
AB stilcasa: fare squadra e vincere
DAI SUCCESSI DELL’AZIENDA ALLA RECENTE CONQUISTA DELLA COPPA ITALIA DI A/2 DELLA SALENTO D’AMARE TAVIANO VOL
La Salento d’Amare Taviano Volley prima del fischio di inizio della finale della Tim Cup Italia A2
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assione e impegno rendono possibili anche i traguardi più alti e AB stilcasa sembra il tipico esempio che conferma la regola. Nel lavoro come nello sport. Per l’azienda di Taviano la qualità dei prodotti e dei servizi, la professionalità e disponibilità degli addetti alle vendite, è ormai un fatto acquisito. Ma ciò che piace sottolineare è la voglia di fare e di offrire sempre qualcosa in più, non solo ai propri clienti ma all’intero territorio. Una ulteriore conferma dell’attaccamento che AB stilcasa mette in tutto ciò che fa sono i risultati che essa ha saputo conquistare nello sport. L’azienda è infatti riuscita ad infondere lo stesso spirito di partecipazione e la stessa voglia di fare anche nella squadra di pallavolo, la Salento d’amare Taviano volley, che, presa per mano dieci anni fa, si
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è letteralmente risollevata e non ha mai mancato un colpo. Anzi, ha superato, di volta in volta, i successi già ottenuti. Il segreto è tutto nella costanza e la passione in ciò che si fa. E’ stato con queste armi, infatti, che la Taviano volley, ha scalato, stagione dopo stagione, le classifiche ed è arrivata, lo scorso 26 febbraio, a consacrare il proprio impegno aggiudicandosi la Tim Cup Italia di serie A/2. Un successo reso ancora più gustoso dal fatto di averlo conquistato in casa, nel Palasport dell’Euroitalia di Casarano, battendo per 3 a 2 la Mercatone Uno Pineto sotto gli occhi entusiasti dei suoi supporter. AB stilcasa nasce nel 1970 su iniziativa di Antonio Bruno. Nei primi anni l’attività prevalente è la vendita di piastrelle ai negozi del territorio ma già alla fine degli anni ’80 il mercato inizia a registrare una crisi e l’azienda è costretta ad adeguarsi ai tempi. Antonio non assisterà a
Walter Bruno
questa delicata fase di rinnovamento perchè verrà a mancare nel 1982, lasciando la gestione dell’azienda a suoi fidati collaboratori, che tuttora lavorano in azienda. Dapprima Donato e dopo Walter, appena tornato dal servizio militare, sono pronti ad assumersi la responsabilità di continuare l’attività paterna. “Per me quest’azienda è come una famiglia.
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VIANO VOLLEY
Volley a finale alia A2
Accoglienza e comfort. Lo show room di AB stilcasa
– spiega Walter – Ai tempi di mio padre ci lavoravano un totale di sette dipendenti; oggi siamo 18. Ma quei sette di allora, ci sono ancora. Non abbiamo mai perso un collaboratore, né l’abbiamo mai licenziato. Tutti quelli che lavorano qui, sono legati all’azienda da un rapporto quasi familiare; credo che questo il segreto del nostro successo”. Successivamente i fratelli Bruno modificano quello che era il target dell’attività, abbandonando la vendita all’ingrosso e dedicandosi al segmento dei privati. Il volto dell’azienda ne risulta trasformato; la vecchia sala espositiva, che una volta si estendeva per 250 metri quadrati, si allarga fino ad oltre 1300 metri quadrati. In questo rinnovamento gioca un ruolo fondamentale la comunicazione. Gli investimenti in pubblicità consentono al marchio AB stilcasa di farsi strada sul territorio; la gente inizia a riconoscerlo, a provarne i prodotti, ad affezionarvisi. A metà degli anni ’90, il mercato muta nuovamente; infatti, a causa dell’avvento del mercato cinese e del perdurare di una condizione di crisi dell’economia, si rende necessaria una nuova scelta di riposizionamento strategico. L’azienda decide di rivolgersi ad un segmento di clientela né troppo alto né troppo basso, dimostrando fedeltà a determinati marchi di qualità. E’ così che nel 2000, la sede di AB stilcasa si trasforma in una “fiera permanente”, come la definisce Walter. “E’ stato talmente forte il rapporto con i fornitori – spiega lui stesso - che si è deciso di dare loro degli spazi all’interno della sala mostra, realizzando un vero e proprio show room, come quelli delle fiere”. Il cliente, infatti, oggi sa che può trovare nell’azienda tavianese i marchi più belli sul mercato. “Probabilmente la più bella sala mostra d’Italia” – continua Bruno - così l’abbiamo pubblicizzata per tanti anni; e non l’abbiamo fatto con presunzione zx a cura di Nerò Comunicazione
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ma con consapevolezza. Nel nostro show room la gente può vedere bellissimi prodotti, senza rischiare di perdersi e confondersi, perché è a misura d’uomo e suddiviso in spazi funzionali. La consulenza alla vendita è garantita da ben sette addetti che mettono a disposizione la propria esperienza e competenza, recandosi addirittura a casa del cliente per aiutarlo a scegliere la soluzione più adeguata”. Ma tra i clienti di AB stilcasa non ci sono solo privati, ma anche esercizi commerciali, tutti di riconosciuto livello: Caroli Hotels, ad esempio, dal Sirenuse al Terminal; Gibò; Li Sauli; Rio Bo. “Essere stati scelti come fornitori per posti che sono vetrine per il Salento – dice Walter - per noi è un motivo di orgoglio. Ma Donato e Walter oggi ripongono anche nello sport quell’entusia-
smo che permette di rinnovare di continuo l’azienda. Al ritorno di Donato da Mosca, dove dirigeva un’azienda anch’essa nel settore della ceramica, dieci anni fa, i due fratelli intraprendono infatti la nuova esperienza della sponsorizzazione della squadra di pallavolo Taviano volley Salento d’amare, all’epoca in serie C. Dopo appena due anni, ne rilevano tutte le quote diventandone proprietari e presidenti e dedicandosi al nuovo impegno con sempre rinnovata vitalità. I risultati non tardano ad arrivare: intanto la militanza, mai raggiunta prima da una squadra salentina, nella seconda serie nazionale, la serie A2, poi il recente successo della Cup Italia e il crescere vertiginoso, negli ultimi anni, degli appassionati e dei tesserati a questo sport. “Ci siamo circondati di collaboratori fidati che sono tuttora al nostro fianco. – spiega Donato – Per questo oggi la Salento d’amare Taviano è una delle squadre guardate con maggior rispetto nel panorama nazionale. Siamo orgogliosi di affermare che oggi non è più la squadra di Taviano, ma dell’intero Salento e che riunisce, tra i suoi tifosi, gente di entrambi i sessi e di tutte le età, fornendo un’importante occasione di socializzazione. Crediamo di aver contribuito anche noi, con il nostro fare squadra e con le nostre idee, a questo successo”. L’esultanza di squadra e dirigenti alla conquista della Coppa Italia
Donato Bruno
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ATTUALITÀ z BENI DA TUTELARE
Sant’Eufemia. L’affresco della Madonna col Bambino nella cripta-chiesa della Madonna del Gonfalone
Macurano. Il villaggio di origine bizantina
Il tracciato previsto dal progetto di «ammodernamento della 275 tocca aree di grande interesse ambientale e storico-artistico in molti casi sconosciute e poco valorizzate
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Ritornando sulla
San Dana. La cripta di S. Apollonia
Montesano-Leuca IL TACCO PERCORRE LA MONTESANO-LEUCA ALLA SCOPERTA DI RICCHEZZE AMBIENTALI E ARCHEOLOGICHE Il tracciato stabilito per il “super-ampliamento” della strada statale 275, nel discusso tratto da Montesano a Leuca, oltrepassa aree di notevole interesse ambientale e storicoartistico. Lungo il suo percorso, infatti, l’infrastruttura tocca zone verdi, boschi e macchia mediterranea caratterizzate dalla presenza di quercia vallonea, lecci, roverella, pino domestico, pino d’Aleppo, e altre varietà vegetative. Siti archeologici di pregio, come villaggi rupestri, necropoli e antiche masserie testimoni del passaggio all’economia agro-pastorale valorizzano il contesto di un habitat connotato da cave di calcarenite e da testimonianze di civiltà rurale. Percorriamo la Montesano-Leuca, quindi, alla scoperta di queste ricchezze, a volte sconosciute ma, certamente, da scoprire.
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zx di Antonio Lupo
// Sant’Eufemia I diversi momenti storici (dal XI al XVII secolo) dell’insediamento della cripta-chiesa della Madonna del Gonfalone (poi convento francescano), sono attestate dal suo complesso edilizio: le arcate delle pareti perimetrali sormontate dal campanile e i locali sotterranei ai quali si accede da due scale. Uno degli ingressi è impreziosito dall’insegna araldica scolpita nella pietra locale. Al suo interno, l’affresco della Madonna col Bambino abbellisce l’edicola sovrastante l’altare.
// Macurano Prima di accedere all’insediamento di origine bizantina,
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ATTUALITÀ BENI DA TUTELARE z
// San Dana
Salignano. La chiesa della Madonna delle rasce
l’attenzione è attirata dagli edifici di età moderna: l’architettura fortificata della masseria con torre cinquecentesca, la cappella votiva e, nelle vicinanze, un tipico esempio di residenza signorile (mignano e loggia a due arcate). Recentemente è stata realizzata una struttura ricettiva con parcheggio e chiosco all’ingresso dell’area, un parco attrezzato con percorso segnalato ai visitatori, attraverso didascalie e schede di lettura dei manufatti, oggi purtroppo in gran parte deteriorato. Gli arredi litoidi delle grotte e le mole olearie dei frantoi ipogei evidenziano l’origine bizantina del villaggio, testimoniata tra l’altro dal ritrovamento di una moneta appartenente a quel periodo. La necropoli, oltre la quale passa la ferrovia, delimita a est l’abitato che deriva dalla cultura greca, con i suoi affreschi e le sue croci graffite.
// Luigi Nicolardi, sindaco di Alessano “Sono sempre più preoccupato per il nostro territorio, che ormai è solo un luogo dove depositare i nostri rifiuti. In conferenza dei servizi a Roma lo scorso 15 marzo, ogni sindaco ha fatto presente le criticità del progetto, ma poi tutti si sono detti d’accordo ed io sono stato l’unico ad oppormi. Chi vuole difendere l’ambiente, viene tacciato di integralismo e ogni ragione è più urgente della tutela ambientale. Salvaguardia ambientale e sicurezza stradale sono due facce della stessa medaglia, che l’attuale progetto non risolve. Come si può approvare una strada a quattro corsie, consapevoli che le somme a disposizione non bastano, che il costo, lieviterebbe ancora di più, e con il rischio di realizzare un’opera monca, che non si completerebbe e, quindi, non darebbe risposta né alla sicurezza stradale, né alla tutela ambientale? Servono soluzioni di minor costo e impatto sull’ambiente, che concilino sicurezza, tutela e attraversamento dei piccoli centri. Una strada-parco a due corsie sarebbe sufficiente”.
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La cripta di S. Apollonia, si trova alla periferia di S. Dana, tra gli uliveti. L’interno con le nicchie scavate nei diversi ambienti ricoperti dagli affreschi del XVI secolo, di cui rimangono purtroppo labili tracce, è ancora da restaurare. L’area soprastante è stata invece ammodernata e resa funzionale. Nelle vicinanze è stata recentemente scoperta una villa di epoca romana, oggetto di studio e di ricerca archeologica da parte dell’Università leccese.
// Salignano Attraverso stradine di campagna che presentano segni di civiltà rurale poco noti, come l’iscrizione incisa sull’architrave di una paiara in pietra a secco, si giunge alla chiesa della Madonna delle Rasce, a un miglio dal Capo di Leuca. Atipica con la sua notevole mole è intitolata Madonna delle Grazie negli archivi parrocchiali di Salignano. Il tempio, eretto nel 1678 e caratterizzato da mascheroni che decorano l’interno e l’esterno, fu definito “sontuoso” da Luigi Tasselli nelle sue “Antichità di Leuca”. Anche in questo caso, l’elegante e imponente struttura sacra, alta dieci metri, si salda per continuità storica alle tracce medioevali del sito, delle quali rimangono interessanti testimonianze di architettura scavata nell’agro adiacente.
// Biagio Ciardo, comitato “Quattro corsie per lo sviluppo e la vita” “Ho evidenziato la pericolosità della 275 da consigliere provinciale, nel 1995. Intanto su quella strada sono morte 50 persone, mentre, sulla Lecce-Maglie, a quattro corsie, ne sono morte sette. Sono impossibili sicurezza e sviluppo senza infrastrutture valide. Quattro corsie agevolerebbero il turismo e l’economia del Capo di Leuca. All’inizio nessuno mi ascoltava e dalla mia c’erano solo i cittadini, che però non avevano voce per farsi sentire, fino a quando, nel 2000, bloccai, per protesta, con la mia macchina l’entrata dell’Anas di Lecce. Inizialmente non c’erano voci dissenzienti neppure nella sinistra. Poi si sollevarono i primi dissensi. Io rispetto chi mette l’ambiente al primo posto, ma non chi fa l’ambientalista per impedire lo sviluppo. Una quattro corsie non cancella le peculiarità del nostro territorio. Tutta Italia è attraversata da quattro corsie e nessuno ha gridato allo scempio dell’ambiente. Io non sono legato a questo progetto in particolare, ma difendo fortemente le quattro corsie. E non concordo con il realizzare solo la prima parte del progetto, perché ho paura che sia solo un escamotage per rinnovare il tratto fino a Montesano e fermarsi lì”.
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CULTURA z I GRANDI DI IERI
Rocco Coronese:
manifesto all’arte
UNA VITA TRA ROMA E PARABITA. E L’ARTE COME CONTATTO COL TERRITORIO zx di Paolo Vincenti
Dire Rocco Coronese, soprattutto a Parabita, equivale ormai a dire Museo del Manifesto. E questa è forse stata la sua creatura più riuscita. Ma Rocco Coronese era anche molto altro. Il Museo del Manifesto, fondato nel 1982 ed unico in tutta l’Italia meridionale, conta oggi una vastissima collezione di manifesti, raccolti dal suo fondatore nel corso degli anni, e diviso nelle sezioni di cinema, teatro, turismo, pubblicità, politica. L’idea di base che ha sempre animato il Museo è stata quella di un luogo aperto e dinamico, che potesse interagire con gli enti e le istituzioni del territorio, soprattutto le scuole, allo scopo di diffondere la cultura del manifesto in tutte le sue angolazioni. Rocco Coronese era nato a Parabita, nel 1931 ed aveva iniziato la sua attività come pittore, frequentando, negli anni Cinquanta, gli ambienti artistici romani. Dalla fine degli anni Sessanta, aveva intrapreso l’attività di scultore che lo aveva portato ad esporre nelle maggiori città italiane. Sono state numerose, inoltre, le manifestazioni organizzate da Coronese in spazi aperti a Roma, Lecce, Parabita, sempre secondo l’innovativo progetto di valorizzare, attraverso gli eventi artistici, anche i luoghi che li ospitavano e la loro storia. A Parabita, erano già firmati Coronese la grande fontana centrale, i cancelli e la pavimentazione del parco comunale. Da studente, Coronese aveva scelto Roma come patria d’elezione: qui aveva conosciuto la moglie e messo su famiglia. E qui, nella sua veste di esperto di grafica e comunicazione d’immagine, collaborava con diverse riviste nazionali, con aziende pubbliche e private ed anche, quando sindaco della capitale era Argan, famoso critico d’arte, con l’Ufficio Stampa del Comune di Roma. La stessa città gli organizzò una mostra riassuntiva di sculture in piazza Margana. Coronese teneva anche prestigiose collaborazioni con la Rai, con il Coni, con diversi enti pubblici, scuole statali e con la Finsider, le cui collezioni private oggi espongono i suoi quotatissimi lavori. Aveva realizzato marchi per importanti aziende, tra cui la Banca Sud Puglia, oggi Popolare Pugliese. A Roma fece molte amicizie, ad esempio con Vittorio Bodini, che scrisse delle pagine molto belle su di lui. Un rapporto privilegiato aveva con Cesare Zavattini, con il quale condivideva la passione per il collezionismo di “mini quadri”. All’attività artistica Coronese univa la sua professione di docente: insegnante di grafica pubblicitaria all’Accademia di Belle Arti di Lecce e, in seguito, di Plastica ornamentale all’Ac28 il tacco d’Italia
Il nome di Rocco Coronese è « ormai legato al Museo del Manifesto. Ma numerose e innovative esperienze artistiche hanno caratterizzato la sua carriera
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cademia di Belle Arti di Frosinone, di cui era anche direttore. L’idea di raccogliere dei Rocco Coronese manifesti e di creare uno spazio apposito per contenerli gli venne sul finire degli anni Settanta e, nel 1982, riuscì a realizzare l’ambizioso ed innovativo progetto, con l’apertura del Centro di attività per la comunicazione-Museo del Manifesto che, oggi, conta più di 70.000 pezzi. Nell’84, proprio negli spazi del Museo si tenne una grande mostra, “Il manifesto Polacco: Cinema Teatro e Musica”, realizzata in collaborazione con l’Ambasciata della Polonia in Italia. L’attività del Museo si arrestò nel 1987, a causa di problemi logistici, ma Coronese continuò ad organizzare eventi in altre località italiane. Trovò nuovi stimoli ed interessi culturali a Ferentino, ad esempio, un piccolo ma significativo paese in provincia di Fro-
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CULTURA I GRANDI DI IERI z
sinone, dove nel frattempo si era stabilito, stanco del traffico e della frenesia dell’Urbe. In quel paese, grazie al grande interesse dimostrato dall’amministrazione comunale, egli potè realizzare una nuova sezione del Museo del Manifesto, strettamente collegato a quello di Parabita, le cui attività iniziarono già nel ‘96.
Vecchio e nuovo. Alcune delle opere esposte dall’artista per le strade di Parabita (1976)
L’anno successivo, presso l’Unione Industriali di Frosinone, in collaborazione con l’Ufficio Culturale Cinese in Italia, si tenne la mostra “Immagini dalla Cina”. Nel 2002, l’amministrazione di Parabita, destinò finalmente al Museo un’ala di Palazzo Ferrari, dove poter svolgere l’attività del Centro; nel giugno di quello stesso anno, si tenne la Integrazione. L’opera d’arte prima mostra tematica “L’Arte vive con la città nei Manifesti”, di cui riferì tutta la stampa locale. Quella di Parabita divenne così una sezione distaccata del Museo di Ferentino e questo portò ad un gemellaggio fra i due Comuni, nel nome di Rocco Coronese, che si sviluppò tramite incontri e scambi culturali tra le due località. Nel settembre
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del 2002, ad esempio, una delegazione parabitana, guidata dal sindaco Adriano Merico, venne accolta con tutti gli onori dalla gemellata città ciociara. Nello stesso anno, Rocco Coronese scompare improvvisamente. Per la sua attività di pittore e scultore, è ricordato anche nella “Storia dell’Arte del 900” di Giorgio Di Genova (Bora 2000). “Un’attività intensa, senza tregua, per la quale non risparmia energie né fisiche, né intellettuali - dice Aldo D’Antico, suo parente ed amico, dalle pagine di NuovAlba, nel dicembre 2002 - La sua ricerca è costante, senza interruzioni: ma sempre il suo ritorno è a Parabita, il paese, la piazza, il centro storico, i contadini, gli artigiani, i giovani, gli operai, gli intellettuali”. E Cristina, la figlia di Coronese, che ne prosegue l’attività nel Museo, raggiunta telefonicamente a Roma, ci ha detto: “Quello che mi preme sottolineare è che il nome di mio padre è conosciuto in tutta Italia non certo per il Museo del Manifesto, ma per la sua capacità creativa e per la grande innovazione apportata nel campo delle arti figurative. Mi rendo conto che, soprattutto a Parabita, il Museo del Manifesto ha finito per cannibalizzare la sua poliedrica attività e mettere un po’ in ombra gli altri suoi meriti artistici. Ma di lui hanno scritto Vittorio Bodini, Giuseppe Cassieri, Cesare Zavattini, Rosario Assunto, Sandra Orienti, Toti Carpentieri. Vivendo con Rocco Coronese, si respirava la sua tensione intellettuale di artista impegnato in una costante ricerca. Si condivideva la sua passione sociale e il rigore morale e con lui si inseguivano i sogni”. E nel 2003, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Il cinema nei Manifesti di Renato Casaro” Cristina ha espresso un commosso ricordo del padre. Molti erano, infatti, i progetti che aveva ancora in mente di realizzare.
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CASARANO z ZONA INDUSTRIALE
Più industrie tra gli ulivi L’AMPLIAMENTO DELLA ZONA INDUSTRIALE DI CASARANO PER RILANCIARE L’ECONOMIA DELLA CITTÀ zx di Enzo Schiavano
Il rilancio economico di Casarano riparte dall’ampliamento della zona industriale, approvato di recente dal consiglio comunale. Il nuovo piano degli insediamenti produttivi si estenderà per 39 ettari, la maggior parte dei quali è riservata all’insediamento di opifici e la rimanente parte è destinata alla costruzione di attività ricettive, attrezzature sportive, strumenti ed impianti di interesse generale e alla sistemazione di parcheggi e verde attrezzato. L’amministrazione comunale si è adoperata a spendere circa due milioni di euro per realizzare l’opera, una delle più importanti degli ultimi anni. La disponibilità di una zona industriale, con adeguate infrastrutture, è la condizione essenziale per sostenere lo sviluppo dell’economia cittadina e del comprensorio produttivo di riferimento. “Siamo impegnati – precisa il primo cittadino Remigio Venuti - a sostenere le aziende che vogliano investire in un progetto di sviluppo basato sull’innovazione, la ricerca scientifica, le nuove tecnologie, favorendo dunque la competività dell’intero sistema. Questo nonostante un forte ritardo da parte della Regione: basti pensare che la delibera comunale per l’ampliamento della nostra zona industriale risale al 2000, ma l’abbiamo vista approvare dall’ex giunta Fitto solo negli ultimi giorni del 2004”. L’ampliamento sarà realizzato in tempi diversi e comprende aree già edificate ed aree libere. Tra queste, l’insediamento destinato alle imprese che costituisco il consorzio “Ciss” (Consorzio insediamenti produttivi sud Salento), esteso per otto et30 il tacco d’Italia
Il progetto di ampliamento della « zona industriale tiene conto del principio di flessibilità degli edifici e dell’area e del principio della reversibilità
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tari. Le imprese che formano il consorzio sono 16 ed avranno a disposizione altrettanti lotti artigianali la cui edificazione comincerà presto. Verrà posta, in sostanza, la prima pietra all’ampliamento della zona industriale. Accanto all’area del consorzio di imprese, che si trova sulla strada provinciale per Collepasso, di fronte agli impianti sportivi gestiti dalla parrocchia del Sacro Cuore, sorge il resto della grande area di proprietà Marrocco e costituisce il primo stralcio-programma del progetto, che partirà per primo. Questo stralcio prevede la realizzazione di 46 lotti industriali: i 16 del consorzio “Ciss” e altri 30 da assegnare. Il secondo stralcio-programma è costituito in prevalenza da aree sulle quali si insediano alcuni capannoni produttivi già in funzione, alcune residenze, altre aree libere (una decina di lotti) e dalla masseria “Memmi”. Il terzo stralcio è costituito da una parte consistente di aree a parco attrezzate per lo sport (35mila metri quadrati) e da alcuni ampliamenti. In particolare, l’ampliamento del depuratore e la parte ampliabile di un’altra industria esistente (la “Tessiltech”), che è stato approvato con una conferenza di servizi. Il progetto di ampliamento dell’area Pip, elaborato in tempi rapidissimi dagli architetti Sabina Lenoci e Francesca Pisanò, ha
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CASARANO ZONA INDUSTRIALE z
un titolo preciso: “L’industria tra gli ulivi”. L’idea dei tecnici è quella di inserire capannoni industriali all’interno degli uliveti esistenti, lasciando quanto più è possibile intatto il paesaggio. “Il titolo che abbiamo dato al progetto – ha spiegato Lenoci durante la relazione in consiglio comunale – in realtà è ciò che, forse, uno non si aspetterebbe per un’area industriale. Non è un atteggiamento poetico di due professioniste donne, ma è proprio una volontà. E’ il principio fondante di quest’area produttiva. Noi abbiamo cominciato a lavorare sull’area produttiva di Casarano all’interno del piano regolatore generale parecchi anni fa – continua la professionista – quando in questa città, in questo distretto, in questa Regione, come un po’ in tutta Italia, le cose in qualche modo marciavano diversamente. Erano altri tempi ed in particolare in questa città vi era una grande richiesta di lotti da parte di casaranesi o di imprenditori del circondario. Ed appunto – prosegue – sembrava che una grande area industriale fosse una cosa dovuta. Motivi per i quali questo progetto è stato considerato importante dalla Regione. Ora forse le cose stanno diversamente – osserva l’architetto – nel senso che attualmente le aree industriali non sono soltanto il luogo dove realizzare opifici o capannoni industriali. Proprio gli ultimi anni ci hanno dimostrato che le aree industriali devono essere anche qualcos’altro. Devono essere il luogo dove non soltanto si produce, ma anche il luogo dove si progetta, dove si costruisce il futuro di una società. A maggior ragione, ci è sembrato importante continuare con l’idea che il progetto per l’area industriale di Casarano dovesse rispettare il paesaggio”. Il progetto, quindi, ha valutato significativa la presenza degli ulivi per l’area. Non è difficile immaginare capannoni allineati su viali olivetati.
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Sabina Lenoci: “Le aree industriali « devono essere non solo il luogo dove si produce, ma anche il luogo dove si progetta e si costruisce il futuro di una società”
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Ci sono, inoltre, due principi fondamentali su cui si basa l’intero progetto, “il principio della flessibilità degli edifici e dell’area – spiega ancora Lenoci – e il principio della reversibilità. Il primo fa riferimento alla possibilità delle aree, dei lotti ed anche degli edifici ad essere flessibili, cioè di poter essere realizzati in tempi differenti, a seconda delle esigenze delle varie ditte. E la possibilità anche di essere trasformati facilmente. Riguardo il secondo principio, il riferimento alla piantata di ulivi è quanto mai importante. La reversibilità dei luoghi vuol dire non impermeabilizzare tutto il lotto, non impermeabilizzare tutta l’area, magari con delle mosse semplicemente poco accorte, né più economiche né più utili”. I tecnici, in sostanza, hanno immaginato un’area industriale fatta da edifici modulari. I lotti sono modulari, con un minimo di 2.500 metri quadrati, ma accorpabili, ma anche gli edifici possono essere modulari. Poiché non ci sono prescrizioni sulle altezze, è possibile uno scenario futuro fatto di edifici che si sviluppano in verticale, molto diversi dai tradizionali capannoni. Il sistema produttivo casaranese, insomma, che attraversa una fase di grande difficoltà, potrebbe trovare slancio dalle industrie tra gli ulivi. Modulari e rispettose dell’ambiente.
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C’è bisogno di Socialdemocrazia Annino De Finis: “A sinistra, con giudizio”
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nnino De Finis è un imprenditore turistico molto attivo nella realtà pugliese, che ha fatto dell’amore per la sua terra una missione, costruendo negli anni realtà turistiche solide e prestigiose, e creando centinaia di posti di lavoro proprio in quel settore che tutti vedono come la più grande risorsa dell’economia pugliese, l’unico futuro possibile per uscire dalla crisi che ha colpito in questi anni tutto il Paese e la Puglia in modo particolare. Fino ad oggi politiche scellerate hanno portato la Puglia a privarsi dei suoi talenti, dei suoi giovani, costretti ad emigrare per cercare il lavoro e la dignità che il Governo attuale non ha ritenuto di dover difendere. Proprio sulla base di queste sue esperienze e della volontà di garantire un futuro più luminoso alle giovani generazioni, in occasione delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006, Annino De Finis ha deciso di candidarsi nelle liste del PSDI al Senato della Repubblica. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, con l’economia al collasso, un Governo latitante su tutte le più importanti tematiche sociali, incurante delle esigenze delle fasce più deboli e incapace di fornire risposte adeguate alle istanze della
popolazione, scegliere di affidare il proprio voto al PSDI e quindi ad Annino De Finis, significa credere in un futuro migliore, nella possibilità di valorizzare le proprie risorse, di dare slancio all’economia e nuova linfa alle imprese che operano sul nostro territorio. Per far questo, ovviamente, è necessario essere rappresentati da persone che conoscano a fondo la realtà pugliese, che ne condividano l’amore e il destino. Troppe liste si sono presentate in Puglia ingombre di esponenti politici provenienti da altre regioni, che in caso di elezione non avrebbero alcun interesse a combattere per le nostre ragioni. Il PSDI invece, ha fatto una scelta diversa, proponendo al Senato ventuno candidati che in Puglia vivono e lavorano, tutti espressione del mondo delle professioni e della società civile. Votare per il PSDI è il modo migliore per esprimere la propria volontà di rinnovamento, per essere sicuri di vedere i propri diritti e le proprie aspettative tutelati da gente seria ed onesta, per tornare a partecipare alla vita politica del Paese da protagonisti e finalmente chiudere uno dei periodi più bui della storia della nostra Repubblica. Messaggio elettorale autogestito a pagamento Committente responsabile: Antonio De Finis
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MATINO CASI STRANI z
Matinesi a bocca asciutta QUASI DIECI ANNI SENZ’ACQUA POTABILE. E, RECENTEMENTE, TRE INTERI GIORNI A SECCO
zx di Antonella Coppola
È il pozzo delle polemiche. Si tratta del pozzo artesiano, proprietà De Vargas, che serve sulla zona di Sant’Ermete ben 200 famiglie. Dal 1997 gli abitanti della zona sono senza acqua potabile e, per tre interminabili giorni del mese di marzo, sono addirittura rimasti a secco, a causa della rottura della pompa. “E’ ormai una situazione insostenibile - commentano alcuni residenti -. Molti di noi hanno deciso di non pagare più la bolletta”. Le polemiche hanno origini remote e risalgono al 1997 quando era sindaco Elio Agostiniello, il quale vietò, con un’ordinanza, l’uso dell’acqua proveniente da quel pozzo, in quanto, dalle analisi effettuate, risultava inquinata. E da allora non è stata mai più usata per uso potabile. Seguì una conferenza di servizi a cui presero parte il sindaco, i rappresentanti della Asl, il genio civile, vari tecnici e i rappresentanti dell’Acquedotto e durante la quale si cercò una soluzione rapida al problema: realizzare anche un allacciamento provvisorio con l’Acquedotto pugliese. La storia proseguì con la richiesta da parte dello stesso Acquedotto che il Comune diventasse proprietario del pozzo. Per farla breve, l’Acquedotto accettò di eseguire un collaudo senza la preventiva proprietà
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comunale della rete idrica e poi chiese 10mila euro per effettuare il collegamento. L’ultimo atto risale al 15 febbraio 2003 quando il comitato dei residenti nella zona inviò una lettera al sindaco Giorgio Primiceri nella quale espresse il proprio disagio e chiese di provvedere alla sua risoluzione prima che qualche pubblico ufficio facesse definitivamente chiudere il pozzo, costringendo senza acqua 200 famiglie”. Oggi pare, o almeno si spera, che tutto stia per risolversi. “Proprio un mese fa - afferma il primo cittadino di Matino - abbiamo deliberato la spesa per far sì che l’Acquedotto pugliese allacci la rete esistente. Questo significa che nelle condotte scorrerà l’acqua dell’acquedotto che sarà quindi potabile e non a rischio di inquinamento. Questo sempre se i privati in un secondo momento faranno l’allaccio per conto loro, come avviene solitamente in tutte le altre zone di Matino. Abbiamo rispolverato, in pratica, una vecchia delibera di intenti mai realizzata. I prezzi sono addirittura rimasti quelli di allora. Si tratta solo di avere pazienza per poco altro tempo”.
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NARDÒ BENI RECUPERATI z
Un “Comunale”
fuori dal comune RISORGE DALLE SUE CENERI. E’ IL TEATRO DI NARDÒ
Una bomboniera. Così è stato unanimamente ribattezzato il Teatro comunale di Nardò. Un gioiello la cui ideazione risale al 18 febbraio 1892 quando, a Nardò, il consiglio comunale viene convocato in seduta straordinaria. A presiederlo è Benedetto Vetere, il sindaco che riunisce l’assise per un unico punto all’ordine del giorno: la costruzione di un teatro comunale. Con 15 voti a favore ed un solo voto contrario e con un impegno di spesa di 42.574 lire il teatro è nelle mani del progettista, l’ingegner Quintino Tarantino. Il 1909 è l’anno dell’inaugurazione con il “Mefistofele”, su libretto di Arrigo Boito, che sarà solo il primo di una lunga serie di Marcello Risi, vicesindaco e assessore alla successi: usciranno tra gli Cultura
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zx di Marco Laggetta
applausi Ernesto Calindri, Michele Placido, Raf Vallone. Poi, nel 1994, la chiusura forzata poiché non rispondeva alle prescrizioni di legge sulla sicurezza nei locali pubblici. Solo il 9 marzo 2006 Nardò torna a sorridere. Nella serata di apertura si sono esibiti Carla Fracci, Franco Battiato, Francesco Libetta, Cosimo Manicone, Salvatore Cordella, fra le suggestive coreografie di Franzutti. Ai cittadini è stato riconsegnato un teatro nuovo di zecca, con la promessa di farlo tornare presto agli antichi fasti. Ci parla di questo nuovo inizio il vicesindaco e assessore alla Cultura Marcello Risi. Quando sono iniziati i lavori di rifacimento e di restauro? “I lavori sono iniziati nella primavera del 2004 e sono terminati alla fine del 2005. Il teatro era stato chiuso nel 1994 perché la struttura non rispondeva alle vigenti norme di sicurezza. L’intervento di recupero è stato fortemente voluto da questa amministrazione comunale, guidata dal sindaco Antonio Vaglio”.
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NARDÒ BENI RECUPERATI z
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Due anni di lavori e 800mila euro. Da oggi 201 posti in più nel Salento, per l’arte
Il sindaco Antonio Vaglio taglia il nastro all’inaugurazione del teatro
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Quali aree in particolare sono state oggetto di restauro o rifacimento? “Non possiamo parlare di singole aree poiché i lavori hanno riguardato l’intera costruzione, vittima di un lungo degrado, durato ben dieci anni. In questi anni il teatro era stato vittima di un incendio, poi di un allagamento; era crollato il solaio e c’erano stati dei cedimenti della struttura in diversi punti; era stato depredato dai vandali e invaso dai piccioni”. Chi ha finanziato i lavori? E quanti soldi sono stati stanziati? “Il finanziamento ottenuto è il frutto di un accordo fra il Ministero per i Beni Culturali e la Regione Puglia. Sono stati stanziati circa 800mila euro, che hanno coperto quasi tutte le spese di intervento. Piccole spese sono state sostenute anche dal Comune che tuttavia aveva già deliberato la contrazione di un mutuo per sostenere le spese di risanamento del teatro con fondi propri”. Per il gala d’apertura il biglietto d’ingresso ammontava a 100 euro. L’intenzione dell’amministrazione è forse quella di riservare la sua bomboniera ad un’elite ristretta di spettatori o potranno godere tutti della bellezza di questo teatro? “Il teatro dispone di appena 201 posti. Se si considera che alcuni posti sono destinati alla SIAE, che alcuni accrediti sono riservati ai giornalisti, e che talvolta alcuni dei palchi, per motivi legati allo spettacolo, devono essere destinati a tecnici delle luci o del sonoro, si può facilmente dedurre che i posti a pagamento si riducono drasticamente a 150. Il prezzo dei futuri spettacoli sarà molto variabile: andrà da biglietti di 5 euro a biglietti di 50 euro. Il prezzo dei biglietti per il gala d’apertura è legato al fatto che avevamo oltre mille richieste per soli 150 posti. Inoltre la presenza di artisti quali Carla Fracci, Franco Battiato, Francesco Libetta, del tenore Salvatore Cordella, dello stilista Gianni Calignano e del Balletto del Sud di Franzutti ha scatenato la richiesta. Vista l’importanza e la portata dell’evento si è ritenuto giusto devolvere una parte degli incassi in beneficenza, in particolare all’ Associazione italiana persone down che a Nardò, in collaborazione con il Lions Club, sta realizzando un centro diurno per le persone down: è un’opera straordinaria nonché una delle più costose della provincia”. Livio Romano ha proposto di titolare il teatro a Renata Fonte, vittima della mafia. Ma le candidature sono le più disparate: il progettista Quintino Tarantino, Totò, Peppino De Filippo, Fabrizio De Andrè. Qual è la posizione del comune di Nardò? “Noi non ci siamo mai posti fino ad ora il problema di dare un nome al teatro, anche perché questo da oltre cento anni è noto alla città ed alla Puglia come “il Comunale”, un nome che ha dato blasone al teatro ed alla città. Pertanto non è scontato che questo nome, che ha accompagnato la storia ed alcuni momenti straordinari di questo teatro, debba cambiare. Tuttavia l’amministrazione comunale sta seguendo con
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molto interesse il dibattito che sta nascendo intorno a questo nome, perché è segno di una notevole vivacità culturale. I nomi di cui si parla appartengono tutti a grandissimi personaggi. Renata Fonte, assessore alla Cultura dei più brillanti che abbia mai avuto il Comune, è morta 22 anni fa. È forzato e semplicistico definirla una vittima della mafia. Renata è stata uccisa da alcuni killer che, stando alla sentenza della Corte di Cassazione, erano stati mandati dal secondo in lista del partito repubblicano, il primo dei non eletti. Era nipote di Pantaleo Ingusci, il leader storico dell’antifascismo neretino. Renata ha gestito alcune delle migliori stagioni teatrali e di sicuro, nel giorno dell’inaugurazione, il primo pensiero di molti nostri cittadini è stato rivolto a lei”.
// Un’eroina moderna Renata Fonte venne assassinata la sera del 31 marzo 1984, mentre usciva da un accesissimo Consiglio comunale. Aveva appena 34 anni. Lasciava due figlie, Sabrina e Viviana, ora socie dell’associazione dedicata alla loro mamma. Renata, vittima del primo delitto politico mafioso perpetrato su una donna, pagò con la morte la sua ferma opposizione ad una pesante speculazione edilizia. Si era battuta coraggiosamente contro l’illegalità e la lottizzazione del parco di Porto Selvaggio. Esattamente undici anni Il film su Renata Fonte girato da Sergio Nasca dopo, il 31 marzo 1995, dei sicari spararono al marito Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del Registro di Foggia, anche lui in lotta contro la corruzione e la “mafia del mattone”. Nel 1988 il regista Sergio Nasca ha girato il film “La posta in gioco”, tratto da un instant-book di Carlo Bollino ed ispirato alla storia dell’assessora repubblicana.
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PARABITA
POLITICHE SOCIALIz
5x1000 = politiche sociali L’INIZIATIVA DEL COMUNE DI PARABITA È TRA LE PRIME IN PROVINCIA zx di Antonella Coppola
Un servizio di educativa e sostegno domiciliare con personale specializzato e un pulmino omologato per il trasporto disabili. Sarebbero obiettivi raggiungibili, secondo il comune di Parabita, grazie agli introiti provenienti dal cinque per mille e destinati alle politiche sociali. Il progetto “Cinque per mille”, stilato dall’Ufficio Servizi Sociali del Comune è tra i primi nel suo genere; pare, infatti, che solo il Comune di Galatina ne abbia elaborato uno simile. “L’idea nasce dal fatto - spiega Piero Solidoro, assessore ai Servizi Sociali - che nel nostro territorio l’area della disabilità è la più problematica e coinvolge soprattutto la fascia minorile. Sarebbe questa, infatti, la fascia dove interverremo con più urgenza”. La prima necessità delle famiglie è poter contare su servizi domiciliari che supportino i figli nelle attività didattiche e ricreative. “La seconda richiesta, ugualmente importante - riprende Solidoro – è poter fruire di un pulmino omologato che garantisca il trasporto presso tutte le scuole e tutti i centri riabilitativi”. Attualmente infatti sono le famiglie a farsi carico di quest’impegno attraverso la garanzia di un sostegno di natura economica. “Oltretutto - precisa Solidoro – alcuni di questi ragazzi necessiterebbero di un pulmino adeguato con pedana
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I primi obiettivi di “Cinque per mille”: sostegno «domiciliare ai disabili e un servizio di trasporti a scuola e presso i centri riabilitativi »
mobile. E’ su questo fronte che dobbiamo intervenire. L’iniziativa sarà sdoppiata in due annualità, prevedendo per il 2007 il primo intervento e per il 2008 il secondo. I progetti saranno avviati a partire da quello che le famiglie riterranno più urgente”. “Inoltre, i cittadini che decideranno di destinare il cinque per mille della propria imposta alle politiche sociali – spiega Adriano Merico, sindaco di Parabita - potranno essere aggiornati sull’uso che di tali risorse verrà fatto, tramite report periodici sul sito istituzionale del Comune all’indirizzo: www.comune.parabita.le.it. Per ulteriori informazioni e chiarimenti – conclude il sindaco - verrà istituito un apposito sito nella struttura comunale”.
// Cos’è il cinque per mille Il cinque per mille è una quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche che può essere destinata, su scelta del contribuente, alle politiche sociali del Comune di residenza. I contribuenti possono effettuare la scelta di destinazione del cinque per mille tramite modello integrativo CUD 2006, modello 730/1 bis redditi 2005 ovvero modello unico persone fisiche 2006.
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UGENTO RESTAURIz
Alcune decorazioni dell’interno della cripta del Crocefisso. In basso a destra: l’iscrizione greca che svela l’influenza bizantina
zx di Antonio Lupo
“Cavalleria e religione io canto”
NUOVE SCOPERTE RICOSTRUISCONO L’ANTICA STORIA DI UGENTO Dopo restauri e indagini archeologiche, riapre al pubblico la cripta del Crocefisso di Ugento, alla cui devozione si deve l’affresco dell’altare, aggiunto nel XVII secolo, raffigurante una Crocefissione. Gli scavi dello scorso luglio hanno portato alla luce otto tombe alto-medioevali nel sotterraneo della zona ovest, l’originaria entrata. Gli affreschi interni oggi si ammirano nella loro qualità pittorica, arricchiti da inedite integrazioni iconografiche, come quelle relative alle tre figure di committenti-oranti. Viene così avvalorata la tesi, da tempo sostenuta da Grazia Marina FallaCastelfranchi, docente all’Università di Lecce, della funzione votiva e devozionale, nonché sepolcrale, delle cripte salentine. Anche la documentazione archivistica conferma l’uso privato in età moderna. Del tutto nuova è l’acquisizione della figura del San Michele con donatrice inginocchiata in basso, un pannello riemerso accanto alla Vergine dell’Annunciazione (l’unico episodio cristologico degli ipogei sacri). L’arcangelo Michele, lacunoso nel volto e nella spalla, è contornato da una cornice ocra, come le figure di S. Nicola e della Vergine col Bambino. Quest’ultima iconografia ritorna tre volte, anche nell’immagine della Madonna con giglio in mano, di periodo angioino (XIII secolo). Con il re-
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Restaurata a luglio, « la cripta del Crocefisso di Ugento è nuovamente aperta al pubblico. Ma restano da sciogliere misteri iconografici e di datazione
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stauro, sono venuti alla luce dettagli di influenza bizantina, come il cartiglio con iscrizione greca. Non mancano motivi decorativi floreali e a reticolato. La volta della cripta è molto originale nelle pitture. I soffitti dipinti sono, tra l’altro, assai rari, se si escludono quelli della cripta di Mottola. Fantasiosi e bizzarri sono i motivi astrali delle numerose stelle e quelli vegetali, accanto agli animali con testa umana (“grilli”). Incerta rimane, nonostante le ipotesi degli studiosi, l’iconografica degli scudi crociati di rosso e di nero. Il soffitto costituisce un vero caso di studio. Si tratta di segni di appartenenza ad importanti ordini monastico-cavallereschi; ci sarebbe, comunque, un dilemma da risolvere. Se gli scudi crociati di rosso rinvierebbero ai Templari, quelli nero-crociati apparterrebbero invece ai Teutoni, che nel XV
secolo, come risulta da un documento del 1467, erano in possesso della Chiesa di Santa Maria Alemanna, tra i beni del territorio di Ugento. Secondo Franco Cardini dell’Università di Firenze, la disomogeneità stilistica tra i segni araldici e il resto del soffitto accrescerebbe il dubbio sulla datazione. Non è da escludere un’allusione generica al rapporto tra fede e cavalleria, come in altri luoghi sacri. Altro interrogativo è l’unicum iconografico del pendente all’orecchio del Bambino. Fa parte dello stesso complesso monumentale inoltre la vicina chiesa della Madonna di Costantinopoli. La cappella, rimessa a nuovo, oltre che per le immagini sacre che ne ricoprono interamente le pareti, si distingue per la decorazione della volta a botte, dipinta a cassettoni dai cui riquadri si affacciano teste di angioletti. Gli altri locali dell’edificio sono oggi funzionali ad attività culturali, come il vano al piano terra, dove è esposto il calco di uno scheletro risalente a 2300 anni fa, rinvenuto lo scorso marzo nella atipica posizione con le mani dietro la schiena. Il complesso è visitabile il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
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“Dolce cattività”
LIBRI
DOLCE CATTIVITÀ z
“La migrazione «dalPapa: Sud al Nord è sempre più evidente, ma inspiegabilmente le è calato sopra un velo di silenzio”
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IL LAVORO AL NORD E IL CUORE AL SUD; LA CONDIZIONE DI MOLTI NARRATA DA NICOLA PAPA zx di Marco Sarcinella
Esce presso l’editore Manni un breve romanzo dal suggestivo titolo “Dolce Cattività”. Nicola Papa, che ne è l’autore, è nato nel 1968 a Squinzano, ha studiato Economia e si è laureato a Roma, conseguendo una borsa di studio della Residenza Universitaria dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro-Pozzani” e nel 2000 il Master of Business Administration presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. Il suo lavoro lo ha portato a vivere in diverse realtà metropolitane come New York, Parigi, Londra, Milano, Roma, ma con questo libro egli ritorna al suo Sud, quel Sud che è come “il ballatoio di un condominio, dove nessuno pensa a sé solo” e che fa sentire tutto il peso del suo legame quando ci si trova per la prima volta in un paese straniero, in una realtà che è molto distante dalla propria e ci si sente soli e spauriti. Il protagonista di questo romanzo vive, per l’appunto, in questa condizione di perenne sospensione, di precario equilibrio tra un qui e un altrove, che non è solo il frutto delle sue personali scelte di vita, ma anche il risultato di una situazione più globale che forza gli individui in un ristretto ambito di possibilità, costringendoli a cercare al Nord la propria realizzazione professionale. Il lavoro al Nord e il cuore al Sud, questa è la condizione di molta gente nel Mezzogiorno, e a monte sta l’ormai secolare problema della mancata crescita del Sud. L’autore dà voce al bisogno di analizzarne e di comprenderne i motivi profondi e lo fa servendosi del doppio registro letterario-scientifico: il quinto e il decimo capitolo trattano, infatti, sia pure in maniera discorsiva e divulgativa, argomenti di natura economica. Apprezzabile il tentativo di avvicinare il piano letterario a quello economico, nella consapevolezza che nessuno dei problemi che riguarda-
no la società umana può essere pienamente compreso se i due piani non si intrecciano e se l’analisi del vissuto interiore non si incontra con l’evidenza delle leggi scientifiche.
// Tre domande tre Come intendere il titolo del suo romanzo? “‘Dolce cattività’ è la condizione esistenziale di molta gente del Sud costretta a vivere e lavorare al Nord: la dolcezza della terra salentina, con i suoi colori, i suoi profumi, i suoi paesaggi unici, diventa una prigione, una ‘cattività’ appunto, quando, costretti a vivere e spesso a subire una realtà estranea, il suo legame intriso di strascichi melanconici, si fa sempre più stringente”. Quali sono i suoi modelli letterari? “Ci sono due tradizioni di scritture alle quali faccio costantemente riferimento, ma da cui al tempo stesso cerco di distanziarmi, per personalizzare maggiormente il mio stile: diciamo che sono in bilico tra uno stile baroccheggiante, in cui rientrano autori come Proust, Manzoni, Sciascia, Brancati, Tomasi di Lampedusa e uno stile più contemporaneo, centrato sul flusso di coscienza, a cui appartengono scrittori come Joyce, Salinger e Kerouac”. Perché si dovrebbero spendere 13 euro per l’acquisto del suo libro? “Perché è un piccolo elemento di riflessione su un fenomeno che sta assumendo proporzioni sempre più evidenti, ma sul quale è calato inspiegabilmente un velo di silenzio, ovvero la ripresa del flusso di migrazione dal Sud al Nord”.
Corso XX Settembre, 209 CASARANO
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SPORT z CALCIO
Maglie giallorossa LA SQUADRA MAGLIESE SI APPRESTA A CORONARE UNO DEI MIGLIORI CAMPIONATI DEGLI ULTIMI ANNI zx di Marco Laggetta
1945. Il Maglie calcio è appena nato
1992. La squadra magliese ritorna in quarta serie
L’ “U.S. A. Toma Maglie” nasce nel 1945, dalla fusione di quattro società: l’ “U.S. A. Toma”, l’ “U.S. Ausonia”, la “Pol. Magliese” e l’ “U.S. Mario Tau”. I colori sociali sono il giallo e il rosso. Il terreno di gioco è lo stadio comunale TamborinoFrisari. Nell’anno della fondazione l’ U.S. Toma Maglie partecipa alla “Coppa del Salento”, messa in palio dal CSI. La finale, che viene disputata in due partite, vede opposte “U.S. Toma Maglie” e “Api Melissano”. La compagine magliese trionfa: è il primo grande riconoscimento. L’anno successivo la squadra viene ammessa, per meriti sportivi, a disputare il campionato di Prima Divisione. Fino ad oggi la Società ha ottenuto 5 promozioni, 7 retrocessioni e 2 ripescaggi. Il periodo d’oro dell’ “U.S. Toma Maglie” risale ai primi anni 50, quando la squadra magliese partecipa per 4 anni al campionato di serie C e nell’anno calcistico 195152 sfiora la promozione in serie B, negata da un logorante spareggio con Cagliari, Piacenza e Vigevano. Dopo alcuni anni di caduta libera la società magliese trova, finalmente, la forza di ricominciare la scalata e dal 1959 al 1963 risale la china per poi rimanere stabilmente in serie D per 6 stagioni, fino al 1970. Negli anni che seguono a fare storia è il centravanti Peppino Giannotti, cannoniere dal fisico possente, morto di
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incidente stradale dopo essere stato acquistato dalla Fiorentina. Dalla stagione 1981-82 alla 1990-91 il gruppo trova nuovamente, con la permanenza nell’Interregionale, un periodo di stabilità che tuttavia si carica di Gianni Colonna, allenatore significati negativi perché, dopo dell’”U.S. Toma Maglie” aver assaporato in più occasioni la possibilità di un salto di categoria, nel 1990-91 la squadra retrocede in Eccellenza. Al secondo anno di permanenza in serie E l’ “U.S. A. Toma Maglie” ritrova la promozione e la quarta serie. In questi anni calcano il terreno del TamborinoFrisari campioni del calibro di Gioacchino Prisciandaro (punta della Cremonese, in serie B), Antonio Toma (leader carismatico della Toma Maglie, alla quale è tornato anche come allenatore, prima di essere chiamato a Gallipoli e poi a Pisa), Claudio Luperto (che ha giocato con il Genoa in serie A, nonché con Lecce ed Arezzo, prima di intraprendere la carriera di allenatore che lo ha portato sulla panchina del Montevarchi), Alessandro Corallo (attaccante del Taranto, ex di Ancona e Lecce). Ma la storia si ripete e dopo aver disputato dei buoni campionati, nella stagione 1999-2000, la squadra retrocede in Eccellenza, dove rimarrà fino ai giorni nostri. Quest’anno, alla guida del presidente Antonio Minafro e dell’allenatore Gianni Colonna, la compagine magliese sembra aver ritrovato il vigore dei bei tempi. In questa stagione l’ “U.S. Toma Maglie” è l’unica delle salentine d’Eccellenza a lottare concretamente in zona play off. La buona vena realizzativa di Striano e Maniscalco ha fatto molto bene alla squadra che, tuttavia, non si affida a nessuna particolare individualità, ma, contro ogni previsione, punta a rafforzare un sorprendente gioco di squadra. Sorprendente perché questi ragazzi giocano insieme solo dall’inizio del campionato. “La squadra ha un organico completamente rinnovato – ci spiega Gianni Colonna - solo due ragazzi su ventidue hanno disputato lo scorso campionato con la casacca giallorossa. Il nostro obiettivo quest’anno era una comoda salvezza, ma alcune ottime prestazioni ci hanno permesso di avvicinarci ai vertici della classifica”.
L’ “U.S. Toma Maglie” è l’unica «salentina d’Eccellenza a lottare concretamente in zona play off » N. 24 Aprile 2006
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SPORT
QUESTIONE DI MATEMATICAz zx di Gavino Coradduzza
Messner: beato lui!!! La matematica non è mai stata il mio piatto preferito, anzi ho avuto spesso bisogno, per mandarla giù, di un po’ di “ Alka seltzer”. In verità debbo registrare che neanche le altre discipline, almeno secondo i maligni, mi hanno visto non solo primeggiare, ma addirittura, partecipare dignitosamente. Maligni a parte, sarà pure così, ma qualcosa di positivo, credo e spero, mi ha sorretto lungo questo mio primo mezzo secolo di attività nel sistema comunicazione e, soprattutto, nelle analisi degli argomenti che offro alla vostra attenzione e al vostro giudizio: la logica e, con un pizzico di presunzione, la coerenza. Si sarà capito dove voglio andare a parare. “Bravi, avete capito bene”! Infatti: la frase più gettonata, a far tempo da una dozzina di settimane, è la seguente: “La matematica non ci condanna”, con tutto quel che di norma segue. Per forza, vivaddio! Anche io potrei portare i miei superstiti capelli bianchi in cima al K2 o sulle vette dell’Aconcagua, nessuno me lo vieta e nessuno può affermare che l’impresa non sia alla mia portata giacchè, se la cosa è riuscita a Rainold Messner, che è un uomo come me, non si vede il motivo per cui non possa anche io piantare la bandiera sul cocuzzolo della montagna. Ho usato il verbo piantare non a caso; sì perché sarebbe ora di piantarla, non la bandiera ma la leggenda della matematica. Per-
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ché? Ma perché a me, come del resto al Lecce, è venuto il fiatone insieme ad una trottola di capogiro tutte le volte che sono entrato in competizione con un semplice cavalcavia. Però ogni volta ci ho ragionato serenamente e serenamente ho concluso che non solo il K2, ma neanche la Maiella sono alla mia portata. Aggiungo che mai questa conclusione mi ha suggerito di isolarmi in un eremo ad espiare in solitudine colpe delle quali non vedo una plausibile ragione; io sono fatto così e ne prendo atto; sono, per così dire, da pianura così come la squadra giallorossa: infatti è proprio da pianura; infatti non dispone evidentemente di chiodi da montagna e forse si offre (si è offerta) alle vertigini ogni qualvolta le è capitato di mettere il naso sui primi pendii della classifica. La matematica, lo so bene, dice il contrario; ma figuratevi che io non ho ancora capito perché il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma di quelli costruiti sui cateti. So, in compenso, che la superficie si calcola moltiplicando base per altezza e dividendo, in qualche caso, il prodotto per due: il risultato? La base del Lecce è corta; l’altezza limitata; ne consegue un’area ristretta anche non dividendo (come pare logico) per due. Ristretta come la classifica. Per logica, si intende, oltre che per la matematica.
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IL CORSIVO
zx di Adolfo Maffei
Prodi o Berlusconi?
Il sogno rivelatore
Era come essere in un tunnel e avere il terrore che, dopo l’ansa delle elezioni politiche, ci trovassimo davanti un altro pezzo di tunnel Vi racconto il mio sogno (o incubo?).canti. E? Mentre a valle la gente languiva, i la mattina di marted 11 aprile, finita giovani si disperavano, le imprese -si trova l?orgia degli exit poll, delle proiezioni, vano nel vortice della globalizzazione, la delle interpretazioni con riserva (- premes malavita (organizzata e non) dilagava, so che stiamo parlando di dati non -defini l?immigrazione clandestina aumentava, il tivi ). Il risultato bell?e pronto. Ha vintodelle partite Iva s?infuriava. popolo Ea Prodi (o Berlusconi?). nulla sono valsi i campanelli d’allarme intermeNon era proprio chiarissimo il mio sogno. di, fra un’elezione generale e l’altra, suonati sul Come se una parte di me ricordasse di territorio aver dal popolo italiano. Perdi amministraimmaginato un Paese che esce dal tunnel tive, perdi europee, perdi suppletive, perdi redell?indifferenza, si riappropria della pas e non capisci che se non cambi la rotta gionali sione civile, sente di partecipare finalmente del vascello finisci sugli scogli e ti sfracelli? Ma al pi grande sforzo collettivo di risalita di di Stato sei? Ma quali consiglieri ti che uomo tutti i tempi, mentre un?altra percepisce consigliano? E, quel ch’è peggio: quale Paese che dietro l?ansa del tunnel, rappresentata stai lasciando al tuo successore? Quanto tempo dalle elezioni politiche generali, -c? occorrerà un al per riparare i danni? Mi viene in tro, lunghissimo pezzo di budello oscuro mente di paragonare il governo Berlusconi che bisogna camminare per trovare un?u a quei disastri ecologici provocati- dal nau scita che forse non trover mai. Cos sen fragio di petroliere sulle coste dell?uomo. te fortissima - quella parte di me -- la Le tenrisposte potrebbero essere tante. Ma tazione di sedersi e non muoversi pi - ,ce enn? una che le sovrasta tutte. Mancan trare in uno stadio quasi catalettico,za ben di cultura. La rozzezza e la sbrigativit oltre la soglia dell?indifferenza. di certi atteggiamenti recenti, la -perduran Ce lo siamo domandato a lungo, in questi cinte idiosincrasia al confronto e alle regole, il que anni di governo di centrodestra, perché non delirio di primato decisionale su tutto e si riusciva a porre rimedio tempestivamente alla tutti, perfino quell?ossessiva iconoclasia, deriva economica, al degrado sociale, alla perquella mania del personaggio per cui ogni dita di competitività delle aziende, all’infelicità comizio una convention con lo sfondo progressiva delle nuove generazioni. E non ri azzurro, il podio, i due microfoni e le genti uscivamo a capire come mai un governo osannanti ai suoi piedi: Berlusconi- ha di intero, con una maggioranza parlamentare mostrato in questi dodici anni di politica e mai vista prima, guidato da una persona nei cinque di governo che non era fantapo che ha fatto del pragmatismo la sua parola litica indentificarlo come il terminale di un d?ordine vincente, tanto abile a risolvere progetto oscuro che parte dagli anni bui con la politica una mezza dozzina di - im della Repubblica, ma ha dimostrato -so portanti problemi personali, per giunta ne prattutto di non avere un briciolo di cultura gando che ci sia stato vero, quel governo della cosa pubblica. Che la cosa di tutti non abbia quasi mai percepito che stava ti affidata pro tempore ad un uomo solo, il rando troppo la corda dell?adesione- fidei quale ha il dovere sacro di restituirla alme stica ad un progetto tanto bello da- appari no come l?ha trovata; se poi bravo, mi re quasi virtuale. I milioni di posti di lavo gliorata. ro, la sicurezza delle citt , meno tasseSeper non che, al risveglio, il sogno mi tutti: parole d?ordine precotte, slogan pla apparso meno definito. Avevo le idee - chia stificati detti dal capo e ripetuti- dai re repli su tutta la faccenda, ma non ero sicuro
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